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INSEGNAREDUCANDO. N° 4 - 01/2011

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Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunità educante.

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Page 1: INSEGNAREDUCANDO. N°  4 - 01/2011

NNeewwss iinnsseeggnnaannttii GGrruuppppoo AAbbeellee

Nipotini di Wikileaks

Una maestra elementare di Aosta si appisola durante il

compito in classe. Le belve dietro i banchi estraggono l’arma

letale - il telefonino - e documentano la pennichella

dell’insegnante per poterla spiattellare ai genitori e alla preside,

che sospende la bella addormentata. Aiuto. Cominciamo col

dire che, quando una maestra si appisola (e da che mondo è

mondo le maestre ogni tanto si appisolano), un bambino bene

educato si mette a copiare il compito del compagno di banco o

schizza in corridoio per fare a botte con gli amichetti. Invece

questi microsadici non muovono un muscolo e sferruzzano

ossessivamente sui telefonini come reporter d’agenzia pur di

immortalare la defaillance della disgraziata. E i genitori? Intanto

è mostruoso che non trovino mostruoso armare delle creature

di appena otto anni con la pistola dei ficcanaso. E quando poi le

creature gli sventagliano sotto il naso lo scoop del secolo,

invece di redarguirli per la mancanza di rispetto nei confronti

della Signora Maestra e requisire loro l’arma, che fanno?

Corrono dalla preside a chiudere il cerchio della delazione,

imponendole di fatto la sospensione della reietta.

L’eccesso di tecnologia abbinato alla carenza di autorità sta

producendo una genia di sfrenati spioni. Nessuno può più

sentirsi tranquillo in nessun posto: un clic di tuo figlio e finisci

immortalato su Facebook mentre saccheggi in mutande il frigo

di casa. Urgono contromisure alla modernità. Che in ogni scuola

si approntino stanze foderate di metal detector in cui una

maestra possa andare ogni tanto ad appisolarsi in pace.

La Stampa - 12 gennaio 2011

Numero 4 Gennaio 2011

SOMMARIO:

Eventi speciali:

Ritorno a Barbiana

Grazie Gramellini! Cari colleghi…

Giochi di parole

Ma siamo capaci di ascoltare?

Libri di testo, che delusione!

L’aratro della libertà.

Le 5 W per un gruppo insegnanti

Eventi Speciali: ritorno a Barbiana

Grande fermento tra chi ama sognare… come noi!

Nell’ambito del progetto Albachiara si sta ipotizzando un convegno

per insegnanti di tutt’Italia a Barbiana. Tema:

RITRRITRRITRRITROVARE ORIZZONTI DI OVARE ORIZZONTI DI OVARE ORIZZONTI DI OVARE ORIZZONTI DI SENSO:SENSO:SENSO:SENSO:

educare ai tempi, ai luoghi, ai modieducare ai tempi, ai luoghi, ai modieducare ai tempi, ai luoghi, ai modieducare ai tempi, ai luoghi, ai modi

A matita, sull’agenda segnate date probabili : 9 e 10 aprile 2011

Grazie Gramellini! Era necessario un altro punto di vista

Cari colleghi… Cari colleghi, non addormentatevi in classe, per carità!!! Oggi più che mai dobbiamo tenere gli occhi aperti!! Quando entriamo in classe si apre una sfida: riuscire a raggiungere la mente e il cuore dei ragazzi che ci sono affidati… e non è facile, visti gli stimoli che li bombardano. Ma non diamoci per vinti. Chi lavora in prima linea, nelle le scuole di seconda Chance, ci suggerisce una strada molto semplice: la cura della relazione. È il dialogo che fa la differenza! E un ricordo può esserci d’aiuto… Il nostro caro maestro era un vero punto di riferimento per molti di noi, attento a tutto, imponente e appassionato, nonostante fosse alle soglie della pensione. Solo un difettuccio: a volte, data l’età e qualche problema digestivo, dopo l’intervallo, s’addormentava … una pennichella di 3 minuti. Noi lo guardavamo ridendo, come si fa con un caro nonno, poi ci alzavamo a scambiarci figurine, rubare una merenda, sogghignare sottovoce per una barzelletta … ma lui riemergeva all’improvviso e come nulla fosse, con voce tonante, ci ridava il là e l’orchestra ricominciava a suonare. “Maestro, ma dormivi?!” “Eh sì bambini, … ma ho voluto mettervi alla prova: cosa avete fatto da soli?” Ci guardava profondamente ad uno ad uno, con tanto affetto e autorevolezza… e noi non potevamo nascondergli nulla! Iniziava così un lungo dialogo in cui tanti punti di vista si confrontavano col suo e le sue brevi “assenze” diventavano lezioni di autonomia. Il tempo scuola era un laboratorio educativo dove parlare e confrontarsi su tutto e tutto aveva sempre, prima o poi, un collegamento con ciò che era da studiare. Lo sappiamo, l’esempio è datato…ma oggi sappiamo ancora guidare i ragazzi ad apprendere dalla vita?

