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1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
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1997-98
seconda A I.G.E.A.prof.ssa Laura Bortolani
IPERTESTO
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da “Modena ieri & oggi”, Comune di Modena, Armo, 1996
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“Bisàgna catèr al còo dla sgavàtta”
“Bisogna trovare il bandolo della matassa”
dicevano una volta le donne modenesi quando, per non buttare via gli indumenti di lana vecchi, decidevano di riutilizzarne il filato, disfacendoli con il “filarino” e preparando nuovi rocchetti.
L’espressione è rimasta a significare che “è necessario ricercare la soluzione giusta anche nelle situazioni più ingarbugliate”. E quale situazione più ingarbugliata di quella causata dai rifiuti?
Al còo dla sgavàtta
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E’ vero, una volta si gettava via poco e nelle campagne, dove viveva la maggior parte della gente, i rifiuti organici praticamente rientravano nel ciclo naturale, ma questo non vuol dire che in passato ad un certo punto l’immondizia non abbia cominciato a rappresentare un problema.
L'immondizia ha la sua storia, molto antica.
ModenaModenadalla motta al parcodalla motta al parco
La “sgavàtta”
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A sambra ech sien stèe i Etruschi, di camarànt tuscan chi eren gnu che datorna, a ciamèr ’ste sit “Mutna”, ch’avrèv po’ dir “mócia”.
A ster a quel chi disen, Modna l’è neda in di padòi, quella che ci dicono la palude. Insàma, se tanto mi dà tanto, nuèter a srèn nèe in mez a la smelta come i paciàn.
Mòdna in di padòi: Modena nella palude
Sembra che siano stati Sembra che siano stati gli Etruschi, dei gli Etruschi, dei braccianti toscani che braccianti toscani che erano venuti qui erano venuti qui intorno, a denominare intorno, a denominare questo posto Modena, questo posto Modena, che vorrebbe poi dire che vorrebbe poi dire “mucchio”. “mucchio”.
Stando a quello che Stando a quello che raccontano, Modena è raccontano, Modena è nata “in di padòi”, nata “in di padòi”, quella che “ci dicono la quella che “ci dicono la palude”. Insomma, se palude”. Insomma, se tanto mi dà tanto, noi tanto mi dà tanto, noi saremmo nati in mezzo saremmo nati in mezzo al fango come le rane.al fango come le rane.
Sembra che siano stati Sembra che siano stati gli Etruschi, dei gli Etruschi, dei braccianti toscani che braccianti toscani che erano venuti qui erano venuti qui intorno, a denominare intorno, a denominare questo posto Modena, questo posto Modena, che vorrebbe poi dire che vorrebbe poi dire “mucchio”. “mucchio”.
Stando a quello che Stando a quello che raccontano, Modena è raccontano, Modena è nata “in di padòi”, nata “in di padòi”, quella che “ci dicono la quella che “ci dicono la palude”. Insomma, se palude”. Insomma, se tanto mi dà tanto, noi tanto mi dà tanto, noi saremmo nati in mezzo saremmo nati in mezzo al fango come le rane.al fango come le rane.
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A i avi da savèr che in questa palude a gh’era gnu a stèr di mez selvàdegh, forse di ranèr… adèsa, qui ech san ed làtra ci dicono terramaricoli e palafitticoli che, siccome an gh’era ancàra l’AMNU (la nettezza urbana) e in n’aviven ancàra inventè la ruscaròla, i butèven tot i rifiut zà la fnèstra e fòra da l’os. A capirí, bóta incóo, bóta dimàn, datorna a cà a gh’era gnu ’na mócia, ’na “mutna”. Bèin, nuèter a sam nèe lè inzèma, inzèma a ’n’aldamèr! Mo vacca che origini! Luigi Zanfi
’Na mócia, ’na“mutna”, una mottaDovete sapere che in questa palude erano venuti ad abitare dei mezzi selvatici, forse dei mangiatori di rane … adesso, quelli che sono istruiti “ci dicono terramaricoli e palafitticoli” che, siccome non c’era ancora l’AMNU e non avevano ancora inventato la pattumiera, buttavano tutti i rifiuti giù dalla finestra e fuori dall’uscio. Capirete, butta oggi, butta domani, intorno a casa c’era venuto un mucchio, una “mutna”. Bene, noi altri siamo nati lì sopra, sopra ad un letamaio! “Mo vacca che origini!”
