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n° 41 News IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.irdnews.com ELIZA GILKYSON SECULARIA ERIC DOLPHY ALICE COLTRANE CHANO DOMINGUEZ & JAVIER COLINA LUIGI MAIERON

n° 41 ELIZA GILKYSON - Ird · sezione ritmica il contrabbassista Rufus Reid e il batterista Billy Drummond e ai fiati il polistrumentista Scott Robinson, con cui suonava da anni

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Page 1: n° 41 ELIZA GILKYSON - Ird · sezione ritmica il contrabbassista Rufus Reid e il batterista Billy Drummond e ai fiati il polistrumentista Scott Robinson, con cui suonava da anni

n° 41News

IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.irdnews.com

ELIZA GILKYSONSECULARIA

ERIC DOLPHYALICE COLTRANECHANO DOMINGUEZ& JAVIER COLINALUIGI MAIERON

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IRD International Record Distribution• www.ird.it• facebook: www.irdnews.com

ERIC DOLPHYMUSICAL PROPHET

The Expanded 1963 New York Studio SessionsCofanetto di 3 CD corredato da inserto di 100 paginecon ben 85 minuti di materiale inedito

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Come avvenuto per i titoli della prestigiosa Resonance di Bill Evans, Jaco Pastorius, Grant Green, Wes Montgomery e altri, tutti prodotti da Zev Feldman, anche il box dedicato a Eric Dolphy, grande polistrumentista annoverabile fra i massimi innovatori del jazz, contiene prezioso materiale inedito. Musical Prophet: The Expanded 1963 New York Studio Sessions propone infatti molto materiale inedito, tratto dalle sedute di registrazioni newyorkesi dell’1 e 3 luglio 1963 che diedero vita agli album Conversations e Iron Man, inizialmente prodotti da Alan Douglas. Il triplo album della Resonance presenta ben 85 minuti di musica mai ascoltata prima. In quelle sedute di registrazione Eric Dolphy, che nella storia del jazz ha impresso il proprio nome anche in qualità di collaboratore di John Coltrane, Ornette Coleman e Charlie Mingus, era affiancato da eccellenti partner quali il flautista William "Prince" Lasha, i sassofonisti Huey "Sonny" Simmons e Clifford Jordan, il trombettista Woody Shaw, il vibrafonista Bobby Hutcherson, i bassisti Richard Davis e Eddie Kahn e i batteristi J.C. Moses e Charles Moffett. L'edizione su tre CD è corredata da un inserto di 100 pagine con saggi storici e interviste a icone del jazz come Sonny Rollins, Sonny Simmons, Richard Davis, Henry Threadgill, Nicole Mitchell, Steve Coleman, David Murray, Bill Laswell, Oliver Lake, Han Bennink, Joe Chambers, Dave Liebman e Marty Ehrlich.

Eric DolphyMusical Prophet: The Expanded 1963 New York Studio Sessions

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Da Real Gone un doppio CD in edizione digipack che riunisce le incisioni realizzate da Alice Coltrane per la Warner Bros negli anni Settanta. Pianista, organista, arpista, compositrice, Alice McLeod (1937 - 2007), è stata la seconda moglie di John Coltrane: la sua presenza è risultata determinante nella parte finale del luminoso percorso artistico del grande sassofonista, dopo la cui morte Alice ne ereditò il lato musicale più estatico. Tutti e tre gli album registrati per la Warner Bros, Eternity (1975), Radha-Krsna Nama Sankirtana (1976) e Transccendence (1977), sono ora raccolti nel doppio CD della Real Gone: una preziosa occasione per riavvicinarsi alla musica di una personalità ricca di fascino e per tuffarsi in un mondo sonoro coinvolgente, ricco di seducente musicalità e di profonda spiritualità. Corredato da un saggio del noto critico e storico Ashley Khan, Spiritual Eternal è co-prodotto da Gordon Anderson della Real Gone e da Zev Feldman, abituale produttore della Resonance, etichetta specializzata nella scoperta e riscoperta di autentici tesori, ai quali si aggiunge adesso questo doppio CD dedicato ad Alice Coltrane.

Alice ColtraneSpiritual Eternal (Complete Warner Bros. Studio Recording)

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R I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

Ci sono legami che non si possono spezzare. L’amicizia fraterna e la reciproca comprensione tra musicisti ne sono un esempio. Il pianista Chano Dominguez e il contrabbassista Javier Colina, entrambi spagnoli, si sono incontrati nel 1986, all’inizio della loro carriera, e sono cresciuti insieme esplorando i generi che più di qualunque altro li emozionavano: il jazz e il flamenco. Alla fine del 2015 si sono riuniti per suonare in trio dopo quindici anni in cui avevano preso strade musicali diverse e meno di un anno e mezzo dopo, il 19 gennaio 2017, si sono ritrovati in duo per celebrare quell’affiatamento che era riemerso immutato in un’esibizione alla Sala de Camara del Auditorio Nacional de Musica di Madrid. “Chano & Colina” è una testimonianza palpitante della loro incredibile abilità musicale e del fascinante rapporto che li unisce come musicisti e amici.

Chano Dominguez& Javier ColinaChano & Colina

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Gianni Mura ha definito Luigi Maieron; “un albero che canta”. Il nuovo lavoro discografico di Maieron è sicuramente un disco molto diverso dai precedenti. Ha un respiro meno tradizionale, non ci sono personaggi del passato, questo è un disco legato al presente, ai sentimenti, all’amore maturo che non poggia sul linguaggio adolescenziale delle canzoni che ci vogliono far sognare l’impossibile. E’ un disco dal linguaggio asciutto che guarda al domani, che indaga i sentimenti profondi, che non ha paura della scomodità e della fatica. E’ un disco privo di super eroi, dove ognuno fa quello che può, con l’interruttore dell’anima sempre acceso. Nei 12 brani si alternano: U.T. Gandhi (batteria, percussioni, Fender), Mara Grion (violoncello), Rudy Fantin (Hammond), Stefano Natali (chitarra elettrica), emiliano Visentini (basso elettrico), Sebastiano Zorza (fisarmonica), Giorgio Pacorig (piano e Fender), Nevio Zaninotto (sax soprano), Flavio Zanuttini (tromba).

Luigi MaieronNon Voglio Quasi Niente

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3 CD

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APPALOOSA

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Un progetto dedicato alla musica francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Snider e Rainelli sono da sempre affascinati dall’eleganza dell’invenzione melodica, la raffinatezza armonica e la ricercatezza timbrica degli impasti strumentali che caratterizzano questa produzione. In “French Flute Favourites” sono privilegiate opere di compositori meno eseguiti, spaziando dallo stile tardo-romantico di Widor alla scrittura più moderna ed estroversa di Sancan, dalle riminescenze impressionistiche di Gaubert alla sensibilità lirica di Bozza, includendo un omaggio ad una grande figura femminile, Cécile Chaminade. Un repertorio ricco ed eterogeneo che offre l’opportunità di misurarsi con una grande varietà di atteggiamenti espressivi, che vanno dal cantabile al virtuosistico, dall’espressivo all’estroso, e che creano un caleidoscopio di sensazioni.

Marco Rainelli & Ester SniderFrench Flute Favourites

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La storica formazione in trio con il bassista Steve Swallow e il batterista Joey Baron. L’album mette in luce la profondità del loro legame attraverso l’intensità dell’approccio ai brani. Fin dal debutto, quasi 60 anni fa, Kuhn ha suonato con creatività e spirito di adattamento con i più grandi jazzisti, da Coleman Hawkins a Chet Baker, passando per John Coltrane, Gary McFarland e Pete La Roca. Tuttavia la scelta di concentrarsi sull’espressività del trio con il piano lo ha portato a una ricerca che è transitata fra gli altri da Ron Carter, Jack DeJohnette e Buster Williams per approdare infine più di vent’anni fa al trio con Swallow e Baron. Swallow, oltre a essere ottimo sia come supporto ritmico che come solista, è un abile compositore (due suoi brani sono contenuti nell’album) mentre Baron è il cuore pulsante di questo organismo, capace di imprimere energia quanto di stabilizzare.

Steve Kuhn TrioTo And From the Heart

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Nel 2009 il pianista Denny Zeitlin, il contrabbassista Buster Williams e il batterista Matt Wilson si esibivano in trio ormai da otto anni. “Wishing On the Moon” è la registrazione di una serata al Dizzy’s Club Coca Cola di New York e immortala uno spaccato della loro miglior musica. Un concentrato di sorpresa, piacere dell’esplorazione, sicurezza di sé, eccitazione, amore e cura per le sfumature ed empatia. Il programma comprendeva alcuni dei brani originali e dei classici preferiti da Zeitlin. Tutti quanti erano stati registrati in precedenza, ma l’occasione ha rappresentato una rampa di lancio d’eccezione per interessanti improvvisazioni.

Denny ZeitlinWishing on the Moon

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Stupendo, provocatorio, appassionato, esoterico e intenso sono solo alcuni degli aggettivi che possono descrivere “The Book Of Longing”. Nel disco la vocalist già nominata ai Grammy continua a trascendere dai confini musicali con immutata curiosità e puro piacere. “The Book Of Longing” è un ciclo di canzoni che mescolano con passione la poesia di Leonard Cohen, Edna St. Vincent Millay, Emily Dickinson, Christina Rossetti e Luciana stessa e uno splendido accompagnamento di archi, per cui la musica è stata tutta scritta e arrangiata da Luciana Souza. Nonostante si possa definirlo con una certa sintesi, l’album non è affatto semplice e attraversa le profondità del sentire umano nella loro interezza. Feat. Chico Pinheiro (guitar) e Scott Colley (bass).

Luciana SouzaThe Book of Longing

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Il contrabbassista e compositore Matt Penman ha trascorso buona parte dell’ultimo decennio a creare e presentare musica per l’illustre collettivo SFJazz e il collettivo James Farm. Ne è risultata una lunga pausa dai dischi da solista a cui riteneva fosse tempo di porre fine. Il prodotto di questo intento è “Good Question”, album intenso e pensato per sfidare e intrattenere sia gli ascoltatori che i musicisti coinvolti. Penman ha sottoposto ai compagni di band delle questioni musicali su argomenti che lo interessavano. Ha scritto i brani pensandoli come spunti che suscitassero delle reazioni, per avviare una conversazione ed esplorare angolazioni impreviste. La scelta dei musicisti (tra cui il sassofonista Mark Turner, il pianista Aaron Parks e il batterista Obed Calvaire, ma anche ospiti speciali come il chitarrista Nir Felder, il sassofonista Will Vinson e il percussionista Rogerio Boccato) è stata quindi cruciale: punti di vista e opinioni forti, e un’inclinazione naturale alla collaborazione hanno dato vita a un disco ricco e sfaccettato.

Matt PenmanGood Question

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Il pianista e compositore Edward Simon presenta “Sorrows & Triumphs”, realizzato in quartetto con gli Afinidad, completati dal sassofonista contralto David Binney, il contrabbassista Scott Colley e il batterista Brian Blade. Nella sua complessità, il disco viene sfaccettato dalla presenza di ospiti molto speciali: la vocalist Gretchen Parlato, il chitarrista Adam Rogers e il quintetto da camera Imani Winds. L’album fonde due lavori commissionati dal programma New Jazz Works della Chamber Music of America: le suite “Sorrows and Triumphs” e “House of Numbers”, i cui movimenti vengono rimescolati per ottenere un’esperienza d’ascolto olistica, al contempo intima e maestosa.

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Edward SimonSorrows & Triumphs

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Una delle leggende musicali più diffuse vuole che il grande compositore e arrangiatore Duke Ellington scrivesse i suoi brani pensando ai singoli individui della sua orchestra. La sua conoscenza della loro storia musicale e dei loro punti di forza e debolezza era tale da consentirgli di personalizzare le parti per ciascuno di essi. Il pianista e compositore. Nel suo nuovo disco “The Seasons of Being” Andy Milne porta avanti di un altro passo questo principio, creando un ambiente ottimale all’improvvisazione del suo ensemble Dapp Theory e di una lunga serie di ospiti d’eccezione. Naturalmente, Milne si è rivolto ai Dapp Theory, che il pianista guida da vent’anni. La coesione sviluppata tra loro nel tempo si percepisce nel loro affiatamento e nella risposta individuale alle atmosfere e alle sfumature. L’ultima formazione comprende l’esperto di legni Aaron Kruziki, il bassista Christopher Tordini, il batterista Kenny Grohowski e il paroliere John Moon.

Andy Milne & Dapp TheoryThe Season of Being

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Il genio del pianista e compositore Thelonious Monk, uno dei più grandi compositori jazz e non solo, è universalmente riconosciuto. Il 2017 ha segnato il centenario della nascita di Monk e sono fioriti i tributi a lui dedicati, tra cui quello del quartetto del pianista Frank Kimbrough al Jazz Standard di New York. Come per molti altri pianisti jazz, anche per Kimbrough il primo ascolto della musica di Monk è stato una rivelazione. Fin dall’inizio della sua carriera, Kimbrough ha continuato a rivolgersi a più riprese alle sue composizioni e dopo quasi quarant’anni di studio, riflessione e performance, ha stabilito con questi pezzi un rapporto e ha trovato il modo di esprimersi attraverso il loro prisma musicale. Alla richiesta del Jazz Standard di assemblare un quartetto per suonare la musica di Monk, ha scelto per la sezione ritmica il contrabbassista Rufus Reid e il batterista Billy Drummond e ai fiati il polistrumentista Scott Robinson, con cui suonava da anni in diverse formazioni, tra cui la Maria Schneider Orchestra. Questo è il risultato.

Frank KimbroughMonk’s Dreams:The Complete Compositions of Thelonious Sphere Monk

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Pubblicato per la prima volta nel 1990, l’album “Heartsongs” vede Fred Hersch al piano, Michael Formanek al contrabbasso e Jeff Hirshfield alla batteria. Ora viene riproposto in edizione rimasterizzata da Sunnyside e per descriverlo non c’è niente di meglio che affidarsi alle parole di Fred Hersch stesso, scritte per l’edizione originale. “È il mio primo album con una band che già esisteva come tale. Michael Formanek e Jeff Hirschfield sono miei contemporanei e siamo cresciuti ascoltando la stessa musica. Siamo stati a New York più o meno per lo stesso tempo. Abbiamo lavorato come turnisti, a volte anche insieme. Michael ha suonato con Freddie Hubbard, Eddie Henderson, Tony Williams, Herbie Mann, Attila Zoller e Dave Liebman. Jeff ha suonato con Jim Hall, Randy Brecker ed Eliane Elias, Penny Wallace e numerose big band. Siamo ‘mercenari del jazz’, come dice Jeff. Ma ora questo progetto in trio è qualcosa che stiamo facendo per noi.”

Fred Hersch TrioHeartsongs (Remastered)

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Un uomo corre verso il ciglio del precipizio, con le ali del deltaplano che vibrano sopra di lui. Ha raggiunto la vetta e, prima di potersi fermare, sta già cadendo. Per quei pochi secondi prima che il vento lo sollevi è in caduta libera, travolto dall’euforia, da percezioni sensoriali al culmine e, forse, dal terrore. Eppure è deciso e ora deve superare la paura per potersi librare. I membri del gruppo Harriet Tubman trovano che questa analogia sia la migliore descrizione del loro approccio musicale. Da più di due decenni, il chitarrista Brandon Ross, il bassista Melvin Gibbs e il batterista JT Lewis si lanciano nella creazione di una musica contagiosa e trascinante, che sfugge alle definizioni di genere. L’esperienza pluriennale nel suonare insieme e nella guida di molti dei più apprezzati ensemble jazz e rock di improvvisazione li hanno preparati a cogliere la sfida di “The Terror End of Beauty”.

