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Società Oftalmologica Italiana 01/2012 1 FGE S.r.l. - Reg. San Giovanni, 40 - 14053 Canelli (AT) - Bimestrale - Anno XV - 01/2012

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Società Oftalmologica Italiana

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ISSN - 1973-9427Tribunale di Asti n° 1/98 del 22/7/1998

REDAZIONEFGE - Fabiano Gruppo EditorialeReg. San Giovanni, 40 14053 Canelli (AT)Pierpaola EraldiTel. 0141 827836 - Fax 0141 827830e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEMonica Assanta

COMITATO TECNICO SCIENTIFICOCostantino BianchiPier Enrico GallengaVittorio PicardoGerardo Santoni

RESPONSABILE SCIENTIFICOCostantino Bianchi

PUBBLICITÀFGE S.r.l.Reg. San Giovanni, 4014053 Canelli (AT)Tel. 0141 827835 - Fax 0141 827830e-mail: [email protected]

STAMPAFGE S.r.l. - Canelli (AT)

Tiratura copie: 9.000Formato: 21x29,7 cmDiffusione: spedizione postale, gratuita, a tutti gli oculisti italiani

TARIFFE PUBBLICITARIEPag. intera quadricromia € 2.000 Pag. intera b/n € 1.4001/2 pagina quadricromia € 1.3002°/3° copertina € 2.5004° copertina € 3.000 I.P. b/v interno mista € 3.500Publiredazionale € 1.700Veicolazione I.P. € 5.000

Sede della S.O.I.: via dei Mille, 35 - 00185 Romatel. 06 4464514 - fax 06 4468403e-mail: [email protected] - www.soiweb.com

Il contenuto delle rubriche e degli articoli pubblicati è di esclusiva responsabilità degli auto-ri. La riproduzione parziale o totale di articoli è subordinata al consenso scritto dell’editore.

FGE S.r.l. - Reg. S. Giovanni, 40 - 14053 Canelli (AT) - Tel. 0141 827802 - Fax 0141 827830E-mail: [email protected] - www.fgeditore.it

NOTIZIARIO

SOISOMMARIO

INSERZIONISTI

5 Anteprima 10° Congresso Internazionale SOI

22 ASMOOI • RC Professionale Ortottisti: solo con ASMOOI

26 Per Vedere Fatti Vedere

28 Esperienze umanitarie

34 Focus • Approccio multifattoriale alla terapia della sindrome da disfunzione lacrimale

40 Legal • Non prescrivere esami specialistici per il visus ridotto comporta responsabilità professionale.(Cass. n. 27000/2011)

44 Eventi

46 Iscrizione 2012 • Quote associative - Perché associarsi

48 Convenzioni SOI • Opportunità per i Soci

AllerganBausch+LombBraccoCSO

SifiSifi MeditechVision Group

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ANTEPRIMAPuoi consultare

il programma integrale sul sitowww.soiweb.com

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Di seguito riportiamo il programma degli eventi istituzionali SOI previsti nel programma del 10° Congresso Internazionale SOI

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Corsi Istituzionali SOI

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Simposio ASMOOI

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17th Annual Joint Meeting of SOI, OSN & AICCER

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NOTIZIARIO

SOI RC Professionale Ortottisti:solo con ASMOOITutti i soci che aderiscono ad ASMOOI, Associazione Sindacale dei Medici Oculisti e Ortottisti Italiani,con la sola quota di iscrizione annuale del valore di 100 euro beneficiano di una polizza assicurativadi responsabilità civile.

CARATTERISTICHE• Il massimale assicurato dalla Polizza di Responsabilità Civile verso Terzi (RCT) e verso Prestatori

di lavoro (RCO) limitatamente alla proprietà e/o conduzione dei locali adibiti a studio professionalee delle attrezzature ivi esistenti, per ogni assicurato è di € 1.000.000,00 unico per sinistro e peranno.

• L’oggetto dell’assicurazione è l’esercizio dell’attività professionale di ortottista - assistente in oftal-mologia.

• Per i casi di colpa grave, la polizza garantirà l’assicurato dell’indennità da questo dovuta, se civil-mente responsabile ai sensi di legge, in caso di rivalsa esercitata dall’Ente presso cui il medesimoesercita la propria attività professionale.

• L'assicurazione vale per le richieste di risarcimento presentate per la prima volta all'Assicurato nelcorso del periodo di validità dell'assicurazione, purché conseguenti ad un comportamento colpo-so posto in essere non oltre due anni prima della data di effetto della copertura assicurativa.

• La garanzia è valida anche per: – l’impiego di apparecchi a raggi X ed altre tecniche radianti ed altre tecniche di immagine per

scopi diagnostici e terapeutici con esclusione dei danni riconducibili a guasti dei macchinari uti-lizzati;

– l’utilizzo di tecniche di semeiologia strumentale-oftalmologica;– la responsabilità civile derivante all’Assicurato da fatto colposo o doloso commesso da dipen-

denti o collaboratori subordinati non medici; – la proprietà e conduzione dei locali adibiti a studio professionale e delle attrezzature ivi esistenti; – l’attività di libero docente nonché di titolare di cattedra universitaria; – lʼattività libero professionale sia intra muraria sia extra muraria svolte in base al D.M. 28/2/1997; – l’applicazione del D.Lgs. n. 196/2003; – i danni estetici e fisionomici derivanti da responsabilità dell’assicurato nell’esercizio della profes-

sione di ortottista con esclusione comunque dalla garanzie delle pretese per mancata rispon-denza dellʼintervento all’eventuale impegno di risultato assunto dall’Assicurato.

Il Socio ASMOOI con la stessa quota annuale può, inoltre, usufruire di:• accesso gratuito al Congresso Nazionale SOI• accesso al Congresso Internazionale SOI, versando un contributo d'iscrizione di soli euro 50• tutela sindacale a difesa della professione• accesso ai servizi internet riservati ai soci ASMOOI • info periodiche su eventi di formazione, iniziative scientifiche e didattiche • servizi e promozioni attuate dall’Associazione

Ogni informazione è disponibile sul sito www.asmooi.com: nell’area “IN EVIDENZA”. Tra i SERVIZI ildettaglio delle condizioni contrattuali della polizza assicurativa. Alla pagina ISCRIZIONE è a disposizione il Modulo di adesione (qui allegato) da compilare e rispe-dire alla segreteria ASMOOI, insieme alla documentazione necessaria per associarsi.

Per informazioni:Segreteria – Tel./Fax 06 44340015 – Email: [email protected]

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Circa 600.000 persone hanno visitatonegli ultimi due anni il sito istituzionaledella onlus Per Vedere Fatti Vedere(www.pervederefattivedere.it) con unamedia di superiore ai 25.000 accessimensili. Oltre 2.000 pazienti hannopartecipato al sondaggio online per ildiritto all’informazione sui cristallini dinuova generazione nella cataratta.Sondaggio che ha prodotto tra l’altroesiti davvero sorprendenti: il 93%sarebbe favorevole alla comparteci-pazione con il SSN alla spesa per l’in-serimento delle IOL multifocali, se l’oc-chio ne fosse ovviamente idoneo.

Sulla base di questi dati positivi si è lanciata una nuova area del sito interamente dedica-ta alla cataratta, suscitando moltissimo interesse e numerose richieste di orientamento allestrutture sanitarie (pubbliche e private) che effettuano l’intervento con la segnalazione deiriferimenti, esattamente come si fa da tempo per quanto riguarda DMS e glaucoma.

Si è quindi deciso di inserire nel motore di RICERCA STRUTTURE In Home Page gli ospe-dali, le cliniche convenzionate e i centri privati che eseguono l’intervento di cataratta e chesi registrano compilando la scheda nella pagina accanto. La scheda va rispedita tramitefax allo 039 9719883 oppure e-mail a [email protected]

La Campagne di tutela dei diritti

Ad oggi (febbraio 2012) siamo in attesa della pub-blicazione in GU della delibera AIFA relativa allaeliminazione del limite dei due decimi per il rim-borso delle intravitreali. Su pressione delle migliaiadi associati e contatti che da sette mesi attendonoquesta pubblicazione in GU la onlus sta valutando(dopo aver inutilmente fatto pressioni su AIFA pervie formali) di mettere in campo azioni di protestastraordinarie e non convenzionali.