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ACROSTICI… per menti che funzionano

ancora.

Come sapete, un acrostico è un componimento poetico in cui lettere , sillabe o parole iniziali di ciascun verso

formano un nome o una frase.

Provate individualmente a comporre un acrostico con le seguenti parole, poi proponete l’esercizio a colleghi e

allievi

Giochi di paroleGiochi di paroleGiochi di paroleGiochi di parole per uscire da un empasse….per uscire da un empasse….per uscire da un empasse….per uscire da un empasse….

Pagina 2 Lo stuzzicadenti …

I N S E G N A N T E

Che bella foto!

Grazie a

http://incognita2.files.wordpress.com/2010/11/farfalle_di_parole.jpg

“Siamo sommersi dall'inganno delle parole,tutti parliamo di giustizia e di pace ma tra il dire e il

fare...Che i nostri sogni

diventino responsabilità”.

d. Luigi Ciotti

Talvolta sintetizzare i pensieri, con poche e sostanziali parole, aiuta a ESSENZIALIZZARE ciò che siamo e facciamo,

e quindi a comprenderci di più.

(COMPRENDERE = etimologicamente “tenere insieme”)

Formare acrostici o giocare con parole-immagini può aiutare a “focalizzare”

Chissà che da queste parole non si sviluppino intenti, idee e sguardi nuovi?

Finite le vacanze si torna a scuola, ma con quella faccia un po’ così… Pare che non ci sia nessuna prospettiva che incoraggi…

A L L I E V I

S C U O L A

SE IL MIO MODO DI INSEGNARE FOSSE …

uno sport sarebbe …. la corsa ad ostacoli

Se fosse un fiore sarebbe….

Se fosse un cibo … un indumento un oggetto

un film una canzone un paesaggio

un frutto un quadro d’autore

una sinfonia un animale

un personaggio storico un personaggio televisivo

un albero uno slogan

una sola parole chiave una cura

un’opera letteraria un viaggio

Pagina 2

SSSSospesa tra le braccia di Morfeo OOOOdo un sommesso mormorio d’onde GGGGravita nel sogno l’illusione e NNNNuoto nell’acque mie adorate OOOOspitali e ricche d’attrattive.

Tratto da http://blog.libero.it/imieiacrostici/wiew.php?nocache=1296062087

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La collezione…

+

Le sette regole dell’arte di ascoltare: 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. 2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. 3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali, se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.

Tratto da “Arte di ascoltare e mondi possibili:

come si esce dalle cornici di cui siamo parte”. di Marianella Sclavi

Ma siamo capaci di ascoltare?

La collezione…

1. La scuola peggiore è quella che si limita a individuare capacità e meriti evidenti.

La scuola migliore è quella che scopre capacità e meriti lì dove sembrava che non ce ne fossero.

2. La scuola peggiore è quella che esclama: meno male, ne abbiamo bocciati sette, finalmente abbiamo una bella classetta.

La scuola migliore è quella che dice: che bella classe, non ne abbiamo perso nemmeno uno.

3. La scuola peggiore è quella che dice: qui si parla solo se interrogati.

La scuola migliore è quella che dice: qui si impara a fare domande.