Dovete sapere che in questa palude erano venuti ad abitare dei mezzi selvatici, forse dei mangiatori di rane … adesso, quelli che sono istruiti “ci dicono terramaricoli e palafitticoli” che, siccome non c’era ancora l’AMNU e non avevano ancora inventato la pattumiera, buttavano tutti i rifiuti giù dalla finestra e fuori dall’uscio. Capirete, butta oggi, butta domani, intorno a casa c’era venuto un mucchio, una “mutna”. Bene, noi altri siamo nati lì sopra, sopra ad un letamaio! “Mo vacca che origini!”
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MutMutMùtinaMùtinaMòtinaMòtina
MòdanaMòdana MòdonaMòdonaMòdenaMòdena
Un nome: una storia
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Modena è sempre stata famosa per la ricchezza delle sue acqueacque: acque sotterranee, da far zampillare in abbondanti getti; acque superficiali, da poter convogliare in cavi e canali.
Ma, oltre all’acqua, la città aveva un’altra risorsa, anche questa… attraente, per genti in pace e per genti in armi: il porcoporco, le cui carni saporite potevano essere consumate fresche, oppure facilmente conservate sotto sale.
Non ci meravigliamo, quindi, se il Modenese divenne terra di conquista e di frontiera.
Modena: una ricchezza… fatale
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Il nostro viaggio nel passato comincia al tempo in cui l’acqua scorreva e ristagnava a suo capriccio, il porco grufolava libero nelle selve ricche di querce; continua nel periodo in cui l’acqua dei canali difendeva la città, ed il porco, alle “consegne domiciliari”, la sfamava; prosegue, inoltrandosi nei secoli in cui con le acque dei canali si irrigavano prati e orti, si abbeveravano animali, si facevano funzionare gli strumenti degli opifici e delle botteghe, si lavavano pelli, si teneva pulita la casa, scaricandovi… i rifiutirifiuti, mentre con la produzione d’insaccati si guadagnava il mercato. Giunge, attraverso un passato, questo prossimo, di acque definitivamente interrate e di porci completamente sotto controllo, ad un presente, ancora e problematicamente... di rifiuti!
Il percorso
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Venite con noi avanti e indietro nei secoli!
Vi faremo vedere Modena con gli occhi dei forestieri di passaggio.
Ci rammarichiamo di presentarvela maleodorante per i canali ed i porci, ma… che fare?
La nostra ricerca si inserisce nel
PROGETTO
Invito ai Lettori
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Riflessi di acque chiare e scure
Storia in filigrana
Raccontare i rifiuti: ritratto di una città
Un porco per ambasciatore
Disarmonie di voci
Autori
Indice
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Ieri: il tutto donato e non rifiutato
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Se è vero che i Se è vero che i Modenesi non si Modenesi non si preoccupavano di preoccupavano di tenere la città tenere la città pulita, è altrettanto pulita, è altrettanto vero che non vero che non sprecavano nulla e sprecavano nulla e che insegnavano che insegnavano ai figli l’arte del ai figli l’arte del riutilizzo, come si riutilizzo, come si ricava anche da ricava anche da questo testo questo testo curioso, tratto da curioso, tratto da un altro, molto un altro, molto antico, che si antico, che si faceva recitare a faceva recitare a scuola.scuola.
TESTAMENTO DEL PORCOTESTAMENTO DEL PORCO
Prima lascio il mio corpo sia da una caterva di golosi con varia cuocitura nel loro ventre sepelito.
Lascio a Priapo (dio della fecondità e degli orti) il mio grugno, col quale possa cavare i tartuffi dal suo horto.
Lascio a’ librari e cartari i miei maggiori denti, da poter con comodità piegare e pulire le carte.
