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KYOS VERONA - MARZO 2009 N. 31 - DISTRIBUZIONE GRATUITA - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, CNS VERONA - PREZZO A COPIA € 2,00 KYOS VERONA MARZO 2009 MUSICA ARTE TEATRO SPETTACOLO DESIGN SPORT TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI AUTO NATURA v e r o n a Nel blu dipinto di blu Gianluca Tacchella Giuliano Ambrosini Vladi Panato Alberto Bauchal Anna Madinelli Luca Panziera Leandro Luppi Isidoro Consolini marzo 2009

Kyos Verona Marzo 2009

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Nel Blu dipinto di Blu

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v e r o n a

Nel blu dipinto di bluGianluca TacchellaGiuliano AmbrosiniVladi PanatoAlberto BauchalAnna MadinelliLuca PanzieraLeandro LuppiIsidoro Consolini

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Nel blu dipinto di blu

Abbiamo indossato gli occhiali con le lenti blu,

e si è aperto un panorama bellissimo di cieli,

laghi e città sull’acqua. Il cielo ci colpisce e sor-

prende per i fenomeni atmosferici che influen-

zano così tanto la nostra visione del mondo...

Ne abbiamo parlato con un giovane meteoro-

logo veronese che lavora in Svizzera. Puntato

lo sguardo per aria, si è presentata l’occasione

di conoscere i fondatori della Scuola di Para-

cadutismo che ha sede a Verona, all’aeroporto

di Boscomantico, e così abbiamo immaginato

di provare le sensazioni indescrivibili che può

offrire solo un lancio con il paracadute. Una

nostra amica veneziana, veronese per amore,

ci ha offerto una veduta originale e nuova della

città dei dogi, la ospitiamo perché ci fa deside-

rare di tornare spesso a Venezia per ammirarla

nei suoi vicoli e canali meno noti. Parlando di

acqua si apre un ampio capitolo di questo nu-

mero di Kyos Verona: comincia con l’intervista

a Vladi Panato, campione indiscusso di canoa,

e prosegue in direzione del lago, il nostro lago

di Garda protagonista al cinema, con i suoi se-

greti, le leggende che lo animano, e i ristoranti

preziosi che portano il nostro territorio sulle

più illustri guide culinarie. Non manca infine

un dovuto riferimento a due realtà aziendali

che hanno cominciato la loro attività proprio

dal blu, blue come blue jeans, con Carrera e

Mash.

Buona lettura.

Silvia Sartea

[email protected]

La fotografia, di Pino Agostini, raffigura un angolo

del muro del Cortile della Casa di Giulietta.

blublu bl

uAuguri speciali a Kyos Verona Siamo insieme in questa bella avventura di Kyos Verona da 3 anni interi. La nostra pas-sione di scoprire le eccellenze del territorio non finisce mai, come non smette di incan-tarci la ricchezza di poesia e bellezza che la nostra città rivela di continuo. È passato un altro anno di incontri speciali con verone-si d’eccezione, un anno di lavoro che ci ha portati ogni mese nei punti di incontro, dove i lettori, sempre più numerosi ci cercano e ci apprezzano.

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Jeans, se non ci fossero bisognerebbe inventarliLa parola ai titolari del marchio Carrera 06

TEATRO DANZA - MUSICA - ARTE 22FIERE - FNAC - DA NON PERDERE 28

SPORT 32

Venezia nel blu Ricordi di una città dove tornare spesso 10

Ventuno volte campioneVladi Panato una vita in canoa 13

Vivere l’indescrivibileStorie ad alta quota, il paracadutismo a Verona 14

Pazzo climaLuca Panziera, la metereologia: una passione che diventa lavoro 20

appuntamenti

Incontrandosi a tavola Tutti i segreti del pesce azzurro 34

rubriche

Scorci della provincia Oro blu sulle montagne 36

Nella storia e nella tradizioneRicorrenze del mese di marzo 37

Questioni di stile Una moda dipinta di blu 38

Semplicemente preziosiAd ogni forma il suo significato 39

Percorsi golosi Gusti da scoprire. Ristorante Al Caval e La Vecchia Malcesine 40

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Iscrizione al Tribunale di Verona:n. 1786 - 17/01/2008Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS VERONARegistrazione al ROC n° 16808 Prezzo a copia € 2,00

Direttore responsabile: Silvia Sartea

Art director: Simone Pavan

Consulente editoriale: Pino Agostini

Redazione: Guido Benati, Simone Bonini, Riccardo Ferraresso, Chiara Milano

Hanno collaborato: Bruno Avesani, Glauco Pretto, Elisa Zoppei, Nino Ciaccio, Bamsphoto, Fabrizio Tosoni, Ennevi Supervisione Tecnica: Gianna Calabria

Redazione Grafica: Cinzia Signorini (Caposervizio), Manuel Bergamasco, Lara Canal, Zeno Cisamolo, Damiano Partelli, Mattia Petterlini, Simone Zamperini, Luca Perina, Christopher Corte

Relazioni Pubbliche: Luisa Calabria

Sviluppo Commerciale e Pubblicità:Guido Benati e Andrea Gelmetti

Stampa: CierreGrafica Sommacampagna (VR)Tel. 045 8580900 - www.cierrenet.it

Numero chiuso in redazione il13 febbario 2009

v e r o n a

Passion i da scoprire Creatività con il feltro 44

Nell’arteMichelangelo. La dotta mano 46

Un tesoro di lagoTesori, curiosità e leggende custodite nelle acque del Garda 16

A spasso con i jeansMash, un nome di riferimento 08

Kyos Verona Marzo 20094

di Pino Agostini

Il blu è il colore del cielo e del mare che lo ri-flette sulla sua superficie. È perciò un colore di tutti e benvoluto da tutti: per questo è il colore delle bandiere della comunità internazionale, sia dell’Unione Europea che dell’ONU. Anche nel suono le parole che lo indicano sono dolci e melodiose, pacate: blu in italiano, bleu in fran-cese, blue in inglese, blau in tedesco… È anche il colore della libertà, del sogno, dell’utopia, secondo la canzone italiana di Domenico Mo-dugno più conosciuta nel mondo:

“Blu come il ciel degli occhi tuoi blu”

Curiosità e stupore per un colore

Perciò il pomeriggio diventa “azzurro, troppo azzurro e lungo” per Celentano quando la ra-gazza è partita per le spiagge e l’ha lasciato solo in città: “mi accorgo di non avere più risorse senza di te…”Oggi è un colore molto apprezzato e diffuso, perché ha i connotati della maturità e della saggezza: è infatti il colore dell’eleganza ceri-moniale e autorevole e insieme il colore del-l’utile casual dei jeans e delle camicie. E poiché ha effetti sedanti per la vista, è un colore molto utilizzato nella pubblicità: psicologicamente è infatti un colore fresco, leggero, chiaro e tra-sparente.Ma non è sempre stato così: per gli antichi gli unici veri colori erano il bianco, il rosso e il nero, perché erano rispettivamente i colori della luce, del sangue e delle tenebre. Il verde, il giallo e il blu erano tinte secondarie perché non ben delimitabili. Il blu, per esempio, se troppo scuro, si confonde con il nero, e, se troppo tur-

Penso che un sogno così non ritorni mai più:mi dipingevo le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso venivo dal vento rapitoe incominciavo a volare nel cielo infinito…Volare… oh, oh…Cantare… oh, oh, oh, oh!Nel blu, dipinto di blu,felice di stare lassù.

Ed è il colore dell’amore se gli occhi dell’amata sono azzurri (nella canzone di Vicky):

Blu, blu, l’amore è bluQuando con me, con me ci sei tuBlu, blu, l’amore è bluBlu come il ciel se il sole è lassù.…Blu, blu son gli occhi tuoiCome l’amor che nasce tra noiBlu, blu, io vedo bluQuando con me, con me ci sei tu.

Kyos Verona Marzo 2009 5

Sfumature di blu nella StoriaLa negatività del blu in tutte le sue gradazioni e il conseguente disinteresse per questo colore, con la sola eccezione dell’Egitto dei Faraoni per i quali il blu dei lapislazzuli era un viatico per l’aldilà, durarono per tutto il primo millennio dopo Cristo e oltre: a causa della tradizione, ancor oggi esso è assente dai colori liturgici dei culti cattolici. Cominciò a venir rivalutato dopo il XII secolo, quando i pittori si misero a dipingere di azzur-ro i cieli nelle tavole e negli affreschi delle chie-se (prima erano bianchi, neri, rossi o dorati), perché il colore è luce, Dio pure è luce e la luce è… azzurra. Così, piano piano, nel germanico Sacro Romano Impero il colore dei barbari si divinizza e diventa il colore uranico (celeste) del manto della Vergine Maria e, per estensione, delle vesti regali dei re taumaturghi di Francia, quindi il colore preferito dall’aristocrazia.Il secolo del trionfo del blu fu perciò il ’700, il secolo dei lumi e del dominio della nobiltà, quando divenne il colore di moda in tutti i set-tori. Di questo c’è però anche una spiegazione tecnica ed economica: essendo il pigmento più raro nella materia della natura, fu difficilissimo da ottenere per gli antichi, e assai difficoltoso rimase nel Medioevo, divenendo relativamente facile da produrre solo dopo il 1720 quando uno speziale di Berlino mise a punto il famoso blu di Prussia e quando dall’America Centra-le cominciò ad affluire in Europa il blu indaco prodotto, a molto buon mercato, dagli schiavi. Era questa una sostanza dall’intenso potere colorante, molto più efficace del vecchio gua-do estratto dall’isatide tintoria, una pianta dei luoghi aridi dalle cui foglie e radici si estraeva un colorante azzurro per tessuti analogo all’in-daco.

il cielo è Sempre più bluInfine, ma perché il cielo è blu? Questa do-manda tormenta da sempre filosofi e scienzia-ti: se ne occuparono già Platone e Aristotele, poi Leonardo, Keplero, Newton, Goethe e molti altri. Ancor nel 1862 sir John Herschel dichiarava che tale questione era «il più gran-de enigma della meteorologia». Se ne occupò anche Einstein ed ancor oggi è un fenomeno non integralmente spiegato, perché la risposta alla domanda è inscritta nell’intima costitu-zione della materia, quindi nell’essenza stessa dell’universo in cui è racchiuso anche il destino del nostro pianeta. Su questi interrogativi, lo scienziato americano Peter Pesic del Massa-chusetts Institute of Technology ha scritto nel 2005 l’interessante libro Sky in a Bottle (in ita-liano Il cielo in una bottiglia, pubblicato da Bol-lati Boringhieri nel 2007) che prende le mosse dalla domanda: «Possiamo rinchiudere il cielo in una bottiglia ricreandone artificialmente il colore?». La risposta dello scienziato a questa domanda è aperta; nelle pagine finali del capi-tolo Il blu perfetto infatti conclude: «Quando il problema del colore del cielo sembra risol-to, viene riaperto. […] La questione di capire il cielo e il suo colore porta a cercare sempre più in profondità, poiché il cielo non potrebbe essere blu se gli atomi non fossero reali: guar-dando il cielo siamo di fronte alla più splendida dimostrazione della teoria atomica. La stessa questione porta però anche a guardare lonta-no, verso le galassie più lontane, la cui distribu-zione determina la luminosità della notte: nella contemplazione di quella luce riceviamo una silenziosa prova della vastità dell’universo, nel-lo spazio e nel tempo. Tra il giorno e la notte vi è il crespuscolo: lì il colore del cielo allo zenit ci narra della fragile condizione in cui giace la terra, in equilibrio tra il macrocosmo e il mi-crocosmo».

chino, assomiglia al verde, tanto che nell’anti-chità sia i greci che gli ebrei e i romani doveva-no ricorrere a più vocaboli per definire le varie gradazioni dal blu intenso fino all’azzurro e il loro uso era sempre ambiguo, impreciso e con-fuso. Di queste difficoltà ci sono tracce in Ome-ro, negli scrittori latini e perfino nella Bibbia. L’assenza del blu nei testi antichi ha addirittura indotto gli studiosi a supporre che i greci non riuscissero a distinguerlo dagli altri colori.Per i romani poi il blu era il colore dei barbari devastatori che scendevano dal Nord, perciò a Roma una donna dagli occhi azzurri era istintivamente considerata di facili costumi: le ragazze romane erano invece morette con gli occhi neri.

Kyos Verona Marzo 200986

Carrera: l’azienda veronese che ne ha fatto il suo simboloa cura della redazione

I jeans. Yves Saint Laurent avrebbe voluto in-ventarli, perché sono il capo più spettacolare, più pratico e comodo che esista e, come sotto-linea, hanno carattere sex appeal e semplicità: tutto quello che si può volere da un abito.Verona è legata a doppio filo alla storia italia-na del jeans, grazie alla famiglia Tacchella che con questo prodotto si è affermata sul mercato nazionale. Nata negli anni ’60 nel cuore della Valpantena, Carrera veste, da oltre 40 anni, milioni di italiani. Ci racconta questa avventu-ra veronese Gianluca Tacchella, amministrato-re delegato di Carrera Spa. Un marchio legato anche allo sport d’alto livello, che ha accompa-gnato il campione di ciclismo Marco Pantani e recentemente è apparso come sponsor nella partita amichevole dell’Italia di Lippi contro il Brasile disputata a Londra.

come e quando è nata l’azienda?L’azienda è nata a Lugo di Grezzana (VR) agli inizi degli anni ’60, come azienda di confezioni da bambino e donna. Il nome era Confezioni Tacchella. Nel 1965 è stato registrato il mar-chio Carrera e la denominazione è diventata Carrera Spa. L’azienda è stata fondata da tre fratelli Tacchella.

I jeans, se non ci fossero bisognerebbe inventarli

Qual è stata l’idea originale che vi ha fat-to iniziare?La passione di uno dei tre fratelli per l’industria tessile ed in particolare per le macchine tessili e l’organizzazione aziendale. Allora le industrie tessili rappresentavano gli agglomerati indu-striali più avanzati a livello tecnologico, con migliaia di dipendenti e di macchinari. Qual è stato il momento in cui avete ca-pito di aver avviato un grande progetto?Carrera ha sviluppato un grosso know-how industriale/produttivo che le ha permesso di poter produrre molti più pantaloni di chiun-que. Quando Carrera ha deciso di entrare a produrre il blue jeans lo ha fatto in modo for-temente industriale e organizzato e questo le ha permesso in pochi anni di raggiungere la prima quota di mercato, soprattutto perché la domanda era superiore all’offerta e quindi il “saper produrre” era molto più importante del “saper vendere”. E Carrera in questo ha costruito la sua leadership tutt’ora confermata nel jeans.

Cosa significa il nome Carrera?In spagnolo significa “corsa”. Un nome molto adatto per il jeans. Richiama la Porche Carrera

che in quegli anni vinceva molte corse. negli anni avete portato avanti campa-gne pubblicitarie di forte impatto. Quali sono le più significative?Carrera ha quasi 50 anni. È uno dei pochissimi marchi di abbigliamento con questa longevità. Significa che ha attraversato più o meno bene varie epoche “sociali” grazie anche ai molti milioni di Euro investiti in pubblicità, su vari mezzi (TV, stampa, sponsorizzazioni, evnti, ecc). La pubblicità di Carrera è molto cambia-ta nei decenni, per seguire i cambiamenti che avvenivano a livello sociale ed economico. Tali filoni li possiamo raggruppare in 4 categorie:- anni ’70: Poveri ma Belli- anni ’80: Brivido Blu- anni ’90: Basic Now- oggi: Il Bello dell’Italia carrera non è solo jeans, quali sono gli altri progetti che portate avanti?Oggi Carrera esprime un total look per uomo, donna e bambino. Il jeans rimane sempre il centro della collezione, ma mentre un tem-po un’azienda poteva rimanere sul mercato con pochi prodotti e fare milioni di pezzi (ne è l’esempio Levi’s 501) oggi questo non è più

Gianluca Tacchella.

