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Panettieri tradizioneèturismo. Guida Turistica/Travel Guide

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Pubblicazione realizzata nell'ambito del progetto "Panettieri: tradizioneèturismo", finanziato dalla Misura 313, Azione 1 del PSR Calabria 2007-2013.

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G U I D A T U R I S T I C A

T R A V E L G U I D E

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Sommario

Introduzione Introduction

Il Territorio The Territory

La Storia The History

Il Borgo The Old Village

I Personaggi celebri Prominent Figures

Il Patrimonio Architettonico Architectural Heritage

Chiesa di San Carlo Borromeo The Church of San Carlo Borromeo

Monumento dei caduti The War Memorial

Monumento dedicato a San Pio The Monument of San Pio

Fontana Monumentale The Monumental Fountain

Fontana Jugale The Old Fountain

Il Museo del Pane The Museum of Bread

Il Museo del Brigante The Museum of Brigandage

Gli eventi della tradizione Traditional Events

Il Presepe Vivente The Live Nativity Scene

San Carlo Borromeo The Festivity of San Carlo Borromeo

La Madonna del Rosario The Festivity of Madonna del Rosario

A Fochara A Fochara (The Fires)

A capu dei muarti A capu dei muarti (The head of the dead)

Il Patrimonio enogastronomico Food and Wine Heritage

Il Patrimonio ambientale Environmental Heritage

Le risorse naturalistiche e l’appartenenza alla Comunità Montana del Savuto

The natural resources and membership to the Comunità Montana del Savuto

La Flora The Flora

La Fauna The Fauna

Strutture ricettive e informazioni di accesso

Guest Accomodation and Access Information

Come arrivare Direction to the town

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Nel cuore del Savuto, in un ambito incontaminato,dove il fascino e la bellezza della natura, si sposanocon la gastronomia, l’arte e le tradizioni, si ritrova ilborgo incantato di Panettieri.Conosciuto ai più per le sue antiche tradizioni nellapanificazione, è riuscito a conservare nei secoli unaforte identità che gli consente, ad oggi, di rappresen-tare una delle gemme della Calabria. Il territorio di Panettieri offre al viaggiatore una vastagamma di possibilità per farsi conoscere e apprez-zare. Ma per “guardare” Panettieri occorrono occhiliberi, disponibilità a spogliarsi da ogni pregiudizio.È necessaria una vocazione al cammino e alla sco-perta, per cercare quei segni di una storia ricca ma fintroppo sconosciuta, per provare il piacere di cono-scere e di incontrare la piccola comunità che lo animacon tutte le sue infinite virtù. Occorre disponibilità,per comprendere il vero senso dell’accoglienza, peraddentrarsi con lo spirito giusto negli stretti vicoli delborgo antico per conoscere la storia di ieri e di oggi.Intraprendere un’esperienza alla scoperta di questoborgo e del suo territorio significa dunque, non sol-tanto prepararsi a cogliere la straordinaria sugge-stione della storia, ma anche predisporsi alla ricercadei miti e delle leggende, da quella dei briganti aquella dei garibaldini, e delle sue tradizioni, in primoluogo la rievocazione del presepe vivente.Panettieri è oggi il luogo della memoria e dell’iden-tità, ma è anche il luogo in cui si sta sperimentandoun programma di promozione delle risorse ambien-tali e culturali per garantire l’avvio di un processo disviluppo equilibrato e sostenibile.Vi auguriamo una buona lettura e vi invitiamo avisitare Panettieri.

L’Amministrazione comunale

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Il Territorio The Territory

Panettieri sorge nel versante occidentale della Pre-sila ed è uno dei centri fra i più caratteristici della

Sila Piccola, nonché il più piccolo paese della ComunitàMontana del Savuto e dell’intera Calabria ed è situatoin una posizione piuttosto centrale della regione, equi-distante sia dal versante Ionico che da quello Tirrenico. Il comune, situato a 950 metri sul livello del mare e chesi estende su una superficie di 14,65 Kmq per una den-sità che si attesta sui 23,4 abitanti su kmq, confina conBianchi, Sorbo San Basile e Carlopoli, tracciando conquest’ultimo paese una importante e peculiare linea diconfine fra la provincia di Catanzaro e quella diCosenza. Si presenta inoltre al visitatore suddiviso indue differenti nuclei: la Parte Bassa a sud-est, coinci-dente con il centro storico, e la Parte Alta a nord-ovest,rappresentata dall’evoluzione edilizia verificatasi sul ter-ritorio nel corso degli anni, ma sia l’una che l’altra sem-brano vivere insieme in perfetta simbiosi.Il complesso urbano assume la fisionomia di un trian-golo equilatero, speculare a quello rappresentato dal-l’abitato di Carlopoli, con cui oggi costituisce un’unicaarea urbana senza soluzione di continuità e dalla formaromboidale. La struttura viaria primaria ricalca quellaurbana, con una direttrice principale (via Risorgimento)che attraverso in lungo il territorio comunale, e duecomplanari (via Papa Giovanni XXIII e via Aldo Moro),che lambiscono i due lati del paese per poi convergererispettivamente nel quadrivio per Carlopoli e in PiazzaSant’Elia. Da qui si riparte un’altra strada (via Coschino)che risalando taglia diagonalmente il centro abitato finoa confluire in via Tasauro e risalire al cimitero, posto aldi fuori del perimetro urbano. L’abitato risale per curvedi livello fino allo slargo presso cui sorge la Chiesa inti-tolata a San Carlo Borromeo, adiacente all’asse stradaleprincipale, lungo cui sorgono gran parte delle nuoveabitazioni e si trovano i servizi primari.L’agglomerato originario sorge lungo il corso della fiu-mara Sant’Elia, sulla sponda di un burrone che divide

Panettieri rises on the Westernside of the Pre-Sila mountain.It is one of the most character-istic towns of the area of theSila Piccola, as well as thesmallest village in Calabria.The village is situated 950 me-ters above the sea level andcovers an area of 14.65 sq Kmwith a population density of23.4 inhabitants per sq Km. Itis bordered by Bianchi, SorboSan Basile and Carlopoli, withwhich it traces an unusual bor-der line between the provincesof Catanzaro and Cosenza. Thevillage is divided into two dif-ferent sections: the lowerSouth-Eastern, which coincideswith the historic center, andthe upper North-Western, rep-resented by the increase in de-velopment in the area thatbegan in the sixties. Althoughdifferent, these two parts livetogether in perfect harmony.The primary road structure issimilar to the urban one, witha main road (via del Risorgi-mento) that crosses the munic-ipality, and two co-planar roadsthat run along the two sides ofthe village converging respec-tively at the crossroad towardCarlopoli and San Elia square.From this point begins anotherroad (via del Coschino) whichcuts diagonally through townto join with via Tasauro thencontinues up to the cemetery,located outside the edge oftown. The old part extendsthrough a winding road to alarge open area where thechurch dedicated to San Carlo

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Borromeo is situated, adjacentto the main road along whichrise new developments and pri-mary services.The original urban settlementis located along the San Eliastream, on the edge of a ravinethat divides the village fromthe neighboring town of Car-lopoli. In the past the two vil-lages were connected by aroad (now abandoned) with acentral spring called “Fontanadi Mezzo” which once repre-sented the outline of the juris-dictional boundaries betweenCalabria Citra and CalabriaUltra II (XII century). Accordingto popular history, this site wasthe main point of intersectionand contention between thetwo communities, as well as agathering spot for maids andmatrons who used the fountainto wash clothes and fetchwater.The surrounding natural land-scape is composed of gardens,agricultural land and forest.The main rivers are the FegoRiver, tributary of the CoraceRiver, and the San Elia.The nature trail found in thearea of Panettieri is wide andvaried. From town it is possibleto reach, in a short time, thevillages of Mancuso andRacise as well as Passantelake, either on foot or bicyclealong chestnut groves and therich and beautiful surroundingvegetation.

l’abitato da quello limitrofo di Carlopoli. In pas-sato i due villaggi erano collegati da una strad-ina (oggi in disuso) con al centro una sorgente,che la toponomastica locale designa comefhuntana d’ammianzu (fontana di mezzo)poiché si trova nel punto di confine tra i duecomuni, e anticamente tracciava i limiti giuris-dizionali tra la Calabria Citra e la CalabriaUltra II. La memoria popolare ricorda il sitocome punto nevralgico di contesa tra le duecomunità, oltre che come ritrovo di massaieche qui si recavano per lavare i panni e at-tingere acqua.Il paesaggio naturale circostante è composto da terreni ortivi, areecoltive ed ampie zone boschive. I principali torrenti sono il fiume Fego,affluente del Corace, e la fiumara Sant’Elia.Il percorso naturalistico offerto da comune di Panettieri è ampio e var-iegato poiché dal borgo si raggiungono, in breve tempo, i villaggi silaniMancuso e Racise nonché il lago Passante e, inoltre, a piedi o in bici-cletta, è possibile effettuare suggestive passeggiate lungo i castagneti,il sottobosco e la ricca vegetazione circostante.

