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Le memorie ritrovate nel territorio della prima, e seconda citta ......LEMEMORIE RITROVATE NELTERRITORIO Dellaprima,efecondaCitta DILABICO EI LOROGIUSTISITI, DESCRITTIEREVEMENTE DAFRANCESCODEFICORONI

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in 2011 with funding from

Research Library, The Getty Research Institute

http://www.archive.org/details/lememorieritrovaOOfico

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LE MEMORIERITROVATE

NEL TERRITORIODella prima, e feconda Citta

DI LABICO.

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LE MEMORIERITROVATE

NEL TERRITORIODella prima , e feconda Citta

DI LABICOE I LORO GIUSTI SITI,

DESCRITTI EREVEMENTE

DA FRANCESCO DE FICORONISocio della Reale Accademia di Parigi •

DEDICATEA Monjtgnor IlluHrì(Jimo , e Re-oerendìJJimo

GIOVANNI BOTTARlCappellano Segreto di Noftro Signore,

eCuftodedella Biblioteca Vaticana.

1 N R OM A MDCCXLV.

NbLLA Stamperia di Girolamo Mainardi .

Con Licenza de".Superiori .

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AiriUuflriffirao, e Kevercndlflimo

GIO^ BOTTARICappellano Segreto di U Signore

e Cufiode della Biblioteca

Vaticana*

A vera origine dello

Dedicatorie , come fa

V.S. Illustrissima ,{1 dee prendere dall'ufo,

che avevano gli antichi letterati di man-a 5

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dare le lóro òpere a un loro amico , il qualeera

, (ècorido le leggi della vera amicizia

,

dito a qj^lli ftadj medefìmi, a cuiatten-

dea il Joro amico . In quella guilà le (òt-

topoiievano al giudizio , e alla correzione

d'un vomo , che fi dovea intereflare nella

lor gloria , e in tutto quello , che riguar-

dava i vantaggi dell' amico , i quali in

quel caio erano , che l'opera efciflè in

pubblico corretta , perchè afficurafle l'im-

mortalità del nome all'autore . Ecco, cheio lalciato il moderno ufo di dedicare i

libri , a chi eflèndo forfè alieno da quella

forta di ftadj , o non avendo ozio perl'alte occupazioni , e dignità , non può négiudicarne , ne correggerli , e né meno per*

avventura leggerli , dedico a V.S. Illu-

srRissiM4 quella mia Operetta , la qualc^oltre la debolezza del mio ingegno , edd mio foarfo fapere , inoltra aii^^he quel-

la dell'età più che ottogenaria , e c^e alla

nonagenaria fi va appreflàndo . Io ve la

j^relènto , perchè eliendo Voi tanto ver-

làto nQÌl^ antichità così làcre , che prò-

fia^, le quali con le voUre erudite OpereavC'

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avete illaftrato, e illuftrate tuttavìa ^ la_»

emendiate , dove fia d' uopo , o almeno

la compatifchiate amichevolmente , e in

quella gui(a , che cortefemente , e con

{incero amore (èmpre vi (ìete portato ver-

io di me, per niia alta fortuna , e comeho tuttqra di coptinovo efprimentato in

ogni mia anche afiài più grave occorren-

za. Servirà anche quefta mia ollèquiofà

olFerta per dimoflrare a V. S. Illustrissima

la mia vera , cordiale , e finceriffima gra-

titudine , e benché molto più io vi do-

vrei, tuttavia non fono da imputare, chepoco vi dia , mentre vi do ciò , che poClo . E con tutta la maggior reverenza , erifpetto mi dico' DiV.SJllma

Roma 33. Dcfcmbr. 1745.

Pevcti^mo 5 ObbligatiIJimo Servitore

Fxancefco de Ficoroni

.

AL

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AL LETTOREiifj

Embrcrà forfc a taluno , chein quello mio tenue difcorfoio aobia di fòvcrchio porta-

,te antiche autorità in con-ferma dell'argomento , che

^j «ho prefo a trattare j macon-™ fiflendo quelle in riprovarel'opinione del primo Autore del Dizionariodella lingua Latina, e d' alcuni fcrittori peraltro affai valenti , circa il fito di Labico ri-

maflo affatto ignoto , come anche in dimo-Rrare , che quefla città fu di nuovo riedifi-cata vicino alla prima già diflrutta , ho cre-duto, che ciò foffe, fé non neceffario , alme-no utile a coloro , che imbevuti della primaopinione difficilmente avrebbero dato cre-dito alle ragioni , che qui fi riportano , fé

non foffero Hate loro più volte inculcate

.

Parlo de' principianti, non già de 'dotti, a'

quali non farà difcaro di vedere in queflapiccola operetta nuove ragioni , e motiviIcoperti dall'offervazione del luogo piùefat-la per ricrederfi di quell'opinione , chemetteva Labico in fito , ove mai non fu.Ma fé pur qucfto è un difetto , il male è , chenon larà certamente folo tra quelli, che do-

vrà

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vrà compatire il benigno Lettore , attcfa la

mia infufficienza , e poca erudizione , la qua-le non averci giammai efpofla al pubblico

,

fé il defiderio di giovare ad altri in tuttociò , che io poteva , non mi avelfe rcndutofuperiore anche al proprio interciTc

.

I N-

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INDICEDe' Nominati nell'Opera

DON Amia Marche/a Grimaldi Bologne/e . pag.79.

Annibale Olivieri Pejareje , pag.86.Afjtonio J/enJetta Peretano . pAg.28.Antonio Prancefco Gori Fiorentino . pag.2 i. 95.Fr. Cafimiro di Roma de'Minori Ojfervanti . pag.Sj.^y.

Co7iJ'alvo Adragna , detto Fr. GiuJ'eppe di Lugnano de' Mintri Ojfer-

vanti . pag.67.

Co>ae N. Fede . pag. 1 1 2.

P. Contuccio Contucci Gefuita . pag. 7 5.1 1 2.

D..Z'id Maria de Majfanes di Montpellier . pag.90.Z). Diego Revillas ReverendiJJimo P. Abate . pag.óS. 95.Fatniglia Colonna . pag. 5 7.

D. Francefco Ginnetti Arciprete . pag.66.FrafiCefco Belardi . pag.20.22.Gabinetto di S. Geneviefa . pag. 87.G':o\ Filippo Civolini di Pefchijolido Medico pag.6j.Gio: Battijìa Nolli Geometra . pag.28.29.Gio: Bernardino Tafuri di Nardo . pag. 8 2.

G'ufeppe Aleffandrò Furietti Monjìgnore . pag. 1 1 2.

F,: Giujtppe , Fr. Ga/pero, e altri degni Religio/i di Lugnano . pag.67«

Girolamo Guglielmo , e Gio: Carlo Ebner Patrizj di Norimber-

ga . pag.Si.

Ignazio Maria Como Napolitano pag.71.Lodovico Antonio Muratori di Modena . pag.i 7.39.43.5:9.6 1-?*^*^ ^ 5*

Marco Antonio Grazia . pag.109.M.rcheje Spada . pag.76.N ccola Macciucchì . pag.i io.

Opera delle due mazze votive alla B. Vergine dì MeJJìna . pag. 8 6.

Paolo del Conte . pag. 109.Jiiffaele Fabretti Monjìgnore . pag.24.25. 37.38. 39.4i.4S.48.49*S'^'

5i.<J4.;j!r.6o.

Raimondo Baffi /Irchitetto . pac;.i07.

Tejoio MoreUiano difamiglie Romane . pag.84.86.

IM-

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IMPRIMATUR,Si videbitur Revercndifs. Patri Sacri Palati! Apofto-

lici Magiftro .

F. M. de Ruheìs Archìep, Tharjì Vìcefg:

IMPRIMATUR,Fr. Aloyfius Nicolaus Ridolfi Ord. Prxdic. Sacri Pa«

latii Apoftolici Magifter .

ERRA-

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p«.ERRATA. CORRIGE

I.

6.

li».

Un,5-

6.

annoveraano /;

PrcKcJìiàfta Pn?:: ':ÌK3

15- Ih. r 7. Appertcfi Apìrc-fi

20. il». ?• Guliàao Giuliano

30 Un. 5- njà rna ma65. Un. 2. bet tonica bottaoica

^i3- iir,. 27. Milziade Milciàde

L E

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LE MEMORIEDEL PRIMO , E SECONDO

L A B I C OE LORO SITI.

Ra le diverfe città della vicinan-

za di Roma $ reflaie dal corfo

de'fecoli quafi del tutto tolte via

dalla memoria degli vomini , fi

annoveranno quelle del primo ,

e fecondo Labico , o Lavico .

Alcuni dotti del fecolo paflato

hanno fcriito della prima anti-

chifììma città Labicana per rinve-

nire il vero Tuo fito ; ma per quanto vedo , fono cosi

fra loro dilcordi , che non fi sa a chi appigliarfij poi-

ché chi l'ha porto nella Terra di Valmontone , chi in

quella di Zagarolo , e chi nel Calìello della Colonna ,

tutte Terre fra di loro affai diftanti . E pure a tali

dotti Scrittori fono contrarie le autorità antiche , e la

medefima Via Labicana , che fuffifte , di gran pezzi difelci pavimentata , la quale da Roma pafla ben diilan-

te alle predette Terre, Della feconda poi città di La-bico , dopo diftrutta la prima , niuno Icrittore fin quine ha fatto parola , giulto come non vi foife mai (ta-

ta . Che perciò nel fituare il vecchio Labico, diuu-lìrerò il fito del fecondo , attefe le rovine che vi re-

fìano, e le autorità, che ci anderò riportando. Si ma-raviglierà forfè alcuno , che non effendo Io dotto a

A ba-

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2f Le Memorie del Primo e Secondobaftariza j mi fia porto a fcrrvere fu taato ardaa j e dif-

fìcile materia , ma potrò rispondergli d'eflermfci indotto

per due ragioni . La prima fi e il ritrovarmi del vec-

chio Labico una relazione di Ventara Rofaci mia Non-no materno , colla quale dà notizia al I^incipe D. Ca-millo Panfili , Fratello del Pootefice Innocenzo X. ,

d' clTerfi difcoperte le mura fotterranee di Labico net

territorio della Terra di Lugaano . La feco4ida è , cheeffendo Io nativo di quefta Terra , e perciò prafrca

d'ogni memofia de' fu«i contorni , potrò con altre ra-

gioni 5 e autorità comprovare detta relazior?e fui vero

fito del primo Labico . Né à ciò fare obbedirò all'amore

della Patria , fecondo taluno , ma puramente a quello

della verità per quanto dalla mia debolezza farà cono-

fciuta . Quefta relazione fu lo fcoprimento delle murafotterranee di effa città , degna anche per li fludiofi

dell'antica geografia , la riporto in appreffo . Ma af-

finchè taluno non dubiti , che l'Autore la faceffe per

qualche fuo fine , e affezione verfo detto Lagnano , miconviene brevemente riferire la di lui origine j ed il

perche vi fi portaffe . Nacque elfo Ventura Rofati in

Arcidoflb nel Senefe , e col fratello Baciano condotto

da Confalvo fuo padre in Roma per ftabilirvifi ; daquefto gli furon fatte fabbricare due calè congiunte a

mezza falita a fuiiltra di Santa tMaria Maggiore , fu le

cui porte vi rimane incifo il di lui nome . indi per la

grazia , che godeva coli' Eccellcntiffima Cafa Sforza ,

padrona allora di Lugnano , vi mandò per Governato-

re detto fuo lìglivolo Ventura Rofati . Pallata poi quefta

Terra ne! do;ninio del Principe D. Camillo Panfili ,

venne pofta la refidenza del Governatorato in Valmon«tone , un miglio diftante ; perlochè effo Rofati, attefo

il clima , che gli fi coafaceva , e per avervi princi-

piato a fabbricare una cafa , fi contentò di reftare in. Lu-

gnano per Vice-Governatore , e Cancelliere , come d'am-

bi due le cafe fé ne vedono gli ferirti in quell' archivio ,

e pre-

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Labico e loro siti. 5e prefavi poi moglie una donna di Cafa Branca » gli fo-

praviflerodue figlivole, Rofina maritata aFabriiio Adrag-

na 5 e Maria a Bonifacio mio Padre . Efpongo per tanto

la relazione di detto Rofàti , di cui ne ferbo l'aboz-

zo originale .

lUuftriffimo ed Eccmo Sig. Principe

Don Cammillo Panfili .

E Cco finalmente , o Eccmo Prìncipe , /coperto a gloria di

V' E. nel territorio del fuo Liignano il monumentaacU antichiJJìmo Labico tantifecoli najcojìo . Ecco final-

mente a favore de'Lugnanefì terminata l'antica controver-

fia co'' l/almontonefi del fito , e fede propria del pretefo

Labico 5 capo del Popolo Labieano . Si deve dare il -vanto a

L'Ugnano d'aver avuto nel fuo territorio la più antica me-

moria , che pòfia defiderare , efiendo Bato Labico fiabbri~

cato molti fecali prima di Roma , e impofiogli tal nomeda Glauco uno de' figli di Minos Re di Candia , fratello

di Minotaurojqual Glauco venuto in Italia col fuofeu-

do dipinto , ammirato da que' primi abitatori di queHck

Regione , V elefiero per loro capo , e colfuo configUofi uniro-

no 5 per loro difeja j a fabbricare il forte Labico con pie-

tre fn.ifurate collegate infieme non colla calce , ma con

ferri impiombati , e dal dipinto feudo , che in quella lìn-

gua fi pronunciava Labico , fu impofio il nome a così ce-

lebre Città , di che Virgilio nel fettimo dell' Eneide ne

da' notabìl fegno . Che nel prefcnte fecola XVL , e nel

tempo del felìcìffimo Domìnio di V. E. fiafi fcoperto alla

luce il fotterraneo monumento , o per dir meglio le fon-damenta di Labico nel Colle dellì Quadri , fi prova con-

cludentemente , non colle altrui afierzionì j ma colle pro-

ve irrefragabili delli due fenfi del vifo , e del tatto ,

quorum nulla major probatio , dicono i Legi^i . Conambedue quefii fenfi corporei vedendofi , e toccandofi le

A a pie-

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4 Le Memorie del Primo e Secondopietre condotte dal Colle dclli Quadri ' in Valmontone per

la fabbrica del fuo Real Palazzo , e paragonando/i queFIe

pietre con quelle della prima Porta di detto Valmontone ,

oggi eJìFJente fatto la cafa , e chiefa di S. Andrea , ri-

dotta in cantina ad ufo del Rettore , apparifce , che le

pietre , e loro forma fono le medefime . E che delle reli-

quie di Labico fiaf formato Valmontone per Labico rin-

novato , ciò è notijjimo ^ e fé ne gloriano i Vahnontonefì

fenza alcuna contradizione . Né f pub vedere in quella

loro Terra antichità pia notabile di detta Porta , degna

di fare alla luce , e non nafofa , la quale è fegnale di

fortezza ammirabile dell'antico Labico , conforme perà

air ufo antichiffimo .

Vn' altra non dico congettura ftmile , ma prova con^

eludente colle medefìme corporee riprove del vifo , e del

tatto , adduco in conferma della mia propoTizione , qual

prova gloriofa di tale antichità ^ f è la Porta Labicana

di Roma vicino alla Porta /Idaggiore j fé bene è chiufa ,

non di meno chi va a vederla e paragonerà i pezzi di pie-

tra , de'' quali è compofa , troverà , che fono della medef-

ma qualità e forma di quefle della prima Porta di Val-

montone fuddetta . La qualità di flmili pietre non fi trova

in nìun luogo di queflì contorni , e avendone ricercati gli

fcarpellìni , e capi maftri muratori , non fanno dove fìa

fata tagliata .

Nell'antica Roma la via dopo il Colifeo f chia-

mava Efquilina , perchè andava alla Porta di tal nome ,

ma poi fi chiamò Porta Labicana . Può ciafcuno che non

fìa privo di tali fenfì comprendere la uniformità , e iden-

tità di ftmil pietra , facendone il paragone , e pigliando-

ne le mìfure delli pezzi ; Ed lo fon di parere , che la

Porta Labicana di Roma fta la rfefa di Labico , tanto pia

the la qualità , e taglio delli pezzi delle pietre fono uni-

formi alli predetti della prima Porta di Valmontone , e

delli fipiti delle prime porte , e di quelle di Lugnauo

fono confimili di qualità a quelle impiegate nel Palazzo del

Pritt-

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Labicoeiorositi. 5Prìncipe in Valmontone , trafportatevi dal Colie dellì ,^ua-

dri-inon avendone in detto tempo lafciata memoria alcuna,

che ivi foJTe Labico , // che ha caujato di rejìar di nuovo

il Jìto ignoto , e fi è rinnovata materia di competenza

olii Popoli di Valmontone , e di Lagnano ; qual tnemo-

ria fi perderà affatto y fé V E.V. per fua gloria , e ri-

compen/a d'eferfi fervito di què'' pezzi di pietra tagliata ivi

difcopertifi , non vi farà porre un ifrizione : HIC FVITLABICVS '. C'irne fufatto , quando vennefpianato Casaro .

La predetta Porta Labicana di Roma è di ruHica av'

chitettura formata avanti , che fcrivefie Vitruvio . Che fia

fiata più volte chiufa , e murata , e verifimile , ricono-

fcendovifi la bianchezza della calce , chefacilmente pare del

Jecolo XllL j come dalfeguente fucce(ìo fignificherb a V. £.

in detto fecola fu trafportata la Sede j^poHoUca in Avi-gnone dal Pontefice Clemente V. di Guafcogna , Ve/covo di

Burdeos , ove dimorata anni fettunta , fu riportata in

Roma da Gregorio XL In tale afienza de' Pontefici i Ba-

roni Romani non avendo fuperiore , sfrenatamente comin-

ciarono ad ufiare la loro fuperhìa tirannicamente contro il

Popolo j // quale per ciò adunaiofi nel Campidoglio , elef-

fe tumultuariamente per Confalo , un figlivolo d'una lavan-

daia chiamato Cola di Renzo giovane difpotiffimo ad ef-

porfi ad ogni pericolo per la libertà Popolare , col di cui

favore , e furore fece molti buoni progreffi contro detti Ba-

roni 5 ed in tal maniera avanzofii , che ricevè Ambafcie-

rie dalle Repubbliche .^ e Potenze d' Italia , ma poi per va-

ri accidenti di guen e , perfeguitato da' Baroni Romani ,

gli convenne fuggir da Roma . Nondimeno dal Papa Inno-

cenzo V. vi fu rimandato con autorità , e armi Pontificie

per dìfcaccìarvi Francefco Brancellifattofi per forza elegge-

re Senatore di Roma , ed avendolo vinto , e difcacciato >

ritornò efo Cola di Renzo nella priflina autorità popola-

re , nella quale però non fifeppe confervare , perche aven-

do pòfia una gabella fui vino , che molto difpiacque al

Popolo 3 da queBo nel tumulto venne uccìfo .

In

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6 Le Memorie del Primo e SecondoIn tal fudetto ìnteregno , e ofcnza de' Pontefici , e

mentre detto Cola dominava , ebbe guerra colli Colonnefì ,

afedìando lungo tempo , rnà invano la loro Città di Pa-

lejìrina , ed in fpecie Stefeno della Colonna , coti chia-

mato in gue' tempi , e quefio poi con ogni sforzo cercò di

pigliare le Porte Prenehiana e Labicana , ma dal Popo-

lo ne venne rigettato . Dal che avvedutìfi quanto fojìe pe-

ricolo/o il difendere dette due Porte , non difranti fra di

loro , perciò le chiufero , e murarono ambidue , ed in "ve^

te fu ridotto a Porta uno degli archi del cajlello deWac-

qua Claudia , detta Porta Maggiore per ejìer di fortezza

pia dell' altre Porte di Roma ,

Mi è di/piaciuto , che la Porta Labicana fa fatachiufa , fcnza fperanza di più aprirfì ^ efendovi al di fuo^ri irato piantato un canneto , circondato di mura , e per'

ciò non è più alla vifa * efu indebitamente occupato quel

Jito , mentre per leggi 9 e confuetudine le mura delle cit-

ta devono avere tre palmi dì vacuo all'intorno ^ molto piùle mura di Roma , da' legijìi chiamate facre . Ne ho po-

tuto fapere chi di quel tempo ne fojìe ì' ufurpatore . Peraltro fé V. E. entrerà in guel canneto , e darà un'occhia-

ta alla detta Porta murata , troverà la qualità della pie-

tra 5 e de'fuoi pezzi tagliati confimili a quelli della pri-

ma Porta di Valmontone , e degli altrifuddetti . In cor-

roborazione di ciò , cheferivo , non troverà nell'altre Portedi Roma , nelle fue mura pietra dì tal qualità , mate-'

ria 5 e forma j onde dalle co/e prenarrate fi deve conclude-

re per vero , che l'antico Labico fa fato nel Colle deIli

^>uadri , e fante la vicinanza più a Lugnano , che a Val-naontone , era più conveniente di dare il nome di Labicorinnovato a Lugnano , che a Valmontone , come inde-

bitamente feguì avanti a che in quelle parti fi perdefé la

lingua Latina materna^ alla quale oltre ottocento anni nefuccefe la volgare per il commercio fattof co' Goti , e

altri , che dominarono /' Italia in fpazio di trecento anni .

Che Falmonionc iu que' tempi ignoranti venifé intitolato

La-

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Laéico e loro siti. /Labico , fece , che fu pòHo nel dizionario della lingua Lat'

lina interpretando Lzb'ìco i fi dille Valmontone , il che non

fi diede a Lagnano , a catifa che -venne qualche mefé fab-

bricato poFìeriormente colle rovine dì Labico . Non però

devono queFìi due Popoli attribuirf d' efere difcefì dalla

progenie Labicona ^ né vantarfi efere ano pia antico dell'al-

tro , perchè oltre alla dìFIruiione di Labico colla confe-

guenza delle morti , e difperfione delle perfone , qualun-

que: prattico della lezione delle Fìorie del mondo faprà

meglio di me , che non è pacato fécolo fenza guerre , g

fenza peffe , e per tali cau/e fono Nate le città abbattu-

te , riducendof i fìti , e territori pieni di felve , e bofca-

glie . Onde tralafdandone gli efempi con queflo di Labico^

e le molte guerre avute coi' Romani per efer anche note

neir Italia , mi rejìringo a dire , che fecondo il Platina

nella vita di Pafqaale IL dovendofì quefìi trasferire al

Concilio di Francia , lafcìò il governo di S. Chiefa al

Vefcovo di Valmontone , e ciò fu nel principio del fe-

cola XL nel tempo , che Goffredo prefe Gerufalemme , e

nel tempo , che la Contefa Matilde donò alla Chiefa la

città di Ferrara con quanto fi contiene dalla Terra dì

San punico a Ceprano , ed anche nel tempo del grande

fcifma di tre Antipapi ,/' uno de' quali fu eletto in Pale-

Brina . Non ho però potuto fapere di certo , che Valmon-

toue fa Bato di Sede Epifcopale , bensì sì legge , che ab-

bia avuto un Cardinale , ed lo ne diedi la notizia a" Val-

montonef , / quali non la fapevano .

Ventura Rofati

.

Brenji note fui contenuto nella

Juddetta Relazione *

Uefla notizia in lettera del predetto Rofati mìo

Nonno fu lo fcoprimento delle mura fotcerranee

del diftrutto Labico, fo conto per altri feruti

de ir

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8 Le Memorie del Primo e Secondodell*Autore , che accadefìfe poco avanti la metà del fé.

colo XVI. Il nome dato al Colle delli Quadri , terri-

torio di Lugnano , fu perla quantità delli pezzi di pie-

tra di forma quadra ritrovativifi , e ficcome la gran

pianura di detto alto Colle è fiata fcmpre coltivata a

maggefi, fi è fpelTo coli' aratro difcoperto qualche pez-

zo di pietra tagliata , e anche da me veduto in paf-

farvi alla caccia delle palombelle nel vicino laghetto,

come anche da altri , che gl'impiegarono a diverfe ope-

re 5 ne vi è altra via d'andarvi 5 che per felciata Labi-

cana , la quale fa argine al detto laghetto di Lugnano,

frequentata anche da'Paleltrinefi , che vi hanno terre-

ni lavorativi a grano , in fpecie uno confinante al detto

Colle delli Quadri appartenente al Monaftero di Mo-nache di detta città di Paleflrina .

Di ciò che fcrive il Rofati della prima Porta del-

la Terra di Valmontone , rimafta poi fotterranea per la

chiefa , e cafe aggiuntevi di fopra , e nelli lati 3 cC-

fer comporta di grolTi pezzi di pietra fimile all'impiega-

•te per gli flipiti delle prime porte di cafe di eflb Valmon-

tone , ed in quelle di Lugnano , così delle impiegate per

il gran Palazzo del Principe , non vi è da dubitare ;

fblo può dubitarfi , che l'antica porta di Labico fia la me-

defima della Porta Labicana di Roma , fattavi coftrurre col-

le mura da Aureliano , dalla qual Porta ufcendo la via

felciata Labicana 5 profiegue a retta linea al predetto Col-

le delli Quadri , e fito di Labico . Può più tofto con-

getturarfi , che delli peazi di pietra fparfi intorno al

detto Colle , che vi erano di quel tempo , Aureliano ,

fé ne ferviffe per comporre la porta nelle fue mura pel

bifogno di pietre tagliate , vedendofi ocularmente , che

le due Porte di S. Sebafliano , e Latina , fono com-pone di pezzi tagliati di pietra Tiburtina cavati dalli

Maufolei che erano nelli Iati , e avanti il dilatamento

di dette fue mup*i , che d'alcuni ve ne reftano l'ofTature .

Quelche poHo dire , fi è che li macigni di pietra , di

cui

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LABICOELORoSirr. 9cui è compofla la porta fotterranea di Valmontone cias-

cuno è alto palmi due , e lungo palmi tredici , e taluno

minore ; ed avendo fatto fcavare dalla parte di fuori

prelTo alla porta Labicana di Roma d'Aureliano , tro-

vai i pezzi delle pietre della medefima mifura , e taglio

della predetta prima porta di Valmontone . Circa a

quelche fcrive il Rofati di non effervi ne' contorni pie-

tre confimili alle difcopertefi nel Colle delli Quadri ;

come parimente , che la porta Efquilina venilTe chiama-

ta Labicana , debbo dire , che effo Autore mio Nonnomaterno era più dottore di legge che antiquario , men-tre , in quanto al non trovarfi pietre ne' contorni y

non è di farne verun caio , fapendofi che o finito il

taglio, o anche non terminato , fc le cave liano in pia-

nura , o a piò de' monti , fempre i fiti fi riducono 5

a bofchi , e a felve , e perciò rimangono ignoti ,

e infieme le pietre prodottevi . In quanto che la porta

Efquilina folle detta Labicana , non fuffifte mentre

r Efquilina era lìtuata alle radici del colle di tal no-

me 5 a cui anche s' andava dal Coloffeo ; e di det-

ta porta rimafe il fito ignoto , per avere Aurelia-

no dilatate le mura ,, nelle quali fatta conftruire

nuova porca , a caufa della via , che conduceva a La-

bico , quefta fu detta Labicana , che è fra il cartello dell'

acqua Claudia , e la Chiefa di S. Croce in Gerufalemme .

Quelchè poi foggiunge , è cofa notiOìma , cioè che effen-

do (late fabbricate le terre di Valmontone , e di Lugnanocolle rovine del loro vicino Labico , vi fieno Itate

fempre difpute , e competenze fra'Valmontonefi , e i Lu-gnanefi , quale delle due loro Terre meritalTe il titolo di

Labico rinnovato , Su quel che fcrive l'Autore in detta

fua relazione , che in Valmontone fia (tato un VefcovoCardinale 9 ed averne egli medefimo data la notizia

a' Valmontonefi , i quali non la fapcvano , e di

non aver elfo potuto fapere , fé detto Valmontone fia

•flato Sede Epifcopale ,• debbo dire , che non è

R da

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IO Le Memorie del Primo e Secondoda maravigliarli punto di non aver egli faputo trovare , f^

detta Terra fia Hata Vefcovale , poiché non effendo fiata

tale, gli fcrittori de'ftcoli inferiori (ohg cori» coH'erroie

del Dizionario , in dire Lahìco . Valmontone ^ e da que-

sto l'ha prefo il Platina , e dal Platina il Rofati » non

avendo faputo eflervi flato il fecondo Labico 5 che fu

Sede Epifcopale , come dimoftrerò più a baffo .

Vengo ora al mio alfunto , che è di provare

,

effere flato il vero fito di Labico pella gran pianu-

ra dell'alto Colle delli Quadri , territorio di Lugnano,

diftante da Roma poco più di quindici miglia per l'an-

tica via felciata Labicana > che fuffiflc fempre in linea

retta, ed eccone l'autorità di Strabone principe de' Geo-

grafi nel libro V. con quefte parole , che riferifco

ìw Latino : Incìdìt deìnde Lavicana ìnclpiens a Porta Ex-

quìlina , unde ì^ Pranejlìna , relinquens autem ad lavam

i^ Campum Exquili'nura procedit ad CXX. ^ amplìusJìa-

dia , ì^ appropÌ7ìquans veteri Lavico ^ quod oppidum in /urli-

mi fltiim 5 nunc dirutum ef? . Quefta autorità evidente

per fé fola bafta a riprovai:^ Terrore dell' Autore del

Dizionario , e d'altri , che 1' hanno feguitato ia tempi

ignoranti , in aver creduto , il fito del vecchio Labico

effere flato , dove è la terra di Valmontone , la quale ,

come è notiffimo al Popolo di effa , e ad altri Popoli ,

che continovamente vengono in Roma , e da quella ri-

tornano , è diltante da Roma ventidue miglia , o che fi

vada preifo la Latina per Frafcati , o preffo la Labicana

per la (tradi di porta Maggiore ; anzi l'antica Labicana

da Roma non va diritta a detto Valmontone , né alla

fua valle , e Colle bofchereccio , ma paffa nel mezzodella pianura fra detto colle , e la terra di Monte For-

tino , contrariamente a Strabone fuddetto , che della via

dice : .i^ appropifjquaKs veieri Lavico (^e. Tralafcio per-

ciò il Biondo, che dice femplicemente : Alcuni penfimo

the Labico Jìa Valmoìitom , così pure il Kircher nella

fua dotta opera del Lazio pag.rzo. del Gap. 20. dice :

Non-

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Labicoelorositi. IITSfonnulU eo in loco ( parla di Labico } qut Valmontone

dicitur-i pofitumfuipe exijiimant , verum cum id smnium Au^thorum relatìonibus repugnet , maneat , cioè in Zagarolo .

Ma tanto Zagarolo , quanto Valmontone fono ben di-

fìanti dall'antica via Labicana , e ambidue fon fituatì

nei mezzo d'una valle fu rilevanti colli ovali bislun-

ghi fra due colli bofcherecci j quafi nel modo , che è la

città di Sutri .

La medefima autorità di Strabone è contraria a

que'dotti » che fi fono immaginati , efiere flato il vecchio

Labico fui monticello delia Colonna , dal quale l'antica

via felciata Labicana pafla più di due miglia diflante ,

e altre improprietà, che referirò più a baffo . II perchè

fiano andati errati fui fito di 'Labico , per quanto ve-*

do j è proceduto per eflere flati foreflieri non prattici

della contrada, mentre andati per vie moderne l'hanno

fituato in qualche altura « che han veduto , fenza però

aver potuto olfervare l'alto Colle delli Quadri , rima-

rio coll'antica via fegregato dalle vie moderne , intro-

dottefi in fpecie nel fecolo XIII. come meglio fi dirà

nel defcrivere l'antica via Labicana . Dirò in tanto con

poche parole , dove fu il vecchio Labico . E' il fuo fico

poflo fra Paleflrina , e Velletri , giuflamente in pro-

fpetto a retta linea , ed è un altiffimo Colle con fopra

una fpaziofa pianura , capace d'una gran città , qual 'ì\x

Labico . La fua forma è circolare , fé non che nell'ef-

rremicà riguardante Paleflrina , in diflanza di poco più

di quattro miglia , fi congiunge alla fommità d'un Colle

bofchereccio , che a traverfo colla fua baffa valle con-

linova a deftra a pie di Lugnano , e fin di là da Val-

montone . Gli altri lati d'effo Colle delli Quadri , con

a pie l'antica via Labicana, fi dilatano in una larga,

e lunghiffima pianura coltivata a grano , compofla di

piccole valli , e colline , come la campagna di Roma .

