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RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

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Magazine di facile lettura che consente di trovare utili informazioni su RAEE, ambiente, energia e altro ancora.

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RELOADER Magazine n. 81 - ottobre 2014

Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 62.27.05.44 00185 Roma www.reloaderitalia.it [email protected]

n. 81 - Ottobre 2014 Sommario In Primo Piano

Energie rinnovabili

GIRASOLI FOTOVOLTAICI - HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal)

Smart Energy Expo 2014: dall’efficienza energetica il futuro del Paese

7

9

RAEE VERSO RIFIUTI ZERO - La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre

Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei

3

6

Ambiente e Società LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE

La Stampa 3D - Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco-compatibilità

Internet of Things & Big Data: dall’evoluzione di prodotto all’evoluzione di processo

I prossimi Eventi

16

13

18

Storie di riciclo MIRACOLI DI CARTA

Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori Lievi trine per entomologi creativi

11 12

Gli Speciali 19

INTERNET DELLE COSE Soluzioni complesse a problemi di ogni giorno? di Roberto Vacca

Galletti: «SISTRI obsoleto». Finalmente un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti?

Riccardo Bucci Presidente 

Confartigianato Litorale Nord Imprese Roma 

L a  storia continua.  Il Mini‐stro  dell’Ambiente  Gal‐

letti  ha  definito  un  sistema mai veramente partito come obsoleto.  La  Selex  Service Management  lascia anticipa‐tamente  (il  30  novembre)  la gestione  del  SISTRI,    poiché solo  il 30 giugno  2015  ci  sarà una  gara  per  l’affidamento della concessione del servizio, in  rispetto del “Codice appal‐ti” (DLgs 163/2006), delle nor‐me UE di settore e dei principi di “economicità, semplificazio‐ne,  interoperabilità tra sistemi informatici  e  costante  aggior‐namento tecnologico”.  Da tenere presente, anche,  la scadenza del 31 dicembre, da‐ta  entro  la  quale  il Ministero dovrà  ottimizzare  e  semplifi‐care  il  SISTRI  nel  rispetto dell’articolo  14  del  Decreto Competitività.  Intanto  le  uni‐che  certezze  che  possiamo 

riscontrare  sono  le  difficoltà che affrontano le imprese da circa  quattro  anni:  ogni  a‐zienda   ha dovuto  rimettere migliaia di Euro  in  termini di tempo impiegato per le ope‐razioni di  iscrizione, ritiro ed installazione  dei  dispositivi hardware  e  software  previsti dal sistema, tasse di iscrizione al  sistema  versate,  contribu‐ti  annuali  versati  (2010  – 2011),  tempo  impiegato  dal personale per formarsi, costi per la partecipazione ai corsi di  formazione,  costi  uomo per telefonate ed e‐mail  per richiedere chiarimenti. E’  fondamentale  il  definitivo superamento  del  SISTRI,  che va  sostituito  con  un  sistema di  tracciabilità  dei  rifiuti  che prenda come centralità i crite‐ri  di  trasparenza,  efficienza, economicità e semplice utiliz‐zo per le imprese. 

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RELOADER Magazine n. 81 - ottobre 2014

Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 62.27.05.44 00185 Roma www.reloaderitalia.it [email protected]

n. 81 - Ottobre 2014 Sommario In Primo Piano

Energie rinnovabili

GIRASOLI FOTOVOLTAICI - HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal)

Smart Energy Expo 2014: dall’efficienza energetica il futuro del Paese

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RAEE VERSO RIFIUTI ZERO - La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre

Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei

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Ambiente e Società LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE

La Stampa 3D - Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato sull’eco-compatibilità

Internet of Things & Big Data: dall’evoluzione di prodotto all’evoluzione di processo

I prossimi Eventi

16

13

18

Storie di riciclo MIRACOLI DI CARTA

Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori Lievi trine per entomologi creativi

11 12

Gli Speciali 19

INTERNET DELLE COSE Soluzioni complesse a problemi di ogni giorno? di Roberto Vacca

Galletti: «SISTRI obsoleto». Finalmente un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti?

Riccardo Bucci Presidente 

Confartigianato Litorale Nord Imprese Roma 

L a  storia continua.  Il Mini‐stro  dell’Ambiente  Gal‐

letti  ha  definito  un  sistema mai veramente partito come obsoleto.  La  Selex  Service Management  lascia anticipa‐tamente  (il  30  novembre)  la gestione  del  SISTRI,    poiché solo  il 30 giugno  2015  ci  sarà una  gara  per  l’affidamento della concessione del servizio, in  rispetto del “Codice appal‐ti” (DLgs 163/2006), delle nor‐me UE di settore e dei principi di “economicità, semplificazio‐ne,  interoperabilità tra sistemi informatici  e  costante  aggior‐namento tecnologico”.  Da tenere presente, anche,  la scadenza del 31 dicembre, da‐ta  entro  la  quale  il Ministero dovrà  ottimizzare  e  semplifi‐care  il  SISTRI  nel  rispetto dell’articolo  14  del  Decreto Competitività.  Intanto  le  uni‐che  certezze  che  possiamo 

riscontrare  sono  le  difficoltà che affrontano le imprese da circa  quattro  anni:  ogni  a‐zienda   ha dovuto  rimettere migliaia di Euro  in  termini di tempo impiegato per le ope‐razioni di  iscrizione, ritiro ed installazione  dei  dispositivi hardware  e  software  previsti dal sistema, tasse di iscrizione al  sistema  versate,  contribu‐ti  annuali  versati  (2010  – 2011),  tempo  impiegato  dal personale per formarsi, costi per la partecipazione ai corsi di  formazione,  costi  uomo per telefonate ed e‐mail  per richiedere chiarimenti. E’  fondamentale  il  definitivo superamento  del  SISTRI,  che va  sostituito  con  un  sistema di  tracciabilità  dei  rifiuti  che prenda come centralità i crite‐ri  di  trasparenza,  efficienza, economicità e semplice utiliz‐zo per le imprese. 

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In vista degli Stati Generali della Gre‐en Economy 2014, che si terranno il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini pres‐so  Ecomondo,  la  Fondazione  per  lo Sviluppo Sostenibile e  l'ENEA hanno fatto  il punto sulla Responsabilità E‐stesa  del  Produttore  (REP)  e  sulle sue  potenzialità  quale mezzo  per  il rispetto  dei  nuovi  target  europei  di riciclo al 2020.  In tutti  i Paesi UE,  in‐fatti,  la  REP  rappresenta  uno  stru‐mento  economico  di  forte  stimolo per  la  corretta  gestione  dei  rifiuti, per la crescita del settore del recupe‐ro e, quindi, di un comparto strategi‐co  della  green  economy.  La  stessa 

UE  ha  inoltre  più  volte  sottolineato la necessità di procedere ‘verso un'e‐conomia  circolare mediante un pro‐gramma per un'Europa a rifiuti zero’ in  cui,  oltre  a  tracciare  ambiziosi  o‐biettivi di riutilizzo e riciclo dei rifiuti, si assicura  il monitoraggio proattivo del  raggiungimento dei  target attra‐verso  una  procedura  di  ‘early warning’ diretta a garantire  la diffu‐sione  delle migliori  pratiche, miglio‐rando  la  trasparenza  e  l'efficacia  in termini di costi dei sistemi di respon‐sabilità del produttore. Per tutti que‐sti  motivi  la  Responsabilità  Estesa del  Produttore  è  stata  definita 

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RAEE

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

dall'OCSE  come  “una  strategia di pro‐tezione  ambientale  volta  a  ridurre  gli impatti di prodotti o merci, rendendo il produttore responsabile del loro intero ciclo di vita, in particolare per il ritiro, il riciclo e lo smaltimento finale”. A livello italiano  esistono  diverse  criticità  che rallentano  la corretta applicazione del‐la REP. Prima  su  tutte  la mancanza di uniformità tra i diversi settori industria‐li: attualmente,  infatti, nel nostro Pae‐se  la REP  è  applicata  in  tanti modi di‐versi a seconda del settore, generando confusione. Oltre ciò Edo Ronchi, Presi‐dente  SUSDEF,  ha  evidenziato  tre  im‐portanti  aspetti  sui  quali  è  necessario lavorare. Il primo riguarda il contributo ambientale  Conai  che  ciascun  produt‐tore di  imballaggi paga per  la  loro ge‐stione  a  fine  vita;  secondo  Ronchi  “è assolutamente necessario  legare questa fee alle performance ambientali del pro‐

dotto anche a fine vita. È vero che i crite‐ri di riciclaggio sono difficili da stabilire, tuttavia  la non corrispondenza tra fee e riciclabilità  è  indubbiamente  una  debo‐lezza  del  sistema  italiano”.  Il  secondo tema  si riferisce, invece, alla misurazio‐ne dell’effettivo riciclo e non solo della raccolta  differenziata:  un  errore  che costituisce forse la debolezza più grave del sistema italiano di gestione dei rifiu‐ti.  Infine  il  terzo  aspetto  è  un monito per  il  legislatore: “Occhio a non fare ca‐dere anche un principio  sacrosanto,  co‐me  la  responsabilità  estesa  del  produt‐tore,  sul  consumatore  finale,  che  altri‐menti dopo aver pagato la tassa sui rifiu‐ti  si  troverebbe a pagare  la  stessa  cosa due volte”. Per una volta, tuttavia, non siamo  i  soli  ad  avere  difficoltà:  nono‐stante  i buoni propositi,  infatti,  anche l'Europa deve fronteggiare diverse pro‐blematiche. La principale, secondo Joa‐

La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre

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In vista degli Stati Generali della Gre‐en Economy 2014, che si terranno il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini pres‐so  Ecomondo,  la  Fondazione  per  lo Sviluppo Sostenibile e  l'ENEA hanno fatto  il punto sulla Responsabilità E‐stesa  del  Produttore  (REP)  e  sulle sue  potenzialità  quale mezzo  per  il rispetto  dei  nuovi  target  europei  di riciclo al 2020.  In tutti  i Paesi UE,  in‐fatti,  la  REP  rappresenta  uno  stru‐mento  economico  di  forte  stimolo per  la  corretta  gestione  dei  rifiuti, per la crescita del settore del recupe‐ro e, quindi, di un comparto strategi‐co  della  green  economy.  La  stessa 

UE  ha  inoltre  più  volte  sottolineato la necessità di procedere ‘verso un'e‐conomia  circolare mediante un pro‐gramma per un'Europa a rifiuti zero’ in  cui,  oltre  a  tracciare  ambiziosi  o‐biettivi di riutilizzo e riciclo dei rifiuti, si assicura  il monitoraggio proattivo del  raggiungimento dei  target attra‐verso  una  procedura  di  ‘early warning’ diretta a garantire  la diffu‐sione  delle migliori  pratiche, miglio‐rando  la  trasparenza  e  l'efficacia  in termini di costi dei sistemi di respon‐sabilità del produttore. Per tutti que‐sti  motivi  la  Responsabilità  Estesa del  Produttore  è  stata  definita 