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Il Territorio

Nel periodo invernale Panettieri, con i suoi tetti imbian-cati, i comignoli sbuffanti e le strade ricoperte di neve,riporta alla mente i classici paesi delle fiabe, dove iltempo sembra essersi fermato in ascolto della quietemontana che rende l’atmosfera quasi irreale. Le estatiinvece, particolarmente fresche ed arieggiate, si trascor-rono partecipando alle innumerevoli attività propostedal comune e facendo tranquille passeggiate nel verdedella natura circostante.

In the winter white roofs,smoking fireplaces, and snow-covered roads, make Panettieriresemble a village out of afairytale, in which time seemsto be standing still listening tothe peace of the mountains ina seemingly unreal atmos-phere. Summers are particu-larly fresh and breezy. Thereare many activities offered bythe town, including opportuni-ties for peaceful walks in thesurrounding nature.

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The Territory

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La Storia

Panettieri fu fondato nel corso del XVI e XVII secolo dacoloni provenienti dalla città di Scigliano che, attiratidall’ottima prospettiva economica offerta dal mona-stero di Santa Maria di Corazzo, decisero di stabilirsi inquesta terra distante dal monastero solo 5 Km. Intorno al monastero di Corazzo (situato nel territoriodi Castagna, frazione di Carlopoli), sorto presumibil-mente intorno al 1050 d.C, erano presenti importantiattività economiche quali agricoltura, pastorizia, arti-gianato, lavorazione del formaggio e della lana, che por-tarono alla nascita di insediamenti urbani, detti “casali”.E’ solo in seguito ai terremoti del 1613 e soprattutto del1638, che colpì gravemente il circondario di Scigliano edevastò il paese di Martirano, che con la presenza deicoloni sul territorio di Panettieri prese forma e consis-tenza il paese, facendo dell’agglomerato un “Casale” diScigliano, con legami amministrativi e fiscali con la sud-detta città. Fino ad allora, infatti, gli insediamenti pre-senti sul territorio erano costituiti per lo più dagli antichicenobi di anacoreti, dislocati tra le montagne. Almeno due erano invece gli insediamenti monasticiancora in attività alla data di fondazione del paese. Ilprimo, quello di Santa Maria di Peseca, ricade oggi interritorio del comune di Taverna. L’altro convento, in-titolato a San Nicola di Giacciano, sorgeva in una zonaimpervia sulla sponda est del fiume Sant’Elia.Anche lo storico Scigliano Accattatis, sulle origini diPanettieri, sostiene che l’erezione del paese non fumolto anteriore al 1650 e che il terremoto del 1638, chesi abbatté sulla Contea di Martirano, segnò la devas-tazione delle terre circostanti generando un processodi edificazione circostante e un consistente rinforzo delnucleo abitativo di Panettieri. L’Accattatis, inoltre, parladi un certo Carlo Mancuso, che costruì qui la prima veraabitazione e, a conferma delle sue tesi, menziona Mons.Francesco Monaco, vescovo di Martirano, che con undecreto emanato in 23 aprile del 1612 eresse a parroc-chia Castagna e vi assegnò come parrocchiani anche gliabitanti del casale di Panettieri.

Panettieri was founded duringthe XVI and XVII centuries bysettlers from the city ofScigliano who, attracted by theexcellent economic outlook of-fered by the monastery ofSanta Maria di Corazzo, de-cided to settle in this land 5 kmaway from the monastery.Surrounding the Monastery ofCorazzo, located in the territoryof Castagna, a part of Carlopoliwich was probably built around1050 AD, were important eco-nomic activities such as agricul-ture, stock raising, handicrafts,production of cheese and wool.These activities led to the devel-opment of urban settlementscalled “casali”. In the aftermathof the earthquakes in 1613 and1638, which gravely affected thedistrict of Scigliano and de-stroyed the town of Martirano,the village took shape, turninginto the “Casale” of Scigliano.Until then, the settlements in thearea were mainly composed ofancient colonies of hermits, lo-cated throughout the mountains.At the time the village wasfounded there were still at leasttwo monastic settlements.Santa Maria of Peseca fallstoday in the municipality of Tav-erna. The other monastery, ded-icated to San Nicola ofGiacciano, stood in an inacces-sible area on the east bank ofthe San Elia River. On the origins of Panettieri, thehistorian Scigliano Accattatisargues that the founding of thevillage occurred close to 1650and that the earthquake of1638, which affected the

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The Story

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county of Martirano, devas-tated the surrounding lands ini-tiating the development andsubstantial reinforcement ofthe nucleus of Panettieri.The people of Panettieri re-quested the bishop of Marti-rano to provide the village withan independent place of reli-gious worship. The parish wascreated on October 20, 1705.Throughout the XVIII centuryPanettieri remained a “casale”of Scigliano, participating in itspolitical and administrativeevents. In 1811 the administra-tive jurisdiction of the munici-pality was assigned toColosimi together with most ofthe outlying “casali” ofScigliano. In 1818 the bishopricof Martirano was eliminatedand Panettieri moved to that ofNicastro. Two years later, onJanuary 25, 1820, the status ofautonomous municipality wasgranted to the town, sanction-ing its final administrative andpolitical enfranchisement.Beginning in the second half ofthe XIX century the town expe-rienced a gradual and steadypopulation decline due to largewaves of migration at the endof the 19th century to theAmericas and later in the1950s to Lombardia.With regards to the etymologyof the name of Panettieri, thename of the village derivesfrom Greek, according to Vin-cenzo Padula. In a brief notethe author writes: “Panettieri.Although the village is not an-cient, the name is very an-cient.”

Dato l’evolversi, in questi stessi anni, dell’agglomeratourbano e l’incremento demografico, e anche il disagiodei fedeli a raggiungere la Chiesa sia per la distanza cheper le strade (difficili da percorrere soprattutto d’in-verno), maturò così la richiesta della comunità, avanzataal vescovo di Martirano di poter dotare il paese di unautonomo luogo di culto. La parrocchia fu realizzata il20 ottobre 1705.Fino a tutto il XVIII secolo Panettieri rimase casale diScigliano, di cui seguì le vicende politico-amministra-tive. Nel 1811 la giurisdizione amministrativa del co-mune, come di buona parte dei casali periferici diScigliano, venne assegnata a Colosimi, con la legge n.360 del 1 maggio. Nel 1818 venne soppresso il vescov-ado di Martirano, e Panettieri passò a quello di Nicastro.Due anni più tardi, esattamente il 25 gennaio 1820, alpaese venne riconosciuto lo statuto di comune au-tonomo, sancendo così il suo definitivo affrancamentopolitico-amministrativo. Dalla seconda metà dell’Ottocento l’abitato ha conosci-uto un progressivo e costante spopolamento. Le grandiondate migratorie (quelle di fine secolo nelle Americhe,quelle degli anni ’50-’60 del Novecento in Lombardia)hanno largamente interessato anche la comunità panet-terese, mentre esigui e insignificanti sono stati nel corsodegli anni i ritorni.Questi stessi anni consentirono alla comunità di Panet-tieri, così come a diverse comunità dell’odierna valledel Savuto, di ospitare delle tappe importanti della cam-pagna garibaldina e della storia pre e post unitaria.Allo stesso stempo, però, questi furono gli anni del Brig-antaggio post-unitario, sviluppatosi nel Mezzogiornod’Italia a seguito dell’annessione del Regno delle DueSicilie al Regno di Sardegna che determinò la nascitadello stato Italiano. Vari furono i contadini e i bracciantipanetteresi che si unirono alle rivolte popolari, tra iquali il celebre brigante Giosafatte Talarico, così comediversi furono quelli che a Panettieri dimorarono nelmezzo degli scontri o in cerca di riposo.

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La Storia

Per quanto riguarda l’etimologia del nome di Panettieri,secondo Vincenzo Padula, il nome del paese de-riverebbe dal greco. In una brevissima annotazione l’au-tore scrive infatti: “Panettieri. Se il paese non è antico,il nome è antichissimo. Παυαϰτεϱής significa «tuttiinsepolti»”.Tuttavia, l’ipotesi più accreditata presso gli storici circal’origine del toponimo, richiama alla parola calabrese“Panetterì”, che vuol dire fornaio e quindi lo farebbederivare dalla specializzazione e bravura raggiunta daisuoi abitanti nei processi di panificazione. Nel centrostorico sorse presto uno dei primi forni ad uso pubblicodel paese (che, dopo una fase di restauro, ospita oggiil Museo del Pane). E altri forni sorsero nel corso deglianni, fino a fare dunque dell’agglomerato un paese dipanettieri. Inoltre, data la sua collocazione geograficalungo la direttrice di transito che da Corazzo conducevaalle alture silane, nelle fasi del suo sviluppo Panettierideve essersi configurato come tappa obbligata durantei percorsi di transumanza e gli spostamenti di lavoratoristagionali, che ebbero nuovo impulso dalla nascitastessa del casale. In questo contesto la comunità deveaver maturato attitudini e vocazioni ricettive, e per-fezionato le proprie abilità nella fabbricazione del pane.È ipotizzabile la presenza sul territorio di stazioni disosta, tanto che uno dei rioni del nucleo originario con-serva ancora oggi il nome di ’u cucinaru, e farebbedunque pensare all’esistenza di un punto di ristoro.Per quanto riguarda la popolazione residente, i Censi-menti del 1991 e del 2001, hanno attestato unariduzione pari al 6,3% (da 400 a 375 abitanti), mentread oggi (al 31/12/2010) i cittadini residenti sono 343,di cui 162 maschi e 181 donne e rappresentano solo lo0,02% della popolazione totale della Calabria e lo 0,05%della popolazione della provincia di Cosenza.

