28

le mani forti - Accademia Teatrale Veneta: Scuola di ... · 4 Personaggi. LEI, 16 anni, sola. LUI, 17 anni, solo. Note dell’autore. L’azione del testo si svolge nell’arco di

Embed Size (px)

Citation preview

2

le mani forti

di

Marco Calvani

Copyright All Rights Reserved, 2006.

Marco Calvani

[email protected]

MCR Agence Littéraire

11. rue Le Regrattier

75004 Paris – France

[email protected]

MCR Périmony Associates Inc.

1 Union Square West

New York, NY 10003 – USA

[email protected]

3

per E

“Ciò che mi colpisce di più è che tante cose terribili vengono commesse da persone che non sono affatto terribili.”

Ian McEwan

“È facile sostenere il luogo comune, mentre è difficile sostenere la verità.”

Wilhelm Reich

“Quando ritroverete le vostre madri mi auguro che vi piacciano.”

Peter Pan

4

Personaggi. LEI, 16 anni, sola. LUI, 17 anni, solo. Note dell’autore. L’azione del testo si svolge nell’arco di sette mesi. E’ un atto unico, assolutamente senza intervallo. Gli errori grammaticali e lessicali che talvolta capitano nel testo sono propri dei due personaggi. Pertanto non richiedono un’enfatizzazione quanto più una comprensione. La vicenda del testo è liberamente ispirata alla storia di Erika e Omar, due adolescenti che nel febbraio del 2001 uccisero con quasi cinquanta coltellate ciascuno la madre e il fratellino di lei. Ogni riferimento a fatti, persone, parole realmente esistite è frutto di un largo studio che ha permesso la difficile e delicata congiunzione fra cronaca e fantasia, cercando così di non compromettere il reale svolgimento dei fatti e di permettere alla storia stessa una lucidità al di sopra di ogni giudizio. Prima rappresentazione italiana: 31 marzo 2006, Teatro Juvarra (Torino), regia di Vito Vinci, con Elisa Alessandro e Marco Calvani.

Prima rappresentazione spagnola: 10 luglio 2007, Biblioteca de Catalunya (Barcelona, Festival Grec), regia di Marc Martinez, con Mercè Martìnez e Oriol Vila. Traduzione catalana di Fina Figuerola. Prima rappresentazione francese: 22 giugno 2010, Théâtre de la Ville (Paris, Chantiers d’Europe), regia di Myron Meerson, con Marina Golovine e Robert Louis Stevénin. Traduzione francese di Marie-Agnès Nobecourt.

5

0. Un parco, una panchina. Sono entrambi seduti, uno accanto all’altra. Lei legge, il rumore delle pagine sfogliate. Lui ha il walkman alle orecchie, batte il tempo sulle ginocchia. Si osservano con la coda dell’occhio, come a spiarsi senza essere visti. Silenzio. Si voltano. Si osservano. Lei si guarda indietro. Poi torna su di Lui, che non le ha tolto gli occhi di dosso. Buio. 1. Camera di Lui. Entrano. Lui le fa strada. Lei si guarda in giro. LEI Non somiglia a niente. LUI Ci si sta bene vedrai. LEI Ti accontenti di poco. LUI Mi basta la finestra. Quando hai la tua porzione di cielo è sufficiente. LEI A me quello sembra un cantiere. LUI E’ la nuova autostrada. Fra poco saremo vicini al resto del mondo. LEI Sai che culo. LUI Già. Pausa. Lei si siede per terra. LUI Questo è il mio sognatoio. LEI C’è un gran casino però. Pausa. Lei si guarda intorno. Lui la segue con lo sguardo. LEI (breve pausa) Forse dovrei andare… LUI (breve pausa) Nessuno ti ha obbligato. Conosci la porta. LEI E’ chiusa a chiave. LUI E’ sempre chiusa a chiave. Te l’ho detto questo posto è mio. Nessuno ci può stare. LEI Apparte te. LUI Apparte me. E te. Pausa.

6

LEI Vuoi scoparmi? LUI Perché me lo chiedi? LEI Perché non lo fai? Tu sei carino dopotutto. LUI Beh… sì… ma… LEI Non ti piaccio? LUI Direi di sì. Sei qui. LEI Però te l’ho detto, non ho molto tempo. Alle sette devo essere a casa. E’ il mio coprifuoco. LUI Posso darti uno strappo. LEI Sì ma dobbiamo sbrigarci. LUI Sei sempre di corsa. LEI Scusa, quanto ci vuole… (Guarda l’orologio) Ce l’hai un preservativo? LUI Credo di no. LEI Ah. LUI Magari cominciamo con i baci. LEI Troppo tempo. Facciamo un’altra volta. Pausa. LEI Beh, che c’hai da fissarmi? LUI Niente. Sono contento. Sei la ragazza più bella della scuola. LEI Ah. E ti sembra niente? Lui tace. Abbassa lo sguardo. LEI Ma te non ridi mai? LUI Io? Sì. Faccio un sacco di cose quando sono da solo. LEI Beh, a te basta la finestra. (Guarda l’orologio) Senti possiamo vederci sabato sera. Al bowling. LUI Dici? Non lo so. LEI Non vuoi rivedermi? Sono la ragazza più carina della scuola. L’hai detto te. LUI La più bella. Ho detto. LEI Allora, passi a prendermi? LUI Ma che diranno le tue amiche?\ LEI Quelle possono anche crepare. Allora? Me lo dai un bacio? Buio. 2. Bowling. La musica è molto alta, capace di mangiarsi una qualsiasi umanità.

