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05.17/SF/TP/01.2\CMVM_SENTIEROV\STUDIO FATTIBILITA'\
RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO PROFESSIONALE
23017 Morbegno (So), via Valgerola, 20 - tel.0342 610335 fax 0342 600770, e-mail [email protected], e-mail pec [email protected]
PROLUNGAMENTO DEL SENTIERO VALTELLINA
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EMISSIONE L.G. 29.05.2017
RELAZIONE GEOLOGICA, SISMICA E GEOMECCANICA
L.G.,S.B. L.G.,S.B.
COMUNITA' MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO
VOLTO AL SUPERAMENTO DELL'ATTUALE CRITICITA'
RAPPRESENTATA DAL TORRENTE TARTANO
1°LOTTO - OPERE INFRASTRUTTURALI DELLA RETE CICLOPEDONALE
PROVINCIA DI SONDRIO
Ing. Luca Gadola capogruppo Ing. Stefano Boninsegna Arch. Ernesta Croce P.I. Daniele Fornè Studio Griffini S.r.l. Geol. Danilo Grossi For. Matteo Della Vedova
.201
PROGETTO DI FATTIBILITA' TECNICA ED ECONOMICA
Raggruppamento temporaneo professionale Ing. Luca Gadola (capogruppo) Ing. Stefano Boninsegna, Arch. Ernesta Croce, P.I. Daniele Fornè, Studio Griffini S.r.l., Geol. Danilo Grossi, For. Matteo Della Vedova
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Relazione geologica, sismica e geomeccanica __ Pagina 1 di 42
COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO Prolungamento del Sentiero Valtellina volto al superamento dell’attuale criticità rappresentata dal torrente Tartano
(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
INDICE
1 - PREMESSA ................................................................................................................................................................ 2
2 – INTERVENTI IN PROGETTO .................................................................................................................................... 3
3 – CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA GENERALE DELLA ZONA D’INTERVENTO ............................................. 5
4 – INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO ED IDROGRAFICO .................................................................................. 8
4.1. – Idrogeologia dei depositi di fondovalle ..................................................................................................... 8
4.2. – Idrogeologia degli ammassi rocciosi ...................................................................................................... 14
4.3. – Idrografia superficiale ............................................................................................................................ 16
5 – CARATTERIZZAZIONE GEOMECCANICA DEL SUBSTRATO ROCCIOSO IN GALLERIA ................................ 17
5.1. – Parametri caratteristici della matrice rocciosa ....................................................................................... 18
5.2. – Rilievi geomeccanici di dettaglio ............................................................................................................ 20
5.3. – Parametri caratteristici degli ammassi rocciosi ...................................................................................... 22
6 – TRACCIATO IN PROGETTO .................................................................................................................................. 25
7 – VERIFICA AZZONAMENTO DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA ................................................................................. 34
8 – VERIFICA AZZONAMENTO PAI ............................................................................................................................. 35
9 – PROTEZIONE CIVILE DIRETTIVA 2007/60/CE ..................................................................................................... 36
10 – SISMICITÀ DELL’AREA ....................................................................................................................................... 37
10.1. – Classificazione sismica comunale ....................................................................................................... 37
10.2. – Scenario di amplificazione sismica ...................................................................................................... 38
10.5. – Definizione preliminare dei parametri sismici di progetto .................................................................... 39
11 – CARATTERISTICHE GEOTECNICHE E GEOMECCANICHE PRELIMINARI ..................................................... 41 ANNESSO A : SINTESI RILIEVI GEOMECCANICI IN GALLERIA E CLASSIFICAZIONE AMMASSO ROCCIOSO
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Relazione geologica, sismica e geomeccanica __ Pagina 2 di 42
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
1 - Premessa Il presente lavoro, eseguito su incarico della COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO, costituisce la
Relazione Geologica realizzata a supporto dello Studio di Fattibilità Tecnico ed economica del prolungamento del
sentiero Valtellina volto al superamento dell’attuale criticità rappresentata dal Torrente Tartano – 1° Lotto – Opere
infrastrutturali della rete ciclopedonale - in comune di Dazio e Morbegno (SO). Per la realizzazione della presente
indagine è stata utilizzata la seguente metodologia:
sopralluogo per esame situazione geologica;
verifica azzonamento di fattibilità geologica del P.G.T.;
verifica compatibilità dell’intervento con le condizioni di dissesto;
caratterizzazione sismica preliminare dell’area del tracciato;
caratterizzazione e modellazione geologica preliminare del sito;
verifica di fattibilità degli interventi in progetto in relazione alla situazione geologica dell’area;
predisposizione del Piano delle Indagini geognostiche.
La presente relazione geologica è stata prodotta secondo quanto previsto dalla vigente normativa in materia di opere
edificatorie e più precisamente:
D.M. 14/01/2008 - N.T.C. (Norme Tecniche delle Costruzioni)
D.g.r. IX/2616 (Criteri per la Componente geologica del PGT)
D.M. LL.PP. 11/03/1988 - (opere e sistemi geotecnici) come previsto dal paragrafo 2.7 delle N.T.C.
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Istruzioni per l’applicazione delle “Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui al D.M. 14/01/2008. Circolare 2 febbraio 2009
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Pericolosità sismica e Criteri generali per la classificazione sismica
del territorio nazionale - Allegato al voto n° 36 del 27/07/2007
Eurocodice 8 Eurocodice 7.1 - Progettazione geotecnica – Parte I: Regole Generali. – UNI
Eurocodice 7.2- Progettazione geotecnica – Parte II: Progettazione da prove di laboratorio - UNI
Eurocodice 7.3 - Progettazione geotecnica – Parte II: Progettazione da prove in sito – UNI
Leggi Regionali e Comunali - in materia di pianificazione e vincolo idrogeologico
PAI - Autorità di Bacino.
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
2 – Interventi in progetto Gli interventi previsti in progetto consistono nel nuovo collegamento del Sentiero Valtellina, in comune di Dazio e
Morbegno, che andrà a superare l’attuale criticità costituita dal conoide del Torrente Tartano. Il tracciato in progetto si
mantiene interamente in sponda destra del Fiume Adda e sarà realizzato in parte a cielo aperto, sfruttando nel segmento
finale (est) la pista del “chiosco”, e i parte in galleria con la previsione di riutilizzo parziale della vecchia galleria ENEL e
di costruzione di un nuovo tratto di galleria di raccordo con caratteristiche dimensionali analoghe alla galleria esistente.
COROGRAFIA GENERALE
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3 – Caratterizzazione geologica generale della zona d’intervento Dal punto di vista geologico e geomorfologico il tracciato della pista in progetto è posizionato sul fondovalle valtellinese,
in corrispondenza del lato destro del Fiume Adda.
In particolare, nel settore occidentale, dall’innesto sulla viabilità comunale all’imbocco ovest della galleria esistente, il
tracciato interessa, in prevalenza, depositi alluvionali di piana alluvionale messi in posto dal Fiume Adda e dal Torrente
Tartano. Si tratta di materiali eterogranulari grossolani rappresentati da ghiaie e ciottoli ben arrotondati, immersi in
un’abbondante matrice sabbiosa debolmente consolidata.
Il tratto centrale verrà posizionato completamente in galleria, in parte esistente ed in parte di nuova realizzazione,
scavata all’interno della parte basale del versante meridionale del Culmine di Dazio, in un substrato roccioso costituito
dalla formazione degli “Gneiss di Morbegno – MOB”. Si tratta di paragneiss a due miche con noduli di plagioclasio,
gneiss biotitici a noduli di albite, talora granatiferi e staurolitici con lenti più o meno potenti di quarzite e anfiboliti spesso
discordanti. La foliazione dominante S1 è costituita da domini fillosilicatici a biotite, mica chiara, spesso con granato. Nel
complesso la formazione si presenta in orizzonti di spessore variabile dal centimetro fino a diversi metri, da massicci a
debolmente foliati, di colore da bruno a grigio fino a bianco; i piani di scistosità presentano valori di immersione ed
inclinazione variabili, ad evidenziare la presenza di strutture plicative a diversa scala ben visibili anche in corrispondenza
della volta della galleria esistente. Costituiscono ammassi rocciosi da moderatamente a molto fratturati e con grado di
alterazione in genere contenuto, dotati di buona durezza e resistenza all'erosione; la permeabilità è in genere, medio-
bassa, ma aumenta con il grado di fratturazione, che è molto elevato attorno alle principali strutture tettoniche fragili
(fasce cataclastiche). In accordo a quanto emerso dal rilievo geomeccanico speditivo realizzato in corrispondenza della
volta dell’attuale galleria, la roccia integra in corrispondenza delle superfici di rottura generate dallo scavo si presenta di
colore grigio con paragenesi mineralogiche date dal plagioclasio, quarzo, miche (biotite e muscovite) e raro granato; in
corrispondenza dei piani di fratturazione strutturale, si osservano, invece, superfici di alterazione di colore dal bruno al
rosso dovute alla presenza di ossidi di ferro e di manganese.
Alla luce dei risultati dell’analisi strutturale e geomeccanica eseguita nell’ambito della progettazione esecutiva della “S.S.
38 - Variante di Morbegno dallo svincolo di Fuentes allo svincolo di Tartano – II stralcio dallo svincolo di Cosio V. allo
svincolo di Tartano”1, in corrispondenza delle stazioni di rilievo strutturale ST22 – ST 29, eseguite in superfice nella zona
di interesse, il substrato roccioso ha quasi sempre presentato una classe III – discreta – di qualità con indici RMR
variabili da 58 a 64 e GSI 55-60. I dati di laboratorio su campioni di roccia prelevati dai sondaggi geognostici hanno
fornito valori di carico di rottura variabili da 428 a 578 kN e valori di resistenza a compressione monoassiale variabili da
90 a 120 N/mm2; i Point Load Test hanno fornito valori di resistenza puntiforme compresi tra 0,650 e 0,926 kN/cm2 e
valori di resistenza a compressione monoassiale variabili da 106 a 151 N/mm2.
1 ANAS S.P.A. – Direzione Centrale Progettazione – MI 10/12 ‐ Accessibilità Valtellina. Lotto primo ‐ S.S. 38 – Variante di Morbegno dallo svincolo di Fuentes allo
svincolo del Tartano. Secondo stralcio dallo svincolo di Cosio allo Svincolo di Tartano. – Geologia – Relazione geologico-strutturale e zone imbocchi gallerie – novembre 2014
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Nel tratto finale, all’uscita della nuova galleria, il tracciato è posizionato al piede del versante orientale del Culmine di
Dazio, ad una quota rialzata e di non interferenza con le aree di esondazione del Fiume Adda.
Nella parte iniziale è prevista una nuova pista che, dall’imbocco est della galleria di raccorderà con la “strada valeriana
storica” immediatamente dopo il ponte della SS38, circa in corrispondenza dell’edificio connesso alle vecchie opere di
derivazione sul Fiume Adda. In questo tratto verrà attraversato un versante completamente boscato, caratterizzato da
una marcata pendenza del profilo trasversale, e terrazzato con vecchi muri a secco ora abbandonati ed in parte crollati.
