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Il primo world cafè dell’energia spazio alle idee degli studenti Report Finale

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Il primo world cafè dell’energia

spazio alle idee degli studenti

Report Finale

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Perché un World Cafè dell’Energia?L’idea di realizzare un processo di partecipazione sui temi dell’energia che coinvolgesse gli studenti delle scuole superiori pratesi è nata da uno scambio di sollecitazioni tra l’associazione Legambiente Prato e l’assessorato all’Ambiente provinciale. Da diversi anni infatti l’amministrazione provinciale si sta attivando in modo più assiduo sui temi dell’efficienza e del risparmio energetico. È di questi mesi l’elaborazione di un bando ad hoc che ha come obiettivo proprio la riqualificazione energetica degli edifici scolastici al fine di trovare soluzioni che siano al contempo economicamente e ambientalmente sostenibili.La lunga esperienza di Legambiente Prato nella didattica ambientale, e in particolare sui temi dell’energia - anche attraverso la partecipazione alle attività dello Sportello Pratese per l’Energia e la Sostenibilità -, ha fatto muovere quindi i primi passi verso l’idea di questo progetto dal forte carattere innovativo per il territorio.

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Grazie alla collaborazione del gruppo di lavoro Retesviluppo, giovane spin off dell’Università di Firenze e in modo particolare del Pin di Prato, è stato possibile costruire le varie fasi del processo partecipativo mettendo in campo ciascuno le proprie competenze più specifiche.Le dieci scuole coinvolte dal progetto rappresentano la totalità degli istituti presenti sul territorio: Copernico, Livi, Cicognini-Rodari, Dagomari, Convitto Cicognini, San Niccolò, Marconi, Datini, Buzzi e Gramsci Keynes. Più di cinquanta le ragazze e i ragazzi coinvolti accompagnati a loro volta da insegnanti davvero motivati e disponibili. La scelta di coinvolgere gli studenti su questo importante tema ha tenuto conto della grande sensibilità mostrata dalle scuole e da gruppi studenteschi pratesi sui temi della sostenibilità ambientale. Questo importante risultato non sarebbe stato possibile senza la preziosa collaborazione della Consulta degli Studenti di Prato e dell’insegnante di riferimento, Elisabetta Faggi.

Che cos’è il World Cafè?World Cafè è una metodologia di partecipazione particolarmente indicata per l’emersione di nuove informazioni, nuove domande e questioni attraverso la discussione incrociata tra gruppi di persone con interessi diffusi circa il tema oggetto di discussione.Con il World Cafè si incoraggia la discussione all’interno di un ambiente tranquillo e familiare, proprio come quello di un Cafè, riunendo le persone in tavoli da 4-5 persone, e fornendo loro materiale (post it, fogli, penne, pennarelli colorati) tale da incentivare la produzione e connessione di idee: il ricreare un ambiente accogliente è funzionale infatti a far sì che le persone siano a proprio agio, parlino, ascoltino e si relazionino con maggiore tranquillità e creatività, rendendo visibile l’intelligenza collettiva del gruppo nel perseguimento di obiettivi comuni. La discussione si articola solitamente in tre sessioni, di circa 20/30 minuti l’una, ognuna delle quali ispirata da una domanda o tema-guida. Alla fine delle prime due sessioni, il “padrone di casa” (una persona per tavolo individuata all’inizio della giornata) rimane al tavolo, mentre gli altri si spostano nel ruolo di “ambasciatori di significato”. Chi si sposta porta con sé le idee, i temi e le domande nelle nuove conversazioni in cui si unisce. Il

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padrone di casa dà il benvenuto ai nuovi arrivati e condivide brevemente le idee principali, i temi e le domande della conversazione iniziale; incoraggia gli ospiti a collegare e connettere le idee che vengono dalle precedenti conversazioni ascoltando attentamente e sviluppando sui contributi di ciascuno. Attraverso il “movimento”, viene favorito lo scambio delle idee emerse nelle conversazioni precedenti. Dopo i tre turni di conversazione si inizia una conversazione che coinvolge l’intero gruppo in plenaria per condividere gli aspetti emersi. In queste conversazioni, stile assemblea pubblica, si crea uno scambio, un confronto, una intelligenza collettiva e nuove possibilità per l’azione.