7

Lei sta sorseggiando un drink. Si guarda attorno. Lui le si avvicina lentamente da dietro. Sono costretti a parlare ad alta voce. LEI Ciao. LUI Ciao. LEI Hai fatto tardi. LUI Mi sono perso qualcosa? LEI No. Non direi. LUI Sei carina. LEI Grazie. LUI Vestita così… LEI Ho capito. Grazie. Anche tu. Pausa. LUI Vuoi da bere? Lei gli mostra il bicchiere nella mano. LUI Sei da sola? LEI Sonia sta in bagno. A pomiciare con un tuo amico. LUI Chi? LEI Quello biondo con gli orecchini dappertutto. Non è il tuo migliore amico? LUI No. E’ il mio pusher. LEI Ah. Pausa. LEI Anche tu sei carino. Pettinato così… LUI Così come? LEI Te li sei tagliati? LUI No. Devo? LEI No. LUI Ah. Breve pausa. LEI Che facciamo? Ti va di ballare? LUI No… non… LEI Dai. Fai uno sforzo. LUI No… davvero… LEI Beh. Allora fai una canna.

8

Buio. 3. Camera di Lui. Lei siede per terra. Ha un diario fra le mani. Sta scrivendo qualcosa. Lui entra. Ha delle lattine con sé. LUI Ho rimediato solo queste. I miei se le nascondono a vicenda. (La vede) Che scrivi? LEI Niente. LUI Scrivi di me? LEI No. Anche. LUI Non mi piace. Mi sento osservato. Che scrivi? LEI (mette il diario nello zaino) Niente. Pensieri. Lui si siede accanto a Lei. Le stappa una lattina e gliela dà. Poi lo fa anche per sé. Bevono. LUI Anch’io scrivo. LEI Beh, lo credo bene. LUI Canzoni. O meglio… delle parole, che voglio un giorno trasformare in canzoni… se ci riesco… l’italiano non è proprio il mio forte. LEI Ti capisco. Anch’io non sono brava in molto. La matematica per esempio mi fa diventare scema. (Fà il verso) La matematica non è un’opinione. Andrebbe abolita. Mi hanno già segata una volta. Se mi succede di nuovo i miei mi fanno fuori. Pausa. Si guardano. Si baciano. LEI Baci bene sai? LUI Anche te. LEI Baciano tutti da schifo adesso. LUI Ne hai baciati molti? LEI Ho fatto un po’ di pratica. LUI Ah. LEI Hai le mani sudate. LUI (se le strofina sui jeans) Già. Si baciano ancora. Si lasciano andare a terra. Lei è sopra di Lui. LEI Ho il coprifuoco alle sette, ricordi? LUI Ok.

9

Un bacio ancora. LUI Ti amo. Lei lo guarda curiosa, quasi stupita. Non risponde. E dopo aver ripreso a baciargli il collo scende sempre di più. Lui è praticamente immobile. Lei lo sente. Lo guarda. LEI Non preoccuparti. L’ho visto fare in un film. Tu fai finta di essere morto. LUI Ok. Buio. 4. Bowling. Musica sempre ad alto volume. Sono costretti a parlare ad alta voce. Lui e Lei stanno ballando. Lui è visibilmente impacciato. LUI Ci guardano. LEI Ti sbagli. Guardano te. Ti muovi di merda. LUI Allora vado a sedermi. LEI (lo agguanta per la manica della maglia) Scherzo cretino. Saranno invidiosi. LUI Ah sì? E di che? LEI Dammi un bacio. LUI Vado a cercare gli altri. LEI Perché? LUI Non li vedo più. LEI Saranno a farsi una canna al parcheggio. LUI Appunto. LEI Oddio, ho tutta la bocca secca. Non riesco più a parlare. LUI Tanto per ballare non ti serve. LEI Si può sapere che cazzo c’hai? LUI E’ tardi. LEI Domani non c’è scuola. Che te ne frega. LUI Se ti riporto a casa tardi poi magari s’incazzano. LEI Nessun problema. Li ho detto che sarei rimasta a dormire da Trippi o da Sonia. Lui smette di ballare. LEI Pensavo che potevamo dormire insieme. LUI Dove? LEI Da te. Se chiudiamo la porta a chiave. LUI Io… non…

10

Adesso anche Lei smette di ballare. LEI Credevo ti piaceva l’idea. LUI Sì… ma… LEI Fanculo. LUI Dove vai? LEI A prendermi da bere. LUI Devo prima avvertire… LEI Che cazzo vuol dire? Facciamo piano. LUI Non è questo. Non capisci. Non… LEI Non non che? Sei tu che non capisci. Mi sembrava… ah, vabbè, lasciamo perdere. Hai ragione. Sono io che non capisco. In realtà io non ti capisco proprio. LUI Non fare la bambina adesso. LEI Bambina? Bambina? Se c’è qualcuno che lecca ancora il culo a mammina quello sei tu. Dove vai? LUI Fuori. A fare una canna. LEI Aspetta. LUI Che? LEI Sto parlando con te. Credevo ti andava di dormire con me. LUI Certo che mi va. LEI E allora? LUI Sì, ma non stasera. LEI Non farmi tornare a casa ti prego. LUI Inventati una cazzata delle tue. LEI Sì, ma non stasera. LUI E vai da Sonia, o da Trippi. Sono amiche tue. LEI Beh, sì, grazie del consiglio. Pausa. Lui si avvicina e la bacia. Lei ha la nausea e gli si stringe addosso. LEI Fa freddo. LUI Sei un pezzo di ghiaccio. LEI E tu sei un pezzo di merda. Buio. 5. Camera di Lui. Sono seduti per terra. Lui sta girando uno spinello. Lei ha il suo walkman alle orecchie.

