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La (dis)unita' d'Italia fuori da ogni retorica, il risorgimento visto senza gli occhiali distorcenti della propaganda.
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Anno III. numero 2/2011stAmpAto In proprIo A curA dI mAmmA!
www.mamma.am - [email protected]. 06916504826 - Cell. 3459717974
tIrAturA: 1000 copIe. costI dI produzIone: 4 euro/copIA
compenso rIchIesto dAglI AutorI: 0 euro/copIA VAlore deI contenutI: 15 euro/copIA
offertA consIglIAtA: 7 euro/copIA
I rIcAVI VerrAnno reInVestItI nel progetto edItorIAle
speciale
numero doppio!72 PAGI
NE
flagellid’Italiaflagellid’Italia
se ci leggi e’ giornalismo, se ci quereli e’ satira
MAMMA !
partygianipartygiani
2* n.6 n.6*3
MakkoxBiani
Nell’era dell’editoria elettronica tutto si muove alla velocità della luce, anche la no-stra rivista. I giorni dispari ci disperiamo di fronte alla pochezza dei nostri soldini, in quelli pari pareggiamo i conti con la vita e festeggiamo nuovi abbonati e nuove idee, che ci danno il coraggio di rimanere in piedi. Quanti numeri resisteremo ancora? Questo puoi dirlo solo tu che mi leggi in questo mo-mento. Per addolcire le lunghe attese tra un numero e l’altro, stiamo lavorando (sempre aggratis) ai nostri libri di saggistica a fumet-
ti (www.mamma.am/libri) che nei prossimi mesi parleranno di precariato, antimafia, Libia, migrazioni e guerre. Vorremmo realiz-zare tante altre iniziative, come un premio di giornalismo a fumetti, ma per fare passi avanti siamo costretti a camminare in bilico sul filo del rasoio. A volte il dissesto mentale del paese ci travolge come un fiume in pie-na, ma poi ci salviamo cercando un po’ di intelligenza, creatività, fantasia e coraggio per continuare a scommettere sul futuro. Le istruzioni per condividere con noi que-
sta scommessa le trovate in coda alla rivista: iscrivetevi all’associazione Altrinformazione, per costruire assieme a noi una editoria libe-ra, che non deve chiedere favori a nessuno, orientata alla cultura e non al profitto. Tra noi ci sono ingegneri, pubblicitari e designer: aiutateci a salvarli dai loro lavori “ufficiali” grazie alla satira che fa giornalismo a fumetti. Se li farete sopravvivere vi daranno più sod-disfazione dei panda.
Carlo Gubitosa
Scommettere sul futuro camminando sul filo
4* n.6 n.6*5
Ci sono due paesi, in Europa, che ancora non han-no capito che cavolo sono. “Siamo quelli dell’ovest!” – “No, siamo noi dell’est!” – “Siamo il nord!” – “No, sia-mo il sud!” Uno siamo noi, gli italiani, e l’altro sono i belgi. I belgi, che non sono mai passati per troppo intelligenti, sono il principale argomento di barzel-letta in Olanda, in Francia, nella Germania renana e in Lussemburgo – cioè in tutti i paesi confinanti, più l’Inghilterra che è abbastanza vicina per via di mare. Il belga (parliamo di quello delle barzellette) è gras-so, tozzo, incazzato e lento a capire qualunque cosa espressa in più di cinque parole. L’italiano è ciarliero, cialtrone (parliamo sempre di quello delle barzellet-te) e pronto a cambiare squadra, all’improvviso, se crede di guadagnarci qualcosa. L’italiano, nel com-plesso, è simpatico mentre il belga non tanto.
Entrambi i personaggi, nelle barzellette europee, ultimamente hanno guadagnato qualcosa. Il belga è diventato più divertente perché adesso s’è divi-so in due: “Maledetti fiamminghi!” sbraita la prima metà. “Valloni di merda!” ringhia l’altro. E l’Europa sghignazza. Da noi, fra “padani” e “neoborboni”, lo spettacolo (per gli europei normali) non è meno divertente.
C’è da dire, a nostra discolpa, che seri non siamo stati mai del tutto. Non la gente comune (veneti e sicilia-ni, a forza di zappa, hanno rimesso in piedi mezzo mondo) ma i “politici”, i Vip, queli che come vada vada alla fine comandano sempre loro. I garibaldini (artigiani e studenti; e anche un bel po’ di “picciotti” siciliani) finiscono il lavoro, e dopo subito un bel cal-cio nel sedere, alla sabauda: “bravi ragazzi, e adesso fuori dai coglioni”.
“Evviva i popoli, basta con gli imperi!” è il grido di Garibaldi, Mazzini e di tutti gli altri rivoluzionari.
“Roma! Impero! Gloriose legioni!” strillano politicanti e tribuni appena tira le cuoia l’unico politico serio, Cavour. E l’inventore dell’Italia, il precursore, Mazzini, il giorno dell’Unità del Regno (esattamente cento-cinquant’anni fa) era ricercato dai carabinieri come sovversivo; e morì ricercato, sotto falso nome, ospite clandestino di una famiglia amica.
L’Italia, nata a camicie rosse e speranze affamate, vie-ne rubata presto da generali sabaudi e baroni sicilia-ni. Crispi e Bava Beccaris, il “nord” e il “sud”. Si fucila in Lucania, si fucila in piazza a Milano. “Avanti Savoia!” – “Ordine e disciplina!” – “A chi l’Imperooooo... a nnoi!”Il loro nord, il loro sud. Il nostro nord e il nostro sud invece lo incontri nelle campagne di Altamura o di Rovigo, nelle miniere di zolfo o nelle rudimentali fonderie, o in piazza o all’osteria. O sul vapore per le Americhe, in terza classe, sul ponte. “Una festa, seradi a l’ostaria, co un gran pugno batù sora la tola: / Porca Italia, i bastiema, andemo via!”
“Partono ‘e bastimente / pe’ terre assaje luntane... / Cántano a buordo: só’ Napulitane!”
“E da Genova col Sirio partivano / per l’America var-care, varcare il confin” / e da bordo cantar si sentiva-no”/ tutti incontro al loro destin...”
“La Svizzera ci accoglie a braccia chiuse / ci inette il pane duro dentro in bocca...”
Altro che Marcia reale e Mameli: questi erano i veri inni degli italiani, da Palma di Montechiaro e Castel-franco Veneto alle miniere dell’America, alle praterie dell’Argentina. “I’m italian”, “Yo soy italiano”, “Mi son taliàn”, “Talianu sugnu”, le povere parole sommessa-mente ripetute – alla dogana, al cantiere, al poliziot-to – da gente onesta e buona: queste dovremmo
insegnare a scuola, altro che le grandi parole sulla patria e la bandiera.
C’era un contadino di Licata, Raimondo Saverino, soldato del Regio Esercito e garibaldino, che morì fucilato su una piazza della Liguria per non aver vo-luto dare informazioni sul suo capo partigiano ai te-deschi. E c’era un vecchio uomo di Genova, Giobatta Canepa detto “Marzo”, che era stato lui quel capo. Me ne parlava a Milazzo, in Sicilia; ed era venuto ad abitare a Milazzo, nei suoi ultimi anni “perché qui la gente è coraggiosa e ci davano le arance, a noi an-tifsscisti deportati, mentre le guardie ci tiravano su verso il Castello”.
A questi due uomini, e a molti altri come loro, dedi-chiamo i prossimi centocinquant’anni – ma senza autorità e senza discorsi – di questo nostro Paese.
