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2015 VIAGGI PHOTO INTERIOR DESIGN STYLE FASHION FOLKLORE VINTAGE ART SHABBY CHIC PROVENZALE COUNTRY FOOD ARCHITETTURA CULTURA EVENTI HOBBY LIBRI GREEN MAGAZINE

NORDIC LIFESTYLE magazine 02/2015

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Un mese ricco di sentimento e di colore. Un viaggio fatto di emozioni, dal nord Italia alla Scandinavia, da Parigi alla Provenza, per scoprire i mille volti del Nordic Lifestyle. Buona lettura!

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2015

VIAGGI PHOTO INTERIOR DESIGN STYLE FASHION FOLKLORE

VINTAGE ART SHABBY CHIC PROVENZALE COUNTRY FOOD ARCHITETTURA CULTURA EVENTI HOBBY LIBRI GREEN

MAGAZINE

Page 2: NORDIC LIFESTYLE magazine 02/2015

Mensile illustrato sullo stile di

vita nordico, vintage, country,

shabby chic e provenzale. Una

finestra sul mondo vista e

interpretata da una redazione

Italiana.

Nordic Lifestyle Magazine

è una pubblicazione visibile

gratuitamente, sul portale ISSUU

http://issuu.com/nordic_lifestyle

© Copyright Tutte le fotografie

presenti nel magazine, di cui non

verrà citato il nome dell’autore,

sono immagini tratte dal web. Le

foto realizzate dalla redazione e

quelle date in con- cessione da

terzi al nostro Magazine, sono

coperte da Copyright, pertanto

ogni utilizzo è vietato, se non con

il consenso della redazione o del

proprietario dello scatto.

Layout: Claudia Fois Silvia Montis Editing Italiano: Emma Fenu Editing Inglese: Giuseppina Pisu Antonio Coni Simona Tocco Flavia di Luzio

Cover © Photo Silvia Montis

LA REDAZIONE BACKSTAGE EDITORIALE

LOVE - La potenza dell’amore CULTURA /ARTE/LETTERATURA - Dai versi di Shakespeare al "Love Painting" - From Shakespeare´s verses to "Love Painting" INTERIOR DESIGN - Amore nell'Interior Design Shabby VIAGGI - Un cuore rubato a Parigi - Stolen heart in Paris

Errata Corrige: Post Sponsor Valentina de Micheli: Torta realizzata da Sweet Mama su progetto suo e della tito-lare

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FASHION glam - Un outfit per una serata da “Vie en rose” RICETTA - Ricetta di S.Valentino HANDMADE - La scatola dei cioccolatini RECENSIONI movie - French Kiss GREEN LIFESTYLE - L’amore non ha età

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

CULTURA /ARTE/LETTERATURA Dai versi di Shakespeare al

Amore nell'Interior Design

RECENSIONI business & food EVENTI COLLABORANDO CON P.L. LA POSTA DEI LETTORI PHOTO GALLERY

MASCHERE CULTURA /ARTE/LETTERATURA - La persona è una maschera FASHION Vintage - La maschera Tra finzione e realtà - The mask Between fiction and reality VIAGGI - Carnevale in laguna LIFESTYLE - Il Carnevale Scandinavo - Carnival in Scandinavia RICETTE - Ricetta di Carnevale

34 60 66

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www.facebook.com/NordicLifestyleMagazine

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MAGAZINE

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La redazione... Silvia Montis

“Il mio nome d’arte è Sylvié. Ho 39 anni, sposata, nata in Brianza e vissuta in diverse parti d’Italia. Sono cresciuta in Sardegna, dove ho trascorso tutta la mia infanzia e adolescenza. Diplomata al Liceo Artistico di Cagliari, ho fre-quentato corsi specialistici a Firenze e Treviso, nel ramo della grafica pubblici-taria. Negli anni ho maturato diverse esperienze nel campo pubblicitario, nell’arte, nell’editoria e nel commercio. Da tempo mi occupo di Creative Solu-tions, idee e soluzioni creative per privati e per il business (http://facebook.com/sylviestagingcreativesolutions). Dedico il mio tempo li-bero a un progetto legato al vintage e al riciclo, in un laboratorio itinerante, Jana Old Style, dove nascono idee, cambio destinazione d ’uso e colle-zionismo di antichi cimeli dallo stile Rétro, Country e Shabby (http://

facebook.com/janaoldstyle). Sono una persona sensibile, aperta, sognatrice e molto testarda ma fondamentalmente dolce. Amo i contrasti e spesso questi emergono nella mia dualità di “romanticismo fantasy” e “gothic mood”. Questo è ciò che sono: una creativa poliedrica, una che abbraccia la vita, pienamente, con tutte le sue infinite sfumature. Mi piace leggere, amo fo-tografare, dipingere, scrivere e cucinare. Sono appassionata di culture nordiche e celtiche, da anni studio tradizioni e culti che hanno legami con il paganesimo e cristianesimo, analizzando le numerose similitudini culturali tra il Nord Europa e la Sardegna. Su tali argomenti ho pubblicato un romanzo nel 2012 (http://facebook.com/laprofeziadellunistizio). Sono una ragazza con la “valigia in mano”, dai miei viaggi cerco sempre di trarre insegnamento, aprire la mente e farmi ispirare. Da qualche anno vivo a Copenhagen con mio marito. Una città che ho amato dal primo giorno. Da questa esperienza, e dopo l’incontro di persone splendide che hanno creduto nel mio grade sogno, è nato a Gennaio 2014 il progetto editoriale Nordic Lifestyle Magazine, l’attuale rivista online gratuita che dirigo, lavorando fianco a fianco con un meraviglioso staff.

Caporedattrice

Viceredattrice Emma Fenu Ho 37 anni e non ho propensione verso le categorizzazioni. Chi sono io? Una sintesi di note contrastanti: dolce e polemica, sognatrice e ironica, idealista e consapevole, chiacchierona ed empatica, passionale ed introspettiva. Sono laureata in Lettere e Filosofia e ho conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Ho vissuto in Medio Oriente e ora abito a Copenhagen. Scrivo per lavo-ro e per passione, insegno Lingua Italiana agli stranieri, tengo un Corso di Scrittura creativa, recensisco libri e intervisto scrittori, mi occupo di Storia delle Donne, di Letteratura e di Iconografia. Amo le simbologie, le domande dalle infinite risposte, la moda, lo stile vintage e shabby chic, le favole, i gatti, le serate trascorse a leggere e sferruzzare accessori in lana e la magia del Natale. Ecco i miei blog ed alcuni dei siti per cui collaboro: http://www.libreriamo.it/.../pensieri-e-parole-in-valigia...

http://emmaswoolcreations.blogspot.dk http://www.passionelettura.it/ http://www.iovo.it/ http://www.cosebellemagazine.it

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Writers

Barbara Piras “Ho 37 anni, vivo e lavoro in Sarde-gna, vicino Cagliari. Sono una persona solare, semplice e sensibile. Ho lavora-to per anni nel settore immobiliare. Amo fare lunghe passeggiate immersa nella natura, mi dedico alla cucina, amo fare torte, mi piace godermi il mare e il sole della mia amata terra, adoro stare in compagnia degli amici e della famiglia. Mi piace aiutare gli altri, in questo sono molto portata e sto fre-

quentando un tirocinio per assistente domiciliare. Il mio sogno nel cassetto? Fare il cammino di Santiago e andare in Messico. Amo la natura, gli animali, leggere e gustarmi le cose semplici della vita”.

Giuseppina Pisu “Sono nata a Cagliari per caso e vivo a Copenhagen. Ho passato l'infanzia tra vecchi libri, stoffe variopinte e il profumo dei fiori d'aran-cio del giardino di famiglia. Ho vissuto in Germania ed

Estonia e mi sono laureata a Cagliari. Dal 2012 mi occupo del progetto Ombraluna Vintage ( www.ombraluna.com e www.facebook.com/OmbralunaVintage ) e dal 2013 collaboro con il regista italiano Giovanni Coda. Mi piacciono i vecchi cappelli, i foulard, il vintage, i gatti e i cappuccini. Adoro viaggiare e acquisto sempre un anello in ogni città che visito. Ho sempre con me ago e filo, e un quaderno per fermare i miei pensieri”.

Antonio Coni

“Ho 27 anni e vengo dalla Sarde-gna. Attualmente vivo a Copen-hagen. Studio economia e infor-matica all’Università SDU e mi ritengo abbastanza soddisfatto del corso di studi che sto se-guendo, nonostante sia difficile e

impegnativo. Lavoro come cameriere in un risto-rante di Italiani. Non è il massimo della vita però ci si adatta alle esigenze. Le mie passioni più grandi sono: la pallavolo, la pesca, le lingue stra-niere (parlo e scrivo in inglese, tedesco, spagnolo e sto studiando il danese), viaggiare, uscire, cu-cinare e stare in buona compagnia. Ho la passio-ne per lo stile nordico e in particolar modo Inte-rior Design”.

Simona Lasi “Ho 35 anni, vivo e lavoro in Sardegna. Niente a che fare con le mie passioni. Amo il vintage, gli anni 50, i pois, il pizzo, e tut-to ciò che a che fare con ago, filo, bottoni e stoffe, e, soprat-tutto, adoro cucinare per chi

amo. Sono lieta di poter collaborare, con le mie ricette, con Nordic Lifestyle Magazine”. Questo è il mio blog: conlefarfallenellostomaco.blogspot.com

Claudia Fois “Ho 32 anni, vivo in Sardegna, mi piace viaggiare e tutto ciò che esprime creatività e spontaneità, la fotografia e la grafica. Fotogra-fare è il mio modo di catturare un istante che non avrà più luogo... Appassionata di saponi naturali, porto avanti un mio laboratorio di prodotti per il corpo realizzati arti-gianalmente www.facebook.com/dejanalab ”.

Flavia Di Luzio “Nata nel 1985 a Chieti e cresciu-ta a Pescara, ho conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna, specializzandomi poi in lingua finlandese e nell’insegna-mento della lingua e della cultura

italiane a stranieri. Attualmente lavoro come tra-duttrice freelance, faccio parte della redazione del sito www.bifrost.it e collaboro con le case editrici www.vocifuoriscena.it e www.liberiter.it Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici, ascoltare musi-ca, andare al cinema, leggere e disegnare. Amo gli animali, la natura, credo molto nell’attivismo e nel

volontariato”.