Dal punto di vista geologico e litostratigrafico lungo l’intero tratto il substrato roccioso, ancora costituito da paragneiss
della Formazione degli “Gneiss di Morbegno”, si presenta estesamente affiorante o subaffiorante alla base di un sottile
spessore superficiale di depositi detritici grossolani ed eluvio colluviali; la morfologia è molto frastagliata con ripetute
alternanze di piccole pareti e dossi/salti in roccia con impluvi debolmente incisi nel profilo del versante.
foto 1
Si tratta di una parte di versante relativamente instabile e storicamente interessata da fenomeni di caduta massi a causa
dell’elevata acclività e della presenza, a monte, di estese bastionate rocciose disarticolate e sede di fenomeni di crollo
(foto 1) che, periodicamente, hanno alimentato la falda di detrito sottostante. Anche le generali condizioni di abbandono
ed instabilità dei muretti a secco genera una pericolosità per le aree sottostanti interessate dal tracciato di progetto. Allo
stato attuale non sono presenti opere, attive e/o passive, di protezione della caduta massi ad eccezione di un vecchio
rilevato paramassi (foto 2) realizzato a protezione di un fabbricato e dei manufatti di derivazione del Fiume Adda.
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foto 2
Nell’ambito del II Lotto di intervento del presente progetto trova finanziamento la realizzazione delle necessarie opere di
difesa dalla caduta massi costituite da interventi attivi in parete (chiodature, legature dei massi instabili di maggiori
dimensioni e rivestimenti corticali), e passivi (barriere elastoplastiche) a monte del tracciato della pista.
Nella seconda parte finale il tracciato riprende la pista esistente raggiungendo l’area del Chiosco. In questo tratto
permangono le generali condizioni di pericolosità da caduta massi provenienti dai versanti a monte che troveranno
soluzione con le opere previste nel II Lotto. Inoltre, in questo tratto, il tracciato attraversa tre piccoli impluvi
potenzialmente interessati da fenomeni di colata di detrito e fango. Si tratta di riali caratterizzati da bacini di dimensioni
ridotte ma con elevate inclinazioni del pendio e quasi totalmente impostati nel substrato roccioso, ad eccezione di limitati
tratti dove scorrono all’interno di placche detritiche superficiali. Come confermato dai coni detritici attualmente presenti al
piede dei bacini e depositati in corrispondenza della pista (foto 3), tutti i riali presentano una discreta attività con
formazione di limitati fenomeni di colata di detrito che periodicamente, in occasione di periodi caratterizzati da prolungate
ed intense precipitazioni, alimentano i coni detritici.
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foto 3
4 – Inquadramento idrogeologico ed idrografico
4.1. – Idrogeologia dei depositi di fondovalle
La struttura dell’acquifero di fondovalle nella porzione compresa tra la stretta di Dazio e la conoide di Morbegno è stata
ricostruita sulla base delle informazioni stratigrafiche disponibili, relative a pozzi, sondaggi meccanici e sondaggi elettrici
verticali (Petrucci et All, 1982., Scesi e Pellegatta, 1984, Colombera e Bersezio, 2011). L’orizzonte acquifero principale è
costituito da un corpo di natura alluvionale a granulometria ghiaioso-sabbiosa, caratterizzato da elevata permeabilità e
buona produttività, come testimoniato dall’efficienza dei numerosi pozzi presenti nell’area. La base dell’acquifero è
costituita da un livello a bassa permeabilità, a tessitura limoso-sabbiosa fine che viene individuato a profondità di circa
60 m dal piano campagna all’estremo orientale dell’area, si approfondisce in direzione Ovest, fino a profondità superiori
ai 100 metri a Est di Morbegno, per poi risalire nuovamente fino a profondità di 40-50 metri a valle di Morbegno. Gli
spessori maggiori si individuano nella porzione centrale della valle, mentre lateralmente, verso i fianchi vallivi, la base
risale e si rinvengono materiali a tessitura limoso-sabbiosa fino a profondità prossime al piano campagna. L’acquifero di
fondovalle nell’area di studio risulta pertanto costituito da un corpo detritico grossolano di natura alluvionale, avente
geometria lenticolare con i maggiori spessori (oltre 100 metri) rilevati nella porzione centrale della piana compresa tra
Talamona e Morbegno, decrescenti in direzione dei limiti laterali.
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Dal punto di vista morfologico il fondovalle valtellinese, nel tratto compreso tra Morbegno e la stretta di Dazio, presenta
un evidente gradino in corrispondenza delle conoidi di Talamona e del Tartano che interrompe la regolarità morfologica
della piana di fondovalle. L’area di studio è caratterizzata dalla presenza di ingenti corpi sedimentari, messi in posto allo
sbocco delle valli in sinistra idrografica del fiume Adda: conoide del Tartano, Malasca, Roncaiola e Bitto. Le
caratteristiche sedimentologiche e idrogeologiche dei materiali costituenti gli edifici di conoide risultano fortemente
variabili in dipendenza dei processi genetici che ne hanno determinato la formazione. Il conoide del torrente Tartano è
attribuibile ad un’alternanza di processi di natura alluvionale e processi di trasporto in massa connessi con l’evoluzione
dei dissesti attivi lungo i fianchi vallivi, in particolare la frana di Pruna (Colombera e Bersezio, 2011). Il corpo risulta
costituito da depositi giustapposti e sovrapposti costituiti da materiali eterogenei, prevalentemente grossolani con
abbondante matrice sabbioso-limosa che ne diminuisce la permeabilità complessiva, attribuibili ad eventi di trasporto in
massa (debris flow e flussi iper concentrati), alternati a livelli alluvionali a tessitura sabbioso ghiaiosa, deposti durante le
fasi ordinarie, in cui l’ambiente deposizionale è dominato dalla dinamica fluviale. L’azione del corso d’acqua determina il
parziale rimaneggiamento dei depositi detritici che vengono erosi in corrispondenza del canale e ridistribuiti nelle
porzioni distali della conoide. Non sono disponibili dati diretti per la caratterizzazione idrogeologica dei materiali
costituenti il conoide del T. Tartano. In base alla ricostruzione dei meccanismi genetici e dell’assetto stratigrafico si può
comunque ipotizzare che il corpo abbia un comportamento idrogeologico fortemente eterogeneo, caratterizzato
dall’alternanza di depositi fluviali di notevole permeabilità e depositi di colata a permeabilità sensibilmente minore.
Complessivamente per il conoide del Tartano si ipotizza una permeabilità media, compresa tra 10-5, 10-3 m/s in funzione
della variabilità locale dei depositi presenti.
I conoidi del torrente Roncaiola e dell’effimero torrente Malasca, presentano invece i tipici tratti morfologici delle conoidi
di natura detritica, la cui genesi viene attribuita, con elevata probabilità, a processi di frana. Il modello evolutivo proposto
per l’interpretazione genetica delle conoidi di frana prevede la messa in posto del nucleo basale dell’edificio di conoide in
un unico o in pochi eventi di proporzioni catastrofiche, seguito da una fase di aggradazione connesso ad episodi di
flusso in massa (debris flows) innescati dalla rimobilizzazione degli ingenti accumuli detritici intravallivi prodotti dal
collasso gravitativo e dalla degradazione delle zone di nicchia della frana principale. Secondo questa interpretazione
l’edificio di conoide è costituito da un accumulo di frana ammantato da depositi di debris flow che possono raggiungere
spessori anche di varie decine di metri. Il conoide di Talamona si ritiene quindi formato da depositi a granulometria
fortemente eterogenea, con abbondante contenuto di matrice fine che ne riduce notevolmente la permeabilità. Dati
relativi alla conoide di Sernio, analoga a quella di Talamona per caratteristiche morfologiche, sedimentologiche e
genetiche, forniscono valori di permeabilità compresi tra 10-7 e 10-6 m/s, che si ritengono adeguati anche per il caso in
esame. La bassa permeabilità dei materiali che costituiscono la conoide ostacola fortemente la circolazione idrica
sotterranea che risulta probabilmente limitata al subalveo del canale attuale ed eventualmente a flussi sotterranei
canalizzati all’interno degli alvei sepolti di paleocanali attualmente abbandonati.
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Si osserva inoltre che l’assetto a gradini caratterizza tutto il fondovalle valtellinese, come risulta evidente dal profilo
longitudinale mostrato nella figura seguente, dove lunghi tratti a debole inclinazione (1-2°) risultano alternati a tratti di
ripida rimonta in corrispondenza delle vaste conoidi detritiche che sbarrano la valle principale (conoide del
Tartano/Talamona, conoide del Rohn e conoide di Sernio).
Traccia della sezione e profilo altimetrico del fiume Adda nel tratto compreso tra il Lago di Como e la Conoide di Sernio. È evidente la conformazione a gradoni con tratti sub orizzontali intervallati da rapide rimonte in corrispondenza delle conoidi. È riportato in blu il profilo altimetrico del fiume, in marrone il profilo altimetrico medio del fondovalle, profondamente inciso in corrispondenza delle conoidi maggiori.
A monte del conoide del Tartano, il Pian della Selvetta è caratterizzato da un assetto sub planare, e presenta caratteri
stratigrafici tipici di un ambiente di sedimentazione di tipo lacustre, con forte apporto detritico dalle valli laterali. La
presenza di un antico lago, avente quota di soglia a 250/270 metri s.l.m. porta ad ipotizzare l’esistenza di una condizione
di sbarramento dell’asse vallivo, verificatosi in seguito alla messa in posto delle conoidi del Tartano/Talamona. Trova
quindi conferma l’ipotesi secondo cui la messa in posto delle conoidi sarebbe attribuibile ad un evento di frana
catastrofico che, sbarrando la valle, avrebbe determinato la formazione di una diga di sbarramento il cui successivo
colmamento avrebbe dato origine all’attuale configurazione sedimentologica del Pian della Selvetta. Non è possibile
stabilire con certezza se lo sbarramento sia da attribuire alla conoide del Tartano o a quella di Talamona, essendo
entrambi i corpi compatibili con tale tipo di evoluzione.
100
200
300
400
500
m slm
0 10 20 30 40 50 60 Km
Morbegnol.Como Talamona Rohn SernioSondrio
Tirano
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Assetto piezometrico della piana di fondovalle I dati piezometrici ad oggi disponibili fanno riferimento a informazioni acquisite in fase di perforazione dei pozzi e a
campagne di misura appositamente realizzate per la ricostruzione dell’assetto piezometrico. Una campagna di misura,
effettuata nel marzo 2013, fornisce un dato di riferimento per la valutazione dell’assetto piezometrico del fondovalle. I
dati disponibili sono stati elaborati con strumenti di interpolazione geostatistica (kriging) che hanno permesso di
spazializzare i dati puntuali ricavando l’andamento della superficie di falda, riportata nella figura seguente (carta
piezometrica).
Indicazioni sulla variabilità temporale del livello di falda vengono fornite da serie piezometriche disponibili per il pozzo
potabile di Morbegno, gestito da SECAM, per il quale sono disponibili dati a partire dal 2012. Altre informazioni
disponibili fanno riferimento a dati raccolti su pozzi e piezometri presenti nell’area.
Analizzando l’andamento delle linee isopiezometriche si individua una direzione di flusso parallela all’asse vallivo,
orientato approssimativamente Est-Ovest a valle della confluenza in Adda del torrente Tartano. Il gradiente piezometrico
medio nel tratto compreso tra la traversa di Ardenno e il limite occidentale del conoide di Morbegno è di circa il 5.5 ‰.
