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INTELLIGENZA Lezione 6 Spagnoletti Maria, Stella 2020 Si ricorda che il materiale contenuto nelle slide è in parte estrapolato dalla bibliografia di riferimento per l’esame [Feldman, R.S. et al. (2017). Psicologia Generale. NY: McGraw Hill]; è strettamente rivolto agli studenti del corso e non consentita la pubblicazione al di fuori della piattaforma universitaria utilizzata dal docente.

Intelligenza · 2020. 11. 4. · matrici di Raven Prove piagettiane GLOBALI MATURATIVE Torie dell'età mentale Scala Wechseler Stanford-Binet MULTIPLE Teoria delle intelligenze multiple

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  • INTELLIGENZA Lezione 6

    Spagnoletti Maria, Stella 2020

    Si ricorda che il materiale contenuto nelle slide è in parte estrapolato dalla bibliografia di riferimento per l’esame

    [Feldman, R.S. et al. (2017). Psicologia Generale. NY: McGraw Hill]; è strettamente rivolto agli studenti del corso e

    non consentita la pubblicazione al di fuori della piattaforma universitaria utilizzata dal docente.

  • Intelligenza

    • Capacità di apprendere dall’esperienza e impegnarsi con

    successo nella soluzione dei problemi e nel ragionamento

    astratto

    • “Attività mentale diretta all’adattamento intenzionale ai

    contesti del mondo reale rilevanti per la propria vita e alla

    selezione e alla costruzione di essi” (Sternberg, 1985)

    • Capacità di comprendere il mondo, pensare

    razionalmente, usare con efficacia le risorse disponibili in

    caso di difficoltà

  • Intelligenza

    Definire l’intelligenza non è un compito facile, il rischio di

    cadere nei luoghi comuni è elevato, infatti il concetto di

    intelligenza fa riferimento a molteplici funzioni mentali ed è

    sensibile alle differenze interculturali.

  • Intelligenza

    Attualmente il concetto di intelligenza fa riferimento in termini generali alla capacità umana di ragionare in termini astratti e concreti, possedere abilità logica e competenze verbali, saper assumere rapidamente delle decisioni quando richiesto dall’ambiente, stabilire adeguate relazioni sociali, comprendere le proprie emozioni, i propri bisogni e motivazioni così come quelli degli altri.

    Prendendo a prestito la cultura occidentale piuttosto che orientale, l’enfasi su alcune capacità o abilità è data anche da aspetti contestuali e culturali. Comunque la capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente e usare con efficacia le risorse disponibili in caso di difficoltà, riassume sinteticamente il costrutto di intelligenza.

  • Intelligenza

    • Ricerca di Snyderman e Rothman (1987)

    Concetto di intelligenza:

    Ai livelli più alti della gerarchia vi è la capacità di pensiero astratto, di apprendimento e di risoluzione di problemi, le abilità di calcolo, la memoria, la velocità di elaborazione, il linguaggio, l’adattamento all’ambiente e il pensiero divergente, la motivazione al successo, la presenza di scopi e obiettivi, l’adeguato funzionamento dei sensi.

    Fattore unitario o insieme di più fattori parzialmente indipendenti? Oppure componenti dimensionali in cui ogni dimensione è una intelligenza a sé?

  • Esistono diversi tipi di intelligenza?

    Esistono diversi tipi di intelligenza?

    • Intelligenza fluida e cristallizzata

    • I fattori dell’intelligenza

    • Le intelligenze multiple di Gardner

    • L’elaborazione delle informazioni e intelligenza

    • Intelligenza pratica ed emotiva

  • Teorie sull’intelligenza

    UNITARIE

    Teoria del fattore g

    matrici di Raven

    Prove piagettiane

    GLOBALI MATURATIVE

    Torie dell'età mentale

    Scala Wechseler

    Stanford-Binet

    MULTIPLE

    Teoria delle intelligenze multiple

    Test di abilità primarie

    GERARCHICHE

    Teoria fattoriale a livelli

    Batterie di intelligenza

    COGNITIVISTE

    working memory

    valutazione neuropsicologica

  • Teorie sull’intelligenza

    • Nella letteratura scientifica rintracciamo diverse teorie

    dell’intelligenza, una prima suddivisione è tra teorie esplicite e

    teorie implicite (Sternberg, 1987, 2000). All’interno delle teorie

    esplicite si collocano le teorie cognitive e quelle differenziali.