Lascio a’ dilettissimi Hebrei, da’ quali mai ho avuto offesa alcuna, le setole della mia schiena, da poter con quelle rappezzar le scarpe e far l’arte del calzolaio.
Lascio a’ pittori tutti i miei peli per far pennelli.
Lascio a’ fanciulli la mia vessica da giocare.
Lascio alle donne il mio latte, a loro proficuo e sano.
Lascio la mia pelle a’ mondadori e mugnai, per fare recipienti da acconciar i grani.
Lascio la metà delle mie cotiche a’ scultori, per far colla da stucco, e l’altra metà a quelli che fabricano il sapone.
Lascio il mio sebo a’ candelottari, per mescolarlo a metà col bovino e il caprino e far ottime candele, con le quali li virtuosi possano nella quiete della notte studiare.
Lascio la metà della mia songia a’ carrozzieri, bifolchi e carratieri, e l’altra metà a’ garzolari per conciare la canapa.
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Ieri: il tutto donato e non rifiutato
Lascio le mie ossa a’ giocatori, per far dadi da giocare.
Lascio a’ rustici, miei nutritori, il fiele, per poter senza spesa cavar le spine dal lor corpo, quando scalzi e nudi nel lavorar la terra gli fossero entrati nella pelle, e per poter senza spesa, in luogo di lavativo, l’indurato corpo irritare.
Lascio agli alchimisti la mia coda, acciò conoseno che il guadagno che sono per fare con quell’arte è simile a quello che io faccio col dimenar tutto il giorno la detta coda.
Lascio agli hortolani le mie unghie, da ingrassar terreno per piantar carotte.
In tutti gli altri miei lardi, presciutti, spalle, ventresche, barbaglie, salami, mortadelle, salcizzotti, salcizze e altre mie preparationi, instituisco e voglio che sia mio herede universale il carissimo economo villeggiante.
Vincenzo Tanara
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TESTAMENTO DEL PORCOTESTAMENTO DEL PORCO
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Domani: il tutto non rifiutato e donato
una soluzione modernauna soluzione moderna
dal profumo anticodal profumo antico
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Il versante est avrà invece Il versante est avrà invece una funzione prettamente una funzione prettamente naturalistica. Il naturalistica. Il riempimento dell’invaso tra riempimento dell’invaso tra i due corpi della discarica i due corpi della discarica avverrà in parte con i rifiuti avverrà in parte con i rifiuti speciali. In superficie verrà speciali. In superficie verrà utilizzato terreno vegetale utilizzato terreno vegetale ricavato dagli scavi previsti ricavato dagli scavi previsti nell’area stessa. nell’area stessa.
MODENA COMUNEn. 6 luglio 1997
Mille ettari tra verde Mille ettari tra verde attrezzato, bosco e terreno attrezzato, bosco e terreno agricolo, cento ettari di agricolo, cento ettari di parco, 18 chilometri di filari parco, 18 chilometri di filari alberati, 12 chilometri di alberati, 12 chilometri di piste ciclabili. E’ quanto piste ciclabili. E’ quanto prevede il progetto di prevede il progetto di recupero ambientale e recupero ambientale e paesistico dell’area AMIU di paesistico dell’area AMIU di via Caruso. Qui sta via Caruso. Qui sta sorgendo il parco Torrazzi, sorgendo il parco Torrazzi, che con i suoi cento ettari che con i suoi cento ettari di estensione sarà il più di estensione sarà il più grande della città. grande della città.