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possibile, perché siamo in un contesto di mer-cato completamente saturo. Carrera ha avviato anche delle licenze importanti con aziende di fama internazionale per poter completare la sua gamma di offerta con intimo, calzature, accessori, calzetteria. in passato abbiamo potuto vedere il vo-stro marchio anche sulla maglia di un grande campione del ciclismo: marco pantani. come è nata questa collabora-zione?Carrera è stata nel ciclismo per 14 anni vincen-do tutte le corse importanti (Giro d’Italia, Tour de France, Campionato del Mondo ecc.) e vin-cendo nel 1986 e 1987 il premio di squadra dell’anno. Sono stati molti i campioni che han-no indossato la maglia Carrera: Marco Panta-ni, Chiappucci, Roche, Visentini, Bomtempi e vari altri. Quando Pantani ha iniziato a correre la Carrera era tra le tre squadre più importante a livello mondiale e quindi l’ambizione di tutti i corridori era farne parte. Pantani dopo la vitto-ria al giro dilettanti ha contattato l’allora diret-tore sportivo Boifava e si è offerto alla Carrera. Il suo successo ha preso il via dopo due anni che indossava la nostra maglia, con la famosa prova di Mortirolo.

ora siete ancora attivi nel campo delle sponsorizzazioni sportive? con quali criteri vengono scelti gli atleti o le disci-pline da sponsorizzare?Attualmente Carrera non sta investendo in sponsorizzazioni di rilievo. Abbiamo alcune sponsorizzazioni tecniche. Carrera è sempre stata molto legata allo sport di alto livello, cal-cio, basket, ciclismo. Oggi preferiamo spon-sorizzare eventi legati allo sport vedi stadi di calcio, maratone, manifestazioni varie. Il jeans è per definizione blu, come mai è associato a questo colore? dipende dalla natura del materiale o è dovuto alla tra-dizione?Dipende dall’indaco, che è un colorante natu-rale (oggi sintetico) che a contatto con l’ossige-no prende il colore blu, tipico del jeans. Il tono più o meno scuro del blu dipende dal numero di passaggi di colore indaco sul filo bianco di cotone.

il suo primo paio di pantaloni è stato il blue-jeans; che legame ha con questo capo, e con il suo colore?Il blu per Carrera rappresenta il colore per an-tonomasia perché tutta l’azienda vive e respira

di colore blu. Il jeans poi ha la caratteristica di perdere parte del colore durante l’uso o il lavaggio e quindi i toni di blu sono infiniti. Il jeans è un pantalone vivo che diventa più bel-lo man mano che invecchia. È per questo che moltissimi clienti hanno nel jeans vecchio il loro capo preferito. Nessun altro tessuto o pro-dotto ha tale caratteristica. nonostante strappi, cuciture fuori po-sto, slavature e quant’altro, il jeans per eccellenza resta blu. Secondo lei è un co-lore sempre alla moda?Nel corso delle stagioni e delle mode i colori di tendenza del jeans si modificano leggermente dal più chiaro al più scuro e viceversa. Sono alcuni anni che il blue jeans molto scuro è di moda ma stiamo già intravedendo i pri-mi segnali di jeans più chiari. Nella gamma prodotto Carrera comunque tutte le varianti di colore blu sono da sempre presenti perché il mercato, nonostante le tendenze, consuma e vuole varietà.

Le immagini del servizio sono state gentilmente fornite da Carrera Spa

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Il denim è forse il tessuto più conosciuto al mondo. Che sia per la praticità nell’utilizzo, per la sua incredibile adattabilità a qualsiasi stile di abbigliamento, o per la resistenza ai più numerosi e tutt’altro che delicati lavaggi, sta di fatto che i pantaloni confezionati con esso, gli intramontabili blue-jeans, stanno bene con tutto. Quando si dice “con tutto”, si intende nel senso più letterale del termine: con una maglietta, una camicia, una giacca elegante da uomo, un top con le paillettes da donna. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se le aziende lea-der in questo settore sfornino in ogni stagione proposte sempre nuove ed attuali per andare incontro alle più svariate esigenze di mercato e di gusti. Questi sono investimenti che andran-no sempre a buon fine: è infatti difficile stan-

A spasso con i jeans

carsi di un capo così sportivo, stravagante ed elegante allo stesso tempo. È così che noi ita-liani classifichiamo nell’armadio i jeans, come afferma anche il veronese Giuliano Ambrosini, che insieme al fratello Federico ha fondato nel 1974 il marchio Mash, una scelta che si è rive-lata vincente e che, con il passare degli anni, ha portato novità ad una moda, seppur di nascita italiana, ma di spirito e popolarità americana. Se ad una continua e appassionante cura nei dettagli e nelle forme si aggiunge anche un ot-timo rapporto con il prezzo, si spiega il motivo del successo partito da Verona ed esportato an-che all’estero.

Il marchio veronese Mash, 35 anni di stile, moda e convenienzadi Chiara Milano

Capi di abbigliamento della collezione Mash Acon Kids

Immagini gentilmente fornite da Mash Acon

Kyos Verona Marzo 2009 9

avete superato da poco i 35 anni dalla nascita dell’azienda. come è iniziata l’attività nel settore dell’abbigliamento? Quali i propositi prefissati allora e quali sono invece quelli che avete oggi?Mio nonno Attilio fu colui che fondò l’attivi-tà e produceva fino ai primi anni ’70 abiti da lavoro. Quando mio padre Giuliano e suo fra-tello Federico arrivarono in azienda decisero che era il momento di cambiare e sfruttare il know-how dell’azienda per produrre abbiglia-mento casual e in particolare Jeans che in quel periodo, in arrivo dagli Stati Uniti, stavano spopolando in Italia: fu così che nel 1974 nasce

la Mash. I propositi allora erano di produrre e distribuire un prodotto con un ottimo rapporto qualità/prezzo e lo sono tutt’ora; certo è che ora, con l’aumentare della concorrenza, fare ciò è evidentemente più complesso e diverso.

come è nato il nome del marchio mash?Nel 1970 mio padre rimase colpito quando vide il film M.A.S.H. un film irriverente sulla guerra di Corea degli anni ’50. Effettivamente anche visto ora se ne può intuire il perché: una sati-ra che per l’epoca (ma anche ai giorni d’oggi) risulta molto particolare. Negli anni successivi ne venne fatta anche una serie TV. Quando nel 1974 dovette scegliere il nome per i jeans pensò a quello, lo propose ed ebbe l’approvazione di tutti i collaboratori.

da un’attenta osservazione delle ten-denze in vari paesi fino ad una rielabora-zione per creare uno stile tutto italiano. Qual è dunque l’ingrediente segreto che contraddistingue la nostra cultura e il nostro gusto?Fondamentalmente agli italiani piace vestirsi bene e l’abbigliamento non è considerato solo come un mero prodotto per proteggersi dal freddo. Anche chi non vuole ostentare marchi in particolare vuole comunque sentirsi a suo agio con ciò che indossa. In generale non ama gli eccessi ed è comunque abbastanza sobrio ed elegante. All’estero credo che solo il Giappone

dotto che vuole essere “rassicurante”. Vuole presentare prodotti casual che i consumatori reputino prodotti che potrebbero indossare in ogni occasione e deve essere fondamentale il rapporto qualità/prezzo.

perché avete scelto di proporre solo ab-bigliamento per uomo e per bambino?Sarà che in famiglia, a parte mia zia Anita e mia nipote Ginevra di neanche un anno, siamo tutti uomini! A parte gli scherzi Mash è anche bambina, ma storicamente nasce come prodot-to per uomo e fare una collezione per donna si-gnificherebbe disperdere molte energie che per

abbia una cultura e un amore per l’abbiglia-mento simile se non superiore alla nostra.

Qual è la concezione del jeans italiano rispetto al fratello americano?L’America è stata la prima a far diventare il jeans da “prodotto resistente per il lavoro” a “capo di moda”. Noi in Italia abbiamo preso questa concezione e l’abbiamo estremizzata. Fondamentalmente in America il jeans è un capo da lavoro che può essere usato anche tutti i giorni. In Italia il jeans è un capo per tutti i giorni che può essere anche usato da lavoro.

la donna, l’uomo e il bambino secondo l’abbigliamento del marchio mash.Mash, da uomo, donna e bambino, è un pro-

ora abbiamo bisogno di concentrare sul nostro core business.

la città vi ha visti anche nelle vesti di sponsor della squadra di basket verone-se proprio nella vittoria della coppa Ko-rac del 1998. come e perché avete inizia-to un percorso all’interno dello sport?Beh già negli anni ’80 Mash aveva sponsorizza-to la squadra di football americano della città e presentatasi l’occasione per il basket non ci sia-mo tirati indietro. Mash si ispira ad un mondo americano e football e basket sono due sport molto importanti negli Stati Uniti.

Kyos Verona Marzo 2009

di Cristiana Albertini

Il colore di un’emozione che vive in ogni ricordo

Venezia blu

Kyos Verona Marzo 2009

La zia Maria mi portava sempre al Lido d’esta-te, al grande e unico hotel Excelsior, vestivo alla marinara col fischietto e le scarpette di vernice, faceva caldo ma il luogo richiedeva un contegno elegante, poco adatto a noi bambini. Eppure quel blu, quel blu cobalto dell’acqua del mare aperto mi transitava nel cuore e si scioglieva, perdendosi nel verde dello specchio lagunare, inventando nuovi timbri, creando toni inaspet-tati di turchesi e di azzurri che sconfinavano nel bianco delle increspature degli spruzzi del vaporetto, durante l’ora dolce e viola e malin-conica del rientro. Ecco, era come essere artista di un telero in movimento, la scenografia era già fatta ma il colore ne cambiava il significa-to, il mio sguardo si perdeva nella meraviglia del mistero di quella luce che non riuscivo a fermare. Succedeva sempre così quando smon-tavamo in bacino San Marco, camminavamo di fretta in mezzo alla gente, tanta gente, sa-pevamo infilarci dentro le nostre calli, sentivo i miei passetti risuonare e mi guardavo in alto, alla ricerca di quella luce che spariva nel calare del giorno e nella fetta di spazio concesso alla mia vista di bimba. E quando arrivavamo da-vanti alla porta di casa mi sembrava di entrare in un altro mondo, non serviva andare a teatro, bastava cambiare direzione e un altro atto co-minciava. Zia Maria aveva vissuto da sempre a Cannaregio, attaccata al Ghetto, e in tutta la sua vita non è mai voluta venire in terraferma.

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Quando il mio papà cercò di convincerla a fare il grande salto si rifiutò con fermezza: “Mi no vegno, vado in Piassa e no g’ho bisogno de vedar altro! Son na venexiana, no una foresta!”. Che bisogno c’era di uscire dal paese delle me-raviglie fatto di legno, di pietra e di vetro e di acqua instabile? Perchè mettere piede nella ter-ra, stabile e sicura ma troppo ferma?Già, nella reazione della zia c’erano un mon-do e un modo di sentire poco comprensibile ai più, una reazione fuori dalla storia e, tuttavia, dentro a questa isola che molti cercano.D’altronde molta storia era passata sotto i pon-ti della vita della zia e moltissima scritta e rac-contata dentro e fuori la Serenissima. La vita dei veneziani, quella dentro, è strana e poco ripetibile, vita da isolani vivaci e gaudenti, au-tonomi e indipendenti, consapevoli della loro antica potenza e forza, depositari di una mitica bellezza, un po’ colonialisti e molto commer-cianti, aperti ai mari e ai colori di ogni sorta e di ogni dove, eppure così rinchiusi nel loro scrigno e ormai gelosi del poco che resta, dalla trasmissione del dialetto alla tipica “camoma”, una sorta di lentezza mescolata alla visione di una realtà ineludibile: quando l’acqua alta ar-riva non si può far altro che lasciarla venire.Il blu e il verde dell’acqua e del cielo ho rivisi-tato poco tempo fa a Palazzo Ducale nei colori di Paolo Caliari, insieme alle suggestioni dei ri-flessi dei vetri e dei timbri ritrovati nelle Nozze di

“Per vedere una città non basta tenere gli occhi aperti. Occorre per prima

cosa scartare tutto ciò che impedisce di vederla,tutte le idee ricevute,le

immagini precostituite che continuano a ingombrare il campo visivo e la

capacità di comprendere.” Italo Calvino

Foto di Matteo Ederle

Foto di Matteo Ederle

Kyos Verona Marzo 200912

Cana al Louvre, un percorso tra acque simili e diverse che portarono il Veronese a soggiogare la vista con l’invenzione di una tonalità parti-colare, unica del suo verde.

che cosa hanno in comune l’adige e la laguna?“A saria eonga!!”, sarebbe lungo e presuntuoso cercare e ridurre ad un piccolo articolo la ri-flessione... Ma non inutile e, credo, memmeno banale. La vita e la relazione tra Venezia e Ve-rona è interessante e molto controversa. L’ap-proccio storico chiede conoscenza e approfon-dimento, lascio allora il posto alle intuizioni, all’esperienza e all’immaginario personale, con qualche suggestione. La città scaligera rivela un’anima antica, un’anima aperta alla vita e alla cultura della romanità del “ nord”, alla cir-colarità delle idee che si realizzano con facilità in un territorio favorevole, tra la esse del fiume, gli argini prolifici, le dolci colline, i monti vicini e selvaggi e il lago grande quanto un mare. E Verona vive centinaia di anni in contatto e in comunicazione tra l’est e l’ovest, il nord e il sud. I suoi abitanti sono concreti, capaci di notevoli imprese, di grandi ricchezze ma anche debitori di un passato effervescente, vitale e vivace, sen-za per questo rinunciare ad un atteggiamento di notevole ricerca spirituale.

Quale acqua scorre sotto i ponti di Vero-na ora? Quale tipo di sale timbra quella di Venezia? Quale nuovo colore dell’adi-ge emerge dalla contaminazione del mare di oggi?È la relazione tra l’Oriente e l’Occidente, una metafora di incontro possibile tra le acque dol-ci e salate in un unico immaginario ponte che può mettere in relazione la forza della terra e la potenza dell’acqua.

Foto di Matteo Ederle

Kyos Verona Marzo 2009 13

Vladi Panato 37enne veronese e pluridecora-to campione di canoa, ci parla di sé, della sua giornata tra famiglia, allenamenti e lavoro. Già perché la canoa per lui non è una professione (come avrebbe voluto che fosse) ma una gran-dissima passione che lo ha portato a vincere e a conquistare titoli mondiali. Con umiltà ed impegno ha conquistato 10 titoli iridati e 11 coppe del mondo (l’ultima vittoria nel giugno dello scorso anno dove ad Ivrea ha conquistato il titolo iridato nella specialità sprint).

il suo sport è la canoa, il suo lavoro al-l’acquedotto, il paese pescantina attra-versato dall’adige. la sua vita è stata segnata in modo particolare dall’acqua.L’acqua ha sempre fatto parte della mia vita, in particolare il nostro fiume, l’Adige, dove da sempre mi alleno, in ogni stagione.

tante sono le sue vittorie in campo inter-nazionale (9 titoli iridati e 11 coppe del mondo). Qual è stata quella più bella?Ogni vittoria ha il suo fascino e un ricordo le-gato ad una grandissima emozione... tutte sono indimenticabili. Ogni titolo che ho conquistato

ha una storia a sé stante (percorsi diversi, diffi-coltà più o meno forti, tipologie di allenamen-to). Forse quella che ricordo con più piacere è la vittoria del 1996 quando abbiamo vinto il campionato del mondo, nella gara a squadre, partendo da non favoriti, con ogni pronostico contro.

come è nata questa passione e come si comincia?Tutto è iniziato per divertimento con il Canoa club Pescantina al quale mi sono avvicinato per praticare lo sport. Con il passare degli anni mi sono sempre più legato a questa disciplina ed ho deciso di dedicare più tempo per provare ad ottenere dei risultati in campo internazionale. Come in tutti gli sport c’è chi ci riesce e chi no, io ho avuto la fortuna di farcela, mettendoci il massimo impegno ho ottenuto una serie di vit-torie rilevanti.

leggo che lei non si sente un vip, nono-stante le sue vittorie ha l’umiltà di tor-nare al suo lavoro...Io non dipendo da nessuno e non devo ringra-ziare nessuno per quello che sono riuscito a

conquistare, tranne le persone che mi sono sta-te sempre vicine. Se avessi avuto la possibilità di arrivare a diventare professionista sicuramente le cose sarebbero diverse. La canoa, anche pra-ticata a livello professionistico, non è uno sport che procura guadagni esorbitanti, quindi il la-voro mi serve per vivere. Nel momento in cui si vincono le gare c’è un riscontro economico e di immagine ma una gara dura pochi minuti e ri-chiede una preparazione di molti mesi perdere una gara significa perdere un anno di stipendio quindi sono costretto a lavorare.

Quali altri sport la appassionano oltre a quello che è diventato quasi il suo la-voro? Sappiamo che presto sfiderà altri campioni come antonio rossi in una di-scesa di slalom sugli sci...Sì, mi piace la montagna e mi piace sciare. Grazie ad un’idea di Bruno Panziera il pros-simo 28 febbraio sfiderò nel Grand prix canoa&Sci l’amico e collega Antonio Rossi in una combinata canoa/sci, un modo di in-contrare il pubblico e far conoscere il mondo della canoa. (R. F.)

