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8/19/2019 ILCONCETTODINATURAEILRAPPORTOUOMO-DIOINMARSILIOFICINO
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IL CONCETTO DI NATURA E IL
RAPPORTO UOMO-DIO IN
MARSILIO FICINO:Questa pagina è tratta da: La dignità dell'uomo e l'etica: percorso storico (appunto) di
Federica Maltese.
Il concetto di naturaPer natura si intende l’essenza stabile e permanente di una cosa, di un ente.
Naturale è ciò che inerisce alla cosa, ciò che compete in maniera essenziale,
persistente e stabile, e non accidentale o fortuita. Il concetto di natura coincide
con quello di specie. Naturale è ciò che viene riconosciuto appartenere
sempre e comunque a tutti gli individui di quella specie, è riscontrabile
sempre e in tutti i membri di quella specie. Appetito naturale è quell’appetito che
è suscitato in lui dalla sua stessa natura. Il fine a cui è rivolto è il bene: ogni
essere ha connaturato a sé l’impulso al bene.
Ogni cosa esistente capace di moto possiede un determinato appetito naturale
conforme alla sua essenza e specie (natura) e diretto al bene. L’appetito naturale
tende alla perfezione del loro stesso essere, cioè alla piena realizzazione del suo
essere in tutta la sua portata. Tendere alla perfezione è lo stesso che
tendere alla propria causa per unirsi ad essa, perché la causa è sempre
superiore all’effetto. Dunque l’appetito naturale, alla ricerca della perfezione, si
rivolge alla sua causa perché è nel ritorno all’origine che possono soddisfarsi
acquietandosi. L’ ordine che regna in natura dimostra che il fine è
conseguibile, perché dire che il mondo è ordinato vuol dire che è finalisticamente
organizzato. Ogni fine particolare è subordinato ad un fine universale che è il
Tutto stesso: dirigendosi ai loro propri fini le singole cose si dirigono al fine
unico, cioè l’ordine e l’armonia nel suo complesso. Le singole parti sono
rapportate al Tutto, per cui una cosa è perfetta in quanto armonicamente
inserita nel Tutto e in funzione di esso.
L’imitazione di DioUomo caratterizzato da affanno, irrequietezza, niente sembra soddisfarlo. Per
trovare pace si dedica all’esercizio delle arti: in questa sua capacità di
autogovernarsi senza soffrire i limiti della natura corporea l’uomo mostra la sua
somiglianza con la natura divina: si serve di tutti gli elementi, li abbellisce, ed
appare come vicario di Dio in terra. L’irrequietudine che spinge l’uomo a tutte
queste attività lo indice ad una sorta diimitazione di Dio: inoltre, solo l’uomo è
in grado di dominare se stesso e governare l’universo. Conoscendo i moti dei
cieli ha quasi lo stesso genio dell’Autore di tali moti: l’artefice umano imita quello
divino e lo fa perché l’intelligenza di cui è dotato è simile a quella divina e tende
ad incrementare questa somiglianza. Quattro facoltà eccellono su tutte le altre: prontezza della percezione; estensione della memoria; predizione dell’avvenire;
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uso delle parole. L’intelligenza concepisce tutto ciò che Dio fa: lo esprime
con la parola, con la carta e nella materia, emulando Dio nell’arte e nei governi.
L’Assimilazione a Dio
All’anima non basta emulare Dio, ma vuole divinizzarsi facendosi Dio. Si può scorgere nell’agire dell’uomo lo sforzo per conseguire quello status che è proprio
soltanto di Dio: tale è l’appetito naturale della specie umana. Si spiega così
l’inquietudine dell’uomo: se Dio è il fine dell’uomo, nessuna cosa finita può
realmente soddisfarlo. A Dio si sono sempre attribuiti dodici doti, che
definiscono la sua natura:
“1” è il primo vero e il primo bene in sé;
“2” è ogni cosa
“3” è l’autore di tutto
“4” è al di sopra di tutto
“5” è in ogni cosa “6” è sempre
“7” provvede ad ogni cosa
“8” amministra con giustizia
“9” nell’atto di governare permane con forza nel suo modo di essere
“10” tratta ogni cosa con temperanza e soavità
“11” vive una vita ricchissima e piena di gaudio
“12” nel suo sommo grado di beatitudine si contempla , si ammira e si rende
onore.
L’uomo cerca di far proprie queste doti: come dimostra il perpetuo affanno dell’uomo, esso ricerca il Bene supremo e non uno singolo e
determinato..l’uomo è anima ed ha un corpo: l’anima è l’essenza e la vera
natura dell’uomo e i bisogni spirituali sono più naturali, più essenziali di quelli
fisici. L’uomo mira a conoscere la causa ultima di tutte le cose, la Verità stessa.
Per la teoria dell’appetito naturale ogni cosa tende alla propria causa, ma
ciascuna alla causa più prossima senza tendere oltre (al creatore, cioè). La causa
prossima e sufficiente dell’anima è Dio stesso,perché l’anima deriva da Dio
stesso e solo in Lui trova soddisfazione e riposo. Sicuramente, in conformità al
perfetto ordine universale, l’anima potrà raggiungere il fine a cui è destinata, ma
non in questa vita: l’estasi resta un momento transitorio, e un privilegio di pochi. Seconda dote: l’uomo cerca di diventare ogni cosa? L’uomo è capace di ogni
forma di vita, riassumendo in se tutti i gradi di vita. Inoltre cerca di conoscere e
si sforza di volere tutte le cose e poiché pensando e volendo si unisce agi oggetti
che pensa e vuole si identifica con essi: conoscere = assimilarsi, pensarne
l’essenza, identificarsi con essa. La mente si trasforma nelle cose che pensa,
diventando ogni cosa e quindi diventando Dio. Terza e quarta dote: l’uomo imita
la creatività divina e si pone in posizione di superiorità rispetto al creato.
L’impulso a dominare dell’uomo mostra la sua nobiltà e come alla sua esistenza
inerisca una dimensione divina. Quinto e sesto attributo: l’uomo desidera essere
sempre e ovunque. Si sforza di tramandare ai posteri la propria memoria e l’anima ha desiderio di immortalità. Settimo-decimo attributo: innegabile è lo
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sforzo con cui l’anima cerca ci farsi previdente. Tramite le leggi ricerca la
giustizia, tramite l’immutabilità (nella vita spirituale o nella resistenza dell’uomo
comune) cerca la fortezza e nel desiderio di armonia ricerca la temperanza.
Undicesima dote: da cui la ricerca di grandi ricchezze e sempre nuovi piaceri (sia
spirituali, quelli giusti, che quelli modani) Dodicesimo attributo: l’uomo tende a
fare proprio il culto che ha Dio per se stesso, rispettando e venerando ciò che di
divino vi è nell’uomo (gli aspetti più nobili e sublimi della spiritualità propria e
altrui). D’altra parte c’è il culto che, unici tra gi animali, gli uomini rendono a
Dio. Dunque l’uomo cerca di possedere tutte e 12 le doti di Dio, la natura umana
è nel suo fondo questo appetito di Dio, e solo di Lui si accontenta. Tutte le azioni
non sono altro che manifestazioni di quest’impulso, vero motore di tutta
l’esistenza umana. E grande è l’uomo per questo suo desiderio.
di Federica Maltese