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Nordic Lifestyle Magazine http://issuu.com/nordic_lifestyle

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Francesca Cuzzocrea “Ho 32 anni, sono nata e cresciuta a Torino. Dopo una serie di studi pedagogici oggi lavoro come educatrice part time. Vivo la mia vita con molta intensità, non sto mai ferma, la mia mente è in continuo fermento sempre alla ricerca di ispirazioni creati-ve da seguire in periodi colorati della mia vita: cucina, design, viaggi, lettura, scrit-tura. Ogni passione è un colore. Amo la vita e cerco di assaporarne ogni istante, di scorgerne i segnali nascosti: le persone che incontriamo sul nostro cammino, i luo-ghi che visitiamo… Nulla è per caso. Basta solo saperlo vedere. Potete trovarmi nel mio blog personale: http://iomiarrangioetu.blogspot.it/ “

Donatella Bucci “Classe '54, nata a Mirandola, quella del famoso Pico Della Mirandola..., fashion desi-gner, gattofila, viaggiatrice, fotografa per passione e amante della cucina soprattutto dei piatti della tradizione. Ho coltivato in questi anni la passione per viaggi se possibile fuori dalle tradizionali rotte del turismo. Appassionata di fotografia ne ho fatto il mio hobby principale, mi piace potere condividere con le persone che amo e che stimo quello che sono le mie esperienze di viaggio, le mie emozioni e i miei contatti con le persone e con la natura. Da sempre stilista di moda e di tutto quello che c'è da creare. Fin da bambina riempivo interi quaderni di borse, vestiti, accessori scarpe e tutto quello che poteva es-sere indossato. Creare è per me la parola d’ordine”.

Writers

Simona Tocco “Ho 38 anni, lavoro come Manager presso una Firm che si occupa di edifici storici, piccoli musei e appartamenti, dove alcuni artisti hanno vissuto. Attualmente mi occupo del fun-zionamento di Handel House, il compositore tedesco, dell’appartamento di Jimi Hendrix e della cura e la protezione delle opere d’arte che si trovano in questi posti. Sono una mamma single di due bambini. Nata e cresciuta in Sardegna, ho vissuto a Torino, Dublino e ora, da 11 anni, a Londra. Per passione pitturo mobili in legno, prediligendo lo stile Pro-venzale, Scandinavo e Shabby “. Lieta di collaborare con Nordic Lifestyle Magazine.

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di nome Io che,

un progetto

(Massimo Gramellini/Chiara Gamberale - Avrò cura di te)

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"Esistono molte cose

che catturano lo sguardo,

catturano il tuo cuore:

segui quelle." (Winston Churchill)

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Foto: Silvia Montis

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Questo mese vi parleremo di amore e di ma-

schere.

Non di S.Valentino e Carnevale, no. Avete capito

bene, di amore e di maschere. Solitamente, per

noi Italiani, Febbraio è il mese associato a due

celebrazioni: S.Valentino e il Carnevale. Nei Pae-

si Nordici invece queste festività sono sentite e

vissute in modo un po' differente. La giornata

dedicata agli innamorati è concepita in modo più

generico, diventando la festa dell'amore, del

sentimento profondo, di affetto per tutti, tra ge-

nitori e figli, tra amici, verso gli animali e verso

le persone care. Certo, anche tra innamorati. È

l'Amore il vero protagonista. Nello stesso mese

cominciano i preparativi per il periodo carnevale-

sco e, a differenza nostra, nei Paesi Scandinavi i

festeggiamenti si svolgono al chiuso, con party

mascherati a tema, rimandando le sfilate a mesi

più miti, primaverili o estivi, in cui si svolgeranno

parate in stile brasiliano e multietnico. Anche il

carnevale nordico è intriso di tradizioni precri-

stiane, con tanto di pentolaccia e dolci tipici, ma

perlopiù dedicato ai bambini. La voglia di ma-

scherarsi invece è un'usanza che, per esempio i

danesi, manifestano tutto l'anno in qualunque

occasione gli si presenti. Che sia un compleanno,

una laurea, un party estivo, una festa studente-

sca o una qualsivoglia motivazione, la maschera

è sempre pronta. A Copenhagen esistono tantis-

simi shopcenter di vestiti e accessori specializzati

per queste occasioni. Non è infatti raro trovare,

per le vie della città, a qualunque stagione e ora

del giorno, persone travestite. Nel Nord Italia il

Carnevale è un vero e proprio status quo, un'i-

dentificazione culturale di molte città, come Ve-

nezia. Un po' come Parigi lo è per l'amore. In

fondo non si può parlare di Amore e di Maschere

senza che la mente vaghi per questi luoghi in-

cantati. Quindi seguiteci in questo nuovo viaggio

e lasciatevi cullare dal cuore e dalle emozioni.

Buona lettura!

di Silvia Montis

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This month we will talk about love and masks. Yes, that's right, love and masks. February in Italy is usually the month as-sociated with two celebrations, Valentine's Day and Carnival, but in the Nordic coun-tries these holidays are lived in a very dif-ferent way. The day originally dedicated to lovers is conceived in a more general way, beco-ming the feast of love, the deep feeling of affection, not only between lovers but also for parents, children, friends and animals. After all, love is the real protagonist. Carnival begins in the same month as Va-lentine’s Day and in the Scandinavian countries the masked parties are indoors. Parades take place in warmer months, spring or summer, and they are usually in Brazilian and multiethnic style. Nordic car-nival has a lot of pre-Christian traditions and various amusements mostly for chil-dren, such as pinata. Dressing up is, on the other hand, something that the Danes do whenever they can. It is not uncom-mon to find people dressed up, through the streets of the city, in any season and time of day. There is always a good occa-sion to wear a mask and get ready for a birthday, a graduation or a summer party. In Copenhagen there are many shops of clothes and accessories specialized for these occasions. In Northern Italy, Carni-val is a real status quo, a cultural identifi-cation of many cities, like Venice. Just as Paris is the city of love. After all it would be impossible to talk about love and ma-sks without having our minds wander to these enchanted places. So follow us on this new journey and let yourselves be embraced by emotions. Happy reading!

traduzione a cura di Giuseppina Pisu

Foto: Silvia Montis

Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

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Love

La potenza dell’amore

di Silvia Montis

Amore, una parola tanto usata e spesso anche temuta. L'amore, di cui spesso, sen-za renderci conto, ne ignoriamo realmente la profondità e la potenza, non è soltanto un sentimento che racchiude una miriade di sfumature ma è soprattutto una grande energia, così forte da custodire in sé un segreto che da tempi immemorabili l'uomo ha cercato di decifrare: i codici dell'esi-stenza. Può l'amore, infinito, che spezza la linea del tempo e viaggia oltre le regole della fisica e della razionalità, può questa luce, intensa e radiosa, essere veramente una salvezza per l'essere vivente pensante e non? Sicuramente questo lo hanno pensa-to in molti, potenti personaggi della storia, che vedendola come un'arma pericolosa, l'hanno temuta e imbrigliata, trasforman-dola in un virus, cercando di dominarne l'impulso e la sua natura riproduttiva e contagiosa. L'amore è così diventato spesso un male di cui privarsi, qualcosa da controllare, un istinto compromettente da soffocare. Ma cosa c'è, in verità, di più puro e fulgido del sentimento che fa palpitare il cuore, che fa tremare le gambe, che fa lacrimare e sor-ridere, che fa sospirare a pieni polmoni af-finché tutta la sua energia possa entrarci

dentro per invaderci e rigenerarci? L'amo-re è magia, è creazione, è vita. Lo sappia-mo quando abbracciamo un genitore, quando stringiamo forte le mani di un fra-tello, quando accarezziamo il nostro ani-male domestico che è divenuto ormai par-te della famiglia, quando guardiamo cre-scere un figlio e quando ci sdraiamo af-fianco al nostro compagno, che ci stringe con un senso di devozione. Dicono che le piante crescono belle e sane se gli si sus-surra con amore. Dicono che se un malato lo si accudisce con affetto può persino guarire o, se in fase terminale, morire con il sorriso sulle labbra. Dicono che per amo-re si possono compiere grandi imprese. Ma dicono anche che l'amore sia imprevedibi-le. Forse, quando lo si mischia con altri sentimenti. Esso allora può diventare per-sino pericoloso, può trasformarsi in osses-sione e possessione. Si può morire di trop-po amore. Sempre che di amore si possa parlare in questi casi. Quando l'amore è puro diventa la nostra linfa, la nostra luce interiore, in continua lotta contro le oscuri-tà che si annidano nella nostra anima. Franco Battiato la definì LA CURA.

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Foto in concessione di Silvia Montis

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"Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.

I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi".

(Franco Battiato

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"Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.

I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi".

(Franco Battiato - La Cura)

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Foto: Silvia Montis

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Love

Dai versi di Shakespeare al "Love Painting"

di Emma Fenu

C’è un muro, che limita un androne, dal quale si accede ad una casa sormontata da un balcone. Ma non si tratta solo di pie-tre e intonaco bianco, quest’ultimo perio-dicamente rinnovato. E’ uno spazio sotte-so nel tempo eterno dell’istante che sug-gella un bacio: come non ricordare il fa-moso muro della casa di Giulietta, a Vero-na, in cui gli innamorati si recavano, insie-me, in una stretta di mano, o da soli, in un sospiro, e lasciavano, come ricordo e come messaggio, una frase d’amore vergata con colori sgargianti? Al fine di preservare il monumento, un’ordinanza comunale, da alcuni anni, impone, giustamente, il divie-to di imbrattare le pareti, soprattutto con gomme da masticare, pena una salata multa. Sono destinati, per accogliere i svariati “ti amo” in una babele di lingue, appositi pan-nelli amovibili in cartongesso, che costitui-scono vere e proprie attrattive turistiche, immortalati in cartoline o in scatti fotogra-fici dei numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo. Marc Quinn, genio britanni-co dell’arte contemporanea, intuì subito il

potenziale creativo dell’amore e progettò la sovrapposizione, ai prima citati pannelli, di tele di varie dimensioni, nelle quali fu consentito, a migliaia di neo-artisti, l’uso di biglietti post-it, pennarelli e perfino gomme da masticare. Dopo aver firmato le opere migliori, lo stesso Marc Quinn ha de-nominato “Love Painting” questa peculiare forma di graffitismo. In fin dei conti, l’arte può essere anche una dimensione corale di espressione, in cui ciascuno partecipa di un progetto che rifugge ogni norma, se non quella del cuore.

"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia". William Shakespear, da “Amleto”.

