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Liceo Linguistico, Sociopsicopedagogico, delle Scienze Umane e Musicale “Alessandro Manzoni” di Varese. Anno scolastico 2013/2014

Liceo Linguistico, Sociopsicopedagogico, delle Scienze ... · legalizzazione della nutella come droga leggera. Buona lettura pinguini e paguri! Au revoir! ... Il Premio Nobel per

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Liceo Linguistico, Sociopsicopedagogico, delle Scienze Umane e Musicale “Alessandro Manzoni” di Varese.

Anno scolastico 2013/2014

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La redazione e l’editorialeBrand New EyesKeep Calm and Carry On!Il Diario di Bridget Jones2013 STAHP!Everybody Loves MusicIts a Beautiful DayFluorescent AdolescentNessuno Ci Può GiudicareLet’s Read, Let’s Dream!Dear DiaryScusate Se Mi IntromettoLe Domande Essenziali IrrisolvibiliLa Posta del CuoreHorroroscopo

WAIT, WHAT’S IN HERE?pag. 3pag. 4pag. 6pag. 8pag. 9pag. 11pag. 13pag. 14pag. 15pag. 18pag. 20pag. 22pag. 24pag. 27pag. 28

AND WHO THE HECK WROTE THAT?Monica Lucioni aka LaLucionsIrene Scavello aka shiveredbonesAlessandra Pelozzi aka dandelionChiara Caliolo aka TaliChiara Ricci aka PicciDenise Dengo aka DenyDenys Guante aka Lucia BonbonBarbara Talarico aka BabiGiada Romeo aka RomyGiorgia Barbieri aka JoGloria Longhini aka GloHollyHouda Latrech aka NourLaDidonéLetizia Giamporcaro aka TitaLudovica Motta aka VicaMel

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EDITORIALE: Buonsalve a tutti voi, dolci muffin manzoniani! Lucions vi parla in diretta da sopra una tavola da surf (aka il computer mastodontico di xbelieveinpeace) [spoiler: il mio pseudonimo cambiò] mentre la sopracitata pro-prietaria dell’oggetto alieno cita poco efficacemente la Fabbrica di Cioccolato. BUONGIORNO STELLE DEL CIELO, LA TERRA VI SALUTA!Come volevasi dimostrare. Morgana dammi la forza.Bentornati a tutti voi nel primo numero dell’anno del nostro meraviglioso e sfavil-lante giornalino! [stappa champagne] *tappo colpisce in testa Lucions* [lancia co-riandoli]Ebbene si, non allarmatevi ma siamo veramente tornati (speriamo per sempre) e siamo pronti a portare valanghe di glitter e arcobaleni zuccherosi nelle vostre altri-menti grigie esistenze *esclamazioni di giubilo*.Per le famosissime “cause di forza maggiore,” come avrete ben notato dalla nostra improvvisa scomparsa e dal conseguente senso di vuoto e disperazione nei vostri cuoricini (qualcuno ha chiamato Chi l’ha Visto?) (simpatia portami via) l’anno scor-so abbiamo avuto la possibilità di pubblicare soltanto il primo numero prima di sparire dalla faccia della Terra.Naturalmente questo numero non sarà un mega déja vu della triste storia dell’anno scorso, perché siamo tornati per restare *sguardo da supereroe in calzamaglia e mu-tandine imbarazzanti*.…Sì, esattamente. Infatti, dopo la spedizione in Lumpalandia per reclutare nuovi membri per la nostra fantastica redazione e partorendo faticosamente nuove idee per le rubriche e articoli a random, siamo finalmente pronti all’azione! *canta musi-chetta di 007*Dunque dette tutte queste cose essenziali e meno essenziali, approdiamo (sempre sulla tavola da surf) alla conclusione dell’editoriale. Spulciate, amate e godetevi questo numero del giornale. Però mi raccomando alle norme di igiene, non leccatelo troppo perché non siamo ancora così all’avanguardia da avere carta e inchiostro commestibili.Si, va bene. Speravo in un commento più costruttivo, ma bisogna prendere quel che viene. [insulta Lucienza] *ogni insulto su di me è un complimento*In ogni caso, sappiate che vi amiamo esageratamente tanto e siamo a favore della legalizzazione della nutella come droga leggera.Buona lettura pinguini e paguri!Au revoir!

LaLucions e shiveredbones.

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Buongiorno a tutti voi Manzoniani, ben ritrovati!Spero che abbiate passato delle ottime vacanze, e nonostante il brusco rientro siate più carichi che mai per affrontare questo stupendo, nuovo anno scolastico. Va beh, potete ridere, vi lascio tutto il tempo che vi serve, torno ad annoiarvi nella riga se-guente.Come l’hanno scorso, ho pensato ad un modo rapido e indolore per informare la gioventù manzoniana sulle principali notizie di cronaca del mese appena trascorso, giusto per essere il più consapevoli possibile del mondo in cui viviamo. Dopo una panoramica generale e mon-diale, vorrei concentrarmi su una delle notizie che vi proporrò, per commentarla e riflettere insieme. Molte volte le informazioni che i media ci imboccano sono superficiali e annebbiate da una pesante foschia grigia, che ci fa vedere tutto sotto un punto di vista molto negativo. Ci si concentra sempre su tutto ciò che fa male alla società e alla popolazione, mentre non ci si sofferma mai abbastanza sui passi avanti. Perché è molto più facile sottolineare i due passi indietro prima del passo avanti, no? Bene, studiamo ogni piccolo passo avanti e cominciamo da lì. Spero di informarvi senza annoiarvi, come al solito, e spero di poter scrivere qualcosa per voi ogni singolo mese. Incrociamo le dita!

• 27/09/2013 | Il governo Americano si prepara ad una possibile “chiusura.”A causa del mancato accordo fra i repubblicani e i democratici sul bilancio provvisorio do-vuto all’Obamacare (o Health Care reform), riforma del presidente statunitense per permette a tutti i cittadini di poter acquistare un’assicurazione sanitaria utilizzando delle borse on-line, che ha fallito a causa di vari problemi durante la creazione dei software. Il partito dei repubblicani, che ha la maggioranza alla Camera, ha deciso di bloccare ogni finanziamento all’ Obamacare, proponendo di ritardare di un anno l’avvio della riforma previsto per il 1° ottobre. Barack Obama ed il partito democratico hanno difeso l’applicazione della loro legge, approvata tre anni prima. A causa del blocco dei fondi per la riforma, circa 800.000 lavora-tori statali non hanno ricevuto più uno stipendio: i musei, gli sportelli ministeriali, persino i parchi naturali ovunque negli States sono rimasti chiusi per una decina di giorni. Il senato ha poi approvato una legge per fornire nuovi fondi al governo fino al 15 di novembre, ma non è comunque vicina la fine del “braccio di ferro” fra i due partiti americani.

• 4/10/2013 | Tragico naufragio a Lampedusa.Degli amici restano in barca al largo dell’isola di Lampedusa per una gita e vengono svegliati all’alba da dei suoni strani. Pensano siano solo dei gabbiani, non ci hanno dato troppo peso. Appena usciti all’aria aperta, però, Grazia Migliosini e il suo compagno capiscono che non erano solo gabbiani quelli che avevano sentito: ma le urla di uomini e donne in acqua, che li pregavano di salvare i loro

BRAND NEW EYES

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bambini. Ne portano a bordo il più possibile, ma il gasolio che ha perso la loro nave rende i corpi scivolosi, e purtroppo non riescono a salvarli tutti. Ad oggi, il bilancio è di 339 vitti-me, mentre il totale dei passeggeri del barcone oscillava tra i 518 e 545. Pochi giorni dopo, il governo Eritreo ha deciso di rimpatriare le salme trovate a largo della costa. L’Italia ha biso-gno di più fondi dall’UE: quest’anno abbiamo avuto un grande numero di immigrati salpati a Lampedusa, ma in estate il numero tende ad essere sempre più alto, e dobbiamo essere pronti ad accogliere più persone possibile, per evitare tragedie come quella appena successa, e come quelle che arriveranno. L’11 ottobre, a Bologna, almeno 400 studenti delle scuole superiori hanno gridato: “Quante persone devono ancora morire prima che cambi qualcosa?” Più recen-temente, il Presidente della Camera Laura Boldrini ha detto: “Bisogna fermare la roulette rus-sa che è in corso nel Mediterraneo, perché fuggire dalla guerra è per i migranti l’unica risorsa”.

• Consegnati i Premi Nobel.Il Premio Nobel per la Medicina 2013 è stato assegnato il 7 ottobre a James E. Rothman, Ran-dy W. Schekman e Thomas C. Südhof per le loro scoperte di macchine per la regolamentazio-ne del traffico vescicolare, un sistema di trasporto importante nelle nostre cellule. Il Premio Nobel per la fisica 2013 è stato assegnato il giorno 8 ottobre a François Englert e Peter W. Higgs per la scoperta teorica di un meccanismo che contribuisce alla comprensione dell’origine della massa delle particelle subatomiche e che di recente è stato provato attraverso la scoperta della particella dagli esperimenti al CERN. Il Premio Nobel per la Chimica 2013 è stato assegnato il 9 ottobre a Martin Karplus, Michael Levitt e Arieh Warshel per lo sviluppo di modelli multi scala per sistemi chimici complessi. Il Premio Nobel per la letteratura 2013 è stato assegnato il 10 ottobre ad Alice Munro, ritenuta la maestra del racconto breve contemporaneo. Il Premio Nobel per la Pace 2013 è stato assegnato il giorno 11 ottobre all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) per i suoi notevoli sforzi per eliminare le armi chimiche. Il Premio Sveriges Riksbank in scienze economiche in memoria di Alfred Nobel 2013 è sta-to assegnato il 14 ottobre a Eugene F. Fama, Lars Peter Hansen e Robert J. Shiller per la loro analisi empirica delle valutazioni che possono essere fatte su beni (investimenti in titoli nego-ziabili come azioni, opzioni, imprese commerciali e beni immateriali, come brevetti e marchi) o su passività (obbligazioni emesse da una società).