Per accennar qualche .cofa di quefla non meno an-

tica 5 che celebre città Lavicana , fcrive Plinio nel terzo

B 2 al

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12 Le Memorie del Primo e Secondoal Cap.IV. che era nella prima Regione d'Italia . Lafua origine fi ha da Servio al fettimo dell' Eneide fui

V.796. Ei Sacrarla acìes , ^ p'iBi fcuta Labìci . Le guer-

re de' Labicani co' Romani, or vincitori, ed or vinti,

fon regiflrate da Livio nel quarto , ma finalmente nell'ul-

tima battaglia preflb il Tufcolo furono i Labicani ab-

battuti 5 e fconfitti , colla perdita anche del forte lo-

ro Algido , e il giorno fcguente i vittoriofi Roma-ni afìediata la loro città di Labico in forma di co-

rona, la prefero colle fcale , con avervi mandati da

Roma mille , e cinquecento coloni , affegnando a ciaf-

cuno due jugeri di terreno ; dal che ricavafi anche la

vicinanza dell' Algido con Labico , che effendo ftato nel

Colle delli Quadri , reità appunto fotto l'Algido , a me-no d'un miglio per linea trafverfale . Scrive Silio Ita-

lico nel libro V. v.565.

Ei "vetcrem Sellare Labicum »

E nel 12.v.554.^amque adeo ejl campos ingrefiis , (5* arma Labici .

Che Giulio Cefare il principal guerriero per fapere.

per animofità , e per clemenza , aveffe la fua deliziofn vil-

la nel territorio Labicano , e vi facelfe teflamento

,

vien atteftato da Suetonio nella fua vita con qucfte

parole : PoFIulante ergo Fifone focero teHamentum ejus

aperitur , recìtaturque in Antotiii domo , qiiod ^dibus Sep-

tembribus proximis in Lamicanofno fecerat , dcmanda-oerat-

que Virgini VeJÌaliMaxima . Altro, per quanto fo, non trovo

del vecchio Labico , che al tem{K> di Cicerone era nel fuo

cffere j facendone quefto grand'Oratore menzione con altre

città vicine a Roma nell'orazione contro ilTribuno Rullo,

anzi , che egli non folle più Colonia , ma Municipio , li ri-

cava dall'orazione a favore di Cn. Plancio dicendovifi :

Nififorte te Lavicana , aut Bovillana, aut Gabina vicinità: ,

odjiroabat^ quibiis ex Alanicipiis vix^jam qui carnem Latinis

potanti invcniunttir , conche Cicerone ci dà la notizia , clic

anche la cicca di Bjvillc , e di Gabio col titolo di Mu-nici-

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L ABICO E LOR O Si T I. Ijnicipii erano in piedi nel di lui tempo, fapendofene

anche di quefte la poca diftanza da Roma per altri fcritti,

ma non però in quefti fi trova quando col vecchio La-

bico venner diroccate , e diftrutte . Che quella noftra

città di Labico fia fìata di mura forte , ed in quel

tempo inefpugnabile , oltre alli gran pezzi di pietre

fotterranee difcopertefi nella metà del lecolo XVI. , co-

me riferifce il Rofati di fopra riportato , fi ricava da

Dionifio nel libro ottavo , come pure da Livio fijd-

detto nel regiftrare , che i Romani la prefero colle fcale

in forma di corona .

Da chi j e di qual tempo veniffe rovinata 5 fé ne

(la molto air ofcuro , e da niuno fcrittore fc ne fa pa-

rola . Non oflante , fecondo il mio poco fapere , mipare facile a giudicarfi , che feguir fia potuto nel tem-

po di Strabone medefimo , poiché avendola veduta nel

ilio edere , defcrivendo poi di eila la diftanza da Ro-ma, dice , quod Oppidum nunc dirutum eFf ; con che moftra

un fatto frefco , e recente ; cosi parimente efiendo ftata in

effere vivente Cicerone , e col titolo di Municipio , è

facile a credere , che venifle quella celebre città diroc-

cata r anno di Roma DCCXII. nella fpietata guerra

moda da Fulvia , e L. Antonio al giovine AuguftoTriumviro , in aver prefa la forte Prenefte , e fortift-

cativifi col loro efercito , ed in ifpecie dopo che nonfegui la pace trattata da' veterani , che s'adunarono nella

città di Gabio , onde e quefta città, e Labico, ed altre

delle vicinanze vennero rovinate , per toglierfi fra loro

il comodo di prefidiarle .

Continovò Strabone a ferivere la fua Geografia dopod'Augufto neir Imperio di Tiberio , dichiarandolo ciò nel

fuo libro XIII. dove dopo d'aver detto , che Teofane Ifto-

rico venne arricchito da Pompeo Magno , foggiunge ,

che il di lui figlivolo Marco Pompeo fu da Augufto be-

neficato , e decorato col farlo Procuratore dell'Afia ; e

che dopo godè l'amicizia di Tiberio , carne fi legge nelle

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14 Le Memorie del Primo e Secondofeguenti parole : ^Uiemadmodum KuguBus Cafar y4fiaProcuraiortm conjlituìt , hodle Interprimos Tiberil Cafarisamìcos ccnfctur i e più fotto continova a dire : Tiberiia utem Cte/aris , ^ui no/Ira alate rerum potìtur ^c.

Ma l'infelicità dell' Imperio di detto crudel Prin-cipe fi legge , elTere fiata tale , che niuno nobile erapadrone della propria vita , e apporta premiava le fpie ,

per far morire anche per caufe leggieri , e fenzaprove 5 qualunque gli veniva fuppofto reo di delit-to j ed anche vendicavafi trafverralmente fu chi o pa-rente , o amico gli fofle , bacando l' efempio delpredetto M. Pompeo Procuratore dell' Afta fra egliprincipale fuo amico j eppure effendogli flato riferi-

to 5 che al fuo padre Teofane li Greci , avevan fatti

onori divini , fé la prefe coTuoi parenti , facendo cfi-

liare , al dir di Tacito libr. V. la Dama Pompea Macrina,e condannare alla morte il di lei padre , e fuocero ,

uno pretore , e 1' altro cavaliere ; fé bene quefti la

prevennero da loro medefimi .

Tutto ciò fia detto per moflrare folamente , cheStrabone j ed altri fcrittori di quel tempo , s' a/tenne-ro di porre ne' loro fcritti, che del diroccamento diLabico,ed altre città , ne furono autori o Augufto , o-Pulvia , e

L.Antonio per efler parenti d'elfo Tiberio . Comunqueperò fi fia , rella fempre avverato , che la città di Labicovcnifle diroccata ne'primi tempi diAugu/lo , mentre , co-me fi è detto poco fa , Cicerone la deferirle per mu-nicipio con altre , che erano nel vicino Lazio , né poiStrabone dice effer fiata rovinata ne' fuoi tempi , mafolo:Nufic dìrutum eB . Ora a fine che il curiofo anche dell'an-

tica geografìa abbia una tal quale idea della contrada

,

in cui era fituata la città di Labico tanti fecoli nafco-

fta j anderò dimoftrando eflere fiata nel territorio di Lu-gnano fui Colle dclli Quadri , fra I' antica Prencfte ,

e Velletri , fito dopo 1' eftremità del monte Algido a

finifìra .

Pri-

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Labicoelorosiii. 15Primieramente filmo bene di defcrivere l'antica via

Latina, e poi laLabicana , camminando perciò con Stra-bene fuddetto , che fcrive nel libro V. Incipit LatÌ7ia

a vìa Appia adjinijlram , ab eaprope Romam defleilens , ac

fupra montem Tufculanum , ^c. defcenditque ad Algidumoppidum , ac Picìas diverforium . Tutte cofe giufto chefi vedono ancor prefentemente

; poiché la Latina a fi-

niltra dell' Appia prelTo il Celio , e Celiolo principiadopo la Chiefa di S. Sifto Vecchio , i cui maufoleine'lati di elTa abbattuti nel dilatamento delle mura di Au-reliano , fcavando , fi fono difcoperti con i Colom-barii anche a mio tempo , colle lapidi fcritte ; e l'an-

tica via felciata nel farvi Io medefimo fcavare la tro-vai dodici palmi fotto la terra fcaricatavi per ridurrei fui a cultura , come accennai nella mia operetta dellaBolla d'oro alle pag.j i. 41. , e 49.

Appertafi poi nuova via dopo la Bafilica Latera-na , che conduce a Frafcati , e Albano , rimafe la La-tina difufata , e fol ridotta ad angufto ftradello dalli pa-droni delle vigne ,• e fé non foffero gì' indizii degliavanzi de' fepolcri , farebbe affatto ignota . Qu^ellc pertanto lacere rovine , che re/tano alla villa , anche dopole vigne nella campagna lavorativa a grano, fon quel-le , che ci fan vedere la continovazioue della Latina

,

fra l'odierno Frafcati , e la Chiefa di Grottaferratade'RR. Monaci Bafiliani .

Se i nobili pellegrinanti m occafione d' andaread ammirare colle magnifiche rovine il celebre mofai-co ifloriato del Tempio della Fortuna Preneftina , s'ap-

pigliano a quella via preffo di Frafcati , potranno avereil contento d'olTervare ia detta Chiefa di Grottaferratale infigni dipinture a frefco del Domenichino rappre-fentanti al vivo i fatti di S. Nilo , e di Ottone fe-

condo Imperatore ; come altrefi colonne, ed altri avan- C/cndie K?-zi d'antichità creduti della villa di Cicerone , ricavan- s' ='g«^'« ^^e'-

dr ì -ir n i , .

,

3 *.«.v

1 orazione peroli da luoi feruti, e dall aver pa/'ata la gabella per il paf- eomeiioBai-

• '^ " ° ^ ^ ^ bo,eneIlefi,e10 ^piftol?.

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1 6 Lb Memorie del Primo e Secondofo dell'acqua Cabra , che anche prefentemeiue vi coti-

tinova a paffare . Dopo poca montuofità , veggonfi a

finiflra le rovine dell'antico Tufcolo , ripiene di fpine-

ti , e arbofcelli , fopra alle volte degli^edificii , A de-

flra poi rende diletto la vifta dell'alto monte Albano,tanto celebre nell'antichità , per lo concorfo delle ferie

Latine , falendovifi per la fnedefima larga via di granpezzi di felci coftrutta , non per vedervi qualche velU-

gio del Tempio di Giove Elicio , ma la più piacevole

veduta , che fi polla ideare e de' monti Appennini a

guifa di teatro, e delle lontane , e vicine campagne, e

di Roma, e d'altre città. Quelchè è più curiofo , fi è

che congiunto a detto monte , ve n'è un altro di forma

circolare , non più alto che due uomini con fopra una

pianura uguale . Se di tal cofa fia fiato autore Ani-baie , come ne precorre la voce , non faprei affermarlo ,

e fol poflb dire , che pare fito d'accampamento , ed è in

profpetto a retta linea a rovine di edificio , che fembra-

no della fortezza dell'antico Tufcolo , dalla quale , al

riferir di Livio , vi fu elTo Capitano Cartaginefe riget-

tato ; onde giudichi il curiofo in offervar quella con-

trada , fé Anibale perdefiTe ogni coraggio di pigliare ,

e faccheggiare la fua nemica Roma , poiché non s'arrifchiò

di far fronte al Capitano de'Romani , che da Capua con

parte dell'efercito , fapeva già , che veniva per la vici-

na via Appia , anzi non ebbe cuore di profeguire le po-

che miglia della fua via Latina , ma difperatamente , gi-

rando alla delira dopo il Tufculo , traversò la via Ce-

limontana , la Labicana , la Prenellina , e Tiburtina ,

gettandofi per la pianura della campagna verfo l'Anienc,

e fol fi legge , che cavalcalfe tre miglia avanti la via

Collina , dalla cui porta , ufcitogli incontro in ordine di

battaglia il Confole Romano, l'accorto Anibale sfuggì

di combattere , non già per la pioggia riferita da Livio,

mentre fi fa, che in vedervi il fuo vantaggio, aveva

altre volte combattuto e per piogge , e per geli , manel

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LabicoeloroSitt. f/nel cavalcare , non avendo trovato fito da farvi imbofca-

ta ) che era il Tuo forte , e fapendo che Roma era benmunita , e ritroyandofi le fortezze de' Romani dietro

alle fpalle , per altro camino fé ne ritornò in dietro :

da che i Romani , come regiftra Livio , nelle fue ftoric

fabbricarono un Tempio al Dio Redicolo fra le vie La-

tina 5 e Appia .

Ma ritornando da dove mi fono difcoftato , cioè

alle radici del Monte Albano , non dirò che il fore-

ftiere poffa vedere le rovine della Villa di Lucullo ,

e d'altri Romani perfonaggi ne'lati della via Latina , chericoperte fono dagli arbori , non fapendofene né pure i

fiti ; ma quelche fi vede con gli occhi a delira dopodetto monte Albano , è la gran mafla di pietre taglia-

te 5 rovine della fortezza , detta della Molara , diroc-

cata con quella del Tufcolo nelle guerre civili . Dopofeguono i monti Aricini , e Nemorenfi , e full' ultimo

è ben curiofo ad ofFervarvi l'antico taglio de'felci fat-

tovi da'Romani per pavimentare le loro vie confolari,

poiché i groffi arbori crefciuti fui maflb de' felci han- .

no colle loro radiche aperte le vene di detta duridìma :

pietra , il che fomminiftra una olTervazione particolare,

A finiftra vi è il Monte Algido , fortezza appartenente a i

Labieani . Al prefente vi è la terra detta di Rocca Prio-

ra , e terminando quello monte , vie in profpetto l'alto .

molte felvaggio di Velletri detto Lariano , fu la cui

fommità da giovine falitovi per la caccia de'palombaccisoflervai fra quegli grofll alberi di quercia non po-che rovine , credute dell'antica fortezza Carventana ,

menzionata più volte da Livio nel riferire le molte bat-

taglie accadute in quefta contrada , ed ò in diltanza

da Roma diciotto miglia , del qual forte Lariano , e

di Norma , non diftanci fra di loro , fé ne vede la permu-ta nella celebre opera dell'eruditiflìmo Muratori y^ud^^uitates Italica medii £vci ^ Tom. i. pag. 141. fatta fra il

Pontefice Alefiandro IIL , e Rainone Tufculano del 1 179.C Ma

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1 8 Le Memorie del Primo £ SecondoMa là maggior particolarità , che polla vedere il no

bile foreftiero , crederei , che lìa la larga , e lunga

valle in una pianura , la quale principiando fra il

Tufcolo e monte Albano fuddeiti , è di fpazio Tei miglia

facendo la figura a guifa del Cerchio circenfe . Or que-

fla amena valle , e fua via Latina , vien racchiufa da

tutti i predetti monti , godendovifi ne' tempi ertivi la

più grata frefcura , che delìderar fi polla , e ne' tempi

della neve , vi continova a rtare per lo fpazio di qualche

mefc , dove riducendoù a mucchi , ferve nell'ertate per

Roma . Qaerta gran valle per tanto è il mcmorabil cam-

po , in cui accaddero le molte battaglie de'Romani coa-

tro i Volfci ) Equi 5 ed altri popoli gelofi della principia-

ta potenza de' Romani , come meglio può vederfi in

Livio . Terminando l'Algido a finiltra j vi termina in

poco declivio detta fpaziofa valle , elTendole in pro-

fJ3etto detto monte di Velletri , a pie del quale è Torte-

ria della Cava per ripofarvilì » nel modo che cortuma-

vafi anticamente; elTendo per l'appunto il diverforio ac-

cennato da Strabene parlando della via Latina fra i

monti Albano , e Tufcolo : defcenditque ad Algi'

dum oppìdum , PìHas dì'verfiorium . Dopo querta ofteria

detta della Cava , a poca montuofità la Latina en-

tra nella gran pianura coltivata a grano fulla dtrtra >

dove continovano i monti felvaggi di Velletri , e la via

moderna per fei miglia conduce alla terra di MonteFortino, e a liniftra per quattro miglia prosegue l'altra,

che va alla terra di Valmontone .

Il curiofo intanto lafciando a dertra la predetta pia-

nura , e via Latina > e le dette due vie moderne , torcen-

do a finirtra prelTo l'crtremicà dell'Algido , a meno d'un

miglio trova un piccolo lago, detto il laghetto delli Lu-

gnanert , al quale facendo argine l'antica via felciata La-

bicana , vi lì paffa fopra , come pure a pie del vicino

altilTimo Cjlle delli Quadri , ed oflfervata la fua gran pia-

nura > e la detta antica via , troverà fecondo la diltanza

re-

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LabicoeloroSitj. 19regiftrata da Strabene , efìer da li a Roma poco più di quin-

dici miglia 5 e perciò il giuflo fito di Labico ; e da que-

fìo dopo poco fpazio entrerà nella via arborata , che

per quattro miglia conduce a Paleftrina , e al Tuo celebre

mofaico ifloriato del pavimento del Tempio della For-

tuna Preneftina , potendovi offervare , che quali tutte

le cafe della città fon fiiuate fopra le rovine di detto

magnifico Tempio . Da quefto viaggio, fatto per la via La-

tina , può il detto forefliere maggiormente avvederfi ,

che Labico , col fuo territorio , fia flato nel predettp

Colle delli Quadri , non folo per la diflanza da Roma

conftituita da Strabone fuddetto , ma anche lo può de-

durre da Livio 5 nel defcriver che fa il viaggio d'Ani-

bale per via Latina con quelle parole : Uannibal infejìius

perpopulaio Agro Tregellano propter potUCs ìnterc'ijos^ , per

Fni/ìnatem-, Ferentinum qua; , ac Anagnìnum Agrum in La-

bìcanim -vcnìt , inde Algido Tufculum pefiii .

Pili chiara prova non può defiderarfi 5 poiché a fir

niftra della Latina non vi è alcun territorio , ma i

monti di Velktri , tutte cofc note alli popoli di quei

contorni , e ad altri , che per detto territorio vengono

in Koma . Ma fola a deftra della Latina vi è il terri-

toi;io in pianura detta Labicana , e il Labico , dopo de'

quali fi trova l'Algido.

Fin qui eflendofi parlato della via Latina fin do-,

pò l^eftremità dell'Algido , territorio Labicano , e La-

bico fui Colle delli Quadri , defcriverò , brevemente

più. che fi può , la via Labicana ; ma per camminare

colla fcorta di Strabone fu la diftanza da Roma u La-

bico di CXX. i3 amplius Hadia , è d'uopo d'indagare

il fuo principio , che è dalla porta Hfquilina , rimalU

ignota dal dilatamento delle mura fatto da Aureliano ;

e per tal caufa niun' Antiquario fin qui ne ha potuto

far parola. 11 folo, che ha parlato del fito della porta

Efquilina, è l'erudito Fabretti , tanto nella fua opera

degli Acquedotti nella fett. IH. num.247. quanto in quel-

C 2 la

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20 Le Memorie del Primo e Secondola delle Ifcrizioni alla pag.376. con aver creduto d'ef-

fer ftata detta antica porta , dove è la piccola Chiefa

di S. Guliano incontro alli trofei di Mario , che con-

file in una rovina d'acquedotto . Ne tratta parlando d'al-

cuni fepolcri preflb di S. Bibiana , e della vigna Nunez.Ma fenza dire , che detta Chiefa di S. Giuliano , ultimo

edifìcio in quella parte del Colle , è in pianura , e l'an-

tica porta Efquilina era alle radici, ed eftremità d'cf-

fo Efquilino , come furono tutte le altre porte a pie

de' fette Colli , il che lo (klTo Fabretti infegna più a

baffo j nulla han che fare i fepolcri , da me anche ve-

duti fcoprire nel fine di detta vigna Nunez contìnante

colle mura, e porca di S. Lorenzo , un miglio in circa

diftanti dalla predetta Chiefa di S. Giuliano , effendo,

Goipe fi fa i detti fepolcri della via Tiburtina rimarti

inclufi dentro il circuito delle mura d'Aureliano , come

rimafe la porta j e il principio della via Prenertina ,cheè

fra detta Tiburtina , ed Efquilina . Non ortante il detto

dotto Fabretti è degno di fcufa , per non aver potuto fa-

pere quclche poi è ufcito alla luce da fotto terra ,

che confirte nella fcoperta delle porte Prenertina , por-

ta Efquilina , e principii dell' antiche vie felciate , co-

me fuccintamente riferifco .

L'anno 1733. in occafione , che Francefco Belardi fca-

vava nel fuo orto fotto la Chiefa di S. Bibiana fra il Tem-pio Decagono di Minerva Medica , e 1' odierne mura di

Aureliano, fi imbattè a fcoprire un'alta camera fepolcrale

ripiena d' olle con offa bruciate , conàpiè le loro lapidi

fcritte muratevi , del qual Colombario ebbi occafione di

parlare alla pat; 55. della mia Operetta della Bolla d' oro

publicata in Roma nel predetto anno 1732. Continuando

poi a fcavare per la ricerca di materiali da fabbricare , pref-

fo detto Colombario s'incontrò nella fepolta via felci ata

Prenertina, e levatone i gran pezzi di felci , vi fcoprì fui

fine groflì macigni di pietra pepcrina , tagliati alla ruflica ,

e querta difcoperta fu fatta l'anno 1735. ne dopo trovò più

fel-

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L ABICO E LOR O Si T I. 21felci 5 né peperini , cosi ritorcendo nell'altro Iato , dopo

alcuni palTì trovò un grandiofo edificio fepolto , che

fcavando il mallo della terra , che lo ricopriva da ogni

lato , nel principale di eflTo , riguardante il fito , dove

aveva fpogliato il pavimento di felci , gli comparve

un epitaffio affiflbvi , incifo a gran lettere in pietra Tibur-

tina 5 dichiarante , eflere il fepolcro delli Liberti , e della

famiglia di L. Arrunzio , entro del quale ritrovatafi una

curiofa larva , la riportai nella mia Opera delle mafche-

re fceniche nel Capitolo 84. pag.228. dove defcriflì il

contenuto di detto Columbario , e delle molte ifcri-

zioni vi riportai la feguente , che farà più corretta

.

D. M. SVCCESSI PRIMI GENIA SOR

FECIT. FRATRI BENEMERENTI

ET PIISSIMO nER. VII. ANNIS

EGOLAMEATALE PEREGI NVNC

R AP.

lOR. TENEBRIS ET TEGIT

OSSA. LAP.

DESINE SOROR ME lAM FLERE

SEPVLCRO HOC ETENIMMVLTIS

REGIBVS ORATVLIT

Oltre il noto ricordo del morire , nella terza linea

alla parola PER , il II- è all'ufo Greco . Ivi foggiunfi an-

che d'averne fatto delienare lo fpaccato , i fuoi ornamen-

ti, e copiate le lapidi fcritte , che mandai poi al dottilTimo

D. Antonio Francefco Gori , che meglio di me vi potrà far

le noie . 1 q^a-

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22 Le Memorie deì Primo e Secondo1 quali due fuddetti Colombari! , affinchè non ritornaffe-

rò fotto terra , come tanti altri per l'utile di ridurne

i fui a cultura , mi voglio dare il piccolo vanto di

non avervi voluto comprare le lapidi fcritte , benché di

mio fludio , ma d'aver ufato cortefia al fuddetto Belar-

di. vivente , e fperanzatolo di ricevere utilità da' cu-

riofi j dal che vi ha fatto comode fcale , onde ciafcu-

no ha il piacere d'oilervarvi le particolarità , che vi lo-

no , e potrà vedere , che detti fepolcri a linea retta fo-

no in prolpetto alla porta Preneltina , benché mura-

la s e chiufa nelle guerre civili .

L'altra forte datafi fu la fcoperta d' un Ninfeo , e del-

la porta Efquilina , e del principio della via Labicana . Per

maggior intelligenza del curiofo debbo dire , che avanti

della fuddetta Chiefa di S. Giuliano , e dell'Olpizio de'

RR. PP. Carmelitani principia un trivio di tre vie

moderne; quella a finiftra arborata conduce a S. Bi-

biuna , e alla porta Tiburtina , detta di S. Lorenzo fuori

le mura . La via di mezzo fra orti vignati , va ad ufci-

re a porta Maggiore . La terza a deJtra olmata conduceall'antica Chiefa di S. Croce in Gerufalemme .

Fra quefle due feconde vie , dopo alquanto fpazio

di terreno fpdo , vi principia un' ifgla di orti recinti

di mura, dove nel Pontificato di Clemente XIL fcavan-

dovifi 5 gli operarj difcoprirono ciò che re/lava fepol-

to dagli fcarichi di terra , cioè un i^vanzo di vafio edi-

ficio 5 dove erauo incaftrate due tavole di marmo fcritte,

alla cui notizia mi moffi , e le andai aiOipr.ìre , fenza

guardare a fpefa , a caufa dell'erudizione > che conte-

nevano 5 e fono del tenore , che fiegue .

I.O.D.

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L ABICO E LORO SiT I. 2^

I. O. D.

PRO S AL VTEIMP. L. SEPTIMI SEVERI PI! PERTINACIS AVG,

PII FELICIS ET EXERCITVM

ET P. R . D. IVNIVS PACATVS CVM

ALEXANDRO FIL. SACRARVM

IVSSV, 1. D. SVA PEC. ADAMPLIAVIT C CAECILIO

RVFO. 7. SACERDOTIB. SOPRATVS . ET MARIN ET CALVSh

ITEM AVXIT

•'..•• ALVO IMP. L. ESERSEVERO PERT. PIO* AVG. N.

M. CAECILIO. M. F. IVLIVS RVFVS CONCOR.

LEG. III. CYRENAICAE EX CONCORNICVLARIO

AEL. LVCIAN PR. VIG. TETRASTILVM NYMPHAEVM

CRATERAM CVM COLVMELLA ET ALTARIVM CVM COLVMELt*

MARMOREA ET ALIAM COLVMELLAM ITEM ORBICVLVMCVM

COLVMELLA ET CETERA ORNAVIT. J. D.D. DEDICVIT

PERICLODIVM CaTVLL.PR.VIG ADSISTENTE ORBIO LAETIANO SVB PR.ET

CASTRICIO . HONORATO . TRCB. COH. IL VIG PR. CAL. AVG.

APRONIANO. ET BRADVA. COS. HERCVLANIO LIBERALE VA

Se fi fa detto confolato , elTer dell'anno di Roma 944.

e della noftra falute 191. non fi fa, almeno da me, fé

le prime tre lettere della dedica I. O. D. fi debbano ri-

ferire a Giove ottimo Dolìcheno^ oDefenfori, oDcufon'ienJì-,•

così nella fettima linea anche le lettere IVSSU I. D.

non ^o fé alluder polfano alla medefima deità , e fé

l'ultima lettera raflbmigliante alla h, fia una cifra, o altro .

Nella feconda ifcrizione linea feconda , le due

parole attaccate ESER SEVERO , fi conofcono nel mar-

mo

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.24 Le Memorie bEL Primo e Secondomo rifatte per abbaglio dell'incifore . Nell'ottava linea

dopo ET CETERA , le quattro lettere I. D. D. D.pulTon dire jufu decreto Decurìonum , e finalmente non(b ne pure rilevare l'ultime due lettere V A.

Qoefti due marmi fcritti , ed altri cinquecento eb-

bi l'onore d'offerire al predetto fommo Pontefice Cle-

mente XII. il quale dopo avermene benignamente ri-

conofciuto , ne fece dono al Campidoglio . Che il Nin-feo celebrato in dette ifcrizioni , al tempo di Severo ,

fia flato in quèfto Colle Efquilino , fi vede anche af^

ferito da Vittore , e che poi ferviffe di delizia ad Alef-

fandro Severo , vien dedotto dal Fabretti neHuoi Ac-quedotti difert.i. num.91. con riportare un' ifcrizione

del celebre Pirro Ligorio Antiquario j e Architetto Na-poletano j per altro non troppo fuo amico . Se bene vifi dice j che detta ifcrizione venne ritrovata vicino alla

Chiefa di S. Croce in Gerufalemme , avanti il cui Ora-torio fi legge in Anaftafio , eflere flato il Ninfeo di

S. Ilario Papa l'anno 461. colle parole; 'Nymphaeum ^Triportuum ante Oratorium J*. Crucis , ubi funt columnamire magnitudinis .

Ma che il predetto Ninfeo nobilitato , e ampliato

da' miniftri d'efTo Settimio Seveto , fia fiato nel detto

fito deU'Efquilino j ed 'm qualche eirere nell' ottavo fe-

cole , lo attefia j e defcrive con altre antichità un Ano-nimo , fé bene con rozze parole di quel tempo , ri-

portate con note dal defunto erudito Monfig Bianchini

nel fuo Anaftafio ne' prolegomeni del Tom. 2. fez. 7.

pag. CXXXII.Dopo il ritrovamento del detto Ninfeo , e delle

ifcrizioni , fi diede un'altra forte maggiore , e fu che

gli operati poco fpazio difcoflo fcavarono una quan-

tità di groffi pezzi di pietra peperina lavorati alla ru-

fiica a guifa degli impiegati ne'gran portoni , i quali in-

bubitatamente faranno flati della porta Efquilina abbattu-

ta, e rimafa ignota fin dal tempo, che Aureliano , di-

la-

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Labico e loro siti. 25lato il recìnto delle Tue mura , in cui a retta linea vi

fece conftruire nuova porta col nome di Labicana .

Due fono di ciò gli indizi , il primo è il proprio

fito dello fcoprimento de i gran pezzi di peperino runica-

mente tagliati , che è giudo nel declivio del colle , co-

me fi fa , efier fiate le porte nell' eftremità delli fet-

te Colli .

11 fecondo indizio , che maggiormente il manifefla,

fi è , che dopo il detto declivio vi fcoprirono il prin-

cipio della via felciata Labicana , fu parte della quale

nell'introdurfi la via di Porta Maggiore , fabbricarono

il recinto del muro d'un orto . Sotto quefto muro facendo

angolo , efce un'altra parte di detta via felciata , che

fi è fempre frequentata , come meglio dirò dopo d'aver

con più chiarezza dimoftrato il predetto fito della [jorta

Efquilina , e di quello parimente due fono gl'indizi .

Il primo lo dimoftra Plutarco nella vita di Siila ,

nel dire che ritornando in Roma , dal Senato gli furon

mandati ambafciatori a pregarlo di entrarvi pacifica-

mente 5 perchè tutto ciò , che poteva elTere di fuo defi-

derio , gli farebbe (lato conceduto . Promiffe elfo ca-

pitano , e finfe anche di difegnar l'accampamento ; maappena partiti gli ambafciadori mandò oftihnente

L. Balilio e C. Mummio a pigliar la porta, e le murapreflb il monte Efquilino, da dove rigettati dal Popo-lo , elfo Siila accorrendovi con tutto l'efercito , incen-

diò la contrada , e uccife tutti quelli , che vi era-

no ; onde quelle parole dell'Autore d'aver Siila man-dato a pigliar la porta , e le mura prefo il monte Bf-f/uilifio , fanno vedere , che ambidue le cofe non erano

fu la pianura del monte , ma fui declivio di elfo .