Analizzandone l’andamento lungo un profilo approssimativamente Est-Ovest, tracciato perpendicolarmente alle isopieze
si osservano tre tratti a diversa pendenza:
il primo tratto, dalla traversa di Ardenno al limite tra il conoide del Tartano e i conoidi coalescenti del
Roncaiola/Malasca, è caratterizzato da un gradiente molto basso, dell’ordine del 2‰;
il secondo tratto, in corrispondenza della conoide di Talamona, caratterizzato da un gradiente elevato, pari a circa
l’11‰;
il tratto terminale, comprendente la piana tra Talamona e Morbegno e il conoide di Morbegno, presenta un gradiente
del 4,5‰, prossimo al gradiente di falda medio della sezione;
L’assetto piezometrico individua quindi chiaramente una condizione di sbarramento della falda di fondovalle in
corrispondenza del conoide di Talamona, con conseguente innalzamento della piezometria a monte e forte incremento
del gradiente nel tratto di sbarramento. Dal punto di vista idrogeologico tale situazione si interpreta come l’effetto di una
zona a bassa permeabilità, costituita dal corpo sedimentario del conoide di Talamona, che interrompe il regolare
deflusso della falda di fondovalle. L’assetto piezometrico conferma quindi il diverso comportamento idrogeologico dei
corpi a permeabilità elevata delle conoidi dominate da processi di natura fluviale (Tartano, Bitto) rispetto alla conoide di
Talamona, la cui evoluzione risulta dominata da processi di flusso di massa (eventi di frana e debris flow).
L’effetto indotto sulla superficie di falda dall’infiltrazione lungo le conoidi è indagabile solo parzialmente a causa della
scarsità di punti di misura nelle porzioni mediane e apicali delle conoidi, dove l’elevata profondità della falda rende
eccessivamente onerosa la realizzazione di pozzi e piezometri. I dati disponibili nelle zone distali indicano una scarsa
influenza sull’assetto piezometrico di fondovalle, con le isopieze che non risultano significativamente influenzate dalla
ricarica lungo il conoide. Il trend generale appare però localmente modificato in corrispondenza delle conoidi alluvionali
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
ubicate allo sbocco dei principali affluenti laterali, quali in torrente Bitto e Tartano, dove si osserva un innalzamento della
piezometria dovuto alla notevole infiltrazione che si realizza in corrispondenza delle aste torrentizie.
Carta Piezometrica - In alto assetto piezometrico dell’acquifero di fondovalle elaborato sulla base di dati acquisiti in marzo 2013, integrati da altri dati storici; le isopieze sono rappresentate con equidistanza pari a un metro. In basso, sezione lungo il profilo AB, tracciato perpendicolarmente alle isopieze, in azzurro è riportata la superficie piezometrica. In corrispondenza della conoide di Talamona la piezometria mostra un repentino aumento del gradiente piezometrico interpretabile come l’effetto di una forte riduzione della trasmissività (permeabilità) dell’acquifero. Immediatamente a monte della conoide la superficie piezometrica è caratterizzata da gradienti molto bassi e tende a risalire per effetto dell’azione di sbarramento del flusso esercitata dalla conoide.
Nella carta piezometrica si evidenzia la zona della piana compresa tra le conoidi di Talamona e Morbegno, caratterizzata
da soggiacenza bassa, compresa tra 5 e 2 metri, con trend decrescente procedendo da Est verso Ovest. In merito ai
rapporti di scambio tra l’Adda e la falda, il panneggio piezometrico evidenzia un significativo effetto drenante nella
porzione orientale dell’area, fino alla confluenza del torrente Tartano e nella porzione centro Occidentale, a partire da
200
250
300
m s.l.mconoide
Tartano
conoide
Roncaiola
conoide
Morbegno
f. Adda
t. Bitto
SO\MO\D2
SO\MO\C1 t.Roncaiola t.Tartano
A B
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circa 500 m a monte del confine comunale tra Talamona e Morbegno. In queste zone il livello idrometrico dell’Adda e la
quota di falda sono pressoché coincidenti, dimostrando il contatto idraulico tra i due corpi idrici. Tale situazione è
caratteristica del tratto di piana alluvionale in sponda destra, situata immediatamente ad est del ponte della FS,
interessata dal tracciato del sentiero dove la superficie piezometrica si connette orizzontalmente con il vicino pelo libero
del Fiume Adda risentendo, in modo pressoché immediato, delle oscillazioni positive e negative legate agli eventi di
piena del fiume. In questo tratto di piana la superficie piezometrica si attesta, quindi, ad una profondità media annuale di
1,5-2,5 m dal p.c.
Nel tratto fluviale antistante il conoide di Talamona, il livello idrometrico del fiume è circa 2 metri più alto, determinando
condizioni favorevoli all’alimentazione della falda, in particolare nei tratti d’alveo caratterizzati dalla presenza di pozze
dove l’aumento del tirante idrico e la diminuzione della velocità di flusso creano condizioni ideali per l‘infiltrazione.
I dati disponibili per quantificare la variabilità della superficie piezometrica nella piana compresa tra Talamona e
Morbegno fanno riferimento a una serie di piezometri monitorati con cadenza semestrale dal 2004 al 2010 e ai dati
piezometrici acquisiti sul pozzo potabile SECAM (codice regionale SO03SO01404500003), appartenente alle rete di
monitoraggio piezometrico regionale ARPA Lombardia. L’ubicazione dei punti di misura è indicata dalle crocette bianche
della Carta piezometrica. L’evoluzione temporale della piezometria è riportata nelle figure seguenti. Nel primo grafico
sono riportati i livelli piezometrici in metri s.l.m. mentre nel secondo le misure sono state normalizzate rispetto al livello
piezometrico medio di ogni pozzo, al fine di rendere visivamente confrontabili misure eseguite su pozzi diversi,
favorendo la leggibilità complessiva del dato.
Variazioni piezometriche osservate nella piana di Talamona in corrispondenza di tre punti di monitoraggio per cui esistono serie storiche.
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Variazioni piezometriche osservate nella piana di Talamona: i livelli piezometrici sono graficati come variazioni rispetto al valore medio. La serie in rosso è relativa al pozzo potabile SECAM, appartenete alla rete di monitoraggio quantitativo regionale ARPA. Si notino i tre valori riportati in blu, che rappresentano misure dinamiche effettuate sempre sul pozzo SECAM.
L’analisi dei dati disponibili non evidenzia tendenze evolutive del livello piezometrico che in media si mantiene stabile. Si
osservano limitate oscillazioni di periodicità stagionale, aventi un’ampiezza complessiva di circa 1.5 metri. Limitatamente
al pozzo di Morbegno si segnalano 3 valori anomali misurati in marzo 2015 e gennaio-febbraio 2016 che mostrano
abbassamenti piezometrici di oltre 1.5 metri rispetto al valore medio. Tali anomalie risultano discordanti con la serie
storica del pozzo e sono probabilmente da interpretare come errori di misurazione, verosimilmente dovuti alla
registrazione di misure dinamiche (con pozzo in pompaggio) come statiche. Si osservi al riguardo la somiglianza con altri
livelli dinamici misurati sul pozzo (punti blu nel grafico) e le misure anomale in questione. La limitata variabilità
piezometrica che si osserva nell’area, è indice di una forte connessione idraulica con il fiume Adda che regola e
stabilizza il livello di falda.
4.2. – Idrogeologia degli ammassi rocciosi
Facendo riferimento ai risultati degli studi geologici riferiti al Progetto Esecutivo del II stralcio della SS 38, si evidenzia
come l’ammasso di paragneiss degli Gneiss di Morbegno interessato dai lavori in galleria (nuova e di progetto), sia
interessato da una permeabilità “per fessurazione” che è in genere bassa (k = 10-5 m/s e bassa porosità n < 5%), nella
porzione relativamente più integra presente in profondità, aumentando con il grado di fratturazione (faglie e fasce
cataclastiche) e nella porzione pellicolare del substrato, entro i primi 20-30 m di profondità, a causa della maggiore
fessurazione legata a processi fisici quali crioclastismo, termoclastismo ed azione degli apparati radicali (k = 10-4 m/s).
Dunque la circolazione idrica sotterranea avviene prevalentemente nella coltre pellicolare esterna del versante con una
morfologia della superficie piezometrica che segue e si conforma all’andamento del piano campagna, ma cospicui
accumuli idrici possono essere ospitati anche in profondità maggiore all’interno delle fasce cataclastiche.
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foto 4
foto 5
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Relativamente a quanto emerso nel corso dei primi rilievi effettuati all’interno della galleria interessata dal tracciato, è
emerso come la volta si presenti, complessivamente, in buone condizioni di stabilità ed è asciutta nel primo tratto mentre
si presenta umida con diffusi fenomeni di stillicidio nel tratto oltre i 80-100 m dall’imbocco (foto 4 e 5). Inoltre il tratto di
galleria nuova in progetto ha un tracciato abbastanza superficiale per cui, salvo quanto emerso dagli approfondimenti
d’indagine geognostica, saranno da attendersi zone con stillicidio in corrispondenza della fascia corticale in portale est e
lungo fasce di maggior fratturazione, probabilmente localizzate nella parte più interna nei pressi della connessione con la
galleria esistente.
4.3. – Idrografia superficiale
Nella zona interessata dal tracciato in progetto gli unici elementi idrografici di rilievo sono rappresentati dal Fiume Adda
e dal Torrente Tartano. Sono presenti, lungo il versante orientale del Culmine di Dazio, altri assi di drenaggio superficiale
connessi a riali il cui regime non è perenne tutto l’anno ma connesso a prolungati periodi con precipitazioni.
Il fiume Adda è caratterizzato da un andamento prevalentemente rettilineo, per la maggior parte confinato da arginature
e protezioni spondali in massi ciclopici. Il profilo longitudinale evidenzia un primo tratto, dallo sbarramento di Ardenno
alla confluenza con il torrente Tartano, caratterizzato da basse pendenze, dell’ordine dell’1‰, seguito da un secondo
tratto, compreso tra la confluenza del torrente Tartano e il confine comunale tra Talamona e Morbegno, dove le
pendenze sono significativamente più elevate, dell’ordine del 10‰, e un ultimo tratto, fino alla confluenza del torrente
Bitto, caratterizzato da pendenze intermedie, di circa il 3‰. Nel tratto intermedio, a maggior pendenza, il fiume presenta
una configurazione morfologica a riffle and pool, dove tratti a maggior pendenza, caratterizzati da corrente veloce e
piccoli battenti idrici, dell’ordine dei 50 cm, si alternano a tratti a bassa inclinazione, caratterizzati da basse velocità della
corrente e elevati battenti idrici. Condizioni favorevoli all’infiltrazione in falda si realizzano nei tratti a bassa velocità ed
elevato battente idrico, quindi sia nelle porzioni iniziali e terminale dal tratto fluviale che in corrispondenza delle pozze
presenti nel tratto intermedio. Il regime idraulico del fiume è caratterizzato da portate regolate artificialmente in
corrispondenza della traversa di derivazione idroelettrica di Ardenno. Le portate rilasciate in alveo, misurate in
corrispondenza della stazione idrometrica installata presso il ponte di collegamento con la provinciale Valeriana,
presentano regimi variabili con minimi pari a circa 12 mc/s.
Il torrente Tartano presenta un alveo fortemente inciso lungo tutta la conoide. Le portate sono antropizzate per effetto
della derivazione idroelettrica in corrispondenza della diga di campo Tartano. Il DMV rilasciato si infiltra completamente
nella porzione apicale del conoide, lasciando in secca il tratto sottostante che risulta interessato da deflusso idrico solo
in occasione di piene indotte da eventi pluviometrici di forte intensità.