Albeit, according to the mostaccredited hypothesis aboutthe origin of the word the namerefers to the Calabrian word“Panetteri’”, which meansbaker, thus deriving from thespecialty and skill attained byits residents in the process ofbaking bread. One of the firstovens for public use was, infact, built in the historic centerand after undergoing restora-tion, it became the Museum ofBread. Other ovens were builtover the years until the townturned into a conglomeration ofbakers. Moreover, thanks to itslocation along the route fromCorazzo to the heights of theSila, in the early stages of itsdevelopment Panettieri be-came a passage in transhu-mance routes and themigration of the seasonalworkers. In this context thecommunity must have devel-oped receptive abilities and vo-cations, and perfected its skillsin the art of baking bread. It isconceivable that rest stopswere present in the area; infact one of the neighborhoodsof the original center retainsthe name of “u cucinaru” sug-gesting the existence of a re-freshment area.As of December 31, 2010,there are 343 residents, ofwhich 162 are males and 181females. This population repre-sents only 0.02% of the entirepopulation of Calabria and0.05% of the population ofCosenza’s province.

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The Story

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Il Borgo

Nell’antico borgo di Panettieri sono presenti la caseche diedero vita a questo villaggio montano, intera-mente costruite in pietra, addossate le une alle altre,con i tetti spioventi ricoperti da coppi rossi. Le casebasse, con i caratteristici “Vignani” (piccoli balconicostruiti davanti all’ingresso) si aprono sulle “rughe”(rioni), dove tortuosi e stretti vicoli insieme a ripidisaliscendi, tracciano un antico e intricato percorso.Le vie, infatti, erano state concepite per il passaggiodegli asini (un tempo costituiva una fonte di ric-chezza per le famiglie) in quanto erano l’unico mezzodi trasporto che permettesse, soprattutto d’inverno,di spostare i carichi di “sarcine” (fascine di legno) daardere nei camini. Una particolare caratteristica diqueste antiche abitazioni è “a porticella” una porta ametà altezza, presente quasi in ogni casa, che digiorno chiudeva l’uscio, fungendo anche da finestra.

In the ancient town of Panet-tieri the dwellings that gavelife to this mountain village arestill present, made entirely ofstone, leaning against eachother, with pitched roofs cov-ered with red tiles. The low and characteristic “Vi-gnani” (small balconies built atthe entrance) open onto the“rughe” (neighborhoods), wherean intricate course is traced bynarrow winding alleys andsteep hills trace an ancient andintricate journey.The alleys were designed forthe passage of donkeys, whichrepresented a source of wealthfor families in the past as theywere the only means thatwould allow, especially in win-ter, to transport loads of“sarcine” (bundles of wood) toburn in fireplaces. A particularfeature of these old dwellingsis the “porticella”, a half-sizeddoor that could be closed duringthe day to serve as a window.

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The OldVillage

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I Personaggicelebri

Il patrimonio culturale di Panettieri è fortemente se-gnato dalla presenza di personaggi celebri, di rilievo re-ligioso e storico-sociologico, che hanno lasciato unsegno indelebile nella storia del paese. Il nome di questi personaggi, noti e meno noti, è rima-sto legato ad un opera o magari ad un avvenimento, co-munque a rare e preziose testimonianze, che sommaterendono di grande interesse il loro patrimonio.

Giosefatte Tallarico: nacque agli inizi dell’800 a Pa-nettieri. La sua casa, ubicata nel centro storico di Pa-netttieri esiste ancora oggi.Il giovane Giosafatte, aveva inizialmente studiato per di-ventare prete e poi farmacista, ma fu una vicenda familiarea segnare la sua vita e inevitabilmente il suo destino. Du-rante gli studi di farmacista, mentre si trovava nel labora-torio di Gaetano Rimola a Cosenza, un suo compaesanogli portò una notizia terribile per quell’epoca: sua sorellaera stata sedotta e abbandonata da un signorotto, LuiginoSperadei. Giosefatte ritornò precipitosamente a Panettiericon l’intenzione di risolvere la faccenda proponendo unmatrimonio riparatore. Al rifiuto del seduttore, secondoil modo di pensare del tempo, a Giosefatte non restavaaltro che lavare con il sangue l’onta subita dalla sua fami-glia e così uccise lo Speradei sul sagrato della chiesa unadomenica mattina. Questi fatti avvenivano intorno al 1820,quando nei piccoli paesi calabresi la legge e il governoavevano pochissima influenza e ogni cittadino provvedevada sé a vendicarsi dall’ingiurie e a difendersi.Dopo l’uccisone, a Giosefatte non restò che darsi allafuga nel territorio silano, tra le province di Catanzaro eCosenza. La sua attività di brigante durò per moltissimianni, prima di essere deportato a Ischia dove visse gliultimi anni della sua vita da galantuomo.Molte sono le sue gesta da brigante e ogni aneddoto ofatto è caratterizzato dal senso di attenzione verso i de-boli; egli infatti prendeva ai ricchi e ai forti per dare aipoveri e ai deboli.

The cultural heritage of Panettierihas been strongly influenced byprominent figures who affectedthe town’s history and heritage.The names of these charactershave been tied to a work or per-haps to a local event.

Giosafatte Tallarico: he wasborn in early ‘800 in Panettieri.His house, located in the centerof Panettieri, still exists today.The young Giosafatte had origi-nally studied to become a priestand later a pharmacist, but a fam-ily event ultimately marked hislife and his inevitable fate. Duringhis studies in pharmacology,while in Gaetano Rimola’s lab inCosenza, a neighbor brought himterrible news from his hometown:his sister had been seduced andabandoned by a squire, LuiginoSperadei. Giosafatte hastily re-turned to Panettieri with the in-tention to resolve the matter byproposing a shotgun wedding. Atthe refusal of the seducer, follow-ing the thinking of that time,Giosafatte was obligated to washwith blood the offense to his fam-ily killing Luigi Speradei on thechurchyard on a Sunday morning.These events took place around1820, a time when the law andthe government did not havemuch power in the small townsof Calabria and every citizen wasresponsible for avenging thewrongs received.After the murder Giosafatte fled tothe territory of Sila, between theprovinces of Catanzaro andCosenza. He worked as a brigandfor many years before being de-ported to Ischia, where he lived thelast years of his life as a gentleman.Many are his exploits as a brigandand every anecdote or fact ismarked by a sense of dedicationto the weak; in fact, he wouldtake from the rich and powerful togive to the poor and to the weak.Giosafatte represented the proto-type of the kind and generous

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Fuguresprominent

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brigand, fighting against oppres-sion and abuses of power, and hisposition in favor of the weak wonhim the support of the people.He still lives in the collective mem-ory of his town and neighboring vil-lages, as the avenger of wrongs,the romantic defender of the weak.

Frate Antonio: Agostino Scac-cia, a friar, was born in Panettierion September 24, 1781, and diedin Rogliano, in the capuchinmonastery, on January 2, 1862.Frate Antonio was not a priest.He was referred to as a “Pi-cozzo”, a ”searching” monk whodid not officiate Mass, but in-stead brought comfort to thehelpless, applying his experiencein herbs and their healing ef-fects. He remained in the con-vent of Scigliano until1838-1840. After the edict ofNapoleone (1806) which led tothe suppression of the monaster-ies, there is no information onthe fate and the whereabouts offrate Antonio, but there is evi-dence of his presence in the con-vent of Rogliano starting in 1840,where he remained until he died.Frate Antonio was well-knownfor his piety and humility, andmany miraculous events were at-tributed to him.It is said that on October 9, 1852,King Ferdinand II spent the nightat the convent of Rogliano, andthat, upon meeting him, frate An-tonio praised him but also repri-manded the king, so much sothat the king said “I wish that thepeople obeyed me just like thedormouse obeys you”. It is be-lieved, in fact, that frate Antoniolived in the company of a dor-mouse, which he had trained toopen the door of his cell. His character came to light onlyrecently, after research conductedby the priest Pino Fiorenza, pastorof Panettieri from 1997 to 2002,who wanted to pass his story onto future generations.

Giosefatte ha rappresentato e rappresenta il prototipodel brigante buono e generoso, che lotta contro i so-prusi e le prepotenze, e per la sua posizione a favoredei deboli conquistò la simpatia del popolo.Egli vive ancora oggi nella memoria collettiva del suopaese, Panettieri, e dei paesi vicini, come il vendicatoredei torti, il romantico difensore dei deboli. Giosafattefu un brigante solitario e particolare: uccideva solo pervendetta o per ridare ai poveri quello che l’arroganzadei baroni aveva loro tolto.

