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VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22.
DITTA: DI GIOVANNI SANTO E GIUNTA GRAZIA MARIA
Dicembre 2012
geologo
Salvatore Quattrocchi
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STUDIO GEOLOGICO
COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA
2
COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA
VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE
IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22.
RELAZIONE GEOLOGICA
SOMMARIO
1. PREMESSA 3
2. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL TERRITORIO 4
3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE 6
4. GEOLITOLOGIA 7
5. CENNI DI IDROGEOLOGIA 9
6. INDAGINI GEOGNOSTICHE IN SITU 11
6.1. PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE CONTINUE 11 6.2. PROSPEZIONE GEOFISICA CON IL METODO M.A.S.W. 11
7. CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE 15
8. PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE 17
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 20
3
Su incarico della ditta, Di Giovanni Santo e Giunta Grazia
Maria, è stato effettuato, previa consultazione della letteratura
specifica, lo studio geologico della porzione di territorio su
cui insiste il lotto di terreno, sito in Via della Concordia,
catastalmente identificato con le P.lle 1106-1107 e 1093 del Fg.
22.
Nello specifico, il lavoro è stato articolato nelle seguenti
fasi:
1. Rilevamento geolitologico di superficie dell’area con
restituzione su base cartografica in scala 1:2.000;
2. Ricostruzione della successione litologica di stretto
interesse, attraverso la consultazione di precedenti lavori
e le risultanze di due pozzetti geognostici realizzati in
situ;
3. Caratterizzazione e classificazione dei terreni presenti;
4. Valutazione di eventuali processi morfologici e loro stato
di attività.
Lo studio così strutturato ha consentito di definire:
a) Caratteristiche litologiche e morfologiche dell’area;
b) caratteristiche idrologiche e idrogeologiche generali;
c) eventuali superfici di discontinuità tra i terreni e loro
geometria;
d) stato di alterazione e/o fratturazione dei litotipi.
Per la definizione dei parametri di taglio dei terreni di
interesse, sono state realizzate due prove penetrometriche
dinamiche continue (din. 1 e din. 2), mediante penetrometro
medio, spinte rispettivamente fino alle profondità di metri 4,80
e 4,40 dal p.c.. Le prove suddette non sono state ulteriormente
approfondite a causa del rifiuto all’avanzamento dello scandaglio
penetrometrico.
Per defininire la categoria sismica del suolo di fondazione,
(D.M. 14/01/2008), è stata eseguita in sito una indagine sismica
di tipo M.A.S.W..
1. PREMESSA
4
L’area su cui insiste il sito di interesse è situata nel
territorio comunale di Milazzo, in Via della Concordia. In
cartografia ufficiale, I.G.M. in scala 1:25.000, ricade nella
tavoletta MILAZZO: F° 253 I S.W., mentre nella CTR Sicilia, scala
1:10.000, si colloca nella sezione 600040.
CARTA IGM
Fg. 253 MILAZZO
COORD. GEOGRAFICHE
Dal punto di vista morfologico appartiene all’ ambiente di
piana alluvionale ed è ubicata tra i torrenti Mela e Floripotema,
ad una quota di circa 57-58 m s.l.m..
Il reticolo idrografico locale, ad eccezione dei due corsi
d’acqua sumenzionati, considerata l’alta permeabilità dei terreni
ivi presenti e la morfologia sub-pianeggiante che caratterizza i
luoghi, è poco marcato con linee di impluvio per lo più
rettilinee, discontinue ed effimere.
L’area di stretto interesse, tenuto conto della natura
pianeggiante e delle caratteristiche litologiche che la
contraddistinguono, ad oggi non è soggetta a prevedibili fenomeni
morfoevolutivi, pertanto si ritiene la stessa caratterizzata da
un assetto morfologico stabile e duraturo. Non si rinvengono
2. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL TERRITORIO
Area di progetto
Lat.: 38.179
Long.: 15.261
Stralcio non in scala
5
inoltre neanche eventuali rischi e/o pericoli di natura
idraulica.
Quanto sopra viene suffragato anche dal Piano Assetto
Idrogeologico (P.A.I.), redatto dall’Assessorato Territorio e
Ambiente – Regione Sicilia, il quale identifica l’area come
libera da qualsiasi vincolo idrogeologico ed idraulico.
PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)
STRALCIO CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO GEOMORFOLOGICO –C.T.R. 600040–
STRALCIO CARTA DEL RISCHIO IDRAULICO PER FENOMENI DI ESONDAZIONE–C.T.R. 600040–
Sito di progetto
Sito di progetto
6
L’area oggetto di studio fa parte dell’Arco Calabro-
Peloritano il quale secondo Giunta et alii,1998, affiora oggi in
uplift recente, controllato da complicati sistemi di faglie che
spesso hanno obliterato i precedenti rapporti di sovrapposizione
tra le varie unità che costituiscono l’impalcatura alpina
dell’edificio tettonico.