4. La scuola peggiore è quella che dice: c’è chi è nato per zappare e c’è chi è nato per studiare.

La scuola migliore è quella che dimostra: questo è un concetto veramente stupido.

5. La scuola peggiore è quella che preferisce il facile al difficile.

La scuola migliore è quella che alla noia del facile oppone la passione del difficile.

6. La scuola peggiore è quella che dice: ho insegnato matematica io? Sì. La sai la matematica tu? No. 3! vai a posto.

La scuola migliore è quella che dice: mettiamoci comodi e vediamo dove abbiamo sbagliato.

7. La scuola peggiore è quella che dice: tutto quello che impari deve quadrare con l’unica vera religione, quella che ti insegno io.

La scuola migliore è quella che dice: qui si impara solo a usare la testa.

8. La scuola peggiore rispedisce in strada chi doveva essere tolto dalla strada e dalle camorre.

La scuola migliore va in strada a riprendersi chi le è stato tolto.

9. La scuola peggiore dice: ah com’era bello quando i professori erano rispettati, facevano lezione in santa pace, promuovevano il figlio del dottore e bocciavano il figlio dell’operaio.

La scuola migliore se li ricorda bene, quei tempi, e lavora perché non tornino più.

10. La scuola peggiore è quella in cui essere assenti è meglio che essere presenti.

La scuola migliore è quella in cui essere presenti è meglio che essere assenti.

Elenco del peggio e del meglio della scuola (letto dallo scrittore Domenico Starnone durante la trasmissione “Vieni via con me”)

Pagina 3

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Vorrei suggerirvi un tema di cui non si sente parlare: la qualità dei libri di testo nella scuola, specie quelli in uso nella scuola secondaria di primo grado. Che delusione! Questi libri sono molto diversi da quelli che usavo io a scuola e che ancora ricordo ed in alcuni casi ho voluto conservare per affetto.

Mio figlio frequenta la seconda media e trovo che molti dei suoi libri di testo, soprattutto quelli di geografia, storia, scienze e tecnologia siano pieni di concetti astratti e di informazioni e classificazioni superflue e comunque poco adatte ai bambini di 11 o 12 anni. Il libro di geometria mostra i problema svolti prendendo spesso ad esempio i casi più semplici e banali, e poi costringe i ragazzi a cimentarsi da soli (o con i genitori nella migliore delle ipotesi) con i problemi più complessi e difficili. Il libro di geografia non guida i ragazzi nella conoscenza del territorio, ma sciorina una serie di notizie frammentarie sul clima, la sociologia, il PIL e l' economia. Mancano del tutto le cartine fisiche e politiche, ma sono presenti i grafici che riportano solo numeri. Ecco, ad esempio, il modo in cui si parla di allevamento in un testo di geografia, usato in prima media:

"(...)Gli scopi per cui gli uomini hanno allevato e tuttora allevano animali sono diversi: fondamentale è la produzione di cibo (soprattutto proteine animali) sotto forma di carne, latte e uova. I bovini, gli equini, i cammelli, gli elefanti vengono allevati o addomesticati anche per essere utilizzati nel lavoro dei campi, per trasportare persone e merci, nel traino di carri o di attrezzi agricoli, come l'aratro.(...)" ("Alla scoperta del territorio e dell'Europa" casa editrice Bulgarini) A me pare che l'obiettivo del testo sia quello di trasmettere dei dati asettici, senza dare alcun riferimento all'esperienza concreta, ad un territorio identificabile: sembra quasi che gli elefanti, i cammelli, i bovini e gli equini siano allevati tutti insieme anche in Europa (vedi il titolo del libro). In questi libri di testo spira un vento enciclopedico che disorienta e che appiattisce tutto. Credo che non esista un controllo di qualità sui libri e che le case editrici non tengano conto dei risultati. Molti genitori si lamentano della scarsa qualità dei libri di testo, molti insegnanti ormai si sono abituati ad accontentarsi di quello che offre il mercato. Ne vogliamo parlare? Donatella [email protected]

Libri di testo Che delusione!

C’è posta per…La nostra posta elettronica si riempie di vostre mail….