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RAEE

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

dall'OCSE  come  “una  strategia di pro‐tezione  ambientale  volta  a  ridurre  gli impatti di prodotti o merci, rendendo il produttore responsabile del loro intero ciclo di vita, in particolare per il ritiro, il riciclo e lo smaltimento finale”. A livello italiano  esistono  diverse  criticità  che rallentano  la corretta applicazione del‐la REP. Prima  su  tutte  la mancanza di uniformità tra i diversi settori industria‐li: attualmente,  infatti, nel nostro Pae‐se  la REP  è  applicata  in  tanti modi di‐versi a seconda del settore, generando confusione. Oltre ciò Edo Ronchi, Presi‐dente  SUSDEF,  ha  evidenziato  tre  im‐portanti  aspetti  sui  quali  è  necessario lavorare. Il primo riguarda il contributo ambientale  Conai  che  ciascun  produt‐tore di  imballaggi paga per  la  loro ge‐stione  a  fine  vita;  secondo  Ronchi  “è assolutamente necessario  legare questa fee alle performance ambientali del pro‐

dotto anche a fine vita. È vero che i crite‐ri di riciclaggio sono difficili da stabilire, tuttavia  la non corrispondenza tra fee e riciclabilità  è  indubbiamente  una  debo‐lezza  del  sistema  italiano”.  Il  secondo tema  si riferisce, invece, alla misurazio‐ne dell’effettivo riciclo e non solo della raccolta  differenziata:  un  errore  che costituisce forse la debolezza più grave del sistema italiano di gestione dei rifiu‐ti.  Infine  il  terzo  aspetto  è  un monito per  il  legislatore: “Occhio a non fare ca‐dere anche un principio  sacrosanto,  co‐me  la  responsabilità  estesa  del  produt‐tore,  sul  consumatore  finale,  che  altri‐menti dopo aver pagato la tassa sui rifiu‐ti  si  troverebbe a pagare  la  stessa  cosa due volte”. Per una volta, tuttavia, non siamo  i  soli  ad  avere  difficoltà:  nono‐stante  i buoni propositi,  infatti,  anche l'Europa deve fronteggiare diverse pro‐blematiche. La principale, secondo Joa‐

La Responsabilità Estesa del Produttore, un possibile strumento di Green Economy tra luci ed ombre

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5 6 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

chim  Quoden  ‐  Managing  Director  di EXPRA  (Extended  Producer  Responsi‐bility Alliance), è rappresentata dall'im‐precisione  dei  dati  europei  sul  riciclo. Egli ha spiegato come ogni Paese forni‐sca i propri dati senza che questi ultimi siano verificati dall'UE, tanto da provo‐care a volte errori grossolani (e.g. Dani‐marca con  tasso di  riciclo nel 2009 del 170%;  Slovenia  con  tasso  riciclo  plasti‐che 78%). Un'altra criticità per Quoden è data dalla fattibilità degli obiettivi UE di  riciclo:  questi  sono  irrealizzabili  per alcuni Paesi perché troppo ambiziosi e concepiti basandosi esclusivamente sui dati dei migliori 3 Stati membri. Oltre a ciò a causa dell'imprecisione dei dati, la UE non ha la vera fotografia dello stato attuale del  riciclo,  in  sostanza  si vuole arrivare in alto, senza sapere da dove si parte.  Ancora  altre  criticità  sono  rap‐presentate  dalla  mancanza  di  confor‐mità tra i diversi Stati dell'Unione (ogni Paese  adotta  il  suo  personale  sistema di  raccolta,  riciclo  e  recupero)  e  dalla mancanza  nel  testo  della Direttiva Ue delle definizioni precise di parole quali, ad  esempio,  ‘costi  veri’,  ‘riciclo’  e ‘recupero’. Infine, Quoden ha concluso sottolineando  l'importanza  della  trac‐ciabilità dei rifiuti ed ha citato lo strano caso  tedesco:  in  Germania  la  destina‐zione finale dei rifiuti è conosciuta sol‐tanto  dal  governo,  nessun  altro  sa  se un  rifiuto è gestito  in patria o  trattato all'estero.  E’  dunque  essenziale  mag‐giore trasparenza.   Mirko Turchetti 

Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei di Paolo Serra

La nuova era dei RAEE - Milano, 1 ottobre 2014

convegno, organizzato da Pao‐la Gallas Networking, ha  visto 

la partecipazione di  tutti  i principali at‐tori  della  filiera  del  recupero  e  dello smaltimento dei RAEE. Marco  Sala,  Operation  Manager  del consorzio  Ecodom,  ha  aperto  i  lavori illustrando  il  progetto  “WEEELABEX”, finanziato dalla UE, il cui scopo è stabili‐re gli standard e fornire alle autorità di vigilanza gli strumenti adeguati di moni‐toraggio  delle  operazioni  di  raccolta, trasporto e trattamento dei RAEE. Un  vero  e  proprio  report  sullo  stato dell’arte e degli obiettivi UE di recupero dei RAEE  in Italia è stato presentato da Mauro Galbiati, Operation Manager del Consorzio RAECycle.  I dati più significa‐tivi riguardano gli indici di recupero rile‐vati nel 2013: contro una media naziona‐le di RAEE prodotti di 16,2 kg. sono stati recuperati su base nazionale 3,8 kg. per abitante. Le medie suddivise per Regio‐

ne  trovano ai primi posti  la Valle d’Aosta (8,3) e  il Trentino (6,8) e agli ultimi posti  Calabria  (1,7)  e  Puglia  (1,9).  Galbiati  si  è anche  soffermato  sugli  obiettivi  stabiliti dal DLgs 49/2014: per il 2015 il tasso medio di raccolta non dovrà essere inferiore ai 4 Kg per abitante, nel 2016 esso dovrà esse‐re  pari  ad  almeno  il  45%  degli  AEE (apparecchi  nuovi)  immessi  sul  mercato espressi in Kg per diventare il 65% a parti‐re dal  2019. Ho  trovato  interessante,  an‐che dal punto di vista tecnico,    la relazio‐ne  di Mirko Regazzi,  Project Manager  di Hera S.p.A. sui nuovi metodi, come  i cas‐sonetti intelligenti, per cogliere gli obietti‐vi  di  sviluppo  della  raccolta  dei  RAEE  e  particolarmente degno di nota il progetto “RAEE  in  Carcere”,  illustrato  da  Daniele Steccanella e avviato qualche anno  fa da varie  cooperative  a  Bologna,  Ferrara  e Forlì‐Cesena  con  l’obiettivo  –  a  quanto sembra  centrato  ‐ di  coniugare  recupero ambientale dei RAEE e recupero sociale di persone  provenienti  dal  carcere.  Buone pratiche che consistono in attività di inclu‐sione  di  persone  in  esecuzione  penale, all’interno e all’esterno degli  Istituti peni‐tenziari. E’ toccato a me chiudere le attivi‐tà della prima parte del  convegno ed ho assolto il compito  sottolineando la fonda‐mentale importanza del ‘fattore logistica’: 

la raccolta dei RAEE deve essere assistita da una  logistica efficiente ed efficace, al‐trimenti si rischia di vanificare  il beneficio per  l’ambiente  derivante  da  un  corretto smaltimento  a  causa  del maggior  consu‐mo di carburanti e di un’esagerata immis‐sione di CO2 e climalteranti  in atmosfera (non dimentichiamo che  i trasporti di RA‐EE  sono  tutti  su gomma). Una delle mis‐sioni di RELOADER onlus, piattaforma tec‐nologica  di  cui  sono  Vice  Presidente,  è proprio quella di promuovere progetti per individuare  soluzioni  volte  a minimizzare l’impatto  ambientale  legato  alla  raccolta degli apparecchi giunti a fine vita. La tavo‐la  rotonda  che  è  seguita  ha  presentato interessanti  spunti  di  riflessione  con l’intervento  di  Gabriele  Cané,  Presidente ASSORAEE, che ha denunciato la preoccu‐pante disparità  con  cui  sono applicate  le norme  sullo  smaltimento  da  parte  delle autorità locali e da Davide Rossi, Direttore Generale Aires, che ha messo  in evidenza la grande difficoltà nell’osservare norme in continua  evoluzione  anche  da  parte  dei grandi  gruppi  della  distribuzione.  Marco Sala ha espresso un proposito, condiviso da  tutti, di non aspettare  le decisioni del Governo, ma di darci da fare tutti insieme perché  il  recupero  dei  RAEE  diventi  un processo sostenibile e diffuso. 

Il 

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5 6 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

chim  Quoden  ‐  Managing  Director  di EXPRA  (Extended  Producer  Responsi‐bility Alliance), è rappresentata dall'im‐precisione  dei  dati  europei  sul  riciclo. Egli ha spiegato come ogni Paese forni‐sca i propri dati senza che questi ultimi siano verificati dall'UE, tanto da provo‐care a volte errori grossolani (e.g. Dani‐marca con  tasso di  riciclo nel 2009 del 170%;  Slovenia  con  tasso  riciclo  plasti‐che 78%). Un'altra criticità per Quoden è data dalla fattibilità degli obiettivi UE di  riciclo:  questi  sono  irrealizzabili  per alcuni Paesi perché troppo ambiziosi e concepiti basandosi esclusivamente sui dati dei migliori 3 Stati membri. Oltre a ciò a causa dell'imprecisione dei dati, la UE non ha la vera fotografia dello stato attuale del  riciclo,  in  sostanza  si vuole arrivare in alto, senza sapere da dove si parte.  Ancora  altre  criticità  sono  rap‐presentate  dalla  mancanza  di  confor‐mità tra i diversi Stati dell'Unione (ogni Paese  adotta  il  suo  personale  sistema di  raccolta,  riciclo  e  recupero)  e  dalla mancanza  nel  testo  della Direttiva Ue delle definizioni precise di parole quali, ad  esempio,  ‘costi  veri’,  ‘riciclo’  e ‘recupero’. Infine, Quoden ha concluso sottolineando  l'importanza  della  trac‐ciabilità dei rifiuti ed ha citato lo strano caso  tedesco:  in  Germania  la  destina‐zione finale dei rifiuti è conosciuta sol‐tanto  dal  governo,  nessun  altro  sa  se un  rifiuto è gestito  in patria o  trattato all'estero.  E’  dunque  essenziale  mag‐giore trasparenza.   Mirko Turchetti 

Il “popolo dei RAEE” vuol fare meglio e prima del Governo per raggiungere gli obiettivi europei di Paolo Serra