Il fecondo indizio fi rileva manifeflametite da Ci-cerone nell'orazione contro Pilone , dove dcfcrivendo

il fuo ritorno dice , che arrivato alla porca Efquilina,

fi pofe fotto i piedi la corona d'alloro Macedonica, e

con quindici fuoi uomini nialveftiti , e affecati andò

D alla

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20 Lb Memorie del Prjmo e Secondoalla porta del Celio , dove due giorni prima un fuoLiberto gli aveva prefo a pigione un piccolo alloggio^

con che fa vedere, che dopo gettata la Tua corona fot-

to i piedi alla porta Efquilina , prcfeguì dietro le mu-ra 5 e andò nel Celio : fatto che è evidente prefen-

temente, poiché il fito , dove fi è detto effcrfi ritrovati

gli avanzi delle pietre della porta Efquilina col princi-

pio della via , è nell' eftremità del declivio j e con-

tinova per la vicina villa Altieri , dove , benché ri-

dotto in piano il grande flradone , e la piazza , il Pa-lazzo fi vede fabbricato fui declivio dell'Efquilino , e

continovando , fi trova a finifira di là a poco fpazio il

principio del Celio .

Ma fenza addurre altre prove d'edere fiata la por-

ta Efquilina colle fue mura fui declivio del Colle , ba-

da quella , che ne regiftra il dotto Fabretti nell'opera

dc'fuoi Acquedotti nel principio della dillert. III. n.24j.dove dice : Icem ambìtum -jeterum muraruni iialde angU'

flum faìfc ^ nsmpc per crepìdlnes aUium ^ ed al n.245.per aiidca aut orità d' elTjre fi.ua quella parte dell'Ef-

quibno^ e dilla fua porta nell'Aggere : ,^v« vero nui-

xime hoflìbus incurjìonlbus Vrbs efi obnoxia , ab Exqul-Una porta Collhiam ufqus .

Gjn/>fcj fin qui d' eilermi alquanto dilungato, manon p:r altro l'h^ fatto, che di porre in chiaro il fi-

lo dilla prjrti Efquilina , dalla quale dipende la di-

fianza di CXX, , eJ* ampUus fìadìa da Roma a Labico,

rcgiltrata da Strabone nel fuo libro V". , il che riprova

chi ha avute fopra di ciò diverfe idee .

Principiando per tanto a defcrivere la via Labi-

cana torno al fito dell'orto , in cui prelfo il fiio recin-

to di muro con gli gran pezzi di peperino della porta

Efquilina fi difcopri il principio delia via felciata La-

bicana , che vi fufiìfie . Quefio principio dell' antica

via rimafo inclufo dentro le mura d'Aureliano, il cu-

riofo Antiquario non ha da fatigare a cercarlo , potenilo

ve-

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Labicoelorositi. ijX'Cderlo con gli occhi, poiché dalla piccolaChiefa dlS. Giu-

liano j e fua pianura , dopo poco più della metà della via

di Porta Maggiore , a finiftra trova un alto , e magnifi-

co portone di un altro orto , dove potrà oflervare col

principio dell' antica via Prenefìina le particolarità de'

Colombari poco fa defcritti

.

Di contro detto gran portone vedrà , che di fotto il

muro dell'orto , che fa angolo , efce una poca parte

della via felciata Labicana , da dove fi principierà a

mifurare la diftanza delle miglia , come vengono ac-

cennate nella carta Topografica qui inferita . E ben-

ché quefla via felciata congiunta alla moderna fi fia

fempre frequentata , dal tempo , che venne introdot-

to l'ufo della Porta Maggiore , che fono molto più dii

quattro fecoli , neiTuno fcrittore delle antichità di Romane ha fatto parola , e perciò maggiormente il diligen-

te indagatore vi può camminar (opra per lo fpazio di

cento feffanta palli andanti , che dopo vi fono flati

levati i felci , anche a mio tempo . Ivi fi divide la

moderna via , e col torcere a fini lira dopo poco fpa-

zio va alla Porta Maggiore j che è il primo arco a fi-

niftra del maravigliofò edificio del Caftello dell'acqua

Claudia , che in tutte le antichità di Roma non ha

il fimile tanto per l'altezza , groffezza , e fabbrica com-pofta di grandinimi pezzi di pietra Tiburtina , congiunti

infieme fenza ajuto di calce , e la detta antica fel-

ciata nell'altro Iato a deftra di detto Caftello Claudia-

no é diretta alla porta Labicana d' Aureliano rimafa

racchiuda , come pure è racchiufa dall' acquedotto di

Siilo V. , che dopo tre arcate imbocca nel predetto di

Claudio . Dall'edere frate murate nelle guerreCivili dette

porte Labicana , e Preneftina , fra le quali è il predetto

Cartello <leir acqua Claudia , reftò il profeguimento

delle loro vie racchiufb nelle vigne de'particolari , e

perciò s'introduffe la via di porta Maggiore , per la

-quale fi principiò d'andare a Paleftrina .

D 3 Tue-

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28 Le Memorie del Primo e SecondoTutto ciò 3 che lì è dimoflrato fu' principi , cioè

l'antiche vie felciate Labicana , e Preneftina , e di quc-

fla i primi due Maufolei reftati inclufi dalle mura d'Au-reliano , ebber la curiofità di rincontrar meco il di i6. d'

Aprile del prefente anno , il nobile Antonio Vendetta

di Pereto oriundo Romano d'antichiflìma famiglia , edil virtuofo Gio: Battirta Nolli geometra $ e architetto,

che è per pubblicare la pianta di Roma antica, e mo-derna , opera per vero dire la più efatta , che fin qui

fìall veduta .

In tale occafione il predetto Sig. Vendetta erudi-

to ne'marmi fcritti , avendo notizia d'efferfene ritrova-

to uno a mezzo miglio dell'antica via Preneftina den-

tro la vigna de' RR. PP. Domenicani Irlandefi , con

tutta efaiiezza ne prefe la copia , che è di queiìo

tenore .

D. M.

M. AVRELIVS SYNTOMVS . ET

AVRELIA MARCIANE. AEDIFICIVM

A-

CVM CENOTAPIO ET MEMORIAMA SOLO FECERVNT SIBI ET FILIS

SVIS AVRELIO LEONTIO ET AVRELI

AE FRVCTVOSAE ET LIB LIBER

POSTERISqVE EORVM .

La quale ifcrizione fi è di frefco ritrovata a pie

del gran Maufoleo , detto dal volgo il Totraccio , il

medefimo , che colla Tua pianta fi vede pubblicato dal

Birtoli alla pag. 51;. de' Sepolcri Romani ; ed avendo

il predetto viriuofo rincontrato eflere qualche varietà

in

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Labico e loro siti. 29in detta pianta prendendone la mifura > trov<*) , che il

diametro , comprefo il muro , è di palmi 190. e di

circonferenza 597. , e molto più farebbe , fé ne'tempi

dell'ignoranza non lo aveflero fpogliati de i marmi, di

cui era riveftita l'oliatura , che vi rimane all'intorno,

avendolo al di dentro ripieno di fcarichi di terra , e

ridottolo a vigna , e nel mezzo piantatovi un albero di

leccio di tal groflezza crefciuto , che moflra efTere di

circa a tre fecoli fono . Quello gran Mauibleo di qual-

che riguardevole Perfonaggio può paragonare a quello

di Augnilo nel Campo Marzo, e ad un altro, cheli

vede dopo cinque miglia in circa della via Appia ,

detto Cafal rotondo dalla fua rotondità . In tanto re-

Itano prefervate 1' oliature di elfi , in quanto che fé

ne fon ferviti a diverlì comodi , come fi vede pre-

fentemente , potendofi anche dire , che per grandezza,

quafi eguagli il Panteon d'Agrippa .

Ora per brevità lafcio di dire de i felci della Labica-

na veduti da me levare in alcune di dette vigne , comepure fpianare l'oliature de'Maufolei per fervirfi de'fiti,

e delle molte lapide fcritte , riportate anche dal Fabretti

nella fua dotta opera delle Ifcrizioni , come anche delle

lucerne pubblicate dal Bartoli , fol continoverò a dire ,

che nel fine di quelle vigne a man delira , dove è un'

ofleria , la moderna llrada palla a pie delle maggefi ,

fui cui "principio rellavano laceri avanzi di fepolcri , i

quali nell'anno pallato furono allatto demoliti per l'u-

tilità di ridurre i fiti a cultura . Altre rovine dopo

qualche fpazio vengono traverfite dalla moderna via,

che pel terreno fodo or torce da una parte , ed ora

in un'altra ; continovano però a vederfi le macerie de'

fepolcri , un de'quali rimane dentro la llella via mo-

derna , anzi fi palla nel mezzo di elfo , ed effendo avanti

Torre nuova Villa de'Prencipi Borghefi , lafciando l'an-

tica a finiltra , fi dilata a delira , e maggiormente fer-

peggia dopo detta Villa .

Non

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30 Le Memorie del Primo e SecondoNon così l'antica /irada che è Tempre a linea fet-

ta 5 ed eflendo in profpetto a detta Torre nuova in di-

ftanza di circa cento paffi , dal principio della fclciata

Labicana dentro le mura di Roma , come fi ò dimo-fìrato , da quello fito di Torre nuova è diftante giuda-mente Tei miglia . Quivi fu nel Pontificato di Cle-mente XII. difcoperto coH'aratro le rovine di nobil Mau-foleo , e un'urna di gran mole iftoriata di baffi rilievi

non mediocri , trafportata poi alla Villa Pinciana nel

pian terreno del Palazzo , celebre psr le fcelte anti-

che fculture . A due miglia è uno sfogatore dell'acque-

dotto fotterraneo , e da quello in profpetto al monteTufculano , v'è la diftanza di cinque miglia .

Dalla detta Torre nuova ad altre quattro miglia

fi trova l'ofteria detta il Finocchio, per elTcrne ripieno

il territorio, che la circonda. A qualche fpazio , che

l'antica llrada profiegue , fu'principj del terreno colti-

vato a grano , ellendovi io flato di pafTaggio > trovai ,

(he d'ordine del predetto defonto Sommo Pontefice

Clemente XII. alcuni operati rifacendo la via moder-na , renduta ineguale , e foifofa per le piogge , nello fca-

varla fui fmiftro lato , s'imbatterono nell'antica via

felciata , da dove pigliando quantità di felci gli

adattarono alla via moderna , che ferpeggia fino all'ofte-

ria della Colonna .

Profegue poi l' antica via per mezzo della nota

valle de' Pantani , menzionata più volte dall'erudito Fa-

bretti nel defcrivere l'acquedotto , al quale nel fine ,

dov'è una fcaturigglne d'acqua , l'antica felciata palla

contigua 5 entrando nel territorio di cultura a grano ,

detto la pianura della Colonna , in profpetto alla quale

a retta linea la detta flrada rimane diftante più di due

miglia, al quale fito dall'ofleria fiiddetta del Finocchio

vi fono tre altre miglia, effendo evidente , chela mo-derna a pie della detta valle di Pantano fi dilata

talmente a delira , che per lo comodo deli' ofteria del-

la

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Labico e loro siti. 31la Colonna iì dilunga un miglio 5 dopo ritorce a fini-

ftra , avvicinandofi all'antica preffo il principio delle

maggeCi ; ed eflendo avanti a S. Cefario , di cui mi ri-

ferbo a dir qualche cofa , è traverfata dalla moderna,che l'i diftacca affatto dall'antica , la quale poi fi fre-

quenta a piò d'alcune rovine dette la Torre delle mar-mora , e anticamente /<? quintane diftanti dalla pianuradella Colonna due altre miglia in tutto , e da Romaquindici . Ma che quella contrada fi chiamafle antica-

mente le punitane , e ivi venilfe fabbricato il fecon-

do Labico , lo dimoltrerò a fuo luogo , nel quale re-

itera riprovato il parere di chi idealmente fi figurò

eflere fiato il primo Labico fui cafiello della Colonna .

In tanto profeguirò a dire , che prelfo le predet-

te rovine fi fono fcijperte coll'aratro altre macerie , e

a non molto fpa^io l'antica felciata frequentata ora a pie

del laghetto de'Lugnanefi , e del contiguo colle de'Qua-dri , dove fu il vecchio Labico , giuda la diitanza re-

gifirata da Strabone fuddetto di CXX. ^ ampUus fìadia ;

il quale foggiunge d'approffunarvifi la via con quefie paro-

le : Ec appropinquam -oeteri Lavico , defcrivendo ancora la

qualità del fito : ^wd oppìdum in fublimi Jìtum , chetale è rakiffiaio colle delli Quadri con fopra una fpa-

ziofa pianjra , capace di contenere la detta antichiffi-

ma città, come s'accenna nella fuddetta carta Topografica.Oltre le predette cofe evidenti fi nlieva anche da

Livio , che Labico fia fiato nel fito di quefta contrada,nel riferire , che fa d'avere i Romani fcoafitti i Labica-ni prelfo il Tufcolo , e d'efferfi impatroniti del forte Algi-do , e che il giorno feguente pigliarono la città, cheviene a Ilare fotto di detto Algido un piccolo mìglioin linea alquanto traverfalc : E eoa più chiarezza lo

dimofira quello Principe della Romana fiiJria , nel de-

fcrivere il viaggio d'Anibalc di f )pra riportato , che è

d'aver elio capitano traverfato per la via Latina i

territori di Frounone , e di Ferentino , e dopo quel-

lo

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32 Le Memorie del Primo e Secondod'Anagni anche il territorio Labicano : Inde Algido

Tufculum petiit .

Se per tanto in quefto ultimo territorio Labicano

a finiftra della Latina fono i continovati monti di Vel-

letri 5 e la via profiegue fra l'eflremità di quefti , e

l'eflremità dell'Algido , alle radici del quale termina la

pianura nel territorio , ognun vede perciò , che quefto

è il Labicano , e la fua città , non eflendovi a finiftra

della Latina , come fi è detto , verun altro territorio,

che quello a deftra avanti dell'Algido , nel quale ter-

ritorio è il predetto colle delli Quadri , dove fu La-

bico ; edendo anche noto , che colle fue rovine ven-

nero fabbricate le terre di Valmontone , e di Lugnano;

per la qual notizia il primo Autore del dizionario

della lingua Latina fcriffe : Labìcum . Valmontone , febbene

contrariamente all'antiche autorità ignote in que'tempi .

E palefe anche a' detti due Popoli di Valmontone,

e di Lugnano , che le rovine di Labico erano a loro

vicine , e confinanti j cosi anche fi fa da'medefimi , e

da altri de' contorni , che verfo la metà del fecolo XVLfi difcoprirono nel detto colle delli Quadri le murafotterranee del diftrutto Labico , colle cui pietre il

Principe D. Cammillo Panfili izct fabbricare il fuo

vafto palazzo di Valmontone , come fi fcrive nella re-

lazione del Rofati di fopra riportata . Debbo conti-

novare a parlare della via Labicana , e dello fpazio di

effa di circa un miglio per due antichità inedite , che

vi fono .

La via felciata a pie dell'alto colle delli Qu^adri,

e di Fontana chiufa paffa anche fra maggefi , in ifpecie in

quelle appartenenti alle RK. Monache di Pakftrina ,

dopo di che entra nelle vigne de'Lugnanefi dette da

tempi immemorabili delli Cafali , e le due vie , che da

Lugnano vi pervengono , parimente le vie delli Cafali ,

fi chiamano . Non lo però , fé diftrutto Labico i più

poveri vi fi riiiraffero col fabbricaryi i loro cafali , e

ca-

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33^

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Labico e loro siti^ 23cafuppole , di cui nel lavorarfi quelle vigne dove ven'é anche una della mia cafa , fi difcoprirono fparfe le

macerie , e i più ricchi fabbricaflero un fecondo Labicopiù in là verfb Roma , a poco fpazio dopo del primo J

Una delle due memorie , che fi vede in quedevigne dette de'CaJaU 'i

è in quella de'ButiineIJi , il cuigrande firadone , o fia viale è la niedefima via Labi-cana compolta di groflì e larghi pezzi di felci così uni-ti , e congiunti infieme , che nell' oflervarne l'arte fi

rifveglia la maraviglia ne'riguardanti , ed è di tal con-fervazione , che delle molte Confolari da me vedute,non ho trovata la fimile ; il che mi fa fovvenire d'al-cune vie fatte in Roma, l'ultima delle quali è in Ma-cel de' corvi j a cui i noflri muratori avendo adatta-ti i pezzi de'felci , tolti dalle vicine vie fuori di città,gli hanno di tal fatta commelTì , che fra un felce , el'altro vi corre il vano della groffezza di due , e tredita ; onde anche fu le vie fi vede la differenza de'no-firi tempi a quelli degli Antichi . L'altra rarità fingo-lare è alla viltà di tutti nella vigna de'Saraceni . Que-fta è un fedo edificio per conferva d'acqua a ufo delle Ter-me , di cui ne reitano laceri avanzi in quella vicinanza

Queflo edifìcio fi è parimente per ifcritti , e perconfuetudine chiamato fempre di GroUa J/amo/a , proba-bilmente così denominato da Giulia Mamea madre diAklTandro Severo, poco importando, che il ponte Ma-meo a quattro miglia della via Tiburtina confegniffeil nome di Mammolo , poiché fecondo le perfone , ele diverfità de'Iuoghi vennero corrotte , e depravate le

parole Latine , come fi fa particolarmente da chi viaggia .

Di qaefta conferva d'acqua di grode mura , e ditutta confervazione , non effendoci la compagna in que-fìi contorni, n'efpo^igo in qiiefto luogo un piccolo difegno .

L'interiori arcate, che Ibitengono ìa grolla volta,fon quafi come quelle delle conferve delfe Terme diTito ntU'Efquilino, dette \^ fette fule , fé bene più

E ma-

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34 Le Memorie del Primo e Secondomagnifiche , e più fpaziofe , e numerofe d' arcate l'

Se quefta , di cui fi parla , fia ftata per le Termedella Principerà Mammea , fo che non fono di provale moke fue medaglie trovate in quefte vigne , in ifpe-

cie una d'oro , che mi vendè Gio: Battifta Ricci , mama bensì poffbno comprovarlo alcuni tubi di piombocon lettere rilevate IVLIA MAMAEA AVG. , un de'

lib.a85"^^' '° '^'^^^ ^^ dotto P. Filippo Bonanni Gefuita ,

il qual tubo con altri fcritti fi conferva nella celebreGalleria Kircheriana . Amiano Marcellino nel defcrive-

re i cattivi coftumi de' Romani parla de i bagni di

Mamea , non fo fé di quefti , odi altri entro di Roma .

Quelle predette vigne delli Cafali di Lugnanofanno fine a diritto filo al colle bofchereccio di Val-montone ) e a delira terminano col Tuo territorio , e

con la Cacciata , che è una felva di caccia riferbata

al Principe Panfili .

Da qual parte veniffe l'acqua alla fuddetta conferva

di Mamea , non mi fu poflìbile il faperlo , per nonavere in quella pianura , e vicinanza trovato legnale

di condotto. Ma in occafione , che dall'anno lyia.fin

al 1730. tenni in affitto i proventi della Terra di Lu-gnano j mi accadde un curiofo cafi) , pel quale venni

a fapere quel tanto , che io bramava .

Una mattina portatomi alla caccia in quella vici-

nanza » llontanatofi da me il mio bracco in perfeguitare

un aniniale , che io non potevo vedere , lo fentii dopo

a qualche momento fermo abbajando dentro detta Cac-

ciata , felva non molto larga , ma lunga un miglio in

circa . Accorrendovi > lo trovai tutto rifcaldato , che ab-

bajava in una rottura di condotto , dove fi era rifu-

giato l'animale 5 che io credei una volpe. L'orme del

condotto poco fopra terra fi vedono prefentemente fui

fine della larghezza della felva riguardante Valmonto-

ne , per l'indizio di detta rottura , mediante la quale

mi portai fin fuori della felva , dove è una fontana di

due

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Labico e loro siti. 3Sdue copiofe forgenti , dette d'acqua Rmna ;

Cosi mi fu

facile a riconofcere , che quefta era l'acqua > che anda-

va nella predetta conferva ., , .

Lafciando detta Cacciata , e via Labicana , che do-

po le vigne fuddette tira avanti per efìfa felva nella

pianura , come fa la Latina fra Montefortino , e il col-

le bofchereccio di Valmontone , debbo dire ,che da

quefla Terra venendofi a Roma , fi trova di lì a po-

chi paffi un bivio di due vie : quella a delira olmata

conduce per ventidue miglia in Roma , pattando per

Lugnano , S. Cefario ,1' ofterie della Colonna ,

del Fi-

nocchio , e Torrenuova fuddette . L'altra a finiflra tra-

verfando la valle , e il monte bofchereccio , lalcia a fi-

niftra la Cacciata , e a deftra le vigne , e detta con-

ferva d'acqua, e col fare un femicircolo entra nella Lati-

na fra l'eftremitrl dell'Algido, e i monti di Velletn ,

che da Valmontone fono diftanti quattro miglia , e do-

po diciotto per Frafcati giunge in Roma . L'altra via mo-

derna da Montefortino a pie di detti monti di Velleiri ,

dopo fei miglia entra parimente nella Latina fra 1' ef-

tremila di detti monti dell'Algido ; avanti del qua-

le fono le vie moderne , per le quali fono palfati

que' dotti , che han cercato le vie Latine , e Labicana

fenza trovarle , e pur fi vedon in molti luoghi mquefia gran pianura coltivata a grano .

Ora par ^tempo di parlare di ciò , che mi era pro-

poflo , che è di dimoiare il fito della feconda città

di Labico , di cui niuno ha parlato . Ma per ciò fare è

d'uopo di ritornare per la via felciata e conferva d'ac-

que fra le vigne delti Gafali \ e nel medefimo tempo

efporrò alcune ifcrizioni appartenenti a Labico , una

trovata l'anno 1704. in tavoletta di metallo nella pri-

ma vigna , e riportata dal defunto Monf Vignoli nella

fua fua opera de Colìmna Antonini Pii alla p.ig.53 7- "la

ciò non ortante per effer curiofa , e per chi non avelie

detto libro di nuovo qui la pongo .

E 2 GN.

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36 Le Memorie del Primo e Secondo

GN. FLACCVS Q^FVL F. DECVMAM PARTEM HERCVLI

ET PRO REDITV EFLICISSI

MO EX AFRICA VIBI FRA

TRIS ET PRO SAL. PETINAE

MATRIS SIGNA AVREAFORTVNAE PRAEN. ET FÉ

RONIAE SANCTISSIMAE

DD. T. VINIO COS.

D. M.

DIO GN. SER

GESS. LABICANA

BENEMERENTI

COGNATO

Qjefta ifcrizione è regiflratadal Cafali alla p.262.della lua opera De pYopJjan'n , ^ facrh vcterum ri-

tibus .

AQVIS

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LabicoeloroSiti. 3^7

AQVIS ALBVLIS SA: ;

C. VMBREIVS LAVICAN

PRO S. V. L, S. M.

Si vede quefta pubblicata dal celebre , ed erudito

Lodovico Antonio Muratori nel Tom, i. pag.SS. del

fuo Teforo d'ifcrizioni

.

EiTendofi quefta feguente con altre notizie trovata l'an-

no 1739. nello fcavo fatto fare dalla città di 'Pivoli j con-

tiguo all' acque Albule ) dove mi portai , e tra diverfe

ifcrizioni corrofe dal terreno fulfureo v'era la feguente .

.•.•..•.ALBVLiS DD.

CELADVS AVG. L.

Le cofe più curiofe , che vi offervai , furono alcu-

ni pezzi di fedili di pietra , pulitamente lavorati 5 due

fìatue mediocri , e alcune colonne , due delle quali eran

di verde , diiferenti però di qualità dalle pregiate traf-

portate nella Villa di Papa Giulio III., con altre ra-

rità riferite dal dotto medico M. Andrea Bacci nel

fuo difcorfo dell'acque Albule , pubblicato in Roma l 'an-

no 1567. Quivi dice il perchè le acque fono la ncxtte

tiepide 5 ed il giorno frefche , e tali fono anche ne'graa

caldi de'giorni citivi .

Ora dopo le vigne de i Lugnanell fi profegue

a ripadare fu la via felciata Labicana a pie di Fonta-

na Chiufa , Colle delli Quadri , Laghetto di Lugnano ,

e Torre delle Marmore, amicamente le Quintane , fu'qua-

le laogho fu il fecondo Labico, che perciò fu detto de'La-

bicani Q^untanenfi , come con altre prove infegna unmarmo fcritto , che fi riporterà più fotto , L'erudito

Monf Fabretti nella fua opera delle Ifcrizioni alla p4i6.in parlando della via L abicana a pie delle predette : dice

habìcanmi fub vederi cujufdam turriti CaBelli , lo Ciin-

me-

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38 Le Memorie del Primo è Secondomero^ dìBì ruderibus , pojl mille circiter pajjìbus cis fon-tem in via recenti , il Fontanil delle Macere Latinamquoque interfecat ^ ^ in Appiani procedìt , Io riflettendo

a dgcu narrativa debbo per verità dire , che eilendo

pratichiffimo della contrada del Cemmaro , per avervi

la mia cafa avute piCi anni le maggefi , non vi fono

mai fiate rovine di Torta veruna , onde fi vede , che

lo fcrittore malamente ne reftò informato , mentre è

noto ai Zagarolefi , e Lugnanefi , che coltivano quel

territorio a grano , che la via antica felciata Labicana

è preffo le rovine dei predetto Cartel Torrito nella

contrada detta la Torre delle Marmore \ e benché nul-

la affatto fi dica , che cofa fiano le dette rovine ,

tuttavia r efiflenza tanto della via Labicana , quan-

to della Latina incidentemente 1' infegna il niedefimo

Fabretti in detta pag. 416. delle Tue Ifcrizioni , men-tre dice d'aver veduta la Labicana prefìTo le dette ro-

vine del mal creduto Cemmat"o , e fé avefìTe pro-

feguito 5 farebbe paflato fopra della felciata , almeno a

pie del laghetto de i Lugnanefi 5 a pie del Colle del-

li Quadri , di Fontana chiufa , e nelle vigne delli Ce-fali , nel modo che fi è defcritto , luoghi frequen-

tati da tutti

.

Così parimente avendo egli veduto in piij luoghi

le veftigia della Latina a pie del Tufcolo , e dell'Al-

gido , come regifl:ra nell'altra opera de aquis , ^ aque-

duBibus difiert.iii. num.g62. , ed avendola riveduta,

dopo il Fontanile delle macerie , fé andato fofle pii^

avanti 5 n' averebbe veduta la coniinovazione ,giacché

egli medefimo infegna , che tutte le vie Romane pro-

feguivano in retta linea , come fi mofl:rerà più a baflb .

Tutto ciò fia detto a caufa > che in detta opera del-

le Ifcrizioni P.4T5. molto fi lagna il Fàbrerti d'aver fatica-

to tre giorni continovi a cavallo , fenza aver potuto ri-

trovare le vie Latina , e Labicana . Ma bifogna credere ,

che eflb erudito fcrittore non fofle per altro praticò

del-

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Labicoelorositi. 29della contrada di là , e di qua dall'Algido , dove am-

bedue le vie fono in pianura nel territorio coltivato

a grano . In quanto poi che le rovine fuddette denomi-

nate anticamente in quella contrada le Quintane fieno

diftanti da Roma quindici miglia , come ho detto nel-

la fuddetta defcrizione della via Labicana , ne riporta

le autorità il medefimo Fabretti alla pag. 415. deUe

fue Ifcriiioni 9 e fono quelle :

EX ANTONINOLAVICANA

j^d ^uìntanas XV. EX TABVLA ad ^uìntanas XV. ed

aUa pag. 499. di detta fua opera riporta quefl' altra ;

EX PREDIS QVINTANESIB.

AGATHYRSVS AVG. LIB

La quale moflra , che fin al tempo d'Augufto la

contrada fi chiamava delle Quintane . Su queita ifcri-

zione 5 e fopra un' altra di Partenio Arcarlo della Re-

pubblica de' Labicani Quintanenfi pag.540. fa curiofe

note 5 ma di qual foftanza fiano , fi dirà più a baflb

,

badando in quello luogo , aver mollrato efler vero , che

le Quintane fiano fiate diftanti da Roma quindici mi.

glia , e d'eirerfi cosi chiamate nel tempo d' Augufio

,

e d'Antonino Pio, e della Tavola Peutingeriana , come

anche appare dal teftimonio del marmo fcritto , dichiaran-

te Partenio Arcarlo della Repubblica delli Labicani

Quintanenfi , e che di quefta feconda città vi riman-

gano le rovine dette da effo fcrittore Cafiello torrito .

Ma che quefio edificio torrito fia fiato appar-

tenente al fecondo Labico Qaintanenfè fatto nelle

guerre civili del X. e XL fecolo , lo dimoftrano i mer- Antiquimes

li non cofiumati avanti detto fecolo X, di che vedafi i"''" medii

il celebre Muratori

,

P.4P4. 4$.^.

Alla

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40 Le Memorie del Primo e SecondoAlla qual fabbrica fi confà un figlilo di metallo

ritrovato prefTo dette rovine , che è di quefto difegno

.

A capo di eflb figillo incifa è una Croce » e

fotto le quattro lettere Q. S. P. Q_ che poffono dire

QVJNTANVS SENATVS POPVLVSQVE i i quali

figlili , ed altri che confervo di metallo , coftumati nel

fecolo XI. in circa , fin al XV. fono di quegli ultimi

tempi Gotici j e quefli figilli contenevano , come fanno

gli Antiquari , i nomi di Città , Terre , e Calvelli,

Communità 5 Univerfità, Luoghi Pii , Vefcovi , e Uomi-ni Illufiri , tal volta armi de' Cafati , come altresì,

Imagini di Santi Protettori^ a' quali figlili ne' fulTegui-

rono que'de'Notari pubblici .

Delle uve di queito fecondo Lablco ne favella

Giulio Capitolino , dicendo , che Albino a digiunocon altre frutte fi mangiafle venti libbre d'uva Labicana .

Il Sigonio riftampato in Milano al Tom.i. part.2. p.59.fcrivc , che quando Maffenzio ricevè la nuova , cheCoitantino veniva per debellarlo , dimorava in Labi-co, e in fatti, che foflfe fua delizia, fi rileva dall' a-

ver ornata la via Labicana di colonne milliarie . Unadel terzo miglio vien riporcata dal Fabretti nell'opera

del-

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Labicoelorositi. 41delle Ifcrizioni alla pag.577. dicendovi : Ex hoc lapide

via: Lai^icarne XL. pu£ti;i4s cìs maufoleum D. Helena re-

perto , a quo retrocedendo ad Divi "Julianì Ordinìs Carmeli^

tanorum aediculam , trìa cxaBe milUaria expletitur ,

ibique Porta Exquilina ìndubie firmatur .

Io la(cio quelchè fopra fi è detto » che quefto

dotto fcrittore tanto nell'opera delle Ifcrizioni , quanto

in quella degli Acquedotti , credette la Porta Efquili-

na in detta piccola chiefa di S. Giuliano , e che da

me fi è raortrato , che le porte fono fiate alle radici

de'fette colli , ficchè non potè l'Efquilina eflere in

detta chiefa 5 che come fi la , è fopra la pianura

del Monte Efquilino , la qual verità è infegnata dal

medefimo fcrittore ne'fuoi Acquedotti differt. 1 1 1. n.243.

con quelle parole : Item ambitum veterum murorum vai-

de anguffumfuife , nempeper crepidines Collium ^ e n.345.

con autorità fiegue a dirvi : ,^uo vero maxime hoftìbut

ìncurjìonibus Vrbs eB obnoxia ab Exquilina Porta

Collinam ufque .

Quelchè poco fa ha fcritto della colonna millia-

ria di Maflenzio con la nota del terzo miglio , ritrova-

ta 5 dice egli , quaranta palli dopo il Maufoleo di S. Elena,

e da cui fino a S. Giuliano retrocedendo fono tre miglia,

non va bene , e che ivi ìndubie Jirmatur la Porta Efqui-

lina . Perchè avendo Aureliano dilatate le mura , e

tirata avanti la Porta , rimafe l'antica entro di dette

mura affatto fepolta ; ficchc da detta porta d'Aureliano

fin a quaranta pafll di là dal Maufoleo di S. Elena fo-

no meno di due miglia , come è notifllino . Ma un tale

equivoco dell' erudito Fabretti è proceduto dall' aver

creduto 5 eflerfi ritrovata la colonna milliaria di Maf-fenzio con la nota del terzo miglio in detto fito do-

po il Maufoleo di S. Elena , dove dallo fpazio del ter,

zo miglio vi farà itata trafporcata ne' tempi poltenori

.

