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19 ontrosenso 31 Ottobre 2014 Basilicata SCUOLA Italians abroad Gli Italiani apprezzati più all’estero che a casa propria O ne of the reasons why Italians are more tolerant towards foreigners is also because they are people who have all the way in the course of history been migrating to places and should I say everywhere around the nooks and corners of the entire world. So, who would understand an immigrant better if not those who have gone and are still going through the same process of moving from places to places? There is just nowhere you can go around this world that hasn’t got it’s Italian immigrant. These immigrants in high percentage are the ‘‘ambassadors’’ of the country abroad. They are the ones that carry the image of Italy abroad. They are the ones that give identity to the country and this is done through several means, such as fashion designing, engineering, architecture, cuisine and all that long list of ‘‘Made in Italy’’ pride. Italian products are one of the most appreciated all over, especially in the world or luxury. The best trade marks are mostly Italians right from Ferrari to Lanborghini, from De Cecco pasta to Gucci bags and shoes, from Renzo Piano’s creative works to Slow food invented by Carlo Petrini and the list is so long that I may fill up this page with names and brands made in Italy. The question is, why do most Italians have to move out of their country to be able to bring the best out of themselves. Or should I say, why are other countries able to bring the best out of the Italians while their beloved country does not seem to notice their creative and dedicated skills? Does it depend on the complexity of the Italian too brainy and too theoretical system compared to the more practical and simple way of reaching the same goal? Does it depend on the theory that says that an immigrant applies double energy and double force to obtain his or her objectives thus becoming positively hard headed and aggressive in reaching the goal? What ever the answer is, the Italians do it better. It’s a shame the country doesn’t create structures and ideas for the youths. Our youths are fascinated by other EU cities such as Berlin and London. The enthusiasm they show when they visit these two cities amongst others is contagious. That is a red flag that shows us that there are some activities and events missing in our country. They youths should be give the same chances and attention their counterparts have in other European cities, if this is done then we may be able to keep our brains from draining away. But if you think of it deeply, it is just that we want what the other have. I have met several Britons serving in Jazz cafes and restaurants in Rome and Milan. I have seen several German youths and French youths helping out in hotels and libraries in Italy. And some give their mother tongue language teaching provided they are able to stay longer in Italy. And they are very proud of staying and working here in Italy as a sort of gap year or a kind of Sabbatical. Though we are not talking about the half a million of Italians who have now invaded London prompting the Italians Embassy to open up a proper ‘‘prima accoglienza’’ office to help the youths orient themselves in the jungle of this world without borders. How and when are Italians going to be appreciated in their own land? Enjoy [email protected] La tutela dei diritti e il web “Il macrosistema dei media e la tutela dei diritti, nuove frontiere giuridiche dell’era digitale” “I l macrosistema dei media e la tutela dei diritti, nuove frontie- re giuridiche dell’era digitale”, è il titolo di un convegno, pro- mosso dall’Aiga (Associazio- ne Italiana Giovani Avvocati) sezione di Potenza, con il pa- trocinio dell’Ordine degli Av- vocati di Potenza, dell’Ordine dei Giornalisti di Basilicata e il Co.Re.Com Basilicata, svol- tosi presso il Tribunale di Po- tenza lo scorso 23 ottobre. All’evento, moderato dal gior- nalista Gianluigi Laguardia, è stato sviscerato un argomento di estrema attualità e fonda- mentale importanza, ovvero, il connubio tra il diritto da una parte e il web dall’altra. Il seminario