La nuova era dei RAEE - Milano, 1 ottobre 2014

convegno, organizzato da Pao‐la Gallas Networking, ha  visto 

la partecipazione di  tutti  i principali at‐tori  della  filiera  del  recupero  e  dello smaltimento dei RAEE. Marco  Sala,  Operation  Manager  del consorzio  Ecodom,  ha  aperto  i  lavori illustrando  il  progetto  “WEEELABEX”, finanziato dalla UE, il cui scopo è stabili‐re gli standard e fornire alle autorità di vigilanza gli strumenti adeguati di moni‐toraggio  delle  operazioni  di  raccolta, trasporto e trattamento dei RAEE. Un  vero  e  proprio  report  sullo  stato dell’arte e degli obiettivi UE di recupero dei RAEE  in Italia è stato presentato da Mauro Galbiati, Operation Manager del Consorzio RAECycle.  I dati più significa‐tivi riguardano gli indici di recupero rile‐vati nel 2013: contro una media naziona‐le di RAEE prodotti di 16,2 kg. sono stati recuperati su base nazionale 3,8 kg. per abitante. Le medie suddivise per Regio‐

ne  trovano ai primi posti  la Valle d’Aosta (8,3) e  il Trentino (6,8) e agli ultimi posti  Calabria  (1,7)  e  Puglia  (1,9).  Galbiati  si  è anche  soffermato  sugli  obiettivi  stabiliti dal DLgs 49/2014: per il 2015 il tasso medio di raccolta non dovrà essere inferiore ai 4 Kg per abitante, nel 2016 esso dovrà esse‐re  pari  ad  almeno  il  45%  degli  AEE (apparecchi  nuovi)  immessi  sul  mercato espressi in Kg per diventare il 65% a parti‐re dal  2019. Ho  trovato  interessante,  an‐che dal punto di vista tecnico,    la relazio‐ne  di Mirko Regazzi,  Project Manager  di Hera S.p.A. sui nuovi metodi, come  i cas‐sonetti intelligenti, per cogliere gli obietti‐vi  di  sviluppo  della  raccolta  dei  RAEE  e  particolarmente degno di nota il progetto “RAEE  in  Carcere”,  illustrato  da  Daniele Steccanella e avviato qualche anno  fa da varie  cooperative  a  Bologna,  Ferrara  e Forlì‐Cesena  con  l’obiettivo  –  a  quanto sembra  centrato  ‐ di  coniugare  recupero ambientale dei RAEE e recupero sociale di persone  provenienti  dal  carcere.  Buone pratiche che consistono in attività di inclu‐sione  di  persone  in  esecuzione  penale, all’interno e all’esterno degli  Istituti peni‐tenziari. E’ toccato a me chiudere le attivi‐tà della prima parte del  convegno ed ho assolto il compito  sottolineando la fonda‐mentale importanza del ‘fattore logistica’: 

la raccolta dei RAEE deve essere assistita da una  logistica efficiente ed efficace, al‐trimenti si rischia di vanificare  il beneficio per  l’ambiente  derivante  da  un  corretto smaltimento  a  causa  del maggior  consu‐mo di carburanti e di un’esagerata immis‐sione di CO2 e climalteranti  in atmosfera (non dimentichiamo che  i trasporti di RA‐EE  sono  tutti  su gomma). Una delle mis‐sioni di RELOADER onlus, piattaforma tec‐nologica  di  cui  sono  Vice  Presidente,  è proprio quella di promuovere progetti per individuare  soluzioni  volte  a minimizzare l’impatto  ambientale  legato  alla  raccolta degli apparecchi giunti a fine vita. La tavo‐la  rotonda  che  è  seguita  ha  presentato interessanti  spunti  di  riflessione  con l’intervento  di  Gabriele  Cané,  Presidente ASSORAEE, che ha denunciato la preoccu‐pante disparità  con  cui  sono applicate  le norme  sullo  smaltimento  da  parte  delle autorità locali e da Davide Rossi, Direttore Generale Aires, che ha messo  in evidenza la grande difficoltà nell’osservare norme in continua  evoluzione  anche  da  parte  dei grandi  gruppi  della  distribuzione.  Marco Sala ha espresso un proposito, condiviso da  tutti, di non aspettare  le decisioni del Governo, ma di darci da fare tutti insieme perché  il  recupero  dei  RAEE  diventi  un processo sostenibile e diffuso. 

Il 

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Energie rinnovabili

Spuntano dalla ricerca   nuovi girasoli com‐posti di celle fotovoltaiche che, come i loro omologhi  naturali,  seguono  il movimento del sole per catturarne una parte dell'ener‐gia e trasformarla  in elettricità e  in calore. Oltre a produrre energia elettrica e calore, gli  HCPVT  possono  essere  implementati con ulteriori attrezzature per fornire acqua desalinizzata potabile e aria condizionata. Nel primo caso, l'acqua salata può passare attraverso  un  sistema  di  distillazione  a membrana porosa, dove viene vaporizzata e  desalinizzata.  Il  prodotto  stimato dell’operazione è 30‐40  litri di acqua pota‐bile  per metro  quadrato  di  superficie  del ricevitore al giorno. Nel secondo caso inve‐

ce  un  refrigeratore  alimentato  termica‐mente  permetterebbe  di  produrre  aria fredda, convertendo  il calore  in raffredda‐mento attraverso un ciclo termico applica‐to  ad  un  materiale  assorbente  liquido  o solido. L'idea da cui sono partiti i ricercato‐ri è stata trovare una soluzione efficiente e particolarmente  adatta  per  i  Paesi  dove energia,  calore e acqua potabile  sono an‐cora  un  lusso.  Con  questo  scopo  Airlight Energy e  IBM Research  intendono donare nel 2016, un sistema HCPVT a due comuni‐tà meritevoli tramite un concorso che par‐tirà nel 2015. Secondo le stime pubblicate i ricercatori  delle  due  società,  che  stanno lavorando  per  ridurre  i  costi  dei  compo‐

HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal) è il nuovo prototipo ideato da Airlight Energy e da IBM Research e utilizza plastica riciclabile

RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

nenti  tecnologi,  saranno  in  grado  di  pro‐porlo  al mercato nel  2017.  Il girasole  è  in grado  di  concentrare  la  radiazione  solare 2.000 volte e di convertirne l'80 per cento in energia utile per generare 12 kilowatt di energia  elettrica  e  20  kilowatt  di  calore, sufficienti a soddisfare  il  fabbisogno di di‐verse  abitazioni. Questo  è  il  risultato  dei 36 specchi ellittici, presenti su ogni dispo‐sitivo, prodotti con un foglio di plastica ri‐ciclabile spesso appena 0,2 millimetri e  ri‐vestito d'argento. Alto circa 10 metri,  il gi‐rasole  utilizza  una  parabola  di  40  metri quadrati che può essere mo‐dellata  in  quasi  qualsiasi  al‐tra forma in meno di quattro ore  ed  ha  caratteristiche meccaniche  simili  a  quelle dell’alluminio  ad  un  quinto del  costo.  La  superficie  a specchio concentra  la  radia‐zione solare  riflettendola su più  ricevitori  di  liquido  raf‐freddato a micro canali, cia‐scuno dei quali contiene una fitta serie di chip  fotovoltai‐ci, che producono a loro vol‐ta una potenza elettrica fino a 57 watt durante una tipica giornata  di  sole.  “La  tecno‐logia  di  raffreddamento  di‐retto che utilizza un piccola potenza  di  pompaggio  per raffreddare i chip fotovoltai‐ci con acqua si ispira al siste‐ma di apporto di sangue del 

corpo umano” ha spiegato il dottor Bruno Michel  di  IBM  Research,  nel  corso  della presentazione  di  HCPVT  avvenuta  a  fine settembre  a  Zurigo.  All’attenzione  per  i materiali  i ricercatori hanno coniugato an‐che  la  cura degli  animali  e delle persone. Nessun  rischio, perché gli  specchi ed  il  ri‐cevitore sono racchiusi da un grande recin‐to  di  plastica  trasparente,  gonfiato  per proteggerli  dalla  pioggia  e  dalla  polvere. La  recinzione  impedisce  agli  uccelli  e  agli altri  animali,  nonché  agli  esseri  umani  di avvicinarsi troppo.  

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Energie rinnovabili

Spuntano dalla ricerca   nuovi girasoli com‐posti di celle fotovoltaiche che, come i loro omologhi  naturali,  seguono  il movimento del sole per catturarne una parte dell'ener‐gia e trasformarla  in elettricità e  in calore. Oltre a produrre energia elettrica e calore, gli  HCPVT  possono  essere  implementati con ulteriori attrezzature per fornire acqua desalinizzata potabile e aria condizionata. Nel primo caso, l'acqua salata può passare attraverso  un  sistema  di  distillazione  a membrana porosa, dove viene vaporizzata e  desalinizzata.  Il  prodotto  stimato dell’operazione è 30‐40  litri di acqua pota‐bile  per metro  quadrato  di  superficie  del ricevitore al giorno. Nel secondo caso inve‐

ce  un  refrigeratore  alimentato  termica‐mente  permetterebbe  di  produrre  aria fredda, convertendo  il calore  in raffredda‐mento attraverso un ciclo termico applica‐to  ad  un  materiale  assorbente  liquido  o solido. L'idea da cui sono partiti i ricercato‐ri è stata trovare una soluzione efficiente e particolarmente  adatta  per  i  Paesi  dove energia,  calore e acqua potabile  sono an‐cora  un  lusso.  Con  questo  scopo  Airlight Energy e  IBM Research  intendono donare nel 2016, un sistema HCPVT a due comuni‐tà meritevoli tramite un concorso che par‐tirà nel 2015. Secondo le stime pubblicate i ricercatori  delle  due  società,  che  stanno lavorando  per  ridurre  i  costi  dei  compo‐

HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal) è il nuovo prototipo ideato da Airlight Energy e da IBM Research e utilizza plastica riciclabile

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nenti  tecnologi,  saranno  in  grado  di  pro‐porlo  al mercato nel  2017.  Il girasole  è  in grado  di  concentrare  la  radiazione  solare 2.000 volte e di convertirne l'80 per cento in energia utile per generare 12 kilowatt di energia  elettrica  e  20  kilowatt  di  calore, sufficienti a soddisfare  il  fabbisogno di di‐verse  abitazioni. Questo  è  il  risultato  dei 36 specchi ellittici, presenti su ogni dispo‐sitivo, prodotti con un foglio di plastica ri‐ciclabile spesso appena 0,2 millimetri e  ri‐vestito d'argento. Alto circa 10 metri,  il gi‐rasole  utilizza  una  parabola  di  40  metri quadrati che può essere mo‐dellata  in  quasi  qualsiasi  al‐tra forma in meno di quattro ore  ed  ha  caratteristiche meccaniche  simili  a  quelle dell’alluminio  ad  un  quinto del  costo.  La  superficie  a specchio concentra  la  radia‐zione solare  riflettendola su più  ricevitori  di  liquido  raf‐freddato a micro canali, cia‐scuno dei quali contiene una fitta serie di chip  fotovoltai‐ci, che producono a loro vol‐ta una potenza elettrica fino a 57 watt durante una tipica giornata  di  sole.  “La  tecno‐logia  di  raffreddamento  di‐retto che utilizza un piccola potenza  di  pompaggio  per raffreddare i chip fotovoltai‐ci con acqua si ispira al siste‐ma di apporto di sangue del 

corpo umano” ha spiegato il dottor Bruno Michel  di  IBM  Research,  nel  corso  della presentazione  di  HCPVT  avvenuta  a  fine settembre  a  Zurigo.  All’attenzione  per  i materiali  i ricercatori hanno coniugato an‐che  la  cura degli  animali  e delle persone. Nessun  rischio, perché gli  specchi ed  il  ri‐cevitore sono racchiusi da un grande recin‐to  di  plastica  trasparente,  gonfiato  per proteggerli  dalla  pioggia  e  dalla  polvere. La  recinzione  impedisce  agli  uccelli  e  agli altri  animali,  nonché  agli  esseri  umani  di avvicinarsi troppo.  