Al “còo”Si estenderà su cento ettariSi estenderà su cento ettari
Torrazzi un parco al posto del rusco
Per l’area delle discariche è Per l’area delle discariche è previsto il rimodellamento previsto il rimodellamento delle tre colline di rifiuti, che delle tre colline di rifiuti, che saranno raccordate in modo saranno raccordate in modo da creare una lieve da creare una lieve pendenza verso sud-ovest, pendenza verso sud-ovest, sottolineata da filari di sottolineata da filari di alberi, “quinte” boscate e alberi, “quinte” boscate e prati. L’area sarà prati. L’area sarà attraversata da piste ciclabili attraversata da piste ciclabili che convergeranno al che convergeranno al belvedere costituito dal belvedere costituito dal versante ovest dal quale si versante ovest dal quale si avrà vista sui fiumi, sulla avrà vista sui fiumi, sulla città e sul sistema verde città e sul sistema verde attrezzato. Il laghetto a nord-attrezzato. Il laghetto a nord-est verrà trasformato in zona est verrà trasformato in zona umida mentre l’area delle umida mentre l’area delle discariche sarà rinverdita discariche sarà rinverdita con boschi e filari di alberi: con boschi e filari di alberi: diventerà un parco diventerà un parco naturalistico dopo un naturalistico dopo un periodo di dieci anni di periodo di dieci anni di manutenzione intensiva.manutenzione intensiva.
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BIBLIOGRAFIA
Baldelli F., “La salute pubblica a Modena nei secoli XVII-XVIII”, Biblioteca per la scuola 4, Modena, 1994 Baracchi O., “Modena: quando c’erano i canali”, Cassa di Risparmio di Modena, Modena, 1985Bellei S./Pecoraro M., “Come ridevano i modenesi”, Edizioni Il Fiorino, Modena, 1996Belloi P./Colombini E.,“Guida di Modena”, E. Colombini editore, Modena, 1992Boni G./Govi A., “Modena - Itinerari storico artistici”, Editrice “La Quercia”, Modena, 1979Fontana F./Preti P.P., “Modena una città”, Editrice Panaro Modena, 1984Forni L./Campori C., “Modena a tre epoche”, Cappelli, Modena, 1844Leonelli A., “Modena - passato remoto, passato prossimo”, Capricorno, Modena, 1974Silingardi G., “Modena nei secoli”, Edizioni T.E.I.C., Modena, 1970Silingardi G./Barbieri A., “Enciclopedia modenese”, Il Segno editrice, Verona, 1992Simonini A./Smargiassi M., “Modena 1900”, Artestampa, Modena, 1989Stella G., “Modena – Quaderni Modenesi”, Modena,1988Tiraboschi G., “Dizionario topografico-storico degli Stati Estensi”, A. Forni Editore, Bologna, 1963Trenti G., “Al paisan da Modna”, Aedes Muratoriana, Modena, 1976Valdrighi L. F., “Dizionario storico - etimologico delle contrade e spazii pubblici di Modena”, Modena, 1879Zanfi L., “La storia ed Modna”, Modena Libri, Modena, 1985
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BIBLIOGRAFIA
“Atti di Amministrazione Generale del Comune di Modena (1796-1853)”, Modena, 1995
“Cara, vecchia Modena”, a cura di Giordano Bertuzzi, Edizioni Aldine, Modena, 1979“I rifiuti un problema da affrontare”, Campagna di Informazione e di Educazione del Ministero dell’Ambiente“Indovina chi viene a tavola…”, Consorzio Carni Suine Garantite, Reggio Emilia“L’eccellenza e il trionfo del porco”, a cura di E. Faccioli, Comune di Reggio Emilia, Milano, 1982“La Tradizione Popolare Modenese”, Collezioni Modenesi, Edizioni CDL, Modena, 1992“Modena Capitale dell’Arte Salumiera”, quaderni dell’Archivio Storico, collana diretta da Aldo Borsari, Modena, 1995“Modena ieri & oggi”, Comune di Modena, Armo, 1996“Modena - Vicende e protagonisti”, a cura di Giordano Bertuzzi, volume I, Edizioni Edison, Bologna, 1981“Storia illustrata”, Arnoldo Mondadori Editore, N. 198 - maggio 1974, MilanoFotografie ed opuscoli gentilmente forniti da Meta spa di Modena
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utori
Filippo BonviciniFilippo Bonvicini
Elisa FavaElisa Fava
Chiara FerrariChiara Ferrari
Alice ForghieriAlice Forghieri
Antonella LaviniAntonella Lavini
Francesca MallaiFrancesca Mallai
Francesca MuragliaFrancesca Muraglia
Paola RicciPaola Ricci
Francesca StanzaniFrancesca Stanzani
Giulia VincenziGiulia Vincenzi
A
ollaboratori
Francesca AndreoliFrancesca Andreoli
Daniela BertoniDaniela Bertoni
PierLuigi BilelloPierLuigi Bilello
Paolo CassandraPaolo Cassandra
Milena FerrettiMilena Ferretti
C
Autori e collaboratori
Giulio FontanesiGiulio Fontanesi
Andrea PiccioliAndrea Piccioli
Susanna SimoniniSusanna Simonini
Federico TorelliFederico Torelli
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Modena parla in dialetto...
