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Notiziario del GOI I FUTURI POSSIBILI ISSN 2499-1651 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/07/2016 ANNO I - NUMERO 4 APRILE 2016

N ot i z ia r d e l G O I NNO I - NUMERO 4 APRILE I ......cui parlare di valori e di principi da perseguire. Per par-lare di cultura, scuola, merito, diritti. Parlare di un nuo-vo

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N o t i z i a r i o d e l G O I

I FUTURI POSSIBILI

ISSN 2499-1651

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/07/2016

ANNO I - NUMERO 4

APRILE 2016

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ERASMO

Notiziario del GOIPeriodico mensileAnno I - Numero 4 Aprile 2016

Direttore ResponsabileStefano BisiConsulente di DirezioneVelia Iacovino

EditoreAssociazione Grande Oriente d’Italia, Via di San Pancrazio 8,Roma

Legale rappresentante: Gran Maestro Stefano Bisi

Direzione RedazioneAmministrazioneErasmo Notiziario del GoiVia di San Pancrazio 8 00152 RomaTel. 065899344 Fax 065818096Mail:[email protected]

StampaConsorzio Grafico Srl, Tivoli (RM)

Registrazione Tribunale diRoma n. 177/2015 del 20.10.2015

ROC n. 26027 del 13.11.2015

In caso di mancato recapitoinviare al CSL Stampe Romaper la restituzione al mittenteprevio pagamento resi

www.grandeoriente.it

AVVISO AI FRATELLIInvitiamo tutti i Fratelli e tutte le logge a inviare d’ora in avanti le notizie pubblicabili

sulle testate del Grande Oriente – Sito, Erasmo e Newsletter –a questo indirizzo di posta elettronica:

[email protected]

A questo stesso indirizzo potranno anche essere inviate lettere, alcune delle quali verranno pubblicate nella rubrica La parola è concessa

SOMMARIO

Gran Loggia 2016

Noi massoni operai di un cantiere infinito 4

I futuri del mondo tra diritti e doveri 10

La spiritualità che unisce 12

La perfetta uguaglianza 15

Repubblica70

Il Grande Oriente in moschea 16di Gianmichele Galassi

La crisi e i diritti dei lavoratori 18

A Macerata nel segno della Storia 19

La rassegna di eventi del Goi 20

In Primo Piano

Restituiteci Palazzo Giustiniani 22

Estero

Le logge “Europa” insieme ad Atene 21

Servizio Biblioteca

Gran Loggia 2016 Due mostre e una pioggia di libri 28

Gran Loggia - Cultura

Mozart, il grande protagonista 30

Mucha e il simbolismo massonico 31

Views e News 24

immagine di copertina:L’ingresso alla Gran Loggia 2016

al Palasport di Rimini

(Foto della Gran Loggia by Soldano Tecnifoto)

ASSOCIATO

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“Noi liberi muratori siamo combattenti, uomini senzatempo e senza età che vanno perennemente ad una scuo-la speciale, dove si insegnano le dure materie della fra-tellanza, dell’umiltà, della tolleranza, della solidarietà,dell’amore e dove, attraverso una lunga e paziente pra-tica, si rinvigoriscono le virtù e si dominano, non senzafatica, i vizi. Noi massoni siamo eterni operai di un can-tiere infinito, dove ognuno mette la propria passione, ilproprio impegno, il coraggio, i propri talenti”. Un’allo-cuzione trascinante, più volte interrotta da lunghi ap-plausi, quella pronunciata nel tempio a porte aperte delGran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, aconclusione della prima giornata di lavori rituali dellaGran Loggia 2016, che si è tenuta al Palacongressi di Ri-mini. Un’allocuzione che ha toccato tantissimi temi discottante attualità, dipanandosi sul filo rosso dei “Dove-ri dell’uomo e i diritti del mondo”, che è il titolo datoall’appuntamento di quest’anno, che è stato dedicato aquel rapporto speciale che lega tutti noi esseri umani gliuni agli altri attraverso la rete invisibile dei nostri com-portamenti e che ci ha portato fino a questo momentodella nostra storia. Un appuntamento, che, come ha ri-cordato il Gm, che “fa parte del nostro quotidiano impe-gno di essere massoni e della consapevolezza di doverci

continuamente migliorare con il confronto, con il dialo-go, che fanno crescere la nostra Comunione, che in Euro-pa continua con il vento in poppa la sua fase di arricchi-mento numerico e qualitativo delle colonne. Oggi i liberimuratori del Grande Oriente d’Italia sono 22.703 e sonopresenti in tutte le province italiane. Da qualche settima-na – ha annunciato il Gm con grande orgoglio – anche aMatera”, che era l’unico capoluogo d’Italia a non avereancora un’officina. Un ritorno importante dopo 30 anniin una città ricca di storia, proclamata capitale europeadella cultura per il 2019.

Le nostre idee per l’Italia

Nel tempio gremito e carico di emozione, fra gli antichisimboli del Sole e della Luna e dei i segni zodiacali, ilGran Maestro ha emozionato la sterminata platea con lesue parole ricche di umanità, dirette al cuore della Co-munione e piene di affetto sincero e considerazione perquei fratelli che hanno rappresentato e rappresentano unesempio da seguire. Da Renato Boeri, che era una pre-senza importante a Rimini, con la sua preziosa collezio-ne di materiale filatelico, ad altri passati all’Oriente Eter-no e altri ancora che avrebbero voluto partecipare allaGran Loggia ma che per motivi di salute o di anzianità

RIMINI

Noi massoni operaiBattersi per favorire le prospettive di crescita che possano coniugare le esigenze della Terra e quelle dell’Uomocancellando tante ingiustizie e iniquità. L’appello lanciatoa Rimini dal Gran Maestro Stefano Bisi ai liberi muratori

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non hanno potuto farlo Francesco, impegnato a combat-tere una dura battaglia; Alberto, che viveva nelle monta-gne del Casentino e che non riuscendo più ad andare inloggia a causa dell’età la sera della tornata si chiudevanella sua stanza e leggeva il rituale da solo. O Silvano diMassa Marittima e Michele di Vasto. E ancora Masucciodi Alghero e Aurelio di Locri, che ogni mattina con unamail augura ai fratelli una buona giornata dalla Calabria.“Sono liberi muratori, sono uomini di ieri, di oggi e didomani. Sono uomini della Tradizione e di una nobileArte. Tutti qui, virtualmente presenti”, ha detto il GranMaestro. “Noi siamo massoni del Terzo Millennio e lenostre coscienze sono pulite, così come le nostre azioni ele nostre idee che in questo difficile momento sono rivol-te all’Italia, la nostra meravigliosa nazione”.

Festeggiamo la nostra amata Repubblica

“Noi del Grande Oriente, pensiamo con forza e intatta fi-ducia alla nostra amata Repubblica che fra qualche mesecompirà 70 anni. Una bellissima signora in abito tricoloreche merita ammirazione, dignità e rispetto. Come meritadignità e rispetto la nostra Costituzione, nei cui articolisono elencati in maniera chiara ed efficace, senza inter-pretazioni e vani giri di parole, gli ineludibili e sacriprincipi di libertà, uguaglianza, solidarietà, fratellanza”,

è stato poi l’invito lanciato dal Gran Maestro. “Una Co-stituzione da amare come l’amò Meuccio Ruini, massonedel Grande Oriente d’Italia, e presidente della Commis-sione dei 75, che partecipò alla redazione della Carta in-sieme a tanti altri padri nobili della nostra nazione”, haaggiunto Bisi. “È anche per ricordare il loro grandeesempio e la loro infinita aspirazione di dare all’Italia unfuturo di pace e serena operosità, che noi uomini delGrande Oriente d’Italia abbiamo sentito e sentiamo par-ticolarmente questa ricorrenza, ed abbiamo inteso cele-brarla adeguatamente organizzando una significativa se-rie di convegni in tanti luoghi simbolo del Paese. Luoghidi lavoro e di diritti al lavoro come Terni e Piombino.Luoghi di integrazione come la moschea di Colle Vald’Elsa. Luoghi di spiritualità come il tempio valdese diTorre Pellice. Luoghi in cui ri-unire l’Italia e non ri-divi-derla, come Reggio Calabria Lipari e il Sud. Luoghi incui parlare di valori e di principi da perseguire. Per par-lare di cultura, scuola, merito, diritti. Parlare di un nuo-vo sogno possibile: quello di contribuire tutti insieme al-la rinascita del nostro Paese”.

Scattiamo un selfie dell’Italia e spediamolo al mondo

“ Nei nostri piccoli e grandi comuni, sul mare e in mon-tagna facciamo tutti e spediamo nel mondo un gigante-

di un cantiere infinito

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sco selfie con l’hashtag #ioamolaRepubblica, io sono l’I-talia”, ha proseguito il Gran Maesrtro, auspicando chel’Italia possa diventare e proporsi al mondo come quel“laboratorio della speranza”, che anche il presidente delConsiglio Matteo Renzi a invitato a costruire. “Rispon-diamo così, rinnovando l’amore per l’Italia – ha rimarca-to Bisi – a chi pensa che con la globalizzazione e l’Era delvirtuale l’identitànazionale sia robada mettere in se-condo piano as-sieme ai forti va-lori sui quali è na-ta la nostra nazio-ne e sui quali dob-biamo batterci perconsentire al Pae-se di avere un fu-turo solare e chetuteli i diritti diogni uomo”. E ilpensiero è andatoa Marco Pannella,paladino dei dirit-ti umani e civili. “E a proposito di diritti, noi del GrandeOriente d’Italia – ha poi ricordato il Gran Maestro datempo ne reclamiamo uno a gran voce: nel pieno rispettodelle Leggi e con un’inesauribile energia, non ci stanche-remo mai di rivendicare la piena attuazione di quell’ac-cordo con il Senato e il Ministero delle Finanze che ci ri-conoscevano dopo anni di lettere e carta bollata, quei 120metri quadri di Palazzo Giustiniani, la nostra antica eamata casa, per realizzare il museo della Massoneria ita-liana. Ebbene, noi quel museo – ha ripetuto – lo deside-riamo più di ogni altra cosa. Noi quel museo lo vogliamofare! Ecco perché stiamo percorrendo tutte le vie possibi-li e siamo pronti anche ad esperire quella di ulterioriazioni pur di ottenere quello che ci spetta. Dobbiamorealizzarlo il Museo della Massoneria in memoria e in se-gno di eterna gratitudine per tutti gli uomini che hanno

contribuito a fare l’Italia. Uomini coraggiosi, forti e saggicome il Gran Maestro eletto Achille Ballori”, che, in quelpalazzo perse la vita per mano armata di un folle cuiqualcuno aveva fatto credere che i suoi problemi deriva-vano dalla Massoneria e al quale a Rimini il GrandeOriente ha dedicato un radiodramma”.

Le chiavi di Palazzo Giustiniani

Poi, una sorpresa.Il Gran Maestroha mostrato lechiavi del palaz-zo che la Masso-neria italiana ac-quistò a inizio delsecolo scorso eche il Fascismo lerequisì. “Le ab-biamo ritrovate –ha spiegato – du-rante un trasloco,con queste chiaviil nostro fratelloMario Sacconi ha

chiuso per l’ultima volta quella porta. Mario ha no-vant’anni, vive a Roma. Mi dice spesso: ‘Gran Maestro,vorrei tornare a Palazzo Giustiniani prima di passareall’Oriente Eterno’. E con Mario, Bisi ha parlato in col-legamento telefonico. Sono stati momenti straordinariper tutti tra le colonne del tempio aperto. Sacconi haraccontato la tristezza di quell’addio alla casa, il porto-ne che si chiudeva alle sue spalle, la storia che quel pa-lazzo racchiudeva, la storia di uomini che avevano avu-to il coraggio delle proprie idee, che si erano opposti al-l’orrore della dittatura fascista, che avevano lavorato,ogni giorno, ogni sera al bene dell’umanità. Mario hadetto che vuole e deve essere lui a riaprire quella porta.E Bisi ha aggiunto che quella “porta deve essere riaper-ta per Mario e per tutti i massoni del Grande Oriente”.“Ce lo meritiamo – ha ripetuto con forza il Gran Mae-

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Il messaggio del Presidente Mattarella Tanti i messaggi arrivati alla Gran Loggia, tra cui quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che haespresso a tutti i partecipanti i migliori auguri di buon lavoro tramite il Segretario Generale della Presidenza della Re-pubblica Ugo Zampetti; dal Presidente del Senato Pietro Grasso, dall’on. Maria Elena Boschi, Ministro per le RiformeCostituzionali e per i Rapporti con il Parlamento; dall’on. Marianna Madia, Ministra per la Semplificazione e la PubblicaAmministrazione; dal Sottosegretario alla Difesa, On. Domenico Rossi; dal Presidente della Commissione Attività pro-duttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, On. Ettore Guglielmo Epifani; dal Capo di Stato Maggioredell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa; del Rettore dell’Università degli Studi diMessina, Professor Pietro Navarra; del Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto; dal Presidente dellaRegione Calabria Gerardo Mario Oliveri.

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stro – Sì, possiamo gridarlo ad alta voce senza paura dinessuno, noi liberi muratori del terzo millennio lo me-ritiamo ampiamente per l’impegno, il coraggio e la pas-sione che mettiamo e continueremo a mettere. Lo meri-tiamo per il grande cuore che abbiamo dimostrato dipossedere e per la nostra benefica azione che da qual-che tempo è vista sotto una luce diversa, e direi signifi-cativa, anche da chi ciha persino scomuni-cati”.

Il Gran Maestro cita ilcardinale Ravasi

“Noi non siamo unaReligione né unaChiesa, né vogliamodiventarlo. Siamo so-lo una grande Istitu-zione che oggi vieneguardata senza pre-giudiziali anche dallaChiesa”, ha detto Bisi.“Come non essere lie-ti del fatto – ha ag-giunto – che il cardi-nale Gianfranco Ravasi ha scritto di dialogo con i mas-soni, di valori comuni e condivisi sui quali confrontarsisuperando ottuse chiusure e abbandonando i pregiudizie le accuse del passato. Ho risposto al Cardinale – ha ri-ferito – manifestando l’importanza storica della sua ri-flessione ed auspicando l’avvio di un fecondo dialogoche per i massoni è sempre stato alla base di ogni serena,pacifica, civile e necessaria convivenza”. (Vedi Erasmon. 2 - Febbraio 2016). “Sono sempre più convinto – haproseguito – che il cardinale abbia avuto un grande co-raggio nel riflettere, senza pregiudizi, sulla Massoneria.E noi, pur mantenendo ferma la nostra identità e il rifiu-to di ogni dogma, non possiamo non avere altrettantocoraggio cercando un dialogo fra forze che operano per

il Bene comune. La Libera Muratoria non è contraria allaChiesa, rispetta tutte le Religioni e il credo dei propriiscritti. Non è più tempo di aprioristiche divisioni e nonè più tempo di crociate e inquisizioni contro niente enessuno. Oggi, le Istituzioni spirituali e laiche, devonounirsi, lottare insieme per sconfiggere il terrorismo e ifanatici spacciatori di odio e di morte che vogliono se-

minare distruzione epaura in Europa e inaltre parti del Mon-do. Gli uomini invecedevono rispettaretutti gli uomini, e ga-rantire i diritti di tut-ti. A partire da quelloalla vita e ad un’esi-stenza degna perqualsiasi essere uma-no. E gli uomini de-vono rispettare i di-ritti della Terra, sal-vaguardandola edamandola come unamadre, e senza sac-cheggiarne le risorse

come è stato fatto da troppo tempo”.

