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Magazine di facile lettura che consente di trovare utili informazioni su RAEE, ambiente, energia e altro ancora.
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RELOADER Magazine n. 81 - ottobre 2014
Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 62.27.05.44 00185 Roma www.reloaderitalia.it [email protected]
n. 81 - Ottobre 2014 Sommario In Primo Piano
Energie rinnovabili
GIRASOLI FOTOVOLTAICI - HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal)
Smart Energy Expo 2014: dall’efficienza energetica il futuro del Paese
7
9
RAEE VERSO RIFIUTI ZERO - La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre
Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei
3
6
Ambiente e Società LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE
La Stampa 3D - Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco-compatibilità
Internet of Things & Big Data: dall’evoluzione di prodotto all’evoluzione di processo
I prossimi Eventi
16
13
18
Storie di riciclo MIRACOLI DI CARTA
Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori Lievi trine per entomologi creativi
11 12
Gli Speciali 19
INTERNET DELLE COSE Soluzioni complesse a problemi di ogni giorno? di Roberto Vacca
Galletti: «SISTRI obsoleto». Finalmente un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti?
Riccardo Bucci Presidente
Confartigianato Litorale Nord Imprese Roma
L a storia continua. Il Mini‐stro dell’Ambiente Gal‐
letti ha definito un sistema mai veramente partito come obsoleto. La Selex Service Management lascia anticipa‐tamente (il 30 novembre) la gestione del SISTRI, poiché solo il 30 giugno 2015 ci sarà una gara per l’affidamento della concessione del servizio, in rispetto del “Codice appal‐ti” (DLgs 163/2006), delle nor‐me UE di settore e dei principi di “economicità, semplificazio‐ne, interoperabilità tra sistemi informatici e costante aggior‐namento tecnologico”. Da tenere presente, anche, la scadenza del 31 dicembre, da‐ta entro la quale il Ministero dovrà ottimizzare e semplifi‐care il SISTRI nel rispetto dell’articolo 14 del Decreto Competitività. Intanto le uni‐che certezze che possiamo
riscontrare sono le difficoltà che affrontano le imprese da circa quattro anni: ogni a‐zienda ha dovuto rimettere migliaia di Euro in termini di tempo impiegato per le ope‐razioni di iscrizione, ritiro ed installazione dei dispositivi hardware e software previsti dal sistema, tasse di iscrizione al sistema versate, contribu‐ti annuali versati (2010 – 2011), tempo impiegato dal personale per formarsi, costi per la partecipazione ai corsi di formazione, costi uomo per telefonate ed e‐mail per richiedere chiarimenti. E’ fondamentale il definitivo superamento del SISTRI, che va sostituito con un sistema di tracciabilità dei rifiuti che prenda come centralità i crite‐ri di trasparenza, efficienza, economicità e semplice utiliz‐zo per le imprese.
RELOADER Magazine n. 81 - ottobre 2014
Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 62.27.05.44 00185 Roma www.reloaderitalia.it [email protected]
n. 81 - Ottobre 2014 Sommario In Primo Piano
Energie rinnovabili
GIRASOLI FOTOVOLTAICI - HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal)
Smart Energy Expo 2014: dall’efficienza energetica il futuro del Paese
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RAEE VERSO RIFIUTI ZERO - La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre
Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei
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Ambiente e Società LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE
La Stampa 3D - Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco-compatibilità
Internet of Things & Big Data: dall’evoluzione di prodotto all’evoluzione di processo
I prossimi Eventi
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Storie di riciclo MIRACOLI DI CARTA
Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori Lievi trine per entomologi creativi
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Gli Speciali 19
INTERNET DELLE COSE Soluzioni complesse a problemi di ogni giorno? di Roberto Vacca
Galletti: «SISTRI obsoleto». Finalmente un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti?
Riccardo Bucci Presidente
Confartigianato Litorale Nord Imprese Roma
L a storia continua. Il Mini‐stro dell’Ambiente Gal‐
letti ha definito un sistema mai veramente partito come obsoleto. La Selex Service Management lascia anticipa‐tamente (il 30 novembre) la gestione del SISTRI, poiché solo il 30 giugno 2015 ci sarà una gara per l’affidamento della concessione del servizio, in rispetto del “Codice appal‐ti” (DLgs 163/2006), delle nor‐me UE di settore e dei principi di “economicità, semplificazio‐ne, interoperabilità tra sistemi informatici e costante aggior‐namento tecnologico”. Da tenere presente, anche, la scadenza del 31 dicembre, da‐ta entro la quale il Ministero dovrà ottimizzare e semplifi‐care il SISTRI nel rispetto dell’articolo 14 del Decreto Competitività. Intanto le uni‐che certezze che possiamo
riscontrare sono le difficoltà che affrontano le imprese da circa quattro anni: ogni a‐zienda ha dovuto rimettere migliaia di Euro in termini di tempo impiegato per le ope‐razioni di iscrizione, ritiro ed installazione dei dispositivi hardware e software previsti dal sistema, tasse di iscrizione al sistema versate, contribu‐ti annuali versati (2010 – 2011), tempo impiegato dal personale per formarsi, costi per la partecipazione ai corsi di formazione, costi uomo per telefonate ed e‐mail per richiedere chiarimenti. E’ fondamentale il definitivo superamento del SISTRI, che va sostituito con un sistema di tracciabilità dei rifiuti che prenda come centralità i crite‐ri di trasparenza, efficienza, economicità e semplice utiliz‐zo per le imprese.
In vista degli Stati Generali della Gre‐en Economy 2014, che si terranno il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini pres‐so Ecomondo, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e l'ENEA hanno fatto il punto sulla Responsabilità E‐stesa del Produttore (REP) e sulle sue potenzialità quale mezzo per il rispetto dei nuovi target europei di riciclo al 2020. In tutti i Paesi UE, in‐fatti, la REP rappresenta uno stru‐mento economico di forte stimolo per la corretta gestione dei rifiuti, per la crescita del settore del recupe‐ro e, quindi, di un comparto strategi‐co della green economy. La stessa
UE ha inoltre più volte sottolineato la necessità di procedere ‘verso un'e‐conomia circolare mediante un pro‐gramma per un'Europa a rifiuti zero’ in cui, oltre a tracciare ambiziosi o‐biettivi di riutilizzo e riciclo dei rifiuti, si assicura il monitoraggio proattivo del raggiungimento dei target attra‐verso una procedura di ‘early warning’ diretta a garantire la diffu‐sione delle migliori pratiche, miglio‐rando la trasparenza e l'efficacia in termini di costi dei sistemi di respon‐sabilità del produttore. Per tutti que‐sti motivi la Responsabilità Estesa del Produttore è stata definita
3 4
RAEE
RELOADER Magazine - Ottobre 2014
dall'OCSE come “una strategia di pro‐tezione ambientale volta a ridurre gli impatti di prodotti o merci, rendendo il produttore responsabile del loro intero ciclo di vita, in particolare per il ritiro, il riciclo e lo smaltimento finale”. A livello italiano esistono diverse criticità che rallentano la corretta applicazione del‐la REP. Prima su tutte la mancanza di uniformità tra i diversi settori industria‐li: attualmente, infatti, nel nostro Pae‐se la REP è applicata in tanti modi di‐versi a seconda del settore, generando confusione. Oltre ciò Edo Ronchi, Presi‐dente SUSDEF, ha evidenziato tre im‐portanti aspetti sui quali è necessario lavorare. Il primo riguarda il contributo ambientale Conai che ciascun produt‐tore di imballaggi paga per la loro ge‐stione a fine vita; secondo Ronchi “è assolutamente necessario legare questa fee alle performance ambientali del pro‐
dotto anche a fine vita. È vero che i crite‐ri di riciclaggio sono difficili da stabilire, tuttavia la non corrispondenza tra fee e riciclabilità è indubbiamente una debo‐lezza del sistema italiano”. Il secondo tema si riferisce, invece, alla misurazio‐ne dell’effettivo riciclo e non solo della raccolta differenziata: un errore che costituisce forse la debolezza più grave del sistema italiano di gestione dei rifiu‐ti. Infine il terzo aspetto è un monito per il legislatore: “Occhio a non fare ca‐dere anche un principio sacrosanto, co‐me la responsabilità estesa del produt‐tore, sul consumatore finale, che altri‐menti dopo aver pagato la tassa sui rifiu‐ti si troverebbe a pagare la stessa cosa due volte”. Per una volta, tuttavia, non siamo i soli ad avere difficoltà: nono‐stante i buoni propositi, infatti, anche l'Europa deve fronteggiare diverse pro‐blematiche. La principale, secondo Joa‐
