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Le lingue dell’Oriente cristiano Le lingue fondamentali, usate tra tarda antichità e medioevo, accanto al greco e all’arabo (due lingue veicolari) sono le seguenti: siriaco copto etiopico arabo armeno georgiano sogdiano La lingua siriaca, che è una delle varietà dell’aramaico, è attestata in forma epigrafica (ad esempio in mosaici funerari) a partire dall’inizio dell’era volgare; è di grande rilevanza notare che le prime attestazioni monumentali o papirologiche occorrono in prodotti che non possono essere qualificati né giudaici né cristiani. Nel IV secolo esso compare anche nei manoscritti cristiani; il primo manoscritto datato è dell’anno 411. Ovviamente, i manoscritti di quest’epoca o più tardivi possono riportare opere composte decenni o secoli prima. Durante i primi secoli dell’era volgare il siriaco è usato come lingua di prestigio dell’élite di Edessa, ma presto entra anche nei circoli giudaici e cristiani come lingua di importazione di prodotti letterari originariamente composti in altre lingue. La lingua è infatti utilizzata per tradurre la Bibbia ebraica (fatto eccezionale) da parte di gruppi giudaici e cristiani nel corso del II secolo, e alla fine del II / inizio del III per tradurvi i Vangeli e le epistole paoline. Ma proprio all’inizio del III secolo esso è utilizzato per prodotti letterari originali: in questa operazione è della massima importanza la figura di Bardaisan / Bardesane. La lingua copta: I primi prodotti sono testi magici (II / III sec.), ma immediatamente dopo il copto è usato come lingua di traduzione della Bibbia (dal greco), di testi gnostici, di testi manichei, di testi della grande chiesa, da parte di un’élite egiziana di notevole levatura culturale, ideologicamente varia, che conosce bene il greco, ma che preferisce esprimere alcuni dei prodotti culturali che legge in greco nella lingua letteraria più vicina alla sua cultura, il copto: una lingua che, come l’inglese nei confronti delle lingue neolatine e in particolare del francese, assorbe dalla lingua greca una parte importante del lessico, ma anche particelle grammaticali e strutture sintattiche. Si tratta di una lingua che mantiene un sapore etnico, ma nello stesso tempo manifesta l’irreversibilità del processo di ellenizzazione. I primi prodotti sono testi magici, traduzioni della Bibbia (l’Antico Testamento è letto nella sua versione greca, quella detta “dei Settanta”) e di altri testi religiosi. Nel IV secolo compaiono in copto le prime lettere private scambiate tra monaci, missionari manichei, membri del clero. In questo stesso secolo, ma con maggiore frequenza nel V, compaiono i primi prodotti letterari originali. Il copto convive con il greco e con il passare del tempo riveste una funzione sociale sempre più importante. L’invasione araba frena questo processo di affermazione del copto in tutte le funzioni sociali di comunicazione e di contratto. La lingua etiopica (ge’ez) nel IV secolo si manifesta a livello epigrafico e numismatico in connessione con la conversione della casa regnante (Ezana) al cristianesimo, durante il regno di Costanzo II. Durante il periodo che va dal IV al VII secolo (periodo aksumita) alcune opere, oltre alla Bibbia, vengono direttamente tradotte dal greco all’etiopico. Poi, dopo una fase oscura che dura alcuni secoli, il cristianesimo etiopico

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Le lingue dell’Oriente cristiano

Le lingue fondamentali, usate tra tarda antichità e medioevo, accanto al greco e all’arabo (due lingue

veicolari) sono le seguenti:

•siriaco

•copto

•etiopico

•arabo

•armeno

•georgiano

•sogdiano

La lingua siriaca, che è una delle varietà dell’aramaico, è attestata in forma epigrafica (ad esempio in

mosaici funerari) a partire dall’inizio dell’era volgare; è di grande rilevanza notare che le prime attestazioni

monumentali o papirologiche occorrono in prodotti che non possono essere qualificati né giudaici né

cristiani. Nel IV secolo esso compare anche nei manoscritti cristiani; il primo manoscritto datato è dell’anno

411. Ovviamente, i manoscritti di quest’epoca o più tardivi possono riportare opere composte decenni o

secoli prima.