Riccardo Orioles
Mamma! numero doppio 6/7 Direttore editoriale: Mauro Biani Direttore responsabile: Carlo Gubitosa Sysadmin www.mamma.am: Francesco IannuzzelliAntipubblicità: BubbamaraGrafinchiesta: Verdana ManuzioCopertina n. 6: Illustrazione di Marco ScaliaCopertina n. 7: Mercato indiano. Foto di Francesco Lorenzani (Flickr id: controvento) - concept: Kanjano & Gubi
Tutti i presenti: Aldo Vincent, Alessio Spataro, Andrea Bersani, Andrea Righi, Arnald, Assia Petricelli, Betty Greco, Ce-cigian, Damien Glez, Dan Perkins, Domenico Rosa, Egle Bartolini, Enrico Bertuccioli, Flaviano Armentaro, Flyfra, Frago, Francesco Gesualdi, Giacomo Cardelli, Gianni Allegra, Giulio Laurenzi, James Burns, Kanjano, Lele Corvi, Lele&Fante, LoScorpione, Luca D’Ambrosio, Makkox, Marco Pinna, Marco Scalia, Marco Vicari, Massimo Bucchi, Mazzetta, Michele Incollu, Mirco Brizi, Natangelo, PV, Pia Fraus, Pier Franco Brandimarte, Pier Katana, Pierfrancesco Uva, Pino Creanza, Portos, Riccardo Orioles, Ricciotti Ricciotti, Rita Petruccioli, Sergio Nazzaro, Sergio Riccardi, Sergio Staino, Silvia Longhi, Simon, Tauro, The Saurus, Thierry Vissol, Tom Janssen, Ulisse Acquaviva, Umberto Romaniello, Vukic, Yiannis Ioannou
Il numero doppio 6/7 di Mamma! è stato stampato e spedito grazie agli abbonamenti sottoscritti da Tamara B. (Svizzera); Mila B. (UD); Umberto C. (BA); Isabella S. (FI); Martina F. (BO); Antonio S. (AQ); Paolo B. (GE); Carlo B. (CR); Raffaella C.L. (LT); Roberto C. (RM); Andrea M. (CA); Ettore G. (PT); Luciano Z. (VR); Marco S. (BO); Linda A. (RM); Americo I. (LE); Alessandra T. (TR); Stefano C. (FI); Marco C. (OR); Giuditta P. (RM); Francesca B. (BO); Laura P. (BO); Martina F. (BO); Stefania M. (PG); Agostino L. (RM); Pietro L. (MN); Massimo S. (RM); Marcello B. (PR); Gian Carlo O. (RM); Cataldo A. (TA); Silvia C. (BS); Evelina R. (RM); Tommaso D. (MI); Alberta T. (FC); Gaspare B. (RM); Giovanni D. (RE); Pasquale I. (AQ); Alessandra B. (SV); Marzia F. (LI); Francesco M. (CA); Davide F. (BG); Gerhart D. (BZ); Graziano N. (RM); Michele M. (SA); Roberto U. (PU); Paolo C. (MI), e altri valorosi che possono esserci sfuggiti nel marasma dell’impaginazione.
Mamma! è una rivista autoprodotta dai fumettari e dai giornalisti che ne realizzano i contenuti. Se vuoi sostenere questo progetto, spedisci una libera donazione sul ccp 6972234 intes-tato a Associazione Altrinformazione – Via Sant’Anna – 40128 Bologna oppure fai un bonifico sull’IBAN IT07 K076 0102 4000 0000 6972 234 – Causale di versamento “contributo per Mamma!” – Per abbonamenti e sottoscrizioni online: www.mamma.am/abbonati
Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira http://www.mamma.am mailto: [email protected] segreteria: +3906916504836 cellulare: +393459717974 Pubblicazione registratapresso il Co.re.com Emilia Romagna.
Centocinquanta
6* n.6 n.6*7
Nei giorni successivi all’8 settembre 1943, mentre il paese era allo sbando, le donne furono le prime a capire che la guerra non era finita e che bisognava resistere. Scesero nelle strade e bloccarono i camion dei militari italiani che andavano a consegnare le armi ai tedeschi. Li aiutarono a nascondersi e procurarono loro cibo e vestiti.
Quando i militari sbandati e gli oppositori del fascismoformarono le prime brigate sulle montagne, poteronocontare sul supporto di centinaia di migliaia di donne. I dati ufficiali della Resistenza parlano di 250.000 attivisti, di cui 100.000 donne, ma non tengono conto delle tantissime, si-curamente la maggioranza, che offrirono unindispensabile contributo senza alcun riconoscimentoufficiale.
Nell’Italia occupata dai nazifascisti, le donnediedero rifugio ai ribelli, crearono reti perrifornire le brigate di cibo e indumenti nei freddi inverni in montagna, curarono i feriti e diedero sepoltura ai morti, organizzarono scioperi e manifestazioni di piazza, scrissero edistribuirono volantini. distribuirono volantini. Come staffette percorsero chilometri per
trasportare messaggi, documenti e armi,nascondendoli negli abiti o nelle borse della spesa, e sfidando i controlli di nazisti e fascisti.
Per le loro attività, migliaia di donne furonoarrestate, torturate, deportate, violentate.2.750 furono uccise.
di ASSIA PETRICELLI e SERGIO RICCARDI
Fonti:
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Una parte di queste donne scelse di salire in montagna, spesso rompendo con la famiglia di origine, per condividere con i propri compagni, giorno e notte, ogni momento della vita in brigata. Ragazze che il fascismo aveva voluto addomesticate a pensarsi solo come madri e mogli, dolci e consenzienti, scoprirono nella Resistenza la propria forza e il proprio desiderio di libertà. Alcune vollero vivere in prima persona quell’esperienza fino alle sue scelte più estreme: arrivarono a prendere le armi, a sparare e a uccidere.
Di pochissime si ricordano i nomi, ma la Resistenza non ci sarebbe stata senza la determinazione, il coraggio e il lavoro di tutte.
Le giornate della liberazione furono festeggiate in tutte le città con cortei e sfilate delle formazioni partigiane scese dalle montagne. Anche le donne si preparavano a sfilare, Ma i comandi ordinaronoche restassero nelle case. Lo decidevano per il loro bene, Per non esporle a facili insinuazioni…
Dateci retta… Il paese non èancora pronto…e poi c’è tanto da
fare...provvedere ai viveri, preparare glialloggiamenti...
Molte partigianeassistettero alle sfilate stando ai
margini, tra la folla.Ma alcune si rifiutarono
di obbedire.
Sfilarono insieme agli uomini, a testa alta. qualcuno Le chiamò...
PUTTANE!
Come riconoscimento del ruolo svolto durante la guerra di liberazione, le donne ottennero il diritto di voto. Tuttavia ancora per molti anni ai mariti fu riconosciuto lo jus corrigendi, il diritto di punire la moglie con botte e maltrattamenti, alle donne fu interdetto l’accesso alla magistratura fino al 1963 e solo nel 1981 furono abrogate le attenuanti per i “delitti d’onore” e il matrimonio riparatore in caso di stupro. Sebbene oggi la legge italiana riconosca la assoluta parità di genere, ancora le donne hanno un accesso limitato al mondo del lavoro e percepiscono salari più bassi degli uomini, sonosono in buona parte escluse dalla rappresentanza politica in parlamento e dai ruoli di maggiore pre-stigio in molte categorie professionali, subiscono violenze nell’ambiente domestico e il loro corpo è continuo oggetto di appropriazione e strumentalizzazione da parte delle forze politiche.