L’Arco Calabro-Peloritano interrompe la continuità della
Catena Appennino-Maghrebide ed ha subito, soprattutto durante il
Mesozoico, un’evoluzione
tettono-sedimentaria
simile a quella dei
settori occidentali
della Sicilia, ovvero,
durante il Giurassico si
è avuto un sistema
alternato di bacini e
piattaforme progradanti
su basamento
cristallino-metamorfico.
In seguito, tra
l’Oligocene e il
Miocene, si ha
l’evoluzione Alpina dei
Monti Peloritani con
strutturazione
dell’edificio tettonico,
con sviluppo graduale di sovrascorrimenti ad alto angolo e pieghe
ad esse associati. L’ordine tettonico- sequenziale in parte
ipotetico, secondo Giunta et alii,1998, viene così schematizzato
e riassunto:
1) Sistema di sovrascorrimenti in ramp e flat che ha prodotto
la sovrapposizione tra le diverse Unità più interne.
2) Ulteriore sviluppo di sovrascorrimenti durante il Miocene
inferiore che ha prodotto l’inviluppo delle precedenti geometrie,
con il coinvolgimento di successione terrigene di avanfossa.
3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE
7
3) Sistema di faglie inverse ad angolo elevato che determina un
breaching delle strutture precedenti.
4) Sistema di faglie strike-slip, attive dal Pliocene superiore
e durante il Pleistocene, variamente orientate con superfici
di taglio semplice grossomodo ad andamento N.W.- S.E.
5) Sistema di faglie estensionali a varia inclinazione e ad
immersione tirrenica a cui è connesso l’incremento in uplift
dell’orogene attuale.
In particolare la Catena Peloritana presenta uno stile
tettonico a falde di ricoprimento, impilatesi in prossimità del
limite Eocene-Oligocene, avente assetto monoclinalico ad
immersione tirrenica, a prevalente componente N.-N.E., con due
depressioni in corrispondenza degli allineamenti Patti-Floresta e
Castroreale Terme-Francavilla di Sicilia,comprese tra gli alti
strutturali di Longi e di Taormina. Pertanto le Unità
stratigrafico-strutturali affiorano, dalle più basse nella parte
meridionale alle più alte nella parte settentrionale della
Catena, al di sotto di una estesa coltre terrigena Cenozoica, in
fasce allungate in direzione W.NW.-E.SE. più o meno ampie e
discontinue.
I rilevamenti di campagna, le risultanze delle indagini
dirette ed indirette eseguite in sito, nonchè le esperienze
maturate in precedenti studi, hanno permesso di definire le
caratteristiche geolitologiche dell’area in cui ricade il sito di
interesse.
Nella fattispecie essa è costituita esclusivamente da
terreni noti in letteratura come “depositi alluvionali recenti”.
Di seguito si riporta una breve descrizione dei suddetti terreni.
Depositi alluvionali recenti
Depositi incoerenti in facies fluvio-deltizia, talora
terrazzati, costituiti in prevalenza da ghiaie, sabbie, limi e
conglomerati decementati in abbondante matrice sabbioso-limosa.
Tali litotipi presentano stratificazione spesso irregolare e mal
4. GEOLITOLOGIA
8
distinta. I ciottoli inglobati nella matrice limoso-sabbiosa
presentano un discreto grado di arrotondamento, testimoni di un
lungo trasporto, ed uno scarso grado di selezione (sorting), il
quale denota un ambiente deposizionale ad elevata energia.
La loro composizione mineralogica rispecchia le
caratteristiche dei rilievi presenti a monte, dai quali derivano,
e precisamente risultano costituiti da elementi cristallini, i
quali presentano una buona resistenza all’erosione ed all’usura
derivata dal trasporto fluviale. Dal punto di vista stratigrafico
tali terreni presentano, a causa delle modalità deposizionali
accennate sopra, frequenti eteropie di facies sia in orizzontale
che in verticale, con interdigitazioni e lenti ghiaoso-sabbiose
all’interno di limi-sabbiosi e sabbie-limose.
Sulla verticale del sito di interesse, giusto quanto accertato
con i pozzetti geognostici realizzati in sito e tenuto conto dei
dati delle indagini eseguite, si riscontra la presenza di due
strati, distinti sulla base delle loro caratteristiche
granulometriche e geomeccaniche. Il primo strato o livello, con
spessore di circa 1,50 metri (dal p.c. a 1,50 m. di profondità
circa), è costituito da limi, limi sabbiosi e sabbie limose
prevalenti. Il secondo è costituito prevalentemente da sabbie
medio-grosse con ghiaie alternate a livelli e lenti ghiaoso-
ciottolose e presenta caratteristiche geomeccaniche via via
crescenti con la profondità. Lo spessore locale delle alluvioni,
giusto quanto verificato attraverso perforazioni per ricerche
idriche eseguite nei dintorni, è valutabile in circa 40-45 metri.
Al di sotto delle alluvioni si riscontrano depositi in facies via
via più argillosa.