• 10/10/2013 | Malala Yousafzai vince il premio Sakharov 2013.“Malala è una ragazza eroica, il premio Sakharov è stato deciso all’unanimità,” ha detto Mar-tin Schulz (Presidente in carica del Parlamento europeo), annunciando ai giornalisti la scelta di premiare la giovane pachistana. Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero è un riconoscimento dedicato allo scienziato omonimo, istituito dal Parlamento europeo nel 1988 allo scopo di premiare personalità ed organizzazioni che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà in-dividuali. Viene assegnato ogni anno in una data vicina al 10 dicembre, in ricordo del giorno in cui venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il premio le verrà con-segnato durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a novembre.

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Ospite ad un famoso telegiornale americano, Malala ha raccontato: “Rimuginavo su come un talebano, per strada, avrebbe potuto semplicemente fissarmi, indicarmi e uccidermi. Poi mi sono chiesta: ‘Se succedesse davvero, cosa faresti, Malala?’ E mi rispondevo: ‘Prenderei una scarpa e lo colpirei.’ Pensandoci, però, ho capito non ci sarebbe stata molta differenza fra me ed un talebano se gli avessi tirato una scarpa. Non devi trattarli con crudeltà e durezza. Certo, li devi combattere, ma devi combatterli pacificamente, dialogando, usando la tua educazione. Gli dirò quanto sia importante la nostra istruzione, e che voglio combattere per quella dei suoi figli. Ecco cosa gli dirò. ‘Ora puoi farmi quello che vuoi.’” Sarà pubblicato a breve un libro delle sue memorie, intitolato ‘I Am Malala’. “Voglio raccontare la mia storia, ma sarà anche la storia di 61 milioni di bambini che non possono ottenere un’educazione,” ha detto la giovane pakistana parlando del suo libro. “Voglio che sia parte della campagna che conduco per dare ad ogni ragazzo e ragazza il diritto di andare a scuola. È il loro diritto fondamentale.” A causa del suo attivismo è stata vittima di un grave attentato in cui ha rischiato la vita: alcuni uomini armati la raggiunsero a bordo del pullman su cui stava tornando da scuola e le spara-rono ferendola alla testa e al collo. Malala fu ricoverata e si salvò miracolosamente. Per timore di altri attacchi fu poi trasferita in un ospedale londinese, da cui è stata dimessa due mesi fa. Malala ora vive in Inghilterra ed è stata la più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace 2013.

shiveredbones

Hola, chicos! <3Il giornalino è tornato! (Non trattenete l’entusiasmo, mi raccomando).La verità è che, pur essendo felici del ritorno del giornalino, non si può essere contenti del ritorno della scuola (sigh).Ma, sapete che c’è? Tra pochi mesi sarà Natale, ergo tiriamoci su il morale e supportiamoci a vicenda!La scuola è già difficile di per sé, figuriamoci se ce la complichiamo ulteriormente, non go-dendoci le nostre giornate grazie alle amicizie.Non godendoci quelle folli pazzie che possiamo condividere solo con i nostri compagni di classe (soprattutto “compagni di banco”). Credo che siano proprio i compagni, gli amici, a rendere serene e colorate anche le altrimenti grigie e deprimenti mattinate scolastiche. Sono gli amici a farci letteralmente impazzire di gioia, di rabbia, di felicità, di fastidio.E sono sempre loro a raccogliere i nostri cocci nei giorni in cui ci sentiamo “a pezzi” e la cosa migliore è che non si limitano a raccoglierli, li rimettono insieme e ci ricostruiscono, tornan-do a farci sorridere.É difficile che ogni giorno a scuola sia entusiasmante o coinvolgente, ma avere qualcuno con cui condividerlo è sempre meglio di stare soli.Non potete immaginare quante volte mi sia capitato di svegliarmi di mattina con la terribile voglia di tornare a letto e, l’unico pensiero che mi portava ad alzarmi era il rivedere i miei

KEEP CALM AND CARRY ON!

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Certo, non sempre questo pensiero è bastato a farmi alzare dal letto, ma il più delle volte, ha funzionato (ve lo garantisco). Non bisogna sminuire l’importanza delle vere amicizie, quelle che ti scaldano il cuore e ti fan-no sorridere come un ebete, al solo pensiero.Sono queste le folli, sane e bellissime amicizie che dureranno finché entrambi gli amici si im-pegneranno a tenersi in contatto, condividere emozioni, pensieri, esperienze.L’amicizia è una luce che rischiara la monotonia dei giorni, rendendoli sempre diversi e nuovi.Gli amici danno colore dove tutto è nero e riescono a far brillare di gioia anche un’anima af-franta, a ridarle la luce, la speranza. E, a volte, anche il sorriso.Basta pensare all’espressione da allocco che il nostro amico fa quando veniamo chiamati per essere interrogati e ci guarda come se sapesse esattamente come ci stiamo sentendo (Terribil-mente male, per usare un eufemismo. Forse, in procinto di vomitare rende meglio l’idea). Beh, quell’espressione é impagabile. Così come quella che facciamo noi per tutta la durata dell’interrogazione, un misto tra vittima di un serial killer e persona che si è appena svegliata dopo una notte insonne. L’espressione da allocco è sempre in agguato!Ma, nessuna espressione è meglio di quella che il tuo amico fa quando vuole farti ridere du-rante una lezione (preferibilmente col prof dall’udito più acuto che sente anche il minimo sussurro che esce dalla tua bocca). Quell’espressione ti farà sempre morire dal ridere e non potrà evitare di farti distrarre. Diciamocelo, meglio essere distratti da un amico che seguire la lezione.In ogni caso, continuate a stare attenti coi prof dall’udito acuto e permettete al vostro amico di farvi ridere solo quando non è inopportuno. I momenti migliori condivisi tra compagni sono quelli in cui si ride insieme, perciò createvi questi momenti, custoditeli nel cuore.Perché, come disse il saggio Charlie Chaplin: «Un giorno senza un sorriso è un giorno perso». (E lo dice una che ride, almeno una volta al giorno, con la sua compagna di banco).Quindi, ridete, ridete e ancora ridete!Niente è più bello del suono di una risata condivisa.Riflettete poi sul colore che più vi rappresenta e ditemi se questo colore non è ricco di pennel-late dalle mille sfumature, a seconda degli amici che allietano i vostri giorni.. Visto?! Nessuno é monocromatico! Ognuno di noi è un colore (io credo di essere il blu) e tutte le sfumature che convivono in noi sono pennellate offerte dagli amici, gratuitamente e senza alcuno sforzo. Ricordatevi di ringraziare i vostri amici, sempre.Perché loro ci saranno, anche quando non ve lo aspettate, sempre pronti ad aggiungere un’al-tra pennellata e dare colore alle parti in ombra.

Continuate a colorare e farvi colorare, guys!Keep calm and colour on!

Glo

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Ciao a tutti! Purtroppo è ricominciata la scuola…ma non temete! Il nostro giornalino vi rallegrerà la giornata! Bene, mi presento: sono un’alunna del linguistico e vado matta per il cinema e per la scrittura: quindi ho deciso di unire le due cose e di tenere una rubrica che tratti di film. Rimarrò in anonimo ma mi firmerò con lo pseudonimo ‘Holly’ che, come ma-gari qualcuno saprà, è il nome della protagonista di ‘Colazione da Tiffany’ (una delle mie pellicole d’amore preferite). La mia rubrica si chiamerà ‘Il Diario di Bridjet Jones’ come una celebre commedia del 2001. Si, sarà come un diario: ogni mese io vi commenterò un film. Un film che mi ha colpito, che mi è piaciuto, che mi ha fatto ridere o che mi ha fatto piangere. La pellicola della quale vi parlerò, sarà, molto probabilmente, una pellicola recente (quasi sicu-ramente proiettata nei cinema in quel mese). Alla fine di ogni recensione scriverò: i nomi dei protagonisti, il nome del regista, il genere (commedia, drammatico…), alcune frasi prese dal film ed, infine, un voto che sarà da un minimo di 1 ad un massimo di 5 stelle.Prima di iniziare a recensire i film come vi ho detto (inizierò dal prossimo mese) vi parlerò brevemente del mio film preferito. Il primo in assoluto e che non scorderò mai é ‘Mrs. Doubtfire’ É una commedia americana che, oltre ad essere divertente, ci fa riflettere sui problemi delle famiglie moderne. Nel film, infatti, si racconta di due genitori divorziati con tre figli. Al momento del divorzio la custodia dei figli va alla madre che, non riuscendo a badare a loro tutto il giorno, sta cercando una tata. Di conseguenza, il padre, disoccupato, si traveste da badante per stare vicino ai propri figli ogni giorno. Si scopre così, un ‘mammo’ perfetto. Quando la sua copertura salta (a causa della sua gelosia nei confronti del nuovo fidanzato della sua ex-moglie) la mamma gli permette lo stesso di tenere i loro bambini, ogni giorno, dopo scuola. Nel finale era previsto che i genitori si rimettessero insieme ma é stato cambiato proprio perché non volevano dare false speranze ai ragazzi nella stessa situazione. ATTORI: Robin Williams (Daniel Hillard / Mrs. Doubtfire) Sally Field (Miranda Hillard) Pierce Brosnan (Stuart Dunmeyer)REGISTA: Chris ColumbusGENERE: CommediaFRASI: -Daniel Hillard: “Potete farmi donna?”-Daniel Hillard: “Me ne starò seduta qui a vederti insidiare la mia famiglia!”VOTO: 4 stelle, perché é il mio film preferito.Spero che, come prima impressione, vi sia piaciuto ciò di cui tratterò e spero che continuerete a leggere i miei articoli. Al prossimo mese!