Vladi Panato e la canoa

Modestamente campione

Vladi Panato durante una premiazione e in alcuni momenti di una gara

Foto Ennevi

14 Kyos Verona Febbraio 2009

Storie da paracadutisti per vivere l’indescrivibilea cura della redazione

Sembra che non si possa trovare un aggettivo con cui esprimere le sensazioni che si vivono lanciandosi da 4000 metri di altezza, da un ae-reo, e volando in caduta libera per un minuto, che sembra una vita, atterrando cullati dall’aria che riempie la vela di un paracadute. Eppure, grazie alla possibilità di effettuare voli in coppia (tandem), dove non è necessario avere alcuna conoscenza del paracadutismo, questo sport si sta diffondendo più di quanto si possa pensare, e sono molte le persone che scelgono di regala-re questa esperienza a qualche amico. alberto bauchal, il presidente, ed anna madinelli ci hanno accolti nella sede della Scuola di para-cadutismo presso l’aeroporto di Boscomantico a Verona per rispondere alle nostre curiosità su questo sport così affascinante e insieme emo-zionante, che loro praticano con grandissima passione da molti anni, avendo all’attivo rispet-tivamente 12mila lanci lui e 4500 lei.

Un salto nel blu

principale di chi si avvicina a questo sport.

in che proporzione uomini e donne si av-vicinano al paracadutismo?La proporzione è diversa tra chi pratica lo sport e chi invece decide di sperimentare un volo tandem. Le donne che si lanciano, nel doppio senso del termine, nel volo tandem sono molte, hanno molto coraggio, sono coraggiose e più immediate e deteminate a provare una espe-rienza così speciale.

Proviamo a definire le emozioni che si sentono.È molto difficile tradurre in parole quello che si prova lanciandosi con il paracadute, soprat-tutto perché sono sensazioni che non si hanno con nessun altro tipo di esperienza. È straordi-nario, nel senso proprio di fuori dall’ordinario. A molti serve proprio per acquisire sicurezza in se stessi, per mettersi alla prova.

Qual è il momento più “difficile”?

che caratteristiche bisogna avere per provare il paracadutismo?Prima di tutto la curiosità di provare e vedere qualcosa di completamente nuovo, delle sensa-zioni particolarissime che si hanno solo con un lancio e la caduta libera. Una semplice visita medico sportiva che confermi un buono state di salute, è l’unica condizione che si richiede a chi decide di vivere questa avventura. E sono davvero in molti. Pensi che da quando è stato inventato il tandem noi lo pratichiamo ogni sabato e domenica, e anche i corsi iniziano ad essere frequentati.

cosa porta una persona comune a voler provare questa esperienza?Negli ultimi 20 anni l’approccio al paracaduti-smo è molto cambiato. Una volta, quando non era possibile fare prove si trattava di scelte molto meditate. Il lancio tandem, che non prevede al-cuna esperienza precedente, ha facilitato anche la decisione. La sfida con se stessi e la ricerca di sane intense emozioni, sono la motivazione

“Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo,

perché là è stato e là vuole tornare” Leonardo Da Vinci

15Kyos Verona Febbraio 2009

Probabilmente il salto nel vuoto. Abbandonare il certo per l’incerto. Si vola sull’aereo guardan-do il panorama che è stupendo, ma all’improv-viso si apre la porta e quel panorama non si vede più: è il momento di lanciarsi... il Momento.

Quali sono gli strumenti necessari per la pratica del paracadutismo?È necessaria una attrezzatura omologata, col-laudata e sperimentata. Un aeroplano partico-lare il Pc6 Pilatus Porter, fabbricato in Svizzera e fatto apposta per salire ad alta velocità e rapida-mente, con un pilota specializzato.

Quante discipline compongono questo sport? Quelle più diffuse oggi sono: lavoro relativo, cioè squadre a 4 o 8 elementi che si lanciano insieme e nel tempo della caduta libera (35 se-condi stabiliti per il tempo di gara) eseguono diverse figure, non casuali, ma specifiche e in sequenza, e inoltre il Free Style, il Free Fly e lo Sky Surf.

a Scuola di paracadutiSmoI corsi si compongono di due fasi, una teorica e una pratica. Si comincia con un lancio tandem di am-bientamento, poi le lezioni di teoria e finalmente la pratica. Quest’ultima si svolge a terra per un certo numero di lezioni in cui si simulano tutti gli eventi che poi si verificano nel volo, dall’uscita dall’aereo, alla caduta libera, all’atterraggio, ai movimenti in volo. Dopo queste esercitazioni, si svolgono sette lanci: si sale con l’aereo a 4000 m con due istruttori e un video man che registra tutto il lancio, a scopo didattico. Infatti il film del volo si utilizza per poi studiarlo con gli istruttori una volta a terra. Durante le prove di volo, una volta aperto il paracadute il soggetto, che ha una radio, viene guidato con tutte le informazioni per effettuare al meglio le istruzioni che ha già appreso e provato nelle simulazioni a ter-ra. Alla fine del corso l’allievo ha imparato la caduta libera, a muoversi sul piano orizzontale e verticale. In questo modo si ottiene un attestato di frequenza. Per avere invece la “licenza” di paracadutismo, bi-sogna avere compiuto un minimo 50 lanci e avere superato una serie di test, giri, looping, figure accer-chiate, capacità di movimento in caduta libera...

Per informazioni: Tel.: 045 565332www.paracadutismoverona.it

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Il Garda. Curiosità, approfondimenti e sorprese

Un’incantevole visione per Goethe, un mite rifugio per i turisti d’oltralpe, un angolo del Veneto benedetto dal clima, terra di olive e limoni ai piedi di monti innevati, un’oasi di ri-storo e un salotto estivo per i veronesi. Il lago di Garda è effettivamente tutto questo, ma non solo questo. È un vip precoce, longevo e molto richiesto. Protagonista di riprese da sempre, è stato portato alla ribalta l’anno scorso con il nuovo film di 007, e molti altri film, fiction e documentari (italiani e non) ne hanno fatto il proprio set. Per coglierne al meglio la bellezza un gruppo di appassionati fotografi si è specia-lizzato in suggestivi scatti dal cielo. Le sue acque custodiscono numerosi relitti, al-cuni dei quali raccontano storie di tempi an-tichi, di battaglie e di commercio. Guerre più recenti segnano tuttora la storia di un’isola, de-posito di migliaia di pezzi d’artiglieria. Come ogni lago ha poi i suoi misteri e le sue leggen-de, di pesci enormi, draghi acquatici, streghe e castelli.Le curiosità sul nostro lago sarebbero tante da farne un libro, ma è anche vero che da qualche parte si dovrà pur iniziare, ecco quindi alcune rapide informazioni di cui forse non tutti erano a conoscenza...

Un tesoro di Lago

«Stasera avrei potuto raggiungere Verona, ma mi sarei lasciato sfuggire una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole, il lago di Garda; non ho voluto perderlo, e sono stato magnificamente ricompensato di tale diversione.»Goethe, Viaggio in Italia, 12 settembre 1786.

nel blu profondo

Ricordi della Serenissima - La nave lunga di LaziseAll’inizio del ’500 le battaglie della Serenissima per mantenere il “dominio di terra ferma” ar-rivavano fino al lago di Garda. Per difenderne le sponde il senato di Venezia nominò Zacca-ria Loredan capitano del lago e gli affidò una “flotta” di due fuste e una galea. Le milizie ve-neziane furono però rapidamente sbaragliate dall’esercito avversario, e al Loredan non restò altro da fare che battere in ritirata. Consultati i superiori ricevette l’ordine di bruciare le im-barcazioni e recarsi immediatamente a Vene-zia per riferire. Il 31 maggio 1509 il capitano

eseguì l’ordine e da allora, una di quelle navi si trova a circa 500 m dal porto di Lazise, tra i 24 e i 27 metri di profondità.

Diana - La dea del lago Era la più bella barca del lago. Affondò nel 1932 per un brusco spostamento del carico che la fece rovesciare nei pressi di Castelletto di Brenzone. Lo scafo, che giace a 120 metri di profondità, grazie alla bassa temperatura dell’acqua, circa 7 °C, e all’oscurità, è perfet-tamente intatto e ancora in assetto di naviga-zione. Scoperta quasi per caso nel 2003, Diana è l’unica testimone dei tempi in cui il Garda era solcato da una flotta di imbarcazioni com-merciali, unico collegamento tra i paesi della

Kyos Verona Marzo 2009 17

riva prima della costruzione della strada. La recente spedizione subacquea di gennaio ha confermato con foto e video l’incredibile stato di coservazione, e ha alimentato le speranze di poterla recuperare.

La polveriera del Garda - Isola del TrimeloneNato come avamposto bellico sul confine del-l’impero austro-ungarico, nel 1930 il Trimelo-ne divenne un cantiere per il trattamento di residuati bellici del primo e del secondo con-flitto mondiale. La notte del 5 ottobre del 1954 avvenne un’esplosione che disperse sull’isola e nelle acque circostanti l’isola, tonnellate di materiale esplosivo e bellico. Da allora, sia sul

ciaK cHe laGo

Set di numerosi film, il lago di Garda in tempi passati è stato protagonista di avventure pira-tesche che videro l’esordio sul set, a soli sedici anni, dell’attore Fabio Testi. Uno di questi film venne girato proprio a Peschiera del Garda (paese natale del giovane attore), dove era sta-to ormeggiato un veliero e costituito così un set considerevole per le modeste produzioni di quegli anni. Nell’ultimo 007, Quantum of solace (2008 Uk-Usa) interpretato da Daniel Craig nel quale il lago è stato protagonista anche di un fuori scena. Durante le riprese infatti una Aston Martin guidata da uno stunt man è finita nel lago a causa dell’alta velocità. Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005 It) Pieraccioni interpre-ta la parte di un professore che porta in gita la classe proprio sul lago di Garda dividendosi tra lo storico Vittoriale degli Italiani (Gardone Riviera) e il più divertente Gardaland.Realizzato da Media Italia è Giorni Perduti (2006 It) film di impegno sociale contro l’abuso del-l’alcool che annovera nel suo cast grandi nomi come Giancarlo Giannini , Katia Ricciarelli,

numeri: superficie 370 km - profondità massima 346 m – isole 5: Isola del Garda, Isola di San Biagio o dei conigli, Isola del Tri-melone, Isola del Sogno, Isola degli Olivi. i peSci del Garda Le specie ittiche presenti nel lago sono oltre venticinque, più alcune non accertate. Specie endemica il carpione (Salmo Carpio), oggi a rischio di estinzione. Altre specie importanti sono: l’agone, l’alborella, l’anguilla, la bot-tatrice, la carpa, il cavedano, il lavarello, il luccio, il persico reale, la tinca, la trota e il gambero d’acqua dolce.

Trimelone che nei dintorni, è vietato persino avvicinarsi, e l’opera di bonifica iniziata nel 2005 non è ancora giunta a termine.

Anche il Garda ha i suoi draghi d’acqua...Il più celebre avvistamento è quello del 1965, quando si parlò addirittura dell’esistenza di un plesiosauro (ndr: un animale acquatico prei-storico) e alcuni pescatori segnalarono la pre-senza di un mostro che ingoiava tutti i pesci impigliati nelle reti. Nel 2001 due sub, in immersione davanti a Gargnano a circa 25 m di profondità, hanno dichiarato di aver avvistato un pesce enorme, di almeno cinque metri. Al 2007 risale invece la testimonianza più re-

cente da parte di un pescatore di Garda da-vanti a Villa Canossa.

e i suoi draghi di terra...Poco lontano da Lazise, la collina di Mon-dragon - monte del dragone - era, secondo la leggenda, sede di un antico castello che pare fosse luogo prediletto per i convegni notturni di streghe e draghi.A quanto pare queste tradizioni hanno lasciato un segno: forse non è un caso che lo stemma della città di Lazise rappresenti un drago, e che sempre un drago sia la mascotte del cele-bre parco divertimenti Gardaland.(S.B.)

Enzo Iacchetti, Debora Caprioglio, Agostina Belli, Maurizio Mattioli e Sergio Muniz.Dal 2007 inoltre esiste un Film Festival del Garda che si svolge nel mese di dicembre. Tra i vari premi uno in particolare viene assegnato a ci-neasti gardesani o a registi che hanno scelto il lago di Garda come set naturale per i loro film. (Per informazioni www.gardafestival.it)Non solo produzioni italiane si affacciano sul nostro lago, così come d’estate le spiaggie par-lano tedesco, olandese, polacco…anche le pro-duzioni filmiche e documentaristiche di questi paesi (Germania su tutte) sono molto attive.(R. F.)

NEL LUSSO E NELLA STORIASulla sponda bresciana del Lago di Garda precisamente a Gargnano ha sede Villa Fel-trinelli. Già residenza di Benito Mussolini nel periodo 1943/45 e di proprietà della famiglia Feltrinelli è ora diventata un lussuoso Hotel che nel 2005 si è aggiudicato la medaglia d’oro come miglior albergo di lusso del mondo. www.villafeltrinelli.com

Sopra: relitto negli abissi del Garda; a destra: villa Feltrinelli

Immagine fornita da Fabrizio Tosoni - www.brixio.it

Kyos Verona Marzo 200918

Signor basilio, com’è iniziata tutta l’av-ventura?Ho cominciato a fare fotografie dall’aereo un po’ per esigenze di lavoro, cioè per dare com-pletezza alla documentazione fotografica che andavo raccogliendo professionalmente, e un po’ per curiosità, perché il mondo visto dal-l’alto è proprio bello. Così è nata la voglia di “volare l’architettura”, cioè di vedere le città e le grandi costruzioni dall’alto, cambiando la prospettiva dell’“architettura camminata”, se-condo l’espressione che usava Le Corbusier per indicare la visione che se ne ottiene dal basso. È stato come procedere a una forzata caccia al tesoro e l’esperienza è maturata nel tempo per prove ed errori. Abbiamo così imparato quale tipo di fotografie fosse più adatto eseguire dal-l’alto, con quali apparecchiature, da che ango-latura, con quali aeromobili e così via.

e qual è il tipo di riprese più adatto?Non certo quello zenitale a 90°, sia perché già largamente disponibile con le foto satellitari sia perché non è in grado di fornire quelle in-formazioni visive relative alla profondità, alle prospettive del “costruito” e ai “rapporti urba-ni” più generali. Quindi la ricerca del grado di ripresa più idoneo si è sviluppata fino a trovare il livello di equilibrio intorno ai 45° di inclina-zione rispetto al suolo. Un tipo di ripresa che permette di vedere cosa c’è sotto i tetti, che ri-leva la struttura delle facciate, che propone le

armonie o le disarmonie dei vuoti e dei pieni, che relaziona prospetticamente l’architettura “nobile” con quella “umile”.

e per quanto riguarda gli scatti fotogra-fici al lago di Garda?È un amore che si deve alla prossimità in cui viviamo e agli scenari meravigliosi che di sta-gione in stagione propone. In questo caso è fondamentale il rapporto luce/inclinazione e la valutazione delle condizioni meteorologiche. In generale, per buona parte dell’anno le spon-de del lago, da nord a sud e da est a ovest, sono interessate sempre da una più o meno lieve fo-schia, caratteristica del resto comune a tutta la pianura Padana in cui il lago sbocca. Ma noi, appena al mattino vediamo profilarsi una pa-rentesi di cielo e di atmosfera limpidissimi, ne approfittiamo immediatamente e dalla vicinis-sima base di Montichiari ci alziamo in volo con l’elicottero a catturare con l’obbiettivo tutto ciò che ci interessa. Del lago di Garda abbiamo perciò tutto e, se qualche soggetto ci mancasse, non ci metteremmo certo molto a reperirlo.Il lago è di per sé affascinante, ma dall’alto su-scita una suggestione che non la sa chi non la prova. Librarsi tra l’azzurro intenso del cielo e l’azzurro spesso cupo del lago, ma anche te-nue e leggero a seconda dell’angolatura della visuale, tra due catene di monti, ci fa sentire come uccelli in libero volo e i pensieri spaziano lontano…

In volo sul lago di Garda

Pochi chilometri a sud del lago di Garda, a Mon-tichiari in provincia di Brescia, c’è un’agenzia specializzata in fotografia aerea, che ha fatto del lago il suo tema d’elezione. Essa è anche il photo editor ufficiale della rivista Il Lago di Garda, edita a Brescia già da qualche anno, trimestrale che si occupa di turismo, cultura e territorio. Le fotografie aeree (ma non solo) che abbelliscono notevolmente la rivista sono ap-punto dell’agenzia Bamsphoto, nata nel 1978 per iniziativa di Basilio Rodella, il quale, con il passare degli anni, ha associato all’attività tut-ta la famiglia, cioè la moglie e i due figli. La prima parte del nome, infatti, è l’acronimo dei nomi dai famigliari: Basilio, Alessandra, Mat-teo e Stefano (BAMS appunto). Naturalmente l’agenzia si occupa anche di altri settori e di altre iniziative (per esempio, dal 2001 si occu-pa della conservazione e della valorizzazione dell’archivio dello “Studium Biblicum Franci-scanum” di Gerusalemme), collaborando con numerose case editrici nazionali e riviste. Noi abbiamo voluto fare qualche domanda al si-gnor Basilio, il pater familias che tiene le fila e gestisce con passsione e competenza tutte le attività.

di Pino Agostini

I signori Rodella di BamsphotoLe immagini aeree sono state gentilmente fornite da BAMSPHOTO di Montichiari Bs. www.bamsphoto.it

Kyos Verona Marzo 2009 19

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Conversazione sul clima con Luca Panziera

Luca Panziera è un giovane studioso di meteo-rologia che ha fondato di un’associazione, l’As-sociazione Montebaldo, per gestire l’osservato-rio meteorologico del Rifugio Fiori del Baldo e tenere esaminato il clima del Monte Baldo, area così particolare da aver dato origine a diverse specie endemiche di fiori. Con lui ab-biamo provato a risolvere alcuni dei dubbi più comuni su questo “pazzo clima”, dalle stagioni mezze o intere che non ci sono più, al surriscal-damento globale, alla grandine che colpisce la nostra zona così frequentemente.

