Le Disposizioni Integrative Del Cæremoniale Episcoporum Al Missale Romanum

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  • 8/19/2019 Le Disposizioni Integrative Del Cæremoniale Episcoporum Al Missale Romanum

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    UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHEDEL SOMMO PONTEFICE

    Le disposizioni integrative del Cæremoniale Episcoporum

    al Missale Romanum 

    All’interno della rubrica «Spirito della Liturgia», desideriamo quest’oggi focalizzare

    l’attenzione su alcuni aspetti, riguardanti il rito della Celebrazione eucaristica, che nonappaiono regolamentati nel Missale Romanum (= MR, editio typica tertia del 2008). Né ledisposizioni liturgiche previste dall’Ordinamento Generale del Messale Romano (= OGMR),né le rubriche ad esso annesse descrivono infatti alcuni dettagli celebrativi che, seppursecondari, non sono del tutto irrilevanti.

    È lecito perciò chiedersi se tali lacunae possano essere arbitrariamente colmate dall’estrocreativo del presbitero che celebra l’Eucaristia, o vi siano piuttosto indicazioni specifiche,

    contenute in altre legittime fonti documentali normative, alle quali si possa ricorrere perattingere il venerando patrimonio liturgico della Chiesa. Collocandoci nel solco dellaTradizione, non è difficile dare risposta al quesito. È giusto infatti presumere, comevincolanti, le disposizioni normative più dettagliate che il Cæremoniale Episcoporum (= CE,editio typica, reimpressio emendata del 2008) impartisce riguardo alla Missa stationalis, laCelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo diocesano alla presenza del suo presbiterio edegli altri ministri, con la partecipazione del popolo di Dio. Il fondamento legittimo di taleraesumptio risiede nel fatto che la Messa officiata dal Vescovo diocesano nella propria

    diocesi, speciale epifania della cattolicità della Chiesa particolare (cf. Sacrosanctum

    Concilium[= SC] n. 41), per risplendere di nobile semplicità (cf. SC n. 34) deve manifestareuna peculiare esemplarità celebrativa, costituendo così un modello a cui le altre Liturgieeucaristiche che si celebrano in diocesi possano ispirarsi (cf. Benedetto XVI, SacramentumCaritatis, n. 39).

    Proviamo ora ad esaminare nel concreto alcune disposizioni liturgiche del rito della Messa, previste dal CE e complementari rispetto alle norme contenute nel MR. Un primo aspettoattiene all’incensazione. L’OGMR descrive l’incensazione ai nn. 276-277. Il CE aggiungeche l’incenso sia puro e di soave odore e, nel caso si aggiungesse altra materia, si abbia cura

    che la quantità di incenso sia di gran lunga maggiore (cf. n. 85). Il CE descrive poi altridettagli interessanti riguardanti l’incensazione alle note 74-75 dei nn. 90-91.

    Un secondo aspetto riguarda ilmodo di tenere le mani durante la Liturgia eucaristica. Il MR prescrive infatti che in certi momenti della Messa il celebrante rivolga a Dio le orazioniallargando le mani. Il CE specifica che le mani siano leggermente alzate ed allargate (cf. n.104). In esso poi viene precisato minuziosamente che, con l’espressione «mani giunte», si

    intende che i palmi delle mani siano aperti e congiunti, tenuti davanti al petto, con il pollicedella mano destra posto sopra il sinistro a mo’ di croce (cf. CE nota 80 al n. 107). Viene

    inoltre indicato che, oltre alle prescrizioni già contenute nei vari libri liturgici, il celebrantetiene le mani giunte quando, già vestito dei paramenti sacri, si avvia per celebrare la Messa;mentre prega in ginocchio; mentre si reca dall’altare alla sede, o dalla sede all’altare (cfr. CE

    n. 107). Così pure i concelebranti e gli altri ministri mantengono le mani giunte quando

     procedono o stanno in piedi, a meno che non abbiano qualcosa da portare (ibidem).

    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.htmlhttp://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.htmlhttp://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.htmlhttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html#Ars_celebrandihttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.htmlhttp://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.html

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     Nel Cerimoniale viene poi indicato il modo in cui il celebrante si segna e benedice. Quandosi segna, egli volge verso di sé il palmo della mano destra, e con tutte le dita congiunte edistese fa il segno di croce dalla fronte al petto e dalla spalla sinistra alla destra. Quando

     benedice altre persone o qualche oggetto, volge il mignolo verso colui che deve essere benedetto, e benedicendo distende tutta la mano destra con tutte le dita ugualmente congiunte

    e distese (cf. CE nota 81 al n. 108). Inoltre, quando durante la Messa il celebrante è seduto, pone i palmi delle mani sulle ginocchia (cf. CE n. 109).

    Viene poi precisato che, durante la Preghiera eucaristica, al momento dell’epiclesi primadella consacrazione, i concelebranti stendano le mani sulle offerte in modo tale che i palmisiano aperti e rivolti sopra le offerte (cf. CE nota 79 al n. 106). Al momento dellaconsacrazione poi, proferendo le parole del Signore, essi tengono la mano destra stesa erivolta a lato (ibidem), orientandola verso il pane e il calice (cf. CE n. 106).

    Vi sono ancora altri dettagli che vengono disciplinati dal CE. Presentiamo una lista di alcunidi essi:

    1) La riverenza, sotto forma di inchino profondo, viene rivolta al celebrante quando ci siaccosta a lui, ce ne si allontana o gli si passa dinanzi (cf. CE n. 76).

    2) Nel momento in cui il ministro ordinato proclama il Vangelo, tutti i fedeli partecipantiall’azione liturgica sono rivolti verso di lui (cf. CE n. 141).

    3) Il diacono, o altro ministro, dopo che il celebrante abbia incensato le offerte, lo incensastando al lato dell’altare (cf. CE n. 149). 

    4) Prima che inizi la Preghiera eucaristica, il diacono, se il calice e la pisside sono coperti, liscopre, e dall’epiclesi fino all’elevazione del calice resta in ginocchio. Inoltre, uno dei

    diaconi immette incenso nel turibolo e incensa l’Ostia e il Calice alle due elevazioni (cf. CE

    n. 155).

    5) I concelebranti con il vescovo, prima della Comunione, gli si avvicinano uno dopo l’altro,genuflettono e ricevono da lui con riverenza il Corpo di Cristo. Tuttavia i concelebranti

     possono restare al loro posto e ricevere lì il Corpo di Cristo (cf. CE n. 163).

    Si tratta solo di alcuni esempi, utili a ricordare che il Culto divino non può sottostareall’arbitrio, ma è al contrario regolato dalla Chiesa, che lo custodisce e lo celebra.

    L’osservanza delle norme liturgiche non è segno di legalismo e rigidità. Essa aiuta adincarnare sempre di nuovo la cattolicità della sacra Liturgia e a celebrarla «in unione contutta la Chiesa» (Canone Romano, «Communicantes»).

    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/details/ns_lit_doc_20110615_disposizioni-integrative_it.html#top