Doveri e diritti che dobbiamo avere a cuore

“Noi liberi muratori – ha rammentato – siamo consape-voli di avere gli stessi diritti degli altri uomini ma anchepiù doveri rispetto ad essi. Ecco perché abbiamo sceltoquesto impegnativo tema quest’anno come titolo dei La-vori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia-Pa-lazzo Giustiniani. È quanto di più attuale, di più subli-me, ma anche di più problematico allo stesso tempo sipossa discutere e mettere in pratica. I Doveri dell’Uomoe i Diritti della Terra sono strettamente legati. Sono qual-cosa che riguardano tutti noi, tutta l’Umanità, e che dob-biamo sentire vivi e pulsanti dentro di noi. Doveri e Di-

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Trentatrè rappresentanze massoniche estere Sono state trentatré le rappresentanze massoniche estere che quest’anno hanno partecipato alla Gran Loggia del GrandeOriente d’Italia, che si è tenuta a Rimini dal primo al tre aprile e che è stata dedicata al tema “I doveri dell’uomo, i dirittidel mondo”. Presente il presidente onorario della Conferenza Mondiale delle Grandi Logge, Thomas Jackson, che è ancheGran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia. Tra le istituzioni liberomuratorie rappresentate le due più giovani:la Gran Loggia di Albania, presente con il Gran Maestro, e la Gran Loggia regolare di Monaco, entrambe costituite nel2011. E le tre più antiche: le Grandi Logge Unite di Germania, risalenti al 1737, la Gran Loggia Nazionale di Polonia,risalente al 1780 e la Gran Loggia d’Austria, risalente al 1784. Rappresentate anche la Gran Loggia di Francia e quella diSpagna. Delegazioni sono arrivare dall’India e dal Burkina Faso, dall’Uruguay e da Cuba. Per la Gran Loggia di Turchiapresenti come osservatori due esponenti. Sono intervenuti anche rappresentanti dell’Ordine DeMolay internazionale.

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ritti che dobbiamo avere veramente a cuore, che dob-biamo perseguire con forza e vigore, che dobbiamo at-tuare e difendere: da quelli civili e politici, a quelli eco-nomici, sociali, al lavoro, all’istruzione, al diritto alla sa-lute, fino a quello della vita”. Doveri e Diritti che sem-brano scontati e che invece “ancora oggi sono spessooscurati dalle nebbie della Ragione”, ha spiegato, citan-do i tanti rapporti dell’Onu, dell’Unicef, di Amnesty, edi altri organismi internazionali che ci raccontano atro-cità e ingiustizie del mondo. A partire dai diritti calpe-stati, ignorati eabusati dell’in-fanzia. Bambinie bambine, sot-toposti a inau-dite violenze,vittime di mise-ria e fame, disfruttamento, diabusi sessuali epersino arruola-ti come soldati.“Crimini orren-di che ci devonofare riflettere,indignare e so-prattutto spin-gerci a costruire in tempi non biblici un domani miglio-re per i giovani del mondo”.I rifugiati, un altro argomento caro al Gran Maestro. “Intema di diritti da assicurare – ha detto nella sua allocu-zione – la mente di ogni uomo non può più ignorare, e lacoscienza dei capi di stato non può non illuminarsi, difronte alla sempre più drammatica questione dei rifugia-ti. Una vicenda che, lontana dal trovare una seria edumana soluzione condivisa, vede una moltitudine impe-gnata ancora a parlare solo e soltanto di quote, come sifaceva anni fa con le famose quote latte. Peccato che sitratti di vite, di bambini, di uomini e donne, noi liberimuratori vogliamo una più umana considerazione. Nonci sono ultimi della Terra, ma primi doveri nei confrontidegli ultimi.

Le parole di un celebre capo indiano

Ma Bisi si è soffermato anche su un’altra importanteemergenza, quella ambientale. “Dobbiamo avere tutti –è stato il suo appello – una maggiore e piena consapevo-lezza dei diritti della Terra. In una commovente letteraal Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce, nel 1854 ilcapo indiano Capriolo Zoppo scrisse queste significati-ve parole: ‘Questo noi sappiamo: la terra non appartieneall’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noisappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue

che unisce una fa-miglia. Qualun-que cosa capita al-la terra, capita an-che ai figli dellaterra. Non è statol’uomo a tessere latela della vita, egline è soltanto un fi-lo. Qualunque co-sa egli faccia allatela, lo fa a se stes-so’. Abbiamosconvolto – ha ri-cordato il GranMaestro – il siste-ma ecologico, il

clima, inquinato fiumi e mari. E di fronte a tutto questo,di fronte all’esplosione demografica di alcune zone delglobo ed alla crescente richiesta di cibo che tante popo-lazioni non hanno, a discapito di altre che sono menoaffollate e più ricche, continuiamo ancora a pensare inmodo egoistico e cercando di fare solo gli interessi di al-cuni popoli a discapito di altri. No, carissimi fratelli, laMassoneria è Universale come la Terra e deve riunire ciòche è sparso. Battersi per favorire prospettive di crescitache possono coniugare le esigenze della Terra e quelledell’Uomo, cancellando tante ingiustizie e iniquità chemettono a rischio tutti i possibili futuri del Mondo. Po-trà dirsi, oggi più che mai, veramente saggio l’Uomo chesi renderà protagonista di un tale sviluppo per l’Uma-nità. Noi massoni, abbiamo le capacità e le forze per far-

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Siamo parte della Terra…Siamo parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli; il cervo, il cavallo, le grandiaquile sono nostri fratelli… Questa terra per noi è sacra. Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiuminon è solamente acqua, per noi è qualcosa di immensamente più significativo: è il sangue dei nostri padri…».Così re-plicava, nel 1854, il capo indiano Capriolo Zoppo al Presidente degli Stati Uniti � Franklin Pierce � che gli proponevadi vendere una parte del territorio indiano in cambio di una riserva per i pellerossa. Il bellissimo testo è consideratoun manifesto senza tempo dei diritti della terra, una chiave per capire le profonde relazioni che legano gli uomini traloro e al pianeta che abitano.

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lo, grazie all’interminabile catena d’amore e solidarietàche la Libera Muratoria è in grado di sollevare in qual-siasi momento, al contrario degli odiosi muri dell’odio edella separazione, in ogni angolo della superficie terre-stre. Con orgoglio e responsabilità gridiamolo a tutti: LaMassoneria è Vita ed è Bellezza. È emozione. Dove c’èun massone, anche un solo massone, c’è sempre un di-fensore del diritto ed una fondata speranza di lavoraresempre per una causa giusta”.

Una catena d’unione sulle note di De Andrè

E alle cause giustesono votati, e lo so-no sempre stati, iliberi muratori, cheper fortuna, hadetto il Gran Mae-stro avviandosi aconcludere “sonotanti e decisi nellaloro Arte Reale ehanno braccia soli-de e la nobile di-gnità impressa nel-le facce dei marinaidi Fabrizio De An-drè, in quell’auteti-co capolavoro degli anni Ottanta che è la canzone Creuza

De Ma, che significa Vicolo di mare. Essi partono da quei vi-coli, navigano, pescano e fanno ritorno a casa. Sono diver-si ma affratellati da usi, ritmi, gesti, vocaboli che si sonomiscelati e uniformati. Dalle coste del Nord Africa, a quel-le balcaniche, elleniche e mediorientali, le città di mare chesi affacciano sul Mediterraneo hanno culture e porti diver-si ma in esse batte uno stesso cuore antico ed universale.Unico e coraggioso come quello della Libera Muratoria e

della sua necessaria, ed ineguagliabile Tradizione. Noi li-beri muratori siamo come le Farfalle, abbiamo due ali,quella della passione e quella della ragione. Voliamo, co-me le Farfalle, con Forza, Coraggio e rinnovato Vigore”.Poi sulle note del grande cantautore genovese il GranMaestro ha concluso la sua allocuzione invitando tutti auna grande catena d’unione”. Creuza de ma del 1984, è unalbum realizzato dal celebre cantautore in collaborazionecon Mauro Pagani, e interamente cantato in genovese,idioma della Repubblica di Genova, tuttora vivo, che è

stato per moltisecoli una delleparlate più usateper la navigazio-ne e gli scambicommerciali nelBacino del Medi-terraneo. Il titolofa riferimento al-la crêuza o crosa,termine che indi-ca una stradinacollinare (construttura simileai celebri carug-gi, che però sonoperlopiù urbani),

spesso sterrata o mattonata, in salita, delimitata da mura,e che porta in piccoli borghi, sia marinareschi che dell’im-mediato entroterra. In questo caso però la crêuza di maresi richiama poeticamente ed in maniera allegorica ad unfenomeno meteorologico del mare altrimenti calmo che,sottoposto a refoli e vortici di vento, assume striature con-torte argentate o scure, simili a fantastiche strade da per-correre come vie, crêuze de mä appunto, per intraprende-re dei viaggi, reali o ideali. Una straordinaria metafora.

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Siamo tutti figli della stessa madre terra, non dovremmomai dimenticarlo. Se lo facessimo non ci sarebbero murie fili spinati. E’ questo il messaggio che il Gran MaestroStefano Bisi ha lanciato intervenendo al primo dei due in-contri organizzati a Rimini in occasione della Gran Loggiache quest’anno ha avuto come filo rosso il tema “I doveridell’uomo, i diritti del mondo”. A introdurre il dibattitodal titolo “I futuri del mondo”, al quale hanno preso partelo storico Marcello Flores D’Arcais docente all’Universitàdi Siena e l’inviato del Tg3 Nico Piro, il giornalista AngeloDi Rosa, che ha acceso i riflettori sulle tante emergenzeche caratterizzano la società globalizzata nella quale vi-viamo, a partire dalterrorismo e dalle mi-grazioni di massa,provocate dalla po-vertà e dalle guerreche si combattono innumerose aree delmondo. “Tutti noi –ha detto – nella vitaquotidiana guardia-mo al futuro, tentia-mo di prevederlo,tante volte lo faccia-mo anche senza ren-dercene conto. Mapochi si spingono ol-tre l’immediato per occuparsi dei problemi che riguardanogli altri uomini e per domandarsi a cosa sta andando in-contro l’umanità”.

Angelo Di Rosa, bisogna avere una prospettiva globale

“Cosa accadrà da qui al 2033, che aspetto avrà il pianetaquando sarà abitato da due miliardi di persone in più, qua-li risorse scarseggeranno, ci saranno guerre per l’acqua oper il petrolio, quali saranno i nuovi assetti territoriali,quali stati saranno predominanti? E i diritti saranno assentio saranno garantiti? Si verificheranno guerre per l’acquae per il cibo? Potremo fare a meno del petrolio? Saremo li-beri o prigionieri di una società che disumanizzerà principie valori consolidati come quelli europei?”, sono soltantoalcuni degli interrogativi che il giornalista ha sollevato,

osservando come siano già in campo “forze con diversevisioni che stanno modellando i domani possibili”. “Ed èper questo che è importante e imprescindibile cercare diprevedere a lungo termine cosa accadrà”. Solo così si potràevitare che il mondo finisca per imboccare una direzionesbagliata, che cancelli tutte le grandi conquiste fatte finora,tra cui quella straordinaria che riguarda i diritti.

Marcello Flores, tra i must la diffusione dei diritti umani

E di diritti umani ha parlato in particolare il professore Flo-res d’Arcais, che di questa materia è tra i massimi espertiitaliani. “I popoli ai quali sono stati pienamente riconosciuti

hanno il dovere didifenderli e di pro-muoverli ovunquenel mondo”, ha sot-tolineato, sofferman-dosi sulla grandesvolta segnata dalla“Dichiarazione uni-versale dei diritti del-l’uomo” del 1948. Undocumento, ha spie-gato, che ampliò iprincipi ereditati dal-la cultura illuministae dalla RivoluzioneAmericana (1776) e

Francese (1789), una grande conquista di civiltà alla quale,ha osservato, la Massoneria ha fortemente contribuito, comehanno contribuito tante piccole minoranze. Diritti inalie-nabili e naturali dell’uomo come quello alla vita, alla libertà,alla ricerca della felicità, all’uguaglianza, alla salute, al la-voro, diritti civili, politici ma anche economici, che, per laprima volta nella storia dell’umanità, venivano riconosciutia tutti e non come in passato soltanto ad alcuni. Una visio-ne, frutto di lunghe e numerose battaglie, che dobbiamodifendere, evitando che possa essere messa a rischio comesegnalano pericolosamente alcune tendenze che comincianoa delinearsi all’orizzonte. “I diritti umani – ha rimarcatoFlores – non sono, come alcuni sostengono, la foglia di ficoche fa da scudo alla nuova egemonia occidentale, al neoim-perialismo interventista”. Sbaglieremmo a pensare questo

TAVOLA ROTONDA

I futuri del mondo tra diritti e doveri Il destino che attende il pianeta, gli inquietanti scenari futuri e le diverse visioni che stanno già cercando di modellare i domanipossibili al centro del primo dei dibattiti riminesi

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Da sinistra Angelo Di Rosa, Nico Piro e Marcello Flores D'Arcais

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e metteremmo a rischio quel grande salto in avanti fattodall’umanità alla fine della Seconda Guerra Mondiale,quando il mondo tutto insieme volle per sempre tagliare iponti con gli orrori e i mostri di cui milioni di persone eranostate vittime. Nella commissione che con Eleanor Rooseveltelaborò la Dichiarazione Universale, ha ricordato lo storico,c’erano giuristi prove-nienti da tutto il mondo,non c’era solo l’Occiden-te. Oggi non si può torna-re indietro. “E questo nonaccadrà”, ha assicuratoFlores, dichiarandosi ot-timista. Si eviterà la deri-va, proprio grazie ai po-tentissimi mezzi di comu-nicazione di cui oggi di-sponiamo. La cultura deidiritti umani, ha sottoli-neato, è diventata un mu-st, e nessun paese al mon-do, neanche il più autoritario, ama essere accusato di cal-pestarli. La globalizzazione della denuncia, ha proseguito,portando come esempio il caso di Giulio Regeni, la possi-bilità di diffondere e rendere pubbliche le testimonianzedelle atrocità che vengono commesse rappresenta una stra-da nuova per veicolare e difendere principi e valori. Oggi,ha concluso Flores, c’è una rete di attenzione alle violazioni,che rappresenta la garanzia più grande contro la sconfittadella nostra cultura dei diritti e le derive del populismo.