-Holly

IL DIARIO DI BRIDGET JONES

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Gentaglia del Manzoni, quanto tempo! Mi siete mancati!Purtroppo come ben sapete l’anno scorso abbiamo potuto pubblicare solo un numero. Quest’anno siamo tornati più forti che mai (?) per non farvi annoiare durante le ore scolasti-che con tanta, tantissima voglia di scrivere puntualmente soffocata dai millanta impegni e stu-dio arretrato contornati dalle bellissime e puntuali interrogazioni a tappeto di Ottobre. Vorrei comunicarvi che partiamo già male: non esiste più la rubrica dell’anno scorso. La mia dolce metà che personificava la tamarraggine ha deciso di non prendere parte all’attività questo giro, quindi sono solo io. In realtà è una bella sfida e cercherò di darvi più notizie possibili riguardo a band emergenti di qualsiasi genere e paese. Tutto ciò dovrebbe iniziare a farvi capire dove voglio arrivare. Il 2013 ci ha dato parecchia soddisfazione, non neghiamolo. Ricco di sorprese e novità, non ha intenzione di fermarsi fino a Dicembre.C’è da dire però che ne sono successe di cotte e di crude. Iniziamo con uno degli avvenimenti più shockanti: la rottura dei My Chemical Romance. Oltre ad essere stato un fulmine a ciel sereno, ho sentito parte della mia infanzia morire. Chi è che non aveva nel suo mp3 Teenagers, SING, Helena o Welcome To The Black Parade? Aveva-no promesso nuova musica entro l’estate e si sono sciolti con una blanda spiegazione. Ovvia-mente la disperazione dei killjoys è riecheggiata su tutti i social network arrivando a mettere icon nere in segno di lutto su Twitter. C’è anche chi ha gridato “GOMBLOTTO!” e sostiene che in realtà sia tutta scena e che si rimetteranno insieme prima o poi. Tali supposizioni degne di CSI sono sostenute anche dal fatto che nessuno di loro abbia realmente lasciato il mondo della musica. Staremo a vedere. A fare compagnia ai MCR ci sono gli Underoath che hanno abbandonato la scena metalcore dopo ben 16 anni e i Lostprophets, anche se in realtà ce lo aspettavamo tutti, viste le accuse contro il cantante che hanno portato al suo arresto per pedofilia. Ridendo e scherzando abbiamo perso anche gli A Rocket To The Moon per ragioni ignote ed i Go Radio perché non erano contenti del poco successo del loro ultimo album. Va bene.Dopo questa triste parentesi che vi farà sperare che il vostro gruppo preferito non si sciolga mai, passiamo alle cose belle, come la fine dello hiatus dei Fall Out Boy che ad aprile hanno rilasciato il loro quinto album ‘Save Rock and Roll’ di cui NON farò una recensione. Sta di fatto che il disco ha ricevuto per lo più critiche positive (apprezzatissima l’ambiziosità della band) nonostante sia un distaccamento non indifferente dal classico pop-punk falloutboyano. Ha infatti molte più sonorità pop che rock, ma questo non lo rende per niente meno efficace. Sono tornati più forti che mai con un singolo (My Songs Know What You Did In The Dark) che negli USA ha venduto più di 2 milioni di copie. Inoltre, se vi interessa, hanno rilasciato giusto questo mese un EP chiamato PAX AM Days che verrà incluso nella versione limitata deluxe dell’album che sarà rilasciata in un futuro

2013 STAHP!

prossimo. Le 8 canzoni non durano più di due minuti e fungono da antitesi dell’album, poiché sono puro e genuino punk rock.Insomma, sono una band che sa il fatto suo ed è consigliatissima!Bene. Come ultimo argomento vorrei parlarvi dei concerti. Grazie ad un compito di inglese ho avu-to la possibilità di riflettere sulla grandiosità di questi eventi. Quest’estate ho avuto l’onore di andare a vederne ben due (un numerone visto e considerato che sì e no me ne faccio uno all’anno) e di identità diversissime. Il primo è stato quello degli All Time Low il 7 giugno. Il loro unico concerto da headliner dopo aver supportato i Green Day in quasi tutte le loro date italiane. Dopo scuola abbiamo subito preso il treno dirette alla Signing dove i momenti imbarazzanti non sono mancati. Poi ci siamo spostate al Factory, situato in una zona periferica, triste e spoglia. Un locale che lascia parecchio a desiderare: un buco, non passa l’acqua, non c’è aria condizionata, l’acustica è piuttosto scadente. In qualche modo ero finita in 6-7 fila proprio in mezzo, ma ho dovuto spostarmi dopo il gruppo di supporto, visto il caldo assurdo e la poca idratazione. Onestamente non mi è dispiaciuto, visto che da dietro me lo sono goduta di più: vedevo tutti i membri e si sentiva abbastanza bene. Gli ATL sono comunque riusciti a fare un buon concer-to portando un’energia incredibile sul palco data da una setlist ben bilanciata tra nuove canzo-ni e le canzoni preferite dei fans.Insomma, niente a che vedere col concerto dei Paramore del 10 Giugno all’Ippodromo di San Siro. Dopo ben 5 anni attesa la band americana è ritornata in territorio italiano a fare un vero e proprio concerto mentre era in Europa a fare i Festivals. Eravamo lì dalle 8 del mattino a fare la fila (non dimentichiamoci il fatto che sono venuti a mettere le transenne alle dieci. Ok.) che è la cosa più odiosa dei concerti, resa però meno pesante dalle pseudo-amicizie che si vengo-no a creare e dalle varie sessioni di canto stonato ma pieno di entusiasmo.Sconcertante la percentuale di gente dai capelli tinti (“Voglio ritornare castana!” cit.) in onore della cantante Hayley Williams, tanto da sembrare tu l’alternativa con i tuoi capelli normali. Sfortunatamente come in ogni concerto numeroso che si rispetti le bambinette non sono mancate. Da quelle che urlavano ad ogni piccola ed insignificante cosa che si muoveva, a quelle che ti avrebbero pestato pur di passare avanti, a quelle che conoscevano forse 3 canzoni o addirittura un solo album (eh, adesso non pretendiamo troppo). Ergo, ne ho viste di tutte i colori.Dopo ore di fila interminabili stile sardine (il tempo non passa mai in quelle occasioni) e varie litigate, finalmente si aprono le porte. Le corse e gli schiacciamenti degne di una folla infero-cita durante una apocalisse zombie vengono ripagate da un buon posto tra la terza e quarta fila davanti al chitarrista Taylor York.Le luci si accendono e sul palco escono i Dutch Uncles, un gruppetto inglese indie che ha di-vertito il pubblico con la loro musica inusuale e i movimenti discutibili del cantante che sem-brava malato di Parkison. Eravamo tutti così elettrizzati che applaudivamo come degli ossessi ai tecnici.

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Dopo vari infarti (luci che si spengono, accendono) e dieci minuti di ritardo, i Paramore sal-gono sul palco a suonare “Moving On” come intro. Ukulele e voce tranquillizzano gli animi per poco, visto che poi il gruppo parte in quarta con “Misery Business”. In realtà nessuno la ricorda perché troppo impegnati a sopravvivere al pit, che però non ferma nessuno dal canta-re ogni singola parola a squarciagola. Il pubblico infatti è talmente elettrizzato che per tutta la durata del concerto avrò sentito solo la voce di Hayley in 2-3 canzoni, ed è riuscito a pogare anche durante The Only Exception.Con “Anklebiters” vengono fatte salire ben 8 persone sul palco, invece della solita una persona durante Miz Biz. Dopo varie hit del presente e del passato la band lascia il palco con Still Into You per poi ritornare, incalzati dal pubblico che intonava il classico parappaparappapara di Brick By Boring Brick. E dopo, tristemente, tutti a casa. Ho pure perso la mia camicia. Non chiedetemi come.Da queste due bellissime esperienze ho imparato che sono troppo bassa per i concerti ma “yolo”. Credo fermamente che i concerti siano tra le esperienze più belle che un essere umano possa fare.Alla prossima,Romy.