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Scalia
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TERAPIA DI GRUPPO
Pensieri di un Cardinale patriottico
CRESCETE E MOLTIPLICATEVIL’Italia e il Vaticano non sono “paesi limitrofi”; Che brutta paro-la! No, noi siamo come due vici-ni di casa, d’estate, quando uno parte per le ferie e l’altro rimane in città. C’avete lasciato le chiavi
del paese per controllare. E siete in vacanza da 150 anni.
Da sempre noi della S. Sede controlliamo che in Italia sia tutto a posto. Un po’ come le guardie giurate. Solo che invece di lasciare i bigliettini colorati sul bandone, lasciamo Crocefissi. Così quando vedete quel simbolo sul muro potete stare tranquilli. La scuola pubblica? E’ tutto a posto. I Municipi? E’ tutto a posto. I Tribunali? E’ tutto a posto. Persino ai seggi elettorali il nostro simbolo rimane appeso. Giusto per ricordarvi la differenza tra Potere spirituale e Potere Tempo-rale: Come leader spirituale noi vi consigliamo di scegliere Gesù. Ma come leader temporale vi consigliamo di rivotare Barabba. (Ebbene sì: Abbiamo sponsorizzato una intera classe di-rigente del vostro paese. Abbiamo sbagliato? Direi di no. Le novene sul debito pubblico sono la trasmissione più seguita di Radio Vaticana).
L’Italia, vista da Oltretevere, ci sembra una na-zione sempre più anziana. Mi dicono che i po-veri, davanti ai conventi, non abbandonano più gli orfani. Mettono la cuffietta e il ciuccio al non-no e lo lasciano dentro una culla. Alcuni parroci dalla pedofilia sono passati alla gerontofilia. Li vedi fuori dagli ospizi, con l’impermeabile, che al posto della caramellina regalano tavolette di Lecinova.
Volete un consiglio? Fate più figli. Più bimbi na-scono, più iscritti abbiamo. In Vaticano c’è una seria paura della concorrenza. Nel vostro pa-ese, ormai, a fare i figli sono solo gli immigrati. Quando cresceranno, diventeranno musulma-ni e vorranno nuovi spazi per pregare. Come se in Italia mancassero gli stanzoni di eternit! Già m’immagino la prossima breccia di Porta Pia: i musulmani che pregano tra carrozze, vecchi cappelli buffi e deputati DC impagliati. E il Papa che, con il garage occupato, è costretto a par-cheggiare la PapaMobile in doppia fila.
Dovete fare figli perchè il vostro paese sta in-vecchiando. Non a caso questi 150 anni mi ricordano un’altra celebrazione: i 40 anni di Pa-dre Pio. Anche in quella occasione c’era la folla, i gadget e la salma. Solo che il Santo, rispetto al vostro paese, mi sembrava conservato meglio.
Marco Vicari
TERAPIA DI GRUPPO
Compleanno nell’intimitàStrano paese quello nel quale si decide di festeggiare all’ultimo momento una ricorrenza che cade ogni cin-quant’anni. Strano paese quello nel quale la destra patriot-tica è alleata alla destra secessionista e un po’ lisergica che si è inventata la Padania, un paese immaginario che sarebbe
soffocato dal colonialismo italiano.
Strano paese, che una volta divenuto una repubblica ha guardato con so-spetto il patriottismo, sentimento abusato da una dinastia tragicomica per trascinare il paese in due rovinose guerre mondiali, quelle che poi parados-salmente hanno fatto davvero gli italiani, unendoli nel sacrificio del sangue sull’altare della guerra totale organizzata su scala industriale.
Gli italiani nati sotto la repubblica non sono molto diversi dai loro antenati, ma il patriottismo lo tirano fuori solo in occasione degli eventi sportivi inter-nazionali. Probabilmente gli italiani di oggi sono molto più patriottici degli italiani del Risorgimento e amano il loro paese e apprezzano la loro identità nazionale come e più dei loro concittadini europei, e probabilmente questa considerazione vale anche per molti dei seguaci padani. Molti italiani gesti-scono il sentimento patriottico intimamente, ne sono gelosi, ne riconoscono il valore e il pericolo che si corre quando qualcuno riesce ad impadronirsene. Proprio per questo è forse un bene che l’anniversario scorra sottotraccia e che non ci sia in giro nessun condottiero pronto a cavalcare l’esaltazione pa-triottica.
Mazzetta | www.mazzetta.splinder.com
Carissimi cazzoni di Mamma!, mi invitate a scrivere sull’italianità e il sen-so di essere italiani, ma come faccio? Io sono Siciliano, appartengo cioè all’etnia autoctona della Sicilia, che precedette i Ciclopi e i Lestrigoni e che venne invasa ed occupata dai Siculi di provenienza greca nel sedicesimo secolo avanti Cristo (e se Cristo non c’è, avanti un altro).
Siamo stati occupati dai Fenici ad occidente e da Cartagine un po’ più un basso ma i Romani – quelli che uccisero Archimede – ci occuparono definitivamente nel 212 a.C. durante il sacco di Siracusa. Dico definitivamente ma è una pietosa bugia, perchè nei secoli siamo stati invasi da Arabi, Normanni, Bizantini, Francesi, Spagnoli, Tedeschi, Marocchini (quelli delle “marocchinate” cioè i violentatori delle nostre donne come bottino di guerra offerto dagli Alleati), Inglesi, Americani, Neozelandesi e Canadesi.
Ora siamo occupati dagli italiani, popolo dalle origini incerte che ci invase e ci annes-se appunto un secolo e mezzo or sono e con cui conviviamo pacificamente perchè permette tutto al nostro contro–Stato (alcuni spregevoli magistrati comunisti la defi-niscono Mafia) con cui siamo riusciti pianino pianino, passetto passetto, a corrompe-re, corrodere dall’interno tutta la struttura della loro inefficiente corruttela.Noi Siciliani siamo un popolo immobile, vetusto, superato, come il Colosseo cui den-tro e fuori entrano ed escono popoli, civiltà, curiosi, denigratori ed entusiasti. Poi loro scompaiono e noi sempre qui, a parlare e scrivere con la lingua degli occupanti con cui non abbiamo nulla da condividere.
Voi festeggiate mentre noi assistiamo a questa ultima invasione di Lampedusa, 50.000 infelici, dice il vostro ministro degli interni. Io avrei proposto di risparmiare tutti i soldi usati per arginare l’invasione, usandoli per evacuare gli abitanti di Lampe-dusa e poi dichiarare l’isola territorio libico, così li freghiamo. Ma sono certo che que-sta richiesta verrà ignorata. Meglio così, perché ci consentirà di resistere, resistere, resistere, come popolo autoctono occupato da secoli. Baciamo le mani.
Aldo Vincent
L’ultimo dei siciliani
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LO SPONSOR UFFICIALE DI QUESTA RIVISTA SEI TU!