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Da l l ’ appuntamento   i n te rnaz iona le sull’efficienza  energetica  gli  elementi chiave di policy per  il settore energetico. Secondo  LI  Yong,  Direttore  Generale dell’UNIDO  (Organizzazione  delle  Nazioni Unite  per  lo  Sviluppo  Industriale)  per  il  rag‐giungimento degli obiettivi fissati dalla strate‐gia  UE  per  il  2020  occorre  adottare misure specifiche per l’efficienza energetica; limitare la costruzione delle centrali a carbone meno efficienti; ridurre al minimo le emissioni di gas metano  durante  la  produzione  di  petrolio  e gas;  infine accelerare  l’eliminazione dei sussi‐di al consumo di fonti fossili. A questi target, ha spiegato LI Yong, sono collegate anche  le quattro policy recentemente presentate dalla IEA  (International  Energy  Agency).  Queste sono  applicabili  nel  medio  termine  grazie all’utilizzo delle tecnologie già esistenti e con‐sentirebbero di  raggiungere gli obiettivi  sen‐za precludere  la  crescita economica. Proprio 

la IEA ha presentato in anteprima il nuovo  ‘Energy  Efficiency  Market Report’,  dal  quale  è  emerso  che l'efficienza  energetica  nel  mondo rappresenta  un  mercato  di  oltre 310 miliardi di dollari.  Il dato è sta‐to sottolineato anche da Maria Van der  Hoeven,  Direttore  Esecutivo della  IEA,  che  ha  spiegato  come: “L’efficienza energetica detiene non solo  le  potenzialità  più  elevate  dal punto di vista ambientale, ma anche quelle più spiccata dal punto di vista economico”. Nel corso del summit, inoltre, ha avuto luogo il convegno degli  Stati  Generali  dell'Efficienza Energetica  durante  il  quale  sono stati  presentati  i  risultati  di  una consultazione pubblica online,  lan‐ciata  lo scorso maggio al Politecni‐

co di Milano da ENEA ed Efficiency KNow, dal‐la quale sono emerse come priorità di aziende e consumatori:  la  semplificazione normativa; la  necessità  di  un  testo  unico  sull’efficienza energetica che elimini normative e procedure di certificazione regionali a favore di un’unica normativa  nazionale;  ESCo  (Energy  service company)  certificate  per  offrire  servizi  più chiari e definiti; lo svincolo dal Patto di stabili‐tà degli  investimenti  in efficienza energetica delle  pubbliche  amministrazioni.  Oltre  a  ciò sono stati evidenziati come fattori chiave an‐che  la formazione professionale e  la comuni‐cazione. Proprio  in merito al settore della co‐municazione Alessandro Ortis, Presidente de‐gli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, ha sottolineato  che  “è emersa una pressante  ri‐chiesta per un maggior impegno nell’offrire ad operatori e famiglie un insieme di informazioni sempre più completo, chiaro e diffuso: i cittadi‐ni chiedono di sapere di più su come risparmia‐

re sulle bollette di elettricità e gas”. Alla tre gior‐ni infine ha partecipato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, il quale ha la volontà di proro‐gare  al  2015  gli  ecobonus  e  renderli  strutturali per il futuro e ribadito che “L'efficienza energeti‐ca è il futuro del campo ambientale: fa risparmia‐re  le  famiglie,  abbassa  le bollette, permette  allo Stato di fare spending review. Nel decreto 91, ap‐provato prima dell’estate, abbiamo stanziato 350 milioni per l'efficientamento energetico degli edi‐fici  pubblici,  partendo  dalle  scuole. Abbiamo  un ritorno in termini di risparmi per lo Stato fortissi‐mo,  potendo  risparmiare  fino  al  40%  di  quanto spendiamo oggi per elettricità e gas”. M. T. 

2014

Dagli Stati Generali

d e l l ’e f f i c i e n z a

energetica e-

mergono come

priorità di a-

ziende e consu-

matori la semplifi-

cazione normativa, la

formazione professionale e la comu-

nicazione. Il Ministro dell’Ambiente

Gian Luca Galletti ha confermato la

volontà di prorogare al 2015 gli e-

cobonus e renderli strutturali per il

futuro. Maria Van der Hoeven,

Direttore esecutivo dell’IEA ha

presentato in anteprima l’Energy

Efficiency Market report 2014.

Questo è  il focus del sondaggio commissiona‐to  da  Veronafiere  a  EMG  Acqua,  l’istituto  di ricerca  di  Stefano  Mazza‐Galanti  e  Fabrizio Masia. Ed ecco i risultati. 

Per  risparmiare  sulla bolletta, quasi  sei  italiani  su dieci sono pronti a spendere fino a 100 euro l’anno per interventi di efficienza energetica e tre su dieci anche 500 euro. 

Ecobonus:  quasi  il 54% di degli  intervistati  ignora l’esistenza degli eco‐bonus del 50‐65% per rendere più efficienti le proprie abitazioni 

Studenti:  a sorpresa, la categoria meno informata in materia  di  energia  risulta  quella  dei  giovani  e degli studenti: oltre  il 49% non sa che la luce si pa‐ga  meno  il  fine  settimana,  uno  su  tre  ignora l’esistenza  del  certificato  di  efficienza  energetica per le case e il 36,6% non sa indicare quali siano gli elettrodomestici a maggior consumo energetico. 

Il 70% degli  intervistati dice di  sapere  che  ci  sono momenti  in cui  l’energia elettrica costa meno, ma il 34% ignora che il prezzo inferiore è riferito ai fine settimana. 

Meno  di  un  intervistato  su  due  (45,4%)  distingue correttamente  la differenza fra efficienza e rispar‐mio. 

Sulle  figure  professionali  cui  rivolgersi  per  inter‐venti di efficienza energetica gli italiani non hanno molte certezze: solo un 25% pensa a esperti di effi‐cienza, per  il  resto,  i punti di  riferimento  restano internet, l’artigiano di fiducia, amici e parenti, i for‐nitori di luce e gas. 

Molto bassa (3,0%) anche  la percentuale di quanti sanno  cosa  siano  le  ESCO  ‐  Energy  Service Company,  cioè  società  che  effettuano  interventi finalizzati  a migliorare  l'efficienza  energetica  dei clienti. 

Italiani  promossi  invece  a  pieni  voti  per  quanto riguarda  la  conoscenza  degli  elettrodomestici “energivori”: al top  indicano scaldabagno, stufa e forno elettrico con, rispettivamente  il 25,5%, 17,8% e 13,4% delle citazioni.  

Buone anche le conoscenze sui temi dell’ambiente e dell’energia: oltre due  intervistati  su  tre  (70,1%) ritengono  l’inquinamento  il  primo  imputato  dei cambiamenti climatici. 

Gli Italiani e l’efficienza energetica

il futuro del Paese

Dall’efficienza energetica

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Da l l ’ appuntamento   i n te rnaz iona le sull’efficienza  energetica  gli  elementi chiave di policy per  il settore energetico. Secondo  LI  Yong,  Direttore  Generale dell’UNIDO  (Organizzazione  delle  Nazioni Unite  per  lo  Sviluppo  Industriale)  per  il  rag‐giungimento degli obiettivi fissati dalla strate‐gia  UE  per  il  2020  occorre  adottare misure specifiche per l’efficienza energetica; limitare la costruzione delle centrali a carbone meno efficienti; ridurre al minimo le emissioni di gas metano  durante  la  produzione  di  petrolio  e gas;  infine accelerare  l’eliminazione dei sussi‐di al consumo di fonti fossili. A questi target, ha spiegato LI Yong, sono collegate anche  le quattro policy recentemente presentate dalla IEA  (International  Energy  Agency).  Queste sono  applicabili  nel  medio  termine  grazie all’utilizzo delle tecnologie già esistenti e con‐sentirebbero di  raggiungere gli obiettivi  sen‐za precludere  la  crescita economica. Proprio 

la IEA ha presentato in anteprima il nuovo  ‘Energy  Efficiency  Market Report’,  dal  quale  è  emerso  che l'efficienza  energetica  nel  mondo rappresenta  un  mercato  di  oltre 310 miliardi di dollari.  Il dato è sta‐to sottolineato anche da Maria Van der  Hoeven,  Direttore  Esecutivo della  IEA,  che  ha  spiegato  come: “L’efficienza energetica detiene non solo  le  potenzialità  più  elevate  dal punto di vista ambientale, ma anche quelle più spiccata dal punto di vista economico”. Nel corso del summit, inoltre, ha avuto luogo il convegno degli  Stati  Generali  dell'Efficienza Energetica  durante  il  quale  sono stati  presentati  i  risultati  di  una consultazione pubblica online,  lan‐ciata  lo scorso maggio al Politecni‐

co di Milano da ENEA ed Efficiency KNow, dal‐la quale sono emerse come priorità di aziende e consumatori:  la  semplificazione normativa; la  necessità  di  un  testo  unico  sull’efficienza energetica che elimini normative e procedure di certificazione regionali a favore di un’unica normativa  nazionale;  ESCo  (Energy  service company)  certificate  per  offrire  servizi  più chiari e definiti; lo svincolo dal Patto di stabili‐tà degli  investimenti  in efficienza energetica delle  pubbliche  amministrazioni.  Oltre  a  ciò sono stati evidenziati come fattori chiave an‐che  la formazione professionale e  la comuni‐cazione. Proprio  in merito al settore della co‐municazione Alessandro Ortis, Presidente de‐gli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, ha sottolineato  che  “è emersa una pressante  ri‐chiesta per un maggior impegno nell’offrire ad operatori e famiglie un insieme di informazioni sempre più completo, chiaro e diffuso: i cittadi‐ni chiedono di sapere di più su come risparmia‐

re sulle bollette di elettricità e gas”. Alla tre gior‐ni infine ha partecipato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, il quale ha la volontà di proro‐gare  al  2015  gli  ecobonus  e  renderli  strutturali per il futuro e ribadito che “L'efficienza energeti‐ca è il futuro del campo ambientale: fa risparmia‐re  le  famiglie,  abbassa  le bollette, permette  allo Stato di fare spending review. Nel decreto 91, ap‐provato prima dell’estate, abbiamo stanziato 350 milioni per l'efficientamento energetico degli edi‐fici  pubblici,  partendo  dalle  scuole. Abbiamo  un ritorno in termini di risparmi per lo Stato fortissi‐mo,  potendo  risparmiare  fino  al  40%  di  quanto spendiamo oggi per elettricità e gas”. M. T. 

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Dagli Stati Generali

d e l l ’e f f i c i e n z a

energetica e-

mergono come

priorità di a-

ziende e consu-

matori la semplifi-

cazione normativa, la

formazione professionale e la comu-

nicazione. Il Ministro dell’Ambiente

Gian Luca Galletti ha confermato la

volontà di prorogare al 2015 gli e-

cobonus e renderli strutturali per il

futuro. Maria Van der Hoeven,

Direttore esecutivo dell’IEA ha

presentato in anteprima l’Energy

Efficiency Market report 2014.

Questo è  il focus del sondaggio commissiona‐to  da  Veronafiere  a  EMG  Acqua,  l’istituto  di ricerca  di  Stefano  Mazza‐Galanti  e  Fabrizio Masia. Ed ecco i risultati. 

Per  risparmiare  sulla bolletta, quasi  sei  italiani  su dieci sono pronti a spendere fino a 100 euro l’anno per interventi di efficienza energetica e tre su dieci anche 500 euro. 

Ecobonus:  quasi  il 54% di degli  intervistati  ignora l’esistenza degli eco‐bonus del 50‐65% per rendere più efficienti le proprie abitazioni 

Studenti:  a sorpresa, la categoria meno informata in materia  di  energia  risulta  quella  dei  giovani  e degli studenti: oltre  il 49% non sa che la luce si pa‐ga  meno  il  fine  settimana,  uno  su  tre  ignora l’esistenza  del  certificato  di  efficienza  energetica per le case e il 36,6% non sa indicare quali siano gli elettrodomestici a maggior consumo energetico. 

Il 70% degli  intervistati dice di  sapere  che  ci  sono momenti  in cui  l’energia elettrica costa meno, ma il 34% ignora che il prezzo inferiore è riferito ai fine settimana. 

Meno  di  un  intervistato  su  due  (45,4%)  distingue correttamente  la differenza fra efficienza e rispar‐mio. 

