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Libro Prati permanenti 09-05 - biodiversity-lorenzomarini.eu · Dallafi or Carlo, Cavalese Degianpietro Angelo, Cavalese Dellagiacoma ... Trettel Saverio, Tesero Varesco Mauro, Carano

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Istituto Agrario di San Michele all’Adige

Centro per l’Assistenza Tecnica

Tipologia dei pratipermanenti

del Trentino orientale

M. Scotton, L. Marini, A. Pecile, P. Rodaro

Istituto Agrario di San Michele all’Adige

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

© 2005 Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Via Mach 1 - 38010 San Michele all’Adige

È vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo essa venga effettuata

TestiMichele Scotton, Lorenzo Marini, Angelo Pecile

Fotografi eLorenzo Marini

Responsabilità e coordinamento scientifi coMichele Scotton

Rilievi fl oristiciLorenzo Marini e Paolo Rodaro

Inchieste aziendaliPaolo Rodaro

Contatti con le aziende e rilievi produttiviMauro Anesi, Enrico Casagrande, Marco Vettori e Roberta Franchi

Coordinamento editorialeRoberta Franchi

La pubblicazione è stata prodotta nell’ambito del progetto “Tipologie dei Prati Permanentidel Trentino”, promosso dall’Istituto Agrario San Michele all’Adige, e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni vegetali dell’Università degli Studi di Padova.

Progetto grafi co ed editingPalma & Associati

StampaTipografi a Temi

Finito di stampare nel mese di dicembre 2005

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale / M. Scotton ... [et al.]. – [San Micheleall’Adige (TN)] : Istituto Agrario di San Michele all’Adige, 2005. - 128 p. : ill., tab. ; 26 cmISBN: 88-7843-004-X1. Prati - Tipologia - Trentino orientale 2. Prati stabili – Trentino orientale 3. Agricoltura – Trentinoorientale I. Scotton, Michele II. Marini, Lorenzo III. Pecile, Angelo IV. Rodaro, Paolo633.2020945385

AZIENDE INTERESSATE DAI RILIEVI

Agnolin Alfredo, Borgo

Cenci Antonio, Castelnuovo

Cortese Valter, Castelnuovo

Dalprà Beppino e Luciano, Roncegno

Dandrea Daniele, Olle

Moranduzzo Edoardo, Pieve Tesino

Bassa Valsugana e Tesino

Nervo Floriano, Pieve Tesino

Orsingher Claudio, Borgo

Palù Guido, Torcegno

Perozzo Francesco, Castelnuovo

Sandri Flavio, Villa Agnedo

Stefani Pietro, Tezze

Bianchini Fratelli, Vigolo vattaro

Birti Francesco, Lavarone

Corradi Francesco, Lavarone

Leonardi Riccardo, Civezzano

Mascotto Gianni, Barco di Levico

Pallaoro Gemma, Sant’Orsola

Alta Valsugana

Pintarelli Daniela, Pergine

Pompermaier Palmina, Sant’Orsola

Sighel Flavio, Baselga di Pinè

Slaghenaufi Paolo, Lavarone

Zamboni Fratelli, Vigolo vattaro

Fontana Gianbattista, Siror

Fossen Antonio, Transacqua

Nunziata Aniello, Canal S. Bovo

Ropele Ettore, Mezzano

Scalet Giancarlo, Transacqua

Simon Marcello, Mezzano

Tomas Fortunato, Imer

Primiero

Turra Giorgio, Tonadico

Turra Francesco, Tonadico

Turra Mario, Tonadico

Zagonel Gianlorenzo, Tonadico

Zortea Romanilde, Zortea

Zugliani Felice, Mezzano

Zurlo Rino, Zortea

Bosin Valentino, Predazzo

Canal Leonardo, Cavalese

Dallafi or Carlo, Cavalese

Degianpietro Angelo, Cavalese

Dellagiacoma Fabio, Predazzo

Valle di Fiemme

Iellici Elio, Tesero

Monsorno Ilario, Varena

Moser Giorgio, Castello-Molina

Trettel Saverio, Tesero

Varesco Mauro, Carano

Ceschi Lorenzo, Moena

Defrancesco Luigi, Moena

Deluca Andrea e Luigi, Pozza di Fassa

Iori Maddalena, Canazei

Valle di Fassa

Riz Flavio, Campitello

Weiss Luigi, Vigo di Fassa

Zulian Renzo, Soraga

Presentazione

Le superfi ci agricole provinciali destinate al prato permanente riguardano

quasi 20.000 ettari: una porzione signifi cativa del territorio, una

fondamentale risorsa per le produzioni zootecniche locali e per la loro

tipicità, un importante elemento del paesaggio montano.

L’attenzione dell’Istituto verso la foraggicoltura non è sicuramente

nuova e si concretizza oggi in questa pubblicazione che scaturisce dalla

applicazione a questo comparto dell’agricoltura provinciale delle più

adeguate e moderne metodologie di studio.

La pubblicazione che abbiamo il piacere di presentare è caratterizzata

da immediate possibilità di applicazione ed utilizzazione da parte di

allevatori, tecnici e pianifi catori e rappresenta il frutto di un convinto e

continuo investimento di risorse nel settore delle produzioni animali.

Un lavoro svolto con accuratezza e dedizione da parte del personale del

Centro per l’Assistenza Tecnica, quotidianamente impegnato nell’affi ancare

gli allevatori con il proprio supporto tecnico ma, contemporaneamente,

consapevole della necessità ed opportunità di affrontare anche

problematiche di carattere più strategico.

La qualità tecnico scientifi ca della pubblicazione, inoltre, è garantita

dalla competenza e dall’esperienza messe a disposizione da parte del

Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni vegetali dell’Università

di Padova.

Un esempio di quali risultati si possono ottenere per mezzo di una

fattiva integrazione, di una concreta sinergia fra consulenza e ricerca-

sperimentazione, fra competenze tecnico operative e conoscenza

scientifi ca. Centro per l’Assistenza Tecnica Michele Pontalti

11

Indice

13 Introduzione

16 Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

31 Principali caratteristiche vegetazionali, ambientali e gestionali dei tipi di prato

35 Procedura per il riconoscimento Riconoscimento tramite tabella di rilievo

Riconoscimento tramite chiave dicotomica

41 Schede descrittive dei tipi 46 01. Mesobrometo 50 02. Avenuleto 54 03. Festuco-Agrostideto 58 04. Triseteto magro 62 05. Triseteto tipico 66 06. Triseteto di transizione magro 70 07. Triseteto di transizione tipico 74 08. Arrenatereto magro 78 09. Arrenatereto tipico 82 10. Arrenatereto ad Alopecurus pratensis

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

12 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

86 11. Arrenatereto pingue ad ombrellifere 90 12. Arrenatereto pingue a graminacee 94 13. Alopecureto 98 14. Lolieto a Lolium multifl orum 102 15. Agropireto 106 Bibliografi a citata

109 APPENDICE 1 Repertorio fotografi co delle specie

126 Indice fl ora

129 Gli Autori

130 APPENDICE 2 Tab. I Tabella sintetica (abbondanza percentuale delle

specie nei 15 tipi) Tab. II Biodiversità e pregio naturalistico Tab. III Tabella di rilievo

13

Introduzione

I prati permanenti, oltre che costituire una fondamentale risorsa per

la produzione di foraggio, assumono oggi un ruolo sempre più centrale

anche nella conservazione delle risorse naturali. Gli studi sulla capacità

di immobilizzazione del carbonio nelle praterie e le problematiche legate

alla salvaguardia della biodiversità, rappresentano solo alcune delle

tematiche in cui la foraggicoltura permanente viene coinvolta.

Tali nuove “destinazioni d’uso” pongono però questioni che vanno

oltre le normali problematiche gestionali legate alla produzione e di

fronte alle quali è necessario possedere un’elevata conoscenza del

signifi cato ecologico e dei fattori che infl uenzano il funzionamento

del sistema prato. Per assumere questo ruolo multifunzionale, la

foraggicoltura deve perciò avvalersi di una nuova base conoscitiva e di

interpretazione della realtà che, a partire da studi di tipo scientifi co, si

concretizzi in documenti che possano guidare il tecnico o il pianifi catore

nelle sue scelte.

In quest’ottica l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, in

collaborazione con il Dipartimento di Agronomia ambientale e

Produzioni vegetali dell’Università di Padova, ha intrapreso il progetto

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

14 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

“Tipologie dei Prati Permanenti del Trentino” che prevede, fra l’altro, la

pubblicazione di alcuni documenti riguardanti l’analisi tipologica dei

prati.

L’approccio tipologico ha scopi principalmente applicativi e prevede una

classifi cazione della vegetazione in unità (tipi) per le quali è possibile

conoscere le caratteristiche produttive, ecologiche e di biodiversità

necessarie per la loro corretta gestione.

Questi studi hanno trovato ampia applicazione nella gestione dei boschi

del territorio alpino e appenninico per la quale molte Regioni o Province

Autonome si sono dotate di strumenti analoghi e, più recentemente,

sono entrati anche nel settore forragero-zootecnico (ad es. Roumet et al.

1999; Bassignana e Bornard, 2001; Ziliotto et al. 2004).

Il lavoro qui presentato riguarda il territorio del Trentino orientale ed

illustra, in particolare, la tipologia dei prati di Valsugana, Primiero, Valli

di Fiemme e di Fassa.

Esso rappresenta la seconda tappa di un percorso editoriale che ha visto

nel 2000 la pubblicazione di un primo lavoro riguardante la tipologia

delle Valli del Noce e che si concluderà entro il 2007 con la produzione

di un unico documento per l’intero territorio trentino. Con le due

tipologie fi n qui pubblicate è stata coperta circa la metà della superfi cie

15

provinciale e si sono poste le basi per la redazione della tipologia

defi nitiva.

Una volta conclusa la fase di analisi tipologica, sarà possibile procedere

alla cartografi a completa delle zone prative, attività che in parte è già

stata avviata per le valli del Noce. Tale cartografi a, implementata in

un Sistema Informativo Geografi co, potrebbe risultare utile a svariate

applicazioni: ad esempio, per diversifi care i contributi allo sfalcio in

base al valore naturalistico delle superfi ci o ad altre caratteristiche,

oppure per affrontare le problematiche connesse alla gestione dei refl ui

zootecnici.

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

16 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

LINEAMENTI ESSENZIALI DELL’AGRICOLTURA E DELLA PRATICOLTURA PERMANENTE DEL TRENTINO ORIENTALE

L’uso del suolo

Per fornire un’idea generale dell’agricoltura del territorio in esame e della

relativa importanza del comparto zootecnico, si riportano di seguito alcu-

ni dati statistici delle vallate considerate.

In tabella 1 è presentata la ripartizione delle superfi ci agricole nelle di-

verse colture: c’è una netta prevalenza dei prati e dei pascoli sulle al-

tre colture, caratteristica derivante dalla connotazione montana dell’area

geografi ca considerata. Solo in Valsugana, grazie alle favorevoli condizioni

topografi che e climatiche, esiste la possibilità di praticare coltivazioni

alternative alle foraggere da prato. Si tratta soprattutto di melo, vite e

piccoli frutti. Il mais trova spazio prevalentemente nel fondovalle e la sua

Fonte: PAT - Servizio Vigilanza e Promozione dell’Attività Agricola

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Tab. 1 - Ripartizione della superfi cie (ha) secondo l’utilizzazione dei terreni riferita all’anno 2000

Comprensorio

Alta Valsugana 590 1.442 89 2.835 3.344 8.300 11.563 2 797 273 20.935

Bassa Valsugana e Tesino 106 277 22 1.509 5.199 7.113 10.278 - 605 67 18.063

Primiero 6 1 2 1.428 7.212 8.649 20.115 - 1.592 61 30.417

Val di Fiemme 9 12 10 2.193 8.366 10.590 25.181 - 1.838 288 37.896

Val di Fassa - - 1 1.302 5.327 6.630 12.169 - 289 112 19.201

Trentino orientale 711 1.752 124 10.267 29.398 41.292 79.306 2 16.121 801 80.109

17Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

coltivazione è mirata alla produzione di trinciato integrale reimpiegato in

azienda.

Il settore foraggero - zootecnico

Nelle tabelle 2-6 sono riportate le caratteristiche zootecniche essenziali

dei diversi comprensori.

Dalla tabella 2 si nota che l’allevamento bovino ed ovino sono i due settori

numericamente più rilevanti.

In particolare, considerando l’ultimo decennio del secolo scorso, l’alleva-

mento bovino presenta un calo del numero totale di capi, pari a circa il

15%, mentre l’allevamento ovino ha incrementato questo numero di circa

un terzo, raggiungendo una quota espressa in UBA1 pari a circa il 20% di

quella dei bovini.

Per quanto riguarda l’allevamento bovino, le dimensioni delle aziende e

la loro ripartizione nelle diverse classi dimensionali della mandria sono

abbastanza simili nei diversi comprensori.

In tabella 3 si nota che il numero di aziende con meno di 10 capi è

ancora abbastanza elevato risultando compreso circa tra il 40 e il 65%.

1 I valori di Unità Bovine Adulte considerati nel calcolo sono: 1 per vacche da latte, 0.5 per vitelli e manze, 0.15 per ovini e caprini e 0.8 per gli equini.

Bovini Ovini Caprini Equini Totale UBA

Comprensorio 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000

Alta Valsugana 4.606 3.759 7.368 6.558 584 765 260 278 5.086 4.328

Bassa Valsugana 5.888 4.857 2.090 7.966 632 797 270 327 5.335 5.462 e Tesino

Primiero 1.846 1.508 305 1.508 147 181 60 169 1.593 1.595

Val di Fiemme 2.520 2.578 2.668 2.415 594 1.023 242 359 2.699 2.865

Val di Fassa 1.124 1.001 8 32 36 50 65 72 958 871

Trentino orientale 15.984 13.703 12.439 18.479 1.993 2.816 897 1.205 15.670 16.951

Fonte: www.trentinoagricoltura.it, dati del IV e V censimento dell’agricoltura

Tab. 2 - Ripartizione dei capi di bestiame per specie riferita agli anni 1990 e 2000 per i singoli comprensori.Si riporta anche il totale di Unità Bovine Adulte equivalenti

18 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Totale

Ripartizione del numero totale di aziende Comprensorio

aziende in base al numero di capi (%)

N<10 10<N<25 25<N<50 50<N<100 N>100

Alta Valsugana 187 66,3 14,5 7,5 8,0 3,7

Bassa Valsugana 174 42,3 16,0 25,7 12,0 4,0 e Tesino

Primiero 89 43,8 23,6 21,3 11,2 -

Val di Fiemme 105 48,6 24,8 11,4 10,4 4,8

Val di Fassa 66 53,3 24,2 17,7 3,2 1,6

Trentino orientale 621 50,9 20,6 16,7 9,0 2,8

Tab. 3 - Ripartizione delle aziende ad allevamento bovino (%) in base alle dimensioni della mandria nell’anno 2004

Fonte: APSS

Totale

Ripartizione del numero totale di capi bovini nelle principali razze (%)

Comprensorio capi Bruna Grigio Frisona Rendena Pezzata Altre razze Alpina Rossa

Alta Valsugana 3.685 22,0 3,8 35,0 2,2 16,4 20,7

Bassa Valsugana 4.720 37,2 3,3 27,8 1,2 9,3 21,2 e Tesino

Primiero 1.775 73,1 5,9 4,1 0,3 6,3 10,3

Val di Fiemme 2.433 42,0 9,7 15,0 0,8 17,0 15,5

Val di Fassa 958 52,2 4,3 4,7 - 21,7 17,1

Trentino orientale 13.571 45,2 5,4 17,3 1,1 14,0 17,0

Provincia 42.712 40,7 2,2 28,1 5,3 7,2 16,5

Fonte: APSS

Tab. 4 - Ripartizione dei capi bovini per razza (%) per ogni comprensorio nell’anno 2004

Questo fatto è particolarmente evidente in Alta Valsugana, dove oltre il

60% della aziende ha meno di 10 capi.

In tabella 4 sono presentati i dati riguardanti la diffusione delle diverse

razze bovine: quella più rappresentata è la razza Bruna, seguono la Frisona

e la Grigio Alpina.

La Frisona è allevata prevalentemente in Valsugana e nel fondovalle del-

la Val di Fiemme, ove sono più frequenti aziende specializzate che non

praticano l’alpeggio con gli animali in lattazione. Al contrario, le aziende

di piccole dimensioni, localizzate in zone montane, preferiscono allevare

specie più rustiche e con maggiori attitudini al pascolo.

19

Comprensorio Superfi cie a Carico bovino Azoto prodotto UBA/superfi cie Azoto/superfi cie prato (ha) (UBA) (Kg N anno-1) (UBA ha-1) (Kg ha-1 anno-1)

Alta Valsugana 1.824 2.883 274.824 1,58 151

Bassa Valsugana 2.219 3.460 328.350 1,55 148 e Tesino

Primiero 1.199 1.256 116.533 1,05 97

Val di Fiemme 1.659 1.858 172.121 1,12 93

Val di Fassa 976 653 71.582 0,67 73

Fonte: PAT – Servizio Vigilanza e Promozione dell’Attività agricola

Tab. 5 - Calcolo del carico bovino in riferimento alle superfi ci a prato permanente. I dati sono riferiti all’anno 2004

1995 2004 differenze 1995-2004 (%)

Comprensori totale di cui totale di cui totale di cui bovini vacche aziende bovini vacche aziende bovini vacche aziende

Alta Valsugana 3.842 2.532 286 3.685 2.081 187 -4,1 -17,8 -34,6

Bassa Valsugana e Tesino

4.793 3.182 278 4.718 2.438 175 -1,6 -23,4 -37,1

Primiero 1.669 935 120 1.775 859 89 6,4 -8,1 -25,8

Valle di Fiemme 2.158 1.560 144 2.434 1.283 94 12,8 -17,8 -34,7

Valle di Fassa 880 665 90 957 599 61 8,8 -9,9 -32,2

Provincia 40.430 25.643 2.314 42.712 21.419 1.601 5,6 -16,5 -30,8

Tab. 6 - Numero totale di bovini, vacche e aziende negli anni 1995 e 2004 per comprensorio, nell’ultima colonna si sono calcolatele differenze percentuali

Fonte: PAT – Servizio Vigilanza e Promozione dell’Attività agricola

Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

In tabella 5 sono presentati i rapporti fra le superfi ci a prato permanente

effettivamente utilizzate nel 2004 (si tratta delle superfi ci dichiarate per

la richiesta del contributo allo sfalcio) e il carico bovino espresso in UBA

nello stesso anno. Inoltre si è stimata la produzione di azoto, sulla base

del contingente di animali e del livello produttivo delle diverse razze uti-

lizzando i fattori di conversione di Walther et al. (1994) e in seguito si è

calcolato il carico di azoto sui prati dei diversi comprensori.