formativo indi- rizzato ad avvocati e giorna- listi, è stato articolato in aree tematiche, spaziando tra web, privacy, internet, etica e rego- lamentazione. La finalità è stata quella di for- nire un’analisi e informazioni in riferimento ad un argomen- to tanto articolato e controver- so. È indiscutibile il potenziale offerto dal web, ma, ciò non può andare contro la violazio- ne dei diritti delle persone; è da riscontrare come Internet sia cresciuto senza una Co- stituzione che regolamentasse diritti e doveri, pertanto, con l’utilizzo sempre più massic- cio delle nuove tecnologie, si è reso necessario un bisogno di leggi specifiche. A tal proposito, è stata presentata, da parte dell’Italia, una proposta diretta ad una de- legazione di 27 parlamentari europei; si tratta di una Carta dei diritti di Internet frutto del lavoro di una Commissione parlamentare istituita dalla presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta dal costi- tuzionalista Stefano Rodotà. La Carta consta di 14 punti e nasce con l’obiettivo di fissa- re dei principi di uguaglianza, libertà e dignità che devono prevalere sulle logiche econo- miche, come spiega Rodotà. La bozza presentata dalla Commissione, dal 27 ottobre, sarà oggetto di consultazione pubblica, pertanto chiunque può contribuire a modificarla o integrarla. Si spazia dal diritto di accesso, la tutela dei dati personali, la sicurezza in rete e diritto all’o- blio. “Al di là della Carta dei Dirit- ti che auspichiamo sia varata in via definitiva e adottata da tutti gli Stati dell’UE, conside- rato che le frontiere di Internet non esistono e che la rete è so- vranazionale, il tutto si ricon- duce ad uno scontro di poteri: chi fa le regole, come le fa, cercando quali obiettivi, chi le interpreta per l’applicazio- ne, quale diritto è applicato, chi è l’autorità dirimente se ci sono conflitti, chi controlla i controllori”. Così si esprime, nel suo intervento, la Presi- dente dell’Aiga di Potenza, Avv. Ivana Enrica Pipponzi, la quale ha sollevato un proble- ma: “se Internet è planetaria vi sarà una pluralità di cultu- re giuridiche in competizione - quindi le soluzioni devono tener conto dei contesti e delle consuetudini”. L’incontro si è imperniato, da una parte, per quanto attiene l’ambito giornalistico all’atte- sa di legislazione che meglio coniughi il diritto della libertà di stampa e il rispetto dei dirit- ti della persona, i cui principi ispiratori devono essere quel- li della coscienza personale e deontologia professionale; sul versante giuridico, dare un trattamento giuridicamente corretto alle nuove figure che attraverso Internet nascono: i provider, gli host, le pagine web, i blog. E come catalogare con le vec- chie teorie i nuovi problemi? Per esempio: c’è un delitto in- formatico? Nel caso afferma- tivo, quale è il bene giuridico protetto? O piuttosto deve par- larsi dei vecchi delitti che ora sono fatti attraverso la rete, come la truffa del phishing, etc. Ma, i temi impellenti conti- nuano ad essere: chi governa Internet? con quale tutela? con quale possibile o probabile sbocco? i rapporti delle politi- che nazionali e sopranazionali come si esprimono? e quale effetto hanno sull’interlocuto- re privilegiato che è il governo della Rete? Con la Rete si saltano le fron- tiere e viene messa in discus- sione la sovranità nazionale. Conclude la Pipponzi: “un’al- zata di scudi di sovranità na- zionali farebbe finire Internet? Non credo, Internet ha dei mezzi tecnici per perforare lo scudo delle sovranità nazio- nali. Si deve trovare un accor- do: è un caso curioso di forze opposte di diversa natura che non si possono equilibrare né dare una battaglia finale. In primis i nuovi diritti e doveri - sempre considerando che, se c’è un diritto, qualcuno è ob- bligato a fare qualcosa, altri- menti si tratta di una mera di- chiarazione. Ma i nuovi diritti nascono così: all’inizio sono dichiarazioni; nella prassi poi vanno trovando le proprietà specifiche che le conflittive on- tologie giuridiche vanno con- sentendo. Il tema è di prima- ria importanza per il numero delle persone coinvolte e per la cogenza che queste esigono come condizione dell’espan- sione della rete”. Monica Pecoraro