La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre
In vista degli Stati Generali della Gre‐en Economy 2014, che si terranno il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini pres‐so Ecomondo, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e l'ENEA hanno fatto il punto sulla Responsabilità E‐stesa del Produttore (REP) e sulle sue potenzialità quale mezzo per il rispetto dei nuovi target europei di riciclo al 2020. In tutti i Paesi UE, in‐fatti, la REP rappresenta uno stru‐mento economico di forte stimolo per la corretta gestione dei rifiuti, per la crescita del settore del recupe‐ro e, quindi, di un comparto strategi‐co della green economy. La stessa
UE ha inoltre più volte sottolineato la necessità di procedere ‘verso un'e‐conomia circolare mediante un pro‐gramma per un'Europa a rifiuti zero’ in cui, oltre a tracciare ambiziosi o‐biettivi di riutilizzo e riciclo dei rifiuti, si assicura il monitoraggio proattivo del raggiungimento dei target attra‐verso una procedura di ‘early warning’ diretta a garantire la diffu‐sione delle migliori pratiche, miglio‐rando la trasparenza e l'efficacia in termini di costi dei sistemi di respon‐sabilità del produttore. Per tutti que‐sti motivi la Responsabilità Estesa del Produttore è stata definita
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RAEE
RELOADER Magazine - Ottobre 2014
dall'OCSE come “una strategia di pro‐tezione ambientale volta a ridurre gli impatti di prodotti o merci, rendendo il produttore responsabile del loro intero ciclo di vita, in particolare per il ritiro, il riciclo e lo smaltimento finale”. A livello italiano esistono diverse criticità che rallentano la corretta applicazione del‐la REP. Prima su tutte la mancanza di uniformità tra i diversi settori industria‐li: attualmente, infatti, nel nostro Pae‐se la REP è applicata in tanti modi di‐versi a seconda del settore, generando confusione. Oltre ciò Edo Ronchi, Presi‐dente SUSDEF, ha evidenziato tre im‐portanti aspetti sui quali è necessario lavorare. Il primo riguarda il contributo ambientale Conai che ciascun produt‐tore di imballaggi paga per la loro ge‐stione a fine vita; secondo Ronchi “è assolutamente necessario legare questa fee alle performance ambientali del pro‐
dotto anche a fine vita. È vero che i crite‐ri di riciclaggio sono difficili da stabilire, tuttavia la non corrispondenza tra fee e riciclabilità è indubbiamente una debo‐lezza del sistema italiano”. Il secondo tema si riferisce, invece, alla misurazio‐ne dell’effettivo riciclo e non solo della raccolta differenziata: un errore che costituisce forse la debolezza più grave del sistema italiano di gestione dei rifiu‐ti. Infine il terzo aspetto è un monito per il legislatore: “Occhio a non fare ca‐dere anche un principio sacrosanto, co‐me la responsabilità estesa del produt‐tore, sul consumatore finale, che altri‐menti dopo aver pagato la tassa sui rifiu‐ti si troverebbe a pagare la stessa cosa due volte”. Per una volta, tuttavia, non siamo i soli ad avere difficoltà: nono‐stante i buoni propositi, infatti, anche l'Europa deve fronteggiare diverse pro‐blematiche. La principale, secondo Joa‐
La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre
5 6 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
chim Quoden ‐ Managing Director di EXPRA (Extended Producer Responsi‐bility Alliance), è rappresentata dall'im‐precisione dei dati europei sul riciclo. Egli ha spiegato come ogni Paese forni‐sca i propri dati senza che questi ultimi siano verificati dall'UE, tanto da provo‐care a volte errori grossolani (e.g. Dani‐marca con tasso di riciclo nel 2009 del 170%; Slovenia con tasso riciclo plasti‐che 78%). Un'altra criticità per Quoden è data dalla fattibilità degli obiettivi UE di riciclo: questi sono irrealizzabili per alcuni Paesi perché troppo ambiziosi e concepiti basandosi esclusivamente sui dati dei migliori 3 Stati membri. Oltre a ciò a causa dell'imprecisione dei dati, la UE non ha la vera fotografia dello stato attuale del riciclo, in sostanza si vuole arrivare in alto, senza sapere da dove si parte. Ancora altre criticità sono rap‐presentate dalla mancanza di confor‐mità tra i diversi Stati dell'Unione (ogni Paese adotta il suo personale sistema di raccolta, riciclo e recupero) e dalla mancanza nel testo della Direttiva Ue delle definizioni precise di parole quali, ad esempio, ‘costi veri’, ‘riciclo’ e ‘recupero’. Infine, Quoden ha concluso sottolineando l'importanza della trac‐ciabilità dei rifiuti ed ha citato lo strano caso tedesco: in Germania la destina‐zione finale dei rifiuti è conosciuta sol‐tanto dal governo, nessun altro sa se un rifiuto è gestito in patria o trattato all'estero. E’ dunque essenziale mag‐giore trasparenza. Mirko Turchetti
Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei di Paolo Serra
La nuova era dei RAEE - Milano, 1 ottobre 2014
convegno, organizzato da Pao‐la Gallas Networking, ha visto
la partecipazione di tutti i principali at‐tori della filiera del recupero e dello smaltimento dei RAEE. Marco Sala, Operation Manager del consorzio Ecodom, ha aperto i lavori illustrando il progetto “WEEELABEX”, finanziato dalla UE, il cui scopo è stabili‐re gli standard e fornire alle autorità di vigilanza gli strumenti adeguati di moni‐toraggio delle operazioni di raccolta, trasporto e trattamento dei RAEE. Un vero e proprio report sullo stato dell’arte e degli obiettivi UE di recupero dei RAEE in Italia è stato presentato da Mauro Galbiati, Operation Manager del Consorzio RAECycle. I dati più significa‐tivi riguardano gli indici di recupero rile‐vati nel 2013: contro una media naziona‐le di RAEE prodotti di 16,2 kg. sono stati recuperati su base nazionale 3,8 kg. per abitante. Le medie suddivise per Regio‐
ne trovano ai primi posti la Valle d’Aosta (8,3) e il Trentino (6,8) e agli ultimi posti Calabria (1,7) e Puglia (1,9). Galbiati si è anche soffermato sugli obiettivi stabiliti dal DLgs 49/2014: per il 2015 il tasso medio di raccolta non dovrà essere inferiore ai 4 Kg per abitante, nel 2016 esso dovrà esse‐re pari ad almeno il 45% degli AEE (apparecchi nuovi) immessi sul mercato espressi in Kg per diventare il 65% a parti‐re dal 2019. Ho trovato interessante, an‐che dal punto di vista tecnico, la relazio‐ne di Mirko Regazzi, Project Manager di Hera S.p.A. sui nuovi metodi, come i cas‐sonetti intelligenti, per cogliere gli obietti‐vi di sviluppo della raccolta dei RAEE e particolarmente degno di nota il progetto “RAEE in Carcere”, illustrato da Daniele Steccanella e avviato qualche anno fa da varie cooperative a Bologna, Ferrara e Forlì‐Cesena con l’obiettivo – a quanto sembra centrato ‐ di coniugare recupero ambientale dei RAEE e recupero sociale di persone provenienti dal carcere. Buone pratiche che consistono in attività di inclu‐sione di persone in esecuzione penale, all’interno e all’esterno degli Istituti peni‐tenziari. E’ toccato a me chiudere le attivi‐tà della prima parte del convegno ed ho assolto il compito sottolineando la fonda‐mentale importanza del ‘fattore logistica’:
la raccolta dei RAEE deve essere assistita da una logistica efficiente ed efficace, al‐trimenti si rischia di vanificare il beneficio per l’ambiente derivante da un corretto smaltimento a causa del maggior consu‐mo di carburanti e di un’esagerata immis‐sione di CO2 e climalteranti in atmosfera (non dimentichiamo che i trasporti di RA‐EE sono tutti su gomma). Una delle mis‐sioni di RELOADER onlus, piattaforma tec‐nologica di cui sono Vice Presidente, è proprio quella di promuovere progetti per individuare soluzioni volte a minimizzare l’impatto ambientale legato alla raccolta degli apparecchi giunti a fine vita. La tavo‐la rotonda che è seguita ha presentato interessanti spunti di riflessione con l’intervento di Gabriele Cané, Presidente ASSORAEE, che ha denunciato la preoccu‐pante disparità con cui sono applicate le norme sullo smaltimento da parte delle autorità locali e da Davide Rossi, Direttore Generale Aires, che ha messo in evidenza la grande difficoltà nell’osservare norme in continua evoluzione anche da parte dei grandi gruppi della distribuzione. Marco Sala ha espresso un proposito, condiviso da tutti, di non aspettare le decisioni del Governo, ma di darci da fare tutti insieme perché il recupero dei RAEE diventi un processo sostenibile e diffuso.
