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in questo numero Maintenance and Facility Management m m Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - CNS/AC-ROMA - Prezzo di copertina: 10,00 Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008 Logica Fuzzy e Politica Manutentiva Strategie di Manutenzione Complessa per Sistemi Multi Componente Benefici e Costi nel processo di Certificazione della Qualità Qualità: le Aziende certificate dal CNIM Progettare e gestire la sicurezza: una proposta di analisi Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture un percorso formativo in 5 moduli didattici professionalizzanti CNIM e Sapienza Università di Roma in evidenza ISSN: 1971-1735 Benefici e Costi nel processo della Certificazione Prodotto

MM - Maintenance&Facility Management n. 3 2008

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Page 1: MM - Maintenance&Facility Management n. 3 2008

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Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008

Logica Fuzzy e Politica Manutentiva

Strategie di ManutenzioneComplessa per Sistemi MultiComponente

Benefici e Costi nel processodi Certificazione della Qualità

Qualità: le Aziende certificate dal CNIM

Progettare e gestire la sicurezza:una proposta di analisi

Eco progettazione degli Impiantie delle Strutture un percorso formativo in 5 modulididattici professionalizzantiCNIM e Sapienza Università di Roma

in evidenza

ISSN: 1971-1735

Benefici e Costi nel processodella Certificazione Prodotto

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soci del CNIM

AEM CALORE & SERVIZI GROMA

ANAS INARCASSA

APISOISERVICE INGEST FACILITY

ASSISTAL MANUTENCOOP

AIPnD - Associazione Italiana Provenon Distruttive MAPEI

AZIENDA USL 2 di LUCCA NUOVO PIGNONE - GE ENERGY OIL & GAS

AZIENDA USL 3 di PISTOIA PIRELLI Real Estate

CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano RFI - RETE FERROVIARIA ITALIANA

COGNE ACCIAI SPECIALI ROMEO GESTIONI

CONFARTIGIANATO IMPIANTI SAMI

COMUNE di MODENA SIRAM - gruppo DALKIA

CONSIGLIO NAZIONALE dei GEOMETRI SI.MA.V.

DIETSMANN UNI - ENTE NAZIONALEITALIANO DI UNIFICAZIONE

EDISON UNION KEY

EFFECI UNIONE NAZIONALEAMMINISTRATORI IMMOBILI

ENI - Divisione AGIP SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

FONDAZIONE E.N.P.A.M. VITROCISET

GEOCONSULT

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editorialedi Paolo Morelli - Presidente Comitato Tecnico e di Orientamento Culturale CNIM

primo pianoFormazione: Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture

dal CNIMCertificazione di Qualità: le Aziende del CNIM

tecnicaCertificazione di Qualità: il processo di certificazione, i benefici, i costiMassimo Concetti - Responsabile tecnico Certificazione Sistemi di Qualità CNIM

Certificazione Impianti: il processo di certificazione, i benefici, i costiRoberto Cuccioletta - Responsabile tecnico Certificazione Prodotto CNIM

ricerca Analisi di criticità mediante logica fuzzye definizione della politica manutentiva Massimo Santoro - C. Engineering srl

international Modelling and Simulation of Complex Maintenance Strategiesfor Multi-Component Systems / Modellatura e Simulazione di Strategiedi Manutenzione Complessa per Sistemi Multi ComponenteValérie Zille, Christophe Bérenguer, Antoine Grall - Université de Technologie de Troyes,Antoine Despujols, Jérôme Lonchampt - EDF R&D Division

l’analisiProgettare e Gestire la Sicurezza fra “sviste”e Testo Unico - D.Lgs. 81/08Lorenzo Fedele - Sapienza Università di Roma, CNIM, CEN

News

sommario

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Maintenance and Facility Management m m

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Maintenance and Facility Management

m mAnno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008

Direttore responsabileLorenzo FEDELE

Comitato ScientificoPaolo MORELLIPresidente Comitato Certificazione e Orientamento Culturale del CNIMMaria Rosaria BONISapienza Università di RomaAngelo CARRINOANASRoberto CIGOLINIPolitecnico di MilanoDuccio GHIDETTIISPESLOnorato HONORATISapienza Università di RomaEnnio LAZZAROMinistero della DifesaCarlo MESSINACONSELMichela POLAATECAPGiuseppe RUBRICHIAMAMaria Teresa RUFFOCONFAPIBruno VENDITTIConfartigianato

Responsabile di RedazioneSerena LICCARDI

Redazione TecnicaMassimo CONCETTI, Roberto CUCCIOLETTA

Direzione e RedazioneCNIM - Comitato Nazionale Italiano per la ManutenzioneVia Barberini, 68 - 00187 RomaTel. 06 4745340 / 42010534 - Fax 06 4745512E-mail: [email protected] - http://www.cnim.it

Impaginazione e stampaEUROLIT, Roma - Tel. 06 2015137 - Fax 06 2005251E-mail: [email protected]

Hanno contribuito per questo numeroChristophe BÉRENGUER, Massimo CONCETTI,Roberto CUCCIOLETTA, Antoine DESPUJOLS,Lorenzo FEDELE, Antoine GRALL, Jérôme LONCHAMPT, Paolo MORELLI, Massimo SANTORO, Valérie ZILLE

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007.La raccolta dei dati personali dei destinatari della rivista è effettuata nel rispettodelle vigenti leggi sulla privacy (Dlg. 196/2003) ed è finalizzata all’invio dellapubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad essa collegate.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CNIM

Consiglio DirettivoAurelio MISITICamera dei Deputati, Sapienza Università di Roma, Presidente Onorario del CNIM

Marcello MAUROPresidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,Presidente Onorario del CNIM

Francesco Paolo BRANCASapienza Università di Roma, Presidente del CNIM

Piero TORRETTAPresidente UNI

Ugo Nicola TRAMUTOLIPresidente CEI, Vice Presidente del CNIM

Adriano BIRAGHIVice Presidente del CNIM

Francesco PITTONIVice Presidente del CNIM

Alfonso FERRAIOLIRappresentante Ministero per lo Sviluppo Economico

Giuseppe NARDONIRappresentante Ministero dell’Università e della Ricerca

Gian Piero PAVIRANIRappresentante RFI

Enrico COMELLINIRappresentante CEI

Elio BIANCHI Direttore Gestionale e Rappresentante UNI

Vitaliano FIORILLORappresentante Soci Ordinari

Lorenzo FEDELESapienza Università di Roma, Segretario Generale del CNIM

Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione èun ente senza fini di lucro costituito nel 1990, sotto l’altoPatrocinio del Ministero dell’Industria, del Com-mercio e dell’Artigianato, per promuovere la diffusionedella cultura della Manutenzione.

Il CNIM considera una corretta e ben pianificata Manu-tenzione un elemento essenziale per migliorare la pro-duttività e la competitività delle imprese. la qualità di vitae la sicurezza delle persone, la salvaguardia dell’am-biente e l’uso razionale dell’energia.

Il CNIM è stato individuato nel 1999 (DM 16/12/99)come il soggetto che meglio può occuparsi di coordi-nare l’elaborazione di studi e ricerche nel campo dellaManutenzione.

Page 5: MM - Maintenance&Facility Management n. 3 2008

lLa Certificazione, così come definita nella Norma UNI CEIEN ISO/IEC 17000:2005, è una “attestazione di parteterza relativa a prodotti, processi, sistemi o persone”.Contrariamente a quanto comunemente si crede, essa nonè nata ieri. Antiche iscrizioni testimoniano che già ai tempidegli Egizi e dei Greci veniva verificata e certificata la ri-spondenza ai requisiti di specifiche caratteristiche come ladimensione dei blocchi di pietra che formavano le piramidio alcuni componenti delle colonne dei templi greci.A quei tempi i requisiti venivano definiti da decreti gover-nativi.

Oggi la Norma UNI EN ISO 9000:2005, definisce come Re-quisito una esigenza o una aspettativa che può essereespressa, generalmente implicita o cogente e come Qua-lità il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinsechesoddisfa i requisiti.Con tali definizioni, la Norma allarga il concetto di Qualitàanche al soddisfacimento di esigenze non esplicitate. Diventa cioè compito dell’Impresa, che voglia produrre benio servizi “di qualità”, capire quali siano le vere esigenze oaspettative dei clienti e fare in modo che il proprio prodottole soddisfi pienamente.Una volta ciò avveniva facilmente in virtù del rapporto di-retto esistente fra produttore e cliente. Ora, in un mercatoche allontana sempre di più il produttore dal consumatore,intuire le esigenze e le aspettative di terzi è cosa estrema-mente difficile, se non impossibile. Ecco allora che inter-viene il ruolo fondamentale delle Norme Volontarie. Esse,

in quanto documenti elaborati mediante consenso ed ap-provati da organismi universalmente riconosciuti, costitui-scono l’anello di collegamento fra fornitore e clientedefinendo requisiti comunemente condivisi.In tale contesto, riprendendo la definizione di Certificazionesummenzionata, vediamo come essa, in definitiva, costi-tuisca una attestazione di rispondenza a Norma, rilasciatacon un Marchio da un Organismo terzo, al fine di garantireal consumatore la necessaria tranquillità che le proprieaspettative vengano soddisfatte.È quindi naturale che un’Impresa che ritenga di aver rag-giunto l’ottimizzazione dei propri processi e dei propri pro-dotti, voglia darne visibilità ai Clienti tramite un Marchio diQualità rilasciato da un Organismo di Certificazione. Il nu-mero sempre crescente di aziende che reclamizza i propriprodotti - dando ampia evidenza alle certificazioni conseguite- dimostra come questo bisogno sia stato ormai acquisito. Purtroppo però si deve anche riscontrare come non sem-pre la Certificazione compensi le Imprese con un ritornoadeguato all’investimento effettuato. I motivi di tale disillu-sione sono diversi. Innanzitutto, c’è la molteplicità dei Marchi, i quali nonhanno tutti la stessa visibilità. Nel decidere a quale Orga-

Maintenance and Facility Management m m 3

editorialePaoloMorelliPresidenteComitato diCertificazione eOrientamentoCulturale CNIM

Paolo Morelli

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nismo di Certificazione rivolgersi occorre tenere ben pre-senti le proprie esigenze ed orientarsi di conseguenza. Sesi opera in un mercato internazionale, un Marchio non co-nosciuto all’estero non ha l’atteso valore, nonostante imutui riconoscimenti fra Organismi di Accreditamento. Incerti casi, può essere più vantaggioso fare un investimentosuperiore rivolgendosi ad un Organismo di Certificazioneben noto, piuttosto che risparmiare per un marchio di mo-desto valore.È necessario inoltre avere ben chiara la differenza fra Cer-tificazione di Prodotto e Certificazione di Sistema. Trattasi dicose profondamente diverse. Il Marchio riportato sui Prodotti attesta la “Certificazione diProdotto”; attesta, cioè, che un campione, sottoposto aprove di laboratorio, risponde ai requisiti, ma non sempreesso garantisce che tutta la produzione sia come il cam-pione. Se la produzione non è supportata da un sistemaaziendale rispondente a ben precisi requisiti, sono inelut-tabili processi di deriva che portano ad uno scadimentodelle caratteristiche del prodotto o servizio erogato. La “Cer-tificazione di Sistema (ISO 9000)” si propone appunto diattestare che l’organizzazione aziendale è in grado di ga-rantire la costanza della qualità, ovvero della rispondenza airequisiti nel tempo.Le due Certificazioni si integrano a vicenda, e l’Impresadeve essere consapevole che affrontarne una, senza l’altrasignifica costruire qualcosa di incompleto. Anche il mes-saggio che si dà ai Clienti deve essere coerente. Molto spesso la pubblicità che troviamo sui giornali o neimanifesti è impostata in modo ambiguo. Tutto ciò crea con-fusione e sovente fa sorgere nei Clienti aspettative che nontrovano effettivo riscontro con conseguente disaffezione.A tutto ciò aggiungasi che un’altra possibile ambiguitànasce dalla stessa definizione di “Attestazione” data dallanorma UNI CEI EN ISO/IEC 17000:2005. È chiaro chementre una Certificazione a Norma significa per l’utente fi-nale la garanzia che un determinato prodotto risponde aprecisi requisiti ampiamente riconosciuti, ben diversa si-tuazione è quella di certificazione rispetto a Specifiche Tec-niche, documenti cioè di carattere privato che fornisconoregole e caratteristiche limitatamente ad uno specificoContratto. Pur senza mettere in discussione i contenuti di

tali documenti, c’è da segnalare che essi fissano caratte-ristiche che non sono state assoggettate al processo nor-mativo e che quindi possono essere espressione diconsiderazioni individuali o di parte. È bene che l’utentene sia al corrente.Ultimo, ma non trascurabile aspetto, è quello della effettivainteriorizzazione della Qualità in azienda. Spesso - e spe-cialmente quando la Certificazione viene vissuta come meranecessità per poter partecipare ad appalti pubblici - l’im-presa si affida ad un consulente esterno. Forte è, però, il ri-schio di trovare persone prive di adeguata professionalità,che magari riescono anche a fare ottenere il sospirato Cer-tificato a costi irrisori, ma comunque senza che nell’im-presa si realizzi quel miglioramento organizzativo che èessenziale per garantire un ritorno economico all’investi-mento fatto.Certo, si potrà essere presenti sul mercato e parteciparealla competizione, ma l’investimento non darà nessuno deitanti benefici che derivano da un Sistema aziendale messoin regime di Qualità. Solo questo, infatti, porta a significa-tive riduzioni nei costi di produzione, a miglioramenti neirapporti interdipartimentali, a minori incidenti sul lavoro ead un prodotto migliore.Proprio per evidenziare tali benefici, è stata da poco pub-blicata la norma ISO 10014:2006 “Quality management -Guidelines for realizing financial and economic benefits”(Gestione per la qualità - Linee guida per realizzare bene-fici finanziari ed economici). In essa si dimostra come l’applicazione dei sistemi di ge-stione per la qualità non è una pura questione formale, le-gata a teorie astratte di organizzazione aziendale, né puòessere relegata alla sfera - a volte inaccessibile - dei tec-nicismi. Al contrario, essa produce vantaggi concreti e be-nefici economici precisi e quantificabili che possono esseredebitamente messi in luce.Un Sistema Qualità di facciata, basato su documenti arte-fatti e non assimilati dall’organizzazione, non porta ad al-cuno dei suddetti benefici, anzi, al contrario, comportaconfusione nei ruoli e messaggi non coerenti con la realtà,con conseguenti effetti che possono essere estremamentenegativi nell’armonia dell’Impresa e nell’immagine perce-pita dall’esterno. ��

editoriale

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 20084

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nNel settore Manutenzione e nelle te-matiche relative, si rende sempre piùnecessaria una “formazione execu-tive”, ovvero una formazione dedicata alla qualificazione dichi lavora: flessibile, integrabile, adatta a tutti i livelli azien-dali (dall’esecutivo, all’operativo al manageriale) e suscet-tibile di certificazione.Anche per tenere il passo con l’Unione Europea, è oggi piùche mai opportuno che chi è chiamato ad assumere pre-cisi ruoli di responsabilità tecnica si qualifichi e si aggiorniprofessionalmente attraverso percorsi formativi erogati daEnti opportunamente individuati allo scopo. Sono questi i motivi che hanno portato il CNIM e SapienzaUniversità di Roma a progettare il percorso formativo in“Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture”. Il percorso prevede cinque moduli fruibili in modo flessibiledai discenti, ovvero in base alle loro specifiche esigenze diformazione. Sono strutturati su base intensiva, corrispon-dente a 24 ore di formazione, con fasi di test ed esercita-zioni, oltre che di lezioni frontali. I relatori sono sia docenti universitari che esperti del settoreprovenienti dal mondo industriale per meglio integrare gliaspetti più prettamente accademici alle buone pratiched’Azienda. Di seguito, sono elencati i moduli, gli obiettiviformativi e il loro programma di dettaglio.

PRIMO MODULOLa Valutazione di Impatto Ambientale 8, 9 e 10 settembre

Destinatari:specializzandi, professionisti, amministrazioni pubbliche.

Obiettivi Formativi:acquisizione delle tecniche per la redazione e l’interpre-tazione di una V.I.A.

Programma di Dettaglio:L’evoluzione del concetto di Ambiente. Inquadramentostorico della V.I.A. Normativa di riferimento. Interazione

dei fattori aria-acqua-suolo e paesag-gio. Valutazione di impatto sul Pae-saggio. Tecniche numeriche di analisi

paesaggistica. Simulazione per la verifica degli interventiambientali. Gli esempi di Craco (MT) e Castellammare diStabia (NA). Beni materiali e patrimonio culturale. Proce-dimento per la V.A.S. Procedimento per la V.I.A: metodo-logia e criteri. L’analisi costi-benefici. La concertazionenegoziale tra gli attori coinvolti come strumento di mi-glioramento delle procedure. Gli esempi: discariche, im-pianti energetici, infrastrutture.

SECONDO MODULOSicurezza, Gestione e Manutenzione degli ImpiantiElettrici15, 16 e 17 settembre

Destinatari:Il corso è di interesse sia per i progettisti, gestori, manu-tentori ed operatori degli impianti elettrici sia per i re-sponsabili del servizio prevenzione e protezione RSPP(D.Lgs 626/94).

Obiettivi Formativi:Il corso promuove la qualificazione a persona esperta (PES),capace di analizzare i rischi e gli schemi di impianto, siaper strutturarne l’installazione che controllarne la gestione,e di definire e/o selezionare la procedura da attuare.Per i responsabili del servizio prevenzione e protezione ilcorso fornisce specifiche competenze relative alla pre-venzione e protezione dei rischi di natura elettrica (comma4 art.8 bis DLgs 626/94 e successive modifiche).Fornisce infine una informazione-formazione sulle attualitecniche per definire le procedure di esercizio per gli im-pianti elettrici e sulla loro evoluzione in atto. L’intento dellametodologia proposta è quella di fornire un approccio ma-tematico-analitico alle procedure e stimolare e facilitarel’apprendimento e la progettazione, rendendone possibileuna implementazione su software.

primo piano

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Formazione: Eco progettazionedegli Impianti e delle Strutture

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Programma di Dettaglio:Esercizio degli impianti elettrici: sicurezza e ge-stione.Manutenzione e Gestione: legislazione di riferimento inparticolare Norma EN 50110 (CEI 11-48), Norma CEI 11-27/1, testo unico sulla sicurezza del lavoro. Competenza,addestramento ed idoneità per l’esecuzione dei lavori. Or-ganizzazione e funzioni delle attività lavorative.La globalizzazione dell’impiantistica elettrica: prevenzioneinfortuni in Europa ed in Nord America. I rischi derivanti dall’arc-flash ed altri rischi elettrici. Di-spositivi di Protezione Individuali. Principi elettroforensi su incidenti di origine elettrica. Casidi incidenti fatali. Quadri a prova d’arco interno. Le soluzioni IEC/EU per iquadri elettrici di media e bassa tensione.L’impatto della architettura degli impianti elettrici sulla si-curezza e sulla integrità. Nodi di sorgenti, di carico e nodiflottanti.Procedure di esercizio, lavoro e manutenzione.Progettazione globale e permanente degli impianti elet-trici. Criteri progettuali e manutentivi. Procedure per l’esercizio in sicurezza degli impianti elet-trici: lo spazio degli stati elettrici ed un nuovo linguaggiooperativo per la formazione e la progettazione delle pro-cedure. Il Programma Parise: i diagrammi di Eulero Venn, le ta-belle di verità, le matrici operative e le mappe delle tran-sizioni.Procedure per la messa in sicurezza. Procedure per l’integrità del sistema (continuità dell’ali-mentazione).Attività applicative. Esecuzione di manovre mediante mo-delli di simulazione su PC.

