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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Salvami Regina Numero 62 Giugno 2008 “Cristo nostra speranza”

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Salvami Regina

Numero 62 Giugno 2008

“Cristo nostra speranza”

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Statua venerata nella parrocchia di San Pietro Apostolo –

Montreal (Canada)

ietro, per tutti i tempi, dev’essere il custode della comunione con

Cristo; deve guidare alla comunio-ne con Cristo; deve preoccuparsi che la rete non si rompa e possa così perdurare la co-munione universale. Solo insieme possia-

mo essere con Cristo, che è il Signore di tut-ti. Responsabilità di Pietro è di garantire così la comunione con Cristo con la cari-tà di Cristo, guidando alla realizzazio-

ne di questa carità nella vita di og-ni giorno. Preghiamo che il Pri-mato di Pietro, affidato a pove-re persone umane, possa sempre essere esercitato in questo senso originario voluto dal Signore e possa così essere sempre più ri-

conosciuto nel suo vero sig-nificato dai fratelli anco-

ra non in piena comu-nione con noi.

(Benedetto XVI, Udien-za Generale del

7/6/2006)

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Anno X, numero 62, Giugno 2008

Direttore responsabile: Zuccato Alberto

Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Juliane

Vasconcelos A. Campos, Luis Alberto Blanco Cortés, Mariana Morazzani

Arráiz, Severiano Antonio de Oliveira

Amministrazione: Via San Marco, 2A

30034 Mira (VE) CCP 13805353

Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L.

353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD

www.araldi.org www.salvamiregina.it

Con la collaborazione dell’Associazione

Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio

ArAldi del VAngelo

Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5 00165 Roma

Tel. sede operativa a Mira (VE): 041 560 08 91

Montaggio: Equipe di arti grafiche

degli Araldi del Vangelo

Stampa e rilegatura: Istituto Veneto di Arti Grafiche

Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.

SalvamiRegina

Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella

della Nuova Evangelizzazione

SommariOScrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Formare missionari dell’Eucaristia (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . 5

Araldi nel mondo

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34

La Parola dei Pastori – Questo è il mio Corpo

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38

E’ accaduto nella Chiesa e nel mondo

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

Storia per bambini . . . . Un’intervista inedita

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

I Santi di ogni giorno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

L’angelo della Russia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

San Norberto di Magdeburgo – Il conte che divenne predicatore

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30

Intervista esclusiva a Sua Eminenza Cardinal Marc Ouellet, PSS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

I congressi eucaristici internazionali – Risposta del popolo di Dio all’amore del Signore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

Commento al Vangelo –La Pietra incrollabile

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12

La voce del Papa – “Cristo Nostra Speranza”

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

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4 Salvami Regina · Giugno 2008

Scrivono i lettori

InIzIatIva molto azzeccata

Con soddisfazione ho visto pubbli-cata la Litania del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo nella rivi-sta dello scorso marzo. È stata un’ini-ziativa molto azzeccata per la cono-scenza e la pratica di un ragguardevo-le culto, che compendia ed offre aspet-ti di enorme interesse della Passione e Morte del Signore Gesù.

P. Daniel Agacino, SJMontevideo – Uruguay

mIssIonarI del regno dI dIo

Ho ricevuto con immensa soddisfa-zione il CD musicale I più bei canti gre-goriani. Lo sto già ascoltando e lo fa-rò sempre. Un ringraziamento specia-le alla Corale Internazionale Araldi del Vangelo. Chiedo allo Spirito Santo che li illumini sempre affinchè continuino a regalarci queste musiche, celestiali.

Che Maria Santissima interce-da per voi, affinché anche per mezzo della Rivista Araldi del Vangelo pos-siate continuare ad essere veri mis-sionari del Regno di Dio.

P. Gregório Batista, SDBParrocchia Madonna Aussiliatrice

Rio de Janeiro – Brasile

PIenI dI amore a gesù sacramentato

La Rivista Araldi del Vangelo è la più bella che abbia mai letto. È incompara-bile, con i suoi bei esempi di santità, le sue pagine illustrate da meravigliose fo-to di ogni angolo di tanti paesi e le sue incantevoli storie. Quanto più i cileni la riceveranno, tanto maggiore sarà la lo-ro fede.

Nell’ultimo numero, negli artico-li La Testimonianza dei tre gigli, Con-vertito dall’Eucaristia ed Il Tesoro del-la Confessione, o nel reportage, con

numerosissime foto, Cominciare l’an-no ai piedi di Gesù Sacramentato, non credo che possa esserci gioia maggio-re del vedere tanti Araldi del Vangelo insieme, come discepoli di Gesù Cri-sto, pieni di amore verso Gesù Sacra-mentato. Molte grazie per darmi que-sta gioia.

È una rivista ricca e piacevole, che la gente non si stanca di leggere.

Herminia TorresOsorno – Cile

meravIglIosa nel fondo e nella forma

Mi rallegra molto ricevere ogni me-se la Rivista Araldi del Vangelo. È me-ravigliosa nella sostanza e nella forma. Le sue illustrazioni sono magnifiche e i suoi articoli, tutti, sono edificanti ed arricchenti. Non saprei dire quale mi piace di più. Faccio i miei complimen-ti a tutti coloro che vi collaborano. La sua lettura ci aiuta ad avere una mag-giore formazione religiosa, soprattutto per mezzo del Commento al Vangelo e dell’articolo La voce del Papa; con le sue belle fotografie, ci permette di co-noscere il lavoro degli araldi nel mon-do e ci rallegra mostrandoci come la devozione a Maria si estenda nei cin-que continenti, dandoci forza e unio-ne nella stessa Chiesa. Essa mi serve come lettura e meditazione.

Ana Maria Morgado MorgadoSan Pedro de Mérida – Spagna

Ho Portato la rIvIsta In ParroccHIa

Sono contenta di ricevere mensil-mente la Rivista e con gioia l’ho por-tata in parrocchia. Col il suo contenu-to è stata molto aprezzata e utile. Di-verse fedeli mi hanno chiesto se pote-te inviare la Rivista.

È una rivista completa per un cri-stiano. Le spiegazioni del Vangelo so-no molto accurate e significative.

Quello che mi colpisce di più è La Voce del Papa. Mi sembra di essere

innanzi a Lui e la sua guida mi tran-quillizza il mio spirito.

Lo Spirito Santo vi illumini nel vo-stro prezioso apostolato di risvegliare le nostre anime.

Bianca Rimini – RN

dalla PrIma all’ultIma PagIna

Voglio ringraziarvi per l’invio men-sile della Rivista Araldi del Vangelo. È con molta gioia che la ricevo; cerco sempre, nel mio orario, un po’ più di tempo libero per leggerla dalla prima all’ultima pagina, e poter assaporare il contenuto di tutti gli articoli che trovo sempre molto ricchi di belli e profondi messaggi evangelici.

Fra Albertino JorgeVouzela – Portogallo

la mIa vIta è cambIata

È grande la mia gioia quando ri-cevo la Rivista Araldi del Vangelo. Es-sa mi infonde vita e speranza, questo per me ha un grande valore. Infatti, la mia vita è cambiata dopo che ho co-minciato a leggere queste pubblica-zioni. Quello che mi era molto diffici-le da sopportare nella vita quotidiana, ora lo affronto con grande serenità, e per questo vi ringrazio molto.

Morgantini ElideChiusi – SI

messaggI cHe cI guIdano nella conoscenza dI dIo

Scrivo per ringraziare infinitamen-te per la meravigliosa Rivista Araldi del Vangelo. Tutti i numeri ospitano belle letture e sono molto importanti per il loro contenuto spirituale e i messaggi biblici che ci guidano nella conoscenza di Dio, Nostro Signore, di Gesù, nostro Salvatore e Redentore, della Vergine Maria, madre, avvocata e guida del-le famiglie, e della grande importanza che ha Maria nella Bibbia.

María RodríguezLima – Perù

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Salvami Regina

Numero 62

Giugno 2008

“Cristo nostra speranza”

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Giugno 2008 · Salvami Regina 5

Editoriale

Formare missionari dell’eucaristia

el 1881 si realizzava a Lille, in Francia, il primo Congresso Eucaristico In-ternazionale, di modeste proporzioni quanto al numero di partecipanti. È stata, tuttavia, un’occasione di molteplici grazie, incrementate generosa-

mente nei congressi successivi, servendo a riaccendere la fede delle moltitudini, in-clusi i giovani.

Nel frattempo, in vista della crescente espansione del secolarismo, dell’indiffe-renza religiosa e perfino dell’ostilità contro la Religione, queste grandi manifesta-zioni di fede in Gesù Eucarestia hanno acquistato una sempre maggiore importan-za negli ultimi decenni. E’ in questo contesto che dovrà realizzarsi il 49º Congresso, dal 15 al 22 di questo mese, a Quebec in Canada. Si attendono, con grande speran-za, i risultati di questo evento, oltretutto perché questa provincia francofona cana-dese ne ha proprio bisogno.

“Io sono il pane vivo che è sceso dal Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6, 51). Queste parole del Signore additano al fulcro del messaggio evan-gelico e, pertanto, della stessa vita ecclesiale. “Nella Santissima Eucaristia è racchiu-so tutto il tesoro spirituale della Chiesa, cioè, lo stesso Cristo”, ricordava il Concilio Va-ticano II, affermando anche che “tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri eccle-siastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati” (Presbyterorum ordinis, n.5).

Vari documenti ecclesiali evidenziano questa centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa: tra questi vale la pena ricordare l’Esortazione Apostolica Sacramen-tum Caritatis, del Papa Benedetto XVI (2007), e l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, di Giovanni Paolo II (2004).

In un’intervista concessa in esclusiva alla nostra rivista, l’Em.mo Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Quebec, spiega il significato più profondo del titolo del con-gresso, “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del Mondo”: la necessità di “sottoline-are il ruolo di Dio nella società”. La promozione dell’Adorazione Eucaristica sta al centro del Congresso “come messaggio della Chiesa al mondo. Dal Santissimo Sacra-mento emanano la carità, l’evangelizzazione e la santità nella vita quotidiana, doni che la Chiesa riceve e comunica agli altri. “Favorire questa pratica costituisce anche “uno degli obiettivi pratici del Congresso” a richiesta dello stesso Papa, poiché essa riguar-da il Primo Comandamento del Decalogo, il più importante di tutti.

Il Cardinale risalta il fondamentale valore della santità, alla quale siamo tutti chia-mati. “Se, come cristiani e cattolici, vivremo la santità in forma autentica, il mondo com-prenderà il Vangelo”. Per questo, sottolinea ancora il porporato canadese, dobbiamo permettere che Dio “agisca liberamente in noi, in primo luogo. E, per mezzo di noi, nel mondo, con le missioni, con l’evangelizzazione, con le lotte per la giustizia e la pace, con il coinvolgimento nei problemi della vita e risolvendo i problemi umani”.

Per concludere, il Cardinal Ouellet manifesta la speranza che “i partecipanti possa-no ritornare alle loro case con il fuoco nel loro spirito, trasformati in missionari dell’Euca-ristia”. Unendo le nostre preghiere a quelle di lui, anche noi, per mezzo della Madon-na del Santissimo Sacramento, chiediamo con forza a Dio queste grazie.

Arrivo di Benedet-to XVI allo Yankee Stadium, a New York, durante il Viaggio Apostolico negli Stati Uniti

(Foto: Gustavo Kralj)

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“Cristo Nostra Speranza”

LDon Timothy Joseph Ring, EP

Viaggio apostolico di Benedetto XVi negli stati Uniti d’america

6 Salvami Regina · Giugno 2008

la Voce del papa

Con la recente visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti, il popolo americano ha sperimentato l’affettuoso zelo del “Buon Pastore” ed ha ricevuto giubilante il suo messaggio. Il mondo, oggi, ha detto il Papa, ha bisogno più che mai di speranza: speranza di pace, di giustizia e di libertà; ma questa speranza non può diventare realtà senza l’obbedienza alla legge di Dio.

a voce di Benedetto XVI, le sue parole e il suo mes-saggio hanno precedu-to il suo arrivo ancor pri-ma che egli calpestas-

se il suolo nord-americano, il 15 apri-le scorso per la prima volta da quan-do è Papa.

“È Dio che ci salva”, ha dichiarato il Santo Padre nel messaggio preparato-rio al suo viaggio apostolico. “Egli salva il mondo e la storia. Egli è il Pastore del suo popolo e io vado, inviato da Gesù Cristo, a portare la sua Parola di Vita”.

Ma è stato forse il “portare”, per-sonificato nella presenza del Succes-sore di Pietro tra i nord-americani, questo contatto quotidiano e perso-nale del popolo con il Papa, che ha portato una nuova vitalità al messag-gio eterno del Salvatore.

Durante questo viaggio di sei gior-ni, il Papa ha trattato delle realtà af-frontate dalla Chiesa negli Stati Uni-ti. Nel suo sublime ed universale ruo-lo, come rappresentante di Cristo sulla terra, Benedetto XVI ha saputo

personificare il Buon Pastore e il Di-vino Medico – riunendo gli elementi più disparati del suo gregge , e appli-cando loro il balsamo del vero amore di Cristo e della fedeltà al Vangelo.

Il tema scelto in questo viaggio apo-stolico è stato “Cristo nostra Speranza”. Il Pontefice ha delineato la profondità di queste “tre parole semplici, ma essen-ziali”, nel riferito messaggio agli ame-ricani: “Il mondo infatti ha più che mai bisogno di speranza: speranza di pace, di giustizia, di libertà, ma non potrà re-alizzare questa speranza senza obbedi-re alla legge di Dio, che Cristo ha porta-to a compimento nel comandamento di amarci gli uni gli altri”.

La Chiesa negli Stati Uniti corri-sponde alla terza maggiore popolazio-ne cattolica del mondo. Con penetran-te visione e discernimento, Benedetto XVI ha saputo abbracciare tutto il pa-norama nord-americano. È stato con rappresentanti ufficiali del governo e, allo stesso modo, ha orientato e inco-raggiato vescovi, sacerdoti e semina-risti. Ha definito i criteri di un auten-

tico e fruttifero dialogo ecumenico, ha amministrato i Sacramenti ai fedeli, ha predicato agli educatori, ha conquista-to la gioventù e ha steso una mano e un cuore paterno a coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.

Libertà: “Un richiamo al-la responsabilità personale”

Il Santo Padre è sbarcato alla base aerea di Andrews, Maryland, il giorno 15 aprile ed è stato ricevuto personal-mente dal Presidente degli Stati Uni-ti, George W. Bush, con un gesto sen-za precedenti da parte del capo di sta-to di questo paese. I nord-americani, da parte loro, si sono mostrati ricono-scenti per il gesto discretamente affet-tuoso del Pontefice, che ha fatto coin-cidere il suo arrivo con la vigilia del suo stesso compleanno.

L’indomani, 16 aprile, giorno in cui compiva 81 anni, il Papa è stato omag-giato con una salva di 21 spari, duran-te il ricevimento di benvenuto nel giar-dino della Casa Bianca, dove erano pre-senti più di 9.000 invitati. In risposta al-

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le parole del Presidente, il Papa ha di-chiarato: “Nell’accingermi a dare inizio alla mia visita, confido che la mia presen-za possa essere fonte di rinnovamento e di speranza per la Chiesa negli Stati Uniti”.

Riguardo alla libertà, tanto deside-rata dai nord-americani e tanto radi-cata nei documenti di fondazione del paese, il Papa ha ricordato: “La libertà non è solo un dono, ma anche un appel-lo alla responsabilità personale. Gli ame-ricani lo sanno per esperienza [...]La di-fesa della libertà chiama a coltivare la virtù, l’autodisciplina, il sacrificio per il bene comune ed un senso di responsabi-lità nei confronti dei meno fortunati”.

Una profonda sete di Dio

La sera stessa, il Papa ha recitato i Vespri con l’Episcopato Nord-Ameri-cano riunito nella Basilica del Santua-rio Nazionale dell’Immacolata Con-cezione, a Washington, D. C., salutato a nome di tutti dal cardinal Francis E. George, OMI, Arcivescovo di Chicago.

Ringraziando, per le sue parole, il cardinale e rispondendo alle domande formulate dai vescovi, il Papa ha elogia-to la vitalità e diversità degli Stati Uniti d’America. Ha allertato, nel contempo, contro le peculiari influenze del “tipo di secolarismo nord-americano”, che “per-mette la professione della credenza in Dio, e rispetta il ruolo pubblico della reli-gione e delle chiese, ma allo stesso tempo riduce sottilmente la credenza religiosa al minimo denominatore comune”.

Sebbene gli Stati Uniti siano un “Paese contrassegnato da un genuino spirito religioso, la sottile influenza del secolarismo può tuttavia segnare il mo-do in cui le persone permettono che la fede influenzi i propri comportamenti”. Per questo, “occorre resistere ad ogni tendenza di considerare la religione co-me un fatto privato. Solo quando la fe-de permea ogni aspetto della vita, i cri-stiani diventano davvero aperti alla po-tenza trasformatrice del Vangelo “.

Benedetto XVI ha concluso offren-do un antidoto all’influenza del mate-rialismo: “Le persone hanno oggi biso-gno di essere richiamate allo scopo ul-

Washington – Benedetto XVI durante la celebrazione dei Vespri nel Santuario Nazionale dell’Immacolata

Concezione (sopra). Molti fedeli hanno attraversato il paese per

vedere il Papa, riempiendo il Nationals Parks, il 17

aprile. Era dal 1979 che un Papa non celebrava

l’Eucaristia nella capitale americana.

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8 Salvami Regina · Giugno 2008

timo dell’esistenza. Hanno bisogno di riconoscere che dentro di loro vi è una profonda sete di Dio. Hanno bisogno di avere l’opportunità di attingere al poz-zo del suo amore infinito. È facile essere ammaliati dalle possibilità quasi illimi-tate che la scienza e la tecnica ci offro-no; è facile compiere l’errore di pensare di poter ottenere con i nostri propri sfor-zi l’adempimento dei bisogni più pro-fondi. Questa è un’illusione.[...]

“Lo scopo di ogni nostra attività pastorale e catechetica, l’oggetto del-la nostra predicazione, il centro stes-so del nostro ministero sacramentale deve esser quello di aiutare le perso-ne a stabilire ed alimentare una simi-le relazione vitale con “Cristo Gesù, nostra speranza” (1 Tm 1,1)”.

La nostra devozione ci aiu-ta a parlare e ad opera-re “in persona Christi”

Sempre in quest’incontro con i ve-scovi nord-americani, il Papa ha addita-to la crisi morale che domina il mondo, e le conseguenze drastiche della stessa sui bambini e la famiglia, “elemento ba-silare della Chiesa e della società”.

Erano presenti circa 350 prelati ad ascoltare attentamente, ed in certi mo-menti persino con emozione, le paro-le del Papa. A loro è stata ricordata la sublime dignità del richiamo episcopa-le, come l’orazione e lo zelo pastorale, sempre rinnovati, siano mezzi sicuri ed efficaci per proteggere e sanare il greg-ge che è stato loro affidato.

“Dobbiamo riscoprire la gioia di vive-re un’esistenza incentrata su Cristo, colti-vando le virtù ed immergendoci nella pre-ghiera. Quando i fedeli sanno che il loro pastore è uomo che prega e dedica la pro-pria vita al loro servizio, rispondono con quel calore ed affetto che nutre e sostiene la vita dell’intera comunità. […]

In tale maniera, la devozione ci aiuta a parlare e ad agire in persona Christi, ad insegnare, governare e santificare i fedeli nel nome di Gesù, recando la sua riconci-liazione, la sua guarigione ed il suo amore a tutti i suoi amati fratelli e sorelle”.

47.000 i cattolici che riempivano lo stadio

Percorrendo i vari tragitti tra i diver-si eventi, il Santo Padre è stato accla-mato dalla popolazione di Washington.

Impiegati uscivano dai loro uffi-ci per poter vedere, anche se per bre-vi istanti, il Vicario di Cristo. Durante questa visita, molti americani – inclusi i non cattolici – hanno commentato fre-quentemente, tanto tra loro come nel-la stampa, la dignità, la grandezza ed il calore emanati dal distinto personag-gio vestito di bianco.

Nella Celebrazione Eucaristica, nel Nationals Park, il 17 aprile, il popolo di Washington è accorso numeroso. I 45.000 cattolici, approssimativamente, che hanno riempito lo stadio sono sta-ti appena una parte dei 200.000 ingres-si richiesti.

La sua omelia durante la Messa Vo-tiva dello Spirito Santo si è mostra-ta piena di speranza: “Nell’esercizio del mio ministero di Successore di Pietro so-no venuto in America per confermare voi, cari fratelli e sorelle, nella fede degli Apostoli (cfr Lc 22,32). Sono venuto per proclamare nuovamente, come san Pie-tro proclamò nel giorno di Pentecoste, che Gesù Cristo è Signore e Messia, ri-suscitato da morte, seduto alla destra del Padre nella gloria e costituito giudice dei vivi e dei morti (cfr At 2, 14ss). Sono ve-

Cattedrale di San Patrizio – Alla fine della Messa in commemorazione del 3º compleanno del suo

pontificato, il 19 aprile, Benedetto XVI ha affermato dal profondo del suo cuore: “In questo momento posso

solo ringraziare il vostro amore alla Chiesa e a Gesù; ringraziarvi perché donate il vostro amore pure al

povero Successore di San Pietro”.

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nuto per ripetere l’urgente esortazione de-gli Apostoli alla conversione per il perdo-no dei peccati e per implorare dal Signo-re una nuova effusione dello Spirito San-to sulla Chiesa in questo Paese”.