Alla detta pag.412. defcrive un frammento d' altra co-

lonna con quella ifcrizione .

F D.N.

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42 Le Memorie del Primo b SecondoD. N. IMP.

MARCO A VRELIO VALERIOMAXENTIO

A VG.

MILI ARI V S.

Supponendo , che detto Imperatore ornaffe la via

Latina di colonne Milliarie : ^jod ex loco (dice egli)

ubi repertum fuìt , hoc ejì prope Oratorium S. Andrea

fub Crypta ferrata XI. lapìdem figna^e lììdetur . Lafcio

agi' Intendenti il giudicare , fé quella colonna fia Ita-

ca di detta via Latina , fapendofi , che tali marmi , ed

altri levati da'loro fiti , vennero trafportati altrove per

altri ufi j di che eccone un altro teftimonio di colon-

na parimente defcritta in detta pag.412. che dice di

non fapere a qual via apparteneife per eflerfi ritrovata

dentro Roma negli orti de'Monaci di S. Eufebio .

DONINONOSTRO

MAXENTIOPIÒ FELICIINVICTOA VG VSTO

VIL

Nell'altro lato della quale , efifendovi in Greco un'al-

tra ifcrizione di Regilla di Erode Attico, egli mede-fimo fcrive 5 cllere fiata prefa dalla di lei Villa Triopea

a tre miglia della via Appia , e di que/ta colonna , che

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Labico è loro siti, 43fi conferva nel Campidoglio , ebbi occafione di parlare

alla pag. 54. della mia opera delle Veftigia di Roma.Non è quefta colonna grofla , come le altre antiche

milliarie , ma è alta , e Tortile , fervira con altre in

detta villa Triopea , da dove tolta nel tempo di Maf-

fenzio , e fattovi incidere il di lui nome , ru polla per

lo milliario VII. della via Labicana .

Ma ritornando al fecondo Labico , e alle fue rovi-

tiè,' rimafo quefto diroccato nelle guerre Civili 5 gli fcrir-

tori di que'tempi ignoranti , in parlando de' Cardinali

Vefcovi Labicani , l'hanno prefo per la prima città

di Labico j che diftrutta nel tempo d' Augufìo Cefare ,

rimafe nell'oblivione , e per ciò da niuno antico (crit-

tore fé n'è fatta più parola , e fol amente nel Cri-

liianefimo gli fcrittori di detti tempi rozzi fono corfi nell'

errore del primo dizionario della lingua Latina , ovefi legge : Labico . Vulmontone ; onde di quefto non fi

può dire aver avuto Cardinali Vefcovi ; e per moftrar-

tie l'errore , bafta dire che detta Terra di Valmo^tonefión è mai fiata Sede Vel'covilc , né in cita il fito di

Labico fi confà coll'antich^ autorità. E fé nell'albero

monàftico di S. Benedetto fi fa menzione d'un Alberi-

<ò Cardinale Labicano , chi non vede , che fi dee in-

tendere non del primo Labico , di cui non erano

rimafe che bofcaglie , e perciò fpenta affatto la me-

moria 5 ma s'intende , che quel Cardinale fia fiato del

fecondo Labico ?

Il Sigonio alla pag.625. fcriv^e ,,che Lavìcanus Epif-copus andò a ricevere Enrico IV. , dal quale poi vett-

nero rovinati i .luoghi nella vicinanza di Roma , di c-he Antiquititej

v€dafi il celebre Muratori. Il Suarelìo de Irenejìe «»- Ìvl'Tom.'iv«

tiqua pag. 189. parla d'un Pietro Vefcovo Labicano in pag.pv'S. •

Pafquale IL e che veniffe a mancare Ja fua Sede Vef^

covile l'anno MLVII. , aggiunta poi al Vtfcovato d'Al-

bano per Bolla di Gregorio IX. Si legge ancora, chenelle guerre Civili Pietro della Colonna , avendo tolta

F 2 alla

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44 Le Memorie del Primo e Secondoalla Chiefa la Terra di Cave , il predetto Papa PiC-

quale li. , avendola racquiftata , gli tolfc poi Zagaro-

lo 5 e la Colonna 5 come riferifce il Sigoaio nel Tom.a.

pag.66j. della riftampa di Milano

.

Si potrebbe congettu rare ) che in si fatti la-

grimevoli tempi veniffe quefto fecondo Labico dirocca-

to per clTere fulla via pubblica in pianura , e però

foggetto alle incurfioni degli eferciti . Se poi di tal diroc-

camento fia ftato autore il predetto Enrico , o Papa Bo-

nifacio Vili, al fine- del fecolo XIII. , che fi fa avere

rovinata Pakltrina , ed altri luoghi vicini della Cafa

Colonna , lo dica chi vuole, badando a me dire, che

cffendo (tate abbattute anche le città di Tivoli , di Fraf-

cati , ed Albano , vennero pretto i loro fiti riedificate»

e riftabilitevi le loro Sedi Epifcopali , ma non cosi

avvenne a quefto fecondo Labico , che diroccato rima*

fé nell'oblivione .

Mi pare , che attefo quanto fin qui fi è detto , in if-

pecie de'Vefcovi Cardinali Labicani , del nome della Re-

pubblica de' Labicani Quintanefi , dell' efpofto figillo

<> S. P. Q. , ed altre cofe non confacenti al vecchio

Labico , o Lavico , da niuno antico Autore nominato fc

non puramente Lavico, o Labico , d'aver in qualche

modo difcoperto d' eflervi ftata una feconda città di

Labico , fuppofta anche da Strabone , che nel defcrive-

re , che fa la via Labicana , dà il titolo di vecchio al

primo con le parole : £/ appropinquans veteri Lavico . Se

per lo mio poco faperc mi farò allontanato dal vero , go-

derò di reftarne corretto da i dotti , i quali avendo

più erudizione , e più copiofe librerie , che io non ho,

potraa meglio di me dimoftrarlo . De' marmi ferità

trovati fra il colle di S. Cefario , e di detto fecondo

Labico > Aimo bene riportare il feguente .

DO-

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LabicoeloroSiti» 45

DOMINO PATRI

M. VAL. MAXENTIO

VIRO CLARIS

M. VAL. ROMVLVS. C- P.

PRO AMORECARITATIS EIVS

PATRI PIENTISSIMO

Le due lettere C. P. nel fine della quarta linea

potranno forfè dire curavit ponendam , cioè laitatua a fuo

padre . Quefta ifcrizionc a modo di bafe venne traf-

portata in Roma nel giardinetto del Palazzo Rofpigliofi

.

In tanto nel fine della defcrizipne della via fel-

ciata Labicana , e conferva d' acqua delle Terme di

Giulia Mamea , diflì , che dopo d'aver parlato del fe-

condo Labico , avrei , per quanto fo , dimoftrata la va-

na credenza di chi fi ideò effere fiato il fito del vec-

chio Labico fui Caftello della Colonna , in quanto ciò

fu aflerito dal dotto Luca Olftenio fenza badare

all'antiche autorità , che gli fiano contrarie , alla di-

ftanza da Roma , alla qualità del fito, e alla via, che

non è diretta alla Colonna , come ocularmente fi vede

da tanti , che da Roma vanno per detta via . Nonofiante tutto ciò l'erudito Fabretti , avendo delle difpu-

ce col Gronovio , ed altri , che nominano Labico , via

Labicana , e Latina , s' appiglia alla predetta credenza

dell' Oftenio , principiando a dire nella fua opera dell'

Acque 5 e Acquedotti, inferita nel Tom. IV. part, II. del

Teforo d' antichità del Grevio riftampato in Venezia

alla p. 1680. nella differtazione prima p.23. n.15. di detti

fuoi Acquedotti in parlando delli fonti : Quorum ini-

ùum tF} ad ipfam siam Labìcanam , e al num. 1 7. ìluius

au"

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46 Le Memorie del Prjmo e Secondoautem tioHrì fub Oppido Coluìntice , ubi Labìcum cumHoljìenìo fuìfe credimus ìjc* Ma trattandofi d'un fito di cit-

tà rimafo l'epolto , e fpento d'ogni memoria dal corfo

di mille , e ottocento anni , fé il credere fia lo ftelTo

che il non edere , lo potrà dire l'intendente della con-

trada , e fito , di cui s'anderà parlando.

Pollo io ben dire, che elTendomi approfittato nel-

la lettura delle erudite opere di efìfo Fabretti , trovo,

che fra quei dotti , che coregge , è 1' Olllenio , ed

in piih luoghi , ed ancora in cofe moderne , e note \

procedendo ciò , come deve credetiì , par effere flato fo-

refliere , e non pratico delle cofe antiche , e modernenelle vicinanze di Roma . Onde per curiofità ho fatta

una nota di dette correzioni , che fono le feguenti .

Elfo Fabretti nella fua opera de aquìs , ^ aqueduBibm.^^^^^^

diflert.II. n. 1 1 8. parlando delle vie Preneitina, e Labicana

ferive ; CorrexH tìoljìenius ad Cliiver,fed bandfecus ^ ipfe

ìapfusfuìt , diim H^c. e al n. i 24. dicendovi : Hùljìenìus , qui

ncque Petiim attìndit , ncque veritatem ìqc. cosi nelli nu-

meri 135. 14^. e 145. Nel n.154. vi nota: Sed demum^Ht ad Holflenium redeamus , erroris precipua illi caufu

fuit ignoratio velcris duUus , e ciò che fegue . Al n.i 55.

maravigliandofi che rOlllenio , e (Tendo tanto dotto , ed

erudito dell'antichità , non abbia fàpiuo , che le vie

Romane eran tutte diritte , perciò glie lo infegna col

riportare l'autorità di Plutarco nella vita di Cajo Grac-

co , alla quale autorità fi può aggiungere quello , che fi

vede con gli occhi . Poiché i Romani nel pavimentare

le loro folide vie , incontrandofi in montuofità , le fpia-

navano ^ e in fi io baflb , lo riempievano , ovvero vi

coliruivano mognifici ponti di marmo, affinchè gli efèr-

citi , e i viandanti non avellerò l'incomodo di calare ,

e di filire , ed anche per render più breve il viaggia-

re ; e di ciò m' ocorfe farne cenno in parlando della

via Preneltina nella mia operetta delle Velligia di Ro-ma p^g.I 74. poiché lungi fette miglia da Roma fi vede un

an-

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LaBICO fi LORO SITI. 47antichiflìmo ponte di fìupenda fabbrica., e degno di

conIiderazÌQ[ie . Segue il Fabretti al num. it^5. e 167. a di-

re : Et Qolumna Oppido vìfitur , Holjlenìus rite qxiidem ìndi-

dil , indebite aufert . Al 0.169. e 173. vi notai »^/«j air

Holjletììus omiferit ì^q, cosi pure al num.178. Nella dif.

fert.ni. num, 3 15. dopo d'averlo .riprovato circa le vie

Collatina , e Preneftina , foggiunge : Holjìenius enim

ncque ejus du'^um , ?ieque termìnum oùfervavit , Ji nam-

que obfewafct ^c. Al num. 3 17. del medefimo : Corri'-

gendus ejì autem , diirn ^c, cosi anche nelli numeri 349. ,

e 403. Nell'altra Tua opera dell' Ifcrizioni pag.106.

fcrive : Hìnc ergo Jìne caufa corrigi ab HolHenio in. no-

tis ad Cluver. &c.E tìaaimsnte ancora nella Tua opera d& CoJum.nit^

Tra]ani he. alla pag l'^f. lettere C. D. il Fabretti è con-trario all' Olftenio . Onde come potrà mai fargli au-

torità fui fito di Labico , fpento dalla memoria , e ignoto

a tutti ? Ma certamente conobbe egli pure di che pefo

foffe la credulità dell' Olftenio fui fito di Labico,poiché per 1' impegno prefo di convincere i di lui

avveriari , produce inoltre varie congetture , le quali

mi è d'uopo di qui riferire , affinchè chi è dotato d'al-

to fapere , ne rilevi la foftanza . Scrive adunque nella

fuddetta diflert.III. al num. 365. di voler provare, La-bico eflere la Colonna mediante 1' autorità di Livio

libr.XXVt per altro da me fopra riportata fui viaggio

d'Annibale : Hannibal ìnfefìius perpopulato JÌgro Fre-gellano propter pontes interdfos per Frajinatem , Ferenti^

numque , ac Anagnìnum Agrum in Labicanum venit . hi'

de Algido Tufcultim petiit ; con che credendo di far tra-

vedere i fuoi contrarli forellieri , e non pratichi di detti

fiti , forma quella confeguenza : Nam a Labìcano AgrQ

( hoc ef? cura Hol/ìenìo jnxta Columna Oppidum } Ji. per

Algidum Tufinilum petiit , en Algidam , uti ì^ Tufeit^

lum , ^ Labicum cum tota fuo Agro ad idem vice tati'

na Itevurn latus , ut preetendimiis .

Un

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48 Le Memorie del Primo e SecondoOn s\ facto raziocinio, benché rifoluto per quei , che

non han la notizia della contrada , di cui tratta , po-

trebbe facilmente aver forza > mentre forfè non fi ricono-

fceffe la falfità di effo per mezzo della medefima au-

torità di Livio, il quale defcrive il viaggio di Anni-

bale per la via Latina, e poi dice, che arrivato nel

territorio Labicano : Inde Algido Tufculum petiit

.

Se per tanto il Labicano era avanti dell' Algido »

ed effendo il caftello della Colonna tre miglia di là

dall'Algido a delira verfo Roma , come può dirfi ef-

fere Itato Labico , e il fuo territorio alla Colonna? UnaSI fatta contrarietà 1' olTervò peravventura lo fleffo Fa-

bretti , onde , come credo ,per burlarfi de' fuoi avver-

sari , fece quell'alto fuppollo , non men curiofo del fu-

detto : yis iter hoc Hannibalis non reBum , ut propcrantis^

fed in orbem , //// otìo abundantìs concipitur .

Ma il concepire , che detto gran Capitano giunto

nel Labicano iteile in ozio fenza profeguire il Ilio

tanto importante viaggio per V Algido , e che perciò

conducete a fpalTo il fuo efercito , forfè per moflrargli

Labico alla Colonna , a tre miglia diftante , e più in

là di detto Algido , ella è una fuppofizione contraria

a tutti gli antichi Autori , che d'elfo vigilante Capi-

tano favellano i fra quali è il detto Principe della Ro-mana Storia , il quale non regiftra , che fi difcoftafle

né pure un palio dalla via Latina , in fpecie arrivato

che fu nel territorio Labicano , che è avanti dell' Al-

gido . Anzi che ognuno, il quale non fia all' ofcuro

della tefta dell'avveduto Annibale , può da fé flelTo conce-

pire , che nel detto Labicano non poteva Annibale trat-

tenerfi in ozio , fapendo già che un de'Confoli partito

da Capua con parte dell' efercito lo veniva infeguendo

per combatterlo , ed egli che di già aveva provato a

perdere , né aver potuto foccorrer detta città , con

tutta premura dovè partire dal Labicano , procurando al-

meno di forprendere il Tufcolo per potervifi fortifica-

re.

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Labico e loro siti. 49re , ma elkndone ftato rigettato , allora fu , che ven-

ne a perdere ogni Tua fperanza , e perciò si slontanò

più che potè, dal fuddetio tfercito Romano , con:' e me-

glio il è detto di fopra nel defcrivere la via Latina ,

onde vedafi da ciò , fé Anibale reftava nel Labicano ìa

ozio 5 e fpenfierato .

Altrimenti queflo gran Capitano , in vece di

profeguire il fuo viaggio per l'Algido, eTufcolo, fe-

condo Livio averebbe lafciata a fmiflra e la via La-

tina , e l'Algido , e traverfando a delira il Lfibicano ,

farebbe entrato nella via di tal nome , e continovata-

la per più di due miglia , fin al Tito in profpetto alla

Colonna, e quindi farebbe andato a quefta per più di

due altre miglia , e da effa per altre miglia averebbe

profeguito fin all' eftremità di detto Algido . Per dove

poi paffare per andare al Tufcolo ? non fi fa , poiché fra

le due eftremità di detti monti non fi legge in niun

Autore eflervi ftata via di forte alcuna; nò vi poteva

cflere per l'alta montuofità , che vi è, mentre né an-

che le capre l'averebber potuta falire , non che il de-

fatigato efercito Cartaginefe , per poi ritornare alla via

Latina , e andare al Tufcolo e fempre farebbe ftato

vero di non efler paiTato dal territorio Labicano per la

via Latina : Inde Algido Tufculum petiit , fecondo il fud-

detto infegnamento di Livio i

Finalmente l'erudito fcrittore confiderando , che le

predette fue congetture , e fuppofti non potevano ef-

fer valevoli per convincere i fuoi contrari , vi aggiun-

ge nella detta diftert.III. num.367. Vtque alìquìd de -ve-

ro Labicì Jitu , ultra HolHeìnì aiiBoritatcm ^ illud ad Op-

pidum Columnam reponcntis , degujìemiis \ affevam Me e

meis ad opus , quod medltor , de j4gro Suburbano adverfa--

riis 5 exemplar fequentìs lapìdìs ibi nuper reperti , ìj in

muro "vinetc de hazarinis hodie injixi , ex quo ne dum ìpfe

'ueieris Oppidi fitus patet , fed ivfuper , car eadem niiliia-

riorum XV. dihaniia , quam Strabo Labico attribuii > ^«-

G t»-

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f^O Le Memorie del Primo e Secondotoninus in Itinerario , ^ Tabula Peutingeriana AD QVIN-TANAS adnotefit , manifejìum fit . lidem enim ,

D. MPARTHENIO ARCARIO

REI. PVBLICAE

LAVICANORVMQVINTANENSIVM

Ex hoc perquam in/ìg?ii marmore LAVIGA NI ac

QVINTANENSI^S , ut illis tandem ì^c. e profegue con-

tro il Gronovio , e akri . Io per la dovuta venerazione

verfo detto dottiffirao fcrittore non debbo entrare nelle

di lui difpute avute con altri fu le vie Latina 5 e Labi-

cana , e fui fito di Labico , ma bensì feguitando tuttavia

il mio alTunto » per efler nato nella vicinanza del fito

rimafto , come fi fa , fpento affatto di memoria , mi

conviene dire , fecondo quel poco che fo , la verità,

e quello che ne fento .

Mi pare, che la ^tov2i ultra HolFìenii autoritatent

fui pretefo fito di Labico nel Gaftello della Golonna ,

pofìfa riporfi fra le altre inverifimili ed infuffillcnti 9

ragioni correttegli , come fi è poco fa indicato , dal me-delìmo Fabretti nelle fue dotte opere , per la caufa ,

come mi do a credere , d' effcre flato Oltramontano , e

non pratico delle contrade fuddette .

Circa alla lapide di Partenio Arcarlo della Re-publica de'Libicani Quintanenfi , anche di fopra da

me riportata , dico appartenere non già al primo Labi-

co , poiché i medefimi caratteri ben formati ^oxi diverfi

da quelli, che ufavano al tempo, che era in piedi dettaGit-

tà , ma bens^ al fecondo , denominato de' Labicani Quin-tanenfi , per edere flato ficuato nell'antica contrada delle

Qjjntane , cosi dette fin dal tempo di Augu.to , comeiì, vede da quella infcrizione riportata , dal me-

de-

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L ABICO E LORO SITI. $1defimo Fabretti , e regiftrata alla pag.499. della fua ope-

ra delle Ifcrizioni

.

EX PREDIS

QVINTANENSIB.

AGATHYRSVS AVG. LIB.

Abbiamo già detto , che quello fecondo Labico fu

fabbricato dopo diftrutto il primo , ed in tempo pro-

babilmente d'eflo Strabene, per le parole del libro V-

:

^iiod Oppìdum nunc dirutum ejì ; ^ appropinquan: ve-

terì Lavico ^c : dove il titolo di vecchio è dato a difle-

renza del nuovo . Oltre tutto ciò , la prova del fito del

fecondo Labico , detto della Republica de' Labicani

Quintanenfi , e il teiUinonio della fuddetta ifcrizione , lì

deduce dalle antiche autorità di Livio , di Strabene ,

di Dionifio , di Svetonio , di Plutarco , di Cicerone ,

di Silio Italico 5 e di altri, i quali tutti non chiamano

il vecchio Labico della Repubblica de' Labicani Qltui-

tanenfi , né tampoco de' Labicani Quintani , ma pura-

mente Lavico , o Labico , ed il fuo Popolo Labicano ,

o Lavicano

.

Ora debbo rifpondere alla prova del ritrovamento

del marmo di Partenio Cuftode delli proventi di detta

Repubblica Quintanenfe , e alle parole : fiHper ilfi re-

perti - Il trovamento de' marmi fepolcrali in un terri-

torio non porta fempre confeguenza , eflendo noto a'

collettori di elfi , che in ogni tempo , in ifpecie del

Criftianefimo , vennero levati dalli Maufolei 9 e fepol-

cri , ed impiegati nelle fabbriche, e ne'pavimenti delle

chiefe , come fé ne vedono in quello della Baùlica di

S. Paolo fu la via Oflienfe , e di altre antiche chiefe ,

anzi gli antichi Criftiani furono ufi di fervirfene anco-

per chiudere le nicchie contenenti i corpi de' loro de-

funti ne' cimiteri , verità infegnataci dal medefimo Fa-

G 2 bret-

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52 Le Memorie del Primo e Secondobrccci nella Tua opera dell' Ifcrizioni . Nella prima pa,-

gina di ella linea r^. regiftra , che effendo flato tre

anni prepofito delle facre reliquie delli Cimiteri , dall'

Emo Cardinal Vicario gli furono concedute tutte le la-

pidi fcritte de' Criftiani , e de' Gentili ritrovatevifi :

Omnibus enim infcrìptìonìbus tam facrìs quam paganis ehin Ca:meteriis inventis eo benigne concedente , potitus fum .

Minor conto poi deve farfi di quelche profiegue :

Et in muro vinca de Lazarinis hodie infixi , ex quo »

(^dice egli } ne dum ipfe veteris Oppidi Jitus patet ^c.

Poiché tanto 1' eflTere flato ritrovato quel marmo , in

j4gro Suburbano , quanto l'efler affiffo nel muro della

vigna Lazzarini , fi vede efiergli flato fuppofto da chi

gli diede la copia della riferita ifcrizione , mentre che

ìe egli fleflb 1' avefle copiata dalla lapide originale ,

non fi farebbe fatto ufcir dalla penna d'efler affìfla nel

muro della vigna Lazzarini ^potendo per verità dire,

che avanti d'eflere flata da lui pubblicata , l'avevo copia-

ta 5 con altre de'contorni di Frafcati j non ^\h. nel murodella vigna , ma nella facciata del Cafino riguar-

dante Settentrione . A capo del marmo vi è fcolpita

una linea di fiamme , eflendo d'altezza due palmi , e

mezzo, e di lunghezza uno e mezzo. Nell'altra fac-

ciata del Cafino di detta vigna , che riguarda l'Orien-

te , copiai l'ifcrizione feguente , che per ogni verfo è

d'un palmo , e mezzo .

D. M.

Q^FABIVS

D ASVM VS

QV INTI ANVS

Se per tanto aveffe il Fabretti trafcricta la pri-

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Labico e loro siti. 53ma , non sverebbe tralafciato quefta feconda j e comezelantilTimo delle lapidi fcritte , ci averebbe col Tuo

fbmmo fapcre indicato , fé detto Quinto Fabio DafumoQintiano fia flato uno del popolo di detto nome > o

d'altro . Che poi quefle due lapidi fepolcraii venif-

fero murate nel tempo , che fi fabbricò detto Cafino ,

fi riconofce dalla vecchia muratura . Quefto Cafino è

diflante dalla Colonna meno d' un miglio per andare a

Frafcati . Soggiunge il Fabretti ancora: Sed ìnfuper dir

iadem miIHariortun XV. dijlantia , quam Strabo Labico at-

tribuii , Antoninus in Itinerario , ^ Tabula Peutingcriana

AD qVinTANxAS adnotent , manifejìum fit . Se però

il noftro Erudito avelfe confiderato il tefto di Strabone,

averebbe veduto , che la diftanza da Roma è maggiore,

e che r ideato Labico nel Cartello della Colonna era

lontano da Roma per l'antica via felciata tredici miglia

folaniente , e non quindici .

I due altri Autori , poi Antonino , e la Tavola Peu-tingeriana , addotti con Strabone fuddetto , non parlano

di Labico alla Colonna , ma della diftanza di quindi-

ci miglia da Roma alle Quintane , e quefte effendo del-

la feconda città de' Labicani Quintanenfi , di cui vi (1

vedono colla via felciata le rovine defcritte di fopra

dal dotto Fabretti , non già nel Cemmaro , come ma-lamente ne venne informato , ma bensì nella contrada det-

ta la Torre delle marmora , che fono in pianura ,

nulla affatto han che fare col vecchio Labico fituato in

un altiflìmo Colle da Strabone : ^uod Oppidum in fu-hlimi fitum . Meno poi fé Labico fofìfe flato fui Ca-mello della Colonna , effendo ambidue fiti diverfi , l'un

dall'altro diflanti tre miglia , ed elfendofi già detto , che

la via Labicana da Strabone fi regiflra ; ^ appropin-

quans Veteri Lavico , il che da per fé folo bacereb-be a riprovar la credulità di Labico alla Colonna , al-

la quale in vece di pafiargli da preflb direttamente,gli pàlfa di linea obliqua in diflanza molto più di due

mi-

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54 Le Memorie del Primo e Secondomiglia, fatto che oltre l'efferc evidente , vien dimo-ftrato dallo fteflb fcrittore col dire nella fua opera de-

gli Acquedotti , d'aver più volte veduta la via Labica-na nella valle di Pantano , e in defcrivere quell'acquedot-to ; ed eccone brevemente il di lui documento . Nella dif-

lertl. num. I., e num.4. ( feri ve così)/» ìpfo loco pro-pe Oppidiim Coluinnce^ imde hac aqua derìvatur : n.6.de' me-defimi Acquedotti : in ultima , e uliginofa Valile diBadi Pantano : Et primam fubJìruBìonem , primofque ar-

cus ad dexteram vite Labicana . Nel n.15. del primo fonte

vi nota : Quorum iìiitium ejì ad ipfam •vìam Lbicanam .

Effendo notiflìmo per le mole , che vi fono da ma-cinar grano del Popolo della Colonna , ed altri di

que'contorni , per li cafamenti , e procojo de' Principi

Borghefi , che la detta prima grande fcaturiggine d'acqua

è congiunta alla via felciata Labicana , la quale imme-diatamente entra nelle maggefi , dette della pianura della

Colonna , ed a quefta effendo in profpetto a retta li-

nea , le pafìTa l'antica via diflante più di due miglia,

come dunque potò il vecchio Labico edere nel Caltello

della Colonna? col dirli al num. 17. della predetta dif-

ferì. : Hjjus aiitem nojìrì fiib Oppìdo Coluntna ^ ubi Lei-

hìcum cum Holjìenio fuìfc credimus .f'HO'j

Di qual fodanza però fia il credere un fatto in-

verifimile , ed infuflìitente , lo lafcio penfare all'inten-

dente , il quale fa , che non fi tratta di cofe poco an-

tiche o moderne , che fi pofTono facilmente fapere , ma fi

tratta d' un fito di città rimafto del tutto fpento di

memoria dal corfb di dieci , e otto fecoli , onde chi po-

trà nella noftra difputa preflar fede alla credulità dell'

Olftenio di nazione Oltramontana , che non arreca la

minima prova, e non era punto pratico della contrada?

Neil' occafione di sì fatto d'x^cor^o non mi pare

difdicevole di ridire il rimprovero fatto 'all' Olftenio

da elfo Fabretti , fui non aver faputo effere le vie Ro-mane in linea diretta a' luoghi desinati . Vedafi nella det-

ta

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L ABICO E LO RO SITI. " 55ta differt.II. num. 155. , che cosi gli dice': Et quìdem

DÌr admirandcs eruditlonìs , tJ* in antìquìtatibus verfa^

tijfimus nunquam credere debuìfet , prìfcos Romanos^ qua re-

fìa pergere poterant j proUxiorem anfraHum quafivife , ì^

mìllìaribus plus mìnus tribus in brevi traBu iter protra-

xife j exemplo etenim efe pofunt omnes per orbem Roma-fium vite j reHitudìnis qua eafdem perducere /oliti erant ;

citando nel fine Plutarco nella vita di C. Gracco ;

per tanto come mai può l'erudito Fabretti fcrivere più

d'una volta volta, effergli l'OIfìenio d'autorità fui vero

fito di Labico nel Caftello della Colonna , quando gì'

infegna effere fiate le vie Romane tutte di linea retta

a' luoghi de/linati ? La Labicana non è diretta al

predetto cartello della Colonna , ma come fi è detto »

gli palla evidentemente diftante molto più di due miglia .

Vi rimane un altro fuppofto , che fi fa fui detto

marmo, o ifcrizione di Partenio Arcarlo della Repu-blica de' Labicani Quintanenfi , dandogli il titolo di

marmo infigne , per la fiducia, che poffa appartenere al

creduto Labico nella Colonna , e perciò avendolo ri-

portato in detta fua opera de Aq. '^ Aquccd. di nuovo,dopo circa venti anni , lo riporta in quella delle If-

crizioni alla pag.540 fu la quale è l'altra EX PRE-DIS QVINTA NENSIB pag.499. lettera F. e cosi ivi

difcorre : ^jiintanenjìa hujus inj'crìptionis pradia ea , quain Agro Labicano exijìebant nuncupata exìftimo , ex iìs quain mea III. difert. de Aq. ^ Aquad. num.iCì'j. probare

co'iìatusfum^ eofdem nempe fui^ìe Labicanos ac ^uintanenfesper hoc marmar ibi repertum , quod buie quoque voiaminiinferi meretur , apparet .

Effendofi peròcoU'autorità di Livio , ove parla del

viaggio d' Anibale , provato , che il Territorio Labicano

è avanti di pervenire al monte Algido , lefta infuflì-

ftente il coftituirlo alla Colonna , che fi fi elTer tre

miglia di là dal detto Algido verfo Roma . Ed effendo-

fi anche detto , che l' ifcrizione di Partenio Arcario

del-

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50 Le Memorie del Primo e Secondodella Rcpiiblica de' Labicani Quintanenfx appartiene al

fecondo Labico fabbricato alle Quintane , dopo diftrutto

il primo , ciafcun vede , che eflendo quefto fecondoin pianura , nulla ha che fare col già diftrutto , che-

Strabene dice effere flato /» fublìmì fitiim ^ onde d'unfol popolo farne due non par , che , fuififta col dirfi :

LABICANI ac QVINTANENSES , che farebbe per

modo di dire , come di due città diverfe fra loro vicine

dire : Bovillani ac Albani , Ariani ac Velliterriì Ma mipar tempo oramai di defcrivere , che cofa fia il pic-

colo caftello della Colonna , nel quale né anche per

immaginazione potè Ilare l'antica città di Labico .

Dico perciò , che venendofi in Roma per quella via ,

ciafcun vede il cartello della Colonna porto l'opra d'un

monte di forma orbicolare » fiaccato dall'Algido lo fpa-

zio di tre miglia, più in qua verfo Roma . None for-

mato di fcoglio , ma è tutto di terreno , ripieno all'in-

torno di piante , ed arbofcelli . Dal principio di elfo

la fua grofìfezza rotonda, andandofi per tutti i lati di-

minuendo , termina da capo in una punta a guifa di pi-

ramide o di metà de' giochi Circenfi , una delie quali

di marmo fi vede nella villa Cafali fui Celio, ritrova-

tavi a mio tempo con marmi fcritti , e fcolpiti , ferviti

per materiale di fabbrica Gotica . Tito Livio di fopra

ancora citato narra, che i Romani nell'ultima battaglia

fatta prertb del Tufcolo , abbatterono , e fconfìffero

affatto i Labicani , e toltogli l'Algido , il giorno fé.

guente affediata la loro città di Labico in forma di

corona , la prefero colle fcale .