TERZO MODULOIl Sistema Edificio-Impianto: dalla Climatizzazionealla Diagnosi Energetica22, 23 e 24 settembre

I contenuti del corso possono essere considerati prope-deutici alla qualifica che si renderà necessaria per la re-dazione del Certificato di Qualificazione Energetica, comeprevisto dal D.Lgs. 192/05 e s.m.i.

Destinatari:Il corso è di interesse per i progettisti (ingegneri e archi-tetti), gestori, manutentori ed operatori che si occupano diefficienza energetica dell’involucro edilizio e degli impiantidi climatizzazione negli edifici civili. Il corso è aperto ancheagli studenti delle facoltà di Ingegneria ed Architettura cheintendano arricchire il proprio percorso formativo.

Obiettivi Formativi:Il corso si propone di fornire le nozioni necessarie allacorretta progettazione, gestione e conduzione degli im-pianti termomeccanici, anche al fine di permettere l’a-nalisi del comportamento dei sistemi edificio-impianto.Vengono illustrati i criteri e le procedure per la diagnosienergetica degli edifici, dall’analisi dell’involucro al fun-zionamento degli impianti di climatizzazione estiva ed in-vernale. In particolare sono fornite le competenzetecniche di base necessarie per la redazione del certifi-cato energetico e dell’attestato di qualificazione energe-tica così come indicato dal D.Lgs. 192/05 e s.m.i., ancheper gli aspetti di proposta degli interventi di risanamentoe miglioramento.

Programma di Dettaglio:Proprietà dell’involucro edilizio.Comportamento termico dell’involucro edilizio in regimestazionario e variabile nel tempo: proprietà termoigrome-triche delle strutture opache e vetrate di edifici; inerziatermica delle strutture “pesanti”; contributo energeticodelle strutture trasparenti; criteri di calcolo dei carichi ter-mici in periodo invernale ed estivo; sistemi passivi e attividi contenimento del fabbisogno energetico. Difettosità ter-moigrometriche dell’involucro edilizio. Prevenzione ed in-terventi di risanamento.Tipologie impiantistiche e soluzioni di risparmioenergetico.Comfort microclimatico; fondamenti di impianti di clima-tizzazione tradizionali e di ultima generazione; recupera-tori di calore: tipologie ed efficienze energetiche in regimedi funzionamento invernale ed estivo; centrali termiche efrigorifere; refrigeranti ecocompatibili - prestazioni tecni-che delle principali componenti di impianto - normativadi riferimento. Impianti civili da fonti rinnovabili.Impianti solari termici per la climatizzazione invernale edestiva e per la produzione di acqua calda sanitaria: tipo-

primo piano

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 20086

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primo piano

Maintenance and Facility Management m m 7

logie impiantistiche e stato dell’arte; impianti di micro-cogenerazione e trigenerazione in ambito civile; contri-buto degli impianti fotovoltaici al risparmio energeticodegli edifici.Certificazione energetica degli edifici.Normativa di riferimento: inquadramento normativo co-munitario, normativa nazionale, D.Lgs. 192/05 e s.m.i. erelative linee guida nazionali; disposizioni transitorie;ruolo delle regioni e stato di avanzamento delle normelocali di attuazione; certificato e attestato di qualifica-zione energetica; indicatori di prestazione energeticadegli edifici; influenza delle variabili climatiche e geo-metriche nella determinazione del limite di fabbisognoenergetico di un edificio; calcolo del fabbisogno di ener-gia primaria per la produzione dell’acqua calda sanitaria;cenni al calcolo del fabbisogno di energia per la clima-tizzazione estiva.

QUARTO MODULOGestione e Manutenzione delle Opere Civili6, 7 e 8 Ottobre

Destinatari:tecnici, liberi professionisti, consulenti, funzionari che ope-rano nel settore della gestione e conservazione delleopere civili.

Obiettivi Formativi:la individuazione e l’analisi dei fenomeni patologici chepossono manifestarsi nelle costruzioni civili durante laloro vita di servizio costituiscono la premessa per l’ado-zione degli interventi atti a conservarne le capacità pre-stazionali.

Programma di Dettaglio:le opere civili: materiali e strutture. Grandi opere. Elenca-zione difetti sottostrutture. Processi di deterioramento e difessurazione delle opere di calcestruzzo armato. Elementiper la diagnosi delle opere d’arte: considerazioni sugli aspettigeologici. Difetti tipici degli edifici relativi alle fondazioni. Di-fetti tipici degli edifici relativi alle strutture di muratura e diacciaio. Difetti tipici degli edifici relativi agli impianti elettrici.Difetti tipici degli edifici relativi agli impianti tecnici. Ispezionistrumentali con tecniche non distruttive. Monitoraggio delleopere con prove dinamiche. Contributo della geotecnica adun programma di manutenzione.

QUINTO MODULOL’Attività di Ispezione ai fini della Verifica dellaConformità13, 14 e 15 ottobre

Destinatari:diplomati o laureati in discipline tecniche. Il corso offreuna formazione ad ampio spettro utile per gli ingegneriche operano o che volessero operare in qualità di ispet-tori di impianti di sollevamento.

Obiettivi Formativi:il corso si prefigge di formare tecnici in grado di effet-tuare le attività di ispezione, ovvero il complesso di attivitàfinalizzate alla valutazione sistematica del grado di ri-spondenza di un impianto a requisiti specificati, effettuateper mezzo di osservazioni e giudizi supportati da misure,prove e metodologie di controllo (UNI CEI EN 45004).

Programma di Dettaglio:Normativa di riferimento. Ruoli e responsabilità nelle atti-vità di ispezione degli impianti. Elementi sulla progetta-zione e costruzione dei sistemi oggetto dell’ispezione,analisi dei rischi, metodologie di analisi dei rischi: requi-siti e finalità, Affidabilità, disponibilità e manutenibilità,analisi dei sistemi complessi, ispezione di sistemi com-plessi ai fini della messa in esercizio e della verifica pe-riodica e straordinaria (tecnici, tecnologici, industriali,strutturali). Parte specializzante settore ascensori. ��

partecipanti al corso di formazione: SIMC - Il Sistema Informa-tivo di Manutenzione Computerizzato, 17 e 18 aprile 2008

Page 10: MM - Maintenance&Facility Management n. 3 2008

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dal CNIM

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 20088

Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione ha una propria Società di Servizi, il CNIM srl, che è un Organismo ac-creditato dal Sincert per la Certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità in conformità alla norma UNI EN ISO9001:2000. L’accreditamento è il procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza a svolgere fun-zioni specifiche. È una scelta volontaria dell’organismo che intende così impegnarsi nel dare evidenza di un valore ag-giunto con riferimento alla professionalità, correttezza e trasparenza della propria attività.Un documento della Direzione Generale dell’allora Ministero delle Attività Produttive si riferiva all’accreditamento se-condo le indicazioni seguenti:“l’accreditamento è fondamentale per il corretto funzionamento di un mercato della valutazione della conformità traspa-rente e guidato dalla qualità. È fondamentale per l'industria che, in quest'area, necessita di un servizio adeguato per poteressere pienamente competitiva. È fondamentale per le autorità pubbliche, sia nazionali sia europee, per poter avere un li-vello appropriato di fiducia nei certificati rilasciati ovunque in Europa e così facilitare la libera circolazione dei prodotti pertutta la UE. È infine fondamentale per gli stessi organismi di valutazione della conformità, per aiutarli a dimostrare in ma-niera imparziale la loro competenza tecnica, assicurando tra gli stessi una concorrenza trasparente e di qualità”.È stata inoltre sottolineata, in questa sede, l'importanza di avere un’attività di accreditamento libera da ragioni com-merciali; in quanto essa deve essere considerata da tutti (autorità pubbliche, accreditatori, organismi di valutazione,mondo industriale) come livello ultimo di controllo delle attività di valutazione; in altri termini, l’accreditamento deve es-sere garanzia di imparzialità, indipendenza - soprattutto dalla consulenza - competenza ed internazionalità.La classificazione EA (European Accreditation) individua una suddivisione dei settori merceologici nei quali le organiz-zazioni operano; per questi settori, gli organismi di certificazione devono assicurare adeguate “esperienze, competenzee risorse” affinché possano certificare i sistemi di gestione per la qualità.Il CNIM è attualmente accreditato nei seguenti settori:EA 18 - Macchine, Apparecchi ed impianti meccanici (Machinery and Equipment)EA 19 - Macchine Elettriche ed Apparecchiature Elettriche ed Ottiche (Electrical and Optical Equipment)EA 28 - Imprese di costruzioni, Installatori di impianti e servizi (Construction)EA 33 - Tecnologia dell’Informazione (Information tecnology)EA 35 - Servizi professionali di impresa (Firm professional service)L’elenco che segue riporta la lista aggiornata a maggio 2008 delle Aziende certificate dal CNIM in base alla norma UNIEN 9001:2000, con l’indicazione delle attività sviluppate da ciascuna realtà aziendale.

AZIENDA REGIONE SCOPO ATTIVITÀA.C.E. APPALTI COSTRUZIONI EDILI S.p.A. Lazio Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali.AGRICOLA LIETA S.p.A. Lazio Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali e di impianti

tecnologici connessi.AT & T s.r.l. Costruzioni Generali Sardegna Costruzioni di edifici civili e industriali; lavori stradali; acquedotti e fognature,

realizzazione di restauri monumentali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.BELLOTTI S.r.l. Emilia Romagna Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.BG COSTRUZIONI S.r.l. Sicilia Costruzione di edifici civili e industriali, e strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal

cliente.BIEMME IMPIANTI S.a.s. di Bruno Menniti & C. Lazio Realizzazione e manutenzione di impianti tecnologici e speciali.BLUTERMO SERVIZI di Caldiraro Antonio & C. s.n.c. Lazio Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.BRAMBILLA SERGIO & C. S.a.s. Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.

Certificazione di Qualità,le Aziende del CNIM

Page 11: MM - Maintenance&Facility Management n. 3 2008

dal CNIM

Maintenance and Facility Management m m 9

BRUGNOLO MARIO Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.C. ENGINEERING s.r.l. Liguria Progettazione, coordinamento e supervisione dei servizi di esercizio e di manutenzione

degli impianti industriali nei settori oil & gas, petrolchimico, ecologico, energia, ed attivitàdi formazione connessa.

C.A.R. di ARCOLIN GAETANO Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.C.E.M.A. COSTRUZIONI S.r.l. Sicilia Costruzione di edifici civili e impianti tecnologici in accordo a progetti esecutivi forniti dal

cliente.C.L.M. s.r.l. Lazio Costruzione e posa in opera di strutture metalliche su progetti esecutivi forniti dal cliente.C.M.A. S.r.l. Costruzioni Meccaniche Ascensori Marche Progettazione, produzione, commercializzazione, installazione e manutenzione di

ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici.CALIGARIS GILBERTO S.N.C. di CALIGARIS M. e A. Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile, e

installazione di bruciatori e caldaie. CAMEDDA COSTRUZIONI S.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili, restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti a tutela e

realizzazione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.CAMERANO GINO Piemonte Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.CAPETTA S.n.c. Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.CASELLA ANGELO Emilia Romagna Manutenzione e conduzione impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.CAVARRA VINCENZO Sicilia Progettazione, restauro e manutenzione di edifici civili e di beni sottoposti a tutela, scavi

archeologici ed attività strettamente connesse.CECCHINI SERVICE S.r.l. Emilia Romagna Progettazione, produzione, installazione, assistenza, commercializzazione di impianti di

sollevamento e attrezzature accessorie (accessori di sollevamento) e relativemanutenzioni.

CENTRO ROMA 86 S.r.l. Lazio Costruzioni di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.CICCOTTI PAOLO Lazio Costruzione e posa in opera di strutture metalliche in accordo a progetti esecutivi forniti

dal cliente.CIEMME SERVICE di Carlo Mameli Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di

misuratori fiscali - registratori di cassa.CIRIGNOTTA FILIPPO Sicilia Manutenzione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.CLIMA SERVICE 2000 di Sileo Domenico Basilicata Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.CO.GE.I. S.r.l. Lazio Installazione impianti elettrici, telefonici e trasmissione dati.CO.ROM.AR. Cooperativa Romana Artigiani a r.l. Lazio Manutenzione ed esecuzione di impianti idrico-sanitari, termici, di condizionamento,

elettrici, elettrici di emergenza, di cabine di trasformazione MT/BT, opere di assistenzamuraria agli impianti elettrici.

CO.SA.CO. S.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili e industriali, di strade, acquedotti e fognature, ristrutturazionee manutenzione di beni immobili, installazione di impianti di pubblica illuminazione, inaccordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

COEBI RESTAURI s.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili ed industriali e restauro di beni immobili sottoposti a tutela inaccordo a progetti esecutivi forniti dal committente.

COGEMA COSTRUZIONI s.r.l. Lazio Costruzione e ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dalcliente.

COGETA S.r.l. Lazio Realizzazione di impianti di illuminazione in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.COLIS Consorzio Lavanderie e Industrie Sanitarie Sardegna Studio, progettazione ed erogazione dei servizi di noleggio, lavaggio, sterilizzazione e

distribuzione di materiali tessili attraverso l’assegnazione alle proprie consorziate anchenell’ambito di gare d'appalto pubbliche e/o private. Coordinamento delle attività delleAziende Consorziate.

COMBUSTIBILI NUOVA PRENESTINA S.r.l. Lazio Progettazione, installazione, gestione, manutenzione e controllo impianti termici, diventilazione, di condizionamento, elettrici, telefonici, radiotelefonici, televisivi e similianche in regime di global service. Diagnosi energetica ed ambientale di edifici edimpianti. Fornitura di prodotti petroliferi.

CONDIM S.p.A Lazio Progettazione, installazione, manutenzione e conduzione di impianti di condizionamento,riscaldamento, elettrici, antincendio, idrico-sanitario e gas.

CONSORZIO SERVIZI PLUS s.c.a.r.l. Lazio Coordinamento delle attività delle proprie consorziate nel settore dei servizi.CONTROLCAR SYSTEMS s.r.l. Lazio Assemblaggio di antifurti meccanici-elettronici per autoveicoli.COOP SERVICE - Società Cooperativa di produzione e lavoro Sicilia Verifiche impianti termici.D.E.A. DISINFESTAZIONI Giuseppe Armetta Lazio Progettazione ed erogazione di servizi di derattizzazione, disinfestazione e sanitizzazione.di Fabrizio Armetta & C. s.n.c.DA RE s.r.l. Friuli Venezia Giulia Conduzione e manutenzione di impianti termici, anche in qualità di terzo responsabile.DE VIVO S.p.A. Basilicata Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di opere e impianti tecnologici.

Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali.DE.MO di Dettori Ardo e Moreddu Antonio S.n.c. Sardegna Realizzazione e manutenzione reti per la distribuzione del gas, realizzazione reti idriche e

fognarie in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.DEDALO COMMUNICATION S.n.c. Lazio Progettazione e realizzazione di servizi di comunicazione di impresa.DEL GAUDIO OSVALDO Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.DI CORI SERGIO s.r.l. Lazio Costruzione e manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal

cliente.DINO TOFANARI di Guido Tofanari e Stefano Tofanari Toscana Lavori di carpenteria metallica ed installazione di infissi su progetti esecutivi forniti dal

cliente.DO.RO.P. S.r.l. Lazio Manutenzione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.ECOFLORA 2 s.r.l. Lazio Progettazione e manutenzione di opere in verde.EDIL GILA S.r.l. Lazio Manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.EDIL M.A. di Manca Antonello Sardegna Costruzione di edifici civili, restauro e manutenzione di beni sottoposti a tutela e

manutenzione di strade, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

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dal CNIM

EDIL MOTER S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili e opere stradali, realizzazione di reti fognarie, acquedotti,opere a verde e di arredo urbano, lavori in terra, demolizione di opere civili.

EDILE ORGOSOLO SOCIETA' COOPERATIVA Sardegna Costruzione di edifici civili e industriali, strade e opere di urbanizzazione in accordo aprogetti esecutivi forniti dal cliente.

EDILMAN COSTRUZIONI S.r.l. Lazio Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali, restauro di edificimonumentali.

EDILMEN S.r.l. Lazio Ristrutturazione, manutenzione e consolidamento di edifici civili, installazione di impiantielettrici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

EDILMURA S.r.l. Sardegna Progettazione e costruzione di edifici civili.EDILURB S.r.l. Lazio Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali, installazione di impianti

tecnologici.ELETTRICA P.N.P. S.n.c. Lazio Installazione e manutenzione di impianti elettrici e realizzazione di quadri elettrici in BT.ELETTROIMPIANTI DI CACCAMO EPIFANIO & C. S.a.s. Sicilia Progettazione, installazione e manutenzione impianti elettrici in bassa, media e alta

tensione, cabine secondarie, impianti elettrici civili e industriali.ELETTROMARCHE S.n.c. Marche Installazione e manutenzione impianti elettrici.ELETTROTERMICA S.n.c. di CAMPISI & GAMBINO Liguria Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.ELMA IMPIANTI S.n.c. Sardegna Progettazione, installazione, manutenzione di impianti elettrici civili e industriali;

cablaggio strutturato; installazione e manutenzione di quadri elettrici, impianti telefonici,impianti di automazione, TV Sat, impianti di climatizzazione, termoidraulici e di sicurezza.

ELMECH INGEGNERIA s.r.l. Marche Progettazione e erogazione di servizi di collaudo ed analisi tecniche nel campodell'ingegneria, attività in materia di ingegneria.

EREDI DI BELFIORE GIUSEPPE s.r.l. Sicilia Costruzione di edifici civili e industriali, strade, opere di evacuazione in accordo a progettiesecutivi forniti dal cliente.