Come faremo a non chiudere
bottega
Tamara B. dalla ridente Svizzera ha deciso di sottoscrivere un abbonamento “eroe”, per ricevere tutti i libri che pubblicheremo nel corso di un anno oltre alle copie della rivista. Lo stesso hanno fatto gli eroici Raffaella C., Marco C., Stefania M. e Gaspare B., che ringraziamo di cuore. Il loro sostegno, e quello di tutti gli altri lettori, è fondamentale per restare liberi dal condizionamento dei partiti, dal-lo strozzinaggio delle banche, dalla boria dei padroni e dagli imbrogli della pubblicità. E questa libertà è tutto il “capitale sociale” che abbiamo.Per dare più solidità ai nostri sogni, è nata l’associazione “AltrInformazione” (online su www.altrinformazione.net) dove realizzeremo libri, riviste e iniziative per difendere la biodiversità culturale. Se ti piace questa rivista, e vuoi allungarne la vita, ti invitiamo a sostenerci iscrivendoti all’associazione AltrInformazione.
Per informazioni, abbonamenti e libere sottoscrizioni l’indirizzo è sempre il solito: www.mamma.am/abbonatiIn alternativa ci si può abbonare con un versamento sul c/c postale 6972234 intestato ad Associazione Altrin-formazione – 40128 Bologna. Specificare come causale “Microabbonamento Mamma” e indicare per esteso nel bonifico il proprio INDIRIZZO POSTALE COMPRENSIVO DI CAP, oppure si può effettuare un bonifico bancario sull’IBAN IT07 K076 0102 4000 0000 6972 234 intestato ad Associazione Altrinformazione Per le tariffe di abbo-namento dall’estero scriveteci su [email protected] specificando l’indirizzo al quale volete ricevere la rivista.
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Questa gente che ti ferma per strada, ti
mette in mano una rivista, ti fa una
foto, fanno i simpatici... ma non ce
l'hanno un po' di vergogna?
Ueee.... GINOPAOLI! Stai
fermo li' che facciamo
‘na bella foto! La rivista
tienila pure, poi pero' se
ti piace abbonati eh? Che
la tipografia mica e'
gratis... anzi, se ci vuoi
lasciare qualcosina...
MAMMA!La rivista piu’
odiata dai vip
che passeggiano
per fatti loro
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siamo alle solite,
eccone un
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Eroe100 euri/anno Come il “Sostenitore” PIU’ un disegno originale di un auto-re di Mamma! e TUTTI I LIBRI pubblicati nel 2011 spediti a casa man mano che escono.
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22* n.6 n.6*23
MILLE NON PIU’ MILLETERAPIA DI GRUPPO
Il Risorgimento italiano è la storia esemplare di come un movimento di uomini armati solo degli ide-ali di libertà, giustizia e unità nazionale può essere sconfitto da un’oligarchia di aristocratici con un eser-cito professionale.
Chi sono stati i protagonisti? Migliaia di persone sono morte durante le guerre per unificare l’Italia, il loro sacrificio ci è così caro che di solito preferiamo ricor-darne altre quattro che invece se la sono cavata. Sono i nostri Padri della patria.
Camillo Cavour – Oltre a guidare con pragmatismo il processo di unificazione, pose le basi per l’industrializzazione del Regno, trasformando l’Italia da paese agricolo a uno tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale.Giuseppe Garibaldi – Con un esercito di volontari liberò il Meridione dalla tirannia borbonica. A impresa conclusa, consegnò i territori liberati al Re del Piemonte perchè ne facesse quell’oasi di ricchezza e prosperità che sono oggi.Giuseppe Mazzini – Allo sopo di diffondere le sue idee di democrazia, li-bertà e convivenza pacifica, fondò la Giovine Italia, la Giovine Europa e la, forse troppo ambiziosa, Giovine Via Lattea.Vittorio Emanuele II – Il primo Re d’Italia, o come amava ricordarlo Papa Pio IX, “Quella testa di cazzo che ci ha rubato la terra”. Al Sud era talmen-te popolare che dopo l’unità furono necessari 200mila soldati e la legge marziale solo per far cessare i festeggiamenti in suo onore.
Michele Incollu
24* n.6 n.6*25
clonazioni, ignobilta’ e rappresaglieGARIBALDI RELOADED
Di Niccolo’ Storai (matite splatter) e carlo gubi (penne briganti)
Mi chiamo Emanuele Filiberto, e rovistando nei cimeli di famiglia mi e’ venuta un’idea...
cappellodi Garibaldi
hmm...
Mi e’ bastato trovare un capello di Garibaldi in un vecchio berretto per ricavarne un clone migliore dell’originale... tipo capitan america, ma sabaudo.
OB-BE-DIS-CO!
Clonazione riuscita! Quel vecchio mercenario ci dara’ una mano come ai bei tempi del risorgimento per fare gli
interessi di noi Savoia...
Poi gli ho impiantato un DVD con la
memoria storica degli ultimi 150 anni.
Garibaldi! Come principe reale,
testimonial di sottaceti, ex
candidato UDC, presentatore,
cantante e consulente finan-
ziario ti ordino di eliminare
tutti i nemici della bandiera e
gli impostori che minacciano
la nostra gloriosa dinastia!
Ma poi tutti quei dati storici lo hanno mandato in tilt, e ad un raduno leghista la situazione e’ sfuggita di mano...
Nemico del tricolore!
Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo.- Umberto Bossi, 26.07.97
C’e’ un equivoco, io sono il figlio...
Il Movimento politico denominato Lega Nord (...) ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania (...) e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana. (Art. 1 statuto Lega Nord).
Nemici dell’Italia!
a vaaa
pensierooo... g
Era come impazzito: piu’ scaricava dati da
internet, piu’ gente voleva ammazzare...
aaaAAAAAAA
26* n.6 n.6*27
Poi ha scoperto
delle cose su di me...
www.monarchia.it
“Vittorio Emanuele di Savoia, avendo
contratto matrimonio senza l’assenso
del Sovrano Umberto II, e’ un comune
cittadino privo di ogni titolo nobili-
are, decaduto da ogni prerogativa re-
ale e di appartenenza alla Real Casa.
L’Annuario della nobilta’ italiana,
alla voce Real Casa di Savoia, non
indica in capo ad Emanuele Filiberto
alcun titolo nobiliare o dinastico”.
Tutti quei dati lo hanno agitato, e ora sto provan-do a calmarlo con un po’ dimusica...
Garibaldi! calmati! Senti che bella la mia
canzone: io sento battere piu’ forte, il mio cuore di un’Italia sola, che oggi piu’ serenamente si specchia in tutta la sua storiaaaaaaAAHH!!!
SANREMO
NEMICO DI CASA SAVOIA! NEMICO DI SUA ALTEZZA REALE
AMEDEO D’AOSTA!
Italia Amore mioPupo - Emanuele Filiberto - Sanremo 2010
NNOOOOOO
Garibaldi, perche’ hai ucciso il
tuo principe Emanuele Umberto
Reza Ciro Rene’ Maria Filiberto
di Savoia, detto emanuele
filiberto?
25/01/60 - Lettera di re Umberto
II al figlio Vittorio Emanuele:
se ti sposi facendo di testa tua
perderai ogni diritto nobiliare.
Perche’ tu non sei principe, e io non obbedisco piu’.
da sempre la bellezza femminile
ha fatto tremare imperi e dinastie:
per questo i principi possono spo-
sarsi solo con il permesso dei re. Ma
vittorio emanuele di savoia ha sfidato
i divieti di umberto II, e per questo la
“consulta dei senatori del regno” con-
sidera lui, sua moglie e il figlio Emanuele
filiberto come privi di ogni titolo nobiliare. cio’
nonostante, lo scontro tra savoia e aosta sulla
linea di successione al “trono d’Italia” e’ ancora
aperto su mille cavilli: leggete su internet le tesi delle
varie parti in causa, valutate se il clone furioso di garibaldi
aveva ragione a distinguere tra principi e cantanti
e poi decidete voi qual e’ la fine del discorso.