Frate Antonio: al secolo Agostino Scaccia, nacque aPanettieri il 24 Settembre 1781 e morì a Rogliano, nelconvento dei Cappuccini, il 2 gennaio 1862. Frate Antonio non era sacerdote, ma come si usa dire in ter-mini dialettali era un “Picozzo”, cioè un monaco di “cerca”chenon celebrava messa ma portava conforto agli sventurati, congrande esperienza relativa alle erbe e ai loro effetti. Egli rimase nel convento di Scigliano fino al 1838-1840.Dall’editto di Napoleone (1806), che portò alla soppres-sione dei conventi, non si hanno notizie circa la sorte ela collocazione di Frate Antonio, mentre si hanno traccedella sua presenza nel convento di Rogliano a partiredall’anno 1840, dove rimase fino alla morte.Frate Antonio godeva di fama per la sua santità e umiltà,e molti sono gli avvenimenti prodigiosi a lui attribuiti.Si narra che il 9 ottobre 1852, re Ferdinando II si fermòa pernottare presso il convento di Rogliano, e che frateAntonio, incontrandolo, oltre a lodarlo, fece al sovranoanche forti rimproveri, tanto che il re con rammarico glidisse: «Vorrei che il popolo mi ubbidisse come il ghiroubbidisce a te». Si narra infatti che frate Antonio vivessein compagnia di un ghiro, che egli stesso aveva ammae-strato e che riusciva ad aprire la porta della sua cella.La sua figura è venuta alla luce solo da pochi anni, dopouna ricerca condotta dal sacerdote Don Pino Fiorenza,parroco di Panettieri dal 1997 al 2002, con lo scopo ditramandarla alle nuove generazioni.

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Il Patrimonioarchitettonico

Chiesa di San Carlo BorromeoLa chiesa del paese, completata nel 1772, dovrebbe ri-salire come attestato da alcuni documenti antichi ritro-vati in epoche passate, al 1635. Essa sorge su un antico terreno incolto detto “Margiù”all’inizio di quella che oggi è via Coschino, nome pro-veniente dalla parola “cuaschi” che nel dialetto localeidentifica i “cerri”, piante anticamente presenti sul ter-ritorio di Panettieri.La chiesa fu dedicata a San Carlo Borromeo,arcivescovodi Milano, il quale per la Santità della sua vita terrena,alla morte, fu innalzato agli onori degli Altari, e nono-stante l’evento si sia verificato in Lombardia, l’eco dellasua Sanità fu così intenso che arrivò fino a Panettieri equi fu scelto come Patrono e Protettore.Costruita interamente in calce e pietra e in stile roman-tico-barocco, inizialmente presentava una sola navatache ospitava l’altare della Beata Vergine. Dopo esseredivenuta parrocchia, la struttura attuale della chiesa ècomposta da tre navate con relative tre porte. La portacentrale presenta all’esterno un portale medievale, ri-salente al 1200, su cui è leggibile una dedica di gratitu-dine al parroco di allora, che si impegnò presso la SantaFede per il riottenimento il titolo di parrocchia.Nella nicchia alle spalle dell’altare centrale è posta lastatua lignea di San Carlo Borromeo, realizzata a Napolialla fine del 1700, su commissione della comunità. Oltrealla statua del Patrono, vi sono altre statue raffigurantila Madonna del Rosario, ricostruita nel 2006 in vetro re-sina, e l’Addolorata, commissionate a Lecce verso la finedel 1800 e pagate con le offerte dei panatteresi emi-granti in Africa e in America.Da ricordare inoltre, una statua di piccole dimensioniraffigurante San Michele Arcangelo e un crocifisso com-prato dal Sac. Michele Tallarico nel maggio 1889.Tra i dipinti che ornano la chiesa, troviamo il Battesimodi Gesù, San Francesco di Paola e nella navata lateralededicata alla Madonna è posto il dipinto dell’Annunziata.

The Church

of San Carlo BorromeoThe main village church datesback to 1635, as evidenced byseveral ancient documentsfound in the past.It rises on an ancient landcalled “Margiù” at the begin-ning of via Coschino, which de-rives from the word “cuaschi”,representing in the local di-alect the word “cerri”, plantsthat were present in Panettieriin the past.The church was dedicated toSan Carlo Borromeo, arch-bishop of Milan, who is alsothe patron and protector ofPanettieri, chosen for the holi-ness of his earthly life.The church was built entirely ofstone and lime in romantic-baroque style. Initially it con-sisted only of one nave whichhoused the altar of the BeataMaria Vergine. After becominga parish, the structure of thechurch was renovated to in-clude three naves, each withits own door. The middle dooris characterized on the outsideby a medieval portal, datingback to 1200, with an inscrip-tion of appreciation to thepriest who was committed toregaining the title of parish.In the niche behind the centralaltar is a wooden statue of SanCarlo Borromeo, crafted inNaples at the end of 1700, onthe request of the community.There are also the statue of theMadonna del Rosario, rebuilt in2006 with fiberglass, and the

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ArchitecturalHeritage

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Addolorata, commissioned inLecceattheendofthe1800sandpaidbythedonationsoftheemi-grantsofPanettieriwhowereliv-inginAfricaandAmerica. Worthy of mention is also asmall statue representing theArcangelo Michele and a cruci-fix purchased by the priestMichele Talarico in May 1889.Among the paintings thatadorn the church are the Bap-tism of Jesus, San Francesco ofPaola and the Annunziatafound in the nave dedicated tothe Madonna.In the dome above the centralaltar are depicted the fourEvangelists and Angels in ado-ration, while on the right sideis a fresco with the image ofSt. Antonio of Padova. Thesepaintings were produced in1926 by the painter GiorgioPinna of Nicastro, on request ofthe parish priest Carlo Talarico.

Nella cupola sopra l’altare centrale sono invece raffigu-rati i quattro Evangelisti, Angeli in adorazione e sul latodestro un affresco con l’immagine di Sant’Antonio diPadova. Tutti questi dipinti sono stati realizzati nel 1926dal pittore Giorgio Pinna di Nicastro, per incarico delparroco Don Carlo Talarico.

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Il Patrimonioarchitettonico

Monumento dei cadutiIl monumento, collocato all’interno di uno splendidogiardinetto fiorito rialzato rispetto al manto stradale, è

composto dalla figura di un Fante inbronzo nell’atto di incitare i compagniall’attacco. Posto su di un piedistallo rivestito inpietra “Verde di Calabria”, ai suopiedi è collocata una possente la-pide in marmo sulla quale sono in-cisi i nomi dei valorosi soldati diorigine panetterese che hannodato la vita per difendere la patrianel corso dei conflitti mondialidi inizio secolo.

Monumento dedicato a San PioInaugurata nell’agosto del 2000, la statua è il risultatodella forte devozione che gli abitanti del paese hannoverso questo Santo. In un piccolo angolo di paese sierge quindi, sulla base di un imponente basamentolastricato, questo monumento composto da una sta-tua in bronzo a figura intera raffigurante San Pio daPietralcina. Il monumento è luogo di un frequente peregrinare didevoti che in un atto di fede e di carità depositano fiorio recitano preghiere in onore del Santo.

The War MemorialThe monument, located in abeautiful garden, is composedof a bronze figure of a cavalry-man in the act of inciting hiscompanions to the attack. It isfound on a pedestal coveredwith stone called “green ofCalabria”. At his feet is a mar-ble plaque with the names ofthe brave soldiers from Panet-tieri who gave their lives to de-fend the country during theworld wars.

The Monument of San PioInaugurated in August 2000,the statue is the result of thestrong devotion that the peopleof Panettieri have for thisSaint. The monument rises in asmall corner of the town on amassive base, and consists ofa bronze full figure of San Pioof Pietralcina. The monument is a place of pil-grimage for devotees whobring flowers or say prayers inhonor of the Saint.

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ArchitecturalHeritage

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The Jugale’s fountainThe fountain, once used to col-lect water, consists of a framecovered with stone and twospouts for water flowing into atub, next to a wash.Still today villagers quenchtheir thirst at this ancientsource.

The “Mezzo’s” fountainSituated halfway between thehistoric towns of Panettieri andCarlopoli, hence the name"middle", is this fountain, alsoclad in stone, with a centralrectangular tank, used by theinhabitants of the two centersto cool off during the way.

Fontana JugaleLa fontana, anticamente utilizzata per la raccolta del-l’acqua, è costituita da una struttura rivestita in pietrae da due bocche d’acqua che scorrono in una vasca,con al fianco un lavatoio. Ancora oggi gli abitanti delpaese e la gente di passaggio si dissetano presso que-sta antica fonte.

