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Avvenire 08/25/2013 Page : A13 Copyright © Avvenire August 26, 2013 8:13 am / Powered by TECNAVIA Copy Reduced to 57% from original to fit letter page Dalla Romania allo Jonio per dimenticare l’Hiv solidarietà Piccoli romeni sieropositivi della fondazione “Bambini in emergenza” ospitati dalla diocesi di Cassano all’Jonio DA COSENZA DOMENICO MARINO anno lasciato la Calabria tristi ma con lo zaino pie- no d’un mare di ricordi. Come lo Jonio azzurro e limpido in cui si sono tuffati per due set- timane dalla spiaggia di Monter- giordano Marina, nel Cosentino. Sono tornati in Romania Catali- na, Alexander e gli altri bambini strappati agli stenti, alla malattia e spesso al- la morte dalla fondazione “Bambini in e- mergenza” creata nel ’95 da Mino Damato e ora portata avanti almeno con la stessa pas- sione da Silvia, prima che moglie compagna di strada e di missione al fianco di questi pic- coli angeli che non chiedono niente ma han- no bisogno di tutto. A cominciare da un po’ di affetto. È la terza volta che i bimbi rome- ni, alcuni dei quali sieropositivi a causa del contagio materno, trascorrono un periodo di vacanza nel piccolo centro litoraneo della diocesi di Cassano all’Jonio, grazie all’invito del vescovo Nunzio Galantino, all’accoglien- za delle suore francescane di Assisi che han- no messo a disposizione i loro alloggi, e un po’ di tutta la comunità di Montegiordano che li ha accolti a braccia aperte coccolandoli come suoi figli. Ora sono tornati nella quotidianità di Singu- remi, cittadina a quaranta chilometri da Bu- carest dove la fondazione ha creato un cen- tro pilota, intitolato alla memoria di Andrea Damato, in cui accoglie i bambini in emer- genza. In Romania è l’unico abilitato a ospi- tare bimbi sieropositivi. I quali, anzitutto nei primi periodi dell’impegno in terra romena del giornalista, erano strappati a strutture che di ospedali avevano ben poco, per non dire niente. «Molti dei nostri ragazzi – racconta Silvia Saini – sono diventati strabici poiché costretti a una visione innaturale dal letto in cui erano costretti». La fondazione “Bambi- ni in emergenza” gestisce otto case famiglia, oltre a una chiesa, un laboratorio di analisi e stomatologia, una scuola e un centro di for- mazione professionale nel centro pilota di Singuremi. Fa moltissimo per i bimbi rome- ni, anzitutto per quanti sono colpiti dall’Aids, cui garantiscono una sopravvivenza quasi normale mentre, senza adeguate cure e pro- filassi, sarebbero costretti a esistenze assai brevi. Ma sono una goccia in mezzo a un ma- re di bisogno, aiuto, necessità e sofferenze che in Romania, come in altri Stati dell’ex blocco sovietico, sono pane quotidiano per i numerosi bimbi che le mamme dichiarano d’avere dimenticato dopo il parto, nemme- no fossero uno spazzolino da denti. E questi sono i “fortunati”, poiché a molti al- tri va peggio aprendo tra l’altro la possibilità di traffici e commerci d’ogni genere. Si calcola siano almeno 100 mila i bambini abbando- nati in Romania: 9 mila l’anno, di cui 5 mila sotto i 3 anni; 30 mila gli infettati dall’Hiv. E- sploso dopo la caduta del regime di Ceause- scu, il fenomeno dei bimbi dimenticati non mostra alcun accenno di calo. Anzi. Spesso i piccoli sono lasciati pure senza nome, poi dato loro da medici e infermieri. I genitori, anzitutto le mamme, sono scivolate nel tun- nel Aids spesso poiché si drogano con ferti- lizzanti (etnobotanici) reperibili sul mercato a poco prezzo. Prima erano solo respirati, mentre di recente vengono pure iniettati ge- nerando uno scambio di siringhe che diffon- de il virus in maniera inquietante. La fondazione “Bambini in emergenza” ac- coglie i piccoli di pochi anni, lavorando per riallacciare un rapporto con la famiglia d’o- rigine sperando sempre in un ritorno che re- sta la soluzione migliore e spesso si realizza. Ultimamente ha messo in piedi, tra l’altro, il progetto “Una mamma anche per me” che prevede l’affido per dodici mesi dei bambini a donne disponibili ad accoglierli. © RIPRODUZIONE RISERVATA H