Nel frattempo prosegue la Campagna “Ho due occhi… curali entrambi!” alla quale hannogià aderito oltre 2.000 pazienti e familiari. Chiediamo la collaborazione degli oculisti perraggiungere i pazienti con DMS che non hanno ancora inviato tramite il nostro sito il mes-saggio pre-compilato di protesta. Fare fronte comune, pazienti, familiari e oculisti, sembrasempre di più la strategia vincente per veder garantiti da parte delle Istituzioni sanitariequei diritti alle cure che vengono sempre più spesso violati.

Cataratta, non soloDMS e glaucoma

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E1. � Struttura Ospedaliera � Clinica Convenzionata ASL� Studio Privato � Altro

2. Denominazione completa

Indirizzo

Via nr

CAP Località Prov

Email sito web

3. � Effettua interventi di cataratta

4. Nome e Cognome del Medico responsabile dei servizi sulla cataratta

Dr/Prof.

5. Numeri telefonici per informazioni e prenotazioni visite

Fisso 1 Fisso 2

Cell.

6. Tipologia di servizi offerti ai pazienti con cataratta

Informativa ai sensi dell’art. 23 Dlgs 196/03Ai sensi dell’articolo 23 Dlgs 196/03, La informiamo che inviando, i dati: 1. verranno trattati da SOI-AMOI per l’inserimento in un “motore di ricerca” sugli associati, posto all’interno del sito

www.pervederefattivedere.it e consultabile pubblicamente;2. verranno trattati con modalità informatizzata;3. il conferimento dei dati è necessario ai fini della predisposizione di detto “motore di ricerca” e l’eventuale rifiuto a fornire tali dati

comporterà l’impossibilità ad offrire tale servizio;4. il servizio di inserimento nel “motore di ricerca” e la consultazione dello stesso sono gratuiti.Le ricordiamo, infine, che in qualunque momento potrà esercitare i diritti di cui all’art. 13 del Dlgs 196/03, contattando il responsa-bile della Privacy nominato dalla, Società Oftalmologica Italiana, scrivendo all’indirizzo e-mail: [email protected]

Art. 13 - Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora

registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione:

a) dell’origine dei dati personali;b) delle finalità e modalità del trattamento;c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a cono-

scenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.3. L’interessato ha diritto di ottenere:

a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui

non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro

contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impos-sibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.

4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compi-

mento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

QUESTIONARIO CATARATTA

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Con entusiasmo mi ero prefisso di rendere noto a tutti la figura di un collega che va ben al dilà delle normali riconoscenze, ma subito mi sono trovato in enorme difficoltà per la comples-sità della storia e dei fatti. Innocente (Cente per gli amici) nato a Como il 31/10/1950 si è lau-reato e specializzato a Milano frequentando la clinica Oculistica diretta dal Prof. Carlo Tosellial Policlinico, poi con il Prof. Giancarlo Bertoni all’Ospedale Sacco dal 1980 al 1986 parteci-pando come Professore a contratto alla scuola di specialità diretta dal prof. Rosario Brancato.Successivamente rientra a Como prima presso la casa di cura Villa Aprica e dal 1997-98 diri-ge l’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale Valduce. Ha frequentato l’Ospedale Moorfielddi Londra, agli inizi dell’utilizzo della fluorangiografia e del Laser. La preparazione chirurgicasviluppata anche con soggiorno negli Stati Uniti spazia dal Segmento anteriore (cheratoplasti-che, circa 50 ogni anno comprese le lamellari anteriori e posteriori, cataratta, glaucoma, stra-bismo) al Segmento posteriore (vitreo-retina). La sua capacità organizzativa, espressa nell’ot-tima funzionalità del reparto, ha fatto sì che si consolidasse attorno a lui un gruppo di collabo-ratori uniti e affiatati, apprezzati non solo localmente. È voce comune che Figini sia una perso-na chiusa, un po' burbera, poco socievole. Giudizi che contrastano con la sua intensissima sto-ria personale, in cui la professione medica e l'impegno umanitario si sono intrecciati sovente. Nel 1972, a 22 anni, è stato in India a Warangal, nello Stato dell’Andhra Pradesh, presso lamissione di padre Augusto Colombo di Cantù, partecipando alla costruzione del "VillaggioRatti", voluto dall'industriale comasco Antonio e dai suoi dipendenti, coinvolti dal fratello,Erasmo Figini, stilista d’arredamento. Rivide e operò padre Colombo nel 1986 rientrato in Italia per ovviare alla oncocercosi, lacosiddetta “cecità” indiana (si trattava in realtà solo di cataratta!). Venendo a sapere chepiù di 40 milioni di Indiani erano affetti da simile patologia, Figini decise di andare in viag-gio di nozze laggiù, a Warangal, dove tornò altre 20 volte. Con altri colleghi, ultima neldicembre scorso, formando un personale locale e riuscendo con il tempo a mettere in piediuna clinica che prosegue l’attività sostenuta finanziariamente dal gruppo comasco. Un'esperienza bellissima eppure dura: per cento ciechi operati di cataratta, mille aspettava-no alla porta. Un giorno, quando Figini era là per operare, gli fu presentata una piccoladonna, Madre Teresa di Calcutta, a cui confidò il suo senso d’impotenza. La religiosa lo tran-quillizzò: "Non conta quanti riesci a guarirne, conta la testimonianza: adesso sanno che c’èqualcuno a occuparsi di loro". Parole che seppero dare una prospettiva diversa a quello chesembrava uno sforzo immane quanto vano.Ricordo Innocente Figini, giovane specializzando, molto attento all’oculistica, ma non certosordo ai richiami giovanili, condivisi con un trio, cosiddetto di “scapestrati”, ora tutti colleghiimportanti. Ottimi i rapporti professionali che più volte mi portavano a curiosare e ad aggior-narmi in reparto, specie in sala operatoria sempre meravigliato della sua abilità chirurgica.Presto quella stessa capacità organizzativa dispiegata nella professione, sarebbe tornatautile per una scelta di vita importante: vivere assieme al fratello Erasmo, in risposta alle rac-comandazioni paterne. Iniziò così la loro vita in comunità con i loro figli e altri 12 in affido, acui si aggiunsero altre due famiglie. Nacque la fondazione “Cometa”, dove si accolgono

Un Collega che ci onora:Dott. Innocente FiginiDario Aureggi

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IEminorenni in difficoltà, adeguando, aggiungendo nuovi spazi, considerando sempre gli ospi-ti come componenti della stessa famiglia. Un'unica sala da pranzo che condivide ogni seracon almeno altri 60 commensali, in un modello di convivenza in cui nessuno è padrone diniente e ognuno è padrone di tutto. Che cosa aggiungere di più, se non un invito a visitare questa realtà.

È in libreria «Vita morte miracoli. Dialoghi sui temi ultimi» di Stefano Lorenzetto, inviatode «Il Giornale» (Marsilio, 272 pag., 16 euro). Per gentile concessione pubblichiamo un estratto da «Una casa per 32 figli, anzi 82»,sull’esperienza dei comaschi Erasmo e Innocente Figini. Nel libro anche una conversazione con Carla Porta Musa, 105 anni, scrittrice comasca.

Di sicuro è l’unica abitata solo da laici dove il vescovo diocesano abbia deciso, ammirato datanto mistero, di lasciare pe sempre in custodia il Santissimo Sacramento.In quattro edifici comunicanti fra loro, oggi completamente restaurati e arredati con gustoinglese, dove nessuno è padrone di niente e ognuno è padrone di tutto è dove si sperimen-ta un nuovo modello di convivenza.