Il carico medio per comprensorio risulta variabile fra le 1,58 UBA ha-1 di

Bassa Valsugana e Tesino e le 0,67 della Val di Fassa. Il calcolo del carico,

inteso come quantità di azoto prodotto, fornisce delle indicazioni sulle

quantità di azoto per ettaro che mediamente potrebbero essere distribuite

sulle superfi ci prative. Dai dati relativi all’alpeggio a nostra disposizione,

20 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

considerando una durata media pari a 90 giorni, si può applicare alle

quantità di azoto sopra calcolate una riduzione che varia dal 10% al 20%

in funzione della frazione di animali che vengono alpeggiati nei diversi

comprensori.

In tabella 6 si può osservare la tendenza dell’attività di allevamento bo-

vino nell’ultimo decennio. A livello di Provincia si nota un calo del 30%

del numero di aziende mentre il numero di bovini è in leggero aumento

con un calo però delle vacche del 16,5%. La tendenza è quindi quella di

concentrare l’allevamento in un minor numero di aziende di dimensioni

maggiori.

La Bassa Valsugana e il Tesino

Il comprensorio Bassa Valsugana e Tesino è chiuso a nord dal massiccio

del Lagorai e a sud dall’Altopiano di Asiago. La superfi cie totale è pari a

57.887 ha, di cui 2.219 coperti da prati permanenti e 5.292 da pascoli.

Dal punto di vista geologico la zona è caratterizzata, nel versante sud, da

substrati calcareo-dolomitici mentre a nord compaiono substrati vulcanici

(in prevalenza andesiti, daciti e granitoidi) e metamorfi ci (micascisti e fi l-

ladi). Un’eccezione è rappresentata dall’Altopiano del Tesino che presenta

in buona parte ancora substrati calcareo-dolomitici.

Il clima è da mediamente umido fi no a molto umido nelle aree sud-orien-

tali del solco vallivo principale e nel Tesino. Qui, infatti, sono abbondanti

le precipitazioni innescate dalle correnti d’aria provenienti dalla Pianura

Padana lungo il corso del Brenta. Alle quote inferiori (250-400 m s.l.m.

circa) le temperature medie annue si aggirano sugli 11-12°C e la piovosità

annua è pari a circa 1.050-1.200 mm. Quest’ultima diminuisce da est ad

ovest. Dal punto di vista climatico la Bassa Valsugana presenta, all’interno

del territorio in esame, le condizioni più favorevoli per l’agricoltura ed in

particolare per la foraggicoltura.

Le attività agricolo-zootecniche sono piuttosto diversifi cate e raggiungo-

no in alcune situazioni buoni livelli di specializzazione. Le aziende, circa

170 in tutto il comprensorio, sono spesso miste, associando all’attività

zootecnica anche coltivazioni di colture legnose agrarie. La presenza di

21Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

una zootecnia abbastanza intensiva è confermata dalla quota di bovini di

razza Frisona Italiana (quasi il 30% del totale dei capi del comprensorio,

in linea con la media provinciale). Questa zootecnia coesiste con aziende

di tipo più tradizionale che utilizzano razze meno produttive e praticano

l’alpeggio anche con gli animali in lattazione.

Gli allevatori conferiscono il latte a due diverse realtà di trasformazione:

una cooperativa ed un’altra privata. Le rese economiche del latte non sono

mai state in questa zona particolarmente elevate e ciò può avere contri-

buito ad affermare una agricoltura particolarmente diversifi cata.

Il latte prodotto in queste zone può essere oggetto di due destinazioni

che comportano vincoli diversi per quanto riguarda i foraggi utilizzati nel-

l’alimentazione: le aziende che producono latte da destinare al consumo

fresco o alla produzione di formaggi non stagionati alimentano le vacche

con insilato di mais e modeste quantità di fi eno, al contrario la produzio-

ne di latte da formaggi a lunga stagionatura richiede una base foraggera

rappresentata dal solo fi eno. L’attenzione dell’allevatore nei confronti del

foraggio prativo può essere nei due casi sensibilmente diversa.

Le zone prativeAll’interno del comprensorio è possibile defi nire quattro zone prative di-

s tinte sulla base di caratteristiche ambientali e gestionali peculiari: i prati

intensivi del fondovalle, i prati di mezza montagna sopra Torcegno, Ronce-

gno e Telve, i prati della Val di Sella e i prati del Tesino.

I prati intensivi del fondovalle sono concentrati nella vasta piana che

dal confi ne con il Veneto, lungo una direzione est-ovest, si estende fi no

22 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

a Novaledo. I substrati sono caratterizzati da depositi fl uvio-glaciali di

diversa natura geologica. La gran parte dei suoli hanno pH subacidi, ma

non mancano terreni con buoni contenuti di carbonati.

I prati sono distribuiti a quote comprese fra i 250 e i 500 m s.l.m., di

solito su pendenze ridotte. L’economia agricola è particolarmente eteroge-

nea a causa delle favorevoli condizioni climatiche e geomorfologiche che

consentono la coltivazione di melo, piccoli frutti e anche del mais, che è

utilizzato prevalentemente come foraggio.

In questa zona è concentrata la maggior parte delle aziende zootecniche

del comprensorio. Le loro dimensioni sono sensibilmente variabili: si passa

da aziende molto specializzate con più di cento capi ad altre a conduzione

familiare con un numero inferiore alla decina.

I prati sono utilizzati dalle aziende localizzate nella zona ed i fabbisogni

di foraggi affi enati sono superiori alla produzione locale, tanto da spin-

gere alcuni allevatori ad utilizzare prati fuori zona (ad es. Tesino o Val di

Sella). La gestione dei prati risulta, soprattutto considerando la conci-

mazione, molto intensiva. La buona piovosità, se da un lato favorisce la

produzione vegetale, dall’altro può creare problemi durante le operazioni

di fi enagione. Per questo motivo le aziende con maggiore attenzione alla

qualità dei foraggi hanno adottato la fi enagione in due tempi. Tale pratica

non può in ogni caso essere considerata generalizzata.

La concimazione è sia organica, sia minerale e viene spesso praticata in

modo molto intenso. Le utilizzazioni invece non sono altrettanto frequen-

ti, con un numero di tagli ridotto se rapportato alla quota ed ai livelli di

concimazione. Tale abitudine è comune a tutte le zone. Anche l’irrigazione

è pratica abbastanza diffusa.

23Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

Come risultato delle condizioni sopra descritte, i prati del fondovalle pos-

sono essere considerati fra i più intensivi del territorio preso in esame.

I prati di mezza montagna sopra i paesi di Torcegno, Roncegno e Telve

sono distribuiti sul versante nord della bassa valle. I substrati geologici

sono di origine vulcanica o metamorfi ca. Le zone a vocazione prativa sono

piuttosto distanti l’una dalle altre e si collocano a quote comprese fra i

600 e i 1.500 m s.l.m.. L’esposizione sud dei versanti determina condizioni

termiche favorevoli.

Le aziende sono in media di dimensioni inferiore rispetto al fondovalle e

gli indirizzi produttivi sono vari, almeno alle quote inferiori, dove è pos-

sibile praticare colture legnose agrarie. I prati sono gestiti dalle aziende

del posto.

L’irrigazione non è praticata e anche l’essiccazione in due tempi è da

ritenersi un’eccezione. Come risultato la gestione è relativamente meno

intensiva rispetto al fondovalle.

I prati della Val di Sella occupano una fascia compresa tra i 500 (sopra

Olle) e i 900 m s.l.m. (Sella). La zona di depositi fl uvio-glaciali in cui sono

prevalentemente distribuiti i prati confi na, a sud, con una fascia di rocce

vulcaniche e metamorfi che interposte tra i substrati calcareo-dolomitici

dell’Armentera (a nord) e quelli analoghi dell’Altopiano di Asiago. Da que-

sti depositi derivano suoli con pH tendenzialmente subacidi. Non essendo

presenti aziende zootecniche nella valle, i prati sono gestiti da allevatori

della zona di Borgo. La distanza fra i prati e le stalle determinano una

gestione, in genere, piuttosto estensiva delle superfi ci caratterizzata da

limitati apporti azotati. Questa situazione ha determinato la formazione

di prati magri.

I prati del Tesino sono diffusi principalmente attorno ai paesi di Pieve e

di Castello Tesino. Il clima è molto piovoso (piovosità annua media pari

a circa 1.200 mm). I prati si trovano spesso su stazioni a ridotta penden-

za e con terreni profondi (ad es. nella conca di Pieve). I substrati sono

prevalentemente calcarei; solo nella zona di Pradellano affi orano anche

substrati metamorfi ci.

A causa del forte sviluppo del settore turistico e della conseguente ri-

24 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

duzione delle attività zootecniche, le aziende dell’altopiano, quasi tutte

di medio-piccole dimensioni e spesso con un allevamento di tipo tradi-

zionale, non riescono ad utilizzare tutte le superfi ci prative disponibili.

Molte di queste sono allora tagliate da allevatori della Valsugana e sono

in genere caratterizzate da una gestione meno regolare: taglio più tardivo

e più frequente concimazione con fertilizzanti chimici per il minor costo

di trasporto. Anche le superfi ci utilizzate dagli allevatori locali sono co-

munque oggetto di buone concimazioni che, in associazione a condizioni

climatiche e pedologiche fresche ed umide, favoriscono la formazione di

buoni prati pingui.

L’Alta Valsugana

Questo comprensorio è delimitato a sud dai substrati calcareo-dolomitici

degli Altipiani e a nord dalle rocce metamorfi che e vulcaniche della Catena

del Lagorai. La superfi cie totale si aggira sui 39.500 ha, di cui 1.824 a

prato permanente e 1.330 a pascolo.

Il clima è meno piovoso rispetto alla Bassa Valsugana, con precipitazioni

medie annue attorno ai 900-1.000 mm. Le temperature medie annue nelle

zone di fondovalle sono leggermente superiori alla Bassa Valsugana.

L’agricoltura ha raggiunto buoni livelli di specializzazione ma, accanto

alla diffusa coltivazione di melo, vite e piccoli frutti trova ancora spazio

l’attività zootecnica. L’allevamento assume però un ruolo centrale nelle

attività agricole solo nelle zone di versante dove non è possibile praticare

25Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

colture ad elevato reddito. Le aziende sono circa 190: la maggioranza ha

ridotte dimensioni (oltre il 65% con meno di 10 capi) ed è diffusa nelle

zone di versante, mentre un ridotto numero di aziende con dimensioni

anche sensibilmente elevate caratterizza la zootecnia del fondovalle. Tale

polarizzazione dell’attività zootecnica trova conferma nella distribuzione

fra le razze allevate (cfr. tab. 4).

Le zone prativeI prati del comprensorio possono essere raggruppati in tre zone: i prati

di fondovalle, i prati della Val dei Mocheni e della Val di Pinè e i prati

dell’Altopiano di Lavarone.

Il paesaggio agricolo del fondovalle, caratterizzato da suoli alluvionali

relativamente profondi, è dominato dal frutteto e dalle colture in serra,

mentre le superfi ci a prato e a mais sono poco diffuse. Le ridotte super-

fi ci prative sono gestite in modo intensivo, in analogia con quanto detto

per la Bassa Valsugana, essendo presenti in questa zona le aziende più

grandi.

I prati della Val dei Mocheni e della Valle di Pinè risentono invece delle

meno favorevoli condizioni topografi che. I substrati geologici prevalenti

sono quelli metamorfi ci (fi lladi o micascisti) e vulcanici (soprattutto an-

desiti) da cui derivano suoli subacidi.

Queste due valli hanno caratteristiche piuttosto simili a quelle descritte

per le zone di mezza montagna sopra Torcegno, Roncegno e Telve. La ge-

stione dei prati è poco o mediamente intensiva.

I prati dell’Altopiano di Lavarone sono distribuiti a quote superiori ai

1.000 m s.l.m.. I substrati sono di tipo calcareo-dolomitico.

Nella zona sono presenti aziende con buoni livelli di specializzazione e,

contemporaneamente, aziende molto piccole gestite da allevatori anziani.

I prati gestiti dalle prime sono mediamente intensivi mentre quelli gesti-

ti dalle seconde sono piuttosto estensivi. Non mancano anche superfi ci

che vengono utilizzate da aziende localizzate in Valsugana. Questi prati

sono caratterizzati da una gestione irregolare e da livelli di concimazione

ridotti.

26 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Il Primiero

Comprensorio all’estremità orientale della Provincia, è costituito dal Vanoi

e dal tratto della Valle del Cismon che si estende dal Passo Rolle sino al

Lago di Schener. La superfi cie totale è di 41.300 ha circa di cui un 1.199

coperti da prati permanenti e 3.381 da pascoli.

La geologia è molto eterogenea essendo costituita da substrati calcareo-

dolomitici, calcareo-marnosi, vulcanici e anche metamorfi ci.

A causa della disposizione nord-sud della valle, il clima è molto umido

e presenta abbondanti precipitazioni durante la stagione vegetativa. La

piovosità annua è pari a circa 1.200 mm. Rispetto alla vicina Valsugana le

quote mediamente più alte (sempre superiori ai 600 m s.l.m.) determinano

temperature più basse, variabili nel fondovalle (zona di Mezzano-Tonadi-

co) tra i 9 e i 10°C. In conseguenza del clima non più così favorevole,

l’economia agricola non offre alternative all’attività zootecnica che, anche

grazie ad un buon rapporto con il turismo, si mantiene sia come numero

di aziende sia come contingente di animali. Le aziende zootecniche sono

circa 90 e si concentrano nella zona di fondovalle di Mezzano-Tonadico.

L’allevamento è condotto con criteri mediamente estensivi: ciò è confer-

mato dalle dimensioni delle aziende (medio piccole), dalle razze allevate

(con ampia prevalenza della Bruna e di altre razze meno produttive) e

dalla diffusione dell’alpeggio che riguarda sia gli animali in asciutta, sia

le lattifere.

La realizzazione del Caseifi cio Comprensoriale di Primiero ha rappresentato

la svolta decisiva per il comparto agro-zootecnico locale: le buone remune-

razioni del latte, che viene destinato prevalentemente alla produzione del

27

rinomato formaggio Nostrano, favorisce il mantenimento dell’attività di

allevamento. Anche le malghe conferiscono il latte allo stesso caseifi cio.

Le zone prativeAll’interno di quest’area è possibile defi nire tre zone prative distinte sulla

base di caratteristiche ambientali e gestionali particolari: i prati intensivi

di fondovalle, i prati del Vanoi e i prati delle Caltene e delle Poline.

Nella zona di fondovalle fi no al Passo Cereda la concentrazione delle

aziende è tale da garantire buoni livelli di concimazione che, associati

a condizioni climatiche fresche ed umide, determinano la formazione di

prati pingui.

I prati del Vanoi si trovano tutti attorno a Canal San Bovo. I substrati, di

natura vulcanica, sono caratterizzati da granitoidi e porfi roidi. Si trovano

prati con variabile intensità di gestione, distribuiti in zone di versante.

Sono abbastanza frequenti anche prati magri acidofi li. Le condizioni am-

bientali e gestionali sono abbastanza simili alla zona precedente.

I prati delle Caltene e delle Poline sono distribuiti in due aree spazial-

mente disgiunte, ma con caratteristiche gestionali simili. I prati delle Po-

line (e i vicini Prati Ronzi) si trovano sui versanti esposti a sud dei rilievi

compresi fra la Val Canali e la Valle del Cismon.

I prati delle Caltene si trovano invece sull’altopiano a nord del lago di

Noana, ove i substrati geologici sono prevalentemente costituiti da cal-

cari. I prati sono distribuiti fra i 900 e i 1.300 m s.l.m. e sono gestiti

Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

28 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

esclusivamente da aziende del fondovalle. Nell’area, infatti, sono presenti

pochissime stalle. In queste due zone sono distribuiti prati di elevato

pregio naturalistico.

La Val di Fiemme

Questo comprensorio è costutiuito dal solco vallivo che si sviluppa se-

condo una direzione est-ovest dall’imbocco della Valfl oriana al punto di

confl uenza del Rio San Pellegrino con l’Avisio. La valle è chiusa a sud dal-

l’imponente catena del Lagorai e a nord dal Latemar. La superfi cie totale è

di 41.502 ha di cui 1.659 a prato permanente e 4.666 a pascolo.

I substrati delle aree interessate dai prati sono caratterizzati soprattutto

da alluvioni di composizione varia e da rocce vulcaniche (in prevalenza

daciti, riodaciti e andesiti), ma sono abbastanza comuni anche le arenarie

della Val Gardena e le formazioni calcareo-argillose di Werfen e di Belle-

rophon. I prati sono situati fra gli 850 m s.l.m. del fondovalle e i 1.700-

1.800 m s.l.m. dei rari prati subalpini.

Le caratteristiche termiche della zona sono relativamente continentali

mentre le piogge sono concentrate in primavera ed autunno. La disposi-

zione est-ovest favorisce un maggiore apporto termico sul versante espo-

sto a sud, in cui sono concentrate le coltivazioni agrarie. Le temperature

medie annue nel fondovalle si aggirano sui 9-10°C, mentre la piovosità

annua è di circa 850-950 mm.

Le attività zootecniche giocano un ruolo centrale nell’economia agricola.

Il turismo è, d’altra parte, il settore economicamente più importante ed

29Lineamenti essenziali dell’agricoltura e della praticoltura permanente del Trentino orientale

alcune aziende hanno avviato attività agrituristiche per integrare i redditi

agricoli. Le stalle concentrate nel fondovalle sono le più grandi e spe-

cializzate del comprensorio. Con l’eccezione di qualche azienda, tutte le

altre seguono le prescrizioni contenute nel regolamento che disciplina la

produzione del Grana Trentino che, tra l’altro, vieta l’uso di fi eni insilati.

Tutte le aziende inviano i capi da rimonta all’alpeggio, mentre le lattifere

sono più frequentemente mantenute in stalla anche nei mesi estivi. La

monticazione avviene di solito in concomitanza con l’epoca del primo

taglio ed è frequentemente causa di ritardi nelle utilizzazioni dei fi eni.

Non va trascurato, inoltre, che nel comprensorio sono presenti importanti

allevamenti caprini da latte.

In Val di Fiemme sono presenti circa un centinaio di aziende di cui l’80%

con meno di 25 capi. La gestione delle superfi ci prative è intensiva nel

fondovalle, mentre nei prati di versante si possono trovare, nelle stazioni

scomode e con maggiore pendenza, prati a gestione estensiva. In tali si-

tuazioni sono stati rilevati prati con elevato pregio fl oristico.