28* n.6 n.6*29
Nei manifesti sono i migranti che fregano gli italiani, ma poi scopri che il programma e' esattamente l'opposto.
Solo gli italiani residenti a Bologna sono "cittadini" per i leghisti: gli altri non hanno diritti, tornino a casa loro.Nel rosso feudo bolo-
gnese compaiono dei verdi cartelli leghisti. Cinese, zin-gara, negro e musulmano
che bussano al Comune per “case popolari, servizi sociali, asili nido”. In coda un vecchietto italiano, tenuto minacciosamente alla larga dal musulmano. Messaggio: gli “altri” voglio-no fregare “noi” e passarci davanti. Voglio vederci chiaro: per quale ragione i migranti dovrebbero ricevere un trattamento di favore? E allora chiamo il numero sul poster per capire meglio le sperequazioni dei servizi sociali a favore degli stranieri.Mi risponde un tale Claudio Landi, e gli chiedo se la Lega ha fatto delle rile-vazioni sulle politiche sociali a Bologna: “parliamo personalmente, non per telefono, se vuole venire qua a far due chiacchiere più che volentieri”.Insisto, e chiedo se hanno in mano delle statistiche e se le hanno sul sito in-ternet: “siam pieni di statistiche, sul sito sinceramente non ci ho guardato, ci guardi lei”, vado sul sicuro e gli dico che sul sito non c’è niente, come avrò modo di verificare in seguito.E continuo a domandare: quindi quel manifesto è solo un supporto grafico alla campagna elettorale in corso oppure ci sono dei dati su cui si basa questa comunicazione visiva? Mi interessavano dei dati sulle politiche sociali di Bolo-gna che attestino ciò che il manifesto spiega a livello grafico. “Riferirò a chi di dovere”. Quindi adesso non ci sono dati e statistiche in vostro possesso? “Qua in sede non ce li ho, ci saranno sicuramente da qualche parte, venga oggi all’inaugurazione della nostra campagna elettorale”. E io ci vado. Una agguerrita Rosy Mauro ha lasciato la vicepresidenza del se-nato per sostenere il candidato leghista al comune Manes Bernardini, che ribadisce il concetto: “A Bologna, per i servizi sociali e le case popolari prima gli italiani e i bolognesi”. Quindi in pratica siamo “noi” che vogliamo fregare gli “altri” passando davanti a gente “estera” anche se ha più titolo di noi.
E allora siccome sono nato in terronia, tanto per essere sicuro gli chiedo chi sono “i bolognesi”. “I residenti”, mi risponde. E chi ha residenza ma non citta-dinanza? “Ovviamente bisogna essere cittadini italiani”. E gli italiani non resi-denti? “Accederanno ai bandi del loro comune di residenza”.E alla fine ho capito che cosa c’è davvero dietro quel manifesto: alcuni di “noi”,
“Noi” contro gli “altri”: propaganda leghista
a Bologna
INSIDE STORY
italiani e bolognesi, vogliono fregare tutti gli “altri” che vivono nella stessa città, italiani o stranieri che siano. Capisco l’antifona e mi fiondo sul buffet, prima che arrivino “gli altri”.In bocca al lupo a tutti i “bolognesi di fatto” che vivono nella città “Rossa, gras-sa e dotta”, ma purtroppo non vi risiedono (tipo insegnanti precari che non cambiano residenza per non perdere punteggio) o vi risiedono senza avere la cittadinanza italiana (tipo cittadini europei che vengono a lavorare in Italia da altri paesi).Qualche giorno più tardi, scopro altre versioni di quel manifesto: il musul-mano ha in mano una scimitarra, e il discorso “prima noi e poi gli altri” viene replicato per i cittadini di Bologna, del Piemonte, di Castiglione delle Stiviere, di Corridoni e di Gualdo Tadino, a conferma che si tratta di propaganda nazio-nale e non di informazione locale.
Sotto le torri di Bologna trovo anche un contro–manifesto che spiega i veri termini della questione: in Emilia Romagna i nuovi nati sono stranieri nell’80% dei casi, ma negli asili nido i bambini stranieri sono soltanto l’8,2%. E quindi chi è che toglie spazio agli altri nell’accesso ai servizi sociali?Con i numeri che frullano in testa, ripenso alla mia incursione nel festino le-ghista, con la netta sensazione di avere avuto davanti gente che l’altro ieri vo-tava PCI, ieri PSI e oggi Lega con l’unico scopo di fare i cazzi propri sempre e comunque.
Penso a quei vecchi tristi col fazzoletto verde al collo, impauriti per il futuro al punto da applaudire discriminazioni assurde pur di non ammettere che il vero problema sono loro, e non gli immigrati che pagano più tasse e contributi dei servizi che effettivamente ricevono.
Se oggi c’è un elettorato geriatrico con tanta voglia di tornare al passato per ritrovare sicurezza, benessere e serenità, la ragione è molto semplice: negli ul-timi 40 anni la generazione che mi ha preceduto si è mangiata tutto il paese, ha smesso di fare figli, e quei pochi che ha fatto li ha resi precari e sottomessi ad una casta di anziani inchiodati alle poltrone del potere.
Ma non è facile ammettere di aver rubato il futuro ai posteri: molto meglio dare la colpa a quelli che ci precedono nell’assegnazione dei servizi sociali del co-mune, magari perchè hanno una famiglia più numerosa della nostra, oppure perchè sono più poveri, bisognosi o disagiati. “Noi”, invece, siamo più bolognesi.
Ulisse Acquaviva Illustrazioni Pino Creanza
Manes Bernardini, candidato sindaco leghista per Bologna
30* n.6 n.6*31
ScaliaSpaccandoci in due al nord resterebbe il macigno Fiat.
Al sud i sussidi europei, la pizza e il turismo.
Proviamo a sfatare qualche mito secessionista. L’idea che molti hanno è che spaccando l’i-talia a metà ci ritroveremmo con
un nord estremamente evoluto e un centro–sud da terzo mondo. Nulla da dire sul nord, ma forse neanche il sud starebbe poi così male.
Il macigno FIAT non sarebbe più un problema di tutti: la fabbrica di auto da sempre è campata con aiuti di Stato producendo modelli mediocri in tec-nologia. Marchionne minaccerebbe la Marcega-glia e Berlusconi di lasciare il settentrione per aprire fabbriche a sud, dove ormai la Wolkswagen avreb-be il predominio del mercato grazie alla sapiente delocalizzazione di fabbriche (con ciclo di produ-zione completo) a Pomigliano e Termini Imerese. Dividendo la nazione in due andrebbero, ad esem-pio, divise le quote latte. Questo significa che 4000 migliaia di tonnellate di produzione spetterebbero alle vacche del “centro–sud” portando a un ulterio-re impoverimento degli allevatori padani con con-tinue rivolte e pressioni sul governo; governo il cui presidente sarebbe coinvolto da scandali sessuali
per aver fatto sesso con una minorenne e averle evitato la galera spacciandola per la nipote del pre-sidente della vicina Repubblica delle Due Sicilie.