In località Madruzza c’è La Cometa, un labirinto formato da 68 stanze che profumano di puli-to e di nuovo, dove abitano due fratelli, Erasmo e Innocente Figini, 59 e 57 anni. Erasmo, sti-lista d’interni e di tessuti, sposato con Serena Palomba, un lavoro part-time nel ramo dellaseta, ha due figli naturali e sei in affido. Innocente, primario del reparto oftalmico all’ospeda-le Valduce di Como, sposato con Marina Peschiera, anche lei oculista, ha sette figli naturalie sei in affido. In totale fanno 25 persone, per cui chiamarla famiglia allargata sarebbe giàriduttivo. Per di più, guidati dalla buona stella, hanno chiesto di venire ad abitare sotto que-sto tetto - un’abitazione privata, badate bene, non un istituto - anche Paolo Binda, educatoreprofessionale, con la moglie Marilena, due figli naturali e quattro in affido, e Lorenzo Livraghi,chirurgo all’ospedale di Circolo a Varese, con la moglie Mirella, tre figli naturali e due in affi-do. Altre 15 persone. La sera si trovano in 40 a tavola tutti insieme nella stessa sala da pran-zo. Il più piccolo dei 32 figli è una bimba: quand’è arrivata aveva appena un mese; il più gran-de ha 21 anni ed è qui dal ’97. Ma agli otto genitori ancora non bastavano. Se ne sono presiin affido diurno altri 50, che ogni giorno, finita la scuola, vengono a studiare e a fare i compi-ti assistiti da insegnanti e la sera tornano a dormire nelle loro case. Tutti ragazzi alle presecon difficoltà a scuola e in famiglia. E siamo a 90 persone. Venticinque anni fa Erasmo Figinili detestava, i figli. Non ne aveva e non voleva averne. «Io e mia moglie, benché ci fossimosposati davanti al prete per non dare un dispiacere ai nostri genitori, c’eravamo giurati di nonfarne. L’ho scoperto solo dopo che un matrimonio celebrato con questa riserva mentale nonè neppure valido per la Chiesa. Ma non me ne fregava nulla. A me interessava solo Serena,lei come donna, la sua bellezza. Viaggi, soldi, dolce vita. Spiritualità zero».

E poi che cosa le è successo?Mio padre Battista è finito in rianimazione per un aneurisma del ventricolo. Prima dell’inter-vento chirurgico ha voluto vedere uno alla volta i suoi figli: io, Innocente detto Cente e MariaGrazia. Alla più piccola ha chiesto se un ragazzo che girava per casa fosse suo moroso ono. Dopodiché ha preso il Vangelo dal comodino e le ha sussurrato: «Alla fine non ti lascerònient’altro che la mia fede. Ai tuoi fratelli non dire niente, ma vedrai: si convertiranno ancheloro». A me invece ha detto: «Ti affido la mamma, tua sorella e soprattutto il Cente», sapevache era scapestrato quanto me, «perché io muoio. Vi lascio la mia fede. Vivete in comunio-ne». Sono state le sue ultime parole. È uscito dalla sala operatoria in coma. Confrontando i rac-

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SOIconti dopo il funerale, abbiamo scoperto che a tutti aveva detto la stessa cosa: «Vivete incomunione». Un’espressione priva di senso, per me che ho sempre preso la religione comeun insieme di regole impossibili da rispettare.

Di quali regole parla?«Castità, povertà, obbedienza. Col tempo ho capito che la più dura è la terza». Innocente: «La religione per noi era un qualcosa che non aveva nulla di affascinante, chenon c’entrava niente con la vita di tutti i giorni». Erasmo: «Dopo otto anni di matrimonio micapitò una disgrazia familiare, una di quelle per cui ti interroghi se abbia senso continuarea vivere. Infatti per qualche mese provai il desiderio di farla finita, di suicidarmi. Un sabato,su consiglio di mia sorella che aveva aderito a Comunione e Liberazione, andai alPalatrussardi ad ascoltare don Luigi Giussani: nelle sue parole trovai la risposta alle miedomande. Contemporaneamente mia moglie scoprì d’avere un nodulo al seno.Mi dissi: potrei perdere questa donna e non mi resterebbe niente di lei. E così nell’81 facem-mo il primo figlio. Cinque anni dopo nacque una figlia. Quando sperimenti la gratuità, sentiil desiderio di contraccambiare. L’occasione per farlo si presentò una sera dell’87. Mi tele-fonò don Aldo Fortunato, fondatore dell’Arca, una comunità di recupero per tossicomani.Cercava una famiglia che potesse occuparsi di un bimbo sieropositivo di 6 anni. Sua madreera morta di Aids e il padre era a sua volta affetto dal virus dell’Hiv. Decidemmo di prender-celo in casa noi, nonostante abitassimo in un piccolo appartamento in città. Non le dico lalevata di scudi dei parenti: "Siete due pazzi"». Innocente: «Si sapeva poco o nulla dell’Aids,in quel periodo. Siccome lavoravo nel reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco diMilano, Erasmo mi pregò di dargli una mano».

E lei?«Io ero già entrato in crisi l’estate prima durante una vacanza con la mia fidanzata alleSeychelles. Svegliandomi una mattina mi ero chiesto che cosa mi alzassi dal letto a fare. Ela sera, guardando il tramonto sull’oceano, avevo giurato che un’altra giornata così vuotanon l’avrei passata mai più. Tornato a casa, venne a farsi visitare da me padre AugustoColombo, un missionario di Cantù. «Sto diventando cieco, in India ho perso un occhio perun virus» mi disse. Invece si trattava di una banale cataratta. Lo operai e tornò a vederci.Scoprii così che 40 milioni di indiani erano nelle sue stesse condizioni. Con mia moglie deci-demmo di andare in viaggio di nozze laggiù, a Warangal, nello Stato di Anda Pradesh.Tornammo altre volte. Portammo giù molti colleghi. Col tempo riuscimmo a mettere in piediuna clinica. Ma per cento ciechi operati di cataratta, mille aspettavano alla porta. Un giornomi fu presentata una piccola donna, Madre Teresa di Calcutta. Le confidai il mio senso d’im-potenza. Lei mi tranquillizzò: "Non conta quanti riesci a guarirne. Conta la testimonianza:adesso sanno che c’è qualcuno a occuparsi di loro"».

Madre Teresa ha segnato il punto disvolta.«Sì, mi ha lasciato dentro una traccia di bene. Ho cominciato a capire il senso della racco-mandazione di mio padre sul letto di morte: "State in comunione". Con Erasmo non ci fre-quentavamo da anni. Ma entrambi eravamo alla ricerca di una forma di vita che corrispon-desse alle esigenze ultime del nostro cuore. Nel 1990 ci fu offerto di comprare questo rudereche nessuno voleva. In due anni l’abbiamo restaurato e siamo venuti a viverci. È cominciatosubito un via vai di amici. Gente che arrivava da ogni dove a chiedere consiglio. Un giorno habussato una mamma abbandonata dal marito con tre figli piccoli. Potevamo mandarla via?».Erasmo: «Con le nostre mogli abbiamo capito che cosa volevamo fare della Brusada e siamoandati a parlarne con don Giussani. Lui ci ha detto: "L’importante non è che facciate un’ope-ra di carità. Di quelle ce ne sono già tante. L’importante è che facciate un’opera di comunio-ne". Lo stesso invito che nostro padre ci aveva lasciato per testamento».

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La prima reazione, inconscia quanto immediata, è tenere le spalle ben dritte e i gomiti giùdal tavolo. La golden rule della buona educazione. Un po' stupisce che a suscitare questacompostezza non sia un raffinato grand hotel, ma la sala da pranzo di una comunità fami-liare. Alla Cometa questa sera, a cena, siamo una sessantina: il numero varia di poco, daun giorno all'altro. Quattro coppie, 14 figli naturali e 24 in affido. In più qualche ragazzo del-l'affido diurno (sono 96 in tutto). Piatti colorati, sottopiatti in tinta, fiori freschi in tavola.Dettagli. Come in tutta la grande casa, abbarbicata sulla Madruzza, la strada che da Comosale in collina Tutto qui è tailor made, a cominciare – ed è la cosa più difficile – dal progettoeducativo. Per i figli in affido, ma non solo. Con gli anni infatti (ne sono passati venti, dalprimo bambino arrivato in affido da Erasmo e Marina) attorno all'accoglienza di minori indifficoltà sono nati altri tasselli, dalla squadra di calcio alla scuola. Il recupero dei drop outè diventato il pallino del team cresciuto intorno ai due fratelli e dei 180 volontari che li aiu-tano. Ogni anno seguono un centinaio di ragazzi che hanno abbandonato la scuola e inve-ce di ostinarsi a reinserirli nei canali istituzionali si sono inventati percorsi su misura: corsidi rimotivazione, una scuola interna, un triennio tessile che ha portato questi sbarbatelli aproporre (e vendere) i loro tessuti a "Proposte", la principale fiera del tessile lariano, fino acorsi e stage con i commis di sala degli (questa volta sì) storici grand hotel del lago.