Fontana di MezzoA metà strada tra i centri storici di Panettieri e Car-lopoli, da cui il nome “di Mezzo”, si trova questafontana, anch’essa rivestita in pietra, con al cen-tro una vasca rettangolare, usata dagli abitantidei due paesi per rinfrescarsi durante il tragitto.

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Il Museo del PaneLa preparazione di prodotti farinacei, rappresenta unchiaro elemento identitario dell’antica civiltà contadinadi Panettieri. Degli antichi forni presenti sul territorio,ne rimane solo uno adibito oggi a Museo Didattico delPane. L’edificio è a due piani, con due distinti accessicollocati su lati opposti.

Il piano inferiore ospita il vero e proprio museo,che risulta suddiviso in due amienti. Nel primo

sono sistemate le madie (majille) nelle quali veniva im-pastata la farina per la creazione dei panetti, e le tavoleche servivano a far lievitare l’impasto e successivamenteper il trasporto al forno. Il secondo ambiente accoglieun forno vero e proprio, in mattoni e con cappa dirame, interamente riscostruito durante le fasi di re-stauro e che viene messo regolarmente in funzione du-rante le visite didattiche.Il piano superiore del Museo ospita invece una ri-costruzione dettagliata dell’ambiente in cui viveva untipico fornaio dell’epoca, suddiviso in una zona in cuiavveniva la vendita dei prodotti e una seconda che os-pitava la casa vera e propria, con la zona notte e i servizi.

Il Patrimonioarchitettonico

The Museum of BreadThe preparation of bread repre-sents a clear element of iden-tity of traditional rural life ofPanettieri. Of the old kilns inthe area, only one remains,used now as an EducationalMuseum of Bread. The buildinghas two floors with two sepa-rate entrances located on op-posite sides.The lower level houses the ac-tual museum, which is dividedinto two rooms. In the first arethe troughs (called majille)where the flour was mixed tomake dough balls, and tablesthat were used to let the doughrise as well as to transport it tothe oven. In the second room isthe actual brick oven with acopper hood, completely rebuiltduring restoration, which isused during demonstrationtours.The upper level of the museumhouses a detailed reconstruc-tion of the setting in which atypical baker lived in thosetimes, with an area where thesale took place and a anotherarea for living, with sleepingquarters and services.

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ArchitecturalHeritage

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The Museum of BrigandageThe Museum, located in adwelling in the old village ofPanettieri, was created as aninteractive effort to discoverthe life and events of the fa-mous brigand Giosafatte Ta-larico through listening andobserving.Drawers, traps and hidingplaces, as well as reproductionsof old books and files providevaluable testimony to the his-tory of brigandage in Calabriaand to the characteristic eventsof such a relevant figure in thecontext of banditry of the time.

Il Museo del BriganteIl museo, ospitato in un’antica abitazione del centrostorico di Panettieri, nasce come allestimento da ascol-tare, scoprire e guardare alla scoperta della vita e dellevicende del celebre brigante Giosafatte Talarico.Cassetti, botole e nascondigli, nonché schedari libri eriproduzioni antiche che forniscono una preziosa tes-timonianza sulle vicende del brigantaggio in Calabria esulla storia caratteristica di un personaggio così rile-vante nel panorama brigantesco dell’epoca.

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Gli Eventi dellatradizione

Il Presepe ViventeTra gli appuntamenti che hanno assunto maggiore ri-lievo nel contesto sociale del paese e della Clabria in-tera, spicca il Presepe Vivente. L’evento, che si svolge dal 2001 e che quest’anno hacompiuto i suoi primi dieci anni, nasce dal forte sensoreligioso dell’Amministrazione Comunale e della comu-nità intera, che oltre a testimoniare la sua fede, ha vo-luto recuperare e proporre al pubblico antichi mestieri,usi e costumi del proprio paese, prestando comunqueattenzione alla realtà quotidiana.In occasione della manifestazione l’intero centro storicoviene allestito per l’evento, con la creazione di un per-corso di visita che parte dalla piazza principale anti-stante la Chiesa e si addentra per i vicoli e le vecchieabitazioni, adibite a postazioni. La realizzazione del-l’evento inizia nei mesi di ottobre-novembre e coin-volge parte della popolazione, impiegata comemanovalanza per la costruzione degli apparati scenici.L’allestimento è infatti generalmente curato da uno sce-nografo e prevede la realizzazione di scenari ispirati al-l’architettura d’epoca romana, con la riproduzione deglistili artistici del tempo. Le rappresentazioni si svolgonodurante le festività natalizie e coinvolgono molta partedella cittadinanza in qualità di attori e figuranti, vestiticon costumi d’epoca. Le abitazioni del centro storicoospitano invece gli oggetti e gli strumenti (anche estra-nei alla tradizione specifica del luogo) di un passato ar-tigiano e agro-pastorale, riprodotto secondo unarappresentazione standardizzata degli antichi mestieri,in una ricostruzione astorica delle tradizioni e delleidentità territoriali locali. L’accoglienza è inoltre lo stile di ogni figurante, e inmolte postazioni si degustano dolcetti, grespelle, casta-gne e pane con vari sapori.La realizzazione del Presepe rappresenta per l’intera co-munità un momento di forte aggregazione, di crescitaculturale e di grande emozionalità.

The Live Nativity ScenePresepe ViventeOne of the most distinguishedevents in the social context ofthe village and of the region isthe Live Nativity Scene. The event, held since 2001,stemmed from the strong reli-gious traditions of the South.The community’s goal was topreserve and present to thepublic ancient crafts and cus-toms of its village.The entire town prepares forthe event, establishing a tourthat begins at the main squareby the church and follows thenarrow alleys through the oldhouses, posing as hospitalitystations. The preparation of theevent begins in the months ofOctober and November withthe participation of most of thetown people. The display is or-ganized by a set designer andinvolves the construction ofstage sets inspired by Romanarchitecture, with the reproduc-tion of the artistic styles of thetime. The performance takesplace during the holiday seasonand involves many actorsdressed in period costumes.Houses in the town center dis-play antique objects and toolstypical of its artisanal andagro-pastoral past, reproducedaccording to a standardizedrepresentation of ancienttrades in a reconstruction oflocal traditions and identities.Each set is warm and welcom-ing and many locations offersweets, chestnuts and breadsin different flavors. The event of the Nativity Sceneis a time of cultural growth aswell as a great opportunity forthe community to come to-gether to share emotions.

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TraditionalEvents

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Gli Eventi dellatradizione

San Carlo BorromeoLa festa in onore del patrono del paese, San Carlo Bor-romeo, viene commemorata la prima domenica delmese di Luglio.Nell’occasione, la statua del santo dopo la celebrazionedella Santa Messa viene accompagnata in processionecon la banda musicale per le vie del paese. Nel corso della serata la piazza è animata dalle note diun’orchestrina e dal colore di bancarelle e prodotti tipici.

La Madonna del RosarioLa festa della Madonna del Rosario viene celebrata laprima domenica del mese di Ottobre.Come nel caso della festività di San Carlo Borromeo, lastatua, terminata la Santa Messa, viene trasportata dagliuomini per le vie del paese, accompagnata dalla bandamusicale, mentre le donne intonano canti eucaristici. La serata, è animata da una piccola orchestra e da ban-carelle che vendono prodotti tipici.

The Festivity ofSan Carlo BorromeoThe festival in honor of thetown’s patron saint, San CarloBorromeo, is commemoratedon the first Sunday in July.After the celebration of theholy Mass, the statue of theSaint is carried in a processionthrough the town streets, ac-companied by a musical band.In the evening the center isalive with music and colorfulbooths offering local crafts andproducts.

The Festivity ofMadonna del RosarioThe festival of the Madonnadel Rosario is celebrated on thefirst Sunday in October.As in the festival of San CarloBorromeo, the statue is trans-ported by men through thetown streets, accompanied bythe band, while the womensing religious songs.

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TraditionalEvents

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A Fochara(The Fires)Following tradition the town ig-nites a large fire in the mainsquare on the eve of the feastsof the Immacolata Concezione,Christmas and New Year.People used to gather aroundthe fire and spend the eveningeating roasted potatoes andsausages accompanied by goodwine and homemade breadwhile listening to the character-istic music of an old “organ”.

A capu dei muarti(The head of the dead) This tradition is similar to thefamous American Halloween.Once summer is over childrensearch for big round and yellowpumpkins to carve.They empty the insides with aknife and, on the outside, theysculpt four cavities (eyes noseand mouth) turning the pumpkininto a dead person’s head.To add a more dramatic effecta candle can be placed inside.On the night of October 31,children carry the pumpkins bythe stems as they wanderaround town and the most mis-chievous of them leave thepumpkins on windowsills.

A Fochara: la tradizione prevede, alla vigilai della festadell’Immacolata, di Natale, di Capodanno e dell’Epifanial’accensione, con enormi ceppi, di un grande fuoconella piazza principale del paese.Intorno a questo fuoco, soprattutto negli anni passati,la gente si riuniva e trascorreva ala serata mangiandopatate e sasicce arrostite accompagnate da buon vinoe da pane casareccio. Il tutto rallegrato dalla caratteri-stica musica di un vecchio “organetto”.