Harriet TubmanThe Terror end of Beauty

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BOX 6 CD

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“Live At The Ramblin’ Man Fair” documenta una performance dei Kentucky Headhunters a Maidstone, in Inghilterra, prima tappa del tour oltreoceano: come nello stile dei pluripremiati Southern rocker, è un’esibizione chiassosa e contagiosa. Il disco si chiude poi con tre bonus track incise in studio e scoperte di recente in cui la grande rock band americana fondata nel 1989 è accompagnata dal leggendario pianista della Rock and Roll Hall of Fame Johnnie Johnson, meglio noto per il lungo sodalizio con Chuck Berry. Il disco è una scossa adrenalinica in cui i Kentucky Headhunters sfoderano un potente roadhouse rock and blues. Dall’inizio alla fine, l’energia resta sempre alta e il divertimento non diminuisce con le tracce registrate in studio: “Rock Me Baby”, “Hi-Heel Sneakers” e l’indiavolata “Rock ‘N’ Roller”.

The Kentucky HeadhuntersLive At Ramblin’ Man Fair

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Mike Westbrook, pianista, arrangiatore e compositore inglese, tra i più autorevoli esponenti del jazz britannico degli anni Settanta e oltre, pubblica con la propria etichetta un importante documento: un doppio CD che testimonia le esibizioni con la Mike Westbrook Orchestra durante un festival di tre giorni organizzato in suo onore in Sicilia nel 1992. Forte di solisti come Chris Biscoe, Alan Wakeman e Alan Barnes, nonché la voce di Kate Westbrook, compagna nell’arte e nella vita del leader, l’orchestra si fece ascoltare in concerto e ora su CD alle prese con brani tratti da importanti lavori quali Citadel/Room 315, Westbrook/Rossini e The European Sobgbook. Alla selezione delle registrazione ha contribuito Jon Hiseman, il grande batterista dei Colosseum scomparso di recente. Mike Westbrook con la sua orchestra sarà in tour in italia a novembre: il 15 a Catania, il 16 a Palermo e il 17 a Pesaro.

Mike Westbrook OrchestraCatania

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La rivista Rolling Stone definisce la sua musica “non proprio country, da qualche parte oltre il folk… una specie di blues in movimento, alla ricerca degli angoli più oscuri del cuore”. Se c’è una cosa su cui si può sempre contare è che Malcolm Holcombe sarà onesto. La sua è un’onestà spesso bruciante, dolorosa, sempre caratterizzata da un’abile prosodia che ha conquistato molti ferventi ammiratori. Parecchi sono suoi colleghi, come Darrell Scott, anch’egli cantautore e tra i migliori turnisti di Nashville, che lo considera “un artista dal profondo mistero e dalla somma arte”. O il cantautore David Olney, per cui “per la maggior parte degli autori le canzoni sono come abiti. Le canzoni di Malcolm sono la sua pelle. Sono un’espressione diretta della sua identità come uomo”. O ancora R.B. Morris, cantautore, drammaturgo ed ex poeta laureato della città di Knoxville: “Si appoggia a tutte le vecchie tradizioni musicali americane e le trasforma a modo suo in un’espressione musicale di grande individualità”. Il suo nuovo disco “Come Hell or High Water”, in cui figurano anche Iris Dement e Greg Brown, rispecchia tutto questo: inciso nella vita, alterna un’incredibile ricchezza di momenti di difficoltà e dolcezza.

Malcolm HolcombeCome Hell or High Water

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Feat. Piero Frassi, piano e keyboards ,Luca Giovacchini, guitars, Nino Pellegrini, basso, Riccardo Jenna, drums & percussions, Alessandro Riccucci, baritone saxophone, Federico Bertelli, harmonica. Da casa Philology, prima rivelazione della stagione per quanto riguarda il jazz vocale. Questa giovane Viareggina, già allieva della Ghiglioni e di Mark Murphy, ci offre un album di prim’ordine tanto per qualità musicale e splendida veste grafica. Grande sensibilità espressiva, gusto, esperienza, musicalità, sono tutti attributi che contrastano con la giovane età, ma questa voce, che non disdegna incursioni in ambiziose dimensioni blues-soul, li possiede tutti.

Michela Lombardi QuintetSmall Day Tomorrow

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Da casa Philology presentiamo un box a tiratura limitata di 300 copie della trilogia del compianto sassofonista Gianni Basso. La serie “A’ La France”, serie dedicata alla musica francese, era già uscita singolarmente e da anni fuori catalogo, viene riproposta in un box di 3 cd numerati Limited Edition. Il primo volume è in quartetto con Andrea Pozza al piano, Luciano Milanese al basso e Massimo Manzi alla batteria. Il 2° volume è in duo con un altro compianto, Renato Sellani al piano, mentre il 3° volume è di nuovo in quartetto con la stessa formazione del primo volume. Questo cofanetto è stato fortemente voluto dal figlio Gerry Basso che vuole tenere ancora viva la sua memoria.

Gianni BassoA’ La France (Collection Box)

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ATTESER ISTA MPE!

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Il terzo album della big band, “Presence”, è una celebrazione del calore e dello spirito degli Evans: un approccio non solo alla musica, ma alla vita in generale, che Orrin Evans ha ereditato dai genitori. Per “Presence” una big band ridotta a undici elementi ha inciso i brani dal vivo in un paio di locali di Philadelphia. La line-up comprende un gruppo di musicisti che il pianista considera più come una famiglia che come una band. La maggior parte di essi suona nella Captain Black da anni e molti hanno contribuito alle composizioni e agli arrangiamenti del suo repertorio. Ma una band di undici elementi è sintomo di una distillazione in cui la spontaneità esecutiva di una formazione piccola si unisce alla gioia di suonare in un gruppo affiatato. “Presence” è così una rappresentazione senza filtri di ciò che è accaduto sul palco in quelle serate.

Orrin EvansPresence

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Otto piccole sculture musicali del Concept Album “Camille”, pubblicate sia su vinile che su CD in Alta risoluzione Audio dall’etichetta AudioRecords, con piano e violoncello al naturale e un tocco di sound reinforcement per la voce: Alessia Martegiani (voce), Massimiliano Coclite (pianoforte), Francesco Mariozzi (violoncello). Camille è Camille Claudel, scultrice di una Francia di fine secolo XIX, epoca tardo romantica, del pianoforte di Debussy, delle sculture di Rodin. Dalla provincia Camille, già alle prese con le forme, si trasferisce a Parigi, entra nello studio del grande scultore e ne diventa la musa. Ne nasce un amore folle, un incredibile turbinio di sensi. Alessia Martegiani ha incontrato Camille in un momento in cui la sua matura carriera di cantante e d’insegnante si incrocia con un’attività di ricercatrice musicale attenta e curiosa. Ha fissato la storia di Camille in otto piccoli quadri che Massimiliano Coclite ha musicato con incredibile maestria dando a Camille il sapore dell’epoca impressionista, del pianoforte del tardo romantico, affiancato dall’incalzante, intenso, struggente calore del suono del violoncello. L’incontro con Camille sarà devastante. Si insinuerà subito nel vostro cuore, nella vostra anima. Specie se ascoltato dal vivo, acustico, non amplificato.

Martegiani, Coclite, MariozziCamille

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Con “The Time Is Now” il pianista e compositore David Hazeltine realizza un sogno che aveva da anni e incide con il contrabbassista Ron Carter e il batterista Al Foster, in un trio dei migliori esponenti della tradizione jazz senza fronzoli. Pur appartenendo alla generazione successiva di Carter e Foster, Hazeltine ha lavorato con giganti come Sonny Stitt, Chet Baker, Eddie Harris e Buddy Montgomery e oggi porta alta la bandiera della tradizione, sia da solo che con il supergruppo degli One For All. Così in “The Time Is Now” ha scelto di non creare nulla di troppo astruso, ma piuttosto costruire dello splendido, solido jazz con ingredienti familiari. Il disco non propone arrangiamenti troppo elaborati, ma risponde alla vocazione della musica, che nelle parole di Hazeltine è quella di portare ordine e bellezza in un mondo caotico. Nel disco - elegante e misurato, vivace e potente - questa bellezza traspare, veicolata dall’esperienza di un trio inedito ma magistrale.

David HazeltineThe Time is Now

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“The Iron Man: Live at Smoke” immortala la serata finale della residenza di tre settimane del grande Harold Mabern presso il noto club newyorchese. Tre set ispirati e memorabili raccolti in due dischi, in cui il pianista jazz si esibisce in un ottimo quartetto con dei compagni ormai di lunga data: il sassofonista tenore Eric Alexander, il contrabbassista John Webber e il batterista Joe Farnsworth. Anche se registrata nel corso di un’unica serata, l’esibizione è il sunto di un’esperienza musicale lunga una vita. Se è un po’ esagerato considerarla un’autobiografia in musica, è vero che l’ottantaduenne racconta la sua storia in ogni nota che suona. L’affermazione vale tanto per le melodie che esegue da più di mezzo secolo, quanto per la musica ispirata che scaturisce spontanea dalle sue dita.

Harold MabernThe Iron Man: Live at Smoke

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Il virtuoso del trombone Steve Turre si cimenta in “The Very Thought of You” con delle ballate appassionate. Mette così in mostra un lato meno noto della sua maestria, dando voce al suo strumento con delicato lirismo e raffinata bellezza. Ovviamente le melodie senza tempo sono comunque ravvivate qua e là dal suo tipico swing e da ritmi più incalzanti. “The Very Thought Of You” gode della presenza di un quartetto di stelle, che combina un tocco leggero e una notevole profondità emotiva. A Turre si uniscono il pianista Kenny Barron, il contrabbassista Buster Williams e il batterista Willie Jones III. A completare il quadro, quattro pezzi di un ottetto d’archi diretto dall’arrangiatore di grande esperienza Marty Sheller e due ospiti d’eccezione: il leggendario sassofonista tenore George Coleman e il grande chitarrista Russell Malone.

Steve TurreThe Very Thought of You

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CD e LP

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Uno dei più clamorosi e straordinari progetti musicali in circolazione in Europa, un unicum nel suo genere che vede l’unione della dimensione corale di matrice classico-sinfonica ed il jazz, con l’interazione tra due soggetti di altissima caratura: il Coro di Voci Bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” di Torino e il Trio di Luigi Martinale, pianista italiano di rara eleganza e raffinatezza. Il Coro del Regio è una delle massime istituzioni musicali italiane, portabandiera della musica nazionale nel mondo e condotto dal Maestro Claudio Fenoglio. Incantevole il risultato: una bellezza estatica mai riscontrata altrove. Il progetto si configura come originale proposta interamente made in Italy dove la tradizione classico/sinfonica, l’elemento lirico e melodico soprattutto unicamente italiano si fondono con la tradizione afroamericana. Il repertorio è costituito da brani, scritti a quattro mani da Martinale e Fenoglio. “Sundials’ Time” commuove per l’intensità, la bellezza delle composizioni, l’intensità espressiva e un coro di giovani voci che riesce a creare un’atmosfera densa e profonda dalle sfumature non scontate.

Claudio Fenoglio Sundial’s Time Diretto da Claudio Fenoglio e Luigi Martinale Trio

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Potremmo dire che siamo al cospetto di una delle ultime grandi cantanti che hanno caratterizzato l’epopea della musica afroamericana. La sua popolarità crebbe, come aumentarono anche le sue partecipazioni in vari album, per le principali etichette internazionali. Le sue collaborazione spaziano dai grandi musicisti del passato a quelli del presente (Charlie Parker, George Russel, Steve Khun, Lee Konitz...). I suoi concerti sono sempre delle piccole perle di eleganza, vedono la presenza costante di moltissimi appassionati che riconoscono la caratura formidabile della sua straordinaria vocalità testimoniata da una carriera infinita, densa di premi attestati e riconoscimenti e che continua oggi con un nuovo disco, articolato da un quartetto di supermusicians italiani che da anni la supportano nelle sue peregrinazioni nel vecchio continente. Il titolo del disco, “Lucky to be me”, registrato dal vivo in Italia nel 2016 suona come un manifesto di una vita vissuta intensamente ed interamente dedicata alla musica. Tradotto “Felice per quello che sono” segna il ritorno sulla scena discografica di un interprete che ha lasciato davvero il segno nella storia della tradizione vocale jazz afroamericana. L’etichetta italiana Abeat è fiera di aver partecipato a questa operazione di alto profilo. Feat. Attilio Zanchi (double bass), Roberto Cipelli (piano) e Tommy Bradascio (drums).

Sheila Jordan Lucky To Be Me

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Riccardo Randisi: figlio d’arte! Il padre Enzo, vibrafonista è stato personaggio tra i più significativi della scena siciliana ed ha introdotto Riccardo alla disciplina con risultati a dir poco entusiasmanti. Un pianismo, quello Riccardo, profondamente legato alla tradizione, carico di vero swing ed allo stesso tempo di romanticismo tipicamente mediterraneo. Un mix vincente, grazie anche alla carica ed alla verve che contraddistingue la persona stessa e che si riversa magistralmente nella sua musica. Per centrare questo eccellente obiettivo musicale si è avvalso di musicisti di altissimo valore con cui collabora ormai da diversi anni. Non a caso l’interplay è magistrale. Una solidissima ritmica e preziosissimi interventi solistici e vocali. Un disco che celebra la semplicità e la cantabilità, la semplicità e la potenza allo stesso tempo. Piano quintet. Feat. Giorgio Rosciglione (doublebass), Marcello Pellitteri (drums), Alessandro Presti (trumpet), Francesco Patti (tenor sax) e Kate Worker (vocals).

Riccardo RandisiA Waltz For You

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Melòdia è il perfetto equilibrio tra la chitarra sognante ed eterea di Rino De Patre e la passionale e a tratti straripante fisarmonica di Carmine Ioanna, legate magistralmente dal talento di Giovanni Montesano al contrabbasso. Il disco è composto da 8 brani originali che rappresentano un ideale anello di congiunzione tra la musica di Ioanna e De Patre; il risultato è un grande contenitore all’interno del quale si possono ascoltare varie influenze: dal jazz alla classica, dal folk alla musica elettronica.  Melodia è un viaggio da compiere insieme, abbandonandosi alla musica e alle emozioni che ne derivano, un’esperienza collettiva dove il pubblico diventa parte attiva del racconto e spesso ne influenza i sapori, i colori e le direzioni molteplici che la musica può prendere.

Alchimia TrioMelodia

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Stefano Bagnoli, “the brushman”, certamente è uno dei protagonisti principali delle arti percussive sulla scena jazz nazionale e non; richiesto ed attivo collaboratore in ensemble come il Devil quartet di Paolo Fresu, il “barber shop” di Franco Cerri con Moroni e Fioravanti, Antonio Faraò trio, Massimo Moriconi trio, Renato Sellani, solo per citarne alcuni. Da alcuni anni porta avanti il progetto We Kids, avvalendosi di giovani e giovanissimi musicisti, contribuendo così alla loro scoperta. L’idea non è solo la valorizzazione delle nuove generazioni ma anche quella di miscelare sapientemente esperienza e tradizione alle costanti nuove visioni della musica contemporanea. I due precedenti dischi vedevano protagonisti Cucchiara e Patti che invece in questo terzo lavoro lasciano il posto a Zambon e Vitale, due veri enfant prodige, che certamente non finiranno di stupire e avranno fulgida carriera. Un disco armonico in ogni componente: freschezza stilistica, esperienza, swing per un repertorio in parte originale in parte tratto dal songbook americano.