Efficienza energetica e sostenibilità ambientale: come ne parliamo?Il World Cafè dell’Energia si è tenuto venerdì 11 maggio presso l’Auditorium dell’Istituto Francesco Datini di Prato. Prima di questo incontro, i circa 50 studenti degli Istituti Superiori coinvolti nel progetto hanno preso parte ad una prima mattinata introduttiva dei temi sui quali sarebbero stati poi chiamati ad esprimere le proprie idee. Nel corso di questo primo incontro sono stati lanciati alcuni spunti di riflessione, buone pratiche presenti a livello italiano ed europeo, dai quali i ragazzi avrebbero potuto eventualmente cogliere elementi di trasferibilità e replicabilità all’interno del contesto pratese. Uno dei princìpi sui quali è stato chiesto di basare le proprie riflessioni è stato quello della sussidiarietà orizzontale, ovvero del ruolo attivo che loro stessi, e più in generale i cittadini, possono ricoprire per il raggiungimento di obiettivi legati ad un minore impatto ambientale delle attività dell’uomo. Le proposte arrivate, come si vedrà, non si sono perciò concentrate esclusivamente su ciò che può e che deve fare l’Amministrazione Pubblica, ma anche su quelle azioni individuali con cui tutti i singoli sono chiamati a contribuire per un cambiamento, anche “culturale”, rispetto ai temi dell’energia e dell’ambiente. Il World Cafè è stato strutturato in tre sessioni di confronto, ognuna delle quali caratterizzata da una domanda-guida. Su ciascuno dei temi proposti i ragazzi hanno discusso con compagni di tavolo sempre diversi, grazie

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alla regola del Cafè che richiede ai partecipanti di cambiare posto ad ogni sessione. All’incontro ha partecipato l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Prato, Stefano Arrighini, che si è cimentato nel ruolo di “consulente” di tavolo, in più occasioni sollecitato dai ragazzi ad offrire chiarimenti su questioni nate all’interno dei gruppi.

I temi della giornata

Domanda 1: Quali sono i principali problemi presenti, nella tua scuola e nel territorio pratese, nell’ambito dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale?

Con la prima domanda è stato chiesto ai partecipanti di individuare le problematicità, ciò che non va, facendo riferimento sia alla propria esperienza di studenti che a quella di cittadini. Molte delle indicazioni arrivate dal primo quesito hanno posto l’accento sullo spreco di risorse all’interno degli edifici scolastici, ovvero su ciò che i ragazzi vedono e percepiscono per una buona parte della propria giornata-tipo di studente.

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Gli sprechi cui viene fatto riferimento riguardano le principali risorse assorbite dagli edifici scolastici: dall’elettricità “luci accese anche di notte o quando non ce n’è bisogno”, all’acqua “irrigatori automatici accesi anche quando piove”, alla carta, fino ai riscaldamenti. Per quest’ultimo tema gli studenti hanno segnalato due principali criticità:La gestione centralizzata degli impianti di riscaldamento delle scuole, con un calendario dell’accensione/spegnimento troppo rigido che non consente di disattivare gli impianti quando la temperatura esterna lo consentirebbe;La dispersione termica dovuta alle caratteristiche strutturali degli edifici scolastici (aule troppo alte e/o caloriferi collocati sotto le finestre).La questione strutturale è stata quindi percepita come centrale dai giovani studenti, che hanno altresì “puntato il dito“ contro l’obsolescenza architettonica di alcuni edifici, con aule dal soffitto troppo alto e/o con infissi inadeguati che provocano la dispersione di calore, e ciò paradossalmente avviene anche in scuole che dispongono di vetri termici, i quali potrebbero invece contenere i consumi permettendo un più veloce riscaldamento degli ambienti.