EVERYBODY LOVES MUSICC1: Ciao a tutti i manzoniani! Sono chiara!L1: Ehi!Io mi chiamo Letizia.L2: Ehilà, io sono Ludovica!C2: E ci sono anche io, Chiara (non la stessa di prima).C1: Eh si, siamo due ‘’Chiare’’...C2: Tranquilli non vogliamo complicarvi la vita già dura e difficile del liceo, quindi ci potete distinguere e chiamare con i nostri pseudonimi.C1: Io, la prima Chiara, sono Tali.C2: Io, la seconda, Picci.L2: Potete chiamarmi Vica ;) L1: E a me Tita.T1: Oltre a dirvi i nostri pseudonimi vogliamo presentarci un po’ meglio. Vogliamo raccon-tarvi un po’ le cose dal nostro punto di vista, perché è tutto nuovo.V: Si, è tutto nuovo perché siamo in prima:)P: Per la precisione siamo in prima linguistico! E devo dire che ci “gusta”.T: Ehi Picci guarda che noi non facciamo spagnolo!P: Si scusate, volevo dire... we like it!T1: Beh in ogni caso il liceo ci piace e (almeno io) sono soddisfatta della scelta che ho fatto.T: Anche io sono contenta della mia scelta. All’inizio avevo un po’ di paura (come molti cre-do), ma adesso mi piace e devo dire che anche le materie sono belle... Sono anche felice di

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avere questa parte nel Giornalino insieme alle mie compagne. V: Anche a me piace... certo a volte é un po’ dura ma alla fine che ci volete fare? È pur sempre un liceo!P: Eh già! Beh ma almeno non ci siamo trovate male... no? Io devo dire che sto molto bene a scuola. E anche nel Giornalino.T1: Comunque tornando a noi, cari lettori, vorremmo dire qualcosa in più su di noi, giusto per conoscerci meglio:) Io, ad esempio adoroooo i viaggi e le grandi città! Devo dire che ho scelto il linguistico anche per poter poi viaggiare in futuro... E un’altra cosa che amo é la musi-ca. Bhe, come tutti penso!T: Sì Tali, a tutti piace la musica. Praticamente ci viviamo con la musica.P: Certo! La ascoltiamo in ogni momento: sul pullman, a casa, in macchina, facendo jogging (non è il mio caso).T1: Nemmeno il mio Picci, tranquilla.V: Comunque credo che leggerete spesso nostri articoli sulla musica.T1: Sì, anche perché come dicevamo prima il nostro scopo è scrivere qualcosa che vi interessi e vi riguardi (e magari parlando di questo non vi annoierete).T: Ci piacerebbe, attraverso le nostre creazioni, farvi conoscere cantanti o canzoni che non conoscete e che noi riteniamo bravi.T1: Eh si, e tratteremo di diversi generi di musica... vi consiglieremo cantanti o band rock, pop, che hanno iniziato la loro carriera da poco e devono farsi conoscere e voi ci sembrate molto adatti ad accogliere nuovi talenti. A me personalmente piace molto il rock e tutti i suoi sottogeneri;)P: Io adoro il pop ma anche gli altri generi non mi dispiacciono.V: A me piace il pop e il rap.T: Io ascolto di tutto :) Mi piacciono tutti i generi musicali.T1: Questa è una piccola, piccolissima descrizione dei nostri gusti ma, non temete, con il tem-po ci conoscerete meglio(: V: Sisi tranquilli torneremo tutti i mesi a rompervi (in senso buono) con un nuovo articolo. Sperando sempre di non farvi addormentare.P: No, faremo le brave e scriveremo sempre cose super-iper-interessanti!T: Ci dispiace ma adesso vi dobbiamo lasciare ai vostri compiti e ai vostri pensieri! P-V-T-T1: A presto cari studenti!:)

Picci, Tita, Tali e Vica

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Buongiorno splendori! Io sono un nome scritto in un elenco dei tanti registri del manzoni, e barcollando tra le paro-le e inciampando su i punti e le virgole mi ritrovo a scrivere in questo giornalino per vostra fortuna o sfortuna, questo lo deciderete voi.È la prima volta che scrivo dunque non siate troppo duri con me. Mi farebbe piacere tenervi compagnia tra i caffè acquosi della macchinetta, i libri troppo vasti di storia e gli esercizi di matematica troppo lunghi. Magari mentre prendete fiato,dopo che avete fatto quella simpatica salita e le scale che portano al collasso i polmoni e non riuscite ancora a parlare. In fondo è proprio di quando non si riesce a parlare che io voglio scrivere, delle storie na-scoste in una ruga che solca il viso, dentro una lacrima nera di mascara, quelle storie strette dentro un pugno chiuso di rabbia, incise in un tatuaggio. Tutte le persone hanno una storia. Io vorrei provare a raccontarne qualcuna.

Sono una persona molto strana e proprio per questo oggi vi racconterò di una giornata nor-male. Una giornata normale, di questo ottobre così freddo che ti screpola le labbra ma in mezzo alla folla di persone scese dal treno non si sente così tanto. Una giornata dove lasciamo cadere i nostri sentimenti come le foglie d’autunno dentro le pozzanghere ancora piene di pioggia,mentre corriamo per arrivare in tempo a scuola. Una mattina normale, dove il cielo ci da tregua o forse si prepara soltanto per un altro temporale, dove il grigiore della città si confonde con la nebbia del mattino. Oggi mi fermo a parlare dei profumi che si mescolano alla mattina;l’odore di brioche,la colonia costosa e le macchine sbuffanti ai semafori rossi. Di occhi troppo truccati o troppo assonnati e della voce di questa città fatta di passi,di rumori,di qualche nota ribelle che sfugge dagli auricolari per perdersi nell’aria. Lo dedico alle creature dell’alba che vedono la luna oscurata dal sole dai finestrini di un treno o di un autobus,a chi trasforma uno sbadiglio in un sorriso verso una vecchia amicizia, uno sconosciuto o uno straniero; a chi aspetta qualcuno alla fermata dell’autobus da una vita ormai. Questa e’ la quotidiana Varese vista da un metro e sessantadue di altezza e vi dirò che oggi questa quotidianità non è niente male.

Dandelion

IT’S A BEAUTIFUL DAY

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FLUORESCENT ADOLESCENTSalve a tutti, e con tutti intendo allievi, professori, bidelli, tecnici, segretari, mamme disperate, alunni che finiranno di leggere questo Giornalino al bagno, o mentre la prof spiega per far passare il tempo e a tutti quelli che comunque si ritroveranno queste pagine in mano. Non mi sono presentata io sono Gio, una quattordicenne cascata nella prima A di Scienze Umane, una classe stupenda, dico davvero. Ho deciso di infiltrarmi in questo Giornalino per vari motivi, diciamo che lo scrivere in un giornalino scolastico mi ha sempre incuriosito e il provare nuove esperienze mi piace da mo-rire, insomma poi diciamocelo sapere che quello che scriverò lo leggeranno molte persone mi esalta tantissimo! Sono un’amante delle parole, parlo di quelle leggere, pesanti, quelle che sanno trasmettere, quelle delle canzoni che si muovono senza mai morire, di quelle che girano, di quelle inaspet-tate, di quelle brutte, di quelle forti, di quelle noiose, e puntini puntini puntini.Eh bene sì, sono affezionata alla scrittura, e non vedo l’ora di cominciare a parlare, parlare e straparlare di tutte le cose che succedono in questo pazzesco mondo, sperando di tenervi compagnia a voi Lettori per qualche minuto.Innanzitutto voglio dire che questa Scuola la amo già da impazzire, amo i miei compagni, l’uscire a mezzogiorno, le nuove materie, il bar, il tè caldo all’intervallo che tieni stretto tra le mani, e gli studenti tra i corridoi che hanno sempre qualcosa da raccontare. I professori, bé i Professori ci stanno più o meno, bisogna abituarsi e so che finirò ad affezio-narmi anche a loro.

Si sa che la scuola al 75% degli studenti non piace, e che tutti preferirebbero stare a letto fino a mezzogiorno, ma io alla fine è qui che ho incontrato le persone migliori. Lo so che la sveglia suona sempre troppo presto, e lo studio a volte è troppo e preferisci lasciar stare, ma io la mancanza la sento, perché la scuola diviene il Mondo degli Adolescenti, il luogo dove ci passi più tempo, dove incontri gente nuova e che ci offre comunque, si spera, possibilità in più nel futuro.Bé taglio corto per questa volta non voglio annoiare nessuno, ma mi raccomando mi aspetto un bel numero di Affiatati Lettori, Arrivederci a Voi tutti Stelle del Cielo e al prossimo numero. Jo.

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NESSUNO CI PUO’ GIUDICAREUno dei volti del Maghreb

Buongiorno a tutti lettori di A.M Underground!Eh si, è il mio primo articolo, o almeno cerca di esserlo, sul giornalino del nostro istituto. Se voi mi aveste visto mentre scrivevo questo pezzo, mi avreste preso sicuramente per una paz-za: ad ogni parola digitata, il mitico tasto CANC provvedeva serenamente ad eliminarne tre o quattro.Bene, fatta questa importantissima introduzione relativa al mio rapporto con la tastiera del pc, vi parlo un po’ di ciò che tratterò in questo spazio. Come i vostri occhietti dolci e attenti avranno notato, il titolo che ho scelto per la mia rubrica è “nessuno ci può giudicare”. L’ispirazione mi è venuta in uno dei rarissimi e preziosissimi momenti liberi gentilmente offerti dalla scuola. Mi trovavo in un rapporto di affettuosa simbiosi con il mio divano verde mela (per la precisione) e stavo facendo zapping sull’I-pod; ad un certo punto inizio a cantic-chiarmi il ritornello dell’omonima canzone di Caterina Caselli. L’ascolto. La riascolto. La canto. Ci penso. Mi scervello insistentemente su quel verbo che in realtà porta ad un concetto ben preciso: il giudizio. Ho pensato alle migliaia e migliaia di volte in cui ci troviamo a giudicare o veniamo giudicati. È proprio a questo punto che è caduta dal cielo l’idea (che ho accolto a braccia aperte) di impostare una rubrica che descrivesse realtà diverse dalla nostra, scrivendo di come la diversità possa essere una meravigliosa comple-mentarietà.Ogni mese proverò a scrivere qualche riga riguardo a culture, modi di pensare e stili di vita differenti, in modo che ognuno, se vuole, possa immaginare sé stesso in situazioni diverse.Quest’estate sono stata in Tunisia, in una cittadina di pescatori, agricoltori, tessitori: Mahdia. Ovviamente sulla costa, la presenza del turismo si percepisce: parte del lungomare è infatti ri-coperta di gigantesche strutture alberghiere, dalle più semplici alle più eleganti a quelle molto lussuose. Non è difficile notare, di conseguenza, quanto apparentemente si stiano occidentalizzando gli abitanti. Per esempio, la maggior parte dei ragazzi e degli uomini vestono esattamente nel nostro stesso modo; su parte del litorale, ci sono centri commerciali distanti circa duecento metri l’uno dall’altro, che vendono gli stessi prodotti che troveremmo noi in qualsiasi super-mercato.Certo, la grandezza di un centro commerciale tunisino non è paragonabile a un nostro Iper, ma vi assicuro che entrandoci ho avuto la stessa sensazione che provo quando vado normal-mente a fare la spesa. Girando per le strette viuzze della Medina, il centro della città, luogo del mercato, della mo-schea, del ristoro, osservavo le vetrine dei bazar e ciò che esponevano: la maggior parte erano orafi e la clientela era costituita solo da donne autoctone; la delicatezza dei dettagli con cui erano decorati quei gioielli è indescrivibile.