Quando e perché hai scelto di studiare la meteorologia?La scelta definitiva di studiare meteorologia l’ho fatta solamente all’ultimo anno di liceo, ma la passione per i fenomeni atmosferici l’ho sempre avuta. È stata proprio la passione, unita alla voglia di capire le cause di ciò che osserva-vo fuori dalla finestra, che mi ha spinto a stu-diare la meteorologia.

lo scorso 2007 hai fondato con altri due amici l’associazione meteomontebaldo, che si dedica a studiare il clima del bal-do e la metereologia alpina con l’obietti-vo di installare e curare la manutenzione delle stazioni metereologiche. L’Associazione Meteomontebaldo é nata in collaborazione con Gabriele Lazzarini, fonda-tore del Soccorso alpino di Verona, e Moreno

Meteorologia un lavoro e una passione

Oliboni, gestore del Rifugio Fiori del Baldo, informatico e anche lui membro del soccorso alpino. Lo scopo primario dell’associazione (www.meteomontebaldo.it) é la gestione del-l’osservatorio meteorologico attivo presso il Rifugio Fiori del Baldo a quota 1835 m sul Monte Baldo meridionale. Nel 2004 abbiamo installato una stazione meteorologica automa-tica, nel 2008 l’abbiamo arricchita con i senso-ri di radiazione solare, e tra qualche settimana sarà possibile monitorare in tempo reale la si-tuazione meteo del Monte Baldo anche grazie ad una webcam, recentemente installata presso il rifugio. Il rifugio sorge sulla cresta del Monte Baldo, in una posizione privilegiata per l’osser-vazione dei fenomeni meteorologici che hanno luogo non solo in montagna, ma anche sulla Pianura Padana. I dati che vengono registra-ti dalla nostra stazione meteorologica sono di altissimo valore scientifico e preziosi, perché a quelle quote non vi sono molte stazioni meteo nelle Alpi. Inoltre il Monte Baldo gode di un microclima particolare, che ha reso possibile la proliferazione di moltissime specie di fiori. Uno degli scopi dell’associazione é anche cercare di capire gli elementi peculiari di tale microclima, che molto probabilmente risiedono nella posi-zione geografica della montagna, posta tra il Lago di Garda e la Valdadige.

non ci sono più le mezze stagioni… ne siamo sicuri?

No, le mezze stagioni ci sono ancora; più che altro non abbiamo più le stagioni di una volta. E con questo voglio dire che le stagioni stan-no cambiando: inverni sempre meno freddi, nebbiosi e nevosi in pianura, estati più calde, maggior frequenza di fenomeni estremi. Que-sto è un dato di fatto, indipendentemente dalle cause che possano aver portato a tali cambia-menti.

per qualcuno un inverno più freddo del solito è una prova sufficiente a smenti-re le teorie sul riscaldamento globale e l’effetto serra. Al di là di catastrofismi inutili e semplificazioni estreme, puoi spiegarci cosa sta succedendo al nostro clima e in che modo si studiano i cam-biamenti climatici?Che la temperatura media globale stia aumen-tando é un dato di fatto. Ma quando si parla di temperatura media globale si parla della temperatura su tutto l’anno e su tutto il glo-bo. Quindi una singola stagione o un singolo mese, per quanto particolari, sono pur sempre un periodo limitato di tempo. Noi abbiamo sempre una memoria molto corta e soggetti-va in ambito di fenomeni atmosferici, e spesso ricordiamo molto meglio un week-end piovo-so rispetto ad una settimana di sole, perché la pioggia rovina i nostri piani per il tempo libero e, generalmente, non ci piace. Bisogna invece essere oggettivi quando si parla di clima, ed

di Chiara Milano

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analizzare i dati misurati su periodi più lun-ghi. Comunque si, il clima sta cambiando: la temperatura media globale aumenta, i ghiacci polari si fondono, il livello del mare cresce, il numero di uragani che investono le zone tro-picali aumenta di anno in anno. In particola-re, negli ultimi 20 anni la temperatura media globale é aumentata, come non era mai stato osservato in passato. Chi sia il responsabile di questi cambiamenti é materia ancora ampia-mente dibattuta in ambito scientifico. Ma se-condo l’IPCC, (il comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU) che riunisce i maggiori scienziati al mondo in ambito clima-tico, é molto probabile che il responsabile sia-no le attività umane. E le previsioni climatiche dicono che questi cambiamenti continueranno anche nel futuro, anche se d’ora in poi si cam-biasse radicalmente rotta in ambito di politiche ambientali. Non avendo un laboratorio dove si possano fare degli esperimenti con il clima, per elaborare previsioni climatiche si ricorre all’uso di modelli matematici che ne simulano il comportamento. Il concetto di base è molto semplice: in tali modelli vengono inserite tutte le osservazioni meteorologiche che si hanno a disposizione, le equazioni che governano le in-terazioni tra i vari elementi del sistema terra e, dopo aver dato tali informazioni in pasto a potentissimi computer, si ottengono delle pre-visioni sul clima del futuro. Ovviamente tali previsioni dipendono anche da quali saranno

i futuri comportamenti adottati dall’uomo in ambito di inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali, ed é per questo che dai mo-delli climatici vengono proposti diversi scenari. Pensare che tali previsioni siano sbagliate solo perché non sempre le previsioni meteorologi-che per due giorni dopo sono corrette é errato, perché i fenomeni fisici coinvolti e le equazio-ni che li governano sono molto diversi. Infine vorrei dire che il problema oggi non é salva-re il pianeta, come spesso si sente in giro, in quanto la nostra terra si adatterà con facilità ai cambiamenti climatici. Qui si tratta di salvare l’uomo, in quanto sarà proprio l’uomo che ci rimetterà in seguito a tali cambiamenti.

Qual é il fenomeno meteorologico più affascinante dal tuo punto di vista?Sicuramente una nevicata. Solamente la neve é in grado di cambiare il volto dell’ambiente che ci circonda tutti i giorni e di dare un profondo senso di pace a tutto ciò che ricopre. Inoltre una nevicata ci ricorda che siamo piccoli, pen-siamo di avere conquistato il mondo e la libertà ma non é cosi, quando bastano pochi centime-tri di neve per mandare in tilt le nostre città e i nostri sistemi di trasporto! E questo é bene ricordarlo, ogni tanto!

la grandine é un fenomeno eccezionale che spesso invade la nostra pianura, per quale motivo la nostra zona è più sogget-

ta a subirla?Nella nostra pianura la grandine non é un fe-nomeno eccezionale, purtroppo. Infatti come dite le grandinate sono frequenti in estate. La grandine si origina nei temporali più intensi, I quali traggono la propria energia dall’accumu-lo di aria calda che d’estate si forma in Pianu-ra Padana. Il sopraggiungere di masse d’aria fredda sprigiona questa energia, e la nostra zona é particolarmente soggetta a temporali grandinigeni perché l’aria fredda in arrivo da nord si riversa sulla pianura attraverso I varchi della Valdadige e del Lago di Garda, due vere e proprie autostrade per le correnti fredde set-tentrionali.

Sembra che gli aspetti del clima, o co-munque i fenomeni atmosferici, abbiano una certa influenza sull’umore e gli stati d’animo della gente? è solo un’impres-sione o é effetivamente cosi?É scientificamente provato che certe persone risentono in maniera molto forte delle condi-zioni meteorologiche, ma non saprei dirvi di più a tal proposito. Penso che comunque sia un discorso molto soggettivo, ad esempio io sono molto più felice quando piove o nevica!

tre aggettivi per descrivere il meteoro-logo più famoso di Verona, emilio bel-lavite.Istituzionale, appassionato, mitico!

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appuntamenti teatro danza

stagione lirica e di balletto Teatro Filarmonico, Verona

La TraviataMelodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi. Direttore Gianluca Martinenghi; regista Gian-carlo Sepe; Costumista Shizuko Omachi. Con Irina Lungu, Gianluca Terranova e Ga-briele Viviani.20, 24, 26 e 28 marzo ore 20.30Domenica 22 marzo ore 15.30

Per informazioni:Fondazione Arena di VeronaTel.: 045 8005151 - www.arena.it

il grande teatroTeatro Nuovo, Verona

Diana OR.I.S.Il Sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippocon Carlo Giuffrè (nella foto accanto)regia di Carlo Giuffrè

Dal 3 al 7 marzo ore 20.45Domenica 8 marzo ore 16.00

Noctivagus ProduzioniIl caso di Alessandro e Maria - curiosa replica di una storia che già ha avuto luogo

Immagine fornita da Fondazione Salieri

Immagine fornita da Ufficio Stampa Teatro Nuovo

l’altro teatro - danza

Teatro Camploy, Verona - 7 marzo ore 20.45Naturalis Labor - La Catedral

Teatro Nuovo, Verona - 13 marzo ore 20.45Why…be extraordinary when you can be yourself

Teatro Camploy, Verona - 27 marzo ore 20.45Serata giovane danza d’autore veneto

Per informazioni: Comune di VeronaTel.: 045 8008184

stagione di prosaTeatro Salieri, Legnago (Vr)

Nuovo Teatro - Il Dio della carneficinaDi Yasmina Reza, regia Roberto Andò, con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon, Silvio Orlando (nella foto accanto); scene, costumi e luci Gianni Carluccio.Martedì 10 e mercoledì 11 marzo ore 21.00

Vortice -Teatro Fondamenta Nuove VeneziaTeatro Carcano MilanoTeatro Stabile del Veneto Carlo GoldoniGiulio Bosetti

stagione di danzaTeatro Salieri, Legnago (Vr)

Gala Internazionale di danzaCon Silvia Azzoni & Friends; coreografie Ke-vin Haigen, Jirí Kylián, John Neumeier e Ro-land Petit. Con Étoiles e Solisti dei Ballet Na-tional Opéra de Paris, Hamburg Ballett/ John Neumeier, Nederlands Dans Theater NDT 1, Les Ballets de Montecarlo.Sabato 21 marzo ore 21.00

Per informazioni: Fondazione SalieriTel.: 0442 25477 - [email protected]

di Giorgio Gaber, Sandro Luporinicon Luca Barbareschi, Chiara Noscheseregia di Luca Barbareschi

Dal 3 al 7 marzo ore 20.45Domenica 8 marzo ore 16.00

Per informazioni: Comune di Verona Tel.: 045 [email protected]

Sior Todero Brontolondi Carlo Goldoniregia Giuseppe Emiliani; con la partecipazione di Marina Bonfigli e con Nora Fuser, Sandra Franzo, Alberto Mancioppi, Francesco Mi-gliaccio, Franco Santelli, Tommaso Amadio, Caterina Bajetta, Umberto Terruso; scene Ni-cola Rubertelli; costumi Carla Ricotti; musiche Giancarlo Chiaramello; progetto luci Pasquale Mari. Spettacolo realizzato in occasione del tricentena-rio della nascita di Carlo Goldoni.Martedì 17 marzo ore 21.00

Per informazioni: Fondazione SalieriTel.: 0442 25477 - [email protected]

l’altro teatro - prosaTeatro Camploy, Verona

Teatro dell’ArchivoltoIl dio bambinodi Giorgio Gaber e Sandro Luporinicon Eugenio Allegriregia di Giorgio Gallione

Mercoledì 18 marzo ore 20.45

Per informazioni: Comune di VeronaTel.: 045 8008184

Immagine fornita da Fondazione Salieri

Immagine fornita da U. S. Estate Teatrale veronese

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approfondimento in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona

La rassegna Divertiamoci a Teatro 2008/2009 sa-luta il pubblico con l’ultimo appuntamento di stagione, il famoso musical A CHORUS LINE al Teatro Nuovo 23 – 24 – 25 marzo 2009 ore 21. Una linea bianca segna il palcoscenico, una linea che, nella consuetudine degli spettacoli di Broadway, divide la zona del “coro” dal pro-scenio, riservato alle star. In scena il “teatro nel teatro”, la storia non solo di un regista che, durante un’audizione, sceglie, tra i numerosi candidati, il corpo di ballo per un nuovo spet-tacolo, ma, soprattutto, i racconti di giovani che mettono a nudo sul palcoscenico la loro vita con le speranze, i sogni, le debolezze e i fallimenti della realtà quotidiana. Ne nascono confidenze emozionanti, divertenti o commo-

venti, raccontate attraverso balletti e canzoni dalla forza travolgente. Questo è A chorus line, il “re dei musical” di Broadway, nella versione italiana della Compagnia della Rancia. Alla fine, solo otto di loro saranno scelti ma,come nel sogno di ciascuno, tutti compariranno nel grande numero finale a cantare “One”, in strass e lustrini perchè comunque, essere lì, sul palcoscenico, rappresenta sempre “una rara sensazione”. Ideato e originariamente diretto e coreografato da Michael Bennett con le mu-siche di Marvin Hamlisch e le canzoni di Ed-ward Kleban e co-coreografato da Bob Avian. Regia di Baayork Lee e Saverio Marconi, rial-lestimento di Luis Villabon.

Compagnia Della Rancia Giacaranda

Teatro Nuovopiazza Viviani 10 (045 8006100) dal lunedì al sabato (esclusi festivi), dalle 15.30 alle 21

Teatro Alcione via Verdi 20 (045 8400848)

Box Office, via Pallone 12/a (045 8011154)

Per informazioniTeatro Stabile di Verona - tel. 045 8006100 [email protected]

Punti vendita

A chorus line

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appuntamenti teatro

Foto fornita da Teatro Impiria

Teatro Salus, Legnago (Vr) - 28 marzo

C’era un sacco di gente, soprattutto giovanidi Umberto Simonetta

(nella foto accanto Kety Mazzi)

Per informazioni: Compagnia teatrale La Barcaccia Tel.: 045 915358www.labarcaccia.net

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atto terzoTeatro Filippini, Verona

Il muscolo dell’anima... quando Eva canta...Canzoni di alcune tra le più originali cantau-trici contemporaneeSabato 7 marzo ore 21.00

Teatrino dei Fondi for performing art Centro Internazionale di Scrittura Drammaturgica “La Loggia” Primo studio per “Pittura su legno” di Ingmar Bergman (nella foto accanto)Sabato 14 marzo ore 21.00

a teatro con la barcaccia

Teatro Alba Santa Lucia, Verona - 4 marzoTeatro Nuovo San Michele, Verona - 20 marzo

Sior Todero Brontolondi Carlo Goldoni

Teatro Smeraldo, Valeggio (Vr) - 19 marzoTeatro Stimate, Verona - 25 marzo

Ostrega che sbrego!di Arnaldo Fraccaroli

divertiamoci a teatro Teatro Nuovo, Verona

Compagnia della Rancia - GiacarandaTeatro Stabile di CalabriaA Chorus Line deato da Michael Bennettlibretto James Kirkwood e Nicholas Danteriallestimento di Luis VillabonRegia di Baayork Lee e Saverio Marconi

Dal 23 al 25 marzo ore 21.00

Per informazioni: Teatro Stabile di VeronaTel.: 045 8006100 - www.teatrostabileverona.it

benessere teatroTeatro Trinità, Via SS. Trinità - Verona

Teatro ImpiriaUltima ChiamataTratto dal film Phone booth, regia di Andrea Ca-stelletti. 6 e 7 marzo ore 21.00, 8 marzo ore 17.00

Teatro ImpiriaLuna gialladi Paolo Panizza, redia di Fabio Sidoti. 20 e 21 marzo ore 21.00, 22 ore 17.00

Per informazioni: www.teatroimpiria.net

famiglie a teatroTeatro Filippini, Verona

Fontemaggiore TeatroMignolinaDomenica 8 marzo ore 16.30

Fondazione AidaAlice e i diritti delle meravigliedomenica 15 marzo ore 16.30

Magazzini di fine MillennioMascherada universaleDomenica 22 marzo ore 16.30

QuestanaveIl racconto del villaggioSabato 21 marzo ore 21.00

Euphonia Emily - Spettacolo di danza, voce recitante, canto e percussioniSabato 28 marzo ore 21.00

Per informazioni: Fondazione Aida Tel.: 045 8001471www.fondazioneaida.it

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Grilli Spettacoli TorinoTu grande io piccoloDomenica 29 marzo ore 16.30

Assemblea TeatroIl piccolo principeDomenica 5 aprile ore 16.30

Per informazioni: Fondazione Aida Tel.: 045 8001471www.fondazioneaida.it

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appuntamenti musica

i concerti della domenicaSala Maffeiana del Teatro Filarmonico Verona

Duo Kalypso sax e pianoforteMiha Rogina sax, Sae Lee pianoforteMusiche di: Darius Milhaud, Paul Hindemith, Modest Mussorgsky, Sergei Prokofiev e Geor-ge Gershwin.