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5 – Caratterizzazione geomeccanica del substrato roccioso in galleria Nei paragrafi seguenti è riportata la caratterizzazione geomeccanica del materiale roccia e degli ammassi rocciosi,
effettuata in funzione della litologia presente lungo il tracciato del nuovo tratto di sentiero in progetto (Gneiss di
Morbegno).
Riferimenti
Normativa
(1) Decreto Ministeriale 14.01.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni
(2) Circolare 02.02.2009 n. 617 del Consiglio Sup. LL.PP. – Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008.
(3) degli sbarramenti di ritenuta e dei bacini di accumulo di competenza regionale”
Elaborati di progetto
(4) Planimetria di ubicazione indagini geognostiche
Bibliografia
(5) Bieniawski Z. T., (1989) “Classification of rock masses for engineering – The RMR system and future trends”,
Pennsylvania State University, University Park, PA, USA
(6) Hoek E. (2006) “Pratical Rock engineering” – Pubblic web pubbl. - Vancouver
(7) Hoek E., Carter T.G., Diederichs M.S., 2013 – Quantification of the Geological Strength Index Chart – 47th US Rock
Mechanics/Geomechanics Symp., San Francisco, CA, USA
(8) Hoek E., Karzulovic A., 2001 - Rock mass properties for surface mines -Slope Stability in Surface Mining, (Edited by W.A.
Hustralid, M.K. McCarter and D.J.A. van Zyl), Littleton, CO, USA
(9) “Geologia tecnica della galleria di derivazione Ardenno-Monastero da Dazio a Mantello” – Università degli studi di Milano –
Facoltà di Scienze Geologiche – Tesi di Laurea De Maron Egidio (1980÷1981) – Relatore: Prof.Dott. Renato POZZI
Correlatore: Dott. Lamberto GRIFFINI
(10) MI 10/12 – Accessibilità Valtellina, Lotto 1° - S.S.38 – Variante di Morbegno dallo svincolo di Fuentes allo svincolo del
Tartano – II Stralcio dallo svincolo di Cosio allo svincolo di Tartano – Progetto Esecutivo – Geologia – Relazione indagini
geognostiche (T00-GE00-GEO-RE04-B)
(11) Associazione società di geofisica – Linee guida per indagini geofisiche
Software utilizzati
(12) DIPS 6.017 – Rocscience ‐ Toronto, Ontario
In questa fase preliminare la caratterizzazione della matrice rocciosa è stata effettuata sulla base di dati di archivio
relativi alla stessa formazione geologica reperiti sia da documentazione accademica relativa agli studi sulle gallerie di
derivazione esistenti (rif.(9)) sia dalla recente documentazione relativa al progetto esecutivo della S.S.38 nel tratto tra gli
svincoli di Cosio e Tartano (rif.(10)).
La caratterizzazione dell’ammasso roccioso è stata effettuata sulla base dei risultati di tre rilievi geomeccanici
appositamente realizzati all’interno della galleria idraulica adottando il noto metodo di Hoek & Brown (rif. (6)).
Nella figura seguente è riportato uno stralcio della planimetria di progetto su cui sono ubicate le stazioni RGM
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Planimetria di ubicazione RGM in galleria– Maggio 2017
I rilievi sono stati effettuati nella tratta iniziale di maggior interesse che sarà riattata per divenire parte del nuovo percorso
ciclopedonale in progetto:
RGM_01 – Progressiva 0+198
RGM_02 – Progressiva 0+150
RGM_03 – Progressiva 0+070
La progressiva è stata definita a partire dal portale di sbocco della galleria idraulica.
5.1. – Parametri caratteristici della matrice rocciosa
Sono stati reperiti i risultati di una serie di prove tipo Point Load effettuate sulla roccia appartenente all’unità degli Gneiss
di Morbegno eseguite presso il laboratorio di geologia applicata dell’Università degli Studi di Milano (rif.(9)).
Le resistenze ottenute variano da un minimo di 71 Mpa ad un massimo di 249 MPa e valore medio di 160 MPa e valore
caratteristico (frattile 5%) di 63.2 MPa (si veda tabella seguente).
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Riepilogo risultati prove Point Load dal rif. .(9)
Risultati analoghi sono stati reperiti dalla relazione relativa alle indagini geognostiche svolte a supporto del progetto
esecutivo della variante alla S.S.38 in corso di realizzazione poco a Nord dell’area in oggetto (rif.(10)).
In particolare sono state eseguite sia prove di compressione monoassiale, sia prove Point Load su campioni di roccia
prelevati da un sondaggio geognostico (S11). I risultati di tali prove di laboratorio sono riassunti nella successiva tabella.
Riepilogo risultati prove Compressione Monoassiale e Point Load dal rif. .(10)
Come valore caratteristico di resistenza a compressione della matrice rocciosa si è assunta la media dei valori
caratteristici dei tre set di prove reperiti, pari a 78.5 MPa.
Per quanto riguarda i restanti parametri fisici e meccanici della matrice rocciosa si è fatto riferimento ai valori tipici di
letteratura per litologie analoghe a quella in oggetto (rif.(6)).
Sulla base di tutti i dati a disposizione, sono stati ricavati i parametri caratteristici della matrice rocciosa utilizzando
l’approccio proposto da Hoek & Brown (rif. (6)); in tabella seguente sono riassunti i parametri caratteristici della matrice
rocciosa.
Postazione
Point Load Test
C0
(MPa)
ARS-1 225.1
ARS-2 185.409
ARS-4 249.174
ARS-6 160.3935
ARS-7 171.675
ARS-8 71.1225
ARS-11 141.264
ARS-12 78.48
Com (MPa) 160.3
Cok (MPa) 63.2
Postazione
Compressione
Monoassiale
sC
(MPa)
Point Load
Test
C0
(MPa)
S11-CL1 120.5 151.1
S11-CL2 91.4 119.3
S11-CL3 90.44 106.0
Medio (MPa) 100.8 125.4
Caratteristico (MPa) 77.8 94.4
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Parametri caratteristici della matrice rocciosa.
5.2. – Rilievi geomeccanici di dettaglio
I rilievi geomeccanici di dettaglio sono stati eseguiti all’interno della galleria idraulica esistente, su tre affioramenti in volta
alle progressive 0+70, 0+150 e 0+198.
Durante i rilievi sono stati misurati e descritte in sito le seguenti proprietà:
Materiale roccia: descrizione geologica e dell’alterazione;
Famiglie di discontinuità: misure di giacitura, spaziatura, persistenza lineare e areale, apertura, riempimento,
resistenza delle pareti mediante sclerometro, ondulazione, rugosità e circolazione idrica;
Ammasso roccioso: misure di intercetta verticale e orizzontale, volume roccioso unitario minimo, medio e
massimo, alterazione, stima del numero di discontinuità per m3 e valutazione dell’indice GSI.
I dati rilevati sono stati analizzati statisticamente, in modo tale da definire un valore rappresentativo di ciascun parametro
misurato su ogni famiglia di discontinuità nei due affioramenti. Nella tabella seguente sono riportati sinteticamente i valori
rappresentativi dei parametri misurati per ogni famiglia di discontinuità riconosciuta.
Valori caratteristici delle famiglie di discontinuità rilevate.
Formazione
geologica
Litologia
costituente
gN
(kN/m3)
sC0
(MPa)
mi
(-)
ES_50%
(GPa)
v
(-)
PARAMETRI CARATTERISTICI DELLA MATRICE ROCCIOSA
Gneiss di Morbegno
Note:
-sC0: resistenza a compressione monoassiale;
-mi: parametro di Hoek & Brown per la matrice rocciosa;
-ES_50%: modulo di rigidezza longitudinale secante al 50% del carico a rottura;
-n: coefficiente di Poisson.
-40.025.078.526.0Gneiss biotitici
Giacitura
(°/°)
Spaziatura
(cm)
Pers. lin.
(m)
Apertura
(mm)
JRC0
(-)
JCS0
(MPa)Riempimento
Alterazione
(WD1÷WD5)
Cond.
idriche
K1 160/18 50 2.0 0.0 10÷12 124.5 Assente WD2 Bagnata
K2 350/85 50 2.0 0.0 10÷12 103.2 Assente WD2 Stillicidio
K3 90/85 15 2.0 0.0 10÷12 78.2 Assente WD2 Stillicidio
K1 200/90 65 2.0 0.0 8÷10 135 Assente WD2 Stillicidio
K2 170/24 65 2.0 0.0 10÷12 144.6 Assente WD2 Bagnata
K3 100/75 15 2.0 0.0 8÷10 79.9 Assente WD2 Stillicidio
K1 250/50 30 2.0 0.0 10÷12 107.5 Assente WD2 Stillicidio
K2 130/70 30 2.0 0.0 8÷10 78.1 Assente WD3 Stillicidio
K3 340/10 15 2.0 0.0 8÷10 61.4 Assente WD3 Bagnata
100÷90RGM_02
(Pk 0+150)
RGM_01
(Pk 0+198)100÷90
RGM_03
(Pk 0+070)97÷72
SINTESI DEI DATI RILEVATI SULL'AMMASSO ROCCIOSO
RGM FAMIGLIA
Caratteristiche delle discontinuità
RQD
(%)
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Successivamente si è proceduto alla classificazione geomeccanica degli ammassi rocciosi rilevati secondo la
classificazione Rock Mass Rating (RMR) di Z.T. Bieniawsky (rif. (5)), per definirne la classe di qualità in termini generali
(ovvero Basic RMR); la classificazione RMR è stata effettuata utilizzando il valore della resistenza a compressione
monoassiale caratteristica della roccia sana.
Nella tabella seguente sono riportati sinteticamente i risultati delle classificazioni RMR e i valori di GSI stimati in sito per
gli affioramenti rilevati.
Sintesi classificazioni geomeccaniche.
Sulla base delle formulazioni per il calcolo di GSI proposte da Hoek et Al. (rif. (7)), sono stati verificati i valori stimati in
sito e riportati nella tabella precedente. Per la quantificazione del parametro G.S.I. gli autori, oltre al metodo di stima
osservazionale, propongono anche la seguente formulazione semi analitica:
𝐺𝑆𝐼 = 1.5 × 𝐽𝐶𝑜𝑛𝑑89 +𝑅𝑄𝐷
2
dove:
JCond89: somma dei punteggi della classificazione RMR di Bieniawsky (1989) relativi alle condizioni delle
discontinuità (persistenza, apertura rugosità, riempimento e alterazione);
RQD: parametro di “integrità” dell’ammasso roccioso, per affioramenti stimato con la formulazione di
Palmström, 2005 (RQD =110-2.5×JV, con JV numero di discontinuità per m3 di ammasso roccioso).
In tabella seguente sono riportati i valori di JCond89 e RQD relativi ai due affioramenti rilevati e i valori di GSI calcolati
secondo la formulazione proposta da Hoek e osservati in sito.
Confronto valori GSI stimati con valori GSI calcolati analiticamente.
Rilievo B.RMR Classe Qualità G.S.I.