ETTINI ROMANO di ETTINI MATTEO Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.EURO SERVIZI SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Lazio Progettazione e manutenzione di opere a verde.EUROCOSTRUZIONI S.r.l. Sardegna Realizzazione e manutenzione di strade e opere complementari in accordo a progetti

esecutivi forniti dal cliente.EURODISINFESTAZIONI SOC. COOP. Lazio Servizi di derattizzazione, disinfestazione, disinfezione, bonifica ambientale in genere.EUROGARDEN S.r.l. Lazio Progettazione, realizzazione e manutenzione di opere a verde, arredo urbano e impianti

sportivi. Manutenzione integrata di opere delle pertinenze autostradali: verde, sicurezza,segnaletica, raccolta e trasporto rifiuti.

EUROTHERMA s.r.l. Piemonte Installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzoresponsabile.

FELIX IMPIANTI S.r.l. Abruzzo Progettazione, installazione, trasformazione, ampliamento di impianti di riscaldamento,condizionamento, idrici-sanitari, antincendio e gas. Conduzione e manutenzione diimpianti termici anche in qualità di terzo responsabile.

FRATTINI GIANPAOLO & C. S.n.c. Veneto Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici anche inqualità di terzo responsabile.

G.M. S.r.l. Lazio Progettazione, installazione, manutenzione e riparazione di ascensori e montacarichi.Manutenzione e riparazione di scale mobili.

GAMMADUE S.r.l. Lazio Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzoresponsabile.

GARAU GIAN CARLO Sardegna Costruzione di edifici civili e industriali, movimento terra, verde pubblico e arredo urbanoin accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

GE.CO.MAR. S.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili e industriali e impianti tecnologici connessi in accordo aprogetti esecutivi forniti dal cliente.

GEMELLI APPALTI S.r.l. Lazio Ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.GENTILI & ROCCHI S.r.l. Marche Conduzione, installazione e manutenzione impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.GEOCONSULT S.r.l. Lazio Prove e controlli di laboratorio su materiali da costruzione.GEOTEC s.n.c. Sardegna Servizi geotecnici, prove e controlli di laboratorio sui materiali da costruzione.GESAL S.r.l. Lazio Manutenzione e ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal

cliente.GIANROS s.r.l. Lazio Costruzione e ristrutturazione di edifici civili con impianti tecnologici in accordo a progetti

esecutivi forniti dal cliente.GORI IMPIANTI S.r.l. Veneto Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.HINTELCO SISTEMI S.r.l. Lazio Progettazione, installazione, manutenzione di impianti elettrici e di telecomunicazione.

Erogazione di servizi di Facility Management connessi.I.C.C.I.S. S.r.l. Sardegna Installazione di linee aeree e interrate MT/BT, manutenzione di linee elettriche e cabine

secondarie, allacci ed illuminazione pubblica.I.C.S. IMPRESA COSTRUZIONI SPECIALI S.r.l. Lazio Costruzione, manutenzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali in accordo a

progetti esecutivi forniti dal cliente, movimento terra.I.M.A.R.T. s.a.s. Toscana Installazione, su progettazione fornita dal cliente, e manutenzione di sistemi ponti radio

analogico-digitali per impianti di comunicazione e telecomunicazione.IDEALCLIMA LAVORI S.r.l. Lazio Progettazione, installazione e manutenzione impianti tecnologici connessi agli edifici civili

ed industriali, ristrutturazione e restauro di immobili storici.IDROTERMICA DUETTI di Telesca Rocco e C. S.a.s. Basilicata Conduzione, installazione e manutenzione impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile. Installazione e manutenzione di impianti elettrici, idrici, di condizionamentoe antincendio.

IMPRESA COSTA GIUSEPPE s.n.c. Sardegna Costruzione di opere stradali e complementari, opere di irrigazione e di evacuazione inaccordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI Basilicata Progettazione e realizzazione di edifici civili e industriali, acquedotti e fognature.ING. MICHELE VIGNOLA & C. s.r.l.

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008

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IMPRESA COSTRUZIONI Geom. ANGELO MORO Sardegna Costruzione di edifici civili, acquedotti, fognature, manutenzioni stradali e realizzazione diopere a verde, su progetti esecutivi forniti dal cliente.

IMPRESA DI COSTRUZIONI GEOM. PIER GAVINO CUCCURU Sardegna Costruzione e ristrutturazione di edifici civili ed industriali in accordo a progetti esecutividel cliente. Realizzazione di impianti elettrici, sanitari, fognari e di riscaldamento inaccordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

IMPRESA GEOM. SERRA PIETRO G.B. Sardegna Costruzione di opere stradali e complementari, acquedotti, opere di irrigazione, di evacua-zione, di sistemazione idraulica e bonifica, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

IMPRESA LA.PE.MA. S.r.l. Lazio Progettazione e costruzione di edifici civili.IMPRESA MANCINI S.r.l. Lazio Progettazione, costruzione, manutenzione e consolidamento di edifici civili e impianti

tecnologici.IMPRESA MARIO LOI Sardegna Ristrutturazione di edifici civili ed industriali, costruzioni stradali e movimento terra, in

accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.ING. MERONI IMPIANTI E SERVIZI S.a.s. Lombardia Installazione, manutenzione e conduzione impianti termici, anche in qualità di terzo

responsabile.L'ASSITECNICA s.n.c. Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di

misuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi.LEDDA COSTRUZIONI S.n.c. di Ledda Lucio & C. Sardegna Costruzione di edifici civili ed industriali, strade, autostrade, acquedotti e fognature in

accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.LUSTEMA s.r.l. Lazio Progettazione, installazione e manutenzione di ascensori e scale mobili.MA.RE.CO. s.r.l. Lazio Manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.MALTHEA s.r.l. Lazio Costruzione e ristrutturazione di edifici civli e industriali in accordo a progetti esecutivi

forniti dal cliente.MAR.AS. di Marcolini Maurizio & C. S.n.c. Lazio Progettazione, installazione, riparazione e manutenzione di impianti elevatori, scale

mobili, montacarichi e apparecchi vari di sollevamento.MAR.LU. COSTRUZIONI di M.G. POMPILI & C. S.a.s. Lazio Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente,

realizzazione impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento.MARCHI S.n.c. Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di

misuratori fiscali - registratori di cassa.MARUKA APPALTI S.r.l. Lazio Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili ed industriali e dei relativi

impianti tecnologici.MASTROLIA GIUSEPPE Puglia Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.MORINI IMPIANTI DI MORINI MASSIMO Emilia Romagna Installazione di impianti elettrici civili e industriali, realizzazione di illuminazione pubblica

e cabine elettriche in BT e MT.MOVISTRADE S.r.l. Sardegna Costruzione di strade, acquedotti, fognature, movimento terra e demolizioni in accordo a

progetti esecutivi forniti dal cliente.NEMO di Visalli Nicola Campania Conduzione di impianti iperbarici.NOVELLI SERVIZI S.n.c. di Andrea Novelli e C. Toscana Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.NUOVA TERMOTECNICA S.r.l. Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.O.V.RA. S.n.c. di VIGOLO & C. Veneto Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e

installazione di bruciatori e caldaie.ORTHOROMA di Massimo Onorato Lazio Realizzazione di protesi ortodontiche. P.I.E.C.I. S.r.l. Lazio Progettazione e realizzazione di impianti elettrici e opere edili connesse.PA.SER. s.r.l. Sardegna Erogazione servizi di pulizia.PAOLACCI MARCELLO S.r.l. Lazio Esecuzione di lavori stradali e opere fognarie, manutenzione di opere civili, in accordo a

progetti esecutivi forniti dal cliente.PENSUTI COSTRUZIONI S.r.l. Lazio Progettazione, ristrutturazione e manutenzione di edifici civili e impianti tecnologici.PERLA BIANCA S.r.l. Sardegna Noleggio di articoli tessili piani e confezionati alle imprese pubbliche e private.PETRUCCI DOMENICO Lazio Costruzione e manutenzione di edifici civili e strade in accordo a progetti esecutivi forniti

dal cliente.PIRAZZOLI di Pirazzoli Massimo & C. s.a.s. Piemonte Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici, e impianti

elettrici ad essi vincolati, anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione,assemblaggio e installazione di quadri elettrici vincolati agli impianti termici.

PONTEGGI TUBOLARI S.p.A. Sicilia Progettazione, montaggio e manutenzione di ponteggi tubolari.PONZO VINCENZO Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.PULITECNICA s.r.l. Sardegna Servizi di pulizia alle imprese.R.E.C. STUDIO 2001 S.r.l. Lazio Ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.RECKON S.r.l. Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di

misuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi.RUSSO VINCENZO Puglia Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici, anche in qualità di terzo

responsabile.S.A.P.E. S.r.l. Lazio Progettazione e realizzazione di edifici civili.S.A.R.M. di Latini Giovanni Lazio Progettazione, installazione, riparazione e manutenzione di ascensori, piattaforme

elevatrici e montacarichi.S.G.S. s.r.l. Sardegna Prove e controlli di laboratorio su materiali da costruzione.S.I.A.R. S.r.l. Lombardia Progettazione, manutenzione e riparazione di impianti ascensori elettrici ed oleodinamici.S.I.CO.R. 2000 S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.S.I.M. - Società Impianti e Manutenzione S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili e realizzazione di impianti elettrici in accordo a progetti

esecutivi forniti dal cliente. S.P.E.A. s.a.s. di Alberto Venturi Lazio Costruzione di strade, acquedotti e fognature, opere fluviali di difesa e sistemazione

idraulica, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Lavori in terra.SACIET S.r.l. Lazio Lavori di edilizia e di impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento, in accordo

a progetti esecutivi forniti dal cliente.

dal CNIM

Maintenance and Facility Management m m 11

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SAGI SERVICE snc Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica dimisuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi.

SALES APPALTI S.r.l. Lazio Progettazione e costruzione di edifici civili.SALVATORE MERELLA s.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili, realizzazione di strade e opere connesse, acquedotti e

fognature e strutture in legno, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.SANNA MARIO & VENTURI BRUNO s.n.c. Sardegna Sistemazione opere fluviali e costruzione di edifici civili, acquedotti e fognature, in

accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.SANNASCENSORI s.n.c. di Sanna Gianfranco e Manca Piero Sardegna Montaggio, manutenzione e riparazione impianti ascensore.SAR.EL. di Murru M. & C. s.a.s. Sardegna Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali, costruzione di strade,

esecuzione di lavori di pubblica illuminazione, realizzazione di impianti tecnologici, inaccordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

SARDAPPALTI OLBIA s.r.l. Sardegna Costruzioni e manutenzioni stradali, di acquedotti e fognature in accordo a progettiesecutivi forniti dal cliente.

SATEMA S.r.l. Lazio Progettazione e realizzazione di edifici civili e industriali.SCRIVANTI di Sergio e Renzo Scrivanti - S.n.c. Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e

installazione di bruciatori e caldaie. SE.S.A. s.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili ed industriali e relative opere complementari; esecuzione di

lavori stradali, movimentazione terra e finitura di opere, in accordo a progetti esecutiviforniti dal cliente.

SERVIZI s.n.c. di Carretta Gloria e Calafiore Massimo & C. Sicilia Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali e relativi impianti.SGRO ALBERTO ALVARO DANIELE Sicilia Ristrutturazione e manutenzione di edifici civili e industriali, restauro e manutenzione di

beni sottoposti a tutela, finiture di opere generali di natura edile, in accordo a progettiesecutivi forniti dal cliente.

SICURSTRADE S.r.l. Sardegna Installazione, manutenzione e gestione di impianti per la segnaletica luminosa e lasicurezza del traffico; installazione e manutenzione di impianti di illuminazione pubblica eopere murarie complementari e accessorie su progettazione fornita dal cliente.

SIRIO SYSTEM s.r.l. Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica e verificazione periodica di misuratorifiscali e registratori di cassa.

SIZ S.n.c. di Ziveri Claudio & C. Emilia Romagna Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.Installazione e manutenzione di impianti termo-idrico-sanitari, condizionamento,raffrescamento centralizzato, antincendio e gas, in accordo a progetti esecutivi forniti dalcliente.

SO.FIN.GI. S.r.l. Sardegna Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali su progettazione fornita dalcliente.

SO.GE.IM. S.r.l. Sardegna Costruzione e manutenzione di acquedotti, fognature e strade in accordo a progettiesecutivi forniti dal cliente. Costruzione di opere fluviali, di difesa, di sistemazioneidraulica e di bonifica in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

SOCOP S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.SOLAR IMPIANTI S.r.l. Lazio Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi

forniti dal cliente.STUDIO E S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.STUPARICH CLAUDIO Friuli Venezia Giulia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.T.S.I. TERMO SERVIZI INDUSTRIALI di Pietro Paolo Pozzoli Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e

installazione di bruciatori.TARAS QUIRICO s.r.l. Sardegna Manutenzione e realizzazione di impianti tecnoclogici, impianti per la trasformazione

MT/BT e la distribuzione di energia elettrica su progettazione fornita dal Committente.Costruzione di edifici civili ed industriali in accordo a progetti forniti dal Committente.

TECHNO SKY s.r.l. Lazio Progettazione ed erogazione di servizi di logistica (installazione, manutenzione eassistenza tecnica HW e SW) per impianti e sistemi elettronici ed infrastrutture asupporto delle operazioni relative alla navigazione aerea.

TECNO PA di Piredda Anthony Sardegna Programmazione e manutenzione di sistemi di controllo, preferenziamento ecentralizzazione del traffico, installazione e manutenzione di impianti semaforici inaccordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.

TECNO-IMPIANTI S.n.c. di SEMENZATO CLAUDIO & C. Veneto Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.TERMOCALOR di CERREIA FUSO GIANNI Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e

installazione di bruciatori e caldaieTERMOIDRAULICA D'ANDREA ANTONIO Basilicata Installazione, manutenzione e ristrutturazione, in accordo a progetti esecutivi forniti dal

cliente, di impianti idrosanitari, di riscaldamento e di climatizzazione, pannelli solari,riscaldamento a pavimento, impianti aspirapolvere centralizzati.

TERMOTECNICA DI PAOLA S.r.l. Lazio Manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.TERMOTECNICA MATTAVELLI S.a.s. Lombardia Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo

responsabile.TREVISAN IMPIANTI s.r.l. Veneto Progettazione, installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in

qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, manutenzione di impiantiidrico-sanitari e di climatizzazione. Installazione e manutenzione di impianti elettrici,antincendio e aria compressa.

V.I.P. GARDEN s.r.l. Lazio Progettazione, realizzazione e manutenzione di opere a verde.VAZZANA ENERTEC S.r.l. Sicilia Costruzione di metanodotti in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. VE.CO.RI. S.n.c. di RIPAMONTI FERDINANDO & C. Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.VITROCISET S.p.A. Lazio Progettazione, installazione, manutenzione, assistenza tecnica per impianti e sistemi

elettronici complessi e software.ZANZI SERVIZI S.p.A. Lazio Progettazione, installazione e riqualificazione tecnologica degli impianti tecnologici.

Pianificazione ed erogazione di servizi di manutenzione di impianti tecnologici anche inregime di Global Service.

dal CNIM

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 200812

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Maintenance and Facility Management m m 13

tecnica

Certificazione Qualità: il processodi certificazione, i benefici, i costi

Qualità significa capacità di soddisfare esigenze, di tipomateriale e morale, economico e sociale, esplicitate informa di requisiti – non generici, ma concreti e misurabili– attraverso adeguati processi di regolamentazione e nor-mazione. La realizzazione della qualità consiste, pertanto,nel conferire – ai prodotti e servizi di una determinata or-ganizzazione e, più in generale, alle attività socio-econo-miche proprie di un determinato contesto – la capacità disoddisfare i bisogni/requisiti correlati. L’assicurazione della qualità, a sua volta, consiste nel ga-rantire al “mercato”, inteso nella sua accezione più ampiacome l’intero contesto socio-economico di riferimento, conun adeguato livello di confidenza, che tale capacità effetti-vamente sussista. Essa non costituisce di per sé un fine -che è invece rappresentato dalla realizzazione della qualità-bensì uno strumento inteso ad ingenerare negli stakehol-ders sufficiente fiducia circa l’effettiva capacità di soddi-sfazione delle proprie necessità. È del tutto evidente che lacompetitività di un’organizzazione – intesa come capacitàdi creare valore per sé e per i propri stakeholders con cre-scente affermazione sul proprio “mercato” – è strettamente

ed univocamente correlata alla sua capacità di produrre eassicurare qualità, nelle diverse forme e gradi applicabili. Sulla base di tale significato del termine “qualità”, la certi-ficazione dei sistemi di gestione per la qualità rappresentail processo attraverso il quale un soggetto terzo assicurache una organizzazione (produttrice di beni o fornitrice diservizi) è strutturata e gestisce le proprie risorse ed i pro-pri processi produttivi in modo da riconoscere e soddisfaredeterminati bisogni di qualità (economica, ambientale,etica, ecc..), tramite conformità ai requisiti stabiliti dai rife-rimenti normativi applicabili (inclusa le leggi ove rilevanti). La certificazione rappresenta una forma “indiretta” di assi-curazione della qualità e, come tale, gode dei vantaggi, marisente altresì dei limiti propri di tale natura. In particolare,la certificazione può essere considerata come un processo-sistema complesso, costituito da diversi elementi che inte-ragiscono tra loro secondo regole definite e con il fine dimigliorare l’intero sistema produttivo e la soddisfazione ditutte le parti interessate. Una esemplificazione del pro-cesso-sistema di Certificazione può essere schematizzatasecondo quanto segue (figura 1).

MassimoConcettiResponsabiletecnicoCertificazioneSistemi diQualità CNIM

Figura 1: Schema del Processo-Sistema di Certificazione della Qualità (SGQ)

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tecnica

Anno 2 Numero 2 Marzo Aprile 2008

Nello schema di cui alla figura 1, si possono individuare trecategorie fondamentali:-- le imprese e le organizzazioni in genere produttrici di

beni e servizi (parte prima), che svolgono un ruolo pri-mario nella costruzione della qualità sia pure con il sup-porto delle altre componenti del sistema;

-- i clienti, ovvero gli utenti e consumatori (parte seconda),che definiscono, direttamente o indirettamente, gli obiet-tivi della qualità (bisogni da soddisfare);

-- l’“infrastruttura”, costituita dagli Enti di Accredita-mento e dagli Operatori specializzati nella valutazione diconformità (Organismi di Certificazione) indipendentidalle due parti “contrattuali” precedenti (parte terza).