Domenica 15 marzo ore 11.00

Per informazioni: Segreteria artisticaTel.: 045 8035173www.ivirtuosiitaliani. it

Immagine fornita da Ufficio Stampa Eventi

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canzoni d’autore 2009luca carboni in concertoTeatro Filarmonico, Verona

Musiche ribelli Tour 2009Parte da Verona il tour di Luca Carboni che lo porterà nei principali teatri italiani. Il nuovo album Musiche Ribelli raccoglie la rilettura di al-cuni brani simbolo degli anni ’70... omaggio ai grandi cantautori di quel decennio.Lunedì 2 marzo 2009 - ore 21.00

Per informazioni: Eventi Srl Tel.: 045 8039156 - www.eventiverona.it

Immagine tratta da www.metalgods.es

stagione sinfonicaVIII Concerto

Dirige il Maestro Pietro BorgonovoViolinista Natasha Korsakova

Weill - Concerto per violino e orchestra di fiati op. 12

Mozart - Serenata in si bemolle maggiore K. 361 per strumenti a fiato, Gran Partita

Sabato 7 marzo ore 20.30 Domenica 8 marzo ore 17.00

festival atlantideTeatro Nuovo, Verona

Cristina ZavalloniOmaggio ai BeatlesUltimo e attesissimo appuntamento; con i Vir-tuosi Italiani diretti dal napoletano Aldo Sisil-lo, farà infatti il suo debutto un’altra indiscussa regina internazionale della vocalità, la bolo-gnese Cristina Zavalloni, da molti considerata l’erede naturale di Cathy Berberian.Venerdì 27 marzo ore 21.00

Per informazioni: Teatro NuovoTel.: 045 8006100 - www.teatrostabileverona.it

stagione sinfonicaIX ConcertoTeatro Filarmonico, Verona

Progetto LisztDirettore e pianista V. Bresciani, Voce recitan-te Ugo Pagliai. Esecuzione di: Les Prélude (da Lamartine) poema sinfonico n. 3 S. 97; Fantasia su temi popolari ungheresi per pianoforte e orchestra S. 123; Hamlet (da Shakespeare), poema sinfonico n. 10 S.104; Mazeppa (da Hugo), poema sinfonico n. 6 S. 100. Venerdì 27 marzo ore 20.30 Domenica 29 marzo ore 17.00

Per informazioni: www.arena.it

serate musicaliSala Maffeiana del Teatro Filarmonico Verona

I Virtuosi ItalianiDirettore Alberto MartiniSolista Giuseppe Andaloro pianoforteMusiche di: F. J. Haydn, L. V. Beethoven e F. Schubert.

Lunedì 9 marzo ore 21.00

Per informazioni: Segreteria artistica - Tel.: 045 8035173www.ivirtuosiitaliani. it

un’ora di musicaFoyer del Teatro Nuovo, Verona

Il Quartetto Maffei, composto da Marco Fa-soli ed Elisabetta Gerosa al violino, Giancarlo Bussola alla viola e Paola Gentilin al violoncel-lo, presenta: Dvoràk, Quintetto per pianoforte e archi in La Maggiore, op. 81, Allegro ma non troppo, Andante con moto, Molto vivace, Allegro; Schostakowitsch, Quintetto op. 57, Preludio, Fuga, Scherzo, Intermezzo, Finale.Sabato 7 marzo ore 17.30

Per informazioni: Teatro Nuovo Tel.: 045 8006100 - www.teatrostabileverona.it

canzoni d’autore 2009americaTeatro Filarmonico, Verona

QuaVerona è una delle 5 tappe italiane del tour del gruppo californiano “country west rock”, che ripropone tutti i più grandi successi e brani dal nuovo doppio live Here & Now .Martedì 31 marzo ore 21.00

Per informazioni: Eventi Srl Tel.: 045 8039156 - www.eventiverona.it

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approfondimento in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona

A grande richiestaDue eventi da non perdere per la rassegna L’Altro Teatro

WHY…BE EXTRAORDINARY WHEN YOU CAN BE YOURSELF Al TEATRO NUOVO venerdì 13 marzo alle 20.45

Spettacolo che dopo il debutto dell’aprile 2007, quattro mesi di tournée italiana e un tour in Israele, torna a grande richiesta in Italia. Il nuovo progetto di Daniel Ezralow la Danza colta americana e la televisione italia-na, con un’inedita quanto emozionante colla-borazione tra A.G.R. Associati e Fascino PGT, produttore del popolarissimo talent show tele-visivo “Amici” condotto da Maria De Filippi. Grazie alla partecipazione di Daniel Ezralow al programma “Amici” per promuovere il suo spettacolo “Aeros”. L’incontro con l’entusia-smo e l’emozione dei ragazzi sorprese Daniel che accettò di collaborare con il programma televisivo e successivamente scegliere i giovani allievi di talento da inserire stabilmente nella sua compagnia di professionisti internazionali. Da questa unione prende vita uno spettacolo assolutamente innovativo, dal grande impatto visivo, che si avvale delle più moderne tecno-logie scenografiche, la cui espressività è frutto della ricerca e dell’inedita sperimentazione tra tecniche diverse e stili contrapposti, in linea con le tendenze più forti della cultura contem-poranea a livello mondiale e da sempre uno dei tratti distintivi dell’opera di Ezralow.

Tel. 045 8008184 - 8009549, sul sito www.comune.verona.it,e scrivendo a [email protected].

Per Informazioni

VIAGGIATORI DI PIANURA. TRE STORIE DI ACQUA Al TEATRO ALCIONE giovedì 30 aprile alle 20,45

di Gabriele Vacis e Natalino Balassoregia di Gabriele Vacis, interpretato da: Laura Curino, Natalino Balasso, Cristian Burruano e Liyu Jin

Uno spettacolo carico di suggestioni, a tratti patetico e a tratti ironico, che racconta l’incon-tro casuale, su un treno che attraversa una pia-nura. L’acqua del mondo si sposta da una parte all’altra, s’innamora della luna sballottando i nostri destini. Il mare è uno solo e ha i fiumi per chioma, e noi, come al solito, cerchiamo nelle cose un ordine che ci faccia aggrappare alla salvezza. Nel vagone di un treno che attra-versa la pianura si incontrano casualmente al-cuni viaggiatori. Loro non lo sanno, ma hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci. Cominceranno a raccontare le proprie storie, scoprendo di essere tutti scampati all’ac-qua. L’acqua del Polesine, l’acqua di New Or-leans, l’acqua dello Tsunami, l’acqua dei mille posti inondati, più o meno conosciuti: vicende terribili, dalle quali chi è riuscito a sopravvi-vere ha ricavato una nuova consapevolezza della precarietà umana ed ha trovato la forza per continuare a vivere. Come nei racconti dei

pescatori, tutto sembra prendere il tono di una sfida a chi l’ha scampata meglio, a chi ha avuto l’avventura peggiore. Il testo è carico di sugge-stioni e di richiami sapientemente calibrati tra il patetico e l’ironico, e di una recitazione che, in perfetto stile Vacis, non è mai piatta e dida-scalica, ma si sviluppa in un incalzare continuo, aggiunge ritmo al ritmo, si ferma un attimo per rifiatare e poi, ancora più gagliarda, riparte.

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appuntamenti arte

Tel. 045 8008184 - 8009549, sul sito www.comune.verona.it,e scrivendo a [email protected].

Per Informazioni

da boccioni al gruppo boccioni: futurismi a verona nelle carte di lionello fiumiGalleria d’arte moderna – Palazzo Forti

Sono esposti materiali inediti, autografi dei maggiori futuristi, e una serie di volumi appar-tenuti a Umberto Boccioni.

Da lunedì 9 febbraio all’11 aprile 2009

Per informazioni:Tel.: 045 8001903www.palazzoforti.it

futurismo 100: illuminazioni. avan-guardie a confronto. italia – ger-mania – russiaMart – Rovereto Tn

A cura di Ester Coen. Nell’ambito delle celebrazioni del Centenario del Manifesto futurista, l’esposizione indaga le relazioni tra i futuristi e esponenti delle avan-guardie russe e tedesche. Il Mart pubblica, in coincidenza con la mostra, il primo inedito resoconto del viaggio in Russia di Marinetti (fondatore del movimento) visto dagli occhi del moscovita Vladimir Lapšin.

Immagine fornita Galleria Studio la Città

sergi barnilsl’empiri perdutSpiralearte – Via Garibaldi 18 - Vr

Il luogo della presenza fisica di Dio, dove risie-devano gli angeli e le anime accolte in Paradi-so: Sergi Barnils lo descrive con una serie di opere selezionate che si collocano tra il 1990 ed il 1999. fino al 24 dicembre 2009

Per informazioni: Tel.: 045 597753 www.spiralearte.com

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landscape as a dreamGalleria Studio La Città, Verona

Il concetto che accomuna le opere degli artisti presentati nella collettiva Landscape as a Dream, curata da Luigi Meneghelli, è l’impossibilità di descrivere la bellezza della natura a causa della sua progressiva scomparsa o del suo mutamen-to. L’arte può solo coglierne le trasformazioni. Fino al 21 marzo

Per informazioni: Galleria Studio La CittàTel.: 045 597549www.studiolacitta.it

Immagine fornita da Ufficio Stampa Mart

maurits cornelius escher la magia di escherGalleria d’arte moderna – Palazzo Forti

Curata da Federico Giudiceandrea la mostra raccoglie litografie, incisioni e disegni, sceno-grafie di mondi impossibili che ricordano la pittura fiamminga che Escher amava.

fino a domenica 29 marzo 2009

Per informazioni:Tel.: 045 8001903www.palazzoforti.it

Fu un intreccio fondamentale quello svilup-patosi tra Roma, Parigi e Mosca tra i pittori futuristi e gli artisti russi, da Mikhail Larionov a Alexandra Exter, da Natalia Goncharova a Olga Rozanova e molti altri ancora. Friuli Ve-nezia Giulia.

(nella foto accanto: G. Severini, Ballerina articolata, 1915)

fino al 7 giugno 2009

Per informazioni: MartCorso Bettini, 43 Roveretonumero verde: 800 39 77 60 - www.mart.tn.it

marco cingolanijourneys of faithBoxart Galleria D’Artevia dei Mutilati 7/a, Verona

Il lavoro di Marco Cingolani, sin dagli esor-di, ha sempre cercato di annullare il potere normativo delle immagini mediatiche, sotto-ponendole alla cura radicale dell’artista, certo che l’arte offra un punto di vista decisivo per l’interpretazione del mondo. Fino al 30 aprile

Per informazioni: Tel.: 045 8000176 www.boxartgallery.com

timoty tompkinstemporal arcadiaGalleria Studio La Città, Verona

Timothy Tompkins percepisce e affronta il rea-le con tutte le sue problematiche sociali, perso-nali, culturali, appigliandosi a quella forza che viene dalla tradizione delle immagini. Il sogget-to dei suoi dipinti è ripreso dai media o da suoi stessi scatti che vengono riportati su alluminio in strati di vernici industriali, mai mescolati ma sovrapposti in molteplici velature.Fino al 21 marzo

Per informazioni: www.studiolacitta.it

Immagine fornita da Ufficio Cultura Comune di Verona

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appuntamenti fiere

Model Expo ItalyFiera di Verona

Fiera del modellismo: modellismo dinamico e statico, plastici, modelli di carta, modelli sto-rici, aquiloni, ferromodellismo, materiali e at-trezzature.

Sabato 7 e domenica 8 marzo

Per informazioni: Verona FiereTel.: 045 8298111www.modelexpoitaly.it

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Immagine fornita da Ufficio Stampa Luxury & Yachts

ElettroexpoFiera di Verona

Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica.Materiale radiantistico per CB e radiomatori, apparecchiature per telecomunicazioni, telefo-nia, antenne e parabole per radiomatori e tv Sat, radio d’epoca, stampa specializzata.

Sabato 7 e domenica 8 marzo

Per informazioni: Verona FiereTel.: 045 8298111www.elettroexpo.it

Luxury and YachtsFiera di Vicenza

7° salone internazionale del lusso, inteso come eccellenza, esclusività, bellezza, stravaganza, appagamento dei propri gusti. Un luogo in cui concedersi il lusso di toccare, ammirare, indos-sare, accarezzare ed eventualmente possedere l’oggetto dei propri desideri.

Dal 6 all’ 8 e dal 13 al 15 marzo

Per informazioni: OptimistTel.: 0444 305302www.luxuryyachts.it

Gitando.ViFiera di Vicenza

Appuntamento di riferimento del settore turi-smo, con un’ampia gamma di proposte intera-mente legate al turismo all’aria aperta.

Dal 26 al 29 marzo

Per informazioni: Fiera di VicenzaTel.: 0444 969950www.vicenzafiera.it

Brescia CasaFiera di Brescia

La grande rassegna bresciana dedicata alla casa, ai complementi di arredo interno ed esterno, all’oggettistica, all’illuminazione, al-l’artigianato, alle finiture e ai servizi che gra-vitano attorno all’ambiente casa, sceglie que-st’anno il tema trasversale del design.

Dal 6 all’ 8 marzo

Per informazioni:Tel.: 030 3463482/484www.fierabresciacasa.it

Vacanze WeekendFiera di Padova

Oltre 200 proposte tra villaggi, campeggi, lo-calità d’arte, contesti naturalistici, centri benes-sere, istituzioni legate alle attività produttive e al turismo e molto altro. Numerosi i pacchetti speciali confezionati ad hoc per l’evento con viaggi a prezzi d’occasione.

Sabato 7 e domenica 8 marzo

Per informazioni: Fimak srlTel.: 049 8802624www.vacanzeweekend.it

Antiquari a PadovaFiera di Padova

Mostra mercato d’arte e antiquariato, con la partecipazione di alcuni tra i migliori collezio-nisti italiani. L’ampia vetrina espositiva com-prende mobili, quadri, gioielli, arazzi, porcella-ne, lampade stile Decò e Liberty, sculture, libri rari ed originali, e molto altro ancora.

Dal 14 al 22 marzo

Per informazioni: Padova FiereTel.: 049 8800305www.padovafiere.it

VinitalyFiera di Verona

Salone internazionale del vino e dei distillati. In contemporanea: Sol e Agrifood, saloni del-l’olio extra vergine e dell’alimentare di qualità; e Enolitech, salone suelle tecniche viticole, eno-logiche, olivicole ed olearie

Dal 2 al 6 aprile

Per informazioni: Verona FiereTel.: 045 8298111www.vinitaly.com

Immagine fornita da Fimak srl

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Immagine fornita da Fnac

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appuntamenti fnac

letture per bambini

piccoli esploratori del fantastico

Letture animate dal libro Animali senza zoo, di Gianni Rodari edito da Emme edizioni. Ani-matori dell’Associazione culturale Laboratorio Invisibile.

Domenica 1 marzo ore 11.00

incontro conferenza

cartografia francese

L’innovazione della Francia nella geocartogra-fia europea è il titolo dell’incontro tenuto dai professori Silvino Salgaro e Mario dal Corso.

Mercoledì 4 marzo ore16.00

musica dal vivo Yo Yo Mundi

Imperdibile incontro con gli Yo Yo Mundi e il loro nuovo disco Album rosso.

Martedì 10 marzo ore 18.00

musica dal vivo Grazia De Marchi

L’artista presenta il suo nuovo album Vent’ anni è amarsi alla follia (Azzurra music), con un tributo a Jaques Brel interpretato in italiano su tradu-zioni di Duilio Del Prete.

Giovedì 5 marzo ore 18.00

literary cafè

Joyce’s Dublin

L’insegnante madrelingua Jennifer Gascojgne guida i partecipanti in una discussione in ingle-se sul libro Dubliners di James Joyce.

Sabato 21 marzo ore 11.00

musica dal vivo Aria di Neve

Gli Aria di Neve con il loro pop d’autore nel nuovo disco Buone vacanze, prodotto da Paolo Benvegnù e Lele Battista.

Sabato 21 marzo ore 18.00

festa della donna Beauty Cafè

Un pomeriggio speciale per la bellezza e il be-nessere delle donne, a cura del Centro Termale Gardacqua.