9
La circolazione delle acque sotterranee é legata al grado di
permeabilità dei terreni, ovvero alla capacità che essi hanno di
lasciarsi attraversare dai fluidi in condizioni normali di
temperatura e pressione. La permeabilità dipende strettamente da
caratteristiche peculiari quali porosità e/o fratturazione del
litotipo, inoltre, essa può essere fortemente condizionata dalla
distribuzione areale dei litotipi, dalla loro disposizione
geometrica nonché dalle strutture tettoniche locali.
Si definiscono impermeabili tutte quelle rocce in cui non
hanno luogo percettibili movimenti d’acqua, per mancanza di pori
e/o fessure sufficientemente grandi, roccia compatta, argille,
etc., o per mancanza di interconnessione tra i vuoti.
Si definiscono invece permeabili rocce porose e/o fratturate
i cui i vuoti risultino essere intimamente interconnessi.
Le rocce permeabili possono essere distinte in due grandi
categorie:
• Rocce permeabili per fessurazione
• Rocce permeabili per porosità
La permeabilità per porosità è anche detta permeabilità
primaria ed è singenetica, ovvero i pori si formano durante la
diagenesi dei sedimenti; essa interessa prevalentemente le rocce
sedimentarie.
La permeabilità per fessurazione, invece, viene anche
definita permeabilità secondaria ed è postdiagenetica; essa
interessa sia le rocce sedimentarie sia le rocce di natura
diversa.
Per le rocce permeabili per fessurazione bisogna distinguere:
Rocce solubili all’acqua
Rocce insolubili all’acqua
Nella prima categoria rientrano le rocce evaporitiche le
quali, essendo solubili all’acqua, subiscono un ampliamento delle
fessure e degli interstizi per dissoluzione che produce un
aumento generale della permeabilità (permeabilità crescente).
Nella seconda invece rientrano le rocce con scarsa solubilità
5. CENNI DI IDROGEOLOGIA
10
all’acqua, ove la permeabilità, se non rimane costante,
diminuisce nel tempo a causa dei prodotti di alterazione
trasportati dall’acqua che tendono ad occludere le fessure.
Dal punto di vista idrogeologico i terreni dell’area in
studio sono dotati di permeabilità primaria con K (coefficiente
di permeabilità) che dipende dalla granulometria del sedimento,
dalla geometria, impacchettamento e grado di selezione dei
granuli e dalla presenza o meno di matrice pelitica
interstiziale.
Il valore del coefficiente di permeabilità per tali
sedimenti varia da valori elevati (K>10-1 cm/sec) a valori medio-
bassi (K<10-4 cm/sec) in funzione della prevalenza delle classi
granulometriche più grossolane sui fini e viceversa.
Le misurazioni della piezometrica nei pozzi esistenti in
zona, effettuate in vari periodi dell’anno, hanno rilevato la
presenza di un primo acquifero a falda libera, alquanto
discontinuo, con livello statico attestato a profondità mai
inferiore ai 40 metri dal p.c.. Lo stesso livello statico si
abbassa sensibilmente nei periodi più asciutti dell’anno.
11
Al fine di acquisire una conoscenza geologico-tecnica dei
terreni di stretto interesse, oltre alla consultazione di
precedenti indagini, eseguite per altri lavori nelle vicinanze
del sito di progetto, sono state realizzate due prove
penetrometriche dinamiche continue spinte alle profondità di
metri 4,80 e 4,40 dal p.c..
Le prove sono state eseguite mediante penetrometro medio tipo
DL_030 avente le seguenti caratteristiche:
- massa battente Kg 30;
- altezza di caduta libera cm 20;
- punta conica con sezione cm2 10;
- peso delle aste 2,4 Kg/ml.
L’indagine consiste nel misurare il numero di colpi
necessario per infiggere nel terreno lo scandaglio
penetrometrico, per tratti di 10 cm, sotto la spinta di una massa
battente di 30 Kg e con volata costante di 20 cm.
I risultati di dette indagini sono visibili nelle tabelle e
nei diagrammi di avanzamento riportati in appendice (All.3).
Per il diagramma si ha in ascissa il numero N di colpi ed in
ordinata la profondità.
6.2. Prospezione geofisica con il metodo M.A.S.W. Per la identificazione della categoria sismica del suolo di
fondazione è stata eseguita, in situ, una indagine sismica tipo
M.A.S.W..
-Multichannel analisys of surface waves (M.A.S.W.)-
Ai sensi della nuova normativa sismica italiana, introdotta
con l’O.P.C.M. 3274 del 20/03/03, successivamente ripresa nel
testo unico sulle costruzioni del 14.01.2008 è necessario
valutare la “Pericolosità Sismica di Base” per la determinazione
dell’Azione Sismica di Progetto. In mancanza di studi e/o
analisi, per la definizione dell’azione sismica si può fare
riferimento ad un approccio semplificativo che si basa
sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento,
6. INDAGINI GEOGNOSTICHE IN SITU
6.1. Prove penetrometriche dinamiche continue
12
come da Tab. 3.2.II del succitato D.M.. La classificazione del
suolo è convenzionalmente eseguita sulla base della velocità
media equivalente di propagazione delle onde di taglio entro 30 m
di profondità (Vs30).
