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1 Le teorie economiche: profili storici Per riferimenti online: Storia del pensiero economico History of economic thought_1 e History of economic thought_2 Schools of Economic Thought History of Economic Thought READINGS A companion to the history of economic thought Per le opere consultabili online: ECONLIB ARCHIVE FOR THE HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT Liberty Fund Books e Online library of liberty INDICE 1. Premesse storiche pag. 2 2. Mercantilismo, Bullionismo e problema del Valore pag. 4 3. Petty e Cantillon pag. 6 4. I Fisiocratici pag. 7 5. L’illuminismo italiano pag. 11 6. L’illuminismo scozzese e Adam Smith pag. 13 7. David Ricardo pag. 18 8. Robert Malthus pag. 20 9 Karl Marx pag. 21 10. Jeremy Bentham pag. 25 11. John Stuart Mill pag. 26 12. La scuola marginalista-neoclassica pag. 27 13. Altre ‘scuole’ pag. 32

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Le teorie economiche: profili storici Per riferimenti online:

Storia del pensiero economico

History of economic thought_1 e History of economic thought_2

Schools of Economic Thought

History of Economic Thought READINGS

A companion to the history of economic thought

Per le opere consultabili online:

ECONLIB

ARCHIVE FOR THE HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT

Liberty Fund Books e Online library of liberty

INDICE

1. Premesse storiche pag. 2

2. Mercantilismo, Bullionismo e problema del Valore pag. 4

3. Petty e Cantillon pag. 6

4. I Fisiocratici pag. 7

5. L’illuminismo italiano pag. 11

6. L’illuminismo scozzese e Adam Smith pag. 13

7. David Ricardo pag. 18

8. Robert Malthus pag. 20

9 Karl Marx pag. 21

10. Jeremy Bentham pag. 25

11. John Stuart Mill pag. 26

12. La scuola marginalista-neoclassica pag. 27

13. Altre ‘scuole’ pag. 32

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PREMESSE STORICHE

Aristotele

(384 a.C. – 322 a.C.)

Platone nella Repubblica fa cenni alla specializzazione

del lavoro per la produzione e propone una società basata

sulla proprietà comune delle risorse.

Aristotele: Attribuito Oikonomìa (Trattato sull’economia)

> Vita buona Etica Nicomachea.

E’ meglio che la proprietà sia privata, ma che l’utilizzo

sia comune ed il legislatore deve far sì che si creino

condizioni di scambio con benevolenza tra individui.

Esiste un’arte dell’acquisizione. La moneta è un mezzo di

scambio senza valore di per sé. L’accumulazione di

ricchezza per la propria famiglia è necessaria, ma è

condannabile quella attraverso il commercio, realizzata di

per sé. Aristotele condanna l’usura ed il monopolio, come

mezzi per acquisire moneta.

CREMATISTICA naturale: arricchimento da produzione e vendita di beni fondamentali utili all’esistenza e fisicamente limitati;

CREMATISTICA non naturale: arricchimento da scambio e usura, potenzialmente illimitati (condannata)

San Tommaso

d’Aquino

(1225 - 1274)

Scolastica: assimilazione dell’aristotelismo al cristianesimo

Tre verità: jus naturale, jus civile, jus gentium

Dibattito teologico su usura e interesse: l’economia non è

trattata come materia a sé. Solo laicizzazione della scienza nel

sec. XVII

Giustizia commutativa: ognuno dallo scambio deve

guadagnare non più dell’altro. I prezzi effettivi possono divergere

da quelli ‘giusti’.

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Giusto prezzo: basato sull’equivalenza delle merci scambiate

communis aestimatio in assenza di monopolio

costo di produzione e quindi costo del lavoro

esprime bonitas intrinseca della merce (valore)

Diritto naturale (bonitas intrinseca) o positivo (communis

aestimatio)

Giusto salario: garantisce al lavoratore un livello di vita

adeguato.

Giusto profitto: honestus quaestus (giusto guadagno: per

mantenere l’imprenditore e fare beneficenza).

La moneta ha valore convenzionale (impositus): è bene fungibile (consumabile, si perde con l’uso, non ha prezzo;

contro usura: pecunia non parit pecuniam

Ammesso il pagamento per rischio di perdita (interesse),

compensazione per il ritardo a restituire (danno)

Proprietà privata: è concessione della comunità all’individuo,

incentivo al lavoro ed alla produzione.

Valore d’uso (capacità di soddisfare un bisogno)

Valore di scambio (capacità di acquistare un’altra merce)

Utilità (complacibilitas, raritas)

Nella cultura islamica va ricordato Ibn Khaldun di Tunisi (1332-1406) nei

Prolegomeni [Muqaddima - Kitāb al-ibār] studiò come la divisione del lavoro fosse

connessa alla densità della popolazione ed alla crescita dell’economia.

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IL MERCANTILISMO

Teoria economica ‘nazionalista’ elaborata in Europa nei sec. XV-XVIII da studiosi

come

Thomas Mun, Gerard de Malynes, Josiah Child, James Steuart in Inghilterra

Jean-Baptiste Colbert, Jean Bodin in Francia

Giovanni Botero, Antonio Serra in Italia

Scuola di Salamanca in Spagna

Per i mercantilisti il commercio internazionale è in quantità complessivamente

fisse e non variabili di beni: quel che acquista un paese è perduto da altri paesi.