La “crisi della verità” ha ra-dici nella “crisi della fede”

Il magistrale teologo e professore ha brillato nell’atto accademico rea-lizzato nello stesso giorno, nella Ca-tholic University of America, quan-do Benedetto XVI si è rivolto a più di 400 presidenti di università catto-liche, riuniti insieme a rappresentanti diocesani dell’area dell’educazione.

Parlando ai professori ed ammini-stratori, il Papa ha loro ricordato il “do-vere e privilegio” che hanno, nel garan-tire che gli studenti siano istruiti nella dottrina e nella pratica della Religio-ne. La “crisi di verità”, ha sottolineato, ha radice nella “crisi della fede”. Anco-ra una volta ha segnalato il vero senso della libertà, questa volta, nel contesto dell’educazione:

“L’autentica libertà non può mai esse-re raggiunta nell’allontanamento da Dio. […]Quando nulla aldilà dell’individuo

è riconosciuto come definitivo, il criterio ultimo di giudizio diventa l’io e la soddi-sfazione dei desideri immediati dell’indi-viduo. L’obiettività e la prospettiva, che derivano soltanto dal riconoscimento dell’essenziale dimensione trascenden-te della persona umana, possono andare perdute. All’interno di un simile orizzonte relativistico gli scopi dell’educazione ven-gono inevitabilmente ridotti. Lentamen-te si afferma un abbassamento dei livelli. Osserviamo oggi una certa timidezza di fronte alla categoria del bene e un’incon-sulta caccia di novità in passerella come realizzazione della libertà”.

Visita alla sede delle Nazioni Unite

Il venerdì 18, il Papa è arrivato all’eliporto di Wall Street, a Manhat-tan, per dirigersi all’Assemblea Ge-nerale delle Nazioni Unite. Qui, ha sottolineato l’importanza dei diritti umani, in quanto fondati nella legge naturale e nella dignità data da Dio a ogni persona, e ha ricordato l’obbli-go di includere la libertà religiosa tra questi diritti:

“È perciò inconcepibile che dei cre-denti debbano sopprimere una parte di

se stessi – la loro fede – per essere cittadi-ni attivi; non dovrebbe mai essere neces-sario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti. I diritti collegati con la reli-gione sono quanto mai bisognosi di esse-re protetti se vengono considerati in con-flitto con l’ideologia secolare prevalente o con posizioni di una maggioranza religio-sa di natura esclusiva”.

Mantenersi uniti all’in-segnamento sicuro

Nello stesso giorno 18, ha celebrato nella Chiesa di San Giuseppe, a New York, un incontro ecumenico di pre-ghiera. Il Santo Padre ha parlato in modo sereno, ma obiettivo, di un te-ma a volte offuscato dall’ambiguità:

“Anche all’interno del movimento ecumenico i Cristiani possono mostrar-si riluttanti ad asserire il ruolo della dot-trina per timore che esso possa soltanto esacerbare piuttosto che curare le ferite della divisione. Malgrado ciò, una chia-ra e convincente testimonianza resa alla salvezza operata per noi in Cristo Gesù deve basarsi sulla nozione di un insegna-mento apostolico normativo – un inse-gnamento che davvero sottolinea la pa-

Fifth Avenue – Migliaia di

statunitensi, di tutte le classi sociali, hanno aspettato

con gioia, rispetto e affanno l’arrivo

del Papa nel cuore di New York, per

la messa nella Cattedrale di

St. Patrick.

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10 Salvami Regina · Giugno 2008

rola ispirata di Dio e sostiene la vita sa-cramentale dei Cristiani di oggi.

Soltanto “restando saldi” all’inse-gnamento sicuro (cfr 2 Ts 2, 15) riusci-remo a rispondere alle sfide con cui sia-mo chiamati a confrontarci in un mon-do che cambia. Soltanto così daremo una testimonianza ferma alla verità del Vangelo e al suo insegnamento morale. Questo è il messaggio che il mondo si aspetta di sentire da noi”.

Messa nella Cattedra-le di San Patrizio

Il giorno 19, il Santo Padre ha cele-brato il terzo anniversario del suo pon-tificato, in compagnia di vescovi, sacer-doti, diaconi, religiosi e religiose, con una Messa nella Cattedrale di San Pa-trizio, nella 5ª Avenue di New York.

Il Papa ha preso la struttura gotica di questo storico tempio – uno dei prin-cipali monumenti religiosi del paese – come punto di partenza per una rifles-sione “sulle nostre vocazioni particolari all’interno dell’unità del Corpo mistico”.

Ha illustrato il mistero della stes-sa Chiesa, utilizzando l’immagine del-le vetrate. Come accade con queste, “è

solo dal di dentro, dall’esperienza di fede e di vita ecclesiale che vediamo la Chie-sa così come è veramente: inondata di grazia, splendente di bellezza, adorna dei molteplici doni dello Spirito”.

Durante l’omelia, il Papa ha rivolto un ardente invito al rinnovamento spi-rituale: “Mentre ringraziamo per queste preziose benedizioni del passato e consi-deriamo le sfide del futuro, vogliamo im-plorare da Dio la grazia di una nuova Pentecoste per la Chiesa in America.[…]

Volgiamo dunque il nostro sguardo in alto! E con grande umiltà e fiducia chie-diamo allo Spirito di metterci in grado ogni giorno di crescere nella santità che ci renderà pietre vive nel tempio che Egli sta innalzando proprio adesso in mezzo al mondo. Se dobbiamo essere forze vere di unità, allora impegniamoci ad essere i primi a cercare una riconciliazione in-teriore mediante la penitenza! Perdonia-mo i torti subiti e soffochiamo ogni senti-mento di rabbia e di contesa![…]

Impegniamoci ad essere i primi a dimostrare l’umiltà e la purità di cuore necessarie per avvicinarci allo splendo-re della verità di Dio! In fedeltà al de-posito della fede affidato agli Aposto-

li (cfr 1 Tm 6,20), impegniamoci ad es-sere gioiosi testimoni della forza tra-sformatrice del Vangelo![…]

E quando poi usciremo da questa grande chiesa, andiamo come araldi della speranza in mezzo a questa città e in tutti quei luoghi dove la grazia di Dio ci ha posto.”

Incontro paterno con i giovani

È stato nell’incontro con la gio-ventù, soprattutto, che il cuore pater-no di Benedetto XVI si è rivelato nel-la forma più completa. In questo stes-so giorno, il papa si è riunito con circa 25.000 giovani, tra i quali centinaia di candidati al sacerdozio, nel Seminario di San Giuseppe. Poco prima, aveva salutato un gruppo costituito da giova-ni disabili, incoraggiandoli con parole brevi, ma calorose: “A volte è arduo tro-vare una ragione per quanto appare sol-tanto come una difficoltà da superare o un dolore da affrontare. Nonostante ciò la fede ci aiuta a spalancare l’orizzonte al di là di noi stessi e vedere la vita co-me Dio la vede. L’amore incondiziona-to di Dio, che raggiunge ogni individuo, è un indicatore di significato e di scopo

Yankee Stadium – Il famoso stadio è diventato una chiesa all’aperto per la Messa del Papa il 20 aprile. Il luogo era affollato, giacché tutti volevano avere l’opportunità

d’essere vicino al Vicario di Cristo.

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Giugno 2008 · Salvami Regina 11

per ogni uomo. Attraverso la sua Cro-ce, Gesù ci fa veramente entrare nel suo amore salvifico (cfr Gv 12,32)”.

Durante tutto questo viaggio apo-stolico, è stata visibile la gioia del Pon-tefice nel poter stare con i giovani. Ha camminato senza fretta tra bambini e giovani, in diverse occasioni. Si è ap-prossimato a loro, ha teso la mano, ha tracciato piccole croci sulla fronte, o semplicemente ha diretto loro uno sguardo clemente e comprensivo.

Visita a Ground Zero

La domenica, giorno 20, in uno dei momenti più gravi della sua visita, il Papa ha benedetto il luogo dove si trovavano gli edifici del World Trade Center, distrutti nel tragico attenta-to terrorista dell’11 settembre 2001. Il Papa ha pregato Dio dell’”amo-re, compassione e della riconciliazio-ne” in quel luogo “scenario di incredi-bile violenza e dolore” e ha benedetto tutti i presenti solennemente. Più tar-di, molte persone formavano file per poter pregare, inginocchiate, nel luo-go dove Benedetto XVI aveva appe-na finito di farlo.

Messa allo Yankee Stadium: “Venga a noi il Tuo Regno”

La visita pastorale del Papa si è conclusa con una Messa da campo nello Yankee Stadium il giorno 20. Quel giorno si commemorava una data storica per i cattolici americani: il 200º anniversario dell’elevazione della prima diocesi del paese – Bal-timora – ad Arcidiocesi Metropolita-na, come pure la creazione delle dio-cesi di New York, Boston, Louisvil-le e Filadelfia. Circa 58.000 persone hanno partecipato alla celebrazione.

“Ogni giorno in questa terra – ha detto il Papa nella sua Omelia - voi e molti dei vostri vicini pregano il Padre con le parole stesse del Signore: “Venga il tuo Regno”. Tale preghiera deve for-giare la mente ed il cuore di ogni cri-stiano in questa Nazione. Deve portar frutto nel modo in cui vivete la vostra esistenza e nella maniera nella quale costruite la vostra famiglia e la vostra comunità. […]

Pregare con fervore per la venuta del Regno - ha aggiunto il Pontefice - significa inoltre essere costantemente all’erta per i segni della sua presenza,

operando per la sua crescita in ogni settore della società. Vuol dire affron-tare le sfide del presente e del futu-ro fiduciosi nella vittoria di Cristo ed impegnandosi per l’avanzamento del suo Regno”.

Partenza all’aeropor-to John F. Kennedy

Le ultime parole del Papa al po-polo americano, alla sua partenza il giorno 20, sono state semplici: “Con queste espressioni di commiato vi chie-do di ricordarvi di me nelle vostre pre-ghiere, mentre vi assicuro il mio affetto e la mia amicizia nel Signore. Dio be-nedica l’America!”.

I nord-americani hanno potuto sentire la profondità di queste paro-le di Benedetto XVI, allo stesso mo-do in cui hanno potuto sentire la forza dei suoi messaggi di speranza. Duran-te tutto il viaggio, hanno sperimentato in se stessi l’affettuoso zelo del “Buon Pastore”, che dà la vita per le sue pe-core; sono stati testimoni diretti del-la forte azione di presenza di questa “Pietra”, sulla quale la Chiesa di Dio è stata edificata.

Il popolo statunitense ha applaudito l’appello del Papa ai giovani: “Uomini e donne giovani d’America,

insisto: aprite i cuori al chiamato di Dio e seguiteLo nel sacerdozio e nella vita religiosa.”

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E

12 Salvami Regina · Giugno 2008

a Vangelo Assendo giunto Gesù nella re-gione di Cesarèa di Filip-po, chiese ai suoi discepoli:

“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Risposero: “Alcuni Gio-vanni il Battista, altri Elia, altri Ge-remia o qualcuno dei profeti”. Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”. Rispo-se Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù, rispondendo gli disse: “Be-ato te, Simone figlio di Giona, per-ché né la carne né il sangue te l’han-no rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non pre-varranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà lega-to nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16, 13-19)

Statua di San Pietro rivestita coi paramenti pontificali - Basilica Vaticana

Vic

tor

Toni

olo

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La Pietra incrollabile

Don João Scognamiglio Clá Dias, EP

Tutto quanto si dice relativamente al Papa riguarda

direttamente, intimamente,

indissolubilmente, Gesù Cristo

Giugno 2008 · Salvami Regina 13

commento al Vangelo – solennità di san pietro e paolo

Un semplice pescatore della Betsaida proclama che il figlio di un falegname è realmente Figlio di Dio, per natura. Costui, in seguito, annuncia che edificherà un’opera indistruttibile e lascerà in mano del suo amministratore “le chiavi del Regno del Cielo”. L’ambiente che lo circonda è povero, arido, ma di una certa grandezza. Lì è piantato il grano di senape, dal quale nasceranno le chiese, le cerimonie, le università, i martiri, dottori e santi, insomma la Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana.

I – ConsIderazIonI InIzIalI

È difficile incontrare qualcuno che abbia mai messo in dubbio la conso-nanza della sonorità di cristalli armo-nici. Basta un semplice tocco, in uno solo di loro, affinché anche gli altri risuonino. È, addirittura, una prova per riconoscere l’autenticità di que-sta o quella coppa.

Così avviene anche nel campo del-le anime. Discerniamo quella che è visceralmente cattolica e con facilità la differenziamo dalla debole, atea o eretica, quando facciamo “risuonare” una semplice nota: l’amore al Papato, qualunque sia il Papa. Diventano in-candescenti le anime ferventi, indif-ferenti quelle deboli, indisposte alcu-ne, ecc.

Questo è dunque l’argomento del Vangelo di oggi. Per prepararci a contemplare le prospettive che esso ci manifesta, ci è parso opportuno ri-produrre le considerazioni trascritte di seguito. Potremo, in questo modo,

senza eccezione alcuna, né condizione, né restrizione, è subordinato, condizio-nato, dipendente dall’unione alla Cat-tedra di San Pietro. Le istituzioni più sacre, le opere più venerabili, le tradi-zioni più sante, le persone più cospicue, tutto quanto insomma che possa espri-

mere più genuinamente e altamente il Cattolicesimo e ornare la Chiesa di Dio, tutto questo diventa nullo, male-detto, sterile, degno del fuoco eterno e dell’ira di Dio, se disgiunto dal Roma-no Pontefice. Conosciamo la parabola della vite e dei tralci. In questa parabo-la, la vite è Nostro Signore, i tralci sono i fedeli. Ma siccome Nostro Signore Si è legato indissolubilmente alla Catte-dra Romana, si può dire con tutta sicu-rezza che la parabola sarebbe vera raf-figurando la vite come la Santa Sede, e i tralci come le varie Diocesi, Parroc-chie, Ordini Religiosi, istituzioni parti-colari, famiglie, popoli e persone che costituiscono la Chiesa e la Cristiani-tà. Tutto questo sarà veramente fecon-do soltanto nella misura in cui sarà in intima, calorosa, incondizionata unio-ne con la Cattedra di San Pietro.

‘Incondizionata’, abbiamo detto, e a ragione. In morale, non ci sono con-dizionalismi legittimi. Tutto è subordi-nato alla grande ed essenziale condi-

avere una nozione della qualità del “cristallo” della nostra anima:

“Tutto ciò che nella Chiesa esiste quanto a santità, autorità, virtù sopran-naturale, tutto questo, ma proprio tutto

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All’interrogare gli apostoli, Gesù vuole portarli a

proclamare la verità

14 Salvami Regina · Giugno 2008

zione di servire Dio. Dato che il Santo Padre è infallibile, l’unione al suo in-fallibile magistero può solamente esse-re incondizionata.

Per questo, è segno di vigore spiri-tuale, un’estrema suscettività, un fre-mito delicatissimo e vivace dei fede-li per tutto quanto riguardi la sicurez-za, gloria e tranquillità del Romano Pontefice. Dopo l’amore a Dio, è que-sto il più alto degli amori che la Reli-gione ci insegna. L’uno e l’altro amo-re addirittura si confondono. Quando Santa Giovanna d’Arco fu interroga-ta dai persecutori che la volevano ucci-dere, e che per questo scopo cercavano di farla cadere nell’errore teologico con qualche domanda capziosa, ella rispo-se: ‘Quanto a Cristo e alla Chiesa, per me sono una cosa sola’. E noi possia-mo dire: ‘ Per noi, tra il Papa e Gesù Cristo non c’è differenza’. Tutto quan-to si dice relativamente al Papa riguar-da direttamente, intimamente, indisso-lubilmente, Gesù Cristo”1.

II – Il Vangelo: “Tu es PeTrus”

Domanda di Gesù e circostanze nelle quali fu formulata

Essendo giunto Gesù nella regio-ne di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”.

La città nella quale si svolge il Van-gelo di oggi era stata costruita dal te-trarca Filippo che, per attirarsi la sim-patia dell’imperatore Cesare Augusto, le diede il nome di Cesarea. La Sto-ria non conosce l’esatto percorso in-trapreso dal Signore e dagli aposto-li in quel momento degli avvenimen-ti; l’ipotesi più probabile è quella che avessero attraversato la via di Dama-sco a Gerusalemme, presso il ponte delle Figlie di Giacobbe. Il territorio dove nasce il fiume Giordano, com-preso tra Giulia e Cesarea, è roccioso, solitario e accidentato. Fu in questa località montuosa e pietrosa che Ero-de il Grande, eresse un vistoso tempio

un preannuncio del rifiuto del regno messianico, da parte dei giudei, e il loro definitivo trasferimento in seno ai gentili.

“Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato… “ (Lc 9, 18). Secondo il racconto di San Luca, tut-ta la conversazione narrata nel Van-gelo di oggi si realizzò dopo che Gesù Si era ritirato e Si era lasciato “per-dere”, con le sue facoltà umane, nel-le infinitezze del suo Padre eterno. Egli utilizzò questo mezzo infallibile di azione, la preghiera, per conferire radici e linfa immortali all’opera che avrebbe lanciato.

Secondo la Glossa, “volendo con-fermare i suoi discepoli nella fede, il Salvatore comincia con l’allontana-re dal loro spirito le opinioni e gli er-rori che altri avrebbero potuto infon-dergli” 2; ossia, invitandoli ad avere una chiara coscienza degli equivo-ci dell’opinione pubblica riguardo al-la Sua identità, fortificava in loro le convinzioni. È curioso il commento di San Giovanni Crisostomo sul ca-rattere “sommamente malizioso” 3 del giudizio emesso dagli scribi e dai fa-risei riguardo al Signore, molto diffe-rente da quello dell’opinione pubbli-ca che, malgrado fosse erroneo, non era mosso da nessuna malizia.

Gesù non chiede che cosa pensi-no gli altri di Lui, ma cosa pensino

Dettaglio del quadro “Cristo consegna le chiavi a San Pietro”, di Vicente Catena – Museo del Prado, Madrid

di marmo bianco in omaggio all’impe-ratore Cesare Augusto. Calcando le pietre di questa regione, forse alla vi-sta di questo tempio in cima alle roc-ce, avvenne che si stabilì il dialogo du-rante il quale diventarono esplicite per gli apostoli la natura divina di Gesù e l’edificazione della Santa Chiesa.

Conviene non dimenticarci quanto la divina pedagogia di Gesù sceglies-se gli accidenti della natura sensibi-le per uno scopo didattico, in modo che chi ascoltava potesse comprende-re meglio le realtà invisibili dell’uni-verso della fede. A questo proposito, sono innumerevoli i casi che merite-rebbero di essere citati, ma ci basta ricordare il modo in cui Egli ha con-vocato i due fratelli pescatori, Pietro e Andrea: “Seguitemi ed Io vi farò pe-scatori di uomini” (Mt 4, 19). Non si tratta, pertanto, di basarci su ragio-ni meramente poetiche per supporre che lo svolgimento di questo dialogo si sia verificato sulle pietre; contiene un elevato tenore simbolico. Lì erano presenti le rocce che dovevano per-petuarsi e la contemplazione di que-ste creature minerali, frutto della sua onnipotenza, rendeva più bella la so-lenne profezia dell’edificazione della sua indistruttibile Chiesa.

Alcuni autori mettono in risalto un altro importante aspetto: il fat-to che Gesù abbia scelto una re-gione appartenente al mon-do pagano per manifestarSi come Figlio di Dio e fonda-re il primato della sua Chie-sa. Essi interpretano come

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Pietro parlava interpretando

l’opinione di tutti, in quanto era il più fervente e il principale

Giugno 2008 · Salvami Regina 15

riguardo al Figlio dell’Uomo, “ al fi-ne di sondare la fede degli apostoli e dar loro l’occasione di dire liberamen-te quello che sentivano, sebbene Egli non oltrepassasse i limiti di quello che avrebbe potuto suggerirgli la sua santa Umanità” 4. Con tutte le conoscenze che Gli erano proprie, dal divino allo sperimentale, Gesù sapeva quali era-no le opinioni che circolavano sulla Sua persona, non aveva bisogno, per-tanto, di informarSi; desiderava piut-tosto portarli a proclamare la verità contestando gli equivoci dell’opinio-ne pubblica.

Il popolo non considerava Gesù come il Messia

Risposero: “Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcu- no dei profeti”.

Gli apostoli avevano una nozione esatta del giudizio che gli “uomini” di allora si erano fatti a proposito del Si-gnore. Malgrado ogni evidenza, i mi-racoli, la dottrina nuova dotata di po-tenza, ecc., il popolo non Lo conside-rava come il Messia tanto atteso. Ge-

lutazione degli altri, Gesù vuole udi-re dalle stesse labbra dei suoi più in-timi il giudizio che di Lui hanno. Per render loro facile la proclamazione della Sua divinità, non usa qui il tito-lo umile di Figlio dell’Uomo.

Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Pietro parlava interpretando l’opi-nione di tutti, in quanto era il più fer-vente e il principale 6, quantunque non fosse la prima volta che Gesù era riconosciuto come Figlio di Dio. Già Natanaele (cfr. Gv 1, 49), gli aposto-li dopo la tempesta nel mare di Tibe-riade (cfr. Mt 14, 33) e lo stesso Pie-tro (cfr. Gv 6, 69) avevano manifesta-to questa convinzione.