La pericolosità sismica di base deve tener conto del valore
di ag (accelerazione di picco in superficie del sito),
determinato sulla base di idonei grafici e tabelle (progetto S1
– INGV), che fanno riferimento a suolo di tipo A, cioè roccia
affiorante o suolo omogeneo molto rigido, per il quale il moto
sismico al bedrock non subisce variazioni sostanziali.
In presenza di suoli di tipo B, C, D, E, S1 ed S2 il moto
sismico in superficie risulta modificato rispetto al moto sismico
al bedrock, in funzione dell’intensità e del contenuto in
frequenza dell’input sismico, delle caratteristiche elastiche e
dello spessore del suolo attraversato dalle onde sismiche per
giungere in superficie. Pertanto per valutare l’accelerazione
sismica spettrale in presenza delle categorie di suolo anzidette
la normativa introduce un fattore di amplificazione S ed un
periodo di oscillazione T che definiscono lo spettro di risposta
di un oscillatore semplice caratterizzato da smorzamento pari al
5%.
Il metodo MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) è
una tecnica di indagine non invasiva che individua il profilo di
velocità delle onde di taglio verticali Vs, basandosi sulla
misura delle onde superficiali fatta in corrispondenza di diversi
geofoni posti sulla superficie del suolo. Recenti studi, infatti,
hanno consentito di creare un modello matematico basandosi
sull’analisi delle onde di Rayleigh, che viaggiano con una
velocità correlata alla rigidezza della porzione di terreno
interessata dalla propagazione delle onde. Il metodo si basa
sull’analisi spettrale del sismogramma, mediante trasformata di
Fourier, che restituisce lo spettro del segnale. In un mezzo
stratificato le onde di Rayleigh sono dispersive in quanto si
propagano con diverse velocità di fase e velocità di gruppo alle
varie lunghezze d’onda (Achenbach, J.D., 1999, Aki, K. and
13
Richards, P.G., 1980 ) o detto in maniera equivalente la velocità
di fase (o di gruppo) apparente delle onde di Rayleigh dipende
dalla frequenza di propagazione. La natura dispersiva delle onde
superficiali è correlabile al fatto che onde ad alta frequenza si
propagano negli strati più superficiali e quindi danno
informazioni sui primi metri di profondità invece onde a bassa
frequenza si propagano negli strati più profondi e quindi
interessano spessori maggiori di terreno.
La strumentazione utilizzata per l'esecuzione dell’indagine
MASW è consistita in:
N° 1 Registratore/sismografo multicanale “AMBROGEO ECHO 12-
24/2002” a memoria incrementale, gestito da un microprocessore,
con ventiquattro canali di acquisizione simultanea, scale dei
tempi variabili e incremento di segnale variabile per ogni
canale;
N°1 Computer portatile;
N°12 Ricevitori: Geofoni (4,5HZ);
N°1 Cavo sismico 12 tracce, 60 m, intervallo 5m, con
connettori NK2721C e attacchi doppi;
N°1 Mazza di battuta kg 10 con starter;
N°1 Piattello di battuta in alluminio (dimensioni 20x20x5 cm).
Il sismografo consente l’amplificazione sia statica che
dinamica del segnale; quella dinamica (regolazione del guadagno)
permette di amplificare il segnale nel suo insieme, compreso il
rumore di fondo. La statica può essere utilizzata dopo
l’acquisizione del segnale per evidenziare maggiormente l’inizio
della perturbazione, in quanto opera una variazione di scala
delle ordinate esclusivamente in fase di visualizzazione. Per
esaltare il segnale rispetto al rumore di fondo è possibile
inoltre sommare in memoria più tracce riferite alla stessa coppia
energizzatore - geofono (stacking). Poiché il rumore è casuale
mentre il segnale è costante, tale sommatoria finisce per
esaltare quest’ultimo a scapito del disturbo. Inoltre, al fine di
ottenere il migliore segnale possibile, lo strumento è dotato di
opportuni filtri passa banda. L'energizzazione del terreno è
14
avvenuta, in funzione della lunghezza degli stendimenti adottati,
tramite l’utilizzo di una massa battente del peso di 10 Kg.
L’inizio della registrazione viene comandato al sismografo
dalla ricezione di un impulso elettrico generato da un sensore
piezoelettrico collocato nella mazza, caratterizzato da ritardo
zero.
La disposizione dei geofoni è stata di tipo lineare con
punti di scoppio e ricevitori collocati lungo una linea retta; la
distanza tra i geofoni è stata di 2 m, la sorgente è stata posta
a -2,00 m, a -4,00 m e a -6,00 m dal primo e dall’ultimo geofono.
Per l’intervallo e la durata di acquisizione sono stati scelti
quei valori che visivamente hanno fornito la curva di dispersione
più facile da individuare.
L’interpretazione dei dati di campagna è stata effettuata
mediante opportuno programma di interpretazione ed è consistita
nelle seguenti tre fasi:
La prima fase prevede il calcolo della velocità di fase (o
curva di dispersione) apparente sperimentale.