Sulle  figure  professionali  cui  rivolgersi  per  inter‐venti di efficienza energetica gli italiani non hanno molte certezze: solo un 25% pensa a esperti di effi‐cienza, per  il  resto,  i punti di  riferimento  restano internet, l’artigiano di fiducia, amici e parenti, i for‐nitori di luce e gas. 

Molto bassa (3,0%) anche  la percentuale di quanti sanno  cosa  siano  le  ESCO  ‐  Energy  Service Company,  cioè  società  che  effettuano  interventi finalizzati  a migliorare  l'efficienza  energetica  dei clienti. 

Italiani  promossi  invece  a  pieni  voti  per  quanto riguarda  la  conoscenza  degli  elettrodomestici “energivori”: al top  indicano scaldabagno, stufa e forno elettrico con, rispettivamente  il 25,5%, 17,8% e 13,4% delle citazioni.  

Buone anche le conoscenze sui temi dell’ambiente e dell’energia: oltre due  intervistati  su  tre  (70,1%) ritengono  l’inquinamento  il  primo  imputato  dei cambiamenti climatici. 

Gli Italiani e l’efficienza energetica

il futuro del Paese

Dall’efficienza energetica

Page 12: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

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Stor ie di Ric ic lo

RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

MIRACOLI DI CARTA

I l progetto Cartina, partito nel 2012 ha fatto davvero tanta strada e ora ha raggiunto il

mondo della moda che conta. Le scarpe imper-meabili in carta riciclata delle collezioni Cartina prodotte a Capannori (Lucca) sono state presen-tate a Firenze a giugno in occasione dell’ultimo Pitti Immagine Uomo. Il Comune di Capannori continua a stupire per il suo impegno nel rispetto dell'ambiente e i risultati sono tangibili. Obietti-vo: unire i valori ambientali con quelli di sviluppo e produzione in un contesto locale, come strategi-a per rispettare il Pianeta e per uscire dalla cri-si. Insomma si riducono i rifiuti e si riutilizzano materiali usati. Le scarpe stesse saranno poi rici-clabili, per ridurre il problema dell'accumulo di rifiuti indifferenziati nelle discariche. Cartina è la prima scarpa in carta riciclata e riciclabile con esclusivo brevetto mondiale.   

Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori

www.cartinapaperidea.com

I coloratissimi insetti di carta riciclata sono stati

realizzati da Soon, un'agen-zia pubblicitaria Belga, per dar voce ad una campagna che pubblicizza la nuova li-nea di carta riciclata realiz-zata dalla cartiera IGEPA Belux. [Video]

Lievi trine per entomologi creativi

Page 13: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

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Stor ie di Ric ic lo

RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

MIRACOLI DI CARTA

I l progetto Cartina, partito nel 2012 ha fatto davvero tanta strada e ora ha raggiunto il

mondo della moda che conta. Le scarpe imper-meabili in carta riciclata delle collezioni Cartina prodotte a Capannori (Lucca) sono state presen-tate a Firenze a giugno in occasione dell’ultimo Pitti Immagine Uomo. Il Comune di Capannori continua a stupire per il suo impegno nel rispetto dell'ambiente e i risultati sono tangibili. Obietti-vo: unire i valori ambientali con quelli di sviluppo e produzione in un contesto locale, come strategi-a per rispettare il Pianeta e per uscire dalla cri-si. Insomma si riducono i rifiuti e si riutilizzano materiali usati. Le scarpe stesse saranno poi rici-clabili, per ridurre il problema dell'accumulo di rifiuti indifferenziati nelle discariche. Cartina è la prima scarpa in carta riciclata e riciclabile con esclusivo brevetto mondiale.   

Le scarpe in carta riciclata Made in Capannori

www.cartinapaperidea.com

I coloratissimi insetti di carta riciclata sono stati

realizzati da Soon, un'agen-zia pubblicitaria Belga, per dar voce ad una campagna che pubblicizza la nuova li-nea di carta riciclata realiz-zata dalla cartiera IGEPA Belux. [Video]

Lievi trine per entomologi creativi

Page 14: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

I  campi  di  applicazione  delle  rivolu‐zionarie  stampanti  in  3  dimensioni 

sono sempre di più e, a detta di molti analisti, queste  impatteranno  in modo importante  in molte  realtà  lavorative. Si tratta di un segmento  in rapidissima evoluzione  dal  punto  di  vista  tanto dell’interesse  quanto  della  domanda.  Cresce  infatti  il mercato  della  stampa 3D, che nel 2013 ha raggiunto un valore totale  pari  a  2,5 miliardi  di  dollari  fra apparecchi, materiali e servizi connessi. Si  prevede  un  forte  trend  di  crescita che nel 2014 salirà a quota 3,8 miliardi e che  continuerà  almeno  fino  al  2018, con un  tasso medio di  incremento nel periodo 2013‐2018 pari al 45,7%,  sino a raggiungere  il valore di mercato pari a 16,2  miliardi.  Come  spesso  accade,  ci 

13 14

Ambiente e società

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

Stampa 3D Stampa 3D Stampa 3D Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato  sull’eco‐compatibilità  

sono  alcuni  settori  nei quali  il passo  è decisa‐mente più  sostenuto. La principale  applicazio‐ne  è  nella  realizzazione  di  prototipi,  che  con‐sente  alle  imprese  di  ridurre  i  rischi  connessi alle fasi di progettazione, ma che è oggi anche di  supporto  ai  processi  di  produzione. Non  vi sono dubbi secondo Gartner che saranno le im‐prese  le prime beneficiarie dello sviluppo della stampa 3D, con cicli di adozione importanti già nell’arco dei  2‐5 anni.  In  campo professionale, anche  nel  nostro  Paese  si  sta  diffondendo l’idea che la stampa 3D può rappresentare una vera opportunità per artigiani e piccole imprese di proiettarsi in un business in via di affermazio‐ne,  consentendo  la  nascita  di  nuove  start‐up con prospettive economiche  interessanti. Que‐sta tecnologia si è consolidata nel settore della produzione di prototipi e modelli  in  scala, ma ormai  si  diffonde  in  diversi  altri  campi dall’ingegneria,  all’architettura,  dalla  difesa all’aerospaziale  al  comparto  medico  special‐mente  nella  realizzazione  di  protesi.    Lo  stru‐mento è in grado di stimolare l’innovazione e il passaggio    dall’invenzione  alla creazione.  Mentre  crescono  i laboratori ed i centri che utilizza‐no  questa  tecnologia  sul  piano professionale,  la  stampa  3D  sta diventando un fenomeno di mas‐sa e  sempre più persone, anche se non particolarmente ferrate in modellazione  tridimensionale, sono incuriosite da questa tecno‐logia al punto di volere una stam‐pante 3D in casa sebbene il costo di  una  stampante  domestica  si aggiri  tra  i  700  e  i  1.500  euro. D’altra  parte  ormai  ci  sono  siti come  Thingiverse  o  Shapeways, 

dai  quali  è  possibile  scaricare  gratuitamente migliaia  di  modelli  tridimensionali  in  forma‐to  .stl (il formato standard dei file per  la stam‐pa  tridimensionale)  già  pronti  e  ci  sono  tanti programmi  gratuiti,  come  Slic3r  ad  esempio, che  permettono  di  trasformarli  in maniera  in‐tuitiva  nelle  istruzioni  necessarie  a  pilotare  le stampanti. In questo modo ottenere un ogget‐to 3D è facile quasi quanto stampare un foglio di carta su una stampante a getto d’inchiostro. La  novità  dell’estate,  lanciata  da  Coca  Cola  e sviluppata  in collaborazione con 3D Systems, è il  Cubo  Ekocycle  (prezzo  1.199  dollari),  una stampante 3D di piccole dimensioni che utilizza cartucce  caricate  con  filamento  derivato  dal riciclo  delle  bottiglie  di  plastica  di  Coca  Cola. Ekocycle  Cube  può  stampare  oggetti  con  di‐mensioni massime pari  a un  volume di 98  cm cubi, con una risoluzione di 70 micron. Ciascuna cartuccia contiene l'equivalente di circa tre bot‐tigliette di pet e i filamenti di materiali saranno disponibili  in nero,  rosso, bianco che  richiama‐no  i  colori  della  Coca  Cola.  Ecocycle  non  è  la 

La stampante EKOCYCLE ricicla il pet 

Page 15: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

I  campi  di  applicazione  delle  rivolu‐zionarie  stampanti  in  3  dimensioni 

sono sempre di più e, a detta di molti analisti, queste  impatteranno  in modo importante  in molte  realtà  lavorative. Si tratta di un segmento  in rapidissima evoluzione  dal  punto  di  vista  tanto dell’interesse  quanto  della  domanda.  Cresce  infatti  il mercato  della  stampa 3D, che nel 2013 ha raggiunto un valore totale  pari  a  2,5 miliardi  di  dollari  fra apparecchi, materiali e servizi connessi. Si  prevede  un  forte  trend  di  crescita che nel 2014 salirà a quota 3,8 miliardi e che  continuerà  almeno  fino  al  2018, con un  tasso medio di  incremento nel periodo 2013‐2018 pari al 45,7%,  sino a raggiungere  il valore di mercato pari a 16,2  miliardi.  Come  spesso  accade,  ci 

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Ambiente e società

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

LE NUOVE TECNOLOGIE E L’AMBIENTE

RELOADER Magazine - Ottobre 2014

Stampa 3D Stampa 3D Stampa 3D Tecnologie più raffinate, dimensioni e costi più ridotti, occhio puntato  sull’eco‐compatibilità  

sono  alcuni  settori  nei quali  il passo  è decisa‐mente più  sostenuto. La principale  applicazio‐ne  è  nella  realizzazione  di  prototipi,  che  con‐sente  alle  imprese  di  ridurre  i  rischi  connessi alle fasi di progettazione, ma che è oggi anche di  supporto  ai  processi  di  produzione. Non  vi sono dubbi secondo Gartner che saranno le im‐prese  le prime beneficiarie dello sviluppo della stampa 3D, con cicli di adozione importanti già nell’arco dei  2‐5 anni.  In  campo professionale, anche  nel  nostro  Paese  si  sta  diffondendo l’idea che la stampa 3D può rappresentare una vera opportunità per artigiani e piccole imprese di proiettarsi in un business in via di affermazio‐ne,  consentendo  la  nascita  di  nuove  start‐up con prospettive economiche  interessanti. Que‐sta tecnologia si è consolidata nel settore della produzione di prototipi e modelli  in  scala, ma ormai  si  diffonde  in  diversi  altri  campi dall’ingegneria,  all’architettura,  dalla  difesa all’aerospaziale  al  comparto  medico  special‐mente  nella  realizzazione  di  protesi.    Lo  stru‐mento è in grado di stimolare l’innovazione e il passaggio    dall’invenzione  alla creazione.  Mentre  crescono  i laboratori ed i centri che utilizza‐no  questa  tecnologia  sul  piano professionale,  la  stampa  3D  sta diventando un fenomeno di mas‐sa e  sempre più persone, anche se non particolarmente ferrate in modellazione  tridimensionale, sono incuriosite da questa tecno‐logia al punto di volere una stam‐pante 3D in casa sebbene il costo di  una  stampante  domestica  si aggiri  tra  i  700  e  i  1.500  euro. D’altra  parte  ormai  ci  sono  siti come  Thingiverse  o  Shapeways, 

dai  quali  è  possibile  scaricare  gratuitamente migliaia  di  modelli  tridimensionali  in  forma‐to  .stl (il formato standard dei file per  la stam‐pa  tridimensionale)  già  pronti  e  ci  sono  tanti programmi  gratuiti,  come  Slic3r  ad  esempio, che  permettono  di  trasformarli  in maniera  in‐tuitiva  nelle  istruzioni  necessarie  a  pilotare  le stampanti. In questo modo ottenere un ogget‐to 3D è facile quasi quanto stampare un foglio di carta su una stampante a getto d’inchiostro. La  novità  dell’estate,  lanciata  da  Coca  Cola  e sviluppata  in collaborazione con 3D Systems, è il  Cubo  Ekocycle  (prezzo  1.199  dollari),  una stampante 3D di piccole dimensioni che utilizza cartucce  caricate  con  filamento  derivato  dal riciclo  delle  bottiglie  di  plastica  di  Coca  Cola. Ekocycle  Cube  può  stampare  oggetti  con  di‐mensioni massime pari  a un  volume di 98  cm cubi, con una risoluzione di 70 micron. Ciascuna cartuccia contiene l'equivalente di circa tre bot‐tigliette di pet e i filamenti di materiali saranno disponibili  in nero,  rosso, bianco che  richiama‐no  i  colori  della  Coca  Cola.  Ecocycle  non  è  la 