Nico Piro, abbiamo il dovere della testimonianza

E’ poi intervenuto Piro, che da inviato sui fronti caldi delpianeta, ha raccontato ladisperazione e la speran-za, sottolineando con for-za il grande dovere chericade su tutti noi, che èquello della conoscenzae che, in particolare, rica-de sui giornalisti che èquello di rendere testi-monianza di ciò che av-viene anche nei luoghipiù lontani del mondo,senza farsi guidare sol-tanto dalla matematicadei morti. Piro ha datoragione a Di Rosa, che aveva osservato come spesso “ildolore e la morte appaiano diverse secondo la latitudinein cui si manifestano”, citando come esempio proprio lestragi messe a segno dai terroristi islamici lo scorso marzoa Bruxelles. “Di quelle vittime – ha detto il giornalista –

abbiamo saputo tutto. Chi erano, che cosa facevano, dovestavano andando e questo ci ha aiutato a capire il drammae il senso codardo di quell’attacco, e l’assurdità del male.Ma poche ore dopo a Baghdad un kamikaze dell’Isis sifaceva esplodere a una partita di calcio, provocando lostesso numero di morti, tutti ragazzi. Di quei morti noi

non conosciamo nulla,non conosciamo le sto-rie, non conosciamo isogni. Questo è per ilmio lavoro il più gros-so problema anche eti-co con il quale mi tro-vo spesso a scontrarmi.E cioè la difficoltà diun’informazione chepurtroppo calcola imorti tanto al chilo. Cioccupiamo di alcunearee quando gli eventisuperano una certa so-

glia di devastazione. E questo, secondo me, in un mondoglobalizzato dove non si muovono solo le merci ma anchele persone con le loro storie e le loro culture, è il più gran-de errore che stiamo commettendo, perché non ci consentedi capire quello che accade geograficamente lontano danoi, di capire in anticipo quello che sta accadendo altrovee che prima o poi investirà anche noi. Tutto quello che og-gi è lontano prima o poi ci verrà a bussare alla porta dicasa. Per questo dobbiamo guardare al mondo con occhidiversi, se non vogliamo farci sorprendere da fenomeniampiamente prevedibili. Il nostro grande dovere, ripeto,è quello della conoscenza, quello di cercare di capire, pre-

vedere e soprattuttoampliare il tema dei di-ritti”. “Un tema fondamen-tale”, ha sottolineato ilGran Maestro, a con-clusione del dibattitodal quale ha voluto in-viare un saluto affet-tuoso a Marco Pannel-la, che è stato uno deipaladini dei dirittiumani. Un tema caroal Grande Oriente, chesi è sempre battuto per

affermare, tutelare e difendere quei valori e quei principisanciti nella Dichiarazione universale del 1948 e che sonoalla base della nostra Repubblica, che il 2 giugno celebrerài 70 anni, una data storica, al quale il Grande Oriente stadedicando numerose iniziative.

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Al microfono Angelo Di Rosa

Un momento del dibattito

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“La spiritualità che unisce” è il tema scelto dalla Massoneriadel Grande Oriente d’Italia per la tavola rotonda che si è te-nuta nella seconda giornata riminese di lavori della GranLoggia 2016. Un’occasione straordinaria per guardare dauna prospettiva tarata sui grandi interrogativi che da semprecostellano il cammino dell’uomo in questo particolare tempodella nostra vicenda umana segnato da crisi profondissimee da gravi conflitti. Al dibattito, moderato dal giornalistaClaudio Giomini, han-no preso parte Luca An-ziani, vice moderatoredella Tavola Valdese,Arturo Diaconale, gior-nalista e consigliere Rai,l’imam di Firenze Izze-din Elzir, la storica An-na Foa, la teologa Mari-nella Perroni e il vatica-nista Marco Politi. E sesono stati tanti e varie-gati i modi in cui cia-scuno dei relatori ha de-clinato l’idea di spiri-tualità, tutti l’hanno de-scritta, al di là del suo intrecciarsi o meno con la religione,come un percorso che porta ad uno stato di consapevolezzaalto, che ci dà la misura della nostra capacità di rapportarcicon noi stessi e quindi di confrontarci con gli altri. E di dia-logo infatti si è molto parlato come antidoto a quello chesta accadendo intorno a noi, al terrorismo, al sangue chescorre, alle guerre, all’esodo inarrestabile di popolazioniche fuggono dalla miseria e dalle persecuzioni.

Luca Anziani, il posto dell’uomo in questo tempo

Sul dialogo ha incentrato il suo intervento il vice moderatoredella Tavola Valdese, che ha sottolineato la sintonia cheesiste in questo momento con la Massoneria, con la qualela sua comunità condivide una “forte coscienza di paesecome sistema e in un contesto globale europeo e una forteresponsabilità nel mettere in atto dal punto di vista culturalee politico nuovi meccanismi di collaborazione e di dialogo”.“Io coniugo il dialogo – ha detto – come un’etica. E volendocontestualizzare questo concetto, bisogna chiedersi perchéil dialogo è una necessità. E’ facile comprendere quanto bi-

sogno abbia il nostro paese, per non parlare dell’Europa, diluce. E ogni luce accesa insieme è una buona cosa. Viviamoin un’epoca di scarsa memoria sia individuale che collettiva,di incapacità di collaborazione”.

Arturo Diaconale, separare religione e società

E se il dialogo è una delle modalità per favorire l’integrazionetra culture diverse, ce n’è anche un’altra che è quella dell’e-

ducazione. E alla do-manda “quale può esse-re in questo il ruolo del-la Rai?” Arturo Diaco-nale ha risposto sottoli-neando l’importanzadel “servizio pubbliconell’affrontare le tema-tiche di questo momen-to, la conflittualità cheesiste nel nostro paese,le realtà molteplici chesi agitano e che sonosempre realtà aspre edifficili da conciliare”.“Il servizio pubblico –

ha detto il consigliere Rai – ha fatto gli italiani, ha dato loroun’identità, che è composta di tante diversità. E se vuole ri-manere pubblico deve essere pluralista e diversificato, deveessere lo specchio di un paese dove vivono tante realtà di-verse”. Ma Diaconale è poi voluto tornare ai temi della spi-ritualità, affrontandola da “un punto di vista laico”, e deldialogo. “Il dialogo – ha detto – non si può realizzare soltantocon la buona volontà e con i buoni sentimenti. Il tema deldialogo presuppone un terreno comune e valori condivisi.Senza di questo non è possibile sviluppare quella spiritualitàlaica che è legata ai valori fondanti della società. Io non miappello al Dio cristiano, a quello ebraico, o a quello islamico,che è sempre lo stesso Dio con sfaccettature diverse e chenon ha prodotto dialogo, ma guerre e che è un Dio totalitarioin tutte le versioni”. “Se si vuole sviluppare un dialogo pro-ficuo – ha spiegato – dobbiamo partire dalla separazionenetta tra valori religiosi e i valori che riguardano invece lavita associativa di un paese. Facciamo riferimento alla Co-stituzione, che fissa una serie di valori che rappresentano lacondizione per il dialogo. Valori di cui ci dobbiamo ricordare

TAVOLA ROTONDA

La spiritualità che unisce I grandi interrogativi, che da sempre costellano il camminodell’uomo alla luce di questo particolare tempo della nostra storia, sono stati al centro del secondo dibattito tenuto a Rimini

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Claudio Giomini al microfono. Da sinistra Anziani, Diaconale, Elzir, Foa, Perroni, Politi

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come quello della parità tra gli uomini di fronte alla leggeche si deve applicare realmente. Se noi facciamo i corridoiumanitari e portiamo nel nostro paese flussi di persone chepoi releghiamo in campi di concentramento o confiniamoin periferie senza servizi e ai quali non diamo una prospet-tiva di lavoro, a cui non diamo la dignità della persona, noicreiamo non le condizioni del dialogo ma per una futuraconflittualità, noi creiamo brodo di coltura del futuro terro-rismo.

Izzedin Elzir, con coraggio ammettiamo i nostri errori

L’importanza dell’integrazione nel rispetto della diversitàè stata al centro dell’intervento di Izzedine Elzir. “Ognunodi noi – ha detto l’imam di Firenze – ha una spiritualità di-versa, una fede diversa. Noi spesso abbiamo paura di ciòche non unisce. Ma se vogliamo costruire un futuro mi-gliore dobbiamo conoscere le diversità e dobbiamo apprez-zarle, perché sono una ricchezza e non cancellarle e consi-derare chi non la pensacome noi un nemico daeliminare. Ma questopassa attraverso il dialo-go, un dialogo, come èstato detto, basato pro-prio su valori condivisi eche spesso è difficile ecomplicato, perchéognuno cerca di afferma-re la propria opinione”.“Come esseri umani – haaggiunto l’Imam – sba-gliamo, ma dobbiamoaver il coraggio di chie-derci dove abbiamo sba-gliato. Oggi si parla di terrorismo in Europa. Abbiamo ilcoraggio di dire tutti quanti che abbiamo fallito? Perché seun fratello uccide suo fratello per qualsiasi motivo, non èun fallimento di noi esseri umani? Questi ragazzi dovesono cresciuti? Sono cresciuti nella nostra scuola pubblica,hanno visto la nostra tv, i nostri film. Non sono passati dallamoschea, ma dal carcere e poi da un maestro cattivo finoad arrivare a diventare terroristi. La nostra responsabilità,io come rappresentante di una comunità islamica assumola colpa su di me. La nostra politica dove è? Dove siamotutti noi che dobbiamo dare un contributo ad una culturanuova e apprezzare la diversità, che è una risorsa. Ben ven-ga la laicità accogliente, ben venga la separazione tra statoe chiesa. Ma dobbiamo avere il coraggio di lavorare perl’attuazione della nostra Costituzione che sancisce principibellissimi, che non possono essere messi in pratica, perchémancano le leggi per farlo. Abbiamo l’articolo 8 che parladella libertà religiosa, ma a 70 anni dalla sua elaborazionenon esiste ancora una norma”.

Anna Foa, sono necessari valori condivisi

In che modo la spiritualità può servire alla crescita dellasocietà? Deve recidere le sue radici religiose? Esiste un’in-tercambiabilità tra laici e religiosi in nome della libertà dipensiero, della democrazia, dei valori positivi? E quali ef-fetti ha avuto la religiosità nel corso della storia? Sono gliinterrogativi sollevati nel suo intervento da Anna Foa. “So-no tuttora convinta – è stata la sua risposta – che quellache chiamiamo spiritualità ma che in genere possiamo de-finire come un atteggiamento lontano dalla materialità,lontano dall’egoismo, lontano da una concezione incurantedegli altri e della società, può essere di grande aiuto. Lareligione lo è stato, ad esempio, nei campi di sterminio na-zisti. In molti casi avere un ideale che ti porta verso glialtri è importante. E’ importante avere valori condivisioggi nella lotta contro il terrorismo. La minaccia che ab-biamo dinanzi coinvolge tutti, anche gli stessi musulmani,

come dimostrano lestragi che avvengonoogni giorno lontanoda noi e di cui si parlapoco”. “Noi europei –ha aggiunto la storica– perdiamo se non cialleiamo con quellaparte del mondo mu-sulmano che ha tuttoda perdere dalla vitto-ria del fondamentali-smo islamico. E’ unaquestione di realismopolitico non di buonisentimenti.

Marinella Perroni, la spiritualità è una conquista quotidiana

“Teologa che si è occupata della questione di genere, unacattolica, orgogliosa di esserlo e appartenente a quelloschieramento conciliare che in questi anni spesso è statoridotto al silenzio e marginalizzato. E per di più biblista,che è una carta perdente”. Così si è presentata al pubblicoMarinella Perroni, lamentando il dilagare dell’analfabe-tismo religioso della nostra epoca, che ha frenato e con-tinua a frenare la capacità di interlocuzione e di dialogo.“Mettendo da parte lo studio della Bibbia, trascurandoquel rapporto che ci insegna ad avere con Dio, abbiamoperso l’occasione – ha detto riferendosi all’ambito cattolico– di costruire una piattaforma dalla quale far partire ilconfronto anche con gli altri. Quanto alla spiritualità, haspiegato, "mi piacerebbe pensare alla spiritualità come auna conquista quotidiana. E mi piacerebbe che venissestimolata negli uomini la capacità critica, la capacità discegliere, di capire quale è il bene che oggi ci sentiamo disottoscrivere”.

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L'intervento di Anna Foa

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Marco Politi, l’etica ha un valore solo se è sociale

“Non esistono valori religiosi con il bollino totalmenteseparati da valori laici diversi con il bollino. Io pensoche all’interno della nostra società frastagliata, disorien-tata e tormentata alla fine ciò che conta è il valore uma-no, quale che siano le sue radici o motivazioni. Lo hasottolineato prendendo poi la parola Marco Politi, gior-nalista vaticanista, auto-re del libro “Francescotra i lupi. Il segreto diuna rivoluzione”, pub-blicato da Laterza. “l’im-piegato musulmano – hadetto – che l’anno scorsoa gennaio a Parigi nelsupermarket kosher hasalvato decine di ostaggiebrei ha agito per religio-ne, in nome della laicitàdella Repubblica o haagito per un valore uma-no di solidarietà imme-diato. Io credo sia questoquello che conta, con cui immedesimarsi”. “l’etica – hasottolineato politica – ha un valore solo se è sociale, nelmomento in cui l’uomo si rapporta con l’uomo. Io hoin mente uno dei capolavori di Mozart, che il Flauto ma-gico che uno dei capolavori dell’illuminismo massonicodel Settecento. C’è una celebre aria in cui c’è Salastro,che all’inizio dell’opera sembra il cattivo, ma che allafine si rivela il principe della luce e della conoscenza,che è appena sfuggito a un tentativo di assassinio e lacolpevole sta ancora lì con il coltello in mano tremantein attesa della punizione. E allora Salastro canta: in que-ste sacre sale non si conosce la vendetta, e se un uomoè caduto noi lo riportiamo al suo dovere, perché siamoin uno spazio in cui l’uomo ama l’uomo. Ecco – ha ri-marcato Politi – questo senso del dovere che si ritrova

anche nel motto di questa Gran Loggia ci rimanda alcarattere necessario dell’etica. L’uomo è un animale po-litico diceva Aristotele, cioè appartenente alla polis allacomunità cittadina di cui è protagonista responsabilema a cui lui deve anche il servizio dovuto alla patria.Questo senso di rapporto orizzontale lo troviamo in altripatrimoni religiosi, nel cristianesimo “Ama il prossimo

tuo come te stesso” enell’ebraismo nell’esor-tazione “Ricordati quan-do eri schiavo in Egitto”o nel concetto di miseri-cordia. E nell’Islam,quando nel Corano Diodice ‘io avrei potutocreare una sola tribù manon ho voluto, ho volutocreare diversi popoli’ aconferma del riconosci-mento della diversità edello stimolo a creare re-lazioni tra i diversi”.

L’onorificenza Giordano Bruno al fisico Claudio Verzegnassi

Ha concluso il dibattito il Gran Maestro Stefano Bisi, cheinsieme al Grande Oratore Claudio Bonvecchio, ha con-segnato l’onorificenza Giordano Bruno classe argento alfisico Claudio Verzegnassi, che ha insegnato all’Universitàdi Udine e lavorato al Cern. Un uomo, uno scienziato, hadetto Bonvecchio, che ha saputo coniugare didattica e ri-cerca e dovere della conoscenza con la dimensione dellaspiritualità che è propria della tradizione massonica. Ri-manendo nel tema del tema della tavola rotonda Verze-gnassi ha spiegato che la fisica moderna ha un contenutodi spiritualità incredibile, poco noto. “Negli ultimi 20 annisi è sviluppata una nuova visione della fisica, in cui il ma-terialismo è stato sostituito dall’idea che ci sia qualcosa dispirituale nell’universo”.

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CONCORSO FOTOGRAFICO

Uno sguardo alla solidarietà“Uno sguardo alla solidarietà” è il concorso fotografico promosso dal Collegio CircoscrizionalePiemonte e Valle d’Aosta, Asili Notturni, Piccolo Cosmo e Fism, col patrocinio del GrandeOriente d’Italia, i cui vincitori sono stati premiati nel corso della Gran Loggia di Rimini. Aconsegnare le targhe in ricordo dell’evento è stato il Gran Maestro Stefano Bisi. Primo clas-sificato Renzo Boscolo con lo scatto dal titolo “Io ne ho viste di cose”. Al secondo posto FabioSasso con “La spinta” e al terzo Marcello De Benedetto con “ Help me”. Erano presenti allacerimonia Sergio Rosso, Gran Maestro Aggiunto e Presidente degli Asili Notturni e Fism,Renato Lavarini e Andrea Macchioni, Presidente e Vicepresidente del Collegio CircoscrizionalePiemonte-Valle d’Aosta e Francesco Gallarini, responsabile del concorso fotografico. Le fo-tografie sono state anche oggetto di una mostra allestita nella hall del Palacongressi.