Il
5 6 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
chim Quoden ‐ Managing Director di EXPRA (Extended Producer Responsi‐bility Alliance), è rappresentata dall'im‐precisione dei dati europei sul riciclo. Egli ha spiegato come ogni Paese forni‐sca i propri dati senza che questi ultimi siano verificati dall'UE, tanto da provo‐care a volte errori grossolani (e.g. Dani‐marca con tasso di riciclo nel 2009 del 170%; Slovenia con tasso riciclo plasti‐che 78%). Un'altra criticità per Quoden è data dalla fattibilità degli obiettivi UE di riciclo: questi sono irrealizzabili per alcuni Paesi perché troppo ambiziosi e concepiti basandosi esclusivamente sui dati dei migliori 3 Stati membri. Oltre a ciò a causa dell'imprecisione dei dati, la UE non ha la vera fotografia dello stato attuale del riciclo, in sostanza si vuole arrivare in alto, senza sapere da dove si parte. Ancora altre criticità sono rap‐presentate dalla mancanza di confor‐mità tra i diversi Stati dell'Unione (ogni Paese adotta il suo personale sistema di raccolta, riciclo e recupero) e dalla mancanza nel testo della Direttiva Ue delle definizioni precise di parole quali, ad esempio, ‘costi veri’, ‘riciclo’ e ‘recupero’. Infine, Quoden ha concluso sottolineando l'importanza della trac‐ciabilità dei rifiuti ed ha citato lo strano caso tedesco: in Germania la destina‐zione finale dei rifiuti è conosciuta sol‐tanto dal governo, nessun altro sa se un rifiuto è gestito in patria o trattato all'estero. E’ dunque essenziale mag‐giore trasparenza. Mirko Turchetti
Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei di Paolo Serra
La nuova era dei RAEE - Milano, 1 ottobre 2014
convegno, organizzato da Pao‐la Gallas Networking, ha visto
la partecipazione di tutti i principali at‐tori della filiera del recupero e dello smaltimento dei RAEE. Marco Sala, Operation Manager del consorzio Ecodom, ha aperto i lavori illustrando il progetto “WEEELABEX”, finanziato dalla UE, il cui scopo è stabili‐re gli standard e fornire alle autorità di vigilanza gli strumenti adeguati di moni‐toraggio delle operazioni di raccolta, trasporto e trattamento dei RAEE. Un vero e proprio report sullo stato dell’arte e degli obiettivi UE di recupero dei RAEE in Italia è stato presentato da Mauro Galbiati, Operation Manager del Consorzio RAECycle. I dati più significa‐tivi riguardano gli indici di recupero rile‐vati nel 2013: contro una media naziona‐le di RAEE prodotti di 16,2 kg. sono stati recuperati su base nazionale 3,8 kg. per abitante. Le medie suddivise per Regio‐
ne trovano ai primi posti la Valle d’Aosta (8,3) e il Trentino (6,8) e agli ultimi posti Calabria (1,7) e Puglia (1,9). Galbiati si è anche soffermato sugli obiettivi stabiliti dal DLgs 49/2014: per il 2015 il tasso medio di raccolta non dovrà essere inferiore ai 4 Kg per abitante, nel 2016 esso dovrà esse‐re pari ad almeno il 45% degli AEE (apparecchi nuovi) immessi sul mercato espressi in Kg per diventare il 65% a parti‐re dal 2019. Ho trovato interessante, an‐che dal punto di vista tecnico, la relazio‐ne di Mirko Regazzi, Project Manager di Hera S.p.A. sui nuovi metodi, come i cas‐sonetti intelligenti, per cogliere gli obietti‐vi di sviluppo della raccolta dei RAEE e particolarmente degno di nota il progetto “RAEE in Carcere”, illustrato da Daniele Steccanella e avviato qualche anno fa da varie cooperative a Bologna, Ferrara e Forlì‐Cesena con l’obiettivo – a quanto sembra centrato ‐ di coniugare recupero ambientale dei RAEE e recupero sociale di persone provenienti dal carcere. Buone pratiche che consistono in attività di inclu‐sione di persone in esecuzione penale, all’interno e all’esterno degli Istituti peni‐tenziari. E’ toccato a me chiudere le attivi‐tà della prima parte del convegno ed ho assolto il compito sottolineando la fonda‐mentale importanza del ‘fattore logistica’:
la raccolta dei RAEE deve essere assistita da una logistica efficiente ed efficace, al‐trimenti si rischia di vanificare il beneficio per l’ambiente derivante da un corretto smaltimento a causa del maggior consu‐mo di carburanti e di un’esagerata immis‐sione di CO2 e climalteranti in atmosfera (non dimentichiamo che i trasporti di RA‐EE sono tutti su gomma). Una delle mis‐sioni di RELOADER onlus, piattaforma tec‐nologica di cui sono Vice Presidente, è proprio quella di promuovere progetti per individuare soluzioni volte a minimizzare l’impatto ambientale legato alla raccolta degli apparecchi giunti a fine vita. La tavo‐la rotonda che è seguita ha presentato interessanti spunti di riflessione con l’intervento di Gabriele Cané, Presidente ASSORAEE, che ha denunciato la preoccu‐pante disparità con cui sono applicate le norme sullo smaltimento da parte delle autorità locali e da Davide Rossi, Direttore Generale Aires, che ha messo in evidenza la grande difficoltà nell’osservare norme in continua evoluzione anche da parte dei grandi gruppi della distribuzione. Marco Sala ha espresso un proposito, condiviso da tutti, di non aspettare le decisioni del Governo, ma di darci da fare tutti insieme perché il recupero dei RAEE diventi un processo sostenibile e diffuso.
Il
8 7
Energie rinnovabili
Spuntano dalla ricerca nuovi girasoli com‐posti di celle fotovoltaiche che, come i loro omologhi naturali, seguono il movimento del sole per catturarne una parte dell'ener‐gia e trasformarla in elettricità e in calore. Oltre a produrre energia elettrica e calore, gli HCPVT possono essere implementati con ulteriori attrezzature per fornire acqua desalinizzata potabile e aria condizionata. Nel primo caso, l'acqua salata può passare attraverso un sistema di distillazione a membrana porosa, dove viene vaporizzata e desalinizzata. Il prodotto stimato dell’operazione è 30‐40 litri di acqua pota‐bile per metro quadrato di superficie del ricevitore al giorno. Nel secondo caso inve‐
ce un refrigeratore alimentato termica‐mente permetterebbe di produrre aria fredda, convertendo il calore in raffredda‐mento attraverso un ciclo termico applica‐to ad un materiale assorbente liquido o solido. L'idea da cui sono partiti i ricercato‐ri è stata trovare una soluzione efficiente e particolarmente adatta per i Paesi dove energia, calore e acqua potabile sono an‐cora un lusso. Con questo scopo Airlight Energy e IBM Research intendono donare nel 2016, un sistema HCPVT a due comuni‐tà meritevoli tramite un concorso che par‐tirà nel 2015. Secondo le stime pubblicate i ricercatori delle due società, che stanno lavorando per ridurre i costi dei compo‐
HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal) è il nuovo prototipo ideato da Airlight Energy e da IBM Research e utilizza plastica riciclabile
RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
nenti tecnologi, saranno in grado di pro‐porlo al mercato nel 2017. Il girasole è in grado di concentrare la radiazione solare 2.000 volte e di convertirne l'80 per cento in energia utile per generare 12 kilowatt di energia elettrica e 20 kilowatt di calore, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di di‐verse abitazioni. Questo è il risultato dei 36 specchi ellittici, presenti su ogni dispo‐sitivo, prodotti con un foglio di plastica ri‐ciclabile spesso appena 0,2 millimetri e ri‐vestito d'argento. Alto circa 10 metri, il gi‐rasole utilizza una parabola di 40 metri quadrati che può essere mo‐dellata in quasi qualsiasi al‐tra forma in meno di quattro ore ed ha caratteristiche meccaniche simili a quelle dell’alluminio ad un quinto del costo. La superficie a specchio concentra la radia‐zione solare riflettendola su più ricevitori di liquido raf‐freddato a micro canali, cia‐scuno dei quali contiene una fitta serie di chip fotovoltai‐ci, che producono a loro vol‐ta una potenza elettrica fino a 57 watt durante una tipica giornata di sole. “La tecno‐logia di raffreddamento di‐retto che utilizza un piccola potenza di pompaggio per raffreddare i chip fotovoltai‐ci con acqua si ispira al siste‐ma di apporto di sangue del
corpo umano” ha spiegato il dottor Bruno Michel di IBM Research, nel corso della presentazione di HCPVT avvenuta a fine settembre a Zurigo. All’attenzione per i materiali i ricercatori hanno coniugato an‐che la cura degli animali e delle persone. Nessun rischio, perché gli specchi ed il ri‐cevitore sono racchiusi da un grande recin‐to di plastica trasparente, gonfiato per proteggerli dalla pioggia e dalla polvere. La recinzione impedisce agli uccelli e agli altri animali, nonché agli esseri umani di avvicinarsi troppo.
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Energie rinnovabili
Spuntano dalla ricerca nuovi girasoli com‐posti di celle fotovoltaiche che, come i loro omologhi naturali, seguono il movimento del sole per catturarne una parte dell'ener‐gia e trasformarla in elettricità e in calore. Oltre a produrre energia elettrica e calore, gli HCPVT possono essere implementati con ulteriori attrezzature per fornire acqua desalinizzata potabile e aria condizionata. Nel primo caso, l'acqua salata può passare attraverso un sistema di distillazione a membrana porosa, dove viene vaporizzata e desalinizzata. Il prodotto stimato dell’operazione è 30‐40 litri di acqua pota‐bile per metro quadrato di superficie del ricevitore al giorno. Nel secondo caso inve‐
ce un refrigeratore alimentato termica‐mente permetterebbe di produrre aria fredda, convertendo il calore in raffredda‐mento attraverso un ciclo termico applica‐to ad un materiale assorbente liquido o solido. L'idea da cui sono partiti i ricercato‐ri è stata trovare una soluzione efficiente e particolarmente adatta per i Paesi dove energia, calore e acqua potabile sono an‐cora un lusso. Con questo scopo Airlight Energy e IBM Research intendono donare nel 2016, un sistema HCPVT a due comuni‐tà meritevoli tramite un concorso che par‐tirà nel 2015. Secondo le stime pubblicate i ricercatori delle due società, che stanno lavorando per ridurre i costi dei compo‐
HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal) è il nuovo prototipo ideato da Airlight Energy e da IBM Research e utilizza plastica riciclabile
RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
nenti tecnologi, saranno in grado di pro‐porlo al mercato nel 2017. Il girasole è in grado di concentrare la radiazione solare 2.000 volte e di convertirne l'80 per cento in energia utile per generare 12 kilowatt di energia elettrica e 20 kilowatt di calore, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di di‐verse abitazioni. Questo è il risultato dei 36 specchi ellittici, presenti su ogni dispo‐sitivo, prodotti con un foglio di plastica ri‐ciclabile spesso appena 0,2 millimetri e ri‐vestito d'argento. Alto circa 10 metri, il gi‐rasole utilizza una parabola di 40 metri quadrati che può essere mo‐dellata in quasi qualsiasi al‐tra forma in meno di quattro ore ed ha caratteristiche meccaniche simili a quelle dell’alluminio ad un quinto del costo. La superficie a specchio concentra la radia‐zione solare riflettendola su più ricevitori di liquido raf‐freddato a micro canali, cia‐scuno dei quali contiene una fitta serie di chip fotovoltai‐ci, che producono a loro vol‐ta una potenza elettrica fino a 57 watt durante una tipica giornata di sole. “La tecno‐logia di raffreddamento di‐retto che utilizza un piccola potenza di pompaggio per raffreddare i chip fotovoltai‐ci con acqua si ispira al siste‐ma di apporto di sangue del
corpo umano” ha spiegato il dottor Bruno Michel di IBM Research, nel corso della presentazione di HCPVT avvenuta a fine settembre a Zurigo. All’attenzione per i materiali i ricercatori hanno coniugato an‐che la cura degli animali e delle persone. Nessun rischio, perché gli specchi ed il ri‐cevitore sono racchiusi da un grande recin‐to di plastica trasparente, gonfiato per proteggerli dalla pioggia e dalla polvere. La recinzione impedisce agli uccelli e agli altri animali, nonché agli esseri umani di avvicinarsi troppo.