La pasta sarebbe l’orgoglio nazionale sudista, as-sieme all’olio extra vergine e la pizza (quella vera solo made in Napoli). La Borsa di Milano non sarebbe poi così importan-te e il pil padano ammonterebbe, nella migliore delle ipotesi, a 700.000 milioni di Euro, 1,1 miliardi di dollari, facendo della Padania non la settima ma la quattordicesima potenza mondiale, subito dopo l’Australia e prima del Messico.
Al contrario il Centro–Sud si giocherebbe la quinta posizione al mondo per numero di turisti col Re-gno Unito (oggi la differenza di arrivi tra i due stati è di 15 milioni) mentre la Padania manterrebbe un certo appeal solo nel turismo invernale.
E fatela ‘sta Padania se avete il coraggio!
POP ECONOMY
Entrambe le Italie sarebbero fuori dal G7/G8/G10, e il basso PIL inciderebbe sulla stabilità finanziaria dei 2 Paesi. Infatti il debito può aumentare in ma-niera più che proporzionale rispetto al PIL: con 1,1 miliardi anche un rapporto debito/pil al 60% avrebbe un peso non indifferente (vedi Irlanda), con 2 miliardi anche il 110% va bene, in barba al mito che le dimensioni non contano. Gli introiti del Lotto favorirebbero il bilancio statale dell’Italia Sudista, e in più essendo una nazione re-lativamente povera, l’Unione Europea incremente-rebbe i sussidi, senza il rischio che questi vengano distratti verso multe per le quote latte non pagate.
Infine la scelta delle monete sarebbe catastrofica per la Padania: dell’attuale Euro potrebbero vanta-re soltanto i 2 cents con la Mole Antonelliana.Delle vecchie Lire ci sarebbero Colombo, Marco Polo, Alessandro Volta, Manzoni e Caravaggio, ma niente Verdi, Montessori, Galilei, Marconi, Anto-nello da Messina, Bellini, Alighieri, Michelangelo, Andrea del Castagno, Volta, Leonardo, Bernini, Bot-ticelli e Raffaello. Una disfatta culturale, che porterebbe Silvio Ber-lusconi a scatenare una guerra per riunificare le due Italie.
Flyfra
32* n.6 n.6*33
Kanjano
34* n.6 n.6*35
Luigi de Magistris, eurodeputato grazie (anche) ai voti del
blog come indipendente che subito dopo si è iscritto per coerenza a un partito. Sulla sua attività
europarlamentare tantissimi contavano, io per primo, per contrastare i fondi europei destinati alle mafie. In questi mesi è stato forse più
presente sui giornali e in televisione che nei banchi di Bruxelles.
L’europarlamento è un passaggio per traguardi più importanti e di grande visibilità.
Ah, la visibilità. Ah, la coerenza.
La Nutella
sconfitta dai nostri eurodeputati e forse da
qualche multinazionale straniera. La crisi mondiale può
aspettare, gli europarlamentari sono impegnati con il cioccolato.
A Bruxelles ci sono solo nutelle amare. A seguito della votazione, la Ferrero, in ottemperanza di precise tabelle
nutrizionali, dovrà applicare sui contenitori della Nutella avvertimenti a tutela del consumatore, magari del tipo: “Attenti contiene grassi” o “Nuoce gravemente alla
linea” con gravi ricadute sulla vendita.
Il giorno
dopo l’appoggio a De Luca come governatore della
Campania da parte di Antonio Di Pietro mi sono svegliato con la testa pesante, con
un senso di nausea. Per un partito che ha fatto delle mani pulite la sua bandiera, uno come
De Luca rappresenta un suicidio politico.
Fa termovalorizzatori con la Marcegaglia,
lascia in mano ai privati l’acqua pubblica, fa un ospedale privato con Don Verzè finanziato con
soldi pubblici.
Di chi è la Endemol? Di Silvio Berlusconi. Dunque
quando Saviano fa audience, a guadagnare è il Cavaliere. Se poi ci aggiungiamo che Saviano
lancia accuse a destra e a manca, senza però fare mai mezzo nome, è facile capire
perché Silvio goda come un riccio
Di Pietro
non ha saputo rinunciare ai voti clientelari,
non ha capito che perdendo qualche migliaio di voti buoni per ogni stagione e per ogni
bandiera avrebbe guadagnato molti più voti di giovani che per la Verità e per la Giustizia saranno
sempre pronti a combattere. (...) Invece dei passi avanti che mi attendevo, sono stati fatti dei
passi indietro e non accetterò più che le bandiere dell’IDV si mescolino
al simbolo delle Agende Rosse.
Io non ho fatto altro che porre
ad Ayala delle domande e quelle domande aspettano ancora risposta (...)
i non ricordo, le dichiarazioni ballerine, le memorie dimenticate, tipiche della scuola di pensiero mafioso, mi lasciano perplesso e rafforzano la mia convinzione. Come si fa a non
ricordarsi cosa si è fatto nel luogo ove era stata appena consumata una tragedia e con i corpi resi a brandelli da una violenza inaudita? Come è stato possibile
aggirarsi, magari facendo slalom sui corpi martoriati di Paolo e dei colleghi di scorta, per raggiungere uno spregevole fine? Rubare l’Agenda
Rossa di Paolo Borsellino.
nell’Idv oggi c’è
una spinosa e scottante “questione morale”,
che va affrontata con urgenza, prima che la stessa travolga questo partito e tutti i suoi
rappresentanti e rappresentati. Senza rese dei conti e senza pubbliche faide, crediamo
che mai come adesso il presidente Antonio Di Pietro debba reagire duramente e con
fermezza alla deriva verso cui questo partito sta andando per colpa di
alcuni.
È evidente a tutti che
la sua attività è in qualche modo
guidata da ben noti gruppi imprenditoriali e della
comunicazione che lavorano con lui.
È una persona che
crede che l’11 settembre sia stata una messinscena
da film di James Bond organizzata dagli americani e
che le scie bianche degli aerei sono in realtà un piano diabolico, sempre degli
americani, per il dominio del mondo
Quella di Grillo è una deriva di integralismo,
e si tratta a mio parere di un fenomeno piuttosto preoccupante. Io penso che la politica sia il campo della verità con la v
minuscola, ma se qualcuno pensa di avere la verità con la V maiuscola è chiaro che poi finisce per sentirsi Savonarola. Mi spiace che Grillo usi
un linguaggio così violento. Mi addolora la deriva distruttiva del suo impegno. No,
non riesco a capire la politica quando diventa, come in
questo caso, livore
Milena Gabanelli, la
falsa paladina della libera informazione RAI,
si comportò da carogna con Paolo Barnard schierandosi come uno stuoino
ai piedi dei suoi padroni di viale Mazzini quando negarono al giornalista di Report qualsiasi
appoggio legale in occasione di una citazione per danni.
Ha fatto scempio
del mandato elettorale di tanti italiani per scendere da Strasburgo a riprendersi il suo “giocattolo” preferito. Cos’è un
mandato elettorale? Un parcheggio temporaneo? Una cura ricostituente? E
costui, cioè Santoro, oggi sta in TV a bacchettare il malcostume della
politica (sic).
il 15 gennaio 1993 viene
arrestato Riina, dagli stessi uomini di Mori che sta trattando con
Ciancimino. È una coincidenza oppure Provenzano ha dato un aiutino? Sta di fatto che il ROS non perquisisce il covo di Riina, e lo lascia perquisire
alla Mafia
Non ha capito che il nemico è Salvatore Riina e i corleonesi.
Aiutatela e statele vicino... ma per favore non fatele rappresentare il popolo italiano. Chi fa carriera politica
utilizzando il cadavere dei propri parenti è persona spregevole
Chaplin diceva che il crimine paga solo alla grande.