Stefano Bagnoli We Kids TrioBrakeless

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“Feel” è il titolo dell’album che vede protagonisti di una recording session eccezionale il mitico David Liebman accanto ad una formazione italiana , il Cues trio di Roberto Tarenzi al piano, Lucio Terzano al contrabbasso e Tony Arco alla batteria.Lo stesso Liebman ha dichiarato nelle note di copertina che una registrazione così veloce ed allo stesso tempo così memorabile nel risultato non gli era forse mai capitata. Il quartetto era stabile da alcuni mesi in Italia e protagonista di alcuni concerti favolosi. L’album, uscito nel 2002, comprende alcuni brani originali di Liebman e degli stessi musicisti del trio oltre alla rivisitazione di alcuni, celebri standards. Tutta la classe cristallina di Liebman supportata e rafforzata magnificamente dai tre musicisti italiani in un disco da collezione.

Cues Trio& David LiebmanFeel

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Spirit of the Wood è il primo passo di un percorso a lunga gittata, che racconta di un viaggio iniziato alla scoperta dell’equilibrio dei mondi diviso in cinque fasi ed altrettanti dischi. Prendendo a spunto la cosmologia esistenzialista dell'antica Grecia sino a raggiungere l'odierna visione del mondo occidentale; dai cinque simbolici elementi “base” si genera tutta la materia sia fisica che metafisica. I cinque elementi, tuttavia, sono in realtà una metafora per descrivere le fasi di un'esistenza, ognuno con una sua caratteristica dimensione spirituale. Si parte da “Il Legno”, una materia viva che rappresenta l’energia della crescita. Ha così inizio la pentalogia musicale ideata da Joy Grifoni, immaginifica artista e contrabbassista, che con rara e vivida intensità ha musicato la sua ispirazione, concretizzatasi grazie anche alla maestria di grandi musicisti della scena nazionale, una solida ritmica (Umberto Odone,Francesco Baiuguera, Mattia Manzoni al pianoforte) solisti d’eccezione, Il Phauno della fisarmonica Fausto Beccalossi e Stefano D’Anna ai sax. Grandi composizioni, ispirate e visionarie, un bookleet con delle meravigliose note esplicative. E’nata una stella del firmamento nazionale.

Pure Joy Spirit Of The Wood

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Il sassofonista Gavino Murgia, artista con solide radici nel folklore della sua Sardegna, gira il mondo calcando le scene di paesi spesso lontani, con una capacità tutta sua di proporre le sue istanze ed al contempo condividerle con musicisti portatori di esperienze e background spesso lontani ed assai differenti. Artista dalla spiccata personalità che ci ha abituato a progetti evocativi e di estrema originalità. Per Gavino Murgia il jazz è inteso come linguaggio che consente, attraverso la sua grande storia e la sua propensione naturale di trarre nuova linfa vitale nell’incontro con “altri” idiomi ritmici, armonici e melodici. Il quartetto Blast vede protagonisti questa volta supermusicians della scena nazionale, ciascuno con un carisma ed una originale vena creativa. Un sound fortemente evocativo ed immaginifico, ancora una volta con l’impiego di strumenti in qualche caso anche rari che ci trasportano in una sorta di viaggio per immagini. Potenza compositiva, sensibilità espressiva ,modernità stilistica e sound intriganti fanno di Blast un’esperienza d’ascolto di alto livello qualitativo.

Gavino Murgia Blast 4tetBlast

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Dopo il successo dell’album “Are You Sirius” del 2015 in compagnia di Harold Mabern, presentiamo il nuovo “Out Of This World”, secondo album da leader del quarantatreenne sassofonista Valerio Pontrandolfo. Come nel precedente album, ad accompagnarlo c’è una straordinaria sezione ritmica di livello internazionale: il pianista Nico Menci, il contrabbassista John Webber, il batterista Joe Farnsworth e il percussionista maliano Kalifa Kone. Il disco, registrato presso i mitici studi Fonoprint di Bologna, contiene tre composizioni originali del sassofonista, una del contrabbassista David “Happy” Williams, un classico di Charlie Parker e due standards poco battuti come la splendida ballad I See Your Face Before Me (A. Schwartz, H. Dietz) e Out Of This World, il brano di Harold Arlen che dà il titolo all’album. Un disco di puro bebop e hard bop dalle molteplici sfaccettature ed atmosfere ma con un’unica costante: la forza espressiva ed emotiva del ritmo e dello swing nella loro accezione più ampia.

Valerio PontrandolfoOut Of This World

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Gianluca Di Ienno “Gliders” è un quartetto formato nel 2016 da Gianluca Di Ienno, pianista, tastierista, hammondista, compositore e musicista della scena jazz italiana, apprezzato per la sua originalità estetica, versatilità e propensione creativa. La sezione ritmica del quartetto è coadiuvata da Giulio Corini al contrabbasso e Alessandro Rossi alla batteria. L’organico vanta la significativa presenza del trombettista Fulvio Sigurtà, musicista riconosciuto in tutta Europa, residente a Londra da oltre dieci anni, e che ora è tra i più contesi session man dopo aver fatto ritorno più stabilmente sul suolo natio. “Gliders” è disco che conferma la maturità stilistica, compositiva ed espressiva di uno dei più creativi musicisti del panorama nazionale contemporaneo. Un disco che si segnala per la modernità stilistica e l’intensità dei musicisti; certamente uno degli esempi più fulgidi e potenti dell’attuale scena italiana.

Gianluca Di IennoGliders

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Questo duo acustico ha nel sangue il blues delle origini e suona un folk cosmopolita. Utilizzando strumenti insoliti, come il topshur (un liuto mongolo a due corde) o la kalimba (uno strumento a percussione africano), crea una musica che collega gli Stati Uniti all’Asia Centrale, all’Africa e al Mediterraneo. La voce di Degandt, quasi un ringhio, e le armonie celestiali di Laurent, intessono una trama sonora splendida e particolare. Il disco sarà apprezzato soprattutto dagli amanti di Captain Beefheart, Tom Waits, Nick Cave, Karen Dalton, Leadbelly, Blind Willie Johnson e Dead Can Dance. Maria Laurent ha una timbrica variegata che attinge alle canzoni perdute delle steppe mongole, al griot e al fado. Con in più l’intensità di Billie Holiday e il groove di Rosetta Tharpe. Guatier Degandt ha esordito nella band post punk degli Heraclite, cantando in greco antico. La sua voce ruvida e potente ha la profondità di Leadbelly, l’anima rock di Blid Willie Johson, la forza solenne di Nick Cave e la sensualità di James Brown.

Bâton BleuWeird and Wonderful Tales

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Secondo album per la band rock blues nata nel 2016 e caratterizzata dall’eccezionale voce di Amandyn Roses, in simbiosi con la magia chitarristica di Charlie Fabert (tra l’altro chitarrista di lunga data di Fred Chapellier, oltre che musicista nei tour di Paul Cox, Janet Robin e Dave White). Nel loro universo musicale moderno, potente, elettrico, dalla grande forza venata di tenerezza, i due rivisitano la musica roots americana con un approccio fresco e interessante. Pochi sono i gruppi “made in France” che possono vantare grande notorietà, ma i Rosedale si sono conquistati un seguito e nel 2017 sono stati una rivelazione, in parte anche per la loro abilità dal vivo.In “Wide Awake” l’alchimia tra loro si conferma perfetta, con la voce di Amandyn che scuote e le molte chitarre che le rispondono come un’eco, controbilanciate dalle tastiere in un intreccio ritmico compatto ed energico.

RosedaleWide Awake

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Il secondo volume del personale “best of” di Julian Dawson per l’etichetta Blue Rose raccoglie in ben tre CD la militanza ventennale dell’artista nei Plainsong. Dopo i demo e le rarità del primo volume, stavolta vengono proposti tutti i titoli, in gran parte acustici, che ha scritto e cantato da lead singer, molti dei quali disponibili fino a oggi solo nei Paesi germanofoni. Ora sono tutti raccolti in questo cofanetto, comprese cover proposte da Dawson, come quelle di “Galway To Graceland” di Richard Thompson, di “Gunga Din” di Gene Parsons e dell’inno ecologista di Alan Wilson dei Canned Heat “Poor Moon”. È interessante notare che la maggior parte dei personaggi raccontati da Dawson nei suoi quarant’anni di carriera sono anticonformisti ed eroi ignorati. Dawson li ha immortalati grazie anche alle lezioni apprese dai suoi mentori e collaboratori, che gli hanno permesso di compiere e presentare in queste compilation un percorso assolutamente unico.

Julian DawsonLife and Soul Vol. 2

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Kendel Carson e l’autore e produttore Chip Taylor hanno realizzato insieme due album di successo a fine anni duemila. Poco dopo, Taylor stava lavorando su una sceneggiatura che raccontava di una cantante country degli anni ’70 che, invece di firmare con una major, regalava cassette con le proprie canzoni. Taylor e Carson hanno all’epoca inciso dei brani pensati per la futura colonna sonora: Kendel, nei panni del personaggio di Suzanna Hamilton, ha cantato e suonato (al violino) con John Platania (chitarra di Van Morrison), Greg Leisz (pedal steel), Tony Mercadante (basso), Tony Leone (batteria) e Chip (chitarra e voce) pezzi che purtroppo sono stati ascoltati solo da pochi fortunati. Sulla scia di questa esperienza Carson e Taylor hanno poi inciso in Canada le Calgary Sessions con Russ Broom (chitarra), Mike Lent (basso) e Spencer Chayne (batteria). I due album sono finalmente disponibili per la prima volta e non saranno solo i fan di Kendel Carson a trovarli profondamente inspirati.

Kendel CarsonThe Lost Tapes of Suzanna Hamilton with The Calgary Sessions

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I 18 brani di “The Judas Tree” sono l’ennesima prova della creatività all’apparenza inesauribile del rocker svizzero Luke Gasser. A differenza dal rock trascinante del precedente “Mercy On Me”, questo nuovo lavoro è più riflessivo e dimostra come il rock non sia per forza chitarre elettriche e amplificatori, ma piuttosto onestà e un approccio concreto, tradizionale e profondo. In “The Judas Tree” Gasser si riavvicina alle sue radici musicali, con testi significativi e un rock proveniente dal cuore che mescola chitarre hard rock e tracce di folk. Si intuiscono in trasparenza le influenze di The Alarm, i primi Rolling Stones e a tratti Bob Dylan, ma il disco conserva una grande autenticità, senza mai scadere nell’imitazione.

Luke GasserThe Judas Tree

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Il nuovo album dei Sulutumana con la parolaccia più famosa della Lombardia e più musicale del mondo, è anche il titolo del sesto album di inediti composto da 12 nuove canzoni a firma del gruppo. Un “Vadavialcù” nasce spontaneo, un po’ come lo starnuto. Quando sta per esplodere non puoi trattenerlo. E cosi hanno sentito il dovere di farsi portavoce di questo caloroso invito rivolto prima di tutto a loro stessi. L’album è stato registrato nel luogo nel quale da sempre si sentono più a loro agio, la loro sala prove, ed è stato mixato presso gli storici Abbey Road Studios di Londra. Ospite d’onore di questo nuovo disco è nientemeno che il leggendario e indimenticato Ugo Tognazzi, che presta la sua voce nella canzone che dà il titolo all’album, da lui stesso ispirata. Per dire cosa? Ma VADAVIALCÙ, ça va sans dire! “VADAVIALCÙ” è un sorprendente viaggio suonato e cantato fatto di scommesse giocate, vinte e perdute, piccole fortune conquistate, nuove consapevolezze acquisite, preziose esperienze maturate. Sì, insomma, fatto di noi. Ma anche di voi, ne siamo certi. Confezione digipack.

Sulutumana Vadavialcù

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Un disco molto rock, essenziale, dal sapore fifties, registrato a Brooklyn con Aarom Comess degli Spin Doctors alla batteria, Drew Mortali al basso e Ben Stivers alle tastiere. Tutte le chitarre, acustiche ed elettriche, sono dello stesso Maddock che mostra tutta la sua bravura di strumentista. Tra le canzoni spicca anche una potente rilettura di un classico di Townes Van Zandt: “Loretta”. Un album tra i più diretti e divertenti della sua discografia e che risente molto dell’influenza dei suoi amici e collaboratori Willie Nile e Garland Jeffreys. Le ballate intime e autunnali pennellate lungo le avenue di New York lasciano spazio a irresistibili rock'n'roll come “Discover Me”, “Calling My People”, “Music In The Stars”. James Maddock sarà in tour in Italia ad aprile accompagnato dal leggendario pianista e fisarmonicista Brian Mitchell, già al fianco, tra gli altri, di Bob Dylan, The Band, BB King.

James MaddockIf it Ain’t Fixed, Don’t Break it

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Magistrale liutaio e chitarrista slide, Seth Lee Jones è in tutto e per tutto votato alla sua arte e al suo strumento. Il suo stile unico come musicista spicca quanto la sua voce potente, che ricorda i giganti del jazz blues. Attualmente si esibisce in trio e “Live at The Colony” è un disco da non perdere. Registrato nel corso di un’unica serata, è stato curato nell’aspetto fonico da Jared Tyler, stimato polistrumentista, cantautore, produttore e fonico che collabora da anni con Malcolm Holcombe, mentre del mastering si è occupato Chuck Zwicky. Al basso troviamo Bo Hallford, noto per la sua collaborazione con la Paul Benjaman Band e The Panda Resistance, mentre alla batteria siede Matt Teegarden, figlio del vincitore di Grammy David Teegarden Senior. “Live at The Colony” piacerà soprattutto a chi ama Sonny Landreth, Ray Charles e Michael Lee Firkins.

Seth Lee JonesLive at the Colony

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“Settling Scores Vol. II” è il quarto lavoro di Grant Peeples ad essere prodotto dall’icona del roots Gurf Morlix, che ha anche mixato il disco e vi figura come performer. Altri contributori sono Rick Richards (batteria), David Webb (tastiere), Joel Guzman (fisarmonica), Jaimee Harris (voce) e Longineu Parsons (tromba), oltre a Lis & Lon Williamson, Erik Alvar e il turnista Tim Higgins. I brani sono per lo più figli dell’attuale clima politico, ma il disco propone anche una canzone d’amore (“Liliana”), una cover della toccante “Goodbye” di Steve Earle e una riscrittura di 13 minuti di “The New Brownsville Girl” di Bob Dylan. Come sua abitudine, la voce di Grant oscilla tra oscura inquietudine, struggimento poetico e aspra satira. Decimo disco di Peeples dal 2008, “Settling Scores Vol. II” sarà considerato dai suoi estimatori il suo lavoro forse più accessibile.

Grant Peeples& The Peeples RepublikSettling Scores Vol. II

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Martha Fields fonde Americana e tipica spavalderia del Sud e con “Dancing Shadows” dà vita ai suoi fantasmi affondando le sue radici musicali negli Appalachi e in Texas e portandoci con la sua band in un viaggio spirituale tortuoso attraverso gli Stati del Sud. Si tratta di un disco ambizioso e variegato: 14 brani dalla seduttività ruvida, cresciuti in due continenti (scritti, autoprodotti e incisi nel Sud della Francia), intrisi di atmosfere oscure e volubili e popolati da personaggi forti e ribelli. Il tutto completato dall’occasionale sconfinamento nell’honky tonk e imbevuto di autentico groove del Sud. Aprendosi la propria strada nella tradizione folk, blues, country, rock e bluegrass, Martha e la sua band danno voce alla bellezza dolceamara delle sue ballate e all’audacia di un repertorio sfumato di blues e rock. Dobro, lap steel, chitarra, slide, contrabbasso, violino, batteria e all’occorrenza mandolino e pedal steel danno profondità alla voce, mentre Monica Taylor e Travis Fite contribuiscono con armonie voluttuose.