La seconda fase consiste nel calcolare la velocità di fase
apparente numerica.
La terza ed ultima fase consiste nell’individuazione del
profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs,
modificando opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde
di taglio Vs e di compressione Vp (o in maniera alternativa alle
velocità Vp è possibile assegnare il coefficiente di Poisson ν),
e la densità di massa γ degli strati che costituiscono il modello
del suolo, fino a raggiungere una sovrapposizione ottimale tra la
velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la
velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente
al modello di suolo assegnato.
Il modello di suolo e quindi il profilo di velocità delle
onde di taglio verticali possono essere individuati con procedure
manuali o con procedure automatiche o con una combinazione delle
due.
Generalmente si assegnano il numero di strati del modello,
15
il coefficiente di Poisson, le densità di massa e si variano lo
spessore h e le velocità Vs degli strati.
Nella procedura manuale si assegnano per tentativi diversi
valori delle velocità Vs ( all’interno del range di dispersione)
e degli spessori h, cercando di avvicinare le curve di
dispersione numeriche alle curve di dispersione sperimentale.
In genere quando l’errore relativo tre curve sperimentale e
curve numeriche é comprese tra il 5% e il 20% si ha un
soddisfacente accordo tre le due curve ed il profilo di velocità
delle onde di taglio Vs e quindi il tipo di suolo sismico
conseguente rappresenta una soluzione valida da un punto di vista
ingegneristico.
Dopo aver determinato il profilo di velocità delle onde di
taglio verticali Vs è possibile procedere al calcolo della
velocità equivalente Vs30 nei primi 30 m di profondità e quindi
individuare le categorie sismiche del suolo.
In appendice (All.3) si riportano, diagrammi, grafici,
tabelle ed i risultati relativi alla sudetta prova M.A.S.W..
7. CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE
Per la definizione
delle caratteristiche
geomeccaniche dei
materiali indagati con
prove penetrometriche
dinamiche continue è
necessario adottare
prima un coefficiente
correttivo in base alla
resistenza specifica
dei vari livelli;
Vannelli – Benassi
(1983) per terreni
granulari:
77.0 /NN 10spt ≤
(2)( 1 ) (3)
1) Peck
- Hanson
- T h o r b u r n
2) Mheyerhof
(<
5%
S a b b i a
f i n e
e l i m o)
3)
Mheyerhof (>
5 %
S a b b i a
f i n e
e
l i m o)
0 10 20 3 0 4 0 50 60
20°
25°
30°
35°
40°
45°
Nspt
A n g o
l o d ‘
a t t r i t o I
n t e r n o
φ
Fig. n.1
16
Definizione parametri geomeccanici
Angolo d'attrito (Φ)
Il valore dell'angolo d'attrito interno di picco in situ (Φ)
in termini di sforzi efficaci, viene ricavato dalle correlazioni
proposte da MEYERHOF (1) per sabbie con presenza di fini maggiore
o inferiore al 5% e da PECK - HANSON - THORNBURN (2) (fig. n 1)
nonché dalle relazioni qui sotto riportate, proposte da YUKITAKE
SHIOI e JIRO FUKUNI (3) (1982) in accordo con la JAPONESE
NATIONAL RAILWAY (4):
Modulo di deformabilità Un valore attendibile del modulo
elastico (E) può essere rilevato dalla relazione proposta da
DENVER (1982) sulla scorta delle esperienze di D'APOLLONIA (1970)
WEBB (1970) ed altri:
Curva
S1
(Kg/cm2)
S2
(Kg/cm2)
Note Riferimento
1
2
3
4
5
7.56
10.45
5.17
4.78
3.16
187.5
367.9
74.6
71.7
15.8
Sabbia e ghiaia NC
Sabbia SC
-----
Sabbia satura
Sabbia argillosa
D’Apollonia et Al., 1970
“” “”
Schultze & Menz.,1961
Webb, 1970
Webb, 1970
Sulla scorta dei dati delle indagini eseguite, sono stati
estrapolati per i terreni presenti sulla verticale del sito i
seguenti valori di caratteristiche geomeccaniche:
273.0 += sptNϕ15*15 += sptNϕ
21 * SNSE spt +=
MODU
LO D
I YOU
NG E
(Kg/
cm)2
E= S N + S1 spt 2
NSPT
0 20 40 60 80 100
200
600
800
1000
400
17
• Orizzonte (A) – dal p.c. fino a m 1,50 circa
(Limi, limi sabbiosi e sabbie limose prevalenti)
- peso di volume saturo γ = 18,6 KN/m3
- angolo di attrito efficace φ’ = 25°
- coesione non drenata cu = 0.00 KPa
- Modulo di deformazione drenato E’= 250 Kg/cm2 ≈ 24,60 MPa
• Orizzonte (B) – da m 1,50 in poi
(sabbie medio-grosse con ghiaie alternate a livelli e lenti
ghiaoso-ciottolose)
- peso di volume saturo γ = 19,8 KN/m3
- angolo di attrito efficace φ’ = 35°
- coesione non drenata cu = 0.00 KPa
- Modulo di deformazione drenato E’= 500 Kg/cm2 ≈ 49,10 Mpa
La zonizzazione sismica (caratterizzazione sismica locale)
consiste nell’identificare aree a risposta omogenea rispetto al
rischio sismico, attraverso l’individuazione di un insieme di
criteri volti a minimizzare gli effetti di un terremoto.