Sabato 7 marzo ore 16.00

café littéraire Gustave FLaubert

Conversazione in francese su L’education senti-mentale di Gustave Flaubert, condotta da Ar-melle Gréhan e Elisabeth Ragris.

Giovedì 5 marzo ore 18.00

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi per informazioni forum fnac verona, via cappello 34 - Tel.: 0458063811 www. fnac.iT

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eventi - in collaborazione Fidoviaggi Verona

Al lavoro per la mostra internazionale di Pragadi Nino Ciaccio

Potrebbe sembrare il titolo di un film-comme-dia, in realtà si tratta di un’arte, a metà stra-da tra un hobby da casa ed una vera attività creativa che ha come oggetto la creazione di coperte, cuscini, trapunte dai colori e dalle for-me più disparate, tanto da poterle equiparare a quadri. Come i quadri riflettono il tempera-mento, l’umore, la passione di chi li crea, di chi li “costruisce” con tanta pazienza servendosi di ago, filo, ma anche squadra, righelli e cut-ter (un coltello a ruota). La materia prima può essere composta da pezzi geometrici o informi di tela, cotone o lana, da assemblare con tanta fantasia tale da dar vita a composizioni anche piccole (50x50 cm), oppure grandi come co-perte. Le addette ai lavori lo sanno bene: il par-chwork è diffuso in tutto il mondo ed è oggetto di mostre e mercati, di competizioni a tema, di fiere internazionali in giro per il mondo. I più bravi, pare, siano i giapponesi, ma anche gli anglosassoni e gli scandinavi si difendono egre-giamente ed a ruota tutti gli europei. Anche le

Tutte pazze per il patchwork!

donne italiane partecipano a numerose mostre e gare e ultimamente hanno portato a casa trofei e premi di tutto rispetto. Nel territorio scaligero, per la precisione in Valpolicella, una nutrita pattuglia di irriducibili si esercita, segue corsi di apprendimento o di specializzazione, inventa nuove tecniche. I corsi vengono tenu-ti presso il negozio di filati Falcetto di Parona che, con alcune assidue frequentatrici, parte-ciperà ad una mostra internazionale di lavori in patchwork in programma a Praga dal 3 al 5 aprile 2009. Con l’aiuto di KentaurusItaly di Verona, operatore specializzato per la Re-pubblica Ceca, sono aperte le prenotazioni per andare a Praga ed unire l’utile al dilettevole, come si dice, recandosi alla Prague Patchwork Meeting, ma soprattutto approfittandone per scoprire questa meravigliosa capitale dell’Est in primavera: durante il soggiorno, dal 2 al 5 aprile, sono previste visite alla città vecchia, al Castello, a famose birrerie per gustare le spe-cialità locali.

ViaGGio a PraGa Dal 3 al 5 aprile 2009 (4 giorni, 3 notti)Volo diretto, hotel 3 stelle sup. centrale (Ibis, catena Accor),prima colazione, trasferimenti, assistenza di un accompagnatore

Per informazioni:Fidoviaggi, Verona - Tel.: 045 575166

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31La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

appuntamenti da non perdere

serate goto e pironTrattoria Caprini di Torbe di Negrar

Visita alle cantine Masi di Gargagnago.Sabato 7 marzo

Cena Ladina con i vini di Corte Sant’Alda. Venerdì 27 marzo

Per informazioni: Goto & PironTel.: 045 7500511www.gotoepiron.it

9^ grande festa medievaleCastello di Bevilacqua

Giornata di festa con arcieri e falconieri, mu-sici e giullari. Bambini e adulti potranno speri-mentare antiche attività come la scrittura ama-nuense e il tiro con l’arco.

Domenica 28 marzo dalle 10.30 alle 19.00

Per informazioni: Castello di BevilacquaTel.: 0442 93655www.castellodibevilacqua.com

idem - idee di futuroAuditorium palazzo della Gran Guardia

Aldo Cibic e Luca MolinariMercoledì 4 marzo ore 21.00

Fiamma Nirenstein e Mino MartinazzoliVenerdì 13 marzo ore 21.00

Philippe DaverioGiovedì 26 marzo ore 21.00

Per informazioni: Idemwww.idem-on.net

giornata delle energie rinnovabiliSala conferenze CEA - Selva di Progno

All’incontro seguirà la visita alla centrale idroelettrica di Branzi e al parco eolico di Ba-dia Calavena.Relatori: Simone Bellini e Gaetano Bonazzi.

Domenica 8 marzo ore 10.00

Per informazioni: Ati do.veTel.: 045 8004592 - 346 6744011www.doganavecchia.org

biografie musicali

Appuntamenti teatrali organizzati da Assesso-rato alle Politiche Giovanili del Comune di Ve-rona, Fondazione Aida in collaborazione con il Conservatorio Dall’Abaco di Verona, che presentano attori, musicisti e un drammaturgo che inscenano i racconti delle vite di illustri ve-ronesi del passato. Sono L’ingegner Enrico Bernardi, la Signora Gigetta Morano, Cangrande della Scala e il martire San Zeno, le personalità che verranno celebrate nelle quattro puntate di questa ras-segna.

Gli spettacoli portano la regia di Massimo Laz-zeri, la drammaturgia dei testi è affidata a Lo-renzo Bassotto, mentre le musiche interpretate dal vivo sono composte da Andrea Mannucci.

Domenica 8, 15 e 22 marzo alle ore 11.15 in Piazza Erbe (in caso di pioggia in Corte Mercato Vecchio)

Domenica 29 marzo alle ore 11.15 in Via Leoni presso gli Scavi.

Per informazioni: Fondazione AidaTel.: 045 8001471 - www.fondazioneaida.it

ciaspolada sul maleraritrovo presso albergo Valon

Itinerario con le ciaspole da San Giorgio a Passo Malera lungo il Valon e le malghe. La passeggiata si concluderà con la cena presso Malga Malera.

Sabato 7 marzo ore 20.00

Per informazioni: PrincyclesTel.: 045 918792 - 347 2729127www.princycles.com

Mercatino dell’antiquariatoSoave

Il piccolo borgo medievale ospita il mensile mercatino dell’antiquariato lungo le vie del centro storico.

Domenica 15 marzo dalle ore 9.00

Per informazioni: Pro Loco SoaveTel.: 045 7680648

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domenica allo stadioStadio M. Bentegodi, Verona

ChievoVerona - Cagliari Domenica 8 marzo ore 15.00

ChievoVerona - Palermo Domenica 22 marzo ore 15.00

Hellas Verona - ReggianaDomenica 15 marzo ore 14.30

Hellas Verona - PortogruaroDomenica 29 marzo ore 14.30

basket serie b Palaolimpia, Verona

Tezenis Verona - Fiorese BassanoSabato 7 marzo ore 21.00

Tezenis Verona - Gattamelata AlbisegnagoSabato 28 marzo ore 21.00

Per informazioni:www.basketscaligero.it

rugby valpolicellaprima squadraImpianti sportivi San Pietro in Cariano (Vr)

Expandia Valpolicella - TarvisumDomenica 8 marzo ore 14.30

Per informazioni:www.valpolicellarugby.org

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escursione con le ciaspole Bosco di Selva, Boscochiesanuova (Vr)

Escursione con le racchette da neve nel Parco Naturale della Lessinia attraverso dossi e valli immacolate, tra suggestivi ed incantevoli pae-saggi invernali, con pranzo al sacco. Percorsi diversificati di facile e media difficoltà Domenica 1 e 15 marzo ore 9.30

Per informazioni:Lessinia Nordik WalkingTel. : 340 4678116www.lessinianw.it

ciaspolada al chiar di… luna Camposilvano, Roverè Veronese (Vr)

La Lessinia ancora una volta da scoprire, ma in un modo diverso, con le “ciaspole” ai piedi, alla scoperta di angoli di natura incontamina-ta. La passeggiata si concluderà in un tipico rifugio per la cena.

Venerdì 6 marzo ore 20.00

Per informazioni:Beaver TailsTel. : 045 7835575www.beavertails.it

amici della biciclettaVerona

Escursioni in bicicletta alla scoperta della pro-vincia di Verona guidati da esperti.Percorsi di diversa difficoltà.

Per informazioni: Tel.:045 800 44 [email protected]

pallavolo serie aPalaolimpia, Verona

Marmi Lanza Vr - Tonno Callipo Vibo Val.Domenica 1 marzo ore18.00

Marmi Lanza Vr - YogaDomenica 22 marzo ore18.00

Per informazioni:www.bluvolleyverona.it

cus verona rugbyCentro Sportivo M.GavagninVia Montorio, 74 - Verona

Cus Verona - Rugby RivieraDomenica 8 marzo ore 14.30

Per informazioni:www.rugbyverona.it

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appuntamenti sportKYOS verona

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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KYOS verona appuntamenti sport

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

lake garda tourLago di Garda, Bardolino (Vr)

Seconda edizione di una delle prime gran-fondo della stagione delle due ruote, la quale attraversa i territori di ben tre diverse provin-ce, quelle di Verona, Brescia e Trento. due rimarranno anche i percorsi di gara, con una granfondo di 155 km ed una medio fondo di 90 kmDomenica 15 marzo

Per informazioniIat Bardolino, Tel. : 045 [email protected]

campionato regionale sci alpinoMalga S.Giorgio Boscochiesanuova (Vr)

Sulle piste di Malga San Giorgio emozionante gara di Slalom Gigante, valida per il Campio-nato Regionale Master.

Giovedì 12 marzo ore 9.00

Per informazioni:Tel. : 045 6784001www.malgasangiorgio.it

in allegria sui tre colliVilla Monga - Via Ca’ di Cozzi/Via Eleono-ra Duse - Verona

Passeggiata a passo libero sui colli che circon-dano Verona di km 5 - 10 e 21.

Domenica 8 marzopartenza alle ore 8.30

Per informazioni: Unione Marciatori Ca’ di CozziTel. : 045 917629

trofeo mario vignoloGolfo di Peschiera del Garda (Vr)

Regata organizzata dalla Fraglia Vela di Pe-schiera del Garda per il Trofeo Mario Vignolo. Parteciperanno tutte le classi: 420 - Laser tutti i rig, per un totale di 30 barche.

Domenica 15 marzo ore 10.00

Per informazioniComune di Peschiera Tel. : 045 6402385 - 045 7551673www.fragliavelapeschiera.com

pallamano A1Palazzetto dello Sport, Vigasio (VR)

Zero Wind Pidigi Vigasio - Itc Ceramiche SalernoSabato 14 marzo ore 18.30

Zero Wind Pidigi Vigasio - Gruppo Squassa-bia BancoleSabato 28 marzo ore 18.30

Per informazioni:www.handballvigasio.com

golf club paradiso del gardaPeschiera del Garda (VR)

TEE Contest 2009 by Media Event 18 stbl 3 cat.Domenica 1 marzo

Un birdie per la vita con Costantino Rocca Pro-am Reg. a parteMartedì 3 marzo

Corporate Golf Ch. 2009 Reg. a parteVenerdì 13 marzo

Green Pass Card Trophy 2009 18 Stbl 3 cat. Domenica 15 marzo

Podio Sport Argenti Tour 2009 Stbl 3 cat.Domenica 22 marzo

Le Griffe Golf Cup 2009 by pro-shop 18 Stbl3 cat.Domenica 29 marzo

Per informazioni:www.golfclubparadiso.it

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incontrandosi a tavola

di Pino Agostini

È di uso comune denomi-nare con questo nome tutti i pesci di colore azzurro acciaio più o meno intenso sul dorso e bianco argenteo sul ventre. Quindi sono “azzurri” gli sgombri, i tonni e i pesci spada, ma anche le sardine, le acciughe, le aringhe e tanti altri, le cui carni sono grasse e saporite e perciò molto apprez-zate nella gastronomia. Sono pesci tipici della cucina mediterranea, anche se non tutti sono esclusivi del Mediterraneo. Se si vuole gustar-li al meglio delle loro qualità organolettiche, bisogna consumarli molto freschi (sgombri e sardine andrebbero preparati entro 12 ore dalla pesca), ma gli uomini hanno imparato a conservarli per farne una riserva di cibo molto nutriente e molto gustoso. Fuori dell’area me-diterranea però i pesci azzurri come le sardine e le acciughe sono conosciute soltanto in scato-la sott’olio o salate.

ConservazioneI sistemi di conservazione più adatti varia-no secondo le specie: es. l’affumicatura per le aringhe, la salatura per le alici o acciughe, l’inscatolamento sott’olio per le sardine e così via, anche se i sistemi sono intercambiabili. Per conservare le sardine sott’olio bisogna pulirle, lavarle, asciugarle, poi immergerle in una sala-moia concentrata per sterilizzarle. Quindi van-no cotte al vapore o in olio, lasciate raffreddare e infine inscatolate con il loro liquido di cot-tura o, meglio, con olio d’oliva. In tal modosi conservano per tempi anche molto prolunagti. Molto utilizzata e da tempi molto antichi è anche la conservazione sotto sale, soprattutto per acciughe e sardine. È un sistema messo a punto nelle zone rivierasche marine, anche

particolarmente pove-re (Sicilia, Turchia, coste

adriatiche e altre mediterranee), perché utilizza esclusivamente le risorse di cui il territorio abbonda gratuitamente: il mare, il sole, il sale… Anche in questo caso i pesci van-no decapitati, eviscerati, puliti e lavati in acqua e sale. Poi vanno messi a spurgare in salamoia dentro capienti recipienti. Dopo qualche gior-no vanno trasferiti in altri appositi contenitori (grosse scatole di latta), disponendoli a strati ricoperti ognuno di sale grosso marino, dove vanno pressati e lasciati per diverso tempo (an-che un paio di mesi), eliminando giorno dopo giorno i grassi di spurgo che la salamoia porta in superficie. Completata la lavorazione, le sca-tole vengono sigillate e messe in commercio.

Scambi nella storiaUn tempo le vallate alpine erano percorse d’in-verno dagli “acciugai” ambulanti, dei quali i più famosi erano quelli provenienti dal Cuneese in Piemonte. Fin dal ’600 questi si incontravano con i rifornitori siciliani (pescatori provenienti in genere da Sciacca in provincia di Agrigento), prendevano in carico i lattoni o i grossi barili di acciughe sotto sale, se li portavano a casa per far completare la maturazione, poi passavano la brutta stagione girando di paese in paese a vendere la loro merce. Dormendo in luoghi di fortuna. Erano dei sorprendenti esperti, perché sapevano valutare la qualità delle acciughe che vendevano semplicemente infilando una canna appuntita nei recipienti e annusandola dopo averla estratta: riuscivano a dire addirittura se i pesci erano stati lavorati mentre spirava sciroc-co o tramontana e in che periodo erano stati pescati. Erano molto attesi nelle vallate alpine,

Il pesce azzurro

Scena da una tonnara

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Sardine in saorTempo di preparazione: un’ora più il tempo di macerazione

• Mondare le sardine togliendo loro la testa, le pinne e le interiora. Poi lavarle e infarinarle.• In una padella scaldare abbondante olio d’oliva e friggervi le sardine facendole dorare da entrambe le parti. A mano a mano che esse si cuoceranno, toglierle dalla pentola e disporle su carta assorbente per alimenti, perché perda-no un po’ d’unto, quindi salarle.• Tagliare intanto le cipolle a filetti sottili. In un’altra pentola, scaldare abbondante olio d’oliva e far imbiondire i filetti di cipolla a fuo-co lento. Aggiungere l’aceto e lasciar cuocere fino a ottenere una morbida salsa in cui i filetti conservano ancora il loro aspetto.• In una pirofila di vetro o in una terrina di coccio disporre sul fondo uno strato di sardi-ne fritte, poi coprirle con uno strato di filetti di cipolla. Fare poi un nuovo strato di sardine fritte, un altro di cipolla, e procedere così fino all’esaurimento delle sardine e del saòr. L’ulti-mo strato dev’essere di marinata.• Coprire la terrina e lasciar riposare in luogo fresco per almeno due giorni prima di gustare.• Al momento di servire, si possono accompa-gnare le sardine in saòr con un vino come il Bardolino classico, anche se è difficile suggerire un abbinamento che vada bene per tutti, data la presenza dell’aceto.

