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POST-PRODUZIONE IN PHOTOSHOP STEP BY STEP MAKING OF “UN GIORNO DI PIOGGIA” PARTE I

POST-PRODUZIONE IN PHOTOSHOP - The CTRL+Z blog · in Photoshop. Come già ti ho anticipato, l’approccio che ti mostrerò non richiede un modello 3D chissà quanto dettagliato, anzi!

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POST-PRODUZIONE IN PHOTOSHOP

STEP BY STEP

MAKING OF “UN GIORNO DI PIOGGIA”

PARTE I

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© Federico Biancullo 2015 ctrl-z.it 2

Introduzione

Ciao! Grazie per aver scaricato questa guida! Oggi ti mostrerò le mie tecniche di post-produzione in Photoshop, e come ho trasformato un render piatto e anonimo in una scena ad impatto emotivo.

Non ho preparato questa guida con la pretesa di spiegarti tutti i segreti per i tuoi render, ci mancherebbe! Servirebbe ben più di un PDF per coprire l’argomento! Quello che voglio fare è illustrarti l’approccio che uso per le mie immagini, passando soprattutto attraverso la post-produzione in Photoshop, e alcune delle tecniche che uso più di frequente nei miei render. Piccolo spoiler: è l’approccio del momento, quello più apprezzato dalle grandi firme per i concorsi.

Sei pronto a conoscere in cosa consiste?

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© Federico Biancullo 2015 ctrl-z.it 3

Approccio fotorealistico o concettuale?

Nel settore dell’architettura, il mito del fotorealismo è ancora ben saldo e radicato. Tuttavia, viene ancora usato troppo spesso come metro di giudizio per la qualità di un’immagine. L’approccio fotorealistico passa soprattutto attraverso la conoscenza del motore di rendering e dei software di modellazione: è frutto di conoscenze tecniche altamente specializzate che un architetto non sempre possiede o è chiamato ad utilizzare.

Intendiamoci, in alcuni campi l’approccio fotorealistico è assolutamente indispensabile. Sto pensando al settore immobiliare e all’architettura di interni, per dirne un paio. Ma diciamoci la verità: tu applicheresti un approccio fotorealistico a delle immagini per un concorso o per un esame di progettazione? Io no di certo: più che dispendioso in termini di tempo, sarebbe fuori luogo.

Quindi il più delle volte si preferisce un approccio di tipo concettuale: volumi approssimati, materiali resi in modo schematico e figure in trasparenza. È un approccio che sicuramente funziona in fase di sviluppo di un progetto, quando hai bisogno di andare dritto al punto delle decisioni progettuali. E una volta superato questo step?

Spesso diamo per scontato che un render valido in fase concettuale possa andare altrettanto bene in una presentazione. Il risultato? L’immagine non è abbastanza chiara per coloro che non parlano “l’architettese”. Ti serve un terzo tipo di approccio, un approccio che coinvolga il tuo destinatario su più livelli, qualcosa che parli il suo linguaggio.

Un approccio di tipo emozionale.

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Un nuovo standard per la visualizzazione architettonica.

L’approccio emozionale fonde le migliori caratteristiche dei due approcci che ti ho descritto in precedenza. Non pretende di rappresentare la realtà in modo dettagliato, ma vuole comunicare un’atmosfera, un mood, e connetterlo all’idea che vuoi trasmettere. Il tutto facendo uso di tecniche di tipo fotografico: composizione, luci coerenti con la scena e bilanciamento dei colori.

Il lavoro dello studio norvegese MIR è l’esempio migliore per illustrarti questo tipo di approccio. Questi ragazzi stanno rivoluzionando il mondo della visualizzazione architettonica con i loro lavori, imponendo il loro approccio (quello che loro definiscono natural visualisation) come nuovo standard nel settore.

Il bello di questo approccio è la sua estrema flessibilità. Nella maggior parte dei casi non è necessaria una modellazione 3D estremamente accurata, e la maggior parte del lavoro viene eseguito in post-produzione. Vuoi una dimostrazione pratica? Allora iniziamo col parlare degli ingredienti base per realizzare un’immagine spettacolare! Ci vediamo al capitolo successivo!

Alcune immagini dello studio MIR, rispettivamente realizzate per Rolv Eide e Snohetta.

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Come progettare un render.

Ok, hai un modello 3D e sei pronto per iniziare a lavorare. Quello che ti chiedo di fare è di non premere subito il tasto Render, ma di comprendere innanzitutto come realizzare la tua immagine. Se mi segui da un po’, avrai capito che trovo indispensabile “preparare il terreno” e fare studi preliminari: soprattutto nella visualizzazione architettonica, se l’immagine non è progettata in modo adeguato, la tecnica diventa inutile! Vediamo assieme perché.

Andiamo a caccia di ispirazione.

Qual è la prima cosa che fai quando inizi ad affrontare un progetto di architettura? Esatto, cerchi casi studio, riferimenti, raccogli tutto quello che può esserti di ispirazione per alimentare la tua idea. Devi comportarti esattamente nello stesso modo con le tue immagini. Innanzitutto, proprio come faresti con il tuo progetto, devi fissare dei parametri per la tua immagine. Tranquillo, non parlo di parametri tecnici! Semplicemente mi riferisco a tutti quei fattori che ne condizioneranno il mood:

• Interno o esterno.