L’accoglienza paga Turismo e disabilità

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Page 1: L’accoglienza paga Turismo e disabilità

Avvenire 08/25/2013 Page : A13

Copyright © Avvenire August 26, 2013 8:13 am / Powered by TECNAVIA

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MILANO. Si sono sposati ieri aSanta Cesarea, in provincia diLecce, Paolo Afieri, collega dellaredazione Esteri, e ChiaraMerico, giornalista economica,collaboratrice della nostra e dialtre testate. Le nozze sono statecelebrate nella chiesa del SacroCuore. Una splendidaambientazione, il Salento, per unavita insieme che tutti gli amici diAvvenire augurano a Paolo eChiara altrettanto splendida.

VACANZEPER TUTTI

È un’occasione di vitaautonoma: «Ma deve esserecosì 365 giorni all’anno»,dice una mamma

Turismo e disabilitàL’accoglienza pagaDA MILANO PAOLO FERRARIO

etti un gruppone di 130 disa-bili, tutti in carrozzella, in unvillaggio turistico nelle setti-

mane centrali d’agosto. Una bella sfidaalla capacità di accoglienza del territo-rio e dei turisti “normali”, ma ancheun’occasione, per gli stessi ragazzi, di av-viarsi lungo la strada dell’autonomia, vi-sto che, per tanti, è la prima volta senzagenitori. È ciò che sta accadendo, in que-sti giorni, all’Hotel Marina Beach di O-rosei (Nuoro), scelto dall’associazione“La strada per l’arcobaleno” di Roma(che da vent’anni si occupa di personecon spina bifida e idrocefalo), per la va-canza comunitaria 2013. Per i parteci-panti un momento di amicizia e condi-visione in uno degli angoli più belli del-la Sardegna; per l’associazione una nuo-va occasione per andare “Alla scopertadell’Italia accessibile”. Si chiama così ilprogetto che, da sette anni, sta portan-do avanti la vice-presidente Carla Mari-nelli, 45 anni, che si propone di traccia-re una sorta di mappa dell’accoglienzalungo le spiagge dello Stivale.«Vogliamo abbattere le barriere archi-tettoniche ma anche culturali, che sonoquelle più difficili da superare per pigri-

Mzia e ignoranza – racconta –. Anche sem-plicemente andando in vacanza, cometutti, vogliamo dire che ci siamo, che de-sideriamo una vita piena e felice. In que-sti anni abbiamo abbattuto diversi mu-ri e anche chi, all’inizio, ci guardava condiffidenza, ora si sta rendendo conto chei disabili sono una risorsa per la società».Se ne stanno accorgendo anche le fa-miglie che, prima timorose, ora vedononella vacanza un momento forte di cre-

scita dei propri figli. «Con noi abbiamovolontari e professionisti preparati epronti a intervenire per qualsiasi neces-sità – spiega Marinelli –. I genitori pos-sono stare tranquilli. In più cerchiamodi spronare i ragazzi ad essere più auto-nomi, a cavarsela anche da soli».Proprio ciò che cerca Concetta Giam-