Sola fides! Qui non c’è alcun elemen-to emozionale o sensibile, come in cir-costanze precedenti. Tra le rocce fred-de di un ambiente naturale, lontano da avvenimenti coinvolgenti e dall’agita-zione delle turbe o delle onde, soltanto la voce della fede si fa udire.

“Una prova certissima è che Pietro chiamò Cristo Figlio di Dio per natura, quando Lo contrappose a Giovanni, a Elia, a Geremia e ai profeti, i quali erano stati – è chiaro – figli di Dio per adozio-ne” 7. Inoltre, come commenta lo stes-so Maldonado, Pietro dà a Dio il titolo di “vivo” per distinguerLo dagli dei pa-gani che sono sostanze morte. Infine, l’articolo – come di solito accade nella lingua greca – precedendo il sostantivo “figlio”, designa “figlio unico” secondo natura, e non uno fra tanti.

La scienza umana non ha la forza per raggiungere l’unione ipostatica

E Gesù, rispondendo gli disse: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

Nel felicitarsi con il suo apostolo, Gesù valuta l’affermazione di Pietro riguardo la sua filiazione e, pertan-Dettaglio del quadro “Cristo consegna le chiavi a San Pietro”, di Vicente Catena – Museo del Prado, Madrid

Sergio Hollmann

sù appariva agli occhi di tutti come la resurrezione o la riapparizione di pro-feti precedenti. Non trovavano in Lui l’efficace magnificenza del potere po-litico, così essenziale per la realizza-zione del mirabolante sogno messia-nico che li inebriava. Di conseguenza Lo immaginavano come il Battista ri-

sorto, o Elia, in quanto più specifica-mente un precursore, o addirittu-ra un Geremia, legittimo difenso-re della nazione teocratica (cfr. 2º Mac 2, 1-12). Si vede chiaramen-te in questo versetto come lo spiri-to umano sia incline all’errore e co-me facilmente si allontani dalla ve-ra ottica della salvezza. Ma, alme-no, quei suoi contemporanei anco-ra discernevano qualcosa di gran-dioso in Gesù. Sarebbe interessan-te chiederci come Egli sarebbe vi-sto dall’umanità globalizzata, scien-tifista e relativista dei nostri giorni.

Pietro Lo riconosce come Figlio di Dio

Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”.

Sottolinea molto bene San Giovanni Crisostomo l’essen-za di questa seconda domanda 5. Senza confutare gli errori di va-

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Nel felicitarsi con il suo apostolo,

Gesù valuta l’affermazione di Pietro riguardo la sua natura divina

16 Salvami Regina · Giugno 2008

to, la sua natura divina e consustan-zialità con il Padre. Su questo parti-colare sono unanimi i commentatori. Era un costume giudaico indicare la filiazione della persona per metterne in risalto l’importanza; in questo caso concreto c’era l’intenzione di manife-stare quanto “Cristo è tanto natural-mente il Figlio di Dio come Pietro è fi-glio di Giona, cioè, della stessa sostan-za di colui che lo ha generato”8.

Le parole di Pietro non sono frutto di un ragionamento che si basi su una semplice conoscenza sperimentale. Non erano state poche le guarigioni subito dopo le quali i beneficiati con-ferivano con esclamazioni al Salvato-re il titolo di “Figlio di Davide” (cfr. Mt 15, 22; Mc 10, 47, ecc.), noto come uno degli appellativi del Messia. Gli stessi demoni, incontrandosi con Lui, Lo proclamavano “il Santo di Dio” (Lc 4, 34), “il Figlio di Dio” (Lc 4, 41), “Fi-glio dell’Altissimo” (Lc 8, 28; Mc 5, 7). Egli stesso aveva dichiarato di essere “Signore del sabato” (Mt 12, 8), e do-po la moltiplicazione dei pani la molti-tudine voleva acclamarLo “Re” (Gv 6, 15). Così come questo, molti altri pas-si potrebbero facilmente indicarci le profonde impressioni prodotte da Ge-sù sui suoi discepoli9. Ma, in nessuna occasione precedente Pietro ricevet-te un tale elogio proveniente dalle lab-bra del Salvatore. In questo passo, egli “è felice perché ha avuto il merito di al-zare il suo sguardo oltre ciò che è uma-no e, senza soffermarsi su ciò che prove-niva dalla carne e dal sangue, contem-plò il Figlio di Dio per un effetto della ri-velazione divina e fu giudicato degno di essere il primo a riconoscere la Divinità di Cristo”10.

Pertanto l’affermazione di Pietro si realizzò sulla base di un discernimen-to penetrante, lucido e comprensivo della natura divina del Figlio di Dio. La scienza, la genialità e qualsiasi al-tro dono umano non hanno la forza sufficiente per attingere le vaste pia-nure dell’unione ipostatica realizza-ta nel Verbo Incarnato. È indispensa-bile che sia rivelata dallo stesso Dio e

accettata dall’uomo. Ma l’uomo sen-za fede si aggrappa alle sue idee, tra-dizioni e studi, respingendo, a volte, le prove più evidenti, come sono per esempio i miracoli. Per costui, Gesù non è altro che, al massimo, un saggio o un profeta. Ci saranno anche coloro che non Lo vedranno se non come “il figlio del falegname” (Mt 13, 55).

Questa è la nostra fede insegna-ta dalla Chiesa, rivelata dallo stesso Dio, annunciata dal Figlio, l’inviato del Padre e confermata dallo Spirito Santo, inviato dal Padre e dal Figlio. Le verità della fede non sono frutto di sistemi filosofici, né dell’elabora-zione di grandi saggi.

sa a partire dal suo fondamento, che è la gioia, la consolazione e il trionfo dei veri cattolici. In questo “edifiche-rò” si trova il reale annuncio del Re-gno di Gesù. Il grande e divino dise-gno comincia a delinearsi con questo nome, fino ad allora mai usato: “la mia Chiesa”.

Il piano di Gesù è proclamato sul-le rocce di Cesarea, dallo stesso Fi-glio di Dio, che Si presenta come un divino architetto a erigere questo edi-ficio indistruttibile, grandioso e san-tissimo, la società spirituale, costitu-ita da uomini: militante sulla Terra, sofferente in Purgatorio, trionfan-te nel Cielo. L’insieme di tutti coloro che si uniscono sotto la stessa fede, in questa Terra, si chiama Chiesa. Di questa, il fondamento è Pietro e tut-ti i suoi successori, i romani pontefici, poiché, in caso contrario, non perdu-rerebbe l’esistenza dell’edificio. Ec-co un punto vitale della nostra fede: “il fatto che la Chiesa è edificata sullo stesso Pietro” – che del resto – “è am-messo da tutti gli autori antichi, eccet-to gli eretici”12.

Un solo corpo e un solo spirito intorno al Successore di Pietro

“Ci sono nella Chiesa molte persone costituite in autorità, alle quali dobbia-mo restare uniti con l’obbedienza. In-tanto, tutta questa varietà deve ridursi ad un prelato primo e supremo, in cui principalmente si concentri il principa-to universale su tutti. Deve ridursi non solo a Dio e a Cristo, ma anche al Suo vicario; e questo non per statuto uma-no, ma per statuto divino, mediante il quale Cristo designa San Pietro princi-pe degli apostoli, stabiliti questi, a loro volta, come principi nella Terra. Cristo ha fatto questo molto convenientemen-te, perché così lo esigevano l’ordine della giustizia universale, l’unità della Chiesa e la stabilità, tanto di questo or-dine, quanto di questa unità” 13.

Il “Tu sei Pietro…” sarà applicato a tutti coloro che sono scelti in concla-ve per sedersi sulla Cattedra dell’In-fallibilità. Così, è morto Pietro, ma

Gesù edifica la Sua Chiesa su Pietro

E io ti dico: Tu sei Pietro e su que-sta pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarran-no contro di essa.

Molto ispirata oltre che indispen-sabile ed eccellente è la seguente af-fermazione di Origene: “Nostro Si-gnore non specifica se è contro la pie-tra sulla quale Cristo ha edificato la sua Chiesa o se è contro la stessa Chie-sa, costruita sopra la pietra, che le por-te dell’inferno non prevarranno. Ma è evidente che esse non prevarranno né contro la pietra né contro la Chiesa”11. Sì, perché per distruggere questa pie-tra, ossia, il Vicario di Gesù Cristo sulla Terra, sono stati impiegati mol-ti sforzi da parte di un considerevo-le numero di eretici, nel tentativo di scuotere il sacro edificio della Chie-

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Il “Tu sei Pietro…” sarà applicato a tutti coloro che

sono scelti in conclave per sedersi

sulla Cattedra dell’Infallibilità

Giugno 2008 · Salvami Regina 17

non il Papa, ed è intorno a lui che la Chiesa conserva la sua unità.

“Facile è la prova che conferma la fede e compendia la verità. Il Signore parla a San Pietro e gli dice: ‘Io ti dico che tu sei Pietro’ (Mt 16, 18). Ed in un altro passo, dopo la sua resurrezione: ‘Pasci le mie pecore’ (Gv 21, 17). So-lamente su di lui edifica la sua Chiesa, e lo incarica di pascere il suo gregge. E sebbene conferisca uguale potere a tut-ti gli apostoli e dica loro: ‘Come il Pa-dre ha mandato me, anch’io mando voi’ (Gv 20, 21), senza dubbio, per ma-nifestare l’unità, ha stabilito una Cat-tedra, e con la sua autorità ha disposto che l’origine di questa unità si fondas-se in uno. Sicuramente, tutti gli aposto-li eranocome Pietro, ornati con la stes-sa partecipazione di onore e potere; ma il principio deriva dall’autorità, e a Pie-tro fu dato il Primato per dimostra-re che una sola è la Chiesa di Cristo e una la Cattedra. Tutti sono pastori, ma

c’è un solo gregge istruito dagli apostoli di comune accordo […].

Può avere fede chi non crede in que-sta unità della Chiesa? Può pensare di trovarsi nella Chiesa chi si oppone e le resiste, chi abbandona la Cattedra di Pietro, sulla quale essa è fondata? San

della vostra vocazione. Un solo Signo-re, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio’ (Ef 4, 4-6)” 14.

Giurisdizione piena, suprema e universale

Se leggiamo gli Atti degli Aposto-li, troveremo Pietro che esercita que-sto supremo potere, parlando in pri-mo luogo nelle riunioni degli aposto-li, proponendo quello che si deve fa-re, inaugurando la missione aposto-lica, chiudendo le discussioni con la sua parola, ecc. Così si è perpetuata, nel corso di due millenni, la giurisdi-zione e il magistero dei papi.

Ogni successore di Pietro possiede la vera giurisdizione, poiché ha il po-tere di promulgare leggi, giudicare e imporre pene, in forma diretta, in ma-teria spirituale, e indiretta, nel campo temporale, sempre che si presenti co-me necessaria per ottenere beni spi-rituali. Questa giurisdizione è piena:

Il fondamento è Pietro e tutti i suoi successori, i romani pontefici, poiché, in caso contrario, non perdurerebbe l’esistenza dell’edificio

Ric

ardo

Cas

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Piazza di San Pietro – Vaticano

Paolo insegna pure lui la stessa cosa, e manifesta il mistero dell’unità, dicen-do: ‘Esiste un solo corpo e un solo spi-rito, come una sola è speranza, quella

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Gesù lascia fra noi un

Pietro accessibile, il “dolce Cristo

nella Terra”, che dobbiamo amare come buon padre

I papi degli ultimi cent’anni

18 Salvami Regina · Giugno 2008

non esiste potere nella Chiesa che non risieda nel Papa. È universale, ossia, tutti i membri della Chiesa (fedeli, sa-cerdoti e vescovi) a lui sono sottomes-si. È, inoltre, suprema: il Papa al di so-pra di tutti, nessuno al di sopra di lui. Perfino i Concili Ecumenici non pos-sono realizzarsi se non sono convoca-ti e presieduti da lui. Gli stessi statuti conciliari non lo obbligano, avendo lui il potere di mutarli o di derogarli.

Magistero infallibile

Altrettanto si può affermare a pro-posito di una analoga e grande funzio-ne di Pietro e dei suoi successori: il su-premo Magistero che, come colonna che sostiene la Chiesa, non può esse-re fallibile. Il Papa è infallibile parlan-do ex cathedra, ossia, in quanto dotto-re di tutti i cristiani, definendo con au-torità apostolica dottrine sulla fede e la morale, che devono essere accettate da tutta la Chiesa universale.

Qui sta il motivo per il quale “le porte dell’inferno” non potranno so-

vrapporsi a un edificio costrui-to sulla pietra che è Pietro.

“Dolce Cristo sulla Terra”“A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”

prolungamento di questa stessa Chie-sa della Terra, ormai purificata da ogni impurità. Pietro avrà il potere di apri-re e chiudere l’entrata in questa Chie-sa temporale e, conseguentemente, in quella eterna” 15.

Il capo di questo corpo mistico sa-rà sempre Cristo Gesù. Nel corso del-la Storia dell’umanità, Egli sarà il ca-po invisibile, ma lascia tra noi un Pie-tro accessibile, il “dolce Cristo sul-la Terra” (espressione usata da Santa Caterina da Siena) che tutti dobbia-mo amare come un buon padre, ob-bedire persino alle sue più lievi insi-nuazioni e consigli, onorare come un supremo monarca, re dei re.

III – nasCe un’oPera IndIsTruTTIbIle

Desta meraviglia lo svolgersi di questo avvenimento storico avvenu-to nella “regione di Cesarea di Filippo”. Un semplice pescatore della Betsaida proclama che il figlio di un falegname è realmente Figlio di Dio, per natu-ra. Costui, successivamente, annuncia che edificherà un’opera indistruttibi-le e lascerà nelle mani del suo ammi-nistratore, con pieni poteri di giurisdi-

Benedetto XV1914 - 1922

San Pio X1903 - 1914

Pio XI1922 - 1939

Pio XII1939 - 1958

© S

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Cristo sarebbe tornato al Padre, lasciando nelle mani di Pietro le chia-vi della sua Chiesa. “Chi ha l’uso le-gittimo ed esclusivo delle chiavi di una casa o di una città, costui è l’ammi-nistratore, il sovrintendente supremo che ha ricevuto i poteri del suo signore. La Chiesa è il regno dei Cieli in que-sto mondo; la Chiesa Trionfante sarà il regno definitivo ed eterno dei Cieli,

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Sono trascorsi due millenni e, dopo tante e catastrofiche

tempeste, questa “nave di Pietro”

procede incrollabile

I papi degli ultimi cent’anni

Giugno 2008 · Salvami Regina 19

zione e magistero, “le chiavi del Regno del Cielo”. L’ambiente che li circonda è povero, arido ma ha una sua gran-dezza. Lì è piantato “il chicco di sena-pe”, dal quale nasceranno le chiese, le cerimonie, le università, i martiri, dot-tori e santi, insomma la Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana.

Sono trascorsi due millenni e, do-po tante e catastrofiche tempeste, questa “nave di Pietro” continua in-crollabile, avendo Cristo, con pote-re assoluto, al suo centro. Nessun’al-tra istituzione ha resistito alla corru-zione prodotta dalle deviazioni mo-rali o dalla perversione della ragio-ne e dell’egoismo umano. Soltanto la Chiesa ha saputo affrontare le te-orie caotiche, opponendo loro la ve-rità eterna; raffreddare l’egoismo, la violenza e la voluttà, utilizzando le armi della carità, giustizia e santità; pervadere e riformare i poteri dispo-tici e materialisti di questo mondo, con la solenne e disarmata influenza di una saggia, serena e materna auto-rità. Non potevano mani meramen-te umane erigere un’opera tanto por-tentosa, solo la virtù stessa di Dio po-teva essere capace di conferire santi-

tà ed elevare alla gloria eterna uomi-ni concepiti nel peccato.

1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. A Guerra e o Corpo Místico, in “O Le-gionário”, del 16/4/1944.

5 Cfr. CRISOSTOMO. Op. cit. § 1.6 Cfr. CRISOSTOMO. Idem ibidem.7 MALDONADO, Op. cit. pag.

580.8 CRISOSTOMO. Op. Cit. § 3.9 Si veda il suo potere di perdonare i

peccati, in Mt 9, 6; la sua superio-rità sul Tempio, in Mt 12, 6; il so-spetto sul suo carattere messiani-co, in Mt 12, 23; ecc.

10 ILARIO DE POITIERS, San, In Evangelium Matthaei Commentari-us, cap.XVI.

11 Apud AQUINO. Catena Aurea.12 MALDONADO. Op. cit.

pag.584.13 BONAVENTURA, San. La perfe-

zione evangelica, cap. 4 a. 3 con-cl. in Obras de San Buenaventura. Madrid: BAC, 1949, t. 6, pag. 309.

14 CIPRIANO, San. De unitate ec-clessia, § 4.

15 GOMÁ Y TOMÁS, Dr. D. Isi-dro. El Evangelio Explicado. Bar-celona: Ediciones Acervo, 1967, vol.II, pag.38.

Beato Giovanni XXIII1958 - 1963

Paolo VI1963 - 1978

Giovanni Paolo I1978 - 1978

Giovanni Paolo II1978 - 2005

Benedetto XVI2005 -

2 AQUINO, San Tommaso de. Cate-na Aurea.

3 CRISÓSTOMO, San Giovanni. Omelia 54 sul Vangelo di San Matteo, § 1.

4 MALDONADO, SJ, P. Juan de. Comentario a los cuatro Evange-lios. Madrid: BAC, 1950, vol. I, pag. 579.

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Risposta del popolo di Dio all’amore del Signore

“LVictor Hugo Toniolo

20 Salvami Regina · Giugno 2008

Dal 15 al 20 giugno il mondo cattolico si volge al Quebec, in Canada, che ospita il 49º Congresso Eucaristico Internazionale. Conoscere l’origine e la finalità di quest’importante evento, ci aiuta a mantenere gli occhi puntati su Gesù Sacramentato, per ricevere da Lui un rinnovato impulso apostolico e missionario.

o sguardo della Chie-sa si volge continua-mente al suo Signo-re, presente nel sacra-mento dell’Altare, ove

scopre la piena manifestazione del suo immenso amore” 1. Queste parole del Servo di Dio Giovanni Paolo II, indi-cano con chiarezza quanto l’Eucari-stia sia il centro della vita cristiana.

“La Chiesa vive dell’Eucaristia” 2. Come afferma il Concilio Vaticano II, “sempre se nell’altare si celebra il sacrificio della croce, nel quale Cristo, nostra Pasqua, fu immolato’ (1 Cor 5,

7), si realizza anche l’opera della no-stra redenzione” 3.

Fin dai primordi, la Chiesa non ha ricevuto l’Eucaristia come un dono, ma come il dono per eccellenza, ri-conoscendo che il Santissimo Sacra-mento è il suo maggior tesoro. La te-stimonianza dei martiri di Abitinia, del giovane San Tarcisio e di tanti al-tri, ne attesta la verità.

Per questo, “la Chiesa non ha te-muto di ‘sprecare’, investendo il me-glio dei suoi mezzi per esprimere la sua estasi e adorazione davanti al dono in-commensurabile dell’Eucaristia” 4.

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i congressi eUcaristici internazionali

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Se la Messa ha un valore infinito, il cul-to prestato all’Eucari-stia, al di fuori di que-sta, è anch’esso “di un valore inestimabile nel-la vita della Chiesa” 5.

Con lo scorrere dei tempi, la fede dei fede-li per la presenza reale di Cristo nelle Specie Eucaristiche ha senti-to la necessità di espri-mersi mediante una se-rie di atti esteriori che riflettessero l’attitudi-ne interiore di adora-zione. Sono nate co-sì le iniziative di culto al Sacramento dell’Al-tare, specialmente le esposizioni del Santis-simo e le adorazioni eucaristiche, stimolate ed appoggiate dai Ro-mani Pontefici lungo i secoli.

Tra questi diversi atti esteriori di ado-razione si distinguo-no, a partire dal seco-lo XIX, anche i con-gressi eucaristici in-ternazionali.

Origine dei congressi eucaristici internazionali

Su ispirazione di San Pietro Giu-liano Eynard, “l’Apostolo dell’Euca-ristia”, una devota signora, Emilie Ta-miser, organizzò nella città di Lille (Francia) il 1º Congresso Eucaristico Internazionale, nel giugno del 1881. Diversi laici, sacerdoti e, soprattutto, il noto apologista Mons. Louis Gaston de Ségur appoggiarono con forza una tale opportuna iniziativa, la quale fu benedetta dal Papa Leone XIII.

Il 1º Congresso non vide un’al-ta partecipazione come nei congres-si che seguirono, ma la notizia della sua realizzazione percorse l’Europa e il mondo. Era un’epoca di grandi tra-

sformazioni culturali e di conflittua-li alterazioni sociali. I pastori videro in quel pubblico rinnovamento di fe-de nell’Eucaristia un rimedio effica-ce contro l’ignoranza e l’indifferen-za religiosa. Per questo, Roma decise di incentivare la realizzazione di con-gressi eucaristici, a livello mondiale.

La forza e la portata di questi grandi eventi religiosi si fecero subi-to notare. Per esempio, nel Congres-so di Metz, nel 1907, il governato-re militare della Lorena (Francia) si vide obbligato, davanti all’insisten-te appello popolare, a sospendere la legge del 1870, che proibiva le mani-festazioni religiose pubbliche, affin-ché si potesse realizzare la proces-sione del Santissimo Sacramento.

Sotto il pontificato di Pio XI, i congressi eucaristici internazio-nali cominciarono ad essere celebrati a ro-tazione in tutti i con-tinenti, acquistando una dimensione mis-sionaria di “rievan-gelizzazione”, espres-sione già usata nella preparazione del con-gresso di Manila (Fi-lippine), nel 1937.