Se per tanto querta città di Labico foffe rtata fui

monte della Colonna , che fi fa efTer alto circa mezzomiglio , quali forte , e qualità di fcale vi fi farebbe egli

potuto adattare ? Cosi pure effendovi rtato da Romamandato il numero di mille , e cinquecento Coloni ,

in che modo tutti coHoro colle loro famiglie, farebbero

potuti ftare in fi fatto monticcllo ?

Il

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Labico e loro siti. 57Il più che fi fa di quefto monte , fi è , che inforte

le prime guerre civili la gran famiglia Colonna padro-

na di quel tempo di Zagarola » di Paleftrina , ed altri

luoghi de' contorni , fece fare in elio monte un for-

te j detto poi della Colonna , così con quel nome pro-

prio fi denominarono di quel tempo i Colonnefi , co-

me fi vede negli fcritti di que'tempi , accennandolo il Ro-fati di fopra riferito . Anzi effendo fiata rovinata Pa-

leftrina , e la fortezza fui monte di effa , nell'elTer poi

fiata riedificata da Stefano , detto della Colonna , vi

fu affìlTa quefia memoria , la quale è regiflirata ancora

dal Suarefio De PreneBe antiqua pag.xa^.

MAGNIFICVS DOMINVSSTEPHANVS DE COLVMNARiEDIFICAVIT CIVITATEM

PRENESTE CVM MONTEET ARCE ANNO MCDLXXXII:

Indi ceffate le guerre , alcuni per efferc il territorio frut-

tifero 3 fpianando parte della fommità del monte , vi fab-

bricarono le loro cafe j e altri di tempo in tempo profe-

guendo appena vi hanno trovato fito per fefl"anta cafe > e

tal una edificata nel tempo della mia prima gioventù i

né vi fi potrebbe falire j fé i moderni non vi ayeffe-

ro fatta la via , che vi ferpeggia per lo fpazio di

mezzo miglio in circa . Se dunque da' moderni non vi

fi è trovato fito , che per feffanta cafe , in che modovi potè effere l'antica città di Labico, che ripiena di

numerofo popolo fi fa aver più volte combattuto con-tro gli eferciti Romani ? Per le predette contrarietà , dame brevemente accennate , fon di parere , che il donoOlfienio fi deffe a credere, che Labico foffe fituato in

sì fatto monte della Colonna , per non averne confide-

H ra-

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58 Le Memorie del Primo e Secondorato la qualità del Tito , e per non avere procurato

d'ofTervare l'antica via felciata Labicana , che fuflifte ,

poiché averebbe veduto non andar diretta al detto Ca-

itello della Colonna , ma paflargli diftante due , e più

miglia i e per non aver olTervato effervi da Roma al

monte della Colonna la diftanza di fole tredici miglia,

quando Strabene nel Tuo libro V. parlando della detta

via dice : Et approptnquans Veteri Lavico ì^c. e della di-

Itanza da Roma dice , che eia di CXX. ^ amplìus J7adia,

nel modo già detto di fopra .

ElTendofi dimoftrato , che il fecondo Labico è Hata città

di fede Vefcovile , mi pare a propofito d'accennare , di

quale ricchezza foffe il fuo patrimonio , ricavandoli

dalle locazioni degli ilabili fatte di quei tempi da'Sommi

Pontefici a diverfi particolari , notizie fra tante dignif-

fime porte infieme dal noto infigne letterato Sig Lodo-Mnrac.T.v. vico Antonio Muratori nella fua grande opera intitolata:

aiu ili." Antiqvit. hai. medìì avi . E del folo Patrimonio Labi-

cano riferifce le feguenti locazioni : Uem in eodem

locat Aluando ut fupra majìam '^unìorum Patrimonio Lavi-

cano fub annua penfwne ìqc. Idem in eodem Eujìachiopref-

bytero fundum cafa Cantari , ^ fundum Vivarium ex cor-

pore mafa Siianis , ^ /ex uncìas fandi Lauretis cum oli~

veto fuo ex corporc prafcriptamafa prajlantes ^c. Sed ^fundum Martianum ex corpore mafia Gallorum , patrimonio

aeS"ptJmI Lavicanofiib annua penfione ^c. Idem in eodem Studiofa Tri-

t.mente la-, ^^/«^ /^^ Petro ìuMUbus , ciufdemouè Petri fliis ^ nepoti-

loro mezzo buf t fundum Serrular ,fundum Sifnnianum ex corpore mafia

-"ÌPc-°da La*^^Silanis : patrimonio Lavicano : pra^ant ^c. Idem in eodem

bico' . altra EracHo prapofito Coquina Dominica fundum cafa Siri , ex

To'?A%ìn» corpore mafa Porculis , patrimonii Lavicani : prajìat ì3c.

per andate a Idem in codcm Gcmmulo militi fundum Manricis , fin-ccniuzzano

, ^/^w Maurini ; fundum Villanova via Pranejlina^ miniarloMadonna di pl^^^ minus nono , ex corpore mafia Varvariana patrimonii

°^**Lavicani '. praFJant ^c. Idem Georgio Presbytcro fundum

Crifpinis % Ammo'fietii , via Lavìcana , miIliario plus , mi-

nus

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Labico e loro siti. 59»us XIII. ex carpare mafa Fi/ìis , patrimonio Lavlcanov

prajlat ^c. Idem in eadem , Sergia hanejlafemina , fun^

dum Severianum ex carpare mafia ^uniorum patrimonii

Lavicani : prajlat ^c. Idem in eadem Diaconia S. Biijìachii

in perpetuumfundum Clivis ,fundum ^uerquetum , ì^ Pia-

co'nianum ex carpare mafa Caldana patrimonii Lavicani:

prajlat ^c. Dopo altri diverfi fondi profieguc : Fun^

dum Pigrinum , fundum Cafanava , J'tndum Turritanum,

fundum Laganum , fundum Calabruucanum , fundum Tri'

-eitanum :_^

praHant ì^c, pofta in ^fìle ex carpare majTa

poniiana , Patrimonii Lavicani . Idem Anua'.da Tribuno

fundum Cafamajorem , ^ Longojeianum ex carpare Fa-

'rimonii Lamcani , territorio PraneFfino milliario ab vrbe

Roma plus minus vige/imo una , prajtantem ^'c. ^acharias

vero in fuo regif/ro locat Pbilicario Camiti maJTam Pela-

vianam patrimonio Lavicano : praf7at i^c. Idem in eodem

ChriHophoro militi majìam Gallis cum omnibus Juis perii- „.^

ntntiis , ì^ fundum Digitarum , ^fundum Gabiis cum lacu^^ me faciimen.

^ fundum /Idctlorum , fundum Barbulìanum , qui ^ dàii'''uidmo

Scntianus , fundum Lucretianum , qui ^ MuFIa , fundum fterminio de*

Lampadìorum , qui ^ Fornellus , fundum Flavianum , qui vi' da'Roma-

Ò* Capa Alonachorum , fundum Medianum , fundum For- ^Jt.".«^'^ ^'*

• r 1 ^ /',• n • Ti n • • ^< Gabma a ot-

micis, Jundum yJureJilis , Jitos m nurjana , territorio Gtf- to miglia da

Vinate , ex corpore patrimonii Lavicani : praHantes i^c,^^l"'^^t\^'^li.

Idem in eadem , y^lphio militifundum Famelicanum in an- vio dee. i

.

HO vigefmo nono ex carpare rnaJTa Appiana patrimonio '

'

Lai'icano : praHat ^d Idem in eadem IJidorafundum Soro-

rum ^ fundum J/^irorum via Lavicana milliario plus mi'

nus XIV. praHant ^c. Profieguono poi altre rendite ,

e ceflìoni alla Tanta Sede , come anche diverfi contrat-

ti ,' ed elTendovi un inftrumento di fedeltà predata dal

Conte di Sora al Pontefice Innocenzo III. nell'anno 1208.

e trattandofi di tre luoghi a me noti, per efler quelli

fituati nella vicinanza della mia patria , gli accennobrevemente , colle parole di detto inftrumento: Cete- ^futatotiAo.

rum de caffro Vallifmontonis , de Sacco , de Plumbi- tiq. irai me-'

, , dii IVI T.V.H 2 na- pap.84s.

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6o Le Memorie del Primo e Secondonoria , juravit faccre guerram , ^ pacem cantra omnes ho^

mìnes ^c. Di fatto Ci vede effer di quel tempo fulTe-

guita la guerra , poiché tanto il caflello di Sacco,oggi detto la Mola di Sacco, quanto quello di Plum-binaria , dettoli poi Pimpinara , vennero abbattuti , e

diroccati , vedendofene in que'fiti fparfe le rovine ,

fenza edere flati riedificati , nel modo medefimo accadu-

to al fecondo Labico di fede Vefcovile .

Fin qui , fecondo il mio debole fapere mi pare d' a-

ver baflantemente riprovata la credulità dell'Òlftenio,

della cui autorità fi vale l'erudito Fabretti , per impegno

avuto con altri , fui fito di Labico . Se quefto però non

baflaffe , volendofi avere un tal quale indizio del vero

fito di Labico nella vicinanza di Roma j fuppongafi per

pafla tempo , di non eHervi antichi autori , che ne fa-

vellino , né Livio 9 né Strabone , né Dionifio , né Ci-

cerone 5 né Plutarco j né alcun altro : fuppongafi non ef^

fervi la via Labicana , né le colonne milliariedi Maf^fenzio ritrovatevifi , i curatori di effa , il gran nume-ro di lapidi fcritte j i Maufolei , fra' quali quello di

S. FJlena : non vi fia Anaflafio > che in detta via

pone r antichilfima Chiefa de' SS. Nicandro ed Eleu-

terio dedicata verfo il fine del fecolo V. da S, Gelafio

Papa: di non ellervi flato il tempio della Quiete ; né per

detta via pafTati tanti eferciti , né il ritorno di quella

di Siila , e di Cicerone , infomma di non efiervi al-

cun fegnaìe , che ce ne dia un indizio , e un lume : mache ci fieno folo alcuni teflimoni , uno de i quali è

il dottifTimo Olftenio , che crede efler ftato Labico nel

monte della Colonna ; e gli altri i due popoli di Val-

montone 5 e di Lugnano , i quali per antichiflìme tradi-

zioni affermano d'effere itato Labico nell'alto Colle delli

Quadri territorio di Lugnano , confinante coU'altro di

Valmontone ed avere colle rovine di efTo fabbricate le

loro Terre ; ora chi merita di tali teflimoni preferenza ?

Né fi dee lafciare fenza rifleflione , come il primo Auto-re

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Labico e loro siti. 6ire del dizionario della lingua Latina , per effergli noto,

che venne fabbricato Valmontone colle predette pietre

del diftcutco Labico , e poi Lugnano ad ambidue vi-

cino , pofò ki detto Tuo primo dizionario alla lettera L.

l.etbko Valmontone , il che causò continovate difpute

di competenza fra elfi due popoli , quali dalle loro Ter-

re meritar doveva il titolo di Labico rinnovato j come

difFufamente vien regiftrato dal Rofati nella fua rela-

zione dello fcoprimento delle mura fotterranee di La-

bico nel Colle delli Quadri , con le cui pietre fé ne

fabbricò il gran palazzo di Valmontone , il che accadde

verfo la metà del fecolo XVL , come fi è riportato nel

principio di quelli fogli

.

Óra mi fovviene , che mi rifervai di dir qualche

cofa di S. Cefario , dico dunque , che quello S. Cefario

confifte in un Colle rotondo d'amena pianura , all'intorno

precipitofo , eccetto che nella poca pianura, donde s'entra.

A mio tempo era tutto ripieno di rovine fra arbori ,

e fpineti , i quali fatti abbattere dalla defunta Ducheffa

Rofpigliofi di pia memoria , madre de'prefenti Duchi ,

venne ridotta a villa , e vigna con un comodo cafino

effendovifi ritrovati groflì pezzi di colonne di granito

Tebaide , ed altre antichità . Al prefente di là da det-

to cafino , e dal Colle vi reftano alcuni avanzi di

rovine , le quali da tempi immemorabili, anche negli

fcritti 5 i\ fon dette di S. Cefario . Né per diligenze

fatte nell'archivio di Zagarolo , ed in altri dei luoghi

circonvicini fi è trovato effervi Hata chiefa o cappel-

la Crifliana , e folo trovo , che nel Pontificato di Ce-

lefiino III. venne denominato CaHrum S. Ccfarii . Ve-

dafi il dottifllmo Muratori Antiquit. Italie, mediì cc-à

Tom.V. pag.853. dove cosi fi legge : In Tufeulano Epif-copatu Oddo de Columna prò CaFiro fanBi Cofani XV.folidos Lucenfes , fé pure non fia di qualche altro luo-

go di si fatto nome , onde è probabile , che un tal nome

provenuto fia per corruttela da quello del DIVVSCA-

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62 Le Memorie DEL Primo E SecondoCAESAR , nel modo che lì legge nelle Tue medagliefattegli battere da Augullo , tanto più , che eflendo fla-

to il predetto Colle territorio di Labico , '<|uefto pri-

mo Imperatore , e principal guerriero fra' Rlomani vi

aveva la fua deliziofa villa , in cui fece teftamento ,

come racconta Svetonio di fopra riportato .

Vien divifo il Colle da due vie moderne , chefono in declivio , nel fine del quale a pie delle radici

fcaturifce un copiofo fonte d'acqua , che nell' eftate

fa un piacevole vedere , e la via per tre miglia con-

tinova per Zagarolo . L'altra via a defha , dopo d'aver

traverfata l'antica Labicana , gira in declivio per l'altra

parte del Colle j e a due miglia s'imbatte in un trivio ,

che è il principio del territorio di Lugnano . La via

a fmiftra arborata conduce a meno di quattro miglia

alla feconda porta di Pale(>rina , detta in tutti i tem-

pi Porta del Sole , facilmente dal tempio d' Apollo ,

di cui fc ne vedono le rovine a poco fpazio per an-

dare alla Terra di Cjvì . L'altra via della dcftra , cir-

ca ad un quarto di miglio , porta all'alto Colle delli

Quadri , dove fi è detto effere Rato il vecchio Labi-

co , a pie del quale , e del vicino laghetto de'Lugna-

nefi , rimane 1' antica via felciata Labicana , che

continova fra le maggefi , e vigne delli cafali di fo-

pra defcritte . La via poi di mezzo forma uno Grado-

ne cimato di si fatta magnificenza , e grandiofità , che

per quanto fo , non fé ne ritrova il compagno ; ed eflendo

la maggior particolarità della piccola mia patria , mi

piace in quello luogo efporne del fuo principio un

abbozzetto in difegno .

Per fapere di qual groflezza , e pari altezza fiano

tutti gli alberi d' olmi > bafta e Aere avvifati j che

vennero piantati verfo la metà del fecolo XVI - eflendo-

ne fiati fopraiutendenti Achille Marcelli , e Boni-

facio mio padre . La fua larghezza è di tale fpaziofità,

che comodamente vi poflbn pallare del pari dieci carroz-

ze.

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A fmiftra del borgo , dopo alcune cale vi è la mia

ere-

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l ^

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Labico e loro siti. 63ze , cioè otto nel vano di mezzo e due ne' vani degli

ordini laterali .

Nella mia gioventù, allorché io era folito d'andarvi ai-

caccia delie tortorelle , ebbi la curiofità di prenderne la

la mifara , la quale rincontrata ora dal medico di Lugnano

Gio: Filippo Civoliiii , dotto anche d'architettura , ed

altri ftudj , ha trovato che né vani degli olmi non vi

palla un minuto di differenza, per quanto fono crefciuti

del pari , ed effere lo fpazio della larghezza giuftamen-

te di novanta nove palmi architettonici . Quefta gran lar-

ghezza di flradone detto da' Lugnanefi l'Olmata , è ac-

compagnata dalla fua lunghezza di cinque e più miglia,

paflando per Lugnano , e fin dopo Valmontone . Quan-

to terreno occupi quello regio flradone olmato , é facile

a rilevarlo dalla detta mifura , e quanto fia piacevole il

palleggiarvi ne'tempi ellivi , fi può facilmente concepire

per la grata frefcura , che contribuifce , per caufa anche

del territorio congiunto a' fuoi lati , ripieni d' erba ,

ed arbofcelli .

Dal principio dell' efpoflo difegno a due miglia

fan profpetto alcune antichiffime rovine , la prima delle

quali ridotta a fenile appartiene alla mia Gafi , ellen-

dofi da tempi immemorabili dette le rovine della Roc-

ca , e la via che dalla Terra vi perviene , fi è chia-

mata fempre dietro della torre , Che cofa fiano fiate ne'

tempi antichifllmi , non abbiam memoria , e folo un po-

co più fotto fé ne farà una tal qual congettura . Adefira di quelle rovine dopo pochi paffi di declivio fi en-

tra nel lungo e largo borgo di Lugnano , il quale con la

Terra brevemente anderò defcrivendo . Le cafe alla de-

lira quafi tutte fon polle fopra d'una lingua di fallo

vivo 5 che nell'oppoflo riguardano la baflìlTima valle ^

e il medefimo colle bofchereccio , che congiunge il fuo

principio con quello delli Quadri , accennato già nel de-

fcriverne la fua forma circolare , e dove fu febico .

A finidra del borgo , dopo alcune cafe vi è la miaere-

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04 Le Memorie del Primo e Secondoereditata dal Rofati con la fna arme di tre rofe fcolpi-

te negli ftipiti della porta . Nel fine poi del borgo tutte

le cale terminano con poco declivio fu detta lingua di

falTo , ed a deflra pur in declivio vi traverfa una larga

via rpianata fui fallo , che conduce nella valle , dividendolo fcoglio del borgo da quello della Terra , e per

quanto ho faputo olTervare , era tutta una mafla di rupe,

la quale venne tagliata per rendere inefpugnabile la

città } che v'era ne' tempi antichiflìmi fu la pianura dello

fcoglio 5 dove poi vi venne fabbricato Lugnano . A fi-

niftra del principio di detta via , che fcende nella valle,

dopo poca diftanza vi riprincipia il fopraddetto ftradone

cimato a pie della Terra , ma in gran declivio , dopo

del quale , e di detta Terra tira avanti per la pianura

a fmilira della valle fin di là da Valmontone .

Per entrare poi in Lugnano vi è un poco di fi-

to alquanto moncuofo , per una via fpianata dal fallo, a tal

fegno , che eccetto querto ingredo , tutto lo fcoglio è ifo-

lato, ed è di circuito cinquecento palli in circa, onde

anche prefentemente il fito di quefto fcoglio è natural-

mente di fortezza, effenJo le cafe vecchie in cima all'in-

torno d'alto precipizio per la bafiìflima valle , the le

circonda .

La chiefa Parocchiale è dedicata a S. Andrea Apo-

(lolo ; e la divota cappella della Santiffima Annun-

ziata con la fcpoltura , appartiene a quei della mia fa-

miglia . Tutte le cìCe fono al numero di novantacin-

que , le quali con alcune di fuori , e quelle del bor-

go fanno iu tutto dugento , efìfendovi circa a mille e

trecento anime , per le quali non vi è territorio fufficien-

te, perchè quando ù fece la divifione con i popoli contigui,

Lugnano faceva minor popolo , è perciò non è efente da fa-

miglie povere , benché induftriofe , e non pochi fono ob-

bligati di feminare i loro grani fuori di territorio . Tutto

però detto loro territorio di Lugnano è fertile , e ripieno

di verdure , producendo naturalmente fragole, e viole ,

the

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L ABICO E L OR O SITI. 6$che nelle loro (lagioni rendono piacevole foavità di

odore 5 né vi manca cacciagione, piante di bettouica,

e cole , che bifognano all'occorrenze .

Del tempo precilb , che fu forte fico venne fabbri-

cata 'quefta Terra , e quella di Valmontone con le pie-

tre del diftrutto Labico a loro vicino, fé ne fìa all'of-

curo , e folo per qualche indizio può giudicarfi efferc

flato ne' tempi lagrimcvoli dell' invasone de' Gufi . la

quanto a Valmontone , non folo vien ciò dimoftrato

dalle vecchie lue cafe , ma dalla prima porta della Ter-

ra , la quale comporta di fmifurati pezzi di pietra ren-

de maraviglia , reitata poi col corfo de' fècoli fotterra-

nea , e ridotta ad ufo di cantina da confervarvi il vi-

no , con eflervi flato fabbricato fopra , e nelli la-

ti ed avanti di elfa , come meglio fi fcrive dal Rofa-

ti nella Relazione dello fcoprimento delle mura fotte-

ranee di Labico , polla qui aprincipio . L' altro indi-

zio è , che a fmiftra , dov^e è una porta moderna per

comodo delle carozze , a pie del declivio , è una di-

votinìma chiefa, che fi dilata fotto d'una parte del col-

le , celebrandovifi col concorfo de' vicini popoli la fefti-

vicà di Pafqua della Pentecofte , ritenendovifi V antico

collume di farvi un' abbondante Fiera in tutte le tre

felle, nell'ultima delle quali vi è il giuoco della lotta,

e la corfa de' cavalli , e degli vomini , coli' afllftenza

de'foldati a cavallo , e a piedi di Lugnano , e di Val-

montone . Debbo dire , che da quella Terra fono ufci-

ti varj vomini memoraabili , e dotti come acnhe vi

fono alcune buone famiglie . Molto però mi difpiacc

dover dire eflervene flati due , che furon fatti unoCanonico e l'altro Benehziato della Bafilica Lateranen-

fe ; i quali fecero l'infelice fine d'effer giudiziali per

furto di gioje di fbi7;mo valore , levate dalle facrc

reliquie di detta Bafilica , fatto antico da divertì re-

gillrato , e ultimamente dal dotto P. Fr. Cafimiro di

Roma de' RR, PP. Minori OlTcrvanii nella fua opera

I deiran-

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66 Le Memorie del Primo e SecondodelTantichità della Chiefa d'Araceli alla pagin.416.

ladiiio dell'antichità di Lugnaiio è parimente quel-lo delle cafe vecchie , alcune delle quali fono ftate di-

,Toccate dal tempo . Tralafcio la predetta Chiefa Parroc-chiale per altro angulta , per elTere fiata fabbricata an-

ticamente 5 e quando faceva poco popolo , eflendovi pref-

fo l'aitar maggiore la cultodia dell'olio fanto con baf-

fo rilievo di quattro Angioli , ed altro in niarm.o di

fcultura affatto Gotica ; come altresì lafcio di parlare del

Palazzo detto della Corte , fervilo per i Duchi Sforza Ce-fariui 5 padroni allora di quella Terra . Dico bensì 5

che r altra antichità conGfte in una divotiflìma dipin-tura Gotica della Beata Vergine Maria fedente fra le fpi-

ne nel vicino Colle , detto di S. Maria , piccola chiefa

d'un folo altare, riedificata da altra pi l'i antica , comene ho trovata memoria fra alcuni fcritti di VenturaRofati mio Nonno materno ; e in fatto fé n'ò vedutala riprova venti anni fono al tempo del vivente fi-

gnor Arciprete di Lugnano D. Francefco Ginnetti ,. fog-

getto di fingolare efemplarità , poiché da un particolare

fcavandofi a piò dell'oppofta facciata di detta chiefa , vii

fi trovarono le rovine dell'altra più antica.

La maggicH^e antichità però, che pu(Wan tare quella

mia Patria , e che per vero dire non fi vede in niuii

altro luogo del Lazio , confifle in alcuni tugurj tagliati

dentro le vifcere d'una ru|>e di pietra , detti da'Lugna-nefi gli Amari perchè le cui incavature , e tagli delle

volte y e de'lati con i pavimenti fpianati di fi fatte fpe-

lonche , fan vedere efTer di que' primi tempi , quando gli

vomini non avean principiato a fabbricar Terre , e Ca-ftelli , le quali fpelonche , e caverne fi vedono nella

Vaile predo due fontanili a piò della lingua dell'alto fco-

glio y fui quale fi è detto efTer pofte le cafe del bor-

go riguardanti con la parte didietro la già detta val-

le , e Colle bofchereccìo

.

Benché quello Lugnano fia un piccolo luogo nel

me-

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Labicoelorositi. 6"/

modo , che ho defcricto , pure ha prodotto diverfi vo-

miui chiari , come ho detto , fra' quali un Paolo Scriiiia-

tore , il quale li diilinfe nelle armi , effendofi vivente fatta

fare la lapide fepolcrale , e fcolpire la fua figura alla mili-

tare coU'ifcriiione all'intorno, come vien regiflrato fra

le memorie d'Araceli dal fuddetto lodato Fr. Calimiro

di Roma de'M inori Ollervanti .

Tra gli vomini caritatevoli fi può annoverare uno di

Lugnano, che concorfe con altri per la fabbrica della chie-

fa de' PP. Conventuali fuori della terra di Cavi , come

mi ricordo d'aver letto in quella fagreftia , ma emen-

do flato ai tempo della mia prima gioventù , non mi

fovvieiie il nome della famiglia . D'un Monaco Aba-

te di Monte Cafino fi leggono nelli Script. Rerum Italica- TomJn.

rum quelle parole : Sub Domino Mathia de Lugnamp^g-n»

bujus C(^nobìi Abbate . D' un altro Monaco Abate Caf-

fuienfc del mio cafato, cioè Don Jacopo Ficoroni m'occor-

re parlare più a baffo . Fra' Religiofi Francefcani vi fono

flati due fratelli di cafa Gentili , uno de' quali acquidò

fama di fantità nel viaggio, che fece per l'Egitto e al

fanto Sepolcro ; ma ,per effer più breve , accenno fo-

lamentc i feguenti Religiofi , che vivono prefentemen-

te , cioè il Riformato Fr. Gafparo di cafa Granati j

Reiigiofo di buon nome. Un certo chiamato Confai vo,

figlinolo del defunto Francefco Adragna mio cugino ma-

terno , al quale eilendo fiata coftituica una cappella nel-

la Parocchiale per farfi facerdote , egli iacerdote fi 'ì^-

ce, ma fi velli Reiigiofo de'Minori Offervauti , viveii-

do prefentemente nel convento di S. Angelo di Val-

montone j e quefti mi pare , che polìano ballare , trat-

tandofi di si fatta piccola Terricciuola , quale é Lugaano .

Debbo però foggiungcre , che il curiofo non

Io troverà notato nelle carte geografiche del La-

zio, pubblicate da vari Autori , per difetto di

non aver per effo viaggiato , e perciò venne fup-

plito dall'Autore della celebre , e maravgliofa galle-

1 3 ria

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98 Le Memorie del Primo e Secondoria Vaticana fatta fare dal gran Pontefice Gregorio XIII.

dove nelle carte dipiate falle pareti dilgenteniente è no-tato Lugnano , ed altre Terre circonvicine.

Ellendo quella Terra tanto antica , e nota a' pafTeg.

gieri , come pure regidraia con altre Terre diocefaiie dt

Peleltrina nel catalogo e luoghi fottopofli al fuo Vcfco-vato j i predetti geografi non averebbero dovuto tra-

lafciare tli notarla . In tale occafione debbo far men-zione del Reverendifiìrao P. Abate D. Diego RevilK-s.

foggetto noto pel fuo fapere , il quale elfendo Let-

tore delle mattematicbe nella Sapienza Romana , ha da-

to alla luce alcune carte topografiche delle vicinanze di

Roma 5. che fervir pofifono di fpecchio a taluni per loro

efattezza . Qu^al città negli antichi tempi fia fiata quella,

dove poi fu fabbricato Lugnano , eredo , che refti nelFofcurità , non vi eiTendo 1' aiuto della via , né la di-

ftanza da Roma , che 1' accenni come Labico . Tut-tavia è molto notabile , quelche fi ricava regiitratc^

concordemente da tre gravi Autori > che polla eller-

vi fiata la città di Boia o Vola , di cui Virgilio neTEneide , dice : Bolamque Coramque •

Il primo Autore 5 che fa vedere» che Boia confi-

nalfe con Labico fuddetto , è Livio Dee. L libr.IV. fcri-

vei^do , che a' nuovi coloni d' effa città di Labico

fu depredato il territorio , e molTo guerra dalli Bo-lani 3 co'quali erano confinanti » ma poi mancato loro

il foccorfo degli Equi 5 perderono il proprio territorio»

e la loro città, alla quale avendo il Tribuno propofio

mandare coloni , come aveva mandati a Labico > ne

venne impedito dai compagno . Cos'i efifendafi provato

Labico eifere flato fiil Colle delli Qnadri , territorio di

Lugnano 5 diflante meno d'un miglio per linea alquanto

traverfale , né di là da detto Colle » e Tuoi lati ritro-

vatavifi giammai rovina d'edificj , e fblo di quei della

via Labicana fui borgo di Lugnano , le rovine della rocca

che 5 vi rellauo > fon forfè della fortezza anseraurale di

fio.

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Labico e loro siti. 69Boia , onde viene a confermarfi il detto di Livio fu la

confinanza di quella città con quella di Labico .

Il fecondo è Dionifio nel libro 8. dove dice , che

Coriolano efieiido con perdita flato rigettato da Boia,

la preTe poi con iftrattagcmma , e.indi afTediò Labico ,• con

che moftra la vicinanza dì ambedue , feguendo a dire, che

dopo andjffe all'adedio di Boia, ia vece di Boville , no-

me corrotto dagli fcrittori Greci .

Il terzo Autore è Plutarco nella vita d' efìfo Co-

riolano, il quale fdegnatofi fieramente del torto fatto-

gli dal popolo d'averlo efiliato dalla patria , divenuto

capitano de' Volfci inimici de' Romani , dopo d'aver

depredati i terricorj de'fuoi Latini, non foccorfi da Ro-

ma , prefe loro con altre città quella di Boia , e di La-

bico , dalle quali poi ilontanatofi a più potere , andò

all' affedio di Boia , nome parimente depravato da

quello di Boville , come viene avvertito dal Sigo-

nio j che può vederfi al Tom. IIL pag.665 fu 1' Epi-

tome di Livio, opera riftampata in Milano . Sapendofi

di Boville la diilanza da Roma , e il fuo fito nella via

Appia , dove riufci a Milone d'uccider Clodio grand' ini-

mico di Cicerone , fi potrebbero fare varie conghiettu-

re » e fiirebbe un bel difcoprimento di fito d' una città

rimafio fepolto dall'oblivione ma ci vorrebbe maggior in-

dizio . La quale città , e quelle confinanti con Labico,

vennero a mio credere diroccate nella fpietata guerra

fatta al giovane Aguflo da Fulvio , e L. Antonio , nel

tempo che M. Antonio fi trovava in Egitto ; cos\ la

Terra di Lugnano vantar potrebbe d'aver ayvto in effa

città di Boia , e Labico nel fuo territorio .

Tralafcio un Vezio Bolano , che fi ic^gge d'aver

avuto i bagni pubblici nella prima Regione di Roma;COSI pure fé dal nome di Bolano , o Volano ne pro-

venifie corrottamente quello di Lugnano , né fa , fé ve-

nifle detto in Greco AOnCEANÓN , fecondo che da

una donazione , che fi legge in marmo fcritto , giudi-

ca

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70 Le Memorie del Primo e SecondocailSuareiio allapag.20. , e 2\. de Prtenerre antiqua nt\

numerarlo fra le Terre dioccfane , e che perciò in

Latino fi chiamafre LoKgojejaTium , e corrottamente poi

Lunìanum , come pare , che fi ricavi dal Tom.V. dell'an-

tichità d'Italia del celebre Sig. Muratori alla pag-^37.

dove in una locazione , o donazione alla S Sede fi dice :

Item (jf fundum Ca/ainajorem , ^ Longoieiamtm ex corpo-

re Patrìmom La^ìcanl Territorio Prtcnejìino williario ab

urbe Roma plus mìnus "sigcfìmo uno , che tale è la di-

ftanza , ed e nella diogefi di Paleltrina , come già fi è det-

to . Finalmente fé io mi fono troppo dilungato parlando

di Lugnano , è fol proceduto, perchè effendone nativo,

prcfcniatamifi l'occalione , ho ftimato , quafi atto di pie-

tà il riportare que(te memorie non prima pubblicate ,

le quali fono a detta mia Patria di non mediocre onore .