Quasi tutto il latte prodotto in stalla e in malga è conferito ai due caseifi ci

presenti a Cavalese e a Predazzo.

La Val di Fassa

La zona comprende la parte alta della valle dell’Avisio e la Valle di San Pel-

legrino. I massicci montuosi che circondano la vallata principale sono di

tipo calcareo-dolomitico (Gruppi del Sella, della Marmolada e del Catinac-

cio) mentre la Valle di San Pellegrino è caratterizzata anche da substrati

vulcanici (Lagorai e Monzoni). La superfi cie totale è di 31.800 ha circa,

di cui 976 a prato permanente e 3.589 a pascolo. Questa zona presenta

quote sempre superiori ai 1.200 m s.l.m. assumendo un carattere climatico

endalpico.

Il clima è mediamente umido e caratterizzato da buona continentalità. Le

precipitazioni sono maggiori nella Valle di San Pellegrino rispetto alla Val

di Fassa, che è più arida e continentale. Le temperature medie annue nel

fondovalle variano fra i 5.5 e i 6.5°C; la piovosità è maggiore rispetto alla

vicina Val di Fiemme con valori pari a circa 1.000-1.100 mm.

Analogamente alla Val di Fiemme, l’economia agricola ha come unico

30 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

sbocco l’attività zootecnica. Il turismo estivo è molto sviluppato e, per

questo motivo, molte aziende hanno deciso di avviare, soprattutto presso

le malghe, attività di tipo agrituristico. Gli allevamenti bovini sono circa

60 aziende in tutto il comprensorio.

Nella zona di Pozza di Fassa alcuni giovani imprenditori hanno intrapreso

questa attività. Al contrario, nella parte alta si ha una tendenza opposta

con aziende di dimensioni ridotte, gestite da allevatori anziani che diffi -

cilmente troveranno continuità.

Il latte viene conferito ai caseifi ci di Campitello di Fassa e di Predazzo-

Moena che lavorano il latte della valle per la produzione del rinomato

Puzzone. Il mercato incentrato intorno a questo prodotto, con una con-

notazione territoriale molto forte, è la principale fonte di sostentamento

dell’allevamento bovino. L’alpeggio è molto praticato ed è frequente tro-

vare sui pascoli, oltre ai capi da rimonta, anche vacche da latte. La distri-

buzione ancora capillare delle stalle sul territorio garantisce una gestione

equilibrata dei prati, con una maggiore intensifi cazione nel fondovalle

rispetto alle zone di versante.

31Principali caratteristiche vegetazionali, ambientali e gestionali dei tipi di prato

Con il termine prato permanente si intendono tutte le cenosi erbacee,

funzionali all’attività zootecnica, che vengono sfalciate almeno una volta

l’anno e che rimangono su uno stesso appezzamento per più di 10 anni.

Il pascolamento, se eventualmente presente, deve risultare un fattore se-

condario che incide solo per brevi periodi sulle superfi ci considerate. Per

PRINCIPALI CARATTERISTICHE VEGETAZIONALI, AMBIENTALI E GESTIONALI DEI TIPI DI PRATO

Fig. 1 - Diagramma delle principali variabili ecologico-gestionali dei 15 tipi di prato. L’altezza degli spigoli fornisce una misura del valore relativo della variabile. Ad esempio il tipo 12 è caratterizzato dal numero massimo di tagli (T), dal livello di concimazione (N) più elevato e da ridotta pendenza (I) ed altitudine (A). Codice dei tipi di prato: 1. Mesobrometo, 2. Avenuleto,3. Festuco-Agrostideto, 4. Triseteto magro, 5. Triseteto tipico, 6. Triseteto di transizione magro, 7. Triseteto di transizione tipico,8. Arrenatereto magro, 9. Arrenatereto tipico, 10. Arrenatereto ad Alopecurus pratensis, 11. Arrenatereto pingue ad ombrellifere,12. Arrenatereto pingue a graminacee, 13. Alopecureto, 14. Lolieto a Lolium multifl orum, 15. Agropireto.Codice delle variabili con l’indicazione dei valori estremi dei 4 assi: N: concimazione azotata (275 kg di azoto ha-1 anno-1), A: altitudine (1.600 m s.l.m.), T: numero di tagli per anno (4), I: inclinazione media (45%)

32 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

questo motivo sono stati esclusi dal campionamento i prato-pascoli, pur

saltuariamente sfalciati, in cui il pascolamento è il tipo di utilizzazione

prevalente. La presente tipologia si basa su una classifi cazione della vege-

tazione che defi nisce tipi di prato omogenei per composizione fl oristica,

ecologia e gestione agronomica. Sulla base degli oltre 200 rilievi effettua-

ti, i cui risultati sono stati sottoposti ad analisi statistiche multivariate,

sono stati individuati 15 tipi di prato. La loro struttura fl oristica e le prin-

cipali variabili ecologiche sono riportate in appendice 2, Tab. I, mentre in

fi gura 1 sono rappresentati grafi camente le quattro variabili, ecologiche o

gestionali, che infl uenzano maggiormente la struttura dei prati.

I quindici tipi di prato possono essere organizzati in tre categorie di ve-

getazione.

Prati magri[Bromion erecti Koch 1926]

Questa categoria comprende prati magri, mesoxerofi li, con utilizzazione

da estensiva a poco estensiva e concimazione estensiva. I due fattori

ecologici principali che li caratterizzano sono il ridotto apporto di azoto

e l’aridità delle stazioni. Le quote variano dai 600 ai 1.400 m s.l.m. e le

pendenze da medie ad elevate. I livelli di concimazione si situano tra 0 e

50 kg di N ha-1 anno-1 e i tagli sono normalmente uno o, nelle condizioni

più favorevoli (bassa quota e ridotte pendenze) due. Il loro mantenimento

è quasi esclusivamente legato all’erogazione del contributo per lo sfalcio

che permette agli agricoltori di continuare a tagliare superfi ci poco pro-

duttive. I tipi presenti in Trentino orientale sono due:

1. Mesobrometo

2. Avenuleto.

Prati microtermi[Polygono-Trisetion Br.-Bl. et R. Tx. Ex Marschall 1947 nom. inv.]

Questa categoria comprende i veri prati pingui microtermi (triseteti),

forme di passaggio con gli arrenatereti (triseteti di transizione) e prati

33Principali caratteristiche vegetazionali, ambientali e gestionali dei tipi di prato

magri acidofi li (festuco-agrostideti). La diffusione altitudinale di questi

tipi varia fra i 900 e i 1.900 m s.l.m.. Sono in genere prati di versante

con discrete pendenze. La microtermia del clima è il fattore ecologico

principale responsabile delle differenze fl oristiche rispetto alla categoria

successiva.

Considerata la quota, i livelli di concimazione variano da poco a media-

mente intensivi (0-100 kg N ha-1 anno-1). Ciò vale anche per l’intensità di

utilizzazione: i triseteti sono tagliati una volta mentre i triseteti di transi-

zione e in certe condizioni il Festuco-Agrostideto sono sfalciati due volte.

Tra l’altro si osserva che l’intensità di utilizzazione risulta mediamente più

alta rispetto ai prati pingui mesotermi che sono effettivamente maggior-

mente concimati, ma in cui le utilizzazioni sono ridotte se rapportate alle

quote. In effetti nella categoria dei prati pingui microtermi sono compresi

anche i prati di fondovalle delle valli più interne che costituiscono, di

fatto, le superfi ci aziendali più intensivamente gestite delle aziende zoo-

tecniche presenti in zona. Sono presenti cinque tipi:

3. Festuco-Agrostideto

4. Triseteto magro

5. Triseteto tipico

6. Triseteto di transizione magro

7. Triseteto di transizione tipico.

Prati pingui e mesotermi[Arrhenatherion elatioris Koch 1926]

Sono i prati pingui delle quote medio-basse. All’interno di questa catego-

ria si raggruppano prati caratterizzati fi sionomicamente da Arrhenatherum

elatius, Alopecurus pratensis, Lolium multifl orum e Agropyron repens. In

genere le quote variano dai 250 m ai 1.000 m s.l.m.. Le pendenze sono

molto ridotte nei tipi più pingui, mentre sono leggermente maggiori nelle

forme meno concimate. La frequenza delle utilizzazioni è spesso poco in-

tensiva, solo in alcuni casi mediamente intensiva: il numero di tagli varia

quasi sempre tra due e tre, solo raramente è pari a quattro.

I livelli di concimazione oscillano fra i 50 kg, nelle forme più magre, e i

300 kg di N ha-1 anno-1 nelle forme più pingui. La formazione dei diver-

34 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

si tipi dipende principalmente dal grado di intensità di concimazione e

secondariamente dalla quota e dalla profondità del suolo. In particolare

l’Alopecureto ed il Lolieto a Lolium multifl orum sono caratterizzati da con-

dizioni di naturale fertilità ed umidità dei suoli.

Sotto l’aspetto fl oristico si osserva una differenza considerevole tra i cin-

que tipi riferibili agli arrenatereti e l’Alopecureto, il Lolieto e l’Agropireto.

Questi ultimi tre presentano una sensibile riduzione del numero di specie

che sono in media 15-20 rispetto alle 25-40 degli arrenatereti. Questa

differenza è da ricondurre alla capacità competitiva di poche graminacee

di alta taglia, quali Lolium multifl orum, Alopecurus pratensis, Agropyron

repens e Poa trivialis che, con la loro vitalità, sono in grado di escludere

molte specie dalla cenosi. I tipi presenti sono otto:

08. Arrenatereto magro

09. Arrenatereto tipico

10. Arrenatereto ad Alopecurus pratensis

11. Arrenatereto pingue ad ombrellifere

12. Arrenatereto pingue a graminacee

13. Alopecureto

14. Lolieto a Lolium multifl orum

15. Agropireto.

35

L’individuazione del tipo cui riferire una superfi cie di prato appartenente

ad un’azienda zootecnica, può essere effettuata in modo speditivo e diret-

tamente in campo con due modalità complementari.

Riconoscimento tramite tabella di rilievo

Secondo questa prima modalità, il riconoscimento può avvenire mediante

la tabella di rilievo (Tab. III) riportata in appendice 2. La tabella contiene,

per ogni unità, la lista delle specie che si trovano più frequentemente con

l’indicazione dell’abbondanza media e della frequenza con cui la specie

partecipa alla cenosi.

L’abbondanza è espressa come contributo medio percentuale della specie

alla produzione di biomassa al primo taglio.

La frequenza (percentuale di rilievi in cui la specie è presente) è espressa

in cinque classi (I-V) defi nite con la seguente scala: I, frequenza 0-20%;

II, frequenza 21-40%; III, frequenza 41-60%; IV, frequenza 61-80%; V,

frequenza 81-100%. La tabella presenta le specie per gruppi ecologici,

elencate in ordine alfabetico per facilitarne la ricerca. Nella parte sinistra

sono lasciate libere 9 colonne per riportare il rilievo fl oristico speditivo.

È importante sottolineare che la lista di specie non è esaustiva della va-

riabilità riscontrabile in fase di rilevamento, ma indica piuttosto le specie

importanti nella discriminazione delle diverse unità.

Di seguito si riportano le istruzioni per il rilevamento e il riconosci-

mento dei tipi:

1. In corrispondenza dell’epoca precedente al primo taglio, giunto sul

prato, il rilevatore deve suddividerlo in zone omogenee per gestione,

PROCEDURA PER IL RICONOSCIMENTO

Procedura per il riconoscimento

36 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

caratteristiche geomorfologiche e composizione fl oristica. Ad esempio

due zone di un medesimo prato che sono gestite in modo omogeneo

dallo stesso allevatore, ma caratterizzate da pendenze sensibilmente

diverse tanto da determinare anche visivamente tipi diversi di vegeta-

zione, devono essere rilevate separatamente. Si osserva comunque che,

nella normalità dei casi, una singola unità gestionale è attribuibile ad

un unico tipo di prato.

2. In un secondo momento, si devono individuare all’interno di ciascuna

zona omogenea un’area di saggio di circa 10x10 m su cui eseguire

un rilievo fl oristico speditivo delle specie principali. Per tali specie

il rilevatore annota la stima percentuale della biomassa su una delle

colonnine di rilievo poste nella parte sinistra della tabella. Inoltre,

se possibile, è opportuno rilevare e annotare la profondità del suolo e

le caratteristiche topografi che e geologiche spesso ricavabili anche da

cartografi e tecniche.

IMPORTANTE

I rilievi devono essere eseguiti appena prima del primo taglio, in quadrati di 10 x 10 m,

evitando le zone di margine e di transizione fra prati a composizione fl oristica differente.

3. A rilievo concluso si deve confrontare la colonnina relativa al prato

rilevato con le 15 colonne corrispondenti ai tipi standard in modo da

individuare a quale di queste ultime risulta più simile.

Conclusa questa fase, è opportuno verifi care la correttezza dell’attribu-

zione leggendo il contenuto della scheda relativa all’unità individuata. Si

sottolinea che nella fase di attribuzione è possibile che il prato reale ab-

bia caratteristiche intermedie tra quelle standardizzate nella tipologia.

Quando l’obiettivo del rilevamento è di caratterizzare tutti i prati di

un’azienda o di un’intera area geografi ca, il codice del tipo viene riportato

su una carta topografi ca in scala suffi cientemente grande (ad es. 1:5.000)

in cui siano stati segnati i confi ni dei prati da rilevare. Nella gran parte

dei casi, per la facile individuazione dei confi ni è preferibile disporre di

una carta topografi ca quotata su cui sia stato sovrapposto il reticolo delle

particelle catastali.

37

Riconoscimento tramite chiave dicotomica

Un secondo metodo consiste nel rispondere alle domande presentate nella

chiave dicotomica sotto riportata.

1. Prati estensivi, lontani dal centro aziendale, mesoxerofi li, su penden-

ze elevate, con 40 o più specie per 100 m2, caratterizzati da entità

di prati poco o per niente concimati (Bromus erectus, Briza media,

Koeleria pyramidata, Brachypodium rupestre, Festuca rupicola, Biscu-

tella laevigata, Trifolium montanum, Anthyllis vulneraria, Primula veris,

Galium verum, Galium anisophyllum2, Helianthemum nummularium,

Polygala comosa agg3., Plantago media, Thymus sp.4, Pimpinella saxi-

fraga, Centaurea scabiosa, Centaurea jacea, Hieracium pilosella, Carex

caryophyllea)………………………………………(PRATI MAGRI) .2

1*. Prati non come sopra, da moderatamente a molto concimati, caratte-

rizzati sempre dall’abbondanza di specie di prati pingui (Arrhenathe-

rum elatius, Holcus lanatus, Dactylis glomerata, Lolium multifl orum,

Agropyron repens, Alopecurus pratensis, Trisetum fl avescens, Poa trivia-

lis, Poa pratensis, Festuca pratensis, Lolium perenne, Rumex obtusifolius,

Rumex acetosa, Rumex alpestris, Ranunculus acris, Trollius europaeus,

Silene vulgaris, Vicia sepium, Vicia sativa, Trifolium pratense, Trifolium

repens, Alchemilla vulgaris agg.4, Veronica chamaedrys, Veronica ar-

vensis, Galium mollugo, Carum carvi, Anthriscus sylvestris, Heracleum

sphondylium, Centaurea nigrescens, Taraxacum offi cinale agg.4, Crepis

biennis, Achillea millefolium agg.4)…………….………………….…3

PRATI MAGRI2. Prati tagliati una volta, con ridottissima partecipazione di entità dei

prati pingui………………………………………….1. Mesobrometo

2*. Prati della fascia collinare, tagliati due volte, con composizione fl o-

ristica equilibrata fra i prati magri e i prati pingui. La specie spesso

dominante è Avenula pubescens…………………………2. Avenuleto

Procedura per il riconoscimento

2 All’interno di questa categoria è sicura anche la presenza di Galium pumilum Murray, spesso di diffi cile discriminazione rispetto a Galium anisophyllum Vill.

3 All’interno dell’aggregato sono comprese Polygala comosa Schkuhr e Polygala nicaeensins Risso ex Koch.4 Aggregato di specie la cui complessità in fase di determinazione non permette il loro utilizzo a fi ni aplicativi.

38 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

3. Prati situati di solito oltre i 1.000 m s.l.m., quasi sempre senza Ar-

rhenatherum elatius, caratterizzati da specie a distribuzione montana

(Rumex alpinus, Rumex alpestris, Trollius europaeus, Alchemilla vulgaris

agg., Knautia longifolia, Pimpinella major/rubra, Phyteuma betonicifo-

lium, Carduus carduelis, Centaurea nigrescens/transalpina, Phleum alpi-

num, Poa alpina e Veratrum album)…….…..(PRATI MICROTERMI) .4

3*. Prati non come sopra, situati a quote inferiori, con o senza Arrhena-

therum elatius………………….….(PRATI PINGUI E MESOTERMI) .6

PRATI MICROTERMI4. Prati su suoli acidi con elevata copertura di Agrostis tenuis e Festuca

rubra (o Festuca nigrescens) a cui si aggiungono alcune specie dei

nardeti (ad es. Nardus stricta, Avenella fl exuosa, Carex pallescens, Gen-

tiana kochiana, Arnica montana, Hypochoeris unifl ora), frequente la

presenza di Orchidaceae (ad es. Orchis morio, Orchis sambucina, Orchis

maculata) ................................................3. Festuco-Agrostideto

4.* Prati con carattere non così acidofi lo, senza le specie sopra citate....5

5. Prati di solito oltre i 1.400 m s.l.m., tagliati una volta, caratterizzati

da Phleum alpinum, Poa alpina, Rumex alpinus e Knautia longifolia e

nelle condizioni più acidofi le anche da Hypericum maculatum e Poten-

tilla erecta:

a. Cotico rado di taglia ridotta, spesso con fi oriture piuttosto appa-

riscenti e ricco di elementi di prato magro (ad es. Poa violacea,

Festuca rupicola, Plantago media, Primula veris, Paradisea liliastrum

ed Anthyllis vulneraria) ................................ 4. Triseteto magro

b. Cotico denso, dominato da graminacee e da entità di prato pingue

(Rumex alpinus, Rumex alpestris, Pimpinella major/rubra, Anthriscus

sylvestris) ................................................... 5. Triseteto tipico

5* Prati di quote comprese fra 1.000 e 1.400 m s.l.m., tagliati 2 volte

senza le specie sopra indicate, la composizoone fl oristica è mista fra i

triseteti e gli arrenatereti:

a. Presenza di Agrostis tenuis, Festuca rubra, Festuca rupicola e di al-

tre specie di prato magro (ad es. Medicago lupulina, Trifolium mon-

tanum, Thalictrum minus) e mancanza di Arrhenatherum elatius ed

Anthriscus sylvestris ..................6. Triseteto di transizione magro

39

b. Cotico denso e di taglia elevata con Arrhenatherum elatiu s, Anthri-

scus sylvestris ed altre entità di prato pingue .............................