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Un altro posto di cui sono rimasta affascinata è stato il cimitero. “Il cimitero?” direbbe qual-cuno. Ebbene sì. Il luogo sacro dei defunti si estende su un’intera collina affacciata e bagnata dal mare. Il bianco marmoreo delle lapidi (molto semplici, senza fiori o decorazioni) contrap-posto al blu profondo dell’acqua creava un effetto meraviglioso. In quel momento, lo stereotipo del cimitero lugubre e cupo sembrava non essere mai esistito. Le cose però cambiano, gradualmente, quando si procede verso l’entroterra. I grandi edifici, gli alberghi, i centri commerciali lasciano spazio a enormi distese più o meno deserte, aride, intervallate ogni tanto da qualche campo coltivato a stento. La gente ha cercato, anzi, e cerca tutt’ora, di adattarsi alla siccità e all’avanzamento del deserto dal sud.Coltivano gli ulivi con una distanza di tre quattro metri l’uno dall’altro poiché, a causa delle scarse piogge, preferiscono avere pochi alberi rigogliosi che tanti secchi. Ho scoperto, tra l’al-tro, che gli ulivi costituiscono un’unità di misura, come per noi è il metro quadro; per com-prare un terreno si devono pagare gli ulivi che si trovano in quell’area, scegliendone quanti se ne vogliono, a seconda della disponibilità economica. Un’altra particolarità è la delimitazione dell’orticello personale: al posto di utilizzare le staccio-nate come facciamo noi, hanno pensato di piantare varie file di piante di fichi d’india, così, gli animali che vagano liberi per le campagne (che tra capre, pecore, asini, galline e dromedari, sono parecchi) evitano di mangiucchiare la coltivazione. In queste zone, nei villaggi, le grandi e maestose ville marittime vengono sostituite da case su un piano, ben solide, molto semplici ma con un denominatore comune: un portale decorato a mano con colori vivacissimi.Sono a disposizione degli abitanti dei pulmini bianchi che trasportano le persone da un vil-laggio all’altro; come nei nostri paesi e città, ci sono delle fermate e degli orari ma la differenza è che da loro, è completamente gratuito.C’è stato un elemento, apparentemente insignificante, che mi ha fatto percepire la differenza tra la “ricchezza” della costa e la “semplicità” dell’interno: le pompe di benzina.Si passa dai distributori della Total a benzinai, improvvisati, muniti di qualche contenitore di plastica e tubi di gomma da giardinaggio. Poi c’è la questione delle mucche. C’è stato un momento, qualche decennio fa, in cui c’è stato un calo drastico del latte, che le mucche non producevano più per diversi motivi. Così è stato importato qualche esemplare di mucca svizzera, quella bianca e nera. Si sono però accorti che, provenendo da climi molto diversi, non sopravvivevano al caldo umido della Tunisia, e così han fatto incrociare le mucche svizzere (chiazzate) con le loro vacche (alte e molto esili), così che adesso per strada si incontrano vacche a chiazze, come le nostre, ma alte e slanciatissime.Poi c’è la pubblicità. Nelle nostre città, se un negozio deve promuovere la sua apertura o una stagione di saldi o semplicemente invitare a “dare un’occhiata”, ha tantissimi mezzi a disposi-zione: volantini, cartelloni, internet e chi più ne ha più ne metta. Questa popolazione, invece, ha pensato bene di utilizzare il cemento come metodo di pubbli-cizzazione. Mi spiego meglio: tutti coloro che possiedono un negozio, un bar, un bazar, possono libera-mente costruire, sulla strada davanti all’ingresso, un dosso. Così facendo obbligano le auto a rallentare ed eventualmente a “sbirciare” nelle vetrine. Ovviamente, più la dunetta sarà alta, maggiore sarà il tempo di sosta. Ragionamento perfetto!

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Ciò che animalisti e vegetariani preferirebbero non vedere sono i macellai di dromedari che, al posto di esporre la carne su un bancone, hanno trovato un sistema molto più “d’effetto”: le parti dell’animale (testa compresa) vengono appese ad una sbarra e penzolano tristemente fino a quando qualcuno non le compra. La carne di dromedario, è considerata un toccasana per chi soffre di colesterolo alto, è molto magra. Ma ecco la parte più particolare del mio viaggio, la visita a Kairouan, la quarta città santa dei musulmani, in ordine di importanza. Ho visitato la moschea e un mausoleo e sono rimasta colpita dalla fede di questo popolo, dalla loro devozione e dal loro profondo rispetto per i precetti. Ciò che mi ha colpito è la loro attenzione nel creare le condizioni necessarie perché i fedeli possano applicare le regole della dottrina. La moschea non rappresenta solo il luogo in cui uomini e donne si recano cinque volte al giorno per la preghiera, ma anche uno spazio in cui si può sostare per meditare, rilassarsi e leggere i versi del Corano avvicinandosi spiritualmente ad Allah. Nelle moschee è richiesto che le donne si coprano il capo con un velo, ed è un segno di profondo rispetto nella loro cul-tura, ed è triste vedere come alcuni turisti lo interpretino come una sorta di sceneggiata. La tappa successiva è stata una fabbrica di magnifici tappeti, e, nel tragitto, camminando all’interno della cittadina, tra le strette viuzze, è stato fantastico osservare i bambini che gioca-vano per strada e si divertivano all’aria aperta, scambiandosi le figurine e facendo le gare con le biciclette. Non in modo così diverso dai bambini dei nostri paesi. Ho concluso il mio viaggio in una pasticceria, assaggiando i makroud, degli ottimi dolcetti di datteri e semolino. Ecco, questo è quello che ho vissuto. E stando a contatto con questa cultura, ho provato delle sensazioni speciali e indimenticabili. Non vedo l’ora di vivere, di vedere, di assaggiare aspetti di altre delle tantissime realtà che ab-biamo intorno. Alla prossima ragazzi,

LaDidonè

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LET’S READ, LET’S DREAM“Sembrava impossibile, ma ce l’avevamo fatta”, “meglio tardi che mai”, “ chi non muore si rive-de”. Ecco a voi, cari studenti del Manzoni, tre meravigliose frasi fatte che racchiudono alla perfe-zione la storia travagliata di questo giornalino, nonché il suo trionfale ritorno. Di tempo ne è passato e forse è il caso di dare una bella spolverata alla situazione e di far riaf-fiorare tutti i ricordi. Per incominciare io sono Babi e scrivo per il giornalino da due anni. La mia idea per l’anno passato era quella di recensire, con testa e cuore, libri che mi hanno colpito, toccato o anche semplicemente sfiorato. Il mio progetto è, però, brutalmente andato in fumo a causa delle “ormai note anche ai muri della scuola” forze maggiori. In ogni caso se sono qui a scrivere, qualcosa significherà pure. Sono lieta di annunciarvi, preamboli a parte, che la mia rubrica di quest’anno sarà... “rullo di tamburi”... esattamente la stessa dell’anno scorso! Ebbene sì ragazzi miei! Il progetto di recensire libri mi incanta, ed è proprio per questo che ho deciso di portarlo avanti con testardaggine e convinzione. Inoltre c’è una forte componente emotiva e personale che mi porta a non cambiare idea sul progetto: amo i libri con tutto il mio cuore, anzi, in realtà credo che il mio cuore sia a forma di libro, o forse i miei polmoni lo sono. Sì, devono essere decisamente i polmoni, perché se passo più di un paio di giorni senza leggere, mi manca l’aria. Il preambolo introduttivo tipico del primo articolo ha già occupato più del previsto, ma ciò che è importante specificare è che nelle mie recensioni non troverete mai spoilers o informa-zioni fondamentali riguardanti la storia. Nelle mie recensioni, come in ogni recensione che si rispetti, troverete semplicemente la trama del libro, un giudizio dettato principalmente da ciò che esso ha suscitato in me e, di conseguenza una forte carica emotiva. Per questa volta, però, andrò contro la mia stessa corrente (infondo si sa che nel primo nume-ro del giornalino va sempre un po’ così) e al posto di recensire un libro, vi renderò partecipi della mia personale TOP 10 libresca, cosicché possiate prendere qualche spunto per le vostre future letture.1. Kafka sulla spiaggia, di Murakami Haruki (libro che, tra le altre cose, ho recensito proprio nel numero di Ottobre dell’anno scorso). 2. Harry Potter e il Principe Mezzosangue, di J.K. Rowling (premettendo che su “Harry Pot-ter” potremmo aprire un capitolo a parte e che li amo tutti alla follia, questo è il mio preferito) 3. Veronka Decide di Morire, di Paulo Coelho 4. Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carrol5. Molto Forte Incredibilmente Vicino, di Jonathan Safran Foer 6. Hunger Games, La Ragazza di Fuoco, di Suzanne Collins (l’intera trilogia è magnifica, ma il secondo ti succhia l’anima, altro che vampiri..)