Ritornando adeffo non già pel grande ftradone cima-

to , fopra deferi e to , ma bensì dalla detta Terra a fi-

nirtra perla balfa valle coltivata a canapa , ad un miglio

in circa fra i due colli bjlcherecci , quello a delira

quafi di contro all'altro congiunto al Colle dclli Qua-dri , in cui fu Labico , termina in una falda di terreno

filveftre , firmmdovi fotto una nicchia alta bisluupa ,

dalla cui volta cade ftrepitofamente un gruppo d'innu-

merabili ftillicidii d'acqua, che fembrano a talune teni-

peftofe piogge d'inverno .

La curiofità però nvjggiore fi è , che nelle ficcità

de'tempi citivi tutti quelli impetuofi rtillicidii fi ridi.;-

cono ad altrettante gocce , così rade , e adagiatamen-

te cadenti , che da più perfone fi può numerare in unmedefimo tempo cadere dalla volta cento gocce d'a-

cqua leggiera , e preziofa a bere ,• perciò da tem-

pi immemorabili vien chiamata la Fontana di cen-

to gocce . Io credo , che la fua forgenic fia mol-

to dentro del Colle , ma poco fotterranea ,* ed in tan-

to r ho voluta defcrivere , in quanto nell' inverno ,

e neir cftate fommini/tra una piacevole veduta ; né

so

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Labico e loro siti. 71so fé fra tante innumerabili fcaturiggini di fonti ve

ne fia alcuna confimile .

Sopra quello Colle la pianura termina a pie

del già detto fìradone cimato , e vi rimane quafi nel

mezzo una rovina di camera alquanto ricoperta di ter-

reno , chiamatofi fempre , negli fcritti e per confuetu-

dine 5 di S. Monnetto , nome fìranamente corrotto dal

nome Latino di S. Benedetto, di cui v'era T ofpizio ,

rovinato dal tempo, e riltaurato poi dal detto MonacoCaflìnenfe del mio cafato , Don Jacopo Ficoroni , il

quale elTendo Priore del Pefchio Aflerolo , venne l'an-

no 15 12. fatto Abate dell' infigne 5 e antica Religione

Benedettina , come 11 vede regiftrato nella Regia Marll-

cana al terzo libro pagin.666. notizia datami da chi

l'ha rincontrata fedelmente , cioè dal Sig. D. Ignazio

Maria Como Patrizio Napoletano, imo de' principali eru-

diti di quella Real dominante .

Celtato il predetto Ofpizio , tutto il Colle colti-

vato a maggefe venne incorporato nelle rendite della

Parrocchiale di S. Andrea di Lugnano .

Delle memorie ritro^atejì nel

Territorio del primo ^ e

fecondo habico.

PRofeguo ora ad efporre le memorie Labicane nel

territorio del primo , e fecondo Labico 9 quelle

però , che a m.e fjn capitate . In profpetto del detto

Colle di S. Monnetto di là della gran via olmata ,

irovoflì alcuni anni fono uno fcatolino di metallo ro-

tondo , entrovi quattro mafchere fceniche incife in gem-me annulari con polvere di color d'oro, le quali ebbi

l'occafione di riportare nella mia opera delle Mafchere,e tìgure comiche nel cap.64. pag. i65* Non so fé appar-

tenelTero a'Comici Prcaellini » o Labicani , de' quali era

il

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72 Le Memorie del Primo e Secondoil t;frii.ono . Ultimamente in fito poco diftante fra il

territorio di Lugnano , e di Palcltrina , comprai da

due operaj una tal rarità , di cui tra tante innumerabili

pattate per le mie mani aon ho fin qui offervata la confi-

mile * —

. f

Confile qucfla in un gran vafo con tre figure la

pie-

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-fV^V ^^'

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Labico e loro siti. 75piedi incaflrate di fopra , e una patera , il tutto di me-

tallo , e d'ottima confervazione . Quello vafo , elTendo

all'intorno iftoriato a lavoro fgraffito , merita peana eru.

dita-, per irpiegarne il contenuto, al che fare ricono-

fcendomi inabile , efpongo folamente il difegno del

vafo , affinchè il curiofo ne offervi la forma .

La fua capacità è d'altezza due palmi , e di

circonferenza palmi cinque , e once quattro , i Tuoi

piedi ben lavorati , e fopra è alquanto globofo , e

quivi Ibno nel mezzo , mediante i perni fotto i pie-

di , incaftrate tre figure in profpetto da levarle , e da

rimetterle, come dirò più a baffo ,piacendomi prima di

parlare della patera iftoriata , perchè contiene un fat-

to , ha qui non pubblicato in ifpecie fu patere d'antichif-

fimifecoli , ed è di quello difegno .

Entro a gran corona di foglie di piante filveftri

fono tre figure : nel mezzo è Diana in piedi con la

Luna d'avanti, e con il fuo nome antico LOSNA , ha

pie del fuo lato finifliro , e fedente una nuda figura d'uo-

mo giovane armato di celli le mani , d' avanti è una

colonna con fopra una fpecié d'uovo, e in efla colonna

fi legge AMVCES , il quale con Diana , voltando la tella,

attenamente riguarda V altra figura in piedi ,giovani-

le , nudata , e in profpetto , parimente con cedi nelle ma-

ni col nome POLOCES , parole d'antichilfima Latinità

ìiì vece di Diana, Amìcus , e Pollux . La qual rappre-

fentanza di figure fignifica 1' iftoria d'Amico Re della

Bebricia nell'Afia minore , il quale fotto preteflo d'in-

vitare i palTaggieri a giocare , gli uccideva fraudo-

lentemente ; ma alla per fine rimafe egli uccifo à^

Polluce .

Le tre figure incaflrate fopra all' efpoflo vafo fo-

no giuftamente tali come qui fi dimoflrano in difegno .

Rapprefentano quefte tre figure , egualmente difpofte ,

un efpredìone orribile , e fpaventofa . Quella di mezzo

tutta affannata, e di giovane mezzo nudo con velie, che

K gli

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74 Le Memorie del Primo e Secondogli cade dalla fpalla fìniftra , ornata di (Ielle j e che gli

ricLiopre la vita da, mezzo in giù , con fcarpette in

piedi . Dal collo gli pende avanti del petto il re-

gnale della Bolla d'oro , e tenendo ftefe ambi le braccia

colle mani prende i colli di due Fauni in atto di ri-

pofarvifi , e quefti parimente (tendendo un de' loro brac-

ci colle mani fanno vifta di follevare detto giovine

bullato ; i quali due Fauni nudi hanno folamente

avanti il collo annodate due pelli di daini , che ca-

dono dietro la lor vita . Uno nella mano tiene il manicod'un vafo probabilmente d'acqua luftrale , e l'altro un cor-

no da bere , o piuttolto da liquori per il racri6cio .

La curiofità maggiore confifle , che nel li/tello , fui qua-

le pofano le predette (ìgure , fono incifx due verti di

quello tenore di parole tramezzate da punti ;

DINDIA. MACOLNIA. FILEA . DEDIT .

NOVIOS PLAVTIOS MED. ROM Al FECID.

I quali verfi , o parole fembrano della prima lati-

nità > o almeno del tempo di Cajo Duilio , il primo , che

folTe vittoriofo per mare contro i Cartaginefi , non e(^

fendo difllmili alle parole , che leggonfi nel frammen-to della bafe , che (ì conferva nel Campidoglio pubbli-

cata già da vomini dotti

.

La donna ili uftre figliuola del predetto bullato di-

chiara in detta ifcrizione , che in Roma l'artefice No-vio Plauzio le fabbricò quefto monumento colle parole

MED. ROM AI . FECID . per ufo non fo fé di fe-

polcro , o di facrifìcio .

Della patera , del gran vafo , e delle tre figure fopra

efpofte debbo dire fenza iattanza , che il Cavaliere Fre-

deric Inglefe , mi volle dare , e mi pofe fui tavolino una

manciata di zecchini , ma invano , e affinchè per fem-

pre follerò confervate , ne feci volontieri donativoalla

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Labico e loro siti. 75alla celebre Galleria Kircheriana , dove l'intendente dell'

antiche memorie potrà ammirarle inlieme con non po-

che altre antichità inedite , ed iniigni aggiuntevi dal

buon giilto dell'eruditiflìmo CuUode P. Contuccio Contuc-

Ci , dal quale confed^o d' aver ricevuto non pochi favori .

Quelto feguente difegno di due memorie delineate

giufta gli originali , che confervo , quaranta anni fono ,

feci intagliare in rame dall'eccellente Pietro Santi Bartoii ,

Ambidue fon ritrovate preffò il vecchio Labico , in unterrirorfo coltivato a grano . La prima è incifa in corniola,

e rapprefenta un bel tripode con i piedi di grifi , e conun forcio coricatofi fopra , ambidue animali appartenenti

ad Apollo S mi ateo , leggendoli che gii Eolici , e i

Trojani ebbero in venerazione i forci , allorché fi ved-

K 2 de-

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yó Le Memorie del Primo e Secondodero liberati da i danai apportati alle loro biade e gra-

ni j eflendo ftata celebre la Itatua d'Apollo con un for-

cio fotto un piede , che fcolpita da Scopa Patio , s'a-

dorava neir ifola di Grifi , il cui tempio fi vede in-

dicato fui principio dell'Iliade d'Omero , nella tavo-

la di ballo rilievo d' antica compofizione fatta di re-

na j e fina calcina , che s'ammira nel mufeo de' Mar-chefi Spada , da' quali vengon favoriti i curiofi delle

fianipe volanti , e vedefi ancora pubblicata dall' erudito

Fabretti alla pag.j 1 5. della fua opera De Cohimna Trajanii

riferendovifi l'autorità di Strabone nel libro XIII. fui cul-

to del detto nume preflb diverfe città.

L'altro difcgno è cavato da una rotonda lamina

grofletta di metallo , col buco a capo , che fi vede ef-

fere fiara portata pendente per divozione alle deità m-cifevi . In una parte è rapprefeutato Ercole d'età gio-

vine 5 tutto in profilo , colla clava a finiilra pala-

ta fui fiiolo 5 e colla delira di pelle leonina avvol-

ta 5 ed è in un tempio di due colonne fatte a fpira ,

avanti del quale è una grande ara accefa di forma ro-

tonda ; indicante facilmente 1' antichifljma Ara maflìma

da Ercole ifiituita nel Foro Boario , ove per li fcritti è no-to cffervifi da'Romani offerta la decima de' loro beni >

con aver fabbricato a quel Dio un tempio fui detto Foro»il quale di che magnificenza fia fiato , fi può dedurre j

xhe nel finirfi di demolire fotto il Pontificato di Sifio TV.vi fu ritrovata la famofa fiatua d'Ercole tutta di me-tallo dorata più grande del naturale , che s'ammira nel

Campidoglio d'alta maefiria Greca formata . Neil' altra

parte del rotondo metallo , è efprefia la Dea Furi-

na in un gruppo di tre danne giovani con vefiimenta

talari j e una fpecie di torre fu la teda , tenendo nelle

mani impugnate, e alzate , coltelli , flagelli , e faci

accefe , e due gran ferpenti eretti preflb li loro piedi .

So che da' dotti è fiato parlato di si fatta deità ,

e beachè io non fia tale, pur dirò qualche cofa al-

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LabicoeloroSiti, yjmeno per ragionare del Tempio j e bofchetto a tal numeconfacrati , e in qual parte di Roma fia flato , mentrein tante relazioni fin qui pubblicate non trovo eder-

ne fatta parola , tanto piìi che h legge , elTerci flato ,

come fi ha da Cicerone nel terzo Della natura dellL

Dei : Cur non Eumenides , qu£ Jì Dea funi , quorum ì3Aibenisfanum , i^ apud nos , ut ego interpretar , Lucus Fu-rina > FurÌ£ Ddif-funt fpeculatrices , ^ vindicesfacinorum .

Che un tal tempio , e fuo bofchetto fìa flato dilà dal Ponte Sublicio a pie del Gianicolo , può ricavarfi

da Plutarco , e dall'Autore dalle vite degli Vomini illu-

flri , che nel riferire la fedizione Gracchefca dicono d'efler

convenuto a Cajo Gracco coTuoi partigiani , di fuggirenell'Aventino , e dal tempio di Diana , pel ponteSublicio , rifugiarfi nell'afilo delle Dee Furine , dovenon oflante venne uccifo . Oade elTendo il Tempiodi Diana nel monte Aventino, e fui Tevere il PonteSublicio , e da queflo a pochi paffi il Gianicolo , fa

vedere effere flato il tempio , e bofchetto a pie diquello monte . Trovafi il gruppo delle Furie efpreffo in

diverfi monumenti , ed il piti infigne da me olTervato

è in metallo del Mufeo Ghigì , riportato nel MufeoRomano dal Caufeo , e prefentemente fi vede nel lefo-

ro Capitolino , donato con altre rarità dal Sommo Pon-tefice Benedetto XIV.

In querta occafione flimo bene di foggiungere,

quelche regiftra il fopraddetco grand'Oratore fu gli effet-

ti delle Furie , le quali fono quelle, che tormentanoi malviventi, ed è nell'orazione per Rofjio , in cuiefclama : NoUte enim pittare , quemadmoditm in fabuliif<fpenumero videtìs , eos , qui aliquid impiefcelerate,^ue com-'

miferint agitarì , ì^ perterreri Furiarum tadis ardentibus :

fua quemquefraus ^ fuus t errar maxime vexat '. fuum quem-que fcelus agitat , amentiaque affìcit : fu£ maU cogitaiiones

confcentitcque animi terrent . H£ funt ìmpiis a^ìdua^ do-mejììcaque Furiic , qute dies noSiefque parentum pvnas a

con-

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yS Le Memorie del Primo e Secondoconfceleratìjjimisfinis repetant . Anche Giovenale fat.XIIL

moftra , che ne' buoni fecoli non vi erano le Deità delle

Furie a caufa , che non regnavano le corruttele della

giuflizia > gli ingannì , le ire , ed altri vizi .

Si legge 5 che negli autichiflìmi tempi de'GrecI , in

in Cirinea venifie da Orefte fabbricato un tempio alle

Dee Furine , per la ragione riferita da Paufaoia j ovechi entrava per vederle , efTendo micchiaio di fcellerag-

gine , era alTalito da tal paura j che nel!' ulcire per-

deva il fentimento

.

Non oftante sì fatti documenti vi fono flati in

ogni tempo voniini iniqui inclinati al male , e a nuo-cere , i quali benché vengano puniti, e gaftigati , tut-

tavia fempre più fé ne trovano , potendofi alTomigliare

alli nocevoli forci , dc'quali ritornando a parlare , pef

mera curiofità efpongo in qutflo luogo i difcgni di due «

Sembrerà forfè a qualche dotto , inoltrato nello fludiò

dell'antiche memorie 5 una bagatella il porre fotfo l'oc-

chi sì fatte beftiole ; ma intendo di fervire ancora a*

curiofi principianti 5 perchè fappiano in quante diver-

fe materie ^^\\z ritrovano fcoipiti , e che fpellb efcono alla

luce di futto terra fimili fculture j e con ciò apparilct il

graa

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Labicoelorositi. 79gran culto di eflì predo Romani, venuto loro dalla Grecia.

II primo Torcetto è cavato da un mio originale

d'argento fino , non facile a vederfene . La coda , che egli

ritorce, attaccata alla groppa gli forma l'anello per por-

tarlo pendente al collo, o fofpender ne'lararii, o ne'tempii

e tanto quefto , come altri di diverfe materie , tutti

moftrano di roficare un olTo , o altro che fia . Cosi

parimente hanno la coda , che forma l'anello , eccet-

tuata l'altro dcirefpofto difegno , che è ricavato dall'ori-

ginale di metallo , che fui mezzo della fchiena ha un anel-

letto da tener fofpefo , Se ne ritrovano incifi nelle gem-

me anulari da fanciulli , cosi pure in piccoli carnei .

De' lavorati in criftallo di rocca ne ho veduti due

foli , e un altro fi legge elferfx ritrovato con preziofe

gioje nel fepolcro di Maria d' Onorio Imperatore nel

demolire , che fi fece la vecchia Bafilica Vaticana .

la oro fino un folo me n' è capitato , che ulti-

mamente donai al genio virtuofo di D. Anna Marchefa

Grimaldi nobile Bolognefe . E' però quefto forcetto con-

giunto ad una fpecie di fpillone d'oro, fervito proba-

bilmente per ago da teaa a qualche Principeffa dell' an-

tichità , ferbandolo detta Dama nel fuo ricco Mufeo

,

formato d'infigni carnei, gemme incife , ferie di mone-

te d' argento , ed oro , che oltre la loro confervazio-

liie , fono le più rare tede Imperiali , che defide-

rar fi pollano , e tutte d'antichità indubitata , e ul"

timamente ha fatto 1' acquilto in oro d'un Commodo ,

d'un Malllmino , e d'un Emiliano col roverfcio d' ApolJp

Confervatore , e quefto da me procuratole , che per quan^

IO fo , non è in alcuna ferie d'oro di gran Perfonaggi .

In propofito de'forci , per ifpaffo del benigno let-

tore , mi voglio far lecito di raccontare una vendetta

fatta co' forci da Niccola Morelli pittore a Marcan-

tonio Sabatini , gran conofcitore e raccoglitore di cofe

antiche , il quale benché amico di detto pittore , non

avendogli voluto fidare un quadretto del Pulfmo per• co-

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8o Le Memorie del Primo e Secondopiarne uno fcoglio da dipingere in una veduta , quefli

fenza moftrarne dilpiacere , procurò d'avere circa a ftf-

fanta forci vivi ,prefì colle trappole da diverfi , in

ifpecie da donne povere ; e portigli tutti in una fac-

coccia , la mattina fotto pretefto di rivedere il quadret-

to del Puflìno ,gli riufci di dar la libertà a detti forci

nella prima camera d'elTo Sabatini ; pofcia dopo tre

giorni , ritrovatili infieme verfo un' ora di notte , dove

era anche io , nel CatTè della Piazza di S. Marco , il

Morelli tutto collerico raccontò, che avendo d'invea-

zione dipinto lo fcoglio nel fuo quadretto , i forci

gì iel' avevano tutto roficato , e domandato al Saba-

tini 5 fé nella fua cafa ve n' avea , gli rifpofe , che d»

pochi giorni in qua vi facevan giudo come fanno li

Svizzeri nel mutar la guardia nel cortile del Palazzo

Quirinale , il che diede occafione d'una buona rifata .

Ma continovando ad efporre l'antiche memorie Labica-

ne j eccone di cinque i difcgni .

Il primo delineato da una fingolare medaglia di for-

ma mezzanella , dov'è effigiata nel diritto lato la tefta

nuda di Teofane , fatto ricco , e illuftre da Pompeo

Magno , e leggevifi in Greco il fuo nome . Egli è d'a-

ria gioconda quafi ridente , e nel fuo roverfcio è un

cervio 5 che porta la figura di Diana , la quale per

meglio reggerli , colla deftra s' attiene ad uno delli

due corni , con lettere Greche all'intorno , che accennano

la città di Mitilene fua patria, dalla quale fu perpe-

tuata la fua memoria in detta medaglia . Il fecondo

cavato da un medaglioncino di metallo di pefo quafi

un'oncia col contenuto , che fi vede nelle numerofe pie-

coline monete folite à diltribuirfi nelle fefte de'Romani

Principi , oltre il nome diCalligola , e fuoi titoli colla

nota del Senato . Le tre lettere RCC. fon quelle , che

h:in caufato delle difpute fra'dotti Antiqnarii per rilevarne

il fenfo difputando le voglian dire Remifa ducente/ìma^o Re-

mi/^ Ducenarii, ch'eran giudici iftituiti da Augnilo , e abo-

liti

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Labico e loro siti. 8iliti da Tiberio , e reftituiti da Calligola , di che fé nevede uà' ingegnofa lettera ia Fraaccfe pubblicata in Ber-lino l'anno lyn. dall'erudito Carlo Schot . Refta Polo

a faperfi , fé quefto medaglioncino , di grofleiza , e lar-

ghezza fin qui non più ofifcrvata , veaifìTe battuto perregalarfi da Calligola , o per altro ufo .

Il terzo difegno eftratto da una medaglia Grecain gran bronzo , colla tefta laureata , e nome di Setti-mio Severo , nel cui rovefcio è la figura nuda d'unfoldato con elmo fui capo in atto di marciare fretto-lofamente , portando nella delira la lancia , e nella fi-

niltra lo feudo , e un'alta fcala , che rivoltando la tefta

fa villa di dar animo ad altri commilitoni difeguirlo,per pigliare colle fcale qualche città di mura inefpu-gnabili 5 e forfè quella di Bizanzio per aver prefo le

parti di Pefcennio , leggendovili ByZYHNOJ N , la qua-le medaglia fece battere in memoria d' elio Principe ,

il che confronta con gli antichi autori , che atteftaaoeffere fiate prefe le fortezze colle fcale , come fu il for-te Labico , al dire di Livio di fopra riportato . Qu^c-fta fuddetta moneta l'ho fempre confervata

, perchè iola credeva inedita , e unica , ma ricevute ultimamentealcune dotte differtazioni da' nobili eruditi GirolamoGuglielmo , e Gio: Carlo Ebner d' Efcenbaco Patriziidi Norimberga , ho trovato in una di elle la detta miamedaglia per la feconda volta , poiché la prima ven-ne pubblicata in Jena l'anno 1696. dall'erudito Oleario ,

febbeneegli dice , che il folJato colla fcala fia Marte .

Il quarto difegno cavato da un intaglio di gem-ma annulare di plafma chiara trafparente ci fa conofcereil ritratto del celebre Orazio Fiacco , dove fono incifele due lettere iniziali del fuo nome H , ed F. e fopra aquelli s'erge una palma meritamente dovuta a tjiitoinfi-gne , e piacevole Poeta, il quale è di corta capigliatura , ed'aria giovanetto, veflito di toga , e fopravvelle , che fi

vede ricoprirgli il principio delle fpalle , e del petto.!• Deb-

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82 Le Memorie del Primo e SecondoDebbo però dire , che quefta unica gemma non ri-

trovofTì predo Labico , come le altre fopra efpofte , main un orto del Celio , e venne acquiftata dal dotto , ecuriofo Gugliemo Viliiams della Provincia di Pembiohedel paefè di Galles .

L'ultimo difcgno, delineato da un medaglione contor-niato , ha in una parte la tefìa col bullo di detto Orazio ,

col nome HORATIVS ; e quefto medaglione e di tutta

confervazione, e di buona fabbrica, e maeftria , che fé nel!'

eftremità non avelie la linea cava tornita , fi direbbe battu-

to nel fuo tempo . Neil' altra parte è una figura di giovine

con breve tonicella in atto di condurre colla delira per

le redini un cavallo vittoriofo nella corfa , che ne haper fegnale fu la fronte due palme col fuo nome all'in-

torno DALSANVS . Fra i molti dotti , che hanno fcrit-

to dei fatti d'Orazio 5 fuoi ftudii , e patria , e coltumi

è il Tafuri da Nardo, nel fuo primo Tomo dell'ldo-

ria degli Scrittori nati nel Regno di Napoli , e in detta

città pubblicata l'anno MDCCXLIV.Quelchè debbo foggiungere , fi è , che un confimi-

le ritratto d'Orazio è riportato da Fulvio Orfini nella

tavola 73. degli Vomiui Illuliri : ex nuniìfruate aereo ^

fenza dirvi eilere in medaglia contorniata , battuta, co-

me ft fa, con altre ne'fccoli balli fìn'a quello d' Onorio,

in occafione de' giuochi , e itSìt pubbliche , indican-

dolo anche il rcvefcio . Perciò non so il perchè nell'ope-

la Morelliana delle famiglie coufolari iì veda uell'Ora-

zia il cottone del Poeta Orazio di tclia nafuta , e mal

difegnata , e però non dal celebre Morelli , come tal*

un'altre 5 che per brevità tralafcio . E cerne debboJufingarmi , che agli amatori degl' Iftorici Greci non

difpiacerà il conofcere il ritratto di detto Teofane Mi-lileno , tanto beneficato da Pompeo Magno, di cui Q^^^^t avere fcritto gli eroici fatti ;

parimente noapotrà eilere difcaro agli amatori de'Poeti Latini il ve-

dere le fattezze d'Orazio, che perle fue teriiffime , e

fi-

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LaBICOE LORO SITI. Sjfignorili poefie venne fommamente beneficato non folo

da Augufto , ma vie più dal Tuo diletto Merenate y

dal quale hanno prefo l'efempio non pochi Principi , e

que' dc'noftri tempi in remunerare i letterati benemeri-

ti . E forfè tal volta si fatte rarità inedite , come ò

l'effigie di Teofane in medaglia , e quella del celebre

Orazio in gemma , ed altre , che anderò moftrando , fer-

vir poflTono a' nobili curiofi d'incentivo allo ftudio non

meno utile > che dilettevole delle memorie antiche .

Efpongo perciò in quefla prefente tavola con una ghian-

da di piombo il numero di fette curiofe monete .

La prima 5 delineata da piccola medaglia di me tal-

lo , porta nel primo lato la cella laureata d' Adrianocol fuo nome all'intorno , e il folito Confolato III. Nell'al-

tro lato 5 entro a corona di pino , o d'altro , folita a

concederfi a' vincitori de' giuochi , fi legge Aclìa-act

Plncenfia . La prima parola può convenire alla fa-

miglia di detto Principe , trovandofi nelle fue monetedi Colonie , ed anche d'Antonino Pio , tanto più che

tal volta nelle medaglie co'rovefci j che nominano i giuo-

chi j vennero , denominali da quei Principi quelti a' quali

eran dedicati , e un tal efempio vien dimoftrato dall'

erudito Bonarruoti nella fua opera de' medaglioni del

Mufeo Carpegna alla pag. 149. dove riporta un meda-glione Greco di Settimio Severo col rovefcio CEY-HPHIA nnPTA. AKTIA nY©l A. Rimane ladifficultà

nella feconda parola PlNCFNSIA , per giuochi dedicati!

ad Adriano , il qual nome di paefe non eifendo a me no-

to , ne lafcio la ricerca a' periti dell'antica geografia.

Il fecondo difegno , giuda 1' originale in monetadi metallo, rapprefenta in ambedue i fuoi lati la flef.

fiflìma figura nuda d' uomo fenile in profpeito , tutta

raccorciata , la quale pofando la man finiltra fu la co-

fcia , colia deftra fa viita di levarfi dalla tcfta una ber-

retta comporta di fafcette , effendovi la marca d' unafpecie di rofa . Quelle predette figure in piccola moneta

La di

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84 Le Memorie del Primo e Secondodi metallo effigiate non fo fé fiano Inai.me , Egizie ,

Etiopiche 5 Perfiane , o d'altra nazione , che fecondoErg^doto non fono (late efenti dalle guerre , per le qualidove^an aver monete per pagare i loro eferciti . Ne'dette figure fono molto difllmili da due fcolpite in mar-mo , che fono nel giardinetto de' fiori del Quirinale,da un' altra nel palazzo Verofpi , e da una piccola di

metallo della galleria Kircheriana , avendone anche ve-

duta una lavorata in criltallo nella galleria Gualtieri .

Il terzo difegno cavato da una mia moneta d'ar-

gento Confolare , porta in un lato la tefta di Roma ,

e dietro il collo fei lettere di difficile leggenda , nell'

altro lato vi fono effigiati quattro Feciali nudi di teda,

che fan vifta di ferire un porcello ritenuto da una fi-

gura mezza inginocchiata , e fotto hanno otto lettere

Latine , fra le quali due nfl- alTufo Greco ftefe dalla

deftra alla finiftra al modo Ebraico , ed Etrufco , pa-

rimente di leggenda difficile . Nel Ttforo delle famiglie

Romane del Morelli fra le incerte nella Tavola primaoltre a due pioaibi , che nulla han che fare colle Con-fohri né certe , né incerte , le medefime pubblicate

dall' huioteDeirutìlìtè des Foiagcs Tom. 2 p.ig.663. e dal

Segnino pag.4 , e 21. , fono riportate numerofe medaglied'argento tutte duplicate, e nella fola famiglia Cai fur-

nia fin al numero di 126., non peraltro, che per li di-

verfi piccoli fegni , che si sa elfer delle officine , e mo-netarij . Qo^i fi riportai! tre monete dc'Fcciali tutte concerta laureata di donne , e il nome , ITALIA . Ne' rove-

fci in una è la lettera A. nell'altra la lettera C. nella

terza ìli. , ed in tutte vi lono otto figure de' Feciali

in atto di ferire il porcello ritenuto da figura , che ila

inginocchioni 5 e nel è mezzo un alla. Il dotto Anno-tatore dice , che teli monete appartengono alle città

d'Italia , che dopo molte guerre feccr la pace co' Ro-mani . Ma le dette tre monete fonodifferenti dalla miafopra elpofta , che non ha alla , uè marche , e fole

ha

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Lab ICO B LORO siti. 8$ha la tefta di Roma con elmo , e nel rovefcio fola-

mente quattro Feciali , e la leggenda in ambi i lati di

caratteri a rovefcio , e fé fiano Punici , o Etrufchi o

d'alerà nazione , lo può diftinguere l'erudito , il quale fa-

pendo fé le predette ire con otto Feciali pubblicate in

detta opera Morelliana appartengano alle città d' Ita-

lia rappacihcatefi co' Romani , non fo , che dirà fui

contenuto di una medaglia in metallo , porta parimente

fra le incerte nella tavola quinta fui fine , che ha la te-

fta pileata , e nel rovefcio una figura di foldato a ca-

vallo con elmo , feudo , e lancia , in atto di crrrere , e

forto con cinque globetti , e leggenda ADINOD. che

come vi fi afferifce non fu intefa dal Morelli , e che però

fi crede, che debba dire LATINOD Latinorum coll'efem-

pio dell' antico fcrivere , MAXVMOD . Pv GNAN-DOD . PONDOD . Cosi ADINOD . fupponendovifi

avanti la Iciter.i L. vortà dire Latinorum ^c.

Il quarto difegno delineato da una mia moneta di

metallo me/zanocia di tutta confervazione , contiene

nel primo Iato una teita laureata , nell' uppolto lato

parimente con due ftelle fono due Ftciali di breve

tonicella clamidati, e con li Itivalctti , i quali con una

mano ritengono un porchetco , e colle delire due pu-

gnali alzati del pan , e fan vifta di poferire le paro-

le di giuramento per offervar la pace , e focto hanno

quattro lettere da Icggerfi dalla deftra alla fmiftra a

modo degli antichi Etrufchi , che Etrufchi fembrano detti

caratteri. Se poi fian d'altra nazione , lo dican altri,

e fol poffo dire, che la medaglia oltre l' eiLrema con-

fervazione è di ottima fabbrica , e difegno ,

L'eflerfi quefta moneta con l'altra feguente ritrova-

ta nel territorio del vecchio Labico non è di veruna

confeguenza , fapendofi , che quelle , ed altre diverfe

monete trovanfi fparfe in divcrfi paefi . Una si fatta me-

dagliajpsr quanto ho faputo vedere ne'miei pochi libri,non

l'ho trovata pubblicata ;però la credo unica 3 e Angolare .