In seguito, la San-ta Chiesa – tramite la Costituzione Sacro-sanctum Concilium (1963), dell’Istruzio-ne della Sacra Congre-gazione dei Riti Eu-charisticum mysterium (1967) e, soprattutto, del Rituale Romano De sacra comunione e de Cultu mysterii eu-caristici extra Missam (1973) – configurò il profilo dei congressi eucaristici, da noi oggi conosciuti, indicando-ne il modo di prepara-zione e celebrazione.

Che cos’è un Congresso Eucaristico?

Come ha affermato il Papa Bene-detto XVI, il Congresso Eucaristico “costituisce una risposta corale del Po-polo di Dio all’amore del Signore som-mamente manifestato nel Mistero eu-caristico.

I Congressi Eucaristici, che si ten-gono, volta a volta in, luoghi e conti-nenti diversi, sono sempre sorgente di rinnovamento spirituale, occasione per meglio far conoscere la Santissi-ma Eucaristia, che è il tesoro più pre-zioso lasciatoci da Gesù; essi sono pu-re un incoraggiamento per la Chiesa a diffondere in ogni ambito della socie-tà ed a testimoniare, senza esitazione, l’amore di Cristo” 6.

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Su ispirazione di San Pietro Giuliano Eynard si organizzò il 1º Congresso Eucaristico Internazionale

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22 Salvami Regina · Giugno 2008

Secondo il Rituale Romano, un congresso eucaristico deve essere considerato come “ una stazione al-la quale una Chiesa locale invita le al-tre Chiese della stessa religione o della stessa nazione, o del mondo intero” 7.

Il termine stazione è diventato cor-rente a partire dal 37º Congresso, ce-lebrato a Monaco, nel 1960. Con-cordando con la proposta del no-to liturgista austriaco Josef Andreas Jungmann, SJ, si cominciò ad utiliz-zare da allora l’espressione Statio Or-bis per designare questi congressi.

Per il fatto di essere stati ispirati dalla viva fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia, i primi con-gressi spiccavano per l’adorazione so-lenne e per le grandiose processioni. Promuovevano anche la comunione frequente degli adulti e la Prima Co-munione dei bambini.

A partire dal congresso di Mona-co, si è posto l’accento sull’importanza della Celebrazione Eucaristica come centro e apice delle varie manifesta-zioni e forme di devozione eucaristica. La formula Statio Orbis passò a desi-gnare la Messa di chiusura, presieduta dal Papa o dal suo legato, esprimendo così la congregazione di diverse chie-se particolari intorno all’Eucaristia e al Successore di Pietro.

Paolo VI fu il primo papa a presie-dere personalmente ad un Congresso Eucaristico. Per questo fece un viag-gio a Bombay in India, nel dicembre del 1964, tra la terza e la quarta ses-sione del Concilio Vaticano II.

I congressi eucaristici nazionali, diocesani e parrocchiali nacquero co-me conseguenza dei congressi inter-

Basilica del Santissimo Sacramento – Buenos Aires

“Durante il Congresso devono esserci momenti di preghiera e di adorazione prolungata dinanzi al Santissimo esposto, in chiese determinate, particolarmente adatte a questo esercizio di pietà”

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nazionali avendo come scopo, mol-te volte, di collaborare nella loro pre-parazione. Essi possono essere orga-nizzati dalle rispettive autorità eccle-siastiche, mentre un congresso euca-ristico internazionale può essere con-vocato solamente dal papa.

Il Comitato Pontificio

Fin dall’inizio, la Santa Sede è stata attenta ad avere un’uniformità di cri-teri nell’organizzazione dei congres-si eucaristici. Così, già il papa Leone XIII istituì un comitato permanen-te per la preparazione del primo, re-alizzato nel 1881, mentre il Servo di Dio Giovanni Paolo II le conferì il ti-tolo attuale: Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

Le finalità del Pontificio Comitato, in accordo con il suo Statuto, sono: “far sempre meglio conoscere, amare e servire Nostro Signore Gesù Cristo nel suo Mistero Eucaristico, centro della vita della Chiesa e della sua missione per la salvezza del mondo” 8.

A questo scopo, promuove la cele-brazione periodica dei congressi eu-caristici internazionali, favorendo e privilegiando iniziative che mirino ad incrementare la devozione al Mistero Eucaristico in tutti i suoi aspetti, dal-la celebrazione dell’Eucaristia al cul-to extra missam 9.

Compete al Pontificio Comitato, attualmente presieduto dall’Arcive-scovo Piero Marini, analizzare e pre-sentare al Santo Padre le proposte sulla città da scegliere per la realiz-zazione del congresso. Una volta ef-fettuata la scelta, gli incombe anche di esaminare e sottomettere all’ap-provazione del Papa il tema e il pro-gramma del Congresso.

Oltre a questi incarichi, il Pontifi-cio Comitato promuove la devozio-ne eucaristica in diversi ambiti, come quello accademico. Sotto il suo orien-tamento è stato realizzato nell’Uni-versità Cattolica Sant’Antonio di Murcia (Spagna) il 1º Congresso Eu-caristico Internazionale Universita-rio, nel novembre del 2005. A questo

Sottolineando l’importanza dell’evento, il Papa Benedetto XVI ha ricevuto, durante i lavori di pre-parazione del congresso, i membri dell’Assemblea Plenaria del Pontifi-cio Comitato per i Congressi Euca-ristici Internazionali. In quest’oc-casione, Sua Santità ha affermato:

“Non solo quanti hanno la possibi-lità di parteciparvi di persona, ma an-che le varie comunità cristiane che ad esso sono invitate ad unirsi idealmente potranno beneficiare delle grazie spe-ciali che il Signore dispenserà nel Con-gresso Eucaristico Internazionale. In quei giorni il mondo cattolico terrà fis-si gli occhi del cuore sul sommo miste-ro dell’Eucaristia per trarne rinnovato slancio apostolico e missionario. […]

“Lo affido sin d’ora alla Vergine Ma-ria, prima e incomparabile adoratrice di Cristo eucaristico. La Madonna proteg-ga e accompagni ognuno di voi, le vo-stre comunità, e renda fecondo il lavoro che state facendo in vista dell’importan-te evento ecclesiale di Québec. Da parte mia vi assicuro un ricordo nella preghie-ra e tutti di cuore vi benedico” 12.

1 Enciclica Ecclesia de Eucharistia, nº 1.2 Idem, idem.3 Const. dogm. sobre a Igreja Lumen

gentium, 3.4 Idem, nº 48.5 Idem, nº 25.6 Benedetto XVI, all’Assemblea Plena-

ria in vista del 49º Congresso Eucari-stico Internazionale, 9/11/2006.

7 Rituale Romano De comunione et de cultu mysterii eucaristici extra mis-sam n. 109.

8 Statuto, art. 2.9 Idem, art. 3.10 Cf. Art. 112.11 Presentazione del Documento Teolo-

gico di Base CEI 2008.12 Benedetto XVI, Discorso all’Assem-

blea Plenaria in vista del 49º Con-gresso Eucaristico Internazionale, 9/11/2006.

evento, presieduto dal Cardinal Josef Tomko, come Inviato Speciale di Be-nedetto XVI, hanno partecipato un-dici cardinali, numerosi arcivescovi e vescovi e più di 150.000 fedeli.

La celebrazione di un congresso

La celebrazione di un Congresso Eucaristico può durare vari giorni, fi-no ad una settimana, in base alle cir-costanze e ai mezzi pastorali.

Il Rituale Romano prescrive che “la celebrazione eucaristica sia davvero il centro e il culmine di tutte le varie ma-nifestazioni e forme di pietà”. E racco-manda che “le celebrazioni della parola di Dio, le sessioni di catechesi e le riunio-ni plenarie siano tutte ordinate a un ap-profondimento del tema proposto”. Du-rante il Congresso devono esserci “ri-unioni di preghiera e di adorazione pro-lungata dinanzi al Santissimo esposto, in chiese determinate, particolarmente adatte a questo esercizio di pietà” 10.

Il Rituale raccomanda inoltre che si realizzino testimonianze pubbli-che di fede eucaristica, manifestate in processioni ed iniziative caritatevoli.

L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo

L’Eucaristia, dono di Dio per la vi-ta del mondo – questo è il tema ap-provato dal Papa Benedetto XVI per il 49º Congresso Eucaristico Interna-zionale, da realizzarsi a Quebec (Ca-nada), dal 15 al 22 di questo mese.

A tal proposito, il Presidente del Comitato dell’Organizzazione – Car-dinal Marc Ouellet, Arcivescovo di Quebec e Primate del Canada – af-ferma: “Agli inizi del terzo millennio del Cristianesimo, la Chiesa Cattoli-ca, cosciente del fenomeno della globa-lizzazione, si interessa per tutto quanto possa promuovere una civiltà dell’amo-re e della pace. Cerca nella fonte della Santa Eucaristia l’ispirazione e l’ener-gia che stimoli l’impegno di tutti nel-la costruzione di un mondo più giusto. Da qui nasce il tema scelto per questo Congresso. ‘l’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo’” 11.

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L’Eucaristia, Dono di Dio per la vita del mondo

24 Salvami Regina · Giugno 2008

interVista esclUsiVa a sUa eminenza cardinal marc oUellet, pss

In una conversazione contrassegnata dall’elevazione dottrinale e dal fervore eucaristico, Sua Eminenza il Cardinal Marc Ouellet, PSS, Arcivescovo di Québec, svela la vera dimensione del 49º Congresso Eucaristico Internazionale come fonte di vita per la Chiesa e per il mondo.

AV: La città di Québec è stata de-signata come sede di questo Con-gresso, ancora durante il ponti-ficato del Servo di Dio Giovan-ni Paolo II. Secondo Lei, qual è stata la ragione di questa scelta?

In questo 2008, si celebra il 400º anniversario della fondazione di Québec. In un certo senso, questa città è la culla dell’evangelizzazione dell’America del Nord. Nel designar-la a sede del Congresso, Giovanni Pa-olo II ci ha offerto una grande op-portunità per mettere in evidenza la missione e il ruolo della Chiesa e del Cattolicesimo in questo paese.

Nell’organizzare un evento di portata realmente straordinaria, come lo è un Congresso Eucaristico Internazionale, ci è data l’occasio-ne di aiutare il nostro popolo a con-siderare le proprie radici cristiane, riaccendere la fiamma della Fede e trasmetterla alle nuove generazio-ni. Questo costituisce, oggigiorno , una grande sfida per l’intero mon-do occidentale, particolarmente per il Québec.

In passato, il Québec era una pro-vincia molto cattolica. Col tempo, es-sa è stata sottoposta ad un forte pro-cesso di secolarizzazione e oggi ha bi-sogno di aiuto per vivere la propria cultura cattolica e per essere fede-le alla sua storia. Spero che questo evento sia di aiuto in questo senso.

AV: Sua Eminenza potreb-be spiegarci il significato più profondo del tema del Con-gresso: “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo”?

Questo Congresso è il proseguo del precedente, realizzato in Messi-co, nell’ottobre 2004. Quel Congres-so è avvenuto all’inizio del nuovo mil-lennio e ha dovuto fare i conti con una cultura che sta dimenticando Dio. Era necessario sottolineare il ruolo di Dio nella società e la Sacra Eucaristia co-me dono di Dio per eccellenza.

L’Eucaristia non è un dono come la buona salute, gli splendori della creazione o i diversi carismi, ma il do-no dello stesso Cristo, nella Sua Divi-nità, Corpo e Anima; il dono del Suo

Essere Incarnato completamente. Lo stesso Dio desidera farSi uno con noi, come ci dice il Vangelo di San Gio-vanni (cfr. Gv 17, 20-23) e questo si realizza con l’Eucaristia, in una ma-niera specifica e sacramentale.

Io direi che il dono di Dio per ec-cellenza è un dono Trinitario. Il Figlio si dà a Se stesso nelle parole dell’Isti-tuzione della Sacra Eucaristia; ma Egli sta obbedendo al Padre. Da parte sua, il Padre offre il Figlio al mondo; co-sì, lo Spirito Santo – manifestazione dell’amore perfetto e reciproco tra il Padre e il Figlio – è versato per mezzo del sacramento della Sacra Eucaristia. Si tratta, pertanto, di un dono Trinita-rio, che porta la comunione con Dio nell’umanità. Questo è il mistero della Chiesa. La Chiesa è la partecipazione nella comunione Trinitaria di Dio, ce-lebrata, ricevuta e trasmessa agli altri, con la Sacra Eucaristia.

Così, il primo dono che il mondo ri-ceve, altre alla stessa Chiesa, è preci-samente la testimonianza dell’adora-zione. Sappiamo che è missione della Chiesa proclamare al mondo che esi-ste un Dio, il quale merita di essere

Don Marcos Faes, EP

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adorato. Ricordiamo il primo Coman-damento. Per questo la promozione dell’Adorazione Eucaristica è al cen-tro del nostro Congresso Eucaristico come messaggio della Chiesa al mon-do. Dal Santissimo Sacramento ema-nano la carità, l’evangelizzazione e la santità nella vita quotidiana, doni che la Chiesa riceve e comunica agli altri.

Tutte queste riflessioni sono inclu-se nel tema: “Dono di Dio per la Vi-ta del mondo”.

AV: In che modo questo Con-gresso si inserisce nel cam-mino suggerito dal CELAM ad Aparecida, Brasile?

Ho avuto il grande privilegio di partecipare a questa assemblea, con-trassegnata dalla presenza del Santo Padre Benedetto XVI. Vi ho trascor-

so varie settimane e realmente ho tratto molto dallo spirito straordina-rio di Aparecida.

Mi sono reso conto che, in quell’occasione, siamo andati oltre alle preoccupazioni degli ultimi de-cenni, dove gli elementi prevalenti ri-guardavano l’intensa battaglia in rap-porto all’incultura, al coinvolgimen-to politico e a certa teologia della li-berazione, molte volte influenzata da ideologie mondane.

Abbiamo visto che è arrivato il mo-mento di riaffermare l’evangelizza-zione. La vera liberazione si incontra nello stesso Vangelo, non in soluzioni umane ai problemi terreni. Abbiamo bisogno, in primo luogo, di riafferma-re il dono di Dio, il dono del Vangelo, di Gesù Cristo, del Signore Resuscita-to. Necessitiamo di un nuovo e forte impulso all’evangelizzazione.

Abbiamo anche la consapevolezza che dobbiamo formare le persone co-me “discepoli e missionari”. Questa è sempre stata la missione della Chiesa; ma ad Aparecida è avvenuta una sorta di Pentecoste – una rinnovata presa di coscienza di questa missione.

Il programma di Aparecida è stato preparato in una forma rapida, in un tono positivo e con molto entusiasmo. Quando ero là, con il pensiero alle ce-lebrazioni del Québec, ho invitato i partecipanti a venire al Congresso Eu-caristico, al fine di diffondere questo rinnovato spirito evangelizzatore nel mondo intero. Ho pensato che que-sto evento, in quanto internazionale, sarebbe potuto servire da trampolino di lancio per far giungere lo spirito di Aparecida a tutti i popoli.

Così li ho invitati a venire per aiutar-ci a diffondere la Buona Novella e a ri-

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“La promozione dell’Adorazione Eucaristica è al centro del nostro Congresso Eucaristico come messaggio della Chiesa al mondo”

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26 Salvami Regina · Giugno 2008

affermare che la forza dell’evangelizza-zione non è nei programmi umani, ma principalmente nel potere dello Spirito Santo, a cui dobbiamo aprirci e sotto la cui influenza dobbiamo lavorare.

AV: Questo Congresso è il pri-mo dopo il Sinodo sull’Eucaristia, al quale anche Sua Eminenza ha partecipato. In che modo il sino-do ha influenzato la preparazione di questo Congresso Eucaristico?

Questo Congresso Eucaristico è in verità un ulteriore episodio di ciò che io chiamo, nella mia ultima lettera pa-storale, il “movimento internazionale dell’Eucaristia”. Possiamo considera-re la sua nascita nel Giubileo dell’an-no 2000, che è stato l’anno Eucaristi-co. Dopo aver avuto l’Enciclica Ec-clesia de Eucharistia, nel 2003; l’an-no dell’Eucaristia, chiuso nel 2005; l’Istruzione Redemptoris Sacramen-

tum, del 2004, di natura più disciplina-re; infine l’Esortazione Apostolica Sa-cramentum Caritatis, del 2007.

Vi è, dunque, uno straordinario nu-mero di interventi della Chiesa che ci aiutano a focalizzare l’Eucaristia come centro e vero fondamento della Sposa di Cristo. Nella Sacramentum Carita-tis, per esempio, possiamo sottolineare l’enfasi posta nella celebrazione del Mi-stero Pasquale di Cristo, centro di tutti i Congressi Eucaristici. E’ opportuno ricordare anche il risalto dato all’Ado-razione Eucaristica, pratica che, come hanno testimoniato tutti i padri sinoda-li, sta aumentando in tutti i paesi.

Questa è una buona notizia, so-prattutto per il mondo occidentale, in cui, nel periodo post-conciliare, era diminuito in molti luoghi il numero di adorazioni. È un messaggio di rin-novamento.

Quando il Papa Benedetto XVI ha ricevuto i delegati internaziona-

li, nel novembre del 2006, ha stabi-lito che promuo-vere l’Adorazione Eucaristica sareb-be stato uno degli obiettivi pratici di questo Congresso. Così, nel preparar-lo, stiamo seguen-do sia le direttive del Pontefice, sia quelle dell’Esorta-zione Apostolica Sacramentum Ca-ritatis.

Ho notato an-che un’evoluzione favorevole riguar-do al ruolo della bellezza della li-turgia. Il Bello fa parte dell’evange-lizzazione. La bel-lezza della litur-gia ha trasforma-to molte persone, facendo assapora-re loro un po’ del

cielo, della presenza divina. Sento-no che vi è qualcosa al di là di quan-to sperimentiamo con i nostri cinque sensi e cominciano a cercarlo in una forma più profonda all’interno della loro vita spirituale.

Ritengo che la bellezza debba es-sere inclusa nella nostra prepara-zione del Congresso. Confido che la liturgia del Congresso sia ben rea-lizzata e possa essere vissuta da tut-ti, più che seguita. Spero che i fede-li ritornino alle loro case con il sen-so del mistero e della sacralità pre-sente nell’Eucaristia, con un senso di adorazione ed il desiderio di tra-smettere questo messaggio alle lo-ro comunità locali, ridestando entu-siasmo per il mistero centrale della nostra Fede.

AV: Il documento base del Con-gresso Eucaristico Internazio-nale di Québec possiede un fon-damento teologico molto sos-tan-zioso. C’è qualche aspet-to in particolare che Sua Emi-nenza vuole mettere in risalto?

Ho già toccato questo punto, ma vorrei evidenziare nuovamente che la celebrazione dell’Eucaristia è un evento Trinitario. Così lo esprime l’inizio del documento teologico, e sono stato molto contento nell’aver udito il Santo Padre usare la stessa terminologia durante la sua predica-zione nella Settimana Santa. Il miste-ro Eucaristico è uno scambio tra le Persone Divine, a cui siamo invitati a partecipare. Il Padre ci dà Suo Figlio unigenito, il Figlio si consegna a noi e riceve quello che offriamo come sim-bolo di quello che siamo.

Il pane ed il vino sono i simboli della terra, di quello che facciamo, di quello che soffriamo e di quello che abbiamo. Il Figlio prende tutto que-sto e lo assume: “Questo è il mio cor-po”. Converte in Se stesso il vino e il pane, così ci dona quello che siamo, accresciuto da ciò che Lui è. Siamo integrati nel Suo movimento di auto-

“Il Bello fa parte dell’evangelizzazione. La bellezza della liturgia ha trasformato molte persone.”

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offerta al Padre e nel Suo atto d’amo-re per il Padre, nel quale ci include insieme a tutta l’umanità.

Lo Spirito Santo, con la confes-sione della Fede e la proclamazione della Parola, con tutti i gesti che re-alizziamo durante l’atto liturgico, ci conduce alla comunione, che è il mo-mento “pentecostale” della Celebra-zione Eucaristica.

La comunione è frutto dell’offer-ta di auto-sacrificio del Figlio al Pa-dre. È la risposta del Padre che accet-ta il sacrificio del Figlio e distribuisce all’umanità i doni della Spirito San-to, Spirito di riconciliazione, amore e pace. Quando ci comunichiamo, rice-viamo dallo Spirito Santo questo pu-ro torrente d’amore.

Il secondo punto, che io chiamo la “dimensione nuziale” del documen-to, è forse un po’ più oscuro. Dio Si dà nel Mistero dell’Alleanza, simbolizza-to nella Bibbia dall’amore coniugale, dall’amore tra uomo e donna. Questa è l’immagine che Dio sceglie per parlare della Sua relazione con l’umanità.

Quando Egli dona il Suo Corpo, Lo dona alla Chiesa. Il Suo Corpo è ricevuto nella Fede e la Chiesa di-venta un corpo con Cristo, diventa il Suo Corpo.

Rimaniamo distinti da Lui e, al-lo stesso tempo, diventiamo uno con Lui: uno spirito, un’anima, un cor-po con Lui. Siamo coinvolti nel suo consegnarsi al mondo. Vi è, pertan-to, una dimensione nuziale in questa dedizione. Alla dedizione di Cristo corrisponde la dedizione della Chie-sa come sposa. La risposta della spo-sa rende il sacramento reale.