10 9 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
Da l l ’ appuntamento i n te rnaz iona le sull’efficienza energetica gli elementi chiave di policy per il settore energetico. Secondo LI Yong, Direttore Generale dell’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) per il rag‐giungimento degli obiettivi fissati dalla strate‐gia UE per il 2020 occorre adottare misure specifiche per l’efficienza energetica; limitare la costruzione delle centrali a carbone meno efficienti; ridurre al minimo le emissioni di gas metano durante la produzione di petrolio e gas; infine accelerare l’eliminazione dei sussi‐di al consumo di fonti fossili. A questi target, ha spiegato LI Yong, sono collegate anche le quattro policy recentemente presentate dalla IEA (International Energy Agency). Queste sono applicabili nel medio termine grazie all’utilizzo delle tecnologie già esistenti e con‐sentirebbero di raggiungere gli obiettivi sen‐za precludere la crescita economica. Proprio
la IEA ha presentato in anteprima il nuovo ‘Energy Efficiency Market Report’, dal quale è emerso che l'efficienza energetica nel mondo rappresenta un mercato di oltre 310 miliardi di dollari. Il dato è sta‐to sottolineato anche da Maria Van der Hoeven, Direttore Esecutivo della IEA, che ha spiegato come: “L’efficienza energetica detiene non solo le potenzialità più elevate dal punto di vista ambientale, ma anche quelle più spiccata dal punto di vista economico”. Nel corso del summit, inoltre, ha avuto luogo il convegno degli Stati Generali dell'Efficienza Energetica durante il quale sono stati presentati i risultati di una consultazione pubblica online, lan‐ciata lo scorso maggio al Politecni‐
co di Milano da ENEA ed Efficiency KNow, dal‐la quale sono emerse come priorità di aziende e consumatori: la semplificazione normativa; la necessità di un testo unico sull’efficienza energetica che elimini normative e procedure di certificazione regionali a favore di un’unica normativa nazionale; ESCo (Energy service company) certificate per offrire servizi più chiari e definiti; lo svincolo dal Patto di stabili‐tà degli investimenti in efficienza energetica delle pubbliche amministrazioni. Oltre a ciò sono stati evidenziati come fattori chiave an‐che la formazione professionale e la comuni‐cazione. Proprio in merito al settore della co‐municazione Alessandro Ortis, Presidente de‐gli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, ha sottolineato che “è emersa una pressante ri‐chiesta per un maggior impegno nell’offrire ad operatori e famiglie un insieme di informazioni sempre più completo, chiaro e diffuso: i cittadi‐ni chiedono di sapere di più su come risparmia‐
re sulle bollette di elettricità e gas”. Alla tre gior‐ni infine ha partecipato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, il quale ha la volontà di proro‐gare al 2015 gli ecobonus e renderli strutturali per il futuro e ribadito che “L'efficienza energeti‐ca è il futuro del campo ambientale: fa risparmia‐re le famiglie, abbassa le bollette, permette allo Stato di fare spending review. Nel decreto 91, ap‐provato prima dell’estate, abbiamo stanziato 350 milioni per l'efficientamento energetico degli edi‐fici pubblici, partendo dalle scuole. Abbiamo un ritorno in termini di risparmi per lo Stato fortissi‐mo, potendo risparmiare fino al 40% di quanto spendiamo oggi per elettricità e gas”. M. T.
2014
Dagli Stati Generali
d e l l ’e f f i c i e n z a
energetica e-
mergono come
priorità di a-
ziende e consu-
matori la semplifi-
cazione normativa, la
formazione professionale e la comu-
nicazione. Il Ministro dell’Ambiente
Gian Luca Galletti ha confermato la
volontà di prorogare al 2015 gli e-
cobonus e renderli strutturali per il
futuro. Maria Van der Hoeven,
Direttore esecutivo dell’IEA ha
presentato in anteprima l’Energy
Efficiency Market report 2014.
Questo è il focus del sondaggio commissiona‐to da Veronafiere a EMG Acqua, l’istituto di ricerca di Stefano Mazza‐Galanti e Fabrizio Masia. Ed ecco i risultati.
Per risparmiare sulla bolletta, quasi sei italiani su dieci sono pronti a spendere fino a 100 euro l’anno per interventi di efficienza energetica e tre su dieci anche 500 euro.
Ecobonus: quasi il 54% di degli intervistati ignora l’esistenza degli eco‐bonus del 50‐65% per rendere più efficienti le proprie abitazioni
Studenti: a sorpresa, la categoria meno informata in materia di energia risulta quella dei giovani e degli studenti: oltre il 49% non sa che la luce si pa‐ga meno il fine settimana, uno su tre ignora l’esistenza del certificato di efficienza energetica per le case e il 36,6% non sa indicare quali siano gli elettrodomestici a maggior consumo energetico.
Il 70% degli intervistati dice di sapere che ci sono momenti in cui l’energia elettrica costa meno, ma il 34% ignora che il prezzo inferiore è riferito ai fine settimana.
Meno di un intervistato su due (45,4%) distingue correttamente la differenza fra efficienza e rispar‐mio.
Sulle figure professionali cui rivolgersi per inter‐venti di efficienza energetica gli italiani non hanno molte certezze: solo un 25% pensa a esperti di effi‐cienza, per il resto, i punti di riferimento restano internet, l’artigiano di fiducia, amici e parenti, i for‐nitori di luce e gas.
Molto bassa (3,0%) anche la percentuale di quanti sanno cosa siano le ESCO ‐ Energy Service Company, cioè società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica dei clienti.
Italiani promossi invece a pieni voti per quanto riguarda la conoscenza degli elettrodomestici “energivori”: al top indicano scaldabagno, stufa e forno elettrico con, rispettivamente il 25,5%, 17,8% e 13,4% delle citazioni.
Buone anche le conoscenze sui temi dell’ambiente e dell’energia: oltre due intervistati su tre (70,1%) ritengono l’inquinamento il primo imputato dei cambiamenti climatici.
Gli Italiani e l’efficienza energetica
il futuro del Paese
Dall’efficienza energetica
10 9 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
Da l l ’ appuntamento i n te rnaz iona le sull’efficienza energetica gli elementi chiave di policy per il settore energetico. Secondo LI Yong, Direttore Generale dell’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) per il rag‐giungimento degli obiettivi fissati dalla strate‐gia UE per il 2020 occorre adottare misure specifiche per l’efficienza energetica; limitare la costruzione delle centrali a carbone meno efficienti; ridurre al minimo le emissioni di gas metano durante la produzione di petrolio e gas; infine accelerare l’eliminazione dei sussi‐di al consumo di fonti fossili. A questi target, ha spiegato LI Yong, sono collegate anche le quattro policy recentemente presentate dalla IEA (International Energy Agency). Queste sono applicabili nel medio termine grazie all’utilizzo delle tecnologie già esistenti e con‐sentirebbero di raggiungere gli obiettivi sen‐za precludere la crescita economica. Proprio
la IEA ha presentato in anteprima il nuovo ‘Energy Efficiency Market Report’, dal quale è emerso che l'efficienza energetica nel mondo rappresenta un mercato di oltre 310 miliardi di dollari. Il dato è sta‐to sottolineato anche da Maria Van der Hoeven, Direttore Esecutivo della IEA, che ha spiegato come: “L’efficienza energetica detiene non solo le potenzialità più elevate dal punto di vista ambientale, ma anche quelle più spiccata dal punto di vista economico”. Nel corso del summit, inoltre, ha avuto luogo il convegno degli Stati Generali dell'Efficienza Energetica durante il quale sono stati presentati i risultati di una consultazione pubblica online, lan‐ciata lo scorso maggio al Politecni‐
co di Milano da ENEA ed Efficiency KNow, dal‐la quale sono emerse come priorità di aziende e consumatori: la semplificazione normativa; la necessità di un testo unico sull’efficienza energetica che elimini normative e procedure di certificazione regionali a favore di un’unica normativa nazionale; ESCo (Energy service company) certificate per offrire servizi più chiari e definiti; lo svincolo dal Patto di stabili‐tà degli investimenti in efficienza energetica delle pubbliche amministrazioni. Oltre a ciò sono stati evidenziati come fattori chiave an‐che la formazione professionale e la comuni‐cazione. Proprio in merito al settore della co‐municazione Alessandro Ortis, Presidente de‐gli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, ha sottolineato che “è emersa una pressante ri‐chiesta per un maggior impegno nell’offrire ad operatori e famiglie un insieme di informazioni sempre più completo, chiaro e diffuso: i cittadi‐ni chiedono di sapere di più su come risparmia‐
re sulle bollette di elettricità e gas”. Alla tre gior‐ni infine ha partecipato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, il quale ha la volontà di proro‐gare al 2015 gli ecobonus e renderli strutturali per il futuro e ribadito che “L'efficienza energeti‐ca è il futuro del campo ambientale: fa risparmia‐re le famiglie, abbassa le bollette, permette allo Stato di fare spending review. Nel decreto 91, ap‐provato prima dell’estate, abbiamo stanziato 350 milioni per l'efficientamento energetico degli edi‐fici pubblici, partendo dalle scuole. Abbiamo un ritorno in termini di risparmi per lo Stato fortissi‐mo, potendo risparmiare fino al 40% di quanto spendiamo oggi per elettricità e gas”. M. T.
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Dagli Stati Generali
d e l l ’e f f i c i e n z a
energetica e-
mergono come
priorità di a-
ziende e consu-
matori la semplifi-
cazione normativa, la
formazione professionale e la comu-
nicazione. Il Ministro dell’Ambiente
Gian Luca Galletti ha confermato la
volontà di prorogare al 2015 gli e-
cobonus e renderli strutturali per il
futuro. Maria Van der Hoeven,
Direttore esecutivo dell’IEA ha
presentato in anteprima l’Energy
Efficiency Market report 2014.
Questo è il focus del sondaggio commissiona‐to da Veronafiere a EMG Acqua, l’istituto di ricerca di Stefano Mazza‐Galanti e Fabrizio Masia. Ed ecco i risultati.
Per risparmiare sulla bolletta, quasi sei italiani su dieci sono pronti a spendere fino a 100 euro l’anno per interventi di efficienza energetica e tre su dieci anche 500 euro.