  • I fattori dell’intelligenza

    • Alcune delle prime teorie ipotizzavano che alla base

    dell’intelligenza ci fosse un singolo fattore generale di

    abilità mentale.

    • L’analisi fattoriale fu il metodo statistico utilizzato per

    acquisire informazioni sulle abilità fondanti il costrutto di

    intelligenza.

    • L’analisi fattoriale permette inoltre una riduzione della

    complessità del numero di fattori che spiegano un

    fenomeno.

  • Il “fattore g”

    Il fattore generale di intelligenza “fattore g” (Spearman,

    1927):

    • Unico e generico fattore di abilità mentale responsabile di

    qualsiasi manifestazione di intelligenza, che veniva

    misurato in sede di verifica

    Teorie più recenti concepiscono l’intelligenza come un

    concetto multi-dimensionale

  • Attitudini intellettive primarie

    • Successivamente Thurstone (1938) contestò l’ipotesi di una

    intelligenza generale (fattore g) proponendo l’esistenza di

    diversi fattori che definì attitudini intellettive primarie (PMA).

    Primary Mental Ability (PMA):

    • Abilità numerica

    • Visualizzazione spaziale

    • Memoria

    • Ragionamento

    • Fluidità verbale

    • Comprensione verbale

  • Guilford (1982), seguendo sempre l’approccio fattoriale,

    organizzò le capacità mentali secondo tre assi:

    • Operazioni (cognizione, memoria, produzione divergente,

    produzione convergente, valutazione)

    • Contenuti (figurale, simbolico, semantico, comportamentale)

    • Prodotti (unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni,

    implicazioni)

  • Intelligenza fluida e cristallizzata

    Negli anni Sessanta sono stati distinti due tipi di intelligenza: quella fluida e quella cristallizzata. Semplificando l’intelligenza fluida indica un tipo di intelligenza generale, quella cristallizzata riflette la cultura nella quale una persona cresce

    • Intelligenza fluida:

    Riflette le capacità di elaborazione delle informazioni, il ragionamento, la memoria. È la capacità di usare il pensiero in modo fluido per risolvere problemi e per affrontare situazioni nuove. Ci permette di affrontare un problema identificando schemi e relazioni sottostanti usando il ragionamento logico per individuare la soluzione.

    • Intelligenza cristallizzata:

    Accumulo di informazioni, abilità e strategie che le persone apprendono attraverso l’esperienza e che applicano nelle risoluzioni di problemi.

  • Elaborazione delle informazioni

    • Le prime (teorie cognitive) dette anche teorie

    dell’elaborazione dell’informazione si pongono l’obiettivo

    di individuare e indagare i processi mentali che

    contribuiscono all’esecuzione di un compito cognitivo. Le

    differenze individuali, secondo le teorie cognitive, sono

    dettate da una serie di variabili di tipo cognitivo collegate

    ai processi di elaborazione.

  • Elaborazione delle informazioni

    Questo approccio invece di concentrarsi sulla struttura

    dell’intelligenza o su i contenuti e le dimensioni della stessa,

    esamina i processi coinvolti nella produzione di comportamenti

    intelligenti ( Sternberg et al.)

    Nel modello dell’intelligenza di Sternberg (2002;2005) si

    evidenziano tre sottoteorie dell’intelligenza:

    1. La sottoteoria delle componenti

    2. La sottoteoria dell’esperienza

    3. La sottoteoria di contesto

  • Elaborazione delle informazioni

    • Nella sottoteoria delle componenti rientrano i meccanismi di

    base di elaborazione delle informazioni, ossia processi come

    la capacità di pianificare e valutare le informazioni per

    risolvere un problema, oppure i processi di performance che

    includono la scelta di strategie di risoluzione.

