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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port Tempo n°10 Dicembre 2009 Il Presidente del CONI apre il corso di aggiornamento per dirigenti CSAIN Intervista a "Mr. Geox", l'uomo che con un'idea rivoluzionaria ha creato un'azienda leader Riflettori sulla figura del tecnico: i suoi dubbi, i rapporti con l'atleta-donna Parla Gianni Petrucci: «Nuovi sport avanzano ma cerchiamo anche di fare cultura»

I L A I R T S U D o port - CSAIn · Raffaele Pagnozzi, si appresta a guidare lo sport italiano fino a dopo i Giochi di Londra 2012, ma alle porte c’è già la sfida olimpica di

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n°10 Dicembre 2009

Il Presidente del CONIapre il corso di aggiornamento perdirigenti CSAIN

Intervista a "Mr. Geox",l'uomo che con un'idearivoluzionaria ha creatoun'azienda leader

Riflettori sulla figuradel tecnico: i suoidubbi, i rapporticon l'atleta-donna

Parla Gianni Petrucci:«Nuovi sport avanzanoma cerchiamoanche di fare cultura»

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2 Sulla nuova strada dello CSAIN con il sostegno del Presidente Petrucci

di Luigi Fortuna

3 Il portabandiera e la torcia,quando lo spirito olimpico

vacilladi Giacomo Crosa

4 «Non solo medaglie»di Giacomo Crosa

8 Tre giorni verso il futurodi Paolo Germano

10 «Io, Mr. Geox»di Roberto Contento

14 “Maggica” Alessiadi Sandro Aquari

17 Insieme per la vittoriadi Bruna Rossi

21 I tormenti di un tecnicodi Antonio La Torre e Antonio Dotti

25 Ok, idonei a faticare..A cura della FMSI

28 Il dialetto fa sempre“compagnia”

30 Amico e maestroA cura del CTE

e CSAIN Equitazione

32 La palestra della mentedi Bruna Germano

N°10

DICEM

BRE2

009

s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e IndustrialiDIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 7 dicembreLa riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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34 Sua maestà il panettonedi Santino Morabito

36 I fratelli che “danno” bucadi Roberto Minnetti

38 Mondo CSAIN

46 Organigramma CSAIN

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

SULLA NUOVA STRADA DELLO CSAIN CONIL SOSTEGNO DEL PRESIDENTE PETRUCCI

con la Federazione italiana Wushu Kung fu, con ilConsorzio di progettazione Innopolis, con laBritish Horse Society, con la Banca Prossima(gruppo Intesa San Paolo), con l'EuropeanBrokers; accordi con il Comune di Riccione e conla Scuola dello sport; nuovo e più efficace contrat-to di assicurazione, per gli associati, col gruppoFaro. Di questo percorso il nostro sito(www.csain.it), TempoSport e la nostra agendasono e saranno testimonianza. Fin qui, sciolti i lacci, l’attuazione del pacchettod’impresa. Andiamo ora verso il collaudo territo-riale, con fermezza e determinazione: sappiamodi dover cercare ulteriori vie, anche per le nostrerisorse, lo faremo con prudenza e col consigliodella base.Alla fine di un anno che ha segnato un altro pas-saggio verso il futuro, ringrazio gli Amici, iColleghi, i Collaboratori per il cammino che, insie-me, abbiamo saputo fare. L’impegno e l’augurio diNatale e per il nuovo anno è di continuare: non c’èfuturo senza storia, e la nostra, fatta da migliaia didonne e di uomini, dirigenti e di base, resta la pie-tra angolare dei nostri risultati. A tutti, a nome diCSAIN, serene festività. (Ps. Desidero farmi un regalo, chiedendo agliamici dell’Amatori Calcio Negrisialevada, e al suopresidente Claudio Lorenzo, di accettare il miorammarico per uno sport mancato, che, anchecon loro, intendiamo recuperare.) l

uattro dicembre, Santa Barbara, CSAIN èriunito all’Acqua Acetosa, nella scuola di for-mazione dello sport, intitolata a GiulioOnesti. Alle dieci del mattino s’è materializ-