11

LEI Ti piace questa roba? LUI Si chiama acid jazz. LEI Ah. Comunque è orrenda lo stesso. Non si capisce niente. A me piacciono le parole. Quando cantano insomma. Così le posso cantare anch’io dopo. Sennò che gusto c’è. LUI Ti piace cantare? LEI Mi piace farmi sentire. E’ diverso. Lui ha finito di rullare lo spinello. Lo accende e lo passa a Lei. Fumano in silenzio. LEI Avresti dovuto fare il conservatorio. LUI Avrei dovuto fare un casino di altre cose. LEI Beh, perché. Ti piace la musica. LUI Non è un buon motivo per studiarla. LEI Perché il grande capo che fa? LUI Lui ha sempre fatto il camionista. LEI Ma dai. Lui sì che gira il mondo… E la signora di sotto? LUI E la signora di sotto ha fatto me. LEI Beh, ha fatto bene. LUI Sì. Pausa. Fumano. LEI Dovresti smetterla. LUI Di fare che? LEI Di dormirci insieme. Che. LUI E’ per il buio. Ci fa paura. LEI Per questo ci sono cinque televisioni tutte accese? LUI Già. Breve pausa. LEI Sai l’altra sera per un attimo ho pensato che eri… LUI Che ero? LEI Beh, non sei come gli altri. LUI Perché come sono gli altri? LEI Diversi. Beh, normali. Tutti uguali. Maschi insomma. Con una mano sul cazzo e con l’altra sempre pronta a toccarti il culo. Lo toccano quasi a tutte ormai. Fanno finta di farlo per caso ma è diventata una specie di tradizione. Con l’andare del tempo avranno più peli che idee. LUI Ah. E a te piacciono? LEI (fà una smorfia) E a te? Buio.

12

6. Bowling. Lei è in piedi. In una mano ha delle buste di negozi, nell’altra tiene una sigaretta che fuma nervosamente. Lui arriva. Si avvicina. La bacia veloce e poi le ruba la sigaretta dalle mani. LEI Ho cinque minuti. Non uno di più. LUI Dove sei stata? Ti ho cercata tutto il giorno. LEI Ero in centro con mamma. Lo shopping ci mantiene buone. LUI Avete litigato. LEI (si accende un’altra sigaretta) Prevedibile no? LUI Mi dispiace. LEI A me no. Lei non sa. Non capisce. Crede di poterci obbligare tutti alle sue regole. Crede che ci fanno felici, unici, perfetti. Dio, quant’ è odiosa. E’ cattiva, capito. Vuole farmi la guerra. LUI Sì ma vedrai che le passa. LEI Sì ma a me no. Le guerre o si vincono o si perdono. E io raramente mi arrendo. Breve pausa. LUI C’entra la matematica? LEI (scuote la testa) C’entri tu. LUI Ah. LEI Ha scoperto che non ho dormito da Sonia l’altra notte. LUI Vabbè, non abbiamo fatto niente di male. LEI E ci vieni te a spiegarglielo? Si è messa a piangere come una bambina. Come se fossi io quella che si è sposata a vent’anni… LUI Erano altri tempi. LEI Ehi, dì un po’. Ma da che parte stai? Ti conviene arruolarti dalla mia. A mia madre non piaci. LUI Ah no? LEI Dice che abiti troppo lontano dal centro e troppo vicino all’autostrada. Non credeva neanche che esistevano ancora le case popolari. LUI Beh, se la mette così, neanche a me piace lei. Non mi sono mai piaciute le madri degli altri. Specialmente quelle che ridono sempre. (le ruba la sigaretta dalla bocca) Tuo padre che dice? LEI Di che? LUI Di me. LEI (si accende un’altra sigaretta) Non sa nemmeno che esisti. Lui lavora e basta. Non gli interessano queste cose. LUI Tanto mica ci dobbiamo sposare.

13

LEI (non lo ascolta neanche) Se fossi incinta... Sai che botta. LUI Vedi troppi film. LEI Beh, sei te quello che c’ha fantasia. Inventa qualcosa, io mi sento scoppiare. Ho bisogno di qualcosa di forte. LUI Ci facciamo un giro di vodka? LEI Allora non hai sentito? Devo andare. Mi aspetta in palestra. LUI Sì, ma beviamoci una cosa prima, no? Squilla il cellulare di Lei. LEI (raccogliendo le sue cose) Vedi. Questa è lei. Ha già finito gli addominali… LUI Scusa e io quando ti rivedo? LEI (fa per andare) Presto. Intanto inventa qualcosa. O io in questa trincea ci crepo. Buio. 7. Parco. Sono seduti sulla stessa panchina. Mangiano pizza dai cartoni e bevono coca cola. Più che mangiare si ingozzano. LEI (si toglie un boccone dalla bocca) Tieni. LUI Che? LEI Mangialo. LUI Perché? LEI Ti fa schifo? Se mi ami non può farti schifo. Mi ami? LUI Sì… ma… LEI Fallo. Lui lo fa. Finge il disgusto. LUI Va bene così? LEI Non parlare con la bocca piena. Mi fa schifo. LUI Scusami. Breve pausa. Lei si alza. LEI Devo essere sicura di te. Vai tu per primo. LUI Perché? LEI Dio quante domande. Perché? Perché sei l’uomo. Fammi vedere come si fa. Io ti vengo dietro.