    • La sottoteoria dell’esperienza valuta come l’esperienza

    individuale può incidere sulla facilità di risoluzione di un

    compito in considerazione delle maggiore o minore familiarità

    con il compito stesso.

    • Infine la sottoteoria di contesto esplora la relazione tra

    l’ambiente esterno e l’intelligenza individuale.

  • Gardner: le intelligenze multiple

    Esiste un minimo di 8

    diversi tipi di intelligenza,

    relativamente indipendenti

    l’uno dall’altro (Gardner,

    2000)

    Ciascun tipo di intelligenza

    è legato a sistemi

    neurologicamente

    indipendenti a livello

    cerebrale

    1.Intelligenza musicale

    2.Intelligenza corporeo-cinestetica

    3.Intelligenza logico- matematica

    4.Intelligenza linguistica

    5.Intelligenza spaziale

    6.Intelligenza interpersonale

    7.Intelligenza intrapersonale

    8.Intelligenza naturalistica

  • Gardner: le intelligenze multiple

  • Gardner: le intelligenze multiple

    • Secondo Gardner ogni persona possiede gli otto tipi di

    intelligenza individuati, ma il grado con si esprimono varia

    da un individuo all’altro.

    • Gardner considera inoltre l’esistenza di altri tipi di

    intelligenza, per esempio l’intelligenza esistenziale.

    • Il concetto di intelligenze multiple ha portato allo sviluppo

    di test di intelligenza in cui più di una risposta può essere

    corretta.

  • Intelligenza pratica

    Sternberg inoltre affermò che il tipo di intelligenza più utile

    è l’intelligenza pratica:

    • Un tipo di intelligenza legato ad un successo generale nella vita

    • Si acquisisce principalmente attraverso l’osservazione del comportamento altrui

    • I test che valutano l’intelligenza pratica misurano la capacità di applicare principi generali per risolvere problemi quotidiani

  • Intelligenza emotiva

    • L’intelligenza emotiva è un insieme di abilità che sono alla base

    del giudizio accurato e della valutazione delle emozioni proprie

    e altrui. È alla base dell’empatia verso gli altri,

    dell’autocoscienza e delle abilità in ambito sociale.

    • Secondo Goleman (1995) regola l’abilità di stare bene con gli

    altri, fornendo una comprensione di ciò che gli altri sentono e

    sperimentano permettendo una risposta adeguata.

  • Intelligenza emotiva

    Mayer e Salovey (2004) descrivono 4 componenti

    dell’intelligenza emotiva:

    1) riconoscere, valutare ed esprimere con accuratezza le

    emozioni proprie ed altrui

    2) Accedere e generare emozioni in quanto facilitatori del

    pensiero

    3) Comprendere ed analizzare le proprie emozioni

    4) Regolare le emozioni

  • Teorie sull’intelligenza

    • Si aggiungono nel frattempo alle precedenti altre posizioni, che

    mantenendosi nell’area psicometrica, hanno ulteriormente

    articolato il panorama delle concettualizzazioni dell’intelligenza.

    • Alcune tesi di tipo più eclettico e globalistico, approcciano con

    il funzionamento intellettivo senza prendere una vera posizione

    nel dibattito teorico, limitandosi ad individuare le funzioni più

    rappresentative per la valutazione dell’intelligenza (Binet,

    Simon, Terman e Merrill, Wechsler) ma sottraendosi alla

    richiesta di spiegare l’intelligenza.

  • Teorie sull’intelligenza

    • Negli ultimi decenni sono state formulate nuove ipotesi (per

    una visione esaustiva vedi C. Cornoldi, 2007) sui meccanismi

    cognitivi dell’intelligenza. Il punto di vista del cognitivismo

    moderno si orienta verso l’idea secondo la quale una serie di

    principi strutturali sottostanno ai meccanismi coinvolti nelle

    diverse abilità. Questi meccanismi quali velocità di

    elaborazione, memoria di lavoro, attenzione controllata,

    promuovono e spiegano il funzionamento intellettivo.