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7. 1984, di George Orwell 8. Orgoglio e Pregiudizio, di Jane Austen 9. L’ombra del Vento, di Carlos Ruiz Zafòn 10. Il Codice Da Vinci, di Dan BrownCi tengo a sottolineare che questa lista è del tutto parziale, nel senso che sono consapevole del fatto che subirà parecchie metamorfosi, ma ora come ora è quella che il mio cuore, e i miei gusti mi dicono di comunicarvi. Chissà, forse tra qualche anno rileggerò questo articolo e penserò cose del tipo “oh santo Mer-lino! Che razza di gusti avevo?”. Inoltre, nel caso qualcuno di voi decidesse di leggere uno di questi libri, o l’avesse già letto e desiderasse condividere il proprio parere con me, ne sarei felicerrima (e anche se fosse un parere orrido, giuro che non vi truciderei). Ho iniziato questo articolo con delle “frasi fatte”, ed essendo io una fanatica della ciclicità, lo chiuderò allo stesso modo. Si dice che “l’abito non fa il monaco” e che “non si giudica il libro dalla copertina”, sarà ma io spesso e volentieri mi lascio tentare proprio dalle copertine. E voi?

“Per alcune persone, i libri fanno la differenza tra felicità e infelicità, speranza e disperazione, una vita degna di essere vissuta e una orribilmente noiosa.”

[La libreria dei nuovi inizi, Anjali Banerjee]

Babi

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DEAR DIARYEro seduta. O meglio stravaccata come al solito sul divano.La musica accesa al massimo nelle cuffie. Avevo seriamente paura di perdere l’udito ma non facevo comunque nulla per abbassare il volume.Pensai che se fosse improvvisamente entrato un ladro mentre tenevo gli occhi socchiusi nem-meno me ne sarei accorta.Quel pensiero mi fece sorridere. Aprii istintivamente gli occhi rigati di lacrime, mi staccai gli auricolari e mi guardai attorno. Non c’era nulla, la mia solita mente paranoica.Riaccesi il lettore mp3 e mi isolai nuovamente nel mio mondo. Amavo poter scappare dalla realtà almeno per un istante, volare lontano lasciando il mio corpo ancorato a quel mondo di parole non dette e gesti non fatti. Talvolta mi capitava di andare così lontano con la mente da non riuscire a volte nemmeno a distinguere tra i miei viaggi mentali e la realtà. Ero sempre così brava a mentire a me stessa..!Non facevo caso a quello che ascoltavo, qualsiasi cosa sarebbe andata bene, tanto le parole mi scivolavano addosso senza lasciare traccia; solo un vago sentore di consapevolezza mi teneva attaccata alla realtà. Ero come in trance. Ormai nulla aveva più senso e dunque perché cercare di trovarne uno?Provai a riscuotermi e presi tra le mani il quaderno di matematica, guardandolo con diffiden-za e rancore. Sapevo che la pagina sarebbe inevitabilmente rimasta vuota. Come del resto la mia vita.Pochi giorni erano passati dall’inizio della scuola e già non ce la facevo più, non era da me.In realtà conoscevo la ragione di tutta quell’apatia. Ma come al solito evitavo di soffermarmici. E nemmeno potevo impedire alla mia mente di pensarci, potevo correre più lontano possibile coi pensieri, potevo girare il più al largo possibile ma i sentieri della mia memoria mi riporta-vano sempre nella stessa radura e subito arrivava l’immagine di lui. La mia fissazione.Razan, mi aveva conquistata dalla prima volta, da quando incrociai il suo sguardo, da quan-do ci battemmo il cinque la prima volta. Anche se in verità non l’avrei mai ammesso, come al solito.In realtà quel ragazzo mi aveva incuriosita già dal mio primo minuto di liceo, già da quel primo minuto in quel nuovo mondo in cui non conoscevo nessuno, o meglio preferivo non conoscere.Ero stata così felice di cambiare città l’anno prima, non vedevo l’ora di ambientarmi, di la-sciarmi tutto alle spalle e di iniziare di nuovo, voltare pagina senza più preoccuparmi della persona che ero, cercando di dimenticare la Nour che ero, la ragazza timida, impacciata, scontrosa. Non vedevo l’ora di cambiare e di conoscere persone che non avevano idea del mio passato, con cui potermi etichettare. Potevo farmi spazio, prendere in mano la mia vita e farmi valere.E così, lui. Il ragazzo alto davanti a me nella calca del corridoio, quel primo giorno di scuola.

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Gli vedevo solo la nuca, i capelli corvini e la schiena, da cui pendeva lo zaino semivuoto. E mi copriva la vista. La sua sagoma era l’unica cosa che riuscivo a vedere, schiacciata accanto al muro mentre chiamavano ad uno ad uno gli alunni e li smistavano nelle classi.Cominciai a saltellare come una cretina provando a scorgere qualcosa al di la di quelle spalle. E il bello era che non ero nemmeno bassa. Anzi a dire la verità ero più alta della maggior parte delle ragazze della mia età , tanto che tutti rimanevano stupiti quando dicevo di avere 15 anni.Comunque pensavo già di avere iniziato l’anno nel peggiore dei modi possibili.Frustrata, mi arresi, incrociai le braccia e attesi sperando di riuscire a sentire il mio nome quan-do sarei stata chiamata. Il ragazzo non si mosse finché non fu chiamato il nome prima del mio, si avviò per il corridoio con un l’andamento di chi ne conosceva ogni singola svolta. Seguii spontaneamente quello sconosciuto che non avevo nemmeno visto in faccia. Salimmo le scale, affrettai il passo e lo superai voltandomi impercettibilmente, giusto per sbircia-re un po. Incrociai il suo sguardo e imbarazzata mi rigirai a guardarmi i piedi, prima di finire distesa sulle scale. Non sarebbe stato strano per me.

Sorrisi a quel ricordo, mi alzai osservando il mio riflesso nello specchio. Avevo un’aria davve-ro orribile. I capelli neri come l’ebano mi ricadevano disordinati sulle spalle, gli occhi arros-sati e i vestiti stropicciati mi davano un aspetto ancora più selvaggio. Mi scappò una risata. Avrei fatto scappare anche il più coraggioso tra gli uomini, pensai tra me e me.Mi diedi una sistemata e mi rilassai, più sollevata di prima. Com’erano strani i ricordi. Erano capaci di farti provare la tristezza più straziante e subito dopo la felicità più immensa. Mi passai una mano tra i capelli , feci un sospiro , mi chinai sotto il letto e aprii la mia vecchia scatola dei ricordi. Oramai che i ricordi erano tornati, tanto valeva andare fino in fondo.Le mie labbra si aprirono in un sorriso triste e riaffondai nei cunicoli nascosti nella mia me-moria.

Entrai in classe trovando tutti i posti occupati, tutti tranne uno. E dove ovviamente? Vicino a lui.Ultimo posto in fondo alla classe. Mi avvicinai esitante e presi posto senza incrociare il suo sguardo. Lui mi rivolse un balbettato ciao e io ricambia ugualmente timida.

Ad un tratto il cellulare vibrò strappandomi ai miei pensieri, contrariata digitai la password e lessi il nome del mittente del messaggio. Non ci potevo credere. Sicuramente i miei occhi stanchi si sbagliavano. Mi avvicinai allo schermo, per rileggere. Non potevo sbagliarmi, era proprio lui quello che mi scriveva.

Nour.

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SCUSATE SE MI INTROMETTOLo so, lo so.Non sprecate il vostro fiato da adolescenti, che già è consumato dalle discussioni con i genito-ri, dalle canzoni cantate a squarciagola chiusi in camera e dalle sigarette delle sette di mattina che fanno sempre cool.Lo so.E mi dispiace, davvero! Voi piccoli animaletti pelosi credevate, almeno per quest’anno, di esservi liberati di questa rubrica. Ragionevolmente pensavate che io mi fossi finalmente stancata di scrivere sciocchez-ze senza alcun filtro, di darvi soprannomi assurdi e di intromettermi nelle vostre equilibrate e serene vite. Poveri, piccoli ingenui studenti.È con immenso dispiacere che devo comunicarvi che la sottoscritta non si stanca mai di dire cavolate, e che infastidire le persone continua ad essere uno dei miei passatempi preferiti, ol-tre al mangiare, al dormire e al fare spuntini (lo so che tecnicamente anche fare uno spuntino vuol dire mangiare, ma no fatemi sentire ingorda). Credo che tutti quanti sappiate cosa succede adesso. Quasi quasi lascio che siate voi a dirlo. Dai, ditelo.……Va bene, va bene, se proprio devo, lo dico io! Scusate se anche questa volta mi intrometto nelle vostre tranquille e sane esistenze cari stu-denti manzoniani! Bene, ora che abbiamo svolto i convenevoli, concentriamoci sulle cose serie.Comunque non ci crede nessuno che non siete felici di vedermi.Lo so che avete il cuore pieno di zucchero filato e arcobaleni, e non riuscite a smettere di saltellare e lanciare gridolini isterici per il ritorno di questa rubrica (solo, magari evitate di continuare a leggere il giornalino sotto al banco mentre la vostra professoressa spiega, se non riuscite proprio a contenervi –cosa del tutto comprensibile). Ora concentriamoci veramente sulle cose serie. Ci sono tantissime cose di cui vorrei parlarvi perché, non so se ci rendiamo conto, ma è da un anno che non ci facciamo una chiacchierata, io e voi. Voglio dire, la mia barba ha fatto in tempo a diventare bianca e folta, il mio pinguino domestico è finalmente diventata madre e ho ghiaccio dovunque in casa, la Nutella ha fatto in tempo a diventare nominale (anche la Coca-Cola, ma quella non è lontanamente paragonabile alla Nutella) e mi sono passate tal-mente tante cose assurde, scandalose, divertenti e improponibili sotto agli occhi che non so davvero da dove cominciare. Credo che però sia doveroso, oggi, parlare di una piaga sociale che ogni anno torna a turbare le giovani schiere di studenti, un dramma esistenziale con cui ognuno di noi deve convivere, e che ognuno affronta in modo diverso, ma pur sempre