Come per ogni sistema complesso, l’affidabilità dellostesso, e pertanto la sua efficacia, dipende dall’affidabilitàdi ogni singolo elemento/sotto-sistema e quando uno solonon garantisce un livello accettabile di affidabilità, l’interosistema ne risente. Sulla base di tale visione appare chiarala necessità, al fine di ottenere il risultato finale, che ognisotto-sistema funzioni nel rispetto delle dovute relazioni.Nello specifico, di seguito sono evidenziate alcune dellepossibili criticità:-- il Modello Gestionale, nel caso in esame definito at-

traverso i requisiti specificati nella norma UNI EN ISO9001:2000, determina la “bontà” di tali certificazioni.Se il modello è inadeguato, la corrispondente certifica-zione di conformità risulta, per definizione, anch’essainadeguata, cioè non in grado di fornire i risultati attesi.Questo aspetto, di estrema criticità, meriterebbe una ap-profondita analisi; in questa sede ci si limita ad osser-vare, da un lato, che il riferimento normativo debbasempre essere considerato con giusto senso critico, evi-tando di riporre in esso e nella relativa certificazione,aspettative che non possono essere soddisfatte, e dal-l’altro che è dovere del sistema di certificazione e di ac-creditamento contribuire al miglioramento delle norme diriferimento, impegnandosi nelle attività di formazione siain sede nazionale che internazionale;

-- l’ottenimento della certificazione, da parte di una Or-ganizzazione, del proprio Sistema di Gestione per laQualità (SGQ), dovrebbe rappresentare l’ultimo passodi una serie che la stessa Organizzazione ha intrapresodal momento in cui ha deciso ed avviato il percorso di

implementazione, all’interno della propria struttura or-ganizzativa, del Sistema di Gestione per la Qualitàconforme ai requisiti della norma UNI EN ISO9001:2000 e allo stesso tempo il primo passo verso ilmiglioramento continuo. Ciò significa che, nel momentoin cui l’Organizzazione decide di investire delle risorsenella progettazione, nello sviluppo e nella implementa-zione del SGQ, è fondamentale che tale scelta strate-gica sia principalmente voluta per accrescere la culturamanageriale dell’azienda e stimolata dalla ricerca delmiglioramento della soddisfazione dei clienti e dell’ef-ficienza/efficacia dei processi aziendali. Quando le ra-gioni per le quali una organizzazione implementa ilproprio SGQ sono lontane da quelle appena descritte, irisultati sono scarsi e a volte completamente assenti.Inoltre, l’eventuale supporto fornito da società di con-sulenza specializzate, dovrebbe essere adeguatamenteprogettato per poter impostare un percorso di trasferi-mento di competenze e lasciare nel tempo alle societàdi consulenza, al limite, il puro ruolo di supervisione,provvedendo autonomamente allo sviluppo e al miglio-ramento del SGQ;

-- gli Organismi di Certificazione (OdC) dovrebbero con-tribuire alla maturazione culturale della organizzazionee grazie alla loro attività di audit dovrebbero garantireun valore aggiunto alle Organizzazioni verificate. Allostesso tempo, in qualità di soggetto terzo, ogni organi-smo di certificazione dovrebbe operare al fine di tute-lare la collettività attraverso il rilascio dei certificati.Quando un OdC decide di operare con le finalità appenadescritte, deve necessariamente impostare un percorsodi crescita continua della propria struttura organizzativae delle competenze di tutto il personale coinvolto nei pro-cessi di certificazione. Rispetto a quanto appena detto,il rapido proliferare di OdC che si è verificato negli ul-timi anni, strettamente legato ad altri fattori di naturamaggiormente commerciale, potrebbe rappresentare unelemento di rischio per l’affidabilità dell’intero sistema dicertificazione nazionale.

Nonostante la complessità e le criticità del sistema, le cer-tificazioni dei sistemi di gestione (e, in particolare, dei si-stemi di gestione per la qualità, ISO 9000 e affini) hannoconosciuto, nell’ultimo decennio, un grandissimo sviluppo.

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In Italia, ad oggi, il sistema sopra esemplificato ha per-messo l’ottenimento della certificazione del relativo Si-stema di Gestione per la Qualità in conformità alla normaUNI EN ISO 9001:2000 da parte di circa 120.000 Orga-nizzazioni. Tali certificazioni sono state rilasciate da circa75 Organismi di Certificazione che operano secondo i re-golamenti SINCERT e secondo le norme EN 45012 oISO/IEC 17021. Questi dati pongono l’Italia al primo postoin Europa per numero di certificati ISO 9001 rilasciati. Ciòpotrebbe apparire molto positivo anche se allo stessotempo potrebbe celare dei “meccanismi commerciali”poco chiari. I dati dovrebbero significare che molte aziendein Italia hanno adottato standard organizzativi e gestionalidi alto livello, ma è pur vero che la crescita del numerodelle certificazioni rilasciate ha spesso coinciso con obbli-ghi contrattuali e requisiti fissati prevalentemente daigrandi committenti privati o da enti pubblici. In tal senso,un caso è rappresentato dall’introduzione del meccanismodi qualificazione delle imprese di costruzione, che ponecome requisito contrattuale il possesso del certificato diqualità.

In questo panorama, i principali problemi correlati al valoredelle certificazioni, cioè al loro grado di assicurazione del-l’effettiva capacità del sistema certificato di erogare la qua-lità attesa, nonché al loro corretto utilizzo, possono esserei seguenti:-- difficoltà di applicazione efficace da parte delle organiz-

zazioni della norma ISO 9001, interpretazione inade-guata e applicazione riduttiva della norma stessa conconseguente rischio di vanificare le grandi potenzialità –in termini di miglioramento della qualità erogata dai cor-rispondenti sistemi di gestione e di rafforzamento dellacredibilità del sistema di certificazione;

-- elevato numero di certificazioni rilasciate e conseguentedifficoltà di esercizio di un efficace controllo sulle stesseda parte degli OdC;

-- forte competizione commerciale tra Organismi e conse-guente tendenza al ribasso dei costi e della qualità delleprestazioni;

-- elevato numero di Organismi di Certificazione e conse-guente difficoltà a conseguire e garantire l’armonizza-zione dei comportamenti, sulla base di un adeguatocomun denominatore di qualità;

-- aspettative non corrette riposte dal mercato nel valore esignificato delle certificazioni in oggetto; deve esserechiaro a tutti che le certificazioni di sistema – se benfatte – forniscono concrete garanzie circa l’impegnodella organizzazione certificata a gestire le risorse e iprocessi in modo da erogare la qualità attesa; essehanno tuttavia dei limiti di cui occorre tenere debitoconto.

L’esperienza maturata dal CNIM, che opera come Organi-smo di Certificazione accreditato dal SINCERT fin dal 1995e che è stato uno tra i primi enti in Italia a certificare i Si-stemi di Gestione per la Qualità aziendali, oltre ad averepermesso di evidenziare le criticità ed analizzare le proble-matiche di cui sopra, ha permesso di verificare nel tempola crescita delle Organizzazioni che già da qualche annooperano secondo i requisiti indicati nella norma ISO 9001.In particolare, le aziende di “successo” mostrano - e hannosempre mostrato - una particolare “cura” ed attenzione alproprio Sistema di Gestione per la Qualità e hanno inve-stito negli anni tempo e risorse per migliorare sempre piùle attività e i processi aziendali anche ispirandosi ai principidel ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act). Tale risultato dimo-stra che, per le aziende, la implementazione di un sistemadi gestione per la qualità e la certificazione dello stesso puòrappresentare lo strumento principale per ottenere neltempo il miglioramento della soddisfazione dei clienti e inecessari risultati di efficacia e di economicità, il tutto at-traverso una sistematica pianificazione, esecuzione, con-trollo e miglioramento di tutti i processi primari e disupporto dell’organizzazione.

Infine, risulta utile evidenziare alcuni aspetti interessanti le-gati allo sviluppo e alla diffusione delle certificazioni. In par-ticolare, in epoca recente, accanto alla classica domandadi qualità economica di cui sopra – che permane forte inquanto ormai, di fatto, imposta dalle leggi di mercato – siè andata affermando una domanda di nuove e più ampieforme di qualità, intese alla soddisfazione di una più vastagamma di bisogni espressi da un più ampio contesto diparti interessate (stakeholders) e che possono essere, abuon diritto, riassunte nel termine “qualità sociale” o qua-lità della vita tout court. Tali nuove domande sono desti-nate a conferire un ulteriore impulso alla crescita della

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cultura e della prassi della valutazione di conformità, arric-chendone i contenuti ed il valore. Fra le nuove, emergenti domande di qualità le più rilevantisono quelle relative:-- alla qualità ambientale che è chiamata a tutelare i biso-

gni della collettività presente e futura nel quadro dellosviluppo sostenibile e può essere conseguita tramite ap-proccio, sia sistemico (certificazione di sistema di ge-stione ambientale – norma ISO 14001), sia di prodotto(etichette ambientali di vario tipo, inclusa la dichiara-zione ambientale di prodotto).

-- alla qualità del lavoro; che è intesa a tutelare i bisogni disalute e sicurezza dei lavoratori ed è conseguibile tramiteun adeguato approccio di sistema (certificazione di si-stemi di gestione per la sicurezza e salute sul lavoro –norma OHSAS 18001). Tale Certificazione inoltre è par-ticolarmente importante anche in relazione alla pubbli-cazione del nuovo testo unico sulla Sicurezza negli

Ambienti di Lavoro (D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 “At-tuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007,n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezzanei luoghi di lavoro”) il quale, all’Art.30 “Modelli di Or-ganizzazione e di Gestione”, indica quale migliore mo-dello organizzativo e di gestione delle attività legate allasalute e alla sicurezza, quello definito conformementealla norma OHSAS 18001:2007.

La risposta a queste nuove, emergenti, domande di qualitàrappresenta la sfida per il futuro del moderno sistema perla qualità e, in relazione a tali sfide, il CNIM nell’ambito del-l’area Certificazione Sistemi di Gestione ha operato la co-struzione dei relativi schemi di certificazione e ha attivato iservizi di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientalerispetto alla norma UNI EN ISO 14001 e dei Sistemi di Ge-stione per la Salute e la Sicurezza in conformità alla normaOHSAS 18001:2007. ��

La Gestione della Sicurezza per la Tuteladella Responsabilità delle Imprese

Il D.Lgs. 81/2008 introduce la responsabilità amministrativa dell'impresa in caso di infortunio oltre alle even-tuali responsabilità penali.

Il CNIM, nell’ambito dell’area Certificazione Sistemi di Gestione, ha attivato la certificazione dei Sistemi di Ge-stione per la Salute e la Sicurezza in conformità alla norma OHSAS 18001:2007.

L’attivazione di tale servizio è conseguenza di due rlevanti circostanze:1. l’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 “Modelli di Organizzazione e di Gestione” indica come migliore modello or-

ganizzativo, ai fini della “efficacia esimente della responsabilità amministrativa” quello definito conforme-mente alla norma OHSAS 18.001:2007.

2. lo staff del CNIM - anche in virtù del legame con il mondo della ricerca e universitario, soprattutto con lacattedra di “Sicurezza degli Impianti Industriali” di Sapienza Università di Roma - ha maturato una profondaconsapevolezza delle problematiche tecnico-progettuali e gestionali legate al perseguimento di un mi-nore numero di infortuni, alla migliore tutela delle responsabilità e alla superiore economicità nella defi-nizione delle azioni di miglioramento per la sicurezza.

L'Azienda “Combustibili Nuova Prenestina” di Roma, già certificata dal CNIM rispetto alla norma ISO9001:2000, è tra le prime aziende ad avere richiesto il nuovo servizio di certificazione che il CNIM ha atti-vato. ��

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Certificazione Impianti: il processodi certificazione, i benefici, i costi

RobertoCucciolettaResponsabile tecnicoCertificazioneProdotto CNIM

Il processo di certificazioneLa libera circolazione dei beni è una conquista del mercatounico; l’Unione Europea, a tale scopo, ha messo a puntouna serie di procedure sia per rendere possibile tale obiet-tivo, sia per impedire la creazione di nuovi ostacoli agliscambi. Tali meccanismi si basano sul riconoscimento re-ciproco e sull’armonizzazione tecnica.I prodotti fabbricati o commercializzati legalmente in qual-siasi paese dell’Unione Europea devono poter circolare li-beramente nel territorio di ogni stato membro, purché taliprodotti soddisfino livelli di protezione equivalenti a quelliimposti dallo Stato membro di esportazione e dove essisiano commercializzati nel territorio del paese esportatore.In assenza di misure comunitarie, gli Stati membri hanno lafacoltà di legiferare sul proprio territorio.La nuova strategia in materia di armonizzazione tecnica enormalizzazione ha generato una nuova tecnica regola-mentare, che ha fissato i seguenti principi:-- l’armonizzazione legislativa si limita ai requisiti essen-

ziali che i prodotti immessi nel mercato nella Comunitàdevono rispettare per poter circolare liberamente all’in-terno della Comunità stessa;

-- le specifiche tecniche dei prodotti che rispondono ai re-quisiti essenziali fissati nelle direttive vengono definitein norme armonizzate;

-- l’applicazione di norme armonizzate o di altro genere ri-mane volontaria e il fabbricante può sempre applicare altrespecifiche tecniche per soddisfare i requisiti previsti;

-- i prodotti fabbricati nel rispetto delle norme armonizzatesono ritenuti conformi ai corrispondenti requisiti essen-ziali fissati nelle relative direttive di prodotto.

Oltre ai principi del nuovo approccio è necessario stabilirecondizioni per una valutazione affidabile della conformità.L’introduzione del nuovo approccio ha, quindi, comportatoun perfezionamento della procedura di valutazione dellaconformità, che è stata resa più flessibile nell’arco dell’in-tero processo di fabbricazione con la conseguenza di averlapotuta adeguare alle esigenze delle singole operazioni.

L’approccio globale ha introdotto un approccio modulare,suddividendo la procedura di valutazione della conformitàin una serie di operazioni - i cosiddetti moduli - che diffe-riscono tra loro in base alla fase di sviluppo del prodotto(ad esempio, progettazione, prototipo, produzione piena),al tipo di valutazione effettuata (ad esempio controllo delladocumentazione, approvazione del tipo, garanzia qualità) ealla persona responsabile della valutazione (fabbricante oterzo).La valutazione della conformità si basa pertanto su quantosegue:-- attività interne di controllo della progettazione e della

fabbricazione da parte del fabbricante;-- esame del tipo svolto da terzi più attività interne di con-

trollo della produzione da parte del fabbricante;-- esame del tipo o della progettazione da parte di terzi più

approvazione da parte di terzi del prodotto o dei sistemidi garanzia qualità della fabbricazione o verifica su pro-dotto da parte di terzi;

-- verifica di un unico prodotto da parte di terzi per le fasidi progettazione e fabbricazione;

-- approvazione da parte di terzi dei sistemi di garanzia diqualità totale.

La certificazione di un prodotto, atto finale della valuta-zione di conformità, è un mezzo per assicurare che esso siaconforme ad una specifica norma tecnica o ad altri docu-menti normativi. La norma UNI EN 45011 specifica i requisiti che devonopossedere gli organismi di certificazione, la cui osservanzaha lo scopo di garantire che gli stessi attuino sistemi di cer-tificazione di terza parte in modo coerente ed affidabile, fa-cilitando così la loro accettazione a livello sia nazionale cheinternazionale, e potere agevolare, in questo modo, il com-mercio internazionale.La dichiarazione della conformità a norme specifiche o adaltri documenti normativi si esprime mediante certificati omarchi di conformità.

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Nella norma europea il termine “organismo di certifica-zione” è utilizzato per indicare qualsiasi Ente che gestiscaun sistema di certificazione di prodotto. Il termine “prodotto”è utilizzato nel senso più ampio e comprende i processi edi servizi; il termine “norma” è utilizzato per comprenderealtri documenti normativi come specifiche o regole tecni-che.

I beneficiL’attività di certificazione di un prodotto, per quanto dettosopra, si inquadra in una tipologia di servizio di natura co-gente. Qualsiasi prodotto per poter essere commercializ-zato deve essere dotato di marcatura CE. E’ innegabile chetale obbligo contenga dei benefici intrinseci soprattutto dalpunto di vista della sicurezza e della qualità della vita.La legislazione in materia di igiene e sicurezza del lavoro è,come sappiamo, oggetto di un costante aggiornamentodettato dagli obblighi comunitari. Le innovazioni introdottenel sistema legislativo italiano sono state attuate sulla basedelle politiche comunitarie di integrazione che riguardanosia le azioni sociali sia quelle per la libera circolazione dellemerci. Le azioni sociali hanno prodotto direttive che hannolo scopo di determinare i requisiti minimi di igiene e sicu-rezza a tutela di tutti i lavoratori della Unione Europea. Unesempio di recepimento di queste direttive è stato il D.Lgs626/94 e i suoi successivi adeguamenti, sino all’ultimotesto unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008).Le azioni in materia di libera circolazione delle merci, comedetto, hanno portato alla emanazione di direttive di pro-dotto, tra le quali ricordiamo la direttiva macchine, recepitain Italia con il D.P.R. 459/96, che presentano implicazionianche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.La citazione nello specifico della Direttiva Macchine è do-vuta al fatto che al suo interno sono stabiliti i requisiti di si-curezza e le caratteristiche tecniche che devono possederele macchine ed i componenti di sicurezza per garantire lalibera circolazione degli stessi all’interno dei paesi dell’U-nione; anche gran parte delle attrezzature utilizzate negliambienti di lavoro rientrano nel campo di applicazione delladirettiva. Insieme alla Direttiva Macchine, è bene citareanche la Direttiva Ascensori, la Direttiva PED (Apparec-chiature a Pressione), la Direttiva ATEX (nome convenzio-nale della direttiva 94/9/CE per la regolamentazione diapparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di

esplosione), e tutte le altre direttive applicabili all’uso delleattrezzature di lavoro.All’attività di certificazione è correlata l’attività di ispezionedi impianto o di prodotto. Le norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro preve-dono una “funzione” di prevenzione e protezione dai rischiche devono essere svolte all’interno dell’azienda. Alcunepersone vengono designate a fare parte del servizio di pre-venzione e protezione, col compito di individuare i fattori dirischio presenti nella struttura aziendale. Altre norme na-zionali impongono, per alcune tipologie di impianti, verificheperiodiche condotte da enti di terza parte.Le Direttive di nuovo approccio prescrivono che ogni pro-dotto commercializzato (macchina, impianto a pressione,ascensore, giocattolo ecc.) sia corredato dal libretto di istru-zioni per l’uso e la manutenzione. All’interno di tale docu-mento deve essere indicata la periodicità cui sottoporre ilprodotto in manutenzione e la tipologia di ispezioni che de-vono essere effettuate.Le direttive da una parte, quindi, impongono la presenzadella marcatura CE, dall’altra impongono che il fabbricantepreveda, già in fase di progettazione, gli usi futuri in sicu-rezza, la manutenzione e le ispezioni periodiche cui i prodottidevono essere sottoposti per garantire il mantenimento deirequisiti essenziali di sicurezza.