  • Valutare l’intelligenza

    Vista la varietà di teorie nate nel tentativo di spiegare un

    concetto così complesso, non sorprende che la misurazione

    dell’intelligenza si sia rivelata davvero articolata.

    I primi tentativi si rivelarono inoltre errati in quanto basati su

    principi semplicistici e fuorvianti. Tra questi singolare è la

    risposta formulata da Galton (1822-1911).

  • Francis Galton (1822-1911)

    Ipotizza una naturale superiorità intellettuale nelle persone

    dell’alta società, dimostrando che l’intelligenza è un fatto

    ereditario

    Misura e forma della testa (fatti ereditari) avrebbero una

    relazione diretta con la grandezza del cervello, e quindi con

    l’intelligenza

    Il merito principale di Galton fu pensare che ci potesse essere un

    modo oggettivo di quantificare e misurare l’intelligenza

  • Binet e lo sviluppo dei test

    Dopo Galton i primi veri test di intelligenza furono formulati dallo

    psicologo Alfred Binet (1857-1911)

    L’ipotesi di partenza di Binet era che se è vero che la

    prestazione in determinati compiti o prove migliora con l’età

    cronologica o fisica, la prestazione può dunque essere presa

    come distinguo tra persone più e meno intelligenti all’interno di

    una determinata fascia d’età.

    Sulla base della formulazione dei test per misurare il livello

    intellettivo nasce il concetto di età mentale, ossia il livello di

    sviluppo dei soggetti che raggiungono una particolare

    prestazione in un test

  • Il quoziente di intelligenza

    Una elaborazione successiva (Stern e Terman) dei test di

    Binet condusse all’individuazione di un nuovo indice

    conosciuto come quoziente di intelligenza (QI)

  • Il quoziente di intelligenza

    Il Quoziente di Intelligenza (QI)

    Risultato che tiene conto dell’età mentale e cronologica di un individuo:

    QI = MA / CA X 100

    dove MA sta per età mentale e CA per età

    cronologica

    Nonostante i principi fondamentali per il calcolo di un QI siano ancora

    ritenuti validi, oggi questi risultati sono considerati in modo diverso e

    vengono definiti come QI di deviazione

  • Scala di Intelligenza Stanford-Binet

    Giunto ora alla quinta edizione, il test consiste in una serie di

    voci che variano di natura a seconda dell’età della persona

    esaminata

    L’esame è orale: ad esempio viene chiesto ai bambini di

    ricopiare immagini o rispondere a domande su attività

    quotidiane, mentre gli adulti devono risolvere analogie, spiegare

    proverbi, descrivere le somiglianze esistenti tra gruppi di parole.

    L’esaminatore comincia l’indagine con domande

    sufficientemente allineate all’età mentale del soggetto,

    aumentando man mano il livello di difficoltà delle domande.

  • Scala di Intelligenza Stanford-Binet

    • L’ultima versione disponibile in italiano è degli anni ‘60. Il

    test prevede diverse sezioni organizzate per livello di

    difficoltà.

    • Il test risulta una valida misura dell’intelligenza,

    soprattutto dell’intelligenza definita cristallizzata

    • Basandosi sul concetto di età mentale, la difficoltà è

    legata a filo doppio con l’età dei soggetti.

    • Il test è applicabile fra i 2 e i 18 anni. Sebbene preveda

    sezioni per adulti, ma queste non sono sufficientemente

    discriminative per gli individui di elevata intelligenza o

    cultura.

  • Scala di Intelligenza Stanford-Binet

    • Gli item del test prevedono un’ampia varietà di prove. Il

    test è abbastanza lungo.

    • I tempi di somministrazione superano l’ora, se il soggetto

    arriva a rispondere alle sezioni più difficili del test. Quindi

    la somministrazione diviene più lunga all’aumentare

    dell’età del soggetto.

    • Le norme sono state sviluppate su un campione di 3000

    soggetti americani. Mentre la versione italiana della scala

    si è avvalsa di un campione di 735 unità. Tuttavia le

    numerosità dei sottocampioni normativi per alcune fasce

    di età sono insufficienti.