Il comportamento di un sito, quando interessato da un evento
sismico, dipende da molteplici fattori:
- geolitologici;
- geomorfologici;
- idrogeologici;
- geofisica locale, ed altri ancora.
Gli effetti che si manifestano durante un sisma possono
essere molto diversificati in località tra loro anche vicine, a
causa di una differente risposta sismica locale.
Le caratteristiche con cui si presenta un sisma, in un dato
sito, sono fortemente dipendenti, oltre che dalle proprietà
sismotettoniche e dalle modalità di rilascio dell’energia alla
sorgente, anche dal percorso di propagazione delle onde sismiche
8. PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE
18
e da fattori di risposta locale che modificano la composizione
spettrale dello stesso.
o Criteri e metodologie per la determinazione della risposta del sito
La risposta sismica di un area è funzione di diversi fattori
concomitanti, di ciò bisogna tener conto valutando se questi
rappresentano un fattore di amplificazione. Aree ad elevata
acclività, zone di cresta, di scarpata, di dorsale etc. possono
dare origine a fenomeni di rifrazione o focalizzazione delle onde
sismiche che determinano concentrazioni locali di sollecitazione
dinamica tali da esaltare gli effetti di un terremoto. Allo
stesso modo, aree interessate da discontinuità tettoniche e da
sistemi di fratturazione in genere, che rappresentano elementi di
debolezza, di disomogeneità e/o anisotropia, sono interessate dai
medesimi effetti.
In tali zone è presumibile che si determinano meccanismi di
assorbimento, di trasferimento e di concentrazione degli sforzi
dinamici che, indipendentemente dalla potenzialità sismogenetica,
possono determinare una esaltazione dell’ampiezza delle onde
sismiche. A tali fattori va aggiunta la rigidità sismica che
rappresenta un parametro legato all’incidenza dei danni; questi
ultimi tendono a diminuire all’aumentare del modulo G dei
terreni.
o riferimenti normativi e categorie di suoli
La nuova normativa sismica italiana, come riportato nel D.M.
14/01/2008 “Norme Tecniche sulle Costruzioni”, definisce l’azione
sismica di progetto basandosi sulla categoria sismica di suolo su
cui sarà realizzata l’opera.
La classificazione del suolo è convenzionalmente eseguita
sulla base della velocità media equivalente di propagazione delle
onde di taglio entro 30 m di profondità (Vs30).
Per Vs30 si intende, quindi, la media pesata delle velocità
delle onde S negli strati fino a 30 m di profondità, misurati dal
piano di posa della fondazione.
Questa, viene calcolata secondo la seguente relazione
definita al punto 3.2.2 delle citate NTC:
19
Sulla base del suddetto valore vengono individuate le
categorie di suolo riportate nella tabella seguente ed in
generale il fenomeno dell’amplificazione diventa più accentuato
passando dalla classe A alla classe E.
A A m m a s s i r o c c i o s i a f f i o r a n t i o t e r r e n i m o l t o r i g i d i c a r a t t e r i z z a t i d a v a l o r i d i V s , 3 0 s u p e r i o r i a 8 0 0 m / s , e v e n t u a l m e n t e c o m p r e n d e n t i i n s u p e r f i c i e u n o s t r a t o d i a l t e r a z i o n e , c o n s p e s s o r e m a s s i m o p a r i a 3 m .
B
R o c c e t e n e r e e d e p o s i t i d i t e r r e n i a g r a n a g r o s s a m o l t o a d d e n s a t i o t e r r e n i a g r a n a f i n a m o l t o c o n s i s t e n t i c o n s p e s s o r i s u p e r i o r i a 3 0 m , c a r a t t e r i z z a t i d a u n g r a d u a l e m i g l i o r a m e n t o d e l l e p r o p r i e t à m e c c a n i c h e c o n l a p r o f o n d i t à e d a v a l o r i d i V s , 3 0 c o m p r e s i t r a 3 6 0 m / s e 8 0 0 m / s ( o v v e r o N S P T , 3 0 > 5 0 n e i t e r r e n i a g r a n a g r o s s a e c u , 3 0 > 2 5 0 k P a n e i t e r r e n i a g r a n a f i n a ) .