• Orario della giornata.

• Clima e condizioni atmosferiche.

• Cosa avviene nell’immagine (ad esempio, stai lavorando sull’interno di un teatro? Potresti creare un’immagine in cui si sta effettivamente svolgendo una rappresentazione, con tanto di attori e pubblico).

Nel mio caso studio, la scena si svolgerà all’esterno, nel tardo pomeriggio. Inoltre ho voluto sfidare ulteriormente le mie capacità, decidendo

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di ambientare la scena sotto la pioggia. Tutto dovrà sembrare naturale ed essere coerente con le mie scelte: toni di colore, luci, ombre, riflessi. Queste sono alcune delle immagini a cui mi sono ispirato per il mio render:

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Per progettare le mie immagini, prendo ispirazione a piene mani dalla fotografia, oltre che dai siti degli studi di visualizzazione architettonica. Se non sai da dove iniziare, ti ho preparato una lista delle migliori risorse dove cercare ispirazione.

La composizione non è un’opinione.

Avere delle basi di fotografia è fondamentale per chi lavora come architectural visualizer. Solo per citarti qualche esempio, le impostazioni della V-Ray Physical Camera sono quelle di una reflex, e un bilanciamento delle luci corretto nel modello 3D segue le stesse regole che si seguono in fotografia. Quello di cui voglio parlarti, tuttavia, ha a che fare con come l’immagine è organizzata nel quadro: la sua composizione.

La composizione è la chiave di volta per il bilanciamento visivo di qualsiasi immagine, e i render non fanno assolutamente eccezione. Senza una buona composizione, anche l’immagine tecnicamente più raffinata perde il suo valore. Quindi, ancor prima di lanciare il render, anzi, ancor prima di lavorare sull’illuminazione e i materiali, pensa alla tua immagine come ad una fotografia, ed organizzala nello stesso identico modo.

Se non hai mai preso in mano una fotocamera, e hai un sacro timore nel farlo, niente paura! La composizione dell’immagine segue delle regole stabilite

Fotografia

• Flickr• 500px• 1px

Studi di visualizzazione architettonica

• MIR• Beauty and the Bit• Bloomimages• Christopher Malheiros

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dalla prassi e da decenni di studi e teorie. Lo stesso occhio umano valuta automaticamente se una foto è ben bilanciata e piacevole. Di seguito ti illustrerò le due regole più usate: la regola dei terzi e le leading lines.

Regola dei terzi

Immagina di suddividere la tua immagine in tre righe e tre colonne, ciascuna di pari dimensione. La regola dei terzi suggerisce di collocare gli elementi più importanti del quadro in prossimità delle linee e delle loro intersezioni: questo crea dinamismo e movimento, al contrario di quello che avviene con un’inquadratura centrale, statica di natura. La regola dei terzi è uno dei criteri più antichi per la composizione di immagini, ed è largamente usata in tutte le arti visive.

“Gentle White”, MIR, 2014.

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Leading lines

In fotografia, l’utilizzo di elementi lineari è un ottimo sistema per catturare e guidare lo sguardo dell’osservatore verso gli elementi più importanti della composizione, oppure per collegare visivamente elementi separati.

Se vuoi saperne di più sulla composizione di immagini, ti consiglio questo breve video della Cooperative of Photography in collaborazione con Steve McCurry (il fotoreporter della Ragazza afgana, per intenderci). Dura solo 3 minuti ed espone in modo chiaro tramite esempi e diagrammi le principali regole di composizione fotografica.

Ok, abbiamo capito che stile vogliamo applicare, quali fattori entrano in gioco e quali regole rispettare per un’immagine visivamente bilanciata. È ora di passare all’azione! Quindi lancia il tuo render e seguimi al capitolo successivo!

“DANIEL GUSMAO - BNDES - RIO DE JANEIRO”, Christopher Malheiros.

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Arriva una tempesta: creare l’atmosfera in Photoshop.

Come già ti ho anticipato, l’approccio che ti mostrerò non richiede un modello 3D chissà quanto dettagliato, anzi! Diamo assieme un’occhiata al mio render di partenza:

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Diciamocelo pure, ci sono un bel po’ di cose che non vanno. Tanto per cominciare, nella texture della pietra è palesemente visibile il tiling, ossia l’effetto dovuto alla ripetizione, per non parlare delle macchie nei riflessi dei vetri e l’interno del piano terra non modellato.

Tuttavia, il focus della guida è proprio questo! Ho volutamente scelto un render vecchio e malconcio che stava lì a prendere la polvere nel mio hard disk e, improvvisandomi Victor Frankenstein, ho provato a dargli una nuova vita. Più precisamente, in questa prima parte della guida ti mostrerò:

• Come scegliere il cielo adatto per i tuoi render e come applicare le regolazioni necessarie.

• Quali regolazioni applicare all’immagine in modo da essere coerenti con l’atmosfera.

Il cielo è sempre più blu (o forse no).