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Il fisico Claudio Verzegnassi

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“La perfetta uguaglianza”: èstato dedicato al grande Totò,nome d’arte di Antonio DeCurtis e alla sua celebre «’A li-vella», l’omaggio tributatoquest’anno dalla Gran Loggiaa un massone illustre. A leg-gere il testo della poesia, pri-ma dell’attesissima allocuzio-ne del Gran Maestro StefanoBisi, l’attore Patrizio Rispo, trai protagonisti più amati dellapopolare serie tv “Un posto alsole”. Totò era un convintomassone e fu iniziato, il 9 apri-le 1945, nella loggia Fulgor diNapoli della Serenissima GranLoggia Nazionale Italiana(Piazza del Gesù) e lo stessoanno lo ritroviamo MaestroVenerabile della loggia FulgorArtis di Roma. All’interno diquesta Obbedienza Totò fre-quentò pure le camere ritualidel Rito Scozzese Antico e Ac-cettato fino al raggiungimentodel 30° grado. Della sua mili-tanza libero muratoria rimanetraccia anche nella sua opera,appunto nella «A livella» dovei riferimenti al simbolismo la-tomistico sono evidenti. Lecarte massoniche di Totò sonoconservate nell’Archivio Sto-rico del Grande Oriente d’Ita-lia e, precisamente, nel fondoarchivistico denominato“Piazza del Gesù”, consegnatoal Grande Oriente d’Italia nelsettembre 1973 in seguito allaconfluenza del gruppo presie-duto dall’allora Gran Maestro Francesco Bellantonio. Tra lecarte di Totò: il testamento massonico del 1945.

A Rispo non solo tantissimi ap-plausi ma anche l’onorificenzaGiordano Bruno, che il GranMaestro Stefano Bisi gli ha con-segnato a conclusione dell’hap-pening che si è tenuta nel tem-pio aperto della Gran Loggiadi Rimini. Napoletano doc, at-tore di teatro, cinema e tv, exstuntman ha un legame specia-le con Totò. “Mi sarebbe pia-ciuto incontrarlo”, ha confidatoin un’intervista, precisando chenon oserebbe mai imitarlo, mache la sua arte è nel suo Dna,come nel Dna di una intera ge-nerazione di artisti napoletani.L'attore nella soap opera tra-smessa da Rai 3, “Un posto alsole”, dal 1996 interpreta ilruolo di Raffaele Giordano, co-me portiere di “Palazzo Palla-dini”. In teatro ha recitato conVittorio Caprioli, Eros Pagni,Carla Gravina, Valeria Mori-coni. È stato diretto da EgistoMarcucci, Giancarlo Sepe,Giancarlo Cobelli, MassimoCastri. Tra i molti riconosci-menti, oltre il Premio Totò, laGrolla d'Oro di Saint Vincent,il premio Napoli film festival,il premio Pirandello e il pre-mio Galà del cinema e dellafiction 2011 come miglior atto-re. E’ autore anche di pro-grammi televisivi come L'oc-chio sul teatro (Rai 3), A livellodi Domenica (Can 21), Cuochid'artificio (Tele A), L'ora legale(Can 21). Dal 2010 è Amba-

sciatore di Cbm Italia per la quale è stato in missione nel2011 in Kenya.

OMAGGIO A TOTÒ

La perfetta uguaglianza All’indimenticabile attore e massone napoletano il Grande Orienteha dedicato a Rimini un momento toccante dell’apertura del Tempioaffidando a Patrizio Rispo la lettura della celebre «’A livella»

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Che cosa dovete all’Umanità? Amare il prossimo come se stessi: aiutarlo,

fare del bene, senza limiti di sortaChe cosa dovete alla Patria?

Tutto, anche il sacrificio supremoChe cosa dovete a voi stesso?

Niente all’infuori del miglioramento spirituale

(dal testamento autografo del Marchese De Curtis Gagliardi Antonio

della Loggia Fulgor all’Oriente di Napoli 9 aprile 1945)

Patrizio Rispo mentre riceve dal Gran Maestro la "Giordano Bruno"

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lluminante, e non saprei in quale altro modo definirlo, l’in-contro intitolato “La ricchezza della diversità, l’Eguaglianzanella Libertà” organizzato l’8 aprile scorso nella moscheadi Colle Val d’Elsa. Proprio noi massoni che più volte nelcorso della storia siamo stati oggetto di una propagandasovente denigratoria e feroce, possiamo ben comprenderecosa significhi essere oggetto di una campagna negativa sututti i mass-media: purtroppo, l’ignoranza ovvero l’assolutamancanza di competenza e di informazione su un mondocome quello dell’Islam, ha costantemente diffuso mendacità,al pari della propaganda antise-mita nazista. Nel mondo occi-dentale, sembra proprio che l’I-slam sia totalmente misconosciu-to ovvero è conosciuto per ciòche in realtà non è. In questo in-contro, determinante almeno perme, ho avuto conferma di quan-to appreso durante lo studio dialcuni, in verità assai pochi, clas-sici della letteratura musulmana:le parole, in risposta alle incal-zanti domande dell’avvocatoDuccio Bari, dell’Imam di Firen-ze, Izzeddin Elzir, e dell’Imam diPerugia, Abdel Al Barqu, di origini palestinesi, sono stateparole di fratellanza, tolleranza e rispetto. Numerose le ci-tazioni dei versetti coranici che rimandano a valori condivisi:per i veri musulmani l’unica parola da rispettare è quelladi Maometto e degli altri Profeti così come espressa nel Co-rano, non le altre stravaganti e distorte interpretazioni datea fini completamente avulsi da quelli religiosi… Di seguitoi temi trattati, scaturiti dalle domande che molti occidentalisi pongono. Libertà di culto ed associazione, libertà di pensiero e diespressione: condivisione o negazione? Sura CIX. Al-Kâ-firûn (I Miscredenti) In nome di Allah, il Compassionevole,il Misericordioso. 1. Di’: «O miscredenti! 2. Io non adoroquel che voi adorate 3. e voi non siete adoratori di quelche io adoro. (…) 6. a voi la vostra religione, a me la mia».(ndr, fra i miscredenti molti reputano che non siano in ogni caso

da annoverarsi gli appartenenti alla “Gente del libro” ovvero i

cristiani, gli ebrei e i sabei, più volte citati come fratelli e custodi

di una tradizione divina precedente al Corano).L’imam di Firenze, quale cittadino, ha affermato la necessitàdi una legge applicativa dell’art.8 della Costituzione in cui,oltre alla libertà religiosa ed assoluta uguaglianza di frontealla legge, si sancisce che i rapporti con lo Stato sono rego-lati dalla legge sulla base di intese con le relative rappre-sentanze. Ha ricordato poi la grandezza e la bellezza dellanostra Carta Costituzionale che, insieme ad altri, ha prov-

veduto personalmente a tradur-re in arabo affinché alcuni Stati,ad esempio quello neonato inTunisia, potessero prendernespunto o, addirittura, ricopiarnealcuni articoli per la redazionedella propria Costituzione. Poi,Abdel, l’imam di Perugia, haanalizzato il concetto espressonella sura precedente, interpre-tando la libertà di culto nel mo-do più ampio. Ha tenuto a ri-cordare inoltre come Gesù eMaria godano del massimo ri-spetto nella cultura islamica:

Gesù è un grandissimo profeta (“è parola di verità”) e Ma-ria (insieme a Fâtima, Khadîja e Asiya) è indicata nel Co-rano come una delle quattro Signore del paradiso. Quelloche sta accadendo, ha aggiunto, è frutto mostruoso dell’o-dio. Ad un musulmano non è permesso eliminare l’altro… Parità fra i sessi e violenza: sopraffazione degli infedeli edelle donne? Come i musulmani vivono il terrorismo oggi?Sura IV. An-Nisâ’ (Le Donne) In nome di Allah, il Compas-sionevole, il Misericordioso. 1.Uomini, temete il vostro Si-gnore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creatola sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. (Nelvers. 7 viene sancito il diritto ereditario delle donne. Laconcezione stessa della condizione femminile relativamentealla successione è ribaltata. Da oggetto di successione, ladonna diventa soggetto a pieno titolo in base alle normeche verranno precisate nel versetto 11 della stessa sura).

APPUNTAMENTO A COLLE VAL D’ELSA

Il Grande Oriente in moscheaLa ricchezza della diversità, l’Eguaglianza nella Libertà.Dedicato allo storico anniversario del 2 giugno e al dialogol’incontro con le comunità musulmane di Firenze e Perugia

di Gianmichele Galassi REPUBBLIC

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L'intervento del Gran Maestro alla moschea di Colle Val d'Elsa

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L’Imam Elzir ha sottolineato come tutti siano pari davantia Dio. La visione islamica è che l’uomo completa la donnacome la donna completa l’uomo. Precisa, poi, che i musul-mani la pensano diversamente dagli occidentali, la cultura,la famiglia ed il suo diritto sono concepiti in modo diverso.Sul recente dibattito mediatico sull’eredità, ha poi spiegatoche esistono molteplici casi di divisione ereditaria e primadi giudicare, è necessario comprendere a fondo come fun-ziona la famiglia islamica. Se la moglie, in accordo con ilconsorte, lavora allora lo stipendio rimane interamente alei: il principio giuridico islamico è la separazione dei beni,all’uomo spetta comunque in molti casi mantenere madre,moglie e sorella per sempre. Ha posto infine l’accento sulfatto certo ed incontrovertibile che debba vigere l’ugua-glianza della dignità di uomo e donna. Riguardo alla vio-lenza, ha precisato che nel cosiddetto mondo islamicoodierno c’è ingiustizia contro la donna ed, al contempo,nella realtà non esiste libertà per nessuno, indipendente-mente dal sesso; non esiste neppure la libertà religiosa pergli islamici. Ma è in atto una violenta dittatura. “È un mo-mento difficile e triste per noi che veniamo additati cometerroristi ed è un fallimento di tutti quando viene usata laviolenza” per questo tutte le co-munità musulmane presenti inItalia e che rappresentano circa1.800.000 musulmani hanno re-datto e firmato un documentoufficiale contro il terrorismo. Haricordato poi che, durante l’at-tacco contro la sede di CharlieHebdo, il poliziotto Ahmed, uc-ciso senza pietà mentre era a ter-ra, era un musulmano, sottoli-neando quindi come esistano icattivi ed i buoni musulmani,come del resto avviene ovun-que. L’Imam Abdel ha aggiuntoche Dio non incita alla violenza e che ci sono uomini vio-lenti che quindi non sono religiosi. “Ripudio la violenzanell’Islam, accetto la misericordia nell’Islam”, ha detto,spiegando di non credere che la misericordia sia compati-bile con la violenza: “Siamo ambasciatori di pace, lottiamocontro la violenza”, il messaggio di Dio è di pace e fratel-lanza. La reciprocità dei rapporti: perché l’occidente do-vrebbe consentire l’espressione di culto musulmana, mentre(a detta di alcuni, ndr) nei Paesi islamici non è consentitoe si distruggono i luoghi degli altri culti? L’Imam Elzir haraccontato di essere originario di Ebron, una grande cittàdi circa 7-800.000 abitanti, che, nonostante sia interamentemusulmana, possiede in pieno centro una bellissima Chiesacon il suo sacerdote cristiano. Nell’Islam, ha sottolineato,c’è assoluto rispetto per i luoghi di culto cristiani ed ebrei:le numerosissime ed antichissime Chiese presenti nei ter-

ritori musulmani sono lì a testimoniarlo. E hariferito a questo riguardo anche l’episodio del-la preghiera del Mullah Omar entrato a Geru-salemme. Hanno forse sbagliato, si è chiesto,il Profeta Maometto, “sia benedetto, e tutti isuoi seguaci a non distruggerle”? Un’anima vale più – haaggiunto – di qualsiasi luogo di culto. L’Imam di Firenze,Izzeddin Elzir, ha salutato e ringraziato tutti gli intervenutie coloro che hanno aiutato la comunità musulmana a Colleed, in particolare, Stefano Bisi che nella qualità di giornalistadel “Corriere di Siena” ha sempre operato per stimolare ildialogo ed evitare inutili scontri tra le parti, anche nei mo-menti più difficili, quando molti – anziché acqua – getta-vano benzina sul fuoco durante il periodo antecedente lacostruzione della Moschea.Prima delle conclusioni del Gran Maestro, è intervenuto l’as-sessore comunale professor Fabio Berti che ha illustrato bre-vemente la storia della moschea costruita a Colle Val d’Elsa,esprimendo soddisfazione per le numerose iniziative, moltedelle quali rivolte al dialogo ed all’integrazione culturale,organizzate e realizzate durante questa collaborazione.La conclusione è stata riservata al Gran Maestro Bisi che ha

salutato e ringraziato per la pre-senza gli ex sindaci di Colle,Marco Spinelli e Paolo Brogioni,e l’ex presidente della provincia,oggi consigliere regionale, Simo-ne Bezzini, insieme ai due Imamche hanno ospitato l’incontro.Poi, rivolgendosi ai presenti, ilGran Maestro si è detto convintoche i conflitti possono essere evi-tati se ci conosciamo: la Moscheadi Colle viene citata ovunque, hadetto, come esempio di sinergiache ha condotto ad un’ottimo ri-sultato, “in fondo laicità vuol di-

re consentire ad ogni cittadino di esprimere liberamente lapropria religiosità”. Bisogna lavorare nel rispetto delle per-sone e, con tutta probabilità, da questo luogo, ha sottolinea-to, non usciranno terroristi, è un luogo aperto a tutti, fre-quentato da bambini che quotidianamente vivono con altribambini cristiani in piena armonia ed amicizia. “Anche noiMassoni soffriamo del pregiudizio dell’opinione pubblicae per questo ci adoperiamo in occasioni come questa a ce-lebrare la nostra Repubblica costruita da tanti fratelli chehanno partecipato anche alla redazione della Costituzione,insieme a chiunque sia aperto al dialogo”, ha sottolineatoil Gran Maestro, annunciando che un prossimo incontrodedicato ai 70 anni della Repubblica si terrà a Siena nellasala della Provincia alla presenza di Marieli Ruini, nipotedi Meuccio, capo della Commissione dei 75, che elaborò lanostra Carta Fondamentale.