Come siete passati da quel primo affido nel 1987 a tutto questo?Erasmo Figini: Quella telefonata di don Aldo Fortunato è arrivata in un momento parti-

colare della mia vita. Avevo 39 anni, ero alla ricerca di un senso reale della vita, avevo dapoco conosciuto don Giussani… Ci hanno proposto di accogliere un bambino sieropositi-vo, abbiamo detto sì. Mio fratello è medico, gli ho chiesto consiglio e anche per lui e quel-la che poi sarebbe diventata sua moglie il coinvolgimento è stato totale. Dopo quell'espe-rienza abbiamo sentito il desiderio di ricominciare a frequentarci, noi due famiglie, e abbia-mo cercato casa insieme. Dopo due anni i servizi sociali ci propongono di accogliere duefratelli cresciuti in ambienti diversi, per i quali cercavano due famiglie diverse ma vicine:una storia su misura per noi. E da lì è partito tutto. Non è mai stato progettato niente, tuttoè nato un passo per volta, provocati dalle necessità.

Ma i vostri figli legittimi erano dʼaccordo nellʼaccogliere tutti questi fratelli acquisiti?«I miei l’hanno presa bene, perché il più piccolo è arrivato quando erano piccoli ancheloro». Innocente: «L’unica obiezione m’è venuta dal più grande, che oggi ha 20 anni: "Papà,ma perché dobbiamo fare questa vita?" Non aveva tutti i torti: era la forma di vita scelta danoi genitori, non dai nostri figli. Ma sapevamo anche che era il modo migliore per educarli.Se mangi con gli altri e dormi resti ancorato alla realtà più che ai sogni. Un giorno s’aggra-va la situazione familiare di tre ragazzi in affido diurno e si prospetta la necessità di tenerlialla Cometa. Raduno i miei sette figli per informarli che dobbiamo decidere in quale nucleoandranno, o insieme o divisi. Dopo due giorni il mio primogenito mi prende in disparte:"Devo chiedere un grosso sacrificio a te e alla mamma. So che mi risponderete di no, peròvorrei che tutti e tre i nuovi arrivati venissero a stare con noi". Senza saperlo, desideravaesattamente ciò che desideravamo sua madre e io».

A quanti ragazzi ha fatto da papà fino a oggi?«Venticinque».

Che cosa prova a vederli andarsene dopo qualche anno?«Un grande dolore. Ma non è un dolore disperato, perché alla fine capisci che sono in affi-do anche i figli naturali (...)».

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SOIInnocente Figini: Sì, il bisogno ti provoca, ma sei tu che devi cambiare, tant'è che ragaz-

zi in difficoltà a Como ce n'erano anche prima che noi ce ne accorgessimo. È dagli incon-tri che è venuta fuori questa vita, che poi si è dilatata.

Accanto all'accoglienza avete puntato molto sulla formazione. Perché?Erasmo: I ragazzi che seguivamo con l'affido diurno spesso avevano abbandonato le

scuole professionali. Abbiamo cominciato con un corso di rimotivazione, fatto dentro casa:sette hanno ripreso il percorso scolastico e gli altri siamo riusciti a collocarli presso arti-giani. Poi è nata una vera e propria scuola, in collaborazione con il tessile di Como. Il nostroslogan è quello del vestito su misura: ogni uomo avrebbe diritto a un vestito su misura, chene aggiusta le pecche e valorizza i pregi. Qui si guarda a ogni ragazzo così, puntandosulla professionalità e sull'eccellenza.

Quanto contano i suoi contatti e quanto questo è un modello replicabile?Erasmo: L'eccellenza è tutta replicabile. Ognuno ha dentro la passione per l'uomo, che

può manifestarsi in mille modi diversi: basta che qualcuno te la faccia scoprire ed essadiventa un desiderio e un criterio d'azione, sempre. Poi ognuno ha i suoi talenti e spende lecompetenze che ha. Io ho visto imprenditori sotto un aspetto che non conoscevo, personeche mi hanno stupito, che da datori di lavoro sono diventati davvero partner educativi.

Nei progetti avviati è molto forte l'impronta di Erasmo. La sua qual è?Innocente: Qui non prevale l'impronta di nessuno. Il punto ultimo è la comunione, che è

anche un punto di penitenza perché si tratta di rinunciare a una parte del nostro io allaricerca di una unità tenace e sintetica. Tutto passa da lì. La comunione è l'unico punto doveimpari a far fuori il formalismo, inteso come far prevalere quello che hai in testa tu, il tuoprogetto: un atteggiamento che è la fine del matrimonio, dell'educazione, di tutto. Solo lacomunione può rompere questo atteggiamento, per questo non si può parlare di impron-te. La comunione è diventata per tutti noi il metodo della vita. Don Giussani ci ha detto:«Non costruite opere di carità, servono opere di comunione».

Qual è la differenza?Innocente: Non so come sintetizzarla. La comunione è il giudizio sulla vita. La carità, la

gratuità, non può nascere che da una gratitudine per un altro che per primo ti ha guarda-to vedendo in te i desideri più veri del tuo cuore. Basta, se no poi mi dicono che sembrache allora solo i cristiani possono accogliere… Ma io penso così, non è possibile gratuitàse non c'è a monte una gratitudine, magari inconscia.

I figli naturali cosa dicono? Erasmo: I miei non hanno avuto grossi problemi, perché erano entrambi piuttosto pic-

coli quando è arrivato il primo fratello in affido: sono cresciuti così.Innocente: Questi ragazzi sono innanzitutto l'aiuto più grande ad educare i nostri. Se l'e-

ducazione è risvegliare i desideri, non c'è come avere qui ragazzi con dolori così grandi perriportare i nostri figli sul dramma della realtà anziché illudersi di essere l'ombelico del mondo.C'è stato un periodo in cui il nostro figlio più grande – oggi ha 21 anni – contestava questaforma di vita: poi arriva la richiesta di affido di un ragazzo del diurno che era qui da due annied era diventato suo amico e si discute in quale famiglia accoglierlo, lui e le due sorelle… Lasera mio figlio ci dice: devono venire da noi. E da lì anche la sua vita è cambiata.

Cosa vi rende diversi da un grande istituto per minori o da un'azienda?Erasmo: Guardi la singola persona come unica. Devi dare a ogni persona che ti sta di

fronte la certezza di avvertire un «adesso sono tutto tuo».Innocente: Lo vedo tutti i giorni, qui: se ci poniamo di fronte ai problemi e alle persone

pensando "e adesso cosa faccio" è la fine, mentre se riusciamo ad essere lì noi, come per-sone, guardando tutti i fattori della realtà, allora si affronta tutto.

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La superficie oculare come un sistema dinamico in equilibrio

Palpebre, congiuntiva, cornea e film lacri-male sono strutture anatomicamente e fun-zionalmente connesse e costituiscono unsistema dinamico denominato “superficieoculare”.Per avere una superficie oculare sana ènecessario che tutti i suoi componenti svol-gano perfettamente i loro compiti.Le palpebre, attraverso un ammiccamentoefficace e corretto, devono garantire unaperfetta occlusione della rima palpebrale,una adeguata distribuzione delle lacrime,un regolare ricambio delle lacrime, uncostante rifornimento di mebo, una efficien-te rimozione delle cellule epiteliali superfi-ciali della cornea.La congiuntiva, attraverso la sua ricca retevascolare, deve garantire un sufficienterifornimento di ossigeno alla cornea adocchi chiusi e, attraverso la ricca dotazionedi cellule mucipare, contribuire alla costru-zione dello strato muco-acquoso delle lacri-me.Le lacrime sono fondamentali nel sistemadella superficie oculare per i diversi ruoliche devono svolgere: nutritivo, rifrattivo,idratante, metabolico, protettivo. Per questeragioni devono essere considerate un vero

e proprio tessuto liquido: il tessuto lacrima-le. Un tessuto lacrimale sano è il risultato diequilibrio perfetto di elettroliti, proteine,mucine e lipidi, che si mescolano tra loro inuna miscela estremamente complessa edelicata.Se analizziamo la superficie oculare dall’in-terno verso l’esterno troviamo (Figura1):1. L’epitelio corneale: un tipico epitelio

pavimentoso costituito da 6-8 strati dicellule. Le cellule dell'epitelio cornealesono elastiche, dotate di notevole plasti-cità e facilmente scivolano le une sullealtre. Queste cellule subiscono unostress osmotico se l’ambiente circostan-te diviene iperosmotico

2. Il gel muco-acquoso rappresenta il 90%del tessuto lacrimale e contiene acqua,elettroliti e proteine oltre a mucine solubi-li. Le ghiandole lacrimali principali edaccessorie sierose sono responsabilidella produzione del fluido isotonicodella fase acquosa come pure del man-tenimento del corretto bilanciamento deivari componenti. Le mucine solubili (lacomponente lacrimale con maggioreviscosità) sono prodotte dalle cellulecaliciformi della congiuntiva e costitui-scono una vera e propria rete mucinicaancorata ai microvilli epiteliali della cor-nea che contribuisce a stabilizzare la

Approccio multifattorialealla terapia della sindromeda disfunzione lacrimalePasquale Troiano

Fondazione Ca’ Granda - Ospedale Policlinico di Milano - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere ScientificoClinica Oculistica Università di Milano

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Figura 1. Struttura del tessuto lacrimale

Figura 2. Ocular Protection Index

Gli elettroliti aiutano ad aumentare lasolubilità delle proteine e delle mucinepresenti nella fase acquosa del tessutolacrimale.