Durante i primi secoli dell’era volgare il siriaco è usato come lingua di prestigio dell’élite di Edessa, ma

presto entra anche nei circoli giudaici e cristiani come lingua di importazione di prodotti letterari

originariamente composti in altre lingue. La lingua è infatti utilizzata per tradurre la Bibbia ebraica (fatto

eccezionale) da parte di gruppi giudaici e cristiani nel corso del II secolo, e alla fine del II / inizio del III per

tradurvi i Vangeli e le epistole paoline. Ma proprio all’inizio del III secolo esso è utilizzato per prodotti

letterari originali: in questa operazione è della massima importanza la figura di Bardaisan / Bardesane.

La lingua copta: I primi prodotti sono testi magici (II / III sec.), ma immediatamente dopo il copto è usato

come lingua di traduzione della Bibbia (dal greco), di testi gnostici, di testi manichei, di testi della grande

chiesa, da parte di un’élite egiziana di notevole levatura culturale, ideologicamente varia, che conosce bene il

greco, ma che preferisce esprimere alcuni dei prodotti culturali che legge in greco nella lingua letteraria più

vicina alla sua cultura, il copto: una lingua che, come l’inglese nei confronti delle lingue neolatine e in

particolare del francese, assorbe dalla lingua greca una parte importante del lessico, ma anche particelle

grammaticali e strutture sintattiche. Si tratta di una lingua che mantiene un sapore etnico, ma nello stesso

tempo manifesta l’irreversibilità del processo di ellenizzazione.

I primi prodotti sono testi magici, traduzioni della Bibbia (l’Antico Testamento è letto nella sua versione

greca, quella detta “dei Settanta”) e di altri testi religiosi. Nel IV secolo compaiono in copto le prime lettere

private scambiate tra monaci, missionari manichei, membri del clero. In questo stesso secolo, ma con

maggiore frequenza nel V, compaiono i primi prodotti letterari originali. Il copto convive con il greco e con

il passare del tempo riveste una funzione sociale sempre più importante. L’invasione araba frena questo

processo di affermazione del copto in tutte le funzioni sociali di comunicazione e di contratto.

La lingua etiopica (ge’ez) nel IV secolo si manifesta a livello epigrafico e numismatico in connessione con

la conversione della casa regnante (Ezana) al cristianesimo, durante il regno di Costanzo II. Durante il

periodo che va dal IV al VII secolo (periodo aksumita) alcune opere, oltre alla Bibbia, vengono direttamente

tradotte dal greco all’etiopico. Poi, dopo una fase oscura che dura alcuni secoli, il cristianesimo etiopico

riemerge dalle tenebre nel XIV secolo con forti caratteri giudaizzanti. La conoscenza del greco si è ormai

perduta. In quell’epoca, le opere religiose, quando non siano scritte direttamente in etiopico, vengono

tradotte dall’arabo, che nel frattempo si è affermata come lingua veicolare non solo del mondo islamico, ma

anche di quello cristiano orientale.

L’arabo giunge nel Mediterraneo nel VII secolo con gli invasori, ma non si afferma subito come lingua di

cultura. Convive a lungo con le altre lingue del Vicino Oriente, conquistando a poco a poco spazi sempre più

ampi nell’amministrazione, negli scambi e nella produzione letteraria. Nel corso dei secoli moltissime opere

prodotte in greco, siriaco, copto, e altre lingue orientali, sono tradotte anche in arabo e grazie ad esso fatte

circolare in tutte le direzioni.

L’arabo diventa il bacino collettore delle letterature dell’oriente cristiano tra VII e XV secolo: questo non

vuol dire che tutte le opere tardoantiche siano passate in arabo, ma che una selezione di opere ha potuto

sopravvivere grazie a una vasta opera di selezione e traduzione.

Le lingue come l’armeno (del ceppo indeuropeo) e il georgiano (lingua caucasica) si caratterizzano

immediatamente, nella loro forma scritta, come lingue cristiane. Anche in esse è attiva una complessa

dialettica tra traduzione e produzione di opere originali. Le traduzioni hanno permesso il salvataggio di molte

opere patristiche.

Codice siriaco “Rabbula” (Firenze, Laurenziana), con una delle più antiche scene della crocifissione

Codice siriaco British Library (a. 463)

Esempi di copto

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· } I f.

Esempi di etiopico

Esempio di armeno

Esempio di georgiano