ARTE E LETTERATURA

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How to forget the famous wall at Giuliet-ta´s house in Verona, where the lovers were used to go together, hand by hand or alone, sighing, and where they were used to leave messages of love written in bright colors as a sign of memory? In order to preserve the monument, a lo-cal ordinance imposes, for some time now, the prohibition of defacing the wall, espe-cially with chewing gums. They have been installed drywall panels for people who wish to leave their “I love you” messages in every language of the world. This became, in fact, a real tourist attraction. Marc Quinn, a British genius of the con-temporary art, had the brilliant idea to co-ver these panels with some textile sheets which people could use to stick their post-it, to write with markers and glue their chewing gums. Then he collected the most beautiful paintings, signed them and called “Love Paintings” this new graffiti art. After all, art can be anything, anything that expresses something that comes from the heart but doesn´t follow any particular rules.

From Shakespeare´s verses to "Love Painting"

traduzione a cura di Antonio Coni

Love ARTE E LETTERATURA

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From Shakespeare´s verses to "Love Painting"

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Entrare in un ambiente in cui si respira amore, romanticismo, calore e senso di famiglia è sicuramente il sogno di molti. Per chi ama lo stile Shabby la casa diventa lo specchio della propria anima, da tra-smettere e condividere. Nell'ultimo decen-nio, a partire dagli Usa e poi in tutta Euro-pa, si è diffusa sempre più la voglia di ma-nifestare questa dolcezza tipica dell'infan-zia o comunque legata al ricordo di un passato ricco di valori importanti come ap-punto la famiglia. Mobili vecchi e sbiaditi, spesso scrostati, dalle tinture bianche o pastello, sono la principale impronta di questo stile, ma queste linee essenziali e semplici sono solo la base di un più detta-gliato assortimento di accessori, che com-pletano il design dell'ambiente in questio-ne. Sia esso chic, vintage, country, cotta-ge, beach, french, provenzale o gustavia-no svedese, lo stile Shabby ha una parola d'ordine: AMORE.

Come esprimere questo profondo senti-mento nelle proprie mura domestiche? Lo stile Shabby ci impone di farlo con le scrit-

te, con la rappresentazione della natura, con i cuori, con i dolci e con tutto quello che genera pensieri positivi. Non sarà raro quindi trovare, sparsi per la casa, cuori di legno, gabbiette piene di fiori che simbo-leggiano la ridata libertà degli uccellini e parole, come LOVE, HOME, WELCOME, che rimbombano nelle pareti, a caratteri cubi-tali. Specialmente le scritte, che siano stencil, transfer o veri e propri oggetti tri-dimensionali, sono spesso usate come de-corazioni e le possiamo trovare in ogni an-golo, nelle casse, nelle targhe in lamiera, nelle scatole di legno contenente il tea, nei barattoli di latta, nei vecchi poster appesi in camera, nelle pareti o nei pensili della cucina. I due simboli che maggiormente rispecchiano, secondo me, l'essenza di questo stile di vita sono il cuore e la scritta "love". Ce ne sono di tanti tipi in commer-cio. Io prediligo i materiali naturali e, se siamo dei creativi, magari riusciamo anche a realizzarli a mano.

INTERIOR DESIGN

Amore nell'Interior Design Shabby

di Silvia Montis

Love

Continua… >>

Foto: Silvia Montis

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

Per le scritte: Se amate lo stile Shabby French e Provenzale allora prediligete le scritte con una grafia cor-siva molto arrotondata, come il carattere Ed-wardian, che fa molto Paris. Se invece siete più da Cottage Chic il carattere che probabil-mente più vi si addice è quello semplice ma arrotondato, come il Footlight che ricorda tan-to la scrittura Gaelica. Per gli amanti dello stile gustaviano svedese, il carattere shabby che più vi rispecchia è probabilmente quello lineare, a bastoncino, che fa tanto nordic Sty-le, purché la scritta sia decorata con motivi floreali per non perdere quel calore espressivo e quell'eleganza tipica di questo stile.

Foto: Francesca Lentis

Foto: Simona Lasi

Foto: Silvia Montis

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INTERIOR DESIGN Love

Foto: Silvia Montis

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Foto: Silvia Montis

Foto: Simona Lasi

Foto: Barbara Piras

Foto: Simona Lasi

Il cuore in legno rappresenta tutto il calore che la natura può offrire. Può essere intagliato, dipinto, in-trecciato, ad ogni modo la sua presenza in casa trasmetterà sicu-ramente tutta la dolcezza e l'acco-glienza che desiderate per i vostri ospiti. Appesi sulle finestre e nella soglia di casa, con un piccolo so-naglio attaccato, fungerà anche da protezione e da scaccia spiriti.

Foto: Simona Lasi 27

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VIAGGI

Quante volte vi è capitato di dire o sentir dire “finché non lo vedi non ci credi?” Sicuramente tante volte. È proprio vero che la vita a volte ci regala dei momenti speciali e che il mondo è pie-no di luoghi altrettanto speciali. Sono quelle cose alle quali non credi fino a che non le provi di persona. Più volte mi è sta-to consigliato di visitare Parigi e chiunque me ne abbia parlato non si è sprecato in complimenti. Città unica nella sua bellezza, romantica e passionale, meta di tutti gli innamorati. Ma non occorre essere innamorati per render-si conto di tutto ciò che la capitale france-se è capace di regalare e soprattutto, è ri-saputo, Parigi non delude mai nessuno. È giugno. Alcuni giorni dopo il mio com-pleanno, spinto dalla voglia di poterlo fe-steggiare al meglio anche se in ritardo per via del troppo lavoro, decido di intrapren-dere un viaggio in un luogo a me nuovo. È la volta di Parigi. Senza pensarci troppo su, carico il baga-gliaio della mia macchina e accompagnato da della buona musica e buoni amici mi dirigo verso Parigi. Quando arrivo in città è ormai notte fonda e la troppa stanchezza non mi permette di ammirare la città in tutta la sua bellezza. Mi rifarò domani mi dico. Al mio risveglio, in tutta fretta mi vesto e

Un cuore rubato a Parigi

di Antonio Coni

in men che non si dica mi ritrovo sul treno diretto verso il centro della città. Sono davvero emozionato. Eccomi alla stazione di Les Halles. Tra pochi istanti potrò dare il via al “tour de force” da me progettato che mi permetterà di visitare i luoghi più im-portanti nel minor tempo possibile. È quando i miei piedi toccano il suolo, le mie orecchie odono quel dolce suono che altro non è se non la lingua francese e i miei occhi vedono per la prima volta Parigi in tutta la sua bellezza, che mi rendo con-to di ciò che mi circonda e a quel punto perdo il controllo di me stesso. Cammino per ore e ore, scrutando ogni singolo an-golo della città, leggendo tutti i cartelli stradali e pubblicitari e ammirando Parigi che tutto è tranne che una città turistica. È molto di più. È un luogo magico dove vor-resti trascorrere più tempo possibile. Dopo due ore, mi sveglio da questo sogno e mi chiedo: com'è che dopo due ore di visita ancora non hai visto la Torre Eiffel? E l'arco di Trionfo? E Notre Dame? La verità è una sola. Questa città mi ha rubato il cuore e, esattamente come quan-do ti innamori, perdi il controllo di te stes-so. Adesso capisco perché la chiamano la città dell'amore. Anche io mi sono innamorato di te... Pari-gi!

Love

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Fotografie: Valentino Cocco

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Love VIAGGI

How many times in your life have you heard or used the idiom “you won´t believe it until you see it”? Probably many times. It is true, many things in life are unbelievable until you see them with your own eyes. I have been told a million times that Paris was an incredible city, unique with its beauty and the most romantic city in the world which makes it a “must destination” for all the lovers around the world. Well, you don´t need to be a lover to appreciate the city and once you visit it, you can´t deny how right people were when suggesting you to go there at least once in your life. Here´s my short but in-tense trip to Paris. It´s June. Just few days after my birthday, moved by the fact that due to work I did not have the chance to properly celebrate it, I decided to go somewhere, somewhere special whe-re I had never been before but I really would have liked to go. I´ve said to myself: it´s time to go to Paris! I filled up my car with just the essential and cudd-led by good music and good company I drove down from Copenhagen to France through Jutland, the Netherlands and Belgium. When I first arrived to the hotel it was already dark, too dark to realize the greatness of the surrounding. It has been a long trip so I decided to use my last energies to unpack my things, eat something and go to bed. I was so excited that I could not sleep but, after a while, my exhausted body betrayed me and I fell asleep. It´s morning. The long-awaited day was finally there. I quickly dressed up and after few minutes I was already in the train headed to the city centre. I went off in Les Halles train station, just in the heart of the city. In my head I had a plan, one of those guided-tour which allows you to see the most of the city in the shortest time. That plan did not real-ly work out. When my feet touched the ground for the first time outside of the train station, my ears heard that beautiful music which nothing was if not the French language and my eyes saw for the very first time Paris, it became hard to control myself.

Stolen heart in Paris

by Antonio Coni

I was happy and I could not stop smiling and I did not care so much if I was looking foolish. I could feel the power and I just started walking and wal-king and looking at everything because each corner was a special corner. Paris was not just a tourist city. It was a magic world where you wish yourself to spend a lot of time in. I was reading every sign on the street because even though I don´t speak French they were so familiar and understandable. After two hours of walking, I felt like I was waking up after a dream and I thought: what am I doing? I have already been in Paris for two hours and I haven´t yet seen the Eiffel Tower, Notre Dame de Paris, Arc de Triomphe and all the other beautiful and famous attractions I had planned to see! This city just raped me and stole my heart and now I know why they call it the city of love. I was also falling in love with you… Paris!

"I love Paris in the spring time I love Paris in the fall I love Paris in the winter when it drizzles I love Paris in the summer when it sizzles I love Paris every moment Every moment of the year I love Paris, why, oh why do I love Paris Because my love is here I love Paris every moment Every moment of the year I love Paris, why, oh why do I love Paris Because my love is here She's there, she's everywhere But she's really here." -Frank Sinatra-

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Fotografie: Valentino Cocco

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Foto: Michela Pillitu

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FASHION GLAM

Ah l’amour!