Infatti. Io nelle parole e gli scritti di Saviano non ho mai trovato queste sottili distinzioni. Mentre
si rivolge in maniera educata e deferente al
nostro Presidente del Consiglio, suo editore,
con una “preghiera”, ai tempi della legge sul processo breve, tuona contro le belve
assetate di sangue seduti dietro una sbarra al processo “Spartacus”.
Ho scoperto un altro carattere
di Paolo Flores D’ Arcais: l’accidia, nel senso più biblico del termine:
negligenza nel fare il bene. Ha criticato la classe dirigente di IDV nel suo
complesso, senza fare alcuno sforzo per comprendere le difficoltà
del partito.
Vendola è stato da poco rieletto governatore
della Regione Puglia ciò è accaduto più per demeriti della coalizione del centrodestra, che si è
divisa al suo interno, che per meriti del centrosinistra che ha guidato la Regione nei precedenti cinque anni,
visto che molti assessori della sua giunta successivamente sono finiti sotto l’attenzione della magistratura per
aver fatto male il loro dovere. Lo invitiamo a svolgere seriamente il suo ruolo di governatore e a
non utilizzare il suo mandato come trampolino di
lancio personale.
Giulietto Chiesa è un irriconoscente,
è diventato eurodeputato solo perché gli ho lasciato il posto nel collegio Nord e mi sono candidato al Sud. Ora
comunque la parola passa all’ autorità giudiziaria: rivendica una quota dei rimborsi elettorali, ma dimentica che questi
vanno ai partiti e non ai singoli.
la pratica più diffusa sui blog è quella di
far circolare il proprio nome
denigrando quello degli
altri.
Caro Antonio, con questi mezzucci ti fai male da solo.
Cosa ci guadagni a manipolare un sondaggio? Sulla questione morale nell’Idv, il sito di MicroMega ha aperto un sondaggio a partire dalla lettera aperta dei tuoi
compagni di partito De Magistris, Alfano e Cavalli, che sottolineavano la necessità di una grande
opera di pulizia.
TuTTi conTro TuTTi
www.mamma.am
Le grafinchieste di
Nichi VeNdola
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l’ennesima malefatta dicarlo Gubitosa e VerdaNa MaNuzioi ritratti sono di Maurizio boscarol
Fa termovalorizzatori con la Marcegaglia,
lascia in mano ai privati l’acqua pubblica, fa un ospedale privato con Don Verzè finanziato con
soldi pubblici.
Io non ho fatto altro che porre
ad Ayala delle domande e quelle domande aspettano ancora risposta (...)
i non ricordo, le dichiarazioni ballerine, le memorie dimenticate, tipiche della scuola di pensiero mafioso, mi lasciano perplesso e rafforzano la mia convinzione. Come si fa a non
ricordarsi cosa si è fatto nel luogo ove era stata appena consumata una tragedia e con i corpi resi a brandelli da una violenza inaudita? Come è stato possibile
aggirarsi, magari facendo slalom sui corpi martoriati di Paolo e dei colleghi di scorta, per raggiungere uno spregevole fine? Rubare l’Agenda
Rossa di Paolo Borsellino.
È evidente a tutti che
la sua attività è in qualche modo
guidata da ben noti gruppi imprenditoriali e della
comunicazione che lavorano con lui.
È una persona che
crede che l’11 settembre sia stata una messinscena
da film di James Bond organizzata dagli americani e
che le scie bianche degli aerei sono in realtà un piano diabolico, sempre degli
americani, per il dominio del mondo
Quella di Grillo è una deriva di integralismo,
e si tratta a mio parere di un fenomeno piuttosto preoccupante. Io penso che la politica sia il campo della verità con la v
minuscola, ma se qualcuno pensa di avere la verità con la V maiuscola è chiaro che poi finisce per sentirsi Savonarola. Mi spiace che Grillo usi
un linguaggio così violento. Mi addolora la deriva distruttiva del suo impegno. No,
non riesco a capire la politica quando diventa, come in
questo caso, livore
Salvatore Borsellino
è un caso umano,
e non lo dico solo io.
Leggendo alcune delle
cose scritte da Attivissimo ho visto che
neanche lui ha risposte. Legge alcune cose, ma altre le ignora. E non va a fare verifiche di persona. Chi crede alla versione ufficiale
per principio è un gonzo.
Avendo una gestione
molto personalistica del partito, sa che il controllo dei finanziamenti è
fondamentale per continuare a garantirsi questo suo ruolo di padrone. E quindi perpetuare e allargare il suo
peso nella politica italiana. E lo fa senza badare né alla correttezza, né alla lealtà. Di Pietro
è semplicemente un pezzo della Casta
Milena Gabanelli, la
falsa paladina della libera informazione RAI,
si comportò da carogna con Paolo Barnard schierandosi come uno stuoino
ai piedi dei suoi padroni di viale Mazzini quando negarono al giornalista di Report qualsiasi
appoggio legale in occasione di una citazione per danni.
Tu non sei libero perché tu oggi
sei una Star; sei in prima serata TV, proprio nel luogo dove secondo te “...chi non ha il guinzaglio in questo momento non lavora e chi ci
lavora in un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha”. Sei lì anche tu, col megaschermo dietro
le spalle che amplifica il tuo verbo; giri l’Italia fra il tripudio dei fans club, che ti adorano; sei
un’Icona. Tutto questo è Potere. Una volta assaporato, non se ne può più fare a meno.
Ha fatto scempio
del mandato elettorale di tanti italiani per scendere da Strasburgo a riprendersi il suo “giocattolo” preferito. Cos’è un
mandato elettorale? Un parcheggio temporaneo? Una cura ricostituente? E
costui, cioè Santoro, oggi sta in TV a bacchettare il malcostume della
politica (sic).
il 15 gennaio 1993 viene
arrestato Riina, dagli stessi uomini di Mori che sta trattando con
Ciancimino. È una coincidenza oppure Provenzano ha dato un aiutino? Sta di fatto che il ROS non perquisisce il covo di Riina, e lo lascia perquisire
alla Mafia
Le critiche di Dal Lago e Sepe sono fondate sui fatti e sugli
scritti di Saviano? Non sempre, anzi quasi mai. Molto spesso partono da parole mai dette e da frasi mai scritte
da Saviano, o da citazioni monche di suoi libri, articoli e interviste. Dopodiché Saviano, non essendo un politico,
sceglie di confrontarsi con chi gli pare. Magari con giornalisti e scrittori,
e non con un pur bravo musicista.
Non c’era bisogno di scomodare lui per dire
che Falcone era un uomo giusto e per questo fu vilipeso in vita e beatificato post mortem: tutte
cose ampiamente risapute. Da Saviano ci si attende che parli dei vivi, non dei morti già santificati.
L’impressione è che, nel programma di Fazio e Saviano, si sia deciso di rinviare
ad altra data i temi più scottanti (mafia e Stato, trattative sulle stragi, monnezza e
politica camorrista, casi Dell’Utri, Cuffaro, Schifani)
Non ho tempo da
perdere dietro ai deliri di uno squinternato
che mi diffama su internet senza avermi mai visto né conosciuto con processi
alle intenzioni.