bruno, 27 anni di Torino, alla sua terzavacanza con l’associazione. Impiegatain un call center, Concetta sogna di viag-giare e conoscere posti nuovi, portandola propria esperienza di disabile «in mez-zo alla gente». «Aspetto tutto l’anno que-sta settimana – dice – perché qui ritro-vo tanti amici sparsi per l’Italia. Con-frontando le nostre esperienze ci accor-giamo che tanto resta da fare per rendereil nostro Paese davvero accessibile a tut-ti. Non ci accontentiamo di trascorrereuna bella vacanza, ma vogliamo che l’at-tenzione che troviamo qui ci sia anchenelle nostre città».Concetto efficacemente espresso daFrancesca Di Maria, siciliana di 53 anni,mamma di Giuseppe, 24enne con spi-na bifida e infermiera volontaria al se-guito dei ragazzi: «I nostri figli voglionovivere 365 giorni all’anno». «Questi ra-gazzi – aggiunge – hanno bisogno di vi-vere come tutti i loro coetanei, ma spes-so le famiglie non ce la fanno. Noi geni-tori ci sentiamo abbandonati dalle isti-tuzioni, che invece dovrebbero aiutarciad accompagnare i figli sulla strada del-l’autonomia. Non chiediamo soldi maun po’ di attenzione in più. Non ci ar-rendiamo ma a volte è dura andare a-vanti con serenità».Un appello che, almeno sul versante del-le infrastrutture turistiche è stato accol-to. Come testimonia Pietro Loi, espo-nente di una famiglia di imprenditoridel turismo tra le più importanti dellaSardegna e titolare del Marina Beach diOrosei. «La struttura – sottolinea – è sta-ta progettata e realizzata, una decina dianni fa, escludendo le barriere architet-toniche. E questo ci ha permesso, fin dasubito, di poter ospitare disabili, tra-smettendo questa sensibilità al nostropersonale».Loi non considera «eccezionale», la scel-ta di ospitare 130 disabili in carrozzina,oltre il 10% della capacità dell’albergo,nelle settimane centrali di agosto, cor-rendo il rischio di urtare la “sensibilità”degli altri turisti. E, assicura, non è “me-rito” della crisi. «Li abbiamo accolti e ba-sta», taglia corto. «Certo – aggiunge – chicerca il mercato non deve porsi limiti ocreare esclusioni. Ma questo viene do-po. Per noi, prima, c’è il rispetto dellapersona. Disabile o no».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento delle vacanze in Sardegna dei ragazzi dell’associazione “La strada per l’arcobaleno”

DA MILANO

a sempre ci battiamo per il pie-no coinvolgimento dei disabi-li nella vita quotidiana, perché

è un loro diritto condividere tutta la realtà.Anche la vacanza».L’esperienza dell’associazione “La strada perl’arcobaleno” è «molto positiva», per Mari-

nella de Maffutiis, dirigente nazionale del-l’Anmil, di cui segue la comunicazione. Consettant’anni di esperienza alle spalle, anni-versario tondo festeggiato proprio nel 2013, eoltre 400mila soci, l’Associazione dei mutila-ti e invalidi del lavoro è da sempre in prima li-nea per il riconoscimento dei diritti dei disa-bili, anche al di fuori dell’ambito lavorativo.Come è cambiato il livello di attenzione del-la società verso queste persone?Con la crisi lo Stato sociale offre ben poco al-le famiglie, anche se le difficoltà non sono so-lo di carattere economico. Per questo, anchesoltanto avere la possibilità di mandare in va-canza i figli disabili può diventare una risor-sa importante per ridare serenità a genitoriche, non a torto, spesso si sentono abbando-nati da tutti.

Quanto è ancora lunga la strada per l’inte-grazione?L’obiettivo sarà raggiunto quando non si guar-derà più al “disabile”, ma alla “persona” sen-za distinzioni. E allora, per esempio, si co-mincerà a costruire davvero senza barrierearchitettoniche, che invece oggi ancora ci so-no.Nonostante le leggi che ne prevedono l’ab-battimento?Pregiudizi e barriere culturali sono dure a mo-rire. Per questa ragione, da tempo, come Am-nil, sollecitiamo le istituzioni a premiare so-cietà e costruttori lungimiranti che non si li-mitano a rispettare le leggi, ma vanno al di làdegli obblighi, per realizzare strutture sem-pre più accoglienti ed efficienti.Incentivi simili potrebbero favorire il collo-

camento dei disabili al lavoro?Nonostante l’Italia, da molti anni, si sia dota-ta di una legge specifica, ancora oggi i disabi-li sono tenuti lontani dal lavoro. E, purtrop-po, per colpa anche della stessa legge.In che senso?La 68/99 prevede che le aziende obbligate adassumere disabili, possano ottemperarvi an-che semplicemente dando lavoro alle coope-rative sociali, senza quindi prendere diretta-mente in carico questi lavoratori. Così facen-do, però, si finisce per ghettizzare i disabili,confinandoli nelle cooperative. È come se, an-ziché andare in vacanza in un albergo con al-tri turisti, fossero costretti a frequentare le vec-chie colonie. Non sarebbe la stessa cosa.