Teoria di politica economica

Intervento dello Stato: restrizioni, quote, dazi su importazioni,

esportazioni forzate (anche con conquiste militari di nuovi mercati)

Protezionismo: favorire produzione interna ed esportazioni, sostituzione di

importazioni con prodotti interni, sussidi a esportazioni, restrizioni contro le

importazioni, contro libero scambio.

Antonio Serra

(1550?– 1613?)

Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni

d’oro e d’argento dove non sono miniere (1613)

Serra sostiene che i fattori che avrebbero reso abbondanza della

moneta a Napoli erano sia quelli naturali, come le miniere, e quelli

accidentali (commercio internazionale, ordine politico, buone leggi,

posizione geografica, manifatture, traffico marittimo). Le sorgenti

della ricchezza nazionale non sono solo nelle materie prime, ma anche

nelle arti, nella libertà del commercio e degli scambi, nell’attività

industriosa del popolo, nella saggia amministrazione di governo

(fattori superiori agli altri erano, secondo Serra, l’ ordine politico e le

buone leggi). Riteneva che la perdita del valore aureo del denaro (con

l’aumento dei prezzi) era dovuto all’eccesso di moneta in circolazione.

Esaminò, forse per primo, il concetto di bilancia dei pagamenti ed

nonché i movimenti di capitale tra nazioni, spiegando come la scarsità

di moneta nel paese fosse causata dal deficit di bilancio. Contestava la

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diffusa opinione del tempo che la scarsità di moneta si dovesse

attribuire al tasso di cambio, Serra, da mercantilista, suggeriva una

politica di sostegno alle esportazioni.

IL BULLIONISMO

Teoria elaborata (adottando il nome inglese di un metallo prezioso in lingotti, il bullion) nel sec. XVI, secondo la quale la ricchezza e la potenza di uno Stato sono date dalla quantità di moneta e di metalli preziosi, ricchezza necessaria per acquistare navi mercantili e da guerra, finanziare opere pubbliche e guerre. Bullionisti erano funzionari pubblici (amministratori delle finanze del sovrano). La politica economica imponeva il divieto di uscita dell'oro e dell'argento dai confini nazionali. Per impedire l'uscita dei metalli preziosi e dei pagamenti delle merci estere con monete d'oro (‘drenaggio’) si passò a monete con contenuto metallico inferiore al valore di conio (perdita del valore intrinseco - “tosatura”), così che si tesaurizzavano l'oro e l'argento. Si definì la c.d. legge di Gresham (1551) (‘la moneta cattiva scaccia la buona’).

Il problema del VALORE

VALORE SOGGETTIVO raritas, complacibilitas utilità soggettiva

Bernardo Davanzati (1529-1606)

VALORE OGGETTIVO costo di produzione

lavoro (Petty e Locke, giustificazioni della proprietà privata con il lavoro)

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Alcuni precursori

Willim Petty (1623-1687)

Nella sua opera A Treatise of taxes and contribution (1662), aveva separato il valore corrente delle merci dal loro valore naturale: il primo risulta da "cause contingenti", il secondo dai costi di produzione delle merci. Il prezzo di una merce dipende per Petty dalle quantità di terra e lavoro impiegate nella sua produzione, essendo questi gli unici fattori produttivi originari (non prodotti da altri fattori). La terra è produttiva solo con il lavoro, I prezzi si aggiustano oscillando sui valori naturali.

L'aritmetica politica, secondo Petty, è una disciplina economico-sociale: Petty voleva introdurre il metodo quantitativo nell'analisi dei fenomeni sociali (la statistica e la demografia) per trattarli in modo rigoroso, descrivendo in termini quantitativi i fenomeni sociali, ma ragionando su dati empirici ottenuti dalla realtà. I dati necessari all'analisi sono studiati attraverso catene deduttive di genere aritmetico-quantitativo, che gli permettono di sfruttare in modi diversi le poche informazioni disponibili. Egli mira a descrivere la realtà "in termini di numero, peso e misura" nel tentativo di interpretarla e coglierne le caratteristiche principali. Metodo deduttivo: uso della logica e deduzione da principi ‘veri’. Alla ricerca di ‘verità chiare’.

Richard Cantillon (1780-1734)

Cantillon, nell’Essay sur la nature du commerce en general, (1755) sostiene che il valore intrinseco delle merci è il valore cui tendono i prezzi di mercato. Questi possono deviare dal primo per squilibri tra domanda e offerta, i quali generano differenze tra i diversi settori economici: tali differenze di convenienza spingono i produttori a modificare la distribuzione dei loro capitali colmando gli squilibri del mercato e riportando la coincidenza fra i due valori.. Il valore intrinseco è contrapposto al valore di mercato. Valore e prezzo intrinseco di una merce sono la misura della terra e del lavoro che entrano nella sua produzione. La terra è l’unico mezzo di produzione non prodotto; non produce da sola, ma necessita del lavoro: di qui la concezione del lavoro-terra.

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I FISIOCRATICI

François Quesnay

(1694 - 1774)

Tableau Economique (1758-59)

Solo la terra produce un sovrappiù (surplus): un prodotto ‘in più’ al netto del reintegro dei

fattori dei produzione (il prodotto della terra è maggiore delle sementi impiegate e degli altri costi). Dono

della natura.