La decisione di appoggiare De Luca in Campania così come quella di allearsi nelle Marche con
l’Udc di Cuffaro è un tradimento
morale
Ormai parla come un giornalista pidiellino e ci sottopone
a un killeraggio mediatico. Ci accusa di non fare niente, ma sono sicura che Grillo non sa nulla
di quel che ho fatto in questi anni in Parlamento a Bruxelles, perché non
si informa.
L’ex pm, rispetto alla sua presenza
sul luogo dove vene ucciso Borsellino, ha realmente fornito quattro
versioni completamente differenti, ed è tutto agli
atti.
Per stornare le
indagini il Ros, con l’allora Capitano Ultimo,
anzichè catturare il boss catanese Santapaola, inseguì e
tentò di uccidere il figlio dell’imprenditore Imbesi
Quanto scrive Roberto Saviano sulla
storia di Peppino Impastato nel libro “La parola contro la camorra”
è assolutamente menzognero. In poche righe cancella più di trent’anni di lavoro portato
avanti dai familiari di Peppino, dai compagni e dal Centro di Documentazione. Ad esempio non è
stata Cosa Nostra ad aver diffuso la voce che si fosse trattato di un attentato
kamikaze ma il procuratore capo Martorana.
Annozero e le star che lo
promuovono sono il migliore
esercito di Riina, lo si capisce in maniera nitida guardando la puntata sulla mafia. Alla fine quelli che hanno combattuto la mafia
saranno, oltre agli attori di Annozero, il figlio di Ciancimino, i figli di Riina e magari
anche quelli di Provenzano e Brusca. Chissà, magari li troveremo anche
tutti insieme a fare lezione di legalità nelle scuole.
Non ha capito che il nemico è Salvatore Riina e i corleonesi.
Aiutatela e statele vicino... ma per favore non fatele rappresentare il popolo italiano. Chi fa carriera politica
utilizzando il cadavere dei propri parenti è persona spregevole
Chaplin diceva che il crimine paga solo alla grande.
Infatti. Io nelle parole e gli scritti di Saviano non ho mai trovato queste sottili distinzioni. Mentre
si rivolge in maniera educata e deferente al
nostro Presidente del Consiglio, suo editore,
con una “preghiera”, ai tempi della legge sul processo breve, tuona contro le belve
assetate di sangue seduti dietro una sbarra al processo “Spartacus”.
Ho scoperto un altro carattere
di Paolo Flores D’ Arcais: l’accidia, nel senso più biblico del termine:
negligenza nel fare il bene. Ha criticato la classe dirigente di IDV nel suo
complesso, senza fare alcuno sforzo per comprendere le difficoltà
del partito.
Vendola è stato da poco rieletto governatore
della Regione Puglia ciò è accaduto più per demeriti della coalizione del centrodestra, che si è
divisa al suo interno, che per meriti del centrosinistra che ha guidato la Regione nei precedenti cinque anni,
visto che molti assessori della sua giunta successivamente sono finiti sotto l’attenzione della magistratura per
aver fatto male il loro dovere. Lo invitiamo a svolgere seriamente il suo ruolo di governatore e a
non utilizzare il suo mandato come trampolino di
lancio personale.
Giulietto Chiesa è un irriconoscente,
è diventato eurodeputato solo perché gli ho lasciato il posto nel collegio Nord e mi sono candidato al Sud. Ora
comunque la parola passa all’ autorità giudiziaria: rivendica una quota dei rimborsi elettorali, ma dimentica che questi
vanno ai partiti e non ai singoli.
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PitaNo ultiMo*
carab iN i ere*interpretato da raoul boVa
Voi credete nei salvatori, ma è proprio da loro che dovete salvarvi.
Vi dovete redimere dall'idea che qualcuno possa venire a redimervi
uPPaluri GoPala KrishNaMurti
38* n.6 n.6*39
I giornalisti e i politici italiani hanno finalmente scoperto che un dittatore
e' un "dittatore" e che un regime autoritario e' un "regime". Noi abbiamo scoperto che un "giornalista", in Italia,
raramente e' un giornalista
Ora viene fuori che Muam-mar Gheddafi è un “dittatore”, a volte anche un “dittatore sanguinario”. Lo dicono tutti,
anche la televisione, cioè i politici di maggioran-za e opposizione. Dicono anche che in Egitto e Tunisia i rispettivi “regimi” sono stati spazzati via – o quasi – dalla rivolta popolare.Il povero cittadino lettore/spettatore avrà avuto un sussulto, una specie di choc: non è facile abi-tuarsi all’idea che un dittatore sia un “dittatore”.
Gheddafi, ad esempio, E’ stato finora “il leader li-bico”, o al massimo il “raìs”, parola strana, allusiva, ambigua, che fa pensare più a un capo generi-camente inteso che a un despota.Del resto il dittatore – pardon, il leader – libico è un socio d’affari del nostro paese, un amico per-sonale del premier, un despota – pardon, un raìs – gradito anche all’opposizione, che a suo tem-po non fece certo mancare i suoi voti all’accordo Roma–Tripoli, un patto – concepito per impedi-re con la forza a qualche migliaio di persone di prendere il mare verso l’Italia – che vìola buona parte delle leggi che tutelano i diritti umani e che sono il fondamento delle nostre – si perdoni l’improprio uso del termine – democrazie.Come si può essere amici di un “dittatore”, avran-
RISORGIMENTO LIBICO, DOPPIEZZA
ITALIANA
SCOOPERTE!
no pensato i nostri – pardon – democratici diri-genti politici? Meglio essere amici di un “leader” o tutt’al più di un “raìs”. Guarda caso, lo stesso grazioso pensiero avuto dalla – pardon – libera stampa.
Comuque tutto cambia, per fortuna. I giornali-sti e i politici italiani hanno finalmente scoperto che un dittatore è un “dittatore” e che un regime autoritario è un “regime”. Noi abbiamo scoperto che un “giornalista”, in Italia, raramente è un gior-nalista, e che un “leader politico”, in genere, è for-
se un leader ma non un politico. Se per politica s’intende qualcosa che abbia a che fare con la giustizia e con il tentativo, sia pure approssima-tivo, di dire la verità. Per queste scoperte, dob-biamo ringraziare i rivoluzionari libici, tunisini, egiziani.
Ricciotti Ricciotti
40* n.6 n.6*41
Pin
na
42* n.6 n.6*43
Bartolini
44* n.6 n.6*45
CENTOCINQUANTATERAPIA DI GRUPPO
46* n.6 n.6*47
Mamma INTERNATIONAL
Tom Tomorrow, al secolo Dan Perkins, è un fumet-tista statunitense che vive a New Haven, Connecti-cut. Il suo editoriale a fumetti “This Modern World” è pubblicato con frequenza settimanale su Salon.com e 80 quotidiani degli USA, tra cui il Village Voice, il San Francisco Bay Guardian e la Pittsburgh Post Ga-zette. I suoi lavori sono apparsi anche su New York Ti-mes, New Yorker, The Nation, Esquire, The Economist e molti altri periodici. Nel 1998 e nel 2003 ha vinto il premio di Giornalismo Robert F. Kennedy, collezio-nando molti altri premi giornalistici nel corso della sua carriera. Ha pubblicato otto libri di antologie dei suoi “Editorial Cartoons”, un libro per bambini e la copertina dell’album “Backspacer” dei Pearl Jam. In questi mesi Mamma! sta progettando con Dan la traduzione italiana di una raccolta dei suoi lavori.
Tom Tomorrow
Altre creazioni di Dan Perkins: poster di un concerto dei Pe-arl Jam e la copertina dell’album “Backspacer” (a destra).