zato un sogno, atteso da anni: a inaugurare ilnostro corso è Gianni Petrucci. E’ venuto non soloa salutarci e ad augurarci buon lavoro, ma ci hascaldati ed entusiasmati con l’annuncio e le sueindicazioni del grande progetto “Coni e Scuola,verso lo sport per tutti”. Con un efficace assist ciha detto che il Coni conta sulle grandi tradizionidegli enti di promozione sportiva che hanno cre-duto e praticato il sentiero, non sempre facile,dello sport promozionale e della cultura dellosport: abbiamo risposto di essere pronti perchè lanostra storia è testimonianza del rispetto delleregole e della consuetudine d’impresa.Queste giornate di studio, a conferma che nonsono solo un rito utile, hanno dato a tutti risposteper lavorare meglio e per gestire con coerenza ilcambiamento che ci aspetta. Proseguiremo conun progetto itinerante di formazione permanente,coordinato da Michele Barbone, che ne è respon-sabile nazionale. Segnare questi pochi mesi col lavoro svolto trac-cia l’incipit della strada che vogliamo proseguire,per dare risposta alle nuove aspettative degliassociati. CSAIN è centro di servizi e motore diattività: convenzioni con l’Istituto per il Creditosportivo, con la Federazione ginnastica d’Italia,

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portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

IL PORTABANDIERA E LA TORCIA,QUANDO LO SPIRITO OLIMPICO VACILLA

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personale è sopra ogni contestazione. E’ il princi-pio che mi piace ribadire e mi piace anche pensa-re che prima o poi sarà capace d’imporsi. Condolore invece affronto il problema del percorso delfuoco di Olimpia verso la città dei Giochi.Premetto che ho avuto l’onore di portare con “fati-cose” frazioni per le strade di Roma, sia la torciadei Giochi di Atene che quella di Torino e quindinel ragionamento posso essere condizionato dal-l’emozione-esaltazione di quei momenti. Per Giochi di Atene 2004 c’era stato quello straor-dinario e innovativo pellegrinaggio della torcia peri sentieri del mondo. Si era ripetuto per Pechino 2008. Il fuoco diOlimpia nel suo viaggiare è stato anche violenta-to, soprattutto lo scorso anno, ma è comunquearrivato a destinazione. E’ sceso tra gli uomini siè mischiato con il loro essere bene e male. Era unmessaggio che attraversava le vene della terra, lesue turbolenze. Per quieto vivere si è preferito tor-nare alla tradizione. Niente viaggi planetari. Maipiù. Perché Cio, perché Comitato OlimpicoInternazionale ti sei arreso così presto? perchénon hai creduto fino in fondo sulla grandezza deltuo messaggio? Perché tanta mancanza di corag-gio? In questi giorni, quel fuoco a me tanto caro,lo sento abbandonato mentre attraversa nel fred-do laghi, parchi, fiumi, ghiacci, piccoli villaggi,grandi città, etnie differenti. E’ tutto solamenteCanada. Troppo poco. Mi sento più che mai unvecchio, un vecchio romantico che augura buonefeste a tutti gli amici dello CSAIN. l

on la neve che cade e il ghiaccio che si soli-difica, alla vigilia come siamo dell’annonuovo, io mi sento già in atmosfera olimpica.Riprendo e proseguo, quindi, dall’editoriale di

novembre. In sospeso c’erano pensieri su GiorgioDi Centa, nominato portabandiera della squadraitaliana ai Giochi di Vancouver e sul percorso delfuoco di Olimpia verso la città canadese. Per il piacere del confronto d’idee, qui mi ripeto inmerito al meccanismo che porta alla scelta del-l’atleta che, in mano il tricolore, apre la sfilatadegli atleti italiani. Dico e scrivo, mi ripeto, perchéda tempo sostengo che a scegliere l’alfiere devo-no essere gli atleti e, con tutto il rispetto, non ilPresidente o il Segretario Generale o la Giuntadel CONI. Questi, al massimo, devono proporreuna rosa di nomi. Dovranno essere poi gli atletiolimpici, con una banalissima votazione, a sce-gliere il loro rappresentante, lo “Spirito Eletto”. Perquanto mi sforzi, non riesco a capire quali possa-no essere gli elementi in contrasto con questasoluzione. Forse l’immaturità degli atleti? Nellevarie riforme dello sport italiano a questi ultimisono stati concessi poteri di rappresentatività edecisionali non indifferenti, in alcuni casi secondome, anche eccessivi. Nominare autonomamentel’alfiere nell’occasione olimpica mi sembra ilmeno. In ogni caso, su di loro cadrebbe una nobileresponsabilità. Giorgio Di Centa non è certo indiscussione, le medaglie d’oro dei Giochi diTorino, il suo straordinario pedigree agonistico e