Ordine naturale e riproduzione naturale

Capitale in grano: deve esistere prima della coltivazione (come anticipazione annuale)

Il capitale è sia bene di consumo che di investimento e comprende i mezzi di produzione (le

sementi) e le sussistenze dei lavoratori

La produzione è un processo circolare. L’input di grano genera un output di grano.

SPESE

PRODUZIONE

ENTRATE

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CICLO: 3 classi necessarie (una sola produce sovrappiù):

CLASSE PRODUTTIVA (CP): gli agricoltori che coltivano la terra;

CLASSE STERILE (CS): la manifattura (industriali, artigiani,

commercianti) che trasforma i prodotti della terra;

CLASSE DISTRIBUTIVA (CD): i proprietari terrieri, che danno in

affitto la terra agli agricoltori.

Ciclo, circolazione del denaro e interdipendenze

In un anno, all’inizio del ciclo, la classe produttiva (CP) produce grano per 5 unità fisiche (ad es. tonnellate), corrispondenti a 5 unità di valore in moneta dei prodotti. Di queste 5 unità di grano, 2 vengono utilizzate dalla CP in agricoltura (pagamento salari, sementi, consumi degli agricoltori) e 3 sono disponibili per gli scambi. La classe sterile (CS) ha 3 unità di manufatti (trasformazione di prodotti del settore primario - agricolo) di cui 1 è utilizzata dalla stessa classe e 2 sono disponibili per gli scambi.

La CP delle 3 unità rimaste, vende 1 alla CD e 2 alla CS

La CS delle sue 2 unità residue di manufatti, ne vende 1 alla CP e 1 alla CD

La CD compra 1 da CP e 1 da CS

CLASSE

DISTRIBUTIVA

PROPRIETARI

FONDIARI

CLASSE

STERILE

MANIFATTURA

3

CLASSE

PRODUTTIVA

AGRICOLTURA

5

1

1 ppagame

nto

1

2

9

La classe distributiva (CD), sempre all’inizio del ciclo, ha 2 unità (ad es. milioni) in denaro.

- La CD compra 1 unità di prodotti alimentari (grano) da CP (paga 1 milione) ed 1 unità di manufatti da CS (1 altro milione)

- la CS usa questo denaro ricevuto da CD per acquistare 1 unità di grano da CP

- la CP usa questa unità di denaro per acquistare 1 di manufatti da CS - questo denaro è usato da CS per acquistare 1 unità di materia prima

(grano ed altri prodotti) da CP - CP ha 2 unità di denaro (milioni) per pagare le rendite a CD.

Poi il ciclo ricomincia.

Produzione Scambio Consumo

SOVRAPPIU’ (o PRODOTTO NETTO) =

Prodotto agricolo –[(acquisti in agricoltura) + (pagamento di salari e rendite)]

L’ORDINE POSITIVO non deve interferire con l’ORDINE NATURALE

laissez-faire: principio elaborato contro gli eccessi di tassazione, i dazi e le restrizioni commerciali statali del mercantilismo.

L’espressione (laissez faire, laissez passer) è attribuita, da un aneddoto, ad un mercante in risposta a Colbert (verso il 1670) e diffusa da de Gournay (un fisiocratico) e da un ministro di Luigi XV (D’Argenson), intorno al 1750.

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Tableau Economique (1759)

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IIILLLLLLUUUMMMIIINNNIIISSSMMMOOO IIITTTAAALLLIIIAAANNNOOO

Antonio Genovesi

(1713 – 1769)

Lezioni di commercio o sia di economia civile 1766 - 1767

Nel 1754 ha la prima cattedra di Economia ( civile e meccanica) in

Europa, a Napoli.

Genovesi sostiene che l’economia deve essere usata dal sovrano per far crescere la ricchezza e la potenza di una nazione. Lezioni in italiano, non più in latino. Lo studio dell’economia è strumento di incivilimento. Equilibrio naturale di una ‘mano suprema’.

Pietro Verri

(1728 - 1797)

Discorso sulla Economia Politica (1771)

Pietro Verri formula principi del bisogno, del valore soggettivo, della teoria

di domanda e offerta; tratta la moneta come ‘merce universale’, è

favorevole a libero scambio e concorrenza come fattori di distribuzione

della proprietà: teorizza un sistema statale in cui avrebbe dovuto essere

garantita la felicità al maggior numero possibile di cittadini (v. citazioni).

Cesare Beccaria (1738 -1794)

Elementi di Economia Pubblica (1769-1771)

Utilitarismo (massima felicità): piacere e dolore sono guida delle azioni

umane (come per Verri), divisione del lavoro. Critico dei fisiocratici.

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Ferdinando Galiani

(1728-1787)

Della moneta (1780)

Galiani critica il mercantilismo, rileva la relazione fra utilità e scarsità; il valore di un bene non è intrinseco; è un calcolo o un rapporto fra i beni che le persone fanno in relazione ad altri beni. Gli uomini confrontano un bene con un altro e fanno uno scambio soltanto quando il loro livello di soddisfazione sarà uguale come conseguenza dello scambio. Rapporto fra il prezzo di un bene e la sua domanda. Teoria soggettiva del valore.