Ecobonus: quasi il 54% di degli intervistati ignora l’esistenza degli eco‐bonus del 50‐65% per rendere più efficienti le proprie abitazioni
Studenti: a sorpresa, la categoria meno informata in materia di energia risulta quella dei giovani e degli studenti: oltre il 49% non sa che la luce si pa‐ga meno il fine settimana, uno su tre ignora l’esistenza del certificato di efficienza energetica per le case e il 36,6% non sa indicare quali siano gli elettrodomestici a maggior consumo energetico.
Il 70% degli intervistati dice di sapere che ci sono momenti in cui l’energia elettrica costa meno, ma il 34% ignora che il prezzo inferiore è riferito ai fine settimana.
Meno di un intervistato su due (45,4%) distingue correttamente la differenza fra efficienza e rispar‐mio.
Sulle figure professionali cui rivolgersi per inter‐venti di efficienza energetica gli italiani non hanno molte certezze: solo un 25% pensa a esperti di effi‐cienza, per il resto, i punti di riferimento restano internet, l’artigiano di fiducia, amici e parenti, i for‐nitori di luce e gas.
Molto bassa (3,0%) anche la percentuale di quanti sanno cosa siano le ESCO ‐ Energy Service Company, cioè società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica dei clienti.
Italiani promossi invece a pieni voti per quanto riguarda la conoscenza degli elettrodomestici “energivori”: al top indicano scaldabagno, stufa e forno elettrico con, rispettivamente il 25,5%, 17,8% e 13,4% delle citazioni.
Buone anche le conoscenze sui temi dell’ambiente e dell’energia: oltre due intervistati su tre (70,1%) ritengono l’inquinamento il primo imputato dei cambiamenti climatici.
Gli Italiani e l’efficienza energetica
il futuro del Paese
Dall’efficienza energetica
11 12
Stor ie di Ric ic lo
RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
MIRACOLI DI CARTA
I l progetto Cartina, partito nel 2012 ha fatto davvero tanta strada e ora ha raggiunto il
mondo della moda che conta. Le scarpe imper-meabili in carta riciclata delle collezioni Cartina prodotte a Capannori (Lucca) sono state presen-tate a Firenze a giugno in occasione dell’ultimo Pitti Immagine Uomo. Il Comune di Capannori continua a stupire per il suo impegno nel rispetto dell'ambiente e i risultati sono tangibili. Obietti-vo: unire i valori ambientali con quelli di sviluppo e produzione in un contesto locale, come strategi-a per rispettare il Pianeta e per uscire dalla cri-si. Insomma si riducono i rifiuti e si riutilizzano materiali usati. Le scarpe stesse saranno poi rici-clabili, per ridurre il problema dell'accumulo di rifiuti indifferenziati nelle discariche. Cartina è la prima scarpa in carta riciclata e riciclabile con esclusivo brevetto mondiale.
Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori
www.cartinapaperidea.com
I coloratissimi insetti di carta riciclata sono stati
realizzati da Soon, un'agen-zia pubblicitaria Belga, per dar voce ad una campagna che pubblicizza la nuova li-nea di carta riciclata realiz-zata dalla cartiera IGEPA Belux. [Video]
Lievi trine per entomologi creativi
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Stor ie di Ric ic lo
RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
MIRACOLI DI CARTA
I l progetto Cartina, partito nel 2012 ha fatto davvero tanta strada e ora ha raggiunto il
mondo della moda che conta. Le scarpe imper-meabili in carta riciclata delle collezioni Cartina prodotte a Capannori (Lucca) sono state presen-tate a Firenze a giugno in occasione dell’ultimo Pitti Immagine Uomo. Il Comune di Capannori continua a stupire per il suo impegno nel rispetto dell'ambiente e i risultati sono tangibili. Obietti-vo: unire i valori ambientali con quelli di sviluppo e produzione in un contesto locale, come strategi-a per rispettare il Pianeta e per uscire dalla cri-si. Insomma si riducono i rifiuti e si riutilizzano materiali usati. Le scarpe stesse saranno poi rici-clabili, per ridurre il problema dell'accumulo di rifiuti indifferenziati nelle discariche. Cartina è la prima scarpa in carta riciclata e riciclabile con esclusivo brevetto mondiale.
Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori
www.cartinapaperidea.com
I coloratissimi insetti di carta riciclata sono stati
realizzati da Soon, un'agen-zia pubblicitaria Belga, per dar voce ad una campagna che pubblicizza la nuova li-nea di carta riciclata realiz-zata dalla cartiera IGEPA Belux. [Video]
Lievi trine per entomologi creativi
I campi di applicazione delle rivolu‐zionarie stampanti in 3 dimensioni
sono sempre di più e, a detta di molti analisti, queste impatteranno in modo importante in molte realtà lavorative. Si tratta di un segmento in rapidissima evoluzione dal punto di vista tanto dell’interesse quanto della domanda. Cresce infatti il mercato della stampa 3D, che nel 2013 ha raggiunto un valore totale pari a 2,5 miliardi di dollari fra apparecchi, materiali e servizi connessi. Si prevede un forte trend di crescita che nel 2014 salirà a quota 3,8 miliardi e che continuerà almeno fino al 2018, con un tasso medio di incremento nel periodo 2013‐2018 pari al 45,7%, sino a raggiungere il valore di mercato pari a 16,2 miliardi. Come spesso accade, ci
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Ambiente e società
RELOADER Magazine - Ottobre 2014
LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE
RELOADER Magazine - Ottobre 2014
Stampa 3D Stampa 3D Stampa 3D Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco‐compatibilità
sono alcuni settori nei quali il passo è decisa‐mente più sostenuto. La principale applicazio‐ne è nella realizzazione di prototipi, che con‐sente alle imprese di ridurre i rischi connessi alle fasi di progettazione, ma che è oggi anche di supporto ai processi di produzione. Non vi sono dubbi secondo Gartner che saranno le im‐prese le prime beneficiarie dello sviluppo della stampa 3D, con cicli di adozione importanti già nell’arco dei 2‐5 anni. In campo professionale, anche nel nostro Paese si sta diffondendo l’idea che la stampa 3D può rappresentare una vera opportunità per artigiani e piccole imprese di proiettarsi in un business in via di affermazio‐ne, consentendo la nascita di nuove start‐up con prospettive economiche interessanti. Que‐sta tecnologia si è consolidata nel settore della produzione di prototipi e modelli in scala, ma ormai si diffonde in diversi altri campi dall’ingegneria, all’architettura, dalla difesa all’aerospaziale al comparto medico special‐mente nella realizzazione di protesi. Lo stru‐mento è in grado di stimolare l’innovazione e il passaggio dall’invenzione alla creazione. Mentre crescono i laboratori ed i centri che utilizza‐no questa tecnologia sul piano professionale, la stampa 3D sta diventando un fenomeno di mas‐sa e sempre più persone, anche se non particolarmente ferrate in modellazione tridimensionale, sono incuriosite da questa tecno‐logia al punto di volere una stam‐pante 3D in casa sebbene il costo di una stampante domestica si aggiri tra i 700 e i 1.500 euro. D’altra parte ormai ci sono siti come Thingiverse o Shapeways,
dai quali è possibile scaricare gratuitamente migliaia di modelli tridimensionali in forma‐to .stl (il formato standard dei file per la stam‐pa tridimensionale) già pronti e ci sono tanti programmi gratuiti, come Slic3r ad esempio, che permettono di trasformarli in maniera in‐tuitiva nelle istruzioni necessarie a pilotare le stampanti. In questo modo ottenere un ogget‐to 3D è facile quasi quanto stampare un foglio di carta su una stampante a getto d’inchiostro. La novità dell’estate, lanciata da Coca Cola e sviluppata in collaborazione con 3D Systems, è il Cubo Ekocycle (prezzo 1.199 dollari), una stampante 3D di piccole dimensioni che utilizza cartucce caricate con filamento derivato dal riciclo delle bottiglie di plastica di Coca Cola. Ekocycle Cube può stampare oggetti con di‐mensioni massime pari a un volume di 98 cm cubi, con una risoluzione di 70 micron. Ciascuna cartuccia contiene l'equivalente di circa tre bot‐tigliette di pet e i filamenti di materiali saranno disponibili in nero, rosso, bianco che richiama‐no i colori della Coca Cola. Ecocycle non è la
La stampante EKOCYCLE ricicla il pet
I campi di applicazione delle rivolu‐zionarie stampanti in 3 dimensioni
sono sempre di più e, a detta di molti analisti, queste impatteranno in modo importante in molte realtà lavorative. Si tratta di un segmento in rapidissima evoluzione dal punto di vista tanto dell’interesse quanto della domanda. Cresce infatti il mercato della stampa 3D, che nel 2013 ha raggiunto un valore totale pari a 2,5 miliardi di dollari fra apparecchi, materiali e servizi connessi. Si prevede un forte trend di crescita che nel 2014 salirà a quota 3,8 miliardi e che continuerà almeno fino al 2018, con un tasso medio di incremento nel periodo 2013‐2018 pari al 45,7%, sino a raggiungere il valore di mercato pari a 16,2 miliardi. Come spesso accade, ci
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Ambiente e società
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LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE
RELOADER Magazine - Ottobre 2014
Stampa 3D Stampa 3D Stampa 3D Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco‐compatibilità
sono alcuni settori nei quali il passo è decisa‐mente più sostenuto. La principale applicazio‐ne è nella realizzazione di prototipi, che con‐sente alle imprese di ridurre i rischi connessi alle fasi di progettazione, ma che è oggi anche di supporto ai processi di produzione. Non vi sono dubbi secondo Gartner che saranno le im‐prese le prime beneficiarie dello sviluppo della stampa 3D, con cicli di adozione importanti già nell’arco dei 2‐5 anni. In campo professionale, anche nel nostro Paese si sta diffondendo l’idea che la stampa 3D può rappresentare una vera opportunità per artigiani e piccole imprese di proiettarsi in un business in via di affermazio‐ne, consentendo la nascita di nuove start‐up con prospettive economiche interessanti. Que‐sta tecnologia si è consolidata nel settore della produzione di prototipi e modelli in scala, ma ormai si diffonde in diversi altri campi dall’ingegneria, all’architettura, dalla difesa all’aerospaziale al comparto medico special‐mente nella realizzazione di protesi. Lo stru‐mento è in grado di stimolare l’innovazione e il passaggio dall’invenzione alla creazione. Mentre crescono i laboratori ed i centri che utilizza‐no questa tecnologia sul piano professionale, la stampa 3D sta diventando un fenomeno di mas‐sa e sempre più persone, anche se non particolarmente ferrate in modellazione tridimensionale, sono incuriosite da questa tecno‐logia al punto di volere una stam‐pante 3D in casa sebbene il costo di una stampante domestica si aggiri tra i 700 e i 1.500 euro. D’altra parte ormai ci sono siti come Thingiverse o Shapeways,