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di Giacomo Crosa

cambiato volto e finalità nel suoevolversi, ma che mantengonoancora vivo il ricordo di chiseppe veder lontano, ovverosiadi Giulio Onesti. Questi inevita-bili ricordi fanno da prologo, poisi passa a dare un senso a que-sto 2009 partendo dal giorno incui Gianni Petrucci è stato con-fermato alla presidenza delCONI, giorno che ha rappresen-tato anche i dieci anni del suopotere di comando.«E’ stato un giorno di grandesoddisfazione, è stata la certifi-cazione del buon lavoro fatto,ma soprattutto è stata unamanifestazione di fiducia neimiei confronti per questi prossi-mi quattro anni, per i nuovi eimportanti obiettivi che il CONIvuole raggiungere e che nonsono solo medaglie olimpiche».Per certi aspetti è stato diver-tente assistere al suo duellocon Franco Chimenti,Presidente della FederazioneGolf, che si era propostocome sua alternativa…«Ero amico di Chimenti prima esono un suo estimatore ancheoggi. Che sia un Presidente divalore lo dimostrano i successidi Manassero, dei fratelliMolinari, di Diana Luna, quindi è

un bene che sia rimasto alcomando della Federazione».Un sorriso sottolinea questoconcetto, un sorriso a interpre-tazione variabile che si comple-ta nel sottolineare come il golfsia diventato sport olimpico atutti gli effetti con il suo inseri-mento nel programma deiGiochi di Rio de Janeiro del2016. «Mi piace anche sottolinearecome la rivalità programmaticadi quei giorni, tra me e Chimenti,alla fine non abbia portato aquella spaccatura nell’Entecome molti temevano».A parte la sua rielezione percosa le piace ricordare diquesto 2009?«Direi per tutto quello che lefederazioni sono riuscite a fareper diffondere i loro sport nelnostro paese. Il calcio resta ladisciplina più popolare, ma nonè più l’unico sport capace diattrarre giovani e ad arrivare algrande pubblico. Vediamo ilnuoto, vediamo il rugby, la palla-volo; anche le Federazioni nonolimpiche hanno dato il lorocontributo, la pesca sportiva, lebocce, sono realtà dai numeriimpressionanti, pensiamoanche alla danza che ha supe-

Il presidente del Coni Gianni Petrucci, affiancato dal Segretario generaleRaffaele Pagnozzi, si appresta a guidare lo sport italiano fino a dopo i Giochi

di Londra 2012, ma alle porte c’è già la sfida olimpica di Vancouver.Petrucci parla della crescita, dietro al calcio, di molti sport, ricorda che

l’Italia è nelle élite mondiale, ma va orgoglioso dello sforzo che sta facendoper creare una cultura sportiva nella nostra società

Le pareti di un’aula dellaScuola dello Sport di Roma cir-coscrivono l’atmosfera per laconversazione con GianniPetrucci, Presidente del CONI.La Scuola, che ha la sua sedenegli impianti dell’AcquaAcetosa, è una delle istituzionipiù importanti nella storia dellosport italiano, in particolare deisuoi ultimi cinquant’anni.Un’idea e una realtà che hanno

Romano, Petrucci è presidente delConi dal 1999

«Non SOLO medaglie»