Gaetano Filangieri

(1752 - 1788)

La scienza della legislazione (1780-1785)

Secondo Filangieri la legislazione è necessaria per raggiungere la ‘felicità nazionale’. E’ sostenitore di un metodo deduttivo, comune al diritto ed all’economia, il metodo razionale per eccellenza, che deve partire da un centro e quindi da principi ben definiti, con i quali si deve costruire tutto l’ordinamento giuridico-economico. Lo Stato per poter creare prosperità deve essere esso stesso prospero. Incivilimento e progresso dati da tecnologia e istruzione. Nel mercato si hanno assistenza reciproca, fede pubblica, reciprocità.

Melchiorre Gioia

(1767-1829)

Nuovo Prospetto delle scienze economiche (1815-1817)

Stato regolatore, divisione del lavoro, principi utilitaristici di Bentham,

produzione con beni immateriali. Importanza della statistica.

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L’ Illuminismo scozzese

David Hume (1711-1776)

Contro i mercantilisti: non è in quantità fisse il commercio internazionale

Lo sviluppo di un paese fa crescere gli altri paesi

L’aumento della quantità di moneta fa crescere la produzione

Anthony Ashley Cooper Earl of Shaftesbury (1671-1713): l’uomo non è solo ragione, ma è soprattutto

sentimento, per cui prova naturalmente simpatia verso i suoi simili ed è spontaneamente incline

all’associarsi con gli altri. Si tratta di un sentimento naturale nel senso che è immediato e spontaneo, il cui

fine naturale e primario è il raggiungimento della virtù e della felicità che ne consegue (benevolenza

universale).

Francis Hutcheson (1694-1746) riprende il tema di Shaftesbury della benevolenza universale come

componente cardinale della natura umana. L’uomo è animato da un immediato sentimento morale del

bene comune, che si prova non intenzionalmente. Tale sentimento diventa desiderio che ciascuno sia

felice: l’uomo non si muove esclusivamente per realizzare i suoi individuali interessi, ma per garantire quelli

di tutti. Per Hutcheson e Shaftesbury il bene comune viene prima di quello individuale, e quest'ultimo è

subordinato a al primo.

Adam Smith

(1723 - 1790)

The Theory of Moral Sentiments (1759)

An Inquiry Into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, Vol. 1 (1776)

An Inquiry Into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, Vol. 2 (1776)

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La Teoria dei sentimenti morali (1759), risente degli influssi di Hutcheson e di Hume. Il

principio della vita morale è la simpatia: gli uomini sono per natura portati a giudicare

positivamente le azioni che contribuiscono alla convivenza sociale e negativamente quelle che la

ostacolano. Questo giudizio riguarda sia le azioni degli altri che le proprie. Ogni individuo ha

interiormente uno "spettatore imparziale" (un arbitro esterno) che gli permette di valutare le

sue azioni con gli occhi degli altri, in base sia alla convenienza che esse presentano per la sua

persona, sia rispetto alla loro accettabilità dal punto di vista sociale. Il comportamento individuale è

mosso dall’interesse personale, ma è messo in atto in modo intelligente e basato sulla prudenza.

La coscienza morale deriva dal rapporto di “simpatia” con gli altri ed ha carattere sociale e

intersoggettivo. La simpatia permette di armonizzare i conflitti tra impulsi egoistici e quelli sociali.

La felicità di ogni individuo si realizza con il bene degli altri.

Morale della ‘simpatia’ di Hume altruismo

- Egoismo ‘sociale’ che aggrega (contro Hobbes)

Bernard De Mandeville

(1670-1733)

Vizi privati, pubblici benefici (1732):

The Fable of the Bees or Private Vices, Publick Benefits, Vol. 1

The Fable of the Bees or Private Vices, Publick Benefits, Vol. 2

Machiavelli - Hobbes

autonomia dell'economia dalla morale

la ricerca della soddisfazione egoistica del proprio interesse è condizione della prosperità

della prodigalità si avvantaggia tutta la società

i comportamenti viziosi generano prosperità collettiva

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Smith:

- Ricchezza come prodotto pro capite Sviluppo economico

- Proprietà: lavoro personale e ‘simpatia’

Ottimismo

Società autoregolata

Salario naturale crescita demografica crea opportunità di lavoro

Mano invisibile equilibrio, effetti non intenzionali

Mercato: funziona solo con buone istituzioni pubbliche. Intervento statale per

offrire beni, servizi e leggi che vanno a vantaggio di tutti

difesa, giustizia, lavori pubblici, istruzione pubblica, istituzioni che

fanno funzionare i mercati (come la regolazione finanziaria contro

l’usura).