RGM_01
(Pk 0+198)64÷66 II Buona 70÷80
RGM_02
(Pk 0+150)63÷65 II Buona 70÷80
RGM_03
(Pk 0+070)57÷62 II÷III Buona÷Discreta 60÷70
SINTESI CLASSIFICAZIONI GEOMECCANICHE
RGMRGM_01
(Pk 0+198)
RGM_02
(Pk 0+150)
RGM_03
(Pk 0+070)
JCond89 (-) 25.5 24.7 23.2
RQD (%) 100÷90 100÷90 97÷72
GSICalc 88÷83 87÷82 84÷71
GSIStim 70÷80 70÷80 60÷70
VERIFICA DEI VALORI DI GSI STIMATI IN SITO
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Dalla tabella precedente si osserva che i valori di GSI calcolati sono di poco superiori rispetto a quelli stimati in sito; si
ritiene comunque più veritiero il valore stimato in sito basato sulla tabella proposta da Hoek & Karzulovic (rif. (8)), relativa
alla stima di GSI per ammassi rocciosi di origine metamorfica. Quindi al fine di considerare gli stress indotti dal
metamorfismo subito dagli ammassi rocciosi, per la caratterizzazione geomeccanica degli ammassi è stato utilizzato
l’intervallo di variazione del parametro GSI minore.
In Annesso A sono riportati i fogli di sintesi di ogni rilievo.
5.3. – Parametri caratteristici degli ammassi rocciosi
Sulla base delle caratteristiche geologiche e geomeccaniche rilevate in sito per l’area oggetto di studio è stata definita
una unità geomeccanica, rappresentativa dell’ammasso roccioso presente nell’area:
Unità GNB – Gneiss di Morbegno: ammasso roccioso di natura metamorfica, caratterizzato dalla presenza di
tre famiglie di discontinuità;
Sono state inoltre definite due sotto-unità GNB-II e GNB-III con le quali si è distinta la parametrizzazione per le zone di
buona qualità (GSI 70÷80) da quelle leggermente più fratturate (GSI 60÷70).
In funzione dei parametri caratteristici del materiale roccia (§5.1) e delle considerazioni sul parametro GSI stimato e
calcolato (§5.2), sono stati definiti i parametri geomeccanici caratteristici da utilizzare per l’unità geomeccanica sopra
definita. Per quanto riguarda la resistenza del materiale si è fatto riferimento al criterio di rottura di Hoek & Brown (rif.
(6)). La stima del modulo di rigidezza degli ammassi è stata eseguita con la formulazione proposta da Hoek &
Diederichs (rif. (6)), nell’ipotesi di comportamento isotropo del materiale. Per le due sottounità geomeccaniche GNB-II e
GNB-III sono stati stimati i parametri caratteristici minimi e massimi, utilizzando i valori minimi e massimi relativi
all’intervallo di variazione del parametro GSI definito. Nella tabella seguente sono riportati sinteticamente i parametri
caratteristici di resistenza e rigidezza per le due unità geomeccaniche.
Parametri caratteristici degli ammassi rocciosi.
FORMAZIONE
GEOLOGICA
UNITA'
GEOMECCANICA
gN
(kN/m3)
mb
(-)
s
(-)
a
(-)
st-rm
(MPa)
sc-rm
(MPa)
Erm
(GPa)
u rm
(-)
PARAMETRI CARATTERISTICI DEGLI AMMASSI ROCCIOSI
Gneiss di Morbegno
(GSI 60÷70)26.0 0.501÷0.5030.0027÷0.01172.543÷4.502
Gneiss di Morbegno
(GSI 7080)GNB-II 26.0 4.502÷7.973 0.0117÷0.0517 0.501 0.2÷0.51 8.46÷17.81 12.59÷18.03
Note:
-gn: peso di volume dell'ammasso roccioso;
-mb, s, a: parametri di Hoek & Brown per l 'ammasso roccioso;
-st-rm: resistenza a trazione dell'ammasso roccioso;
-sc-rm: resistenza a compressione monoassiale dell'ammasso roccioso;
-Erm: modulo di rigidezza longitudinale dell'ammasso roccioso;
-nrm: coefficiente di Poisson per l 'ammasso roccioso.
GNB-III 0.257.41÷12.593.99÷8.460.08÷0.2
0.25
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Nelle figure seguentiErrore. L'origine riferimento non è stata trovata. sono riassunti i parametri utilizzati e le curve
inviluppo di rottura per l’ammasso roccioso per l’unità GNB-II e GNB-III.
Unità GNB-II – Classificazione, parametri di resistenza e deformabilità, inviluppi di resistenza Hoek&Brown
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Unità GNB-III – Classificazione, parametri di resistenza e deformabilità, inviluppi di resistenza Hoek&Brown
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6 – Tracciato in progetto Procedendo in direzione Desco – Chiosco, il tracciato in progetto può essere suddiviso nei seguenti tratti che presentano
caratteristiche geologiche-geotecniche sostanzialmente uniformi:
Tratto strada Desco – ponte FS: In questo tratto iniziale la pista verrà realizzata a mezza costa lungo il versante posto
tra l’alveo attivo del Fiume Adda e il sedime della strada comunale per Desco. Si tratta di un ripido pendio
caratterizzato da substrato roccioso (paragneiss – Gneiss di Morbegno) in condizioni di affioramento (base
pendio – sponda destra F. Adda) e subaffioramento alla base di un sottile spessore di depositi eluvio-
colluviali di copertura. La piattaforma stradale sarà realizzata in parte in scavo (raggiungendo il substrato
roccioso) e in parte in riporto sostenuto a valle da un muro che sarà, in prevalenza, fondato direttamente
nel substrato roccioso previa asportazione del cappellaccio superficiale fratturato e realizzazione di
gradino di imposta suborizzontale.
Il sedime della pista si mantiene sempre all’esterno delle possibili fasce di esondazione del Fiume Adda,
sopraelevata con franchi nell’ordine di 1,0 – 5,0 m rispetto alla piena con Q200.
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Tratto ponte FS – imbocco ovest galleria: In questo tratto la pista raggiunge la piana alluvionale del Fiume Adda. Nella
prima parte, immediatamente ad est del ponte FS, verrà costruita una piccola passerella di
attraversamento del canale di scarico della galleria che sarà regimato con opere di protezione
longitudinale costituite da scogliera in massi ciclopici. Entrambe le spalle del ponte saranno appoggiate
all’interno dei depositi alluvionali costituiti da un materiale eterogranulare grossolano rappresentato da
ghiaie e ciottoli ben arrotondati immersi in una matrice sabbiosa mediamente consolidata (foto 6). Si tratta
di terreni con buone caratteristiche geotecniche.
foto 6
Lungo tutto il tratto successivo, di circa 120 m, il tracciato è posto in fregio alla scarpata destra del Fiume
Adda, appoggiato su un terrapieno impostato su un deposito di piana alluvionale a morfologia
pianeggiante. Si tratta di una zona potenzialmente esondabile dal Fiume Adda (Fascia A e B del PAI)
pertanto sono state ipotizzati due tracciati alternativi: uno più spostato verso nord che lambisce solo per
un breve tratto la fascia A lasciando sostanzialmente immodificata la zona di esondazione, ed uno più
spostato verso il Fiume Adda. In entrambe le soluzioni il basso terrapieno della pista verrà protetto, lato
fiume, da una scogliera a secco. In fase autorizzativa verrà, inoltre, valutata la possibilità di utilizzare l’area
a nord del sentiero (tra il sentiero e il canale esistente) per il deposito di parte del materiale proveniente
dallo scavo del nuovo tratto di galleria. Si tratta, questa, si una soluzione sicuramente promuovibile perché
a fronte di una modesta riduzione della capacità di invaso (stimata in circa 300-500 mq su una sezione di
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deflusso di 110 m di larghezza) si va a creare un’opera che garantisce una adeguata protezione del
canale. Segue una parte in cui il tracciato si porta sulla sommità dei muri arginali dell’attuale canale (foto
7), in posizione completamente all’esterno e sopraelevata rispetto alle quote di massima piena del F.
Adda, protetto lato fiume da un muro d’argine. Dal punto di vista litostratigrafico la quasi totalità dei muri
d’argine del canale risulta attualmente fondata direttamente nel substrato roccioso metamorfico ben
affiorante lungo la sponda destra del fiume e al piede del versante di Desco.
foto 7
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Tratto galleria: Il tratto in galleria verrà effettuato utilizzando, inizialmente, la galleria esistente che versa, per altro, in
ottime condizioni di stabilità. Nella parte finale verrà scavato un nuovo tratto di galleria che, con
andamento in salita, raggiunge il nuovo portale est ad una quota completamente compatibile con le quote
di massima piena del Fiume Adda.
Come si è già descritto in precedenza la galleria è impostata completamente nel substrato roccioso
costituito da paragneiss appartenenti alla Formazione degli Gneiss di Morbegno. In accordo anche ai
rilievi strutturali speditivi realizzati lungo la volta della galleria esistente e descritti nel paragrafo
geostrutturale e di caratterizzazione geomeccanica, l’ammasso roccioso presenta un discreto grado di
qualità con un medio grado di fratturazione che diventa molto elevato nello spessore corticale (circa 30-50
m) e attorno alle principali strutture tettoniche fragili (fasce cataclastiche – foto 8), dove per altro anche la
permeabilità aumenta. Nel corso dei sopralluoghi effettuati in galleria sono state rilevate diverse zone di
stillicidio lungo la volta in roccia pertanto nell’ambito del progetto è stato previsto il posizionamento di una
canaletta di drenaggio lungo l’asse centrale del sedime della galleria. Inoltre, in relazione alla situazione
strutturale e geomeccanica dell’ammasso roccioso, opportunamente rilevata nel dettaglio mediante
specifica indagine geognostica e strutturale prevista dal Piano Indagini, verranno effettuati puntuali
interventi di consolidamento della volta con chiodature e disgaggi.
foto 8
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Tratto galleria – cantiere SS 38: All’uscita al portale est della galleria, il tracciato della pista verrà posizionato a mezza
costa, completamente sopraelevato rispetto alle fasce di esondazione del Fiume Adda, nella parte basale
di un ripido versante caratterizzato, in prevalenza, da substrato roccioso (paragneiss della Formazione
degli Gneiss di Morbegno) affiorante e subaffiorante alla base di un sottile strato superficiale di copertura
eluvio-colluviale e detritica (foto 9). Gli scavi necessari per l’imposta della pista e le relative opere di
sostegno di valle saranno per gran parte impostati direttamente nel substrato roccioso.
La parte di pendio immediatamente a monte è terrazzata con vecchi muri a secco ora completamente
abbandonati ed in parte crollati (foto 10). Lungo tutto il versante a monte sono presenti, e da tempo note,
problematiche di carattere geologico legate alla caduta di massi che più volte hanno raggiunto il sedime
della pista e l’alveo del F. Adda, soprattutto nei periodi immediatamente successivi ai frequenti incendi
che, un tempo, periodicamente hanno flagellato il versante del Culmine di Dazio. In particolare, nella parte
medio-superiore, le zone di distacco risultano localizzate in corrispondenza della parete rocciosa che
costituisce la “corona” sommitale del versante. In tale area le simulazioni di caduta massi hanno rilevato
come i massi di minori dimensioni tendono ad arrestarsi, con maggior frequenza, nella zona sommitale del
pendio, alimentando la falda di detrito presente; i massi di maggiori dimensioni (V > 1 mc) tendono ad
acquistare subito velocità e possono raggiungere il piede del versante. Nel settore inferiore del pendio
sono localizzate le più critiche situazioni di instabilità in quanto il substrato roccioso presenta un elevato
grado di fratturazione, con blocchi anche di grosse dimensioni, posti in situazioni di equilibrio precario. In
questa zona crolli di massi anche di medie dimensioni raggiungono facilmente la sede della strada.