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Carla Moreni, autorevole critico di musica classica de Il Sole 24 Ore, colloca il nuovo lavoro di Sartoris in quella “terza corrente” cara a Gunther Schuller, una dei massimi pensatori del jazz. Si legge infatti nelle note di copertina da lei redatte: “Se fosse ancora vivo, Gunther Schuller, uno dei giganti del jazz americano nella seconda metà del Novecento, prenderebbe subito sotto la propria ala questa raccolta. Il giovane compositore italiano è perfettamente allineato a quel concetto di "Third Stream". Nel 1957, quando per la prima volta si coniò il termine, divenuto poi di uso comune, Emanuele Sartoris era ancora ben lontano non solo dal pianoforte e dal mondo della musica, ma persino dall'essere al mondo. Perciò colpisce, e diventa spunto per riflessioni, questa sotterranea vitalità di attitudini e sensibilità, che attraversano intatte lo scorrere del tempo, e che si impongono ancora al nostro presente, rendendo la storia trampolino del futuro. I dieci brani del CD sono tessere di un unico mosaico, ciascuna costruita secondo una forma e una precisa compiutezza.

Emanuele SartorisI Nuovi Studi

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Vincitore del TOP Jazz 2017 di Musica Jazz per il miglior disco dell’anno con “Sideralis”, il sassofonista Roberto Ottaviano, uno dei migliori specialisti del sax soprano a livello mondiale, si ripresenta con un altro album che gli regalerà sicuramente altrettante soddisfazioni. “Eternal Love” è stato registrato insieme a Marco Colonna (clarinetto e clarinetto basso), Alexander Hawkins (piano, rhodes, hammond), Giovanni Maier (contrabbasso) e Zeno De Rossi (batteria), tutti eccellenti musicisti ben sintonizzati sulla medesima lunghezza d’onda dell’autorevole leader. Il disco - che si apre con la tradizione africana di Uhuru - propone due brani originali di Ottaviano ("Questionable 2" ed "Eternal Love") e le reinterpretazioni di sei pezzi di Abdullah Ibrahim ("African Marketplace"), Charlie Haden ("Chariman Mao"), Dewey Redman ("Mushi Mushi"), Elton Dea ("Oasis"), John Coltrane ("Your Lady") e Don Cherry ("Until the rain comes").

Roberto OttavianoEternal Love

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Il nuovo lavoro discografico del trio composto da alcuni degli artisti tra i più influenti della scena jazz sperimentale contemporanea: Andrea Centazzo (percussion, malletkat, sampling), Giancarlo Schiaffini (trombone), Sergio Armaroli (vibraphone). Note di copertina a cura di Paolo Carradori. “Può risultare forse emblematico ma al primo approccio con Trigonos mi è sorta alla mente una riflessione, letta qualche tempo prima, di Salvatore Sciarrino, compositore apparentemente lontano da ciò che stavo ascoltando.

Centazzo, Schiaffini, ArmaroliTrigonos

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Da casa Dodicilune presentiamo un omaggio al grande cantautore statunitense Tom Waits interpretato dalla vocalist leccese Serena Spedicato, cantante eclettica, poliedrica e ricca di pathos, dal timbro originale ed affascinante, esprime la propria creatività in percorsi musicali variegati, ma raffinati ed eleganti, con particolare predilezione nell’esplorazione di un genere jazz dal sapore cameristico. La voce cristallina della protagonista, così diversa dalla roboante timbrica di Waits, conferisce una raffinata eleganza a melodie preziose, che, nella nuova veste, appaiono dotate di luce nuova. Il gruppo, con Gianni Iorio al bandoneon e al pianoforte, Antonio Tosques alla chitarra, Pierluigi Balducci, anche arrangiatore del progetto, al basso e Pierluigi Villani ai ritmi, mette in evidenza gli angoli più segreti e nascosti del mondo di Waits, i suoi riferimenti reconditi.

Serena SpedicatoMy Waits (Tom Waits Songbook)

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Dopo l’esordio di “Tomorrow-2 more Rows of Tomorrow”, questo nuovo progetto per la vocalist e tastierista, celebra in musica il concetto di “tempo” attraverso la lente della scienza e della filosofia. Ad accompagnare Camilla ci sono Michele Tino al sax alto, Andrea Lombardini al basso elettrico e Bernando Guerra alla batteria, con la partecipazione di Ambrose Akinmusire alla tromba. La gestazione di questa ultima, e audace, fatica discografica è durata circa due anni. Complici Copenaghen e Berlino, due città dove Camilla ha vissuto e che hanno contribuito a influenzare profondamente, non solo il suo percorso umano e artistico ma anche la sua intera opera.

Camilla BattagliaEmit: Rotator Tenet

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“Tonadas”, lirico e vivace, è il nuovo album in quartetto del sassofonista Julian Argüelles. Il disco attinge alle radici spagnole di Julian Argüelles e ha tutto ciò che ci si può aspettare e augurare da un album di jazz contemporaneo. Al tempo stesso però sorprende, grazie a una ricca varietà e all’affiatamento di una band che funziona come una macchina ben oliata. Notevole è infatti anche la sezione ritmica, costituita dal pianista Ivo Neame, dal bassista Sam Laserson e dal batterista James Maddren, che regala grande espressività agli arrangiamenti di Argüelles. “Tonadas” non mancherà certo di farsi apprezzare dagli appassionati del genere per il tono spiccatamente gioioso e per la produzione magistrale.

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“Moksha” è il nuovo album del pianista, compositore e bandleader Ivo Neame, che negli ultimi dieci anni ha dimostrato bravura e grande spirito d’avventura. Con questo lavoro vivace e progressivo apre una nuova fase della sua già illustre carriera, grazie anche all’affiatamento con una nuova band, a un utilizzo più intensivo delle tastiere elettroniche e a un groove più ritmato. “Moksha” è sincero e strutturato alla perfezione. Ricorda i groove sottili e brillanti di Medeski, Martin e Wood, è guidato da ritmi stratificati e linee fluide e animato dalla voce esplorativa di Neame. Ispirato all’emancipazione dal ciclo di morte e rinascita e al distacco dalle preoccupazioni terrene e dall’ignoranza per giungere all’autorealizzazione e alla conoscenza di se stessi, trova nella musica questa stessa forma di libertà. E mette in luce la modernità e il tocco personale di un artista geniale.

Ivo NeameMoksha

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Un album, diverse cover e un unico messaggio: tutte le specie viventi sono connesse tra loro. “We Are All” è l’ottavo e nuovissimo album in studio dei Phronesis, una delle band europee di jazz contemporaneo più note e apprezzate dell’ultimo decennio. Con “We Are All”, disponibile sia in CD che in LP, il trio punta a mettere in luce l’interconnessione di tutte le specie viventi e la responsabilità che noi, in quanto esseri umani, abbiamo di coesistere in armonia con il nostro ambiente e di proteggere la bellezza, la fragilità e il benessere del nostro pianeta e di tutti coloro che lo abitano.

PhronesisWe Are All

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“Juniper” è un album pieno di passione e allegria, il terzo degli Slowly Rolling Camera e ad oggi quello di più forte impatto della band di jazz elettronico di Cardiff. Disponibile in CD e LP, il disco è stato ideato dal deus ex machina dell’etichetta Edition, Dave Stapleton, dal produttore Deri Roberts e dal batterista Elliot Bennett. In questo lavoro groove jazz di ampio respiro si fondono con paesaggi sonori ricchi e quasi cinematografici, aprendo per il gruppo un nuovo capitolo, in cui le sue radici strumentali si rinnovano e si consolidano. Importante anche l’apporto di un team di musicisti dinamici, con l’ex chitarrista della Cinematic Orchestra Stuart McCallum, il bassista Aidan Thorne e il sassofonista belga Nicolas Kummert. Il risultato di questa alchimia è un disco vibrante, coraggioso e dalla freschezza rinvigorente.

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Kirk Fletcher si è costruito una solida reputazione come chitarrista blues dalla spiccata profondità, suonando tra gli altri con Joe Bonamassa e The Fabulous Thunderbirds e conquistando ben quattro nomination ai Blues Music Awards e una ai British Blues Awards. Ora, dopo tre album in studio e un album live, pubblica il suo primo vero disco da solista. “Hold On” è un disco di inediti freschi, coraggiosi e funky, ma è soprattutto un lavoro che riconduce al più autentico significato del blues: offrire uno sguardo sulla società odierna. Tra sfumature che ricordano Johnny “Guitar” Watson e Curtis Mayfield e splendidi cambi di accordo, Fletcher riesce a mantenere uno stile distintamente proprio e a raggiungere un equilibrio raro e perfetto tra rispetto della tradizione e fresca modernità.

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Il tastierista jazz, autore e produttore Jeff Lorber è noto per essere uno dei pionieri del movimento jazz fusion. Come Jeff Lorber Fusion e membro fondatore del supergruppo di smooth jazz Jazz Funk Soul, Lorber si esibisce dal vivo in tutto il mondo ed è molto amato dai fan. È inoltre apprezzato dalla critica per la sua esuberanza funky e il suo amore per un’innovazione geniale e trascinante. Vincitore nel 2018 di un Grammy per il miglior album strumentale contemporaneo, lo troviamo qui affiancato da una costellazione di star: Jimmy Haslip, tre volte vincitore del Grammy e membro fondatore dei Yellowjackets, Andy Snitzer, virtuoso del sax che si è esibito con i Rolling Stones, Paul Simon e Sting, e Paul Jackson Jr., chitarrista tra gli altri di Michael Jackson, Whitney Houston ed Elton John. Tra i brani di maggior rilievo di “Impact” troviamo la funky e vivace “Highline”, l’appassionata “Arda” e il singolo “Sport Coat Makes Good”, che in America sta già scalando le classifiche dello smooth jazz.

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Da più di un decennio, il cantante e cantautore neo soul Anthony David è considerato “il Bill Withers della sua generazione” per la sua voce baritonale piena e calda. Grazie al suo lirismo semplice ma eloquente, alla collaborazione con la cantante R&B India.Arie e a brani provocatori che fondono pop, folk, rock e blues si è conquistato un nutrito seguito. “Hello Like Before” è l’album che i suoi fan stavano aspettando, con interpretazioni sentite ed espressive di brani più o meno noti di Bill Withers. Prodotto da Eddie “Gypsy” Stokes, il disco cattura l’essenza del genio di Withers e la ripropone filtrandola attraverso la lente contemporanea di Anthony David.

Anthony DavidHello Like Before (The Songs of Bill Withers)

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Il sudafricano Soweto Gospel Choir ha vinto diversi Grammy ed entusiasmato il pubblico di tutto il mondo durante i suoi tour. Il suo gospel è profondo e toccante, vivace e spettacolare. Con “Freedom” il Soweto Gospel Choir rende omaggio all’eroe internazionale Nelson Mandela in occasione del centenario della sua nascita. L’album contiene degli inni di “lotta” iconici del movimento di liberazione del Sudafrica, tra cui composizioni di “Mama Afrika” Miriam Makeba, Harry Belafonte, Letta Mbulu e Mbogeni Ngema, creatore del musical di successo “Sarafina”.

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Primo album gospel dell’artista soul Will Downing, “The Promise” è il coronamento di una splendida carriera, nonché la realizzazione di un sogno. Noto come il principe del soul raffinato, Will Downing è un’icona sia nel mondo del R&B che in quello del jazz. Ora, dopo aver venduto più di 4 milioni di album nel corso di una carriera trentennale, l’artista si rivolge al pubblico gospel. “The Promise” è ispirato alla sua rinascita spirituale e beneficia di tutta la straordinaria capacità di emozionare di un artista dal successo senza pari nel mondo del soul.

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La vocalist Ann Hampton Callaway possiede una voce semplicemente splendida, che la proietta nell’élite del jazz odierno. Nominata a un Tony, vincitrice del New York Cabaret Award come miglior vocalist jazz e del Theater World Award, con “Jazz Goes To The Movies” presenta un album da non perdere. Si tratta di una raccolta spettacolare di grandi melodie cinematografiche eseguite da Ann e dal suo ensemble sotto la guida di Ted Rosenthal, vincitore della Thelonious Monk International Jazz Competition. “Jazz Goes To The Movies” rievoca lo spirito dell’età d’oro di Hollywood, con classici assoluti del cinema come “As Time Goes By” di “Casablanca”, l’immortale “Blue Skies”, composta da Irving Berlin per “La grande strada bianca” e “The Way You Look Tonight” di “Pene d’amor perdute”, firmata da Jerome Kern.

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IRD è lieta di presentare il terzo lavoro discografico di Alessandro Lepore, lavoro che pone le proprie radici dall’amore dell’artista per il cantautorato sia italiano che americano scoperti durante i lunghi viaggi negli Stati Uniti con predilezione per le storie intime, per le emozioni e con particolare attenzione alla liricità – dimessa o epica – che fanno da pilastro a questo genere di musica e di canzoni. L’humus dell’album prende vita dagli anni trascorsi da Alessandro a Phoenix (Arizona) con storie d'amore e di dolore, di entusiasmi e delusioni, degli ups and downs comuni all’esperienza di molti; dei momenti di grazia, esaltazione e inadeguatezza che accompagnano la vita di tutti, e forse ancor di più di coloro che inseguono – tra il paradiso dei momenti di grazia e i piccoli drammatici o comici inferni delle delusioni e degli scoramenti – un sogno, una passione o una vocazione. Ottimo il gruppo che accompagna il nostro in questo splendido viaggio.

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“Inverna” è il titolo del nuovo album di Cristina Meschia, 9 brani ispirati dallo studio di Nanni Svampa e del Nuovo Canzoniere Italiano, arrangiati in chiave folk jazz, che racchiudono canti della tradizione lombarda. Oltre a “E L’Era Tardi” di Jannacci e di “Gh’è Anmò On Quaivun” di Svampa, troviamo canti di lavoro (“Bella Ciao delle mondine”), canzoni d’amore e canti d’osteria. Oltre alla dolce voce della Meschia, troviamo ad accompagnare la cantante in questa nuova avventura Riccardo Fioravanti (Basso elettrico e contrabbasso), Gianluca Tagliazucchi (piano), Marco Moro (flauto), Manuel Zigante (violoncello), Umberto Fantini (violino), Julyo Fortunato (fisarmonica, ukulele), Gilson Silveira (percussioni) e special guest Alessio Menconi (chitarre).

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La superstar dello smooth urban jazz Kim Waters ha venduto più di un milione di copie nel corso dei suoi vent’anni di carriera. Amato tanto dagli estimatori dell’R&B quanto da quelli del jazz, è apprezzato per il suo stile seducente, melodico e sognante e come pochi altri sa veicolare nelle sue interpretazioni la sensualità del sassofono. “What I Like” propone alcune riuscitissime cover R&B della hit “That’s What I Like” di Bruno Mars, della romantica “Sumpthin’ Sumpthin’” di Maxwell e del classico degli Isley Brothers “Voyage To Atlantis”. Promettono bene anche la gioiosa “Walking On Air”, scritta da Waters, la funky “Pocket Science” e la ballata romantica “Midnight Magic”.