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da sinistra: Bari, Berti, Elzir, Bisi, Al Barqu

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“Una Repubblica fondata sul Lavoro (art. 1) nell’epocadella crisi. Dignità, diritti e nuova etica del lavoro perl’Uomo”: è il tema affrontato dal Grande Oriente d’Italiail 9 aprile a Terni, la città degli acciaierie, colpita in questianni da una profonda crisi. Un tema di straordinaria at-tualità che ha richiamato nell’auditorium di Palazzo Gaz-zoli un pubblico vasto e qualificato che ha partecipatocon grande interesse al convegno che si inserisce nell’am-bito delle manifestazioni che il Goi ha organizzato per i70 anni della Repubblica Italiana e che è stato organizzatodal Consiglio dei Maestri Ve-nerabili di Terni con il Collegiocircoscrizionale dell’Umbria eil patrocinio della Regionedell’Umbria, del Comune edella Provincia. In apertura, ilfratello Santino Rizzo, presi-dente della Corte centrale delGoi, ha sottolineato l’importan-za che l’iniziativa sia stata ospi-tata proprio a Terni, città dallavocazione industriale caratte-rizzata da una significativacomponente operaia. A questoproposito, ha ricordato la pienavicinanza espressa dal Gran Maestro Stefano Bisi ai lavo-ratori delle Acciaierie. Il fratello Rizzo ha, poi, fatto rife-rimento alla figura di Meuccio Ruini, massone e presi-dente della Commissione dei 75 che nel dopoguerra ebbeil compito di redigere la carta costituzionale repubblicana,per ribadire la condivisione dell’istituzione massonica deiprincipi che hanno ispirato il dettato costituzionale. “Noimassoni – ha affermato – crediamo fermamente nella li-bertà, nella fratellanza, nell’uguaglianza, principi, semprepiù attuali, che necessitano d’essere compiutamente tra-dotti a livello sociale”.Nel suo saluto, tutt’altro che formale, il sindaco e presi-dente della Provincia, senatore Leopoldo di Girolamo haespresso apprezzamento per il tema scelto per il convegno.E ha sottolineato come grazie al lavoro si riesca ad esserese stessi e non servi. “Oggi – ha detto – con la crisi chestiamo attraversando, obiettivo prioritario dev’essere la

difesa della dignità della persona, dignità messa duramen-te a repentaglio dalla disoccupazione”.Antonio Perelli, presidente del Collegio dell’Umbria, hada parte sua rimarcato come l’etica del lavoro appartengaconcettualmente alla Massoneria. Riallacciandosi poi agliinterventi precedenti, ha richiamato l’attenzione, oltre chesu Ruini, anche su Giovanni Conti, massone, repubblicano,estensore della carta costituzionale. È stata, quindi, la voltadi Loris Lino Maria Nadotti, docente di Economia all’U-niversità di Perugia e preside della sede ternana della Fa-

coltà di Economia, che si èsoffermato sull’utilità del-l’innovazione per renderedavvero competitive le no-stre imprese e prospettareserie opportunità occupa-zionali. Domenico Proietti,segretario nazionale ag-giunto della Uil, ha inveceposto l’accento sulle troppedisuguaglianze presentiancora nella società.Dopo un breve e calorososaluto del Gran Maestrodella Loggia di Cuba, sono

intervenuti Stefano Neri, presidente degli industriali ter-nani, Giuseppe Flamini, presidente della locale Cameradi commercio, Sandro Corsi, presidente della cooperativadi servizi sociali Actl, Claudio Daminato, direttore dellaCaritas diocesana di Terni, Fabio Gallo, comandante dellapolizia penitenziaria di Terni.Le conclusioni sono state affidate al Gran Maestro che, nelsuo discorso appassionato, ha toccato vari temi: dall’ama-rezza e dalla frustrazione di chi, di punto in bianco, si trovaa patire la disoccupazione, al bisogno di dialogo tra oriz-zonti culturali differenti – “siamo tutti sotto lo stesso cielostellato”–, dal ricordo di figure che hanno onorato la loroappartenenza massonica. “Noi massoni”, ha concluso ilGran Maestro Bisi, “come le farfalle siamo dotati di dueali, una è quella della passione, l’altra è quella della ragio-ne. Utilizziamole entrambe per volare e sostenere i nostriideali”. (di Floris Ragnoni)

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A70 INCONTRO A TERNI

La crisi e i diritti dei lavoratoriNella città delle acciaierie il Grande Oriente ha affrontato il tema della nuova etica del lavoroalla luce dei principi sanciti dalla nostra Costituzione

(foto Umbriaon.it)

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“Oggi ricordiamo sei fratelli marchigiani che hanno con-tributo alla nascita della Repubblica italiana e la storia nonpuò continuare ignorare il supporto della Massoneria allalotta antifascista e il loro forte contributo alla nascita dellaRepubblica italiana”. Con queste parole Fabrizio Illuminati,presidente circoscrizionale dei Maestri venerabili delle Mar-che, ha aperto i lavori del convegno, organizzato a Maceratanell’ambito della Rassegna che il Grande Oriente ha dedi-cato a 70 anni della Repubblica, in un gremito Teatro dellaFilarmonica. L’evento, al quale ha preso parte il Gran Mae-stro Stefano Bisi insieme ad altri esponenti del Goi, ha con-tribuito a gettare nuova lucesul rapporto tra la Libera Mu-ratoria e la Liberazione. Fulvio Fidani, Maestro vene-rabile della loggia Evoluzionee tradizione, nel prendere laparola dopo l’esecuzionedell’inno d’Italia, ha sottoli-neato il forte contributo che laLibera Muratoria locale, du-rante la Seconda Guerra mon-diale, ha dato alla Resistenza.“In tanti si opposero al Fasci-smo con coraggio, subendopersecuzioni e gravi perdite –ha raccontato – Penso per esempio a Domenico Foltrani diCingoli che in quegli anni perse il figlio Enea, che fu uccisodal regime. Le colonne dei nostri templi vennero abbattutedurante gli anni del totalitarismo, ma siamo stati capaci diricostruirle”. Benito Mussolini temeva il Grande Oriente,ha spiegato poi Illuminati. E aveva ragione. “Diceva che iMassoni del Goi erano i suoi peggior nemici, ma solo inanni recenti è stato chiarito il ruolo che la Libera Muratoriaha avuto nell’opporsi al regime e in alcuni momenti chiavedella nostra storia”, come per esempio nel traghettare l’Italiaverso la costruzione della Repubblica e della democrazia.“l’Assemblea costituente – ha sottolineato Illuminati – fuguidata da fratelli come Giovanni Conti, che ne fu vicepre-sidente, e da Meuccio Ruini, che fu a capo della Commis-sione dei 75 incaricata di redigere il testo costituzionale”. Ma non la Massoneria italiana non fu unanime nell’opporsial regime fascista. “Bisogna fare chiarezza su questo punto”,

ha rimarcato Sergio Bellezza, invitando a distinguere tra iLiberi Muratori di Piazza del Gesù e del Grande Oriented’Italia. “I primi – ha detto – decisero di sostenere Musso-lini, a differenza del Goi. Il duce incontrò il Gran maestrodell’epoca, Domizio Torrigiani, ma quest’ultimo fu irremo-vibile nel sostenere che i massoni del Grande Oriente nonavrebbero mai potuto rinunciare ai principi di laicità dellostato, di libertà e di sovranità popolare”. A conclusione delsuo excursus storico, Bellezza ha tenuto a ricordare ancheuna figura maceratese che non ebbe nulla a che fare con laMassoneria, ma che fu di fondamentale importanza nel so-

stenere la Resistenza: la cro-cerossina Maria Assunta Lo-renzoni, uccisa dai tedeschi. Hanno poi preso la parola lostorico Rinaldo Fanesi, loscrittore Luca Guazzati e ilprofessore Santi Fedeli che sisono soffermati su alcune fi-gure di importanti massonimarchigiani che hanno con-tribuito alla lotta antifascista,tra cui l’anconetano OddoMarinelli, presidente del Co-mitato di liberazione nazio-nale (Cln) della regione, e il

senatore Giovanni Conti, nato a Montegranaro.«Tengo molto ai fratelli marchigiani e a questo tipo di ini-ziative”, ha detto nel suo intervento il Gran Maestro Ste-fano Bisi, sottolineando con orgoglio che il Grande Orienteè stata la prima associazione a raccogliere l’invito lanciatodal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad or-ganizzare eventi dedicati ai 70 anni della nascita della Re-pubblica. “Non dobbiamo mai dimenticare – ha detto ilGm – i principi che l’hanno ispirata e su cui si fonda”, prin-cipi che sono quelli dell’uguaglianza e della libertà, maanche della solidarietà. “Dobbiamo sempre accogliere chiviene nella nostra patria, chi ci chiede aiuto”, ha aggiuntoBisi, sottolineando come il Grande Oriente, che ha datoun grande contributo alla lotta antifascista e alla nascitadello stato democratico in cui viviamo e alla sua Costitu-zione, possa ancor oggi costituire un punto di riferimentoe un esempio da seguire.

MASSONERIA E ANTIFASCISMO

A Macerata nel segno della StoriaIl Grande Oriente nelle Marche durante il Ventennio, i protagonisti della Resistenza, i costruttori della nuova Italia, i padri della nostra Carta fondamentale

Tavolo dei relatori

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Dopo l’esordio a Reggio Emilia il 20 febbraio, le celebrazionidella Massoneria del Grande Oriente d’Italia per i 70 annidella Repubblica italiana continuano con eventi e convegniorganizzati in numerose città, luoghi simboli del paese, perparlare di fatti e personaggi della nostra storia più recente.Dopo l’incontro dell’8 aprile nella moschea di Colle Vald’Elsa, nel senese, su “La Ricchezza della diversità. L’E-guaglianza nella Libertà”, quello del 9 aprile a Terni, orga-nizzato con il Comune, dal titolo “Una Repubblica fondatasul Lavoro (Art. 1) nell’epoca della crisi. Dignità, diritti enuova etica del lavoro per l’Uomo” e quellodel 15 aprile dal titolo “Il contributo dei mas-soni marchigiani alla lotta antifascista e allanascita della Repubblica” che si è tenuto a Ma-cerata, al Teatro della Società Filarmonica, eccoi prossimi appuntamenti da non perdere. LIPARI 23, 24,25 aprile 2016 • Convegno distudi “Conversando di Libertà e valori”. Nel-la ricorrenza del 70° anniversario della Repub-blica si rinnova l’omaggio dei massoni italiania Domizio Torrigiani, il “Gran Maestro Mar-tire” confinato a Lipari dalla dittatura fascista. Nella primagiornata dei lavori, dopo i saluti del Presidente del Consigliodei Maestri Venerabili di Messina Antonio Biviano, del Pre-sidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Termini Ime-rese Piero Quattrocchi, del Presidente del Collegio circo-scrizionale della Sicilia Giuseppe Trumbatore, del Presidentedel Centro studi eoliani Antonio Saltalamacchia e del Sin-daco di Lipari Marco Giorgianni, relazioneranno RobertoRoselli, Roberto La Galla, Andrea Pruiti e Giuseppe La Gre-ca, mentre nella seconda giornata ad introdurre il dibattitosaranno le relazioni di Franco Celona, Lello Cusimano eAngelo Di Rosa. I lavori, coordinati dai Gran Maestri Ag-giunti Sergio Rosso e Santi Fedele, saranno conclusi dalGran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, chescoprirà una lapide in prossimità del luogo in cui DomizioTorrigiani scontò quasi due anni di confino.REGGIO CALABRIA 14 MAGGIO 2016 • Convegno distudi “l’evoluzione dell’Umanità nei fenomeni migra-tori”. Repubblica70 arriverà il 14 maggio in Calabria conun focus sul fenomeno dell’immigrazione in Italia e in Eu-ropa. Il convegno, che indagherà sulle radici e sugli scenari

futuri alla luce dei problemi sociali, economici e politiciche si presentano e che sono sotto gli occhi di tutti, avràluogo nell’Auditorium Nicola Calipari del Palazzo delConsiglio Regionale della Calabria, a partire dalle ore 9,alla presenza del Presidente della Regione Calabria Ge-rardo Mario Oliverio, che porterà i saluti in apertura, e delGran Maestro Stefano Bisi al quale è stata affidata la con-clusione dei lavori. Porteranno contributi Guido SalernoAletta, editorialista del Gruppo Class Editori, Guido Bo-laffi, presidente della Fondazione WeST, Mario Giuseppe

Scali, consigliere per gli affari regionali allaPresidenza del Consiglio dei Ministri. Intro-duce Giorgio Cotrupi, coordinatore del Con-siglio dei maestri venerabili di Reggio Cala-bria, modera Marcello Colloca, presidente cir-coscrizionale delle logge calabresi del GrandeOriente d’Italia. Si partirà dall’immigrazionenella storia dell’Europa contemporanea, finoa giungere alla crisi del fenomeno nel terzomillennio con i paesi di accoglienza impre-parati, in assenza di politiche adeguate, a ge-

stire i flussi e a tutelare i diritti fondamentali. SIENA 26 MAGGIO 2016 • Convegno di studi “Una Co-stituzione per la Libertà’” che si terrà nella sede della pro-vincia, che vedrà ancora una volta la presenza di MarieliRuini per affrontare il tema “Una Costituzione per la Li-bertà”.TORRE PELLICE 1° giugno • Convegno dedicato a “Pao-lo Paschetto, la Repubblica, il suo emblema, i suoi valo-ri”. Qui si ricorderà il pittore valdese Paschetto, autoredello stemma della Repubblica italiana e grande cultoredegli ideali liberomuratori. L’incontro è organizzato dalGrande Oriente d’Italia con la Fondazione Centro Cultu-rale della Tavola Valdese. GENOVA 11 GIUGNO 2016 • Convegno di studi “Il con-tributo dei massoni liguri alla formazione della Repub-blica”TRIESTE 1 OTTOBRE 2016 • Convegno di studi “Cit-tadini d’Italia, cittadini del mondo. Per un’Europa gio-vane e senza frontiere”MILANO 15 OTTOBRE 2016 • Convegno di studi “Di-ritti civili in Italia e nel mondo”

L’AGENDA

La rassegna di eventi del GoiEcco i prossimi eventi in calendario legati alle celebrazioni del 2 giugno. Dal 23 aprile al 25 appuntamento a LipariPoi seguiranno Reggio Calabria, Siena e Torre Pellice

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Il 6 maggio si aprirà ad Atene la nona edizione del SimposioInternazionale delle Logge “Europa” (Isel – InternationalSymposium of the Europe Lodges”). Il consueto incontroannuale vedrà quest’anno riunite ben 24 officine provenientida 11 Paesi: Italia, Austria, Francia, Romania, Serbia, Un-gheria, Bosnia Hertzegovina, Grecia, Spagna, Belgio e Ger-mania. Tra le iniziative in cantiere, un progetto comune disolidarietà che riguarderà proprio la Grecia. A organizzarel’incontro quest’anno l’Europa n. 162 della capitale ellenica,con il suo Maestro Venerabile Spiros Andritsakis. Il temadei lavori sarà “Lesions, Challenges and Actions for ourNoble Pursuitof ‘Libertè,Egalitè, Frater-nitè’ in a Com-mon EuropeanIdentity”. I Fra-telli sarannodunque chia-mati ad inter-venire sul con-cetto di “comu-ne identità eu-ropea”, ipotiz-zando – questoè l’auspicio –un effettivo le-game tra i po-poli per lo svi-luppo di un co-mune sentire europeo, fondato su valori massonici, con-trapposti al sempre crescente caos nell’economia e nellageopolitica. Il Simposio delle Logge “Europa” è un eventonato nel 2008 grazie alla generosa intuizione di Luigi Live-rani di Riccione – per Presidente dell’Isel – ed al sostegnodegli altri Maestri Venerabili delle altre Logge fondatrici(tra cui Fausto Scheggi, Europa 92 (1078) all’Oriente di Fi-renze e Mario Porcu, Europa (1165) all’Oriente di Cagliari,aventi tutte il titolo distintivo “Europa”. Non mancherannodelegazioni delle Logge “Europa” italiane, rappresentatedai rispettivi Maestri Venerabili, tra cui Riccardo Pietanesidell’Europa (765) di Riccione, Daniele Maggini dell’Europa

92 (1078) di Firenze, Ireneo Sanna dell’Europa (1165) Ca-gliari, Dario Romito di Porta d’Europa (1390) di Ispra), Pier-filippo Marcoleoni di Europa (1444) di Taranto, Fabio Fioredella Giovine Europa – Orgoglio Massonico (1466) di Ric-cione e Stefano Alberghina della Francesco Landolina – Spi-rito d’Europa (1435) di Catania.L’evento si aprirà venerdì 6 maggio con l’incontro dei Fon-datori e dei Maestri Venerabili in carica ed in rappresen-tanza delle Logge partecipanti, sotto il coordinamento delSegretario Esecutivo, Flavio Bindi, nel corso della qualeverranno tracciate le linee operative del progetto di inter-

scambio cultu-rale tra giovaniproposto dallaEuropa (1165)di Cagliari edapprovato una-nimemente nelcorso dellascorsa edizionedel Simposio,tenutosi a Fi-renze. Que-st’anno, ancheper merito delfolto numerodi Logge ade-renti alla cate-na internazio-nale, verrà di-

scusso ed adottato un progetto comune di solidarietà cheriguarderà la Grecia. L’importante funzione del SimposioInternazionale delle logge “Europa” va rimarcata non soloin riferimento agli aspetti culturali ed esoterici della Tra-dizione Massonica che, annualmente, vengono affrontatied approfonditi nel corso dei lavori rituali, ma anche e so-prattutto in relazione al tangibile impegno profuso da cia-scuna Loggia e da ciascun Fratello nel rendere possibileun percorso finalizzato all’abbattimento dei confini, nonsolo geografici e politici, ma anche e soprattutto ideologiciper il conseguimento di un fine comune: una Europa deiPopoli e delle Nazioni.