3 classi sociali (lavoratori, proprietari terrieri, imprenditori) e distribuzione

‘funzionale’ dei redditi:

salari beni di consumo necessari

rendite beni di lusso

profitti beni di investimento sviluppo

Lavoro produttivo (produzione di merci vendibili sui mercato)

Lavoro improduttivo (produzione di attività immateriali come i servizi)

(domestici, i funzionari pubblici, le professioni liberali, artisti)

Capitale fisso (macchine, edifici)

Capitale circolante (materie prime, energia, lavoro)

Il fondo salari è parte del capitale circolante e consiste dei mezzi di sussistenza

anticipati annualmente ai lavoratori come salario

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Non solo la terra produce sovrappiù

Contro mercanti (favorevoli a restrizioni statali, mercantilismo)

Libero mercato ampliamento dei mercati aumento della produttività

Divisione del lavoro tra settori

Prodotto Q Produttività (del lavoro) Q = prodotto

L ore di lavoro

Società primitiva: senza accumulazione di capitale e proprietà della terra, il

prezzo naturale di X è determinato dalla quantità necessaria di lavoro per

acquistare X (e X appartiene al lavoratore) lavoro contenuto

Il tempo di lavoro (più la fatica e l’abilità) determina il valore di scambio (es. castori/cervi)

Società avanzata: divisa tra lavoratori, capitalisti e proprietari terrieri il prezzo

naturale è composto dalla somma delle remunerazioni dei fattori: salari, profitti,

rendite (teoria additiva del prezzo) lavoro comandato

Lavoro comandato: ore di lavoro necessarie per guadagnare un salario pari al

prezzo della merce X che si vuole acquistare

I valori di scambio delle merci sono dati dal lavoro comandato dalle merci

Il valore di scambio è il potere di acquisto che risulta dallo scambio

Il valore d’uso è un prerequisito del valore di scambio

Il profitto si aggiunge al salario per determinare il valore di scambio

Prezzo di mercato: quello che si trova negli scambi (domanda e offerta)

Prezzo naturale: quello che si sarebbe in concorrenza, senza disturbi né eventi accidentali

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I prezzi di mercato ‘gravitano’ attorno a quelli naturali

Concorrenza tra capitali che sono attratti da diversi rendimenti

(classica)

tra merci che si riducono di prezzo per aumento di offerta

La libertà di spostamento dei capitali eguaglia i loro rendimenti.

Il salario dipende anche dalla forza contrattuale dei lavoratori (domanda e offerta

di lavoro).

La rendita è il prezzo pagato per l’uso della terra dipende da domanda (di terra da

coltivare) superiore all’ offerta di terra (dei proprietari terrieri).

La rendita comprime i profitti.

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David Ricardo

(1772 - 1823)

Principles of Political Economy and

Taxation (1817-1821)

Compito dell’economia è lo studio della distribuzione tra le classi

Conflitti di classe, rapporti di forza tra le classi Pessimismo

Determinismo

Legge bronzea dei salari: la concorrenza tra lavoratori li spinge al livello minimo

di sussistenza (aumento demografico, Malthus).

Il salario naturale coincide con la sussistenza. Dato che il prezzo di mercato di

una merce tende verso il prezzo naturale, il salario superiore alla sussistenza è un

livello di mercato del salario solo temporaneo, destinato a ritornare verso il valore

naturale a causa dell’aumento dell’ “offerta” di lavoro.

Lavoro contenuto ( incorporato): ore di lavoro necessarie per produrre una

merce X.

Lavoro diretto (del lavoratore) e indiretto (dei lavoratori che hanno prodotto i

mezzi di produzione).

Ricardo non riesce a dimostrare che le merci si scambiano secondo il lavoro

incorporato. Ricardo non calcola una connessione tra lavoro contenuto e prezzi. I prezzi relativi

dipendono dalle variabili distributive (salario, profitto) ed il tasso di profitto può essere calcolato solo in

valore ed è il risultato del fenomeno ‘valore’ che si vorrebbe spiegare.

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Dazio sul grano francese (contro):

- vantaggioso per i proprietari terrieri (aumento dei prezzi del grano inglese)

- dannoso per i capitalisti (aumentano i salari, si riducono i profitti)

- il dazio spinge a coltivare terre sempre meno fertili, così diminuisce la

produttività del lavoro

Margine intensivo: aumento del numero di lavoratori sulla stessa terra

Margine estensivo: aumento del numero di lavoratori su nuove terre messe a

coltura

Il saggio del profitto nell’intera economia è determinato dal saggio del profitto che si trova in agricoltura

Il capitale, come per Smith, consiste solo dei mezzi di sussistenza (grano) anticipati annualmente ai lavoratori come salario

In agricoltura si ha omogeneità tra prodotto e capitale.

Rendita differenziale:

Fertilità differenziata della terra e diminuzione di produttività del lavoro.

La rendita è in funzione della fertilità della terra.

Riduzione dei profitti e stato stazionario

- l’aumento della popolazione determina aumento di fabbisogno dei beni alimentari e porta a coltivare terre sempre meno fertili;

- diminuendo la fertilità si riduce la produzione e aumenta la quota di grano necessaria per pagare i lavoratori (riduzione della produttività del lavoro);

- le rendite dei proprietari terrieri progressivamente annullano i profitti: cessano l’accumulazione di capitale e lo sviluppo economico;

contro i proprietari terrieri (impediscono lo sviluppo comprimendo i profitti);

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Thomas Robert Malthus

(1766 - 1834)

An Essay on the Principle of Population, vol. 1 [1826, 6th ed.] (1826)

An Essay on the Principle of Population, vol. 2 [1826, 6th ed.] (1826)

Principles of Political Economy (1836)

Pessimismo

Contro Condorcet e l’idea di una società utopistica perfetta

L'incremento demografico spinge a coltivare terre sempre meno fertili

consegue una penuria di generi di sussistenza e si blocca lo sviluppo

economico, poiché la popolazione tende a crescere in progressione

geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescono

invece in progressione aritmetica (secondo tendenze naturali).