...........................................7. Triseteto di transizione tipico

PRATI PINGUI E MESOTERMI6. Prati intensivi con composizione fl oristica molto impoverita (al mas-

simo 20 specie su 100 m2), situati sempre su superfi ci con pendenza

ridotta (<10%). Le specie dominanti (oltre il 50% della biomassa tota-

le) sono Lolium multifl orum, Alopecurus pratensis o Agropyron repens.

Arrhenatherum elatius non raggiunge mai buoni livelli di abbondanza

............................................................................................7

6*. Prati con composizione fl oristica non così impoverita (n. di specie

>20), su pendenze da nulle a medie, sempre caratterizzati da Arrhena-

therum elatius (ad eccezione del tipo 10 in cui è praticamente assen-

te) ................................................................ (Arrenatereti) .8

7. Prati relativamente umidi dominati da Alopecurus pratensis, spesso

con la partecipazione di Ranunculus repens ............ 13. Alopecureto

7*. Prati di bassa quota (<600 m s.l.m.), presenti principalmente in Val-

sugana, dominati da Lolium multifl orum ........................................

...............................................14. Lolieto a Lolium multifl orum

7**.Prati di un verde glauco molto caratteristico sempre con elevata quo-

ta di Agropyron repens, spesso su ex-coltivi ..............15. Agropireto

Arrenatereti8. Arrenatereto dominato da Alopecurus pratensis, praticamente senza

Arrhenatherum elatius, sempre su stazioni a ridotta pendenza ...........

...................................10. Arrenatereto ad Alopecurus pratensis

8*. Arrenatereti sempre con Arrhenatherum elatius .............................9

9. Arrenatereti concimati intensivamente, caratterizzati da un cotico

molto denso costituito quasi esclusivamente da graminacee di taglia

elevata (Dactylis glomerata, Poa trivialis, Arrhenatherum elatius ed

Agropyron repens) ed eventualmente ombrellifere (Anthriscus sylvestris

ed Heracleum sphondylium).

Frequente la presenza di specie indicatrici di elevato contenuto di nu-

Procedura per il riconoscimento

40 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

trienti (ad es. Capsella bursa-pastoris, Stellaria media, Lamium album

o Rumex obtusifolius). Nelle condizioni di bassa quota compare anche

Lolium multifl orum .................................................................10

9*. Arrenatereti non così intensivi, con buoni livelli di diversità fl oristica

(>30 specie per 100 m2), caratterizzati da fi oriture almeno tricromati-

che (bianco, giallo, viola) e dall’assenza di entità nitrofi le ...........11

10. Arrenatereti caratterizzati da un’importante quota di ombrellifere,

molto evidenti al momento della fi oritura, tanto che il prato appa-

re all’epoca precedente il primo taglio per buona parte biancastro

................................. 11. Arrenatereto pingue ad ombrellifere

10*. Arrenatereti simili per ecologia e gestione al tipo 11 ma con una

ridotta quota di ombrellifere. Le graminacee costituiscono normal-

mente più del 90% della biomassa totale; le uniche fi oriture appari-

scenti sono costituite da Taraxacum offi cinale agg., Crepis biennis e

Ranunculus acris ...............12. Arrenatereto pingue a graminacee

11. Arrenatereti estensivi senza entità nitrofi le con Avenula pubescens,

Festuca rupicola, Festuca rubra, Agrostis tenuis (soprattutto su sub-

strati metamorfi ci e vulcanici) e altre specie di prato magro. Arrhe-

natherum elatius è presente, ma non riesce a costituire un cotico

denso. É frequente la presenza di specie annuali che crescono nelle

nicchie di suolo lasciate libere dai cespi di graminacee (Arenaria

serpyllifolia, Cerastium brachypetalum, Cerastium glutinosum, Valeria-

nella locusta e su suoli acidi Draba nemorosa e Myosotis ramosissima)

............................................................8. Arrenatereto magro

11*. Arrenatereti con composizione fl oristica dominata da Arrhenatherum

elatius, livelli di concimazione medi e ridotta partecipazione di spe-

cie nitrofi le e di prato magro ..................... 9. Arrenatereto tipico

41

I diversi tipi di prato vengono presentati per mezzo di schede che ripor-

tano, per ogni unità considerata, le principali caratteristiche fl oristiche,

ecologiche e gestionali. Di seguito si riporta una breve descrizione degli

aspetti considerati nelle schede.

TipoIl concetto di tipo è ormai ampiamente diffuso come unità di riferimento

nella classifi cazione della vegetazione boschiva e, in Italia, solo recen-

temente anche nella classifi cazione delle superfi ci foraggere. In sintesi,

il tipo è l’unità centrale di un sistema di classifi cazione che considera

congiuntamente la composizione fl oristica, la gestione e l’ecologia della

vegetazione.

Le unità descritte sono inquadrate in un sistema gerarchico organizzato

in: categorie, tipi ed eventuali sottotipi.

Riferimento fi tosociologicoPer ogni tipo, si riporta tra parentesi quadre un riferimento ad uno o più

unità della sintassonomia fi tosociologica derivate dai principali lavori che

hanno interessato la vegetazione dei prati permanenti alpini e prealpini5.

La corrispondenza fra tipo ed unità fi tosociologica non è sempre perfetta

(soprattutto a causa di differenze fi togeografi che) e, in questi casi, ci

si riferisce all’unità fl oristicamente ed ecologicamente più prossima. Ove

possibile si è fatto riferimento all’associazione, altrimenti si è ricorso al-

l’alleanza.

SCHEDE DESCRITTIVE DEI TIPI

5 Alcuni lavori fi tosociologici di riferimento sono: Poldini e Oriolo (1994, 1995), Poldini (1980, 1985), Pedrotti (1963), Ellmauer e Mucina (1993), Mucina e Kolbeck (1993), Oberdorfer (1980), Dierschke (1997), Dietl (1995), Buffa et al. (1989, 1995, 1997), Tasinazzo (2001) e Gerdol e Piccoli (1980).

Schede descrittive dei tipi

42 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

In alcuni casi i tipi individuati in questo lavoro corrispondono a facies di

associazioni non ancora descritte.

Codice Natura 2000Per ogni unità viene riportato il codice degli habitat secondo la classi-

fi cazione Natura 2000 (allegato I della direttiva Habitat 92/43) desunto

dal manuale Interpretation manual of european union habitats - EUR 25

(2003). I codici preceduti da asterisco rappresentano habitat la cui con-

servazione è prioritaria a livello comunitario. La categoria che interessa i

prati permanenti è la seguente:

6. Formazioni erbose naturali e seminaturali.

62. Formazioni erbose secche seminaturali e facies arbustive.

6210: (*) praterie aride semi-naturali e facies arbustive su sub-

strati calcarei. In stazioni con importanti fi oriture di orchidee

l’habitat diventa prioritario.

6230: * praterie a Nardus ricche di specie su substrati silicei in

aree montane (e aree submontane nell’Europa continentale).

65. Formazioni erbose mesofi le.

6510: prati mesofi li da fi eno di bassa quota (Alopecurus pratensis,

Sanguisorba offi cinalis).

6520: prati da fi eno montani.

Caratteristiche stazionali• Localizzazione: si riporta la distribuzione del tipo all’interno dei diversi

comprensori. Va precisato che l’indicazione è del tutto parziale, non

essendo ancora disponibile una cartografi a completa dei prati della Pro-

vincia.

• Quote, esposizione e pendenza: si indicano degli intervalli in cui il tipo

si trova con maggiore frequenza.

• Substrati: si indicano l’origine e i tipi di substrati geologici su cui si

trova più frequentemente l’unità considerata.

• Suoli: oltre alle caratteristiche topografi che e geologiche si riportano

in modo sintetico alcune indicazioni pedologiche ricavate dall’analisi

speditiva dei campioni di terreno raccolti nelle aree di saggio rilevate.

La profondità del suolo è stata valutata utilizzando quattro classi: suoli

superfi ciali (0-10 cm), suoli poco profondi (10-25 cm), suoli mediamen-

43

te profondi (25-50 cm) e suoli profondi (>50 cm).

La tessitura è stata determinata utilizzando la classifi cazione del Glos-

sary of Soil Science Terms.

L’indicazione del pH è stata espressa in categorie qualitative: suoli acidi

pH <5,5, subacidi 5,5<pH<6,7, neutri 6,8-7,2, subalcalini 7,3<pH<8,5 e

alcalini pH>8,5.

Caratteristiche della vegetazioneIn questa sezione sono descritte in breve la struttura fl oristica e la fi sio-

nomia del tipo. Nel box “specie guida” è presentato l’elenco delle specie

differenziali, rispetto ai tipi più prossimi, e le specie compagne più fre-

quenti. Sono riportati anche gli eventuali sottotipi con l’indicazione delle

specie differenziali.

Il riconoscimento dell’unità può essere eseguito con l’utilizzo della chiave

dicotomica, presentata a pagina 35 e con l’ausilio della tabella di rilie-

vo. Per la determinazione si consiglia di seguire le istruzioni riportate in

precedenza.

Alcune specie non sono state presentate in modo approfondito poiché le

fi nalità applicative del lavoro non permettono di trattare gli aspetti fl ori-

stici in modo troppo complesso.

Al riguardo non si distingue fra Achillea roseo-alba e A. millefolium, non

vengono utilizzate le specie del genere Thymus e non si va oltre le indica-

zioni generiche di aggregati per Polygala comosa agg., Alchemilla vulgaris

agg. e Taraxacum offi cinale agg..

La nomenclatura delle specie segue Pignatti (1982). Per il genere Centau-

rea si segue invece Barbo e Cela Renzoni (1998): per il gruppo C. nigre-

scens si considerano le due sottospecie C. nigrescens subsp. nigrescens e C.

nigrescens subsp. transalpina. Per Centaurea jacea s.l. e Centaurea scabiosa

s.l. non vengono trattate le sottospecie.

Si ricorda che molti lavori fl oristico-vegetazionali più recenti seguono altri

schemi nomenclaturali. In particolare nella zona alpina trova applicazione

Wisskirchen e Haepleur (1998).

Possibilità di confusione con altre unitàIn questa parte si riportano delle indicazioni riguardanti le possibilità di

confondere l’unità in questione con altri tipi fl oristicamente vicini.

Schede descrittive dei tipi

44 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Caratteristiche gestionaliIn questa sezione sono presentati i risultati dell’indagine sulla gestione.

• Livello di concimazione: gli apporti di azoto (somma della concimazione

organica e minerale) sono stati ricavati in modo diretto mediante inter-

viste agli agricoltori.

• Numero annuale di tagli: valore medio di tagli per anno indicato dagli

agricoltori.

• Resa: è stata determinata mediando i risultati di due rilievi produttivi

eseguiti in due annate6.

• Qualità della produzione: non si dispone ancora dei risultati delle ana-

lisi chimiche sui foraggi e quindi ci si limita a dare, sulla base della

composizione fl oristica, un’indicazione qualitativa del tipo mediante i

tre aggettivi: scarsa, media ed elevata.

Linee gestionali attuali e tendenze evolutiveSi descrivono le linee gestionali attuali che hanno determinato la forma-

zione del tipo e le possibili alternative gestionali individuate in base alle

caratteristiche ambientali.

In appendice 2 (Tab. II)

Vengono riportati alcuni giudizi sintetici, espressi anche come indicatori,

relativi alla biodiversità e al pregio naturalistico di ciascuno dei tipi indi-

viduati. Tali indicatori si riferiscono ai seguenti aspetti:

Biodiversità• Ricchezza specifi ca: media (con limiti di confi denza al 95%) del numero

di specie vascolari riferito ad una superfi cie di 100 m2.

• Omogeneità interna: è un indicatore che misura il grado di somiglianza

dei rilievi che sono stati classifi cati come appartenenti allo stessa uni-

tà. L’indicatore adottato è la media dei valori dell’indice di somiglianza

similarity ratio, calcolati fra tutte le coppie di rilievi appartenenti alla

6 La produzione annua è stata calcolata cumulando la produzione dei singoli tagli. Per ogni parcella rilevata, sono state tagliate due strisce di 10 x 0.1 m da cui si sono ricavati due valori poi mediati.

45

stessa unità. I valori possono variare fra 0 e 1: valori prossimi ad uno

indicano elevata omogeneità fl oristica del tipo.

• Rarità nel territorio: questa indicazione si riferisce all’importanza terri-

toriale del tipo nell’area geografi ca considerata. Nella valutazione sono

stati adottati tre giudizi qualitativi: raro, mediamente diffuso e diffuso.

Pregio naturalisticoI due indicatori di pregio naturalistico, esclusivamente riferiti alla com-

ponente vegetale, sono stati valutati qualitativamente con i tre aggettivi:

basso, medio, elevato.

• Valore fl oristico: è stato valutato sulla base della presenza di specie rare

a livello provinciale (confronto con le specie di lista rossa e valutazioni

di esperti locali).

• Valore cromatico: si riferisce alla qualità cromatica delle fi oriture.

Schede descrittive dei tipi

46 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Questi prati sono spesso in continuità spaziale con siepi termofi le. Qui sono evidenti le infi orescenze di Galium verum e Salvia pratensis. Quest’ultima specie è considerata un buon indicatore di ridotti apporti azotati

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 600-1.200 m s.l.m.

Pendenza: 30-40%

Esposizione: prevalenti le esposizioni a sud

Substrati: vulcanici ricchi in nutrienti, metamorfi ci o calcareo-dolomitici

Suoli: poco profondi, franco-sabbiosi e da subacidi ad alcalini (a seconda del substrato geologico)

CARATTERISTICHE STAZIONALI

1. MESOBROMETO[Bromion erecti Koch 1926 p.p.]

Codice Natura 2000: 6210

Considerando un’interpretazione in senso stretto del manuale, il codice vale solo

per prati magri su substrati calcarei. Nelle stazioni con importanti fi oriture di

orchidee (ad es. Orchis coriophora, Gymnadenia conopsea, Traunsteinera globosa,

Orchis tridentata, Orchis ustulata) l’habitat diventa prioritario.

47Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Questo tipo rappresenta i prati estensivi di elevata pendenza caratterizza-

ti da una composizione molto ricca e varia. La matrice fl oristica proviene

in gran parte dalla classe di vegetazione delle praterie magre e solo in

minima parte dalla classe delle praterie pingui ed intensive.

Bromus erectus raggiunge sempre buoni livelli di abbondanza. La vegeta-

zione appare piuttosto rada (il suolo è in parte scoperto), di taglia ridotta

ed è caratterizzata da fi oriture variopinte che però si concludono rapida-

mente a causa dell’aridità dei suoli.

È abbastanza frequente trovare mesobrometi non utilizzati regolarmente

o abbandonati. L’effetto di questa ridotta utilizzazione è l’accumulo di

1. MESOBROMETO

Mesobrometo nel piano montano. Si notino le fi oriture policromatiche create da Salvia pratensis, Aster alpinus, Anthyllis vulneraria, Acinos alpinus, Leucanthemum vulgare e Trifolium montanum. La pendenza di questi prati è quasi sempre elevata

48 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

1. MESOBROMETO

necromassa al suolo, con conseguente formazione di un feltro di culmi

e foglie che col tempo impedisce a molte specie di crescere, causando

congiuntamente un’acidifi cazione superfi ciale del suolo. Una specie indi-

catrice di tale situazione è Brachypodium rupestre.

A seconda dei pH dei suoli, nella maggior parte dei casi derivante dalla

matrice geologica, si possono individuare due sottotipi.

Sottotipi

a) sottotipo acidofi lo: il sottotipo è diffuso prevalentemente su substrati

vulcanici, metamorfi ci o su substrati calcareo-dolomitici acidifi cati in

superfi cie per accumulo di sostanza organica. Le specie differenziali

sono Agrostis tenuis, Luzula campestris e Potentilla erecta;

b) sottotipo neutro-basifi lo: diffuso prevalentemente su substrati cal-

careo-dolomitici, è caratterizzato da specie basifi le quali Onobrychis

viciifolia, Medicago lupulina e Buphthalmum salicifolium e dall’assenza

delle specie acidofi le elencate in precedenza. Questo sottotipo presen-

ta anche una variante montana caratterizzata dall’ingresso di specie

dei seslerieti (ad es. Carex sempervirens, Aster alpinus, Horminum pyre-

naicum e Gymnadenia conopsea).

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto all’Avenuleto: Koeleria pyramidata, Brachypodium rupestre,

Helianthemum nummularium, Galium anisophyllum, Polygala comosa agg., Centaurea jacea,

Hieracium pilosella e Gymnadenia conopsea

Compagne ad elevata frequenza: Bromus erectus, Festuca rupicola, Briza media, Avenula pubescens,

Ranunculus bulbosus, Trifolium montanum, Anthyllis vulneraria, Lotus corniculatus, Primula veris,

Galium verum, Plantago media, Salvia pratensis, Knautia arvensis, Carex caryophyllea (in generale

ridotta presenza delle specie dei prati pingui)

49Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

1. MESOBROMETO

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Può essere confuso con l’Avenuleto che però appare sempre come un prato

di taglia più elevata e con buona presenza, anche quantitativa, di specie

di prati pingui. L’Avenuleto può essere considerato una forma più evoluta

di Mesobrometo. Il tipo presenta spesso specie di prati magri, variabili da

rilievo a rilievo, che per sintesi non sono state riportate in tabella.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: <25 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 1

Resa: 4,5-5 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: scarsa a causa della mancanza delle graminacee

buone foraggere

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

L’attuale gestione (1 taglio e concimazione nulla o molto ridotta) con-

sente di mantenere gli elementi di pregio fl oristico e di mantenere le

vegetazioni di orlo boschivo termofi lo particolarmente importanti per la

conservazione della biodiversità e spesso strettamente connesse con la

presenza del Mesobrometo. La presenza di alcune specie di lista rossa

(Prosser, 2001) è legata proprio al mantenimento di questi ambienti. La

funzione di conservazione naturalistica è da ritenere sicuramente priorita-

ria rispetto a quella produttiva.

L’intensifi cazione della gestione potrebbe consentire, in linea teorica, la

formazione di arrenatereti magri.

Il mantenimento di queste superfi ci è ormai legato quasi esclusivamente

alla presenza dei contributi per lo sfalcio e quindi nell’eventualità che

venissero a mancare, sarebbero le prime ad essere abbandonate.

50 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: Valsugana (non si esclude la presenza in altre zone)

Quote: 500-1.000 m s.l.m.