Modna la pèrla in dialat
Pier Paolo Preti
Modena parla in dialetto
una parlata larga e contadinadove i suonipaiono schiacciati verso il suolocome per meglio aderirvidistesi con la calma dei campi padania far radicidove le case si acquattamo e si stringonocome a farsi coraggioschive d’androni freddi in penombradi scale anguste e finestrelleeppuresfacciate talvolta in improvvisi capriccila civetteria di un battentela grazia ruvida del ferro battutola falsa nobiltà di un leoncino di pietraproprio come le donnele nostre donne della campagna.
un parlèr lèregh e cuntadeindove i souni pèren schiize vérs tèracome per stèregh piò areintdistés con la chèlma di noster campa fèr raisdove el cà i s’ nascanden e i se stréchencome a fères curagtimidi con al so lòzi fradi in penambracon el schèl strimizidi e i fenestreinépursfazedi quèlch volta con di improvis caprézial lusor d’un baciòchla grazia ruvida dal fèr batula fèlsa nobilte d’un leunzein ed predapropria come el danel nostri dan ed campagna.
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La storia dei rifiuti: i rifiuti sono un prodotto dell’uomoi rifiuti sono un prodotto dell’uomo
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a Nel 5000 a. C. nacquero le prime città e, da quel momento fino ai primi del XVIII secolo d. C., l’economia della stragrande maggioranza delle famiglie che vivevano sia in città che in campagna era fondata sull’arte del riciclo e del “non spreco”:
le cose da buttare erano veramente poche. Infatti i vestiti smessi erano passati ai più poveri o rivoltati per i più piccoli; la cenere della legna del camino era il detersivo per le stoviglie e la biancheria; questa veniva rammendata molte volte e poi tagliata a strisce, per farne pannolini per bambini o scarpe per i pastori; il poco cibo avanzato veniva mescolato alla paglia e agli escrementi degli animali allo scopo di farne letame; i pochi prodotti dell’artigianato erano così scarsi e costosi che prima di essere buttati dovevano essere ben sfruttati.
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La storia dei rifiuti: i rifiuti sono un prodotto dell’uomoi rifiuti sono un prodotto dell’uomo
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a Poi, alla fine del ‘700, in alcune aree della Terra, ancora oggi le più ricche, nacque l’industria, che fabbricava oggetti più economici di quelli prodotti dall’artigianato.
Lentamente le condizioni complessive di vita andarono migliorando, allungando la durata media della vita.
Intorno al 1925 il rifiuto più diffuso era ancora la cenere, ma già il vetro e i metalli venivano scartati in quantità non trascurabili.
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La storia dei rifiuti: i rifiuti sono un prodotto dell’uomoi rifiuti sono un prodotto dell’uomo
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a Nel secondo dopoguerra nasce la cosiddetta “civiltà dei consumi”: da quel momento la quantità di rifiuti è aumentata vertiginosamente, in particolare materiali organici, vetro e carta e prodotti nuovi... I paesi industrializzati devono quotidianamente risolvere il problema dello smaltimento degli enormi quantitativi di materiale scartato, perché i cicli naturali non riescono a “chiudersi”: gli agenti atmosferici non riescono a trasformare i rifiuti in tempo utile e i batteri e i funghi non hanno il tempo di decomporli, non c’è più equilibrio tra i tempi della natura e quelli dell’uomo. Ma non solo, dal momento in cui sono stati immessi sul mercato enormi quantitativi di materiali che fino ai giorni nostri non erano presenti in natura, il problema dei rifiuti è diventato ancora più critico. La plastica e tutti i prodotti di sintesi... non sono nella maggior parte dei casi biodegradabili.