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rato i 100.000 tesserati. Nei fattisi deve prendere atto che c’èuna realtà e una cultura nelnostro paese ben diverse dadieci, vent’anni fa. Di questo sideve dare merito alla politica delCONI, che non solo sui campi digara - oggi siamo al quintoposto tra le nazioni, prendendoin considerazione i CampionatiMondiali disputatisi quest’anno -ma anche nella cultura socialesi sta impegnando molto».In questo ragionamento mipare evidente si debba inseri-re il discorso sport e scuola.Personalmente sono terroriz-zato da parole come “alfabe-tizzazione motoria”.«Sono parole magari difficili dapronunciare, ma il CONI non sipreoccupa solo di creare cam-pioni ma che, in accordo con laministro Gelmini, vuole ribadirel’importanza che il movimentoha sulla formazione dei nostrigiovani, formazione anche cul-turale su bambini dai sei ai diecianni. Due ore saranno anchepoche, ma se non si comin-cia…Prendiamoci queste dueore, sono un primo passo. Siesce dall’immobilità».Torniamo al nostro calcio giàda lei evocato, le piace?«Sì. Io sono di natura una per-sona positiva. Il calcio resta un

fenomeno di massa straordina-rio. E’ uno sport che è nel DNAdella nostra gente, è uno sportche appassiona. Dico sempre, equi mi ripeto, che nulla, nessunoscandalo, nessuna polemicariuscirà mai a uccidere il calcioin questo paese. Il primo gestoche compie un bambino è uncalcio a una palla, sarà di carta,sarà di gomma, ma resta unapalla».Non è un pò troppo e tuttopoeticamente rosa?«E’ ovvio che ci siano dei pro-

blemi, ma questi sono ilprezzo da pagare proprioperché il calcio è unamanifestazione di massae quindi tutto diventa piùdelicato e importante:problemi e loro soluzio-ne. Comunque il nostromondo del calcio non èpeggiore di quello tede-sco, di quello spagnolo,di quello inglese, di quel-lo olandese, basta segui-re la cronaca».Gianni Petrucci, nonvede l’ora di fuggire dalcalcio e da quelli chesono per lui luoghi comu-ni. Quasi accelera lacadenza delle parole perarrivare a quello sport alui tanto caro, il basket:«Non è il calcio ma il

basket il mio grande problema ecruccio. Non vedo in quelmondo il cambio di marcia cheinvece ci dovrebbe essere. Nonsi vuol capire che oggi la nazio-nale è il motore del tutto, che civuole un allenatore che si dedi-ca a lei a tempo pieno. I campio-nati in fondo sono sempre nor-mali, è con la nazionale che sicrea l’amore per uno sport e aquest'amore in pochi pensano.C’è crisi, crisi vera, solo i ciechicontinuano a non vederla. Lanazionale deve tornare al centro

Petrucci con Mirko Valentino, campione del mondo di pugilato,e con Franco Falcinelli, presidente della Federazione boxe

Il Presidente Petrucci e il Segretario generale Pagnozzi con Giorgio Di Centa,designato portabandiera per i Giochi di Vancouver (Foto Tedeschi)

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J o s e f fB l a t t e r ,a l l o r aSegretarioGeneraledella FIFA,mi hacoinvolto,io pianopiano misono defi-

lato, giocando sul fatto che ionon avevo chiesto di far partedella commissione d’appellodella federazione internaziona-le».L’emozione-atleta del suo2009?«Non ho dubbi: FedericaPellegrini per i suoi risultati, peril suo essere atleta, per il suoessere donna. Per la sua capa-cità di gestire la popolarità, perla sua maturità nel reagire amomenti di grande dolore comela morte del suo, oggi si può diremitico, allenatore AlbertoCastagnetti. Penso anche alleemozioni checi ha offertoV a l e n t i n oRossi, maalle sue stra-ordinarie pre-s t a z i o n i ,viene da direpurtroppo, cisiamo abitua-ti. FedericaPellegrini eV a l e n t i n oRossi, in unmodo diver-so, sonof e n o m e n ipopolari».Il 2010 saràanno olimpi-co pieno:Giochi diVancouver escelta dellacittà candi-data per iGiochi estividel 2020. Suquest’ultimotema, senzaarrivare ascegliere in