  • Scala di Intelligenza Stanford-Binet

    L’attendibilità è molto buona (α > .95).

    Questo è in parte dovuto alla lunghezza del test, ma anche

    alla coerenza del fattore di intelligenza misurato.

    Un esame degli item suggerisce che il test misura

    soprattutto l’intelligenza cristallizzata. Infatti le abilità

    culturalmente acquisite pervadono gran parte delle prove.

    Anche le sostanziali correlazioni con il QI totale del WAIS

    dimostrano che lo Stanford- Binet è soprattutto misura

    dell’intelligenza cristallizzata.

    Questo però non è un grave limite: per le classi di età cui il

    test è rivolto, intelligenza cristallizata e fluida appaiono

    correlate.

  • Scala di Intelligenza Stanford-Binet

    Vantaggi

    • Il test è valido, attendibile e misura un aspetto rilevante

    dell’intelligenza.

    • In particolare, i punteggi QI da esso forniti sono un buon

    predittore del successo scolastico.

    Svantaggi

    • I confronti fra diverse età cronologiche sono difficili a

    causa dell’uso del QI di rapporto e della scarsa

    comparabilità del tipo di prove impiegate nelle sezioni

    dedicate alle diverse età cronologiche.

    • Il test fornisce solo il QI complessivo. Altri test (WAIS) si

    concentrano su più di un QI.

  • I test di Wechsler

    • Si tratta dei test di intelligenza più utilizzati.

    • Vi sono tre versioni del test:

    • WPSSI per bambini in età prescolare

    • WISC per bambini

    • WAIS per adulti

    • Tutte le versioni prevedono la somministrazione

    individuale.

    • Non si basa, come lo Stanford-Binet sul concetto di età

    mentale

    • Viene calcolato il QI di deviazione

    • A confronto con lo Stanford-Binet è di applicazione più

    flessibile nelle diverse fasce di età.

  • I test di Wechsler

    • Il test per adulti, il WAIS, possiamo definirla la matrice su cui

    sono state sviluppate le scale per bambini.

    • Il WAIS, come lo Stanford-Binet, è soprattutto una misura

    dell’intelligenza cristallizzata, sebbene tenti di misurare anche

    quella fluida.

    • A differenza dello S-B, prevede la misura di QI separati per

    intelligenza verbale e di performance. Inserendo ulteriori due

    indici:

    • Memoria di lavoro

    • Velocità di elaborazione

    • Il calcolo del QI globale è comunque previsto

    • Le prove sono ulteriormente divise in sottoscale e permettono

    di ricavare un profilo analitico.

  • WAIS-IV

    Individua quattro differenti indici che

    contribuiscono al calcolo del

    Quoziente Intellettivo Totale (QIT):

    Esempi di prove

    a) Informazione

    b) Comprensione

    c) Aritmetica

    d) Somiglianze

    e) Simboli e cifre

    f) Ragionamento con matrici

    g) Disegno con blocchi (cubi)

    - Indice di comprensione verbale (ICV)

    - Indice di ragionamento percettivo (IRP)

    - Indice di memoria di lavoro (IML)

    - Indice di velocità di elaborazione (IVE)

    a) Chi ha scritto Tom Sawyer?

    c) 3 donne si dividono equamente 18 palle da golf. Quante palle da golf riceve ognuna?

    f) L’esaminando deve decidere quale di queste 5 possibilità può sostituire il punto di domanda e

    completare la sequenza

  • Leiter-R

    • Si tratta di un test di misura del QI e dell'abilità cognitiva

    completamente non verbale, particolarmente adatto per

    bambini e adolescenti, da 2 a 20 anni, con ritardo

    cognitivo e con disturbi verbali.

    • A differenza dei test tradizionali del QI, la Leiter-R pone

    l’accento sull’intelligenza fluida ed è quindi meno soggetta

    a influenze linguistiche, culturali, sociali o educative.