Il

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86 Le Memorib del Primo e SecondoIl quinto dileguo è parimente ritratto da altra con-

fimile moneta colla tefla di Giove > e due ftelle , fé

noa che nel rovefcio , oltre le due ftel/e , è effigiati una

biga, e fotto quattro lettere alla rovefcia ; fé di città

Latina , o Etrufca , o Te fian caratteri Latini , o Pelafgici

o mez/i Latini , e mezzi Greci Io dica 1' intendente

dell'antiche lingue . Ma mentre io ciò fcriveva , fian-

co anche per l'età avanzata , mi pofi per divertirmi a

leggere il Tom. XVIL degli opufcoli raccolti dal P.D.An-gelo Calogero di Venezia , nell'aprire del quale m' in-

contrai alla pag.24r. nell' erudita difTertazione del no-

bile Sig. Annibale Olivieri , e con mio piacere vi tro-

vai efpofte alcune monete con leggenda non facile a

rilevarne il fenfo , fra le quali è quelta medefima colla

teda di Giove , e Diana in una biga , e ie fuddette

quattro lettere > che egli fpiega Capua , e vuole eflere

fiate battute da'Sanniti per varie ragioni , che elfo adduce.

Il fefto difegno non è che d' una ghianda di piom-

bo , di quelle che coftumavartfi tirare nelle battaglie col-

la fionda , le quali fogliono trovarfi tutte lifce , comefé ne vedono nell' erudita opera delle due mazzeantiche votive alla Beata Vergine di Meflìna , che

comprovano 1' antichiffima divozione de' Meffinefi alla

loro Santiffima Imagine . Ma in quella ghianda , di

cui fi tratta , effendo di rilievo le tre lettere FIR . faran-

no fiate un avvifo al frombolerò di gettarla fìrmiter

contro rinimico , ed eflendo le tre lettere di maniera

alquanto Gotica , e trovata prefTo il fecondo Labico »

chi sa che non fia una delle ghiande, di quando effa

città venne rovinata ?

Gli ultimi due difegni fon copiati giufìa gli ori-

jginali da piccole monete d'oro parimente ritrovate

in detto territorio di Labico . La prima con elmo rap-

prefenta nel dritto lato la tefla di Marte barbuto . Sor-

to il collo vi è la lettera X , e dietro la tefla una

punta di lancia a marca dell'ofTìcina . Nell'oppolto Iato è

un

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Labicoelorositi. 87un aquila pofata fopra d'un fulmine , e fotto ROMA ;

la qual moneta pefa > quanto uno zecchino d' oro ,

meno tre grani

.

L'altra più piccola è nel modo , che fono i fellerzij

in argento , e quefla pur d'oro , pefa un'ottava > conte-

nendo parimente nel predetto rovefcio la teda di Marte

barbuto , e dietro il collo due XX. indicanti la valuta .

Per quanto fo , non vi è autore , che in parlando

d'antiche monete Romane, o fcrivendo de ponderibus .^

abbia pubblicato le predette due monete d'oro , e folo fi

trovano riportate nel Gabinetto di S. Geneviefa , fpie-

gate alla pag.60 num XV. , e XVII. chiamate Scmife ^

e Tremìfe d' oro ; ma la prima di Marte con barba, in vece

della punta di lancia dietro la tefta , ha la lettera V. ,

che colla X. fa il numero XV. creduto il fegno del fuo

valore. Ma effendo indetta mia di tutta confervazione

la foia lettera X. fopra la detta punta di lancia ri-

levata j è evidente , che la valuta , che dal dotto Autore

le fi dà, rimane diverfa, e fenza fondamento. Nella

piccola , che porta le due lettere numerali di XX. nonè altro divario , che la tefta di Marte è d' età gio-

vane 5 difetti forfè accaduti per la poca confervazione,

€ perciò dal delineatore non ben capita . Fra le altre

antichità Labicane pervenute nelle mie mani eccone i

difegnì di cinque .

Quelle tutte hanno a capo il buco per elfer fiate porta-

te al collo per divozione . La prima è in medaglia Greca

di prima forma colla teda nuda da un lato di M. Aurelio ,

la cui leggenda è corrofa dalla ruggine j e nell' altro la»

to è effigiata la telta di Minerva galeata col bullo alla mi-

litare , Deità bene appropriata al predetto dotto Principe.

La feconda confilte in due anelli , in cui fono in-

ferite dodici p;ccoli01me chiavi di metallo , alludenti a

Giano primo nume de'Latini .

La terza è una moneta , ove in una parte è la

tefta coronata di fafcia eroica col nome REX IVBA , ia

et»

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ss Le Memorie del Primo e Secondoetà giovanile con clava diccro la fpalla , ad imitazio-

ne di Ercole , e nell'oppoita parte col fiore loco duefpighe di grano, e la Luna , limboli alludenti all' Egitto .

Vi è nel mezzo il nome Greco di Cleopatra. Quello IVBAd'età giovane , altro a mio credere non può edere

,

che il figliuolo di quel Giuba Re della Mauritania,che colla fua armata in ajuto di Pompeo Magno fece

la mala fine , e del quale il vittoriofo Giulio Cefare ne

portò in trionfo il figliuolo fanciulletto di tenera età,

facendolo clementemente allevare alla Romana nelli

ftudi , e ne riufcì , fecondo fi legge , dottiflimo . Indi lo

beneficò molto Augnilo , e lo conduffe feco nella guerra

contro M. Antonio , e Cleopatra , e recatone vit-

toriofo , gli diede per moglie Cleopatra figliuola d'eflì

eftinti M. Antonio , e Cleopatra coli' aflegnargli il Re-gno della Mauritania , ed altre terre ,* da' quali poi

ne nacque l' infelice Principe Tolomeo , che invitato

a Roma da Calligola , come parente per via di

M. Antonio, Io fece iniquamente uccidere per levargli i

tefori . .....vt; :

11 quarto difegno è d'una medaglia-, nel cui dirit-

to fi vede la tefia di Minerva alla militare , nel ro-

vefcio è rapprefentato nel mezzo un arbore , e da unlato la figura di Pallade con ifcudo nella finifira , e

colla delira fa villa d'additare alla figura nuda di Er-

cole il ferpente avviticchiato all' intorno di detto ar-

bore degli orti Elperidi , mentre che colla fua mazzaalzata Ita in atto d'ucciderlo j ma il più particolare di

tal fatto fi è , che fra i ramofcelli dell' arbore è la

ttda in pro'petto di Giove , per moflrare elfer quivi ap-

parito per vedere l'azione eroica d'Ercole .

Il quinto difegno ò di piccola moneta parimente

di metallo , ove è effigiata in un lato la Dea Cibeic

in profpttt ) fedente fu uno fcoglio , e fotto è la fi-

gura del liume d' Antiochia con leggenda all' intOino

GENIO ANTIOCHIAE. Nell'altro lato vi è la figu-

ra

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L ABICO E LOR O S I TI. 89ra veflita d'Apollo colla lira , e col plettro nella ma-

no deftra con leggenda all' intorno APOLLONI SAN-CTO, e focto le tre lettere iniziali S. M. A. , che

vengono dai dotti (piegate : moneta fignata y^nlìochì^ ^

nella cui città era una dell'officine de'Romani da bat-

tervi le monete per pagare i loro eferciti , come fece

fare Vefpafiano al dir di Svetonio nella fua vita j le

quali monete, effendo d'ogni metallo , ne provenne il

nome volgare di medaglia , perciò non debbc ad al-

cuno fare fpecie , fé da me vengon dette ora monete

edora medaglie. A tal propolìto trovanfi fpelfo mone-

te Confolari , e Imperiali d'argento falfifìcate , cioè con

l'anima di metallo, e ricoperte d'una lamina d'argen-

to , le quali effendo delle comuni , nulla s' apprezza-

no , e folamente quelle che hanno rarità di tcfle o

di rovefci « e tali n)onete in ifpecie Confolari rico-

perte d'argento avevano il loro corfo nel commercio,

eccetto però co'Germani , che come fi legge , non pren-

devano che le ferrate , cioè tutte all'intorno con po-

ca fegutura . E che continuaffero almeno le Imperia-

li lino a Trajano , fi deduce da Dione , che parlando

della magnificenza delle fabbriche fatte fare dal detto

Principe , dice che fé tor via affatto tutte le monete

falfe i le quali parole non par , che polfano comprende-

re le monete di ftagno , o di piombo , effendo già per

legge proibite . Onde dal dirfi dall'Autore d'aver Traja-

no tolto affatto tutte le monete falle , fi vede , che

avanti d' effo Principe eranfi coftumate nel commercioquelle ricoperte con lamina fottile d' argento , delle

quali , come sì è detto , fé ne ritrovano in quantità .

A propofito delle monete Romane , dirò per

quei , che principiano a raccoglierle , qualmente fé ne

tro'/a qualcheduna , che ha nella leggenda qualche iib-

baglio di lettere , e tal volta il rovefcio improprio

fpettante ad altra diverfa medaglia , falli accaduti

per la fretta de' medagliai , cosi anche la medefima

M te-

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90 Le Memorie del Primo e Secondotefta d'Imperatore nel dritto , e nel royefcio , mone-te tutte di poco conto .

Alcun'akre , che trovanlì rifatte col cefello , o bu-lino da'particolari , o per capriccio , o per burlarfi delPrincipe , ovver per odio , fono molto curiofe e

per tale curiofità confervandonc io fin al numero di

lèi > due ne donai all'erudito Cavalier de Mafìancs di

Montpellier . Di una non mi fovv iene la fattura , e

dell'altra so , che era una medaglia grande comune , che

avea in un lato Calligola fedente , e il fuo nome ,

nell'altro un facritìcio avanti un tempio con tre fi-

gure, e con lettere DIVO AVG. il qua! rovefcio mu-tato vi fa incifo il profpetto del Tempio della Pace

con parole pur incife TEM. VESP. PACIS .

Delle altre quattro, che confervo ,parimente in

metallo di prima forma , una è colla tefta , e leggen-

da d' AlelTandro Severo , il cui rovefjio cancellò uncapricciofo , e poi vi rapprefentò col cefello 1' edifìcio

delle Terme Alefifandrine , raro rovefcio in metallo ,

ma molto più in oro, ed in argento.La terza è di Maffimino , la cui tefta tagliato tutto

il collo, e ridotta fola nel mezzo, reità fu la punta

d'un alla conficcata , e all'intorno ha la legi;enda del

nome , e titolo di Maflìmino , nel cui roveitio la fi-

gura in piedi venne ridotta in una lancia , fu la qua-

le è la teda di Maflìmo . Una tal fattura fi vedeeflere (lata fatta per odio verfo Maflìmino ; del quale ,

e di Malfimo fuo figliuolo , al dire d' Erodiano , fu-

ron portate le tede in Roma .

La quarta medaglia , quando l'ebbi acquiflata tanti

anni fono , parendomi non poco particolare , la feci di

quel t^rapo intagliare in rame con due altre monetedal Bartoh , bravo intagliatore di cofe antiche .

Ec-

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Labico e loro siti. 91Eccone perciò di dette tre medaglie i difegui

.

i pii

Il primo è d'una medaglia grande di Nerone col

noto rovefcio delle figure dell' Annona $ e di Cerere ,

ed elTendo lafciata 1' antica effigie , folo la capiglia-

tura fu ridotta ad una berretta all'ufo Frigio per farlo

rapprefeiicare Paride, incifc)vi avanti del collo il lituo

paltorale , e cancellate all' intorno le lettere del nome ,

e titolo di Nerone , e fattevi quelle di A7 T JS PANlSPASrOK. Delle due figure, ch'erano nel rovefcio, e del-

le lettere , le quali indicavano l'Annona , e Cerere , non

le ne vede veftigio , ma v'è incifo nel mezzo un aibe-

re j e delle dette figure una fu ridotta a quella di

M 2 Ne-

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92 Le Memorie del Primo e SecondoNerone in figura di Paride , che attentamente moftra

d' udire quello , che fa vifta di dire l'altra figura fe-

dente 5 che è di Diana .

In quanto all'altre due monete , una è d'argento,

dov' è effigiata in un lato la teda d'un leone con la leg-

genda L. CLODI. MAGRI , e nell'altro oppofto tre in-

fegae , militari ; e quella di mezzo , che è l'aquilifera , ha

fotco LEG- III. La predetta tefta di Icone è noto fim-

boio dell'Affrica , governata per Nerone dal predetto

L Clodio Macro , il quale rifaputa la morte del luo

Principe , fi pofe in ifiato d'occupare l'Imperio Roma-no 5 il che per le forze , che aveva , gli farebbe facil-

Imente riufcito , fé Galba eletto già Imperatore nonl'avelTe prevenuto in farlo uccidere nella medefima Pro-

vincia dal fuo Propretore .

U altro difegno delineato da moneta di metallo

mezzanella moftra nel dritto laro la tefta laureata di

Domiziano col titolo di Germanico , come che avelie

foggiogata almeno una parte della Germania . Nell'op-

pofto lato è rapprefentata una nave con vele gonfie j

ripiena di foldati , e fotto la nota del Senaius Conful-

tus . Par probabile , che con quefta nave ritornaffe va-

nagloriofo detto Principe in aver fatta correr la fama

d'elTere flato vittoriofb nella battaglia , nella quale per

altro perde infegne , e capitani . Non oftante al Se-

nato Romano convenne per adulazione fargli battere

SI fatta moneta , da che lì vede qualmente in materia

di battaglie accadute , il mondo è ftato fempre nelle

medellme vicende , e dubbiezze .

Finalmente per terminare quefto mio debole di-

fcorfo 5 non voglio tralafciare di riferire l'ultima me-

moria inedita ritrovata in uno fcavo del Celiolo , con-

fidente neir antico piede Romano fatto in verga di

metallo di tal confervazione , che potrebbe effer d'ufo

anche prefentemente , avendolo acquiftato nel mentre

che io flava terminando l'Appendice delie Vefligia di

Ro-

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^nti<'o /-^icd^. ^<ornano, c-rict atte.

ljPllilllll||li!llllll!!llllllllllilllllll!llllilllllliiil

32

B

ۓti

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^iJo citct>rn^(xj^a.

B

J3

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Labicoelorositi. 93Roma , dove lo riportai ; ma per fretta l' intagliatore

r efprefle in forma di compaflb , perchè in tal guifa fi

chiude , mediante una piccola molla di pernetti di me-

tallo incaftrati mirabilmente nel mezzo della verga 5

che agli antichi architetti fervi di mifura , e di com-

paflb ; onde è mi par bene di moftrarlo fecondo la fua

lunghezza , che contiene fedici once diftinte da pun-

ti , come fi vede nel feguente difegnogiufta l'originale .

La lettera G. moftra la lunghezza della verga di

metallo contenente le fedici once divife da'loro punti .

La A. moftra un pendolo da architetto di lim-^

pido criftallo di rocca

.

La B. un pendolo di metallo ben tornito . Di qucfto

fingolariflìmo piede , e de'pendoli fuddetti feci dono alla

Santità di N. Sig. BENEDETTO XIV. il quale aven-

domi benignamente gratificato , ne ha fatto dono alla Bi-

blioteca Vaticana , dove col gran teforo d'antiche ra-

rità ha il curiofo occafione d' ammirarlo ; ed eflcndo

del piede Romano fcolpita copia in tre marmi j pa-

rimente fua Santità per lo zelo di confervare le me-morie d'erudizione, donò quelli al teforo Capitolino.

Uno però di detti marmi è fenza ifcrizione , in un al-

tro fi legge r epitaffio fepolcrale di Colfuzio j e nel

terzo quello di T. Statilio Apro , ambidue architetti .

Io ia dette Veftigia di Roma al libro fecondo

cap. III. pag. 22. nel defcriver fuccintamente il calino

del giardino Vaticano fatto coli' architettura del cele-

bre Pirro Ligorio Napolitano , copiato da una an-

tica villa Romana 5 di pafl"aggio diflì , che quello epi-

taffio di Statilio era tra gli ornati prefi dall'antico, e

che all'intorno di detto cafino fatto per lo Sommo Pon-tefice Pio IV. il predetto Pirro Ligorio fece affiggere

con non poche lapidi fcritte , che vi fi vedono , ec-

cetto il marmo fepolcrale fuddetto di T. Statilio , per

effere (lato ultimamente trafportato nel Campido-glio , come poco fa si è detto . Ma quelle ifcrizioai

,

e fi

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94 Le Memorie del Primo e Secondoe li anche i molaici, le fculcure di raarmo , e di gef-fo , e ftucchi 5 toke dall' antico fono tucce cole ,

che da per fé fole baftano a moitrare , quanto fia Ita-

to detto architetto amatore delle memorie vecchie , mapiù lo moftraiio le fue gran fatiche in tanti volumiripieni di lapidi fcritte , e altre anticaglie .

Tutto ciò fia detto a caufa , che un dotto Collet-tore d'ifcrizioni dedito a criticare, per mera antipatiaferi ve , che tutte le ifcrizioni del fopraddetto L igorio,fono apogrife, tra le quali farebbero inchife quelle delmarmo Cofìfuziano riportato , e approvato da' dotti , e

del marmo di T. Statilio , e altre affiiTe intorno a det-

to cafino , e quelle fparfe in diverfe parti da mevedute, e ritrovate tutte vere, legittime, e antiche .>

Non però di si fatta opinione fono ftati altri dot-

ti , che le riportarono nelle loro opere , i quali perbrevità tralafcio , e fol tra quelli nomino il celebre

Lodovico Antonio Muratori , il quale nel fuo Teforod' ifcrizioni ne riporta non poche ,' anzi nel proemiodel primo Tomo, rammemorando i primi dotti collettori,

e amatori de' marmi ferirti , regiUra il fommo difpia-

cere , che alcuni valentuomini ebbero , ed hanno di vede-re la difpcrfionc d'elfi marmi , e dopo aver riferito i la-

menti fatti fu quello propofito da Fra Giocondo Veronefe,

così fiegue : Hicc Frater 'Jucundus , tui confonie funt

querela Pyrrhi Ligorii , no-n in uno loco dohnih alate

fua abforherì tot marmora erudita ab aedificiis Romanis ì^c.

Onde grand' obbligo debbono avere gì' intendenti

,

e curiofi degli antichi marmi fcritti al predetto Pirro

Ligorio , per aver egli regillrate tante migliaja d' if-

crizioni ne' fuoi voluminofi manofcritti , copiate dagli

edifici , e procuratane anche la confervazione in farne

tante affiggere all' intorno del cafino del bofco Va-;

ticano , e particolarmente quella del marmo Statiliano

ove è fcolpi^-o l'antico piede Romano . \3'\ tanto be-

neficio pubblico è flato a' noftri tempi imitato dal de-

fun-

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Lab reo e Loro Siti* 95funto Sommo Pontefice Clemente XII. e dal felicemea-

te Regnante Benedetto XIV. i quali propenfi a confer-

var marmi fcritti , ne han ripieno il Campidoglio , con

avervi di più unito un gran teforo di marmi {colpiti,

raccolta da tiisre i dotti pellegrinanti a quefta Reggia

d'antichi monumenti , i quali è impoffibile ammirare in

niun altra città del Mondo .

Del reftante in materia del piede antico Rpmano,

fono molti i dotti , che ne han trattato , ma fon di

varj pareri , fra' quali può vederfi l'erudito Fabretti

nella fua opera de Aquis ì^ ^quaeduBìbus differt. II.

nuni.129. che criticando altri autori , che fi fon fondati

fu lo fcolpito ne'marmi CofiTuziano , e Statilano , dice ,

che fervono più per moftrare d'effer coftoro flati architet-

ti , che per infegnare la giufta mifura del piede , dedu-

cendolo egli dal marmo Ebuziano , che riporta 5 e

che fi vede nel cafino della amena Villa Mattei . lo

fenza entrare a dire , fé le mifure del piede fcol-

pite ne' marmi fepolcrali convegano fra di loro » fo

che i tre di Campidoglio , e quello di metallo da me

riportato fono tutti e quattro d' una Ileflìflima mifura ,

e fé qualcun altro fvaria , può elTer avvenuto o per

difetto nel copiarlo dall' orginale adoperato a mifurare

dagli antichi architetti , o per lo confumo del marmo,

o per altra caufa da confiderarfi dagli intendenti .Re-

fla fempre , che il fopra efpoflo in verga di metallo fia

unico , e più Angolare, perchè c'infegna la giufta mi-

fura delle Tedici once , nelle quali era divifo il piede,

e di cui fervivanfi gli antichi architetti . L'erudito

averà 1' occafione di oflervarlo , come ho detto, nella

celebre Biblioteca Vaticana . Debbo eziandio accennare

il dottiffiiuo difcorfo , che fu quello piede ne fa il

celebre Cori nel fuo Tom. 3. d'Ifcrizioni dell'Etruria alla

pag.CLII. e r approvazione dell' infigne P. Abate Don,

Diego Revillas .

Alle predette memorie inedite a me capitate , micro°

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g6 Le Memorie del Primo e Secondotrovo obbligato d' aggiungere una lucerna ui metalloacquiftata da me l'anno (696. nello fcavard vicino al

palazzo delle terme di Tito in un di que'gran. lofi portici

ripieno di pitture , de'quali ancor fé ne vede ivi uaadel fatto di Coriolano placato dalla madre , moglie »

e figliuola , nel modo che vedelì pubblicato nell'opera

dell'antiche pitture fatta dal Battoli

,

Di quefta lucerna per l' infigne fingolarità fua

m'occorfe far parola nella feconda parte del mio Trat-tatello della Bolla d'oro , nel riferir che vi feci le no-vanta due camere fepolcrali ripiene di Colombani fco-

perte l'anno 1705. , e 1710. predo la via , e portaAppia da me fatte difcoprire nella vigna de'Signori Mo-roni , con avervi defcritto le pitture , mofaici , e pic-

cole tazzette , pilucce , vafetti di diverfe qualità per

liquori odoriferi , lagrimatorii , e lucerne , con altre

minuzie , cofe tutte che fi trovarono o fopra delle ur-

ne , e olle , o a pie di effe ,• né giammai lucerna ve-

runa trovofli dentro alle urne fepolcrali, come né pure

non fi è mai trovata nel prodigiofo numero de'colomba-rii fatti fcavare da altri , e che del continovo fi vjnnodifcoprendo ne' Iati delle vie confolari . Da che Iti-

mai bene d'avvertire l'errore d'alcuni dotti del fecole

paffato j per effere (tati facili a credere a'racconti di gen-

te idiote 5 che fpacciavano d'efferfi vedute lucerne ar-

denti dentro alle urne fepolcrali, ingannali facilmente

da un' ombra di lucido vapore , che fuol apparire nel

levarne i loro coperchi , quando racchiudono offa brucia-

te 5 e tal volta il cadavere intiero , dal che corfi fo-

no a pubblicar nelle loro opere , e fi fono dati altresì

ad intendere , effere in effe lucerne l'olio perpetuo .

Una s^ fatta puerile credulità , benché da' più dot-

ti riprovata, m'occorfe avvertire alla pag 4^. di detto

Trattatello , che averci meglio dimortrato nel pubbli-

care una volta la predetta mia lucerna di metal-

lo , il che non effendomi fin qui venuto in accon-

cio »

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-^ ffyi y^

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^^Iimr^tt Ecc':''' S^':'S{^''.'e ^rdhe Cor:'-'

^rcncq?e di RossanaPrende ardire dedicare al merùs impoJ-eff^iaJiue del/'£cc. ì^a.laXucer-n3 di '

tallsfcoii.'zta in. Roma l'anno iSgS. nelle JoJftos: Terme diTùo'Ve.'p. Jrnjr

ri/2efsu>tu,zht eji-endo questa vnù-a per auer conserualo nel csrj-.

Stcoà lolio pcrpeiu: di cui e ripiena ridrt/o inpoluers condensata api/u> di /oitildj-/,r!e nla come di Amianio,e moUs pu/ per- fmuer msi^:''C-^~ ^y r._. I..- - _. _//. . .„-— ...^ /X.W, „.//• -*

ire eo/zBrejindo inchino mi pr-otestodi V.S.VU^'^etXccr''

ìli-. ° diuiiisretObbc'Tran'.'Tifzr-

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LaBICOELO ROSITI. 97Ciò i ne offervo in quefto luogo la promeffa > eoa cC-

poriie il feguente difegno .

Quefla lucerna d'eccellente maeftrìa , formara d'una

tefta d'uomo , trovoflì per metà ripiena di materia bi-

tuminola , la quale per mero cafo m'accorfi , che era in-

combuilibile . Potchè dopo d'averla comprata , la fera

Itella pa.lon)i a rinettarla dalla ruggine avanti d' un

foconcino di carbonella , cadde dal di dentro di elfa

un pezzetto di bitume fui tavolino , il quale gettato

fui fuoco s' acce Te come un carbone , e lì mantenevainfocato fenza ell-aguerfi . Mi venne voglia di ritirar-

lo con una molletta 5 e allora fu, che li eflinfe , e ri-

male poi il pezzetto tale in grandezza , quale io l'ave-

va gettato nel fuoco , il che mi causò qualche ftupo-

re i né avendo cofa da fare , come per pafìfatempo

l'accoftai al lume della lucerna , dove di nuovo s'in-

focò j ma nel medefimo tempo dalla molletta mi cadde

dentro all'olio della lucerna , che faceva a me lume j.

da dove riprefolo per afciugarlo al detto lume , con.

maggior mio ftupore s'accefe , facendovi fiamma tale ,:

che il fuo lume era chiaro , e fplendido più di quello

della lucerna , continovando finché vi durò l'umido-

dell'olio , rimafto poi eftinto j lo trovai , che non era

punto coafumato . Un si fatto maravigliofo accidente,

raccontai al defunto P. Efchinard Gefuita , il quale mi.

condulTe feco la Domenica nella pubblica Accademia dell'

erudito Monfig. Ciampini , dove fattafène la prova nel-

modo da me riferita , fi pofero quei fapicnti Accade-

mici a firitolar la materia bituminofa , fra la quale

trovarono piccole particelle di lino , onde giudicarono,*

altro non poter eflere , che un refiduo di doppino fat-

to di fila d'amianto , e olio dal corfb de' fecoli di-

feccatovifi 5 e divenuto bitume ; e giudicando altresì

,

che efiendovi avanzato e olio , e Itoppino incombu-'

ftibile d'amianto j detto da' Greci asbefio , e da' Roma-»!

N ni;

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98 Le Memorie del Primo e Secondoni Unum vìvum , veniffe il lume della lucerna eftinro

da qualche rovina fopra cadutavi .

Della novità di quefta lucerna , fparrafene la fa-

ma 5 non pochi nobili curiofi accorfero da me per ve-

derne l'efperienza , ed avere qualche particella della

predetta materia ; tra quali fi degan di volerne il

Sig. Principe D. Marco Antonio Borghefe di commenda-bile memoria , al quale dedicai la predetta lucerna ,

fatta porre in rame per diftribuirne le Itampe volantij

indi ne preftai il rame al Cavaliere de la Chaufe Pari-

gino , che lo riportò nella feconda edizione del fuo

Romano Mufeo Che i Greci fianfi fervili dello dop-

pino d'asbelto per le lucerne , in ifpecie nelli loro tem-

pli 5 dove ardevano di continovo notte e giorno , fi

ricava da quella di Giove Anmione menzionata da Plu-

tarco nell'opera della mancanza degli Oracoli ; cos'i

anche da un'altra, che fi legge nel IX. libro di Strabo-

iì€ 5 ma con più chiarezza l' infegna Paufania nell'At-

tica , parlando della lucerna del tempio di Minerva

in Atene , e quede fono le fue parole ridotte in Latino :

Lucerna opus Callìmacht fuìt , in quam oleum ìrifufum non

confumìtur , nìjì exaclo demurn anno , guum lumen lucer-

na dies noFfefque ardeat . Id ideo eventi , quod lucerna

ìneF} funìculus e Uno Carpajìo , quod fané Unum unumex omnibus igne non conjìcitur .

Quefto lino Carpafio così detto da un luogo dell'ifo-

di Cipro 5 da dove anche prefeniemente ne viene , è

\o fteffo 5 che l'asbeflo , o l'amianto , il quale , come fi.

sa 5 trovafi anche in altre parti . Non era per tanto

l'olio 5 che era perpetuo; ma bensì lo iloppino fuddet-

to incombuflibile , baftando folamentc , terminato l'olio

nella lucerna , riempirla di nuovo .

Se tale lino ufalTero per il loro fuoco perpetuo

le vergini Vertali , non faprei dirlo certamente . Tor-no bensì a dire , che le lucerne fepolcrali folamente

fervirono a fir lume nel tempo delle ceremonie fune-

ra-

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Labico e loro siti.rali , e cos'i anche fervirono di lume ne'cimeterii de'

Crifliani • onde moltruofa cofa è il credere efleru

dato l'olio perpetuo . Dal teftimonio della lucerna, di cui

ritratta, li riconofce , che i Romani apprefcro da'Gre-

gi l'ufo di detto lino , il modo di filarlo, teflerlo ,

e farne tele , e tovaglie da tavola per perfonaggi gran-

di , che dopo definato le purgavano , e imbiancavano

col folo metterle nel fuoco, il che vien regidraro da

Plinio nel libro XIX. cap.I. , dicendo ancora , che

ne facevan tele funerali , come fi è veduto comprova-

re nell'anno 1702. , poiché fcavandofi in un graudiofo

Maufoleo , ad un miglio in circa preflo la via Frenefti-

na , nella pineta de'Signori Gaballini , vi fi trovò una

grand' urna con dentro un lenzuolo di tela d'amianto,

che ravvolgeva un cranio , e dell'olla bruciate ; della qua-

le urna , e rarità infigne di detto lenzuolo dal Som-mo Pontefice Clemente XI. ne venne fatto dono alla ce-

lebre Biblioteca Vaticana, dove il curiofo ha l'occafio-

ne d'ammirarle i ed io 1' anno 1709. ebbi rinrumben-ia

di pubblicare la detta urna , e i fuoi baflì rilievi nel fi-

ne delle mie Offervazioni fui Diario Italico del dutto

P. di MouPaucou , col defcrivervi l'efperienza fatta più

volte del lenzuolo, ed altre particolari notizie , fecon-

do il mio poco Ihpere .

Avendo brevemente defcritte le lucerne , le quali

ardevano perpetuamente, rifpetto allo floppino fatto di

fila d'amianto infufo nell'olio , accennerò alcune lucer-

ne comuni fepolcruli , per illuminare quei , che , come

Sì è detto , dieronfi a credere d'efferfi vedute lucerne

ardenti dentro le urne , e con peggior credulità han

pubblicato d' eflerci llato il fognato olio perpetuo: il

tutto per non aver faputo quello , che è notorio , di

non elferfi giammai ritrovata lucerna veruna entro le '

urne , e olle fepolcrali ; ma bensì a pie , o fopra di ett'e^

fervite per dare il neccelfario lume ia quelle fbtterra-

nee camere a chi andava a riporre nelle olle gli avan-

N 2 2Ì

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100 Le Memorie del Primo e Secondozi dell'offa bruciate , e talora i cadaveri quafi intie-

ri dentro le urne grandi , come anche a celebrarvi le

loro funzioni funerali . Sembra bensì , che nel partir-

fi lafciaffero in onore de' loro defunti alcune di fimi-

li lucerne , affinchè ardeffero fin al confumo dell'olio .

Cos'i parimente coffumarono di porvcle i primi Criftia-

ni , per aver lume nelle grotte de' loro cimeterii in

andarvi a feppellire i martiri , e altri defunti , ne'quali.

cimeterii fi fono in qua , e in là ritrovate lucerne fa-

cce , e profane , come veggonfi riportate da'dotti nelle

loro opere , fra quali la più voluminofa è quella del

Bartoli intitolata : Le antiche lucerne fcpolcrali raccolte

dalle cave fotterrauee , e grotte dì Roma , e quella dell'

eruditiflìino Sig. Pafferi

.

Di quefle lucerne , poffedendone io alcune inedite,

e figurate tanto Criftiane 5 quanto Gentilcfche, ne porte-

rò delle prime qualcuna nel fine d'altro mio trattato

di Gemme inoriate, e fcritte ^ e delle feconde eccone

di poche i loro difegni delineati fedelmente da lucer-

ne di terra cotta .