A capu dei muarti: questa tradizione ricorda molto lafamosa festa americana di Halloween. I ragazzini, nelperiodo estivo, vanno alla ricerca di grosse zucche ma-ture, tonde e gialle, da svuotare con il coltello.Sulla parte esterna, poi, incidono quattro fori(occhi, naso e bocca) e la zucca assume le sem-bianze di una testa di morto.Per renderla più suggestiva vi viene sistemata al-l’interno una candela. I ragazzi, quindi, la seravanno in giro per il paese tenendola per ilgambo, e i più birichini si divertono a deposi-tarle sui davanzali delle finestre.

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Il Patrimonioenogastronomico

The local cuisine is typical ofthe mountain areas. Among themost common ingredients arepotatoes from the Sila, cab-bage, carrots, beans andchicory. On cold days thehousewives of Panettieri pre-pare great vegetable soup en-riched with tasty onions fromneighboring areas. Meat is widely used, especiallydelicious alternatives such aswild boar and hare, and thepasta, often homemade, isserved with very tasty meatsauces.A local tradition is the prepara-tion of sausages, brawn andpickled dishes such as mashedolives, eggplants and toma-toes, often used to inauguratethe richest banquets.

Traditional cheeseTypical cheeses are flavoredand simple such as fresh andseasoned ricottas, and the“jungata”, a local traditionalproduct whose recipe has beenhanded down from generationto generation.Formerly named “casuricotta”,the “jungata” is a mixture of ri-cotta and cheese.The process is complex andlong and it can be made in dif-ferent shapes, smoked or sun-dried.Other typical cheeses producedare the semi-hard, smoked,with hot pepper and variousother flavors.

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La sostanziosa cucina locale è quella tipica delle zonedi montagna. Tra gli ingredienti più usati ci sono lepatate silane, i cavoli, le carote, le fave, i fagioli e le ci-corie. Nelle giornate più fredde, inoltre, nelle pentoleborbottanti delle massaie di Panettieri non manca quasimai un buon minestrone arricchito dalle gustose cipolleprodotte nelle zone vicine.Molto usata è anche la carne, che qui si arricchisce di pre-libate alternative come il cingiale e la lepre, mentre lapasta, spesso fatta in casa, è condita con gustosissimi ragù.Altra tradizione è quella della preparazione di insaccaticome salsicce, capicolli e soppressate, e di contorni sot-t’olio come olive schiacciate, melanzane e pomodori,spesso utilizzati per inaugurare i convivi più ricchi.

I Formaggi: i formaggi prodotti, semplici e aromatiz-zati, sono in genere le ricotte fresche e stagionate, i to-mini e le tradizionalissime “Jungate”, prodotti tipicidella tradizione la cui ricetta viene tramandata di gen-erazione in generazione.

Anticamente chiamata “casuricotta”, la Jungata èun composto di ricotta e formaggio, da

cui la provenienza dell’antico nome.Il processo di lavorazione è par-

ticolarmente complesso erichiede anche una notev-ole pazienza, in consider-azione del fatto che sipuò trovare sul mercatosia affumicata che asciu-

gata al sole, e con differ-enti forme.

Vengono prodotti anche altritipici formaggi: semi-duro, affumi-

cato, al peperoncino, alle ceneri, all’oliod’oliva, alla rucola, alle foglie di noci e alle vinacce.

Food and WineHeritage

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Traditional sweetsand “taralli”One of the major artisanal pro-ductions is that of the “Taralli”,crackers shaped like a smalldonut flavored with aniseseeds.Preparation of traditional sweets(only partially preserved to thisday) is typical during Christmasor Easter. “Pittelle” are pre-pared with a mixture of chest-nut flour and rye, rolled on the“timpune” and left to rise be-fore frying in oil; “grispelle” areobtained from mixing flour andpotato starch, sometimes withthe addition of sardines; “pig-nolate” are small wheat flourdough balls fried and coveredwith honey; “turdilli” are cakesobtained by adding jam andhoney to the mixture; and “chi-acchiere” are made with puffpastry and covered with pow-dered sugar.

Taralli e Dolci: Tra le principali produzioni artigianalisi segnalano i “Taralli”, biscotti salati a forma di piccolaciambella, aromatizzati con semini di anice. Particolarmente legata alle festività del Natale, dellaPasqua o del Carnevale era invece la preparazione (soloparzialmente mantenuta ancora oggi) di prodotti comele pittelle (queste ultime, erano preparate con un im-pasto di farina di castagna e di segale che veniva stesosul timpune e lasciato a lievitare per poi essere frittonell’olio), le grispelle (ottenute dall’impasto di farina efecola di patate, talvolta con l’aggiunta di sarde), i pirilli(dolci di farina di castagne e di segale così chiamati per-ché l’impasto veniva versato nella padella con un cuc-chiaino e nella caduta assumeva l’aspetto di una piccolapera), le pignolate (piccoli impasti di farina di granotenero fritti e ricoperti di miele), i turdilli (dolci ot-tenuti con l’aggiunta nell’impasto di mosto e miele) ele chiacchiere (preparate con pasta sfoglia e ricopertedi zucchero a velo.

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Il Patrimonioambientale

Le risorse naturalistiche e l’appartenenzaalla Comunità Montana del SavutoIl territorio di Panettieri fa parte della Comunità Mon-tana del Savuto e si sviluppa sul versante meridionaledei monti della Sila Piccola, a quote comprese tra gli850 m ed i 1.237 m s.l.m.Il Savuto, conosciuto anticamente dai greci come “Ocj-narus” (che scorre velocemente), e dai romani come“Sabatus” (probabilmente in onore di Sebasio figlio diCur re degli Ausoni), percorre 50 Km per raggiungeredalla Sila il Mar Tirreno. Millenni di storia e di leggendehanno percorso le sue acque che continuano ancoraoggi, dopo aver incontrato il piccolo Lago Savuto (ba-cino artificiale dal quale poi prosegue il suo cammino),a scorrere velocemente incontro al mare. Le acque del Savuto nel loro cammino passano attra-verso fusti di pino e di faggio per poi inoltrarsi tra i fustidel cerro e del castagno, poi ancora si tuffano in mezzoalla foresta mediterranea, poi nella macchia più rada,di seguito nei pascoli infine nelle garrighe che si iner-picano sulle colline della foce. Ed è proprio in questopercorso che le aque del fiume Savuto lambiscono leterre di 16 comuni calabresi, tra le quali quelle di Pa-nettieri.Il territorio ha quindi una morfologia prevalentementemontana, arricchita dalla presenza di estesi boschi dilatifoglie e conifere, distribuiti lungo i versanti in quotatra le vette principali: Colle la Croce e Serra S. Nicolaa sud, Monte Comunelli ad est e la zona del “Malitano”a nord.Numerosi sono i corsi d’acqua che si snodano attra-verso valli incantate e ricche di vegetazione. Tra questiil più importante è il fiume Fego affluente del fiume Co-race, che segna il territorio nella porzione a nord-ovestfino a giungere ai piedi del centro abitato; seguono lafiumara del Sant’Elia ed il torrente Nero, che scorre adest lungo il confine comunale e offre, ancora oggi, unambiente naturale suggestivo ed incontaminato.

The natural resources andmembership to the Comu-nità Montana del SavutoThe territory of Panettieri ispart of the Comunità Montanadel Savuto, extending on thesouthern side of the mountainsof Sila Piccola.The area is crossed by manyrivers that wind through en-chanted valleys and rich vegeta-tion. The most important are theriver Fego, a tributary of the riverCorace, which marks the territoryreaching the center of the village,the torrent of Monte San Elia andthe Nero River, which flows tothe East along the town bound-ary and offers a natural, charm-ing and unspoiled environment.

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EnvironmentalHeritage

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Il Patrimonioambientale

I consistenti nuclei boscati, costituiti prevalentemente dacastagneti, querceti ed ontaneti, sono in gran parte di pro-prietà privata e vengono utilizzati per la produzione di pa-leria e legna da ardere. Molto diffusi sono anche i castagnetida frutto, la cui coltivazione è legata ad una radicata tradi-zione del comune nel commercio delle castagne.Accanto ai boschi di latifoglie, sul versante settentrio-

nale di Monte Comunelli e in località Malitano, si ri-trovano rimboschimenti di conifere (abeti, pini e

douglasie), la cui realizzazione risale al secondodopoguerra. Passeggiando all’interno dei bo-schi è facile scoprire lungo gli antichi tratturisegnati dal tempo, secolari castagni e mae-stosi abeti, che si ergono come muti guar-diani a presidio dei luoghi e della memoria. Alle quote più basse, ampi pascoli si alternano

a piccoli appezzamenti coltivati, che si concen-trano nella basse valle del fiume Fego, a nord del

centro abitato.