La stampante EKOCYCLE ricicla il pet 

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16 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

L a  continua  innovazione  tecnologica  sta riempiendo la nostra vita di sem‐pre più numerosi dispositivi digitali. Se‐condo  l'agenzia  di  ricerca  Gartner  nel 2009  erano  già  900 milioni  e  nel  2020 saranno ben 26 miliardi, escludendo PC, tablet e smartphone. Nonostante ciò, ad oggi,  le potenzialità dei prodotti hi‐tech non  sono ancora pienamente  sfruttate. Per    questo motivo  gli  esperti  di  infor‐matica  e  telecomunicazione  lavorano 

per  estendere  le  funzionalità  offerte  da internet  al  mondo  degli  oggetti  e  dei  luoghi concreti: il cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT). Si tratta di un vero e proprio network di dispo‐sitivi e  luoghi che ha come obiettivo  la mappa‐tura del mondo reale in quello elettronico. Ogni ‘attore’ della  rete possiede un'identità digitale che  lo  rende  riconoscibile  grazie  all'utilizzo  di sensori, di sistemi di tracciabilità come i Codici  QR ed  i Tag RFID  (Radio Frequency  IDentifica‐tion) ed altre tecnologie e,soprattutto, è capa‐

ce tanto di comunicare e condividere le proprie informazioni,  quanto  di  accedere  ed  acquisire quelle  fornite  dagli  altri.  Grazie  a  questo  co‐stante  scambio  di  dati  gli  oggetti  diventano ‘intelligenti’ e capaci di agire autonomamente, senza l'intervento umano: ad esempio le nostre sveglie  possono  ricevere  informazioni  relative al traffico cittadino e decidere di suonare in an‐ticipo nei giorni di   forte congestione viaria. La vera  forza  dell'IoT  è  rappresentata  dal  fatto che  può  essere  applicato  in  molti  differenti 

sola stampante 3D che punta all’eco‐compatibilità: il professor Behrokh Khoshnevis della University of Southern California, è da tempo impegnato nel co‐siddetto Contour Crafting, un processo di stampa veloce ed efficiente, in grado di realizzare opere di grandi  dimensioni  in  poco  tempo,  riducendo  al tempo stesso  il fabbisogno energetico e di conse‐guenza  la produzione di emissioni  inquinanti. Per‐ciò  ha  progettato  una  grossa  stampante‐robot che, dotata di due braccia simili a gru e di una trave trasversale sulla quale è situata  la testina di stam‐pa, è in grado di realizzare la struttura di una abita‐zione  in sole 24 ore, producendo ridotte emissioni e  utilizzando  basse  quantità  di  energia  elettrica. Per la costruzione, la stampante si muove su alcuni binari depositando vari  strati di  cemento ma, per operare, deve  avere molto  spazio  e  avere  fonda‐menta già fissate. Una volta completato  il proces‐

so di costruzione saranno sempre gli uomini a com‐pletare  il  lavoro,  effettuando  operazioni  come montare  le porte e  installare  le  finestre. Nessuna perdita di posti di  lavorano, assicurano  i suoi  idea‐tori, anzi  la stampante potrebbe crearne di nuovi. Questa  nuova  tecnica  potrebbe  dunque  ridurre l’inquinamento  legato  all'edilizia  che  attualmente incide  per  un  terzo  circa  sul  consumo  totale dell’energia  nel mondo  e  per  il  40  per  cento  su quello dei materiali.  Senza  contare  che  il  sistema Contour Crafting potrebbe anche ridurre  i costi di costruzione. Si potrebbe  inoltre rendere più facile la ricostruzione di case danneggiate da disastri na‐turali o eventi atmosferici.  M . P. 

imag

e: s

atiz

tpm

.it

di Mirko Turchetti 

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16 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

L a  continua  innovazione  tecnologica  sta riempiendo la nostra vita di sem‐pre più numerosi dispositivi digitali. Se‐condo  l'agenzia  di  ricerca  Gartner  nel 2009  erano  già  900 milioni  e  nel  2020 saranno ben 26 miliardi, escludendo PC, tablet e smartphone. Nonostante ciò, ad oggi,  le potenzialità dei prodotti hi‐tech non  sono ancora pienamente  sfruttate. Per    questo motivo  gli  esperti  di  infor‐matica  e  telecomunicazione  lavorano 

per  estendere  le  funzionalità  offerte  da internet  al  mondo  degli  oggetti  e  dei  luoghi concreti: il cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT). Si tratta di un vero e proprio network di dispo‐sitivi e  luoghi che ha come obiettivo  la mappa‐tura del mondo reale in quello elettronico. Ogni ‘attore’ della  rete possiede un'identità digitale che  lo  rende  riconoscibile  grazie  all'utilizzo  di sensori, di sistemi di tracciabilità come i Codici  QR ed  i Tag RFID  (Radio Frequency  IDentifica‐tion) ed altre tecnologie e,soprattutto, è capa‐

ce tanto di comunicare e condividere le proprie informazioni,  quanto  di  accedere  ed  acquisire quelle  fornite  dagli  altri.  Grazie  a  questo  co‐stante  scambio  di  dati  gli  oggetti  diventano ‘intelligenti’ e capaci di agire autonomamente, senza l'intervento umano: ad esempio le nostre sveglie  possono  ricevere  informazioni  relative al traffico cittadino e decidere di suonare in an‐ticipo nei giorni di   forte congestione viaria. La vera  forza  dell'IoT  è  rappresentata  dal  fatto che  può  essere  applicato  in  molti  differenti 

sola stampante 3D che punta all’eco‐compatibilità: il professor Behrokh Khoshnevis della University of Southern California, è da tempo impegnato nel co‐siddetto Contour Crafting, un processo di stampa veloce ed efficiente, in grado di realizzare opere di grandi  dimensioni  in  poco  tempo,  riducendo  al tempo stesso  il fabbisogno energetico e di conse‐guenza  la produzione di emissioni  inquinanti. Per‐ciò  ha  progettato  una  grossa  stampante‐robot che, dotata di due braccia simili a gru e di una trave trasversale sulla quale è situata  la testina di stam‐pa, è in grado di realizzare la struttura di una abita‐zione  in sole 24 ore, producendo ridotte emissioni e  utilizzando  basse  quantità  di  energia  elettrica. Per la costruzione, la stampante si muove su alcuni binari depositando vari  strati di  cemento ma, per operare, deve  avere molto  spazio  e  avere  fonda‐menta già fissate. Una volta completato  il proces‐

so di costruzione saranno sempre gli uomini a com‐pletare  il  lavoro,  effettuando  operazioni  come montare  le porte e  installare  le  finestre. Nessuna perdita di posti di  lavorano, assicurano  i suoi  idea‐tori, anzi  la stampante potrebbe crearne di nuovi. Questa  nuova  tecnica  potrebbe  dunque  ridurre l’inquinamento  legato  all'edilizia  che  attualmente incide  per  un  terzo  circa  sul  consumo  totale dell’energia  nel mondo  e  per  il  40  per  cento  su quello dei materiali.  Senza  contare  che  il  sistema Contour Crafting potrebbe anche ridurre  i costi di costruzione. Si potrebbe  inoltre rendere più facile la ricostruzione di case danneggiate da disastri na‐turali o eventi atmosferici.  M . P. 

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di Mirko Turchetti 

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17 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

campi:  dai  processi  produttivi,  alla  logistica  e all’infomobilità,  fino  all'efficienza  energetica, all'assistenza  sanitaria  remota,  alla  tutela  am‐bientale.  Il  risultato  di  queste  applicazioni  sa‐rebbe  un  mondo  smart,  efficiente  ed  eco‐compatibile,  in cui si abbattono gli sprechi e si dispiega un'elevata qualità della vita. Insomma qualcosa di molto diverso dalla  realtà odierna ed anche da quelle cupe e inquinate atmosfere alla  Blade  Runner  che  si  accompagnano  alle iconografie  fantascientifiche  delle  società  del  futuro. Nonostante  i vantaggi offerti siano no‐tevoli, ed anche un po'  impressionanti, ci sono ancora delle criticità da affrontare prima di po‐ter  sfruttare  a  pieno  le  potenzialità  di  questa tecnologia. La principale è rappresentata dallo stato attuale delle  infrastrutture per  il trasferi‐mento dati che  sono  sfruttate a pieno  regime e, di conseguenza, incapaci di gestire un flusso di  informazioni  così elevato,  come quello  cau‐sato dall'utilizzo di tutti  i dispositivi hi‐tech. La seconda problematica è  la  sicurezza delle  tra‐

smissioni dati:  a  causa dell'elevata mole di  in‐formazioni  trasmesse  è  previsto  un  aumento delle minacce  da  dover  gestire  (e.g.  hacker). L'ultima  criticità  infine  si  riferisce  proprio  alla quantità di informazioni che si intendono gesti‐re attraverso l'IoT, le quali dovranno essere im‐magazzinate  in modo efficiente ed efficace ed essere sempre rapidamente e facilmente acces‐sibili. La soluzione a questo problema è rappre‐sentata dal  ‘Big data’, definito da  Idc  Italia co‐me: “una generazione di tecnologie e architet‐ture disegnate per estrarre Valore da un gran‐de Volume e da una grande Varietà di dati abili‐tandone la cattura, la scoperta e l’analisi ad alta Velocità”.  Le  principali  caratteristiche  del  Big data  sono  dunque:  l'acquisizione, memorizza‐zione ed accesso ad una considerevole mole di dati  (in Zettabyte, ovvero miliardi di Terabyte) che  richiede  una  potenza  di  calcolo  con  stru‐menti  dedicati  eseguiti  su  decine,  centinaia  o anche migliaia di server; la capacità di effettua‐re analisi dei dati  in tempo reale o quasi;  la ge‐

stione dell'interazione di informazioni prove‐nienti  da  fonti  eterogenee  gestendo  anche dati non strutturati (e.g. immagini, mail, dati GPS etc.)  a differenza dei  comuni database che gestiscono  esclusivamente dati  struttu‐rati (dati organizzati secondo schemi e tabel‐le rigide) ed infine la veridicità dei dati, ossia la loro qualità espressa in valore informativo che  si  riesce  ad  estrarre.  In  sostanza  il  Big data rappresenta un’opportunità per rende‐re più efficienti  i processi di analisi e di affi‐narne i risultati. Sta dunque finalmente cam‐biando il modo di intendere l'evoluzione tec‐nologica:  si  sta  passando  da  una mentalità puramente  consumistica,  basata  esclusiva‐mente sulla produzione di dispositivi sempre più tecnologicamente avanzati, ad una men‐talità che ha come fulcro lo sfruttare a pieno le capacità degli oggetti che già possediamo. Un notevole passo in avanti anche dal punto di  vista  ambientale  che,  si  spera, aiuti  final‐mente a ridurre la produzione di rifiuti. 