Lo strato lipidico è secreto prevalentemen-te dalle ghiandole di Meibomio, è la partepiù esterna del tessuto lacrimale, è compo-sto da cere, olii ed esteri e ha numerosefunzioni per l’equilibrio del tessuto lacrima-le. La funzione principale dello strato lipidi-co è prevenire l’evaporazione del sottostan-te gel muco-acquoso. Nel contempo favori-sce lo scorrimento delle palpebre nel corsodell’ammiccamento, agisce come barrieracontro gli agenti esterni, offre un’attivitàantimicrobica, sigilla i bordi palpebralidurante le ore di riposo notturno, mantienela mucosa del bordo palpebrale in unostato idrofobico prevenendo l’epifora e lamacerazione della cute palpebrale, impedi-sce la contaminazione della lacrima daparte del sebo cutaneo. La qualità e l’integrità dello strato lipidicosono essenziali a garantire un buon indicedi protezione oculare (OPI OcularProtection Index) poiché è proprio lo stratolipidico che permette al tessuto lacrimale dirimanere integro a protezione della superfi-cie oculare per tutto il tempo che intercorretra un ammiccamento e l’altro (Figura 2).

lacrima e a permettere una sua uniformedistribuzione ad ogni ciclo di ammicca-mento. La miscela complessa di proteinedel tessuto lacrimale si oppone all’attec-chimento di agenti patogeni, promuovela crescita e la riparazione dell’epiteliocorneale, ed aiuta a mantenere la salutegenerale della superficie oculare. Le pro-teine più rappresentate nelle lacrimesono quelle che hanno funzione difensi-va (enzimi, immunoglobuline, citochine).

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Sulle palpebre

Mantiene la cute del bordo palpebrale in uno stato idrofobicoe così previene l’epifora e la macerazione della cute palpebraleda parte delle lacrime

Impedisce la contaminazione della superficie oculare da partedel sebo

Sul tessuto lacrimale

Si distende sulla fase muco-acquosa e contribuisce a ridurnela tensione superficiale

Ritarda l’evaporazione

Conserva il volume lacrimale

Agisce come barriera contro gli agenti esterni

Offre un’attività antimicrobica

Sigilla i bordi palpebrali durante le ore di riposo notturno (night lid lag)

Rende l’interfaccia aria-lacrime un perfetto diottro

Tabella 1. Funzioni dello strato lipidico del film lacrimale

zione della produzione acquosa l’interdi-pendenza delle strutture della superficieoculare procederà verso una cascata dieventi che porteranno allo stesso quadrosintomatologico. Il tessuto lacrimale presenterà progressi-vamente un aumento della concentrazio-ne di molecole ed elettroliti con conse-guente iperosmolarità che è la causaprincipale del danno epiteliale.Un tessuto lacrimale ipertonico richiamaacqua dalle cellule epiteliali. Queste cel-lule, al fine di compensare lo stressosmotico, cercano di stabilizzare il lorovolume attraverso un aumento della con-centrazione elettrolitica interna, con unconseguente iperosmolarità a livello cito-plasmatico che è un potente segnaleapoptotico. È interessante notare che le prime areedella congiuntiva bulbare ad essere colo-rate da coloranti vitali quali rosa bengalao verde di lissamina nel corso di sindro-me da disfunzione lacrimale sono i qua-dranti nasali, dove vi è il più lungo perio-do di contatto tra le lacrime iper-osmola-ri e l’epitelio congiuntivale. Questa osser-vazione conferma che le lacrime ipertoni-che agiscono come agenti tossici versol’epitelio congiuntivale, sia attraverso unmeccanismo diretto di tipo osmotico, siaattraverso l’induzione di una reazioneinfiammatoria.

L’importanza dello strato lipidico

In presenza di una alterazione dello stra-to lipidico, condizione comune alla mag-gior parte dei casi di sindrome da disfun-zione lacrimale ed in particolar modo incorso di patologie a carico delle ghian-dole di Meibomio, l’aumentata evapora-zione della componente acquosa saràresponsabile di una progressiva diminu-zione del volume lacrimale e di unaumento della concentrazione dei soluti(iperosmolarità) a livelli potenzialmentetossici. L’iperosmolorarità è responsabiledella cronicità della disfunzione lacrima-

La Sindrome da Disfunzione Lacrimale

L’alterazione di uno solo dei componentiche costituiscono il sistema superficieoculare, è all’origine della “Sindrome daDisfunzione Lacrimale”, termine che indi-ca la complessa condizione patologicache è stata in passato impropriamentedefinita “Occhio Secco”.Nei pazienti con Sindrome daDisfunzione Lacrimale, la stabilità deltessuto lacrimale, la sua quantità e quali-tà disponibile per la superficie ocularesono cambiate. Questo tessuto lacrimalemodificato anche se presente non riescepiù a svolgere le sua funzioni e può dive-nire addirittura tossico. Il Dry Eye Work-Shop (DEWS) ha classifi-cato, dal punto di vista patogenetico, ladisfunzione lacrimale in due gruppi: daevaporazione e da carenza della compo-nente acquosa. Se questo è vero sulpiano puramente patogenetico intesocome causa iniziale del processo, comeabbiamo visto, non potrà essere riprodot-to sul piano clinico poiché sia che il pro-cesso cominci con un aumento della eva-porazione sia che cominci con una ridu-

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L’approccio terapeutico efficace:ridurre l’evaporazione, stabilizzare il tessuto lacrimale, proteggere l’epitelio

Un approccio terapeutico efficace alle dis-funzioni lacrimali dovrà da un lato prenderein considerazione le cause alla base delladisfunzione, cercando di correggerle (ble-fariti, malattie delle ghiandole di Meibomio,malattie infiammatorie, malposizioni palpe-brali, ecc.), e dall’altro dovrà fornire inmodo bilanciato, attraverso un sostitutolacrimale, tutte le componenti necessarieper la ricostituzione di un tessuto lacrimalestabile ed equilibrato: corretta concentra-zione di soluti, buona componente mucomimetica, equlibrata presenza di lipidi.Le molecole mucomimetiche presenti nelsostituto lacrimale aumentano la stabilitàdella lacrima e favoriscono la sua regolaredistribuzione sulla superficie oculare. Lacomponente lipidica agisce come uno stra-to di copertura e, distribuendosi sullasuperficie della lacrima a contatto con l’a-ria, ne riduce l’evaporazione e ne aumentail tempo di permanenza sulla superficieoculare. L’aumento del tempo di permanenza dellalacrima sulla superficie oculare consenteanche di ridurre il numero di instillazioninecessarie e mantenere il sistema in equili-brio.La somministrazione di lipidi attraverso isostituti lacrimali non è scevra di effetti col-laterali quali bruciore all’instillazione edoffuscamento della vista, sintomi prevalen-temente legati alla eccessiva quantità dilipidi che raggiunge la superficie oculare almomento dell’instillazione. I lipidi forniti con i sostituti lacrimali dovreb-bero infatti essere nella giusta quantità edovrebbero essere rilasciati lentamente pernon incorrere in effetti collaterali.Queste problematiche possono oggi essererisolte attraverso l’uso di sostituti lacrimalidotati di un nuovo sistema a cessione lipidi-ca in grado di modulare la liberazione dellacomponente lipidica contenuta nel sostitutolacrimale a seconda del contenuto di sali (e