Pendenza: 10-35%

Esposizione: variabile

Substrati: calcareo-dolomitici, silicei o depositi fl uvio-glaciali di diversa origine litologica

Suoli: poco profondi, franco-sabbiosi e da subacidi a subalcalini

CARATTERISTICHE STAZIONALI

2. AVENULETO[Transizione tra Bromion erecti Koch 1926 ed Arrhenatherion elatioris Koch 1926]

Codice Natura 2000: 6210

L’inquadramento in questa categoria è più forzato del precedente a causa

del contatto con Arrhenatherion (6510).

Avenuleto con elevate coperture di Onobrychis viciifolia e Salvia pratensis

51Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

L’unità raggruppa prati basifi li (rari in questo settore della Provincia) o

moderatamente acidofi li a gestione estensiva o poco intensiva del livello

collinare.

La graminacea Avenula pubescens domina la fi tocenosi fornendo discreti

livelli produttivi, ma di qualità scadente: la specie dominante è di basso

pregio per l’eccesso di fusti rispetto alle foglie. L’Avenuleto è caratteriz-

zato da una minore xericità e un maggior contenuto di nutrienti nel suolo

rispetto al Mesobrometo. Le specie appartengono in parte alla classe di

vegetazione delle praterie magre e in parte alla classe delle praterie pingui

ed intensive. La vegetazione è piuttosto rada e permette a specie di picco-

2. AVENULETO

Superfi cie caratterizzata da elevata copertura di Avenula pubescens e Rhinanthus alectorolophus (nelle zone più orientali sostituito daR. freynii), specie annuale emiparassita, che a volte può raggiungere elevate coperture al primo taglio

52 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

2. AVENULETO

la taglia, anche annuali, di sopravvivere fra i cespi di graminacee.

A volte Rhinanthus alectorolophus (o R. freynii) presenta elevate coperture

differenziando alcuni aspetti primaverili. In questi casi la scarsa copertura

delle graminacee determina ridotte produzioni.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Il tipo è vicino al Mesobrometo. Rispetto a questo le condizioni ecologiche

(pendenze meno accentuate e maggiore concimazione) sono più favore-

voli alle graminacee buone foraggere, sebbene non sia ancora presente in

modo abbondante Arrhenatherum elatius ed altre specie di prato pingue. Il

tipo è in contatto anche con l’Arrenatereto magro da cui si distingue per

la maggior presenza di specie di prato magro.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 25-50 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2

Resa: 5,8-6,2 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: scarsa

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto al Mesobrometo: Rumex acetosa, Veronica arvensis, Veronica

chamaedrys, Galium mollugo, Crepis biennis e Taraxacum offi cinale agg. (in genarale maggiore

contributo delle specie dei prati pingui)

Compagne ad elevata frequenza: Avenula pubescens (sempre abbondante), Festuca rupicola, Festuca

rubra, Festuca pratensis, Bromus erectus, Briza media, Poa pratensis, Cerastium brachypetalum,

Arenaria serpyllifolia, Ranunculus bulbosus, Thalictrum minus, Trifolium montanum, Lotus corniculatus,

Onobrychis viciifolia, Galium verum, Plantago media, Salvia pratensis, Knautia arvensis, Centaurea

nigrescens/nigrescens, Centaurea scabiosa, Leucanthemum vulgare, Leontodon hispidus

53Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

2. AVENULETO

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

La concimazione organica è il fattore principale nel regolare la quota di

specie di prati pingui che partecipano alla cenosi. Il carattere poco in-

tensivo di questo tipo permette la conservazione di un elevato numero di

specie. Per questo motivo vale ciò che si è riportato per il tipo precedente

riguardo alla conservazione della biodiversità. L’intensifi cazione potrebbe

avere migliori risultati produttivi del Mesobrometo a causa delle più favo-

revoli condizioni stazionali.

54 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 1.000-1.400 m s.l.m.

Pendenza: 0-15%

Esposizione: variabile

Substrati: preferibilmente su substrati vulcanici, ma non manca anche su substrati calcareo-dolomitici acidifi cati in superfi cie

Suoli: mediamente profondi, franchi e acidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

3. FESTUCO-AGROSTIDETO[Fitocenon a Festuca rubra ed Agrostis tenuis]

Codice Natura 2000: 6230

Si ritiene di poter assimilare quest’unità a 6230 per la buona affi nità fl oristica

con i nardeti.

Festuco-Agrostideto poco prima del taglio. Notare la ridotta taglia del cotico. Questi prati sono stati ottenuti in sostituzione di foreste di conifere o foreste di latifoglie acidofi le

55Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Il tipo presenta un corredo fl oristico ricco di specie di suoli acidi e magri.

Le specie dominanti sono Agrostis tenuis e Festuca rubra (o raramente Fe-

stuca nigrescens) a cui si aggiunge localmente Nardus stricta che però non

assume elevate coperture a causa della scarsa competitività in fi tocenosi

sfalciate.

L’eventuale pascolo, ad inizio e a fi ne stagione, tende a favorire il nardo

che in queste situazioni aumenta la propria copertura grazie alla maggiore

resistenza al morso ed al calpestamento.

La composizione è caratterizzata da Hypericum maculatum, Arnica monta-

na, Potentilla erecta, Potentilla aurea, Carex pallescens ed Avenella fl exuo-

3. FESTUCO-AGROSTIDETO

Cotico caratterizzato da Agrostis tenuis e Festuca rubra

56 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

3. FESTUCO-AGROSTIDETO

sa. L’elevata acidità del suolo è il fattore ecologico caratterizzante que-

st’unità di vegetazione.

Il cotico è sempre di taglia ridotta e non è rara la presenza di Orchidaceae

come Orchis morio, Orchis sambucina o Orchis maculata.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

La confusione può riguardare, in pratica, solo il Triseteto magro nel sot-

totipo acidofi lo la cui composizione fl oristica però non appare mai così

ricca di specie dei nardeti.

In aree di bassa quota (ad es. in terrazzamenti un tempo coltivati) su

substrati geologici acidi sono presenti prati dominati da Festuca rupicola,

Festuca rubra ed Agrostis tenuis, con un corredo di specie moderatamente

termofi le ed acidofi le (ad es. Vicia lathyroides, Vicia grandifl ora o Myosotis

ramosissima), molto interessanti per la penetrazione di specie rare.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 0-50 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 1-2

Resa: 4,5-5 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: da scarsa a media

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli arrenatereti: Trollius europaeus, Alchemilla vulgaris agg., Phyteuma

betonicifolium e Veratrum album

Differenziali rispetto ai triseteti: Nardus stricta, Arnica montana, Carex pallescens, Avenella

fl exuosa, Potentilla aurea, Gentiana kochiana, Hypochoeris unifl ora

Compagne ad elevata frequenza: Festuca rubra (più raramente Festuca nigrescens), Avenula

pubescens, Trisetum fl avescens, Anthoxanthum odoratum (spesso abbondante), Potentilla erecta,

Trifolium repens, Trifolium pratense, Hypericum maculatum, Carum carvi, Taraxacum offi cinale agg.,

Achillea millefolium agg., Leontodon hispidus, Colchicum autumnale

57Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

3. FESTUCO-AGROSTIDETO

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

Questi prati presentano interessanti valori fl oristici e vegetazionali. La ra-

rità dell’unità nel territorio in esame suggerisce di privilegiare la funzione

naturalistica rispetto alla produttiva.

La ridotta concimazione è la condizione necessaria per il mantenimento

di questa composizione fl oristica, pertanto si sconsiglia di incrementare

gli apporti azotati.

58 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 1.300-1.900 m s.l.m.

Pendenza: 10-30%

Esposizione: variabile

Substrati: vulcanici o metamorfi ci

Suoli: da poco a mediamente profondi, franco-sabbiosi e da acidi a subacidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

4. TRISETETO MAGRO[Centaureo transalpinae-Trisetum fl avescentis (Marschall 1947) Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6520

Triseteto magro nella fascia altimontana. Le graminacee dominanti sono Avenula pubescens, Trisetum fl avescens, Poa pratensis e Poa alpina, mentre Arrhenatherum elatius è completamente assente. Le infi orescenze rosa sono quelle di Knautia longifolia

59Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

4. TRISETETO MAGRO

Cotico con belle fi oriture di Knautia longifolia, Trifolium pratense e Leucanthemum vulgare

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Questa unità rappresenta una forma magra dei classici triseteti che sono

stati descritti per tutto l’Arco Alpino.

La quota esclude la presenza di Arrhenatherum elatius e la vegetazione è

caratterizzata da graminacee di taglia ridotta, inoltre mancano molte delle

specie di bassa quota frequenti invece negli arrenatereti. Sono frequenti

specie di prato magro come Festuca rupicola, Trifolium montanum, Anthyllis

vulneraria e Gymnadenia conopsea. Le specie che distinguono questo trise-

teto rispetto ai triseteti di transizione sono Phleum alpinum, Poa alpina,

Knautia longifolia e Pimpinella major/rubra mentre Poa violacea, Potentilla

erecta ed Hypericum maculatum sono indicatrici del sottotipo acidofi lo.

60 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Sottotipi:

a) sottotipo neutro-basifi lo: vale la descrizione generale della scheda;

b) sottotipo acidofi lo: si sviluppa su substrati acidi non o poco concimati ed

è caratterizzato da Poa violacea, Hypericum maculatum e Potentilla erecta.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Per i rapporti con il Festuco-Agrostideto vale quanto detto in precedenza.

Il tipo può essere confuso solo con i triseteti di transizione che però sono

privi delle specie microterme riportate nel box e sono tagliati normalmen-

te due volte. Il sottotipo neutro-basifi lo può avvicinarsi al Mesobrometo

nella variante montana.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 0-50 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 1

Resa: 4,4-4,8 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: da scarsa a media

4. TRISETETO MAGRO

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto ai triseteti di transizione: Pimpinella major/rubra, Knautia

longifolia, Phleum alpinum e Poa alpina

Compagne ad elevata frequenza: Agrostis tenuis, Festuca rubra, Festuca rupicola, Trisetum

fl avescens, Dactylis glomerata, Carex caryophyllea, Stellaria graminea, Trollius europaeus, Trifolium

pratense, Trifolium repens, Trifolium montanum, Anthyllis vulneraria, Alchemilla vulgaris agg., Primula

veris, Plantago media, Pimpinella alpestris, Phyteuma betonicifolium, Achillea millefolium agg.,

Veratrum album, Paradisea liliastrum, Gymnadenia conopsea

61Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

L’attuale riduzione dell’intensità di gestione è legata alla bassa potenzia-

lità produttiva determinata dal ridotto periodo vegetativo. Il carattere

poco intensivo di questo tipo ha effetti positivi sulla conservazione della

diversità fl oristica e sul mantenimento di unità paesaggistiche ormai mol-

to rare.

Nei prati meno pendenti una leggera intensifi cazione della concimazione

consentirebbe un’evoluzione verso la forma tipica dei triseteti pingui, con

un miglioramento della quantità e qualità dei foraggi.

4. TRISETETO MAGRO

62 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 1.600-1.900 m s.l.m.

Pendenza: 10-20%

Esposizione: variabile

Substrati: vulcanici o metamorfi ci

Suoli: da poco a mediamente profondi, franco-sabbiosi, subacidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

5. TRISETETO TIPICO[Centaureo transalpinae-Trisetum fl avescentis (Marschall 1947) Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6520

Triseteto tipico caratterizzato da buoni livelli di concimazione. Il prato è dominato da graminacee e mancano fi oriture appariscenti. Questi prati sono tagliati in genere una volta l’anno

63Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Questo tipo rappresenta la forma tipica dei prati pingui delle quote più

elevate.

L’altitudine esclude la presenza di Arrhenatherum elatius e il cotico si

presenta denso con buona partecipazione di entità microterme. Fra le gra-

minacee Poa alpina, Dactylis glomerata e Trisetum fl avescens costituiscono

normalmente una buona frazione della produzione.

I buoni livelli di concimazione possono determinare elevate coperture di

Rumex alpestris, Anthriscus sylvestris e Trollius europaeus che, con le loro

fi oriture primaverili, caratterizzano alcune superfi ci.

Va precisato che quest’unità è molto rara ed è presente ormai in poche

5. TRISETETO TIPICO

Ben visibili in primo piano le infi orescenze di Knautia longifolia. In secondo piano le foglie di Alchemilla vulgaris agg. e Trollius europaeus

64 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

5. TRISETETO TIPICO

località a causa della concentrazione dell’attività zootecnica nelle aree più

comode di fondovalle con conseguente abbandono delle superfi ci di alta

quota o con elevata pendenza. Le aree prative che si mantengono con più

facilità sono quelle ben servite da strade (ad es. le zone dei passi).

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Floristicamente il tipo può essere confuso solo con il Triseteto di transizio-

ne tipico che però è privo delle specie microterme riportate nel box, pre-

senta ancora numerose specie degli arrenatereti ed è tagliato due volte.

Le specie che sembrano meglio caratterizzare questo triseteto rispetto ai

triseteti di transizione sono Phleum alpinum, Poa alpina, Rumex alpinus,

Knautia longifolia e Pimpinella major/rubra.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 50-100 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 1

Resa: 4,7-5,5 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: media

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto ai triseteti di transizione: Rumex alpinus, Pimpinella major/rubra,

Knautia longifolia, Phleum alpinum e Poa alpina

Compagne ad elevata frequenza: Poa pratensis, Agrostis tenuis, Festuca rubra, Trisetum fl avescens,

Dactylis glomerata, Rumex alpestris, Stellaria graminea, Trollius europaeus, Trifolium pratense,

Trifolium repens, Alchemilla vulgaris agg., Carum carvi, Phyteuma betonicifolium, Achillea millefolium

agg., Centaurea nigrescens/transalpina, Carduus carduelis, Veratrum album

65Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

5. TRISETETO TIPICO

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

L’intensità di concimazione determina delle buone rese, se rapportate alla

quota, e di qualità media. La frequente impossibilità di effettuare un se-

condo taglio sconsiglia di incrementare la concimazione organica.

In questi prati sono presenti alcune specie, legate ai prati pingui di alta

quota, piuttosto rare a livello provinciale (ad es. Carduus carduelis).

66 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: Valsugana, Primiero e Val di Fassa

Quote: 900-1.400 m s.l.m.

Pendenza: 10-35%

Esposizione: variabile

Substrati: vulcanici o metamorfi ci

Suoli: da poco a mediamente profondi, franchi e da acidi a subacidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

6. TRISETETO DI TRANSIZIONE MAGRO[Forme di transizione fra Centaureo transalpinae-Trisetum fl avescentis (Marschall 1947) Poldini et Oriolo

1994 e Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6520

La composizione fl oristica di questo tipo è intermedia fra gli arrenatereti e i triseteti. Di solito sono tagliati due volte. In questo prato sono abbondanti Salvia pratensis e Tragopogon pratensis subsp. orientalis

67Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

La composizione fl oristica è caratterizzata negativamente dalla ridotta

partecipazione di Arrhenatherum elatius. La ridotta vitalità dell’avena al-

tissima sembra indotta dall’effetto negativo congiunto della quota elevata

e della magrezza dei terreni.

La caratteristica peculiare di quest’unità è la presenza di diverse specie a

distribuzione montana (vedi specie indicatrici rispetto agli arrenatereti)

che convivono con specie comuni nei prati di bassa quota.

Il tipo presenta spesso fi oriture variopinte. Si segnalano a riguardo le

facies a Paradisea liliastrum.

6. TRISETETO DI TRANSIZIONE MAGRO

Triseteto di transizione magro con fi oriture di Paradisea liliastrum. Questa facies è abbastanza diffusa e di facile riconoscimento

68 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

6. TRISETETO DI TRANSIZIONE MAGRO

Sottotipi:

a) sottotipo tipico: vale la descrizione generale;

b) sottotipo pascolato: in questo sottotipo si applica un pascolamento ad

inizio e fi ne stagione.

Le specie di prato più sensibili al morso e al calpestamento scompaio-

no, mentre aumenta la quota di Lolium perenne, Cynosurus cristatus

e compare anche Veratrum album, specie indicatrice di pascolamento

attuale o pregresso.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Dal punto di vista fl oristico, i triseteti di transizione sono forme di pas-

saggio fra i veri prati pingui microtermi (triseteti) e i pingui mesotermi

(arrenatereti). É possibile dunque la confusione fra queste due categorie.

La composizione fl oristica intermedia fra le due è proprio l’elemento ca-

ratterizzante l’unità.

SPECIE GUIDA

Rispetto ai triseteti si distingue per la mancanza delle specie differenziali.

Specie differenziali rispetto al Triseteto di transizione tipico: Festuca rupicola, Medicago

lupulina, Centaurea scabiosa, Thalictrum minus, Carex caryophyllea, Poa violacea ed assenza di

Arrhenatherum elatius ed Anthriscus sylvestris

Specie differenziali rispetto agli arrenatereti: Trollius europaeus, Alchemilla vulgaris agg.,

Phyteuma betonicifolium

Compagne ad elevata frequenza: Festuca rubra, Avenula pubescens, Trisetum fl avescens,

Anthoxanthum odoratum, Dactylis glomerata, Vicia cracca, Trifolium repens, Trifolium pratense,

Trifolium montanum, Achillea millefolium agg., Leontodon hispidus, Centaurea nigrescens/

transalpina, Colchicum autumnale, Paradisea liliastrum

69Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

6. TRISETETO DI TRANSIZIONE MAGRO

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 25-50 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2

Resa: 4,9-5,1 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: scarsa

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

Le quote abbastanza elevate e la posizione spesso ravvicinata al centro

aziendale determinano un’utilizzazione relativamente equilibrata rispetto

alla concimazione. Tale situazione risulta abbastanza differente da quella

che si registra negli arrenatereti in cui la concimazione è sensibilmente

più intensiva della frequenza di utilizzazione. Sulle superfi ci meno pen-

denti e con suolo più profondo, un’intensifi cazione della concimazione

accompagnata da tagli opportuni potrebbe consentire l’evoluzione verso il

Triseteto di transizione tipico.

70 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: Primiero, Val di Fiemme e Val di Fassa

Quote: 900-1.400 m s.l.m.

Pendenza: 0-25%

Esposizione: variabile

Substrati: indifferente

Suoli: mediamente profondi, franchi e da subacidi a neutri

CARATTERISTICHE STAZIONALI

7. TRISETETO DI TRANSIZIONE TIPICO [Forme di transizione fra Centaureo transalpinae-Trisetum fl avescentis (Marschall 1947) Poldini et Oriolo 1994 e Cen-

taureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6520

Triseteto di transizione tipico con fi oriture di Ranunculus acris e Dactylis glomerata. Il tarassaco è ormai sfi orito e probabilmente caratterizzava le fi oriture all’inizio della primavera

71Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

7. TRISETETO DI TRANSIZIONE TIPICO

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

In analogia con quanto detto per il Triseteto di transizione magro la

composizione fl oristica si presenta intermedia fra gli arrenatereti e i tri-

seteti.