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foto 9
foto 10
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Nell’ambito del II Lotto, già coperto da finanziamento, sono previsti i necessari interventi di sistemazione e
messa in sicurezza del tracciato mediante opere di tipo attivo e passivo che andranno ad integrarsi con le
opere già realizzate a protezione del portale della galleria della S.S. 38.
Interventi attivi, riguarderanno il versante e le bastionate rocciose poste immediatamente a monte della
pista esistente e di progetto e consisteranno in:
- Interventi di disgaggio “leggero e pesante” e pulizia della pareti rocciose con taglio delle piante instabili
presenti;
- Rinforzo corticale dei settori di pareti rocciose maggiormente fratturate mediante posa di reti in aderenza,
armate con funi d’acciaio e chiodatura e/o legatura dei blocchi rocciosi instabili di maggiori dimensioni;
- Pulizia del tratto di versante posto tra la pista esistente e il nuovo tracciato in progetto, mediante
disgaggio e rimozione dei blocchi detritici e dei tratti di muri a secco instabili.
Interventi passivi, verranno posizionati a monte della pista esistente ed in progetto ad integrazione delle
barriere già realizzate a protezione del portale della S.S. 38:
- Posizionamento di allineamenti di rete elastoplastica ad elevato assorbimento di energia.
Tratto cantiere SS 38: All’interno del cantiere della S.S. 38 il tracciato si appoggia inizialmente alla spalla destra del
ponte sul Fiume Adda in costruzione e, successivamente, risale il versante connettendosi alla strada
valeriana storica attraversando l’intera area di cantiere una volta che questa sarà ripristinata e resa
agibile. Le caratteristiche geologiche e litostratigrafiche di questo tratto di versante sono sostanzialmente
analoghe a quelle presenti nel tratto precedente così come, per altro, evidenziato dagli scavi realizzati per
cui anche le caratteristiche costruttive della pista saranno simili. Poco prima di raggiungere la strada
valeriana sarà, inoltre, necessario attraversare un piccolo riale il cui bacino (A = 0,119 kmq), solca il
versante sudoccidentale del Culmine di Dazio. Si tratta di riali caratterizzati da bacini di dimensioni ridotte
ma con elevate inclinazioni del pendio e quasi totalmente impostati nel substrato roccioso, ad eccezione di
limitati tratti dove scorrono all’interno di placche detritiche superficiali. Come confermato dai coni detritici
attualmente presenti al piede dei bacini e depositati in corrispondenza della strada valeriana, tutti i riali
presentano una discreta attività con formazione di limitati fenomeni di colata di detrito che periodicamente,
in occasione di periodi caratterizzati da prolungate ed intense precipitazioni (anche in questo caso con
maggior frequenza a seguito di incendi), alimentano i coni detritici.
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foto 11 e 12 – cono detritico sulla Via Valeriana prima dell’inizio dei lavori della SS 38
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Tratto strada valeriana storica: in questa parte finale verrà utilizzata la strada valeriana storica che raggiunge l’area del
Chiosco attraversando la parte basale del versante, all’interno di una estesa falda di detrito,
completamente colonizzata dal bosco e storicamente sede occasionali di fenomeni di crollo provenienti
dalle bastionate sommitali che, solo in alcune isolate situazioni, hanno raggiunto il sedime della pista. La
strada risulta del tipo a mezza costa con muri a secco a sostegno delle scarpate di monte e di valle (foto
13). Lungo il tracciato vengono, inoltre, attraversati due piccoli impluvi che, sempre a seguito di incendi,
sono stati interessati da fenomeni di colata di detrito il cui materiale ha raggiunto e si è depositato sul
sedime della pista (foto 3 e 14). Anche in questo tratto, come in quelli precedenti, nell’ambito del II Lotto è
prevista la progettazione e realizzazione dei necessari interventi di protezione e messa in sicurezza.
foto 13
foto 14
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7 – Verifica Azzonamento di Fattibilità Geologica Il tracciato della pista in progetto ricade in classe 4 di fattibilità geologica così come indicato nella Componente
Geologica del PGT dei comuni di Morbegno e Dazio.
Carta di fattibilità geologica (ridisegnata con QGis da dati scaricati da Geoportale Regione Lombardia)
In accordo a quanto indicato al § 3.1.4 Classe 4 – Fattibilità con gravi limitazioni dell’Allegato B della d.g.r. n. IX/2616
del 19.01.2012,
….Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno
comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano
l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l'approvazione da parte dell'autorità comunale, deve
essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di
grave rischio idrogeologico.
L’opera in progetto è costituita da un’infrastruttura pubblica e di interesse pubblico non altrimenti localizzabile in quanto
collega due tratti di Sentiero Valtellina già esistenti ad est e a ovest. Le condizioni di sicurezza sono state
preliminarmente valutate e descritte nell’ambito della presente Relazione Geologica dello Studio di fattibilità tecnico-
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economica dell’Intervento, e verranno ulteriormente dettagliate nel corso delle successive fasi di progettazione del
tracciato e delle Opere di messa in sicurezza previste nel II Lotto di intervento (già finanziato).
8 – Verifica Azzonamento PAI Il tracciato in progetto interessa le seguenti aree in dissesto PAI:
Nella parte occidentale, immediatamente a sud di Desco, il tracciato è posizionato per un breve tratto sulla
piana alluvionale del Fiume Adda, ai margini delle fasce A e B di esondazione del Fiume Adda.
Sempre a sud di Desco viene attraversata un’area di “Frana stabilizzata – Fs”.
Nel settore centrale il tracciato attraversa un piccolo impluvio classificato come elemento lineare di “area a
pericolosità media o moderata non perimetrata - Em”.
Carta del dissesto con legenda PAI (ridisegnata con QGis da dati scaricati da Geoportale Regione Lombardia)
Relativamente alle parti di tracciato che interessano zone in “Fs” e “Em”, le N.d.A. del P.A.I., all’articolo 9, commi 4 e
6bis, consentono la realizzazione delle opere in progetto, non ponendo particolari vincoli e rimandando la compatibilità al
presente studio di fattibilità in relazione alle condizioni di dissesto presenti.
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Per quanto riguarda, invece, i tratti di sentiero posizionati all’interno e ai margini delle Fasce di esondazione del Fiume
Adda A e B in analogia, per altro, a tratti già presenti ad est e ad ovest, le N.d.A. del P.A.I., all’Art. 38. Interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico - consentono la realizzazione di opere pubbliche o di
interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, a condizione che non modifichino i fenomeni
idraulici naturali e le caratteristiche di particolare rilevanza naturale dell’ecosistema fluviale che possono aver luogo nelle
fasce, che non costituiscano significativo ostacolo al deflusso e non limitino in modo significativo la capacità di invaso, e
che non concorrano ad incrementare il carico insediativo.
Relativamente al breve tratto di sentiero che interferisce con le fasce di esondazione si ritiene che le opere in progetto:
Non interferiscono con le condizioni di deflusso in alveo essendo completamente posizionate all’esterno
dell’alveo attivo del fiume ed in posizione relativamente marginale rispetto alle direttrici di deflusso;
In caso di esondazione non limitano in modo sostanziale i volumi di invaso e le aree di espansione essendo
realizzate in corrispondenza di un’ampia sezione del fiume, completamente regimata in sponda sinistra per cui
le possibili interferenze create dalla realizzazione del sentiero in sponda destra si riflettono in sponda sinistra
mediante un lieve innalzamento del pelo libero ben contenuto dall’alveo attuale.
9 – Protezione civile DIRETTIVA 2007/60/CE La Direttiva Alluvioni (Direttiva Europea 2007/60/CE) disciplina le attività di valutazione e di gestione del rischio di
alluvioni e si pone l'obiettivo di ridurne le conseguenze negative per la salute umana, l'ambiente, il patrimonio culturale e
le attività economiche. Il Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) è lo strumento operativo che attua in Italia la
Direttiva Alluvioni, come previsto dal d.lgs. n. 49 del 2010. Il PGRA individua e programma le azioni necessarie a ridurre
le conseguenze negative delle alluvioni ed è predisposto a livello di distretto idrografico; è costituito dalle mappe di
pericolosità e di rischio da alluvioni, dal quadro del sistema di protezione civile in Regione Lombardia e dalle misure da
attuare per la riduzione del rischio.
Le mappe di pericolosità evidenziano le aree allagabili per diversi scenari (alluvioni rare – Low probability L, poco
frequenti – Medium probability M, frequenti – High probability H).
Analogamente a quanto indicato nelle carte del P.A.I., anche nelle mappe delle aree inondabili della Direttiva
2007/60/CE il tratto di sentiero immediatamente ad est del ponte FS viene posto in un’area di piana alluvionale
potenzialmente esondabile dal Fiume Adda.
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Carte di pericolosità (Direttiva alluvioni)
10 – Sismicità dell’area
10.1. – Classificazione sismica comunale
Con l’entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008 la stima della pericolosità sismica viene definita mediante un approccio
“sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”. L’azione sismica di progetto in base alla quale valutare
il rispetto dei diversi stati limite presi in considerazione viene definita partendo dalla “pericolosità di base” del sito di
costruzione, che è l’elemento essenziale di conoscenza per la determinazione dell’azione sismica. Si precisa, pertanto,
che la suddivisione del territorio in zone sismiche con grado di pericolosità crescente da 4 a 1, prevista ai sensi
dell’o.p.c.m. 3274/03, individua unicamente l’ambito di applicazione dei vari livelli di approfondimento e delle
metodologie di calcolo da utilizzare. Con l’entrata in vigore del D.g.r. n. 2129/2014, i comuni di Morbegno e Dazio sono
stati inseriti in Zona sismica 3.
Raggruppamento temporaneo professionale Ing. Luca Gadola (capogruppo) Ing. Stefano Boninsegna, Arch. Ernesta Croce, P.I. Daniele Fornè, Studio Griffini S.r.l., Geol. Danilo Grossi, For. Matteo Della Vedova
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COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO Prolungamento del Sentiero Valtellina volto al superamento dell’attuale criticità rappresentata dal torrente Tartano
(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Estratto carta classificazione sismica comuni della Regione Lombardia
10.2. – Scenario di amplificazione sismica
In accordo a quanto indicato al par. 1.4.3. dell’Allegato B della d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616 nei comuni ricadenti
in zona sismica 3, all’interno delle aree indicate nel PGT come soggette ad “amplificazione sismica”, è obbligatoria
l’analisi sismica di 2^ livello a verifica degli effetti di amplificazione attesi negli scenari perimetrati nella Carta di
Pericolosità Sismica Locale (PSL) del PGT. L’applicazione del 2^ livello consente, infatti, l’individuazione delle aree in
cui la normativa nazionale risulta insufficiente a salvaguardare dagli effetti di amplificazione sismica locale.
Il tracciato in progetto ricade, nel suo tratto ovest, in scenario di amplificazione Z4a – “zona di fondovalle con presenza
di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali e/o coesivi”.
Nel corso delle successive fasi di progettazione, sulla base dei risultati dell’indagine geognostica, verrà effettuata la
caratterizzazione sismica dell’area e l’analisi di II livello.
Raggruppamento temporaneo professionale Ing. Luca Gadola (capogruppo) Ing. Stefano Boninsegna, Arch. Ernesta Croce, P.I. Daniele Fornè, Studio Griffini S.r.l., Geol. Danilo Grossi, For. Matteo Della Vedova
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Estratto Carta di Pericolosità Sismica Locale (PSL)
10.5. – Definizione preliminare dei parametri sismici di progetto
Piana di fondovalle Ubicazione baricentrica del sito: Lat. 46.146505 Long. 9.623909
Classe d’uso dell’edificio (par. 2.4.2. NTC 2008) II
Coeff. Cu (Tabella 2.4.II) 1,0
Vita nominale dell’opera Vn 50 anni
Periodo di riferimento Vr = Vn * Cu= 50 anni
Scenario di amplificazione sismica del PGT: Z4a – “zona di fondovalle con presenza di depositi
alluvionali e/o fluvio-glaciali e/o coesivi”.