le anche in presenza di una abbondanteproduzione di fluido isotonico da partedella ghiandola lacrimale.La sintomatologia legata alla sindromeda disfunzione lacrimale può esseremolto variabile a seconda dello stadiodella patologia, partendo da un livelloquasi asintomatico nelle fasi iniziali finoad arrivare, negli stadi più avanzati, aduna sintomatologia grave, sia per duratache per intensità, tanto da compromette-re in modo significativo la funzione visivae la qualità di vita del paziente. Nelle fasiancora più avanzate non è raro assisteread una remissione parziale della sinto-matologia dolorosa (nono stante la per-manenza di gravi deficit epiteliali), remis-sione legata essenzialmente alla perditadi sensibilità corneale e congiuntivalesecondaria al danno a carico delle termi-nazioni nervose intraepiteliali e dellefibre nervose del plesso nervoso cornea-le sub-basale.Attraverso l’anamnesi sarà possibile rile-vare la sintomatologia soggettiva che ècaratterizzata in modo variabile da bru-ciore e senso di corpo estraneo, daldesiderio di mantenere gli occhi chiusi eda fotofobia, sintomi che tendono, nelleforme pure, ad aumentare nel corso dellagiornata. Molto spesso il paziente pre-senta anche disturbi visivi che solo nelleforme più gravi tende a dichiarare spon-taneamente.Da un punto di vista obiettivo una iper-emia localizzata nella zona espostadella congiuntiva e spesso assentesotto la palpebra superiore, una corpu-scolatura della superficie del tessutolacrimale pre corneale e la presenza diun menisco lacrimale scarso sono tuttielementi in grado di far sospettare lapatologia.La colorazione con coloranti vitali (verdedi lissamina o fluoresceina), il test diSchirmer, il test di Jones, il test del BreakUp Time (BUT) - meglio in modalità noninvasiva (NIBUT) - consentono di definirecon maggiore precisione il quadro clinicoe la base eziopatogenetica.

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SOI1. intervenire sulle cause alla base della disfunzione con agenti antinfiammatori, antibiotici, meccanici o chirurgici a seconda delle

necessità

2. fornire volume lacrimale attraverso l’apporto della componente acquosa

3. ripristinare l’equilibrio osmotico delle cellule epiteliali attraverso l’apporto di soluti compatibili (osmoprotettori)

4. fornire molecole mucomimetiche che aumentino la viscosità della componente acquosa e ne favoriscano l’adesione allasuperficie oculare

5. fornire una componente lipidica adeguata per qualità e quantità, essenziale per contrastare l’evaporazione del film lacrimale edaumentarne il tempo di permanenza sulla superficie oculare

Tabella 2. La terapia delle sindromi da disfunzione lacrimale necessita di un approccio multifattoriale perché possa aspirare ad essere una terapia di successo

di superficie in tutte le forme di sindrome dadisfunzione lacrimale.Per riassumere possiamo affermare che laterapia delle sindromi da disfunzione lacri-male necessita di un approccio multifatto-riale perché possa aspirare ad essere unaterapia di successo. Infatti, dovrà: 1. intervenire sulle cause alla base della

disfunzione con agenti antinfiammatori,antibiotici, meccanici o chirurgici aseconda delle necessità;

2. fornire volume lacrimale attraverso l’ap-porto della componente acquosa;

3. ripristinare l’equilibrio osmotico delle cel-lule epiteliali attraverso l’apporto di soluticompatibili (osmoprotettori);

4. fornire molecole mucomimetiche cheaumentino la viscosità della componentemuco-acquosa e ne favoriscano l’ade-sione alla superficie oculare;

5. fornire una componente lipidica adegua-ta per qualità e quantità e rilasciatasecondo necessità, essenziale per con-trastare l’evaporazione del film lacrimaleed aumentarne il tempo di permanenzasulla superficie oculare, senza provocarebruciore o fenomeni di annebbiamentovisivo.

Le nuove tecnologie offerte dai più modernisostituti lacrimali oggi disponibili in com-mercio consentono di perseguire taleapproccio multi fattoriale con un singoloprodotto, permettendo di riequilibrare con-temporaneamente, in corso di sindrome dadisfunzione lacrimale, tutte le parti del tes-suto lacrimale.

quindi dell’osmolarità) del film lacrimale delsingolo paziente. Contestualmente sarà indispensabile con-trastare il momento principale del dannocellulare di superficie ovvero l’iperosmolari-tà. Solo negli ultimi anni è stata introdottauna terapia mirata a proteggere le celluleepiteliali dal danno iperosmotico attraversol’uso di soluti compatibili osmoprotettivi. Isoluti compatibili osmoprotettivi (osmolitiorganici) sono piccoli soluti utilizzati dallecellule di numerosi organismi e tessuti sot-toposti a stress osmotico al fine di mante-nere il proprio volume. Gli osmoliti cono-sciuti in natura sono aminoacidi e derivati,polioli e zuccheri, metilammine e urea. Adifferenza degli ioni salini, sono “compatibi-li”, cioè, non perturbano, con l’apporto dicariche elettrostatiche, l’integrità dellemacromolecole presenti all’interno dellacellula.Una nuova tecnologia oggi disponibile sulmercato italiano, rivolgendosi al fattorepatogenetico centrale della disfunzionelacrimale, provvede all’osmoprotezione,integrando nella formulazione soluti compa-tibili come glicerina, eritritolo e levocarniti-na. Questi ultimi si distribuiscono tra lacri-me e fluidi intracellulari per proteggere lasuperficie oculare da potenziali danni cellu-lari da iperosmolarità. Glicerina, eritritolo elevocarnitina possono infatti, penetrandoall’interno della cellula epiteliale, riequili-brarne l’osmolarità, senza danneggiarne lafunzione, aiutando quindi a prevenire lamorte cellulare ed il perpetrarsi del danno

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LETTURE CONSIGLIATE

1. DEWS. The definition and classification of dry eye disease: Report of the definition and classification subcommittee ofthe International Dry Eye Workshop (2007). The Ocular Surface 2007;5(2):75-92.

2. Troiano P: The lacrimal tissue and the lacrimal lenses. Eur J Ophthalmol 2003; 13(8):734

3. Troiano P, Monaco G: Effect of hypotonic 0.4%hyaluronic acid drops in dry eye patients: a cross-over study. Cornea.2008; 27(10):1126-30

4. Monaco G, Cacioppo V, Consonni D and Troiano P: Effects of osmoprotection on symptoms, ocular surface damageand tear film modifications caused by glaucoma therapy. Eur J Ophthalmol 2011; 21(3):243-250

5. Aragona P, Papa V, Micali A, Santocono M, Milazzo G. Long term treatment with sodium hyaluronate-containing artifi-cial tears reduces ocular surface damage in patients with dry eye. Br J Ophthalmol. 2002 Feb;86(2):181-4.

6. Aragona P, Di Stefano G, Ferreri F, Spinella R, Stilo A. Sodium hyaluronate eye drops of different osmolarity for the treat-ment of dry eye in sjögren’s syndrome patients. Br J Ophthalmol 2002;86:879-884.

7. Yeh S, Song XJ, Farley W, Li DQ, Stern ME, and Pflugfelder SC. Apoptosis of Ocular Surface Cells in ExperimentallyInduced Dry Eye. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2003;44:124–129.

8. Yancey PH. Water stress, osmolytes and proteins. Amer Zool. 2001;41:699-709.

9. Nadkarni V, Gabbay KH, Bohren KM, Sheikh-Hamad D. Osmotic response element enhancer activity. Regulationthrough p38 kinase and mitogen-activated extracellular signal-regulated kinase kinase. J Biol Chem. 1999 Jul16;274(29):20185-90.

10. Yancey PH. Water stress, osmolytes and proteins. Amer Zool. 2001;41:699-709.

11. Corrales RM, Luo L, Pflugfelder SC. Effect of osmoprotectants on hyperosmolar stress in cultured human corneal epi-thelial cells. Allergan data on file, 2006.

12. Baudouin C: The pathology of dry eye. Surv Ophthalmol 45 (Suppl): S211–20, 2001

13. Bron AJ, Yokoi N, Gafney E, Tiffany JM. Predicted phenotypes of dry eye: proposed consequences of its natural history.Ocul. Surf. 2009 Apr;7(2):78-92.