A differenza del precedente compaiono in maggiore proporzione specie

di prati pingui quali ad esempio Arrhenatherum elatius ed Anthriscus syl-

vestris. La vegetazione appare più densa con buona partecipazione di

Dactylis glomerata, Poa pratensis e Poa trivialis.

In alcune rare situazioni, per l’eccessiva concimazione, è possibile un’ele-

vata partecipazione di Anthriscus sylvestris, Rumex alpestris e Carum carvi

che caratterizzano l’aspetto primaverile del prato.

Cotico con fi oriture di Carum carvi e Ranunculus acris

72 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

7. TRISETETO DI TRANSIZIONE TIPICO

Quest’unità è distribuita soprattutto nella valli più interne a quote sub-

montane o comunque nella fascia altitudinale di transizione fra gli arre-

natereti e i veri triseteti.

Sottotipi:

a) sottotipo tipico: vale la descrizione generale della scheda;

b) sottotipo ad Alopecurus pratensis: su stazioni a ridotta pendenza è pre-

sente una forma dominata da A. pratensis;

c) sottotipo ad ombrellifere: nelle rare situazioni caratterizzate da eccessi

di concimazioni si possono trovare superfi ci dominate da Anthriscus

sylvestris.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Possibili confusioni con il Triseteto tipico che però è molto più raro e

privo di specie di arrenatereto (ad es. Knautia arvensis o Tragopogon pra-

tensis/orientalis). Al contrario si distingue dall’Arrenatereto tipico per la

presenza costante di specie a gravitazione montana.

SPECIE GUIDA

Rispetto ai triseteti si distingue per la mancanza delle specie differenziali.

Differenziali rispetto al Triseteto di transizione magro: Arrhenatherum elatius (frequente ma mai

abbondante), Bromus hordeaceus, Rumex alpestris, Galium mollugo, Veronica arvensis ed Anthriscus

sylvestris

Differenziali rispetto agli arrenatereti: Trollius europaeus, Alchemilla vulgaris agg., Phyteuma

betonicifolium e Veratrum album

Compagne ad elevata frequenza: Festuca rubra, Avenula pubescens, Trisetum fl avescens,

Anthoxanthum odoratum, Dactylis glomerata, Ranunculus acris, Vicia cracca, Trifolium repens,

Trifolium pratense, Carum carvi, Anthriscus sylvestris, Taraxacum offi cinale agg., Achillea millefolium

agg., Centaurea nigrescens/transalpina, Leontodon hispidus, Colchicum autumnale

73Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

7. TRISETETO DI TRANSIZIONE TIPICO

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 75-100 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2

Resa: 5,8-6,4 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: media

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

La gestione attuale è equilibrata e permette di mantenere una buona me-

scolanza di graminacee buone foraggere senza la presenza di infestanti.

Un incremento dei livelli di concimazione potrebbe causare un aumento

delle ombrellifere che, a queste quote, sembrano essere più competitive

delle graminacee di taglia elevata.

Si suggerisce quindi di mantenere l’attuale gestione.

74 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 600-1.000 m s.l.m.

Pendenza: 10-30%

Esposizione: variabile

Substrati: indifferente

Suoli: da poco a mediamente profondi, franco-sabbiosi e da subacidi a neutri

CARATTERISTICHE STAZIONALI

8. ARRENATERETO MAGRO [Anthoxantho-Brometum erecti Poldini 1980; Ranuncolo bulbosi-Arrhenatheretum Ellmauer 1993]

Codice Natura 2000: 6510

Arrenatereto magro in facies a Rhinanthus alectorolophus. Questa specie diventa invadente dove le graminacee non sono suffi cientemente competitive

75Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

8. ARRENATERETO MAGRO

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Quest’unità rappresenta l’estremo magro dei prati pingui e mesotermi. La

composizione fl oristica è piuttosto ricca e varia, ma comunque caratteriz-

zata da Arrhenatherum elatius a cui si accompagna, grazie alle pendenze e

alla ridotta concimazione, Avenula pubescens e Festuca rupicola. Quest’ul-

tima specie è indicatrice di suoli superfi ciali ricchi in scheletro. La compo-

sizione è costituita da specie sia delle praterie magre sia dei prati pingui

con una netta prevalenza di queste ultime. La struttura relativamente rada

del cotico consente ad alcune annuali di partecipare alle cenosi (ad es.

Arenaria serpyllifolia, Cerastium glutinosum, Cerastium brachypetalum, Va-

lerianella locusta e su suoli acidi Draba nemorosa e Myosotis ramosissima).

Prato in cui sono evidenti le infi orescenze di Arrhenatherum elatius, Knautia arvensis e Salvia pratensis. Il cotico però non è denso permettendo la crescita di molte altre specie

76 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Le differenze fl oristiche al variare del substrato geologico non sono molto

marcate e si limitano alla comparsa di alcune entità acidofi le su substrati

vulcanici o metamorfi ci. La concimazione, seppur non elevata, contribui-

sce a ridurre le differenze legate al substrato.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Il tipo è in contatto con il Triseteto di transizione magro, da cui si distin-

gue per la mancanza delle specie a gravitazione montana, e con l’Avenule-

to che si differenzia per essere una forma più magra e meno produttiva.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 50-75 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2

Resa: 6-6,5 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: scarsa

8. ARRENATERETO MAGRO

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto agli altri arrenatereti: Agrostis tenuis, Festuca rubra, Festuca

rupicola, Bromus erectus, Plantago media, Filipendula vulgaris e Centaurea scabiosa

Compagne ad elevata frequenza: Avenula pubescens, Poa pratensis, Arrhenatherum elatius, Dactylis

glomerata, Trisetum fl avescens, Festuca pratensis, Rumex acetosa, Cerastium brachypetalum, Arenaria

serpyllifolia, Stellaria graminea, Ranunculus bulbosus, Ranunculus polyanthemophyllus, Trifolium

pratense, Trifolium repens, Lotus corniculatus, Vicia hirsuta, Salvia pratensis, Knautia arvensis, Galium

mollugo, Galium verum, Crepis biennis, Centaurea nigrescens/nigrescens, Tragopogon pratensis/

orientalis, Taraxacum offi cinale agg., Leucanthemum vulgare, Leontodon hispidus

77Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

8. ARRENATERETO MAGRO

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

La gestione poco o mediamente intensiva di questi prati mantiene buoni

livelli di diversità fl oristica a cui si accompagnano delle rese discrete, ma

di qualità piuttosto ridotta. Un eventuale incremento della concimazio-

ne comporterebbe un’evoluzione verso tipi di arrenatereto più pingui. In

questo caso si consiglia di aumentare anche la frequenza di utilizzazione

per garantire un corretto asporto di nutrienti mediante la raccolta della

produzione vegetale.

78 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: Valsugana, Primiero e Val di Fiemme

Quote: 300-900 m s.l.m.

Pendenza: 10-30%

Esposizione: variabili

Substrati: indifferente

Suoli: da mediamente profondi a profondi, franco-sabbiosi e da subacidi a neutri

CARATTERISTICHE STAZIONALI

9. ARRENATERETO TIPICO [Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6510

Arrenatereto tipico poco prima del taglio. Arrhenatherum elatius raggiunge il metro di altezza

79Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

9. ARRENATERETO TIPICO

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Questo tipo rappresenta la variante di arrenatereto che si forma quando

il livello di concimazione è medio. L’Arrenatereto tipico costituisce il ba-

ricentro dei prati pingui mesotermi con una composizione caratterizzata

negativamente dalla ridotta partecipazione sia di entità nitrofi le, sia di

entità dei prati magri.

Le graminacee di taglia elevata caratterizzano la fi sionomia della vege-

tazione, ma non mancano fi oriture policromatiche garantite da Knautia

arvensis, Salvia pratensis, Tragopogon pratensis/orientalis e Crepis biennis.

L’avena altissima è spesso dominante assieme a Poa pratensis, Trisetum

fl avescens e Dactylis glomerata.

Cotico con Arrhenatherum elatius, Avenula pubescens, Crepis biennis, Tragopogon pratensis subsp. orientalis e Salvia pratensis

80 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Non sono presenti specie della fascia montana e la diffusione dell’unità

è limitata alle valli esterne. Più internamente (ad es. Val di Fassa) viene

sostituito dai triseteti di transizione.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Può essere confuso con l’Arrenatereto pingue a graminacee, da cui si di-

stingue per l’assenza di entità nitrofi le e per le fi oriture variopinte.

Rispetto ai triseteti di transizione si differenzia per la mancanza di specie

microterme.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 100-150 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2-3

Resa: 7,6-8,0 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: elevata

SPECIE GUIDA

Specie differenziali rispetto agli altri arrenatereti: si differenzia negativamente per la ridotta

partecipazione di entità nitrofi le e di prati magri

Compagne ad elevata frequenza: Arrhenatherum elatius (abbondante), Holcus lanatus, Dactylis

glomerata, Trisetum fl avescens, Poa pratensis, Avenula pubescens, Festuca pratensis, Lolium perenne,

Poa trivialis, Rumex acetosa, Ranunculus acris, Vicia sativa, Trifolium pratense, Trifolium repens, Lotus

corniculatus, Galium mollugo, Plantago lanceolata, Salvia pratensis, Knautia arvensis, Pimpinella

major, Heracleum sphondylium, Centaurea nigrescens/nigrescens, Taraxacum offi cinale agg., Crepis

biennis, Achillea millefolium agg., Leontodon hispidus

9. ARRENATERETO TIPICO

81Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

9. ARRENATERETO TIPICO

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

L’attuale gestione permette una buona produzione in termini qualitativi e

quantitativi. I livelli di diversità vegetali sono ancora accettabili.

Un’intensifi cazione della concimazione, se non accompagnata da tagli

tempestivi, rischia di indurre la formazione dell’Arrenatereto pingue ad

ombrellifere con effetti negativi sulla qualità dei foraggi.

È importante sottolineare che la decisione di incrementare i livelli di con-

cimazione dovrebbe sempre considerare anche l’importanza di avere un

equilibrio fra gli apporti di nutrienti determinati dalla concimazione stes-

sa e gli asporti della produzione, per evitare elevate perdite d’azoto.

82 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 250-900 m s.l.m.

Pendenza: 0-10%

Esposizione: nulla o variabile

Substrati: depositi alluvionali di differente composizione litologica, ma prevalentemente vulcanici o metamorfi ci

Suoli: profondi, franchi, subacidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

10. ARRENATERETO AD ALOPECURUS PRATENSIS [Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994]

Codice Natura 2000: 6510

Nell’Arrenatereto ad Alopecurus pratensis, Arrhenatherum elatius viene sostituito dalla coda di volpe. Per il resto la composizione fl oristica e l’intensità di gestione sono abbastanza simili

83Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

10. ARRENATERETO AD ALOPECURUS PRATENSIS

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Nonostante Arrhenatherum elatius sia quasi del tutto assente, si è mante-

nuto il nome di arrenatereto in quanto la composizione fl oristica generale

è per il resto simile a questo tipo di vegetazione.

La composizione è caratterizzata dalla presenza sempre frequente e ab-

bondante di Alopecurus pratensis, specie più igrofi la e leggermente meno

termofi la dell’avena altissima. La diversa ecologia delle due graminacee

è confermata dal fatto che esse si trovano diffi cilmente con abbondanze

elevate sullo stesso prato. La coda di volpe si rinviene più frequentemente

su substrati vulcanici o metamorfi ci meno su quelli calcarei. Questi ultimi,

in assenza di una buona componente argillosa, originano spesso terreni

Cotico con Alopecurus pratensis dominante associato ad un buon numero di specie (in genere attorno a trenta)

84 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

10. ARRENATERETO AD ALOPECURUS PRATENSIS

porosi che appaiono più favorevoli alla diffusione dell’avena altissima.

Questa vicarianza sembra perciò legata più alle caratteristiche fi siche dei

terreni piuttosto che a quelle chimiche.

Questi prati si trovano quasi esclusivamente su superfi ci a pendenza limi-

tata o nulla e su terreni profondi e con buona capacità idrica. Oltre queste

indicazioni, le analisi chimico-fi siche dei suoli, svolte fi no a questo mo-

mento, non ci forniscono altri elementi per spiegare questa vicarianza.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Possibili confusioni con il vicino Alopecureto da cui si distingue per il

maggior numero di specie (attorno alle 30) e per la gestione meno inten-

siva. Esistono anche delle forme di Triseteto di transizione tipico in cui

Alopecurus pratensis è presente ed abbondante che si distinguono per la

presenza di specie montane.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 100-150 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2

Resa: 6,3-6,7 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: da media ad elevata

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri arrenatereti: Alopecurus pratensis (abbondante) e assenza quasi

completa di Arrhenatherum elatius

Compagne ad elevata frequenza: Holcus lanatus, Dactylis glomerata, Trisetum fl avescens, Poa

trivialis, Poa pratensis, Festuca pratensis, Lolium perenne, Rumex acetosa, Ranunculus acris,

Pimpinella major, Heracleum sphondylium, Anthriscus sylvestris, Trifolium pratense, Trifolium repens,

Vicia sepium, Galium mollugo, Taraxacum offi cinale agg., Centaurea nigrescens/nigrescens, Crepis

biennis, Achillea millefolium agg.

85Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

10. ARRENATERETO AD ALOPECURUS PRATENSIS

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

La gestione attuale è equilibrata e vale quanto detto per l’Arrenatereto

tipico. I due tipi hanno, infatti, analoga gestione. Sarebbe possibile un

incremento del numero dei tagli favorito dalla precoce fi oritura di Alope-

curus pratensis.

Si sconsiglia di incrementare la concimazione.

86 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 250-1.000 m s.l.m.

Pendenza: 0-15%

Esposizione: nulla o variabile

Substrati: depositi fl uvio-glaciali di composizione litologica differente, ma anche substrati calcarei o silicei con suolo profondo

Suoli: profondi, franchi, da subacidi a subalcalini

CARATTERISTICHE STAZIONALI

11. ARRENATERETO PINGUE AD OMBRELLIFERE [Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994,

facies pingui]

Codice Natura 2000: 6510

Tipico aspetto primaverile dell’Arrenatereto pingue ad ombrellifere appena prima del taglio

87Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

11. ARRENATERETO PINGUE AD OMBRELLIFERE

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

La composizione è caratterizzata dalla presenza esclusiva di specie di pra-

to pingue o nitrofi le.

La fi sionomia è determinata dall’ombrellifera Anthriscus sylvestris e, in

misura minore, da Heracleum sphondylium che infl uenzano negativamente

la qualità della produzione per l’abbondanza di fusti (elevato contenuto

di lignina). La presenza di queste specie riduce la quota di graminacee

buone foraggere. All’epoca del primo taglio il prato assume una colorazio-

ne biancastra creata dalle vistose infi orescenze di Anthriscus sylvestris. Al

contrario Heracleum sphondylium fi orisce normalmente al secondo taglio.

Il grado d’infestazione aumenta con l’aumentare della concimazione e con

Cotico con Anthriscus sylvestris, Rumex acetosa, Ranunculus acris e Silene dioica

88 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

11. ARRENATERETO PINGUE AD OMBRELLIFERE

il ritardo della prima utilizzazione. Nei prati di quest’unità si rinvengono

comunemente specie indicatrici di un eccessivo contenuto di nutrienti

nel suolo (ad es. Capsella bursa-pastoris, Urtica dioica, Stellaria media o

Lamium album).

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

L’unità può essere confusa con le rare forme pingui dei prati microtermi

in cui lo stesso Anthriscus sylvestris o Carum carvi possono far apparire

il prato biancastro. In questi casi verifi care che non vi siano le specie a

distribuzione montana. Ecologicamente il tipo è in contatto con l’Arrena-

tereto pingue a graminacee da cui si distingue per l’elevata partecipazione

delle ombrellifere.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 150-200 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2-3

Resa: 7,0-7,4 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: da bassa a media infl uenzata negativamente

dalla presenza delle ombrellifere

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri arrenatereti: elevata partecipazione di Anthriscus sylvestris

(abbondante) e secondariamente di Heracleum sphondylium. Bromus hordeaceus, Silene alba,

Capsella bursa-pastoris e Rumex obtusifolius (specie in comune con l’Arrenatereto pingue a

graminacee)

Compagne ad elevata frequenza: Dactylis glomerata, Agropyron repens, Poa trivialis, Arrhenatherum

elatius, Trisetum fl avescens, Festuca pratensis, Lolium perenne, Rumex acetosa, Ranunculus acris,

Vicia sepium, Trifolium pratense, Trifolium repens, Plantago lanceolata, Galium mollugo, Taraxacum

offi cinale agg., Crepis biennis, Achillea millefolium agg.

Frequente la presenza di specie nitrofi le (ad es. Urtica dioica, Stellaria media o Lamium album)

89Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

11. ARRENATERETO PINGUE AD OMBRELLIFERE

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

In questo settore della Provincia le situazioni degradate in cui le ombrel-

lifere sono molto abbondanti sono piuttosto rare oppure limitate a ridotte

superfi ci. Un’intensifi cazione della concimazione è assolutamente sconsi-

gliabile, mentre l’anticipazione dei tagli può avere effetti positivi poiché

riduce la capacità di disseminazione delle infestanti. Le due specie prin-

cipali, a cui spesso si aggiunge Rumex acetosa, sembrano particolarmente

competitive alle quote submontane (800-1.000 m s.l.m.).

90 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 250-900 m s.l.m.

Pendenza: 0-10%

Esposizione: variabile

Substrati: prevalentemente depositi fl uvio-glaciali di diversa composizione litologica

Suoli: profondi, franco-sabbiosi, da subacidi a subalcalini

CARATTERISTICHE STAZIONALI

12. ARRENATERETO PINGUE A GRAMINACEE [Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1994,

facies pingui]

Codice Natura 2000: 6510

Arrenatereto pingue a graminacce con il tipico colore verde cupo determinato dall’elevata partecipazione di Dactylis glomerata, Poa trivialis, Poa pratensis ed Arrhenatherum elatius

91Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

12. ARRENATERETO PINGUE A GRAMINACEE

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Questi arrenatereti sono prati molto produttivi in cui la composizione

fl oristica è defi nita da Dactylis glomerata, Poa pratensis, Poa trivialis ed Ar-

rhenatherum elatius. Secondariamente partecipano alla cenosi Agropyron

repens e Bromus hordeaceus e, alle quote più basse, Lolium multifl orum.