Categoria di sottosuolo (Tabella 3.2.II) C
Categoria topografica T1
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
Versante con sub. Roccioso affiorante e subaffiorante (detrito e dep. eluvio-colluviali) Ubicazione baricentrica del sito: Lat. 46.149304 Long. 9.628197
Classe d’uso dell’edificio (par. 2.4.2. NTC 2008) II
Coeff. Cu (Tabella 2.4.II) 1,0
Vita nominale dell’opera Vn 50 anni
Periodo di riferimento Vr = Vn * Cu= 50 anni
Scenario di amplificazione sismica del PGT: –
Categoria di sottosuolo (Tabella 3.2.II) A
Categoria topografica T2
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
11 – Caratteristiche geotecniche e geomeccaniche preliminari Nel presente paragrafo viene indicata la caratterizzazione geotecnica e geomeccanica preliminare dei terreni e del
substrato roccioso interessato dalle opere in progetto. Nelle successive fasi di progettazione, sulla base dei risultati
dell’indagine geognostica prevista dal Piano Indagini Geognostiche allegato (all. 2.2), sarà possibile definire nel dettaglio
la situazione litostratigrafica lungo il tracciato e definire le proprietà geomeccaniche del substrato roccioso interessato
dal nuovo tratto di galleria e dalle opere di sostegno del sentiero.
LITOZONA 1 – substrato roccioso costituito da paragneiss mediamente fratturati (gneiss di Morbegno)
FORMAZIONE
GEOLOGICA
UNITA'
GEOMECCANICA
gN
(kN/m3)
mb
(-)
s
(-)
a
(-)
st-rm
(MPa)
sc-rm
(MPa)
Erm
(GPa)
u rm
(-)
PARAMETRI CARATTERISTICI DEGLI AMMASSI ROCCIOSI
Gneiss di Morbegno
(GSI 60÷70)26.0 0.501÷0.5030.0027÷0.01172.543÷4.502
Gneiss di Morbegno
(GSI 7080)GNB-II 26.0 4.502÷7.973 0.0117÷0.0517 0.501 0.2÷0.51 8.46÷17.81 12.59÷18.03
Note:
-gn: peso di volume dell'ammasso roccioso;
-mb, s, a: parametri di Hoek & Brown per l 'ammasso roccioso;
-st-rm: resistenza a trazione dell'ammasso roccioso;
-sc-rm: resistenza a compressione monoassiale dell'ammasso roccioso;
-Erm: modulo di rigidezza longitudinale dell'ammasso roccioso;
-nrm: coefficiente di Poisson per l 'ammasso roccioso.
GNB-III 0.257.41÷12.593.99÷8.460.08÷0.2
0.25
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(1° Lotto – Opere infrastrutturali della rete ciclopedonale) PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA
LITOZONA 2 – materiali alluvionali di fondovalle e conoide distale, costituiti da alternanze litostratigrafiche di ghiaie e
ciottoli in abbondante matrice sabbiosa e strati di sabbie limose mediamente consolidate
- angolo di attrito interno = 32-34°
- peso di volume naturale gn = 19 1 kN/mc
- peso di volume saturo gs = 21 1 kN/mc
- densità relativa Dr = 55 + 2 %
- coesione C = 0
- modulo elastico di Young E = 28 MPa
- modulo edometrico M = 15 MPa
- coefficiente di Poisson n = 0.30
LITOZONA 3 – depositi detritici di versante, costituiti da blocchi, scaglie e ciottoli, talvolta tra loro accatastati, con scarsa
matrice fine
- angolo di attrito interno = 34-36°
- peso di volume naturale gn = 18 1 kN/mc
- peso di volume saturo gs = 20 1 kN/mc
- densità relativa Dr = 45 + 2 %
- coesione C = 0
- modulo elastico di Young E = 22 MPa
- modulo edometrico M = 12 MPa
- coefficiente di Poisson n = 0.29
ANNESSO A
SINTESI RILIEVI GEOMECCANICI IN GALLERIA E CLASSIFICA)IONE AMMASSO
ROCCIOSO
Data:
RGM:
‐ CARATTERISTICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO E DELL'AREA DI RILIEVO STRUTURALE:
Asse galleria
÷
÷
x x x x x x
‐ CARATTERISTICHE DELLE FAMIGLIE DI DISCONTINUITA':
I ter etta orizzo tale De . St. [ ]: I ter etta erti ale De . St. [ ]:
[ ] [ ] [MPa] [ ÷ ]. .
4 ,. .
4 4 ,7. .
7 ,
3 ‐ CARATTERISTICHE DEL MATERIALE ROCCIA:
‐ CLASSIFICA)IONI GEOMECCANICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO Bieniawsky, ; Hoek et Al., ÷ 3 :
÷ .
‐ PARAMETRI GEOMECCANICI DELL'AMMASSO ROCCIOSO Hoek et Al., ÷ :
r[‐] [‐]. .
x
Note:
, ÷ ,, ÷ ,
GSI for ulazio e se i‐a aliti a
÷
RA A asso ro ioso assi io
x
For azio e G eiss Mor eg o
Tipo dirie pi e to
Gia itura del ersa te °/° :
N. di dis . per etro u o JV :
RQD dell'A asso Ro ioso:
ROCK MASS RATING GEOLOGICAL STRENGTH INDEX
÷ II Buo a ÷
B.RMR Classe Qualità RQD J o d,GSI
etodo osser azio ale
Er ‐rt‐rGSI
PARAMETRI DELL'INVILUPPO DI ROTTURA DI HOEK & BROWN D
[‐]s[‐]
RILIEVO GEOMECCANICO DI DETTAGLIO ‐ SINTESI DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli a
Des rizio e geologi a:
JRCGia iturai ./I l.
K
K
VRUMIN :
W A asso ro ioso legger e te alterato
[%]Asse te, pati a di
alt. rossaAsse te, pati a di
alt. rossa WD O dulate
Persiste za li eare
[WD ÷WD ][ ]
Alterazio edella sup.
SpaziaturaDev. St.
AperturaDev. St.
Qualità dell'A.R.:
Grado di alt. dell'A.R.:
/ ÷
Set[°/°]
VRUMEDIO :
[GPa].
PARAMETRI DI RESISTEN)A E DEFORMABILITA' DELL'AMMASSO ROCCIOSO
[MPa] [GPa] ÷ , ÷ , ‐ , ÷ ‐ , , ÷ , , ÷ ,[‐] [‐] [MPa]
a
JCSDe . St.
K WDAsse te, pati a di alt. rossa
Sti ata Cal olata
O dulate
‐.
i i[‐] [‐]
EiN i
[kN/ ] [MPa]. .
÷
/ ÷
Co itte te:Co essa:Lo alità:
Coordi ate: RGM‐MOR‐‐
Galleria idraulica Pk +Mor egno SO
‐ ag‐
VRUMAX :
Di e sio i ARS :
/ WD O dulate
O dulazio e a s ala de i etri a e etri a
Co itte te: Dato: Dry RMRCo essa: Basic RMRLo alità:
Coordi ate:Data: RGM: RGM‐MOR‐
Mi Max
Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Mi Max Rati g Mi Rati g Max
‐ . ‐ .
. .
Spaziatura : 4 . 4 . 7 . .
Persiste za : . ‐ . . ‐ . . ‐ . .
Apertura : . . . . . . . . . .
Rugosità ÷ : ÷ ‐ . ÷ ‐ . ÷ ‐ . .
a ‐ . a ‐ . a ‐ . .
WD ‐ . WD ‐ . WD ‐ . .
Co dizio i idri he: Bag ate ‐ . Stilli ido ‐ Stilli idio ‐ . .
Mi Max Mi Max
B.RMR rappresentati o dell'a asso:
Classe di Bieniawsky:
Qualità dell'a asso roccioso:
Note: ‐ Il pu teggio glo ale di og i para etro è al olato o e edia pesata rispetto alla spaziatura di og i si gola fa iglia di dis o ti uità; ‐ Il alore di RQD è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pal stro ; ‐ Il alore di persiste za è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pahl ; ‐ I pu teggi relati i alla resiste za a o pressio e o oassiale del ateriale ro ia, all' RQD e alla spaziatura so o al olati sulla ase dei grafi i proposti da Priest & Hudso .
CLASSIFICA)IONE ROCK MASS RATING Bieniawsky,
Prolu ga e to se tiero Valtelli a
‐‐ ag‐
Glo ale
RQD % :
i MPa :
Alterazio e WD ÷WD :
II
Buona
Mor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Basic RMRDry RMR
Valore i i o Valore assi o
II
Buona
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg o
JV / 3
K K K3
Rie pi e to:
Dato: In iluppo di rotturadi Hoek & Brown
RGM: RGM‐MOR‐
Resiste za a o pressio e o oassiale della ro ia i tatta i MPa :
‐ : , ÷ ,
s ‐ : , ÷ ,
a ‐ : , ÷ ,
‐ Para etri di resiste za e defor a ilità dell'a asso ro ioso:
Resiste za a trazio e dell'a asso ro ioso t‐r MPa :
Resiste za a o pressio e o oassiale dell'a asso ro ioso ‐r MPa :
Modulo di rigidezza dell'a asso ro ioso Er GPa :
* Mi .: Max.:
. MPa i = . MPa
. GPa Ei s = . GPa
GSI =
, ÷ ,
‐ , ÷ ‐ ,
, ÷ ,
.
.
÷
‐ Classifi azio e di Hoek & Bro :
ANALISI STATISTICA DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli aMor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Co itte te:Co essa:Lo alità:
i =
Ei s =
GSI =
Coordi ate:Data:
Geologi al stre gth i dex GSI ‐ :
Modulo di rigidezza della ro ia i tatta Ei s GPa :
Fattore di distur o D ‐ :
Costa te di Hoek & Bro della ro ia i tatta i ‐ :
‐ Para etri dell'i iluppo di rottura di Hoek & Bro dell'a asso ro ioso:
‐‐ ag‐
‐
MPa
3 MPa
Mi . * Max. *
‐
MPa
N MPa
Mi . * Max. *
Data:
RGM:
‐ CARATTERISTICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO E DELL'AREA DI RILIEVO STRUTURALE:
Asse galleria
÷
÷
x x x x x x
‐ CARATTERISTICHE DELLE FAMIGLIE DI DISCONTINUITA':
I ter etta orizzo tale De . St. [ ]: I ter etta erti ale De . St. [ ]:
[ ] [ ] [MPa] [ ÷ ]. .
9 ,. .
,. .
7 ,
3 ‐ CARATTERISTICHE DEL MATERIALE ROCCIA:
‐ CLASSIFICA)IONI GEOMECCANICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO Bieniawsky, ; Hoek et Al., ÷ 3 :
÷ .
‐ PARAMETRI GEOMECCANICI DELL'AMMASSO ROCCIOSO Hoek et Al., ÷ :
r[‐] [‐]. .
x
Note:
÷
/ ÷
Co itte te:Co essa:Lo alità:
Coordi ate: RGM‐MOR‐‐
Galleria idraulica Pk +Mor egno SO
‐ ag‐
VRUMAX :
Di e sio i ARS :
/ WD O dulate
O dulazio e a s ala de i etri a e etri a
JCSDe . St.