questo momento tra Roma eVenezia, si possono definire icriteri?«Una cosa è certa, non basta-no, per quanto belli, i progettisulla carta. La nostra scelta cheavverrà in primavera terrà contoinevitabilmente di quello che giàc’è. La scelta da parte del CIO simanifesterà nel 2013, pratica-mente domani, i Giochi poi nel2020. In così poco tempo è diffi-cile pensare a rivoluzionare unacittà. Limitandomi agli impianti, ilgià presente non potrà nonavere un valore».Da Vancouver cosa si atten-de?«Mi attendo sorprese dallo scialpino. Lì ho visto grandi pro-gressi».Sempre presente il problemadoping.«Da oggi in poi, sull’argomentodirò sempre la stessa cosa. Ioaspetto il momento in cui tutti ipaesi facciano lo stesso numerodi controlli che facciamo noi. La

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di tutto, con i giovani protagoni-sti. Inutile riempirsi la bocca conle squadre che investono neicampionati giovanili se poi que-sti giovani non giocano e quindinon costruiscono esperienze inserie A. Anch’io ho commessoun errore quando, quindici annifa, per richiesta delle società,tolsi l’obbligo di fare attività gio-vanile. Si è andati ben oltrequello che oggi mi appare unpeccato veniale, comunque unerrore. Mi piace pensare a unallenatore della nazionale chegira per il paese, motiva i giova-ni delle società, crea entusia-smo, amore, un allenatore chesi fa aiutare in quest'opera dirilancio da altri vecchi campioni.Le premesse non sono dellemigliori e questo mi addoloraperché io amo tutti gli sport, manon posso non essere coinvoltoda quegli sport che mi hannovisto protagonista come dirigen-te, prima il calcio e poi, lo ripetocon il cuore, la pallacanestro. Ilcalcio non soffre in modo evi-dente di crisi, il basket sì».Politicamente lo sport italianoha ottenuto riconoscimentiimportanti: Mario Pescanteeletto Vicepresidenze delComitato Olimpico Inter-nazionale e Raffaele Pagnoz-zi, riconfermato SegretarioGenerale dei ComitatiOlimpici europei.«Sono particolarmente contentoper Pescante. Lui ed io siamomolto diversi come ambizioni.Lui, senza dimenticare il nostropaese, ha sempre cercato unagratificazione internazionale.L’ha cercata, l'ha voluta e meri-tatamente l’ha ottenuta. Lui ètagliato per questo ruolo, ha lavocazione. Quando il calcio con

«Federica Pellegrini e ValentinoRossi sono il mio orgoglio, la crisidel basket il mio grande cruccio»

Gianni Petrucci con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Wada, il Cio dovrebbero impor-re un numero minimo di control-li da eseguire obbligatoriamentein tutte le discipline sportive.Non mi basta più che ci sia rico-nosciuto che siamo i primi dellaclasse. Ci piacerebbe esserparte di una classe in cui tuttisono bravi, bravissimi allo stes-so modo».Dal 1999 il CONI è guidato dauna coppia di straordinariaefficienza, a lei si affianca ilgià citato Raffaele Pagnozzinel ruolo di SegretarioGenerale, quale speciale col-lante vi tiene insieme?«Nessuno si rende conto chel’efficienza di un Ente come ilnostro si basasull’affiatamento dei due princi-pali dirigenti. Tra noi non c’ègelosia. Tutti sanno che perdefinizione, io sono il numerouno dello sport italiano e lui è ilnumero due. Nessuno si offen-de, la realtà è questa. Pagnozziè un uomo intelligente e con lasua intelligenza ha una capacitàstraordinaria di capire i problemie immediatamente trovare lasoluzione migliore. In lui poi pre-vale sempre il buon senso. Sadare la giusta ampiezza al pro-prio passo. La sua storia di diri-gente non finisce qui».Raffaele Pagnozzi, chiamato incausa commenta: «Siamo