Roma, 21 ottobre 2014|  “Il mercato della raccolta e riciclo dei rifiuti urbani e assimilati” Confindustria ‐ Viale dell’Astronomia, 30 Sala Pininfarina  ‐ 9.30/12.30 Il  Convegno  si  propone  di  fare  il  punto  sulla  complessa situazione attuale e  sulle  iniziative,  legislative e non, che hanno recentemente interessato il settore dei rifiuti urba‐ni,  dal Decreto‐Legge  “Salva  Roma‐ter”,  ai  recenti  inter‐venti dell’Antitrust, tra cui l’avvio dell’indagine conoscitiva sul settore, alla riforma del Codice Appalti, alle disposizio‐ni del Decreto “Sblocca Italia”. 

 Pordenone, 30 ‐ 31 ottobre 2014|  Punto di incontro ‐ lavoro, formazione e orientamento Fiera di Pordenone ‐ Viale Treviso, 1 ‐ 9:00/17:00 “Punto di  incontro per  i Giovani”, una due giorni per aiu‐tarli a scegliere il loro futuro. 

 Rimini, 5 ‐ 6  novembre 2014|  Stati Generali della Green Economy 2014 Ecomondo, Rimini Fiera ‐ Via Emilia, 1 ‐ 9:00/13:30 L’obiettivo  è  sviluppare,  attraverso  l’innovativo  metodo dell’elaborazione  partecipata,  una  piattaforma  program‐matica per  lo sviluppo di una green economy  in  Italia at‐traverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, non‐ché delle politiche e delle misure necessarie per migliora‐re la qualità ecologica dei settori strategici. 

 Torino, 12 ‐ 14 novembre 2014| Smart Mobility World 2014 Centro Congressi Lingotto ‐ Via Nizza, 280 ‐ 9:00/18:00 La prima manifestazione  europea   dedicata  alla mobilità del XXI secolo: sostenibile, connessa e  integrata  in grado di offrire una visione completa sui temi Smart City, Green Mobility e Connected Cars. 

 Milano, 18 ‐ 19 novembre 2014| BacktoWork24 EXPO  Una fiera per il rilancio del “Made in Italy”  Sede Sole 24 Ore ‐ Via Monte Rosa 91 Rilanciare davvero il Made in Italy? Bisogna anzitutto “fare rete”, unire competenze e suddividere  i costi.  In secondo luogo trovare risorse economiche e competenze. Si  tratta  della  prima  “fiera matching”  italiana,  una  fiera operativa,  risultante  da  idee  concrete  e  innovative  per trovare insieme  soluzioni. 

18

Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto  di poter comunicare dati  su se stessi e accedere ad informazioni aggregate  da parte di altri.  Le sveglie suonano prima  in caso di traffico, le piante comunicano all'innaffiatoio quando è il momento di  essere innaffiate, le scarpe  

da ginnastica trasmettono  tempi, velocità e distanza  per gareggiare in tempo  reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti  delle medicine avvisano  i familiari se si dimentica  di prendere il farmaco.  Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo  grazie al collegamento  alla Rete.

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17 RELOADER Magazine - Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Ottobre 2014

campi:  dai  processi  produttivi,  alla  logistica  e all’infomobilità,  fino  all'efficienza  energetica, all'assistenza  sanitaria  remota,  alla  tutela  am‐bientale.  Il  risultato  di  queste  applicazioni  sa‐rebbe  un  mondo  smart,  efficiente  ed  eco‐compatibile,  in cui si abbattono gli sprechi e si dispiega un'elevata qualità della vita. Insomma qualcosa di molto diverso dalla  realtà odierna ed anche da quelle cupe e inquinate atmosfere alla  Blade  Runner  che  si  accompagnano  alle iconografie  fantascientifiche  delle  società  del  futuro. Nonostante  i vantaggi offerti siano no‐tevoli, ed anche un po'  impressionanti, ci sono ancora delle criticità da affrontare prima di po‐ter  sfruttare  a  pieno  le  potenzialità  di  questa tecnologia. La principale è rappresentata dallo stato attuale delle  infrastrutture per  il trasferi‐mento dati che  sono  sfruttate a pieno  regime e, di conseguenza, incapaci di gestire un flusso di  informazioni  così elevato,  come quello  cau‐sato dall'utilizzo di tutti  i dispositivi hi‐tech. La seconda problematica è  la  sicurezza delle  tra‐

smissioni dati:  a  causa dell'elevata mole di  in‐formazioni  trasmesse  è  previsto  un  aumento delle minacce  da  dover  gestire  (e.g.  hacker). L'ultima  criticità  infine  si  riferisce  proprio  alla quantità di informazioni che si intendono gesti‐re attraverso l'IoT, le quali dovranno essere im‐magazzinate  in modo efficiente ed efficace ed essere sempre rapidamente e facilmente acces‐sibili. La soluzione a questo problema è rappre‐sentata dal  ‘Big data’, definito da  Idc  Italia co‐me: “una generazione di tecnologie e architet‐ture disegnate per estrarre Valore da un gran‐de Volume e da una grande Varietà di dati abili‐tandone la cattura, la scoperta e l’analisi ad alta Velocità”.  Le  principali  caratteristiche  del  Big data  sono  dunque:  l'acquisizione, memorizza‐zione ed accesso ad una considerevole mole di dati  (in Zettabyte, ovvero miliardi di Terabyte) che  richiede  una  potenza  di  calcolo  con  stru‐menti  dedicati  eseguiti  su  decine,  centinaia  o anche migliaia di server; la capacità di effettua‐re analisi dei dati  in tempo reale o quasi;  la ge‐

stione dell'interazione di informazioni prove‐nienti  da  fonti  eterogenee  gestendo  anche dati non strutturati (e.g. immagini, mail, dati GPS etc.)  a differenza dei  comuni database che gestiscono  esclusivamente dati  struttu‐rati (dati organizzati secondo schemi e tabel‐le rigide) ed infine la veridicità dei dati, ossia la loro qualità espressa in valore informativo che  si  riesce  ad  estrarre.  In  sostanza  il  Big data rappresenta un’opportunità per rende‐re più efficienti  i processi di analisi e di affi‐narne i risultati. Sta dunque finalmente cam‐biando il modo di intendere l'evoluzione tec‐nologica:  si  sta  passando  da  una mentalità puramente  consumistica,  basata  esclusiva‐mente sulla produzione di dispositivi sempre più tecnologicamente avanzati, ad una men‐talità che ha come fulcro lo sfruttare a pieno le capacità degli oggetti che già possediamo. Un notevole passo in avanti anche dal punto di  vista  ambientale  che,  si  spera, aiuti  final‐mente a ridurre la produzione di rifiuti. 

Roma, 21 ottobre 2014|  “Il mercato della raccolta e riciclo dei rifiuti urbani e assimilati” Confindustria ‐ Viale dell’Astronomia, 30 Sala Pininfarina  ‐ 9.30/12.30 Il  Convegno  si  propone  di  fare  il  punto  sulla  complessa situazione attuale e  sulle  iniziative,  legislative e non, che hanno recentemente interessato il settore dei rifiuti urba‐ni,  dal Decreto‐Legge  “Salva  Roma‐ter”,  ai  recenti  inter‐venti dell’Antitrust, tra cui l’avvio dell’indagine conoscitiva sul settore, alla riforma del Codice Appalti, alle disposizio‐ni del Decreto “Sblocca Italia”. 

 Pordenone, 30 ‐ 31 ottobre 2014|  Punto di incontro ‐ lavoro, formazione e orientamento Fiera di Pordenone ‐ Viale Treviso, 1 ‐ 9:00/17:00 “Punto di  incontro per  i Giovani”, una due giorni per aiu‐tarli a scegliere il loro futuro. 

 Rimini, 5 ‐ 6  novembre 2014|  Stati Generali della Green Economy 2014 Ecomondo, Rimini Fiera ‐ Via Emilia, 1 ‐ 9:00/13:30 L’obiettivo  è  sviluppare,  attraverso  l’innovativo  metodo dell’elaborazione  partecipata,  una  piattaforma  program‐matica per  lo sviluppo di una green economy  in  Italia at‐traverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, non‐ché delle politiche e delle misure necessarie per migliora‐re la qualità ecologica dei settori strategici. 

 Torino, 12 ‐ 14 novembre 2014| Smart Mobility World 2014 Centro Congressi Lingotto ‐ Via Nizza, 280 ‐ 9:00/18:00 La prima manifestazione  europea   dedicata  alla mobilità del XXI secolo: sostenibile, connessa e  integrata  in grado di offrire una visione completa sui temi Smart City, Green Mobility e Connected Cars. 

 Milano, 18 ‐ 19 novembre 2014| BacktoWork24 EXPO  Una fiera per il rilancio del “Made in Italy”  Sede Sole 24 Ore ‐ Via Monte Rosa 91 Rilanciare davvero il Made in Italy? Bisogna anzitutto “fare rete”, unire competenze e suddividere  i costi.  In secondo luogo trovare risorse economiche e competenze. Si  tratta  della  prima  “fiera matching”  italiana,  una  fiera operativa,  risultante  da  idee  concrete  e  innovative  per trovare insieme  soluzioni. 

18

Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto  di poter comunicare dati  su se stessi e accedere ad informazioni aggregate  da parte di altri.  Le sveglie suonano prima  in caso di traffico, le piante comunicano all'innaffiatoio quando è il momento di  essere innaffiate, le scarpe  

da ginnastica trasmettono  tempi, velocità e distanza  per gareggiare in tempo  reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti  delle medicine avvisano  i familiari se si dimentica  di prendere il farmaco.  Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo  grazie al collegamento  alla Rete.

Page 20: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

6 20

Entro il 2020 potremmo col‐

legarci  con  l’“Internet delle 

Cose”  [IoT  –  Internet  of 

Things] a 50 miliardi di mac‐

chine,  apparecchi,  oggetti, 

interconnessi  in  modo  da 

scambiarsi  informazioni  e 

ordini.  Queste  Cose  sareb‐

bero  molto  più  numerose 

degli esseri umani.  

Sarebbe utile? 

Dicono di si (ci lavorano dal 

1999)  enti  di  prestigio  non 

dediti alla  fantascienza. Fra 

questi:  IEEE  (Institute of E‐

lectrical and Electronics En‐

gineers),  CISCO  (azienda 

leader  mondiale  in  tecno‐

logia  delle  reti  informati‐

che), Telecom Italia, CSIRO   

(Commonwealth  Scientific 

and Industrial Research Or‐

ganization).    Le  tecnologie 

IoT  di  comunicazione  fra 

oggetti  e  sistemi  utilizzano 

collegamenti  a  radio  fre‐

quenza  (da  quelli  a  corto 

raggio  (tag  RFID)  a  quelli 

moderni)  e  connessioni  via 

Internet con protocolli  IP e 

19 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

RELOADER Magazine Inserto n.9/2014

Roberto Vacca 

Courtesy: Il Caffè - Locarno

L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo www.printandread.com

atel

ier.

net-

crea

ted

by R

ick

Sm

olan

, Je

nnife

r Er

witt

Page 21: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

6 20

Entro il 2020 potremmo col‐

legarci  con  l’“Internet delle 

Cose”  [IoT  –  Internet  of 

Things] a 50 miliardi di mac‐

chine,  apparecchi,  oggetti, 

interconnessi  in  modo  da 

scambiarsi  informazioni  e 

ordini.  Queste  Cose  sareb‐

bero  molto  più  numerose 

degli esseri umani.  