La Chiesa si identifica come sa-cramento di comunione, che non soltanto porta al mondo un segnale di bellezza esterna, riconciliazione, pace e buona novella, ma parteci-pa anche del potere di intercessione del supremo Sacerdote, che è Gesù Cristo. Se staremo uniti a Lui, potre-mo ottenere ogni tipo di grazie e be-nedizioni per la Chiesa intera. Pos-so affermare che questo è il miste-

ro della Chiesa, celebrato durante la Santa Eucari-stia, nel cuore del mondo.

C’è ancora un altro aspetto , che è l’enfasi nel pro mundi vita. Io ho scritto una lette-ra pastorale dal titolo “La vita del mondo”, proprio per ricordare alle persone il nostro richiamo a con-dividere la vita di Dio. La vita del mondo è molto di più che cercare la semplice giusti-zia terrena, ave-re più pace, evita-re le guerre, ecc. Queste certamen-te sono conqui-ste di per se stes-se. Ma aspiriamo a qualcosa di più: condividere la vi-ta divina di Dio. Una vita chiamata ad un’esistenza superiore, che è la comunione con Dio. Per questo è importante porre l’accento sull’Adorazione.

Infine, metteremo in risalto la san-tità. Santità è quello che abbiamo da offrire al mondo. Se, come cristiani e cattolici, noi vivremo la santità in for-ma autentica, il mondo comprenderà il Vangelo. L’enfasi deve essere sempre data sullo stesso punto: il mondo è nel-le mani di Dio e il potere dello Spirito opera per mezzo della nostra Fede.

Dobbiamo permettere in primo luogo che Egli agisca liberamente in noi e per mezzo di noi, nel mondo, attraverso le missioni, l’evangelizza-zione, le lotte per la giustizia e la pa-ce, attraverso il coinvolgimento nei problemi della vita e la soluzione dei problemi umani. Non guardiamo al di là di questi problemi; al contrario,

li affrontiamo con un nuovo spirito, con la certezza che Dio sta agendo e che le nostre azioni sono come parte delle azioni del Creatore.

Manterremo questa coscienza se condurremo una consistente vita di preghiera. In caso contrario, il pro-gramma di Dio si converte nel no-stro programma, cominciamo ad usare il Vangelo come una specie di giustificazione per le nostre stes-se ideologie. Ciò di cui abbiamo bi-sogno è dimenticarci di noi stessi e preoccuparci di sapere come sta operando Dio per cooperare effica-cemente con Lui. Dobbiamo essere, come dice il Papa Benedetto XVI, Cooperatores Veritatis – collabora-tori della Verità. Egli è la Verità in quanto amore, un amore molto at-tivo, col quale dobbiamo essere di-sposti a collaborare.

“Se, come cristiani e cattolici, noi vivremo la santità in forma autentica, il mondo

comprenderà il Vangelo”

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28 Salvami Regina · Giugno 2008

AV: Nel documento di Apare-cida c’è un punto dedicato in particolare al richiamo uni-versale alla Santità. Sua Emi-nenza potrebbe approfondi-re un po’ di più questo tema?

Credo che questo richiamo univer-sale alla santità sia uno dei principali messaggi del Concilio Vaticano II. Una cosa che non ha nulla di sorprenden-te ma che causa, nel contempo, stupo-re a molti, perché esiste ancora il pre-concetto che la santità sia solo per i re-ligiosi e i consacrati. È chiaro che que-sto non è vero! Il Concilio ha riaffer-mato la Buona Novella a tutto il popo-lo di Dio. Sotto questa luce, compren-deremo meglio perché il Papa Giovan-ni Paolo II ha beatificato e canonizzato tante persone della vita comune.

La santità è la perfezione dell’amore e della carità. Questi so-

no aperti a tutte le condizioni della vita, anche al matrimonio. Vivano nel matrimonio, nel celibato, nel-la consacrazione religiosa o nel sa-cerdozio, tutti sono chiamati a in-corporare la perfezione dell’amore, adattata ad ogni circostanza e cul-tura individuale.

Ecco perché preferiamo insiste-re su due manifestazioni specifiche di questo richiamo alla santità: sul matrimonio e sulla vita consacrata. Il Congresso Eucaristico sarà come un corso di catechesi di otto giorni, ed ognuno avrà il suo messaggio in-dividuale. Il giovedì, parleremo del sacerdozio, concludendo, il sabato, con il richiamo alla santità, soprat-tutto all’interno del matrimonio. E’ opportuno, visto che stiamo at-traversando una terribile crisi delle relazioni umane, specie all’interno del matrimonio. Così, sostenere la

santità della vita all’interno del ma-trimonio è di un’importanza fonda-mentale.

Mostreremo anche l’importan-za della santità nella vita consacrata. Essa assume, al giorno d’oggi, forme molto diverse. Agli ordini e alle con-gregazioni tradizionali si aggiunge la presenza semplice nel mondo, che ca-ratterizza gli istituti secolari. Tutti so-no importanti, ma il fulcro della que-stione sta nel fatto che la vita consa-crata è una risposta molto particola-re all’amore assoluto di Dio, rivelato, manifestato e offerto ad ognuno attra-verso la Sua Croce e Resurrezione.

Questa corrispondenza all’amore Divino è propriamente il centro del-la vita consacrata. Il carisma indivi-duale di ognuno sarà rivolto al lavo-ro nell’educazione, nella salute, nel-le opere di carità, nell’evangelizza-zione, ecc. Nel cuore di tutte que-

“Credo che questo richiamo universale alla santità sia uno dei principali messaggi del Concilio Vaticano II. Una cosa che non ha nulla di sorprendente ma che causa, nel contempo, stupore a molti.”

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Giugno 2008 · Salvami Regina 29

ste attuazioni c’è una “avventura d’amore”, una risposta individua-le ad un richiamo particolare.

AV: Per concludere, Sua Emi-nenza ha qualche consiglio per i fedeli che si stanno pre-parando al Congresso? Co-me possono i nostri lettori di al-tri paesi essere uniti alle gra-zie e ai movimenti dello Spi-rito Santo, nel Congresso?

Per tutti coloro che desiderino seguirlo, giorno per giorno, il Con-gresso sarà disponibile via inter-net, nel sito della diocesi www.dio-ceseQuébec.qc.ca. Un’altra ma-niera efficace di partecipare è ri-flettere sui temi del Congresso, usando i documenti teologici. Nel corso di tutti gli otto giorni, i par-roci possono commentare i diversi temi proposti.

La possibilità di restare uniti, io la vedo come una bella espressione della comunione dei santi. Questo Congresso Eucaristico è una specie di Pentecoste, un incontro tra le di-verse culture all’interno dell’unità della Fede. Potrà condurre ad una nuova primavera per la Chiesa lo-cale e per la Chiesa universale. Se i partecipanti sentiranno l’appoggio della preghiera dei fedeli di tutti i paesi, possono succedere veri mi-racoli spirituali che illumineranno le nostre anime, le nostre menti e i nostri cuori. Così, speriamo che i partecipanti possano ritornare alle loro case col fuoco nel loro spirito, trasformati in missionari dell’Euca-ristia.

Ancora riguardo ai frutti del Congresso per la Chiesa, le mie speranze si orientano verso una riscoperta della Sacra Eucaristia nella vita della Chiesa canadese e, specialmente, della Chiesa locale del Québec.

L’Eucaristia si è sempre mostra-ta ricca di frutti nella nostra cul-tura. Ha prodotto molte vocazio-

ni per missionari e altre condizio-ni di vita. Il Papa Giovanni Paolo II ha già beatificato o canonizzato 14 persone della provincia ecclesiasti-ca del Québec. Non è cosa da po-co e vogliamo diffondere quanto più possibile le storie di questi no-stri santi. Confidiamo di recupera-re così la centralità dell’Eucaristia, la quale ha trasformato la storia di queste persone in storia di santità.

Spero anche che i fedeli rinno-vino il coraggio di trasmettere a lo-ro volta la Fede ai loro figli ed edu-carli nel credo eucaristico, malgra-do le differenze tra le generazio-ni, che tante volte rendono diffici-le questa trasmissione. Oltretutto, sono sicuro che il fatto di constata-re durante il Congresso l’universa-lità della Chiesa, ci darà il senso di appartenere a un qualcosa di più grande rispetto a quello che sia-mo abituati ad immaginare. Ci da-rà una specie di legittimo orgoglio per il fatto di essere cattolici e di far parte di questo miliardo e più di fedeli sparsi in tutto il mondo.

Nella mia lettera pastorale, si può vedere quanto io speri in una maggiore solidarietà nelle co-munità cristiane, in un maggio-re coinvolgimento nei problemi della vita, sociali e politici, e an-che nel lavoro catechetico. Con-fido che vi sia, per esempio, un maggior rispetto verso la vita e una maggiore coerenza tra la no-stra Fede e il nostro modo di vi-vere. Spero che il Congresso Eu-caristico dia frutti che trasformi-no la cultura cattolica del Qué-bec. Senza affermare che sarà un miracolo continuo, ho la certez-za che porterà ad uno spargimen-to di grazie dello Spirito Santo, e confido che vi sia, da parte degli uomini, una risposta adeguata a questo dono di Dio. Ricevere con gioia questa “Buona Novella” ci aiuterà a compiere la nostra mis-sione di evangelizzare il continen-te nord-americano.

Il CardInale MarC Ouellet, PSS, è Arcivescovo di Quebec e Primate del Canada.

Nato vicino ad Amos, in provin-cia di Quebec, nel 1944, è stato ordi-nato sacerdote nella sua stessa par-rocchia, nel 1968.

Ha rivolto grande parte del suo mi-nistero sacerdotale alle vocazioni, es-sendo rettore dei seminari di Montre-al e Edmonton, in Canada, ed anche del Seminario Maggiore di Bogotà, Colombia. In questo paese ha appro-fondito la sua affiliazione ai Sulpiziani, entrando in questa società nel 1972.

E’ molto conosciuto dal suo lavo-ro missionario in America Latina, essendo ancora membro del Pontifi-cio Consiglio per l’America Latina.

E’ stato segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’uni-tà dei Cristiani, consultore della Con-gregazione per la Dottrina della Fe-de e della Congregazione per il Clero, della Congregazione per il Culto Divi-no e la Disciplina dei Sacramenti.

Nel 1976 ha ottenuto la licenza in Filosofia nel Pontificia Universi-tà San Tommaso d’Aquino, a Roma. Nel 1983 ha ricevuto il Dottorato in Teologia Dogmatica, dalla Pontificia Università Gregoriana.

Il Cardinale Ouellet è membro del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, e a quest’og-gi è a capo dell’organizzazione del 49° Congresso Eucaristico Internazionale, nella sua archidiocesi di Quebec.

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Il conte che divenne predicatore

LClara Isabel Morazzani Arráiz

30 Salvami Regina · Giugno 2008

san norBerto di magdeBUrgo

Quando un fulmine lo scaraventò a terra da cavallo, come San Paolo, il vanitoso conte abbandonò radicalmente i

costumi mondani. Da quel momento, si trasformò in pietra di scandalo e uomo di contraddizione.

’antica cattedrale di Colonia accoglieva in quell’occasione un gran numero di fedeli che sgomitavano lungo

l’ampia navata, disputandosi lo spa-zio per assistere all’atto che in bre-ve sarebbe cominciato. Correva l’an-no 1115, probabilmente nel mese di dicembre, e quel giorno l’arcivescovo Federico avrebbe conferito a vari gio-vani l’ordine del presbiterato. La ce-rimonia iniziò con splendore, alla lu-ce di innumerevoli ceri.

In prima fila davanti ai fede-li, il conte di Gennep, lussuosamen-te adorno delle insegne del suo al-to lignaggio attirava l’attenzione di tutti. Molti dei presenti conosceva-no la sua vita frivola e vanitosa, quin-di si stupivano nel vederlo ora in at-teggiamento così raccolto. Un mor-morio di ammirazione percorse l’as-semblea quando, una volta chiamati gli ordinati, si alzò anche lui, andan-do a mettersi al loro fianco. Il giova-

ne aristocratico, imperturbabile, fece cenno ad uno dei suoi servitori e que-sti gli portò una rozza tunica di pel-le. Il conte, togliendosi le sue ricche vesti, indossò quell’abito di peniten-za. Era la riparazione pubblica per la vita mondana che fino ad allora ave-va condotto.

Poi, salito al presbiterio, rice-vette successivamente il diacona-to e il presbiterato. Il brillante no-bile si trasformava in umile servo di Gesù Cristo; interiormente rive-stito della sublime dignità sacerdo-tale e, all’esterno, ad imitazione di Giovanni Battista, della povertà di quella veste singolare.

La vanità soffoca una vocazione

Norberto, figlio primogenito di Eriberto, conte di Gennep, nacque nel 1080, nella città di Xantem, in Germania. I suoi genitori desidera-vano per lui la carriera ecclesiastica, poiché era stato rivelato alla devota contessa Edwige che suo figlio sareb-

be stato un grande prelato e avrebbe prestato rilevanti servizi a Dio.

Fin da piccolo invece, il bambi-no cominciò a manifestare tenden-ze mondane e ambiziose contrastan-ti con i desideri dei genitori. L’acuta intelligenza di Norberto e la sua fa-cilità nell’assimilare tutto quanto gli era insegnato forse avevano contribu-ito ad accentuare in lui un’innata in-clinazione alla vanità. Infatti, una rara eloquenza e notevoli qualità lettera-rie conferivano una grande attrazione alla sua persona, e questo non avreb-be potuto che insuperbire un giovane principiante come lui.

Ambizione e prestigio a corte

Terminati gli studi, Norberto rice-vette l’ordine del suddiaconato, dopo di che la sua carriera fu rapida. Pres-so il principe-arcivescovo di Colonia, fu iniziato nelle questioni diplomati-che, quindi trasferito alla corte del re di Germania, Enrico V, dove la per-sonalità e i modi graziosi del giova-

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Giugno 2008 · Salvami Regina 31

ne conte richiamarono l’attenzione del sovrano, che lo nominò consiglie-re di Stato. Norberto si muoveva con disinvoltura nei lussuosi scenari de-gli intrighi di palazzo, lasciando tut-ti stupiti per il suo talento e superio-rità di spirito.

Il prestigio di cui godeva gli per-metteva di accarezzare sogni per il futuro, dando sbocco ad un orgoglio che tendeva solo a crescere e a domi-nare la sua anima. Poco a poco, l’in-fluenza dell’ambiente mondano ram-molliva la sua naturale serietà e ren-deva frivoli i suoi costumi.

Dentro di sè però, quello spensie-rato chierico, così dimentico dei suoi doveri religiosi, conservava ancora sentimenti di pietà che gli pungola-vano la coscienza, provocando nella sua anima l’insoddisfazione propria di coloro a cui Dio riserva un richia-mo ad maiora.

Un sacrilegio sconvolge l’anima di Norberto

Nel 1110, Enrico V fece un viaggio a Roma, per essere incoronato impe-ratore dal Papa. Norberto lo accom-pagnò, insieme ad altri dignitari e un nutrito esercito. Giunto nella Città Eterna, l’imperatore entrò in conflit-to col Papa e diede ordine ai suoi sol-dati di strappargli i paramenti e le in-segne e di farlo prigioniero.

Norberto fu sconvolto quando assistette a quella scena sacrilega. Quella stessa notte, andò a prostrar-si ai piedi del Pontefice imprigiona-to, implorando perdono. Era il primo passo del figliol prodigo nella strada che lo avrebbe condotto di ritorno al-la casa paterna.

La lotta interiore

A partire da quel momento, la vo-ce della grazia iniziò a parlare con maggior veemenza nel suo intimo e lui cominciò a darle ascolto. Di ritor-no in Germania, dopo la liberazione del Papa, Norberto rimase a corte per alcuni anni, fino a che, nel 1115, En-rico V finì per essere scomunicato.

Per fedeltà alla Santa Sede, Norber-to abbandonò Enri-co V e si ritirò nelle sue terre di Xanten. Nell’isolamento del-la piccola città, le sue ambizioni si sentiva-no soffocate, abituato agli elogi e all’incen-so, il conte desidera-va ancora vivamente soddisfare il suo or-goglio.

Convertito da un fulmine e una voce

Con questi deside-ri nell’anima, in una luminosa mattina di primavera ,Norberto partì alla volta di Wre-den, distante una cin-quantina di chilometri da Xanten, Durante il viaggio il cielo comin-ciò a coprirsi di spesse nuvole nere e all’improvviso risuonò un tuono. Nor-berto spronò il cavallo, nella speranza di raggiungere un rifugio, ma fu inuti-le. Un violentissimo fulmine cadde ai piedi della sua cavalcatura e l’animale, impauritosi, lo fece cadere dalla sella.

Il conte rimase un’ora svenuto nel fango, sotto una pioggia torrenziale, davanti al suo scudiero atterrito. Do-po aver ripreso i sensi, udì una voce interiore che gli diceva: “Lascia il ma-le e fa il bene, cerca la pace e seguila” 1. Norberto si mise in piedi contrito e radicalmente determinato ad abbrac-ciare per sempre le vie della virtù.

A partire da quel giorno, condusse una vita di raccoglimento e preghie-ra, sottoponendo il suo corpo a rigo-rose penitenze. Istruito da Conon, abate del monastero benedettino di Siegburg, cominciò a sentire nuova-mente il richiamo al sacerdozio e si presentò al vescovo di Colonia chie-dendo di essere ordinato. Fu così che, pochi mesi dopo la sua conversio-ne, gli furono conferiti straordinaria-

mente nello stesso giorno, gli ordini del diaconato e del presbiterato.

Lotte nella vita sacerdotale

Dopo un ritiro di 40 giorni nell’ab-bazia di Siegburg, Norberto celebrò a Xantem la sua prima messa e co-minciò a predicare. Parlava princi-palmente del carattere transitorio dei beni di questo mondo e degli obbli-ghi dell’uomo davanti a Dio. Il suo fervore non piacque a certi chierici che, prendendo a pretesto la sua pas-sata condotta poco raccomandabile, organizzarono un’opposizione con-tro di lui. Il loro odio arrivò a tal pun-to estremo da assoldare un uomo per insultarlo e sputargli al volto.

Scalzo, vestito della sua tunica di penitenza, Norberto partì da Xan-tem e cominciò a percorrere città e villaggi. Le folle lo seguivano, attira-te dall’eloquenza con la quale annun-ciava “la parola di Dio piena di fuoco, che bruciava i vizi, stimolava le virtù e arricchiva le anime ben disposte alla sua saggezza” 2.

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San Norberto di Magdeburgo

San Norberto, di Marten Pepijn – Cattedrale della Madonna, Anversa (Belgio)

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32 Salvami Regina · Giugno 2008

La sua predicazione era confermata dai miracoli, dal dono delle lingue e, so-prattutto, dal singolare carisma di spe-gnere, con la sua semplice presenza, i dissensi e le inimicizie. Il popolo corre-va incontro a questo sacerdote che già era diventato noto con l’affettuoso so-prannome di “Angelo della Pace”..

Un cuore innovatore

Malgrado i brillanti risultati della sua azione missionaria, i detrattori di Norberto persistevano nel diffamarlo e nel creare ostacoli al suo apostola-to. Per questo, nell’ottobre del 1119, egli andò ad inginocchiarsi ai piedi del Papa Calisto II, durante il conci-lio di Reims, per esporgli la sua situa-zione e il suo desiderio di dedicarsi alla vita religiosa.

Se il temperamento di quell’umi-le pellegrino impressionò favorevol-mente il Pontefice, non passò inos-servato nemmeno agli occhi del ve-scovo di Laon, Mons. Bartolomeo de Viry. Costui seppe discernere in Nor-berto le caratteristiche di un richia-mo eccezionale e si propose di aiutar-lo in tutto quanto poteva.

Non si ingannava l’arguto vescovo: ardeva in Norberto un cuore di in-novatore, docile alle ispirazioni del-lo Spirito Santo. Il suo progetto era quello di formare una congregazio-ne di chierici posti in una vita comu-nitaria, che cercassero nella preghie-ra, nella penitenza, nel silenzio e nel-la vita interiore, il fondamento del lo-ro apostolato. Armonizzando per la prima volta la dolcezza della contem-plazione con l’azione evangelizzatri-ce, Norberto sarebbe diventato fon-datore della cosiddetta “vita mista”.

Così, sotto gli auspici del Santo Padre e di Mons. Bartolomeo, egli iniziò la sua grande opera. Nella fan-gosa e oscura foresta di Coucy, vicina a Laon, esisteva una valle conosciu-ta col nome di Premontré (prato mo-strato). Lì, sulle rovine di una cappel-la abbandonata, cominciò ad erige-re il suo primo monastero. Nel Nata-le del 1121, Norberto e i suoi nume-

rosi discepoli pronunciaro-no i loro voti religiosi, ab-bracciando la regola agosti-niana. Era fondato l’Ordi-ne dei canonici Regolari di Premontré, oggi conosciuti come Premonstratensi.

Crescita dell’istituto e fondazione femminile

Un po’ alla volta afflu-irono le vocazioni, ed in quel bosco oscuro e disa-bitato presto fu edificata la chiesa di Santa Maria di Premontré. Intorno a que-sta furono costruite le abi-tazioni dei chierici.

L’Europa contemplò ammirata quegli uomini vestiti di bianco, usciti dal-la silenziosa valle di Pre-montré, mentre percorre-vano le grandi città e i pic-coli villaggi, come instanca-bili angeli della Buona No-vella, infondendo nei cuori l’amore per l’Eucaristia e la devozione tenera alla Ver-gine Santissima, che ave-vano assorbito nella convi-venza con Norberto.