Sguardi d’intesa, sospiri rivolti alla luna, baci che inebriano. E ovunque siate vi parrà di sen-tire risuonare, quale delicata sinfonia che ac-compagna il sole al crepuscolo, la melodia del-la “Vie en Rose” e di cogliere lo scintillio del vostro abbraccio riflesso nelle acque della Senna… perché si sa, Parigi è la città emblema degli innamorati. Un pizzico di atmosfera de-gna della capitale francese lo si può ricreare in pochi attimi, anche tramite un outfit ispirato alla moda iconica degli stilisti che hanno fatto la storia e che restano indiscussi modelli di se-ducente eleganza. Iniziamo dai colori da predi-ligere: il rosa, naturellement, reso meno stuc-chevole da sapienti tocchi del colore che, più di ogni altro, conferisce fascino e mistero, os-sia il nero. Vi consiglio un abito bon ton, stile anni ’50, abbinato a un paio di “Mary Jane”, entrambi nella stessa gamma di rosa. A questo punto vi guarderete allo specchio e vi sentirete una bambina in attesa di una torta sormontata da sette candeline. Portate pazien-za. Per snellire la figura e valorizzare la grazia del viso e del collo, raccogliete i capelli in uno chi-gnon non perfettamente tirato e laccato come quello di una ballerina dell’Opèra National, ma naturale e femminile. E, ora, veniamo all’uso del nero nella scelta degli accessori: ossia una cinturina in vernice, che segnerà il punto vita; una borsa modello clutch; un paio di corvini orecchini a forma di cuore (non dimentichiamo che è la sera di San Valentino!). Se adesso

avete coscienza di essere quasi pronte per essere le principesse della serata, avete ragione. Tuttavia sarà il make up a rendervi irresistibili: trucco smokey sugli occhi, ottenuto tramite matite e ombretti sui toni del grigio antracite e del nero, accuratamente sfumati fino ad ottenere una asso-lutamente finta, e astutamente studiata, sbavatu-ra sotto la rima inferiore; lucidalabbra neutro e smalto, lucidissimo, ebano con una punta di viola. Avete indossato il cappotto, stretto il manico della borsa e state per afferrare il mazzo di chiavi per chiudere la porta alle vostre spalle? Fermatevi un istante! Avete scordato una spruzzata di profumo! Mi permetto di suggerire “J’adore” di Dior, che, in questo istante, mentre vi scrivo, accarezza la mia pelle; ma la Francia offre una tale possibilità di scelta fra fragranze sofisticate e fresche, che non potrete cadere in errore. Buon San Valentino!

“Quand il me prend dans ses bras Il me parle tout bas, Je vois la vie en rose. Il me dit des mots d'amour, Des mots de tous les jours, Et ca me fait quelque chose”. Édith Piaf, La Vie en Rose

Un outfit per una serata da “Vie en rose”

di Emma Fenu

Love

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1. www.dior.com 2. http://www.modcloth.com/ 3. http://stores.ebay.it/vogsdiguarrerasamantha 4. www.brucleshop.com 5. http://www.modcloth.com/ 6. http://www.corsinelabedoli.com/ 7. www.kikocosmetics.it/ 8. www.lauramercier.com/ 9. www.lancome.it/

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Foto: Claudia Fois

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Ricette di Simona Lasi

Preparazione Ho spezzettato 300 grammi di cioccolato fondente, e l’ho tempe-rato con la tecnica dell’insemina-zione, in questo modo: ho fatto fondere i 2/3 del cioccolato a ba-gnomaria, portandolo a 45/50°, ho tolto dal calore, e ho aggiunto il restante cioccolato, facendo in mo-do che si sciogliesse per bene, fat-to questo ho aggiunto un mezzo cucchiaino di peperoncino in polve-re, e ho continuato a mescolare fino a che il cioccolato non ha rag-giunto la temperatura di 31° (ci vorrà un pochino). A questo punto ho messo il cioccolato negli stam-pini, a cuore per l’occasione, ho battuto lo stampo sul tavolo in modo che venissero in superficie le eventuali bolle d’aria, e ho livellato con una spatola in metallo. Ho fat-to riposare fino a che non si sono completamente solidificati, e ho sformato. Buon San Valentino!

Cuoricini piccanti

Cosa mi regali per San Valentino? Bella domanda vero? E la risposta è semplicis-sima, e mai banale: cioccolatini! Ormai ce ne sono tantissime varianti in com-mercio, tantissime meno una. Quale? Quella preparata con la nostra fantasia e le nostre mani. Quale regalo è più sentito, e fatto con più amore di un dolce preparato da noi, e non parlo di torte o di un dolce qualunque, parlo proprio di cioccolatini. Sono semplicissimi da fare, e possiamo perso-nalizzarli come più ci piace, nella forma e nell’aroma: dalle più classiche arancia e noc-ciola, fino alle più particolari, speziate, o per-ché no, piccanti! Sì, avete capito bene, il peperoncino si sposa benissimo con il cioccolato fondente, e servi-ranno pochissimi ingredienti, solo due: ciocco-lato fondente, e peperoncino in polvere. Io li ho già preparati, come?

Foto: Simona Lasi

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Consigli: - per temperare il cioccolato potrete usare più di una tecnica, io ho usato questa perché, a mio parere, è la più semplice - quando aggiungerete il peperonci-no, fatelo gradatamente e assaggia-telo mano a mano, non a tutti piace il troppo piccante, e basta davvero poco per aromatizzare il cioccolato - quando sarà il momento di versare il cioccolato nello stampo, siate veloci a livellarlo, perché la massa solidifi-cherà velocemente.

Dopo aver fuso il cioccolato a bagnomaria, aggiungo il peperoncino macinato

Dopo aver sformato i cioccolatini, tolgo la parte eccedente con la pun-ta di un coltello ben affilato

Verso il cioccolato negli appositi stam-pi a cuore, livello per bene, e lo lascio riposare

Fotografie: Simona Lasi

Continua… >>

Foto: Paolo Maccioni

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Una volta che abbiamo preparato i nostri cioccola-tini piccanti non dobbiamo fare altro che confezionar-li, come? Con una scatoli-na handmade, pensata ap-posta per l’occasione. Io, avvolti i miei cioccolati-ni nella carta dorata, ho preparato la mia scatolina in feltro rosso e pizzo di cotone, piccolina e senza coperchio, ci stanno giusto 5 o 6 cuoricini, ma voi po-trete farla della misura che vorrete, e mettere quanti cioccolatini desiderate.

La scatola dei cioccolatini

di Simona Lasi

Foto: Simona Lasi

Love

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Foto: Silvia Montis

HANDMADE

Una volta che abbiamo preparato i nostri cioccola-tini piccanti non dobbiamo fare altro che confezionar-li, come? Con una scatoli-na handmade, pensata ap-

Io, avvolti i miei cioccolati-ni nella carta dorata, ho preparato la mia scatolina in feltro rosso e pizzo di cotone, piccolina e senza coperchio, ci stanno giusto 5 o 6 cuoricini, ma voi po-trete farla della misura che vorrete, e mettere quanti

Come ho fatto? Ho dise-gnato sopra un foglio a quadretti la sagoma della scatolina, facendo atten-zione alle misure, in modo che combaciassero per ogni spigolo, ho appoggia-to sul feltro, ho segnato la sagoma della scatola sul tessuto e ho ritagliato. Ho cucito con del filo spes-so solo i 4 angoli superiori, in modo che la scatolina rimanesse un po’ “panciuta”, e ho rifinito con del pizzo di cotone tutt’intorno.

L'aspetto delle

cose varia secondo

le emozioni,

e così noi vediamo

magia e

bellezza in loro:

ma bellezza e magia, in

realtà, sono in noi.

[K. Gibran]

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RECENSIONI movie

Concedetemi di condurvi in uno di quei luoghi canonici della “Douce France” tanto amati dai romantici. Lo farò con un film che, oltre a riempirvi il cuore di emozione e dolcezza, vi regalerà anche tanti sorrisi.

French Kiss è una commedia hollywoodia-na del 1995, scritta da Adam Brooks e di-retta da Lawrence Kasdan. Gli attori prin-cipali sono Meg Ryan, Kevin Kline, Timothy Hutton e Jean Reno.

Lei, americana, innamorata da tanti anni di Charlie, un canadese, ha deciso di chie-dere la cittadinanza in Canada, dove vive attualmente, per progettare un futuro con il fidanzato e pianificare il suo matrimonio a breve. Ma si sa, non sempre la vita va come si spera. Lui deve trasferirsi a Parigi per lavoro e le chiede di accompagnarlo, ma Kate non riesce a seguirlo perché ha un gran terrore di volare. Continuano a sentirsi per un po’, finché lei si accorge che c’è qualcosa di strano. Il suo fidanzato le confessa di essersi innamorato di una francese. Sconvolta, lei non si arrende a questo finale quindi decide di mettere in-sieme tutto il suo coraggio e di prende il primo volo per Parigi. È proprio in aereo che conoscerà l'uomo che le cambierà la vita.

“Mi sai descrivere il gusto? È un buon vino rosso.

Secondo me potresti fare di meglio. È un vino robusto, con una nota sofisticata ma non pre-tenziosa. Il vino è come la gente, la vigna raccoglie le influenze della vita che ha attorno, le assorbe, e così acquista la sua personalità”. Da Parigi in giro per la Provenza, tra i vigneti di famiglia, il vecchio casolare, i ricordi e le speranze per un nuovo futuro. Luc le fa cono-scere un mondo nuovo. Ed è così che il vec-chio fidanzato, nel rincontrarla in un artefatto avvicinamento pianificato ad hoc, trova una Kate diversa, cambiata. Nel suo sguardo una luce nuova. Ne rimane abbagliato. Ma il cuore di lei ormai batte per un altro, un grande amore, che ha il sapore di un rosso corposo dal retrogusto fruttato.

“Kate

Sì.

Non hai più paura di volare?

No.

Stai pensando al tuo piccolo cottage di pietra?

È su una collina vicino a una piccola vigna. Ma non è proprio questo a cui stavo pensando.

A cosa stavi pensando?

A te”.