Con questo tipo di gestione (elevata concimazione e numero di tagli re-

lativamente elevato) si creano buone condizioni di crescita per le grami-

nacee foraggere.

Frequente la presenza di specie indicatrici di un elevato contenuto di

nutrienti nel suolo (ad es. Capsella bursa-pastoris, Lamium album, Urtica

dioica, Stellaria media).

Il tipo occupa spesso le zone di fondovalle con pendenza ridotta, elevata intensità di concimazione e di taglio e a volte irrigate

92 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Il cotico si presenta molto denso, di un verde cupo senza fi oriture policro-

matiche e, al momento del primo taglio, supera normalmente il metro di

altezza. Le graminacee costituiscono oltre il 90% della biomassa totale.

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Dall’Arrenatereto tipico si distingue per la presenza di nitrofi le e l’assenza

di Salvia pratensis e di altre specie di prato magro. Sono praticamente

assenti fi oriture policromatiche mentre sono più frequenti fi oriture mono-

cromatiche dominate soprattutto da specie a fi ori gialli (ad es. Ranunculus

acris e Crepis biennis) o, a volte, da Rumex acetosa che fa assumere un

colore rugginoso al prato.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 225-275 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 3-4

Resa: 7,5-8,4 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: elevata

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri arrenatereti (in comune con l’Arrenatereto ad ombrellifere): Lolium

multifl orum (solo alle quote più basse) Bromus hordeaceus, Silene alba, Capsella bursa-pastoris

Compagne ad elevata frequenza: Dactylis glomerata, Poa trivialis, Arrhenatherum elatius, Agropyron

repens, Holcus lanatus, Trisetum fl avescens, Poa pratensis, Festuca pratensis, Lolium perenne, Rumex

acetosa, Ranunculus acris, Trifolium repens, Vicia sepium, Galium mollugo, Plantago lanceolata,

Myosotis arvensis, Crepis biennis, Taraxacum offi cinale agg., Achillea millefolium agg.

12. ARRENATERETO PINGUE A GRAMINACEE

93Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

12. ARRENATERETO PINGUE A GRAMINACEE

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

Gli alti livelli di concimazione sono accompagnati da tagli tempestivi

che determinano delle favorevoli condizioni di crescita per le graminacee

buone foraggere. Alle basse quote (Valsugana) la loiessa, ove presente,

garantisce elevate produzioni con i primi tagli, mentre Agropyron repens

interviene maggiormente nei tagli estivi. Si consiglia di non aumentare gli

apporti azotati che sono già a livelli elevati.

94 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

13. ALOPECURETO [Ranunculo repentis-Alopecuretum pratensis Ellmauer 1993]

Codice Natura 2000: 6510

L’elevato grado di concimazione e il ridotto livello di diversità fl oristica rendono

forzato l’inquadramento.

In questo tipo Alopecurus pratensis diventa assolutamente dominante con poche altre specie

Localizzazione: Valsugana, Primiero e Val di Fiemme

Quote: 250-1.100 m s.l.m.

Pendenza: 0-5%

Esposizione: -

Substrati: depositi alluvionali di diversa composizione litologica o substrati vulcanici, metamorfi ci e più raramente calcareo-dolomitici

Suoli: da mediamente profondi a profondi, franchi e subacidi

CARATTERISTICHE STAZIONALI

95Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

13. ALOPECURETO

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

La composizione fl oristica si presenta molto impoverita (numero di spe-

cie per 100 m2 <20) a causa dell’intensità di concimazione e della con-

temporanea discreta umidità dei suoli. Queste condizioni favoriscono la

competitività delle poche graminacee di taglia elevata che caratterizza-

no il prato. La cenosi è dominata da Alopecurus pratensis, Poa trivialis e

Anthriscus sylvestris, mentre non compare, se non in maniera sporadica,

Arrhenatherum elatius. Una buona specie guida è Ranunculus repens, in-

dicatore di suoli eutrofi ci e pesanti. Il tipo è diffuso esclusivamente su

stazioni pianeggianti e si presenta come un prato omogeneamente verde

praticamente privo di specie a fi oriture evidenti.

Alopecureto molto intensivo con Ranunculus repens. Il numero di specie è molto ridotto ed è frequente la presenza di nitrofi le

96 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

13. ALOPECURETO

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Può essere confuso solo con l’Arrenatereto ad Alopecurus pratensis che

però ha gestione meno intensiva, livelli di richezza specifi ca più elevati

e minor igrofi lia dei suoli. In effetti l’Alopecureto può essere considerato

una forma iperconcimata di questo tipo.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 200-225 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2-3

Resa: 7,0-7,4 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: elevata

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

Questi prati sono concimati in modo molto intenso, ma la loro formazione

è fortemente legata anche all’umidità del suolo. Si sconsiglia di aumentare

i livelli di concimazione. Un’utilizzazione ottimale si otterrebbe con una

frequenza di tagli almeno pari a tre tagli l’anno e, alle quote più basse,

anche a quattro.

L’umidità dei suoli, infatti, potrebbe garantire ricacci estivi veloci. Il pri-

mo taglio potrebbe essere eseguito anticipatamente rispetto agli altri

prati delle stesse quote a causa della più precoce fi oritura di Alopecurus

pratensis.

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri prati pingui mesotermi: Alopecurus pratensis (abbondante),

Ranunculus repens, assenza quasi completa di Arrhenatherum elatius e generale impoverimento

fl oristico

Compagne ad elevata frequenza: Poa trivialis (abbondante), Dactylis glomerata, Poa pratensis,

Festuca pratensis, Lolium perenne, Agropyron repens, Rumex obtusifolius, Rumex acetosa, Cerastium

holosteoides, Lychnis fl os-cuculi, Vicia sepium, Trifolium repens, Anthriscus sylvestris, Galium mollugo,

Taraxacum offi cinale agg., Achillea millefolium agg.

97Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

13. ALOPECURETO

Questo tipo di vegetazione è a volte in continuità spaziale con aree umi-

de, anche di pregio naturalistico. In queste situazioni andrebbero limitati

gli apporti azotati per evitare fenomeni di eutrofi zzazione dei suoli o delle

acque circostanti e si dovrebbe fare attenzione, in fase di distribuzione dei

concimi organici, di evitare la dispersione nelle zone al confi ne con corpi

idrici o vegetazioni umide.

98 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: Bassa ed Alta Valsugana

Quote: 250-500 m s.l.m.

Pendenza: 0-5%

Esposizione: -

Substrati: depositi alluvionali e glaciali di diversa composizione litologica, ma in prevalenza con componente basifi la

Suoli: profondi, franchi, da neutri a subalcalini

CARATTERISTICHE STAZIONALI

14. LOLIETO A LOLIUM MULTIFLORUM [Lolietum multifl orae Dietl et Lehmann 1975]

Codice Natura 2000: 6510

L’elevato grado di concimazione e il ridotto livello di diversità fl oristica rendono

forzato l’inquadramento.

Il Lolieto a Lolium multifl orum è un prato intensivo di bassa quota, spesso creato a seguito di semine

99Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

14. LOLIETO A LOLIUM MULTIFLORUM

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

La composizione fl oristica è molto impoverita (numero di specie per 100

m2 <20) e dominata da Lolium multifl orum. Altre specie abbondanti sono

Poa trivialis, Lolium perenne, Taraxacum offi cinale agg. e secondariamente

Alopecurus pratensis, Arrhenatherum elatius e Bromus hordeaceus. La loies-

sa fornisce ottimi livelli produttivi. Durante il periodo estivo manifesta

una contrazione della produttività che può essere compensata da altre

specie come Agropyron repens o alcune graminacee annuali (ad es. Setaria

pumila) che occupano le superfi ci con cotico rado durante i periodi caldi.

L’origine di questi prati è legata alle semine di Lolium multifl orum che

frequentemente gli agricoltori operano sui prati. Le condizioni climatiche

Cotico caratterizzato da Lolium multifl orum, Poa trivialis e Taraxacum offi cinale agg.

100 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

14. LOLIETO A LOLIUM MULTIFLORUM

e pedologiche particolarmente favorevoli consentono alla specie di perma-

nere sulle superfi ci con processi di disseminazione naturali.

Tutti i rilievi si collocano in stazioni pianeggianti su terreni profondi con

buoni contenuti di carbonati e di conseguenza pH da neutri ad alcalini.

Il cotico si presenta molto denso, di taglia elevata e di solito omogenea-

mente verde (a volte Taraxacum offi cinale agg. può caratterizzare alcuni

aspetti primaverili).

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Può essere confuso, nelle condizioni di bassa quota, con l’Arrenatereto pin-

gue a graminacee da cui si distingue per il numero sensibilmente inferiore

di specie e per la maggiore abbondanza di Lolium multifl orum (>50%).

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 200-250 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 3

Resa: 9,2-9,6 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: elevata

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri prati pingui mesotermi: elevata partecipazione di Lolium

multifl orum (abbondanza >50%) e generale impoverimento fl oristico

Compagne ad elevata frequenza: Poa trivialis (abbondante), Lolium perenne (abbondante), Holcus

lanatus, Bromus hordeaceus, Dactylis glomerata, Trisetum fl avescens, Festuca pratensis, Ranunculus

repens, Ranunculus acris, Rumex acetosa, Rumex obtusifolius, Silene alba, Capsella bursa-pastoris,

Trifolium repens, Vicia sepium, Taraxacum offi cinale agg., Crepis biennis, Achillea millefolium agg.

101Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

14. LOLIETO A LOLIUM MULTIFLORUM

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

La gestione è più intensiva per la concimazione rispetto alla frequenza

di utilizzazione che, considerata l’ottima attitudine produttiva di queste

superfi ci, è piuttosto bassa.

Si suggerisce di non incrementare i livelli di concimazione che sarebbero

ininfl uenti sulla qualità e sulla quantità della produzione, mentre com-

porterebbero inutili perdite di azoto. Al contrario sarebbe opportuno un

incremento del numero di tagli da tre a quattro, reso possibile dalla buona

umidità dei suoli e dalla quota.

102 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

Localizzazione: tutto il settore orientale della Provincia

Quote: 250-1.000 m s.l.m.

Pendenza: 0-25%

Esposizione: variabile

Substrati: indifferente, sebbene sembri più frequente su substrati calcareo-dolomitici

Suoli: da mediamente profondi a profondi, franchi, da subacidi a subalcalini

CARATTERISTICHE STAZIONALI

15. AGROPIRETO [Fitocenon ad Agropyron repens]

Codice Natura 2000: 6510

L’elevato grado di concimazione e il ridotto livello di diversità fl oristica rendono

forzato l’inquadramento.

Agropireto su ex-coltivo. Il verde più scuro indica una superfi cie abbandonata da 2 anni. In primo piano una superfi cie appena abbandonata

103Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

15. AGROPIRETO

CARATTERISTICHE DELLA VEGETAZIONE

Agropyron repens è la specie che defi nisce la fi sionomia di quest’unità

(biomassa >70%).

Altre graminacee abbondanti sono Poa trivialis, Dactylis glomerata, Lolium

perenne e secondariamente Bromus hordeaceus.

La buona crescita estiva della specie principale garantisce discreti livel-

li produttivi anche con il secondo e l’eventuale terzo taglio. Inoltre la

presenza quasi esclusiva di graminacee determina un’ottima qualità dei

foraggi a cui però corrisponde una ridotta diversità fl oristica.

Il tipo è distribuito normalmente su stazioni con concimazione molto

elevata segnalata comunemente dalla presenza di specie nitrofi le (ad es.

Cotico ancora in fase di crescita dominato quasi totalmente da Agropyron repens

104 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

15. AGROPIRETO

Capsella bursa-pastoris, Lamium album, Urtica dioica o Stellaria media).

Il prato appare di un verde glauco molto caratteristico, senza fi oriture

evidenti. Il tipo presenta i più bassi livelli di diversità fl oristica fra tutti i

prati rilevati (numero di specie per 100 m2 <20).

POSSIBILITÀ DI CONFUSIONE CON ALTRE UNITÀ

Può essere confuso con l’Arrenatereto pingue a graminacee da cui si di-

stingue per il numero sensibilmente inferiore di specie e per l’abbondanza

di Agropyron repens (>70%). Di norma non occupa elevate superfi ci.

INDICATORI GESTIONALI

Livello di concimazione: 200-275 kg N ha-1 anno-1

Numero annuale di tagli: 2-3

Resa: 8,0-9,0 t di s.s. ha-1 anno-1

Qualità della produzione: elevata

LINEE GESTIONALI ATTUALI E TENDENZE EVOLUTIVE

Questi prati si possono trovare in due distinte situazioni: nel primo caso,

il più comune, si trovano su ex-coltivi in cui Agropyron repens si diffonde

dopo l’abbandono e la messa a prato della superfi cie. Questa vegetazione

si può trovare anche su stazioni mediamente pendenti ed aride e, se rego-

larmente sfalciata, appare stabile nel tempo.

Nel secondo caso si formano su stazioni pianeggianti o poco pendenti con

concimazione molto elevata (condizioni simili a quelle che causano la

SPECIE GUIDA

Differenziali rispetto agli altri prati pingui mesotermi: elevata partecipazione di Agropyron

repens (abbondante) e generale impoverimento fl oristico

Compagne ad elevata frequenza: Poa trivialis, Lolium perenne, Dactylis glomerata, Festuca

pratensis, Ranunculus acris, Rumex obtusifolius, Rumex acetosa, Rumex crispus, Convolvolus arvensis,

Trifolium repens, Vicia sepium, Myosotis arvensis, Taraxacum offi cinale agg., Achillea millefolium agg.

105Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

15. AGROPIRETO

formazione dell’Arrenatereto pingue ad ombrellifere).

È comune trovare cenosi puntiformi, praticamente monospecifi che, ricon-

ducibili all’Agropireto nelle aree dove gli agricoltori lasciano maturare il

letame.

Si sconsiglia di incrementare i livelli di concimazione mentre potrebbe

essere utile aumentare il numero di utilizzazioni per sfruttare la capacità

di crescita estiva di Agropyron repens.

106 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

BIBLIOGRAFIA CITATA

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109

APPENDICE 1Repertorio fotografi co delle specie

1 Achillea millefolium agg.2 Agropyron repens

3 Agrostis tenuis4 Alchemilla vulgaris agg.

1 2

3 4

Repertorio fotografi co delle specie

110 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

5 Alopecurus pratensis6 Anthoxanthum odoratum

7 Anthriscus sylvestris8 Anthyllis vulneraria s.l.

9 Arenaria serpyllifolia10 Arnica montana

5 6

7 8

9 10

111

13 Avenula pubescens14 Brachypodium rupestre

15 Briza media16 Bromus erectus

11 Arrhenatherum elatius12 Avenella fl exuosa

11 12

13 14

15 16

Repertorio fotografi co delle specie

112 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

17 Bromus hordeaceus18 Buphthalmum salicifolium

19 Capsella bursa-pastoris20 Carduus carduelis

21 Carex caryophyllea22 Carex pallescens

17 18

19 20

21 22

113

25 Centaurea scabiosa s.l.26 Colchicum autumnale

27 Convolvolus arvensis28 Crepis biennis

23 Centaurea jacea s.l.24 Centaurea nigrescens

23 24

25 26

27 28

Repertorio fotografi co delle specie

114 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

29 Cynosurus cristatus30 Dactylis glomerata

31 Deschampsia caespitosa32 Draba nemorosa

33 Festuca rubra34 Festuca rupicola

29 30

31 32

33 34

115

37 Galium mollugo38 Galium verum

39 Gymnadenia conopsea40 Helianthemum nummularium

35 Filipendula vulgaris36 Galium anisophyllum

36

37 38

39

Repertorio fotografi co delle specie

35

40

116 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

46

41 Heracleum sphondylium42 Hieracium pilosella

43 Hypericum maculatum44 Knautia arvensis

45 Knautia longifolia46 Koeleria pyramidata

41 42

43 44

45

117

49 Lolium multifl orum50 Lolium perenne

51 Lotus corniculatus52 Luzula campestris

47 Leontodon hispidus48 Leucanthemum vulgare

47 48

49 50

51

Repertorio fotografi co delle specie

52

118 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

53 Medicago lupulina54 Myosotis arvensis

55 Nardus stricta56 Onobrychis viciifolia

57 Orchis maculata58 Paradisea liliastrum

53 54

55 56

5857

119

61 Pimpinella major subsp. rubra62 Plantago lanceolata

63 Plantago media64 Poa alpina

59 Phleum alpinum60 Phyteuma betonicifolium

Repertorio fotografi co delle specie

59 60

61 62

63 64

120 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

65 Poa pratensis66 Poa trivialis

67 Poa violacea68 Polygala comosa agg.

69 Potentilla erecta70 Primula veris

65 66

67 68

69 70

121

73 Ranunculus polyanthemophyllus74 Ranunculus repens

75 Rhinanthus alectorolophus76 Rumex acetosa

71 Ranunculus acris72 Ranunculus bulbosus

71 72

73 74

75 76

Repertorio fotografi co delle specie

122 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

77 Rumex alpestris78 Rumex alpinus

79 Rumex obtusifolius80 Salvia pratensis

81 Silene alba82 Silene dioica

77 78

79 80

81 82

123

85 Taraxacum offi cinale agg.86 Thalictrum minus

87 Thymus sp.88 Tragopogon pratensis subsp. orientalis

83 Silene vulgaris84 Stellaria graminea

83 84

85 86

87 88

Repertorio fotografi co delle specie

124 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

89 Trifolium montanum90 Trifolium pratense

91 Trifolium repens92 Trisetum fl avescens

93 Trollius europaeus94 Veratrum album subsp. lobelianum

89 90

91 92

93 94

125

95 Veronica arvensis96 Vicia cracca

95 96

Repertorio fotografi co delle specie

126 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

01 Achillea millefolium agg. 109

02 Agropyron repens 109

03 Agrostis tenuis 109

04 Alchemilla vulgaris agg. 109

05 Alopecurus pratensis 110

06 Anthoxanthum odoratum 110

07 Anthriscus sylvestris 110

08 Anthyllis vulneraria s.l. 110

09 Arenaria serpyllifolia 110

10 Arnica montana 110

11 Arrhenatherum elatius 111

12 Avenella fl exuosa 111

13 Avenula pubescens 111

14 Brachypodium rupestre 111

15 Briza media 111

16 Bromus erectus s.l. 111

17 Bromus hordeaceus 112

18 Buphthalmum salicifolium 112

19 Capsella bursa-pastoris 112

20 Carduus carduelis 112

21 Carex caryophyllea 112

22 Carex pallescens 112

23 Centaurea jacea s.l. 113

24 Centaurea nigrescens 113

25 Centaurea scabiosa s.l. 113

26 Colchicum autumnale 113

27 Convolvolus arvensis 113

INDICE FLORA

127

28 Crepis biennis 113

29 Cynosurus cristatus 114

30 Dactylis glomerata 114

31 Deschampsia caespitosa 114

32 Draba nemorosa 114

33 Festuca rubra 114

34 Festuca rupicola 114

35 Filipendula vulgaris 115

36 Galium anisophyllum 115

37 Galium mollugo 115

38 Galium verum 115

39 Gymnadenia conopsea 115

40 Helianthemum nummularium 115

41 Heracleum sphondylium 116

42 Hieracium pilosella 116

43 Hypericum maculatum 116

44 Knautia arvensis 116

45 Knautia longifolia 116

46 Koeleria pyramidata 116

47 Leontodon hispidus 117

48 Leucanthemum vulgare 117

49 Lolium multifl orum 117

50 Lolium perenne 117

51 Lotus corniculatus 117

52 Luzula campestris 117

53 Medicago lupulina 118

54 Myosotis arvensis 118

55 Nardus stricta 118

56 Onobrychis viciifolia 118

57 Orchis maculata 118

58 Paradisea liliastrum 118

59 Phleum alpinum 119

60 Phyteuma betonicifolium 119

61 Pimpinella major subsp. rubra 119

62 Plantago lanceolata 119

63 Plantago media 119

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

128 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

64 Poa alpina 119

65 Poa pratensis 120

66 Poa trivialis 120

67 Poa violacea 120

68 Polygala comosa agg. 120

69 Potentilla erecta 120

70 Primula veris 120

71 Ranunculus acris 121

72 Ranunculus bulbosus 121

73 Ranunculus polyanthemophyllus 121

74 Ranunculus repens 121

75 Rhinanthus alectorolophus 121

76 Rumex acetosa 121

77 Rumex alpestris 122

78 Rumex alpinus 122

79 Rumex obtusifolius 122

80 Salvia pratensis 122

81 Silene alba 122

82 Silene dioica 122

83 Silene vulgaris 123

84 Stellaria graminea 123

85 Taraxacum offi cinale agg. 123

86 Thalictrum minus 123

87 Thymus sp. 123

88 Tragopogon pratensis subsp. orientalis 123

89 Trifolium montanum 124

90 Trifolium pratense 124

91 Trifolium repens 124

92 Trisetum fl avescens 124

93 Trollius europaeus 124

94 Veratrum album subsp. lobelianum 124

95 Veronica arvensis 125

96 Vicia cracca 125

129

Michele Scotton

È professore presso il Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni

vegetali della Facoltà di Agraria di Padova. Dal 1990 compie attività di

insegnamento e di ricerca su temi inerenti la gestione sostenibile dei prati

e dei pascoli e sulle tecniche di inerbimento a minimo impatto ambientale

in aree montane.