ITALIANS ABROAD

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Gli Italiani sono più apprezzati all’estero che a casa propria. Controsenso del 31/10/2014.

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19ontrosenso

31 Ottobre 2014Basilicata SCUOLA

Italians abroad Gli Italiani apprezzati più all’estero che a casa propria

One of the reasons why Italians are more tolerant towards

foreigners is also because they are people who have all the way in the course of history been migrating to places and should I say everywhere around the nooks and corners of the entire world. So, who would understand an immigrant better if not those who have gone and are still going through the same process of moving from places to places? There is just nowhere you can go around this world that hasn’t got it’s Italian immigrant. These immigrants in high percentage are the ‘‘ambassadors’’ of the

country abroad. They are the ones that carry the image of Italy abroad. They are the ones that give identity to the country and this is done through several means, such as fashion designing, engineering, architecture, cuisine and all that long list of ‘‘Made in Italy’’ pride. Italian products are one of the most appreciated all over, especially in the world or luxury. The best trade marks are mostly Italians right from Ferrari to Lanborghini, from De Cecco pasta to Gucci bags and shoes, from Renzo Piano’s creative works to Slow food invented by Carlo Petrini and the list is so long that I may fi ll up this page with names and brands made in Italy. The question is, why do most Italians have to move out of their country to be able to bring the best out of themselves. Or should I say, why are other countries able to bring the best out of the Italians while their

beloved country does not seem to notice their creative and dedicated skills? Does it depend on the

complexity of the Italian too brainy and too theoretical system compared to the more

practical and simple way of reaching the same goal? Does it depend on the theory that says that an immigrant applies double energy and double force to obtain his or her objectives thus becoming positively hard headed and aggressive in reaching the goal? What ever the answer is, the Italians do it better. It’s a shame the country doesn’t create structures

and ideas for the youths. Our youths are fascinated by

other EU cities such as Berlin and London. The enthusiasm they show when they visit these two cities amongst others is contagious. That is a red fl ag that shows us that there are some activities and events missing in our country. They youths should be give the same chances and attention their counterparts have in other European cities, if this is done then we may be able to keep our brains from

draining away. But if you think of it deeply, it is just that we want what the other have. I have met several Britons serving in Jazz cafes and restaurants in Rome and Milan. I have seen several German youths and French youths helping out in hotels and libraries in Italy. And some give their mother tongue language teaching provided they are able to stay longer in Italy. And they are very proud of staying and working here in Italy as a sort of gap year or a kind of Sabbatical. Though we are not talking about the half a million of Italians who have now invaded London prompting the Italians Embassy to open up a proper ‘‘prima accoglienza’’ offi ce to help the youths orient themselves in the jungle of this world without borders. How and when are Italians going to be appreciated in their own land?

Enjoy

l a r r yade1@gma i l . com

La tutela dei diritti e il web “Il macrosistema dei media e la tutela dei diritti, nuove frontiere giuridiche dell’era digitale”

“Il macrosistema dei media e la tutela dei diritti, nuove frontie-

re giuridiche dell’era digitale”, è il titolo di un convegno, pro-mosso dall’Aiga (Associazio-ne Italiana Giovani Avvocati) sezione di Potenza, con il pa-trocinio dell’Ordine degli Av-vocati di Potenza, dell’Ordine dei Giornalisti di Basilicata e il Co.Re.Com Basilicata, svol-tosi presso il Tribunale di Po-tenza lo scorso 23 ottobre.All’evento, moderato dal gior-nalista Gianluigi Laguardia, è stato sviscerato un argomento di estrema attualità e fonda-mentale importanza, ovvero, il connubio tra il diritto da una parte e il web dall’altra.Il seminario formativo indi-rizzato ad avvocati e giorna-listi, è stato articolato in aree tematiche, spaziando tra web, privacy, internet, etica e rego-lamentazione.La fi nalità è stata quella di for-nire un’analisi e informazioni in riferimento ad un argomen-to tanto articolato e controver-so.È indiscutibile il potenziale offerto dal web, ma, ciò non può andare contro la violazio-ne dei diritti delle persone; è da riscontrare come Internet sia cresciuto senza una Co-stituzione che regolamentasse diritti e doveri, pertanto, con l’utilizzo sempre più massic-cio delle nuove tecnologie, si è reso necessario un bisogno di leggi specifi che.A tal proposito, è stata presentata, da parte dell’Italia, una proposta diretta ad una de-