L’ispezione di un impianto o di un prodotto può essere ese-guita, come detto, o dal personale interno di una aziendao da personale esterno, direttamente da un professionistao attraverso un ente di terza parte. Le modalità di condu-zione di una verifica o i controlli che devono essere eseguiti,a prescindere da chi li esegue, devono garantire - è beneribadirlo - il mantenimento in sicurezza di un bene o di unimpianto. L’attività di ispezione, così come definita dalle norme, èvolta ad accertare la conformità a regolamenti, norme ospecifiche per conto di clienti privati, delle organizzazionidi appartenenza, e/o di autorità ufficiali.I parametri dell’ispezione possono includere questioni diquantità, qualità, sicurezza, adeguatezza all’uso, e del con-tinuo soddisfacimento della sicurezza di impianti o sistemioperativi. I criteri generali, che questi organismi devonosoddisfare affinché i propri servizi siano accettati dai clientie dalle autorità di controllo, necessitano di essere armo-

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nizzati in una norma europea; la norma che ha armoniz-zato tale attività è la ISO/IEC 17020.Tale norma copre le funzioni di organismi e del personalela cui attività può includere l’esame di materiali, prodotti, in-stallazioni, impianti, processi, procedure di lavoro, oppureservizi, e la determinazione della loro conformità con i re-quisiti, oltre alla successiva relazione sui risultati di questeattività ai clienti e, ove richiesto, all’autorità di controllo. L’i-spezione di un prodotto, una installazione o un impiantopuò riguardare qualunque fase di vita dell’oggetto, com-presa la fase di progettazione. Una tale attività richiede, diregola, l’esercizio del giudizio professionale nella fornituradel servizio, in particolare quando si accerta la conformità.

Così come sopradescritta, si potrebbe erroneamente pen-sare che l’attività di certificazione e di ispezione sia di in-teresse unicamente per i prodotti utilizzati in ambientelavorativo.Tale precisazione non sarebbe tanto superflua se il legisla-tore non avesse pubblicato il Decreto Legislativo 6 set-tembre 2005, n. 206 “Codice del Consumo”. Così comeriportato nel decreto stesso “Il Codice del Consumo rap-presenta il testo fondamentale di riferimento in materia ditutela dei diritti dei consumatori e degli utenti. L’esigenzadi raccogliere in un unico testo le disposizioni sulla tuteladel consumatore è apparsa una necessità improcrastina-bile, considerata la stratificazione normativa e vista l’e-sperienza degli altri Paesi Membri dell’Unione Europea. Perla prima volta, il Codice fa assumere un autonomo rilievoal diritto dei consumatori nell’ambito dell’ordinamento ci-vile e la sua articolazione si ispira alle teorie sul processodi acquisto. Il Codice riunisce, coordina e semplifica le di-sposizioni normative incentrate intorno alla figura del con-sumatore, come cittadino conscio dei propri diritti edoveri…. Il Codice del Consumo va inquadrato nell’ambitodella più generale disciplina del mercato, luogo di incontrodella domanda ed offerta di beni e servizi, e porta vantaggi,non solo a beneficio dei consumatori, ma anche delle im-prese e del mercato stesso:a) per i Consumatori: il Codice esalta la posizione giuridica

del consumatore sia sul piano individuale che collettivo;migliora le regole sulla correttezza delle pratiche com-merciali, sull’informazione e sull’accesso alla giustizia.

b) per le Imprese: il Codice migliora la concorrenza, la tra-

sparenza e l’informazione sul mercato, favorendo unamigliore qualità dei prodotti e dei servizi.

c) per il mercato: ne conseguirà un incremento del gradodi fiducia dei consumatori e delle imprese nel funziona-mento del mercato e quindi una crescita degli scambi abeneficio di tutta la collettività nazionale.”

Il D.Lgs. 206/05, per quanto purtroppo poco conosciuto,chiarisce che la conformità di un prodotto e/o servizio rap-presenta un beneficio per tutta la comunità dai consuma-tori alle imprese, riordinando le normative concernenti iprocessi di acquisto e consumo, al fine di assicurare unelevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti.Ai consumatori e agli utenti sono riconosciuti come fonda-mentali i diritti:a) alla tutela della salute;b) alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi;c) ad una adeguata informazione e ad una corretta pubbli-

cità;d) all’educazione al consumo;e) alla correttezza, alla trasparenza e all’equità nei rapporti

contrattuali;f) alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo li-

bero, volontario e democratico tra i consumatori e gliutenti;

g) all’erogazione di servizi pubblici secondo standard diqualità e di efficienza.

Qualsiasi prodotto commercializzato deve essere un pro-dotto sicuro, cioè, in condizioni di uso normali o ragione-volmente prevedibili, compresa la durata e, se del caso, lamessa in servizio, l’installazione e la manutenzione; nondeve presentare alcun rischio oppure unicamente rischi mi-nimi, compatibili con l’impiego del prodotto e consideratiaccettabili nell’osservanza di un livello elevato di tutela dellasalute e della sicurezza delle persone, in funzione, in par-ticolare, dei seguenti elementi:-- delle caratteristiche del prodotto, in particolare la sua

composizione, il suo imballaggio, le modalità del suo as-semblaggio e, se del caso, della sua installazione e ma-nutenzione;

-- dell’effetto del prodotto su altri prodotti, qualora sia ra-gionevolmente prevedibile l’utilizzazione del primo con isecondi;

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-- della presentazione del prodotto, della sua etichettatura,delle eventuali avvertenze e istruzioni per il suo uso e lasua eliminazione, nonché di qualsiasi altra indicazioneo informazione relativa al prodotto;

-- delle categorie di consumatori che si trovano in condi-zione di rischio nell’utilizzazione del prodotto, in partico-lare dei minori e degli anziani.

Un prodotto è sicuro, quindi, se marcato CE, se oggetto dimanutenzione e se sottoposto periodicamente a controlli everifiche.

I costiÈ difficile, a questo punto, poter definire un costo per lacertificazione essendo tale attività funzione di parametri chepossono variare dal tipo di prodotto oggetto di procedura divalutazione di conformità o dalla procedura scelta per rag-giungere l’obiettivo della marcatura CE.Tuttavia è d’uopo sancire un principio che, purtroppo,troppo spesso rappresenta una forte carenza per tuttequelle attività che hanno per oggetto la sicurezza e la tuteladelle persone.L’attività di certificazione e di ispezione non può essere vistacome un costo e, soprattutto, non può e non deve essereoggetto di ribasso.Tale concetto è stato ben affrontato nei lavori pubblici e ri-preso nel DPR n. 222 del 2003 “Regolamento sui contenutiminimi dei piani di sicurezza nei cantieri edili”. In esso vienechiaramente detto che i costi per la sicurezza, in caso digara, non devono essere oggetto di ribasso.Se tale aspetto è ben chiarito in ambito pubblico, analoga-mente non si può dire in campo privato dove troppo spessoi criteri di scelta di un organismo di certificazione rispettoad un altro sono fissati solo ed unicamente sul “fattoreprezzo”.È stato descritto nei paragrafi precedenti, in estrema sin-tesi, un iter di certificazione e gli standard che devono se-guire gli enti di certificazione nelle loro attività.Il rispetto degli standard, la formazione degli ispettori, l’usodi strumentazione appropriata e tarata dovrebbero esserei parametri oggetto di valutazione nella scelta di chi poi cer-tificherà o ispezionerà un impianto o un prodotto.Nella norma CEI 0-14 “Guida all’applicazione del DPR462/01 relativo alla semplificazione del procedimento perla denuncia di installazioni e dispositivi di protezione con-

tro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terradegli impianti elettrici pericolosi” viene chiarito che “l’in-dividuazione dell’Ente verificatore al quale affidare la ve-rifica spetta al datore di lavoro, il quale è tenuto ad affidarel’incarico ad Enti in possesso dei requisiti, formali e so-stanziali, richiesti dalla legislazione e dalla normativa vi-gente.Al fine di evitare problemi (culpa in eligendo) ed ogni pos-sibile contenzioso, sia di tipo economico sia di tipo tec-nico, è opportuno che il datore di lavoro valuti alla lucedella propria competenza, le offerte degli Enti verificatoritenendo conto, non soltanto dell’aspetto economico, maanche delle risorse impiegate per effettuare la verifica (du-rata prevista, esperienza del verificatore, strumentazioneutilizzata, ecc).Tali criteri di qualificazione e scelta, purtroppo, sono scar-samente seguiti sia in ambito lavorativo sia in ambito civile.Gli esempi della scarsa attenzione all’utilizzo di prodotti cer-tificati CE e alla esecuzione di un controllo periodico delmantenimento dei requisiti essenziali di sicurezza dei pro-dotti utilizzati sono sotto gli occhi di tutti.Spesso si parla, ad esempio, di circolazione sul mercato diprodotti derivanti da mercati non comunitari sprovvisti dellamarcatura CE o - anche se provvisti della marcatura -senza alcuna garanzia di controllo del possesso dei requi-siti di sicurezza richiesti.È indubbio, tuttavia, che la differenza di costo tra un pro-dotto certificato e controllato rispetto ad un prodotto ac-quistato su un mercato “non ufficiale” può influenzare lascelta del cittadino. Tali scelte, però, potrebbero poi tra-sformarsi in rischi di infortuni, a volte anche gravi, tali damettere a repentaglio non solo gli addetti ai lavori, maanche i comuni cittadini.Nei cantieri edili si vedono spesso utilizzare attrezzature dilavoro non marcate CE o modificate e si utilizzano disposi-tivi di protezione individuale di origine incerta. Altrettantodi frequente accade che chi è addetto al controllo, sotto-valutando l’importanza dell’utilizzo di attrezzature idonee,non segnali alle imprese tali inosservanze esponendo i la-voratori a rischi elevati.Risulterebbe, forse, molto più facile calcolare i costi della“non certificazione” o della “non ispezione”. È noto che nella gestione della sicurezza i costi da soste-nere in seguito al verificarsi di un infortunio sono molto più

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elevati di quello che si crede e possono distinguersi in duetipologie: i costi palesi e i costi nascosti.I costi palesi sono caratterizzati dal fatto che sono sostenutiin parte dal datore di lavoro ed in parte dalla collettività esono:-- costi per l’assenza dell’infortunato, in quanto egli viene

ugualmente retribuito;-- costi per la riparazione o la sostituzione di impianti e

macchinari che possono eventualmente essersi dan-neggiati nel corso dell’incidente.

I costi nascosti generalmente vengono sottovalutati nel-l’immediato, ma in realtà costituiscono la parte che incidemaggiormente nell’economia dell’impresa. Anche in que-sto caso, parte di tali costi sono sostenuti dal datore di la-voro e parte dalla collettività. Questi costi sonorappresentati da:-- costo per perdita di produzione, causata dall’interruzione

dell’attività lavorativa dell’infortunato e di altri colleghieventualmente intervenuti in soccorso;

-- costi per eventuali sequestri di impianti e macchinari di-sposti dalla magistratura per appurare la rispondenza omeno alle norme di sicurezza;

-- costo per le ore di lavoro straordinario corrisposte ai col-leghi per supplire alla mancanza dell’infortunato;

-- costi per la ricerca e la formazione di nuovo personale insostituzione dell’infortunato;

-- costi per l’iniziale minor rendimento del nuovo perso-nale;

-- costi per spese legali, dovuti ad eventuali condanne ci-vili e penali per la responsabilità del datore di lavoro nel-l’incidente verificatosi;

-- costi dovuti all’incremento dei contributi previdenzialiversati all’INAIL;

-- costi per scadenze non rispettate;-- costi per perdita di immagine aziendale.

L’utilizzo di un prodotto non certificato o non controllato puòdeterminare un infortunio che non incide, quindi, solo sullaproduzione, ma anche sull’immagine dell’Azienda, cioè sulmodo in cui essa viene percepita dalla collettività. Impe-gnarsi sul fronte sicurezza è quindi un dovere morale in unmondo civile, oltre ad una concreta opportunità per tra-smettere un messaggio positivo all’esterno. ��

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PP&C – ProductionPlanning and ControlPubblicato il Numero Specialesulla Manutenzione e sulFacility Management

La prestigiosa rivistainternazionale PPC - ProductionPlanning and Control, edita daTaylor & Francis, ha pubblicatoun numero speciale (4/giugno 2008) dedicato alla Manutenzione e alFacility Management. Lo speciale è stato curato da Roberto Cigolini,Marco Garetti e Marco Macchi (Politecnico di Milano) e da LorenzoFedele (Sapienza Università di Roma, CNIM) e contiene i miglioricontributi forniti durante le passate tre edizioni della conferenzainternazionale CNIM-UNI-CEN sulla Gestione della Manutenzione e sulFacility Management (MM). Di seguito, l’indice dei contributi inseritinel numero speciale della rivista: - Guest editorial “Recent advances in maintenance and facility

management”- Roberto Cigolini; Lorenzo Fedele; Marco Garetti;Marco Macchi

- A generic asset management framework for optimisingmaintenance investment decision - Allen S. B. Tam; John W. H.Price

- Project team effectiveness: the case for sufficient setup andtop management involvement - S. A. McComb; D. M. Kennedy; S.G. Green; W. D. Compton

- Managing facilities under the multi-service result-orientedapproach: some insights coming from the field in Italy - RobertoCigolini; Lorenzo Fedele; Angelo N. Villa

- Facility management in the healthcare sector: analysis of theItalian situation - F. E. Ciarapica; G. Giacchetta; C. Paciarotti

- Preventive maintenance optimisation of multi-equipmentmanufacturing systems by combining discrete event simulationand multi-objective evolutionary algorithms - A.Oyarbide-Zubillaga; A. Goti; A. Sanchez

- Determining the maximum periodic inspection interval formedium voltage motors using a Markov model - GiovanniPicciolo; Francesco Galli; Alessio Biamonti; Paolo Magni

- Simulation-based maintenance support system for multi-functional complex systems - Won Young Yun; Ilkyeong Moon;Guerae Kim

- A decision-making framework for managing maintenancespare parts - S. Cavalieri; M. Garetti; M. Macchi; R. Pinto

- A case study-based analysis of spare parts management in theengineering industry - S. M. Wagner; E. Lindemann

- E-maintenance: review and conceptual framework - E. Levrat;B. Iung; A. Crespo Marquez

- Supporting total productive maintenance by mobile devices -J.H. Thun

- A strategy for decomposing large-scale energy-constrainedsensor networks for system monitoring - D. Ball; R. Yan; T. Licht;A. Deshmukh; R. X. Gao.

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Parole chiaveMEL, Analisi di Criticità, Logica Fuzzy, Tecnica di Clustering,Politica Manutentiva, Frequenza Manutentiva.

SommarioNegli ultimi decenni il perseguimento di livelli sempre cre-scenti di produttività ed affidabilità degli impianti indu-striali, ha indirizzato la tecnica ingegneristica verso losviluppo e l’implementazione di metodologie finalizzate al-l’ottimizzazione della politica manutentiva.A tal fine risulta indispensabile la corretta definizione dellacriticità degli item di un impianto industriale, su cui poterpoi stabilire la politica manutentiva.Tuttavia la valutazione del livello di criticità di un item, ri-sulta particolarmente onerosa e di difficile determinazionequando si analizzano simultaneamente variabili quali im-patto ambientale, riflessi sulla produzione dell’impianto,costi di manutenzione, rilevabilità e tasso di guasto di unipotetico danneggiamento.Per superare tali difficoltà ed avvalersi di una metodologiacapace di sintetizzare, da un lato la trentennale esperienzanel settore dell’ingegneria di manutenzione, e dall’altro dianalizzare simultaneamente le variabili elencate, la C.En-gineering s.r.l. ha, recentemente, fatto ricorso nei suoi pro-getti all’utilizzo di tecniche di soft-computing (fuzzy logic)per stabilire il livello di criticità di un item, la politica ma-nutentiva e la relativa frequenza di applicazione.Nel presente lavoro viene illustrata l’applicazione di unametodologia innovativa per la definizione della politica edella frequenza manutentiva degli item costituenti unanuova linea di produzione di un impianto NGL negli Emi-rati Arabi Uniti.Tecniche di soft-computing, basate su Logica Fuzzy, edanalisi di dati, eseguite con tecniche di clustering, hannoportato all’implementazione di un modello matematico ingrado di analizzare gli item di un impianto sulla base di

specifiche caratteristiche, e di stabilirne la politica manu-tentiva in funzione di un fattore di rischio (RPN); il ricorsoalla cluster analisys ha permesso, infine, l’individuazionee il raggruppamento di item della stessa tipologia ma condifferenti livelli di criticità, per i quali si è provveduto allarettifica della frequenza standard di manutenzione.Il codice di calcolo è stato sviluppato in ambiente Matlab7.0® e corredato di un’interfaccia grafica user-friendlyeseguita in Visual Basic.

Il ricorso alla logica fuzzyLo sviluppo di modelli matematici per la definizione del li-vello di criticità degli item di un impianto, è al giorno d’oggiconsiderato uno degli aspetti topici dell’ingegneria di ma-nutenzione: dal livello di criticità di un item, infatti, dipen-dono la definizione della politica manutentiva (preventiva,correttiva, predittiva), la frequenza di esecuzione delle ma-nutenzioni e, in ultima analisi, lo sviluppo del piano di ma-nutenzione preventiva. Si comprende, quindi, quanto siaimportante calcolare adeguatamente la criticità di un itemin relazione all’impianto cui appartiene. Tuttavia corrette analisi e modelli di calcolo della criticitàsempre più precisi richiedono una maggiore accuratezzae complessità del modello matematico, raggiungendooneri computazionali talvolta inaccettabili (Kosko 2002). Atal proposito Einstein nei suoi trattati su ‘Geometry and Ex-perience’ era solito sostenere che “nella misura in cui leleggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sonocerte; e nella misura in cui sono certe, non si riferisconoalla realtà”. A ciò si deve aggiungere che l’approccio classico finoraadottato nel calcolo della criticità si basava nel considerarele conseguenze derivanti da un ipotetico danneggiamentodell’item in termini di impatto ambientale, riflessi sulla pro-duzione e costi di manutenzione, traducendole, secondouna matrice di criticità, negli insiemi di Alta, Media, Bassa

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Massimo Santoro

C. Engineering S.r.l.

Analisi di criticità mediantelogica fuzzy e definizionedella politica manutentiva

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Criticità: in sintesi, la metodologia classica faceva ricorsoessenzialmente ad una logica a due valori di verità (ap-partenenza/non-appartenenza all’insieme) che non per-metteva l’effettivo utilizzo della conoscenza edell’esperienza degli operatori spesso imprecisa e quali-tativa per natura (Fedele 2004, Sangalli 2000,Veronesi2003).La capacità degli esseri umani di trattare problematichecomplesse e caratterizzate da elevati gradi d’incertezze oambiguità, ha spinto la C.Engineering al ricorso di una me-todologia intelligente per la definzione della criticità, ingrado di emulare sempre più, il modo di pensare del-l’uomo: la logica fuzzy.La teoria degli insiemi sfocati (fuzzy-logic) è uno strumentomatematico adatto alla trattazione di argomenti che, perambiguità insite nell’argomento stesso, o per incertezzederivanti da cause probabilistiche o statistiche, non tro-vano interpretazioni soddisfacenti nella classica teoriadegli insiemi. Tale metodologia non considera frontierenette tra gli insiemi, bensì graduali: non si parla più di ap-partenenza o meno di un elemento ad un insieme, ma digrado d’appartenenza (Fedele 2004, Kosko 2002). Il con-cetto risulta di facile comprensione dalla Figura 1

Ogni punto della curva avrà un grado d’appartenenza aciascun insieme, tanto più elevato quanto più il punto siavvicina al centro dell’insieme.In pratica la conoscenza dell’impianto ed il senso comunedegli esperti di manutenzione definiscono degli insiemifuzzy (in Figura 1 rappresentati da toppe con diverse sfu-mature di grigio) che permettono di ricoprire il sistema chesi vuol classificare (in Figura 1 rappresentato da una lineacontinua) Da un insieme di regole linguistiche stabilite sullaconoscenza degli esperti di manutenzione e sullo storicodei tassi di guasto dell’impianto, si ricava un algoritmo diclassificazione della criticità (un sistema di regole fuzzy)

in cui le parole sono definite come insiemi fuzzy (Kosko2002). Le regole linguistiche comunemente adoperatesono del tipo:“se la ridondanza dell’item è elevata e il tasso di guastodell’item è basso allora l’impatto sulla produzione saràbasso”;in tale esempio gli aggettivi “elevato” e “basso” rappresen-tano insiemi fuzzy per le variabili numeriche “ridondanza” e“tasso di guasto”. Prescindendo da una trattazione mate-matica dettagliata per la quale si rimanda il lettore alla spe-cifica letteratura (Fedele 2004, Klir 1995, Kosko 2002,Gurocak 1996, Sangalli 2000, Veronesi 2003), il sistemafuzzy può descriversi mediante tre steps, come illustratonella Figura 2:-- Fuzzificazione: i dati numerici d’input vengono proiet-

tati su insiemi fuzzy per stabilirne il loro grado d’ap-partenenza.