Kim WatersWhat I Like

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La leggendaria band electro funk degli Zapp, fondata nel 1978 in Ohio dai fratelli Troutman ha debuttato nel 1980 (prodotta da Bootsy Collins e dal fondatore dei P-Funk George Clinton) con l’obiettivo dichiarato di far ballare la gente. E ci è riuscita, esordendo con un disco d’oro e influenzando la generazione successiva di rapper e star dell’hip-hop con la hit “More Bounce to the Ounce”, campionata tra gli altri da EPMD, The Notorious B.I.G., Public Enemy, Ice Cube, Easy-E, Ice Cube e Snoop Dogg. Oggi gli Zapp tornano con un album che ne celebra la quarantennale carriera e rende omaggio al genio creativo del compianto Roger Troutman. Il suo iconico talk box e il suo basso sintetizzato non mancheranno di far ballare la gente neanche stavolta e all’esperienza quarantennale degli Zapp in materia di funk daranno manforte alcuni ospiti speciali: Bootsy Collins, Frankie J., Tuxedo, Kurupt e Snoop Dogg.

ZappVII: Roger & Friends

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Jan Felix May appartiene a una generazione di jazzisti che non hanno paura di superare i confini stilistici. La parola d’ordine è stabilire nuove connessioni, invece di restare aderenti a visioni vecchie. Nel farlo May, classe 1993, mostra precisione compositiva e musicale, una spinta creativa all’innovazione e una buona dose di humour. Il suo talento non è una sorpresa. Si era già fatto notare alle Intenationale Jazzwochen Burghausen, dove si è aggiudicato il primo premio nella competizione per solisti e il secondo, insieme alla sua band, nella competizione per gruppi. Con Frank Zappa , che pure non figura esplicitamente tra i suoi ispiratori, condivide una forma mentis che porta a mescolare con arguzia influenze classiche e moderne. Nel caso di Jan Felix May si spazia così dal jazz all’impressionismo e al prog, passando per l’elettronica: il risultato, ascoltabile nel suo album d’esordio “Red Messiah”, è un mix fresco e sorprendentemente originale.

Jan Felix MayRed Messiah

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Page 16: n° 41 ELIZA GILKYSON - Ird · sezione ritmica il contrabbassista Rufus Reid e il batterista Billy Drummond e ai fiati il polistrumentista Scott Robinson, con cui suonava da anni

ELIZA GILKYSONEliza Gylkison è una delle più autentiche e brave cantautrici americane

insieme a Lucinda Williams e Mary Gauthier. Quest’anno ha pubblicato il suo ventesimo disco, Secularia, tra i suoi più belli di sempre.

Qual è la storia di Secularia?È un concept che avevo in testa da anni per rivelare la parte più spirituale della mia musica. È un invito ad adottare una prospettiva di inclusione, di rispetto della vita e a sentire la responsabilità individuale delle proprie azioni in un momento storico di divisioni. È un disco spirituale ma non riconducibile alla religione tradizionale. Si può trasmettere

gratitudine, ispirazione, sentirsi parte di un tutto, senza menzionare una divinità o una fede?

Ti piacerebbe venire a suonare in Italia? Pensi che la lingua possa essere un ostacolo per le tue canzoni?

Sono passati molti anni dal mio tour in Italia con Andreas Vollenweider. Erano i primi anni novanta e presentavamo il disco Eolian

Minstrel. Sogno di ritornare in Italia, ma è di�cile perché ho alcuni problemi �sici che mi impediscono di fare un volo così

lungo. Per questo purtroppo negli ultimi anni non ho lasciato il mio continente. Non credo che la

barriera della lingua sia un problema, le mie canzoni sono molto dirette però ho imparato che il senso dell’umorismo non sempre supera i con�ni musicali.

Nel disco c’è un toccante duetto con Jimmy LaFave, cantautore molto amato anche in Italia.Mi ricordo quando Zucchero, che avevo conosciuto durante il tour con Vollenweider, incise Never is a Moment di Jimmy. Ero molto felice per lui e lo chiamai immediatamente per comunicagli la notizia. Non aveva idea di quanto famoso fosse Zucchero. Riguardo al duetto, abbiamo registrato Down by the

Riverside due mesi prima che Jimmy morisse. Amava quella vecchia

canzone folk e gospel, era la preferita di sua

madre. Ho

lasciato che scegliesse la strofa che voleva e si è preso quella che è come un coltello in�lato nel cuore. Quello era Jimmy, lo cantava così dolcemente e così tanto in profondità. Mi commuove sempre e mi ricorda di lui ogni volta che la ascolto.

Qual è il ruolo del cantautore oggi? Pensi che le canzoni possano ancora svegliare le coscienze?Sono arrabbiata e triste, come la maggior parte degli artisti per il fatto che il nostro paese sia caduto per mano di un bu�one che sta mettendo in pericolo il mondo intero con le sue politiche ambientali e di immigrazione, razzismo, odio e menzogne. Ma è il ri�esso di una malattia insidiosa più profonda radicata in una grande popolazione in tutto il mondo. Quindi, politicamente parlando, per quanto riguarda la mia musica, non scrivo del regime di Trump. Scrivo delle strutture gerarchiche che hanno alimentato le �amme del patriarcato, a partire dalle religioni, dove Dio è sempre rappresentato al maschile, dei sistemi avidi-grati�canti come il capitalismo istituito per mantenere una piccola percentuale di persone al potere. Questo mi spinge a scrivere canzoni. Non sono sicura che sia il lavoro di ogni artista concentrarsi sulla politica, so solo che è il mio lavoro. Ma abbiamo anche bisogno di musica allegra che ci faccia ballare!

Mi piacerebbe moltissimo assistere a uno di questi concerti che fai insieme a Gretchen Peters e Mary Gauthier.Siamo tre donne forti, mature, indipendenti. È uno spettacolo molto vario, ognuna di noi ha la sua storia, ma siamo molto unite

Credi che Mary riuscirà a vincere il grammy?Penso che Mary abbia una possibilità reale. Ha realizzato il disco perfetto nel momento giusto con tematiche forti e attuali. Ha lavorato sodo e certamente merita la vittoria. Ammetto di essere un po’ combattuta perché tra le candidate c’è anche Joan Baez che per me è sempre stata un’eroina e poi nel suo ultimo disco ha registrato una mia canzone, The Great Correction.

Se dovessi fare un trio ma con due cantautori uomini, chi sceglieresti?

Hah! L’ho fatto in passato! Direi i miei due vecchi compagni John Gorka e Greg Brown, anche loro su Red House come me.

Vivi sempre a Austin? Sì, sono ancora a Austin anche se ci siamo trasferiti più lontano dalla città rispetto alla casa dove eri stato. Siamo felici anche se la rapida crescita è schiacciante. Abbiamo anche comprato una vecchia hacienda a Taos, nel New Mexico, sulle montagne dove in estate insegno i miei workshop di songwriter insieme a John Gorka e Mary Gauthier.(https://www.facebook.com/CasaDeMusicaWorkshop/).

Ci suggerisci qualche nuovo cantautore da seguire?Jaimee Harris, Betty Soo e poi Nagavalli Medicharla, è la mia nuova preferita. Canta a metà strada tra gli spiritual dell’India orientale e il country-western.

Qual è l’ultimo disco che hai comprato e i cinque più importanti della tua vita?Van Morrison Poetry Champions Compose, Leonard Cohen You Want it Darker, Mark Kop�er Tracker, Mary Chapin Carpenter Elysium, Tom Waits, Heart of Saturday Night, Bob Dylan Blonde on Blonde e In�dels. L’ultimo disco che ho comprato è un cofanetto di Terry Gilkyson & the Easy Riders. Le registrazioni di mio padre, le ho trovate su Ebay!

Qual è il �lm più bello che hai visto quest’anno?Penso che Roma di Inarritu sia favoloso ma nessun �lm quest’anno mi ha ancora sconvolta.

Hai visto il �lm Blaze?No, ammetto che non sono una grande fan dei �lm che romanticizzano le dipendenze. So che questo mi rende terribilmente poco cool, ma conosco le conseguenze �n troppo bene.

Grazie Eliza e complimenti per questo meraviglioso disco.Spero di ritornare un giorno a suonare in Italia. Sarai il primo a saperlo. Anche solo per il cibo tornerei!

Andrea Parodi

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Eliza Gylkison è una delle più autentiche e brave cantautrici americane insieme a Lucinda Williams e Mary Gauthier. Quest’anno ha pubblicato il

suo ventesimo disco, Secularia, tra i suoi più belli di sempre.

Qual è la storia di Secularia?È un concept che avevo in testa da anni per rivelare la parte più spirituale della mia musica. È un invito ad adottare una prospettiva di inclusione, di rispetto della vita e a sentire la responsabilità individuale delle proprie azioni in un momento storico di divisioni. È un disco spirituale ma non riconducibile alla religione tradizionale. Si può trasmettere

gratitudine, ispirazione, sentirsi parte di un tutto, senza menzionare una divinità o una fede?

Ti piacerebbe venire a suonare in Italia? Pensi che la lingua possa essere un ostacolo per le tue canzoni?

Sono passati molti anni dal mio tour in Italia con Andreas Vollenweider. Erano i primi anni novanta e presentavamo il disco Eolian

Minstrel. Sogno di ritornare in Italia, ma è di�cile perché ho alcuni problemi �sici che mi impediscono di fare un volo così

lungo. Per questo purtroppo negli ultimi anni non ho lasciato il mio continente. Non credo che la

barriera della lingua sia un problema, le mie canzoni sono molto dirette però ho imparato che il senso dell’umorismo non sempre supera i con�ni musicali.

Nel disco c’è un toccante duetto con Jimmy LaFave, cantautore molto amato anche in Italia.Mi ricordo quando Zucchero, che avevo conosciuto durante il tour con Vollenweider, incise Never is a Moment di Jimmy. Ero molto felice per lui e lo chiamai immediatamente per comunicagli la notizia. Non aveva idea di quanto famoso fosse Zucchero. Riguardo al duetto, abbiamo registrato Down by the

Riverside due mesi prima che Jimmy morisse. Amava quella vecchia

canzone folk e gospel, era la preferita di sua

madre. Ho

lasciato che scegliesse la strofa che voleva e si è preso quella che è come un coltello in�lato nel cuore. Quello era Jimmy, lo cantava così dolcemente e così tanto in profondità. Mi commuove sempre e mi ricorda di lui ogni volta che la ascolto.

Qual è il ruolo del cantautore oggi? Pensi che le canzoni possano ancora svegliare le coscienze?Sono arrabbiata e triste, come la maggior parte degli artisti per il fatto che il nostro paese sia caduto per mano di un bu�one che sta mettendo in pericolo il mondo intero con le sue politiche ambientali e di immigrazione, razzismo, odio e menzogne. Ma è il ri�esso di una malattia insidiosa più profonda radicata in una grande popolazione in tutto il mondo. Quindi, politicamente parlando, per quanto riguarda la mia musica, non scrivo del regime di Trump. Scrivo delle strutture gerarchiche che hanno alimentato le �amme del patriarcato, a partire dalle religioni, dove Dio è sempre rappresentato al maschile, dei sistemi avidi-grati�canti come il capitalismo istituito per mantenere una piccola percentuale di persone al potere. Questo mi spinge a scrivere canzoni. Non sono sicura che sia il lavoro di ogni artista concentrarsi sulla politica, so solo che è il mio lavoro. Ma abbiamo anche bisogno di musica allegra che ci faccia ballare!

Mi piacerebbe moltissimo assistere a uno di questi concerti che fai insieme a Gretchen Peters e Mary Gauthier.Siamo tre donne forti, mature, indipendenti. È uno spettacolo molto vario, ognuna di noi ha la sua storia, ma siamo molto unite

Credi che Mary riuscirà a vincere il grammy?Penso che Mary abbia una possibilità reale. Ha realizzato il disco perfetto nel momento giusto con tematiche forti e attuali. Ha lavorato sodo e certamente merita la vittoria. Ammetto di essere un po’ combattuta perché tra le candidate c’è anche Joan Baez che per me è sempre stata un’eroina e poi nel suo ultimo disco ha registrato una mia canzone, The Great Correction.

Se dovessi fare un trio ma con due cantautori uomini, chi sceglieresti?

Hah! L’ho fatto in passato! Direi i miei due vecchi compagni John Gorka e Greg Brown, anche loro su Red House come me.

Vivi sempre a Austin? Sì, sono ancora a Austin anche se ci siamo trasferiti più lontano dalla città rispetto alla casa dove eri stato. Siamo felici anche se la rapida crescita è schiacciante. Abbiamo anche comprato una vecchia hacienda a Taos, nel New Mexico, sulle montagne dove in estate insegno i miei workshop di songwriter insieme a John Gorka e Mary Gauthier.(https://www.facebook.com/CasaDeMusicaWorkshop/).

Ci suggerisci qualche nuovo cantautore da seguire?Jaimee Harris, Betty Soo e poi Nagavalli Medicharla, è la mia nuova preferita. Canta a metà strada tra gli spiritual dell’India orientale e il country-western.

Qual è l’ultimo disco che hai comprato e i cinque più importanti della tua vita?Van Morrison Poetry Champions Compose, Leonard Cohen You Want it Darker, Mark Kop�er Tracker, Mary Chapin Carpenter Elysium, Tom Waits, Heart of Saturday Night, Bob Dylan Blonde on Blonde e In�dels. L’ultimo disco che ho comprato è un cofanetto di Terry Gilkyson & the Easy Riders. Le registrazioni di mio padre, le ho trovate su Ebay!

Qual è il �lm più bello che hai visto quest’anno?Penso che Roma di Inarritu sia favoloso ma nessun �lm quest’anno mi ha ancora sconvolta.

Hai visto il �lm Blaze?No, ammetto che non sono una grande fan dei �lm che romanticizzano le dipendenze. So che questo mi rende terribilmente poco cool, ma conosco le conseguenze �n troppo bene.

Grazie Eliza e complimenti per questo meraviglioso disco.Spero di ritornare un giorno a suonare in Italia. Sarai il primo a saperlo. Anche solo per il cibo tornerei!

Andrea Parodi

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Sempre in occasione del 35° anniversario in SACD 15 brani del catalogo Fonè. Troviamo Fausto Mesolella, Pietropaoli e Bianchini, Peo Alfonsi, Scott Hamilton, Riccardo Zegna e molti altri ancora.

AAVVJazz RecordingsFoné Anniversary

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In occasione del 35° anniversario della Fonè, presentiamo questa raccolta di 14 brani dal catalogo di classica della prestigiosa label toscana. 74 minuti con brani di Chopin, Vivaldi, Bach e molti altri ancora, interpretati da Accardo, Filippini, Scott Hamilton.

AAVVLa Fonosofia del Signoricci

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Edizione in SACD e LP, l’orchestra Teatro Regio Torino è diretta da Gianadrea Noseda ed eseguono la Sinfonia N. 9 in Re Maggiore di Gustav Mahler. Un favoloso concerto dell’Ottobre 2017 che la Fonè ha voluto immortalare per noi sia in SACD sia in LP.