dai quali è possibile scaricare gratuitamente migliaia di modelli tridimensionali in forma‐to .stl (il formato standard dei file per la stam‐pa tridimensionale) già pronti e ci sono tanti programmi gratuiti, come Slic3r ad esempio, che permettono di trasformarli in maniera in‐tuitiva nelle istruzioni necessarie a pilotare le stampanti. In questo modo ottenere un ogget‐to 3D è facile quasi quanto stampare un foglio di carta su una stampante a getto d’inchiostro. La novità dell’estate, lanciata da Coca Cola e sviluppata in collaborazione con 3D Systems, è il Cubo Ekocycle (prezzo 1.199 dollari), una stampante 3D di piccole dimensioni che utilizza cartucce caricate con filamento derivato dal riciclo delle bottiglie di plastica di Coca Cola. Ekocycle Cube può stampare oggetti con di‐mensioni massime pari a un volume di 98 cm cubi, con una risoluzione di 70 micron. Ciascuna cartuccia contiene l'equivalente di circa tre bot‐tigliette di pet e i filamenti di materiali saranno disponibili in nero, rosso, bianco che richiama‐no i colori della Coca Cola. Ecocycle non è la
La stampante EKOCYCLE ricicla il pet
16 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
L a continua innovazione tecnologica sta riempiendo la nostra vita di sem‐pre più numerosi dispositivi digitali. Se‐condo l'agenzia di ricerca Gartner nel 2009 erano già 900 milioni e nel 2020 saranno ben 26 miliardi, escludendo PC, tablet e smartphone. Nonostante ciò, ad oggi, le potenzialità dei prodotti hi‐tech non sono ancora pienamente sfruttate. Per questo motivo gli esperti di infor‐matica e telecomunicazione lavorano
per estendere le funzionalità offerte da internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti: il cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT). Si tratta di un vero e proprio network di dispo‐sitivi e luoghi che ha come obiettivo la mappa‐tura del mondo reale in quello elettronico. Ogni ‘attore’ della rete possiede un'identità digitale che lo rende riconoscibile grazie all'utilizzo di sensori, di sistemi di tracciabilità come i Codici QR ed i Tag RFID (Radio Frequency IDentifica‐tion) ed altre tecnologie e,soprattutto, è capa‐
ce tanto di comunicare e condividere le proprie informazioni, quanto di accedere ed acquisire quelle fornite dagli altri. Grazie a questo co‐stante scambio di dati gli oggetti diventano ‘intelligenti’ e capaci di agire autonomamente, senza l'intervento umano: ad esempio le nostre sveglie possono ricevere informazioni relative al traffico cittadino e decidere di suonare in an‐ticipo nei giorni di forte congestione viaria. La vera forza dell'IoT è rappresentata dal fatto che può essere applicato in molti differenti
sola stampante 3D che punta all’eco‐compatibilità: il professor Behrokh Khoshnevis della University of Southern California, è da tempo impegnato nel co‐siddetto Contour Crafting, un processo di stampa veloce ed efficiente, in grado di realizzare opere di grandi dimensioni in poco tempo, riducendo al tempo stesso il fabbisogno energetico e di conse‐guenza la produzione di emissioni inquinanti. Per‐ciò ha progettato una grossa stampante‐robot che, dotata di due braccia simili a gru e di una trave trasversale sulla quale è situata la testina di stam‐pa, è in grado di realizzare la struttura di una abita‐zione in sole 24 ore, producendo ridotte emissioni e utilizzando basse quantità di energia elettrica. Per la costruzione, la stampante si muove su alcuni binari depositando vari strati di cemento ma, per operare, deve avere molto spazio e avere fonda‐menta già fissate. Una volta completato il proces‐
so di costruzione saranno sempre gli uomini a com‐pletare il lavoro, effettuando operazioni come montare le porte e installare le finestre. Nessuna perdita di posti di lavorano, assicurano i suoi idea‐tori, anzi la stampante potrebbe crearne di nuovi. Questa nuova tecnica potrebbe dunque ridurre l’inquinamento legato all'edilizia che attualmente incide per un terzo circa sul consumo totale dell’energia nel mondo e per il 40 per cento su quello dei materiali. Senza contare che il sistema Contour Crafting potrebbe anche ridurre i costi di costruzione. Si potrebbe inoltre rendere più facile la ricostruzione di case danneggiate da disastri na‐turali o eventi atmosferici. M . P.
imag
e: s
atiz
tpm
.it
di Mirko Turchetti
16 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
L a continua innovazione tecnologica sta riempiendo la nostra vita di sem‐pre più numerosi dispositivi digitali. Se‐condo l'agenzia di ricerca Gartner nel 2009 erano già 900 milioni e nel 2020 saranno ben 26 miliardi, escludendo PC, tablet e smartphone. Nonostante ciò, ad oggi, le potenzialità dei prodotti hi‐tech non sono ancora pienamente sfruttate. Per questo motivo gli esperti di infor‐matica e telecomunicazione lavorano
per estendere le funzionalità offerte da internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti: il cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT). Si tratta di un vero e proprio network di dispo‐sitivi e luoghi che ha come obiettivo la mappa‐tura del mondo reale in quello elettronico. Ogni ‘attore’ della rete possiede un'identità digitale che lo rende riconoscibile grazie all'utilizzo di sensori, di sistemi di tracciabilità come i Codici QR ed i Tag RFID (Radio Frequency IDentifica‐tion) ed altre tecnologie e,soprattutto, è capa‐
ce tanto di comunicare e condividere le proprie informazioni, quanto di accedere ed acquisire quelle fornite dagli altri. Grazie a questo co‐stante scambio di dati gli oggetti diventano ‘intelligenti’ e capaci di agire autonomamente, senza l'intervento umano: ad esempio le nostre sveglie possono ricevere informazioni relative al traffico cittadino e decidere di suonare in an‐ticipo nei giorni di forte congestione viaria. La vera forza dell'IoT è rappresentata dal fatto che può essere applicato in molti differenti
sola stampante 3D che punta all’eco‐compatibilità: il professor Behrokh Khoshnevis della University of Southern California, è da tempo impegnato nel co‐siddetto Contour Crafting, un processo di stampa veloce ed efficiente, in grado di realizzare opere di grandi dimensioni in poco tempo, riducendo al tempo stesso il fabbisogno energetico e di conse‐guenza la produzione di emissioni inquinanti. Per‐ciò ha progettato una grossa stampante‐robot che, dotata di due braccia simili a gru e di una trave trasversale sulla quale è situata la testina di stam‐pa, è in grado di realizzare la struttura di una abita‐zione in sole 24 ore, producendo ridotte emissioni e utilizzando basse quantità di energia elettrica. Per la costruzione, la stampante si muove su alcuni binari depositando vari strati di cemento ma, per operare, deve avere molto spazio e avere fonda‐menta già fissate. Una volta completato il proces‐
so di costruzione saranno sempre gli uomini a com‐pletare il lavoro, effettuando operazioni come montare le porte e installare le finestre. Nessuna perdita di posti di lavorano, assicurano i suoi idea‐tori, anzi la stampante potrebbe crearne di nuovi. Questa nuova tecnica potrebbe dunque ridurre l’inquinamento legato all'edilizia che attualmente incide per un terzo circa sul consumo totale dell’energia nel mondo e per il 40 per cento su quello dei materiali. Senza contare che il sistema Contour Crafting potrebbe anche ridurre i costi di costruzione. Si potrebbe inoltre rendere più facile la ricostruzione di case danneggiate da disastri na‐turali o eventi atmosferici. M . P.
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di Mirko Turchetti
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campi: dai processi produttivi, alla logistica e all’infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza sanitaria remota, alla tutela am‐bientale. Il risultato di queste applicazioni sa‐rebbe un mondo smart, efficiente ed eco‐compatibile, in cui si abbattono gli sprechi e si dispiega un'elevata qualità della vita. Insomma qualcosa di molto diverso dalla realtà odierna ed anche da quelle cupe e inquinate atmosfere alla Blade Runner che si accompagnano alle iconografie fantascientifiche delle società del futuro. Nonostante i vantaggi offerti siano no‐tevoli, ed anche un po' impressionanti, ci sono ancora delle criticità da affrontare prima di po‐ter sfruttare a pieno le potenzialità di questa tecnologia. La principale è rappresentata dallo stato attuale delle infrastrutture per il trasferi‐mento dati che sono sfruttate a pieno regime e, di conseguenza, incapaci di gestire un flusso di informazioni così elevato, come quello cau‐sato dall'utilizzo di tutti i dispositivi hi‐tech. La seconda problematica è la sicurezza delle tra‐
smissioni dati: a causa dell'elevata mole di in‐formazioni trasmesse è previsto un aumento delle minacce da dover gestire (e.g. hacker). L'ultima criticità infine si riferisce proprio alla quantità di informazioni che si intendono gesti‐re attraverso l'IoT, le quali dovranno essere im‐magazzinate in modo efficiente ed efficace ed essere sempre rapidamente e facilmente acces‐sibili. La soluzione a questo problema è rappre‐sentata dal ‘Big data’, definito da Idc Italia co‐me: “una generazione di tecnologie e architet‐ture disegnate per estrarre Valore da un gran‐de Volume e da una grande Varietà di dati abili‐tandone la cattura, la scoperta e l’analisi ad alta Velocità”. Le principali caratteristiche del Big data sono dunque: l'acquisizione, memorizza‐zione ed accesso ad una considerevole mole di dati (in Zettabyte, ovvero miliardi di Terabyte) che richiede una potenza di calcolo con stru‐menti dedicati eseguiti su decine, centinaia o anche migliaia di server; la capacità di effettua‐re analisi dei dati in tempo reale o quasi; la ge‐
stione dell'interazione di informazioni prove‐nienti da fonti eterogenee gestendo anche dati non strutturati (e.g. immagini, mail, dati GPS etc.) a differenza dei comuni database che gestiscono esclusivamente dati struttu‐rati (dati organizzati secondo schemi e tabel‐le rigide) ed infine la veridicità dei dati, ossia la loro qualità espressa in valore informativo che si riesce ad estrarre. In sostanza il Big data rappresenta un’opportunità per rende‐re più efficienti i processi di analisi e di affi‐narne i risultati. Sta dunque finalmente cam‐biando il modo di intendere l'evoluzione tec‐nologica: si sta passando da una mentalità puramente consumistica, basata esclusiva‐mente sulla produzione di dispositivi sempre più tecnologicamente avanzati, ad una men‐talità che ha come fulcro lo sfruttare a pieno le capacità degli oggetti che già possediamo. Un notevole passo in avanti anche dal punto di vista ambientale che, si spera, aiuti final‐mente a ridurre la produzione di rifiuti.