C
D e p o s i t i d i t e r r e n i a g r a n a g r o s s a m e d i a m e n t e a d d e n s a t i o t e r r e n i a g r a n a f i n a m e d i a m e n t e c o n s i s t e n t i c o n s p e s s o r i s u p e r i o r i a 3 0 m , c a r a t t e r i z z a t i d a u n g r a d u a l e m i g l i o r a m e n t o d e l l e p r o p r i e t à m e c c a n i c h e c o n l a p r o f o n d i t à e d a v a l o r i d i V s , 3 0 c o m p r e s i t r a 1 8 0 m / s e 3 6 0 m / s ( o v v e r o 1 5 < N S P T , 3 0 < 5 0 n e i t e r r e n i a g r a n a g r o s s a e 7 0 < c u , 3 0 < 2 5 0 k P a n e i t e r r e n i a g r a n a f i n a ) .
D
D e p o s i t i d i t e r r e n i a g r a n a g r o s s a s c a r s a m e n t e a d d e n s a t i o d i t e r r e n i a g r a n a f i n a s c a r s a m e n t e c o n s i s t e n t i , c o n s p e s s o r i s u p e r i o r i a 3 0 m , c a r a t t e r i z z a t i d a u n g r a d u a l e m i g l i o r a m e n t o d e l l e p r o p r i e t à m e c c a n i c h e c o n l a p r o f o n d i t à e d a v a l o r i d i V s , 3 0 i n f e r i o r i a 1 8 0 m / s ( o v v e r o N S P T , 3 0 < 1 5 n e i t e r r e n i a g r a n a g ro s s a e c u , 3 0 < 7 0 k P a n e i t e r r e n i a g r a n a f i n a ) .
E T e r r e n i d e i s o t t o s u o l i d i t i p o C o D p e r s p e s s o r e n o n s u p e r i o r e a 2 0 m , p o s t i s u l s u b s t r a t o d i r i f e r i m e n t o ( c o n V s > 8 0 0 m / s ) .
S1 D e p o s i t i d i t e r r e n i c a r a t t e r i z z a t i d a v a l o r i d i V s , 3 0 i n f e r i o r i a 1 0 0 m / s ( o v v e r o 1 0 < c u , 3 0 < 2 0 k P a ) , c h e i n c l u d o n o u n o s t r a t o d i a l m e n o 8 m d i t e r r e n i a g r a n a f i n e d i b a s s a c o n s i s t e n z a , o p p u r e c h e i n c l u d o n o a l m e n o 3 m d i t o r b a o d i a r g i l l e a l t a m e n t e o r g a n i c h e .
S2 D e p o s i t i d i t e r r e n i s u s c e t t i b i l i d i l i q u e f a z i o n e , d i a r g i l l e s e n s i t i v e o q u a l s i a s i a l t r a c a t e g o r i a d i s o t t o s u o l o n o n c l a s s i f i c a b i l e n e i t i p i p r e c e d e n t i .
L’indagine sismica di tipo M.A.S.W. ha individuato la
presenza di sei sismostrati, aventi caratteristiche sismiche ben
distinte, ed un valore di VS30, calcolato giusto quanto disposto
dal punto 3.2.2 delle NTC (D.M. 14/01/2008), pari a 473 m/s.
Stante ciò, il suolo di fondazione è associabile alla categoria
sismica “B”, con valori di VS30 compresi tra 360 e 800 m/s.
In allegato si riportano i diagrammi, le tabelle ed i
profili relativi all’indagine (M.A.S.W.) effettuata.
o condizioni topografiche
Per le condizioni topografiche locali, valutabili com
configurazioni superficiali semplici, come dettato dal DM
14/01/2008, è possibile adottare la seguente classificazione
(Tab. 3.2.IV del DM):
20
Tabella 3.2.IV – Categorie topografiche Categoria Caratteristiche della superficie topografica
T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15°
T2 Pendii con inclinazione media i > 15°
T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15° ≤ i ≤ 30°
T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i > 30°
Pertanto, il sito di stretto interesse, caratterizzato da
morfologia subpianeggiante a configurazione superficiale
semplice, va collocato nella categoria “T1” (superficie
pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i≤
15°).
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
In seguito a quanto sin qui riportato è possibile riassumere
le seguenti considerazioni conclusive.
• Il lotto di interesse è caratterizzato dalla presenza di
terreni noti in letteratura specialistica come “alluvioni
recenti”.
• I terreni suddetti, caratterizzati dalla presenza di limi e
sabbie limose passanti a sabbie medio-grosse con ghiaie
alternate a livelli e lenti ghiaoso-ciottolose, sono dotati di
buone caratteristiche di stabilità e portanza.
• L’area in esame è caratterizzata da morfologia pianeggiante
e non risulta interessata, ad oggi, da fenomeni morfoevolutivi
di alcun tipo.
• Così come riportato anche nella cartografia tematica del
Piano Assetto idrogeologico (P.A.I.), redatto dall’Assessorato
Territorio e Ambiente – Regione Sicilia, il lotto risulta
scevro da qualsiasi vincolo geomorfologico ed idraulico.
• Sulla verticale del sito si riscontra la presenza di un
acquifero a falda libera, alquanto discontinuo e frazionato, il
cui livello statico si attesta mediante intorno ai 45 metri di
profondità dal p.c..