La prima rapprefenta un combattimento d'un'orfa,

e d'un rinoceronte , o altro animale che fia , fatto da-

re per ordine di Domiziano al numerofo popolo nell'

arena dell' anfiteatro di Vefpafiano . Vedafi Marziale

de fpeBacuUs epigramma XXII., e nel nono regiftra il

combattimento d'un toro , e d'un rinoceronte . Che tali >

e altri fpettacoli fi faceffero celebrare da detto Principe

per li giuochi , e ^t^i^t fecolari , vien comprovato da'ro-

vefci delle fue monete di metallo , e d'argento , indi-

candolo anche quella lucerna , nel cui oppollo lato si

legge SAECVL.L* altra lucerna moflra la caccia , o il combatti-

mento d'un uomo , e d'un toro , fopra del quale con de-

strezza faltatovi il combattente , quafi per aria gli pone fu

la fronte un lungo baftone , onde il toro chinando la teda

fin a' piedi , in qucU' atto vien uccifo col pugnale .

Un

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L ABICO E LO R O SITI, lOIUn SI fatto valorofo ardire di cimentarfi a combatterecon un toro , fi vede continovato nella Spagna , elfen-

dovi ( come mi vien riferito da chi vi è (tato ) giova-ni Spagnoli di tal coraggio , e animofità , che rieìce la-

ro d'uccidere qualfifia furibondo toro .

In quella lucerna fono effigiati due giovanetti

gladiatori , uno de' quali , pofato il fuo elmo fovrad'un baftone , tiene colla deflra impugnato il fuo ta-

gliente , e puntuto ferro , e nella finiftra porta un 'lun-go feudo quadrilatere, che gli ricuopre la vita , conquelle lettere a pie IIC. ERMCA . L' altro gladiatore

fa viltà colla delira di coronarlo , e colla fini/tra tie-

ne appoggiata in terra una lunga palma . Ambedue fo-

no in profpetto , veftiti fin a'piedi di minute lille tra

fé unite , forfè di cuojo . PrelTo di quello fecondo , cheappare vittoriofo , fono due colonnette . Sopra una più

bada pofano due globi , e fu 1' altra una fpecie co-

me di cane , che colli due piedi d'avanti flefi fa villa

d'abbracciare il fecondo globo j ma il loro fignificato la-

fcio indagarlo all'erudito lettore ; e folo mi pare di potergiudicare , che le quattro borfe fotto alle predette colon-

nette lignifichino d'elTer fiate date dalli fpettatori al vinci-

tore qui rapprefentato , per premio della fua bravura , nel

modo 5 che venivano premiati i vittoriofi aurighi de'giuo-

chi circenfi , un de'quali , chiamato Scorpo , al dir di

Marziale nel libro X. epigramma 74. , fu premiato di

molte borfe di monete d'oro .

Nella fopraefpofta lucerna fono effigiati otto gio-

vanetti 5 nudi nella tella , vediti di corta tunica fin

alle loro ginocchia , legati nel mezzo della vita da quat-

tro circoli di funicelle , i quali tutti attenti , colle

(langhe fu le fpalle trafportano una botte , forfè piena

di mollo 5 ed èjcerchiata all'intorno nel modo , che pre-

fentemente fi cerchiano, e con le doghe di legno , con-ilumanze derivate, come altre cofe , dall'antichità, fra

le quali, giacché fi tratta di botti da vino , debbo no-

mi-

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102 Le Memorie del Primo e Secondominare due fiafche di legno da vino ufàte da^li ope-

rar) , e quefle parimente provenute da anticiiiinmi fe-

coli 5 una delle quali è a piò d'un' antica Itaiua d'un

paflore nella Villa Giuftiniani , e l'altra è in mano ad

un' antica flatua di Sileno nella Villa Pinciana , ambe-

due fiafchette di legno, accennate nella mia opera del-

le Veftigia di Roma pag. 78. parte feconda .

Le due efpofle memorie non fono di lucerne

,

ma due vafetti di forma circolare di terra cotta . Nelprimo è rapprefentata la figura d'una Vittoria coronata

di fafcia eroica , e di verte talare , che colla finiftra por-

ta la palma , e colla deltra tiene gentilmente fofpe-

fo un rotondo fcudetto » in cui fi legge :

ANN VM NOVV M F A VST VMFELICEM MI

HI. HICDenotano quefte acclamazioni di poterfi ritrovare nell'

anno nuovo a godere le fefte Saturnali , a pafcerfi di co-

fe dolci , indicate per i quattro pezzetti , che vi fi

vedono j come anche avere abbondanza di denari , ef-

preffi per la moneta di Giano Bifronte , e quefti danari

ponevan dentro detto vafetto , vedendovifi l' apertura

avanti , a pie della Vittoria .

Delle (Irene ) o mance, e felle Saturnali , che cc-

lebravanfi alla metà di Decembre , vi fono molti dot-

ti autori, che ne favellano nelle loro opere, onde io

fol debbo dire, che eflendo iufolito di vederfi nell'an-

tiche memorie la figura della Vittoria coronata la te-

Ita di fafcia Regia , alluderà, a mio credere, al regio

comando efcrciiato da quelli , che celebravano i Satur-

nali , anche fopra a i loro p.KÌroni ;parendon]i bene in

quefta occafione d'avvertire , che ad una lucerna fimile

al

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•ìav 3^ili

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103

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Labico e loro siti. 103al predetto vafetto , riportata da Pietro Santi BartoU

alla pag.5. della, terza parte delle Tue lucerne , hanno

appofto per titolo involgare ANNO NOVO . in ve-

ce'di ANNVM NOVVM forfè per eflere (lata la leg-

genda confumata .

E benché altri dotti , che han pubblicato confimili

lucerne , non abbiano commelTo si fatto errore , non oran-

te vedefi detta lucerna del Bartoli riportata nel duodeci-

mo Tomo del Teforo dell'antichità Greche del Gronovio

della riftampa di Venezia del 1737. , con quello me-

defimo difetto di titolo ANNO NOVO FAVSTVM ,

parole volgari , e Latine . Di tali lucerne con leggenda

Latina , come è nel fopra efpofto vafetto , coflumate ne'

Saturnali , non poche fon paffate per le mie mani , poi-

ché gl'i Antichi ne avevan le forme di pietra da tirar-

ne a lor piacere quante volevano , come accennai nel

fine della mia opera de' Sigilli , e medagliette di piom-

bo pag.i68. con avervi citata la forma d'un coperchio

di lucerna della celebre Galleria Kirchetiana j ed altre

diverfe forme , che quivi riporto .

Neir altro vafetto è rapprefentato un bel tem-

pio di quattro colonne fatte a fpira , e nel mezzo^ la

figura in profpetto di Mercurio co'fuoi attribati . Su l'ar-

chitrave é parimente 1' apertura bislunga per metter-

vi denari .

Nell'altro lato fi legge PALLADI di lettere for-

mate con piccoli punti , memoria alla medefima , e

a Mercurio dedicata . I quali vafetti da accattar dena-

ri nelle fefle Saturnali vengono prefentemente coftu-

mati da'fanciulli , e dalle fanciulle , e diconfi in Tofca-

nz Salvadanai ^^ aXtxovQ dindarolì per ricever la buona

mancia da' parenti , e dagli amici per le feftività del

Santifllmo Natale , ed anche per l'anno nuovo , i quali

vafetti fono della forma d'un pomo di pina , ed anche

lifci 5 e corpulenti come una melagranata j e degli antichi

confimili me ne fon capitati , ma non ho tenuto conto .

E que-

'.n.

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I04 Le Memorie del Prjmo e SecondoE quefti , ed altri flrumenti , e cofe fimili , o poco va-

riate 11 vede efìfer derivate dall'antichità.

Eflendofi in querta operetta parlato pili volte del

Colle Efquilino , del Ninfeo , di marmi fcritti , e d'al-

tre rarità 5 che ivi fi fono fcoperte , (limo bene di ri-

ferir qui brevemente alcune altre anticaglie molti an-

ni fono fcavatevi , potendo feryire a' dotti , e agli ama-tori dell'antica poefia Greca , a caufa che oltre alla par-

ticolarità del fito 5 e fuo edificio rimafto né tempi bar-

bari ricoperto dagli fcarichi di terra , riferifcono que-

lle gli Ermi d' Omero , e d' Euripide j come anche

un marmo appartenente ad elfo Euripide , in cui fi vedo-no incifi a caratteri Greci i titoli delle fue tragedie pofti

per alfabeto , e fono i fèguenti :

AAKESTISAPXEAA02AirET2AI0A02AAOnHANTirONHAAKMAIONANAPOMEAAAAE22ANAP0SATFHANAPOMAXEANTirONHATT0AIK02BAKKAI

.BEAAEP0(50NTH2B0T2EIPI2AIKTI2AANAHEI(I)iriNEIA

EAÉNHEINnEKABHEPEX0E2EI(dT2T£TSEnEOCEPAK •/.•

• • • •

E' però gran danno , che per eflere il marmo muti-

lato , fiam privi degli altri titoli delle fue tragedie »

e danno maggiore fi è , che delle ventifei numera-te qui j non le ne fiua prekrvate fé non pochiiJjme ,

ci-

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Labico e loro siti. iosoltre a' marmi fcritti , che fan vedere efferc flato in ognifecole celebrato quefto amichiffimo poeta Greco , fi ri-cava anche da Amraiano Marcellino nel regiftrare , chefa nel fuo Iibr.27. che al fuo tempo fi imprendeva utiviaggio per andare a vedere il, fuo fepolcro nella val-le d'Aretufa .

Della fua vita , e geùi ne parla egregiamente ilFabncio nella fua Biblioteca Greca , vedendofcne an-che la memoria nell' infigni marmi Arundelliani , ri-ftampati dal dotto Maittaire colle note d'altri lettera-ti

.A me non refta a dir altro , che da' marmi fcricti

fi vede la bella previdenza , coftumata negli antichi fe-coli

, in avere perpetuata la memoria di quelli , che piùfapcvano

.

^

Il fito precifo, in cui ritrovoflì il predetto memo-rabil marmo, è dopo le piazze della Bafilica Liberia-na

, claCh.efa di S. Antonio de' RR. PP. Francefi

,

nell orto a fmirtra , il cui recinto di mura , fabbricato fo-pra ad antiche arcate di portici , termina a pochi paf-li nella piazza di S. Giuliano , e di S. Eufebio .

Sul principio dunque di quefto orto nell'anno 1 704.facendofi le fondamenta per il cafino , che fi vede full'angolo di forma per altro bisbetica , gli operar! rom-pendo la volta d'un gran portico , trovarono den-tro co refidui di pitture un Erma d'Omero , che ven-derono al Cavaliere Pereival Irlandefe , che cafualmen-te VI fi trovò paflando . Indi a non fo che mefi fca-vandoYi d apprelTo Giufeppe Mitelli per ricerca di ma-teriali da fabbricare , mi venne a riferire d' avervi fco-pcrto un largo grottone , o fia portico , auto ripienodi pitture

. Onde elTendovi accorfo , ebbi nel medefimotempo la forte di vedervi fcavare l'Erma d'Euripide,«d il detto marmo , fu cui erano incifi i titoli delle fueTragedie

, ambedue rarità da me fubito comprate .

Le pitture poi nella volta, e ne'muri laterali d'eflb por-tico

, 1 quali erano di ftraordinaria groflezza , conhftevanoO in

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lOó Le Memorie del Primo e Secondoin rabefchi , fefloni , e piccole figurine , non molto dif-

fimili da quelle , che ancor fi vedono preferyate in unde' grandiofi portici del Palazzo di Tito , congiunto

ad altri delle Tue Terme; del quale ordine d'alti, ie

larghi portici con ifpiragli di fineflrelle bislunghe fra

il fine delle mura j e il principio della volta, che ren-

devan lume per far godere un dolce refpiro ne' tempi

ertivi a'Perfonaggi , che a quelle Terme fi portavano ,

n'e feci cenno alla pag.105. ^^1 mio Trattato delle Ve-fligia di Roma , con avervi indicati altri ordini di

portici , che fi vedono in altri luoghi , ne' quali vi

coftumavano di palleggiar i cittadini , e anche i mede-fimi Principi 5 come vien infegnato da Svetonio in

Domiziano colle parole: Porticuum ^ in quibus fpatìari

confueverat ^c. De'portici di Crifippo ne favella Orazio

nella Sat.^. 1.2. v.44. ? cosi Marziale epigram.14. libr.2.

parla de'portici » dove fi pafTeggiava , e nel primo libro

epigr. I g. e 8^. di quelli diDomiziano, e in efìfo libro ep.51.

a Labieno indica i portici di Filippo , come anche nel

lib. XI. ep. I. parla de' portici di Quirino , e di PompeoMagno, e di quefti Properzio Elegia XXIII. libr.2. verf45.

iScilìcet iimbrojìs fordet Pompeja columnii

Porticus .

Ma fenza quefte , e altre autorità , che potrei ad-

durre , bafta dire , che reftano alla villa molti porti-

ci rimarti prefervati in diverti luoghi di Roma , e fuori di

erta . Tralafciando per tanto que'portici fcoperti nello fca-

vare materiali fui Celio, full' Aventino , ed in altre

parti, taluni demoliti , e altri rertati fotterra per la

difficLiltà di rompere la durezza della fabbrica , accen-

nerò con brevità gli ultimi veduti demolire , ed al-

tri ferviti di fondamenta a fabbriche moderne . Dico per-

ciò , che negli ultimi Pontificati fui principio della pia-

nura del Quirinale erano alla virta più ordini di porti-

ci riguardanti la via pubblica , e il Palazzo Pontificio ,

nel fito de'quali volendofi fabbricare per comodo di ri-

mef-

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Labico b loro siti. 107^meflc di carezze , e pel quartiere de'foldati » non pò-

lendofi disfare le mura co'ferri , vennero diroccati col-

le mine , rimanendo la continuazione di eflì fotter-

ranea . A pochi paffi dalla defunta Ducheffa Rofpigliofi

di pia memoria facendofi fare le fondamenta per un brac-

cio del fuo Palazzo , fui fine dello fpaziofo cortile fi

difcoprì un magnifico portico ornato nella volta » e

ne' lati d' iitoriate pitture , delle quali quelle , che

fi poterono tagliare , fi ammirano con altre rarità di

pregio nella Galleria terrena d'effb Palazzo , elTendo ri-

malto il reftante del portico , e altre antichità fotto

l'ombre , caufate ne'tempi rozzi con gli {carichi di terra i

Qae'portici poi , i quali vennero incendiati nella

invafione de'barbari , ovvero rovinati dallo ftefib popo-

lo di Roma , fervirono di fondamenti a diverfe fabbri-

che moderne , vedendofi ocularmente , che tanto il re-

cinto di muro del cortile delie RR. Monache de'SS. Do-menico , e Sifto , quanto la facciata della loro Chiefa

congiunta alla via pubblica , fono fondate fopra a lar-

ghe ^arcate di portici .

Chi offerva il convento de' RR. PP. di S. Fran-

cefco di Paola , fituato fui principio del declivio del

Colle Efquilino , s'avvede elTere ftato fabbricato fu fodi

portici , uno de' quali fotto alla metà del detto Con-vento , ferve di via pubblica , che conduce alla profll-

ma antica Chiefa di S. Pietro in Vincoli , fabbricata an-

cor quefta fu portici . Cosi parimente fono fabbricati i

monafteri delle RR. Monache della Purificazioe , di

S. Lucia in Selce , e il Convento de'RR. PP. Carmelita-

ni di S. Martino de'Monti , fotto del quale è la divo-

ta Chiefa (btterranca de' primi Crifliani , fituata fra

antichi portici ; cosi in quelli al principio del Cerchio

MalTìmo vi vennero fabbricati fienili , e anche fu la

volta della Cloaca Maflìma .

Ultimamente il Signor Raimondo Balli j che per

intelligenza architettonica è uno degli ottimi profelTo-

O 2 ri.

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Io8 Le Memorie del Primo e Secondori 5 facendo fare le fondamenta per una porzione di

Monaftero delle Monache Minime oblate di S. Fran-cefco di Paola alle radici del Colle Efquilino , in un fito

pollo tra la piazzetta della Suburra , e Chiefa di S Lu-cia in Selce , fcopri tre arconi larghi palmi undici , e

alti fedici , e mezzo con tre modelloni di pietra Ti-burtina pofti nelle mura principali , d' aggetto ciafcuno

palmi tre , e mezzo , grofll tre > e alti due e mezzo ,

eon fotto un condotto largo palmi quattro, e alto fei

pulitamente pavimentato di larghi tegoloni di terra cotta.

La particolarità più curtofa fi è , che oltre ad unacamera non molto grande con volta a guifa d'un forno

da cuocere il pane, o altro, al di fopra delli predetti

tre arconi vi era un ordine d'altri portici con refidui

di fabbrica bruciata , forfè incendiata ne'tempi barbari .

Da ciò Ci vede , che detti alti portici fervivano di fonda-

mento all'editìcio , acciò venifTe di tale altezza, che pa-

ragonane gli altri portici porti fu la pianura del Colle .

Sapere d'architetto , e grandiofità Romana , fabbricare

in una bafìfa valle alle radici del monte , e avere l'ap-

partamento nella pianura d'elfo per godervi la falubri-

fà dell'aria .

Ma che sii fatte fabbriche veniffero fondate fu più

ordini di portici , ne rimane l'evidenza fui Campidoglio,dove fon rimarti interi , e luminofi per effer d' ogni

tempo ftati d'ufo al Senato Roncano , con eflervi pofcia

fiato fabbricato fulla volta dell' arcate il Palazzo Sena-

toria, che vi fi vede 5 rimanendovi full' antica faccia-

ta , che faceva profpetto al Foro Romano , il fregio

coll'impofta delle colonne , la cui facciata per altro è

rimodernata di vile materia di faffi . E pure » benché fia

luogo tanto frequentato , niun de'dotti , che hanno fcrit-

to dell' antichità di Roma , ha fatto parola del mo-do tenuto da' celebri architetti nel cortruirli , che per-

ciò ftimai proprio di riportare un poco di veduta d'effe

arcate de' portici alla pag. 6i. della mia operetta delle

Ve-

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* Labico e loro siti, i 09Veftigia di Roma , con avervi notato effer ciafcun por-

tico d'altezza palmi trenta tre , e di larghezza palmi

diciaflette, mifurata dall'ottimo pittore Michel'AngeloAc-

cardi . Tralafcio altri edifìcii fabbricati fopra alle vol-

te de'fbdi portici, de'quali venutone in difcorfo coli'

erudito Sig. M. Antonio Grazia capo notajo Capitolino

nell'offizio del Cimarone , fé la Chiefa di S. Maria in

Portico confeguiffe tal nome dal portico di Livia , o

da altri , egli medefimo mi fomminiftrò la notizia , che

contiguo ali'ofpizio di S. Galla nella cafa dell' onefto

Sig. Paolo del Conte fi fcoprirono ultimamente pii!i

ordini d'antichi portici riguardanti parte il Campido-glio, e parte il Foro Boario . Ma troppo è noto ai capo-

mailri muratori , che nel rifabbricare cafe vecchie l'han-

Ho trovate fondate fopra alle volte di portici , detti

dal volgo grottoni , per eflere rimafli forterranei a

gnifa di grotte .

Senza parlare de' portici del Foro di Trajano ve-

dutifi nel rifabbricare alcune cafe contigue , né di quelli

della BaQlica di Paolo Emilio , fono alla vifta quelli

de' fuoi bagni circolari alle radici del Quirinale , dove

nell'eftate fi gode gran frefcura , come provano quei j

che li portano ne' portici dell'Anfiteatro di Vefpafiano .

Tutte le Terme di Caracalla , e i fuoi edificii con-

giuntivi , contenenti alte rovine , gran fale , che eran

ripiene di groffe colonne , e copiolò numero di marmifcolpiti 5 e per la maggior parte trafportati nel gran

Palazzo Farnefe ; le due larghe , e alte tribune una

in profpetco all' altra , un tempio , e galleria circo-

lare prefervatefi , veggonfi fondate fopra a vaiti por-

tici , i quali , rimarti fotterranei , vi è il comodo d'am-

mirargli • e benché di quelle terme fé ne veda la pian-

ta del celebre Serlio , non oftante non viene dimo-ftrata la maggior parte degli edificii , forfè perchè nel fuo

tempo i fiti faranno flati occupati da fpineti , e arbofcelli

.

Conofco 3 che troppo mi diffonderci , fé vokffi par-[

O 3lare

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lilO. Le Memorie del Primo e Secondolare de'portici degli edificii pubblici , e delle terme , de Ile

Rafiliche , de'Fori , e d'altre fabbriche , e colonnati , chenon pii!i appurifcono , onde profeguirò ad indicare quelli ,

che fono alla pubblica viltà , come i già detti del Pa-li'izzo di Tito , in cui riirovoffi la (tatua fingolare di

Laoconte defcritta da Plinio . Cos'i fono evidenti gli

ordini de' Todi portici alle radici del Colle Palatino in

quella parte , che riguarda la via pubblica , e il CerchioMallìiiio 5 comporto , come fi fa , ancor quelto di portici,

e tanto nelli declivi di detto Palatino , quanto nella

pianura di elfo , gli edifici , di cui fé ne vcdon le ro-

vine , eran fondati fopra a vaiti portici ; verità vedu-tafi l'anno 1720. , e ne'fufleguenti

; poiché fcavandolì fui

msizo della pianura ridotta a giardino, i gran portici

fcopertivifi vennero demoliti per via di mine . Indi

in altro fito poco diltante , dopo d'avervi trovato pez-zami di colonne di porfido, e di marmo Numidico

,

vi fi fcoprl un bagno nobilifnmo ornato nelle pareti ,

e nella volta di pitture , parte tagliare , e mandate a Par-

ma , e parte ancor vi fi vedono . Contigua poi vi ven-ne fcoperta una gran fala di muri rovinati , e folo i

principii di elfi eran rivefiiiti di tavole fioriate di mar-mo pavonazzo , il pavimento comporto di diverfi mar-mi pellegrini, era la più parte fracaflato dalle colón-

ne cadutevi, due delle quali di rtraordinaria groilezza

di giallo in uro furon vendute , benché mutilate, pertremila feudi, e una fé ne vede tagliala prefTo NiccolaMaciiicchi profeiTore , ricco di marmi orientali .

11 croljamento di querte colonne causò un aper-

tura in detta fala , dove il defunto erudito Monfig. Bian-chini di felice memoria , fpinto da curiofità , entratov i

con un lume * ebbe la gran difgrazia di romperli mala-mente una cofcia per eflervifi precipitato, e caduto nel

fondo d'un alto portico, che con altri ad eilb congiun-ti foftenevano il grande edificio , probabilmente del

palazzo di Augurto , fabbricato dopo la fua famofa vit-

i»J.l tO-

*;f

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Labico e loro Siti. ilitoria Aziaca , indicandolo gli architravi , e fregi di

marmo Pario fcolpiti di fogliami , e altri ornati con

delfini avvoltati a tridenti , che per la gran quantità an-

cor vi fi vedono rammaflati .

Se però ritornate a fiorire le arti ne'tempi di Bra-

mante , di Raffaele , e del Bonarruoti , qualche architetto

fucceflìvamente aveife avuto il penfiere di delineare un

folo edificio fondato fu i portici , che in quel tempo

non eran tanto rovinati , né ricoperti di terra , ne fo-

pra vi eran crefciute le piante , e li arbofcelli , fi avc-

rebbe il piacere d' avere almeno una tal quale idea

della qualità, e forma d'uno de' sì fatti magnifici edi-

ficii , ripieni di colonne di variati marmi , e di fta-

tue 5 delle quali colonne Roma può vantarfi d' aver-

ne coufervate il numero di tante migliaja , come ac-

cennai nell'Appendice delle Veftigia di Roma .

La medefima trafcuraggine s' oflerva anche ne i

palazzi delle ville di perfonaggi grandi , poiché in Al-

bano nell'Abadia di S. Paolo fono più ordini di magni-

fici portici, fenza .làperfi di che forma fia flato l'edi-

ficio fopra poflovii; : • : :-^

Quello che moflra più grandiofità , è nella villa di

Pompeo Magno , al prefente de'Principi Barberini , rima-

nendovi del primo portico la facciata laterale riguar-

darne il lago Albano , effendo fui muro di eif,! cre-

fciuti arbori . Segue poi nel declivio il fecondo panico,

di cui ne refla una parte colla volta confervata , al di

dentro ornata di lavori di flucco , dopo del quale fono

rovine d'altri portici , parimente fui declivio del mon-te , che con gli edifici di fopra fabbricati, riguardanti

la via Appia , faranno ftati di magnificenza a' paffeg-

gieri , recandovi in più luoghi le rovine di molta

fpaziofità .

L'antico Tufcolo fu la pianura del monte fcuopre

diverfi portici , che non fono flati abbattuti né pure nelle

guerre civili . Nel declivio tutto il fito è ridotto a

vil-

U

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112 Le Memorie del Primo e Secondoville , e vigne , dove di cempo io teaipo vi fi fono

ritrovate antiche memorie. Ultimamente nel dorfo del

monte in un velligio d'antica villa , fito fpettante alli

RR. PP. Gefuiti , fi è fcoperto tra gli altri un H-

ftone di fini mofaici , foglia dell' atrio della l'ala , al-

cuni de' quali rapprefentanti quattro mafchere fceniche

al naturale di minuti pezzi di variati marmi commeflì

fatti tagliare dal buon gufto , e zelo del dotto P. Con-tuccio Contucci , s'ammirano nella Galleria Kircheria-

na 5 renduta celebre dal medefimo per averla arricchita

d'ogni fotta d'antiche erudizioni .

Nella villa Adriana Tiburtina a diverfi particolari

fpettante , le cui rovine hanno l'apparenza d'una gran cit-

tà 5 tutti gli cdificj fon fondati fopra a portici i e bctichè

ricoperti modernamente per ridurre i liti a cultura , pur

fé ne vedono anche alcuni ornati di pitture , in ilpe-

cie nel pii^i ampio fito di efla poffeduto dal Signor

Conte Fede foggetto di buon gufto nelle lettere , e

amantillìmo delle antichità , e di tutte le rare cofe ,

delle quali ha una fpeciale intelligenza , Quefta villa

Adriana è fiata la più ricca , e Itupenda dell' altre

de'Principi Romani , benché manchi chi la deferiva ima

non è qui luogo di parlare de'tefori di colonne , di mar-

mi fcolpiti, e di metalli figurati ritrovativifi , fra' qua-

li ultimamente il numero di venti camere pavimenta-

te di fopraffmi mofaici di variati lavori , alcuni de'

quali maraviglio!! , e non più olfervaii , di cui fé ne

vede una tavola , ove fono quattro piccioni , che bevo-

no all'intorno d'una tazza bianca , che fembra di criftallo

di rocca , nel mufeo di Monfig. Illrno e Remo Giu-

feppe Aleifandro Furietti noto foggetto per ia fua eru-

dizione ; i quali pavimenti di mofaici per edere Itu.

pendi 5 avendo io avuto il genio di fargli delineare ,

fpero di dare alle (lampe dopo d' un' altra mia ope-

retta di gemme figurate , e fcritte ; ma il detto Prelato

ha

m

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Labico e loro siti. iijha già data fuori di queflo Tuo la ftampa in rame in unacarta volante .

Finalmente poco avanti della città di Tivoli , fra

la via pubblica , e TAniene fi vede la villa di Mecenateripiena di portici intieri , e luminofi coll'antica loro

volta , [fu la quale pompeggiavano gli appartamenti del fuo

fuperbo palazzo , di cui rimanendovi non poche rovi-

ne 5 fé ne potrebbe ritrarre la pianta , che perciò nefeci parola in una mia lettera pag.22. delle lìngolarità^

di Roma -» e delle fue vicinanze , che venne pubblicata

dal Salvioni l'anno 1730.Ma terminando si fatta mia digreflìone , è tem-

po , che io ritorni al mio affunto , e al portico dipinto

full'Efquilino , il quale con altri difcopertivifi , e chereftano alla vifta con le loro arcate congiunte alla

via pubblica preiTo la piazza di S. Giuliano , e di S. Eu-febio già dette ; è da dubitare , fé effendo tutti nel fito

della più amena pianura di detto Colle , fian refiduo

della villa di Mecenate ,• ma lo potrà indagare chi di tali

materie è intendente , in ifpecic delle antichità di Roma^non meno fé gli Ermi d' Omero , d' Euripide , e il

marmo co'titoli delle fue Tragedie vi fi ferbafTero conaltre memorie a guifa di mufeo . Debbo bensì dire, chedetto marmo, dove fono incifi i titoli delle Tragediefuddette ,

1' offerii alla predetta Galleria Kircheria-

na , e il fuo Erma è uno delli tre , che fono nel icfo-

ro Capitolino .

Or mentre io ciò fcriveva , acqui/lai un altro confer-vatiflìmo Erma del valorofo Milziade , di frefco ri-

trovatofi nel fopraddetto orto del portico dipinto , e

avendolo accompagnato con una tefta di Cicerone , al-

trove trovata , vennero ambedue donate al Campidogliodal Sommo Pontefice Benedetto XIV. felicemente re-

gnante , con averrhi benignamente remunerato ; il qualevi avea poco avanti fatto dono d'un Angolare Erma colle

tefte bifronti d'Epicuro , e Metrodoro , le quali hanno i

lo-

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1 14 Le Memorie del Primo e Secondoloro nomi in. Greco incifi fotto di ciafcuna , ritrovatenel fare la fcalinata del portico della Baiìlica Liberiana ,

riedificato più maeftofo dalla Santità Tua . D' un altro

Erma d'Omero , che è il quarto , che fi vede difpoflo in

detto teforo Capitolino , m'occorfe di riferire il cu-

riofo ritrovamento alla pag.56. del fuddetto mio trat-

tato delle Veltigia di Roma . Queflo era murato in unrefiduo di fabbrica Gotica a pie del [Palazzo Gaetani

.

Ed effendo i fiti , in cui trovarono quefti due ultimi

Ermi , vicini al portico dipinto , dove vennero fcava-

ti gli altri Ermi d'Omero , e d'Euripide col marmo fcrit-

to j fi potrebbe congetturare effervi fiati anche quefti

due ultimi , da dove levati ne' tempi ofcuri , venneroimpiegati per materiale .

La fopraddetta tefta di Cicerone , fimile affatto alla

pubblicata dalI'Orfini nella fua opera intitolata lilutìrium

Virorum Imagines , mi dà motivo di tornare a parla-

re della feconda città di Labico j poiché venne ulti-

mamente ritrovata fra la villa di S. Cefario , e della

Torre delle Marmore , la quale con le fue rovine si è

dimofirato eflere appartenente alla città di Labico Quin-tanenfe , per eflere fiata fabbricata fu le Quintane quindi-

ci miglia da Roma, conforme il regiftro d'Antonino,e la Tavola Peutingeriana , autorità di fopra riportate .

Dirò anche , che in quefio Labico dimorava Maflen-

zio , allorché ricevè la nuova, che Coftantino veniva per

debellarlo, e Ipogliarlo dell'Imperio ufurpatofi . Trala-

fcio altre autorità , che provano il mio alfunto , e folo

accennerò , che nel fecolo X. era quefia città Labicana

a confine del territorio di Paleftrina , come dalla fe-

guente autorità regifirata dall'infrgne letterato LodovicoAntonio Muratori nella fua grande opera : Antquitates

Italica mediì rvi appari (ce ;

Tom. in. Locatio Pranejììna civitatis fuBa a ^ohanne XIILPapa Domina Stephanla Senatrici fuh annua penfione

de-

pag.ijr*

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Labico e loro siti. iijdecem folìdorum aurei Romana Bcdejìafaclenda anno 570,e nel corpo dell'iflrumento vi fi dice : Inter affìnes , ^terminos novos , ^ antiquo^ , ìdejì Rivus , qui appellatur.

Latus , a fecundo Labicana ^c.

Onde da ciò ciafcim Dotto può ben vedere , etfervi fiata una feconda Città Labicana di Sede Vefcova-le j come fopra fi è riportato , col fijo ricco patrimo-

nio j con che pongo fine a queflo mio debole difcorfo

.

IL FINE.

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