    • La Leiter-R consiste di due batterie standardizzate:

    Visualizzazione e Ragionamento (VR)

    Attenzione e Memoria (AM)

  • Leiter-R

    • La Leiter-R consiste di due batterie standardizzate:

    Visualizzazione e Ragionamento (VR)

    Attenzione e Memoria (AM)

    • Sono incluse inoltre quattro scale di livello (per l'esaminatore,

    per il genitore, di autovalutazione e per l'insegnante), che

    permettono un'osservazione multidimensionale del

    comportamento del soggetto.

    • Entambe le batterie permettono di ottenere punteggi "di

    crescita", non standardizzati con l'età, che misurano piccoli, ma

    importanti miglioramenti in soggetti con gravi deficit cognitivi, in

    modo che sia possibile monitorarne nel tempo i progressi.

  • Matrici progressive di Raven

    È un test di cui è possibile organizzare la somministrazione

    collettiva.

    Intende misurare l’intelligenza fluida.

    Infatti usa come item solo matrici-sequenza di figure.

    Vi sono diverse versioni del test per differenti scopi

  • Test legati all’intelligenza

    Test di profitto

    • Test ideato per determinare il livello di conoscenza di una persona in un’area d’interesse specifica

    • Si concentra sul materiale specifico acquisito da un individuo

    Test attitudinali

    • Ha l’obiettivo di predire la capacità di una persona in uno

    specifico campo di lavoro

    • SAT, ACT

  • Criteri di utilità dei test

    • Attendibilità

    • Un test è utile se fornisce misurazioni coerenti. Un indice

    di coerenza è l’attendibilità alla riapplicazione (test-retest

    reliability), ossia il grado in cui ci si può aspettare che una

    persona sottoposta ad un test più di una volta ottenga lo

    stesso punteggio

    • Validità

    • Un test è valido quando misura quello che deve misurare.

    La validità di un test può essere misurata sulla base della

    concordanza tra il punteggio ed un criterio esterno

  • Definire gli estremi dell’intelligenza

    Il ritardo mentale

    Soggetti dotati di una particolare intelligenza

    Esplorando la diversità: natura, educazione e QI

    Intelligenza ed ereditabilità

  • Ritardo mentale

    • Disturbo caratterizzato da significative limitazioni sia delle funzionalità intellettuali sia del comportamento di adattamento che coinvolge abilità concettuali, sociali e pratiche (AAMR, 2002)

    • Incidenza: nei soli Stati Uniti colpisce dall’1 al 3% della popolazione

    • Ritardo lieve: tra i 55 e 69 punti nei test di QI

    • Ritardo moderato: tra i 40 e i 54 punti

    • Ritardo grave: tra i 25 e i 39 punti

    • Ritardo profondo: al di sotto dei 25 punti

  • Cause del ritardo mentale

    • Cause di tipo biologico: rappresenta quasi 1/3 dei casi (sindrome di Down, sindrome fetale da alcol)

    • Anomalia nella struttura del cromosoma

    • Ritardo familiare: mancanza di evidenza di deficit biologici ma storia di ritardo nella famiglia

  • Soggetti dotati di particolare intelligenza

    • Individui tra il 2 e il 4% della popolazione che raggiungono risultati di QI superiori ai 130 punti

    • Persone adattate, di successo, in grado di fare la maggior parte delle cose meglio delle persone comuni

  • Differenze individuali di intelligenza

    • Contesto ed esperienza di una persona sono potenziali fattori di influenza del risultato nei test di QI.

    • È stato infatti riscontrato che membri di gruppi culturali o etnici specifici raggiungono solitamente risultati più bassi rispetto a membri di altri gruppi

  • Un test di QI culturalmente equo

    • prevede domande basate su esperienze comuni a tutte le culture

    • comprende più voci che non richiedono l’uso del linguaggio

    Il tentativo di costruire un test di QI culturalmente equo risulta molto difficile, dal momento che esperienze passate, abitudini, valori esercitano quasi sempre un’influenza sulle risposte.

  • Ereditabiltà

    • In generale, l’intelligenza dimostra una grande

    percentuale di ereditabilità

    • Rappresenta un metro di giudizio per stabilire quanto una

    caratteristica sia legata alla genetica, a fattori ereditari