Data la crescita prodi-giosa della sua opera, egli dovette intraprendere con-tinui viaggi per stabilire nuove fondazioni in Ger-mania, in Belgio, in Fran-cia e in altre regioni. Pres-so i monasteri dei canoni-ci, sorsero poi quelli del-le Suore del Secondo Ordi-ne, note come Norbertine, dove si osservava lo stesso rigore di vita, in completa consonanza col fondatore.

Elevazione all’episcopato

La Provvidenza, intanto, riservava a Norberto un’al-tra missione. Nel 1126, in circostanze inattese e total-mente contro la sua volon-

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Giugno 2008 · Salvami Regina 33

tà, fu eletto arcive-scovo di Magdebur-go. Pochi giorni do-po, fece il suo ingres-so in quella città, ri-cevendo gli omaggi del clero, dei nobili e del popolo.

L’aspetto del nuo-vo arcivescovo non si differenziava mol-to da quello del pove-ro penitente che anni addietro aveva per-corso i villaggi, trasci-nando tutti con l’effi-cacia della sua paro-la. Terminate le ce-rimonie, si diresse al palazzo episcopale dove avrebbe da quel momento risieduto; il portiere, nel vederlo, lo prese per un indi-gente dicendogli:

— Sei arrivato tar-di, è già stata diviso il cibo per i bisognosi.

Quando lo avvisa-rono che quello era il suo nuovo signore, subito la sua rudezza si trasformò in confu-sione. Norberto, tut-tavia, sorridendo con affabilità, rispose:

— Tu mi conosci meglio e hai visto più chiaramente di quelli che mi hanno condot-to in questo palazzo 3.

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Nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, ci sono le statue di tutti i santi fondatori degli ordini religiosi, fra loro si può venerare quella di San Norberto di Magdeburgo

Il suo ministero a Magdeburgo du-rò otto anni. Con la sua caratteristi-ca rettitudine, subito notò il carat-tere rilassato esistente nella diocesi e le energiche misure prese a favore dell’ordine suscitarono rancori tali da far progettare di ucciderlo da parte degli scontenti. Fallito questo piano, essi ricorsero all’arma della calunnia e sollevarono la folla contro l’arcive-scovo. Fu invano, poiché la bontà e il coraggio del santo, in poco tempo, fe-cero rasserenare gli animi e ristabili-re la pace.

Grande nell’umiltà, umile nella grandezza

Agli inizi del 1130 il Papa Onorio II morì ed il mondo cattolico ricevette la sconcertante notizia dell’elezione di ben due successori al soglio pontificio: Innocenzo II e Anacleto II. Il pericolo di uno scisma era imminente.

Mosso dallo Spirito Santo, San Ber-nardo di Chiaravalle subito si sollevò a favore di Innocenzo, convocando tut-ti a difendere il vero Papa, giunto in Francia fuggendo dall’usurpatore.

In Germania, il re Lotario indu-giava nel prendere posizione. Soltan-to l’arcivescovo di Magdeburgo, nel quale deponeva la sua fiducia, avreb-be potuto pesare favorevolmente sul-la sua decisione. Norberto non rispar-miò i suoi sforzi: presentando prove e documenti, e avvalendosi della sua eloquenza, gli mostrò la legittimità di Innocenzo come successore di Pietro. La sua voce fu accettata come un ve-ro oracolo dal sovrano e tutta la Ger-mania si schierò risolutamente a fian-co del legittimo Papa.

Così, Norberto salvò la sua patria dal rischio di una fatale rottura con la Chiesa. Questo fu l’ultimo e forse il più bell’episodio della sua vita.

Di ritorno a Magdeburgo, il suo già precario stato di salute si aggravò in modo allarmante. Anche se in que-ste condizioni, durante alcuni mesi di dolorosa infermità, realizzò miraco-li prodigiosi, come la resurrezione di tre morti in uno stesso giorno.

Infine, il 6 giugno del 1134, nell’ot-tava di Pentecoste, sentendo la morte imminente, volle essere posto, secon-do il costume di quell’epoca, su una croce di ceneri tracciata al suolo. In questa posizione, ad imitazione del redentore, spirò nello stesso modo in cui era vissuto: grande nell’umiltà e umile della grandezza.

Una vita definita da un’unica parola: integrità

A partire dall’istante della sua con-versione, il pellegrinaggio di San Nor-berto in questo mondo potrebbe esse-re definito con un’unica parola: inte-grità. Fu per eccellenza l’uomo della modestia, della dedizione generosa e disinteressata di sé, per la gloria del-la Chiesa. Una volta scelta la sua stra-da, i suoi occhi non si voltarono più a contemplare le brillanti promesse che il mondo gli offriva. Al contrario, egli si presentò allo sguardo sorpreso dei suoi contemporanei, come il fondato-re e l’archetipo di un nuovo stile di vi-ta, austero e generoso.

Bisogna notare, tuttavia, che lo splendore delle sue virtù, accentuato da una personalità ricca di doti natu-rali, divideva le opinioni e separava ni-tidamente i buoni dai cattivi. San Nor-berto fu, sull’esempio di Gesù, pietra di scandalo e uomo di contraddizione. La sua stessa bontà, che accattivava le anime sante e spingeva i peccatori ad abbracciare il retto cammino, era cau-sa di continue persecuzioni.

Cosciente che il vero senso dell’esi-stenza si riassume unicamente nel tro-vare grazia presso Dio, San Norber-to era invano perseguitato dai suoi av-versari. Il suo superiore potere disar-mava l’odio, faceva ricercare la virtù e trasformava l’ira in amore.

1) ADRIAANSEN, Vita c. XIII, pag. 24.

2) LITURGIA DELLE ORE, vol. II, 6 giugno, seconda lettura.

3) ADRIAANSEN, Vita c. XLIII, pag. 215.

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Missioni MarianeN

34 Salvami Regina · Giugno 2008

ei primi quattro mesi di quest’anno, la statua pel-legrina del Cuore Immacolato di Maria ha percor-so diverse città di San Paolo, Minas Gerais e Spiri-

to Santo.Accompagnata dagli araldi missionari, Maria Santissi-

ma ha visitato case, collegi, ospedali, centri commerciali e pubblici, versando il soave balsamo della pietà sui cuori di coloro che l’hanno ricevuta. Innumerevoli persone sono tornate alla pratica della Fede, hanno chiesto i Sacramenti, sono entrate nel ruolo di decimisti nelle loro parrocchie e hanno cominciato a recitare quotidianamente la principale preghiera mariana, rispondendo all’appello della Madon-na di Fatima: “Pregate il rosario tutti i giorni”.

Nella parrocchia di Sant’Antonio a Teixeiras, gli alunni della Scuola Antonio Moreira de Queiroz hanno realizza-to una semplice e sincera accoglienza alla Regina del Cie-lo e della Terra, chiedendo benedizione e protezione per le loro famiglie e per la città. A Pouso Alegre, l’Arcivesco-vo, Mons. Ricardo Pedro Chaves Pinto Filho, O. Praem, ha partecipato alla solenne chiusura della Missione, e alla fine della cerimonia ha dichiarato: “Non ho mai avuto l’oppor-tunità di vedere questa chiesa così piena come oggi!”

A Cariacica (ES), nella Chiesa del Buon Pastore, il par-roco Don Edemar Endringer ha consacrato la parrocchia, al Cuore Immacolato di Maria. A Presidente Prudente (SP), nella parrocchia della Madonna del Carmelo, 853 ca-se si sono aperte a Maria, ed è stato fatto il seguente cen-simento: 72 candidati al battesimo, 174 alla 1ª Comunio-ne, 169 alla Confermazione, 76 coppie al matrimonio, 42 all’unzione degli infermi e 93 fedeli si sono messi a disposi-zione come decimisti.

Teixeiras

Cariacica Pouso Alegre

Presidente Prudente

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Vescovo di Bragança Paulista presiede un incontro a Fatima

È

Giugno 2008 · Salvami Regina 35

stato realizzato nella sala Paolo VI, del Santuario di Fatima (Portogallo), un nuovo incontro dei par-tecipanti dell’Apostolato dell’Icona. Mons. José

Maria Pinheiro, Vescovo di Bragança Paulista (Brasile), è stato per l’occasione l’invitato speciale.

Dopo aver incoronato la Statua del Cuore Immaco-lato di Maria, Mons. José Maria ha tenuto una brillante conferenza impregnata di numerosi fatti concreti, frut-to di una ricca vita pastorale e missionaria. Il Vescovo di

Bragança Paulista è partito da queste esperienze con-crete per evidenziare l’importanza della devozione al-la Madonna.

Punto centrale dell’incontro, è stata la Solenne Eucari-stia presieduta da Mons. José Maria e concelebrata da va-ri sacerdoti. Al termine dell’Eucaristia tutti i partecipanti hanno recitato il rosario. Per concludere, hanno intonato il “Saluto alla Vergine” mentre sventolavano i fazzoletti az-zurri, in un gesto di emozione e commiato.

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Nuove Istituzioni di Insegnamento

36 Salvami Regina · Giugno 2008

A Maringá (Brasile), sono già iniziate le lezioni di un altro collegio degli Araldi del Vangelo. In un’area di 7.000 m2 gli alunni possono usufruire di istallazioni accademiche e sportive.

Il Direttore del Pontificio Istituto Superiore di Diritto Canonico di Rio de Janeiro, dott. Don José Gomes Morais, ha inaugurato il corso di Diritto Canonico della Facoltà degli Araldi del Vangelo, proferendo una magistrale

conferenza nel Seminario dell’istituzione, nella Grande San Paolo.

Conferenza inaugurale

Gli Araldi del Vangelo hanno dato inizio alle attività dell’Istituto Filosofico Aristotelico-Tomista e dell’Istituto Teologico San Tommaso d’Aquino a Bogotá (Colombia). L’inaugurazione è stata presieduta

da Mons. Héctor Cubillos Peña, Vescovo di Zipaquira.

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Giugno 2008 · Salvami Regina 37

“Sono giunte gradite al Papa le espressioni augurali”

Poco prima della chiusura di questa edizione, è arrivata una lettera, inviata in nome del Santo Padre, da Mons. Gabriele Caccia, Assessore nella Segreteria di Stato di Sua Santità. Il messaggio è rivolto a P. João Scognamiglio Clá Dias, E.P, Presidente Generale degli Araldi del Vangelo

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Cardinale Angelo BagnascoArcivescovo di Genova, Presidente della CEI

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Questo è il mio Corpo

la parola dei pastori

“Ciò non è un simbolo” dice il Cardinale Angelo Bagnasco quando si riferisce alle parole del Signore: “La mia carne è vero cibo e il sangue vera bevanda”; nella sua Lettera Pastorale Questo è il mio corpo lui ci raccomanda una visita quotidiana al Santissimo Sacramento e dice che la Santa Comunione è “l’antidoto contro la morte”

n ogni rapporto di comu-nione viene il momento in cui le parole non bastano più: è necessario passare al dono di sé per esprimere la

ricchezza e la profondità dell’amore. Dio, in Gesù, ha fatto così. Dopo aver raccontato il suo amore per noi in molti modi, alla fine dà se stesso nel Figlio: è mistero della Passione, Morte e Risur-rezione di Gesù: “avendo amato i suoi, li amò sino alla fine” (Gv 13,1): “alla fi-ne” indica la misura estrema dell’amo-re, di un amore senza misura. (…) Nel suo sacrificio Gesù abbraccia l’umanità intera, fa un corpo solo con lei e si con-segna al Padre. (…)

L’Eucaristia non è un simbolo

Il Mistero Eucaristico rende pre-sente tutto questo. Nel segno sacra-mentale del pane e del vino consacra-ti dal Sacerdote, Gesù continua a do-

nare la sua vita per l’umanità: dona se stesso. Che cosa saremmo senza la vita di Dio che dall’Eucaristia fluisce nelle nostre anime? Senza la Sua luce che dà senso all’esistenza e alla mor-te, al presente e al futuro? Di fronte a questo mistero di amore, la ragio-ne umana tocca la sua finitezza e si apre allo stupore riconoscente e gra-to: “Fate questo in memoria di me” (...). Non è dunque un simbolo, un modo di dire commovente, il ricor-do di un passato lontano: ripresenta a noi – qui e ora – il sacrificio di Cri-sto attuato una volta per tutti sul Cal-vario. (…) Entrare in questo rappor-to e diventare offerta gradita a Dio in virtù di Gesù, dipende dalla nostra li-bertà personale.

Dio cerca la nostra felicità

La dimensione più immediata dell’Eucaristia è quella del convito:

il pensiero corre subito all’ultima ce-na: “Prendete e mangiate... Poi pre-se il calice e... lo diede loro dicendo: bevetene tutti...” (Mt 26, 26.27). Tale aspetto esprime in modo unico quan-to il Signore cerchi l’intima comu-nione con noi per la nostra felicità: “se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Gv 6,53). E ciò non è un simbolo: “La mia carne è vero cibo e il sangue vera bevanda” (Gv 6,55). Come sono belle le paro-le di sant’Efrem: “Chiamò il pane suo corpo vivente, lo riempì di se stes-so e del suo Spirito (...) E colui che lo mangia con fede, mangia Fuoco e Spirito”! Nella nostra anima scorre la forza vitale di Cristo, l’energia del-la grazia, la calda luce dello Spirito. La vita terrena cambia: le croci resta-no tali, ma il loro significato muta, di-ventano un valore universale ed eter-

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no. E Lui le porta con noi. La santa Comunione, se fatta con le dovute di-sposizioni, veramente è “l’antidoto contro la morte” (sant’Ignazio di An-tiochia). Al riguardo raccomando la confessione frequente e regolare: è la migliore preparazione alla comunio-ne eucaristica. (…)

Sacramento della reale presenza di Gesù

“Non vedere – esorta san Cirillo di Gerusalemme – nel pane e nel vino dei semplici e naturali elementi, per-ché il Signore ha detto espressamen-te che sono il suo corpo e il suo san-gue (…) ”. È “mistero della fede”, il mistero della presenza reale! Insieme a tutta la tradizione della Chiesa noi crediamo che con la consacrazione Cristo si fa realmente presente in cor-po, anima e divinità. Per ciò adoria-mo la divina Eucaristia e ci inginoc-chiamo di fronte ad essa. (…). Racco-mando che in ogni Comunità parroc-chiale e religiosa si faccia l’adorazio-ne almeno settimanale. Raccomando anche a ognuno la “visita” quotidiana al Santissimo Sacramento.

Sorgente della Chiesa, del servizio e della missione

L’Eucaristia è Cristo che si dona a noi e ci edifica continuamente come il suo corpo che è la Chiesa: unendo-ci a Lui ci unisce tra noi in Lui. Per questo non si possono separare Ge-sù e la Chiesa: quanto più ci uniamo a Cristo tanto più cresce la comunio-ne ecclesiale e la fraternità universa-le, poiché il Signore ci chiede di cele-brare il Mistero Eucaristico come ha fatto Lui nel cenacolo: lavando i pie-di agli Apostoli. Vivere una vita euca-ristica significa dunque vivere offerti, cioè obbedienti al Padre, in comunio-ne con la Chiesa intera; significa farsi dono quotidiano ai fratelli. Non pos-siamo dimenticare che il più grande atto d’amore è annunciare Gesù uni-co Salvatore e Redentore, luce e spe-ranza del mondo. Il dono di Cristo, che permane nel Sacramento, non

può essere tenuto solo per noi. Deve essere annunciato “sui tetti”

La mensa della Parola di Dio

La Santa Messa – ricorda il Conci-lio – è un unico atto di culto costitui-to da due parti strettamente congiun-te: la mensa della Parola e la men-sa dell’Eucaristia (cfr Sacrosanctum Concilium, 56). Prima di essere nutri-ta dal Pane Eucaristico, l’assemblea è nutrita dalla Parola di Dio: “Egli, nel suo immenso amore, parla agli uo-mini come ad amici, e si intrattiene con essi” (Dei Verbum, 2): continua a raccontare il suo amore di miseri-cordia e di salvezza. La Parola della Scrittura racchiude un’efficacia uni-ca che nessuna parola umana, pur al-ta, possiede. Per questo sant’Ignazio di Antiochia, mentre si recava al mar-tirio, scriveva con passione: “Mi affi-do al Vangelo come alla carne di Cri-sto”. (…)

“Venite e vedete”

Cari amici, è difficile in breve spa-zio parlare di un mistero così grande. (…) Ognuno di voi, a partire da ciò che ha letto, vada oltre. Soprattutto ricordo un grande principio che vale

per le cose umane come per le cose di Dio. L’esperienza ci dice che non tut-to possiamo comprendere perché la realtà è più grande di noi. Ciò non ci esime dalla fatica della ricerca e del-lo studio, ma con umiltà, senza pre-tese assolute. Molte cose le compren-diamo solo vivendole. Gesù l’ha det-to a chi lo interrogava: “Venite e ve-drete” (Gv. 1, 39).

Alla luce di questo semplice prin-cipio, invito ciascuno a sperimentare il Mistero Eucaristico: andate spesso alla Santa Messa, non solo alla dome-nica; fate spesso l’adorazione euca-ristica; fate ogni giorno la breve visi-ta al Santo Sacramento. Non fatevi il problema di cosa e di come fare. Sta-te in pace davanti a Lui, sapendo che in voi c’è il grande Maestro della pre-ghiera (…).

Auguro a me e a voi di essere co-me la goccia d’acqua che il Sacerdote mette nel calice del vino che divente-rà il Sangue di Cristo. Immergere la nostra piccolezza nella grandezza del suo amore. Non perdiamo noi stessi: ci ritroviamo felici.

(Brani della Lettera Pastorale “Questo è il mio corpo”, 1/12/ 2007)

Liceo internazionale Araldi del Vangelo – San Paolo (Brasile)

La santa Comunione, se fatta con le dovute disposizioni,veramente è “l’antidoto contro la morte”

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40 Salvami Regina · Giugno 2008

Universal Music lancerà un album di canti gregoriani

I monaci cistercensi dell’Abbazia di Santa Croce, nei pressi di Vien-na, hanno firmato un contratto con la casa produttrice Universal Music per lanciare un album di canti gregoria-ni, che sarà divulgato in tutto il mon-do già quest’anno.

L’Abbazia ha vinto un concorso di musica medievale, promosso recen-temente attraverso internet, al quale hanno partecipato più di cento con-correnti di diversi paesi europei ed americani. “Il canto gregoriano fa par-te della nostra spiritualità e della no-stra vita”, ha affermato alla stampa il monaco portavoce dell’Abbazia.

India – Educare i giovani alla castità

Nello stato indiano di Kerala, di maggioranza cattolica, la Chiesa pub-blicherà questo mese un documen-to con l’obiettivo di “educare i giova-ni alla purezza di spirito e alla castità”, secondo una nota dell’Agenzia Fides. Questa iniziativa fa parte di un pro-getto più ampio di sensibilizzazione della gioventù sul rispetto dovuto al proprio corpo, “tempio dello Spirito Santo”.

“È urgente tentare di diffondere que-sta coscienza, soprattutto nelle scuo-le, tra gli studenti, aiutandoli a vivere la sessualità come parte integrante del-la vita umana, sottolineando il gran-de valore della purezza, della castità e dell’astinenza” – ha spiegato Don Jo-sé Kottayil, Segretario della Commis-

sione per la Famiglia e il Laicato, del Consiglio dei Vescovi di Kerala.

La materia sarà affrontata dagli alunni delle scuole cattoliche di Ke-rala – dove la Chiesa dirige circa 700 istituti di insegnamento, frequentati da più di 700mila alunni – e dovrà es-sere oggetto di analisi in incontri pro-mossi in chiese, parrocchie, associa-zioni e movimenti cattolici.

dei monaci benedettini, e il Collegio Sant’Agostino, dei frati agostiniani, entrambi di Rio de Janeiro.

Oltre alle materie fondamentali, il curriculum del Collegio San Be-nedetto include musica erudita, sto-ria dell’arte e cultura classica. Se-condo la notizia riportata dal gior-nale O Estado de São Paulo, la Su-pervisore Educativa, Maria Elisa Penna Firme, “non allenta la stret-ta dall’insegnamento religioso”, non tralasciando inoltre di menzionare, a motivo dei buoni risultati ottenu-ti, la qualità dei 110 professori, “al-cuni con più di 20 anni di insegna-mento in queste scuole”.

Lo stato con una media migliore è stato Rio Grande do Sul, nel quale si sono distinti due istituti di insegna-mento: il Collegio Militare di Porto Alegre e il Collegio Militare di San-ta Maria. Quale la “ricetta” di questo successo? Disciplina, corpo docente qualificato e offerta di attività extra-curricolari – informa il giornale Ze-ro Hora.

La Pontificia Opera di San Pietro aiuta le Chiese in terra di missione

Fondata nel 1889, nella città di Ca-en in Francia, la Pontificia Opera di San Pietro si impegna nella fondazio-ne e manutenzione di seminari e isti-tuti di formazione religiosa nei terri-tori di missione.

Secondo dati pubblicati dall’agen-zia Fides, attualmente garantisce la manutenzione di 962 seminari, spar-si nei cinque continenti, ospitanti un totale di 83.767 seminaristi.

I paesi che più beneficiano di que-sta Pontificia Opera sono l’Africa, dove essa sostiene 479 seminari, con 52.102 seminaristi; e l’Asia, con 326 seminari e 24.857 seminaristi.

Questo prezioso aiuto alle giovani Chiese che sono in continuo aumen-to, si rende possibile grazie alle offer-te raccolte da fedeli di tutto il mon-do, attraverso le Direzioni Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie.