Sarebbe utile? 

Dicono di si (ci lavorano dal 

1999)  enti  di  prestigio  non 

dediti alla  fantascienza. Fra 

questi:  IEEE  (Institute of E‐

lectrical and Electronics En‐

gineers),  CISCO  (azienda 

leader  mondiale  in  tecno‐

logia  delle  reti  informati‐

che), Telecom Italia, CSIRO   

(Commonwealth  Scientific 

and Industrial Research Or‐

ganization).    Le  tecnologie 

IoT  di  comunicazione  fra 

oggetti  e  sistemi  utilizzano 

collegamenti  a  radio  fre‐

quenza  (da  quelli  a  corto 

raggio  (tag  RFID)  a  quelli 

moderni)  e  connessioni  via 

Internet con protocolli  IP e 

19 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

RELOADER Magazine Inserto n.9/2014

Roberto Vacca 

Courtesy: Il Caffè - Locarno

L’intera bibliografia del Prof. Vacca è disponibile all’indirizzo www.printandread.com

atel

ier.

net-

crea

ted

by R

ick

Sm

olan

, Je

nnife

r Er

witt

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21 22

IETF. Si mirava a  integrare fra 

loro  i  controlli  automatici  di 

strutture  diverse  (industrie, 

edifici,  città,  trasporti,  sanità, 

agricoltura, ambiente) e  ren‐

derne accessibili a distanza 

i sensori a operatori e pub‐

blico.  Software  distribuiti 

“creano  così  una  continui‐

tà virtuale fra oggetti fisici, 

l’ambiente e le loro rappre‐

sentazioni  su  Internet”.  Le 

parole  precedenti  sono  fra 

virgolette perché  le cito da u‐

na  pubblicazione  IEEE,  che, 

però,  non  chiarisce  in  detta‐

glio cosa accada. Dà per scon‐

tato che  i sistemi di controllo 

interconnessi siano  intelligen‐

ti  (smart),  cioè  contengano 

funzioni  di  intelligenza  artifi‐

ciale  che  migliorano  le  loro 

prestazioni. 

Esempi di  funzioni  intelligenti 

[fra  parentesi  le  funzioni  at‐

tuali]: 

telecamera smart riconosce 

e  apre porta di  casa  [usare 

chiave]; 

sensore  rivela  presenza  e 

accende luci [azionare inter‐

ruttore]; 

schermo mostra programmi 

dei  familiari per  la  giornata 

[inviano sms]; 

schermo  chiede  conferma 

d’ordine  al  supermercato 

[inviare e‐mail]; 

schermo  suggerisce  menu 

in base a provviste presenti             

[aprire il frigo]; 

schermo  offre  scelta  pro‐

grammi  TV  [usare  il  teleco‐

mando]. 

IoT  somiglia  molto  ad  AmI 

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

Page 23: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

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IETF. Si mirava a  integrare fra 

loro  i  controlli  automatici  di 

strutture  diverse  (industrie, 

edifici,  città,  trasporti,  sanità, 

agricoltura, ambiente) e  ren‐

derne accessibili a distanza 

i sensori a operatori e pub‐

blico.  Software  distribuiti 

“creano  così  una  continui‐

tà virtuale fra oggetti fisici, 

l’ambiente e le loro rappre‐

sentazioni  su  Internet”.  Le 

parole  precedenti  sono  fra 

virgolette perché  le cito da u‐

na  pubblicazione  IEEE,  che, 

però,  non  chiarisce  in  detta‐

glio cosa accada. Dà per scon‐

tato che  i sistemi di controllo 

interconnessi siano  intelligen‐

ti  (smart),  cioè  contengano 

funzioni  di  intelligenza  artifi‐

ciale  che  migliorano  le  loro 

prestazioni. 

Esempi di  funzioni  intelligenti 

[fra  parentesi  le  funzioni  at‐

tuali]: 

telecamera smart riconosce 

e  apre porta di  casa  [usare 

chiave]; 

sensore  rivela  presenza  e 

accende luci [azionare inter‐

ruttore]; 

schermo mostra programmi 

dei  familiari per  la  giornata 

[inviano sms]; 

schermo  chiede  conferma 

d’ordine  al  supermercato 

[inviare e‐mail]; 

schermo  suggerisce  menu 

in base a provviste presenti             

[aprire il frigo]; 

schermo  offre  scelta  pro‐

grammi  TV  [usare  il  teleco‐

mando]. 

IoT  somiglia  molto  ad  AmI 

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

Page 24: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

23 24

(Ambiente  intelligente):  un  ci‐

clo di  studi  sulle nuove  tecno‐

logie  integrate  per  collegare 

ogni  attività  umana  in  modo 

continuo  passando  da  ogni 

ambiente  a  ogni  altro.  Ci  co‐

minciò  a  lavorare  dal  1998  la 

Philips appoggiata a  ISTAG,  In‐

formation Society and Techno‐

logy  Advisory  Group  della 

Commissione  Europea,  che  ci 

investì  3,7 miliardi  di  Euro.  Lo 

scopo: definire scenari di infor‐

matica  e  comunicazione  al 

2020. Questi ambienti amiche‐

voli  verso  l'utente  (user‐

friendly),  faciliterebbero  le  in‐

terazioni  fra  persone,  circon‐

dandole  con  interfacce  intuiti‐

ve  incapsulate  negli  oggetti  e 

capaci di rispondere a ogni do‐

manda  degli  utenti.  L'intelli‐

genza sarà  inserita  in ogni og‐

getto e canale di comunicazio‐

ne. Sono quadri idillici, ma non 

si  sono  visti  grandi  successi. 

Per  disseminare  conoscenze 

vanno  generati  contenuti  su 

misura per i destinatari. È peri‐

coloso  supporre  che  cono‐

scenza e  intelligenza siano de‐

finibili  in modo univoco.  Se u‐

na questione è opinabile, van‐

no comunicati  i  termini del di‐

lemma,  non  risposte  perento‐

rie. Le controversie sono vitali 

per  il  progresso  culturale.  La 

bio‐diversità  delle  teorie  va 

conservata,  eliminando  le 

pseudo‐culture. 

Taluno  dice:  “ci  serve  ben  di 

più,  che  solo  più  tecnologia”. 

E' vero, ma non basta facilitare 

incombenze  banali.  Lo  scopo 

ultimo  deve  includere  anche 

obiettivi  socio‐culturali  signifi‐

cativi  che  giustificherebbero 

impegni  così  ambiziosi  e  che 

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

andranno definiti meglio. Si do‐

vranno  coinvolgere  industrie, 

scienziati, comunicatori. 

Offre  queste  funzioni  Google 

Glass:  sono gli occhiali di Goo‐

gle connessi in rete, contengo‐

no una fotocamera e un dispo‐

sitivo che mostra uno schermo 

virtuale da 25 pollici ‘sito’ a due 

metri dall’occhio. Si comanda a 

voce: “Fai una foto.” – “Manda 

la  foto a [email protected].” Go‐

ogle Glass obbedirà agli ordini. 

Inoltre risponde alle domande, 

e.g.  “A  che  distanza  si  trova  il 

Campidoglio?  Mostrami  una 

mappa.” 

“Porta  ritardo  il  mio  volo  per 

Milano e da quale gate parte?” 

“Chi era Carneade?” 

“Che cosa è l’oggetto che ho da‐

vanti?”.  

Se  ti  risponde:    “Il  Colosseo”, 

forse lo sapevi già o te lo pote‐

va dire un passante. Se rispon‐

de: “Una sedia.”, allora convie‐

ne  rivolgersi  a  consiglieri  più 

affidabili.    R. V.  

Page 25: RELOADER Magazine N.81 Ottobre 2014

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(Ambiente  intelligente):  un  ci‐

clo di  studi  sulle nuove  tecno‐

logie  integrate  per  collegare 

ogni  attività  umana  in  modo 

continuo  passando  da  ogni 

ambiente  a  ogni  altro.  Ci  co‐

minciò  a  lavorare  dal  1998  la 

Philips appoggiata a  ISTAG,  In‐

formation Society and Techno‐

logy  Advisory  Group  della 

Commissione  Europea,  che  ci 

investì  3,7 miliardi  di  Euro.  Lo 

scopo: definire scenari di infor‐

matica  e  comunicazione  al 

2020. Questi ambienti amiche‐

voli  verso  l'utente  (user‐

friendly),  faciliterebbero  le  in‐

terazioni  fra  persone,  circon‐

dandole  con  interfacce  intuiti‐

ve  incapsulate  negli  oggetti  e 

capaci di rispondere a ogni do‐

manda  degli  utenti.  L'intelli‐

genza sarà  inserita  in ogni og‐

getto e canale di comunicazio‐

ne. Sono quadri idillici, ma non 

si  sono  visti  grandi  successi. 

Per  disseminare  conoscenze 

vanno  generati  contenuti  su 

misura per i destinatari. È peri‐

coloso  supporre  che  cono‐

scenza e  intelligenza siano de‐

finibili  in modo univoco.  Se u‐

na questione è opinabile, van‐

no comunicati  i  termini del di‐

lemma,  non  risposte  perento‐

rie. Le controversie sono vitali 

per  il  progresso  culturale.  La 

bio‐diversità  delle  teorie  va 

conservata,  eliminando  le 

pseudo‐culture. 

Taluno  dice:  “ci  serve  ben  di 

più,  che  solo  più  tecnologia”. 

E' vero, ma non basta facilitare 

incombenze  banali.  Lo  scopo 

ultimo  deve  includere  anche 

obiettivi  socio‐culturali  signifi‐

cativi  che  giustificherebbero 

impegni  così  ambiziosi  e  che 

RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Ottobre 2014

andranno definiti meglio. Si do‐

vranno  coinvolgere  industrie, 

scienziati, comunicatori. 

Offre  queste  funzioni  Google 

Glass:  sono gli occhiali di Goo‐

gle connessi in rete, contengo‐

no una fotocamera e un dispo‐

sitivo che mostra uno schermo 

virtuale da 25 pollici ‘sito’ a due 

metri dall’occhio. Si comanda a 

voce: “Fai una foto.” – “Manda 

la  foto a [email protected].” Go‐

ogle Glass obbedirà agli ordini. 

Inoltre risponde alle domande, 

e.g.  “A  che  distanza  si  trova  il 

Campidoglio?  Mostrami  una 

mappa.” 

“Porta  ritardo  il  mio  volo  per 

Milano e da quale gate parte?” 

“Chi era Carneade?” 

“Che cosa è l’oggetto che ho da‐

vanti?”.  

Se  ti  risponde:    “Il  Colosseo”, 

forse lo sapevi già o te lo pote‐

va dire un passante. Se rispon‐

de: “Una sedia.”, allora convie‐

ne  rivolgersi  a  consiglieri  più 

affidabili.    R. V.  

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