French Kiss

di Silvia Montis

Love

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Love GREEN LIFESTYLE

L’amore non ha età. Ma se questo detto è vero, allora perché spesso i gesti d’amore degli anziani ci stu-piscono e, in altre occasioni, ci mettono in imbarazzo? Oggi si vive più a lungo e si invecchia me-glio, per cui a 65 anni (anno in cui ufficial-mente si entra nella terza età) in realtà si è ancora pieni di vita e di voglia di fare. Perché allora non si dovrebbe più amare? L’Amore e l’Eros sono una parte della no-stra psiche importante, che ci carica di energia vitale e di una bella dose di endor-fine. A 65 anni non si diventa asessuati di col-po. Dopo una vita di esperienze importanti e di sacrifici, l’amore è vissuto con maggiore consapevolezza ed è quindi molto intenso e, allo stesso tempo, delicato. Giovanna, 75 anni. Donna del Sud dal ca-rattere forte e ostinato, il cui volto segnato dall’età non nasconde tratti che, da ragaz-za, dovevano far perdere la testa a molti uomini. Franco, 70 anni. Il suo compagno da oltre trent’anni, un gigante buono. Entrambi sposati con figli, si sono cono-sciuti una sera durante una cena da amici comuni. Il loro è stato un vero e proprio colpo di fulmine che li ha portati a lasciare le rispettive famiglie pochi mesi dopo il lo-

ro primo incontro. A 74 anni, Giovanna ha un improvviso ictus che la lascia bloccata in sedia a rotelle per gran parte delle sue giornate. Vive ormai in una struttura per anziani e Franco la va a tro-vare tutti i giorni. Si prende cura di lei: le de-pila le sopracciglia e i baffetti, le mette lo smalto rosso, le pettina i lunghi capelli scuri in una treccia, guardandola sognante. “Com’è bella la mia Giovanna!” dice ogni vol-ta. “Quanti uomini ha fatto innamorare!” Con l’inverno Franco si è ammalato. Stesso tipo di male della sua compagna: una deva-stante emorragia cerebrale che non si limiterà a lasciarlo disabile. Portiamo Giovanna a salu-tarlo in ospedale, lei sa che lo vedrà per l’ulti-ma volta. Franco passa da momenti di veglia al sonno molto rapidamente, ma quando la vede sgra-na gli occhi dalla sorpresa, si toglie la ma-scherina dell’ossigeno e la bacia. “Sei l’amore della mia vita, sei bellissima.” Il suo addio. Giovanna soffrirà terribilmente della sua per-dita, lasciandosi andare a sfoghi di pianto in-consolabili, consumandosi lentamente, finché una notte un infarto la porterà via riunendola al suo amato. Perché l’amore non ha età, perché è così fun-ziona il cuore: ama. Fino all’ultimo battito.

L’amore non ha età

di Francesca Cuzzocrea

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Foto: Giulietta Luise

Foto: Francesca Cuzzocrea

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Foto: Silvia Montis

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Foto: Silvia Montis

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Foto: Donatella Bucci

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La persona è una maschera

di Emma Fenu

Speciale Maschere ARTE E LETTERATURA

"Mi metterò una maschera da imperatore, avrò un impero per un paio d'ore: per voler mio dovranno levarsi la maschera quelli che la portano ogni giorno dell'anno... E sarà il carnevale più divertente veder la faccia vera di certa gente". Gianni Rodari

"Chi sono io?". "Una persona". E l’articolo potrebbe concludersi qui, adesso, se non venisse in soccorso l’etimologia. Gli antichi latini, infatti, denominarono “persona”, appunto, la maschera di legno o terracotta portata dagli attori, intesa non tanto quale occultamento del-le reali fattezze, quanto come un mezzo per favorire l’immediata identificazione dei personaggi sulla scena e come una cassa di risonanza che permetteva alla voce di essere udita anche a lunga distanza. Gustav Jung, celebre psichiatra svizzero dello scorso secolo, ben consapevole della storia del termine ora in analisi, definì “persona” il ruolo che ogni essere umano svolge, nel mondo esterno, per rispondere a precise aspettative sociali. Ma cosa accade quando un individuo diventa troppo “persona”, ossia si identifica eccessivamente con la maschera che indossa?

Qui interviene, oltre alla psicanalisi, ancora una volta, il teatro per renderci chiaro e fruibile il messaggio: secondo Pirandello la società moderna porta ad un’a-lienazione dell’individuo, che si sente defraudato della propria identità in quanto costretto a ricoprire un ruo-lo stereotipato. Per il novecentesco autore italiano, che abbiamo co-nosciuto fin dai banchi di scuola, paradossalmente, è la scena ad essere il luogo della verità, in quanto la maschera teatrale fa cadere quella sociale.

Seguitemi in un salto nel tempo. Corre l’anno 1921. Avete indosso il vostro miglior vestito e vi accingete a varcare la soglia del teatro. Le quinte sono svelate… dove è la scena? Smarrimen-to. Indignazione. Ed ecco comparire sei personaggi senza nome, identi-ficati da un mero ruolo, che invocano il capocomico per avere una parte, che spetterà, invece, ad attori professionisti. Nessuno degli astanti è pronto, tutti sono straniati.

Ma oggi, tempo di nickname e di identità virtuali, sia-mo consapevoli più che mai di vivere nell’apparenza e che la maschera non è solo attributo degli attori o orpello delle feste carnevalesche. E’, dunque, un filtro che ci imbriglia in ciò che non siamo o ci permette, a nostra scelta, di essere e dire senza timore di giudizio? Oscar Wilde sentenziò: “Ogni uomo mente, ma date-gli una maschera e vi dirà la verità”. Voi cosa ne pensate? Scopritelo guardandovi allo specchio, la sera, prima che il sonno vi accolga. Nell’oscurità chiedetevi: "Chi sono io?".

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SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE, di Luigi Pirandello, 1921.

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Foto: Giuseppina Pisu

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La maschera Tra finzione e realtà

di Giuseppina Pisu

Oggetto di inversione, prezioso compa-gno di camuffamenti, protezione e disve-lamento di amori proibiti, identità celate da stoffe leggere, accessorio privilegiato nei rituali magici.

La maschera è un oggetto dal carattere polivalente. La datazione incerta del suo uso, il dubbio spartiacque del suo utiliz-zo, il carattere misterioso e arcano hanno fatto la sua fortuna e hanno contribuito a renderla uno degli oggetti più usati e più amati al mondo. Nell’antica Grecia veniva impiegata nel teatro e aveva la funzione di accrescere il pathos e far capire agli astanti quale emozione agitasse il cuore degli attori. Nella commedia dell’arte italiana, i carat-teri archetipici delle maschere in scena e la fugacità dell’improvvisazione rendeva-no ancora più vivo il sentimento di vici-nanza e condivisione. Attori e spettatori erano in rapporto dialettico. Con il passare dei secoli la maschera ha

FASHION VINTAGE

assunto sempre più un carattere di capo-volgimento delle comuni azioni quotidia-ne. La discesa dal palcoscenico ha fatto sì che si legasse al Carnevale e all’atmosfe-ra di gioco tipica di questa festività. Molto note e popolari sono sicuramente le ma-schere del carnevale di Venezia, come la Bauta e la Moretta. Tristemente famose sono rimaste anche le maschere cosidette d'infamia, che ine-vitabilmente esponevano i fruitori al pub-blico ludibrio. Venivano usate come puni-zione per reati di piccola entità, come l'in-sulto e il chiacchiericcio molesto, e il loro utilizzo si estese fino al 1800. Che cos'è dunque la maschera? Uno, nes-suno e centomila. Una mistificazione tea-trale. Un oggetto “umano troppo umano”, che ancora oggi suscita ammirazione e curiosità.

Speciale Maschere

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Speciale Maschere FASHION VINTAGE

The mask Between fiction and reality

by Giuseppina Pisu

An object of reversion, a precious com-panion of camouflage, a protection and disclosure of forbidden love, an identity hidden by light fabrics, an accessory of magic rituals.

The mask is an object with many featu-res. The unknown origin, the arcane and mysterious character have given the mask its fortune and helped making it one of the most used and beloved ob-jects in the world.

In ancient Greece the mask was used in the theater and had the function to in-crease the pathos and make it clear what kind of emotion was shaking the heart of the actors. In the Italian “Commedia dell'arte” the improvisation and the ar-chetypal characters of the masks on sta-ge made the feeling of closeness and sharing even more alive. Actors and spectators were in a particular dialectical

relationship. Over the centuries, the mask has increa-singly assumed a character of reversal of everyday actions. When the mask left the stage, it became a part of the game and atmosphere that defines the Carnival.

The carnival masks of Venice, e.g. the Bauta and the Moretta, are definitely so-me of the most popular and well-known. Also the so-called masks of infamy were notorious, and inevitably exposed the users to public ridicule. They were used as punishment for minor offenses, such as insulting and annoying gossip, and their use continued until the XIX century.

So what is the mask? One, No One and One Hundred Thousand. A theatrical my-stification. A "human, all too human" ob-ject, which still arouses admiration and curiosity.

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The masks of infamy. They were used as pu-nishment for minor of-fenses, such as insul-

ting and annoying gos-sip, and their use con-

tinued until the XIX century.

Fotografie: Giuseppina Pisu

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Speciale Maschere VIAGGI

Carnevale in laguna

di Donatella Bucci

...E improvvisamente l'ombra silenziosa di un uomo avvolto in un mantello scompare dietro la sagoma di una gondola, da una finestra illumi-nata arrivano le note melodiose di un minuetto, una dama avvolta in un lezioso abito settecen-tesco orlato di merletti percorre il ponte di Rial-to furtiva e leggiadra, senza accorgersi di avere lasciato dietro di sé, sul bordo del canale il suo guanto profumato di mughetto... Sembrerebbe la trama di un film ma in realtà si tratta di una normale notte veneziana del perio-do di carnevale. Il carnevale di Venezia, come fama secondo so-lo a quello di Rio, è una tradizione che risale ai primi del '900 ed é diventato il momento di maggiore importanza per la città. Fu istituito dalla Serenissima per dare modo agli abitanti della città, soprattutto a quelli dei ceti inferiori, di potere godere di un periodo di di-vertimenti sfrenati nel più perfetto anonimato. Purtroppo non fu tenuto conto che, avendo i cit-tadini la possibilità di rendersi irriconoscibili, nel periodo carnevalesco davano sfogo a tutti i de-sideri più reconditi, I furti e le malefatte au-mentarono in maniera tragica, tutto era possibi-le con il volto coperto da una maschera. L'ano-nimato era diventato l'anima stessa del carne-vale, era possibile corteggiare e farsi corteggia-re abbattendo tutti i muri della decenza e nel maggior sprezzo delle buone abitudini. La paro-la d'ordine era trasgressione per questo le auto-rità si videro costrette a proibire l'accesso delle maschere ai luoghi religiosi e alle case da gioco e dovettero evitare la circolazione notturna di personaggi ambigui. La Laguna era permeata di

mistero, le dame usavano nei e ventagli come linguaggio di seduzione e gli uomini erano i pro-tagonisti assoluti su di un palcoscenico emozio-nante. Fortunatamente tutto questo ai giorni nostri e' stato ridimensionato e il periodo ha assunto con-notati molto meno disonesti ma più frivoli e mo-daioli, la città si prepara un anno per l'altro a questo evento e già parecchi giorni prima si può avvertire una sottile euforia scorrere per le calli. La ricerca della maschera é quasi ossessiva, l'e-mozione di passeggiare sulla celebra piazza San Marco abbigliati come delle seducenti dame dell'ottocento o come dei gentiluomini avvolti nei singolari tabarri e indossando la classica Larva (maschera bianca che ricopre interamente il vi-so) e' unica e non ci si può sottrarre al suo dolce e romantico richiamo. Per una decina di giorni la città dei dogi diventa un teatro a cielo aperto. Nonostante siano passati centinaia di anni dalle prime edizioni del carnevale lo spirito primario e' rimasto lo stesso, quindi chi si aggirasse incurio-sito in cerca di emozioni tra le calli della bellissi-ma città lagunare faccia molta attenzione, le sor-prese possono essere veramente tante celate dietro le maschere, non a caso Carlo Goldoni, celebre commediografo veneziano scrisse che a carnevale … “Qui la moglie e là il marito Ognuno va dove gli par Ognun corre a qualche invito, chi a giocar chi a ballar”.