La Flora Numerose sono le specie vegetali che arricchiscono labiodiversità del territorio.Tra le specie arboree, alle quote più basse dominano ilCastagno (Castanea sativa) ed il cerro (Quercus cer-ris), presente nelle stazioni più calde, l’ontano (Alnuscordata) e altre specie secondarie tra cui il Carpinobianco (Carpinus betulus), il Pioppo tremulo (Populustremula) e, nelle zone più umide, l’Ontano nero (Alnusglutinosa) ed il Nocciolo selvatico (Corylus avellana).La fascia vegetazionale superiore è caratterizzata dallapresenza di conifere, soprattutto Abete bianco (Abiesalba), Douglasia (Pseudotsuga menziesii) e Pino laricio(Pinus nigra laricio), frammisti a qualche grupposparso di faggi (Fagus sylvatica).Alle quote più basse, in vece, l’ambiente ripariale è po-polato dalla tipica vegetazione fluviale costituita da On-tano nero (Alnus glutinosa), Salicone (Salix caprea) ePioppo nero (Populus nigra).

The forest areas on the moun-tains consist mainly of chest-nut, oak and alder woods.These are largely privatelyowned and used for the pro-duction of poles and firewood.Chestnut groves are abundant,linked to a tradition of chestnuttrading.

The FloraThere are numerous plantspecies that enrich the biodi-versity of the region.At lower altitudes Chestnut(Castanea sativa) and Oak(Quercus cerris) trees dominatethe vegetation. Alder (Alnuscordata) and other minorspecies such as Hornbeam(Carpinus betulus), Aspen (Pop-ulus tremula), the Black Alder(Alnus glutinosa) and the WildHazelnut (Corylus avellana) arealso found. The upper band ofvegetation is characterized bythe presence of conifers, espe-cially White Fir (Abies alba),Douglas (Pseudotsuga men-ziesii) and Larch Pine (Pinusnigra laricio), mixed with a fewscattered groups of Beech(Fagus sylvatica).

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EnvironmentalHeritage

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Il Patrimonioambientale

Tra gli arbusti più diffusi si segnalano la ginestra (Spar-tium junceum), il Biancospino (Crataegus monogyna),il cisto (Cistus salvifolius), la Rosa canina (Rosa canina),il Sambuco nero (Sambucus nigra), il Prugnolo (Prunusspinosa), il Pero selvatico (Pyrus paraster), il Melo sel-vatico (Malus Sylvestris), l’Agrifoglio (Ilex aquifolium)annoverato tra le specie protette, il Vischio (Viscumalbum) e la Vitalba (Clemantis vitalba).

Fiori Ed ErbeIl sottobosco si presenta ricco di specie erbacee e fiorispontanei come i ciclamini (Cyclamen europaenum),gli anemoni (Anemone ortensis), la pulmonaria (Pul-monaria angustifolia), la Dafne (Dafne laureola) edil Pugitopo (Ruscus aculeatus) e diverse specie di felci,tra cui la felce aquilina (Pteridium aquilina) e la felcedolce (Polypodium vulgare).Durante le stagioni primaverile ed estiva, nei prati situatia quote maggiori, fanno capolino le rotulee (Romuleacolumnae), le viole (Viola aethnensis), i ranuncoli (Ra-nunculus montanus), le centauree (Centaurea minore)e l’asfodelo (Asphodeline lutea), detto volgarmente “pur-razzo”; in autunno spunta invece il falso zafferano (Col-chium autunnale) ed i tipici frutti di bosco qualifragoline, more, lamponi e mirtilli, usati per la prepara-zione di dolcissime e squisite marmellate. Tra le piantearomatiche è presente il timo serpillo (Thymus serpyl-lum), l’anice (Pimpinella amisum), il lampascione (Mu-scari comosum), la menta romana (Mentha viridis) e lamentuccia o nepetella (Calamintha nepeta).

FunghiOltre al Porcino (Boletus edulis), i funghi più apprez-zati sono l’Ovulo buono (Amanita Cesarea), il Gal-linaccio (Cantarellus Cibarius) e la Mazza ditamburo (Macrolepiota procera).

Among the most commonshrubs are the Broom (Spartiumjunceum), the Hawthorn (Cratae-gus monogyna), the Rock Rose(Cistus salvifolius), the DoggyRose (Rosa canina), the Elder(Sambucus nigra), the Black-thorn (Prunus spinosa), the WildPear (Pyrus paraster), the WildApple (Malus sylvestris), theHolly (Ilex aquifolium), theMistletoe (Viscum album) andthe Vitalba (Clemantis clematis).

Flowers and herbsThe undergrowth is rich inherbaceous species and wildflowers such as the Cyclamen(Cyclamen europaenum), theDaphne (Daphne Laureola) andseveral species of Ferns.During the spring and summerseasons, the fields located athigher altitudes are filled withViolets (Viola aethnensis), But-tercups (Ranunculus montanus)and some typical fruits such asstrawberries, blackberries, andraspberries, used for the prepa-ration of sweet and deliciousjams. Among the herbs are theAnise (Pimpinella amisum), theSpearmint (Mentha viridis) andthe Mint (Calamintha nepeta).

MushroomsIn addition to Porcini (Boletusedulis), the most popular mush-rooms are the Ovule Good(Amanita Caesarea), theChanterelle (Cantarellus Cibar-ius) and the Drum Sticks(Macrolepiota procera).

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EnvironmentalHeritage

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The FaunaThe symbol and the most im-portant predator of the ParcoNazionale della Sila, still pres-ent throughout the territory, isthe Wolf (Canis lupus italicum),victim, in the past, of an exter-mination campaign by shep-herds, because it wasconsidered the main cause ofattacks on their flocks.Hoofed animals in this area arethe Roe Deer (Capreolus capre-olus), the Fallow Deer (Damadama), and the Silane Deer, aprotected species that has re-mained well-preserved in itsnatural habitat. These specieslive in the middle and highmountains with thick under-growth, alternating with gladesand open spaces.The Wild Boar (Sus scrofa) iscommon in this area, gettingaround at night in search ofacorns, chestnuts and beech-nuts.

La FaunaSimbolo del Parco Nazionale della Sila e predatore ancorapresente sull’intero territorio è il Lupo (Canis lupus ita-licum), vittima, in passato, di vere e proprie campagnedi sterminio da parte dei pastori, in quanto ritenuto causaprincipale delle aggressioni alle loro greggi.Sebbene non esistano censimenti ufficiali dei lupi pre-senti sulle montagne calabresi, grazie ad azioni di tutelae ad interventi di ripopolamento, oggi la specie è in ri-presa su tutto il territorio nazionale.Tra gli ungulati sono presenti il Capriolo (Capreolus ca-preolus) e il Daino (Dama dama), in particolare il dainosilano, una specie endemica pura, che non ha subito neltempo inquinamenti genetici e per questa sua peculiaritàè oggetto di attività di tutela finalizzate all’allargamentodel suo habitat naturale. Entrambe le specie vivono al-l’interno di boschi latifoglie di media e alta montagna conricco sottobosco, alternati a radure e spazi aperti.Un’altro ungulato, preda ambita per la sua ottima carneè il Cinghiale (Sus scrofa), ospite abituale dei boschidi querce, castagni e faggi, dove si sposta di notte alla

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Il Patrimonioambientale

ricerca di ghiande, castagne e faggiole. Vive in branchiche, rispetto al passato e a seguito di una scriteriata po-litica di ripopolamento con specie più prolifiche emeno aggressive, hanno raggiunto dimensioni nume-riche tali da diventare dannose per le coltivazioni. Oltre alla Volpe (Vulpes vulpes), molto diffusa su tuttoil territorio nazionale, abitanti frequenti dell’area sonoil Tasso (Meles meles), conosciuto localmente come“melogna”, il Riccio (Erinaceus europaneus) e lo Sco-iattolo (Sciurus vulgaris).Il tasso, dal portamento basso e goffo, vive in habitat fo-restali con presenza di spazi aperti. Presenta una morbidapelliccia di colore grigio con due caratteristiche striscenere sulla testa. Altro appartenente alla stessa famiglia èla Faina (Martes foina), dialettalmente chiamata “pitusu”,un agile carnivoro dal mantello folto e bruno e una tipicamacchia bianca sul petto. Si nutre di piccoli mammiferi euccelli. Simpatico frequentatore dei boschi locali, il ricciodalle abitudini crepuscolari e notturne è spesso vittimadel passaggio delle auto durante i suoi attraversamenti allaricerca di cibo. Si nutre di insetti, ma non disdegna frutta,piccoli mammiferi, uova e nidiacei di modeste dimensioni.Passeggiando nei boschi del territorio, tra alberi di pino,abete, castagno e faggio è facile imbattersi nel transitodi uno scoiattolo. Chiamato dialettalmente “zaccanella”,lo scoiattolo, è un agile roditore arboricolo dalla colo-

razione rossastra più o meno scura. Si nutre dighiande e faggiole e prepara la sua tana sugli al-

beri, utilizzando bastoncini, ramoscelli e foglieo nelle cavità dei tronchi, creando un morbido

letto di lettiera.Riguardo la fauna ornitica, tra gli uccelli rapacisi ricordano la Poiana (Buteo buteo), ilGheppio (Falco tinnunculus) conosciutonella zona come “cristariellu” ed il Guforeale (Bubo bubo). La poiana ha un piu-maggio di colore bruno che si apprezzadurante il volo. Predatore preciso e moltotemibile, caccia in aree a scarsa vegeta-

Throughout the territory are theFox (Vulpes vulpes), the Badger(Meles meles), known locallyas “Melogna”, the Hedgehog(Erinaceus europaneus) and theSquirrel (Sciurus vulgaris).The bird fauna includes birds ofprey such as the Common Buz-zard (Buteo buteo), the Kestrels(Falco tinnunculus) known as“cristariellu” and the EagleOwl (Bubo bubo). Other speciesof birds are the Hoopoe (Upupaepops), locally called “Pupita”,the Dove and the Jay (Garrulusglandarius).Along rivers and streams livethe Toad (Bufo bufo) and theGreen Lizard (Lacerta viridis),with yellow and bright greencolors on the upper torso. TheViper (or Aspis) found in thearea is the most common poi-sonous snake in Italy. This rep-tile hunts mice, voles, lizardsand chicks swallowing themwhole, dislocating his mouthwith the help of its forkedtongue.