14. Rolando M, Refojo MF, Kenyon KR: Increased tear evaporation in eyes with keratoconjunctivitis sicca. Arch Ophthalmol101:557–8, 1983

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Premessa – Con una recente sentenza (n. 27000/2011, depositata il 15 dicembre 2011),la Corte di Cassazione, Sezione III Civile, torna a pronunciarsi sul tema dell’accerta-mento del nesso eziologico tra condotta e danno nell’ambito della responsabilità medi-ca.La citata sentenza ribadisce i principi già affermati in precedenza dalla stessa SupremaCorte, evidenziando ancora una volta come in campo civile il criterio della causalità nonsia quello proprio della imputazione penale improntato al criterio della quasi certezza,bensì quello civilistico basato sul principio del “più probabile che non”.Prima di procedere all’analisi del tema affrontato nella pronuncia in esame, è doverososoffermarsi sul fatto oggetto della vicenda da cui è scaturita la decisione della Corte dilegittimità.

Il fatto – Da quanto è possibile apprendere dalla lettura della parte motiva della senten-za in commento, un giovane militare di leva eseguì due test del campo visivo presso ilPoliclinico militare, dai quali emerse una riduzione del visus dell’occhio sinistro pari al60%. Tuttavia, i sanitari non disposero ulteriori accertamenti specialistici.In seguito, il militare scoprì di essere affetto da un tumore benigno all’occhio, asportatocon un intervento chirurgico nel 1991, che però non aveva evitato la perdita definitiva delvisus.Di qui il ricorso del giovane all’autorità giudiziaria.Le consulenze tecniche disposte nell’ambito del processo rilevarono come la condottaomissiva dei medici non specialisti impedì il tempestivo accertamento di una malattiabenigna e, dunque, curabile.Pertanto, il Tribunale di Venezia in primo grado ritenne responsabile il Policlinico militarein relazione alla omessa prescrizione di ulteriori accertamenti diagnostici, riconoscendoa parte attrice il risarcimento del danno patito.Viceversa, la Corte di Appello di Venezia in secondo grado ribaltò la decisione del primogiudice, affermando l’insussistenza della prova del nesso di causalità in relazione a talecondotta omissiva ed alla possibilità che un intervento chirurgico tempestivo avrebbe,secondo un criterio di probabilità scientifica, evitato la perdita definitiva del visus del-l’occhio interessato dal tumore benigno.

Non prescrivere esamispecialistici per il visus ridotto comportaresponsabilità professionale.(Cass. n. 27000/2011)a cura di Raffaele La Placa*

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Il nesso causale – Risulta a questo punto indispensabile soffermarsi brevemente sulnesso di causalità o eziologico, prima di procedere all’esame del principio di diritto enu-cleato dalla Suprema Corte.Il nesso di causalità è il rapporto che intercorre tra una data condotta o omessa condot-ta doverosa e l’evento dannoso.Per verificare la sussistenza, nel singolo caso concreto, del nesso eziologico sarà dun-que necessario indagare ed accertare se il danno si sarebbe verificato ugualmente onon in assenza di quella determinata condotta o in presenza di quella determinata con-dotta doverosa omessa.Ordunque, la Suprema Corte, allineandosi a quanto affermato dalle Sezioni Unite civilinella sentenza n. 5777 del 11 gennaio 2008, seguite dalla sentenza della Cassazione n.7352 del 26 marzo 2010, ribadisce come il nesso causale, con riferimento alla respon-sabilità professionale, sussista alla luce del criterio probabilistico.In altri termini, in ambito civile, qualora sulla base di leggi scientifiche o statistiche dicopertura, le quali forniscono dei parametri valutativi circa la probabilità che ad una datacondotta segua un dato danno, sia più probabile che non che dalla commissione di unfatto x derivi un evento dannoso y, il nesso di causa può ritenersi provato.Conseguentemente, alla luce della pronuncia in esame, pare potersi ritenere conferma-ta la giurisprudenza di legittimità la quale nega che il nesso de quo debba fondarsi sulcriterio della quasi certezza, proprio ex adverso del diritto penale, essendo invece suffi-ciente la mera ragionevole probabilità.

I principi enunciati dalla Cassazione nella sentenza in esame – Alla luce del concetto dinesso eziologico così delineato, la Suprema Corte cassa con rinvio la sentenza dellaCorte di Appello, ascrivendo il fatto ai sanitari del Policlinico, la cui condotta colposaomissiva, consistita nel non aver prescritto ulteriori accertamenti specialistici, è statadeterminante nel cagionare l’evento dannoso.Sul punto come detto, la Corte torna a precisare ulteriori principi in materia di respon-

sabilità medica professionale, già enunciati, tra l’altro, da precedenti pronunce in talemateria.Innanzitutto, il rapporto che si instaura tra medico, paziente e struttura sanitaria ha natu-ra contrattuale, indipendentemente dalla stipulazione di un vero e proprio formale con-tratto professionale, da cui discendono inevitabili conseguenze sul piano dell’onere dellaprova.La giurisprudenza suole far rientrare il rapporto tra medico e paziente nell’alveo dellaresponsabilità contrattuale, in virtù della teoria del cd. “contatto sociale”.Pertanto, alla luce di tale inquadramento, consegue che, nell’ambito della causalità dacontatto sociale, la parte lesa ha l’onore di dare la prova: i) del rapporto sanitario, ii) del-l’esistenza di una prestazione sanitaria negligente e iii) della lesione della salute; incom-be invece sul medico la deduzione di cause giustificative di tale inadempimento.Più precisamente, per escludere il nesso di causalità non è sufficiente la mera afferma-zione del medico che il danno, in astratto, si sarebbe potuto verificare comunque, essen-do invece necessaria la prova puntuale che l’evento dannoso si sarebbe verificato ugual-mente anche se fosse stata posta in essere la condotta negligente od omissiva.Nella fattispecie, non era stata fornita nessuna prova della rottura del nesso di causalitàtra l’errore medico ed il danno, anzi le consulenze tecniche, così come già ricordato nellanarrazione del fatto, avevano evidenziato che la prescrizione di ulteriori accertamentispecialistici avrebbe consentito il tempestivo accertamento di un tumore benigno e, dun-

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* Studio legale La Placa e Griva – patrocinante in Cassazione

que, un intervento chirurgico tempestivo che avrebbe scongiurato la perdita definitivadella vista.Infine, va pure rilevato che il contratto concluso tra medico e paziente ha ad oggetto nonsolo l’obbligazione principale di assistenza sanitaria, ma anche prestazioni accessoriederivanti dal principio di buona fede sancito dall’art. 1175 c.c., tra cui quello di una cor-retta informazione sullo stato di salute ai fini della prestazione del consenso c.d. “infor-mato”.

Considerazioni conclusive – La sentenza in esame si pone in linea di continuità con pre-cedenti pronunce della stessa Suprema Corte e ribadisce con forza il divario sempre piùampio che separa il giudizio civile da quello penale sulla responsabilità dei medici.Risulta con ogni evidenza come ne esca rafforzata la posizione del paziente, incomben-do sul medico l’onere di prova più difficile per andare esente da responsabilità.Infatti, mentre la parte lesa dovrà semplicemente dimostrare il rapporto con la strutturasanitaria, l’esistenza di una prestazione sanitaria negligente e la lesione della salute, perciò che concerne la posizione del medico la giurisprudenza di legittimità richiede, comedetto, la prova puntuale della causa di giustificazione dell’inadempimento alla propriaprestazione. Alla penalizzazione in ordine all’onere probatorio per il povero medico, siaggiunga il fatto che l’orientamento ormai prevalente della Suprema Corte considera suf-ficiente, ai fini dell’accertamento del nesso di causalità intercorrente tra condotta edevento lesivo, la mera ragionevole probabilità.Alla luce delle considerazioni sopra esposte, pare verosimile ritenere che avremo unnumero sempre più elevato di casi in cui il medico verrà ritenuto responsabile per il fattoa lui ascritto, salvo comunque che il professionista provi del tutto e positivamente l’as-senza di sua colpa nel verificarsi del danno.

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1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALEDROPSTAR 0,4% collirio, soluzione.

2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA100 ml di soluzione contengono: Principio attivo: Acido ialuronico sale

sodico 0,4 g.

3. FORMA FARMACEUTICACollirio, soluzione.

4. INFORMAZIONI CLINICHE4.1 Indicazioni terapeutiche. Lubrificante e umettante dell’occhio

con insufficienza lacrimale (Sindrome dell’occhio secco).

4.2 Posologia e modo di somministrazione. 1 goccia nel sacco

congiuntivale 3 volte al dì o secondo eventuale prescrizione medica.