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Fotografie: Donatella Bucci

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Speciale Maschere LIFESTYLE

Il Carnevale Scandinavo

di Barbara Pisu

Chi di voi pensa che il Carnevale in Scandinavia non esista? Beh non avete tutti i torti a pensare che un posto cosi freddo possa essere privo di voglia di festeggiare e di mascherarsi... ma de-vo dirvi che non è così. Gli scandinavi festeggia-no il Carnevale, in modo diverso rispetto a quel-lo italiano magari, ma un certo legame con il più grande Carnevale del mondo come Rio, per esempio, in un dato periodo lo ha. Andiamolo a scoprire! Il popolo del Nord prende in considerazione il festeggiamento del Carnevale facendo un calco-lo dal momento in cui cade il solstizio invernale, il 21 dicembre. Ovviamente valutando che le giornate diventano più brevi dall’Equinozio d’Autunno la sua punta massima potrebbe av-venire anche intorno al 22 Dicembre; in ogni caso calcolando 40 giorni dopo questo solstizio arriva il Carnevale nordico. Esso avviene così in un periodo in cui inizia una nuova vita, rinasce la natura e la primavera è vicina. L’entusiasmo della musica e delle danze apre le porte alla gioia di vivere. Tra l’altro in questo periodo i ruoli importanti perdevano la loro competenza sociale e tutto andava fuori dallo schema. Così che le maschere principali erano rappresentate da due Signori: il Sig. Inverno “Hr. Vinter” con il suo bell’abito di pelle, paglia e paraorecchie; il Sig. Estate “Hr. Sommer” con vestiti fantasiosi e colorati, freschi e ricchi di fiori e nastri. Il Fastelavn, Carnevale Danese, un tempo era occasione di gare e giochi in cui venivano nomi-nati regnanti e conti. Nelle campagne si cele-brava con lunghe cavalcate molto simili alla Sartiglia presente in Sardegna, una regione dell'Italia. Ancora oggi esistono scuole che inse-gnano ai giovani danesi ad infilare spade di le-

gno su un foro al volo, mentre cavalcano. I par-tecipanti facevano lunghe cavalcate in giro per le fattorie a farsi offrire da bere, solitamente ac-quavite. I tempi cambiano e così spesso anche le usanze. Qualcuno continua a organizzare caval-cate, soprattutto nella zona dello Jutland, ma oramai il carnevale tradizionale è dedicato più ai bambini. Oggi la maschera per i danesi non è considerata solo tradizione carnevalesca, ma una buona oc-casione per festeggiare qualsiasi momento di fe-sta nella vita, in party a tema, tra amici o in fa-miglia. Dal momento che a febbraio fa ancora molto freddo, si organizzano infatti feste in casa che sono un’occasione per ritrovarsi tra amici e riproporre quei giochi tradizionali che stanno or-mai scomparendo, come quello in cui, legati a coppie, bisogna riuscire a mordere un biscotto o una mela che pende dal soffitto. Durante il Car-nevale si mantiene una tradizione non del tutto danese ma importata dai vicini olandesi. Si tratta del "Slå katten af tønden", colpisci il gatto nel barile", una sorta di pentolaccia che consiste nell'appendere al soffitto un barile con sopra di-segnato un gatto nero, che i bambini, a turno, colpiranno con un bastone in modo da fare usci-re le caramelle in esso contenute. Il gatto, che attualmente viene solo disegnato simbolicamen-te sul barile, un tempo aveva la sfortuna di tro-varsi davvero all'interno dello stesso. I bambini che riescono a rompere il barile in un colpo solo e a far uscire le caramelle vengono eletti Regina o Re dei gatti. Un'altra usanza popolare è quella di creare con dei rami freschi delle fruste, solitamente di be-tulla, con cui i bambini ritualmente svegliano i propri genitori la mattina della Domenica di car-

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Speciale Maschere LIFESTYLE

nevale. Questa tradizione, chiamata “Fastelavnsris”, ha radici settecentesche e comprendeva diversi costumi: uno dei più co-muni è quello in cui i genitori frustavano i propri figli per ricordare loro le sofferenze di Cristo in croce. Questa usanza cruenta fu so-stituita con un uso più simbolico, in occasione principalmente di riti di fertilità, in cui ci si dava delle frustatine per gioco. Venivano usa-ti soprattutto rami in cui i germogli che na-scevano simboleggiavano appunto la nuova nascita. A seconda delle zone si avevano delle varianti: in alcune utilizzavano mazzi di ra-moscelli di albero da frutto e preferibilmente con boccioli; altri li decoravano con piume e gusci d’uovo. Oggi vengono adornati con ca-ramelle ed è diventato quasi un diritto specia-le dei bambini per frustare i genitori in modo da istigarli a preparare loro i dolci di carneva-le. In Danimarca ci sono ancora delle zone in cui i bambini si ritrovano a cantare una tipica canzone popolare che avvisa genitori e vicini di casa che è giunto il momento di sfornare i dolci. Persino gli adulti si divertono ad andare a bussare dai vicini con il viso mascherato in modo da fargli indovinare chi si nasconde die-tro. I dolci principalmente preparati in questo pe-riodo sono i fastelavnsboller: una sorta di bi-gnè alla crema e marmellata con sopra della glassa. Qualcuno prepara la Semla, una pa-gnottella di grano farcita con panna e frutta secca. Mentre in Svezia vengono preparati i fastlagsbulle, dei panini dolci speziati al car-damomo, decorati con panna montata e ripie-ni di pasta di mandorle.

Al di là di questo periodo carnevalesco dedi-cato soprattutto ai bambini, il più grande Car-nevale in Danimarca si svolge in un altro pe-riodo, esattamente a maggio. I brasiliani so-no conosciuti per il loro Carnevale spettacola-re in tutto il mondo ma quello considerato il più grande Carnevale del Nord Europa si svol-ge ad Aalborg, il sabato e la domenica della 21° settimana che di solito è l’ultima di mag-

gio. Sicuramente questo arriva in ritardo rispet-to a quello classico ma in molti lo attendono con grande entusiasmo e preparazione. Il motto di questa festa è: “la strada è il palcoscenico e tu sei l’intrattenitore”. E’ una grande festa ricca di manifestanti, tutti possono partecipare alla cele-brazione della vita, chiassosamente divertendosi e con l’unico limite della fantasia per i propri co-stumi. Tutto è però iniziato appena trenta anni fa, nel 1983, quando un gruppo di amici orga-nizzò una festa carnevalesca di strada a cui par-teciparono poche migliaia di persone. Ora inve-ce Aalborg è diventato il centro del più grande carnevale della Scandinavia, con maschere di tutti i tipi e con un'incredibile aria di festa. E’ un evento imperdibile; la parata conta circa 30.000 partecipanti, organizzati in gruppi. Il suo unico obiettivo è il puro divertimento come emerge dalle migliaia di maschere che riempiono la cit-tà. Ogni anno l’evento cambia tema e la manife-stazione si snoda in diversi tipi di eventi: il Bør-nekarneval, carnevale dei bambini; la competi-zione musicale delle Carnival Bands e la vera e propria rappresentazione carnevalesca, chiama-ta Karnivalsparaden, che comincia nel centro della cittadina e finisce in Kildeparken. Musica, birra e un grande spettacolo pirotecnico finale chiudono l'evento a dir poco spettacolare, in cui i gruppi si sfidano per vincere la gara del miglior gruppo in maschera. Gli spettatori possono ve-dere tradizioni arrivare da tutto il mondo, gruppi mascherati che oltre da tutta la Danimarca, arri-vano da Brasile, Olanda, Belgio, ma anche dal Ghana e dalle Antille Francesi, e dall'Italia, con le maschere di Venezia e quelle della Sardegna. Tutti per dare il loro contributo con costumi sce-nografici e sfavillanti, con piume, tamburi e rit-mi sfrenati ed esotici. Che dirvi quindi: sia che vogliate trascorrere un tranquillo e classico Carnevale o che non possia-te andare in Brasile per viverne uno più sfavil-lante, potete sempre vivere la magia dei festeg-giamenti o dei ritmi di samba in Danimarca. A voi la scelta!! Buon Carnevale!

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”Fastelavn er mit navn, boller vil jeg have.

Hvis jeg ingen boller får, så laver jeg ballade. Boller op, boller ned, boller i min mave.

Hvis jeg ingen boller får, så laver jeg ballade”.

”Fastelavn è il mio nome Dolcetti voglio avere

Se non ricevo nessun dolcetto, allora combino guai.

Dolcetti su, dolcetti giù Dolcetti nella mia pancia

Se non ricevo nessun dolcetto, allora combino guai”.

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Speciale Maschere LIFESTYLE

Carnival in Scandinavia

traduzione a cura di Simona Tocco

Those who think that Carnival is not cele-brated in Scandinavia are wrong. Carnival has been part of Scandinavian traditions from centuries with two protagonists: Sir Winter and Sir Summer; young men used to ride to various villages where at their ar-rival people would offer them to drink. Cele-brations included competitions and games. The Carnival like in other countries was, and it still is, the celebration of re-birth of nature after the hard winter season. Sla Katten Tonden af, literally “hit the cat in the barrel”, is a popular game: A black cat is painted over a barrel filled with sweets and candy. The barrel is then hanged from the ceiling and children hit it with sticks, very similar to a piñata, the winner will be crow-ned King or Queen of cats. Another tradi-tion was to lash the children with fresh tree branches in order to remind them what Je-sus had to endure. Nowadays the branches are decorated with candy and sweets, a re-minder for parents that it’s time to prepare typical Carnival treats for children. In some areas of Denmark children gather together to sing popular songs and to re-mind one more time parents and neighbours to prepare sweets and fastela-

vnsboller, glazed doughnuts filled with cu-stard cream and jam. In other areas the sa-me fastelavnsboller are called Semla; filled with custard cream and nuts. Swedish chil-dren will eat their country version, the fa-stlagsbulle, spiced with cardamom, decora-ted with whipped cream and filled with al-mond based cream. Carnival has always been a festivity for eve-rybody but always dedicated to children, the festivity and celebrations culminate in May, with the biggest North European Carnival ce-lebration in Aalborg. People arrive from va-rious parts of Scandinavia and from the world, during celebrations they are all fancy dressed. The celebrations go on stages: a part entirely dedicated to children, music and competitions ending with a big parade and fireworks.