9° SIMPOSIO INTERNAZIONALE

Le logge “Europa” insieme ad Atene Il 6 maggio al via il consueto incontro annuale. In Grecia ben 24officine provenienti da 11 Paesi. In cantiere un progetto comune di solidarietà. Al centro della riflessione l’identità europea

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ESTERO

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La storia lega da tempo i massoni a Palazzo Giustiniani:fu acquistato dalla loggia (Grande Oriente d’Italia, Goi) nel1911 per un milione e 55 mila lire. Durante il fascismo fuconfiscato. Con la Repubblica, il Goi rimise piede nell’edi-ficio per poi lasciarlo al Senato nel 1988 a patto che alcunilocali fossero destinati al Museo storico della Massoneriaitaliana «per un periodo noninferiore a venti anni con im-pegno, da parte del Senato, alrinnovo della concessione peruguali periodi successivi». No-nostante l’ok dell’allora presi-dente Giovanni Spadolini, l’ac-cordo non ha mai avuto segui-to. Nel 1991 c’è stata un’altraintesa tra il Goi (più precisa-mente la società Urbs), PalazzoMadama e il ministero delle Fi-nanze: stabiliva che la loggiaottenesse «l’uso di una limitataporzione dei locali dell’immo-bile, ubicati al piano terreno edal piano ammezzato, e relativiaccessori e pertinenze con ac-cesso da piazza della Rotondanumeri 10 e 11 e da via Giusti-niani numeri 1 e 2, per desti-narli a sede del Museo storicodella Massoneria italiana». Niente da fare, anche questavolta.

Scusi Gran Maestro Bisi, ma non sarà che il Senato temeche cedendovi i locali di Palazzo Giustiniani si mette-rebbe in cattiva luce? Tra la gente è ancora vivo il casodella P2... «Capisco che i pregiudizi sono duri a morire ma sono staticompiuti molti passi avanti».Ma voi sareste contenti di «coabitare» con i senatori avita? «Saremmo molto felici di averli come vicini di casa».Una volta un deputato grillino tirò in ballo la massoneria

per offendere il ministro Boschi e lei gli rispose: «Dilloa tua sorella!»... «Lo so, ho scritto una lettera alla Boschi. Mi ha fatto piacereche la segreteria del ministro, in occasione della Gran Log-gia 2016 (la tradizionale assemblea annuale, ndr), ha man-dato un messaggio a tutti noi, come anche il presidente

Mattarella e il presidente del Se-nato».A proposito dell’assemblea con-clusa pochi giorni fa a Rimini,è vero che il Grande Oriented`Italia è spaccato a causa diun`inchiesta giudiziaria che lariguarda e che potrebbe portarlaa un rinvio a giudizio?«Il Goi esce da Rimini più raffor-zato e unito. Sono stati tre giornistraordinari per le emozioni cheabbiamo vissuto e per il confron-to. Peraltro è intervenuto ancheMario Sacconi, un fratello di 90anni di Roma che è stato l’ultimoa chiudere le porte di PalazzoGiustiniani quando l’abbiamodovuto lasciare».Dunque non c’è una divisionenel Goi? «In questi due anni sono stato in

120 Orienti, in 120 città diverse e ho sempre percepito unclima di solidarietà e vicinanza molto forte. E comunqueio guardo sempre avanti, quando ci si volta indietro vieneil torcicollo. Pensi che stasera celebreremo i 70 anni dellaRepubblica nella Moschea di Colle Val d`Elsa, vicino Siena,quella in cui la Fallaci voleva mettere una bomba».Che senso ha la Massoneria nel 2016? «È il luogo in cui si parla uno alla volta e si riflette. Per noiil mondo non è fatto di muri o fili spinati ma di collega-menti».Lei ha già detto che Renzi e Verdini non sono massoni.E altri ministri? «No, non lo sono».

IL GRAN MAESTRO INTERVISTATO DA "IL TEMPO"

Restituiteci Palazzo GiustinianiStefano Bisi: «Quella sede ci fu confiscata durante il FascismoOra devono ridarla a noi massoni. Iscrizioni alle logge? Aumentano, ma non ci sono ministri. Poteri forti? Macché, aiutiamo i poveri»

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Ma questo è il governo delle lobby? «Rispetto le istituzioni e non mi addentro in speculazionidi carattere politico che non fanno parte del Dna della mas-soneria. Peraltro il mio giudizio personale non interessa anessuno, quello da Gran Maestro, invece, sarebbe strumen-talizzato».E trai giornalisti ci sono molti massoni? «Al Goi appartengono persone di ogni ceto sociale e cate-goria professionale. Ci sonoingegneri, operai, imbianchinie, ovviamente, giornalisti, tut-ti uniti dai nostri valori: li-bertà, uguaglianza, fratellanzae solidarietà. Una solidarietàche non è “tra noi” ma che èrivolta a tutti: ci sono dentistimassoni che curano gratis icittadini che non possono per-metterselo».Come mai gli iscritti allamassoneria continuano adaumentare? «Nel nostro mondo c’è biso-gno di comunità, di stare in-sieme. Un’esigenza a cui par-titi e altre associazioni nonsanno più dare una risposta.Certo, non si diventa massonisemplicemente presentandoun modulo. C’è un lungo per-corso di apprendistato e sol-tanto alla fine si può essere ac-cettati o no. Nel mio caso so-no trascorsi quattro anni».Come si fa a evitare che le persone guardino con sospettoalle logge? «Cercando di conoscere la massoneria e i massoni, parte-cipando ai loro incontri pubblici».

Perché i partiti non riescono più a intercettare il consensodei cittadini? Mica mi dirà che sono diventati dei comitatidi interessi, come a volte imputano proprio alle logge? «No, i partiti sono fondamentali ma tutte le organizzazioniumane hanno momenti alti e bassi. Spero che ripartano eche funzionino bene come le logge massoniche».Ma lei e il Goi siete poteri forti? «Non nel senso di un potere che influisce sulla politica e sui

governi del territorio. Ma sia-mo forti perché in Italia ci sono22.600 uomini uniti dagli stessivalori e che si ritrovano nellelogge per crescere umanamen-te e per mettere a disposizionedi tutti questo percorso».C’è qualcuno a cui darebbela «tessera» ad honorem delGoi? «Non le diamo. Un uomo èmassone o non lo è».È vero che ci sono più mas-soni nelle regioni rosse? «In Toscana, più o meno, sono3.100, in Calabria 2.700, in Si-cilia, Piemonte, Lombardia eLazio intorno ai 2 mila, inEmilia Romagna 1.200, inUmbria mille. Sono distribuitiin modo omogeneo in Italia».Aprirete anche alle donne?«No, non è previsto. Nella no-stra comunione c’è un’associa-zione paramassonica, l’Ordine

della Stella d’Oriente, di cui fanno parte mogli, figlie e pa-renti dei nostri fratelli ma non è ima loggia. Veniamo dauna tradizione che non accoglieva donne e facciamo partedi una comunione internazionale che non le ammette».

(di Alberto Di Majo – 9 aprile 2016)

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LIVORNO

La tolleranza di ieri, l’intolleranza di oggi Si è svolto sabato 16 aprile a Villa Henderson, sede del Museo di Storia Naturale della Provincia, il convegno dal titolo“Le leggi livornine: la tolleranza di ieri e l’intolleranza di oggi”. L’incontro, organizzato dal Consiglio dei Maestri Venerabilidi Livorno presieduto da Paolo Pilloni, ha visto la partecipazione del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, StefanoBisi. Ha portato i saluti il presidente del Collegio della Toscana Francesco Borgognoni. I lavori sono stati moderati daMassimo Bianchi, Gran Maestro onorario del Goi, ed hanno visto fra i relatori i giornalisti Paolo Ermini, direttore de “IlCorriere di Firenze”, e Giuseppe Mascambruno, e il professore Gabriele Paolini, docente della Facoltà di Scienze Politichedell’Università di Firenze. Le leggi livornine emanate da Ferdinando I nel 1591 hanno dato a Livorno, nel tempo, le ca-ratteristiche di città cosmopolita, tollerante, multirazziale e multireligiosa. A chiunque fu consentito professare il proprioculto e molte furono le chiese e i cimiteri costruiti dagli appartenenti alle varie comunità religiose e straniere: ebrei,armeni, greci, olandesi. Il Gran Maestro Bisi nel suo intervento conclusivo ha definito Livorno “Terra della Libertà” edha sottolineato come “l’intolleranza sia figlia dell’ignoranza”. “Oggi l’intolleranza si manifesta in forme sempre più fortie egoistiche che minacciano la civile e pacifica convivenza. Noi massoni dobbiamo continuare a batterci perché predominila virtù della Tolleranza. Non è bello assistere a scene come quella dei musulmani che a Milano pregano per strada. Cosìcome non è bello vedere le scene che riguardano i rifugiati che sono uomini come noi ed ai quali bisogna assicurareumanità e diritti. I primi hanno il diritto ad avere dei luoghi di culto come è stato fatto con la moschea di Colle Val d’Elsaa Siena. I rifugiati hanno diritto ad una vita e ad un’integrazione dignitosa. Ma in tema di diritti e di privacy non èneanche bello vedere che ai massoni con tanta intransigenza venga chiesta di dichiarare la propria appartenenza sevogliono partecipare politicamente alla vita pubblica. Questa intolleranza e’ altrettanto vergognosa”. Al convegno sonointervenuti il consigliere regionale del Pd Francesco Gazzetti, un esponente della Curia che ha portato i saluti del vescovoSimone Giusti e il direttore dell’Archivio di Stato di Livorno, Massimo Sanacore.

AGRIGENTO - SAN GIOVANNI ONLUS

Donata una carrozzina da spiaggia L’associazione San Giovanni Onlus ha donato una carrozzina da spiag-gia all’associazione Afadi (Associazione Famiglie Disabili) di Palmadi Montechiaro (Agrigento). A consegnare la carrozzina sono stati ilpresidente della San Giovanni Onlus, Tonino Sutera Sardo, GiuseppeSutera Sardo, Giacomo Brucculeri e Gaetano Bosio. “Siamo felici – hadetto Gaetano Bosio – di aver raggiunto un altro traguardo prefissato,ma questo è solo uno dei tanti e sono sicuro che con il supporto di chicrede in determinati valori riusciremo a dare il nostro contributo a chine ha bisogno”.

MILANO

La famiglia nella società“La famiglia nella società. Quali padri e madri: unioni civili e adozioni” è il tema del convegno che si è tenuto il 16aprile a Milano e che è stato organizzato dal Rito Simbolico Italiano su iniziativa della loggia Regionale Insubria. L’in-contro ha avuto luogo nella casa massonica di Via Pirelli, sede della Massoneria lombarda del Grande Oriente d’Italia.Sotto i riflettori le dinamiche e contenuti di fenomeni sociali di oggi che hanno aperto nuovi scenari nei rapporti trai sessi e le generazioni, nella tutela dei diritti e anche nei modelli di welfare finora conosciuti. Ha introdotto i lavoriEnzo Liaci, presidente del Collegio circoscrizionale della Lombardia e, dopo i saluti di Salvatore Musto, presidentedella “Insubria”, hanno preso parola il filosofo Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia; Gian-carlo Flamigni, Enrico Franceschetti, Dom Salvatore Frigerio, Alessandro Cecchi Paone. Ha moderato l’incontro Ales-sandro Palumbo. Le conclusioni saranno del presidente del Rito Simbolico Italiano, Giovanni Cecconi.

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LOGGE VENETE

In aiuto degli alluvionati del 2015Nel luglio 2015 una violenta tromba d’aria si abbatté nel Veneto, precisamente nel Miranese, causando morti e feriti e gettandonella disperazione la popolazione che, in pochi minuti, si vide privata dei propri beni andati inesorabilmente distrutti dallaviolenza dell’acqua, della grandine e del vento. Nei mesi successivi la Massoneria della regione si è attivata per aiutare lepersone più colpite e il 5 aprile scorso è intervenuta in modo concreto facendo una donazione a dodici famiglie particolarmentedisagiate. La sala consiliare del municipio di Pianiga, uno dei comuni più colpiti, è stata la cornice di questo gesto che si èrealizzato, alla presenza del sindaco Massimo Calzavara, con la consegna di dodici assegni dell’importo di 1250 euro ciascuno,frutto di una sottoscrizione interna delle logge della circoscrizione veneta del Grande Oriente d’Italia, con la George WashingtonLodge (585) di Vicenza, costituita da statunitensi, in prima linea. “È una piccola somma – ha scritto il Gran Maestro StefanoBisi nella lettera che ha accompagnato ogni assegno – ma vuole rappresentare la vicinanza del Grande Oriente alle personecolpite da quella catastrofe con l’augurio che quell’episodio che così fortemente ha segnato la vita degli abitanti di questaterra lasci presto spazio a nuovi ricordi felici”. La consegna dei dodici assegni, ad altrettanti destinatari, è stata effettuata dalpresidente circoscrizionale delle logge venete, Giampietro Metidoro che ha ribadito l’impegno umanitario del Grande Oriented’Italia rivolto ad aiutare il prossimo, senza alcuna distinzione e a sostegno di chiunque abbia bisogno di una mano amica.

EQUINOZIO DI PRIMAVERA

L’Armonia di Roma festeggia sul Monte SoratteIn occasione dell’equinozio di Primavera la Armonia (938) all’Oriente diRoma ha organizzato la Salita sul Monte Soratte secondo una tradizioneconsolidatasi nell’officina da una decina d’anni. L’appuntamento per ifratelli di loggia e i fratelli di altre officine che si sono uniti all’iniziativaè stato alle 4.00 di domenica 20 marzo alle pendici di un luogo di antichee affascinanti tradizioni che si erge lungo la valle del Tevere costituendoun punto di riferimento cultuale, mitico e religioso sin dall’epoca prero-mana. Dopo una breve introduzione dell’oratore , ha avuto inizio la salita,dal buio profondo alla luce dell’alba. Giunti in cima ai fratelli si è pre-sentato lo scenario suggestivamente operativo del farsi dell’aurora in un momento di equilibrio mirabile e palpabile traoscurità e luce. I partecipanti si sono quindi raccolti in circolo, condividendo riflessioni e facendo poi circolare la parolaattraverso una catena d’unione, all’alba dell’equinozio di primavera.