Paolo Ferrario© RIPRODUZIONE RISERVATA

la propostaLa dirigente De Maffutiis: «Le leggi, da sole, non bastanoper abbattere i pregiudizi»

L’Anmil: «Premiare chi costruisce senza barriere»

Dalla Romania allo Jonio per dimenticare l’Hiv

solidarietàPiccoli romeni sieropositividella fondazione “Bambini inemergenza” ospitati dalladiocesi di Cassano all’Jonio

DA COSENZA DOMENICO MARINO

anno lasciato la Calabriatristi ma con lo zaino pie-no d’un mare di ricordi.

Come lo Jonio azzurro e limpidoin cui si sono tuffati per due set-timane dalla spiaggia di Monter-giordano Marina, nel Cosentino.Sono tornati in Romania Catali-na, Alexander e gli altri bambini

strappati agli stenti, alla malattia e spesso al-la morte dalla fondazione “Bambini in e-mergenza” creata nel ’95 da Mino Damato eora portata avanti almeno con la stessa pas-sione da Silvia, prima che moglie compagnadi strada e di missione al fianco di questi pic-coli angeli che non chiedono niente ma han-no bisogno di tutto. A cominciare da un po’di affetto. È la terza volta che i bimbi rome-ni, alcuni dei quali sieropositivi a causa delcontagio materno, trascorrono un periodo di

vacanza nel piccolo centro litoraneo delladiocesi di Cassano all’Jonio, grazie all’invitodel vescovo Nunzio Galantino, all’accoglien-za delle suore francescane di Assisi che han-no messo a disposizione i loro alloggi, e unpo’ di tutta la comunità di Montegiordanoche li ha accolti a braccia aperte coccolandolicome suoi figli.Ora sono tornati nella quotidianità di Singu-remi, cittadina a quaranta chilometri da Bu-carest dove la fondazione ha creato un cen-tro pilota, intitolato alla memoria di AndreaDamato, in cui accoglie i bambini in emer-genza. In Romania è l’unico abilitato a ospi-tare bimbi sieropositivi. I quali, anzitutto neiprimi periodi dell’impegno in terra romenadel giornalista, erano strappati a strutture chedi ospedali avevano ben poco, per non direniente. «Molti dei nostri ragazzi – raccontaSilvia Saini – sono diventati strabici poichécostretti a una visione innaturale dal letto incui erano costretti». La fondazione “Bambi-

ni in emergenza” gestisce otto case famiglia,oltre a una chiesa, un laboratorio di analisi estomatologia, una scuola e un centro di for-mazione professionale nel centro pilota diSinguremi. Fa moltissimo per i bimbi rome-ni, anzitutto per quanti sono colpiti dall’Aids,cui garantiscono una sopravvivenza quasinormale mentre, senza adeguate cure e pro-filassi, sarebbero costretti a esistenze assaibrevi. Ma sono una goccia in mezzo a un ma-re di bisogno, aiuto, necessità e sofferenzeche in Romania, come in altri Stati dell’exblocco sovietico, sono pane quotidiano per inumerosi bimbi che le mamme dichiaranod’avere dimenticato dopo il parto, nemme-no fossero uno spazzolino da denti. E questi sono i “fortunati”, poiché a molti al-tri va peggio aprendo tra l’altro la possibilitàdi traffici e commerci d’ogni genere. Si calcolasiano almeno 100 mila i bambini abbando-nati in Romania: 9 mila l’anno, di cui 5 milasotto i 3 anni; 30 mila gli infettati dall’Hiv. E-