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Carnival has always been a festivity for everybody but always dedicated to children, the festivity and cele-brations culminate in May, with the biggest North European Carnival ce-lebration in Aalborg.

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Ricette di Simona Lasi

Un dolce tipico del Carnevale nordico sono i semlor (semla al singo-lare), ed erano solitamente associati all’inizio della Quaresima. Sono diffusi in tutte le nazioni scandinave e nei paesi baltici, tanto che in Islanda è usanza prepararli il Lunedi prima delle Ceneri , e questo giorno viene chiamato “Bolludagur”, dal nome islandese del dolce: “bolla” I semlor non sono altro che dei paninetti dolci speziati con il carda-momo, e ripieni, dopo cotti, con pasta di mandorle e panna montata, una bontà! Pensate che la prima versione, la più antica, era sempli-cemente un pezzo di pane nero immerso nel latte caldo. Sono perfetti per accompagnare tè o caffè, oppure, restando fedeli alla tradizione svedese, immersi nel latte caldo, e, nonostante la tra-dizione li indichi come un dolce tipico del Carnevale ormai sono di-ventati un dolce tipico finlandese, dove sono chiamati “laskiaispull”, e hanno una variante nel ripieno: la confettura di lamponi, al posto della pasta di mandorle. Vi posso assicurare che uno tira l’altro, ma mangiateli con modera-zione: si dice che Adolfo Federico di Svezia morì nel 1771 per aver fatto indigestione di questi dolcetti, dopo un pranzo che ne prevede-va ben 14 per dessert, e per questo viene chiamato “il sovrano che mangiò sino alla morte”. Prepararli è semplicissimo, ci vuole solo un po’ di pazienza, visto che è un dolce lievitato.

Foto: Simona Lasi

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

Preparazione Fondete il burro in un pentolino e aggiungete il latte. Portate alla temperatura di 37°. Sbri-ciolate il lievito in una ciotola ed amalgama-telo al cardamomo macinato, versateci il lat-te e mescolate per bene. Aggiungete la farina per poco per volta ed impastate. L’impasto deve risultare morbido e leggermente appiccicoso, a questo punto aggiungete zucchero e sale e mescolate fino ad ottenere un impasto liscio. Lasciate lievitare la pasta in un recipiente coperto da un canovaccio, in un ambiente riparato, fino a quando non raddoppia di vo-lume, impiegherà circa un’ora. A lievitazione ultimata dividete l'impasto in 15 palline e ponetele ben distanziate in una teglia rivestita di carta da forno, o se volete che tengano una forma “composta” potete disporli in pirottini in silicone, o in uno stam-po da muffin. Lasciate quindi lievitare nuova-mente per un’altra ora o fino a quando il loro volume non sarà raddoppiato. Trascorso questo tempo, spennellate la su-perficie con l’uovo sbattuto e infornate in for-no statico preriscaldato a 225° per circa 12/13 minuti. Sformate dagli stampi e la-sciate raffreddate su una grata. Quando saranno raffreddati tagliate la calot-ta superiore e scavate un po’ nella mollica: sbriciolate o passate al mixer la mollica che avrete tolto, e amalgamatela alla pasta di mandorle aiutandovi con un cucchiaio di pan-na. Adesso mettete un po’ del composto ot-tenuto in ogni paninetto svuotato. Montate la panna e con l’aiuto di una sac à poche fate dei bei ciuffi su ogni paninetto, rimettete la calotta a mo’ di cappellino, co-spargete con lo zucchero a velo, e servite. Sarà un dolcissimo Carnevale!

Semlor Svedesi

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Ingredienti per 15 paninetti:

13 gr. di Lievito di Birra 45 gr di Burro 125 ml di Latte 40 gr di Zucchero 1/2 cucchiaino di Cardamomo macinato 2 gr di Sale 250 gr di Farina 00 50 gr di Pasta di Mandorle 225 ml di Panna fresca 1 Uovo sbattuto per spennel-lare Zucchero a Velo per decorare

Foto: Simona Lasi

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S. Valentino a Copenaghen. Dove mangiare?

Vi consiglio assolutamente di or-ganizzare la vostra cenetta al Le Président Bistro, è un ristorante situato in una zona abbastanza centrale della città, Amagertorv 9. Un ambiente molto caldo e acco-gliente, dalle tonalità viola e nero, il personale è molto giovane e di-sponibile. Cosa fondamentale, non è necessario che conosciate il Danese o l’Inglese, perché il per-sonale parla anche Spagnolo e Italiano. La cucina che propongo-no è molto ampia, Messicana, Ita-liana, Danese e il Sushi in versio-ne classica e vegetariana. I piatti vengono presentati in maniera fantastica e il servizio e velocissi-mo. Se non avete il tempo di trat-tenervi per una cena o un pranzo, andateci anche solo per un sem-plice tea caldo o per gustarvi un gløgg, che vi verrà servito con gli Æbleskiver.

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http://lepresident.dk/

Mediocre

Passabile

buono

ottimo

eccellente

LA NOSTRA PAGELLA*

* La nostra è una valutazione personale e nominativa, che comprende varie considerazioni come la qualità, la professionali-tà, la gentilezza del personale e la nostra esperienza diretta. Le considerazioni fatte non vogliono screditare o elogiare, ma mirano a dare consigli ai nostri lettori.

Recensioni di Claudia Fois Traduzioni Simona Tocco Fotografie Silvia Montis

St Valentine Day in Copenhagen, where to eat?

Nordic Lifestyle recommends Bistro Le president. Loca-ted in a fairly central part of the city, precisely in Ama-gertov 9. The atmosphere is very warm and welcoming; the interior has lovely shades of purple with some black, the staff is young and helpful. Le president employs multicultural staff, together with Danish and English lan-guage, Italian and Spanish languages are also spoken. The Menu is quite variegated and includes Mexican, Ita-lian, and Sushi (both classic sushi and vegetarian one). All dishes are very well presented and the service is fast. If not hungry and / or in a hurry hot tea, glogg are also available at any time, served with AEbleskiver.

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Siete a Copenaghen e avete voglia di dolce?

Recatevi al Cafè Castro a Nørrebrogade 209, dovete assolutamente mangiare i

loro pancake. Vi chiederan-no se li preferite con la frutta

o con il gelato, voi rispondete un'opzione a caso, perché tanto

ve li serviranno con entrambi. Han-no anche un ampio menù con una va-sta scelta di piatti composti ad ottimi prezzi. Altro motivo per il quale questo locale è in cima alla lista dei miei pre-feriti di Copenaghen è che c'è il wifi free.

Where to go when, in Copenaghen, you just feel the urge to eat something sweet?

Café castro Norrebrogade 209, their pancakes are something special! You will be asked to choose between pancakes accompanied with fruit or ice cream for then been served both! The me-nu at the Café Castro is quite extensive as it also serves all in one meals.

www.cafecastro.dk

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Are you planning a dream Valentine's Day? Kakslauttanen is the right place for you! Located near the Saariselkä fell area in Inari region (Finnish Lapland), this re-sort will give you the opportunity to enjoy a truly magical night thanks to its 20 igloos and the kota (a traditional Sami tent), both made of glass, and also 60 beds in snow igloos. You'll have the chan-ce to admire the beauty of the Northern Lights through the thermal glass of the igloos, as well as avail yourselves of the amazing "Queen Suite", an elegant suite made of kelo (Siberian pine wood) that is perfect for a romantic getaway. Finally don't forget to visit the snow chapel, the ice bar, the ice gallery and the very close Urho Kekkonen National Park! So what are you waiting for? You won't regret your choice!

EVENTI

a cura di Flavia Di Luzio

Desiderate un San Valentino da sogno? Kakslauttanen è il posto che fa per voi! Situato vicino al colle Saariselkä nella re-gione di Inari (Lapponia finlandese), que-sto resort vi farà trascorrere una notte veramente magica grazie ai suoi 20 igloo e a una kota (tipica tenda sami) in vetro, nonché a 60 posti letto in igloo di neve. Non solo potrete ammirare la bellezza del-le aurore boreali attraverso i vetri termici degli igloo ma anche usufruire della bellis-sima “Queen Suite”, un'elegante suite fat-ta in kelo (legno di pino siberiano) indica-tissima per un soggiorno romantico. Infine non dimenticate di visitare la cappella di neve, l’ice bar, la galleria del ghiaccio e il vicinissimo parco nazionale Urho Kekko-nen! Cosa aspettate a cogliere questa fan-tastica occasione? Non ve ne pentirete!

San Valentino di ghiaccio

An icy Valentine’s day

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

An icy Valentine’s day

Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.visitfinland.com/.../addormentarsi-sotto... http://www.kakslauttanen.fi/it For further information, visit: http://www.visitfinland.com/.../doze-off-under-the... http://www.kakslauttanen.fi/en

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Are you in the mood for a fun-filled Carnival? Holland is wai-ting for you! Dutch Carnival is mainly celebrated in the south of the country, especially in the Catholic provinces of Limburg and Noord-Brabant. The festivi-ties will take place after the mayor will have symbolically handed over to the Carnival Prince and his subjects the keys to the city that, from February 15 to 17, will temporarily turn into the Kingdom of Fools. You can join the happy crowd wea-ring your Carnival costume and making your way from pub to pub, without forgetting to greet the Carnival Prince with the typical alaaf, of course! For further information, visit: http://www.holland.com/.../celebrate-carnival-in-holland.htm Voglia di un Carnevale all'inse-gna del divertimento? L'Olanda vi aspetta! Il Carnevale olande-se viene celebrato soprattutto nella parte meridionale del Pae-se, in particolar modo nelle pro-vince cattoliche di Limburg e Noord-Brabant. I festeggiamenti avranno luogo dopo che il sinda-co avrà consegnato simbolica-mente al Principe del Carnevale e ai suoi sudditi le chiavi della città che, dal 15 al 17 febbraio, si trasformerà temporaneamen-te nel Regno dei Folli. Potrete unirvi alla folla in festa indos-sando il vostro costume e an-dando di pub in pub, senza di-menticare di salutare il Principe del Carnevale con il tipico alaaf ovviamente! Per ulteriori informazioni, visita-re: http://www.holland.com/.../celebra-il-carnevale-in-olanda...