K WDAsse te, pati a di alt. rossa
Sti ata Cal olata
O dulate
‐.
i i[‐] [‐]
EiN i
[kN/ ] [MPa]. .
Qualità dell'A.R.:
Grado di alt. dell'A.R.:
/ ÷
Set[°/°]
VRUMEDIO :
[GPa].
PARAMETRI DI RESISTEN)A E DEFORMABILITA' DELL'AMMASSO ROCCIOSO
[MPa] [GPa] ÷ , ÷ , ‐ , ÷ ‐ , , ÷ , , ÷ ,[‐] [‐] [MPa]
a
RILIEVO GEOMECCANICO DI DETTAGLIO ‐ SINTESI DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli a
Des rizio e geologi a:
JRCGia iturai ./I l.
K
K
VRUMIN :
W A asso ro ioso legger e te alterato
[%]Asse te, pati a di
alt. rossaAsse te, pati a di
alt. rossa WD O dulate
Persiste za li eare
[WD ÷WD ][ ]
Alterazio edella sup.
SpaziaturaDev. St.
AperturaDev. St.
Er ‐rt‐rGSI
PARAMETRI DELL'INVILUPPO DI ROTTURA DI HOEK & BROWN D
[‐]s[‐]
, ÷ ,, ÷ ,
GSI for ulazio e se i‐a aliti a
÷
RA A asso ro ioso assi io
x
For azio e G eiss Mor eg o
Tipo dirie pi e to
Gia itura del ersa te °/° :
N. di dis . per etro u o JV :
RQD dell'A asso Ro ioso:
ROCK MASS RATING GEOLOGICAL STRENGTH INDEX
÷ II Buo a ÷
B.RMR Classe Qualità RQD J o d,GSI
etodo osser azio ale
Co itte te: Dato: Dry RMRCo essa: Basic RMRLo alità:
Coordi ate:Data: RGM: RGM‐MOR‐
Mi Max
Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Mi Max Rati g Mi Rati g Max
‐ . ‐ .
. .
Spaziatura : . . 7 . .
Persiste za : . ‐ . . ‐ . . ‐ . .
Apertura : . . . . . . . . . .
Rugosità ÷ : ÷ ‐ . ÷ ‐ . ÷ ‐ . .
a ‐ . a ‐ . a ‐ . .
WD ‐ . WD ‐ . WD ‐ . .
Co dizio i idri he: Bag ate ‐ . Stilli ido ‐ Stilli idio ‐ . .
Mi Max Mi Max3
B.RMR rappresentati o dell'a asso:
Classe di Bieniawsky:
Qualità dell'a asso roccioso:
Note: ‐ Il pu teggio glo ale di og i para etro è al olato o e edia pesata rispetto alla spaziatura di og i si gola fa iglia di dis o ti uità; ‐ Il alore di RQD è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pal stro ; ‐ Il alore di persiste za è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pahl ; ‐ I pu teggi relati i alla resiste za a o pressio e o oassiale del ateriale ro ia, all' RQD e alla spaziatura so o al olati sulla ase dei grafi i proposti da Priest & Hudso .
CLASSIFICA)IONE ROCK MASS RATING Bieniawsky,
Prolu ga e to se tiero Valtelli a
‐‐ ag‐
Glo ale
RQD % :
i MPa :
Alterazio e WD ÷WD :
II
Buona
Mor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Basic RMRDry RMR
Valore i i o Valore assi o
II
Buona
3
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg o
JV / 3
K K K3
Rie pi e to:
Dato: In iluppo di rotturadi Hoek & Brown
RGM: RGM‐MOR‐
Resiste za a o pressio e o oassiale della ro ia i tatta i MPa :
‐ : , ÷ ,
s ‐ : , ÷ ,
a ‐ : , ÷ ,
‐ Para etri di resiste za e defor a ilità dell'a asso ro ioso:
Resiste za a trazio e dell'a asso ro ioso t‐r MPa :
Resiste za a o pressio e o oassiale dell'a asso ro ioso ‐r MPa :
Modulo di rigidezza dell'a asso ro ioso Er GPa :
* Mi .: Max.:
. MPa i = . MPa
. GPa Ei s = . GPa
GSI =
, ÷ ,
‐ , ÷ ‐ ,
, ÷ ,
.
.
÷
‐ Classifi azio e di Hoek & Bro :
ANALISI STATISTICA DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli aMor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Co itte te:Co essa:Lo alità:
i =
Ei s =
GSI =
Coordi ate:Data:
Geologi al stre gth i dex GSI ‐ :
Modulo di rigidezza della ro ia i tatta Ei s GPa :
Fattore di distur o D ‐ :
Costa te di Hoek & Bro della ro ia i tatta i ‐ :
‐ Para etri dell'i iluppo di rottura di Hoek & Bro dell'a asso ro ioso:
‐‐ ag‐
‐
MPa
3 MPa
Mi . * Max. *
‐
MPa
N MPa
Mi . * Max. *
Data:
RGM:
‐ CARATTERISTICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO E DELL'AREA DI RILIEVO STRUTURALE:
Asse galleria
÷
, ÷ ,
x x x x x x
‐ CARATTERISTICHE DELLE FAMIGLIE DI DISCONTINUITA':
I ter etta orizzo tale De . St. [ ]: I ter etta erti ale De . St. [ ]:
[ ] [ ] [MPa] [ ÷ ]. .
4 9,. .
4 ,9. .
7 ,4
3 ‐ CARATTERISTICHE DEL MATERIALE ROCCIA:
‐ CLASSIFICA)IONI GEOMECCANICHE DELL'AMMASSO ROCCIOSO Bieniawsky, ; Hoek et Al., ÷ 3 :
, ÷ , .
‐ PARAMETRI GEOMECCANICI DELL'AMMASSO ROCCIOSO Hoek et Al., ÷ :
r[‐] [‐]. .
x
Note:
÷
/ ÷
Co itte te:Co essa:Lo alità:
Coordi ate: RGM‐MOR‐ 3‐
Galleria idraulica Pk +Mor egno SO
‐ ag‐
VRUMAX :
Di e sio i ARS :
/ WD O dulate
O dulazio e a s ala de i etri a e etri a
JCSDe . St.
K WDAsse te, pati a di alt. rossa
Sti ata Cal olata
O dulate
‐.
i i[‐] [‐]
EiN i
[kN/ ] [MPa]. .
Qualità dell'A.R.:
Grado di alt. dell'A.R.:
/ ÷
Set[°/°]
VRUMEDIO :
[GPa].
PARAMETRI DI RESISTEN)A E DEFORMABILITA' DELL'AMMASSO ROCCIOSO
[MPa] [GPa] ÷ , ÷ , ‐ , ÷ ‐ , , ÷ , , ÷ ,[‐] [‐] [MPa]
a
RILIEVO GEOMECCANICO DI DETTAGLIO ‐ SINTESI DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli a
Des rizio e geologi a:
JRCGia iturai ./I l.
K
K
VRUMIN :
W A asso ro ioso edia e te alterato
[%]Asse te, pati a di
alt. rossaAsse te, pati a di
alt. rossa WD O dulate
Persiste za li eare
[WD ÷WD ][ ]
Alterazio edella sup.
SpaziaturaDev. St.
AperturaDev. St.
Er ‐rt‐rGSI
PARAMETRI DELL'INVILUPPO DI ROTTURA DI HOEK & BROWN D
[‐]s[‐]
, ÷ ,, ÷ ,
GSI for ulazio e se i‐a aliti a
÷
RA A asso ro ioso assi io
x
For azio e G eiss Mor eg o
Tipo dirie pi e to
Gia itura del ersa te °/° :
N. di dis . per etro u o JV :
RQD dell'A asso Ro ioso:
ROCK MASS RATING GEOLOGICAL STRENGTH INDEX
÷ II ÷ III Buo a ÷ Dis reta ÷
B.RMR Classe Qualità RQD J o d,GSI
etodo osser azio ale
Co itte te: Dato: Dry RMRCo essa: Basic RMRLo alità:
Coordi ate:Data: RGM: RGM‐MOR‐ 3
Mi Max
Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Valore Dev. St. Rati g Mi Max Rati g Mi Rati g Max
‐ . ‐ .
. .
Spaziatura : 4 . 4 . 7 . .
Persiste za : . ‐ . . ‐ . . ‐ . .
Apertura : . . . . . . . . . .
Rugosità ÷ : ÷ ‐ . ÷ ‐ . ÷ ‐ . .
a ‐ . a ‐ . a ‐ . .
WD ‐ . WD ‐ . WD ‐ . .
Co dizio i idri he: Stilli ido ‐ Stilli ido ‐ Bag ate ‐ . .
Mi Max Mi Max
B.RMR rappresentati o dell'a asso:
Classe di Bieniawsky:
Qualità dell'a asso roccioso:
Note: ‐ Il pu teggio glo ale di og i para etro è al olato o e edia pesata rispetto alla spaziatura di og i si gola fa iglia di dis o ti uità; ‐ Il alore di RQD è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pal stro ; ‐ Il alore di persiste za è al olato i diretta e te o la for ulazio e di Pahl ; ‐ I pu teggi relati i alla resiste za a o pressio e o oassiale del ateriale ro ia, all' RQD e alla spaziatura so o al olati sulla ase dei grafi i proposti da Priest & Hudso .
CLASSIFICA)IONE ROCK MASS RATING Bieniawsky,
Prolu ga e to se tiero Valtelli a
‐‐ ag‐
Glo ale
RQD % :
i MPa :
Alterazio e WD ÷WD :
III
Discreta
Mor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Basic RMRDry RMR
Valore i i o Valore assi o
II
Buona
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg o
JV / 3
K K K3
Rie pi e to:
Dato: In iluppo di rotturadi Hoek & Brown
RGM: RGM‐MOR‐ 3
Resiste za a o pressio e o oassiale della ro ia i tatta i MPa :
‐ : , ÷ ,
s ‐ : , ÷ ,
a ‐ : , ÷ ,
‐ Para etri di resiste za e defor a ilità dell'a asso ro ioso:
Resiste za a trazio e dell'a asso ro ioso t‐r MPa :
Resiste za a o pressio e o oassiale dell'a asso ro ioso ‐r MPa :
Modulo di rigidezza dell'a asso ro ioso Er GPa :
* Mi .: Max.:
. MPa i = . MPa
. GPa Ei s = . GPa
GSI =
, ÷ ,
‐ , ÷ ‐ ,
, ÷ ,
.
.
÷
‐ Classifi azio e di Hoek & Bro :
ANALISI STATISTICA DEI DATI
Co u ità Mo ta a Valtelli a di Mor eg oProlu ga e to se tiero Valtelli aMor eg o SOGalleria idraulica Pk +
Co itte te:Co essa:Lo alità:
i =
Ei s =
GSI =
Coordi ate:Data:
Geologi al stre gth i dex GSI ‐ :
Modulo di rigidezza della ro ia i tatta Ei s GPa :
Fattore di distur o D ‐ :
Costa te di Hoek & Bro della ro ia i tatta i ‐ :
‐ Para etri dell'i iluppo di rottura di Hoek & Bro dell'a asso ro ioso:
‐‐ ag‐
‐
MPa
3 MPa
Mi . * Max. *
‐
MPa
N MPa
Mi . * Max. *