CAMPAGNA DI INFORMAZIONE E DI EDUCAZIONE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE
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Una storia pulita
Il 5 luglio 1963 a Modena viene approvato il primo bilancio preventivo dell’Amnu, la nuova Azienda municipalizzata per la nettezza urbana...
La nuova Azienda rileva le attrezzature e gli impianti della SUM, la ditta privata che ha appaltato fino al ‘62 la raccolta dei rifiuti.
Am
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Il 22 dicembre 1971 l’Amnu si trasforma in Amiu, Azienda municipalizzata di igiene urbana.
19681968L’Amnu è in prima fila nella battaglia per il rinnovamento e si prepara ad un grande passo: superare il suo tradizionale compito di raccolta dei rifiuti per trasformarsi in un’azienda che agisca sull’ambiente e per l’ambiente.
Amiu del Comune di Modena
Am
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19731973L’Amiu promuove le raccolte differenziate per contribuire a fare abbandonare il concetto “Usa e getta” e praticare il concetto “i rifiuti sono una risorsa”. Va affermandosi come una delle aziende più avanzate nel suo settore.
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Una storia pulita: Amcm ed Amiu
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Una storia pulita
Agosto 1997
Amiu ed Amcm si fondono per dare vita a...
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Una storia pulita: una nuova azienda
Nel 1998 Meta vuol dire:
360 miliardi di Fatturato324 miliardi di Capitale sociale
oltre 1.000 dipendenti
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Una storia pulita
Nel 1998 Meta vuol dire:
ELETTRICITA’GAS METANO
TELERISCALDAMENTO E GESTIONE CALOREACQUA POTABILE
RIFIUTI URBANI - SPECIALI - TOSSICO NOCIVISERVIZI DI MERCATO
DEPURAZIONE ACQUE REFLUE URBANE
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Una storia pulita
Nel 1998 Meta vuol dire:
MODENA ALL’AVANGUARDIA in ITALIA, in EUROPA
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Meta
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I padòi
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La via Emilia traversa la Città, e la divide in due parti, l’una che chiamerò occidentale, e l’altra orientale. Nella parte occidentale si comprende la Cittadella, l’addizione erculea, il palazzo ducale co’ suoi giardini, le stalle, e molti altri edifizj di più moderna costruzione. Nella parte orientale avvi l’antica Modena. Sorse questa grandiosa al tempo de’ Romani, ed è noto che ella ne fu una delle più forti, e fedeli colonie; ma per le vicende de’ secoli spopolata d’abitatori, sommersa dalle acque rimase nei tempi di mezzo affatto deserta.
La Città
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Ritornata stagion più pacifica la carità del nativo loco indusse i superstiti abitatori a ripopolare quei luoghi, ed a rifabbricare la Città... Allora furono regolate le acque, e... introdotti in Città quei cinque canali detti di Baggiovara, della Cerca, il Canalchiaro, la Modonella, e il Canalgrande, che in varie direzioni la percorrono, e servono a tenerla pulita. A questo tempo erano essi la maggior parte scoperti, e lungo le sponde loro alzaronsi le case, e si formarono le contrade, le quali appunto per questa ragione si vedono ancora in molti luoghi tortuose ed irregolari. Conte Luigi Forni
Il nativo loco
1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
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Lo spazzino
da “Modena ieri & oggi”, Comune di Modena, Armo, 1996
1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
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Piazza Grande
da “Modena ieri & oggi”, Comune di Modena, Armo, 1996
1997-98 cl. seconda A I.G.E.A. prof.ssa Laura Bortolani Fregni
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Pulizia
da Simonini A./Smargiassi M., “Modena 1900”, Artestampa, Modena, 1989