Gianandrea NosedaGustav Mahler (Sinfonia n. 9)

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Ventesimo progetto discografico come leader di Claudio Angeleri. Il disco propone sette composizioni originali del pianista e tre riletture dei celebri brani “Dance Of The Infidels” di Bud Powell, “A New World A Comin” di Duke Ellington e “Monk's Dream” di Thelonious Monk e Jon Hendricks. Nel disco il musicista lombardo è affiancato dal sassofonista Gabriele Comeglio, solista e arrangiatore sia nel jazz (Yellow Jackets, Randy Brecker e Lee Konitz) sia nel pop (Mina, Battiato e Lucio Dalla); dal bassista Marco Esposito, che con Angeleri ha condiviso diversi festival e incisioni e ha al suo attivo collaborazioni con Gianluigi Trovesi, Franco Ambrosetti, Bob Mintzer; dal trombonista Andrea Andreoli, appena rientrato da alcuni concerti con la WDR Orchestra insieme a Bill Lawrence (Snarky Puppy) e Bob Mintzer; dal batterista e percussionista Luca Bongiovanni, con all'attivo esibizioni al Blue Note di Milano, all’International Jazz Day, Bergamo Jazz e Iseo Jazz. Ospiti anche la cantante Paola Milzani (in "Monk's dream"), che collabora con il pianista dal 2001.

Claudio AngeleriBlues is More

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Prosegue la collaborazione tra il contrabbassista e compositore abruzzese Luigi Blasioli e l’etichetta pugliese Dodicilune. Dopo “Sounds of aracsep valley” (2013) e “Sensory Emotions” (2015), presentiamo il nuovo album del bassista Luigi Blasioli. Nei dieci brani originali, Luigi Blasioli è affiancato al piano da Cristian Caprarese e alla batteria da Giacomo Parone con la partecipazione di Pierpaolo Tolloso al sax soprano e tenore in “Il guardiano dei giardini di Ineo” e “Potti, Ciccio e Pepe” che accoglie anche la tromba del musicista statunitense Thomas Kirkpatrick, ospite del concerto romano dove si è tenuta la presentazione ufficiale dell’album.

Luigi BlasoliMestieri d’oltremare e Favole di Jazz

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Principalmente chitarrista, compone e suona tutti gli strumenti sul suo recording studio, aggiungendo sempre cose nuove, con consigli anche dagli addetti ai lavori. Registra il suo materiale su Cubase, aiuta il suono con qualche plugin della Waves, come chitarre usa maggiormente la sua inseparabile Gibson Les Paul, ma usa molto anche PRS, Ibanez Jam, Danelectro, Stratocaster e Takamine. Vive a Londra da molto tempo, piacendogli la musica, è sicuramente uno dei posti giusti, poi la libertà e il motto “vivi e lascia vivere” che si trova a Londra è ineguagliabile. “Enigmatic Mechanism” è un album molto psychedelic-rock inglese strumentale.

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Tre voci, tre modi di essere artiste tre sguardi sul mondo della musica tradizionale, da quella italiana alle sonorità rom, dalla canzone d’autore alla poesia popolare fino alle composizioni originali. Un nuovo progetto Lamorivostri, per le tre musiciste che con questo lavoro danno voce e musica al repertorio tradizionale ma allo stesso tempo uniscono la propria esperienza artistica dando vita ad un viaggio musicale intenso ed originale dove la creatività prende forme ed espressioni diverse, dove contaminazione e tradizione camminano insieme unendosi in una nuova ed originale proposta che contraddistingue questo trio. Un viaggio musicale di donne che rivivono nella poesia popolare, dove Rosabella Harbreshe di Sicilia rappresenta l’immagine di una ragazzina che si vede già grande che ama come la Cecilia come la Baronessa di Carini come una sposa, come chi aspetta l’amore che viene, come chi subisce l’amore perduto. Emblematico è il significato del senso di libertà di queste donne che hanno ispirato questo progetto musicale. “Rosabella” che dà il nome al lavoro discografico è stato presentato in Auditorium Parco della Musica di Roma, selezionato al premio targhe Tenco 2015 sezione dialetto, selezionato al premio Alberto Cesa 2016 per Folkest. Premio Andrea Parodi 2016. In uscita Teresa di mare canti di donne e libertà in primavera 2017.

LaMoRivostri Rosabella

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Eros MazzonStorie

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I Crazy Bulls ci prendono gusto e sfornano un nuovo quarto album, una presa di posizione a dimostrarci il loro “modus vivendi”, intransigibile, vietato ai perditempo, compromessi addio e state a casa se dovete rompere i coglioni (aforisma che li rappresenta alla perfezione). Qualcosa però è successo dai precedenti lavori, stanno prendendo la consapevolezza di essere artisti, di creare musica di un certo valore. L’album è un inno a non mollare mai e a credere sempre nelle proprie capacità, anche quando tutti ti sbattono la porta in faccia, c’è sempre una porta sul retro, una Backdoor To My Dreams, dalla quale accedere ai tuoi sogni. 10 brani originali più una cover di Ryan Adams, Oh My Sweet Carolina, ottimi per viaggiare sia con il sole che con la pioggia, chiudendo gli occhi vi ritroverete su una highway come la Route 66, Illinois, Missouri, Kansas, Oklaoma, Texas, New Messico, Arizona, California…. ma l’Irlanda è sempre più vicina e… prima di chiudere gli occhi, fermatevi a una stazione di servizio, Buona musica e… aprite gli occhi gente!

The Crazy Bulls BandBackdoor To My Dreams

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Il nuovo album in vinile di Gene Guglielmi realizzato in collaborazione con il gruppo Bolognese degli Avvoltoi. Un album di 10 brani che non mancheranno di entusiasmare i suoi fans, vecchi e nuovi

Gene Guglielmi e gli AvvoltoiLa Vita è un Sogno

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- NIGHTRAID – INDIANS Primo disco degli umbri Nightraid, una formazione che attinge a piene mani dalla scena heavy italiana degli anni ’80, mantenendo la stessa attitudine “sporca” dei tempi andati. Le band di riferimento dei cinque ragazzi vanno ricercate nella Strana Officina e nei Vanadium, con Pino Scotto vero mentore del cantante Andrea Cocciglio, che si ispira palesemente al noto rocker milanese (di adozione), coverizzando anche la sua “Dio Del Blues” che viene resa davvero simile all’originale. I Nightraid colgono nel segno perchè non si limitano a copiare la parte heavy metal dalle storiche band, ma vanno ancora più indietro, pescando le loro radici blues risalenti agli anni ’70 e riuscendo a riproporle in questi brani, tutti cantati in italiano. Questa attitudine è evidente in “Nightraid” così come nella title-track “Indians”, molto intensa e legata alla natura e al rispetto per essa.

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Tra i più importanti chitarristi jazz italiani degli ultimi vent’anni, già assiduo collaboratore di Enrico Rava ai tempi del gruppo Electric Five, Domenico Caliri non è, contrariamente a molti suoi colleghi, musicista discograficamente prolifico, soprattutto come leader. Proprio per questo ogni suo nuovo lavoro, sempre lungamente meditato, risulta pregnante di contenuti e non delude mai i suoi numerosi estimatori. In questo suo quarto disco per Caligola il chitarrista siciliano, ormai bolognese d’adozione, rispolvera quel Cal Trio che tanto aveva fatto parlare di sé nello scorso decennio, quando al suo fianco c’erano Antonio Borghini e Cristiano Calcagnile. Ora il trio, in formazione rinnovata con Stefano Senni al contrabbasso e Marco Fratttini alla bateria si ripresenta con Aria mossa, album che conferma le qualità del leader e svela appieno quelle dei suoi due nuovi partner. Tutti i brani del CD sono allo stesso tempo melodici e “storti”, una caratteristica consolidata dello stile compositivo di Caliri, ed il lavoro svolto dalla solida coppia ritmica formata da Senni e Frattini per cercare di smussare degli angoli spesso spigolosi, risulta encomiabile e prezioso.

Domenico Caliri Cal TrioAria Mossa

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Deep Art Men documenta l’incontro fra cinque talentuosi musicisti che, oltre a svolgere intensa attività concertistica, condividono l’esperienza di docenti al Conservatorio di Vicenza, fra le cui mura è maturata l’idea di fare musica insieme nella maniera più naturale possibile: un repertorio di brani originali, alcuni concerti per rodarlo, e poi tutti in studio di registrazione per cementare il gruppo intorno ad un prodotto comune. Anche il titolo dato al disco dell’inedito quintetto che schiera il sassofonista Pietro Tonolo, il chitarrista Michele Calgaro il pianista Paolo Birro, il bassista Salvatore Maiore e il batterista Mauro Beggio lo conferma: Deep Art Men ci ricorda chiaramente che si tratta di musicisti e insegnanti che affrontano i diversi impegni con pari dedizione e profondità artistica. Il risultato è un disco da ascoltare con la massima attenzione, perché in grado di riservare nuove e belle sorprese ad ogni successivo ascolto.

Tonolo, Calgaro, Birro,Maiore, Beggio Deep Art Men

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Da tanta esperienza in passato in Maurizio Brunod è nato probabilmente il desiderio di tornare a mettersi in gioco affrontando ancora una volta la difficile e sfidante formula del solo. Qui il Nostro arricchisce la sua già ricca tavolozza musicale con l’elettronica, utilizzata però in modo quasi artigianale, senza dover per questo mai snaturale il ruolo della chitarra. Lo testimoniano brillantemente sia la riuscita versione di un arcinoto standard come “I remember Clifford”, che il sognante e meditativo brano originale che dà il titolo al disco, forte di una melodia dolcemente ipnotica e di un uso semplice quanto efficace di alcuni loop. Si potrebbe forse parlare con maggiore pertinenza in questo caso di musica “elettro–acustica”. Ma di questo coraggioso, originale e sincero «African Scream» ci piace ricordare ancora il country–western onirico e sognante di Child’s smiles, il vibrato caldo ed avvolgente di Dekadenz, la colemaniana e nostalgica Tiresia, così come l’ostinato arpeggio di Hypnotic sad loop, che sicuramente ha qualcosa a che vedere con le sue giovanili passioni “prog”, ed in particolare con i King Crimson.

Maurizio Brunod African Scream

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Questo nuovo lavoro di Claudio Cojaniz fotografa il suo lato più intimo e riflessivo e va ad arricchire la già variegata tavolozza di colori di un gruppo affiatato, allo stesso tempo libero e coeso, capace di respirare all’unisono con il suo leader. “Molineddu” sta a “Sound of Africa” come l’Ellington neo-impressionista di Mood Indigo sta a quello festosamente ritmico di Rockin’n Rhythm. Sembrano distanti ed antitetici, ed invece sono perfettamente complementari. Il pianoforte di Cojaniz è qui più distante del solito da certo panafricanismo modale, così come dalle spigolosità monkiane; c’è piuttosto la ricerca di una linea melodica essenziale e pura, effettuata con meticolosa perizia e grande cantabilità, senza inutili fronzoli. È un viaggio, quello del quartetto, che sorvola a bassa quota e in commosso silenzio le rovine di Aleppo, che rende omaggio con struggente lirismo agli amici (For my friends) all’amata compagna Antonella (Chanson), per volare quindi in Sardegna, con la poesia dei Girasoli sotto la luna, nello splendido parco artistico-naturale di Molineddu, che dà il titolo all’album. Feat. Alessandro Turchet (double bass), Luca Grizzo (percussion) e Luca Colussi (drums).

Claudio Cojaniz & Second TimeMolineddu

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“Pater” è il primo disco del duo formato da Ermanno Maria Signorelli e Roberto Martinelli, ma non appare tale, poiché la felice sintesi musicale cui i due musicisti sono qui arrivati è il frutto di una lunga collaborazione e di una comune sensibilità artistica, ma anche di uno stretto e profondo legame umano, rinforzato purtroppo da due tristi eventi, capitati casualmente in un breve arco di tempo, ovvero la scomparsa dei rispettivi padri, cui il lavoro è esplicitamente dedicato. I due musicisti, pur procedendo su percorsi artistici autonomi e paralleli, hanno avuto altre occasioni di incontrarsi, con risultati sempre stimolanti, tanto da rendere urgente e necessaria la documentazione del proficuo lavoro sin qui svolto. Il loro solido e comune background musicale, sia classico che jazzistico, affiora in ogni brano, così come il mirabile interplay e la predilezione per un suono acustico, pulito e naturale.

Roberto Martinelli & Ermanno Maria Signorelli Pater

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La Weight Band è nata con il preciso scopo di mantenere in vita lo spirito e la musica dell’indimenticabile gruppo rock The Band, con cui tutti i membri hanno un legame diretto e profondo. Non si tratta di una tribute band, ma piuttosto di un modo di portare avanti un’eredità gloriosa e vitale. I membri della Weight Band sono Jim Weider, Marty Grebb, Brian Mitchell, Albert Rogers e Michael Bram e i brani sono stati scritti da The Band, Levon Helm e Colin Linden. Questo primo album, “World Gone Mad” comprende 11 pezzi, di cui 8 originali, una cover di un brano di Jerry Garcia e Robert Hunt (con ospite Jackie Greene a voce e slide guitar) e contributi autoriali del compianto Levon Helm in brani fino ad oggi inediti. Nato dopo quattro anni in cui la Weight Band ha eseguito il repertorio dei The Band in tour, “World Gone Mad” incarna anche nel materiale originale lo spirito e il sound di Woodstock, adattandolo per i fan di oggi in un capolavoro di Americana e roots rock.

The Weight BandWorld Gone Mad

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“It’s All Good” è l’ultimo album di Levi Parham, talentuoso artista il cui album della svolta “These American Blues” è stato prodotto dal suo mentore Jimmy Lafave. Per quest’ultimo lavoro a cavallo tra Americana e Southern Rock, Parham ha messo insieme una band di ottimi musicisti di Tulsa: Paul Benjaman, Lauren Barth, John Fullbright, Jesse Aycock, Dylan Aycock, Aaron Boehler, Dustin Pittsley, Michael Staub e Lauren Farrah. Il prodotto della loro alchimia sono dieci brani originali che mescolano con straordinari risultati swing di Tulsa, groove del sud e riff di chitarra profondamente soul. Gli ascoltatori coglieranno tra le note le fonti di ispirazione di Parham: Derek and the Dominos, The Band, Rolling Stones, Allman Brothers e perfino gli Oasis.

Levi ParhamIt’s All Good

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Quando John Mohead ha pubblicato il suo disco d’esordio “All Music” l’ha definito “un erede moderno del Delta blues”. La sua musica affonda radici profonde in Mississippi e da quella terra assorbe le influenze dei maestri del blues. Mohead è un abilissimo cantastorie ampiamente dotato del fascino del Sud. Suona con passione e rispetto per la tradizione, ma è stato anche in grado di ammodernarla con un tocco di Southern rock e country. Il titolo di questo nuovo album la dice lunga: Mohead è, in tutto e per tutto, un “Son Of The South”, un autentico figlio del Sud. Il suo Delta blues rock sfumato di roots scivola giù liscio come un buon bourbon in una sera d’estate, i suoi slide danzano come falene attorno alla luce di un portico e i suoi pezzi originali trasportano l’ascoltatore in un luogo amato, che sa di casa.

MoheadSon Of The South

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Edizione in vinile dello strepitoso Gripka in sestetto tra sonorità Bandiane e Neil Young, con una bella cover di “Revolution Blues” dell’ex Buffalo Springfield. Questo del 2011 è il terzo album per il songwriter del Missouri che coniuga, come pochi altri, musica delle radici con i generi canonici dell’americana in uno spettacolare formato di canzone d’autore. Possiamo apprezzare “Live In Holland”, ora anche in vinile registrato nel 2011 durante il tour promozionale di “Barn Doors And Concrete Floors”.