14

Si alza anche Lui. Si infilano i passamontagna. Si guardano. Buio. 8. Camera di Lui. Si fanno delle foto con il cellulare. Lei è un po’ svestita. Lui ha il torso nudo. E’ Lei la modella adesso. Si atteggia a diva televisiva. Atmosfera divertente. LEI Perché non facciamo un calendario? LUI Bleah. LEI Perché, ormai lo fa chiunque. LUI Appunto. Pausa. Molla la posa fotografica. LEI E’ perché sono grassa vero? LUI Come? LEI Mi trovi ingrassata? LUI No. Non… LEI Io mi sento obesa. LUI Te c’hai un problema. LEI Ne ho due. La pancia e le cosce. Solo i cani per strada mi vengono dietro. Mi annusano, ringhiano. Vorrebbero mordermi e mangiarmi. Lo so. LUI Lo sai che sei malata? LEI No. E’ vero. Ma te le hai viste le altre. Sono quasi tutte perfette. Sexy. Io invece mi sento piena, vedi. Gonfia, di roba non mia. Troppa, ecco. Fortuna che c’ho il culo di dietro e non me lo vedo mai. (Breve pausa) Te l’hai vista mia madre. Ti piace? LUI E’ una bella donna. LEI E’ magra. LUI E’ vecchia. LEI Sì, ma è in forma. Mangia come un maiale e non ingrassa un cazzo. Con tutti i dolci e dolcetti che butta giù dovrebbe essere un cinghiale. E invece si vanta di continuare a dimagrire. LUI E’ una questione di metabolismo. L’ho letto. LEI A volte vorrei essere come lei. Magra. Dentro e fuori. LUI A me piaci così. LEI Non male come cazzata. LUI Dico la verità. LEI La verità non mi serve. Ho bisogno di altro. Le bugie per esempio aiutano un casino. Dovresti provarci. LUI Sei te quella brava a dire cazzate. LEI Cos’è un complimento?

15

LUI E’ la verità. Pausa. Lei fulmina Lui con un solo sguardo, che a testa china è già pronto a chiedere scusa. LUI Cosa ci facciamo con tutti questi soldi? LEI Comprami un altro corpo. LUI Non basteranno mai. LEI Dovevamo svaligiare una gioielleria. LUI E’ stata tua l’idea della pizzeria. Hai detto che se lo meritava. LEI Allora comprami un’altra mamma. Quelle si trovano anche in saldo. LUI E come la vuoi questa volta? LEI La voglio grassa. Solo carne, niente ossa. Buio. 9. Bowling. Seduti, fumano entrambi. Non si guardano. Lo sguardo è altrove, davanti o ai loro piedi. Lui ha in mano una bottiglia di birra. Lei anche, ma la sua è vuota. LEI Che ore sono. LUI (controlla sul cellulare) Siamo in anticipo. LEI Davvero? LUI Non c’è un cane. LEI M’annoio. LUI Vado a prenderne un’altra. LEI Non ho sete. Mi rompo. Prova a chiamarli. LUI Ho la batteria scarica. Non posso chiamarli. Tieni bevi. Breve pausa. LEI Avviamoci intanto. LUI Non conosco la strada. LEI Non ti hanno dato le indicazioni? LUI Siamo qui per quelle. LEI Ma loro dove sono? LUI Te l’ho detto. Siamo in anticipo. LEI Potevano anche mandarti un messaggio. LUI Tanto ho la batteria scarica. LEI Potevi metterlo in carica allora. Siamo stati a casa tutto il giorno. LUI Non ci ho pensato. Scusami!

16

LEI Possiamo anche andarcene a questo punto. LUI E’ sabato. Ci aspettano per festeggiare. LEI Cosa c’è mai da festeggiare il sabato sera. Lo sai come andrà a finire. Lo sai meglio di me. Finiremo nell’appartamento vuoto di turno. Con un materasso al centro della sala per chi vuole scopare o giocare alla play. Mentre i più stronzi andranno a prendersi a calci in faccia al parcheggio di fronte. LUI Sono amici tuoi. LEI Sono amici di tutt’e due. LUI Appunto. LEI Testedicazzo. LUI Finiscila. E’ il compleanno di Trippi. Sarà diverso. LEI Non c’è mai niente di diverso. Breve pausa. LEI (si alza) Vado a mettere un pezzo. LUI E’ rotto. LEI Cosa. LUI Il jubox. E’ rotto. LEI (si risiede) Io sono rotta. Breve pausa. LUI Ci saranno tutti. LEI (a sfotterlo) Ci saremo anche noi. LUI Sarà divertente. Non usciamo quasi più. LEI Non so se ho voglia di divertirmi. Non stasera. Non con loro. LUI E’ il Vomito che ha organizzato tutto. LEI E’ solo una festa di compleanno qualunque. LUI Fortuna che Trippi era amica tua. LEI Non ho mai detto questo. LUI Avete passato l’estate insieme. LEI Da queste parti non ci sono molte possibilità. LUI Ti corre dietro come un cane. LEI Mi è fedele come un bastardino. (Lo sfida) Lei lo sa come la penso. (Breve pausa) Te lo sai cosa penso? LUI Cosa? LEI Cosa penso di te. LUI No. LEI Allora è meglio che tu non lo sappia. LUI Posso leggerti nel pensiero, però. LEI Meglio che tu non lo faccia. Breve pausa. Si guarda attorno. Lui coglie uno sguardo dall’altra parte della sala.