• Il sito in studio, ai sensi del DM 14/01/2008 “Norme
Tecniche sulle Costruzioni”, caratterizzato da morfologia
21
subpianeggiante a configurazione superficiale semplice, va
collocato nella categoria topografica “T1” e rientra nella
categoria sismica di suolo “B”, con VS30 pari a 473 m/s, giusto
quanto riscontrato dalla indagine M.A.S.W. eseguita in sito.
Geologo
QUATTROCCHI Salvatore
22
COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA
VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE
IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22.
ELABORATI GRAFICI
All.1 -Carta geolitologica
All.2 -Stralcio Mappa Catastale
All.3 Indagini geognostiche
• Prove penetrometriche dinamiche –Diagrammi e tabelle-
• Prospezione geofisica con il metodo M.A.S.W. –Diagrammi,
tabelle, grafici-
INDAGINI GEOGNOSTICHE –All.3-
Prove penetrometriche dinamiche (Din.1 e Din.2) Diagrammi e tabelle
Elaborazione indagine M.A.S.W. Tracce misurate – spettro – curva di dispersione sperimentale –
Allegato A – Elaborazione indagine MASW
A ‐ Dati sperimentali Numero di ricevitori ............................................................................................... 12 Distanza tra i sensori: ............................................................................................ 0m Numero di campioni temporali........................................................................... 7651 Passo temporale di acquisizione......................................................................0.13ms Numero di ricevitori usati per l’analisi................................................................... 12 L’intervallo considerato per l’analisi comincia a .................................................0ms L’intervallo considerato per l’analisi termina a ............................................2000ms
I ricevitori sono invertiti (l’ultimo ricevitore nel file è il primo per l’analisi)
Figura 1: Tracce sperimentali
B ‐ Risultati delle analisi
Frequenza finale .................................................................................................42Hz Frequenza iniziale.................................................................................................2Hz
Figura 2: Curva dispersione sperimentale
C - Curva di dispersione
Freq. [Hz] V. fase [m/s] V. fase min [m/s] V. fase max [m/s] 8.28828 497.012 379.921 614.103 9.95333 483.236 391.4 575.072 13.9192 446.502 352.37 540.634 15.3118 416.655 338.594 494.716 16.6135 363.849 308.748 418.951 18.1272 361.553 306.452 416.655 19.9133 354.666 311.043 398.288 21.2454 347.778 301.86 393.696 22.5472 317.931 281.197 354.666 24.8177 290.38 269.717 311.043 26.5433 306.452 290.38 322.523 27.7845 308.748 285.789 331.707 29.3284 315.635 292.676 338.594 30.4183 327.115 304.156 350.074 31.599 334.003 308.748 359.257 32.8402 324.819 294.972 354.666 33.9906 308.748 292.676 324.819 35.1107 299.564 276.605 322.523 36.4427 294.972 269.717 320.227 38.2894 290.38 267.421 313.339 39.6517 285.789 262.83 308.748 41.6195 278.901 258.238 299.564
Tabella 1: Curva di dispersione
Figura 3: Curva di dispersione
D ‐ Profilo in sito
Numero di strati (escluso semispazio)...................................................................... 6 Spaziatura ricevitori [m]........................................................................................ 2m Numero ricevitori ................................................................................................... 12 Numero modi............................................................................................................ 1
Strato 1 h [m] ......................................................................................................................... 2 z [m] ........................................................................................................................ -2 Vs min [m/s]......................................................................................................... 155 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 410 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 273
Strato 2 h [m] ......................................................................................................................... 3 z [m] ........................................................................................................................ -5 Vs min [m/s]......................................................................................................... 166 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 501 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 334
Strato 3 h [m] ......................................................................................................................... 4 z [m] ........................................................................................................................ -9 Vs min [m/s]......................................................................................................... 193 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 641 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 427
Strato 4 h [m] ......................................................................................................................... 3 z [m] ...................................................................................................................... -12 Vs min [m/s]......................................................................................................... 231 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 737 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 491
Strato 5 h [m] ......................................................................................................................... 6 z [m] ...................................................................................................................... -18 Vs min [m/s]......................................................................................................... 248 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 813 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 542
Strato 6 h [m] ....................................................................................................................... 12 z [m] ...................................................................................................................... -oo Vs min [m/s]......................................................................................................... 309 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 876 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 584
Figura 4: Velocità numeriche – punti sperimentali (verde),
modi di Rayleigth (ciano), curva apparente(blu), curva numerica (rosso)
Figura 5: Profilo Vs numerico
E ‐ Risultati f inali
Vs30: 473 m/s
Categoria di sottosuolo: B La normativa applicata è i l DM 14 gennaio 2008 I l s ito non è suscettibi le di l iquefazione e non è argi l la sensit iva. L'unità geotecnica dello strato rigido è la numero 6 Le caratteristiche meccaniche degli strati migl iorano gradualmente con la profondità Categoria Descrizione
A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.
B
Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).
C
Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).
D
Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).
E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s).
Tabella 3.2.II NTC – Categorie di sottosuolo
Categoria Descrizione
S1
Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.
S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.
Tabella 3.2.III NTC – Categorie aggiuntive di sottosuolo