Lorenzo Marini

È laureato in Scienze Forestali ed Ambientali, esperto di analisi fl oristi-

co–agronomiche delle praterie. Attualmente svolge attività di dottorato

di ricerca presso il Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni

vegetali dell’Università degli Studi di Padova.

Angelo Pecile

È direttore dell’Uffi cio Zootecnia e Produzioni foraggere del Centro per l’As-

sistenza Tecnica. Dal 1981 si occupa di consulenza e divulgazione a favore

del settore zootecnico in Provincia di Trento. È responsabile del Progetto

Tipologie dei Prati permanenti del Trentino.

Paolo Rodaro

È dottore forestale e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Agro-

nomia Ambientale. Da un decennio si occupa dello studio dei sistemi agro-

forestali con particolare riferimento agli aspetti inerenti la foraggicoltura

e l’alpicoltura. Dal 2003, in qualità di tecnico presso una ditta di Bolzano,

si interessa di gestione di tappeti erbosi e di ripristini ambientali.

GLI AUTORI

Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

130 Tipologia dei prati permanenti del Trentino orientale

APPENDICE 2Tab. I Tabella sintetica (abbondanza percentuale delle specie nei 15 tipi)Tab. II Biodiversità e pregio naturalisticoTab. III Tabella di rilievo

Tab. I - Biodiversità e pregio naturalistico

Codice

Tipo di prato

Ricchezza Omogeneità Rarità nel Valore Valore specifi ca interna territorio fl oristico cromatico

1 Mesobrometo 47±7 0.34 raro elevato elevato

2 Avenuleto 42±6 0.35 raro elevato elevato

3 Festuco-Agrostideto 36±2 0.37 raro elevato elevato

4 Triseteto magro 39±3 0.31 raro elevato elevato

5 Triseteto tipico 31±3 0.48 raro medio basso

6

Triseteto di transizione magro

36±2 0.45 mediamente

medio medio diffuso

7

Triseteto di transizione tipico

32±2 0.48 mediamente

medio medio diffuso

8

Arrenatereto magro 38±2 0.45 mediamente

medio elevato diffuso

9 Arrenatereto tipico 32±5 0.55 diffuso medio medio

10

Arrenatereto ad 26±2 0.42

mediamente medio basso

Alopecurus pratensis diffuso

11

Arrenatereto pingue 27±2 0.52 diffuso basso basso

ad ombrellifere

12

Arrenatereto pingue 29±3 0.65 diffuso basso basso

a graminacee

13 Alopecureto 19±3 0.51

mediamente basso basso

diffuso

14

Lolieto a Lolium multifl orum

18±3 0.57 raro basso basso

15 Agropireto 16±3 0.70

mediamente basso basso

diffuso

APPE

NDIC

E 2

CODICE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 FREQUENZA NEI RILIEVI

Brachypodium rupestre 8 IV

Buphthalmum salicifolium 2 III

Centaurea jacea + III

Galium anisophyllum + III

Gymnadenia conopsea + + IV II

Helianthemum nummularium 1 IV

Hieracium pilosella + II

Koeleria pyramidata 7 IV

Polygala comosa agg. 1 IV

Thymus sp. + IV

Anthyllis vulneraria 1 + 3 III II III

Briza media 8 3 + V II II Bromus erectus 40 5 2 V IV III

Carex caryophyllea 1 + + + IV IV II III

Centaurea scabiosa + 4 + + II V III III

Festuca rupicola 6 3 7 3 5 IV II II III IV

Filipendula vulgaris 4 2 + IV V III

Medicago lupulina 1 + + + III IV III II

Onobrychis viciifolia 4 2 + III II III

Plantago media 1 + 1 + + III III III III III

Primula veris + + 1 + III III III III

Thalictrum minus 1 9 2 + 3 + II V II III II II

Trifolium montanum 4 7 + + V III III IV

Arnica montana + III

Avenella fl exuosa + III

Carex pallescens + V

Nardus stricta 2 III

Knautia longifolia 2 2 II IV

Phleum alpinum 4 5 5 IV V V

Pimpinella major/rubra 7 IV

Poa alpina 1 3 20 III V V

Rumex alpinus 2 II

Alchemilla vulgaris agg. + + 1 2 + + II V IV IV IV III

Carduus carduelis 3 + II II

Centaurea nigrescens/transalpina 2 1 1 1 + I III II II II

Hypericum maculatum 6 3 + V III III

Paradisea liliastrum 4 III

Phyteuma betonicifolium + 2 + + + III III III II II

Poa violacea 4 5 2 III II IV

Rumex alpestris + 5 2 III V II

Trollius europaeus + 2 9 4 + V III III IV III

Veratrum album 3 5 + IV IV III

Agrostis tenuis 5 3 35 5 5 7 + 6 V III V IV IV IV III III

Draba nemorosa + III

Luzula campestris + + + + + IV V II III III

Potentilla erecta + + + + II V IV III

Ranunculus polyanthemophyllus + + 1 II II IV

Rhinanthus alectorolophus 4 + + + 6 6 3 IV II II III III III III

Stellaria graminea + + + + + + V IV IV IV III II

Arenaria serpyllifolia + + + IV IV V

Avenula pubescens 3 35 + + 4 3 11 5 2 V V II II V IV III IV III

Cerastium brachypetalum + + + II III V

Clinopodium vulgare + 2 + + II IV IV II

Galium verum 2 2 3 2 + IV V III III II

Leontodon hispidus 3 2 1 6 3 3 + + V III III V III IV III III

Lotus corniculatus 1 5 + + + + + 3 + V IV III II II III III IV II

Ranunculus bulbosus + + 1 + 1 III III III IV II

Salvia pratensis 4 9 + + 5 + + V IV II II V IV III

Anthoxanthum odoratum 4 21 10 5 8 6 3 7 5 IV V III III V V IV III IV

Carum carvi + 2 + + + + + + III II III III IV IV IV II

Centaurea nigrescens/nigrescens 2 2 + + 3 2 + + + III V I I III IV IV IV III

Crepis biennis + + 3 3 1 + 3 + 3 III III IV IV V III IV V V

Festuca rubra 7 35 3 2 10 3 6 2 V II II II III III IV II

Galium mollugo 4 + 2 4 2 + + + V III IV V III V V I

Knautia arvensis 3 + 1 2 2 2 4 2 1 IV V II III V IV III IV IV

Leucanthemum vulgare 1 + + + + 3 + + 2 + + V IV II III III IV IV IV II III III

Poa pratensis 3 12 4 9 + 2 13 10 3 2 15 4 III IV II II II II V IV III III IV II

Tragopogon pratensis/orientalis 2 2 + + + + IV III III III III II

Veronica arvensis + + 2 2 1 + 2 V III III II III V II

Vicia cracca 2 3 1 + + + II II III IV III II

Achillea millefolium agg. + 4 1 2 2 + 3 + 2 2 2 2 + 2 2 IV V III V V V V V V V V V V V V

Dactylis glomerata 3 2 9 9 13 13 6 9 9 15 20 10 8 8 IV V V V V V V V V V V V V V

Ranunculus acris + 3 3 + 2 + 4 4 3 + 3 5 3 III IV IV V V IV V V IV V V V V

Taraxacum offi cinale agg. 2 4 4 + 9 2 3 5 5 6 7 7 5 II III III V V V V V V V V V V

Trifolium pratense 3 6 1 2 2 4 3 7 4 6 2 + 2 4 + V V III V V V V V V V V V IV V V

Trifolium repens + 3 1 3 3 + + + 1 3 5 1 + 4 3 V V V V V V V V V V V V V V V

Trisetum fl avescens 4 5 3 6 6 15 11 7 7 5 8 5 4 11 2 III V IV V V V V V V V V V IV III III

Lolium perenne + 9 6 4 8 4 8 9 25 10 II II III V IV IV V IV IV IV

Poa trivialis 3 3 2 5 4 5 9 9 27 23 32 25 II II II IV III V V V V V V V

Rumex acetosa 2 + 5 7 5 3 2 5 3 2 V II V V IV IV V IV V V

Vicia sepium 2 2 + + + + 2 + + 3 II II II III III II II IV III III

Alopecurus pratensis 5 20 50 5 2 II V V II I

Anthriscus sylvestris 4 10 4 3 40 8 2 IV IV II III IV V IV

Arrhenatherum elatius 4 15 40 + 25 20 2 7 IV V V II V V II II

Heracleum sphondylium 3 + + + + + 5 + 2 1 III III III II II III IV IV III IV

Myosotis arvensis + + + + + + III IV III III II IV

Agropyron repens 9 5 4 60 II V II V

Bromus hordeaceus + + 8 7 7 II II II IV V

Capsella bursa-pastoris + + + 2 2 II II IV III III

Convolvolus arvensis + 3 II III

Lolium multifl orum 9 65 II V Ranunculus repens 4 + 3 III III III

Rumex obtusifolius + + 3 5 2 II II II V II

Silene alba + + 3 II IV II

Tab. III - Tabella di rilievo

I: 0-20% II: 21-40% III: 41-60%

IV: 61-80% V: 81-100%

CATEGORIA DI PRATI MAGRI MICROTERMI PINGUI E MESOTERMI

TIPO Meso- Avenuleto Festuco- Triseteto Triseteto Triseteto Triseteto Arrena- Arrena- Arrena- Arrena- Arrena- Alope- Lolieto Agro- brometo Agro- magro tipico di tran- di tran- tereto tereto tereto tereto tereto cureto a L. pireto stideto sizione sizione magro tipico ad A. pingue pingue multi- magro tipico pratensis ad om- a gra- fl orum brellifere minacee

CODICE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Intensità di concimazione est. est. p int p int. p-m int. est.-p int. p-m int. p int. p-m int. p-m int. m int. m int-int. m int.-int. p-m int. m int.-int.

Azoto (kg N ha-1 anno-1) 0-25 25-50 0-50 25-50 50-100 25-50 75-100 50-75 100-150 100-150 150-200 225-275 200-225 200-250 200-275

N. di specie in 100 m2 47±7 42±6 36±2 39±3 31±3 36±2 32±2 38±2 32±5 26±2 27±2 26±3 19±3 18±3 16±3

Altitudine (m s.l.m.) 600-1200 500-1000 1000-1600 1300-1900 1600-1900 900-1400 900-1400 600-1000 300-900 250-900 250-1000 250-900 250-1100 250-500 250-1100

Pendenza (%) 30-40 10-35 0-25 10-30 10-20 10-35 0-25 10-30 10-30 0-10 0-15 0-5 0-5 0-5 0-25

Profondità suolo (cm) 10-25 10-25 20-40 20-40 20-40 30-50 30-50 10-30 20-40 40-60 20-50 15-30 40-50 50-60 30-60

N. di tagli anno-1 1 2 1-2 1 1 2 2 2 2-3 2-3 2-3 3-4 2-3 3 2-3

pH 5.5-8 6-7.5 4,5 5.5-6.5 5.5-6.5 5-6 5.5-6.5 5.5-6.5 5.5-6.5 5.5-6.5 6-7.5 6-7 5-6 7-8 6-7

Resa (t s.s. ha-1 anno-1) 4.5-5 5.8-6.2 4.5-5 4.4-4.8 4.7-5.5 4.9-5.1 5.8-6.4 6-6.5 7.6-8 6.3-6.7 7-7.4 7.5-8.4 7-7.4 9.2-9.6 8-8.4

Centaurea jacea +

Gymnadenia conopsea + +

Galium anisophyllum +

Helianthemum nummularium 1

Hieracium pilosella +

Polygala comosa agg. 1

Thymus sp. +

Koeleria pyramidata 7

Brachypodium rupestre 8

Buphthalmum salicifolium 2

Filipendula vulgaris 4 2 +

Thalictrum minus 1 9 2 + 3 +

Onobrychis viciifolia 4 2 +

Medicago lupulina 1 + + +

Centaurea scabiosa + 4 + +

Carex caryophyllea 1 + + +

Trifolium montanum 4 7 + +

Briza media 8 3 +

Bromus erectus 40 5 2

Primula veris + + 1 +

Plantago media 1 + 1 + +

Anthyllis vulneraria 1 + 3

Festuca rupicola 6 3 7 3 5

Avenella fl exuosa +

Nardus stricta 2

Arnica montana +

Carex pallescens +

Rumex alpinus 2

Knautia longifolia 2 2

Poa alpina 1 3 20

Phleum alpinum 4 5 5

Pimpinella major/rubra 7

Poa violacea 4 5 2

Hypericum maculatum 6 3 +

Phyteuma betonicifolium + 2 + + +

Veratrum album 3 5 +

Centaurea nigrescens/transalpina 2 1 1 1 +

Trollius europaeus + 2 9 4 +

Alchemilla vulgaris agg. + + 1 2 + +

Rumex alpestris + 5 2

Carduus carduelis 3 +

Paradisea liliastrum 4

Ranunculus polyanthemophyllus + + 1

Draba nemorosa +

Stellaria graminea + + + + + +

Rhinanthus alectorolophus 4 + + + 6 6 3

Potentilla erecta + + + +

Luzula campestris + + + + +

Agrostis tenuis 5 3 35 5 5 7 + 6

Cerastium brachypetalum + + +

Arenaria serpyllifolia + + +

Galium verum 2 2 3 2 +

Clinopodium vulgare + 2 + +

Ranunculus bulbosus + + 1 + 1

Salvia pratensis 4 9 + + 5 + +

Avenula pubescens 3 35 + + 4 3 11 5 2

Leontodon hispidus 3 2 1 6 3 3 + +

Lotus corniculatus 1 5 + + + + + 3 +

Knautia arvensis 3 + 1 2 2 2 4 2 1

Centaurea nigrescens/nigrescens 2 2 + + 3 2 + + +

Tragopogon pratensis/orientalis 2 2 + + + +

Vicia cracca 2 3 1 + + +

Galium mollugo 4 + 2 4 2 + + +

Crepis biennis + + 3 3 1 + 3 + 3

Veronica arvensis + + 2 2 1 + 2

Festuca rubra 7 35 3 2 10 3 6 2

Leucanthemum vulgare 1 + + + + 3 + + 2 + +

Anthoxanthum odoratum 4 21 10 5 8 6 3 7 5

Carum carvi + 2 + + + + + +

Poa pratensis 3 12 4 9 + 2 13 10 3 2 15 4

Ranunculus acris + 3 3 + 2 + 4 4 3 + 3 5 3

Taraxacum offi cinale agg. 2 4 4 + 9 2 3 5 5 6 7 7 5

Trisetum fl avescens 4 5 3 6 6 15 11 7 7 5 8 5 4 11 2

Dactylis glomerata 3 2 9 9 13 13 6 9 9 15 20 10 8 8

Achillea millefolium agg. + 4 1 2 2 + 3 + 2 2 2 2 + 2 2

Trifolium repens + 3 1 3 3 + + + 1 3 5 1 + 4 3

Trifolium pratense 3 6 1 2 2 4 3 7 4 6 2 + 2 4 +

Poa trivialis 3 3 2 5 4 5 9 9 27 23 32 25

Lolium perenne + 9 6 4 8 4 8 9 25 10

Rumex acetosa 2 + 5 7 5 3 2 5 3 2

Vicia sepium 2 2 + + + + 2 + + 3

Myosotis arvensis + + + + + +

Anthriscus sylvestris 4 10 4 3 40 8 2

Heracleum sphondylium 3 + + + + + 5 + 2 1

Arrhenatherum elatius 4 15 40 + 25 20 2 7

Alopecurus pratensis 5 20 50 5 2

Ranunculus repens 4 + 3

Agropyron repens 9 5 4 60

Bromus hordeaceus + + 8 7 7

Silene alba + + 3

Rumex obtusifolius + + 3 5 2

Capsella bursa-pastoris + + + 2 2

Convolvolus arvensis + 3

Lolium multifl orum 9 65

Tab. II - Tabella sintetica (abbondanza percentuale delle specie nei 15 tipi)

Legenda

Intensità di gestione p: poco m: mediamente est.: estensivo int.: intensivo