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Oltre alle questioni architettoniche e strutturali, alcuni gruppi hanno introdotto la criticità relativa al tema culturale, ovvero della sensibilità – individuale e collettiva – col quale, non solo a scuola, ci si approccia alla questione del consumo di risorse e della sostenibilità ambientale. Raccolta differenziata e scarsa propensione all’utilizzo del trasporto pubblico, con un numero eccessivo di auto per famiglia: sono questi i principali punti raccolti dai ragazzi sul tema comportamentale. Tali debolezze, tuttavia, sono state indicate come in qualche modo conseguenti all’insufficienza di campagne informative e di sensibilizzazione, che dovrebbero avere invece un ruolo essenziale nell’orientare i comportamenti verso pratiche virtuose.Il tema della mobilità è stato un altro punto al centro della discussione della quasi totalità dei gruppi: è evidente come in questo caso gli studenti abbiano parlato soprattutto in qualità di principali utenti dei servizi del trasporto pubblico locale, indicando in autobus in qualche caso troppo datati (e quindi inquinanti) e nel poco efficiente rapporto spazio/tempo di percorrenza le principali motivazioni che tenderebbero a scoraggiare dall’utilizzo del mezzo pubblico. Sempre con riferimento alla mobilità, i partecipanti hanno discusso dell’insufficienza di piste ciclabili, alcune delle quali poco illuminate e che quindi non incentivano all’utilizzo di mezzi, come la bicicletta, ad impatto zero. La progettazione delle piste ciclabili dovrebbe tener conto non solo della finalità “ricreative” di queste; occorrerebbe quindi costruire nuovi percorsi ciclabili che consentano ai cittadini di raggiungere i punti di maggiore fruizione, ovvero le scuole e gli uffici.Alcuni gruppi di studenti si sono poi concentrati su ambiti critici che trascendono il contesto locale: la questione degli imballaggi dei beni di consumo, ad esempio, che influisce in maniera determinante sulla filiera del prezzo dello stesso bene (per la produzione, confezionamento e trattamento rifiuti) e sulle emissioni di Co2. Altro ambito problematico, di origine esterna, è stato individuato nei costi connessi all’installazione di impianti di energia rinnovabile considerati ancora troppo elevati, andando così a frenare la volontà/possibilità di famiglie ed imprese di investire in questa tipologia di fonti. Da ultimo, due gruppi si sono trovati concordi nell’indicare un problema

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necessariamente “politico”, riferito al grosso potere di controllo e lobby esercitato da parte di imprese multinazionali che controllano le risorse tradizionali di energia (petrolio, carbone, ecc.), le quali rappresenterebbero un grosso freno allo sviluppo – anche tecnologico – delle fonti green.

Domanda 2: Sulla base dei problemi individuati, quali pos-sibili azioni potrebbero essere attuate per migliorare l’effi-cienza energetica?

Nella seconda sessione gli studenti sono stati chiamati a discutere, a partire dai problemi individuati nella fase precedente, su possibili soluzioni che potrebbero essere attuate a scuola e nel territorio mutuate da buone pratiche già presenti in altri Paesi, oppure operando sull’ottimizzazione dei consumi energetici partendo da un cambiamento dei comportamenti individuali e operando sul recupero di risorse liberate dal controllo degli sprechi.Anche in questa seconda fase l’attenzione dei partecipanti si è concentrata in misura predominante su quelle azioni, spesso molto semplici, che comporterebbero un migliore rapporto tra consumo di risorse ed ambiente. Richiamando il tema dello spreco di acqua negli edifici scolastici, una delle buone pratiche segnalate è stata quella relativa al montaggio di filtri “rompigetto” e “riduttori di flusso” che permettono un controllo più efficiente del getto idrico, o ancora: favorire la diffusione di fontanelli di acqua potabile nelle scuole, anche con l’obiettivo di diminuire l’uso delle bottiglie di plastica. Analoghe azioni possono riguardare l’illuminazione delle aule e altri spazi all’interno degli edifici pubblici, ma non solo, con l’abbandono delle lampade ad incandescenza a favore di quelle a risparmio energetico. Rispetto al tema del riscaldamento degli ambienti scolastici, tema molto sentito dagli studenti, è stato proposto di rendere più “intelligente” il calendario dell’accensione impianti, in modo da permettere una gestione più efficiente calibrata anche sulle condizioni climatiche.Molte delle proposte emerse dai gruppi hanno toccato il tema dei rifiuti e della raccolta differenziata, dove si ravvisa ancora una scarsa sensibilità:

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alcuni partecipanti hanno proposto di favorire un ruolo più attivo rispetto a questo tema da parte sia degli studenti che dei docenti, con l’istituzione di “gruppi di controllo” di Istituto che abbiano una funzione di sorveglianza rispetto alla raccolta differenziata dei rifiuti e al riciclo di beni quali, ad esempio, la carta.Un ruolo più attivo potrebbe passare dalla costituzione in ogni istituto scolastico, sull’esempio del Liceo Scientifico Copernico, di un gruppo Ambiente che si occupi di organizzare incontri, eventi e sensibilizzare gli altri studenti sui temi del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. In questo caso, gli studenti hanno fatto riferimento a quella che viene considerata una buona pratica già presente in una delle scuole del proprio territorio.Il tema della bioarchitettura e della bioedilizia è stato molto presente anche in questa seconda sessione: molte proposte hanno infatti segnalato azioni di tipo strutturale in grado di migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Ristrutturare gli edifici scolastici, in particolare gli infissi e realizzando controsoffittature negli spazi dai soffitti ingiustificatamente alti, in modo da