Israel Nash Gripka2011 Barn Doors Spring Tour, Live in Holland

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Carter Sampson ha fatto un ingresso che non è certo passato inosservato nel panorama alt-country/Americana europeo con l’uscita di “Wilder Side” nel 2016. Da allora è stata in costante ascesa, tanto che in Europa si è dovuta pubblicare una compilation dei precedenti album dell’artista americana, con pezzi come “Queen of Oklahoma”, la title track, “Be My Wild Wood Flower” e “Sanctuary”. Ora Carter sforna un altro splendido album, “Lucky”, di cui è anche co-produttrice insieme a Jason Scott, e propone sette brani originali, per lo più dall’atmosfera vivace (tra cui “Rattlesnake Kate”, sempre molto amata dal pubblico) e tre cover selezionate con la massima cura. Ad affiancare Carter Sampson nel disco è una band stellare di musicisti dell’Oklahoma, quali Kyle Reid, John Calvin Abney e Jared Tyler.

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“Adriatic Soul” è una raccolta e un racconto della musica di Rocco Carella nel periodo dal 2010 al 2018. La varietà del lavoro, evidente già nell’alternanza tra brani per chitarra (classica) solo, e brani in ensamble (duo chitarra classica-sax soprano; duo chitarra classica-flauto traverso; duo chitarra classica-viola, trio chitarra classica-chitarra elettrica-sax soprano; trio chitarra classica-piano elettrico-sax soprano), è esaltata grazie ai differenti stili che affiorano, manifestando la ricerca e la costante curiosità che accompagnano da sempre il percorso musicale dell'autore. E così in “Adriatic Soul”, inevitabilmente i diversi generi musicali tanto cari all'autore si compenetrano, tanto nel linguaggio quanto nell'esercizio stilistico. “Adriatic Soul” dunque esprime chiaramente la visione della musica dell’autore, e il suo approccio ampio, libero, ma allo stesso tempo ricercato, in cui nulla è mai escluso a prescindere, e dove musica classica, jazz, world music, folk, pop, quasi non sembrano più essere così distanti e distinti. Non mancano infine citazioni e riconoscimenti ad artisti di riferimento, sia in ambito classico, che pop, che jazz.

Rocco CarellaAdriatic Soul

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Il nuovo album dei Gospel Book Revisited realizzato in collaborazione con AZ Blues, Blues Made in Italy, Guitar Club e pubblicato dalla Ultra Sound. Un disco dal vivo, per l’esattezza, che raccoglie otto canzoni e mette in scena - senza fronzoli, trucchi da studio, sovraincisioni o altro - tutta la poliedricità, il gusto e la carica della band torinese a distanza di un anno esatto dal fortunato Won’t You Keep Me Wild?, edito lo scorso ottobre. I GBR sono un gruppo anomalo, cantano in inglese ed il loro sound è tutto tranne che italiano. Blues, rock, soul con un tocco di gospel ed una passione sfrenata per la musica vera! Umberto Poli (chitarra), Camilla Maina (voce), Gianfranco Nasso (basso) e Samuel Napoli (batteria). Notevoli.

Gospel Book RevisitedStay Wild (Live on Tour 2017 - 2018)

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Un album che ha le carte in regola per entrare nella storia del blues. Si tratta infatti di una raccolta di incisioni dal vivo e in studio di Snooky Pryor finora inedite. Snooky Pryor è stato un pioniere: la leggenda vuole che sia stato tra l’altro il primo ad amplificare, per quanto in maniera rudimentale, l’armonica nel Chicago blues postbellico. Il suo stile come cantante e armonicista è stato influenzato da John Lee Williamson (alias Sonny Boy I) e negli anni ’50 ha inciso con le etichette J.O.B., Parrot e Vee Jay Records. Negli anni ’70 e ’80, tra un tour e l’altro (anche in Europa) ha continuato a incidere ottimi album, più che altro per Electo-Fi Records e Blind Pig. Oggi è invece la viennese Wolf Records a proporre “All My Money Gone”, in cui tra l’altro figura come special guest in due brani anche Homesick James.

Snooky PryorAll My Money Gone

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Classe 1939, è un maestro del piano boogie-woogie e del blues vocale. Nato in Giamaica, si è trasferito a New York da bambino e poi a Londra, per studiare musica. La sua massima hit è “Midnight Train”, del 1961, ma ancora oggi che vive in Svizzera continua a dimostrare la sua bravura dal vivo nei festival. La registrazione live contenuta in questo album risale al 1973 a ci riporta a un intimo solo show nel noto club viennese Jazzland. Si tratta di un viaggio sonoro indietro nel tempo, a riscoprire l’importanza storica dei musicisti itineranti. Si ha l’impressione di trovarsi nel club, con in sottofondo il rumore dei bicchieri, e nel corso dei 23 brani dello spettacolo Dixon offre un crescendo di bravura, sottolineato dall’apprezzamento del pubblico. Tra classici del blues e suoi brani Errol Dixon fa volare il tempo e svela il segreto del suo successo come performer.

Errol DixonMidnight Train

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Nato a Rio De Janeiro, Ney ha studiato alla scuola di Musica “Villa Lobos” aggiudicansoi vari premi a Faetival Nazionali. Invitato in Europa fa le seguenti tournee, in Spagna col gruppo Vozes, Svizzera con Elsa Maria ed il gruppo Av. Brasil partecipando a numerosi Festival Di Jazz tra cui: Muhle Hunzihen nella stessa serata con Chet Baker Quartet, Eddie Palmieri, Eddie Harris Quartet; Bellizona Jazz Festival; Rock Street; Open Air Frick, Fete A' Lousanne. In Francia: Tournee' nel sud con batterista Nene' (che ha suonato dieci anni con Hermeto Pascoal, Egberto Gismondi, Elis Regina); Ha vissuto cinque anni a Parigi suonando con Nazare' Pereira, Raimundo Sodre, Boto e Novos Tempos ed il sassofonista Kirk Whalum nei migliori club di jazz come Petit Opportun, Meridien Montparnasse, New Morning… Molti i musicisti in questo nuovo album con special guest: Raul De Souza al trombone, Guido Bombardieri, Roberto Taufic, Eduardo Taufic, Francesco Mauro, Floriano Inacio, Giorgio Di Tullio, Darlan Marley, Gilson Silverira, Marco Guerzoni, Maria Rosario,Toni Julio.

Ney Portilho Nao Precisa Gritar

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Giovane e popolare sassofonista contralto nato a Milano nel 1975 ed ha iniziato a suonare il sax a 18 anni vivendo per un breve periodo anche a Londra. “Narrow Escape” è un lavoro straordinario con due sax, quello di Starace e quello di Dave O’Higgins e si basa su una ritmica con basso (Davide Liberti) e batteria (Ruben Bellavia).

Tocco brillante e fraseggio elegante, ha coinvolto tanti amanti della musica jazz, il famoso pianista italiano Marco Detto ha presentato nuovi brani con i due colleghi Marco Ricci al Contrabbasso che ha un buon senso melodico e la batteria di Tony Arco sempre gradevole, le melodie risultano molto vivaci, si sente il rispetto verso Bill Evans e Thelonious Monk. Nel nuovo lavoro sono chiare le origini musicali di Detto.

Marco Detto TrioIl Ricordo di MeMarco Detto TrioIl Ricordo di Me

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Brani del Great American Songbook e della tradizione francese, oltre alla bonus track,“The Silken Kirtle”, che dà il titolo all’intero album: la cantante messinese Antonella Santoro dà voce al suo primo lavoro discografico, giunto a coronamento di un eclettico percorso che, partendo dalla danza classica e passando attraverso la passione per la poesia, la pittura e le lingue straniere si è sempre intrecciato negli anni all’amore per il Jazz. L’etichetta Jazzy Records, vicina ai musicisti siciliani e interessata a progettualità artistiche particolari, sceglie di pubblicarlo nel suo catalogo. L’album costituisce un ispirato tributo al Jazz e alle sue radici, l’esito di un imprinting emozionale raccolto in famiglia e costantemente coltivato dalla musicista, in parallelo con le sue molteplici attività artistiche e professionali, in un particolare percorso di “professionismo amatoriale” che accomuna molti animi sensibili alle arti. Feat. Laurent Marode (piano), Laurent Fradelizi (double bass), Stephane Chandelier (drums) e Fabien Mary (trumpet).

Antonella Santoro 5tetThe Silken Kirtle

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Si tratta del DVD contenente il video integrale del concerto di presentazione dell’omonimo  disco  del quartetto formato dal compositore Alvin Curran (piano, shofar, computer), dal trombonista  Giancarlo Schiaffini, dal sassofonista Alipio Carvalho Neto e dal percussionista e vibrafonista Sergio Armaroli affiancati, in alcuni brani, dal contrabbassista Marcello Testa e dal batterista Nicola Stranieri. A un anno esatto di distanza dal concerto al Teatro Out Off di Milano, da quarant’anni al centro della scena sperimentale e di ricerca all’interno dell’innovazione dei linguaggi di espressione artistica, il quartetto propone questo video.

Curran, Schiaffini, Neto, ArmaroliThe Alvin Curran Fakebook

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Dalle note di copertina di Paolo Fresu: Un assolo ben costruito necessita una progettualità che richiede un pensiero complesso. Anche il suonare uno strumento a fiato - che può emettere diverse note con la stessa posizione - richiede un grande progetto. In particolare per gli strumenti a bocchino laddove si richiede un immenso pensiero progettuale, affinché si possa costruire una frase logica laddove ogni nota è legata in modo logico a quella precedente e successiva. Grazie alle sette posizioni ottenute dalla combinazione dei tre pistoni dello strumento si possono infatti ottenere le dodici note della scala cromatica e questo permette di eseguire qualsiasi melodia. Ciò necessita di una notevole elaborazione di pensiero. In quanto, a monte, ci deve essere un costrutto musicale e mentale di grande rigore che si acquisisce nel tempo attraverso un processo lento e una rigorosa metodologia di studio. Scegliere e suonare una nota significa sapere dove posare la prima pietra sulla quale si costruirà un alto palazzo. E’ esattamente ciò che si fa architettando un pattern jazzistico. Hoffer (corno francese) e Altarocca (piano).

Giovanni Hoffer & Alessandro Altarocca I Loves You Porgy

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Tommaso Starace Harmony Less QuartetNarrow Escape

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I seguaci di Sonny Rollins e Joe Henderson troveranno affascinante questo “Aire” del saffonista/clarinettista Gabriel Amargant. Gabriel dopo “And Now For Something Completely Different” si conferma un improvvisatore originale, versatile e oltremodo curioso dotato di uno spiccato senso dell’architettura sonora. In “Aire” potrete trovare melodie latino-americane del Gato Barbieri terzomondista, uno swing alla Jimmy Giuffe datato fine anni cinquanta facendo trapelare qua e la echi di flamenco jazz senza dimenticare l’anima del jazz ossia l’improvvisazione con i suoi compagni di avventura Martin Leiton al contrabbasso e Ramon Prats alla batteria

Gabriel AmargantAire

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“Outlines” è definito dall’autorevole musica jazz come uno dei piu convincenti esordi di questo 2018. Autore del progetto è il trombettista andaluso Bruno Calvo alla giuda di un quartetto multietnico dove tromba e sassofano “giocano” con grande vivacita’ dando luogo ad otto composizioni originali piu’ la gillespiana “Con Alma”. Consigliati per gli amanti di Coleman

Bruno Calvo QuartetOutlines

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I New Magazine nascono nel 2005 dalla collaborazione decennale dei due Musicisti fondatori, Basilio Dalmonte al piano e Niko Rivola al basso, appassionati e amanti del genere fusion. La formazione si completa con Daniele Corraro al sax, Fabio Sartoni alla batteria e Mirko Guerra alla chitarra. Il progetto nasce come laboratorio per la creazione di brani originali e trae ispirazione da gruppi e musicisti che hanno portato al successo la fusion in tutto il mondo, come Weather Report, Pat Metheney, Yellowjackets e altri ancora. In questo album rielaborano diversi classici della fusion più alcuni brani originali di loro composizione.

New MagazineAbsolutely Live

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Attivo sulla scena del jazz italiano sin dalla metà degli anni ’80, il chitarrista veronese Enrico Terragnoli ha partecipato come strumentista, leader o co–leader, ad oltre settanta produzioni discografiche, ma era da tempo che non spendeva così apertamente il proprio nome come fa in questo “Minesweeper”, anche se lo affianca a quello del gruppo, ovvero E·R·Z, che sono poi le iniziali dei nomi dei suoi tre componenti. In questo nuovo trio Terragnoli è affiancato da un “vecchio” compagno di musica come Zeno De Rossi e da uno dei più originali, autorevoli e convincenti nuovi talenti del jazz italiano, la giovane contrabbassista Rosa Brunello, anche lei veneta. Il lavoro prende il nome da un vecchio gioco per Pc, Minesweeper, che in italiano era stato tradotto dapprima in “Campo minato” e poi, per rovesciarne il significato minaccioso, in... “Prato fiorito”. I sette brani, pur chiaramente distinti, non sono separati tra loro da pause e vanno quindi ascoltati come parti di un’unica lunga suite. Se alcune ambientazioni rumoristiche possono sorprendere, non lo fanno i sette brani proposti, tutti di Terragnoli, apparentemente spiazzanti (Mamba) ma in verità uniti in un solido progetto, che ha nell’omogeneità il suo punto di forza.

E.R.Z. Minesweeper(Enrico Terragnoli, Rosa Brunello, Zeno De Rossi)

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Non è stato baciato dalla fama come altri suoi colleghi, ma il contributo di Johnny Pisano alla storia della chitarra jazz, ma non solo, rimane indiscutibile. Lo provano le infinite collaborazioni con Burt Bacharach, Tony Bennett, Chico Hamilton, Frank Sinatra e, più recentemente, con Diana Krall. In queste registrazioni del febbraio e marzo 1958, effettuate a Hollywood e condivise con un altro chitarrista, Billy Bean, ascoltiamo Johnny Pisano in eccellente compagnia di valorosi esponenti del West Coast Jazz, dal pianista Fred Katz al batterista Larry Bunker, dal trombettista Pet Candoli a Red Callender (alla tuba).

Johnny Pisano& Billy BeanTake Your Pick

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Per la prima volta l’edizione in vinile, 6 LP 180 gr. Un classico dal vivo dei Dead registrato il 5 Novembre del 1977 a Rochester, New York e il 2 Novembre 1977 a Toronto in Canada. Include un libretto fullsize. Edizione in LP, vinile nero limitata a 1.500 copie 6 LP

Grateful DeadDick’s Pick Vol. 34

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BadfingerBadfinger (Expanded Ed.)Ristampa remastered del quinto album in studio del 1974 per questo gruppo rock inglese. Include ben 10 bonus tracks

Melissa ManchesterMathematics: The MCA Years2 cd, Ristampa dell’album del 1985 con l’aggiunta di un bonus disc di 13 brani inediti

BadfingerWish You Were Here (Expanded Ed.)Gruppo rock britannico degli anni ’60, i primi a proporre il power-rock!