Già in Giovanni Botero (‘la potenza generatrice degli uomini cresce più rapidamente della potenza

nutritiva’)

Per correggere: suffragio universale, istruzione dei poveri, aumento dei redditi,

mercato del lavoro liberalizzato.

Malthus, come Ricardo, è contro i sussidi pubblici (leggi a favore dei poveri- poor laws) che aumentano il reddito disponibile delle famiglie, oltre un livello di sussistenza. Con i sussidi aumentano le nascite e aumenta la forza lavoro, determinando un’ulteriore diminuzione dei salari. Se il livello di vita scende si riduce la popolazione e il salario tende a salire da solo.

Difende i proprietari terrieri (favorevole al protezionismo) + consumi e

+ domanda aggregata

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I prezzi crescenti fanno crescere la quantità di moneta in circolazione

Domanda individuale (relazione tra prezzi e quantità) e domanda aggregata

Segue il lavoro comandato di Smith

Crisi economiche causate da insufficiente consumo (domanda aggregata)

Karl Heinrich Marx (1818 - 1883)

Per la critica dell’economia politica (1859)

Il Capitale: una critica dell’economia politica

In italiano: Libro I Libro II Libro III

In inglese)

libro I (1867) libro II (1885) libro III (1894)

Proprietà dei mezzi di produzione distinta da proprietà del lavoro

Lavoro Merce Alienazione

Modi di produzione storicamente determinati (“strutture”)

Circolazione del denaro (D) e delle merci (M) D M D+

Lavoro contenuto: tempo di lavoro socialmente necessario per produrre X

Il pluslavoro non pagato genera il plusvalore

Il CAPITALE è un rapporto sociale

VALORE di una merce C + V + S

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C = capitale costante (lavoro necessario per merci e macchine)

V = capitale variabile (lavoro necessario per fondo merci salario

anticipate)

S = plusvalore (lavoro incorporato nelle merci che vanno ai

capitalisti)

σ = S saggio di plusvalore (o di sfruttamento)

V

γ = C composizione organica del capitale

V (tecnologia)

π = S tasso di profitto

(C + V)

dividendo la parte destra per V:

π = (S/V) cioè σ

[(C/V) + (V/V)] (1+ γ)

Da σ = π

(1+ γ)

23

consegue che:

π < σ : il tasso di profitto è sempre inferiore al saggio di

plusvalore [perché σ è diviso per (1+ γ) ]

π è positivo solo se σ è positivo

π diminuisce quando aumenta γ

crollo del capitalismo per aumento nel tempo di γ e

conseguente riduzione di π

Forze di contrasto alla caduta (aumento dello sfruttamento,

tecnologia, intervento dello Stato borghese)

PREZZO NATURALE VALORE LAVORO

PREZZI SOCIALI (di MERCATO) includono i profitti

PREZZI DI PRODUZIONE: garantiscono un tasso di profitto uniforme (generale o medio) tra le industrie (sono prezzi tendenziali, ‘gravitazionali’: attorno ad essi gravitano i prezzi di mercato) concorrenza

Nel capitalismo non è possibile trasformare i valori in prezzi di

produzione (non c’è uguaglianza di γ nei vari settori)

Per Marx l’ uniformità dei saggi di profitto e dei saggi di plusvalore richiederebbe l’uguaglianza delle

composizioni organiche del capitale nei diversi settori (ipotesi non realistica). Se le composizioni organiche

del capitale sono differenziate non sono uniformi i tassi di profitto e non c’è concorrenza. La concorrenza

impone prezzi non uguali ai contenuti di lavoro ma ‘derivati’ da questi. La concorrenza, eguagliando i tassi

di profitto, tende a redistribuire i plusvalori tra i diversi settori.

I prezzi non possono essere calcolati prima del tasso di profitto che li determina: questo, a sua volta, deve

essere calcolato in termini di prezzo (circolarità di ragionamento).

24

La concorrenza rende uniformi π non γ

Irrazionalità del capitalismo

Anarchia e crisi

sovrapproduzione

sottoconsumo

sproporzioni

Marx su proprietà, direzione, controllo dell’impresa.

Salario di direzione & profitto d’impresa

«non appena l’impresa è esercitata su una scala sufficientemente grande

per pagare dirigenti (manager),... è diventato inutile che questo lavoro di

direzione venga esercitato dal capitalista. Un direttore d’orchestra non ha

affatto bisogno di essere proprietario degli strumenti dell’orchestra,

come pure non appartiene alla sua funzione di direttore di occuparsi in

qualsiasi modo del salario degli altri musicisti... il semplice dirigente, che

non possiede il capitale sotto alcun titolo, né a titolo di prestito né altrimenti,

esercita tutte le funzioni effettive che competono al capitalista … rimane

unicamente il funzionario, e il capitalista scompare dal processo di

produzione come personaggio superfluo».

[manager è colui che non possiede capitali ed opera alle dipendenze dei

capitalisti, ricevendo un “salario di direzione”.]

SEPARAZIONE tra PROPRIETA’ e CONTROLLO

Produzione di squadra superiore alla somma

del lavoro dei singoli cooperazione

Impresa: gerarchia di potere – comando

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Jeremy Bentham (1748 - 1832)

Principles of Morals and Legislation, Fragment

on Government, Civil Code, Penal Law [1789-

1848]

Massima felicità per il massimo numero di persone (illuminismo).