VariantiOgni padrona di casa mette a punto un suo modo di preparare le sardine in saòr facendosi la propria esperienza “sul campo”, cioè ope-rando, perché è difficile dare delle dosi che va-dano bene universalmente, in particolare per la quantità di cipolle da usare e di aceto con cui irrorarle. Dipende molto dai gusti.La marinatura dei pesci nella cipolla si può ef-fettuare anche con altre specie oltre le sardine. A Venezia si usavano (e si usano ancora) anche sfogi (piccole sogliole), passerini, go, trotelle o piccole triglie. Secondo un’antica usanza, che tramandereb-be la vera ricetta della tradizione e che ancor oggi qualcuno ama rinverdire, si può arricchire il saòr aggiungendo uvetta sultanina fatta rin-venire nel vino, pinoli e un pizzico di cannella, disponendoli qua e là sopra le sardine prima di ricoprirle con la marinata, secondo un caratte-ristico gusto agrodolce molto in auge nel ’700 veneziano.

perché portavano cibo saporito ed essenziale per la salute della gente, poi ritornavano a casa in primavera per la ripresa dei lavori agricoli.In Veneto, fin dai tempi della Serenissima Re-pubblica di Venezia, le mogli dei marinai, che si imbarcavano sulle galee o su qualche altra nave e si assentavano da casa per parecchi mesi, avevano imparato a preparare per i mariti un piatto particolarmente saporito che si conser-vava relativamente a lungo e che aveva anche virtù officinali, preservandoli dallo scorbuto. La pietanza che possiede tutte queste virtù è costituita dalle sardine in saòr, “in sapore”, cioè immerse in una marinata in cui l’ingrediente base è la cipolla. Un tempo piatto di una cuci-na povera, è oggi considerato una prelibatezza per gourmets.

SARDINE IN SAÒR

Ingredienti per 8 persone

1 kg di sardine fresche

0,5 kg di cipolle bianche

3 cucchiai di aceto bianco

farina bianca

olio extravergine d’oliva

sale

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Oro blu sulle montagnedi Bruno Avesani

Avere l’acqua sulla superficie di un terreno carsico è come avere aiuto da qualcuno che ti sta rapinando. L’acqua scende abbondante sotto forma di pioggia o di neve sulla nostra montagna lessinica, ma il terreno la inghiotte voracemente e la nasconde nelle sue viscere per portarla copiosa altrove laggiù in pianura nella zona delle risorgive. La montagna si sente defraudata, come rapinata di un bene che le appartiene. Figuratevi quello che avveniva in tempi lontani quando d’estate su quei monti pascolavano migliaia di vacche e pecore che per sopravvivere e produrre il latte dovevano ogni giorno avere tanta acqua a disposizione. Perciò l’acqua doveva essere fermata e rac-colta, altrimenti avrebbe chiuso i battentiva l’alpeggio estivo delle mandrie. Da quell’oro blu dipendeva poi la produzione di quell’oro bianco che era il latte. Se non c’era disponibi-lità di acqua falliva la più importante fabbrica alimentare del tempo. Quando ai nostri giorni le cose vanno male perché non piove, l’acqua

KYOS verona alla scoperta della provincia

è portata in alta montagna con capienti auto-cisterne, ma nel Medioevo, senza questi mezzi, l’acqua era un tesoro troppo prezioso per per-mettere che andasse disperso. L’avevano capito le potenti famiglie nobiliari cittadine che subi-to si erano prese quegli alti pascoli e insieme con loro gli organizzatissimi monasteri di San Zeno, Santa Maria in Organo, e quelli di San Giorgio e San Nazaro che hanno impresso in modo indelebile il loro nome su quelle malghe che ancora oggi portano il loro marchio nel to-ponimo. Così quando i signori facevano i con-tratti con i malghesi, dopo essersi accordati sul denaro, al primo punto mettevano sempre la manutenzione delle pozze d’acqua, degli abbe-veratoi per gli animali. I pastori della Lessinia che sapevano bene come era fatta la loro terra avevano intuito che quelle grandi conche natu-rali, che noi conosciamo come doline, potevano servire allo scopo. Bastava chiudere l’inghiotti-toio, quel rubinetto naturale che permette al-l’acqua di scendere nel sottosuolo. Il sigillante

lo trovarono nell’argilla che, fatta calpestare accuratamente e ripetutamente dagli animali, diventava una perfetta sostanza impermeabile. La pozza deve essere costruita e poi annual-mente vanno fatti i lavori di manutenzione. Il materiale che le piogge torrenziali portano nella conca devono essere eliminati, perché al-trimenti la capacità della conca diminuirebbe progressivamente, anno dopo anno. L’imper-meabilizzazione del fondo deve essere control-lato e in caso di qualche cedimento si deve ot-turare e ristabilire la pellicola terrosa sigillante con l’intervento sempre degli indispensabili animali. Da allora il verde tenue dell’erba sot-tolineato dal verde intenso del bosco si accom-pagna sempre sugli alti pascoli lessinici con il blu dell’acqua piovana raccolta nelle pozze. Dalla morbidezza verde di quell’erba e dalla purezza blu di quell’acqua discende la bontà del latte e del formaggio di malga della monta-gna veronese.

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1933 A New York si proietta per la prima volta il film King Kong.

1943 Quattro marzo 1943 è il titolo di una canzone di Lucio Dalla.

1912 Roald Amundsen annuncia la scoperta del Polo Sud.1933 Nasce Monopoli, il gioco da tavola più diffuso al mondo.

1995 Dopo 20 anni la Coppa del Mondo di sci alpino torna in Italia grazie ad Alberto Tomba.

1861 Vittorio Emanuele II è proclamato primo re del Regno d’Italia.

1800 Alessandro Volta rende nota l’invenzione della pila.1916 Albert Einstein pubblica la sua teoria della relatività.

1999 La vita è bella di Roberto Benigni riceve 3 Oscar: migliore attore protagonista, migliore film straniero, migliore colonna sonora.

1963 Viene pubblicato Please Please Me, primo album dei Beatles.

1927 Prende il via la prima Mille Miglia tra Brescia, Ferrara e Roma.

1889 A Parigi viene inaugurata la Tour Eiffel.

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arzo nel passatoMa cura della redazione

nella storia e nella tradizioneKYOS verona

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Il nuovo nero? Forse. Di sicuro il colore blu ha ritrovato un posto privilegiato nelle tonalità della moda. Ha vissuto una grande stagione in-vernale nella quale lo abbiamo visto sostituire il nero in molte proposte, dai cappotti, agli abiti eleganti, ai completi da tutti i giorni, e si prean-nuncia dominante anche sui capi della prima-vera e dell’estate che arriveranno. Elegante e chic è anche, con mille gradazioni diverse, il colore del jeans, uno dei capi unisex più adatta-bili a qualsiasi esigenza. Questo colore nottur-no, ma da indossare anche di giorno, trasforma gli abiti e gli accessori e si adatta senza esclu-sione sia al look femminile che a quello maschi-le. Rinnova il guardaroba aggiungendo tessuti illuminati da tutte le gradazioni, partendo dal profondissimo blu di Prussia per arrivare fino all’azzurro e al turchese. La storia e l’arte sono costellate di spunti che richiamano il blu e la moda dal 2009 in poi non sarà da meno.

Una moda dipinta di blu

Il trionfo di un colore che ha detronizzato il nero che imperversava da anni

questioni di stile

“È il colore della memoria, un misto di naturalezza e di eleganza sofisticata che rifugge le facili esibizioni” Alberto Ferretti

ARTISTICAMENTE BLU

Picasso e il suo Periodo bluDal 1901 al 1904 l’artista spagnolo dipinse in modo monocro-matico, utilizzando il blu in tutte le tonalità e sfumature possi-bili. Scelse questa tinta per la sua forza espressiva e, soprattutto, per la valenza psicologica, un colore come una dimensione sa-cra e sentimentale. Pablo Picasso (1881 - 1973) ritrae personag-gi umili, poveri senza speranza, mendicanti, ciechi e girovaghi.

international Klein blueQuesto è il nome di un tono di blu brevettato dal pittore Ives Klein (1928 – 1962), francese, che è noto proprio per la sua pittura quasi esclusivamente monocroma. Il suo è un blu ol-tremare molto profondo, che dominò i suoi dipinti dalla fine del 1950.

Foto tratte dall’articolo Tendenza bon ton apparso sul Magazine del Corriere della Sera

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I gioielli evocano desideri, invidie, fantastiche-rie e leggende. Sono bramati, sognati, avvolti in un magico alone di mistero, alimentano su-perstizioni e veicolano simboli.Il gioiello è piacere: gioia di indossarlo, felici-tà di regalarlo ma anche l’allegria di stabilire magiche corrispondenze e di trovare inafferra-bili analogie. Antiche leggende legate alle pie-tre hanno attratto e incuriosito molte culture, creando un intreccio indissolubile tra le pietre e i minerali plasmati dalla terra e i manufatti dell’arte umana: anelli, braccialetti, collane, ciondoli, spille e orecchini. Per molte persone i gioielli sono anche portafortuna con magiche virtù nascoste e ogni forma ha un significatoDelfino: ravvicinato all’uomo per la leggenda-ria intelligenza è simbolo dell’affinità.Elefante: rappresenta la saggezza e la solidità, è simbolo di buon auspicio per il futuro.Ancora: emblema della stabilità, simboleggia fede e speranza.Farfalla: simbolo per eccellenza della bellez-za, in alcune culture acquisisce anche il signifi-cato di cambiamento.croce: prima di simboleggiare la religione cri-stiana, la croce è stilizzazione delle forma del corpo umano. In origine rimandava all’idea della totalità.

Tutti i significati delle forme di gioielli

semplicemente preziosi

cavallo: sono molti i miti e leggende legati a questo animale, ricordiamo il cavallo alato Pe-gaso e i cavalli parlanti delle fiabe, tuttavia pre-vale nell’immaginario l’idea del cavallo come simbolo di vittoria.edera: simbolo di amicizia e di amore è meta-fora di legami stabili e duraturi (la pianta del-l’edera resiste anche in condizioni sfavorevoli).Gallo: è l’animale in grado di scacciare le te-nebre, di allontanare il male e la sfortuna.Giullare: simbolo dell’ilarità, è una figura ap-prezzata dagli orafi perché possono sbizzarrirsi nel forgiare le vesti variopinte.Gufo: rappresenta la sapienza. È la capacità di vedere al buio come metafora della scienza che oltrepassa il velo dell’ignoranza.Mosca e scarabeo: nel passato l’immagine di questi insetti era considerata un talismano contro il malocchio.nave: partenza, viaggio, arrivo, metafora per indicare la vita. Il gioiello di questa forma è utilizzabile come tradizionale augurio di nuova vita in occasione di nascite, matrimoni e cre-sime. stella: una delle immagini predilette in gioiel-leria. La stella a cinque punte con vertice verso l’alto è simbolo universale di fortuna.

di Cinzia Stefani

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Le immagini del servizio sono state gentilmente offerte da Dodo Mariani - www.dodomariani.it

Bellezza, fortuna, eleganza, amore, speranza...

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percorsi golosi

Da dove inizia la storia de Al Caval?La nostra attività ha preso il via nel 1962 con la trattoria che aprirono i miei genitori al porto di Torri del Benaco. Nel 1968 ci siamo trasferiti in questa sede dove al ristorante si è aggiunto l’al-bergo. Ho sempre lavorato in cucina, curioso e attento a dove andavano le tendenze del gusto e a quello che si vedeva in giro. Fino agli anni 80 ho frequentato diversi corsi per approfondire la mia formazione e trovare una mia identità. Nel 2002 ho diviso l’attività che condividevo con mio fratello, per occuparmi esclusivamente del ristorante, che ora infatti gestisco con mia mo-glie, preziosissima anche perché si occupa della cantina e della selezione dei vini che proponia-mo ai clienti. La versione attuale del ristorante è nata nel 2003. Così come lo vedete, così origi-nalmente dipinto a colori e con questi arredi.

Un ambiente molto originale, un’atmo-sfera diversa da quella che si respira nei ristoranti del LagoÈ vero. Ci siamo presi la responsabilità di ri-schiare. Ero stufo dei numeri, della frequenta-zione di massa che logicamente si vive data la nostra posizione sulla strada gardesana. Cer-cavo qualcosa di veramente esclusivo, volevo offrire qualcosa di diverso, speciale. Abbiamo cominciato proprio dall’ambiente. Tutto è stato studiato per regalare a chi ci sceglie una espe-rienza unica. Partendo dalle sedie, che sono fatte apposta per poter stare seduti comoda-mente, con i braccioli che si infilano anche sot-to il tavolo, passando per la luce, che è puntata

Il ristorante Al Caval un’esperienza di gusto fino al dessert che si trasforma in un gioco

Una nuova stella sul Lago di Garda

Intorno ad un tavolo del ristorante Al Caval, a Torri del Benaco sul Lago di Garda. Il locale è chiuso, riapre ora con l’arrivo della primavera, e ci sono un po’ di lavori in corso, ma Isidoro Consolini, il padrone di casa, nonché lo chef del ristorante, ci ha accompagnati in un rac-conto di gusto, delicatezza e fantasia, renden-doci semplice e immediato immaginare cosa sia il piacere di una colazione o una cena in questa “scatola”. È questo il termine che ha usato per definire il suo locale, effettivamente la forma è quella, ma come ci si accede si scopre la magia di chi l’ha trasformata in un unione di materiali, colori e arredi veramente originali. Si immaginano il tocco di un architetto e di un designer fantasiosi e curiosi, e la firma di origi-nalità e fantasia proprie del sig. Consolini, che si capiscono già dal primo incontro. Pareti blu, colonne d’orate, una crepa della resina del pavimento lucido grigio, è diventata una venatura di rosso vivo che ora attraversa la sala. Luci singole e soffuse illuminano solo i ta-voli, i commensali si guardano tra loro ma non sono al centro del fascio di luce, rimangono ap-partati nell’intimità di una esperienza culina-ria che sembra essere davvero unica. In attesa di provarla direttamente abbiamo ascoltato il cuoco descivere la sua passione. Che finisce in un gioco, come quelli che propone al momento del dessert, dove nel piatto si organizza un ta-volo da gioco in cui si misurano la sua creatività e il nostro gusto.

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Foto fornite da ristorante Al Caval

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solo sui tavoli e non è diffusa per tutta la sala, pensando alle tovaglie tutte fatte a mano, alle stoviglie cercate per le preparazioni.

E tutta questa originalità e fantasia come si rispecchiano nella sua cucina?Ovviamente, con una trasformazione come quella che si può vedere non si poteva certo proporre un menù tipico da lago. E così ho potuto dedicarmi a realizzare piatti e prepara-zioni dove l’elemento fondamentale sono ov-viamente le materie prime che devono essere sempre freschissime e di alta qualità. Spesso vado io stesso alla ricerca dei prodotti che vo-glio utilizzare nelle ricette: come i funghi e le erbe del Monte Baldo. E poi realizzo cotture veloci e poco grasse, per esempio cuocendo le pietanze in tisane di erbe, o esaltando l’utilizzo del nostro olio, affinché la mia cucina sia più salutare possibile.

Chi sceglie il suo ristorante? Che tipo di clienti arrivano Al Caval?Al Caval viene chi cerca una cucina partico-lare. Una proposta interamente fatta in casa, dal saluto iniziale alla piccola pasticceria, com-preso il pane e i grissini. Chi ha voglia di man-giare anche prodotti tipici ma interpretati con originalità e semplicità. I sapori sono definiti e precisi, non amo confondere, anzi. Più le cottu-re lasciano integro il gusto di un prodotto, più è riuscito il mio lavoro.Il territorio ci penalizza un po’, una zona così turistica crea una offerta uniforme che si rivolge

alla massa, dovrebbero esserci più ristoranti di questo tipo, si creerebbe un movimento virtuo-so verso una cucina più ricercata ed allo stesso tempo così semplice e sana.

Fresco di stella sulla Guida Michelin... come avviene la selezione? Cosa deve fare un ristoratore per meritarsi il rico-noscimento?La ricerca tra i ristoranti di un territorio vie-ne svolta da degli ispettori. Per i primi tre anni dell’attività, nessuno è mai venuto a visitarci, in seguito, su segnalazione di clienti, nel 2007 è avvenuto il primo contatto. Dopo aver paga-to il conto, un cliente molto attento che aveva provato a fondo il menù si è svelato come un ispettore. Nel 2008 ci è stata promessa la stel-la che poi a novembre ci è stata attribuita. È tata una grande soddisfazione, molti colleghi si sono complimentati e tantissimi clienti hanno dimostrato affetto e condivisione per questo traguardo.

E tra colleghi? Abbiamo letto che con al-tri due chef avete portato Verona a Sor-rento... Ci racconta?“Campania&Veneto si incontrano a tavola, stelle dell’enogastronomia a confronto” è un evento che ha visto la partecipazione di alcuni chef di queste due regioni in una sorta di con-corso alla scoperta della tradizione culinaria delle due regioni, per esaltarne le produzioni agroalimentari. Leandro Luppi della Vecchia Malcesine, a Malcesine, Stefano Pace de La

Terrazza di Montecchia di Crosara ed io, ci siamo trovati più volte a elaborare le ricette più tipicamente veronesi. Lavorando alla ricetta per il concorso, in una uniformità di sensazioni e intuizioni, è nato per caso un altro piatto: il foiegras cotto nella pearà con pan tostà, che da allo-ra è presente uguale e con lo stesso prezzo nei nostri menù.