diventati vecchi insieme basan-do il nostro rapporto su diun’amicizia antica. Entrambi,caratterialmente, non amiamoprenderci troppo sul serio.Arroganza e presunzione nonfanno parte del nostro quotidia-no. Ma soprattutto ci unisce lapassione, abbiamo lo stessointeresse e piacere a lavorare inun mondo nel quale siamoentrati praticamente da bambini.Lo facciamo senza quelle ambi-zioni personali che ti fanno con-siderare chi lavora al tuo fiancoun possibile rivale».La sua emozione 2009?«Se devo scegliere, penso altitolo europeo delle donne dellapallavolo. Ho vissuto la manife-stazione giorno dopo giorno alfianco delt e c n i c oBarbolini ed e l l er a g a z z e .Qualcunodiceva cheera un tito-lo sconta-to. In queigiorni mip i a c e v ap e n s a r eche questo"scontato"si confer-masse ora

dopo ora e che il valore poten-ziale si manifestasse in tutta lasua pienezza».A Vancouver sarà ancora unavolta Capomissione Italia,con quali sensazioni?«Ho iniziato a fare il CapoMissione ai Giochi Invernali diLillehammer, 1994, ebbi un belbattesimo. A Vancouver si soffri-rà e con me gli atleti: si soffriràsicuramente più che a Torino2006. A Torino eravamo in casa:tutto, dalla logistica, agli impian-ti, al pubblico era a nostro favo-re. In Canada non sarà così: inogni caso, a oggi mi sento didire, come sempre divertendo-mi, che torneremo con novemedaglie, non certo con cinqued’oro e quattro di bronzo come aTorino, ma una conferma dellaquantità del bottino la vedocome possibile».Chi ha letto il mio editoriale avràpreso atto della mia posizione inmerito al portabandiera; con ilPresidente Petrucci dibatto suciò e lui, perfido: «Il voto degliatleti è pura demagogia, anchese è la strada scelta dagli StatiUniti». Allora in questo caso gli atletisono considerati immaturi,ribatto!«Il dirigente in questo caso hauna visione più completa delruolo che deve avere il porta-bandiera. Non mi piace pensarea una situazione di accaparra-mento di voti, a un gioco di pote-re». Sorridiamo sul nostro con-trasto culturale. l

Il presidente Petrucci è entrato al Coni nel lontano 1966,lavorando per la Federazione Tiro a segno

E’ Federica Pellegrini l’atleta che più ha emozionato Petrucci nel 2009

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Tre GIORNIverso il futuro

Si è svolto dal 4 al 6 dicembre a Roma, presso la Scuola dello Sport,il corso di aggiornamento per dirigenti CSAIN. Un’importante iniziativaaperta con il saluto e il plauso del Presidente del Coni Gianni Petrucci.

E’ stato anche il primo atto di una collaborazione tra il nostro Ente e l’importante struttura scientifica

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Tre giorni, dal 4 al 6 dicembre.E’ stata per quaranta dirigentidello CSAIN l’occasione, nontanto di tornare a scuola, quan-to di aggiornare le proprie cono-scenze in merito a tutte le sfac-cettature del fenomeno sportivo,così come oggi viene interpreta-to nella nostra società.La dizione formale parla di"Corso di formazione per diri-genti sportivi dello CSAIN" enella sua materializzazione siritrovano quelle intenzioni chesono nella volontà del nuovoConsiglio nazionale dell’Ente dapoco eletto e che ha posto laformazione come una costantedel suo operare.A questo sideve aggiunge-re che la Giuntanazionale hadeliberato di isti-tuire proprio un“Settore forma-zione CSAIN” edi proporne aMichele Bar-bone, membrodella GiuntaNazionale delCONI, la Dire-zione Nazionalee quindi il suosviluppo.Michele Bar-bone non hamancato dimanifestare lasua soddisfazio-ne accettandol’incarico.

to di un ente sportivo come loCSAIN nel panorama dellosport italiano, al fianco delleFederazioni e della scuola.«Voglio sottolineare - ha anchedichiarato -l'importanza di que-sta formazione dei quadri diri-genziali, come primo grandesegnale di rilancio sia dellaScuola dello Sport, sia della