Felicità piacere.

Felicità e dolore sono quantificabili e sono criteri di comportamento.

Algebra morale (calcolo felicifico): un calcolo esatto che permette di conoscere le conseguenze delle azioni quantificando la felicità ed indirizzando verso azioni che massimizzano il piacere e minimizzano il dolore.

Le buone azioni sono quelle che realizzano la felicità non solo per il singolo ma anche per la collettività.

La ricerca del piacere, del singolo, se ben indirizzata promuoverà la felicità di tutti.

26

John Stuart Mill (1806 - 1873)

Principi di Economia Politica (1848)

part I part II

Produzione della ricchezza è distinta da distribuzione della ricchezza.

La produzione dipende da leggi naturali (libertà degli individui e ricerca naturale della felicità) non modificabili.

La distribuzione è determinata da volontà umana e da leggi etiche sulle quali si può intervenire per un’equa distribuzione.

Criterio utilitaristico di Bentham (maggior benessere per il maggior numero).

riforme sociali

Felicità individuale dipende da quella degli altri (egoismo altruismo)

Intervento dello Stato per l’istruzione, l’assistenza ai poveri, la regolamentazione del lavoro

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Jean-Baptiste Say (1767 - 1832)

Traité d'économie politique (1803) > trad. inglese

Famoso per la ‘legge di Say’ (o degli sbocchi): i redditi

generati con la vendita della produzione (salari, profitti, rendite,

interessi) permettono di acquistare tutta la produzione stessa. E’

impossibile un eccesso di produzione che resti invenduta. L’offerta

crea sempre la propria domanda: le merci creano sempre un

potere d’acquisto pari al loro valore (se tutti i redditi vengono

immediatamente spesi e non risparmiati). Domanda potenziale =

domanda effettiva.

Scuola Neoclassica (o dell’economia neoclassica)

PRINCIPI

DELL’ECONOMIA NEOCLASSICA-MARGINALISTA

* Scambio anziché produzione: non ci si occupa della distribuzione

(funzionale) tra classi sociali.

* Equilibrio (statica) e non sviluppo (dinamica).

allocazione di risorse (beni, fattori) date e già prodotte, livelli

finali di equilibrio.

* Utilità e valore soggettivo, massimizzazione con vincoli efficienza

MARGINALISTI NEOCLASSICI

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Si rifiuta la ricerca delle ‘cause’ del valore

* Individualismo metodologico (J. Schumpeter, 1908) (individui e non

classi, aggregati, soggetti collettivi): le azioni collettive sono riconducibili

ad azioni individuali. Fenomeni sociali ed istituzioni vanno studiati come

aggregati di azioni e di decisioni di individui (consumatori ed imprese) e

spiegati in termini di razionalità individuale. Ritorno alle unità elementari, alla

famiglia di Senofonte: (dal 1877-79).

* Si parla di economia (economics) e non più economia politica

(political economy).

* Comportamenti individuali (di consumatori ed imprese) ridotti a funzioni

(riduzionismo) rappresentanti relazioni tecniche, non umane o sociali.

* Sostituibilità tra beni e tra attori e variazione delle proporzioni, sia nel

consumo che nella produzione.

* Divisibilità in parti infinitesime di beni e fattori.

* Leggi economiche ‘astoriche’ e assolute, non condizionate da

contesti ambientali, elementi sociali e politici, momenti storici. Derivate da

matematica psichica, calcolo felicifico, meccanica.

* Perfetta informazione e razionalità homo oeconomicus

Questo soggetto ideale ed astratto ha la massima capacità di calcolare e

decidere nel suo esclusivo interesse, con informazione completa, così da

poter analizzare e prevedere nel modo migliore le situazioni ed operare le

scelte più efficienti.

* Metodo deduttivo, logica, astrazione, strumenti matematici.

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SCUOLE NEOCLASSICHE: INGLESE, FRANCESE, AUSTRIACA,

ITALIANA, SVEDESE, AMERICANA

W. S. Jevons

(1840– 1882)

The theory of political economy (1871)

M. E. Léo Walras

(1834 –1910)

Éléments d’économie politique pure, ou théorie de la

richesse sociale, (1874)

ÉCONOMIQUE ET MÉCANIQUE (1909)

Propose di distinguere tra: economia politica pura (determinazione

dei prezzi), economia politica sociale (distribuzione), economia

politica applicata (produzione). Teorico dell’equilibrio economico

generale: in condizioni di concorrenza perfetta si possono determinare

prezzi di equilibrio che eguagliano domanda ed offerta in tutti i mercati.

F. Y.Edgeworth (1845 –1926)

Mathematical Psychics (1881)

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V. Pareto (1848 –1923)

Cours d'économie politique (1897) Utilità ordinale Ottimo di Pareto

A. Marshall (1842-1924)

Principles of economics (1890)

Teoria della domanda, mercato concorrenziale

P.Wicksteed

(1884-1927)

The common sense of political economy (1910)

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Scuola austriaca (v. anche O.)