SIENA

Gemellate l’Italy Lodge e la Agostino FantasticiLunedì 4 aprile, nella Casa massonica di Siena, si è tenuta la cerimonia digemellaggio fra la Italy Lodge 2001 di Washington DC e la loggia AgostinoFantastici 1472 all’oriente di Siena. Presenti il Gran Maestro Stefano Bisi edil Gran Maestro della Gran Loggia del Distretto della Columbia, KennethD. Fuller, accompagnato dal Gran Tesoriere, il Past Gran Maestro della GranLoggia Ceca, alcuni Gran Rappresentanti e giudici della corte centrale delGrande Oriente d’Italia, il presidente del Collegio Circoscrizionale toscano,Francesco Borgognoni, ed, infine, numerosi Maestri Venerabili e rappresen-tanti di loggia. Nel corso della cerimonia è stata firmata una pergamena esono stati scambiati doni fra le due officine rappresentate dai rispettivi Maestri Venerabili. La Italy Lodge ha donato alla AgostinoFantastici una riproduzione fedele del maglietto usato da George Washington, mentre la loggia senese ha pensato di sezionarein due un maglietto, regalandone la metà, custodita in una teca alla loggia gemella, e trattenendo per sé l’altra a sancire simbo-licamente il gemellaggio tra le due officine. Durante la cerimonia il Gran Maestro Fuller ha auspicato che l’iniziativa possa porrele basi a una fitta e duratura relazione fraterna fra le due logge e tra i singoli fratelli. L’evento è stato chiuso dai due Gran Maestri.Fuller, nel suo intervento, ha raccontato della grande emozione provata nel trovarsi davanti, arrivando a Siena, la straordinariavisione del Duomo, un dono meraviglioso, di cui ha ringraziato i fratelli italiani.

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L’INIZIAZIONE IL 1° GIUGNO DEL 1946

La “Monviso” di Asti ricorda Leo La RosaSettanta anni fa, alla vigilia dello storico referendum del 2 giugno, che trasformò l’Italia in una Repubblica, all’Orientedi Catania un giovane studente veniva iniziato nella loggia “Freedom”. Leo La Rosa si è spento lo scorso novembre,prima di poter festeggiare questa ricorrenza così importante e che per lui sarebbe stata doppia, ma ha lasciato un suoricordo di quel momento che fu che così determinante per tutti noi. Il suo testamento spirituale è stato letto dal figlioGianluca, durante una cerimonia che la loggia “Monviso” (688) di Asti il 22 marzo ha voluto dedicare a questo fratellopassato all’Oriente Eterno. “Il Grande Architetto dell’Universo mi chiamerà prima … – scrive La Rosa – e mi dovrò ac-contentare di questi 69 anni e mezzo trascorsi in questa meravigliosa avventura. Avventura che ebbe inizio il 1° giornodel giugno del 1946 quando un ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti, maestro venerabile di una loggia del Massachusetts,portò i rituali di quello che noi allora chiamavamo Grande Oriente Statunitense, rituali che allora in Italia come in tuttaEuropa vennero aboliti e confiscati dal regime fascista, ad un mio professore universitario, tale Gaetano Altomare. Egliscelse a sua volta 6 studenti universitari di 21 anni per dare vita ad una loggia denominata “Freedom”, “Libertà”... cre-detemi fratelli miei, mai termine fu così significativo in quel momento, così intriso della voglia di tutti, noi in primis, dilasciarsi la guerra alle spalle e riassaporare la libertà... Ricordo ancora le notti insonni, piene di entusiasmo (…) lasensazione di entrare a far parte di un mondo libero ed universale... Immaginate cosa poteva essere per dei ragazzi di21 anni ancora scossi dagli orrori della guerra!!!.(…) Ho ancora un ricordo indelebile nella mia memoria, è rappresentatadal gesto dell’ufficiale americano al termine dell’innalzamento delle colonne... lo ricordo come fosse ora: egli prese unabanconota da un dollaro, ne fece 7 pezzi e ne consegnò un pezzo a ciascuno di noi dice ndoci “da soli non siete nientema assieme siete uno e siete tutto”... quello fu il mio primo insegnamento massonico...”.

BOLZANO

Tornata a logge riunite nel segno della solidarietàIl 5 aprile il piccolo ma sempre attivo Collegio del Trentino Alto Adigeha celebrato a Bolzano sotto il maglietto del maestro venerabile FrankNienstedt della Franz von Gumer una tornata a logge riunite di partico-lare alla presenza del Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, Presidentedella Federazione Italiana Solidarietà Massonica, degli Asili Notturni edel Piccolo Cosmo di Torino, accompagnato dal Segretario e principalecollaboratore della Fism, il fratello Marco Cauda. L’evento è stato dedicatoal tema della solidarietà, massonica e profana, ed ha coinvolto diretta-mente gli ospiti come relatori della tavola architettonica. Attraverso brevifilmati e testimonianze, Rosso e Cauda hanno spiegato il valore ed anchegli aspetti più pratici della loro esperienza ormai pluriennale nel sostegno ai più fragili, sottolineando quanto possa essereprezioso il contributo di ciascuno di noi. Non è necessario sentirsi obbligati ad agire per un dovere morale, ma quel che conta,ha rimarcato il Gran Maestro Aggiunto, è cercare di mettere in pratica la solidarietà come forma di miglioramento individualee collettivo. In sostanza, ha detto, far del bene al prossimo fa bene prima di tutto a noi stessi. Nel corso della tornata è statopresentato anche il progetto che il fratello Domenico Musacchio di Cosenza sta portando avanti con l’Onlus Ipaea per ridareudito a chi lo ha perso o non lo ha mai avuto grazie all’ausilio di un nuovo dispositivo endo-cocleare.

PALMI

Parte a maggio “Per colloquia aedificare”Parte a maggio il nuovo ciclo di “Per colloquia aedificare”, la rassegna culturale curata dalla loggia Pitagora-VentinoveAgosto (1168) di Palmi che nel 2016 ha raggiunto la sedicesima edizione. Sono tre gli appuntamenti in programma chequest’anno sono dedicati al tema “Initium, tra percorsi, sogni e segni”. Intervengono: il 27 maggio, il presidente delCollegio Circoscrizionale della Calabria, Marcello Colloca; il 14 ottobre, il Gran Maestro Onorario Ugo Bellantoni; l’11novembre il Primo Gran Sorvegliante Antonio Seminario. Per tutti gli incontri, riservati agli esponenti del Grande Oriented’Italia, appuntamento alle ore 19 nella casa massonica di Palmi.

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PALERMO

E’ nata la loggia “Pensiero e azione”A Palermo presso la Casa Massonica di Piazzetta Speciale, alla pre-senza di 200 e più fratelli provenienti da tutti gli Orienti della Siciliae da svariate altre parti d'Italia, sono state innalzate le colonne di unanuova officina, la “Pensiero e Azione” (1498) alla presenza di numerosimaestri venerabili, tra cui Alessandro Cardini della Aretè (1137), i fra-telli della “Giustizia e Libertà-Mario Sessa” ( 767) di Roma e della“Madre M. Morelli” (153) di Vibo Valentia. Nutrita la presenza di GranRappresentanti e Grandi Ufficiali della Circoscrizione Sicilia. Partico-larmente significativa la partecipazione del Gran Maestro OnorarioUgo Bellantoni, in rappresentanza del Gran Maestro Stefano Bisi, ilquale è stato ricevuto con i dovuti onori accompagnato dal Grande Ufficiale Nino Bellanca, e dei fratelli TommasoCastagna e Roberto Roselli Grandi Ufficiali, del Grande Architetto Revisore Gaetano Bosio e dei Consiglieri dell’Ordinedel Collegio Sicilia. La cerimonia è stata preseduta da Giuseppe Trumbatore, Presidente in carica del Collegio Circoscri-zionale della Sicilia, che dall’alto del suo magistero ha insediato Lucio Lutri sul seggio di Re Salomone, quale MaestroVenerabile della neo costituita loggia per l’anno 2016. Grande è stata la soddisfazione e la gioia di tutti i fratelli presentie numerosi i messaggi di auguri da parte di chi non ha potuto presenziare ai lavori, tra questi il Gran Maestro AggiuntoSanti Fedele, il Maestro Venerabile della loggia La Fenice ( 990) di Catanzaro, della “M. Pagano” (1893) di Napoli, della“Spartaco” ( 721) di Roma e dell’“Acacia” di Roma. Molto qualificati gli interventi. Ha toccato il cuore di tutti i presentiil Grande Ufficiale Nino Bellanca, che tra l’altro ha ricordato come nel lontano 1944 la loggia Pensiero e Azione (285),poi successivamente demolita, annoverava nel proprio piè di lista suo padre Michele Bellanca. Il Gran Maestro OnorarioUgo Bellantoni ha portato i saluti del 1° Gran Sorvegliante, Antonio Seminario, e ha letto il messaggio del Gran Maestroe infine ha donato alla nuova officina il libro sulla storia della Massoneria Vibonese, e sulla storia della Loggia MadreMichele Morelli.

FILATELIA

Addio al fratello Renato Boeri Addio a Renato Boeri, passato all’Oriente eterno lo scorso 27 marzo. “Erauna colonna al Palacongressi durante le nostre Gran Logge, dietro al suostand di francobolli, e si avverte fortemente la sua assenza”. Con questeparole il Gran Maestro Stefano Bisi ha ricordato, durante la sua allocuzionea Rimini, questo straordinario fratello che per oltre 40 anni ha raccolto ma-teriale filatelico da quasi ogni parte del mondo, realizzando con passione ecompetenza una collezione di valore, di circa 2500 pezzi, che documenta fattie personaggi, cultura e tradizioni, per lo più massonici, di Vecchio e NuovoContinente. Una raccolta, che nel 2008 è stata acquistata dal Grande Oriented’Italia. L’Associazione Italiana di Filatelia Massonica (Aifm-Goi) l’ha presain carico e ne ha curato la catalogazione fino al febbraio 2014 – grazie all’im-pegno di volontari dell’Associazione – dotando il Grande Oriente di un ori-ginale strumento di promozione culturale. Il materiale è ora disponibile ancheon line in un catalogo multimediale di facile consultazione. La CollezioneBoeri comprende 995 cartelle raccolte in 36 volumi in cui sono inseriti anchetre preziosi documenti storici: un autografo di Garibaldi e due documentidi epoca napoleonica che riguardano una nomina da parte del ministro dellaguerra e un bando di Bonaparte. Ma Sanremo, la città dei fiori, Boeri, cheaveva 89 anni, era noto soprattutto come proprietario dei locali più famosi e rinomati, il ristorante Caravella ‘Ai pescivivi’.

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“L’Aurora della Repubblica. La battaglia per il referendumattraverso la stampa e i manifesti” e “Tradizione e conti-nuità a Palazzo Giustiniani. Giuseppe Leti, Achille Ballorie Ivan Mosca”: sono le due mostre organizzate a Riminidal Servizio Biblioteca del Grande Oriente durante la tregiorni di Gran Loggia. A tagliare il nastro il Gran MaestroStefano Bisi a Rimini in apertura dei lavori dell’assembleamassonica. Dedicata allo storico anniversario del 2 giugno,la prima delle due iniziative si inserisce nella rassegna dieventi organizzata dal Goi per celebrare i 70 anni del mo-mento fondante della nostra nazione. I titoli dei giornalidell’epoca e i manifesti ripro-dotti sui pannelli sono statiesposti al Palacongressi perdocumentare i due eventi cru-ciali di quell’indimenticabile1946, e cioè la battaglia per ilreferendum istituzionale fraMonarchia e Repubblica, conla vittoria – seppur assai con-trastata – di quest’ultima, e laconvocazione dell’AssembleaCostituente, con l’avvio dei la-vori della nuova Costituzione.La documentazione ha confermato anche in maniera ine-quivocabile un dato destinato a caratterizzare la successivaesperienza politica ed istituzionale dell’Italia repubblicana,ossia il ruolo determinante assunto dai partiti nella for-mazione dell’opinione pubblica e nella lotta politica, de-stinato ad essere di lì a poco confermato dall’articolo 49della nostra Carta. In quel 1946 si presentarono agli elettori,partiti che risalivano al prefascismo e partiti che si eranoforgiati durante la Resistenza: dalla Dc al Pci, dal Psi alPri, dal partito Democratico Italiano di Lucifero e Selvaggidi ispirazione monarchica al Partito d’Azione e alla De-mocrazia del Lavoro di Bonomi e Ruini, per limitarci allemaggiori formazioni: un sistema di formazioni destinatoa durare in gran parte per oltre un cinquantennio, e ad in-dirizzare e guidare in quel lungo periodo la vita politicae sociale dell’Italia. Dedicata alla storica sede del GrandeOriente, la seconda mostra, che, attraverso documenti,testi e cimeli, ci ha avvicinato a tre personaggi legati a Pa-lazzo Giustiniani.

Achille Ballori – Grande impatto sul pubblico ha avuto l’a-dattamento radiofonico del dramma “Il delitto di PalazzoGiustiniani. La morte di Achille Ballori” che racconta la sto-ria dell’assassinio di Ballori avvenuto nel 1917 nella sedenazionale della Massoneria a Palazzo Giustiniani. Ballori,all’epoca del delitto, si apprestava a divenire Gran Maestro,come successore di Ettore Ferrari. Il suo nome era assai notonella capitale, egli infatti oltre ad essere stato Sovrano GranCommendatore e Gran Maestro Aggiunto del Goi, era anchedirettore degli Ospedali Riuniti, già consigliere comunale,vicesindaco e assessore nella giunta Nathan. Il radiodramma

racconta i fatti e il delirio dell’o-micida, Lorenzo D’Ambrosio.Accanto alla vecchia radio è statomesso in mostra anche il mate-riale sul caso Ballori: ritagli digiornali che narrano l’omicidio,fotografie, lettere e un diplomascozzese rilasciato a GiuseppeLeti con la sua firma di SovranoGran Commendatore. In mostraanche alcuni quadri che ricostrui-scono la storia della sede delGrande Oriente d’Italia ovvero

di quel Palazzo Giustiniani che l’Istituzione comprò nel1911 tramite la Società URBS (appositamente costituita) eche il fascismo requisì nel 1926; oggetto di contese mai risoltee soprattutto di una convenzione, del 14 novembre 1991,tra il Presidente della Urbs Bellandi e il Presidente del Senatodella Repubblica Spadolini per la concessione di alcuni localida adibire a Museo Storico della Massoneria Italiana. Giuseppe Leti. Fu il protagonista della ricostruzione delGrande Oriente d’Italia durante l’esilio, al quale il Fascismocostrinse la Massoneria. Nel ruolo di Sovrano Gran Com-mendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato contribuìa dare continuità non soltanto ideale e simbolica alla LiberaMuratoria di Palazzo Giustiniani. A Rimini sono stati espo-sti nuovi documenti e cimeli recentemente donati al Goidal nipote Giuseppe Leti che del nonno ha ereditato ancheil nome. Di particolare impatto la targa bronzea prove-niente dal cimitero parigino di Père Lachaise che sigillavail loculo dove erano conservate le ceneri di Leti. Segnalia-mo anche il testamento massonico che fa parte del Fondo