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zione sfruttando le correnti ascensionali e raggiungendoaltezze notevoli. La sua dieta è variegata e comprenderettili, piccoli mammiferi, uccelli, grossi insetti e di tantoin tanto animali da cortile, come pulcini, piccioni, coni-glietti e gattini. Il gheppio, dal piumaggio color rosso rug-gine sul dorso e più chiaro con picchiettature nere sulventre, preferisce ambienti aperti e nidifica all’interno digrossi tronchi o su falesie di roccia. Si nutre principal-mente di topi, arvicole, orbettini, lucertole, ranocchie eanche di insetti, che avvista durante il volo.Tra le altre specie di uccelli si segnala l’Upupa (Upupaepops), chiamata localmente “pupita”, dalla caratteristicala testa di colore rosso ruggine coronata da una crestaerettile a forma di ventaglio, il Passero d’Italia, la Tor-tora e la Ghiandaia (Garrulus glandarius), un cor-vide, il cui nome è legato all’abitudine di raccoglierefrutta secca di vario genere e nasconderla in diversi puntidel bosco, per poterne usufruire nei periodi di magra.Lungo fiumi, torrenti e in prossimità di zone umide viveil Rospo (Bufo bufo). Questa specie svolge attivitàesclusivamente notturna e si nutre di invertebrati, cat-turandoli con scatto fulmineo della lingua. Altro anfibiopresente sul territorio è la Salamandra macchiata opezzata (Salamandra salamandra), molto diffusasull’altopiano silano e facilmente visibile nel sottoboscodi pinete, faggete e querceti, grazie alla tipica colora-zione nera con caratteristiche macchie gialle. Tipico abi-tante di corsi d’acqua, stagni o pozzanghere, sia dipianura che di media montagna è l’Ululone dal ven-tre giallo (Bombina variegata), il cui nome deriva dalcaratteristico suono del gracidio e dalla colorazionegialla presente sulla parte ventrale.Tra i rettili diffuso è il Ramarro (Lacerta viridis), dallacolorazione giallo intenso e verde brillante sulla parte su-periore del tronco. Degna di nota, quanto meno per lasua pericolosità, è la Vipera comune o aspis, il ser-pente velenoso e più diffuso in Italia. Caccia topi, arvicole,lucertole e nidiacei che ingoia interi fino allo stomaco,disarticolando la bocca e aiutandosi con la lingua bifida.

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STRUTTURE RICETTIVEE INFORMAZIONI DI ACCESSOGUEST ACCOMODATION AND ACCESS INFORMATION

STRUTTURE RICETTIVE

Ostello della gioventù “Il Carmelo”Via Bellavista, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.829171Aperto tutto l’anno

Albergo “Villa delle Rose”Via Bellavista 63, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.82033Bar, Lottomatica, Area TV e Computer,Parcheggio EsternoAperto tutto l’anno

B&B “Castagna”Via Napoli 1, Castagna di Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.82120, 333.7453221Bar, bagno in camera, sala relax, sala TVe Computer, noleggio Quad. Organizzazionedi escursioni in montagna e presso l’Abbaziadi Corazzo.Aperto tutto l’anno

“L’Eramo”, di Luigi de SantisVia G. Da Fiore, 14, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.82712, 338.434467Aperto tutto l’anno

“Valle dei ciclamini”, di Martina AielloVia Roma, Castagna, Carlopoli (CZ) 88040Tel.0968.82387Aperto tutto l’anno

B&B “Bellavista”, di Arcuri FilippoVia Bellavista 63, Carlopoli, CZ 88040Tel. 0968.82033Aperto tutto l’anno

RISTORANTI E AGRITURISMO

Ristorante - Pizzeria“La Taverna del Brigante”Via Risorgimento, Panettieri (CS) 87050Tel. 327.2240426 - 338.7336432

Ristorante “La Fattoria”Contrada Fondo Maurizio, Bianchi (CS) 87050Tel. 0984.967025

Azienda Agrituristica Carmine MancusoLocalità Lustra, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 333.3384239

Azienda Agrituristica “Valle Staglio”,di Bruno LuciaLocalità Staglio, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.82001

Ristorante Pizzeria “Villa delle Rose”Via Bellavista, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.82033

Agriturismo “Borgo Fiorenza”Strada Provinciale 27, Contrada Fiorenza, 3Sorbo San Basile (CZ) 88050Tel. 338.6622539 - 338.9044297

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PIZZERIE E PUB

Ristorante - Pizzeria“La Taverna del Brigante”Via Risorgimento, Panettieri (CS) 87050Tel. 327.2240426 - 338.7336432

Pizzeria “Piemme”Via delle Ginestre, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 0968.829149Divertenti serate all’insegna della convivialitàe dell’allegria del Karaoke

Pizzeria “Cittadino”Via Napoli, Castagna, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 333.4674374Preparazione di pizze, antipasti, rosticceria,primi piatti, contorni e secondi.Servizi per banchetti, compleanni e feste.Chiuso Martedì

Pub “Old Mill”Via M. Bianchi, Carlopoli (CZ) 88040Tel. 333.3079564Caratteristico locale in stile irlandese gestitoda due simpatiche sorelle. Pizza cucinatanel forno a legna, antipasti tipici silani,diverse birre alla spina e un vino rosso localedal sapore corposo e intenso.

NUMERI UTILI

MunicipioVia Risorgimento, 35Panettieri (CS) 87050Tel. 0968.82018info@comune.panettieri.cs.itwww.comune.panettieri.cs.it

Carabinieri (stazione di Bianchi)Piazza Roma,Bianchi (CS) 87050Tel. 0984.967018

Poste ItalianeVia Risorgimento,Tel. 0968.82015

Guardia MedicaVia Risorgimento, 35Tel. 0968.82781

Farmacia Dott.ssa A. FortunatoVia Risorgimento, 23Tel. [email protected]

Cooperativa Sociale AriannaStruttura residenziale psichiatrica“La Villetta”Via Papa Giovanni XXIII, 32Tel. [email protected]

R.S.A. “San Carlo Borromeo”Via Tesauro, 2Tel. e Fax [email protected]

STRUTTURE RICETTIVEE INFORMAZIONI DI ACCESSOGUEST ACCOMODATION AND ACCESS INFORMATION

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In autoPanettieri si raggiunge percorrendo la Salerno-Reggio Calabria fino allo svin-colo di Altilia-Grimaldi. Poi si prosegue lungo la Statale 616 in direzione Co-losimi, Bianchi, Carlopoli, Panettieri.

In aereo e in trenoPer chi viaggia in aereo o in treno, l’aeroporto e la stazione ferroviaria più vicinisono quelli di Lamezia Terme. Il viaggio, quindi, prosegue in automobile lungola Statale 280 dei Due Mari in direzione Catanzaro fino all’uscita di Marcel-linara per proseguire lungo la Provinciale 165 in direzione Tiriolo, S. PietroApostolo, Carlopoli, Panettieri.Oppure percorrendo sempre la Salerno-Reggio Calabria in direzione Sa-lerno fino allo svincolo di Altilia-Grimaldi. Poi si prosegue lungo la Statale616 in direzione Colosimi, Bianchi, Carlopoli, Panettieri.

The village is 64 km from Cosenza and 36 Km from Catanzaro. It is reachable

from both directions, from theSalerno-Reggio Calabria freeway (exit Altilia-Grimaldi-Bianchi) following the directions to Colosimi.

From the freeway continue for 16 km towards Colosimi, and take the SS 108for about 6 km. In Bianchi proceed on the SS 109/SP159/2Carlopoli/Panettieri and take the SP 71/Via Sila. Arrive in Panettieri after

250 meters.

COME ARRIVAREDIRECTION TO THE TOWN

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REGGIO CALABRIA

VIBO VALENTIA

CATANZARO

PANETTIERIPANETTIERIPANETTIERI CROTONE

COSENZA La Sila

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