Politicamente importante è statoil momento dell’inaugurazione edell’apertura del Corso che hacelebrato nello stesso tempo lacollaborazione tra Scuola delloSport CONI Servizi e lo CSAIN.Il Presidente del CONI, GianniPetrucci, con la sua presenza ele sue parole ha voluto metterein rilievo l’importanza dell’opera-

Il Presidente Petrucci riceve in omaggio da Luigi Fortuna un “pupo” siciliano raffiguranteOrlando (Fotoservizio Bartolozzi)

di Paolo Germano

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sensibilità e attenzione delmodello sportivo organizzatoalle esigenze degli Enti di pro-mozione sportiva».Nel ringraziare il PresidentePetrucci, Luigi Fortuna,Presidente CSAIN, non ha man-cato di sottolineare lo spirito delnuovo corso: «L’attenzione per inostri soci, inizia dalla formazio-ne dei dirigenti. I giorni a veniresaranno quelli della formazionecontinua, a tutti i livelli. Fareimpresa passa per la consape-volezza che si manifesta attra-verso l’acquisizione di strumentiattuali. Più che la speranza è lanostra volontà a desi-derare di far proseguiree ripetere questa espe-rienza con la Scuoladello Sport che congrande professionalitàed entusiasmo è direttadal dott. Marco Arpino».Compiuto il rito del-l’inaugurazione, ilPresidente Fortuna, anome di tutto lo CSAIN,ha donato al Presidentedel CONI una stupendariproduzione artigianaledi un pupo siciliano conla figura di Orlando,come ricordo di un gior-no quanto meno parti-colare. Poi si è comin-ciato a lavorare.Il corso si può definireun modulo di tre giorniper un totale di sediciore con lezioni cosid-dette frontali e lavori digruppo. Come materia-

le didattico sono state ovvia-mente utilizzate le relazioni pre-sentate al corso e le varie pub-blicazioni che costituiscono lenutrite collane Editoriali dellaScuola dello Sport (Scienzesociali dello sport, Marketing emanagement, Affari legali efiscali).Per quanto riguarda i contenutisi è proceduto secondo que-st'ordine: Ordinamento sportivoe legislazione nazionale; Lafigura del dirigente sportivo;Aspetti giuridico-fiscali; Lagestione degli eventi; La gestio-ne delle risorse e del cambia-

I dirigenti CSAIN che hanno seguito il corso di aggiornamento

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m e n t o ;M a r k e t i n gstrategico em a r k e t i n gterritoriale;Strategie dicomunica-zione inter-na ed ester-na.I n s o m m a ,tutto o quasiquello di cuid o v r e b b eessere aconoscenza

un moderno dirigente sportivo.Di assoluto livello la qualità deirelatori-docenti a cominciaredallo stesso Michele Barbone,per passare a Leonardo Zizzi eGiovanni Esposito, formatoridella Scuola dello Sport, perfinire con professionisti del cali-bro di Calogera Marranca, com-mercialista, Giuseppe Tamburo,esperto tributario e RobertoSelci, commercialista che abuon titolo si possono definire:formatori CSAIN. Migliorarsi perdivulgare meglio, così si potreb-bero ricordare i tre giornidell’Acqua Acetosa. l

Il Presidente Luigi Fortuna con il dott. Michele Barbone (a sinistra), che dirigerà il “setto-re formazione CSAIN”, e il dott. Marco Arpino, responsabile della Scuola dello Sport Coni

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pensatoi di buona parte dellaproduzione mondiale dello scar-pone, della scarpa sportiva, del-l'abbigliamento. Ovvero tuttoquello che per lunghi anni ha

fatto tendenza nel-l'abbigliamento gio-vanile legato al con-cetto sport, ma nonnecessariamente aquello praticato.Il giorno di SanMartino per glianziani, nati tra ledue guerre, era ilgiorno della chiusu-ra dell'anno agrario,dove i "fittavoli"chiudevano i conticon i "padroni",spartivano i prodottie il ricavato, faceva-no fagotto per unanuova casa coloni-ca e una nuovacampagna da accu-dire o rimanevano lìfino al prossimoSan Martino.Allora i volti degliuomini erano scuri,cotti al sole tra unfilare e l'altro di vite,nei campi di fru-mento o di mais.C'era ancora l'erba"spagna" ovverol'erba medica per il