Quanto c’è di improvvisazione e quan-to è invece studiato ogni piatto? Qual è l’importanza del colore?Il nostro menù non cambia molto spesso, anche se in realtà i piatti sono in continua evoluzione. Ogni volta si aggiunge o si toglie un tocco, con un fiore o le erbe che sono state usate per la preparazione. I miei piatti sono precisi e con gusti definiti, con pochi ingredienti, che si ca-piscono chiaramente. I colori sono fondamen-tali per completare l’aspetto, come su una tela dipinta.

Quali sono le preparazioni che le danno più soddisfazione?I dolci sono il mio divertimento preferito. Mi sbizzarrisco a inventare il modo di proporre al cliente un gioco da mangiare, un gioco dessert. Come il Gioco del Merlo, Merler che ho inven-tato nel 2006, in cui si presentano 18 sapori da combinare insieme, oppure l’Adattamento Re-cioto, che mette tutti i profumi di questo vino dolce nel piatto, o lo Shangai, con bastoncini di biscotto, caramello, cioccolato, zucchero.(S.S.)

In alto: tagliolini con tartara di persico; a destra: pesci del Garda in crosta di pane. Nel riquadro a destra: in alto, lavarello all’antica; in basso, lucio in salsa gardesana

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Due ore di piacevolezza a tavola

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altri fino al 1997, anno in cui rileva la sede in cui lo abbiamo conosciuto. È capitato sulle sponde del Garda quasi per caso, dopo una serie di scelte che lo stavano conducendo dall’Alto Adige in Umbria. Ma lasciamogli la parola per farci raccontare come prende vita quell’opera di gusto alla quale ac-cennavamo poche righe fa.

Quali scelte vi hanno ispirato per rea-lizzare l’atmosfera che regna alla Vec-chia Malcesine? I miei obiettivi sono stati gli stessi per tutto il mio percorso, fin dal primo ristorante che ho seguito a Bolzano. Ogni volta che inizia una ri-cerca nel mondo della cucina lo scopo è sempre quello di ritrovare tra i gusti e gli ingredienti che i territori offrono, ciò che più è in armonia con le mie sensazioni e quello che provo. Capi-to cosa ho dentro io, si tratta solo di ricrearlo su un piatto e nel tocco che si da ad un ambiente per renderlo ospitale, per sentircisi a casa.

In cosa vi influenza maggiormente il fatto di trovarvi su una sponda del lago di Garda?Le influenze del lago sono soprattutto relative prodotti che utilizzo per realizzare i piatti. As-sistiamo ora ad un grande ritorno dei sapori locali, a una riscoperta dei prodotti tipici del territorio proprio da parte del pubblico e dei turisti,. Questo permette di spaziare tra ricette

Leandro Luppi apre le porte de La Vecchia Malcesine

Se gli chiedete di definire la sua cucina vi ri-sponde semplicemente: “neoclassica”. Un aggettivo che apre un mondo di significati al cui centro si torva il senso della bellezza, che in cucina ci piace far coincidere con la bontà. Leandro Luppi cerca e trova in ogni piatto il senso del neoclassicismo, in una costante ricer-ca di sensazioni che un ingrediente può regala-re, esaltando le suggestioni che un sapore può dare al palato. Il Signor Luppi, con la moglie e la figlia, da più di vent’anni è il regista dell’ope-ra del gusto che ad ogni pasto si mette in scena sui tavoli della Vecchia Malcesine, a Malcesine sul lago di Garda, in una abitazione del ‘600 dove, con maestria e creatività hanno trovato posto i tavoli e le sedie multicolore del suo risto-rante. Bolzanino di origine, vive esprimendo la sua creatività in cucina, dopo aver concluso la sua formazione di base alla scuola alberghiera di Merano e aver approfondito la sua esperien-za in numerosi grandi alberghi italiani. Giovanissimo, a 26 anni, rileva il primo risto-rante della sua carriera, al quale ne seguono

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che hanno come base i migliori elementi offerti dalla località. Pesce, olio, vino, erbe di monta-gna...

Ma come si può rendere originale un prodotto che è presente nella tradizione da sempre?Un esempio chiaro e riuscito di questo tipo di operazione è la mia preparazione del “classi-co” risotto con la tinca, tipico pesce di lago. Solitamente viene preparato come il risotto normale, ovvero tutti gli ingredienti, dal pesce alle erbe vengono uniti nella cottura e creano un amalgama dove però i sapori si fondono, perdendosi. Io ho trovato il modo di presen-tare nel piatto i medesimi ingredienti, ma in modo che i loro gusti si riescano a percepire in successione. Per prima cosa affumico la tinca e la lascio da parte mentre cucino il risotto con le erbette; quando questo è pronto, gli adagio spora i pezzetti di pesce affumicati. Il risultato, al palato, è prima di tutto il sapore della tinca affumicata, che direttamente in bocca si unisce alla delicatezza del risotto alle erbe.

Come nasce la sua ricerca sui prodotti?È uno studio continuo. Mi affascina molto l’idea di riuscire a capire cosa può dare un prodotto fino in fondo, e quali posso essere i modi per esaltarne le qualità, dando ogni volta sfumature diverse. La ricetta non è molto im-portante, il piatto nasce da solo.

Ci incuriosisce molto, nel suo menù, il “tonno” del Garda. Di cosa si tratta?È una provocazione... ovviamente nel Garda non si trova il tonno. Ma l’anno scorso, ho fat-to degli esperimenti con la Carpa, che di soli-to nessuno usa perché sa di fango ed è piena di lische. L’ho studiata da più punti di vista, l’ho sfilettata e il colore mi ricordava molto la carne del tonno, infatti è rossa con una bor-datura ancor più scura. Cruda, per seguire la moda del pesce crudo, è immangiabile; lessa, non ha sapore; ma volevo trovare il modo di farla rivalutare. Così ho pensato di prepararla nel modo in cui da sempre, tutti, mangiamo il tonno. Ovvero sotto olio di oliva. L’ho cucinata a bassa temperatura in olio extravergine di oli-va e ho cercato un contenitore adatto alla sua conservazione e presentazione. Ho trovato un vasetto di vetro che ora, a piatto ideato, diventa l’elemento più curioso. Arriva in tavola, infatti, un letto di una misticanza di insalatine ed erbe, un uovo sodo o in pochette, e davanti al cliente apro e svuoto il vasetto di carpa/tonno, diret-tamente sugli ingredienti già disposti.

Sensazione, sapore, colore. Quale di questi tre elementi è il più importante?Il primo aspetto, fondamentale e più impor-tante è senza dubbio il sapore. Segue la sen-sazione, che corrisponde all’emozione, ovvero a quello che si prova assaggiando il piatto, la provocazione che suscita in bocca, l’impressio-

ne che si ferma nella memoria. Infine viene il colore, che è importante, ma secondario. Viene da solo giocando con i piati e gli ingredienti, dopo anni di esperienza accumulata, con pen-nellate che servono per completare l’insieme.

Vino, non può mancare per far raggiun-gere ai piatti la loro completezza...Il nostro menù offre tre diverse serie di pro-dotti, nella prima le scelte dello chef, poi due percorsi per il territorio, uno attraverso il lago e l’altro sulla terra. Tutto questo è accompagna-to da suggerimenti per gli assaggi di vino. Ciò, ovviamente, non toglie al cliente la possibilità di scegliere da una carta dove sono presenti bottiglie di produttori locali delle tre regioni che confinano con il territorio del lago, e anche marchi che vengono dall’estero.

Antipasti, primi piatti, secondi e dolci. In cosa si ritrova di più, cucinando?Non ho un legame più stretto con nessun tipo di preparazione, mi diverte molto, però, cuci-nare ed elaborare i dolci, anche se non li man-gio. Le mie preferenze mangiando sono per i gusti salati.

Qual è il suo piatto preferito?I canederli, che mi riportano alla mia infanzia.(S.S.)

Per ogni informazione: ww.vecchiamalcesine.com

Foto di Tiziano Cristofoli, fornite dal ristorante Vecchia Malcesine

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passioni da scoprire

Il feltro ha una storia antichissima, varie tec-niche di lavorazione e molteplici applicazioni pratiche; nasce dalla caratteristica, propria del-le fibre di lana, di infeltrirsi diventando un ma-teriale compatto, resistente e isolante ma allo stesso tempo morbido, confortevole e protetti-vo. In questa sezione sono sintetizzate alcune informazioni fondamentali sulla storia di que-sto materiale, spesso difficilmente reperibili nei libri, e sui principi tecnici di realizzazione.(C.M.)

Un passatemponaturale e creativo

il Feltro: la tecnica

Il feltro è una struttura tessile composta da fi-bre unite non da tessitura, lavorazione a ma-glia, cucitura, colle o adesivi termici, ma per l’azione congiunta di varie componenti: umidi-tà, movimento, pressione, variazioni chimiche e termiche.Non esiste un fattore che, da solo, causi l’infel-trimento: si tratta di una combinazione di varie componenti che modificano la struttura delle fibre in modo irreversibile.Si può produrre il feltro con varie fibre animali (ovini in particolare), ma la lana di pecora è quella più facile ed immediata da lavorare. Le fibre vegetali o sintetiche, invece, non possono essere infeltrite da sole; alcune di esse si infel-triscono sovrapponendole o miscelandole alla

lana. È inoltre possibile infeltrire alcuni tipi di tessuti all’interno della lana.In soluzione alcalina (acqua e sapone) e con ac-qua calda, la lana infeltrisce nel miglior modo: poiché le fibre sono ricoperte da microscopiche squame, in acqua queste si aprono e vengono a contatto con quelle delle fibre vicine; con il movimento e la pressione le fibre si incastrano fra loro in una struttura compatta e resistente; il processo di infeltrimento è irreversibile.È possibile realizzare sia lavori bidimensionali (tessuti, tappeti, arazzi, ecc.) che oggetti tridi-mensionali senza cuciture (borse, cappelli, pan-tofole, abiti, ecc).La lana, infeltrendosi, si restringe: la percen-tuale di ritiro della lana dipende dalla sua fi-nezza/qualità, dallo spessore utilizzato e dal tempo di lavorazione.

Le lane per feltro esistenti sul mercato sono sotto forma di materassini di fibre cardate o in nastri pettinati (tops).

Per lavorare il feltro bastano poche semplici at-trezzature: un piano di lavoro impermeabile,una stuoia/tenda di bambù o di canna per stendere la lana (per piccoli lavori si possono usare tovagliette da sushi), sapone da bucato, plastica leggera, plastica da imballaggio con bolle d’aria, un paio di catini in plastica, una brocca o un pentolino per l’acqua, uno spruz-zino, spugne, asciugamani, righello o metro da sarto, pesa da cucina, guanti in plastica.Ovviamente occorre avere nelle vicinanze una presa d’acqua calda e fredda.

borse, cappelli e pantofole di feltro

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Poesia vernacolare

El miracolo (da un tema scolastico)

Semo nati al Santuario,

là nei Berici piantà,

par pregare lama Dona

che la varda par de qua.

Gh’emo dito: «A la sorella,

che da un pesso l’è sposà,

manda un fiolo, santa Madre,

o na fiola, en carità! »

Semo stati, po pregati

po magnati e sen tornà,

emo dito: «Lama Dona

de sicuro scoltarà».

Oche semo spieghè male

oche Siora s’ha sbaglià,

no savemo, bona gente,

no savemo, fato sta

che nel fine a nove mesi

el boceta l’è rivà:

ma no serto a quela giusta,

a quel’altra no sposà!

Glauco Pretto (9 novembre 2007)

le Fasi di laVorazione si Possono così riassuMere:

Stesura della lana e aspersione con acqua e saponeInfeltrimentoRollaggio e battitura

Il risultato finale è notevolmente più piccolo rispetto alle dimensioni iniziali della base di lana.Lavorare il feltro permette di realizzare oggetti in tempi brevi e anche di divertirsi, allenare la manualità e la mente. E’ una tecnica che non richiede particolari conoscenze o capacità arti-stiche pregresse ed è adatta a persone di qual-siasi età e formazione, agli adulti e ai bambini.

(Rif. al libro dell’autrice: Il feltro, tecniche fondamentali di lavo-

razione, ed. Le Arti Tessili, 2006)

Nella foto in alto: Michelangelo. Vergine con il bambino, 1501 – 1505, particolare. Marmo, Bruges

Nella foto a fianco: Michelangelo. David, 1501 – 1503, particolare. Marmo. Firenze, Galleria dell’Accademia

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nell’arte

Ci sono opere d’arte che hanno la forma di libri. Sono rarità preziosissime prodotte dalla Casa editrice d’arte e Fondazione Marilena Ferrari FMR. Michelangelo. La dotta mano apre la serie nominata bookwonderful, che prevede produzioni esclusive a tiratura limitatissima, che sintetizzano e perfezionano l’incontro tra il sapere intellettuale e la sapienza manuale. Si tratta di un’opera veramente speciale dove sono riunite le eccellenze delle professioni e delle arti collegate al mondo del libro, ma non solo. A rendere omaggio al genio michelangiolesco è stato chiamato il fotografo Aurelio Amendola,

celebre per le sue ricerche sull’immagine arti-stica, che grazie ad un sapiente uso delle luci, con i suoi scatti, resi in bianco e nero, riesce ad esaltare le forme marmoree delle sculture. La stampa si sublima nel lavoro dell’azienda fotolitografica fondata dai fratelli Claudio e Francesco Lucente e da Roberto Nostrini, che con la stamperia milanese di Jacopo Steffenini, hanno reso perfetto il risultato foglio per foglio, su carta patinata, grazie a inchiostri speciali ad alta intensità, a cui è stato aggiunto dell’argen-to. La cucitura delle pagine e la rilegatura del-l’intero volume sono state realizzate a mano, e

Michelangelo. La dotta mano

Opere d’arte a forma di libro

i piatti e il dorso dell’opera sono ricoperti da uno dei simboli più solenni del made in Italy apprezzato in tutto il mondo: il velluto di seta della Manifattura Tessile di Nole. Michelangelo. La dotta mano costa 100.000 euro e ne sono sta-te prodotte 33 copie, volumi numerati in cifre arabe da 1/33 a 33/33, ai quali si aggiungono altri 12 esemplari fuori commercio contrasse-gnati con le lettere dalla A alla N.Un lavoro così importante non poteva avere una semplice copertina, così gli editori hanno scelto di far riprodurre l’opera giovanile del maestro, Madonna della Scala, in un bassorilie-

DONO DA 100MILA EUROMichelangelo. La dotta mano è stato dona-to dalla Fondazione FMR-Marilena Fer-rari alla Public Libray di New York, alla Biblioteca della Camera dei Deputati, e al Museo del Prado di Madrid

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vo realizzato con il marmo delle antiche cave lunensi del Polvaccio, da cui l’artista stesso sceglieva i marmi perfetti per le proprie ope-re. Franco Barattini e i suoi figli hanno ripro-dotto l’antica arte in vari mesi di lavorazione. Ma non finisce qui, l’opera si completa di una custodia davvero speciale. Nell’azienda mar-chigiana di Fabrizio Gentili nasce un cofanet-to ottenuto per la quasi totalità da lavorazioni manuali, realizzato in legno di frassino tinto nero con venatura a vista. La lucidatura che lo contraddistingue è ottenuta con sette mani di vernice con finitura a spazzola.

L’OPERA IN CIFRE.20,7 sono i chilogrammi di peso del volume.45x70,5x8cm sono le sue dimensioni.264 è il numero delle sue pagine.250 grammi è il peso della carta che è velata ed in puro cotone.45 sono le tavole che riproducono disegni, so-netti e lettere di Michelangelo provenienti da Casa Buonarroti a Firenze.83 sono le immagini originali di Aurelio Amendola, che ha fotografato le opere di Mi-chelangelo.

Qui sopra: All’interno di ogni foglio, una filigrana realizzata manualmente su telaio riproduce la firma autografa del Maestro (Michelagnolo)

La carta utilizzata per la realizzazione dell’opera è da 250 gr ed in puro cotone

La copertina di Michelangelo. La dotta mano, con bassorilievo raffigurante la Madonna della Scala (Michelangelo, 1490 circa) realizzato con marmo delle cave del Polvaccio, le stesse che rifornivano il Maestro.

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Comitato Italiano UNICEFViaPalestro, 68Roma06 47809290www.unicef.it

ZED ENTERTAINMENT’S WORLDViale della Navigazione Interna, 87Noventa Padovana (PD)Tel 049 86 44 888 www.zedlive.com

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*La promozione è valida fi no ad esaurimento scorteverona

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ENNEVIVia XXIV Maggio, 12/b37123 Verona045 83 42 [email protected]

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Nel blu dipinto di bluGianluca TacchellaGiuliano AmbrosiniVladi PanatoAlberto BauchalAnna MadinelliLuca PanzieraLeandro LuppiIsidoro Consolini

marzo 2009