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È da generazioni ormai che le sveglie, le mamme arrabbiate, i secchi d’acqua, il solletico as-sassino, il denudamento dalle coperte e il faro da minatore puntato negli occhi vengono usati come mezzi di tortura brutale per costringere i poveri studentelli assonnati a lasciare il pro-prio caldo e confortevole letto.Ognuno poi ha il suo modo di vivere questa triste esperienza mattutina.C’è chi, efficiente conservatore della puntualità, scatta in piedi come una molla, e dopo aver traumatizzato ogni poro della sua pelle con l’acqua gelida, è pronto e operativo. Se non cono-scete nessun esemplare di questa specie, tranquilli, non siete ignoranti, è che è una razza in via d’estinzione.Ci sono poi quelle ammirabili (e secondo il mio modesto parere leggermente squilibrate e fol-li) persone che, ritenendo il diritto di fare tutto con calma un valore irrinunciabile, puntano la sveglia molto prima del necessario, per poter poi pucciare un’infinità di biscotti nel loro latte, o scegliere serenamente e razionalmente cosa indossare per la giornata (magari abbinando anche i colori) e camminare sereni e rilassati alla fermata del pullman, senza doversi prestare a umilianti e poco riuscite imitazioni di Usain Bolt. Una curiosa e per me incomprensibile sottospecie di questa categoria di persone sono quelle avvenenti fanciulle che si svegliano prima del tempo per riservare un quarto d’ora buono al trucco e parrucco. Ora, signorine: avete tutto il mio rispetto, perché io non credo che, nemmeno volendolo con tutta me stessa, riuscirei a convincere il mio corpo ad alzarsi dal letto sapendo che evitando il trucco potrei dormire altri 15 minuti MA, seriamente parlando, mettetevi una mano sul cuo-re e chiedetevi: ne vale veramente la pena?Arriviamo ora alla categoria in cui credo molti, scavandosi nell’anima, riconosceranno di appartenere; a quei pigri e disgraziati esseri per i quali, se dipendesse solo da loro, la scuola non inizierebbe prima delle undici (e ovviamente finirebbe lo stesso alle due). Questi giovani uomini e giovani donne, incompresi dalle madri furibonde, dagli autisti dei pullman sempre in anticipo e dai professori che odiano gli sbadigli, vivono un dramma esistenziale ogni matti-na, e combattono eroicamente con il loro acerrimo nemico, la sveglia.Ognuno di loro attraversa tre fasi in questa dura relazione: -il rifiuto, al suonare della sveglia, di credere che sia già mattina.-la contrattazione, spostando cinque minuti avanti il timer, e convincendo se stessi ad alzarsi con la tipica discussione mentale “mi alzo ora…ok, ora…adesso davvero…in questo istante mi alzo…adesso…ok, adesso…aaadesso” e cosi via. -la rassegnazione, e la conseguente sconfitta del nostro eroe, che inizia a spingere il proprio corpo verso il bordo del letto, con mosse più goffe di un panda obeso che balla Gangnam Style, e rotola sul pavimento per poi alzarsi lentamente, per evitare di inciampare nelle oc-chiaie. Generalmente poi la preparazione, ridotta alle norme base dell’igiene e della decenza, prose-gue in maniera meccanica, secondo un metodo perfezionato in anni di levatacce, lavandosi i denti mentre si ingurgitano cereali, scavando casualmente nell’armadio in cerca di vestiti mentre ci si infila le scarpe, pettinandosi con le mani mentre si cacciano un paio di libri in cartella, dando da mangiare al lama domestico mentre ci si cerca una merenda nella dispensa. Il tutto in suppergiù 10 minuti.

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Generalmente la simpatica scenetta si conclude con una porta che sbatte e il nostro amico che catapulta se stesso per strada pregando gli dei del trasporto pubblico di avere in grazia la sua anima anche per quella mattina. Sappiate dunque, che a qualunque categoria voi apparteniate, io condivido i vostri dolori e ammiro il vostro coraggio, e prometto che quando sarò governatore supremo del mondo stabilirò che l’istruzione avvenga solo per sogni istruttivi indotti dal cioccolato, come è giusto che sia.Per ora, il mio pensiero va in particolare a tutti quegli eroi dei paesini dai nomi improponi-bili, che ucciderebbero i Varesini che si lamentano di doversi alzare alle 7, e che dimenticano sempre mille cose a casa, perché quando un compagno manda loro un messaggio come pro-memoria, loro sono già usciti di casa da mezz’ora. Coraggio ragazzi, un giorno passeremo sopra a tutte le nostre sveglie con uno schiacciasassi.In ogni caso, fatevi forza paguri manzoniani, sapendo che il vostro letto vi sarà sempre fedele, e vi attenderà ogni sera, pronto a confortarvi, accogliervi ed amarvi. E intanto sappiate che vi amo anche io, e vi auguro tutta la cioccolata del mondo (?). A presto, LaLucions.

LE DOMANDE ESISTENZIALI IRRISOLVIBILI

Hola cari amici del Manzoni!Un altro anno è iniziato e durante queste brevi vacanze (non sono mai abbastanza lunghe) ognuno di noi è cambiato, è cresciuto, ha fatto diverse esperienze, ha incontrato nuove perso-ne e instaurato nuovi rapporti. Dopotutto l’adolescenza è il periodo delle trasformazioni, della maturazione (almeno si spera) e dei dubbi esistenziali. Sì, siamo pieni di domande “chi sono,” “cosa voglio,” “che senso ha il mondo?” Domande im-portanti, mi sembra ovvio, a cui un giorno, forse, daremo risposta (magari qualche fortunato già l’ha fatto). Ma siamo veramente sempre così profondi? La nostra testa è solo piena di domande degne di un filosofo?Beh non credo. Perlomeno, io parlo per me, ma credo anche per tanti altri. Pensiamo a quelle volte in cui, durante certe lezioni soporifere o lunghe passeggiate solitarie, la nostra mente viaggia verso ragionamenti paurosamente insensati e arriviamo a chiederci domande del tipo: “è nato prima l’uovo o la gallina?”E sì, parliamoci chiaro, la nostra mente è piena di dubbi di questo tipo. L’altro giorno, ad esempio, mentre cercavo di studiare una materia abbastanza noiosa mi sono chiesta, così

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senza motivo: “Ma cosa accidenti sono questi fantomatici Hipster?” Non so il perché di questa domanda, probabilmente il mio cervello cercava disperatamente una scusa per distrarsi dagli appunti (il tipico processo di evasione di fronte a una realtà op-primente). Fatto sta che non riuscivo più a studiare! Dovevo assolutamente conoscere il significato di quella parola. Ormai per le strade gente di ogni tipo definisce il proprio stile Hipster. Sapevo che questa fosse una tendenza controcorrente, alternativa... ma allora perché tutti ci si confor-mano? Situazione abbastanza paradossale.Le ragazzine con i pantacollant tribali si definiscono hipster, se hai una camicia in jeans “ami-co sei hipster,” sei hai gli occhiali da nerd “quanto sei hipster,” se hai la felpa di Obey “sei trop-po hipster!”, se hai il cappellino dell’Hype “sei hipsterissima!” E poi, ma sì, andiamo tutti in giro con il simbolo dei Doni della Morte senza neanche cono-scerne il significato! Miei cari Babbani, i Deathly Hallows NON VI RENDONO HYPSTER!Di fronte a tutta questa confusione ho dovuto chiarirmi le idee. E così ho salutato, molto ama-ramente, le mie ore di studio e ho fatto un po’ di ricerche, ho letto un po’ di giornali e penso di aver capito.L’Hipster di oggi (perché esiste anche l’hipster degli anni 40 cioè l’appassionato di bebop e hot jazz. Ma quante informazioni da Wikipedia!) secondo me è il giovane che non segue mode convenzionali ma ha uno stile tutto suo: che va dal retrò all’indie, chi mette la prima cosa pescata nell’armadio senza alcun tipo di abbinamento ma riuscendo comunque a “con-ciarsi” in modo originale e chi veste vintage ma con veri vestiti usati dalle mamme.La capitale degli Hipster è, udite udite… Stoccolma! I giovani di questa fredda città parlano un inglese perfetto (tipico degli hipster), amano lo studio delle arti, disprezzano l’ostentazio-ne e non hanno mai un soldo in tasca. Questo perché in Svezia il carico fiscale è molto più pesante del nostro ma in compenso tutto quello che sborsano vieni ridato loro indietro attra-verso i tanti ed efficienti servizi pubblici (sì, proprio come in Italia). L’ Hipster non da importanza all’aspetto esteriore ma cade nel più alto menefreghismo. È quello che non ha tempo da perdere perché la sua testa probabilmente è impegnata in grandi pensieri è occupata da indifferibili questioni! Sì a questo punto mi sento un po’ hipster, e pen-so che un po’ dovremmo esserlo tutti. Quindi tenetevi pronti a pensare fuori dagli schemi, perché in questa mia rubrica analizzerò le più assurde e stupide domande di internet, dilemmi dell’universo apparentemente irrisolvi-bili, che per molti sono drammi esistenziali di dimensioni galattiche. Noi siamo pronti a dare delle risposte. Spero che tutto questo vi faccia pensare fuori dagli schemi, o semplicemente ridere. Spero che queste domande concettualmente misteriose vi distraggano un po’ e vi facciano scollegare i neuroni. E spero possano alleggerire la vostra giornata!