-- Processo di Deduzione: sulla base di regole semanti-che stabilite sull’esperienza degli operatori, definisceuna relazione tra gli insiemi fuzzy delle variabili d’inpute di output.

-- Defuzzificazione: è il processo inverso della fuzzifica-zione mediante cui si ottiene il risultato numerico dellavariabile di output.

Il codice FU.RI.ASNel calcolo della criticità la C.Engineering ha, recente-mente, sviluppato il codice di calcolo FU.RI.AS (Fuzzy RiskAssessment) in ambiente Matlab 7.0 ® ricorrendo, per lasua implementazione, alla logica fuzzy e a tecniche di rag-gruppamento di dati, cluster analysis.

Figura 1: Rappresentazione di insiemi fuzzy

Figura 2: Schematizzazione del processo fuzzy

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Il codice richiede in ingresso un elenco dei principali itemmeccanici suddiviso per impianto/unità funzionale/aread’impianto e contenente indicazione della tipologia di item(pompe, compressori, vessel, etc.), dei tag di manuten-zione e delle relative descrizioni.

Su tale elenco, il FU.RI.AS consente, inoltre, di eseguireoperazioni di filtraggio dati allo scopo di soddisfare parti-colari esigenze, quali quella del calcolo della criticità peruna specifica classe di item o per un’assegnata unità fun-zionale.La criticità viene calcolata con ricorso alla logica fuzzy de-finendo per ciascun item le seguenti variabili d’input:-- HSE (Health Safety Environment): il parametro tiene

conto dell’impatto ambientale derivante da un ipoteticodanneggiamento dell’item; è funzione della tipologia difluido di processo e delle sue condizioni operative, pres-sione e temperatura.

-- Ridondanza: rappresenta il numero di item con stessamarca, modello ed applicazione presente nell’impianto.Tale numero viene, comunemente, definito in sede pro-gettuale per evitare fermi di produzione imputabili adun guasto dell’item.

-- Costo di Manutenzione: è un costo medio, definitosulla base dei costi della manodopera e delle parti diricambio, ponderato sul numero di danneggiamentidelle diverse cause di guasto cui è soggetto l’item. Ilcosto della manodopera è funzione del costo orariodelle maestranze coinvolte e del tempo medio di ripa-razione (MTTR): quest’ultimo è ricavabile da banche datiriconosciute a livello internazionale (esempio: OREDA) odallo storico delle tempistiche registrate nel sistemainformatico di manutenzione dell’impianto (CMMS).

-- Tasso di Guasto: rappresenta il tasso di guasto mediodell’item ponderato sul numero di guasti delle diversecause.

-- Rilevabilità del danno: è un giudizio, espresso dal pro-cessista su una scala di valori nel range [1÷10], cheindica una stima della facilità con cui un guasto può es-sere riscontrato in modo diretto: per la valutazione siesprime un giudizio di rilevabilità riferito a ciascunacausa di guasto dell’item e se ne calcola un valoremedio ponderato sul numero di guasti delle diversecause.

Le variabili numeriche d’input vengono analizzate simul-taneamente nel modello fuzzy, secondo regole linguistichestabilite sull’esperienza degli esperti di manutenzione, perprodurre in output un Risk Priority Number ([1÷1000]). Unesempio di regola adoperata è: “se l’HSE è alto & la Ri-dondanza è Bassa & il Costo è Elevato & la Rilevabilità èMedia & il Tasso di Guasto è Elevato allora l’RPN saràAlto”. Regole linguistiche di tal genere sono universal-mente condivise e prescindono dalla soggettività dei sin-goli esperti.Il modello fuzzy adoperato nel presente lavoro è rappre-sentato da un sistema MISO (Multi Input - Single Output),tipo Mamdani, che adotta il centroide quale metodo di de-fuzzificazione per il calcolo dell’output.Il processo decisionale fuzzy alla base del calcolo e stabi-lito secondo l’esperienza degli esperti di manutenzione sitraduce, nel codice FU.RI.AS, in una mappa a sei dimen-sioni dove le variabili d’input concorrono contemporanea-mente alla definizione dell’output, RPN. La variazionedell’RPN viene riportata nelle Figure 3-4-5: trattandosi diuna mappatura a sei dimensioni, l’andamento dell’RPNviene graficato considerando le variabili d’input due allavolta.

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Figura 3: RPN vs HSE, Costi di Manutenzione

Figura 4: RPN vs Ridondanza, Costi di Manutenzione

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Calcolato il valore dell’RPN secondo il modello fuzzy, ilFU.RI.AS provvede alla definizione della politica manuten-tiva in base alle seguenti assunzioni:

Per gli item sottoposti a Manutenzione Preventiva, il co-dice procede, in seguito, al calcolo della frequenza manu-tentiva, funzione dell’RPN. Tale passaggio risultafondamentale poiché evita l’assegnazione della stessa fre-quenza manutentiva ad item della medesima classe macon notevoli differenze in termini di RPN: la rettifica dellafrequenza standard di manutenzione rifletterà in tal modoil processo decisionale fuzzy che ha portato al calcolo del-l’RPN.Per perseguire tale obiettivo è opportuno prima “raggrup-pare” item della stessa famiglia (pompe, compressori, etc.)aventi RPN simili, per poi modificare la frequenza standarddi manutenzione della classe in funzione delle caratteri-stiche di ciascun gruppo: di qui il ricorso alla tecnica diClustering.

La Cluster AnalysisIl Clustering è una tecnica di analisi multivariata dei dativolta alla selezione e al raggruppamento di elementi omo-

genei in un insieme di dati. Tale tecnica si basa essen-zialmente sul concetto di “distanza” tra due elementi vistoche l'appartenenza o meno di un elemento ad un insieme(il cluster) dipende da quanto questo risulta distante dal-l’insieme (Kaufman et al. 2005).

La Figura 6 mostra il risultato di un’analisi di cluster con-dotta su un set di dati volta all’individuazione di due rag-gruppamenti o clusters.Il codice FU.RI.AS implementa il metodo Fuzzy C-Means(FCM) quale tecnica di clustering. L’algoritmo si basa sullaminimizzazione della seguente funzione obiettivo (1):

(1)

in cui m è un numero reale, μij rappresenta il grado di ap-partenenza dell’item xi al cluster j e cj il centro del j-esimocluster. La minimizzazione della funzione obiettivo avvieneper via iterativa calcolando in ogni iterazione il nuovo gradodi appartenenza (ij) ed il centro del cluster (cj) mediante la(2):

(2)

L’iterazione termina quando:

(3)

in cui ε rappresenta l’errore fissato nel range [0÷1] e k ilnumero dell’iterazione in corso: il procedimento iterativo fa

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RPN

0<RPN≤100

100<RPN≤900

900<RPN≤1000

Criticità

Bassa

Media

Alta

Manutenzione

Correttiva

Preventiva/Controlli Funzionali

Predittiva e/oPreventiva

Figura 6: Esempio di Cluster Analysis

Tabella 1: RPN e Politica Manutentiva

Figura 5: RPN vs Tasso di Guasto, Costi di Manutenzione

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Figura 9: Individuazione dei Clusters

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sì che la funzione obiettivo Jm converga ad un minimo lo-cale (Davè 2002, Kaufman 2005, Hathaway 1989).Nel presente lavoro tale tecnica è stata impiegata per in-dividuare gruppi di item della stessa famiglia, soggetti amanutenzione preventiva, ed aventi RPN simili. Per i clu-ster caratterizzati da alti valori di RPN, il codice FU.RI.ASprovvederà alla diminuzione della frequenza standard dimanutenzione; viceversa, diminuirà la frequenza manu-tentiva per i clusters con i più bassi valori di RPN.Nell’esempio di Figura 6 sarà ridotta la frequenza manu-tentiva per gli item del Cluter I ed aumentata per gli itemappartenenti al Cluster II.Tale applicazione porta alla definizione di un Piano di Ma-nutenzione Preventiva dove le frequenze manutentive diitem della stessa famiglia sono funzione della criticità(RPN). Eseguendo, inoltre, tale studio per un impianto giàesistente, in cui sarà possibile estrarre da un CMMS lostorico dei tassi di guasto, si potrà rettificare la frequenzastandard di manutenzione in funzione del tasso di guastodell’item, attuando in tal modo i principi della RCM (Relia-bility Centred Maintenance).

Modifica della Frequenza ManutentivaPer modificare la frequenza standard di manutenzione re-lativa ad una specifica famiglia di item (esempio: pompe),il FU.RI.AS calcola dapprima il valore medio della distribu-zione degli RPN e computa la distanza rispetto al centro diogni cluster (RPN medio del cluster). La frequenza manu-tentiva di ciascun cluster, e di conseguenza di tutti i suoielementi, sarà variata, in positivo o negativo, in misura pro-porzionale alla distanza dal valor medio della distribuzionedegli RPN, come illustrato nella Figura 7:

Applicazione ad un caso realeIl codice di calcolo FU.RI.AS è stato sperimentato per ilcalcolo della criticità, definizione della politica e della fre-

quenza manutentiva degli item costituenti una nuova lineadi produzione di un impianto NGL negli Emirati Arabi Uniti.Nel seguito sono riportati i risultati dell’analisi condotta per78 oggetti manutentivi della stessa classe: le pompe cen-trifughe.A seguito dell’analisi di P&ID, Data-sheet, liste ingegneria,sono state definite, per ciascun item, la variabili d’input ri-chieste dal codice per il calcolo dell’indice di rischio RPN:la figura 8 riporta la distribuizone dell’RPN, calcolato perciascun item.

Considerato che gli item hanno un RPN compreso nelrange [100÷900], tutte le pompe centrifughe esaminaterientrano nella classe di Media Criticità e saranno sotto-poste a manutenzione preventiva. L’applicazione della Clu-ster Analysis ha portato all’individuazione di tre cluster,come visibile dalla Figura 9:

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Figura 7: Modifica della frequenza standard

Figura 8: Risultati Criticità

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La frequenza manutentiva standard di dodici mesi, previ-sta per la classe delle pompe centrifughe, è stata modifi-cata in funzione della distanza tra l’RPN medio delladistribuzione iniziale e l’RPN medio di ciascun cluster, ot-tenendo i risultati della Tabella 2:

La nuova frequenza manutentiva di ciascun cluster rifletteora il livello di criticità stabilito sulla base dei parametri diHSE, Ridondanza, Costo di Manutenzione, Rilevabilità eTasso di Guasto.I risultati ottenuti con l’applicazione del FU.RI.AS. vengonosuccessivamente salvati in un file elettronico nel formatoidoneo per la futura migrazione in un CMMS: tale file con-terrà informazioni sul tag manutentivo, descrizione dell’i-tem, RPN calcolato, politica e frequenza manutentiva,cluster di appartenenza.Il numero dei cluster da individuare dipende dalla disper-sione dei dati nella distribuzione iniziale degli RPN: tantopiù è elevata la dispersione, tanto maggiore sarà il numerodei cluster individuabili; tuttavia il buon senso e l’espe-rienza pratica suggeriscono di non superare il numero

massimo di 2-3 cluster, per non incorrere in problemati-che di gestione operativa degli impianti e d’incremento dicosti di manodopera.

Vantaggi e svantaggiL’applicazione della metodologia, descritta nel presente la-voro, comporta i seguenti vantaggi:-- calcolo del livello di criticità in funzione di dati numerici

oggettivi (esempio: costo di manutenzione, ridondanza,etc);

-- possibilità di utilizzare lo storico dei tassi di guasto di unimpianto già esistente modificando la frequenza manu-tentiva in funzione dei guasti pregressi;

-- utilizzo della conoscenza e dell’esperienza degli espertidi manutenzione nella definizione delle leggi fuzzy cheportano al calcolo della criticità;

-- incremento dell’affidabilità dell’impianto;-- possibilità di modificare il tipo dei parametri d’input al

modello sulla base delle specifiche esigenze dell’im-pianto.

-- dati di output del FU.RI.AS forniti in file elettronico difacile consultazione e migrazione in un CMMS.

E svantaggi:-- reperibilità dei dati d’input al modello (esempio: costo

dei ricambi, tassi di guasto);-- maggiori difficoltà nella gestione operativa dell’impianto

ed incremento dei costi di manodopera in caso di unnumero di cluster troppo elevato;

-- disponibilità della piattaforma Matlab 7.0 ® su cui potereseguire il run del codice di calcolo. ��

- Davé R.N., Sen S., Robust Fuzzy Clustering of Relational Data, IEEE Transactions on Fuzzy Systems, Vol. 10, No. 6,2002, pp. 713-727.

- Fedele L., Furlanetto L., Saccardi D., Progettare e Gestire la Manutenzione, Mc Graw Hill, Milano, 2004.

- Kaufman L., Rousseeuw P., Finding Groups in Data. An introduction to Cluster Analysis, Wiley & Sons Ltd, 2005.

- Klir G.J. & Yuan B., Fuzzy Sets and Fuzzy Logic - Theory and Applications, Prentice Hall, 1995

- Kosko B., Il Fuzzy pensiero: teoria ed applicazioni della logica fuzzy, Baldini&Castaldi editore, 2002.

- Gurocak H.B., Fuzzy rule base optimization of a compliant wrist sebsor for robotic, J. Robotic System, 1996.

- Hathaway R.J., Davenport J.W., Bezdek J.C. “Relational duals of the c-means clustering algorithms“ Pattern Reco-gnition, Vol 22, 1989, pp205-212

- Sangalli A., L’importanza di essere “fuzzy”.

- Matematica e computer, Bollati Boringhieri, 2000.

- Veronesi M, Visioli A, Logica Fuzzy. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, Franco Angeli, 2003.

bibl

iogr

afia

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Cluster

Cluster I

Cluster II

Cluster III

N° Item

16

22

40

Frequenza (mesi)

10

11

13

Tabella 2: Esempio di modifica della frequenza standard

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cChi si occupa di Manutenzione può scegliere fra più alternative quando si elaborano programmi di manu-tenzione dei sistemi. In particolare, viene scelta la strategia manutentiva (preventiva, correttiva o su condi-zione), le attività da svolgere (ispezioni, collaudi, riparazioni) e la relativa frequenza. Sui sistemi critici,Électricité de France applica un metodo RCM che prende in considerazione le conseguenze di eventuali er-rori e lo storico dei componenti dei sistemi. Tuttavia, i programmi di Manutenzione sono di solito basati inmodo qualitativo sulle opinioni degli esperti. Fino ad ora, il metodo RCM non rende possibile prevedere né paragonare i diversi programmi di Manuten-zione su criteri quantitativi come per esempio la disponibilità del sistema e i costi di Manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è di presentare un modello e di simulare programmi di manutenzione per poterefornire risultati quantitativi in grado di supportare le scelte fra diverse Attività di Manutenzione e diverse fre-quenze. Tale modello serve a paragonare i programmi di Manutenzione e, per un dato programma, permet-tere attività di Manutenzione Preventiva in grado di agevolare il processo decisionale quando il budget imponedi cancellare o rinviare determinate attività manutentive. Un’altra utile applicazione riguarda l’accertamentodegli effetti sulla disponibilità e i costi di Manutenzione di profili operativi per valutare la redditività attuale oeventuali modifiche.Il metodo proposto consiste in una struttura a modelli in due-stadi che mira a rappresentare sia una politicadi manutenzione complessa che il comportamento funzionale e disfunzionale di un sistema multi-componentecomplesso.In un primo stadio, viene sviluppato un modello basico di componente livello per ogni componente del sistema. È una struttura di modello generica e modulare per il componente di manutenzione che ha l’obiettivo di de-scrivere i fenomeni di degradazione e i processi di Manutenzione che si sviluppano attraverso il tempo di mis-sione. In questo modo, il modello rappresenta gli stadi fisici del componente (stadio nominale, stadi didegrado, stadi di errore), i propri stadi operativi (attività, stand-by, in manutenzione ecc…), i meccanismi didegrado e i loro fattori condizionanti (tempo, condizioni ambientali e operative, errori di altri componentiecc…) e le diverse attività di manutenzione sviluppate nel componente (ispezioni esterne, ispezioni interne,sostituzioni programmate, collaudi, riparazioni, ecc…).Sulla base di questo modello generico, il secondo stadio consiste nella rappresentazione di un sistema di di-versi componenti e nella simulazione del suo comportamento quando vengono applicati sia un determinatoprofilo operativo che un programma di manutenzione, in modo da stimare i costi di Manutenzione e la con-

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Valérie Zille,Christophe

Bérenguer,Antoine Grall

Universitéde Technologie

de Troyes

Antoine Despujols,

JérômeLonchampt

EDF - R&D Division

Modelling and simulationof complex maintenance strategies

for multi-component systems Modellatura e simulazione di strategie

di manutenzione complessa persistemi multi componente

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seguente disponibilità del sistema nel suo tempo di missione. Questo può essere fatto attraverso due mo-delli che descrivono rispettivamente il sistema in uso e i comportamenti di disfunzione. Infine, un quarto mo-dello si occupa della manutenzione dei sistemi per operazioni di manutenzione che raggruppano proceduremotivate da sospensione dell'attività di sistema o azioni eseguite in caso di manutenzione correttiva. Il mo-dello è inoltre in grado di stimare le risorse che sono necessarie per gli interventi.Il modello completo è strutturato e modulare in quanto rende possibile la costruzione di semplici modelli chepossono essere convalidati in modo indipendente, e in seguito associati per simulare sistemi complessi. Esso permette inoltre di considerare le interrelazioni fra i componenti del sistema e tenere in considerazionesia gli errori che le condizioni operative e ambientali.L’efficacia delle attività di Manutenzione è modellata in modo da rappresentare da un lato l’azione preven-tiva per prevenire l’usura dei componenti, dall’altro lato le azioni preventive e correttive per modificare e te-nere sotto controllo l’evoluzione del meccanismo di degrado ed evitare il verificarsi di eventuali rotture.Il contributo principale di questo lavoro è il modello congiunto di strategie di manutenzione complessa a li-vello sia di sistema che di componente. Un altro importante punto di interesse è la distinzione fra gli stadidei componenti e i meccanismi di degrado su cui agiscono le attività di manutenzione.Questo aspetto sembra fondamentale per la rappresentazione di attività di manutenzione alla luce di even-tuali sintomi di usura e di fenomeni che possono rallentare l’evoluzione del degrado o diminuire la portatadelle conseguenze. Questo articolo presenta la modellatura generica di un componente e l'approccio che viene sviluppato permodellare sistemi completi. L'approccio proposto è stato validato su un sistema lubrificante a turbo-pompasemplificata.