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Sermoni di Sant’Agostino scoperti in Germania

Un’equipe di ricercatori vienne-si ha scoperto, in un manoscritto me-dievale della Biblioteca Universitaria e Scientifica di Erfurt in Germania, una copia di sei sermoni di sant’Ago-stino. Quattro di questi erano total-mente sconosciuti finora, mentre gli altri erano già in parte noti.

Secondo i ricercatori, i testi ritro-vati riguardano temi diversi, come la carità verso il prossimo e il culto dei santi martiri.

Due collegi religiosi tra i migliori del Brasile

Due collegi religiosi hanno conqui-stato il 1º e 2º posto nei risultati otte-nuti dagli alunni che si sono sottopo-sti volontariamente all’Esame Nazio-nale di Scuola Secondaria (ENEM) del 2007: il Collegio San Benedetto,

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È scomparso il Cardinal López Trujillo

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USA: Evangelizzazione via internet

“Sentiamo la tua mancanza… Tor-na a casa.” – è uno dei messaggi di in-coraggiamento diretti dall’organizza-zione Catholics Come home (Catto-lici Tornate) alle persone che hanno avuto l’infelicità di allontanarsi dalla Santa Chiesa.

Creato dalla Diocesi di Phoenix, USA, il portale cerca di presenta-re agli internauti, in un modo attra-ente e semplice, la dottrina insegnata dalla Chiesa nel corso dei secoli. “Il nostro obiettivo è offrire una varietà di mezzi che aiutino a capire più chiara-mente la Chiesa Cattolica e i suoi in-segnamenti. Promettiamo di dire sem-pre onestamente la verità, senza na-scondere nulla” – affermano i dirigen-ti dell’organizzazione.

Migliaia di persone, di oltre ses-santa paesi, visitano il sito per infor-marsi sugli orari di Messe, cercare as-sistenza religiosa o chiarire questioni inerenti alla Fede e ai Sacramenti.

Gli interessati possono accedervi in inglese http://www.catholicscome-home.org ed in spagnolo www.catoli-cosregresen.org.

Nuovo sito cattolico in Spagna

È stato lanciato in Spagna un nuo-vo portale per la divulgazione di noti-zie religiose via internet. Religión en Libertad si propone di offrire infor-mazioni di qualità a tutto il mondo ispanico, sulla religione e la spiritua-lità. Sostenuto dall’organizzazione Libertad Digital, il sito presenta bol-lettini informativi attualizzati costan-temente durante il giorno. L’indirizzo è www.religionenlibertad.com

l giorno 19 aprile, a Roma, all’età di 72 anni, è mancato il Presidente del Pontificio Con-

siglio per la Famiglia, Cardinal Alfon-so López Trujillo, Arcivescovo emeri-to di Medellin in Colombia.

Il giorno 23, dopo la Messa cele-brata nella Basilica di San Pietro dal Cardinal Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, si sono tenute le solenni esequie, presiedute dal Pa-pa Benedetto XVI.

Ricordando l’opera e la vita del compianto Porporato, il Santo Padre ha messo in risalto “la dedizione e la passione” con cui egli ha lavorato per 18 anni nel Pontificio Consiglio per la Famiglia, “portando a termine un’atti-vità instancabile nella difesa e promo-zione della famiglia e del matrimonio cristiano” e il “corag-gio con cui ha difeso i valori non negoziabili della vita uma-na”.

Alfonso López Trujillo, nato l’8 novembre del 1935, nel-la città di Villaermosa in Colombia, aveva ricevuto l’ordi-nazione sacerdotale nel 1960. Il Papa Paolo VI lo aveva

nominato Vescovo ausiliare di Bogotá, nel 1971 promuovendolo, nel 1978, ad Arcivescovo coadiutore dell’Arcidio-cesi di Medellin, della quale era diven-tato titolare l’anno seguente.

Il venerabile Giovanni Paolo II lo elevò al cardinalato nel 1983, il cardi-nale più giovane creato in quel conci-storo. Nel 1990, fu nominato Presiden-te del Pontificio Consiglio per la Fami-glia.

Tra le sue principali iniziative spic-cano la promozione degli Incontri Mondiali della Famiglia e l’ordinazio-ne del Lexicon, opera edita dal Ponti-ficio Consiglio per la Famiglia, nella quale specialisti di fama internaziona-le affrontano temi relativi all’istituzio-ne familiare.

Il Cardinal López Trujillo è stato anche segretario ge-nerale e poi presidente del CELAM, membro della Con-gregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazio-ne per le Cause dei Santi, della Congregazione per i Ve-scovi, della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Po-poli e della Pontificia Commissione per l’America Latina.

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L’autorità religiosa nella Chiesa

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giornata di stUdi organizzata dall’angelicUm

otto la presidenza del Card. Franc Rodé, C. M., Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica,

la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Univer-sità san Tommaso d’Aquino (Angelicum) ha promos-so, il 9 aprile u. s., una Giornata Accademica dal titolo Diversi modelli di autorità presenti nella vita religiosa della Chiesa Latina.

L’evento – tenuto nell’ambito delle commemorazioni in occasione del XXV Anniversario della Promulgazio-ne del Codice di Diritto Canonico per la Chiesa Latina, del 1983 – ha offerto l’opportunità per una riflessione ri-guardo l’autorità nella vita religiosa, personale e collegia-le, considerata a tre livelli: generale, provinciale e locale.

Nell’esposizione di apertura, P. Bruno Esposi-to, O.P. – Decano della Facoltà promotrice dell’incon-tro – ha evidenziato l’importanza della Giornata per superare innanzitutto i “… molti e infondati preconcet-ti riguardanti il Diritto Canonico e sopra la funzione del-la stessa autorità nella Chiesa e nella vita religiosa”. Do-po aver osservato che attualmente si dovrebbe parla-re più di “crisi dell’autorità” che di “crisi del voto di ob-

bedienza”, ha affermato anche che: “I pericoli dell’auto-ritarismo arbitrario, da un lato e, dall’altro, dell’assenza o omissione dell’autorità, sono molte volte il prodotto di una fede povera, rachitica, di un’insufficiente preparazio-ne teologica e di una colposa ignoranza giuridica”.

Un punto di capitale importanza affrontato da P. Bruno è stato quello della relazione dei Superiori di Istituti religiosi con il Romano Pontefice ed i Vescovi. Al riguardo ha evidenziato che: “La legittima autono-mia degli Istituti non può essere intesa come indipenden-za da coloro ai quali Cristo ha affidato la sua Chiesa”.

Il relatore ha messo in evidenza anche che compete in primo luogo all’autorità l’obbligo di obbedire a Dio e alle norme vigenti e che, nella vita religiosa, “gover-nare” non deve essere inteso nel senso di “comandare”, ma piuttosto di “servire” i fratelli.

Infine, ha manifestato la speranza che la Giornata fruttifichi in suggerimenti concreti per perfezionare le norme giuridiche che regolano la natura dell’autorità nella vita religiosa, in modo da poter “… superare le sempre pericolose polarizzazioni tra Chiesa dello spirito e Chiesa del diritto, tra carisma e istituzione, tra la giusta autonomia degli Istituti e gli interventi dell’Ordinario lo-cale”. Mostrando e testimoniando sempre e dovunque che Nulla est Caritas sine Iustitia.

A seguire sono intervenuti P. Sebastiano Paciolla, O. Cist., recentemente nominato Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le So-cietà di Vita Apostolica; P. Robert Ombres, O.P., dell’An-gelicum; P. Robert Geisinger, S.I., della Pontificia Uni-versità Gregoriana; e P. Luigi Sabbarese, C.S., della Pon-tificia Università Urbaniana.

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Inizio dei lavori della Giornata Accademica da parte di Don Bruno Esposito, OP. Presiede Sua Eminenza il Cardinale Franc Rodé, Padre Sebastiano Paciolla, oCist (a destra),

Padre Agostino Montan SCJ, moderatore (a sinistra)

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persone, tra adulti, giovani e bambi-ni. Durante la scorsa Pasqua, ci sono stati 2.700 Battesimi nella diocesi.

Il numero totale di cattolici è pas-sato da 248mila nel 2007 a circa 350mila nel 2008. Per Mons. Chan, questo aumento “è molto incorag-giante ma, nel contempo, è una sfida per il futuro”.

TV russa trasmette documentario su Benedetto XVI

In occasione del compleanno del Papa, il 16 aprile, l’emittente tele-visiva pubblica russa Vesti, ha tra-smesso un documentario su Bene-detto XVI, la cui biografia è anco-ra poco conosciuta tra i russi. Nel vi-deo, registrato in Vaticano, il Santo Padre rivolge un saluto in russo, in-coraggiando i vescovi cattolici e le loro comunità ad essere “sempre pie-ni dell’ardore della Fede”. E aggiun-ge: “Solamente in Dio “la ricerca del-la felicità” può trovare la sua risposta piena e definitiva”.

Sua Santità ricorda anche tutte le avversità che hanno contrassegnato la storia della Russia, focalizzando la testimonianza data da “tanti martiri – cattolici, ortodossi e altri fedeli – che sono morti sotto l’oppressione di fero-ci persecutori”.

la del monastero, dall’Arcivescovo di Parigi, Cardinal André Vingt-Trois.

Diverse altre iniziative commemo-rative saranno realizzate fino ad otto-bre dell’anno prossimo, come esposi-zioni fotografiche, concerti, pellegri-naggi ed un simposio su San Miche-le Arcangelo nella letteratura e nel-le arti.

Il monastero di Mont Saint Michel – classificato nel 1979 dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale – è il mo-numento più visitato della Francia: in media 3 milioni di persone all’anno.

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13º centenário da Abadia do Mont Saint Michel

Il monastero di Mont Saint Mi-chel, in Normandia, a Nord della Francia, festeggia quest’anno il suo 13º centenario. Le commemorazioni sono iniziate con una Messa solenne, celebrata il 1º maggio, nella cappel-

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Salvaguardare la lingua aramaica

Prima del pericolo di estinzione dell’aramaico, la lingua parlata dal Si-gnore Gesù, il governo siriano ha crea-to a Malula – piccolo abitato situato a 50 chilometri da Damasco – una scuo-la per insegnare questo idioma a vec-chi e bambini, cristiani e musulmani.

“L’aramaico è un tesoro, se qui lo perdiamo, scomparirà dall’universo”, ha dichiarato all’agenzia spagnola EFE Georget al Jalabi, residente a Malula.

Lingua parlata dai patriarchi ebrei, nel II millennio a.C., l’aramai-co è diventato, poco prima della fine dell’VIII secolo a.C., il secondo idio-ma dell’Impero Assiro. Era anche la lingua usata da Gesù quando Si rivol-geva al popolo semplice.

Attualmente è parlato da appena 18mila persone in Siria e da poche al-tre migliaia in Israele e in Iran.

Chiesa Cattolica cresce ad Hong Kong

“Attualmente, il numero di cattolici ad Hong Kong è di circa 350mila per-sone”, secondo una dichiarazione di Mons. Domenico Chan, Vicario Ge-nerale della diocesi di Hong Kong, divulgata dall’agenzia Fides.

Nell’ultima decade, la media an-nuale di battezzati è stata di 4mila

2º Congresso Missionario Nazionale

Ha avuto luogo ad Aparecida (SP- Brasile), dall’1 al 4 maggio, il 2º Con-gresso Missionario Nazionale, che ha contato su 600 partecipanti ed ha avuto per tema Dal Brasile di Battez-zati al Brasile di Discepoli Missionari Senza Frontiere.

L’Arcivescovo di Aparecida e Pre-sidente del CELAM, Mons. Raymun-do Damasceno de Assis, ha celebrato nella Basilica Nazionale, la Messa di chiusura, a cui hanno assistito 25mi-la fedeli.

Mons. Raymundo ha ribadito con forza l’invito della Chiesa ai fedeli di diventare discepoli e missionari di Gesù Cristo. Ha affermato che : “È tempo di rimboccarsi le maniche e par-

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44 Salvami Regina · Giugno 2008

tire in missione per evangelizzare tut-ti i popoli. Non possiamo rimanere in un’attesa passiva, ma dobbiamo anda-re e annunciare che il male e la morte non hanno l’ultima parola”.

portante”, poiché può “risvegliare la coscienza del mondo” e aiutare a rag-giungere gli obiettivi del millennio dell’ONU contro la povertà e la fame.

L’ex premier britannico ha aggiun-to inoltre che la Fondazione della Fede, che sarà da lui inaugurata già quest’an-no, intende promuovere la religione come un qualcosa di “dinamico, mo-derno e pieno di rilevanza attuale”.

Tony Blair si è convertito al Catto-licesimo nel dicembre dell’anno scor-so. In quest’occasione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Don Federico Lombardi, ha dichiara-to che la sua decisione “può soltanto suscitare gioia e rispetto”. Attualmen-te, egli è inviato speciale del Quartet-to di Madrid (Unione Europea, Na-zioni Unite, Stati Uniti e Russia) per il Medio Oriente.

Atto di riparazione alla Vergine del Carmelo

Il 18 aprile, la statua della Madon-na del Carmelo, venerata fin dal 1833 nella cattedrale di Santiago, è stata vittima di un attentato sacrilego. Se-condo testimoni, un uomo vestito di nero si è avvicinato alla statua con una candela accesa e ha appiccato il fuoco alle sue vesti, con l’intenzione evidente di bruciarla.

Fedeli presenti nella cattedrale hanno spento prontamente le fiam-me. La statua è rimasta danneggiata, ma potrà essere restaurata.

L’Arcivescovo di Santiago, cardi-nal Francisco Javier Errázuriz, ha presieduto nella cattedrale metropo-litana una Messa concelebrata da tut-ti i vescovi del paese, in riparazione per l’attentato. Fedeli di tutte le età e classi sociali – venuti spontaneamen-te da diverse regioni del Cile – si so-no riuniti a centinaia nella cattedrale, pregando il rosario in un atto di ripa-razione alla Vergine Madre di Dio.

Nigeria prepara missionari per altri paesi

Organizzato dalle Pontificie Ope-re Missionarie, in collaborazione col

Consiglio Missionario Nazionale del-la Nigeria, è stato realizzato a Ewu-Ishan, un corso preparatorio per ven-tinove missionari di questo Paese – informa l’agenzia Fides.

Il programma include materie fon-damentali della missiologia tali co-me: teologia, studio della Bibbia, dei documenti conciliari e post-concilia-ri, in special modo quelli che riguar-dano le missioni. I conferenzieri era-no provenienti da diverse istituzioni ecclesiastiche e universitarie.

Il corso si è chiuso il 19 aprile, con una Messa celebrata da Mons. Au-gustine Obiora Akubeze, Vescovo di Uromi. Nell’omelia, Mons. Augusti-ne ha ringraziato i nuovi missiona-ri per la loro generosità nell’accetta-re la missione a loro affidata, in di-versi paesi dell’Africa, Asia, Europa e Oceania.

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Viaggio apostolico in FranciaIl Papa Benedetto XVI realizze-

rà un viaggio apostolico in Francia, dal 12 al 15 settembre, per celebrare i 150 anni dalle apparizioni della Ma-donna a Lourdes.

Secondo un comunicato del-la Conferenza Episcopale Francese, la prima tappa sarà Parigi, dove Sua Santità pronuncerà una conferenza nel Collegio dei Bernardini – rivolta al mondo della cultura -, dirigerà un messaggio ai giovani e si incontrerà con rappresentanti di altre religioni.

A Lourdes, oltre a presiedere di-versi atti di pietà, il Santo Padre in-contrerà i vescovi della Conferenza Episcopale Francese, giorno 14. Nel pomeriggio del giorno 15, farà ritorno a Roma, concludendo così il suo pri-mo viaggio apostolico in Francia.

Tony Blair rivendica l’importanza della religione

In un discorso pronunciato davan-ti a 1.600 ascoltatori, nella cattedra-le di Westminster, l’ex primo ministro britannico, Tony Blair, ha rivendicato il ruolo della religione nella soluzio-ne dei problemi mondiali.

Secondo una notizia divulgata dal-la Radio Vaticana, Blair ha afferma-to che, nel mondo globalizzato, la re-ligione risulta “in particolar modo im-

La Chiesa riconosce le apparizioni della Madonna di Laus

In una solenne cerimonia presie-duta dal Vescovo di Gap, Mons. Je-an-Michel di Falco, la Chiesa ha ri-conosciuto ufficialmente, il giorno 4 maggio, le apparizioni della Vergi-ne Maria ad una giovane pastora, nel villaggio di Laus, nelle Alpi francesi, 344 anni fa.

Secondo una notizia della Radio Vaticana, l’atto ha contato sulla par-tecipazione di sette cardinali, dicias-sette vescovi e tre abati.

“Dopo aver studiato con attenzione i fatti e aver udito il consiglio di perso-ne competenti, riconosco l’origine so-prannaturale delle apparizioni e i fat-

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ti vissuti e riferiti da Benoite Rencurel, tra il 1664 e il 1718. La testimonianza della sua vita è una garanzia della ve-rità delle sue parole” – afferma Mons. Jean-Michel di Falco, nel decreto di riconoscimento.

“La giovane veggente, Benoite Rencurel, nacque il 16 settembre del 1647. Un giorno di maggio del 1664, quando era al pascolo col suo gregge pregando il rosario, le apparve per la prima volta la Madonna, nell’abita-to di Saint-Étienne-du-Laus. Gli in-contri si ripeterono quotidianamente, per quattro mesi e la Santissima Ver-gine le trasmise la richiesta che fosse costruita una chiesa e una casa per sa-cerdoti, con l’obiettivo di attrarre co-loro che desideravano convertirsi e ri-cevere il sacramento della Penitenza.

L’anno seguente, contando sull’ap-poggio del vescovo locale, fu iniziata la costruzione. Innumerevoli guarigio-ni si verificarono nel corso dei secoli, tramite l’applicazione dell’olio del lu-me del Santissimo di questo tempio.

La Madonna di Laus si rivela in particolar modo come riconciliatri-ce e rifugio dei peccatori. Ha dato alla veggente la missione di “prega-re continuamente per i peccatori”. Fi-no al giorno della sua morte, il 28 di-cembre del 1718, Benoite si dedicò a quest’incombenza, come a quella di preparare i peccatori a ricevere il sa-cramento della Penitenza.

Al Santuario della Madonna di Laus accorrono annualmente più di 120mila pellegrini.

Progetto mira a ristrutturare chiese, secondo criteri ecologici

La Conferenza Episcopale Italia-na sta elaborando un piano d’azio-ne per fare in modo che i nuovi edi-fici ecclesiastici rispettino il consu-mo di energia. Secondo una nota di-vulgata dalla Radio Vaticana, il piano contempla anche la ristrutturazione di edifici storici, in accordo con i più moderni criteri ecologici.

Sotto l’orientamento di Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del

Pontificio Consiglio per la Cultura, tecnici di varie aree si sono riuniti a Roma per presentare suggerimenti. Come esempio di restauro ecocom-patibile, è stata citata la chiesa del Buon Pastore, nel centro storico del-la città di Bari.

Si calcola che l’economia di ener-gia ottenuta dalle chiese che rispetta-no l’ambiente sia dal 30 al 70%.

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Canto gregoriano nelle chiese di Minas Gerais

Il progetto Splendore del Canto Gre-goriano nelle Chiese Settecentesche di Minas Gerais ha offerto una serie di eventi musicali nelle città storiche di questo stato brasiliano. In ognuna di loro si terranno due concerti: uno di gregoriano e uno di musica polifonica.

La prima rappresentazione è stata realizzata nel mese di marzo, a Con-ceição do Mato Dentro, durante le commemorazioni del 90º complean-no di Mons. José Maria Pires, figlio di questa città e Arcivescovo emeri-to di João Pessoa (Brasile). Fino alla metà del 2009 altre 15 città saranno interessate da nuove esecuzioni.

Missione Continentale sarà lanciata in agosto

Il Consiglio Episcopale Latino-Americano (CELAM) ha fissato per il 17 agosto di quest’anno il lancio del-la Missione Continentale, con l’obiet-tivo di portare a termine l’impegno as-sunto in occasione della Conferenza di Aparecida (maggio 2007).

In questa data, i 22 presidenti delle Conferenze Episcopali che compon-gono il CELAM si riuniranno a Qui-to, per la celebrazione di una solenne Eucaristia, con la quale si chiuderà il

terzo Congresso Missionario Ameri-cano e, allo stesso tempo, si lancerà la Missione Continentale.

Questo grande progetto di evan-gelizzazione è diviso in quattro tappe: sensibilizzazione degli agenti pastora-li ed evangelizzatori, approfondimen-to con gruppi minoritari, missione set-toriale e missione territoriale.

31º Incontro di Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS)

Con la partecipazione di 20mi-la persone, si è realizzata dal 1º al 4 maggio, nella Fiera di Rimini, la 31ª Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamen-to nello Spirito Santo (RnS). Il tema dell’incontro è stato: Rigenerati dalla Parola di Dio.

Mons. Francesco Lambiasi, Ve-scovo di Rimini, ha letto una lette-ra del Papa Benedetto XVI, firmata dal Segretario di Stato, Cardinal Tar-cisio Bertone, nella quale Sua Santità elogia ed incoraggia l’impegno dimo-strato dal Rinnovamento nello Spiri-to (RnS) nel “promuovere la comu-nione e la collaborazione tra le diver-se realtà che lo stesso Cristo ha suscita-to nella Chiesa”.

Nella lettera si legge anche che il Sommo Pontefice “segue sempre con speciale sollecitudine pastorale il cam-mino dei movimenti ecclesiali”.