“Wish You Were Here” è la ristampa del sesto album del 1974 arricchita da 9 bonus tracks

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Johnny MathisThe First Time Ever /

Song Sung BlueIn 2 cd due ristampe degli album usciti originariamente

nel 1972 con l’aggiunta di 3 bonus tracks

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Joe SimonStep By Step: The Complete Pop Hits

Splendida raccolta con tutte le hits per questo vincitore del Grammy Award soul e R&B. Questo doppio cd ben 35 brani che hanno scalato

le classifiche tra il 1964 ed il 1981 RO

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The Four TopsThe Complete ABC / Dunhill SinglesDoppio cd per il quartetto vocale Americano inclusi alla fine dei ’90 nella Vocal Group Hall Of Fame. Questo doppio CD contiene 33 brani 13 dei quali per la prima volta vedono la luce su CD

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Johnny MathisMe and Mr. JonesRistampa dell’album del 1973 per questo noto cantante pop Americano. Ad impreziosire la ristampa sono le 4 bonus tracksR

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& CHIRONOMIC ORCHESTRA “Il suono improvviso” raccoglie il concerto della Chironomic Orchestra diretta da Roberto Bonati al Teatro Regio di Parma nel 2015, in occasione del ventennale del Festival ParmaFrontiere. L’ensemble è composto da musicisti dalla diversa provenienza: jazz, musica classica, contemporanea e folk. La musica eseguita non è composta a tavolino e scritta su partitura, ma nasce dall’interazione dei gesti del direttore e con le iniziative di ogni singolo membro dell’ensemble.

ParmaFrontiere firma una nuova tappa di una grande storia d’amore. “Norwita”, il nuovo progetto discografico firmato ParmaFrontiere nasce dal magico incontro fra la creatività e l’interpretazione di cinque artisti del jazz e della contemporanea fra Italia e Norvegia: Tore Johansen tromba e flicorno, Tor Yttredal sax tenore e sopran, Mario Piacentini  piano, Roberto Bonati contrabbasso e Marco Tonin batteria. I 9 brani sono formati da tutti i protagonisti di questa avventura.

Roberto BonatiNorwita

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Maurice VanderPiano Jazz Trio SessionsSessioni per piano trio registrate a Parigi tra il 1955 ed il 1961. Il pianista francese è accompagnato da Benoit Quersin, Jacques David e Pierre Michelot e Kenny Clarke. 26 brani

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Nuovo album su Jazztone per il chitarrista Ravennese classe 1960. “Isole” è il risultato di una filosofia musicale di Raimondo, concretizzata grazie all’apporto di musicisti di prim’ordine e dalle provenienze più variegate. Special guest: Ivete De Souza, una delle più autorevoli interpreti di musica brasiliana in Italia. Feat. Caterina Sangiorgi (flauto), Agide Brunelli (clarinetto), Roberto Bartoli (contrabbasso) e Stefano Calvano (batteria etnica e percussioni).

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Improplayers è un laboratorio musicale imperniato sulla libera improvvisazione collettiva. Il concetto di “improvvisazione” a cui si guarda non ha a che fare con il rispetto di stilemi preesistenti né con l’adeguamento ad idiomi riconoscibili: da questo punto di vista gli Improplayers perseguono l’obiettivo di produrre musica da una sorta di punto zero creativo. Tale forma di creazione estemporanea e non idiomatica, così priva di certezze acquisite e talvolta oltremodo “arrischiante” per le orecchie educate ai cliché odierni, va sotto la definizione di tabula rasa, in linea con il metodo impartito dal m. Stefano Battaglia. Feat. Maurizio Lesmi (soprano sax e bass clarinet), Giuseppe Bellini (flute), Michele Griesi (accordion, voce), Fabio Landi (piano, keys), Jacopo Mandelli (e. guitar), Nicola Nanni (guitars), Alessandro Palombella (e. guitar), Adriano Rugiadi (fretless bass) e Christian Alpi (drums)

ImproplayersImproplayers II

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Roberto Bonati& Chironomic OrchestraIl Suono Improvviso - Il DVD

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Guy LafitteQuartet & Sextet Sessions 1956-1962

Registrazioni a Parigi in quartetto e sestetto accompagnato da: Paul Rovere, Christian Garros, Georges Arvanitas, Raymond Fol, Jean-Claude

Pelletier, Roger Guerin, Nat Peck, William Boucaya

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Kind FolkWhy Notfeat John Raymond (tp, flgh), Alex Lore (as), Noam Wiesenberg (b), Colin Stranahan (d)

Constant Strangerfeat Richard Sears (p), Martin Nevin (b), Guilhem Flouzat (d)JA

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Tre novità dalla spagnola Fresh Sound nella collana New Talents, che anni fa ha fatto conoscere nel mondo il nome di Brad Mehldau. Ne sono protagonisti il quartetto della pianista spagnola (di Barcellona) Eva Novoa, già con importanti esperienze newyorkesi all’attivo, il notevole quartetto di Brooklyn Kind Folk e il trio Constant Stranger del pianista Richard Sears, altra interessante formazione di base a Brooklyn.

Eva Novoa’s Ditmas QuartetLive at Ibeam feat Eva Novoa (p, chinese gong #6), Michaël Attias (as, bar #2), Max Johnson (b), Jeff Davis (d)JA

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Un’altra novità nella collana New Talents che anni fa ha fatto conoscere nel mondo il nome di Brad Mehldau. Ne sono protagonisti la vocalist Carme Canela accompagnato dal pianista Joan Monné e il trio del bravissimo chitarrista Greg Russiero

Greg RuccieroIt’s About Time

feat Greg Ruggiero alla chitarra, Murray Wall al basso e Steve Little alla batteria.

Carme CanelaJoan Monnè

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Ristampa di 2 LP in 1 Cd con bonus track. L’album del 1959 con Jack McDuff, Wendell Marshall e Alvin Johnson, e del 1960 con Jack McDuff, Al Jennings, Wendell Marshall e Alvin Johnson.

Bill JenningsThe Complete On Prestige 1959-1960

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Per la Spagnola Fresh Sound, nella meritevole collana dedicate ai new talents, esce The Sky Above Her, album a firma di uno dei più interessanti chitarristi jazz delle ultime generazioni (come attesta l’autorevole Guitar Playe Magazine), Dave Allen. Registrato a Brooklyn nel gennaio 2018, l’album vede a fianco del musicista nativo di Filadelfia, che oggi vive fra New York e Istanbul, alcuni dei nomi più importanti della attuale scena newyorkese: Il sassofonista Jon Irabagon, il pianista Gary Versace, il bassista Drew Gress e il batterista Mark Ferber. Una compagine di primissimo ordine e un album meritevole di attenzione.

Dave AllenThe Sky Above Her

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Cantautore tra rock alternativo e mainstream Matthew Sweet ha conosciuto il suo momento di maggior gloria commerciale alla fine degli anni ’90. A dimostrazione della sua poliedricità in questo doppio album troviamo nel primo cd un suo capolavoro New Wave - Blue Sky On Mars mentre nel secondo In Reverse il suo manifesto psichedelico che culmina in “Temporale”, brano di oltre 10 minuti composto dal mixaggio di diversi demo.

Matthew SweetBlue Sky on Mars / In Reverse

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I più ricorderanno il canadese Zal Yanovsky come cantante e chitarrista della band californiana Lovin’ Spoonful ma il nostro prima di lasciare completamente le scene musicali per dedicarsi ad una nuova vita da restauratore ci ha regalato questo gioiellino psichedelico che tutti i fans del California Sound (in questo caso arricchito di echi blues alla Elmore James e Chuck Berry) non potranno non avere. Con 2 bonus tracks.

Zalman YanovskyAlive and well in Argentina

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Da casa Floating un Best Live di una delle più importanti country rock band anni 70. L’album contiene tutti i classici della band come “China Groove”, “Black Water”, e “Listen To The Music” ed è stato registrato in occasione di due concerti di beneficenza per la “Wildlife Conservation Society” tenutesi nel 1996. L’album vede la partecipazione di Tom JOhnston, Michael McDonald e Patrick Simmons.

Doobie BrothersThe Best of Doobie Brothers Live

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“Il Più Cattivo dei Cattivi” batteristi che la storia del rock possa ricordare torna a noi grazie a questa bella ristampa di casa Floating. Buddy Miles ha suonato con tutti i grandi del rock da Jimi Hendrix a Carlos Santana passando per Mike Bloomfield e tra una detenzione e l’altra (furto d’auto e furto di oro) riesce a mettere insieme una propria carriera solista con la Buddy Miles Band.

Buddy Miles BandChapter VII

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Considerato uno dei precursori della musica Punk e Heavy Rock, Link Wray è stato mentore e punto di riferimento di personaggi del calibro di Iggy Pop, Neil Young e Pete Townshend. Una vita trascorsa nella Bay Area di San Francisco gli permisero di collaborare a più riprese con John Cipollina dei Quicksilver e Rolling Stone lo considera come uno dei 50 miglior chitarristi di tutti i tempi. E’ quindi per la gioia di tutti gli amanti del vero Rock che abbiamo l’onore e il piacere di presentarvi “Indian Child”, uno dei suoi album più belli.

Link WrayIndian Child

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Storico gruppo prog-rock e jazz-rock inglese, formatosi a Londra nel 1968. Il loro prog. è ricco di elementi jazz e blues molto raffinati. In quest’album troviamo una trasmissione radiofonica di una performance al Ruisrock Festival in Finlandia, dove i Colosseum presentavano una selezione di brani tratti dai primi 4 album in studio.

Doppio album dal vivo per la rock band inglese di Canterbury! Nel primo CD troviamo il Live In Paris del 1970 con Hugh Hopper, Mike Ratledge, John Marshall e Elton Dean. Mentre nel second CD una raccolta di gruppi e musicisti della scena di Canterbury tra I quail I Caravan, The Wilde Flowers, Robert Wyatt.

ColosseumRuisrock Festival Turku,Finland 1970 August 22

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Doppio album dal vivo per uno dei maggiori cantautori americani del secolo scorso. Il doppio album racchiude due spettacoli dal vivo registrati a Johnson City nel Tennessee nel 1985 e l’altro ad Helsinki, Finlandia nel 1993. Buona la qualità di registrazione.

Townes Van ZandtDown Home and Abroad

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Rick Danko, dopo aver lasciato la Band nel 1977, ha collaborato in tour con il bluesman Paul Butterfield. Come Danko / Butterfield Band hanno registrato dal vivo durante il tour di Danko al Golden Bear ad Huntington Beach nel 1978, mentre il secondo Cd è un Live From Blue Note Boulder del ’79.

Danko & ButterfieldLive at the Golder Bear

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Conosciuto al grande pubblico come fondatore e leader della Sir Douglas Quintet oltre che cofondatore dei Texas Tornados e i Los Super Seven Dough Sahm vanta anche una ottima reputazione anche come solista soprattutto in ambito Tex Mex e Roots Rock. E’ quindi con piacere che da casa Floating presentiamo questo doppio cd che racchiude due set live datati ’73 e ‘75.

Dough SahmTexas Radio & The Big Beat

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Con la Band riformata negli anni ’80, Danko ha suonato in molti live come solista, a volte con un paio di musicisti ad accompagnarlo. Si è chiaramente divertito, come dimostrano questi live ed il pubblico ha apprezzato le sue performance! Il primo Cd è stato registrato al Cubby Bear Club di Chicago nel Dicembre del 1989 con contenuti più blues, con brani di Robert Johnson, CC Rider… Il secondo Cd è un live in Amagansett nel 1997 ed è disseminato di gemme del repertorio della Band!.

Rick DankoDouble Live

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Soft Machine

We Did It Again… plus

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Ristampa del doppio album dal vivo per i Jefferson, catturati dal vivo in 4 diversi concerti ora potenziato con materiale bonus e l’aggiunta di un CD in più.

JeffersonStarship

Across The Sea of Sun

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“Formidable” è l’undicesimo album in studio da band leader di Pat Martino, eccellente metafora dello stile musicale intrepido e virtuoso del chitarrista. Martino è cresciuto a Philadelphia, melting pot musicale in cui molti grandi del jazz hanno mosso i primi passi. Forse non sarà quindi una grande sorpresa che da lì sia emerso uno dei chitarristi più emozionanti degli anni ’60, che a vent’anni aveva già elaborato uno stile maturo. Oggi, Pat Martino suona ancora con lo stesso impeto entusiasta di quando era un giovane in cerca di affermazione: non ha perso un briciolo della sua capacità di improvvisazione audace e furiosa, né del suo groove incalzante. Il trio di “Formidable” comprende Pat Bianchi all’organo e Carmen Intorre Jr. alla batteria, cui si uniscono il sassofono impetuoso di Adam Niewood e l’energica tromba di Alex Norris. L’abilità di Martino nella scelta dei sidemen traspare nell’affiatamento e nella sensazione di divertimento tra lui e i colleghi. A richiesta, sono disponibili i codici per il download di alcune tracce.

Pat MartinoFormidable

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Da casa Bloodshot arriva l'attesa ristampa di sei LP dei Murder By Death Murder By Death - In Bocca Al LupoMurder By Death - Who Will Survive And What Will Be Left Of ThemMurder By Death - Red Of Tooth And ClawMurder By Death - Good Morning MagpieMurder By Death - Like The Exorcist, But More BreakdancingMurder By Death - The Other Shore

Il jazz del trombettista Wallace Roney è la dura, nervosa e intransigente continuazione delle forme arcane e delle libertà strutturate del quintetto di Miles Davis degli anni ’60. Gli ascoltatori tra l’altro accostano spesso le due figure, per via degli studi di Roney con la leggenda del jazz nei primi anni della propria carriera. L’allievo pare tuttavia aver superato il maestro e oggi propone con toni fermi e nitidi temi orecchiabili che nascondono una grande complessità armonica, mentre gli assoli sono alimentati da sensazioni forti e sostenuti da un ritmo trascinante ispirato a Davis ma lontano anni luce dall’imitazione. Grazie anche alla presenza della pianista e compositrice Patrice Rushen, del sassofonista Gary Bartz e dei sidemen preferiti di Wallace (Ben Solomon al sax, Buster Williams al basso e Lenny White alla batteria), prende così forma una session creativa e trascinante.

Wallace RooneyA Place in Time

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Tadd DameronThe Magic Touchfeat Bill Evans, Johnny Griffin, Joe Wilder, Clark Terry,Philly Joe Jones

Winton KellyKelly Blue

feat Nat Adderley, Benny Golson, Booby Jaspar, Paul Chambers, Jimmy CobbJA

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Rockabilly & R’n’R from the vaults of Colonial Records Cd digipack con libretto 44 pagine e 34 brani. Una splendida retospettiva che evidenzia registrazioni rockin di una delle maggiori label americane più famose. Troviamo classici di E.C. Beatty, Johnny Dee, Franklin Brothers, Henry Wilson, Bluenotes, Doug Franklin.

AAVVThat’ll Flat Git it vol. 31

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Splendida retrospettiva di 52 brani del virtuoso chitarrista californiano John Blair scomparso nel 2017. Prima e lunga raccolta della lunga carriera musicale di questo chitarrista, un attivista musicale, virtuoso della chitarra, esperto in surf music, autore di libri e discografie e icona della scena musicale californiana. 52 brani tra bluegrass, rockabilly e surf music con rarità e ben 22 brani inediti!! 2cd….

John BlairRumble at Waikiki

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Cochran BrothersThe Complete Cochran Brothers

Hank CochranSally Was a Good Old GirlR

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The PetardsHitshock

Tex HarperDig Me Little MamaR

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34 brani roventi dal mondo dell’Horror!! 1 cd con libretto di 24 pagine, quasi 80 minuti di musica. Bear Family omaggia Halloween con questa raccolta contenente brani di: Tommy Bruce, Screamin’ Jay Hawkins, Surfmen, Bobby Bare, Link Wray, Coasters e molti altri ancora… Una compilation che non esisteva ancora e che ti toglie il fiato.

AAVVThe Shadows Knows

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R I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

V I N I L E180gr

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Page 32: n° 41 ELIZA GILKYSON - Ird · sezione ritmica il contrabbassista Rufus Reid e il batterista Billy Drummond e ai fiati il polistrumentista Scott Robinson, con cui suonava da anni

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Gianluigi Trovesi

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