17

LUI Lo conosci quello? LEI Chi? Il Rosso? LUI Si chiama così? LEI Così dicono. LUI E che vuole da noi? LEI Non vuole niente. Mi sta solo guardando. LUI E perché? Lo conosci? Che ci fà laggiù? LEI Sta aspettando quell’albanese di prima. LUI E te come lo sai? LEI Lo sanno tutti. Fanno affari. LUI Io non lo sapevo. LEI (nervosa) Senti. O t’inventi qualcosa o ci spostiamo. LUI Ci spostiamo. Lei si alza per prima. Lui lancia un’ultima occhiata al Rosso e poi la segue. Buio. 10. Camera di Lui. Sono in piedi. Si baciano. Si toccano dappertutto. Lui è chiaramente più impacciato di Lei. Non che Lei sia un’esperta ma è decisamente più sicura di Lui. Si baciano e si toccano ancora. Poi Lei si abbassa. Alza la sua maglietta, gli bacia la pancia, l’ombelico. Si guardano. Lei è sempre china, in ginocchio davanti a Lui in piedi. Gli sbottona i pantaloni. Gli prende il pisello. Lo guarda. Guarda Lui. E se lo mette in bocca. Un pompino fino all’orgasmo. Lui viene nella sua bocca. Silenzio. LEI Te l’hanno mai detto? LUI Cosa? LEI La tua bocca e il tuo pisello. LUI No. LEI Hanno lo stesso sapore. LUI Ah. E di che sanno? LEI Boh. Di biscotto. Di bambino. Buio. 11. Camera di Lui.

18

Lui è in piedi, dà le spalle a Lei che si avvicina con le lacrime agli occhi. LEI Non ti girare. LUI Ce l’hai fatta. LEI Non ti girare. Fammi avvicinare prima. LUI Credevo non venivi più. LEI Lo pensavo anch’io. Alla messa non ti ho visto. LUI Non mi hai visto perché non c’ero. LEI Ero nel coro, sai? Ho cantato, davanti a tutti. La mia voce non mi piace. (Pausa) Abbracciami forte. Non voglio più tornarci là dentro. Tutta quella gente triste vestita a festa. Hai visto come ti guardano?... “Allora che vuoi fare da grande?”… Ti guardano come se gli avessi rubato qualcosa… (breve pausa) Forte ho detto. Non mi guardare. Non voglio che mi vedi così. LUI Perché… che… LEI Abbracciami forte e non fare domande. Breve pausa. LUI Sei stanca. LEI Sono quasi morta. LUI Sei viva invece. Sei qui. LEI Portami via. LUI E dove. LEI Portami via. Lontano. Da qui, da tutto questo. LUI Cosa c’è qui che non va? LEI Qui niente. E’ tutto il resto. LUI Hai una faccia. LEI (si scioglie dall’abbraccio) Ti avevo detto di non farlo. Non mi piaci quando mi guardi in quel modo. Tutti mi guardano così. LUI Così come? LEI Come se non esistessi. Pausa. Sono uno accanto all’altra. Guardano davanti, nel niente. LUI Io vorrei tanto essere trasparente. Riuscire a passare attraverso i muri senza essere visto. Essere come il vento o la polvere. Scomparire e riapparire da solo. LEI Non vorrai rimanere qui per il resto della tua vita? LUI Che ne sai. Magari il resto della vita sarà breve. LEI Boh. Però vorrei che durasse un bel po’. Almeno con te. Breve pausa. LUI Dove vuoi che ti porto. Oggi è natale. Il prossimo anno abbiamo anche la patente. E possiamo anche votare.

19

LEI (ironica) Wow. E questo è tutto quello che ci aspetta? LUI Sì. Per adesso. LEI (c.s.) Poi ci troviamo un lavoro, ci sposiamo, ci troviamo una casa e insegniamo catechismo o magari diventiamo alcolisti. LUI Magari va così. LEI Io non mi voglio sposare subito. Il matrimonio è una cosa triste, da vecchi. E’ fatto per quelle che non vogliono uscire. Io invece voglio divertirmi. LUI Peccato. LEI Perché? Tu mi sposeresti davvero? LUI Io sì. Davvero. Lei ride. LUI Non adesso ma… LEI Cos’è una proposta? LUI Una specie. LEI E come pensi di mantenermi? LUI Ho le mie risorse. LEI Non puoi mica masterizzare cd per tutta la vita. LUI E chi l’ha detto. LEI E la casa? LUI Cosa? LEI Avremo una casa grande da far invidia alla gente? LUI Avremo una casa enorme. Con un giardino tutt’intorno per il cane e per i bambini. LEI Per i bambini? LUI Mh. Mh. LEI Ti piacciono i bambini? LUI Sì. Anche. (ci pensa) Due bambini. Un maschio e una femmina. Due come noi. LEI (breve pausa, si rigira nel suo abbraccio) Una femmina. LUI Sì. LEI (chiude gli occhi) Parlami di lei. LUI Sarà tutta la madre. LEI (breve pausa) Poverina. Buio. 12. Parco. Un freddo glaciale. Lui è solo, seduto, completamente rinchiuso in un piumino abbastanza consumato. Fuma una sigaretta, controlla il cellulare dalla tasca, batte i piedi dal freddo.

