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The Selfish Giant
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The Selfish Giantda un’opera di Oscar Wilde
Scritto e illustrato da:
Karè NicolòRusconi Marzia
Realizzato dalla Provincia di Lecco - Servizio Istruzione
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PG. 3Ogni pomeriggio, dopo la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del Gigante.Era un giardino grande e bello coperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull’erbetta, spiccavano fiori simili a stelle; in primavera i dodici peschi si ricoprivano di fiori rosa perlacei e, in autunno, davano ricchi frutti.PG. 4Gli uccelli si posavano sugli alberi e cantavano con tanta dolcezza che i bambini sospendevano i loro giochi per ascoltarli.PG. 5Nel frattempo il Gigante era nel Cornish Ogre a visitare un amico.PG. 6Dopo sette anni tornò. Quando vide i bambini giocare nel giardino si arrabbiò molto.PG.7I bambini scapparono.PG. 8Il Gigante costruì un muro alto intorno al giardino e mise un avviso:“GLI INTRUSI SARANNO PUNITI”.PG. 9I poveri bambini non sapevano più dove giocare. Cercarono di giocare sulla strada, ma la strada era polverosa e piena disassi, e non piaceva a nessuno.PG. 10Giravano intorno alle alte mura quando le loro lezioni erano finite e parlavano del meraviglioso giardino all’interno. - “Com'eravamo felici!” - diceva la bambina.PG. 11Poi venne la primavera, e dovunque, nella campagna, v'erano fiori e uccellini. PG. 12Solo nel giardino del Gigante regnava ancora l’inverno.
Il Gigante Egoista (traduzione in italiano)
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PG. 13Gli uccellini non si curavano di cantare perché non c'erano bambini e gli alberi dimenticarono di fiorire.PG. 14Una volta un fiore mise la testina fuori dall'erba, ma alla vista dell'avviso provò tanta pietà per i bambini che si ritrasse e si riaddormentò.“Sono così dispiaciuto per i bambini. Tornerò sottoterra ancora e dormirò”.PG. 15La neve copriva l'erba con il suo grande manto bianco aiutata dal ghiaccio.PG. 16Poi loro invitarono il vento del Nord. “Dobbiamo chiedere anche alla grandine di visitarci”.PG.17E la grandine venne.PG. 18“Non riesco a capire perché la primavera tardi tanto a venire” - disse il Gigante Egoista mentre, seduto presso la finestra, guardavail suo giardino gelato e bianco: - “Mi auguro che il tempo cambi”.PG. 19L'autunno diede frutti d'oro a tutti i giardini, ma nemmeno uno a quello del Gigante.PG. 20Una mattina il Gigante udì una musica. Era solo un piccolo merlo che cantava fuori dalla sua finestra. Gli parve la musica più bella del mondo.PG. 21- Credo che finalmente la primavera sia venuta!- “Uscirò!”.PG. 22Che vide? Una visione meravigliosa. I fanciulli entrati attraverso un'apertura del muro.
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PG. 23Loro sedevano sui rami degli alberi. Su ogni albero che il Gigante poteva vedere c'era un bambino. Gli alberi, felici di riavere i fanciulli, s'erano ricoperti di fiori e gentilmente dondolavano i rami sulle loro testoline.PG. 24Gli uccelli si posavano sugli alberi e cantavano con tanta dolcezza che i bambini sospendevano i loro giochi per ascoltarli.PG. 25Solo in un angolo regnava ancora l'inverno. Era l'angolo più remoto del giardino, e vi stava un bambinetto. Era tanto piccolo da non riuscire a raggiungere il ramo dell'albero e vi girava intorno piangendo disperato. Il povero albero era ancora coperto dal gelo e dalla neve e sopra di esso il vento del nord fischiava.-Arrampicati piccolo - disse l'albero e piegò i suoi rami quanto più poté: ma il bimbetto era troppo piccino.PG. 26A quella vista il cuore del Gigante si intenerì.- Come sono stato egoista! - disse. - Ora so perché la primavera non voleva venire. Metterò quel bambino in cima all'albero poiabbatterò il muro e il mio giardino sarà, per sempre, il campo di giochi dei bambini. -PG.27Uscì nel giardino. Ma quando i bambini lo videro, si spaventarono tanto che scapparono, e nel giardino regnò di nuovo l'inverno. Soltanto il bambinetto non scappò; i suoi occhi erano così colmi di lacrime che non vide venire il Gigante. E il Gigante giunse di soppiatto dietro a lui, lo prese delicatamente nella sua mano e lo mise sull'albero.PG. 28E i rami fiorirono all’improvviso e gli uccelli arrivarono e cantarono su di essi, e il piccolo bambinetto allungò le suebraccia e le gettò al collo del Gigante e lo baciò. “E’ il vostro giardino ora, giocate tutti insieme”.E gli altri bambini corsero indietro, e con loro arrivò la primavera.
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PG. 29Alla sera i bambini salutarono il Gigante.- “Dov'è il vostro piccolo amico?” - disse: - Il bambino che io ho messo sull'albero? --“Non lo sappiamo” - risposero i bambini - se n'è andato. - “Non sappiamo dove vive”.E il Gigante era molto triste.PG. 30Ogni pomeriggio, finita la scuola, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il bambinetto che il Gigante prediligevanon si vide più.Il Gigante desiderava il suo piccolo amico. -“ Mi piacerebbe vederlo”- PG. 31-“Ho molti bei fiori- diceva- ma i bambini sono i fiori più belli”.PG. 32Una mattina guardò fuori dalla sua finestra. Nell’angolo più lontano del giardino vide un albero ricoperto di deliziosi fiori bianchi, i suoi rami erano tutti d’oro e frutti d’argento pendevano da essi e sotto stava il piccolo bimbetto che egli aveva amato.PG.33Il Gigante scese di corsa e quando gli fu vicino si fece rosso di collera perché il bambino aveva il segno di due chiodi sul palmodelle mani e sui piedi.-“Chi ha osato ferirti?”- dimmelo e io prenderò la mia grossa spada e l'ammazzerò.- Ma queste sono soltanto le ferite dell'amore.-PG. 34Il bambino gli sorrise e disse:-“Un giorno mi lasciasti giocare nel tuo giardino, oggi verrai a giocare nel mio giardino, che è il Paradiso”.-PG. 35Quando nel pomeriggio i fanciulli entrarono di corsa nel giardino trovarono il Gigante morto, ai piedi dell'albero tutto coperto di fiori candidi.
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