sploso dopo la caduta del regime di Ceause-scu, il fenomeno dei bimbi dimenticati nonmostra alcun accenno di calo. Anzi. Spesso ipiccoli sono lasciati pure senza nome, poidato loro da medici e infermieri. I genitori,anzitutto le mamme, sono scivolate nel tun-nel Aids spesso poiché si drogano con ferti-lizzanti (etnobotanici) reperibili sul mercatoa poco prezzo. Prima erano solo respirati,mentre di recente vengono pure iniettati ge-nerando uno scambio di siringhe che diffon-de il virus in maniera inquietante.La fondazione “Bambini in emergenza” ac-coglie i piccoli di pochi anni, lavorando perriallacciare un rapporto con la famiglia d’o-rigine sperando sempre in un ritorno che re-sta la soluzione migliore e spesso si realizza.Ultimamente ha messo in piedi, tra l’altro, ilprogetto “Una mamma anche per me” cheprevede l’affido per dodici mesi dei bambinia donne disponibili ad accoglierli.

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DOMENICA25 AGOSTO 2013 13

Il nubifragio si abbatte sul settentrioneAlberi divelti e auto danneggiate

TORINO. È durato meno di venti minuti ilnubifragio che si è abbattuto venerdì suTorino, ma è stato violentissimo. La grandine èscesa con una tale violenza da mandare infrantumi il parabrezza di diverse auto. I vigilidel fuoco sono stati chiamati ripetutamenteper rimuovere alberi caduti e far fronte agliallagamenti. Numerosi problemi al trafficolocale, soprattutto sulle tangenziali. Legrandinate hanno colpito in ordine sparso ehanno interessato la parte occidentale dellaregione soprattutto la zona di Rivoli. Unapersona è rimasta ferita nei pressi delLingotto per la caduta di una lastra di vetro. Ivigili del fuoco hanno inoltre segnalato diessere dovuti intervenire in via Adamellodove pioggia e grandine hanno fatto crollare ilcontrosoffitto di un supermercato, stessoproblema per un magazzino di Grugliasco.Dalla giornata di ieri poi il mal tempo hainvestito anche Bergamo e Milano, soprattuttoin zona Niguarda.

La riviera del Conero invasa dallemeduse Cassiopea. Guardia costiera:innocue, nessun pericolo per l’uomo

ANCONA. La Riviera del Conero invasa da banchi diCotylorhiza tuberculata, ovvero la medusa Cassiopea,una delle specie più affascinati del Mediterraneo esoprattutto (questa la buona notizia) innocua perl’uomo. Dai colori vivaci (ombrella gialla e appendicibianche e viola), può raggiungere i 35cm di diametro. LaGuardia costiera ne ha avvistate tantissime. «Si tratta diuna specie abbondante durante il periodo primaverileed estivo in Adriatico – spiega la Capitaneria di porto diAncona – ma è presente in tutto il Mediterraneo».

La terra ha tremato a Pordenone:tanta paura ma niente feriti né danniPORDENONE. «Nonabbiamo registrato danni,ma la paura è stata tanta».Lo ha detto il sindaco diClaut (Pordenone), GionataSturam, che al momento delterremoto di magnitudo 3.6,ieri pomeriggio, si trovavafuori paese e che è statotuttavia raggiunto da decinedi telefonate di concittadini.«La scossa è statapreceduta da un piccoloboato – ha raccontato – ela gente è scesa in strada.Fortunatamente – haconcluso il primo cittadinodel comune a ridossodell’epicentro – non siregistrano problemi: ilsopralluogo delle nostresquadre di volontari e deivigili del fuoco ha dato esito

negativo».«Tutto è sotto controllo –ha confermato il sindaco diBarcis, Tommaso Olivieri –:appena dopo il terremoto,le persone sono tornate incasa e dalle primeperlustrazioni non sembraci siano problemi nemmenoper gli immobili, compresi ifabbricati molto vecchi».Il sisma è stato avvertitodistintamente anche aPordenone e in gran partedella provincia, ma anche nelBellunese e in provincia diUdine. I centralini del 115hanno ricevuto numerosetelefonate di persone chevolevano essere rassicuratesull’entità della scossatellurica e sull’assenza diproblemi per i cittadini.

L’associazione “La stradaper l’arcobaleno” è inSardegna con 130 personein carrozzina. «Cerchiamol’Italia accessibile», dice lavice-presidente Marinelli

Fiori d’arancioad AvvenirePaolo e Chiara sposi