Su questo numero pubblichiamo una lettera che fa discutere e un sms che incoraggia…

Pagina 4

GRAZIE! GRAZIE E ANCORA GRAZIE!!!!!!!!!!!!!

Quando abbiamo bisogno di una carica.... per fortuna non ci sono solo i pocket coffee!!!!! Sono davvero grata di poter "essere mondo"

con voi! Tiziana

E se il libro di testo fosse…

DIVERSO???

Sappiamo che alcune scuole primarie attuano da diversi

anni l’iniziativa di non acquistare libri di testo uguali per tutti, ma utilizzare i fondi

a disposizione per creare un’ampia biblioteca in classe, a disposizione di tutti, utile per approfondire, fare confronti, integrare la spiegazione da

vari punti di vista…

Conoscete esperienze analoghe nelle scuole

secondarie di primo e secondo grado?

Raccontateci!

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Pagina 4

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Telefono:

011.3841052 3315753853

Posta elettronica: [email protected]

Per non perdere la rotta

La bussola ….

Ricetta per far nascere un gruppo insegnanti:

Ecco le 5 W che vi avevamo promesso:Ecco le 5 W che vi avevamo promesso:Ecco le 5 W che vi avevamo promesso:Ecco le 5 W che vi avevamo promesso:

Ingredienti:

• WHO: Almeno 3 insegnanti (di territori vicini oppure della stessa città o scuola) che hanno superato la fase “non voglio essere copiato da nessuno, sono il migliore” e sono entrati nella fase “ mi sento solo, singh”

• WHAT: merenda insieme, pasticcini e cioccolata calda (oppure pane e salame) … + 1 questione (problema/sogno/compito) che mi sta a cuore sul lavoro e voglio discutere con qualcuno.

• WHEN: una volta ogni 15 giorni

• WHERE: chiedendolo in anticipo, potete avere a disposizione un’aula scolastica oppure una sala comunale o la stanza di qualche associazione o parrocchia del territorio.

• WHY: perché? Se non sapete rispondere a questa domanda, non siete pronti per realizzare questa ricetta. Rileggete la poesia “L’aratro della libertà”.

Procedimento:

1. Partire con entusiasmo invitando alcuni colleghi che vi sembrano interessati alla ricetta.

2. Trovare una parola chiave che vi accomuna e che fa intravedere una

possibile identità del nuovo gruppo (i gruppi insegnanti che lavorano sulla legalità si chiamano “presidi insegnanti di Libera”)

3. Trovare un sogno che vi accomuna: preparazione di un progetto, scrittura collettiva di racconti esilaranti che vi sono accaduti a scuola, un

impegno che vorreste portare avanti insieme, un progetto grande a cui vorreste aderire,…

4. Comunicarci la vostra nascita: data, luogo, numero partecipanti, nome e progetto e scopo, in modo da contagiare tutti gli insegnanti che leggono la news (più di 700!) e dare inizio a un diverso modo di vivere questo mestiere.

Pagina 5

Quando uno comincia da zero quando uno comincia a mani vuote, ma pulite, quando uno in principio ha in mente di costruire un mondo, comincia prima di tutto da sé, dalla forza che ha dentro e dalla volontà di costruire. Prima di tutto c'è il sogno che ha dentro. Poi la mente comincia a cercare un mondo. I suoi occhi si guardano intorno, nel mondo, il mondo, la sua vastità e i suoi boschi, il mondo, la sua terra fertile, il mondo, i suoi fiumi. I suoi occhi vedono la materia

che userà per costruire,ma anche le difficoltà e gli ostacoli.

La mano cerca gli strumenti

che servono a tagliare il legno,a dissodare il terreno,

a imbrigliare la forza dell'acqua.Poi la mano cerca altre mani

che lo aiutino,una comunità di mani che lo aiutino.

Così il sogno diventa il sogno non di un solo uomo,

ma il sogno di una comunità.Non soltanto il mio sogno,

ma il nostro sogno.Non soltanto il mio mondo,

ma il tuo mondo e il mio mondoche appartiene a tutte le mani

che ci lavorano.

L’ aratro della libertà di L.J. Hugles