KeywordsMaintenance modelling, simulation, multi-component sys-tems.

AbstractWhen Maintenance managers work out preventive mainte-nance programs of critical systems such as power plants,they usually make choices between various alternatives onthe basis of qualitative information provided by expertsopinion. However, it would be useful to make it possible toestimate and to compare various maintenance programson quantitative criteria such as system availability andmaintenance costs. The present work proposes a two-stages modelling framework which aims at representingboth a complex maintenance policy and the functional anddysfunctional behaviour of a complex multi-component sys-tem. A first stage consists in representing a system of sev-eral components and simulating its behaviour when givenoperating profile and maintenance strategy are applied, soas to estimate the maintenance costs and the system avail-

ability. At the second stage, a generic model of componentis developed to describe the component failure and main-tenance processes. A particular aspect is the representa-tion of both the degradation mechanisms that lead to failuremodes and the relative symptoms that can appear, in orderto get a precise description of the effects of the variousmaintenance tasks carried out.

IntroductionIndustrial Context The opening of the electricity market forces producers to bemore competitive and to react quickly to the marketchanges. They must manage their plants as well as possi-ble and more particularly the maintenance process, whichincludes together current maintenance, unexpected main-tenance and restorations, and have a large impact on plantperformances. However, optimisation of this process iscomplex because various, and sometimes antagonistic, cri-teria like availability, safety, and costs must be simultane-ously taken into account. Thus Maintenance managers

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must establish a strategy considering various possible op-tions among the nature of maintenance (corrective, pre-ventive), the type of tasks (overhaul, monitoring, scheduledreplacements...), their frequency, the maintenance line (re-pair on site or in workshop), etc. These choices are fre-quently based on qualitative information : experts opinion,good sense and intuition which could be helpfully comple-mented by quantitative information resulting from deter-ministic and/or probabilistic calculations. In order to workout the preventive maintenance programs in nuclear andfossil fired plants, EDF applies on critical systems a dedi-cated Reliability Centered Maintenance method (RCM)which makes it possible to determine the critical failuremodes and to help the experts to propose applicable, ef-fective, and economic preventive maintenance tasks. However, due to the probabilistic nature of the failures, it isnot easy to compare different options on quantified bases.It is difficult to evaluate the results of the application of amaintenance program over several years, in terms of avail-ability, safety level, and costs, and decisions are generallybased on qualitative information. For this reason it appearsconvenient to develop methods to assess the effects of themaintenance actions and to quantify the strategies.Thus it would be possible to answer questions often met inthe field of electricity production, regarding:-- the impact of a preventive maintenance program

How to assess quantitatively the impact of preventivemaintenance program in terms of availability and costs?How to make a rational choice among various options ofpreventive maintenance tasks?

-- the impact of operating conditionsHow to calculate the impact of operating conditions onequipment reliability, system availability and mainte-nance costs? How much are the expenditures gener-ated by a given plant operating profile?

-- a maintenance tasks rankingIn order to comply with budgetary constraints for exam-ple, how to identify the preventive maintenance taskswhich could be differed or removed, without unaccept-able consequences on performances?

-- the actual state measurement of an equipmentHow to diagnose the degradation state of complexequipment so as to estimate its probable life expectationbefore restoration and the foreseeable expenditure?

Scientific ContextThe assessment of complex maintenance program per-formances, resulting for example from implementation ofRCM, encounters several methodological difficulties, whichthe resolution constitutes the scientific challenge of thiswork. These difficulties are due first to the complexity ofthe systems on which the maintenance programmes areimplemented (systems constituted of several dependentcomponents, with several degradation mechanisms andseveral failures modes possibly in competition to producea system failure) and secondly to the complexity of themaintenance programmes (diversity of maintenance tasks). In the past several decades, maintenance policies have beenextensively studied in the literature and numerous perform-ances and costs models for maintenance strategies havebeen developed, see e.g. (Valdez-Flores and Feldman1989). However, most of them are devoted to simple main-tenance strategies (periodic maintenance, condition-basedmaintenance, age-based maintenance, …) with a finitenumber of actions and defined effects (perfect inspections,perfect replacements, minimal repair, …) and applied onsingle-unit systems, see e.g. (Dekker 1996; Mooustafa et al.2004). Obviously, the framework for maintenance model-ling of a system cannot result of a simple juxtaposition of el-ementary maintenance models of its components. Some approaches based on stochastic simulation allowtaking into account more complex maintenance strategiesbut they generally aim at developing simulation techniquessuch as Monte Carlo simulation, or optimization proce-dures, see e.g. (Doyle 2004; Marseguerra and Zio 2000).Finally, only a few part of maintenance simulation worksgive an interest to components degradation and failurephenomena and to the effects of maintenance actions,which are described by classical modelling tool (Lifetimedistribution for components failure process, single degra-dation phenomenon, perfect replacement or minimal re-pair, …).

Overall Model PresentationOverall ModelEquipment failure modes analysis are often carried out byusing a FMECA matrix which contains, if complete, thenecessary information to represent the complexity of theproblem:

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Figure 1: Overall structure for maintenance modelling

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Maintenance and Facility Management m m 31

-- the equipment failure modes, i.e. according to standardEN13306, manner in which the inability of an item toperform a required function occurs.

-- the degradation mechanisms which lead these failuremodes to occur;

-- the influencing factors which possibly affect the degra-dation mechanisms by starting them or by affecting theirkinetics;

-- the possible symptoms which make it possible to char-acterize the degradation level;

-- the failures modes effects on the system and on the in-stallation.

The maintenance tasks which make it possible to detectand/or repair the equipment and which applies to degra-dations can be added in this FMECA matrix. To model reality as accurately as possible it is convenient torepresent these various characteristics and these observa-tions have resulted in working out an overall model, shownon figure 1, divided into four parts sharing information :-- “System dysfunction” modelling;-- “System operation” modelling;-- “System maintenance” modelling;-- Components modelling. The four modelling levels can be validated independentlyand then associated by mean of interactions in order tosimulate complete systems.

Three Models to Describe the System BehaviourThe system dysfunction model describes all the degrada-tion/failure scenarii of the system. It gives out the globalperformance indicators of the maintained system. Indeed,

it allows the evaluation of the system unavailability, due ei-ther to a failure either to some maintenance actions, andalso the associated maintenance costs.The system operation model aims at describing the nomi-nal behaviour and the operating rules of the system, de-fined as input data of the complete framework. This modelinteracts with the component model and evolves accordingto the operating profile and to the needs of the system :activating of a required component, stopping of a super-fluous component, … Obviously the operating behaviourof the system cannot be described by the simple juxtapo-sition of the component-level models and it is necessaryto take into account all the possible interactions and de-pendences between components. At this level one canmodel spare equipments, activating of defense systems incase of an equipment failure, stopping of a line in case ofmaintenance of one of its component, …In the system maintenance model, one can define the sys-tem maintenance strategy applied, whereas individualmaintenance procedures will be considered only at thecomponent modelling level. It allows describing groupingprocedures that are used to take advantage of economicsof scale due to economic or technical dependences be-tween components in the case of opportunistic mainte-nance. This model might also include resources sharingand availability problems due to a limited number of repairteams or specific tools and spare parts stocks.Since all the models can be validated independently, onecan decide to use different kinds of modelling tools as someare more appropriate to some cases than other. Thus, apossible representation of the system operation model canbe made by using Petri Nets methodology to model the sys-tem operating rules, whereas a fault tree can describe thedifferent scenarios leading to the system unavailability, ei-ther for dysfunctioning or for maintenance. Finally, one canmodel the system maintenance simply by iterating themaintenance rules.

Interactions between the Different ModelsThe three system-level models and the component-levelmodel interact together in order to represent completelythe system behaviour, its unavailability and expenditures,knowing the behaviour of its components and the mainte-nance tasks are carried out.

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Component-level model gives information on componentsstates (failure, unavailability for maintenance) and on main-tenance costs to the three other system-level models whichevolve according to this input data and possibility sent feed-back data.For example, as shown on figure 1, the system operationmodel sends information to the component-level model torequire the activating of a stand-by component or the stop-ping of an auxiliary component that has become uselessafter the repair of the main component.The system maintenance model can send data to the com-ponent-level model to force the maintenance of a compo-nent coupled together with a component already inmaintenance.

Generic Modelling of a Maintained ComponentIndustrial complex systems are made of numerous com-ponents whose availability is submitted to the failure modeoccurrences and the maintenance tasks carried out. Thus, the above-described system-level model is com-pleted by a second level devoted to the system componentsand a basic model is developed for each component.It is a generic model which takes into account both thephysical states (sound state, degraded, hidden or obviousfailure, failure) and the functional states (in maintenance,stand-by, operating) of a component. At this level, all the maintenance tasks defined for a com-ponent are represented : predetermined maintenance tasks(scheduled replacement), condition-based maintenancetasks (external inspection, condition monitoring, test, over-haul) and corrective maintenance (repair). Other mainte-nance policies such as opportunistic maintenance aredefined at the system level model and their activation aremade with help of information between the component-level model and the system maintenance model. Degradation process is also modelled to describe the degra-dation mechanisms evolution, which may lead to the com-ponents failure modes occurrence, and the relative states ofdegradation of the component. This way of representingcomponents degradation through different states of degra-dation allows getting a more precise description of the com-ponent behaviour and of the preventive maintenance taskswhich are carried out and which allow a possible return to alower level of degradation, depending on their efficiency.

In addition, the model let us represent, for each degrada-tion mechanism, the related symptoms or observations thatappear and characterize its evolution. In fact, the detectionof a symptom, using a condition-based maintenance tasksuch as external inspection, condition monitoring or over-haul, gives information about the component degradationlevel and makes it possible to decide to carry out a pre-ventive repair. So preventive maintenance tasks impact onthe component’s state, the symptom occurrence and thedegradation level. Moreover, at each component degrada-tion level, a component failure mode may occur, with an in-creasing occurrence probability, impacting on the systemoperation, and a corrective maintenance action would bethen performed.In real multi-component systems, relations between degra-dation mechanisms, failure modes, symptoms and mainte-nance actions increase in complexity due to their possibledependences, at both component and system level. Indeed,a single component has more than one failure mode, eachof them occurring due to the evolution of various degradationmechanisms that may interact together. Different mainte-nance actions can be carried out on the component in orderto avoid different degradations and a symptom can charac-terized different degradation mechanisms. Other complexdependences can be induced by the system structure. Figure 2 describes the various possible relations that haveto be taken into account to represent precisely componentsdegradation/failure processes and maintenance, assumingthat more than one degradation mechanisms, failuremodes, symptoms and maintenance actions interact. Thefigure describes how the component degradation state, dueto influencing factors, can be characterized by a symptom,which, if detected by a preventive maintenance task suchas external inspection, overhaul, condition monitoring, willlead to the activation of a preventive maintenance repair orreplacement in order to impact on the component degra-dation state.One of the difficulties encountered for the development ofa generic representation of the degradation mechanismevolution is that these mechanisms are influenced by manyenvironmental and operational factors. For example, somemechanisms would evolve according to operating time,age, number of duty cycles, environmental conditions,degradation of an other component, etc…

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Use of Petri Nets and Monte Carlo SimulationThe proposed generic methodology has been developedusing the Stochastic Synchronized Petri nets (SSPN) and ithas been coupled with the Monte Carlo simulation to com-pute the performances assessment of industrial systems,see e.g. (Bérenguer et al. 2004).For systems dependability studies, SSPN offer a powerfuland versatile modelling tool that can be used jointly withMonte Carlo simulation, which is widely used in this kind ofwork, see e.g. (Barata et al. 2002; Simeu-Abazi and Sas-sine 1999). The SSPN use classical properties of Petri netsto treat the sequential and parallel processes, with sto-chastic and deterministic behaviours and flows of informa-tion called “messages” which are very useful in theproposed approach to characterize the interaction betweenthe four level models.The application of the previous overall model on simplifiedreal complex systems has given interesting results and led tofurther developments of representing. Simulations have beenmade to study the effects of parameters variation, such asmaintenance tasks period, on the system behaviour. Then, further developments were carried out to get a pre-cise representation of components degradation and failureprocesses and the relative impact of maintenance tasks.

Focus: a Petri Nets Modelling to Compare VariousMaintenance ProgramsWe propose here a representation of the relations betweendegradation mechanisms and maintenance tasks by usingPetri Nets to describe equipment behaviour and more es-pecially what can be the benefit of symptom representationto compare different kinds of maintenance programs.

In the following, we consider an equipment that can be de-graded by two different degradation mechanisms, mecha-nism A and mechanism B, whose evolutions can lead totwo different failure mode occurrences, respectively failuremode A and failure mode B. A Petri Net is built for each degradation mechanism to rep-resent its evolution through three degradation levels andthe respective risk of failure mode occurrence as simpli-fied in figure 3 in the case of mechanism A.Transitions between two successive levels of degradationare fired according to probability laws taking into accountthe various influencing factors that can impact on themechanism evolution.Failure modes can occur at each degradation level, with acorresponding failure rate, represented by the firing of thecorresponding transition. The more the degradation level isimportant, the more the risk of failure mode occurrence ishigh.Return to a lower degradation level is due to maintenancetask performance and depends of its effectiveness. In the particular case described in figure 3, the return inthe lowest degradation level for mechanism A is either dueto a corrective repair, performed after the failure mode oc-currence, either to the performance of a specific preventivetask.

Figure 2: Various possible relations that must be modelled for a preciserepresentation of component degradation and maintenance.Broken arrows represent other possible relations

Figure 3: Simplified Petri Net modelling of degradation mechanism Aevolution. A comparable net will represent mechanism B evolution.

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Figure 4: Simplified Petri Net modelling of symptom 2 evolution throughvarious level. Transitions between successive levels are firedcorrespondingly to degradation mechanisms evolutions.

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We also assume that two symptoms, symptom 1 andsymptom 2, appear and evolve according to the degrada-tion evolutions they characterize. Again, symptoms evolu-tion is represented through various symptom levels,corresponding of intervals between thresholds. Symptoms and degradations evolutions can be different, de-pending on their nature and the various influencing factorsthat impact on them. However in the proposed example eachlevel of symptom is linked to a given level of degradation.Thus, relations such as those described in tables 1 and 2 in-form on the level of symptom knowing the level of degrada-tion for each mechanism, and figure 4 give a simplified PetriNet representation of the evolution of symptom 2.

Both corrective and preventive maintenance tasks are con-sidered. Figure 5 give a simplified Petri Net modelling ofcorrective maintenance, performed when a failure modeoccurs (condition for transition firing). Concerning the pre-ventive maintenance tasks, a distinction is made betweenthe detection tasks, modelled as shown in figure 6, and thepreventive repairs, modelled as shown in figure 7. Detection tasks are performed in order to characterize thecomponent degradation state by observing a level of degra-dation or the relative levels of symptoms (measurementsof degradation or symptoms are compared with giventhresholds). Typically, these tasks are external inspections,condition-monitoring, tests or overhauls, and they arescheduled so they are performed after the correspondingperiod time is elapsed.

The task modelled in figure 6 aims at observing Symptom1. Then, a preventive repair can be carried out condition-ally to the detection tasks result, that is if a degradationhas been notified, as shown on figure 7 regarding the re-pair of mechanism A.All the different maintenance tasks have effects on thecomponent state and by the way, on the degradations andsymtoms levels. This way of modelling a maintained com-ponent allows a detailed representation of how variousmaintenance tasks applied within a complex maintenance

Symp. 1Levels

0 X X

1 X X

2 X X

Mechanism A - Levels

0 1 2

Mechanism B - Levels

0 1 2

Table 1: Symptom 1 level knowing mechanisms A and B levels. Symptom 1 isspecific to the degradation A.

Symp. 2Levels

0 X X

1 X X

2 X X

Mechanism A - Levels

0 1 2

Mechanism B - Levels

0 1 2

Table 2: Symptom 2 level knowing mechanisms A and B levels. Symptom 2 canappear due to the evolution of both the mechanisms

Figure 5: Simplified Petri Net modelling of corrective repair performedafter a failure mode occurrence

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program can impact on the program performances in termsof costs and system unavailability.Indeed, it makes it possible to model and simulate preven-tive maintenance programs composed of various type oftasks (external inspections, overhaul, condition-monitoring,test, scheduled replacement) so as to compute their per-formances and compare them on the basis of the effects ofvariations of parameters such as frequency or task type. Moreover, the representation of symptom and degradationmake it possible to take into account the distinction be-tween the various detection type tasks. In particular, pre-ventive maintenance tasks such as overhaul are expensiveand induce unavailability of the component but give a goodinformation about component degradation state. Whereasother preventive tasks such as external inspections or con-dition-monitoring are less expensive and does not requirethe component to be stopped but are often based on somesymptoms observations that can be different from thedegradation mechanism really undergoing.