20

Entra Lei, di corsa, quasi irriconoscibile dallo sciarpone e dal cappotto che indossa. Si siede. Non lo guarda neppure. Ha una grande borsa con sé. LUI Quasi per un pelo. LEI C’ho messo un po’ per seminarle. LUI E’ quasi mezzanotte. LEI Colpa di Trippi e di quell’altra. Mi stanno appiccicate come due mosche. Più le tratti di merda più ti si attaccano. Che tipe del cazzo! (tira fuori dalla tasca una bustina e la passa a Lui) Tieni. Pensaci tu. LUI E questa? LEI (ammiccante) Affari. Lui guarda Lei con sospetto per un attimo. Poi si dedica alla bustina. E’ cocaina. Lui se ne mette un po’ sulla mano e l’aspira. La passa a Lei. Fà gli stessi suoi gesti. Aspira. LEI Si sta bene qui. C’è ancora silenzio. A quest’ora di notte sembra quasi un presepe. Ci manca solo la neve. In un film nevicherebbe. LUI Non mi piacciono i film. LEI A me la neve. LUI Cosa. LEI La neve. Mi piace. LUI Arriverà anche quella prima o poi. LEI Sì. A coprire tutto. LUI Non mi piacciono i film. Non sono reali. Lui aspira un altro po’ di cocaina. La passa a Lei. LEI (mentre tira su altra cocaina) A me sì. Da bambina mi piacevano i film dei grandi. Da bambina mi piaceva tutto di loro. Tutto mi sembrava bellissimo. Persino questo posto. LUI Non mi sale niente. Lei tira su altra cocaina. LEI A che ora parte il treno? LUI Fra un’ora più o meno. Non mi ricordo dove va però. Scusa. LEI Che importa. Ovunque ma non qui. Andiamo a goderci la vita. Ci inventeremo qualcosa. In fondo la felicità è una cosa semplice, no? Si è felici quando si decide di esserlo. (sniffa altra cocaina) Dio come mi sento viva. Lei emette un grido nel vuoto.

21

LEI Hai sentito? C’era quasi l’eco. Qui intorno c’è solo il vuoto. Il niente. Fallo anche tu. Lui sniffa velocemente della coca e grida. LEI Ci si sente meglio, vero? Qui tanto non ci sente nessuno. E se anche ci sentissero… sai che ti dico… fanculo. LUI Fanculo. LEI (si mette a saltare in piedi) Vaffanculo cazzo. Vaffanculo. Vaffanculoooooo! LUI Mi sta salendo. LEI Cazzo vaffanculo! LUI Dammi un bacio! LEI Sì, vaffanculo! Dammi le mani! Dammi le mani! (Gliele prende) Senti. Come sono forti. Noi dobbiamo fare qualcosa. Noi siamo dello stesso mondo. LUI Dobbiamo spaccargli il culo. LEI Dobbiamo andarcene da qui. LUI Vaffanculo! Pausa. Lei bacia Lui con eccessivo trasporto. LEI Ti amo anch’io. (Un sospiro) Hai ragione. I film cercano di capirci, ma non sempre ci riescono. Buio. 13. Bowling. Lei è seduta. Beve un grande sorso dal bicchiere che ha in mano. Fa una smorfia. E’ il sapore dell’alcol. Lui è seduto accanto a Lei. L’aria abbattuta. LEI Dove abbiamo sbagliato? Dove? LUI Non lo so… io… LEI Cosa vorresti dire? Che è stata colpa mia? LUI No… non… LEI Allora stai zitto. LUI Scusami. LEI Tu non hai idea. Non te lo puoi neanche immaginare l’inferno che sto passando. Sono condannata. Sto scontando i miei ultimi giorni. LUI Tutta colpa di quel diario. LEI Per la cronaca quel diario, il mio diario, stava in un cassetto. Chiuso. Nessuno avrebbe potuto trovarlo. Nessuno avrebbe dovuto leggerlo. Nessuno. LUI Dovevano punire anche lui.

22

LEI Mio fratello è troppo piccolo e troppo bravo per meritarsi una punizione. Breve pausa. Lei beve un altro sorso. Lui si rigira le mani. LEI Chissà dove saremmo stati a quest’ora? LUI A quest’ora già in america. LEI Non mi piace l’america. Avevi detto che mi portavi al mare. LUI Già. LEI (ironica) Invece eccomi in partenza per la montagna. Una bella settimana bianca in compagnia di tutta la famiglia. (Pausa) Farebbero qualsiasi cosa pur di riuscire a separarci. (Scola il fondo del bicchiere) Loro non lo sanno cos’è l’amore. Silenzio. LUI Ci sei stasera a casa del Vomito? Danno una festa. I suoi sono partiti per il weekend. LEI Lo sai che non posso più uscire. LUI Ma quanto dura questa condanna? LEI Non lo so. Non lo so. LUI Mi manchi. LEI Davvero? LUI Davvero. LEI Allora non andare a quella festa. Non senza di me. LUI Non succederà niente di male. Di che hai paura? LEI In questo momento di tutto. Anche di te. LUI Io non faccio paura. Guardami. LEI No. E’ vero. Tu non fai niente. Pausa. Lei si stringe a Lui, cerca riparo e perdono. Si abbracciano. LUI Devi andare. Sono quasi le otto. LEI (sbuffa) Cazzo. LUI Ti dò uno strappo. LEI No. Dammi un bacio. E’ meglio che non ti fai vedere in giro per un po’. Si baciano. Lei si stringe nuovamente a Lui, allunga le mani ovunque. Lui ha le lacrime agli occhi. LUI Lo sai. I tuoi cominceranno a cercarti. LEI Che importa. Tanto mi hanno già persa. Buio.