Roma, 21 ottobre 2014| “Il mercato della raccolta e riciclo dei rifiuti urbani e assimilati” Confindustria ‐ Viale dell’Astronomia, 30 Sala Pininfarina ‐ 9.30/12.30 Il Convegno si propone di fare il punto sulla complessa situazione attuale e sulle iniziative, legislative e non, che hanno recentemente interessato il settore dei rifiuti urba‐ni, dal Decreto‐Legge “Salva Roma‐ter”, ai recenti inter‐venti dell’Antitrust, tra cui l’avvio dell’indagine conoscitiva sul settore, alla riforma del Codice Appalti, alle disposizio‐ni del Decreto “Sblocca Italia”.
Pordenone, 30 ‐ 31 ottobre 2014| Punto di incontro ‐ lavoro, formazione e orientamento Fiera di Pordenone ‐ Viale Treviso, 1 ‐ 9:00/17:00 “Punto di incontro per i Giovani”, una due giorni per aiu‐tarli a scegliere il loro futuro.
Rimini, 5 ‐ 6 novembre 2014| Stati Generali della Green Economy 2014 Ecomondo, Rimini Fiera ‐ Via Emilia, 1 ‐ 9:00/13:30 L’obiettivo è sviluppare, attraverso l’innovativo metodo dell’elaborazione partecipata, una piattaforma program‐matica per lo sviluppo di una green economy in Italia at‐traverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, non‐ché delle politiche e delle misure necessarie per migliora‐re la qualità ecologica dei settori strategici.
Torino, 12 ‐ 14 novembre 2014| Smart Mobility World 2014 Centro Congressi Lingotto ‐ Via Nizza, 280 ‐ 9:00/18:00 La prima manifestazione europea dedicata alla mobilità del XXI secolo: sostenibile, connessa e integrata in grado di offrire una visione completa sui temi Smart City, Green Mobility e Connected Cars.
Milano, 18 ‐ 19 novembre 2014| BacktoWork24 EXPO Una fiera per il rilancio del “Made in Italy” Sede Sole 24 Ore ‐ Via Monte Rosa 91 Rilanciare davvero il Made in Italy? Bisogna anzitutto “fare rete”, unire competenze e suddividere i costi. In secondo luogo trovare risorse economiche e competenze. Si tratta della prima “fiera matching” italiana, una fiera operativa, risultante da idee concrete e innovative per trovare insieme soluzioni.
18
Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le piante comunicano all'innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, le scarpe
da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.
17 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014
campi: dai processi produttivi, alla logistica e all’infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza sanitaria remota, alla tutela am‐bientale. Il risultato di queste applicazioni sa‐rebbe un mondo smart, efficiente ed eco‐compatibile, in cui si abbattono gli sprechi e si dispiega un'elevata qualità della vita. Insomma qualcosa di molto diverso dalla realtà odierna ed anche da quelle cupe e inquinate atmosfere alla Blade Runner che si accompagnano alle iconografie fantascientifiche delle società del futuro. Nonostante i vantaggi offerti siano no‐tevoli, ed anche un po' impressionanti, ci sono ancora delle criticità da affrontare prima di po‐ter sfruttare a pieno le potenzialità di questa tecnologia. La principale è rappresentata dallo stato attuale delle infrastrutture per il trasferi‐mento dati che sono sfruttate a pieno regime e, di conseguenza, incapaci di gestire un flusso di informazioni così elevato, come quello cau‐sato dall'utilizzo di tutti i dispositivi hi‐tech. La seconda problematica è la sicurezza delle tra‐
smissioni dati: a causa dell'elevata mole di in‐formazioni trasmesse è previsto un aumento delle minacce da dover gestire (e.g. hacker). L'ultima criticità infine si riferisce proprio alla quantità di informazioni che si intendono gesti‐re attraverso l'IoT, le quali dovranno essere im‐magazzinate in modo efficiente ed efficace ed essere sempre rapidamente e facilmente acces‐sibili. La soluzione a questo problema è rappre‐sentata dal ‘Big data’, definito da Idc Italia co‐me: “una generazione di tecnologie e architet‐ture disegnate per estrarre Valore da un gran‐de Volume e da una grande Varietà di dati abili‐tandone la cattura, la scoperta e l’analisi ad alta Velocità”. Le principali caratteristiche del Big data sono dunque: l'acquisizione, memorizza‐zione ed accesso ad una considerevole mole di dati (in Zettabyte, ovvero miliardi di Terabyte) che richiede una potenza di calcolo con stru‐menti dedicati eseguiti su decine, centinaia o anche migliaia di server; la capacità di effettua‐re analisi dei dati in tempo reale o quasi; la ge‐
stione dell'interazione di informazioni prove‐nienti da fonti eterogenee gestendo anche dati non strutturati (e.g. immagini, mail, dati GPS etc.) a differenza dei comuni database che gestiscono esclusivamente dati struttu‐rati (dati organizzati secondo schemi e tabel‐le rigide) ed infine la veridicità dei dati, ossia la loro qualità espressa in valore informativo che si riesce ad estrarre. In sostanza il Big data rappresenta un’opportunità per rende‐re più efficienti i processi di analisi e di affi‐narne i risultati. Sta dunque finalmente cam‐biando il modo di intendere l'evoluzione tec‐nologica: si sta passando da una mentalità puramente consumistica, basata esclusiva‐mente sulla produzione di dispositivi sempre più tecnologicamente avanzati, ad una men‐talità che ha come fulcro lo sfruttare a pieno le capacità degli oggetti che già possediamo. Un notevole passo in avanti anche dal punto di vista ambientale che, si spera, aiuti final‐mente a ridurre la produzione di rifiuti.
Roma, 21 ottobre 2014| “Il mercato della raccolta e riciclo dei rifiuti urbani e assimilati” Confindustria ‐ Viale dell’Astronomia, 30 Sala Pininfarina ‐ 9.30/12.30 Il Convegno si propone di fare il punto sulla complessa situazione attuale e sulle iniziative, legislative e non, che hanno recentemente interessato il settore dei rifiuti urba‐ni, dal Decreto‐Legge “Salva Roma‐ter”, ai recenti inter‐venti dell’Antitrust, tra cui l’avvio dell’indagine conoscitiva sul settore, alla riforma del Codice Appalti, alle disposizio‐ni del Decreto “Sblocca Italia”.
Pordenone, 30 ‐ 31 ottobre 2014| Punto di incontro ‐ lavoro, formazione e orientamento Fiera di Pordenone ‐ Viale Treviso, 1 ‐ 9:00/17:00 “Punto di incontro per i Giovani”, una due giorni per aiu‐tarli a scegliere il loro futuro.
Rimini, 5 ‐ 6 novembre 2014| Stati Generali della Green Economy 2014 Ecomondo, Rimini Fiera ‐ Via Emilia, 1 ‐ 9:00/13:30 L’obiettivo è sviluppare, attraverso l’innovativo metodo dell’elaborazione partecipata, una piattaforma program‐matica per lo sviluppo di una green economy in Italia at‐traverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, non‐ché delle politiche e delle misure necessarie per migliora‐re la qualità ecologica dei settori strategici.
Torino, 12 ‐ 14 novembre 2014| Smart Mobility World 2014 Centro Congressi Lingotto ‐ Via Nizza, 280 ‐ 9:00/18:00 La prima manifestazione europea dedicata alla mobilità del XXI secolo: sostenibile, connessa e integrata in grado di offrire una visione completa sui temi Smart City, Green Mobility e Connected Cars.
Milano, 18 ‐ 19 novembre 2014| BacktoWork24 EXPO Una fiera per il rilancio del “Made in Italy” Sede Sole 24 Ore ‐ Via Monte Rosa 91 Rilanciare davvero il Made in Italy? Bisogna anzitutto “fare rete”, unire competenze e suddividere i costi. In secondo luogo trovare risorse economiche e competenze. Si tratta della prima “fiera matching” italiana, una fiera operativa, risultante da idee concrete e innovative per trovare insieme soluzioni.
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Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le piante comunicano all'innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, le scarpe
da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.
6 20
Entro il 2020 potremmo col‐
legarci con l’“Internet delle
Cose” [IoT – Internet of
Things] a 50 miliardi di mac‐
chine, apparecchi, oggetti,
interconnessi in modo da
scambiarsi informazioni e
ordini. Queste Cose sareb‐
bero molto più numerose
degli esseri umani.
Sarebbe utile?