ConclusionsThe objective of the work presented here is to model and tosimulate the maintenance programs in order to providequantitative results that could support choices between dif-ferent maintenance tasks and frequencies. This is done by amodelling framework that represents both a complex main-tenance policy and the functional and dysfunctional behav-

iour of a complex multi-component system. Further devel-opments are carried out to build the complete model andmore especially to improve the generic component model(by taking into account degradation mechanisms, mainte-nance tasks effectiveness and all the complex relations be-tween influencing factors, degradation mechanisms,symptoms, failure mode, preventive and corrective mainte-nance) and the interactions between all the different model(possibly by using different modelling techniques). The ap-proach consisting in representing how failure modes canoccur due to degradation mechanisms that can be charac-terized by the observation of symptoms give a possible com-parison of different types of maintenance programs.��

Figure 6: Simplified Petri Net modelling of detection task Figure 7: Simplified Petri Net modelling of preventive repair

- Barata, J.; C. Guedes Soares; M. Marseguerra; and E. Zio. 2002.“Simulation Modelling of Repairable Multi-component DeterioratingSystems for On-Condition Maintenance Optimisation”. ReliabilityEngineering and System Safety, vol. 76, 255-267.

- Bérenguer, C.; E. Châtelet; Y. Langeron; and A. Despujols. 2004. “Modelingand Simulation of Maintenance Strategies using Stochastic Petri Nets” inMMR 2004 Mathematical Methods in Reliability (Santa Fe, USA).

- Dekker, R. 1996. “Applications of Maintenance Optimization Models :a Review and Analysis”. Reliability Engineering and System Safety, vol.51(3), 229-240.

- Doyle, K.E. 2004. “On the Application of Stochastic Models in NuclearPower Plant Maintenance”. European Journal of OperationalResearch, vol. 154(3), 673-690.

- Marseguerra, M.; and E. Zio. 2000. “Optimizing Maintenance and RepairPolicies via a combination of Genetic Algorithms and Monte CarloSimulation”. Reliability Engineering & System Safety, vol. 68(1), 69-83.

- Moustafa, M.S.; E.Y. Abdel Maksoud; and S. Sadek. 2004. “OptimalMajor and Minimal Maintenance Policies for Deteriorating Systems”.Reliability Engineering and System Safety, vol. 83(3), 363-368.

- Simeu-Abazi, Z.; and C. Sassine. 1999. “Maintenance Integration inManufacturing Systems by using Stochastic Petri Nets”. InternationalJournal of Production Research, vol. 37(17), 3927-3940.

- Valdez-Flores, C.; and R.M. Feldman. 1989. “A Survey of PreventiveMaintenance Models for Stochastically Deteriorating Single-UnitSystems”. Naval Research Logistics Quarterly, vol. 36, 419-446.

refe

renc

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gl’analisi

Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 200836

Lorenzo FedeleSapienzaUniversitàdi Roma,

CNIM, CEN

Gian Antonio Stella - che è diventato partico-larmente famoso grazie al successo del libro“La Casta”, edito da Rizzoli - ha pubblicato sul“Corriere della Sera” dello scorso 12 aprile unampio Focus intitolato “La Sicurezza igno-rata”, il cui sottotitolo è “Italia al primo postoper incidenti sul lavoro”.A supporto di questa tesi, Stella offre alcuni dati statisticielaborati dall’Eurostat, l’Ufficio Centrale di Statistica dellaComunità Europea. Tuttavia, i dati estratti sono parziali enon consentono di trarre la mesta conclusione contenutanel titolo dell’articolo di Stella, ovvero che l’Italia è prima inEuropa per incidenti sul lavoro; anzi è addirittura verol’opposto.

La svista è ben presto spiegata, dal momento che i datisugli infortuni mortali presentati hanno le seguenti caratte-ristiche fuorvianti:a) i dati non sono normalizzati rispetto al numero dei lavo-

ratorib) alcuni dati non provengono da sistemi assicurativi na-

zionali c) non si tiene conto che la modalità di denuncia del-

l’infortunio al sistema assicurativo nazionale è differentea seconda del Paese ed è peggiorativo per l’Italia.

In aggiunta a ciò, si lascia intendere che il fenomeno del la-voro nero renderebbe evidentemente peggiore la situa-zione. Ma non è così, giacché il lavoro nero, ovviamente,non è presente solo in Italia e i dati presentati sono tutti “alnetto” di questo grave fenomeno.

Nella successiva Tavola 1 (Fonte: Eurostat) sono illustrati idati Eurostat sulla base dei quali il Corriere della Sera haconcluso che l’Italia è al primo posto in Europa per infortuni.

Nella Tavola 2 (Fonte: Eurostat), invece, sono presentati idati normalizzati rispetto al numero di lavoratori e senza

considerare il Regno Unito, i cui dati non sonoconsiderati affidabili da Eurostat.Come si vede, la situazione va interpretatapraticamente nel senso opposto al titolo delCorriere della Sera.

La Tavola 3 (Fonte: Eurostat), infine, nellaquale si prendono in considerazione anche altri Paesi UEcon dati storici affidabili, non solo conferma quanto sievince dalla Tavola 2, ma addirittura sancisce definitiva-mente il fatto che l’Italia si posiziona ben al di sotto dellamedia europea per infortuni mortali sul lavoro.

Ciò che colpisce, insomma, è, ancora una volta, la difficoltànel trattare questioni tecniche gravi, come quelle inerentialla Sicurezza dei sistemi produttivi.La stessa difficoltà che - almeno in parte - si riscontra nelrecente “Testo Unico sulla Sicurezza”, nel quale appaionotrascurate due vere emergenze della Sicurezza, ovvero l’ef-ficacia del controllo del rispetto delle norme e la qua-lità e la bontà tecnica delle Analisi dei Rischi.

Da una parte, infatti, si riscontra l’insufficiente attività dicontrollo del rispetto della normativa esistente, a causa

Progettare e Gestire la Sicurezza fra“sviste” e Testo Unico - D.Lgs. 81/08

Tavola 1: Infortuni sul lavoro mortali in alcuni Paesi UE.Grafico del Corriere della Sera del 12/04/2008

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l’analisi

delle scarse risorse messe a disposizione allo scopo. Do-vendo realisticamente prevedere che l’entità di tali risorse,non solo non possa aumentare sensibilmente, ma anzidebba gradualmente ridursi nell’ottica di una superiore ef-ficienza dell’apparato pubblico, l’unica soluzione percorri-bile è indubbiamente quella dell’affidamento dell’attività dicontrollo a particolari Enti (gli Enti di controllo) autorizzati daiMinisteri competenti e operanti in conformità alle normativetecniche che regolamentano le attività di ispezione (UNI CEIEN ISO 17020), garantendo la loro indipendenza e obietti-vità di giudizio. I numeri in gioco (milioni di soggetti da con-trollare, fra aziende produttive e cantieri, su tutto il territorionazionale) dimostrano ampiamente come questa sia l’u-nica soluzione percorribile.

In Italia, inoltre, si va diffondendo con un successo fran-camente preoccupante una redditizia attività “professio-nale” consistente nella produzione intensiva e stan- dar dizzata di documenti di analisi dei rischi, caratte-rizzati da contenuti tecnici assai modesti e/o da gravi ca-renze. Questa pessima abitudine va arrestata al più prestoe chi si rende responsabile di fornire, generalmente nel-l’ambito di un contratto di consulenza che offre molte ga-ranzie, tali documenti fotocopia deve essere perseguitoanche disciplinarmente dai rispettivi ordini profes-sionali (si pensi al reato di cui all’art. 437 del codice pe-nale: “rimozione od omissione dolosa di cautele controgli infortuni sul lavoro”). È come se ci rivolgessimo ad uninstallatore di dispositivi di sicurezza (ad esempio le pro-tezioni di una macchina industriale) e questo, anziché

montarci i dispositivi richiesti, ce ne montasse altri simili,però di cartone.Tali gravi disattenzioni da parte di chi ha o assume preciseresponsabilità nella stesura dei documenti di analisi dei ri-schi, se diversi anni fa potevano trovare una loro spiega-zione nella penuria di riferimenti tecnici e scientifici, ogginon hanno più giustificazione e richiedono una attentaazione di censura dalla quale non ci si intende esimere. La Sicurezza è insegnata da oramai quasi vent’anni nellagran parte delle sedi universitarie, con corsi addiritturamolto specifici sul tema della analisi dei rischi; ogni anno,inoltre, si laureano decine di ingegneri in Sicurezza, con unbuon grado di specializzazione e, infine, si tengono confe-renze nazionali e internazionali nelle quali le diverse tema-tiche della Sicurezza sono oggetto di approfondito sviluppo.La Sicurezza, dunque, può e deve essere fatta oggetto diprogettazione nonché di continua gestione migliorativa,come suggerisce correttamente il Testo Unico.

Pur rifuggendo da indebite generalizzazioni e nel pieno ri-spetto del lavoro altrui, sarebbe forse utile pubblicizzaremaggiormente questi temi e la seria pubblicistica tecnicaesistente al riguardo. Chi scrive ritiene che ciò sarebbe anche ben più rispettosonei confronti dei lavoratori, delle vittime e delle loro fami-glie. ��

Tavola 2: Infortuni sul lavoro mortali - Tassi di incidenza standardizzatiper 100.000 occupati in alcuni Paesi UE.

Tavola 3: Infortuni sul lavoro mortali - Tassi di incidenza standardizzatiper 100.000 occupati in Paesi UE con dati affidabili.

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news

Ricerca e innovazione nel settore della meccanicaGiovedì 5 giugno dalle ore 14.00 alle 17.00 presso la sala B padiglione 35 del quartiere fieristico diBologna è in programma la tavola rotonda: “Ricerca e Innovazione: Frontiere nel Settore della Meccanica”.

La tavola rotonda si svolge all'interno della manifestazione R2B(Research to Business) ed è iniziativa del Coordinamento Nazionaledella Meccanica. Alla tavola rotonda, il cui obiettivo principale è dievidenziare lo stato dell'arte e le opportunità di sviluppodell'Ingegneria Meccanica, creando un virtuoso confronto fra mondoindustriale ed accademico, parteciperà in qualità di relatore anche ilPresidente del CNIM. Il Prof. Francesco Paolo Branca interverrà sul tema: “La ricerca nelcampo della Manutenzione per il miglioramento della produttività delleImprese”.

rs

Rapporto INAIL: morti bianchein calo nel 2007Il rapporto INAIL riguardante gli incidenti sul lavoro èstato diffuso lo scorso 30 aprile in occasione dellagiornata mondiale per la sicurezza e la salute nei luoghidi lavoro proclamata dall’ILO, l’Agenzia dell'ONU che sioccupa dei problemi connessi al lavoro. Secondo lestime dell’INAIL, le vittime sul lavoro nel 2007 sono state1.260, in calo del 6% rispetto alle 1.341 del 2006. Degli incidenti mortali avvenuti nel 2007, 1.130 si sonoverificati nel settore dell'industria e dei servizi; 115nell'agricoltura e 15 fra i dipendenti dello Stato. Inparticolare, 295 riguardano il settore delle costruzioni.Più di un quinto sono avvenuti in itinere, ovvero lungo iltragitto casa-lavoro e viceversa. Sempre secondol’INAIL, nell'ultimo triennio il settore maggiormente arischio è stato quello della lavorazione dei metalli.Seguono a ruota, il settore della lavorazione deimateriali non metalliferi, della lavorazione del legno edelle costruzioni. Per quanto riguarda gli incidenti gravi,tali da causare danni permanenti al lavoratore, ilsettore delle costruzioni è al primo posto, seguito da

quello della lavorazione del legno e della estrazione deiminerali. Il costo sociale degli infortuni sul lavoro (datoINAIL del 2005) è di 45,5 miliardi, che corrisponde al3,21% del PIL. ��

Salute e sicurezza nei luoghidi lavoro: il decreto legislativonella Gazzetta UfficialeIl Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n, 81 recante“Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007,n. 123, in materia di tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro” è stato pubblicato nelsupplemento ordinario n. 108 alla Gazzetta ufficiale n.101 del 30 aprile 2008. Il nuovo decreto legislativo è composto da 306 articoli(suddivisi in 13 titoli) e da 51 allegati tecnici;nonostante l’entrata in vigore sia stata fissata per il 15maggio, la parte principale del provvedimento, ovverola valutazione dei rischi aziendali, sarà operativa solodopo il 29 luglio, cioè a 90 giorni dalla pubblicazione.Il nuovo D.Lgs. n. 81/2008 sostituisce i decreti

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e flegislativi n. 626/1994, n. 493/1996 e n. 494/1996,che sono stati il punto di riferimento di tutti gli addetti egli operatori della sicurezza. ��

ENI si aggiudica la belga DistrigasENI palesa di essere entrata in trattativa esclusiva conla società francese Suez per l´acquisto del 57,25%della belga Distrigas. L’azione era stata anticipata dall’amministratoredelegato, Paolo Scaroni, al termine della cerimonia - il20 maggio a Roma - della consegna degli Eni Awardsper la ricerca.Il cammino per rilevare la società belga non è statocerto stato semplice, il processo competitivo a cuihanno preso parte i principali competitors a livelloeuropeo è stato lungo e articolato. Alla fine della corsaa tre, a cui hanno partecipato operatori nel settore delgas del calibro della francese EdF e della tedesca E.On,è stata Eni a proporre le condizioni migliori e ad averequindi la meglio. Il periodo di trattativa esclusiva si estende fino al 29maggio, giorno della firma del contratto dicompravendita tra ENI e Suez. In questo frangente, ENIpotrà completare la procedura relativa all’acquisizione.In particolare, questa intesa, che è soggettaall´approvazione della Commissione Europea, saràdirettamente correlata e condizionata alla fusione traSuez e Gaz de France e alla rinuncia del diritto diprelazione di Publigaz, azionista pubblico belga chedetiene il 31,25% di Distrigas. Per ENI l’operazione rappresenta un altro grandesuccesso dopo la spagnola Endesa. Distrigas opera,infatti, da oltre 75 anni quale operatore di riferimentonella commercializzazione del gas nel Benelux, convendite a clienti industriali, distributori locali di gas eproduttori di energia elettrica. Inoltre, la società belgarappresenta uno dei principali snodi del gas in Europa.Grazie a questa posizione strategica, Distrigas potràsviluppare le sue attività in Europa occidentale. ��

Finanziamenti per la crescitae l’occupazione in Europa Un deciso cambiamento di priorità emerge dall’esamedei 450 programmi che aspirano ai finanziamenti UEper la politica regionale. Globalizzazione, cambiamenti climatici, fenomenimigratori e invecchiamento della popolazione sono lesfide attuali che la politica regionale dell’UE si apprestaad affrontare nel periodo 2007 - 2013.La maggior parte dei finanziamenti, tuttavia, sarannodestinati a promuovere la crescita economica el’occupazione. La parte più consistente dei finanziamenti sarà erogatatramite il Fondo sociale europeo (FSE), che opera dal1957, in qualità di principale strumento dell’UE perinvestire nelle persone, aiutando i cittadini a potenziarela propria istruzione e le proprie competenze, peraccrescere le opportunità di lavoro. Al fine di rispondere alle differenti esigenze, gli Statimembri e le regioni stilano singolarmente i programmioperativi dell’FSE Di seguito, un elenco degli obiettivi proposti:-- in Spagna, i finanziamenti alla ricerca e allo sviluppo

saranno più che raddoppiati, passando a 8 miliardi dieuro;

-- Polonia, Italia, Grecia, Slovacchia e Spagna hanno de-stinato gli investimenti più sostanziosi al settore ri-guardante le tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione, che riceveranno 15,3 miliardi;

-- la Finlandia spenderà 343 milioni di euro per aiutarele imprese appena costituite, mentre la Polonia in-tende ridurre da 60 a 7 giorni il periodo di tempo ne-cessario per costituire una nuova società;

-- quasi 26 miliardi di euro saranno investititi per mi-gliorare la qualità dell’istruzione e formazione profes-sionale, sostenendo, fra l’altro, progetti aventi lo scopodi promuovere l’apprendimento permanente e di ri-durre il tasso di abbandono della scuola secondaria odell’Università, soprattutto in Portogallo, Grecia e Ita-lia;

news

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pProgetto Europeo E-SUPPORT E-Support è un progetto triennale (2007-2009) fi-nanziato dall'Unione Europea allo scopo di svilup-pare uno strumento informatico affidabile esemplice da utilizzare. L’obiettivo principale è quellodi aumentare la competitività delle piccole e medieImprese Europee che operano nel settore della Ma-nutenzione. E-Support si propone di fornire al tecnico che opera sul campo un sistema affidabile, flessibile, pratico e fa-cile da utilizzare - attraverso il telefonino, computer portatili, PDCA- per il trattamento accurato di dati tec-nici (impianti e schemi delle strutture e dei macchinari, descrizioni tecniche, ecc...).

E-Support, partendo dal sistema già in dotazione nell’Impresa, includerà la gestione e lo sviluppo di dati tec-nici e un sistema e-learning oltre a comuni strumenti logistici e organizzativi (piano di manutenzione, partidi ricambio, ordine di gestione, incidenza del cliente, allocazione dei compiti e gestione del tempo). Il si-stema è a basso costo, facile da operare e manutenere e agevolmente configurabile dall'Impresa.

Oltre al CNIM che rappresenta l’Italia e le Imprese Italiane che si occupano di Manutenzione, partecipano alprogetto: Ungheria, Danimarca, Bulgaria, Spagna, Romania, Slovacchia, Turchia, Irlanda, Portogallo e Malta.Il sito internet allestito dai partners - http://www.fse-support.eu - è costantemente aggiornato e include lostato dell’arte del lavoro di implementazione del software. È inoltre presente una versione demo del software, disponibile a scopo dimostrativo. ��

40 Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008

news-- 105 miliardi di euro saranno investiti per l’ambiente:

la Lettonia, in particolare, ha in programma di portaredal 9% al 62% la percentuale della popolazione rag-giunta dal suo piano di gestione delle acque reflue.��

Progetto “LABOR” per la sicurezzanegli ambienti di lavoroLo scorso 15 maggio è stato presentato all’INAIL il“Progetto Labor”, sotto l'egida dell'UPI (Unione delleProvince Italiane) e finanziato dal DAR (DipartimentoAffari Regionali). Il progetto mira a combatterel'irregolarità del lavoro e a fare rispettare le norme sulla

sicurezza. La sperimentazione si condurrà in 44province italiane e integrerà i dati di diverse strutturelegate al mondo del lavoro.Il progetto rientra in un piano più generale che vuoleincrementare l’utilizzo dell’informatica a favore dellasicurezza e della regolarità del lavoro. L’incrocio deidati favorirà l’ottenimento di un quadro completo dellesituazioni di lavoro e la costituzione di indici dicongruità per la rilevazione di eventuali criticità.Governo, regioni e province potranno collaborareinsieme sul fronte dell'informatizzazione in modo dacreare scambi di dati fra i servizi, le amministrazionicentrali, gli enti nazionali, quelli locali e le associazionidi categoria. ��

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