What could be more romantic

than a walk through medieval

alleys surrounded by the

beauty of Hanseatic architec-

ture? This is Tallinn Old

Town! Here you'll find Pikk

and Lühike streets with their

typical "guild houses", the

Rataskaevu with its picture-

sque wheel and the suggesti-

ve Katariina käik. You'll have

the opportunity to visit 11th

century buildings, galleries

and museums, as well as ha-

ve a break in a cosy café or

restaurant in the city centre.

For further information, visit:

http://

www.visitestonia.com/.../

tallinn.../medieval-old-town

Cosa c'è di più romantico di

una passeggiata tra vicoletti

medievali e bellezze dell'ar-

chitettura anseatica? Ecco a

voi la Città Vecchia di Tallinn!

Qui troverete la via Pikk e la

via Lühike con le tipiche “case

di gilda”, la Rataskaevu con

la sua pittoresca ruota e la

suggestiva Katariina käik. Po-

trete non solo visitare antichi

edifici risalenti all'XI secolo,

gallerie e musei ma anche

sostare in qualche accogliente

caffetteria o ristorante del

centro.

Per ulteriori informazioni, vi-

sitare:

http://

www.visitestonia.com/.../

tallinn-la-capitale... http://

www.tallinnestonia.it/citta-

vecchia

Parades, masked balls and lot

of cheer? This is the Düssel-

dorf Carnival, that will be held

in the German city of the sa-

me name from February 12 to

18! The event opens with the

Altweiberfastnacht ("Carnival

of the Spinsters"), where wo-

men of all ages are wrapped

up in playing jokes on men all

around the town, and then

goes on with the Jugen-

dumzug ("Youth Procession"),

the Sunday parade on the

Königsallee, the engaging

Tonnenrennen ("Barrel Race")

in Niederkassel and, finally,

the majestic Rosenmon-

tagszug ("Carnival Monday

Procession"). Fun guaranteed!

For further information, visit:

http://www.duesseldorf-

tourismus.de/.../our-top.../

carnival http://www.comitee-

duesseldorfer-carneval.de/de

Sfilate, balli in maschera e

tanta allegria? Ecco a voi il

Carnevale di Düsseldorf, che

si terrà nell'omonima città

tedesca dal 12 al 18 febbraio!

L'evento si apre con l'Altwei-

berfastnacht (“Carnevale del-

le zitelle”), che vede protago-

niste donne di ogni età inten-

te a fare scherzi agli uomini

della città, per poi continuare

con la Jugendumzug

(“Processione della gioven-

tù”), la parata domenicale di

Königsallee, l'avvincente Ton-

nenrennen (“Corsa del bari-

lotto”) di Niederkassel e, infi-

ne, la maestosa Rosenmon-

tagszug (“Processione del lu-

nedì di Carnevale”). Diverti-

mento assicurato!

Per ulteriori informazioni, visi-

tare: http://www.duesseldorf-

tourismus.de/.../our-top.../

carnival http://www.comitee-

duesseldorfer-carneval.de/de

EVENTI

a cura di Flavia Di Luzio

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Il bambino che mangiava le stelle

recensione di Emma Fenu

Collaborando con Passione Lettura LIBRI

“Il bambino che mangiava le stelle”, edito nel 2010 dalla Salani Edizioni, è un breve romanzo di Kochka, autrice di svariati libri per ragazzi.

Siamo a Parigi, ma non sotto l’imponenza della tour Eiffel, lungo le sponde illumina-te della Senna, nel buio squarciato dal potere del divino di Notre Dame, fra i co-lori ad olio e la musica di Montmartre. Ci troviamo in Rue de Merlin, numero 11, fra l’odore di baguette appena sfornate, spedizioni domenicali nel cimitero di Pere-Lachaise, corse in cortili socchiusi, scrosci di pioggia sotto l’ombrello, passeggiate in vicoli su cui si affacciano bar e botteghe. La voce narrante è quella di Lucie, una dodicenne, ossia una crisalide, non più solo bambina, non ancora adulta, che, proprio in virtù del suo essere liminare, riesce ad entrare in contatto con entrambi i mondi, quello dell’infanzia e quello della maturità.

Affamata di parole, sogni, verità e scoper-te, la ragazzina resta affascinata dal bam-bino di quattro anni, Matthieu, che abita nell’appartamento sopra il suo.

Li separano pochi scalini visibili e massic-ce muraglie incorporee. Matthieu, infatti, è autistico, chiuso nel suo mondo, nel suo definirsi “tu”, come si sente appellare, nel suo girare vorticosamente in cerchio, co-me un pianeta inglobato in un’orbita che non ammette invasioni. Ma Lucie e la sua amica Theo scoprono il suo magico pote-re: il piccolo viene da lontano, è un extra-terreste che si nutre di stelle e ha il pote-re di trasformarsi negli oggetti e, da grande, potrà farlo perfino con le perso-ne.

Matthieu sa diventare perfino il biscotto che tiene in mano, senza mangiarlo, per ore, finché non si sgretola. E allora, da-vanti a quel mutamento dello status quo, il bambino piange, perché è empatica-mente in tutto ciò che per gli altri non ha anima, perché le sue mani sono come ali di angelo capaci di donare vita. Eppure un canale di contatto con lui c’è: sono i ca-pelli. Il piccolo, infatti, si aggrappa alle lunghe chiome femminee, come se se fos-sero la treccia di Raperonzolo, per non precipitare nel vuoto dei suoi abissi.

Illustrazione Daria Palotti

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

Sito web: www.passionelettura.it

Pagina fb: www.facebook.com/PassioneLettura?fref=ts

Gruppo fb: www.facebook.com/groups/passionelettura/?fref=ts

“Ecco perché le donne hanno i capelli lunghi”, sentenzia Lucie, digiuna di antropologia e icono-grafia, ma nutrita di amore e di coraggio.

“Il bambino che mangiava le stelle” è una storia poetica e dol-ce, ma che non cela ed eufemiz-za la realtà: la rende semplice-mente ed oggettivamente tale, spogliandola dai pregiudizi e dal-la paura verso ciò che è diverso, ignoto…alieno.

“Al quinto piano sotto i tetti, quando arriva il momento di dormire, Matthieu mangia le stelle … le biglie cadono dentro la notte come stelle di sonno dentro gli occhi“.

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La mia esperienza nei Paesi Nordici Sono una grande amante del nord, del Grande Nord, da sempre. Per indole personale mi ritrovo tremendamente a mio agio con il modus vivendi delle popolazioni del nord Europa (beh… a dire la verità, non occorre andare trop-po al nord dell'Italia per trovarmi in sintonia con altre mentalità diverse da quella italiana) e per niente con quello tipico dei popoli mediterranei. Contrariamente a quanto mi accusano alcuni, non è affatto una contrapposizione tra essere caratterialmente freddi o caldi. No, non la vedo così: entrare nel detta-glio sarebbe troppo lungo ma sintetizzando al massimo lo vedo come assoluto ri-spetto della privacy e degli spazi altrui, senso civico, profilo morale elevato. Detto questo io non trovo affatto fredde le persone dei paesi nordici; ad esempio ho trovato più disponibilità, gentilezza ed altruismo durante i miei viaggi in Inghil-terra e Olanda (che ho girato molto) che non con le persone che incrocio quotidia-namente (io abito nel nord della Toscana). Quindi la voglia di visitarli è sempre stata tanta, con un po' di timore perché mi sembravano terre troppo lontane ed io non ho mai fatto viaggi troppo lunghi. Ho continuato a sognarci sopra per anni e anni, collezionando qualunque articolo parlasse di questi luoghi. La molla definitiva è scattata quando, leggendo in un diario di viaggio in Danimarca, sono venuta a conoscenza della loro abitudine di vendere prodotti propri tramite cassette lasciate lungo la strada dove la gente pren-de il prodotto, lascia i soldi e la sera il proprietario ritira l'invenduto e la cassettina con i soldi! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Avete presente sì che in Italia dopo tre nanosecondi sparirebbe pure il paletto che regge la cassetta????!!!!! Mi sono ripromessa: se al mondo esiste un luogo con un tale livello di civiltà, io ci devo andare!!! (Poi da una amica ho scoperto che questa abitudine la hanno anche in Svizzera).

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Foto: Paola Pattz 81

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E dunque, dopo anni e anni, la scorsa estate finalmente ho fatto il mio agognato viaggio in Danimarca. Adesso mi fermo qui, perché se mi metto a raccontare an-che delle mie vacanze non la finisco più. Magari in un'altra puntata… Aggiungo solo che sono rimasta assolutamente soddisfatta, che era tutto come mi aspettavo (no, pure meglio!!!) e che ovviamente spero di tornarci di nuovo. In po-chi giorni ho ottimizzato il tempo a disposizione e sono riuscita a vedere un sacco di cose ma ovviamente molto mi resta da vedere! E guardate un po' qui cosa ho fotografato…

Paola Pattz

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"Una grande fotografia è la piena espressione di ciò che si sente su ciò che viene fotografa-to, nel senso più profondo, ed è quindi una vera espressione di ciò che si sente sulla vita nella sua interezza"

(Ansel Adams)

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“Una foto per il magazine” è un gruppo nato su facebook, fondato da Silvia Montis e amministrato da Claudia Fois, a cui aderiscono fotografi e fotoamatori da tut-ta Italia e non solo. In questo spazio virtuale si condividono scorci del proprio mondo, della vita, dei sentimenti e delle emozioni che attraverso la fotografia prendono il volo. Non ha nes-suna pretesa di tipo professionale o di ri-conoscimento e la gran parte degli iscritti sono appassionati che si dilettano e condi-vidono i propri scatti. Da questa condivisione e bellissimo scam-bio è nata l’idea di portare, con il permes-so dei proprietari e la scelte personale e indiscutibile dalla redazione, le foto del gruppo nel magazine Nordic Lifestyle. Creando così una galleria fotografica men-sile a tema.

Photo Gallery

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85 Foto di Francesca Mannias

Volete partecipare alla Photo Gallery mensile di Nordic Lifestyle? Iscrivetevi al gruppo UNA FOTO PER IL MAGAZINE https://www.facebook.com/groups/1397663167196917/ Leggete il regolamento e postate le foto, se-guendo il tema propo-sto di volta in volta. Ri-cordate di scrivere, come titolo, “una foto per il maga-zine”, poichè questo ci consentirà di inserire le foto selezionate.

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Fotografie di Giulietta Luise

Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

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Fotografie di Francesca Lentis

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Foto di Giulietta Luise

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Foto di Francesca Cuzzocrea

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Foto di Ida de Santo

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92 Foto di Simo Esery

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Foto di Giulietta Luise 93

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Fotografie di Giulietta Luise

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96 Fotografie di Fabienne Lazzarotto

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

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Foto di Fabienne Lazzarotto

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Fotografie di Donatella Bucci

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