23

14. Camera di Lui. Sono uno accanto all’altra rannicchiati per terra. Lui ha il walkman acceso alle orecchie. Sta preparando uno spinello. Lei non fa niente. LEI (quasi a non voler farsi sentire) Non me lo dai un bacio? Non me lo dai. (Lui non sente). Un bacio, uno solo. Lei lo fissa. Poi si dà uno schiaffo. E poi un altro. E un altro ancora. LUI (liberandosi dallo walkman e cercando di fermarla) Ma che fai? Sei scema? Che cazzo fai? LEI Vuoi farlo te? LUI Ti fai male. LEI Quanto? Quanto?! Fammi sentire! Fammelo sentire!!! (si schiaffeggia ancora) Fammi sentire qualcosa, cazzo. Qualcosa che sia vero. Fallo! O io oggi preferisco morire. Mi senti? Qualcuno mi sente? O sono da sola?! E te perché te ne stai lì impalato? A fare che? A fare cosa?! Dimmi la verità. C’hai un’altra? Eh? Ce l’hai? LUI Ma che cazzo… Si può sapere che cazzo c’hai? LEI Tanto lo so che ce l’hai una stronzetta che ti rigiri da mesi. Con me non ti si rizza neanche più. Non ti sei mai eccitato come dio comanda. LUI Come puoi dire una cosa così. Dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme… LEI Dopo tutto quello che io ti ho fatto fare. Non hai un cazzo di briciolo d’idea. Sei inutile. Come tutto del resto. Come tutti in questo posto di merda. LUI Perché mi tratti così? LEI E tu perché non mi uccidi? LUI Io non ti capisco più. LEI No. Ti sbagli. Tu non mi hai mai capita. Non mi hai mai amata. LUI Non è vero. LEI Sì invece. LUI Questo non puoi dirlo. Non puoi saperlo. Devi smetterla di pensare di sapere tutto. Sei ridicola. LEI E tu senza di me saresti ancora quella nullità che eri. Poveraccio ignorante. Come pensi che me la sono procurata la coca, eh? Certo non piove dal cielo, purtroppo no. LUI (breve pausa) Il Rosso. LEI Lui sì che scopa da far paura. LUI Stronza. LEI E’ la verità. LUI Sei così brava te, non è vero… a mentire, a far finta di niente. Avevano ragione gli altri. Te non sei per me. Sei troppo facile. LEI Questo non è vero. LUI Sì invece. Non puoi proprio permetterti di spacciarti per una ragazza difficile.

24

LEI Ah, no? LUI Altrimenti neanche ti vedrebbero. Lei gli dà uno schiaffo. Lui reagisce quasi immediatamente con uno schiaffo ancora più deciso. Lei ammutolisce. Silenzio. LUI Scusami. LEI Non scusarti. Non farlo più. (Breve pausa, piange) Guarda come sono ridotta. Il mondo mi sembra una stanza arredata da stronzi. LUI Tornerà tutto a posto. LEI A posto? Tutto a posto?! Io non ce la faccio più. Non lo sopporto più tutto quest’ordine, tutto perfetto, tutto nascosto. (Pausa) L’unica cosa che volevo da piccola era tornare a casa e trovare una mamma sorridente, un papà che mi cerca e che si complimenta con me perché sono sopravvissuta a un altro giorno di scuola. Un abbraccio prima di andare a letto, un semplice bacio… Si sono dimenticati di com’era prima, di com’era bello tutto questo. Si sono dimenticati anche di me, di noi. Adesso mi tengono lì come un vecchio soprammobile che non sa ancora dove verrà sistemato, se verrà spolverato… (Breve pausa) Di un po’, che me ne faccio io di un computer, di un telefono sempre in tasca, della mia bella scuola di fighetti, del mio quartiere residenziale in pieno centro, di tutti i soldi che mi fumo… Non mi lasceranno nulla in punto di morte. Non mi servirà a nulla tutto questo quando sarà finita. E non vedo l’ora che arrivi la morte. Tutto finisce con la morte. Tutto. (Lei chiede un altro abbraccio. Lui l’asseconda) Scusami. LUI Io non la voglio un’altra. Capito? LEI E io non l’ho mai avuto. Scusa. (Breve pausa) Meno male che io ho te. Me lo dai un bacio? Si baciano. Breve pausa. Ancora stretti nell’abbraccio. LEI Se te lo chiedessi io… uccideresti la mia famiglia per me? Buio. 15. Bowling. Musica molto alta. Ballano insieme. Lui è decisamente più convinto del solito. LUI Devo dirti una cosa. LEI Che hai fatto al labbro? LUI Dove?

25

LEI C’è del sangue. LUI Ah. LEI C’hai pensato? LUI A cosa? LEI A quella cosa. Non farmi urlare. LUI Ho avuto da fare. LEI Che hai fatto all’occhio? Ti fa male? LUI No perché? LEI Ce l’hai nero. LUI Eh. Pausa. Non smettono di ballare e di sorridersi. LEI Sei strano. LUI Mai sentito meglio. LEI Sei ancora arrabbiato? LUI Nessuno ti darà più fastidio. Ora ci penso io. LEI (gli sorride) Allora mi aiuterai? Buio. 16. Parco. Sono entrambi seduti sulla stessa panchina di sempre. Stanno fumando uno spinello. LUI Italiano. LEI Sei. Il professore è un rincoglionito. LUI Storia. LEI Non mi piace. Cinque. LUI E matematica. LEI La odio. LUI Quanto? LEI Quattro. LUI Niente male. Quasi peggio della mia. LEI Quando sono arrivata a casa credevo che voleva uccidermi. Sono quasi sicura che voleva farlo. Mi urlava contro. Ha detto che sono il peggiore dei suoi errori. Dio quant’era brutta. (Pausa) Non avrò mai una pagella come quella di mio fratello. Creperà con questo rimorso. LUI Senti… non credo sia una buona idea. LEI Lascia fare a me. Ho già pensato a tutto. Fingeremo una rapina. Ti ricordi quell’albanese? LUI Sì ma quello mi assomiglia troppo.