4.3 Controindicazioni. Ipersensibilità individuale accertata verso

qualsiasi componente del prodotto.

4.4 Speciali avvertenze e precauzioni d’uso. Il prodotto non

contiene conservanti: dopo la somministrazione, il flaconcino andrà

eliminato anche se solo parzialmente utilizzato. Il prodotto è solo

per uso oftalmico. L’uso, specie prolungato, di prodotti per uso

locale può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In caso di

somministrazione di soluzioni oftalmiche a scopo curativo sospendere

l’instillazione del prodotto.

4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione.

È consigliato evitare l’uso contemporaneo di altre soluzioni detergenti

o disinfettanti.

4.6 Gravidanza ed allattamento. Non sono note controindicazioni.

4.7 Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari.

Nessuno.

4.8 Effetti indesiderati. In rari casi si è osservato un fugace

offuscamento della vista all’instillazione che è dovuto alla densità della

soluzione. Esso tuttavia scompare molto rapidamente. È possibile il

verificarsi, in qualche raro caso, di intolleranza (bruciore o irritazione),

peraltro priva di conseguenze, che non richiede modifica del trattamento.

4.9 Sovradosaggio. Non noti.

5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHES01XA20 Lacrime artificiali e altri preparati.

5.1 Proprietà farmacodinamiche. Il tono ed il trofismo tissutale

sono direttamente correlati coi livelli locali di acido ialuronico, come

pure alcuni processi di differenziazione e migrazione cellulare osservati

nei processi di riparazione tissutale. L’apporto esogeno di acido

ialuronico esercita effetti protettivi e coadiuvanti in varie condizioni

di alterazione del tessuto connettivo ed epiteliale. La sua presenza,

oltre a determinare le caratteristiche di viscosità e di elasticità

proprie di certi fluidi, regola la distribuzione dell’acqua nei tessuti,

controllando in tal modo il trasporto di proteine e metaboliti attraverso

gli spazi interstiziali. Per instillazioni ripetute nell’occhio di coniglio,

il sodio ialuronato ha facilitato la guarigione delle lesioni corneali ed

ha potenziato gli effetti riparativi indotti dall’epidermal growth factor.

Applicato sulla cornea di conigli sottoposti a cheratotomia radiale, ha

potenziato la variazione diottrica indotta dall’intervento.

5.2 Proprietà farmacocinetiche. Sodio ialuronato è una sostanza

fisiologica che è ampiamente distribuita nella matrice cellulare dei

tessuti connettivi degli animali e dell’uomo. Per esempio, è presente nel

liquido sinoviale, nella cute e nel cordone ombelicale. Il polisaccaride è

reperibile nell’occhio, sia nel corpo vitreo che nell’umor acqueo.

Distribuzione dello ialuronato nei tessuti oculariSede Concentrazione P.M. TurnoverVitreo 150-300 μg/ml 0,5 - 1,5 x 106 0,45 μg/24h

Acqueo 114+032 μg/ml 4 - 6 x 106 3 μg/24h

In vivo viene sintetizzato da sinteasi situate all’interno delle membrane

cellulari e la catena cresce attraverso un poro nello spazio extra

cellulare. Soprattutto la linfa è ricca di acido ialuronico. Circa 10-100

mg di acido ialuronico vengono portati nel circolo generale ogni

giorno. Il polisaccaride viene captato dalle cellule endoteliali del

fegato che sono provviste di specifici recettori; esse lo internalizzano

ed, incorporato nei lisosomi, viene degradato. I prodotti a basso peso

molecolare, frutto del catabolismo dello ialuronato, compaiono nel

sangue 90 minuti dopo l’iniezione endovenosa del prodotto marcato.

5.3 Dati preclinici di sicurezza. Sodio ialuronato è privo di tossicità

sistemica. Testato in diversi modelli animali è risultato biologicamente

inerte. Dopo instillazioni ripetute nell’occhio del coniglio il composto

ha dimostrato di non indurre alcun effetto infiammatorio; in seguito a

somministrazione intraoculare non ha provocato variazioni apprezzabili

della tensione intraoculare, né danno all’endotelio corneale. Il prodotto

è privo di attività mutagena.

Immunogenicità: l’acido ialuronico è un componente del tessuto

connettivo con struttura identica nelle varie specie animali studiate. Ciò

costituisce verosimilmente la causa dell’assenza di immunogenicità

del composto.

6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE6.1 Lista degli eccipienti. Sodio fosfato bibasico; sodio fosfato

monobasico; sodio cloruro; acqua per preparazioni iniettabili.

6.2 Incompatibilità. Non sono note.

6.3 Validità. 2 anni a confezionamento integro. Il contenitore monodose

non contiene conservanti: il prodotto va utilizzato subito dopo l’apertura

del contenitore che andrà eliminato anche se solo parzialmente utilizzato.

6.4 Speciali precauzioni per la conservazione. Nessuna in

particolare.

6.5 Natura e contenuto del contenitore. Scatola da 20 contenitori

monodose da 0,5 ml racchiusi in bustine di PE-Al.

6.6 Istruzioni per l’uso. Aprire il contenitore ruotando e tirando il

cappuccio. Il prodotto non contiene conservanti: dopo la somministrazione,

il flaconcino andrà eliminato anche se solo parzialmente utilizzato.

7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE INCOMMERCIOBracco S.p.A. - Via E. Folli, 50 - 20134 Milano

8. NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE INCOMMERCIODROPSTAR 0,4% collirio, soluzione - 20 contenitori monodose da 0,5 ml.

A.I.C. n. 032040014

9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVODELL’AUTORIZZAZIONE28.10.1995 - 24.11.2009

10. DATA DI REVISIONE DEL TESTOGiugno 2010

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE

DEL PRODOTTO

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TIEventi

CongressiSOI

2012periodo di sospensione congressuale: dall’1 Maggio al 31 Maggio

10°CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI 23-26 Maggio - Milano

periodo di sospensione congressuale: dal 5 Novembre al 5 Dicembre

92°CONGRESSO NAZIONALE SOI 28 Novembre-1 Dicembre - Roma

CongressiSOI

2013periodo di sospensione congressuale: dall’1 Maggio al 31 Maggio

11°CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI 15-18 Maggio - Milano

periodo di sospensione congressuale: dal 5 Novembre al 5 Dicembre

93°CONGRESSO NAZIONALE SOI 27 Novembre-30 Novembre - Roma

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A Iscrizione 2012Quote associative

* I Soci che rinnovano dopo il 31 gennaio 2012 possono aderire versando la quota di Socio BenemeritoSostenitore. Come da Regolamento della Società i soci che facciano richiesta di iscriversi nuovamente aSoi, dopo un periodo di interruzione associativa di non oltre 2 anni, potranno aderire versando la quota diSocio Benemerito a euro 700.

I nuovi iscritti e tutti i soci fermi al 2009 pagheranno la quota Soi di Socio Ordinario a euro 500.

Nella quota di Socio Benemerito Sostenitore sono comprese le seguenti agevolazioni: • la polizza infortuni (limitata alla partecipazione ai due congressi annuali)

• la polizza che in materia di circolazione stradale offre un contributo per i corsi di aggiornamento per il riacquisto deipunti patente

• l’apposita tutela legale per i casi di incidente della circolazione stradale

A tutti i Congressi SOI il ritiro del badge e della borsa potrà essere effettuato al desk dedicato ai Soci Benemeriti Sostenitori.

SOCIO Benemerito Sostenitore Euro 700,00

SOCIO ORDINARIO* Euro 500,00

SPECIALIZZANDI/MEDICI FREQUENTATORI Euro 200,00

OFTALMOLOGI STRANIERI (con residenza e attività professionale all’estero) Euro 200,00

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Con una quota ragionevole si ottengono i seguenti vantaggi:

Un’estensione sul massimale di 2.080.000 euro della propria polizza di responsabilità professionale

Polizza di tutela legale

Sistema di tutela professionale del medico oftalmologo

La Relazione Ufficiale e i Quaderni di Oftalmologia

L’abbonamento annuale all’European Journal of Ophthalmology

Il “Notiziario SOI” - bimestrale

L’ingresso gratuito ai Congressi SOI

La possibilità di aderire alla convenzione assicurativa di RC professionale 1° rischio SOI

La possibilità di garantirsi con una copertura postuma

La possibilità di ottenere la CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ “CERSOI”- norma ISO 9001:2008

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