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rendere le strutture meno esposte alla dispersione termica. Nelle nuove costruzioni, nelle parole dei partecipanti, si dovrebbe favorire, attraverso il potenziamento degli incentivi pubblici, l’utilizzo di materiali innovativi ed ecosostenibili e l’installazione di impianti di energia rinnovabile. L’obiettivo ideale dovrebbe essere quello di creare edifici passivi, in grado di produrre abbastanza energia da soddisfare il proprio fabbisogno e di rivendere alla rete quella in surplus.Rispetto al tema della mobilità, anche in questo caso al centro della discussione di molti gruppi, i partecipanti propongono sia azioni di sensibilizzazione all’utilizzo del mezzo pubblico, che un potenziamento/miglioramento dell’offerta di trasporto pubblico, in modo che la scelta dei cittadini di passare a scelte di mobilità a minore impatto ambientale possa essere supportata da un servizio efficiente. La promozione dell’utilizzo del mezzo pubblico dovrebbe essere supportata da campagne di informazione/sensibilizzazione, ma anche da incentivi rivolte a particolari categorie, come gli studenti e i lavoratori. Per questi ultimi, che i ragazzi hanno individuato come la categoria con maggiori

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difficoltà ad abbandonare l’abitudine di utilizzare l’auto privata, si potrebbe pensare ad abbonamenti-prova gratuiti della durata di un mese.Più aree verdi e piste ciclabili che colleghino i luoghi della residenza con quelli della scuola e del lavoro rientrano tra le proposte volte a favorire la cd. “mobilità dolce”, anche in modo da creare una maggiore fruizione della città e degli spazi pubblici da parte dei cittadini.Secondo i partecipanti, la Pubblica Amministrazione dovrebbe inoltre ricoprire un ruolo più attivo nei confronti dei privati, sensibilizzando maggiormente gli investitori verso le fonti rinnovabili ed invitando i grandi centri commerciali allo spegnimento di luci ed insegne oltre una certa ora.In ultimo, tra le proposte dei ragazzi rientra anche quella di sfruttare l’energia idroelettrica prodotta grazie ai corsi d’acqua, facendo tesoro in questo caso delle esperienze passate: in Toscana la grande abbondanza di corsi d’acqua sul territorio ha permesso nei secoli lo sviluppo di una fitta rete di opifici (cioè l’equivalente delle attuali industrie) mossi dalla forza idraulica, dai mulini ai frantoi, dalle gualchiere alle cartiere agli impianti di lavorazione del ferro, di cui ancora oggi si conservano moltissime testimonianze: edifici, canalizzazioni (“gore”), resti di ruote idrauliche.

Domanda 3: Fai la tua proposta! Realizza un programma d’a-zione per sviluppare le proposte più attuabili, individuando le azioni da percorrere e gli attori da coinvolgere.

Nelle terza ed ultima sessione è stato chiesto agli studenti di selezionare, sulla base delle proposte raccolte nella fase precedente, le azioni che a loro parere avrebbero maggiore possibilità di essere attuate, anche in considerazione dei vincoli di spesa delle Pubbliche Amministrazioni.Bioarchitettura, potenziamento degli incentivi per le energie rinnovabili, maggiori aree verdi e piste ciclabili, ma non solo: i partecipanti hanno sin da subito riflettuto sulla questione della scarsità di risorse che caratterizza l’attuale congiuntura economica. Molte delle proposte della giornata si sono perciò orientate ad una maggiore razionalizzazione delle risorse esistenti, ponendo particolare attenzione a quei comportamenti – sia individuali che di comunità – che realizzano sprechi, quindi consumo ingiustificato di risorse senza reale ritorno in termini di benefici per la collettività. Il “bene