26

LEI Che cazzo dici. Dai retta a me. Nessuno crederà a uno così. Tutti odiano quelli come lui. Crederanno alla nostra storia. Crederanno a noi. Siamo solo dei ragazzi. LUI Mh. LEI Hai preso quello che ti ho chiesto? LUI Ho trovato un veleno, tipo per topi, ma… LEI Bene. LUI (senza convinzione) Bene. LEI Domani ti porto a cena da me. Lo versiamo nella minestra e li facciamo secchi tutti. LUI E se non dovesse funzionare? LEI La gente muore ogni giorno. LUI Magari non si scioglie. LEI Mh. In quel caso ce l’hai un’arma? LUI Certo che ce l’ho. LEI Fammela vedere allora. Lui gli fa vedere attraverso la giacca la lama di un coltellino. LEI Quella non è un’arma. LUI Certo che lo è. Taglia. Anche il Rosso ce n’ha uno così. Non ti fa paura? LEI Tutti i coltelli tagliano. Perché dovrebbe farmi paura? (Breve pausa) Sei te che c’hai paura. LUI Non sono mai stato a casa tua. LEI Meglio che ti ci fai l’abitudine allora. Se sono tutti morti possiamo andare a vivere lì. La casa è grande. Vedrai ti piacerà. Ci vuole solo un po’ di fegato. LUI Non sono neanche sicuro di avere un’anima. LEI Tanto vale venderla al diavolo allora. Buio. 17. Camera di Lei. Sono in piedi, molto vicini e molto intimi. Si spogliano a vicenda, fino a rimanere completamente nudi. Lui bacia il corpo di Lei, dalla testa ai piedi. Sembra quasi un rituale. I baci a ripulire la pelle. Scopano. Un amplesso breve ma intenso. La cosa più pura e pulita che si possa immaginare. Poi un rumore distrae Lui. LUI Sono tornati. LEI Lascia che ci trovano così. Forse capiscono. Forse sì.

27

Buio. 18. Una stanza anonima. La scena si svolge nel buio o in una luce fioca che prende vita piano piano, dando alla scena un’atmosfera imprigionata nel nulla. Parlano quasi bisbigliando. LEI Non c’entro niente io con quella. Avrei potuto essere almeno più elegante. (Breve pausa) Ma tu dov’eri? Dovevamo stare vicini. Anche tu dovevi essere elegante. Dovevi starmi accanto. Ma dov’eri? …con la tua camicia bianca. LUI Non ce l’ho mai avuta una camicia bianca. LEI Avremmo dovuto essere belli. Punto. LUI Avremmo dovuto fare un casino di altre cose. LEI Tipo? Non andare al funerale? Bella idea, complimenti. (Breve pausa) Dio mi sento uno schifo. LUI Cos’è questa storia del dna? LEI Non parlare a cazzo. Qui c’è da parlare poco. Anche fra di noi. Silenzio. LUI Ha sofferto secondo te? LEI Chi? LUI Chi? LEI Sì. Ma poi è morto. LUI Sei sicura che è morto? LEI Era morto. LUI Meglio così. LEI Non hanno prove. Non lo possono dire. LUI Se il mio dna è mischiato al suo magari viene fuori un altro dna e allora… LEI Zitto cazzo. E’ dna, mica sugo al pomodoro. E’ sangue, cristo santo. Io dico che va tutto bene. Ti chiederanno dove sei stato. Se gli dici che non sei stato tu, che non c’eri, io rimango come testimone. Sono l’unica testimone io. Dirò sempre che non sei stato tu. LUI E se mi fanno il processo? LEI Non te lo faranno. LUI E se me lo fanno cosa penseranno tutti di me? LEI Penseranno quello che hanno sempre pensato. LUI E cioè? LEI Adesso basta. LUI Cosa. Cosa dirà la gente?

28

LEI (breve pausa) Dirà che l’hai fatto per amore. Per me. Silenzio. LEI Me lo dai un bacio? Dove sei? Me lo dai? LUI Voglio andare a casa. LEI Torna qui. E’ con me adesso che devi stare. LUI Ho sonno. LEI Abbiamo fatto un patto. LUI Non doveva andare così. Non così, cazzo. LEI Avevamo bevuto. LUI Porco dio! Io sono tuo complice. Non è un gioco questo. C’è l’ergastolo. Sono morte due persone. Tua mamma e tuo fratello. LEI Per lui è stato meglio così. LUI Senti. Io voglio sapere una cosa da te. E’ convenuto? E’ convenuto fare ‘sta cosa? … non lo sai neanche te. Cazzo! Che cosa di merda ho fatto. LEI Stai calmo cazzo! Che ne sai. Magari ci fanno un film dalla nostra storia. LUI Te sei malata. LEI Calmo. Devi stare calmo. (Pausa) Pensa alla neve. Al mare. A tutto quello che ci sarà dopo. (Pausa) Dove sei? Dove sei? Vieni qui. Sono io la tua famiglia adesso. Vieni qui. Dove sei? Sei il mio bambino? Ti voglio bene io. Non te lo scordare mai. Ti voglio bene io. Buio. 19. Parco. Si prosegue là dove li abbiamo lasciati alla fine della scena 0, all’inizio del testo. Si guardano. Si sorridono, finchè i loro sorrisi non diventano due risate che crescono, insieme. Due risate liberatorie, grandi, senza freni, fino a chiudere lo spettacolo nel buio. Come a voler ridere anche di loro stessi, di tutti noi, di me. Fine.