Bene ecco a voi le “Life’s unanswered questions” :• “How does a shepherd count his flock without falling asleep?” Come fa un pastore a conta-

re il suo gregge senza addormentarsi?Penso con tanto caffè e molta forza d’animo. Uomini determinati i pastori!

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• “If Dracula has no reflection, how comes he always had such a straight parting in his hair?” Se Dracula non si riflette negli specchi, come f ad avere sempre la riga dei capelli per-fettamente dritta?

Dopo tutti gli anni passati a farsi la riga in mezzo se la saprà fare ad occhi chiusi oppure è semplicemente un genio.• “If you try to fail, and succeed, what have you done? Failed or succeded?” Se provi a fallire

e hai successo, cosa hai fatto? Hai fallito o avuto successo?Non lo so ma la mia vita dopo questa domanda non sarà più la stessa.• “If a cow laughed real hard, would milk come out her nose?” Se una mucca ridesse molto

forte il latte le uscirebbe dal naso?*risata incontrollabile* Ma perché? A questo punto spero di sì, sarebbe una scena epica!• “If somebody vanished WITHOUT A TRACE, how do people know they are missing?”

Se qualcuno sparisse SENZA LASCIARE TRACCIA, come farebbe la gente a sapere che è scomparsa?

Qua non c’è traccia neanche dei tuoi neuroni amico.• “If olive oil comes from olives, where does baby oil come from?” Se l’olio di olive proviene

dalle olive, da dove proviene il baby oil?Vedo dove vuoi arrivare amico. beh una cosa è certa, non proviene da bambini spremuti! O almeno lo spero… Bambini spremuti per creare olio, che brutta immagine!• “Why did Superman wear his briefs on the outside of his tights?” Perché Superman indossa

le mutande fuori dalla calzamaglia?Me lo sono sempre chiesta! probabilmente sarà hipster anche lui! C’è solo del bello nell’essere diversi.

-Lucia Bonbon

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Ciao ragazzi,Non avete mai sognato di aver qualcuno con cui confidarvi? Qualcuno che come voi cerca di sopravvivere in questo mondo, nell’età più difficile e più sorprendente che ci sia?Ecco, io sono qua per condividere con voi le mie storie, le mie delusioni, i miei problemi, ma soprattutto sono qui per ascoltarvi e consigliarvi, sperando così di potervi aiutare in questo tortuoso percorso chiamato “adolescenza”.Quindi per cominciare mi presento!Sono Mel, una ragazza normale a cui succedono cose poco normali. Ecco una delle mie av-venture:Avete presente quel ragazzo che conoscete da anni, con cui vi confidate e di cui vi fidate cie-camente? Io si, bé ecco... a volte pensate che sia solo amicizia, ma arriva il momento in cui per un motivo o per un altro, realizzi che non puoi fare a meno di lui. Qualche anno fa a me è successo.Io ed E. frequentavamo la stessa scuola. Ci vedevamo tutti i giorni, e piano piano, mi sono resa conto che non potevo fare a meno di vederlo. Purtroppo non eravamo in classe insieme, quindi appena la campanella dell’intervallo suonava, entrambi ci affrettavamo verso le scale dell’ala sud della scuola, e uscivamo nel piccolo cortile sul retro.Era il nostro posto, nostro e di nessun altro, dove ridendo e scherzando ci confidavamo tutto; e fu lì che un giorno lui si girò a guardarmi e mentre, come al solito, mi stringeva il viso tra le mani per salutarmi con un bacio sulla fronte, mi baciò. Un Bacio vero di quelli che ti sconvol-gono la giornata, rendendola semplicemente perfetta. A me piaceva da tanto, ma non avevo mai avuto il coraggio di fare il primo passo, per paura di rovinare quello splendido rapporto che ci rendeva unici. Ma con quel bacio mi aveva detto che anche per lui non ero solo un’a-mica, ero qualcosa di più... Qualcosa per cui valeva tentare nonostante la posta in gioco fosse alta. E noi ci abbiamo provato, abbiamo provato a rompere la “friend-zone”. Fu la mia prima vera storia e ancora oggi ne conservo un ricordo bellissimo. È rischioso iniziare una relazione con un amico importante, e non tutti scelgono di provarci.Vale la pena rischiare un’amicizia per un amore che potrebbe essere bellissimo, ma potrebbe anche non funzionare? Cosa ne pensate voi? Pro o contro il rischio dell’uscita dalla “friend-zone”? E voi, avete vissuto qualcosa di simile? Ci sono questioni di cuore buffe, tristi, roman-tiche che avete vissuto? Storie che ancora vi fanno sorridere, arrabbiare, piangere, arrossire? In questa rubrica vorrei dare voce alle vostre storie.Condividendole ci si rende conto di quante persone hanno vissuto qualcosa di simile, e ci si sente meno soli o meno stupidi, e magari si dà qualche consiglio a chi sta vivendo ora una situazione così. Aspetto le vostre storie e il vostro punto di vista sulla questione “friend-zone”.Scrivetemi qui: [email protected]

Mel

LA POSTA DEL CUORE

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HORROROSCOPOBuongiorno manzoniani, anche quest’anno il vostro giornalino di fiducia è tornato e con lui torna anche il miglior oroscopo mai scritto… il MIO! Verità a parte, vi scrivo due righe soltanto per spiegare alle new entry in cosa consiste questa rubrica. Premettendo che “ogni riferimento è puramente casuale,” lo scopo principale è quello di strapparvi un sorriso e, perché no, predirvi il futuro. Ogni mese ci sarà il segno “prediletto” di cui darò indicazioni circa i caratteri principali e qualche informazione in più con il rispetti-vo disegno fatto a sei mani con io, me e me stessa. Adesso, senza indugio, inizio questo pazzo Horroscopo con il segno prediletto del mese che è…(rullo di tamburi)…

GHIRO23/10-22/11

Ama profondamente il silenzio e la tranquillità ma soprattutto dormire. È una persona forte e indipendente, a cui piace però stare in compa-gnia e condividere le proprie passioni.

AMORE: questo è un mese d’oro. Non state imbaccuccati nei vostri kanguru davanti alla tv, schiacciando un pisolino.Uscite, il letargo per voi non è iniziato, cercate il/la vostro/a “ghiretto/a”. E se non la trovate subito non preoccupatevi, avete tutto il mese a disposizione. Per gli accoppiati godetevi il momento, non è mai stato così dolce e bello, concedetevi qualche seratina romantica in più.

SCUOLA: non pensate solo all’amore ma anche allo studio, siete persone intelligenti, ma non potete vivere di rendita! Non prendete sottogamba le solite due materie che odiate, cercate di assumerle a piccole dosi invece!

CONSIGLIO: non chiudetevi in voi stessi se avete un problema, ascoltate anche i consigli di chi ha un punto di vista esterno.

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FARFALLA21/03-20/04

AMORE: fai attenzione perché nuovi incontri sono dietro l’angolo.SCUOLA: questo mese sarà molto difficile ma non sco-raggiarti, tieni duro i risulta-ti arriveranno.

CONIGLIETTO21/04-20/05

AMORE: in questo periodo ti senti dolcissimo/a, sfrutta-lo a tuo vantaggio.SCUOLA: è il tuo mese buono, niente da dire. Solo, non ti giustificare sempre in Educazione Fisica!

PETTIROSSO21/05-21/06

AMORE: sei un po’ schizzino-so in amore, per questo se hai qualcuno al tuo fianco, tienite-lo stretto.SCUOLA: non è il tuo perio-do, cerca di non pensare hai problemi e vedrai che andrà meglio.

GRILLO22/06-22/07

AMORE: è un momento no vero? Meno male che ci sono gli amici al tuo fianco.SCUOLA: lo sai anche tu, se t’impegni, hai dei risultati otti-mi. Perciò STUDIA!

TARTARUGA23/07-23/08

AMORE: hai bisogno dei tuoi tempi in amore e non tutti lo capiscono. Per questo mese niente novità.SCUOLA: non iniziare su-bito con la filosofia del “sei politico”. Mettiti a lavorare un po’!

SCOIATTOLO24/08-23/09

AMORE: non pensare al pas-sato, così facendo perdi molte occasioni.SCUOLA: le materie scienti-fiche proprio non le digerisci. Chiedi se non capisci, non essere timido.

VOLPE23/10-22/11

AMORE: sei una persona furba anche in amore; stai attento perché non tutti sono disposti a fare il tuo gioco.SCUOLA: intelligente come sei raggiungerai risultati magnifici.

MARMOTTA22/12-20/01

AMORE: per i single niente da fare; per le coppie invece questo è un periodo meravi-glioso. SCUOLA: tutto sta andando secondo i tuoi piani, non c’è da preoccuparsi.

PINGUINO21/01-19/02

AMORE: sei “tenero e coc-coloso”. Occhio che qualcuno potrebbe approfittarsene.SCUOLA: ti senti molto dili-gente in questo periodo, vai così!

ORSO POLARE23/11-21/12

AMORE: stai cercando una persona che ti “accudisca” continua a cercare, è vicina.SCUOLA: mi dispiace dirtelo ma non puoi uscire il pome-riggio e pretendere i risultati.

FURETTO18/02-20/03

AMORE: non ruota tutto in-torno a te, lascia dello spazio anche al tuo lui/lei.SCUOLA: materie come fisica e inglese vi daranno un po’ di problemi, cercate di stare attenti in classe.