Per alcuni è un dettaglio di secondaria importanza, ma la scelta del cielo nei render architettonici è fondamentale per stabilire un’ atmosfera coerente in tutta l’immagine. Alex Hogrefe ha dedicato un post intero alla scelta del cielo nei render, di cui qui ti illustro gli aspetti chiave. Se mastichi un po’ di inglese, puoi leggerlo a questo link.

Nel mio caso, il cielo sarà l’elemento su cui basare tutte le regolazioni e i toni della scena, quindi è importante compiere una scelta saggia :-)

Sei pronto ad entrare nel vivo della guida? Iniziamo!

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• Ok ai cieli drammatici, ma non eccessivamente confusi: distraggono dalla lettura dell’edificio. Idem per i cieli eccessivamente saturi o dai colori non naturali, che sottraggono credibilità all’immagine.

• Nel dubbio, go minimal! A volte un semplice gradiente come cielo è quello che ci vuole per ottenere un’immagine elegante e di effetto, in cui l’edificio è il vero protagonista.

• Per dare profondità all’immagine, anche il cielo deve mostrare una profondità di campo: sì alle nuvole che corrono dal fondo verso il primo piano del cielo, ed evita i cieli eccessivamente piatti.

Seguendo queste linee guida, ho optato per questa immagine: un cielo nuvoloso in cui è ancora possibile intravedere degli sprazzi di luce qui e lì. Importo l’immagine in Photoshop e la inserisco al di sotto del livello contenente il render.

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Successivamente ho reso le nubi cariche di elettricità. Per iniziare applico un livello di Curves e, selezionando nel pannello delle proprietà i singoli canali di colore, estraggo fuori dall’immagine i toni rossastri tipici delle nubi temporalesche.

cliccando sul menu a tendina, puoi regolare le curve per i singoli canali di colore RGB.

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Infine spingo quasi al limite la drammaticità dell’immagine utilizzando la regolazione Levels: per esaltare il contrasto tra il nero delle nubi e gli sprazzi di luce, muovo leggermente i due slider all’estremità verso il centro dell’istogramma, in modo da tagliare le luci e le ombre.

ritaglio leggermente le ombre e le luci per creare un forte chiaroscuro.

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Sii coerente! Applicare le regolazioni sul render base.

Una volta terminato col cielo, creo una maschera di livello nel render base, che elimini lo sfondo esistente. Il modo più rapido per farlo si basa sull’Alpha Channel, incluso di default da V-Ray nei dati delle immagini salvate in formato .TIF

Mi sposto nella palette Channel e, dopo aver selezionato con CTRL + clic sinistro il contenuto dell’Alpha Channel, creo la maschera di livello; ritorno nella palette Layers, seleziono il livello contenente la base e clicco su Add Vector Mask. In questo modo avrò nascosto in modo completamente non distruttivo e reversibile il cielo originale. (A proposito, ti serve un corso accelerato sulle maschere di livello? Questo articolo è proprio quello che fa al caso tuo. Ti consiglio di leggerlo per seguire bene alcune parti di questa guida!)

creo la maschera

seleziono la base

palette layers

palette channels

CTRL + clicsull’Alpha

5

4

31

2

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Il risultato è quantomeno... bizzarro: un cielo temporalesco con un edificio in piena luce in primo piano. Tramite gli Adjustment Layers applicati in clipping posso rendere l’immagine coerente, senza usare maschere di livello e senza modificare l’aspetto del cielo, che sarà il mio riferimento tonale.

Inizio con l’applicare la regolazione Layers per tagliare le luci nell’immagine. Nella palette Properties, porto lo slider degli Output Levels verso sinistra, in modo da

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comprimere i toni bianchi dell’istogramma e simulare una condizione di assenza di luce. Inoltre, attiverò il Layer Clipping in modo da applicare la regolazione solo sul livello sottostante.

layer clipping attivo

riduco leggermente l’output delle luci

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Ora è il turno dei colori: dal momento che qualsiasi oggetto, anche solo in parte minima, ha proprietà riflettenti, riporto parte del colore dell’atmosfera sull’edificio. Per farlo, applico un livello di Color Balance, con cui bilancio la tonalità del render per riflettere il colore rossastro del cielo. Nel mio caso, modifico i valori delle luci e dei mezzitoni in modo tale da ottenere solo un accenno al grigio rossastro del cielo, mentre applico dei cambiamenti più significativi alle ombre, bilanciando tutto verso il rosso.

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Infine, tramite il controllo dell’esposizione (Exposure) scurisco ulteriormente l’immagine, per sottrarre ulteriore luce ambientale e aumento il contrasto tramite le curve (Curves).

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Questo è il mio risultato finale. Probabilmente il tutto ti sembrerà un po’ troppo scuro ma sto semplicemente predisponendo l’immagine all’inserimento della luce artificiale, che ti illustrerò nelle prossime due settimane assieme ad altri trucchi molto succosi: l’effetto strada bagnata, come realizzare la pioggia e molto altro ancora.

Ci vediamo mercoledì 8 luglio con la seconda parte della guida!

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Teniamoci in contatto!

Spero di rivederti prestosu ctrl-z.it!

Federico.

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