legazione di 27 parlamentari europei; si tratta di una Carta dei diritti di Internet frutto del lavoro di una Commissione parlamentare istituita dalla presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta dal costi-tuzionalista Stefano Rodotà.La Carta consta di 14 punti e nasce con l’obiettivo di fi ssa-re dei principi di uguaglianza, libertà e dignità che devono prevalere sulle logiche econo-miche, come spiega Rodotà.La bozza presentata dalla Commissione, dal 27 ottobre, sarà oggetto di consultazione pubblica, pertanto chiunque

può contribuire a modifi carla o integrarla.Si spazia dal diritto di accesso, la tutela dei dati personali, la sicurezza in rete e diritto all’o-blio.“Al di là della Carta dei Dirit-ti che auspichiamo sia varata in via defi nitiva e adottata da tutti gli Stati dell’UE, conside-rato che le frontiere di Internet non esistono e che la rete è so-vranazionale, il tutto si ricon-duce ad uno scontro di poteri: chi fa le regole, come le fa, cercando quali obiettivi, chi le interpreta per l’applicazio-ne, quale diritto è applicato,

chi è l’autorità dirimente se ci sono confl itti, chi controlla i controllori”. Così si esprime, nel suo intervento, la Presi-dente dell’Aiga di Potenza, Avv. Ivana Enrica Pipponzi, la quale ha sollevato un proble-ma: “se Internet è planetaria vi sarà una pluralità di cultu-re giuridiche in competizione - quindi le soluzioni devono tener conto dei contesti e delle consuetudini”.L’incontro si è imperniato, da una parte, per quanto attiene l’ambito giornalistico all’atte-sa di legislazione che meglio coniughi il diritto della libertà

di stampa e il rispetto dei dirit-ti della persona, i cui principi ispiratori devono essere quel-li della coscienza personale e deontologia professionale; sul versante giuridico, dare un trattamento giuridicamente corretto alle nuove fi gure che attraverso Internet nascono: i provider, gli host, le pagine web, i blog. E come catalogare con le vec-chie teorie i nuovi problemi? Per esempio: c’è un delitto in-formatico? Nel caso afferma-tivo, quale è il bene giuridico protetto? O piuttosto deve par-larsi dei vecchi delitti che ora

sono fatti attraverso la rete, come la truffa del phishing, etc. Ma, i temi impellenti conti-nuano ad essere: chi governa Internet? con quale tutela? con quale possibile o probabile sbocco? i rapporti delle politi-che nazionali e sopranazionali come si esprimono? e quale effetto hanno sull’interlocuto-re privilegiato che è il governo della Rete? Con la Rete si saltano le fron-tiere e viene messa in discus-sione la sovranità nazionale.Conclude la Pipponzi: “un’al-zata di scudi di sovranità na-zionali farebbe fi nire Internet? Non credo, Internet ha dei mezzi tecnici per perforare lo scudo delle sovranità nazio-nali. Si deve trovare un accor-do: è un caso curioso di forze opposte di diversa natura che non si possono equilibrare né dare una battaglia fi nale. In primis i nuovi diritti e doveri - sempre considerando che, se c’è un diritto, qualcuno è ob-bligato a fare qualcosa, altri-menti si tratta di una mera di-chiarazione. Ma i nuovi diritti nascono così: all’inizio sono dichiarazioni; nella prassi poi vanno trovando le proprietà specifi che che le confl ittive on-tologie giuridiche vanno con-sentendo. Il tema è di prima-ria importanza per il numero delle persone coinvolte e per la cogenza che queste esigono come condizione dell’espan-sione della rete”.

Monica Pecoraro