C. Menger (1840-1921) E. Bohm Bawerk (1851-1914) L. von Mises (1881-1983) F. Hayek (1899-1992)

La scuola austriaca (o Scuola di Vienna o Scuola Psicologica) fu una delle scuole di pensiero economico alla base della rivoluzione marginalista degli anni ’70 del sec. XVIII, con il contributo innovativo più importante all’impostazione soggettivista (l’individualismo metodologico). L'unica teoria economica è quella in grado di derivare logicamente (metodo deduttivo) dai principi fondamentali delle azioni economiche individuali (prasseologia); la catallassi applica i principi della prasseologia ad alcuni fenomeni (moneta, credito, redditi dei fattori, ciclo economico). Con la prasseologia la scuola austriaca ha proposto un metodo interpretativo dei singoli fatti storici. Il metodo prasseologico è essenzialmente identico all'impostazione tradizionale tenuto da economisti classici (ad es. Adam Smith), e dai tardo-scolastici (Scuola di Salamanca). Alcuni principi della Scuola Austriaca:

I processi mentali non possono essere trasformati in sistemi di equazioni, perché ciò che l’individuo pensa, conosce, e desidera, e come effettua le sue decisioni, non è generalmente conosciuto né conoscibile. Perciò non si può costruire una teoria generale dell’azione umana in grado di formulare previsioni sulle azioni individuali.

Non sono affidabili le teorie economiche che impiegano modelli matematici e metodi statistici per interpretare i

comportamenti economici e valutare le teorie economiche: possono applicarsi alle scienze naturali per analisi di

laboratorio, ma le azioni umane nei mercati sono troppo complesse (non sono passive e sono in grado di

modificarsi continuamente) e, in più, i dati dell’economia possono essere correlati a moltissime potenziali

‘catene causali’ non identificabili.

Il calcolo economico è impossibile in assenza dei prezzi di mercato e della proprietà privata (critica ai sistemi

socialisti). Gli individui possiedano oggettivamente diritti di proprietà, punto, e l’analisi economica si può

impostare e svolgere solo dopo aver definito tali diritti.

Si privilegia il principio delle conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali (la c.d. eterogenesi dei fini: ciò

che è opera dell’azione umana, ma non del progetto umano). E quindi l’impossibilità di definire correttamente

modalità di interevento di politica economica. Contro Marx, il quale sosteneva che l’uomo ha la capacità piena

di realizzare con precisione i propri progetti, senza ostacoli insuperabili tra ideale e reale, fra psichico, (pensiero

e volontà) ed attuazione, tra il risultato desiderato/previsto e quello effettivamente raggiunto. Già G.B. Vico e A.

Smith avevano rilevato come possa succedere che, quando ci si propone di ottenere certi obiettivi, la storia porti

ad obiettivi diversi.

E’ essenziale studiare il ruolo che le informazioni, diffuse e disperse tra tantissimi soggetti ed incanalate dai

processi di mercato, svolgono nel coordinare la produzione e gli scambi nelle economie moderne. Il mercato è

definito come un processo di scoperta, non un equilibrio economico generale.

Scuola istituzionalista (o dell’economia

istituzionale)

T. Veblen (1857-1929) R. T. Ely (1854-1943) J.R. Commons (1862-1945) J.K. Galbraith (1908-2006)

Le teorie economiche istituzionaliste, sviluppate a partire dalla fine del sec. XIX, hanno approfondito alcuni temi, per lo

più con modalità contraddittorie rispetto alle impostazioni neoclassiche. Così si sono inserite nell’analisi delle teorie

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evoluzioniste sulla nascita e sulle trasformazioni delle istituzioni e del diritto. Si riportano alcuni punti delle diverse teorie

istituzionaliste.

I processi evolutivi delle istituzioni hanno un ruolo fondamentale nel dare forma ai comportamenti economici.

Le preferenze individuali e di gruppi, insieme a motivazioni, aspettative, opinioni, determinano la nascita delle

istituzioni ed a loro volta sono formate e modificate dalle istituzioni.

I mutamenti delle istituzioni sono il risultato degli incentivi/disincentivi che le stesse creano.

L’economia è una ‘rete’ di relazioni tra individui e classi con interessi divergenti e conflittuali: i governi

dovrebbero essere i mediatori tra questi conflitti, in quanto tutti hanno interesse alla composizione dei contrasti.

Le preferenze individuali riflettono le preferenze di gruppi ed istituzioni ‘forti’ (effetto di dipendenza), così che

l’economia nel suo complesso può essere condizionata al raggiungimento di fini irrazionali.

La Nuova Economia istituzionale, dalla metà degli anni ’70 del sec. XX, tenta di estendere il campo di studio dell’analisi

economica applicando all’istituzionalismo principi di economia neoclassica. Le istituzioni (norme di legge e norme

informali che regolano i comportamenti individuali e le interazioni sociali) sono considerate le regole del gioco. La

razionalità degli attori economici è limitata, le istituzioni si sviluppano per la necessità di ridurre i costi che si devono

sostenere nelle transazioni e nel guidare le scelte. E’ una teoria che ha permesso lo sviluppo di analisi di Law and

Economics (Analisi Economica del Diritto).

Scuole ‘eterodosse’ dell’economia

La categoria, residua, comprende scuole di pensiero economico diverse e contrastanti con

l’impostazione ‘ortodossa’ (neoclassico-marginalista). Include anche la scuola austriaca e quella

istituzionale.