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Un’intervista inedita

Lívia Natsue Salvador Uchida

46 Salvami Regina · Giugno 2008

storia per BamBini o per adUlti pieni di fede?

Senza sapere come fare un‘intervista inedita, Beatrice si ricordò delle lezioni di catechismo e le venne un’idea.

oncludendo la lezione, la professoressa sorpre-se tutti gli alunni della classe. Invece di far lo-ro rispondere alle inter-

minabili questioni grammaticali, dis-se semplicemente:

— Per la prossima lezione voglio che ognuno faccia un’intervista. La-scerò a voi il compito di scegliere la persona e il tema, dando la preferen-za agli argomenti che siano nel con-tempo interessanti e poco commen-tati. E sappiate: darò il voto migliore all’intervista più originale!

Ci fu un brusio nella sala, poiché gli alunni si sentivano molto impor-tanti alla prospettiva di intervistare un adulto. All’uscita da scuola, com-mentavano tra loro, entusiasti dei ri-spettivi progetti.

Beatrice era pensierosa. Aveva pensato a varie possibilità, ma nes-suna le pareva inedita. L’indicazione della professoressa, che si aspettava un tema “nel contempo interessan-te e poco commentato” le frullava nella mente come un problema in-solubile. All’improvviso, si ricordò delle lezioni di catechismo, che le piacevano tanto, e le venne un’idea: “Ho trovato! Voglio fare un’intervi-sta all’Inferno, per sapere come le persone vi sono finite! Sono sicura

che questo è un tema a cui nessuno sta pensando!”

Giunta a casa, cominciò a prega-re il suo angelo custode, poiché vo-leva fargli una proposta. Mentre era assorta in preghiera, vide un chiarore celestiale accendersi e apparve la fi-gura bellissima del suo angelo protet-tore, che le disse:

— Ho sentito la tua preghiera, Be-atrice. Dimmi quello che desideri e, se la tua richiesta sarà conforme alla volontà di Dio, sarai esaudita.

— Mio buon angelo – rispose la bambina facendosi coraggio – ho una ri-chiesta molto insolita: voglio fare un’in-tervista all’inferno, per sapere perché le persone sono finite là. So che è un luo-go terribile, per questo non voglio an-darci da sola. Per favore, vieni con me, perché io voglio entrare e uscire!

L’angelo la guardò con gravità e disse:

— Pensaci bene, perché soffrirai molto! Sei sicura di quello che stai chiedendo?

— Certo! Questo è tutto quello che voglio!

Allora, l’angelo portò Beatrice al terribile luogo d’espiazione eterna. Man mano che vi s’avvicinavano, lei sentiva le grida di rivolta e disperazio-ne, ed un insopportabile odore di zol-fo che ammorbava l’aria. La picco-

la reporter aggrappata al suo celeste protettore, non smetteva di ripetere:

— Non mi lasciare! Per favore, non mi lasciare!

Alla fine, arrivarono davanti le im-mense porte dell’Inferno, che erano chiuse in virtù della giustizia di Dio. Quando esse si aprirono, Beatrice si trovò di fronte ad uno spettacolo de-solante: un numero incalcolabile di anime che subivano indicibili suppli-zi e che bruciavano costantemente. Vicino a ciascun reprobo stavano de-moni che lo tormentavano per i suoi peccati, aggravando ancor più quel quadro sconfortante.

Aiutata da una speciale grazia di fortezza, Beatrice si avvicinò a un condannato e gli chiese:

— Mi dica, come mai è venuto qui?Gridando egli rispose in mezzo al-

le fiamme:— Durante la mia vita ero cristia-

no, ho ricevuto il Battesimo e gli altri sacramenti. Ma… Ahi! Ahi! Non ho mai voluto saperne di pregare, crede-vo che la preghiera fosse una pratica per i babbei, per questo non ho avuto la forza per perseverare nella Legge di Dio. Se avessi pregato, non avrei com-messo i peccati che mi hanno trascina-to qua e ora sarei felice in Cielo!

— Ma soltanto per questo? Prega-re è talmente facile! Non costa nulla!

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Giugno 2008 · Salvami Regina 47

— È vero – rispose l’anima danna-ta – ma chi si ricorda di questo men-tre vive? Ah! Se io avessi conosciuto il valore della preghiera quando stavo sulla Terra… Adesso è troppo tardi!

Dicendo questo, sprofondò con maggiore disperazione nei suoi sup-plizi e non parlò più. Impressionata, la bambina si rivolse ad un altro con-dannato e lo interrogò::

— Chi è e cosa fa lei qui?— Sono un miserabile che ha com-

messo grandi crimini e mi sono ab-bandonato ai peggiori vizi durante la vita! Sono un maledetto, certamen-te mi sarei salvato se avessi pregato, chiedendo perdono a Dio! I miei de-litti erano grandi, ma più grande è il potere della preghiera!

— Che cosa incredibile! Questo è esattamente ciò che mi ha detto quel-lo di prima! – esclamò Beatrice.

— Ahi! Miseri tutti noi che siamo qui, che ci siamo condannati perché non abbiamo saputo pregare…Ora i giusti sono in possesso di Dio, feli-ci per sempre,mentre noi siamo qui a penare. Che invidia! Io non ce la fac-cio più a stare in questo luogo!

Caricato da un angelo maligno, il dannato sparì negli abissi, da dove sa-liva il suo grido sconsolato.

— La preghiera! Sarebbe bastata la preghiera!

Afflitta, la reporter si rivolse al suo angelo, dicendo:

— Per favore! Portami via da qui! Non ho più la forza di vedere questo orrore!

Nel varcare la porta in fiamme, la bambina esausta disse al suo celeste compagno:

— Angelo mio, ti ringrazio. Ma come posso presentare un messaggio così duro alle persone? Per favore, se posso farti un’ultima richiesta, vorrei andare in Cielo a intervistare alcuni beati, anche se fosse solo all’entrata!

— Devo prima chiedere a San Pie-tro se possiamo entrare. Vieni con me!

E fu così che Beatrice salì al Cie-lo, dove si trovava il primo pontefice che faceva la guardia al portale d’oro. L’angelo gli fece una riverenza e disse:

— Venerabile apostolo, sono ve-nuto a chiederti che questa mia pro-tetta possa entrare nel Regno dei Cieli per intervistare i beati.

San Pietro fissò lo sguardo sulla piccola reporter ed esclamò:

— Ma questa bambina non può entrare qui! Nel Cielo entrano sol-tanto le anime che pregano molto, mentre questo non è il caso suo.

Pur vergognandosi, non si diede per vinta:

— Per favore, San Pietro! Promet-to che pregherò molto d’ora in poi! Pensi al bene che l’intervista può fa-re a molte anime!

— Se il motivo è questo, farò un’eccezione.

Beatrice vide le porte del Cie-lo aprirsi e una felicità straordinaria invase la sua anima. Tra luci, profu-mi e canti come mai aveva visto sulla Terra, stavano i cori angelici e quelli dei beati. Si accorse che al suo fianco camminava una regina di grande bel-lezza, alla quale chiese:

— Mi dica, o regina, come è giun-ta in Cielo?

— Sai… io non sono una regina. Sulla Terra ero una cuoca! Mentre mescolavo la pentola o pulivo il pavi-mento, pregavo. Ho compiuto la mia missione e i miei doveri, è vero, ma oggi me ne rendo conto: sono riusci-ta a praticare la virtù perché prega-vo molto!

Quando Beatrice si apprestava a fare altre domande, l’angelo le disse:

— Devo portarti sulla Terra, per-ché il tempo è già scaduto.

— No! Lasciami restare, perché qui sta la felicità!

— E la promessa di tornare sulla Terra per pregare di più?

Con gli occhi lucidi, ella dovette tornare nella Valle di Lacrime. Come tutto le sembrava brutto, se pensava al Cielo, ma allo stesso tempo soave, se pensava all’Inferno!

A scuola, la presentazione del-la sua intervista si rivelò un suc-cesso. Vivamente impressionati e stimolati dalla sua testimonianza, la professoressa e i suoi compagni di scuola cominciarono a pregare quotidianamente. Quanto a Beatri-ce, divenne molto fervorosa dopo aver ricevuto una così grande gra-zia. Ella comprese che l’unica rela-zione esistente tra il Cielo e l’Infer-no è prendere sul serio questa veri-tà: “Chi prega si salva, chi non pre-ga si condanna”.

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48 Salvami Regina · Giugno 2008

I SantI dI ognI gIorno ___________________________ gIugnoI SantI dI ognI gIorno ___________________________ gIugno

1. 9ª Domenica del Tempo Ordi-nario

San Giustino, martire (†165).San Giuseppe Túc, martire

(†1862). Contadino di 20 anni deca-pitato nella citta di Hung Yên in Vie-tnam, per essersi rifiutato di calpesta-re la Santa Croce.

2. Santi Marcellino e Pietro, mar-tiri (†303).

San Niceforo di Costantinopoli, ve-scovo (†829). Era un semplice laico quando fu acclamato Patriarca di Co-stantinopoli. Esiliato dall’imperatore iconoclasta Leone V, per essere difen-sore del culto delle immagini sacre.

3. Santi Carlo Lwanga e compa-gni, martiri (†1886-1887).

San Kevin, abate (†618). Nobile di Leinster in Irlanda, battezzato da San Cronan ed educato da San Pe-troc. Fondò il monastero di Glenda-lough.

4. San Ottato, vescovo (†s. IV). A capo della diocesi di Milevi, nel nord-Africa, si distinse nella lotta ai dona-tisti. Scrisse diverse opere, tutte mol-to apprezzate da Sant’Agostino.

5. San Bonifacio, vescovo e marti-re (†754).

San Luca Vu Ba Loan, presbitero e martire (†1840). Decapitato ad Ha-noi in Vietnam, nella persecuzione dell’imperatore Minh Mang.

6. San Norberto, vescovo (†1134).Beato Innocenzo Guz, presbitero

e martire (†1940). Sacerdote polac-co trucidato nel campo di concentra-mento di Sachsenhausen in Germa-nia.

7. San Colmano, vescovo († sec. VI). Fondò, in Irlanda, il monaste-ro di Dromore che diventò sede epi-scopale. Diresse come vero pastore il monastero e la diocesi.

8. 10ª Domenica del Tempo Ordi-nario

Beato Nicola da Gesturi, religioso (†1958). Sacerdote cappuccino, que-stuante del convento di Cagliari. Pro-fondamente umile, si dedicò agli in-fermi e ai feriti durante la II Guerra Mondiale.

9. Sant’Efrem, diacono e dottore della Chiesa (†373).

Beato José d’Anchieta, presbitero (†1597).

Beato Giuseppe Imbert, presbitero e martire (†1794). Religioso gesuita nominato vicario apostolico di Mou-lins, durante la Rivoluzione France-se. Per odio alla fede, fu incarcerato a Rochefort, dove morì.

10. Beato Enrico da Bolzano, laico (†1315). Nato da una famiglia molto povera; l’essere analfabeta non fu di impedimento per la sua devozione. Quotidianamente assisteva alla San-ta Messa e si comunicava.

11. San Barnaba, apostolo.Santa Paola Frassinetti, fondatri-

ce (†1882). Fondò a Genova la Con-gregazione delle Suore di Santa Do-

rotea, dedita alla formazione della gioventù femminile.

12. Beata Maria Candida dell’Eu-carestia, religiosa (†1949). A 15 an-ni si sentì chiamata alla vita religiosa. Soffrì molto per la proibizione dei fa-miliari e solamente a 35 anni riuscì a entrare nel Carmelo di Ragusa, in Si-cilia, del quale fu eletta priora.

13. Sant’Antonio da Padova, presbitero e dottore della Chiesa (†1231).

Beata Marianna Biernacka, mar-tire (†1943). Si offrì di essere cattura-ta dalle truppe naziste di occupazio-ne della Polonia al posto della nuo-ra Anna, che stava per partorire. Non voleva privare il nipote dall’essere purificato dalle acque del battesimo. Morì fucilata a Naumowicze.

14. San Fortunato di Napoli, vesco-vo (†sec. IV). Preservò la sua diocesi dall’eresia ariana, proclamando quan-to poté la divinità di Gesù Cristo.

15. 11ª Domenica del Tempo Ordi-nario

Santa Barbara Cui Lianzhi, mar-tire (†1900). Madre di famiglia mor-ta a causa di crudelissime torture du-rante le persecuzioni in Cina.

16. Beata Maria Teresa Scherer, fondatrice (†1888). Fondò in Svizze-

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I SantI dI ognI gIorno ___________________________ gIugno

Giugno 2008 · Salvami Regina 49

I SantI dI ognI gIorno ___________________________ gIugno

ra la Congregazione delle Suore del-la Carità della Santa Croce, per l’assi-stenza ai poveri e infermi.

17. Sant’Ipazio, abate (†446). Di vita austera e duri digiuni, si stabilì in un monastero abbandonato in Calce-donia, Asia Minore, lo ricostruì e vi formò una prospera comunità.

18. Santi Ciriaco e Paola, marti-ri (†sec. IV). Lapidati in Africa, du-rante la persecuzione dell’imperato-re Diocleziano. Patroni di Malaga in Spagna.

19. San Romualdo, abate (†1027). Beata Michelina Metelli, vedova

(†1356). Morti suo marito e suo fi-glio, divenne terziaria francescana a Pesaro. Distribuì i suoi beni tra i po-veri e adottò una vita da penitente.

20. Beata Margherita Ball, marti-re (†1584). Durante la persecuzione di Elisabetta I d’Inghilterra, ospita-va nella sua casa sacerdoti e religio-si. Denunciata dal suo stesso figlio, fu incarcerata a Dublino e morì vittima di atroci tormenti.

21. San Luigi Gonzaga, religioso (†1591).

San Giuseppe Isabella Flores, presbitero e martire (†1927). Zelan-te cappellano di Matatlan in Messico,

fu decapitato durante le persecuzioni religiose in questo paese.

22. 12ª Domenica del Tempo Ordi-nario

San Paolino da Nola, vescovo (†431).

San Giovanni Fisher, vescovo, e San Tommaso Moro, martiri (†1535).

San Niceta di Aquileia, vesco-vo (†414). Elogiato da San Paolino da Nola per il suo lavoro di evan-gelizzazione dei barbari. Fu vesco-vo di Remesiana (attuale Bela Pa-lanka) Serbia.

23. Beato Pietro Giacomo da Pesa-ro, religioso (†1496). Molto giovane, entrò nell’Ordine di Sant’Agostino. Fu designato a dirigere gli studi ago-stiniani in Italia.

24. Natività di San Giovanni Bat-tista.

San Teodgaro, presbitero (†1065). Evangelizzò Vendyssel in Danimarca, di cui è patrono. Costruì la prima del-le Chiese in legno, tipiche di questa regione.

25. Beato Giovanni di Spagna, mo-naco (†1160). Nato in Spagna, fu fon-datore e primo priore della Certosa di Le Reposoir in Svizzera. Su richie-sta di Sant’Anselmo, superiore gene-rale, iniziò il ramo femminile.

26. San Josemaria Escrivà, presbitero (†1975). Fondatore dell’Opus Dei e della Società Sacer-dotale della Santa Croce. Insegnò che la santità deve essere cercata in qualsiasi stato o condizione di vita. Aveva per motto: “Tutti con Pietro, a Gesù, per Maria”.

San Josemaria Escrivà

27. San Cirillo di Alessandria, ve-scovo e dottore della Chiesa (†444).

Santo Arialdo, diacono e martire (†1066). Combatté vigorosamente il clero simoniaco, a Milano, e difese la necessità del celibato clericale.

28. San Ireneo, vescovo e martire (†202).

San Paolo I, Papa (†767). Il suo pontificato fu marcato da grandi diffi-coltà. Combatté gli iconoclasti e incen-tivò la traslazione dei corpi dei martiri e Santi dalle catacombe alle basiliche.

29. 13ª Domenica del Tempo Ordi-nario.

Santi Pietro e Paolo, apostoli.Santa Maria Du Tianshi e sua fi-

glia Maddalena Du Fengju, marti-ri (†1900). Massacrate a Dujiadun in Cina, per la loro fede in Cristo.

30. Santi Protomartiri della Chie-sa Romana (†64).

Santa Erentrude, badessa (†718). San Ruperto le diede l’incarico del monastero di Nonnberg in Austria. Come badessa, introdusse la regola-rità monastica, privilegiando la vita di orazione, della quale era un esempio.

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Beato José d’Anchieta scrive un poema alla Vergine Maria nelle sabbie della spiaggia di Ubatuba (Brasile) – Patteo do Collegio, San Paolo

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L’angelo della Russia

Carlos Toniolo

F50 Salvami Regina · Giugno 2008

Di fronte al sontuoso Palazzo d’Inverno, a San Pietroburgo, la sublime figura di un angelo che sostiene una croce, stende le sue ali protettrici su quest’immensa nazione.

in da piccoli, ci viene insegnato il confortan-te fatto che abbiamo a nostra protezione un Angelo Custode. A lui i

bambini cristiani, qualunque sia la lo-ro lingua materna, imparano a recita-re semplici e innocenti preghiere, in-vocando il suo sostegno e la sua luce.

E’ un fatto meno conosciuto che la Provvidenza abbia riservato non solo agli uomini, ma anche ai popo-li, un Angelo Protettore. Tale real-

tà è presentata in un passo dell’An-tico Testamento, nel quale l’ange-lo della Persia si oppone a quello della Grecia (cfr. Dn 10, 13-22). È menzionata anche da San Girolamo in un suo commento al libro di Da-niele e più recentemente, la vedia-mo riflessa nelle apparizioni di Fa-tima quando, precedendo le mani-festazioni della Madre di Dio, uno spirito celeste si è presentato ai pa-storelli con queste parole: “Io sono l’angelo del Portogallo”.

* * *Così, non è affatto strano essere

devoti o prestare una qualche for-ma di omaggio all’Angelo Protetto-re di ogni paese. Un bell’esempio lo vediamo nella lontana Russia. Una volta allontanate le minacce dell’in-vasione napoleonica, è stato eretto nella piazza di fronte al Palazzo d’In-verno, a San Pietroburgo, un simbo-lo commemorativo della vittoria: la Aleksandrovskaia Kolonna, colonna dedicata allo Zar Alessandro I, per

Piazza del Palazzo (Dvortsovaya ploshchad) San Pietroburgo – Russia

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L’angelo della Russia

Giugno 2008 · Salvami Regina 51

il suo ruolo nel trionfo sugli invaso-ri, nel 1812.

Il monolite di granito rossastro si mantiene eretto senza essere fissa-to alla base, grazie alle sue 600 ton-nellate di peso. Inaugurato nel 1834, il maestoso monumento di 47 metri di altezza, fu disegnato da Auguste de Montferrand, lo stesso architetto francese che ha progettato la famosa Cattedrale di Sant’Isacco.

Infine, il particolare che ci interes-sa in modo speciale: la colonna è sor-

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ljmontata dalla statua di un angelo che schiaccia un serpente, opera di Boris Orlovskii. I suoi ideatori hanno vo-luto così simbolizzare l’angelo della Russia, che dall’alto custodisce il pa-ese, proteggendolo contro le minac-ce esterne.

* * *Vigile e sollecito, l’angelo del-

la Russia veglia continuamente sui suoi innumerevoli protetti, disse-minati in questa così immensa na-zione, che si estende dall’Europa

all’Asia. Lo spirito celeste è anche pegno di una bella promessa. A Fa-tima, la Madonna ha preannuncia-to premi e castighi, citando per no-me soltanto due paesi: Portogallo e Russia. “La Russia si convertirà”, ha annunciato.

La Russia si convertirà! Ecco la promessa, piena di speranza, che la figura del maestoso angelo ricorda, portando la sua croce e stendendo le sue ali protettrici su San Pietroburgo e su tutta quest’estesa nazione.

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u salueras le coeur virginal de Marie,

ma Mère, comme um océan plein de grâces célestes, et comme um trésor rempli de to-utes sortes de biens pour les hommes.

Tu le salueras enco-re comme le plus pur qui ait jamais été après le mien: car elle fut la première qui fit voeu de virginité.

Tu le salueras, comme le plus humble: car, par son humilité, elle m’a tiré du sein de mon Père, et el-le a mérité de me conce-voir dans ses chastes en-trailles par la vertu du Saint-Esprit.

Tu le salueras comme le plus dêvot et le plus ar-dent dans le désir de mon incarnation; comme le plus embrasé de l’amour de Dieu et du prochain; com-me le plus sage, le plus pa-tient, le plus fidèle, le plus consommé en toutes sortes de vertus.

aluta il Cuore vir-ginale di Maria,

mia Madre, come un oceano pieno di grazie ce-lesti e come un tesoro ric-co di ogni genere di beni per gli uomini.

Salutalo ancora come il più puro che ci sia mai sta-to dopo il mio: infatti, Lei è stata la prima a far vo-to di verginità.

Salutalo come il più umile: infatti, per la sua umiltà, Lei Mi ha tolto dal seno di mio Padre e ha meritato di concepir-Mi nelle sue caste visce-re, in virtù dello Spirito Santo.

Salutalo come il più devoto e più ardente di desiderio della mia In-carnazione; come il più ardente d’amore verso

Dio e il prossimo; come il più saggio, il più paziente,

il più fedele, il più eccelso in ogni genere di virtù.

(Preghiera dettata da Nostro Si-gnore a Santa Matilde di Helfta)

Madonna del Sacro Cuore, Chiesa della Madonna del Sacro

Cuore, Roma