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comune” è stato il comune denominatore di tutte le proposte, partendo da un ruolo attivo non solo dell’attore pubblico, ma anche dei singoli cittadini e delle imprese private, ognuno dei quali – nell’ambito del proprio ruolo e competenze – deve essere chiamato all’assunzione di responsabilità rispetto alla tenuta di comportamenti eco sostenibili.Tra le proposte più facilmente attuabili, gli studenti hanno indicato primariamente quelle a costo zero, ovvero volte a recuperare risorse attraverso il controllo degli sprechi, quindi: montaggio di filtri riduttori di flusso nei rubinetti, spegnimento delle luci nei luoghi non utilizzati o sufficientemente illuminati dalla luce naturale, utilizzo di carta riciclata, maggiore attenzione alle modalità con cui viene realizzata la raccolta differenziata, pannelli di controllo dell’impianto termico in ogni singola scuola, in modo da poter controllare i caloriferi e poterli spegnere quando non necessari.Per poter realizzare efficacemente tutte le piccole grandi azioni richiamate, i ragazzi ritengono però fondamentale un ruolo più attivo negli Istituti da parte di studenti e docenti, anche attraverso la costituzione di un Gruppo Ambiente che abbia il compito di informare e sensibilizzare sui temi del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. Campagne informative che del resto dovrebbero essere al centro dell’agenda delle Istituzioni, il cui ruolo nelle parole dei ragazzi non può prescindere dai compiti di “indirizzo” della popolazione verso comportamenti e stili di consumo virtuosi.Con riferimento al trasporto pubblico, i ragazzi hanno proposto un potenziamento del servizio di autobus e della rete di piste ciclabili: in particolare, rivedere i tragitti delle linee in modo che le fermate degli autobus siano posti ad una distanza non superiore a 300/350 metri dalle abitazioni. Fondamentale, inoltre, è che gli amministratori pubblici diano l’esempio facendo un maggiore utilizzo del mezzo di trasporto pubblico.I ragazzi hanno inoltre richiamato il tema della responsabilità sociale delle imprese del territorio, che devono essere chiamate ad assumere comportamenti eco compatibili. Un esempio su tutti: spegnere le insegne oltre una certa ora dalla chiusura degli esercizi commerciali. Infine, sul tema del miglioramento strutturale degli edifici pubblici gli studenti ritengono imprescindibili gli interventi di riqualificazione ambientale, pur

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consci delle difficoltà di reperimento delle risorse destinate allo scopo. La soluzione, in questo caso, è stata ricercata nel coinvolgimento di soggetti privati, chiamati a realizzare partnership sinergiche con le Istituzioni. Per tutti, le parole di un partecipante: “[…] bisogna trovare aziende disposte ad investire negli edifici pubblici, ad esempio le scuole, investendo nell’installazione di impianti fotovoltaici, quindi a costo zero per la scuola e per la Provincia. Ci sarebbero benefici per entrambi: la scuola avrebbe la corrente gratis, e l’azienda potrebbe rivendere la corrente in eccesso, quindi i soldi investiti verrebbero recuperati nel corso degli anni”.

Considerazioni finaliIl primo World Cafè dell’Energia ha offerto l’opportunità ad un cospicuo gruppo di studenti degli Istituti Superiori di Prato di riflettere e discutere in maniera non convenzionale sui temi legati all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. Ciò che ha sorpreso – ma forse solo chi non conosce bene questi ragazzi – è l’estremo interesse ed entusiasmo, nonché preparazione, con cui si sono lanciati nella discussione e confronto con i

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propri compagni e con i colleghi di altri Istituti. A testimonianza dello spirito mostrato dai partecipanti, in un tavolo a prevalente composizione “liceale” è successo che i ragazzi chiamassero ad unirsi a loro un compagno di un Istituto Professionale, considerato preparato – e quindi utile – per portare la discussione su ambiti più tecnici. Di questi aspetti se ne è accorto certamente anche l’Assessore all’Ambiente della Provincia, Stefano Arrighini, che ha seguito l’intera durata dei lavori e che più volte è stato invitato al tavolo da alcuni gruppi che lo hanno chiamato ad offrire chiarimenti su questioni che volta volta si ponevano al centro della discussione.Lo spirito e l’entusiasmo si sono però tradotti anche in elevato livello – quantitativo e qualitativo – delle proposte emerse. Il punto di vista è quello di ragazzi dai 15 ai 20 anni, che hanno “lenti interpretative” forse non ancora pienamente formate, ma certamente non ancora condizionate dall’esperienza e da pregiudizi. I problemi individuati e le proposte fatte variano da un livello minimo di difficoltà di attuazione fino a progetti dall’elevato grado di complessità.

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L’auspicio di questi ragazzi è però che le Amministrazioni Pubbliche possano tenere conto di tali suggerimenti, partendo magari proprio da quelle azioni più semplici, nell’attesa che il clima economico consenta – perché no – di mettere in pratica i loro progetti più “visionari”.

GRAZIE A TUTTI VOI CHE AVETE PARTECIPATO!

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