Dicono di si (ci lavorano dal
1999) enti di prestigio non
dediti alla fantascienza. Fra
questi: IEEE (Institute of E‐
lectrical and Electronics En‐
gineers), CISCO (azienda
leader mondiale in tecno‐
logia delle reti informati‐
che), Telecom Italia, CSIRO
(Commonwealth Scientific
and Industrial Research Or‐
ganization). Le tecnologie
IoT di comunicazione fra
oggetti e sistemi utilizzano
collegamenti a radio fre‐
quenza (da quelli a corto
raggio (tag RFID) a quelli
moderni) e connessioni via
Internet con protocolli IP e
19 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014
RELOADER Magazine Inserto n.9/2014
Roberto Vacca
Courtesy: Il Caffè - Locarno
L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo www.printandread.com
atel
ier.
net-
crea
ted
by R
ick
Sm
olan
, Je
nnife
r Er
witt
6 20
Entro il 2020 potremmo col‐
legarci con l’“Internet delle
Cose” [IoT – Internet of
Things] a 50 miliardi di mac‐
chine, apparecchi, oggetti,
interconnessi in modo da
scambiarsi informazioni e
ordini. Queste Cose sareb‐
bero molto più numerose
degli esseri umani.
Sarebbe utile?
Dicono di si (ci lavorano dal
1999) enti di prestigio non
dediti alla fantascienza. Fra
questi: IEEE (Institute of E‐
lectrical and Electronics En‐
gineers), CISCO (azienda
leader mondiale in tecno‐
logia delle reti informati‐
che), Telecom Italia, CSIRO
(Commonwealth Scientific
and Industrial Research Or‐
ganization). Le tecnologie
IoT di comunicazione fra
oggetti e sistemi utilizzano
collegamenti a radio fre‐
quenza (da quelli a corto
raggio (tag RFID) a quelli
moderni) e connessioni via
Internet con protocolli IP e
19 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014
RELOADER Magazine Inserto n.9/2014
Roberto Vacca
Courtesy: Il Caffè - Locarno
L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo www.printandread.com
atel
ier.
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crea
ted
by R
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Sm
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, Je
nnife
r Er
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IETF. Si mirava a integrare fra
loro i controlli automatici di
strutture diverse (industrie,
edifici, città, trasporti, sanità,
agricoltura, ambiente) e ren‐
derne accessibili a distanza
i sensori a operatori e pub‐
blico. Software distribuiti
“creano così una continui‐
tà virtuale fra oggetti fisici,
l’ambiente e le loro rappre‐
sentazioni su Internet”. Le
parole precedenti sono fra
virgolette perché le cito da u‐
na pubblicazione IEEE, che,
però, non chiarisce in detta‐
glio cosa accada. Dà per scon‐
tato che i sistemi di controllo
interconnessi siano intelligen‐
ti (smart), cioè contengano
funzioni di intelligenza artifi‐
ciale che migliorano le loro
prestazioni.
Esempi di funzioni intelligenti
[fra parentesi le funzioni at‐
tuali]:
telecamera smart riconosce
e apre porta di casa [usare
chiave];
sensore rivela presenza e
accende luci [azionare inter‐
ruttore];
schermo mostra programmi
dei familiari per la giornata
[inviano sms];
schermo chiede conferma
d’ordine al supermercato
[inviare e‐mail];
schermo suggerisce menu
in base a provviste presenti
[aprire il frigo];
schermo offre scelta pro‐
grammi TV [usare il teleco‐
mando].
IoT somiglia molto ad AmI
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014
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IETF. Si mirava a integrare fra
loro i controlli automatici di
strutture diverse (industrie,
edifici, città, trasporti, sanità,
agricoltura, ambiente) e ren‐
derne accessibili a distanza
i sensori a operatori e pub‐
blico. Software distribuiti
“creano così una continui‐
tà virtuale fra oggetti fisici,
l’ambiente e le loro rappre‐
sentazioni su Internet”. Le
parole precedenti sono fra
virgolette perché le cito da u‐
na pubblicazione IEEE, che,
però, non chiarisce in detta‐
glio cosa accada. Dà per scon‐
tato che i sistemi di controllo
interconnessi siano intelligen‐
ti (smart), cioè contengano
funzioni di intelligenza artifi‐
ciale che migliorano le loro
prestazioni.
Esempi di funzioni intelligenti
[fra parentesi le funzioni at‐
tuali]:
telecamera smart riconosce
e apre porta di casa [usare
chiave];
sensore rivela presenza e
accende luci [azionare inter‐
ruttore];
schermo mostra programmi
dei familiari per la giornata
[inviano sms];
schermo chiede conferma
d’ordine al supermercato
[inviare e‐mail];
schermo suggerisce menu
in base a provviste presenti
[aprire il frigo];
schermo offre scelta pro‐
grammi TV [usare il teleco‐
mando].
IoT somiglia molto ad AmI
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(Ambiente intelligente): un ci‐
clo di studi sulle nuove tecno‐
logie integrate per collegare
ogni attività umana in modo
continuo passando da ogni
ambiente a ogni altro. Ci co‐
minciò a lavorare dal 1998 la
Philips appoggiata a ISTAG, In‐
formation Society and Techno‐
logy Advisory Group della
Commissione Europea, che ci
investì 3,7 miliardi di Euro. Lo
scopo: definire scenari di infor‐
matica e comunicazione al
2020. Questi ambienti amiche‐
voli verso l'utente (user‐
friendly), faciliterebbero le in‐
terazioni fra persone, circon‐
dandole con interfacce intuiti‐
ve incapsulate negli oggetti e
capaci di rispondere a ogni do‐
manda degli utenti. L'intelli‐
genza sarà inserita in ogni og‐
getto e canale di comunicazio‐
ne. Sono quadri idillici, ma non
si sono visti grandi successi.
Per disseminare conoscenze
vanno generati contenuti su
misura per i destinatari. È peri‐
coloso supporre che cono‐
scenza e intelligenza siano de‐
finibili in modo univoco. Se u‐
na questione è opinabile, van‐
no comunicati i termini del di‐
lemma, non risposte perento‐
rie. Le controversie sono vitali
per il progresso culturale. La
bio‐diversità delle teorie va
conservata, eliminando le
pseudo‐culture.
Taluno dice: “ci serve ben di
più, che solo più tecnologia”.
E' vero, ma non basta facilitare
incombenze banali. Lo scopo
ultimo deve includere anche
obiettivi socio‐culturali signifi‐
cativi che giustificherebbero
impegni così ambiziosi e che
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014
andranno definiti meglio. Si do‐
vranno coinvolgere industrie,
scienziati, comunicatori.
Offre queste funzioni Google
Glass: sono gli occhiali di Goo‐
gle connessi in rete, contengo‐
no una fotocamera e un dispo‐
sitivo che mostra uno schermo
virtuale da 25 pollici ‘sito’ a due
metri dall’occhio. Si comanda a
voce: “Fai una foto.” – “Manda
la foto a [email protected].” Go‐
ogle Glass obbedirà agli ordini.
Inoltre risponde alle domande,
e.g. “A che distanza si trova il
Campidoglio? Mostrami una
mappa.”
“Porta ritardo il mio volo per
Milano e da quale gate parte?”
“Chi era Carneade?”
“Che cosa è l’oggetto che ho da‐
vanti?”.
Se ti risponde: “Il Colosseo”,
forse lo sapevi già o te lo pote‐
va dire un passante. Se rispon‐
de: “Una sedia.”, allora convie‐
ne rivolgersi a consiglieri più
affidabili. R. V.
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(Ambiente intelligente): un ci‐
clo di studi sulle nuove tecno‐
logie integrate per collegare
ogni attività umana in modo
continuo passando da ogni
ambiente a ogni altro. Ci co‐
minciò a lavorare dal 1998 la
Philips appoggiata a ISTAG, In‐
formation Society and Techno‐
logy Advisory Group della
Commissione Europea, che ci
investì 3,7 miliardi di Euro. Lo
scopo: definire scenari di infor‐
matica e comunicazione al
2020. Questi ambienti amiche‐
voli verso l'utente (user‐
friendly), faciliterebbero le in‐
terazioni fra persone, circon‐
dandole con interfacce intuiti‐
ve incapsulate negli oggetti e
capaci di rispondere a ogni do‐
manda degli utenti. L'intelli‐
genza sarà inserita in ogni og‐
getto e canale di comunicazio‐
ne. Sono quadri idillici, ma non
si sono visti grandi successi.
Per disseminare conoscenze
vanno generati contenuti su
misura per i destinatari. È peri‐
coloso supporre che cono‐
scenza e intelligenza siano de‐
finibili in modo univoco. Se u‐
na questione è opinabile, van‐
no comunicati i termini del di‐
lemma, non risposte perento‐
rie. Le controversie sono vitali
per il progresso culturale. La
bio‐diversità delle teorie va
conservata, eliminando le
pseudo‐culture.
Taluno dice: “ci serve ben di
più, che solo più tecnologia”.
E' vero, ma non basta facilitare
incombenze banali. Lo scopo
ultimo deve includere anche
obiettivi socio‐culturali signifi‐
cativi che giustificherebbero
impegni così ambiziosi e che
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andranno definiti meglio. Si do‐
vranno coinvolgere industrie,
scienziati, comunicatori.
Offre queste funzioni Google
Glass: sono gli occhiali di Goo‐
gle connessi in rete, contengo‐
no una fotocamera e un dispo‐
sitivo che mostra uno schermo
virtuale da 25 pollici ‘sito’ a due
metri dall’occhio. Si comanda a
voce: “Fai una foto.” – “Manda
la foto a [email protected].” Go‐
ogle Glass obbedirà agli ordini.
Inoltre risponde alle domande,
e.g. “A che distanza si trova il
Campidoglio? Mostrami una
mappa.”
“Porta ritardo il mio volo per
Milano e da quale gate parte?”
“Chi era Carneade?”
“Che cosa è l’oggetto che ho da‐
vanti?”.
Se ti risponde: “Il Colosseo”,
forse lo sapevi già o te lo pote‐
va dire un passante. Se rispon‐
de: “Una sedia.”, allora convie‐
ne rivolgersi a consiglieri più
affidabili. R. V.
RELOADER Magazine n. 81 - Ottobre 2014
Associazione RELOADER onlus Italy - 00185 Roma - Viale Carlo Felice 89
Tel: +39 06 7049.5320 [email protected]