LA CULTURA IN GRAN LOGGIA

Due mostre e una pioggia di libri Il 2 giugno del ‘46 raccontato a Rimini attraverso giornali e fotoEsposti anche documenti su Palazzo GiustinianiIn onda un radiodramma dedicato all’assassinio di Ballori

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L'inaugurazione delle mostre in apertura della Gran Loggia

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della Loggia Rienzi di Roma oltre al diploma di appren-dista e ai diplomi dei diversi gradi scozzesi. Da segnalareun’importante lettera, del 10 marzo 1937, che Leti indirizzòall’amico Bellini, nella quale smentiva i finanziamenti dellaMassoneria al Fascismo.Ivan Mosca. L’artista e lo studioso di esoterismo fu un cro-cevia di incontri tra personaggi come Robert Ambelain,Emilio Servadio e Benjamin Teplizky e di linee culturali efilosofiche. Per trent’anni anni tenne i “seminari” d’istru-zione seguiti da migliaia di Fratelli in Italia, Francia e Spa-gna. I suoi “Quaderni di Simbologia Muratoria”, editi acura del Grande Oriente d’Italia fra il 1977 e il 1981, sono– ancora oggi – fonte di spunti e approfondimenti sapien-ziali. In mostra anche i collari del 32° e 33° grado donatial Grande Oriente d’Italia dalla figlia Vilma. Particolar-mente apprezzate dai Fratelli, sono state le vetrine dedicateai rituali italiani e alle loro fonti, a partire dal lavoro diAlexandre François Auguste de Grasse, marchese di Tilly,che ha svolto un ruolo centrale nella creazione delle Co-munioni massoniche nazionali in Europa. Il “Libro d’oro”,esposto in Gran Loggia, è un documento fondamentaledell’organizzazione rituale du-rante il periodo napoleonico. Ricca anche quest’anno la sele-zione di libri presentati dal bi-bliotecario Bernardino Fiora-vanti nella cornice della mani-festazione Incontro con l’autoreche si è svolta a Rimini durantela Gran Loggiae. A dare il via alciclo di presentazioni nella Saladel Castello Due il volume “Ilmito della Pasqua” a firma delGrande Oratore Claudio Bon-vecchio che ha analizzato miti e simboli della pasqua nel-la tradizione culturale ed esoterica del nostro Occidente.Sempre Bonvecchio ha presentato il libro di Emilio Ser-vadio “Passi sulla via iniziatica” (edizioni Mediterranee),riproponendo al pubblico riminese un vecchio testo,straordinariamente attuale, dello psicoanalista, espertodi parapsicologia, e massone Servadio. “Un vitalista cheha messo la sua forza al servizio del cambiamento”, cosìlo ricorda il Grande Oratore. La Biblioteca del Vascello,in trasferta a Rimini, ha ospitato anche la presentazionedelle due riviste del Grande Oriente, Massonicamente,un vero e proprio laboratorio di storia che ci racconta chisiamo e Hiram che è stata completamente rinnovata sianei contenuti che nella veste grafica. La rassegna di libri è proseguita con il volume dedicato a“Ivan Mosca. L’uomo, l’artista, l’iniziato”, presentato daFrancesco Indraccolo che ha ripercorso alcuni momentidella vita del Maestro Mosca, dai seminari di istruzione li-bero muratoria su cui si sono formate almeno due genera-

zioni di massoni alla fondazione della “Monte Sion-HarTzion” (705) di Roma. Fabrizio Forno, ricercatore e saggista,ha presentato il volume “La Libera Muratoria e il misterodell’accettazione” di Matthew D. J. Scanlan che tenta difornire una chiave per ricostruire le origini della Massoneriamoderna. Claudio Masini ha parlato invece del libro da luitradotto dal titolo “Libertè Cherie. Una loggia massonicanel campo di concentramento di Esterwegen (1943-1944)”,che narra le vicende del campo di concentramento tedescodove per lo più venivano rinchiusi oppositori politici delregime nazista in attesa del trasferimento definitivo neicampi di sterminio. Nella Baracca n° 6 ci fu un numero suf-ficiente di detenuti per fondare una Loggia Massonica, cuisi diede il nome Liberté Chérie, nome tratto dai versi delcanto di lavoro dei prigionieri. Franz Bridoux, classe 1924,fu l’unico libero muratore sopravvissuto. La manifestazionedi venerdì si è conclusa con “Il generale nero. DomenicoMondelli: bersagliere, aviatore e ardito”. A illustrare il sag-gio lo stesso autore Mauro Valeri, sociologo e psicotera-peuta, responsabile dell’Osservatorio su razzismo e anti-razzismo nel calcio. Straordinario il racconto della storia

di Domenico Mondelli, che quiviene ricostruita per la primavolta attraverso l’esame di do-cumenti originali, appare signi-ficativa. Nato in Abissinia, macresciuto in Italia dove era sta-to portato da un militare par-mense, Mondelli è stato, a li-vello mondiale, il primo avia-tore militare ad avere la pellenera. Un primato che l’Italianon ha mai rivendicato. Eraanche un fratello del Grande

Oriente d’Italia e finita la guerra, riprese sua attività mas-sonica percorrendo tutti i gradi del Rito Scozzese Antico eAccettato sino al 33° grado. Nella giornata di sabato 2 aprile sono andati in rassegna:“Grammatica dell’ascolto” di Giampiero Comolli, presen-tato da Marco Politi e Anna Foa. I due autori hanno poiesposto al pubblico riminese anche i loro testi, rispettiva-mente: “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione”e “Giordano Bruno”. La manifestazione Incontro con l’au-tore, è proseguita con “Massoneria e irredentismo” di LucaManenti, presentato dallo storico Carlo Ricotti che ha mes-so in luce l’impegno della Libera Muratoria nelle lotte in-dipendentiste. Il testo che poggia su una grande quantitàdi fonti di prima mano, offre un’esauriente mappatura delmovimento irredentista tra Otto e Novecento. Il pomerig-gio della biblioteca del Vascello si è concluso con “In cercadi Ipazia”, presentato dall’autore Moreno Neri, un saggiointeressantissimo dedicato a una figura simbolo della li-bertà di pensiero.

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Nelle teche antichi e preziosi documenti

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Anche la musica, quella sublime, è stata tra i protagonistiindiscussi della Gran Loggia 2016, con un concerto dedicatoa Wolfgang Amadeus Mozart, genio universale, autore insoli 30 anni di vita di opere in ogni settore dell’arte del com-porre. Il pianista Lorenzo Bavaj e il violinista Andrea Ca-stagna gli hanno reso omaggiointerpretando tre delle sue Sona-te per pianoforte e violino: in lamaggiore KV 305, in re maggioreKV 306 e in mi bemolle maggioreKV 380. Un’esecuzione di altis-simo livello che il 2 aprile scorsoha regalato un momento unico edi grande emozione al pubblicodell’anfiteatro del Palacongresso. Massone, come tutti sanno, Mo-zart fu iniziato il 14 dicembre1784 nella loggia viennese Zur Wohltätigkeit (“Alla bene-ficenza”), e il suo spirito liberomuratorio è presente in tuttii suoi capolavori, molti dei quali furono eseguiti da lui per-sonalmente durante le tornate di loggia. Per l’innalzamentoal 2° grado di suo padre Leopold,che apparteneva alla sua officina,compose l’opera K 468. La fusio-ne della sua officina con altre duegli ispirò le opere K 483 e K 484.Altre opere massoniche sono ri-tenute la K 468, la K 471 e la K623 quest’ultima composta perl’inaugurazione del Tempio mas-sonico di Vienna. Ma più riccasenz’altro di simbologia esotericae di suggestioni iniziatiche è in assoluto Il Flauto magicoche fu uno degli ultimi capolavori del grande maestro. IlFlauto magico segna l’inizio di qualcosa di assolutamentenuovo non solo da un punto di vista formale e tecnico maanche nella capacità di trasmettere valori, appunto quei va-lori massonici che condizioneranno in positivo la storia delsecolo successivo. L’opera andò in scena la prima volta il30 settembre 1791 sotto la direzione dello stesso Mozart chemorì pochi mesi dopo, il 5 dicembre, mentre il Flauto Ma-gico si rappresentava ancora.Bavaj e Castagna hanno dimostrato di saper cogliere con

grande intelligenza e profondità lo spirito di questo giganteattraverso un’indimenticabile esecuzione. Il loro sodaliziomusicale è cominciato nel 2013 proprio all’insegna del co-mune intento di approfondire il repertorio musicale per vio-lino e pianoforte. E la prima tappa di questo cammino pre-

vede la realizzazione di un proget-to discografico appunto sulle so-nate di Mozart. L’uscita del primovolume è giunta proprio a ridossodei giorni della Gran Loggia 2016e il concerto è stato la cornice na-turale per il loro importante inizio.Lorenzo Bavaj, diplomato al Con-servatorio “G. Rossini” di Pesaroè apprezzato in tutto il mondo. Hasuonato come solista, con l’orche-stra e in formazioni da camera e ha

collaborato con strumentisti e cantanti della statura diMaxence Larrieu, Peter Lucas Graf, Cecilia Gasdia, FiorenzaCedolins, Monserrat Caballè, Ainhoa Arteta, Barbara Frittoli.E dal 1989 con il tenore catalano Josè Carreras e con lui ha

partecipato a oltre 500 recital in tut-to il mondo. La sua discografia ric-ca di più di 25 CD comprende nu-merose prime registrazioni asso-lute tra cui le “Quatre Mendiantse Quatre Hors d’oeuvre” di G.Rossini; composizioni di G. Doni-zetti, A. Zanella, A. Casella, A. Dia-belli, ecc, oltre a numerose registra-zioni con il tenore Carreras. Inse-gna pianoforte principale presso il

Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Andrea Castagna è stato il primo in Italia a conseguire ilDiploma Accademico di II livello in Discipline Musicali –Settore disciplinare Violino – discutendo una tesi su NathanMilstein, presso l’Istituto Musicale Pareggiato Gaetano Bragadi Teramo. Suona con il Quartetto Petite opera ensemble eil tenore Josè Carreras con cui ha già effettuato tourneé inIrlanda, Svizzera, Lussemburgo ed Austria. È titolare delladisciplina Musica d’insieme per strumenti ad arco pressoil Conservatorio “L. Canepa” di Sassari. Suona un MarinoCapicchioni del 1938.

CONCERTO A RIMINI

Mozart, il grande protagonista Lo spirito del musicista e massone nella straordinariaesecuzione del pianista Lorenzo Bavaj e del violinista Andrea Castagna. Un momento di irripetibile emozione

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Nell’anno della riscoperta di Alphonse Mucha, artista ceco,nato in Moravia, considerato tra gli esponenti più signifi-cativi dell’Art Nouveau, il movimento filosofico-artisticoche con declinazioni diverse, in Europa e negli Stati Uniti,portò una ventata di rinnovamento nello stile fino allaGrande Guerra, la Gran Loggia di Rimini ha dedicato am-pio spazio alla creatività della Bella Epoque, con un’espo-sizione dal titolo “Massoneria Art Nouveau. Mito dell’I-stituzione nell’arte al tempo della Belle Époque”, allestitanel foyer del Palacongressi a cura di Andrea Speziali, tra ipiù giovani esperti di questo specifico filone. Un’iniziativache ha anticipato la mostra, organizzata dalla Mucha Foun-dation e dall’Artemisia Group e curatada Tomoko Sako, inaugurata il 15 apri-le a Roma, al Complesso del Vittoriano,e visitabile fino all’11 settembre: 230 leopere esposte tra cui anche quelle diispirazione libero muratoria. Diversala chiave di lettura scelta per Rimini daSpeziali, che ha proposto un’analisidella produzione di Mucha, accostan-dola ad altri artisti, di fama ma ancheminori, a lui contemporanei, i cui lavorisono stati riprodotti su una trentina dipannelli, nell’obiettivo di evidenziaree decodificare i simboli libero muratori di cui sono ricchetante opere di inizio Novecento e nelle diverse forme, dallagrafica alla pittura, dall’architettura e alla scultura.Una carrellata, critico-didattica, che ha offerto gli strumentinecessari a comprendere e cogliere le differenze e le con-tiguità tra lo stile Liberty italiano, il tipico stile floreale, loJugendstil tedesco e il Modernismo catalano, quello dellacosiddetta Secessione viennese o sviluppato altre correnti,per esempio la Warszawska, la Tarnów e la Katowicka.Un’occasione che è stata davvero unica per avvicinarsi aopere poco conosciute e capirne i messaggi esoterici e isimboli che contengono. Tra i capolavori di Mucha, Spe-ziali ha scelto “Le Pater”, la sua opera forse più intimisticama certamente quella in cui il simbolismo massonico èmaggiormente evidente. “Le Pater” è la preghiera del Pa-dre Nostro commentata e illustrata in un volume pubbli-cato a Parigi nel 1899, epoca dell’affermazione artistica diMucha (1860-1939), in cui il maestro moravo traspose, nella

invocazione al Padre celeste, tutto il suo idealismo e la suaricerca spirituale. La pubblicazione risale all’anno succes-sivo al suo ingresso in Massoneria, il cui influsso diventeràpoi enorme nella sua intera produzione, dai gioielli, allemedaglie, alle miniature, ai diplomi. Promotore della ri-nascita della Libera Muratoria nel suo paese d’origine,l’artista era stato iniziato a Parigi nel 1898. Nel 1919 fondòla loggia “Jan Amos Komensky” all’Oriente di Praga, ri-coprendo in seguito la carica di Gran Maestro della GranLoggia Cecoslovacca e infine nel 1923 assumendo la caricadi Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consigliodi Rito Scozzese Antico ed Accettato. Un impegno che si

protrasse nel tempo, che lo coinvolseprofondamente portandolo ad assume-re il ‘supremo maglietto’ di una obbe-dienza massonica in un paese che vissepochi anni come una nazione libera, in-dipendente e democratica prima di es-sere schiacciato dalla barbarie nazista.E nella sua arte traspare spesso l’idea-lismo, l’amore e l’unione spirituale perla sua patria anche se la sua natura co-smopolita lo rendeva cittadino del mon-do. Icona dell’Art Nouveau, tra gli ar-tisti più amati del Novecento, continua

ad affascinare il grande pubblico. La sua arte ma soprat-tutto il suo linguaggio comunicativo, innovatore e sensualerimane ancor oggi fonte d’ispirazione per i moderni pub-blicitari e sotto certi aspetti inquadrarlo all’interno di unacorrente artistica può essere riduttivo perché l’originalitàdel suo tratto, la genialità delle sue creazioni costituisconoun unicum artistico. Andrea Speziali, classe 1988, è tra ipiù giovani esperti di Art Nouveau con un dottorato al-l’Accademia di Belle Arti a Urbino. Poliedrico, capace dipassare dalla pittura alla scultura fino alla scrittura conoriginalità e creatività, si è cimentato in varie esperienzeartistiche e nel 2014, anno del Liberty, si è distinto con pro-getti legati al tema come ‘’Italia Liberty’’ un portale webper censire le architetture Liberty nella penisola, l’itinerario‘’Romagna Liberty in bicicletta’’ e la seconda edizione delConcorso Fotografico “Italian Liberty”, collaborando conla grande mostra ‘‘Liberty. Uno stile per l’Italia moderna’’allestita nel complesso dei Musei San Domenico a Forlì.

L’ART NOVEAU AL PALACONGRESSI

Mucha e il simbolismo massonico L’artista e la sua epoca raccontati attraverso le immagini che hanno fatto la Bella Epoque. La mostra è stata organizzata e curata dal giovane critico Speziali

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www.grandeoriente.it

Andrea Speziali spiega il simbolismo di Mucha

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