Biadene, frazione diMontebelluna, si è unita alcapoluogo prima grazie aicapannoni industriali, poi ai cen-tri direzionali, alle scatole dei

foraggio, non era arrivata la soiae il fieno non era avvolto inenormi rotoli di plastica bianca,ma prima essiccato in covoni,poi sparso per terra per l'ultimarifinitura del sole, quindi unacoppia di buoi trascinava uncarro agricolo per raccogliere ilprezioso alimento, per le"bestie", che veniva stivato neifienili sopra le stalle.Bene oggi ricorre San Martino,quelle scene bucoliche ormaisono uno sbiadito ricordo, ma ilsole forte dell'estate di SanMartino raggiunge i venti gradi esi sparpaglia sui pendii di unMontello splendente, in antitesicon le colline di fronte che cin-gono "Mercato Vecchio" diMontebelluna.La sede della Lir la finanziaria difamiglia Polegato si presentanella sua elegante semplicità. Siaccede in un locale supermoderno e asettico dove duegiovani donne sicure, veloci egentili, nella loro cantilena vene-ta, smistano telefonate, ricevo-no persone danno informazioni.Subito arriva un giovaneresponsabile della comunicazio-ne, Marco Bianchin, con faredeciso e cortese sale le scale,passa l'implacabile e discreto fil-tro di Cinzia, la fidata segretariadel Presidente ed entra nellostudio del dott. Mario Moretti

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Intervista a Mario Moretti Polegato, l’imprenditore che con un’idea rivoluzionaria ha creato un’azienda di calzature vanto

dell’industria italiana nel mondo. Un marchio, che dalle scarpe di comfort,ora sta anche affermandosi nel settore sportivo

«Io,Mr.GEOX»

di Roberto Contento

Mario Moretti Polegato mostra la suola di una sua maxi-scarpa sportiva

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Il dott. Polegato con Marcello Lippi, testimonial della sua azienda

Polegato. Lui è il signor Geox,l'uomo che ha inventato "lascarpa che respira", diventata inpochi anni un marchio "cult" cheha scalato il mondo: il primo inItalia e il secondo al mondo, inbase ai dati relativi al 2008. Al30 settembre 2009 il fatturatodella Geox era attestato a 780,6milioni di euro con più del 60 %realizzato all'estero in oltre 68paesi grazie ai 1.024 negozimonomarca e a circa 10.000punti vendita multimarca. Unsuccesso sostenuto, a traino daquello realizzato con le rivolu-zionarie calzature comfort e dacittà, anche dalla produzionerecente finalizzata allo sport.Mario Moretti Polegato, cinqua-sette primavere incorniciate daisuoi mitici occhiali da coman-dante di astronave di GuerreStellari, asciutto nei convenevo-

li poco incline a perdere tempo,uomo dalla struttura slanciata,forte, agile, di un'agilità sua noncostruita nello sport, è lì prontoa rispondere alle domande, allecuriosità.La nutrita documentazioneche si può ricavare da inter-net è lo specchio di cinquan-tasette anni di vita. Quando siguarda allo specchio tuttocorrisponde alla sua volontà,ai suoi desideri, alle sue aspi-razioni?«Ognuno di noi ha un destino enon conosciamo il domani, peròa oggi posso affermare convintoche parte delle ambizioni sonostate soddisfatte, comunquesono sempre proiettato in avan-ti verso nuove imprese. Sono unUlisse moderno con la sete diaffrontare nuove avventure».Ha qualche rammarico dicose non fatte in gioventù?«Ho goduto di una gioventùserena, che mi ha proiettatodopo gli studi in giurisprudenzanella tradizione di famiglia:occuparmi di agricoltura e vini.Però covava già da allora unamia recondita proiezione nelmondo della moda».Da adolescente e in gioventùha fatto sport? Quale altrohobby l'ha impegnata?«Non ho mai praticato sport informa agonistica comunque misono dedicato con passione allosci e al ciclismo. Lo sport mi ha

sempre dato una serenità inte-riore perché ti fa concentraresull'obiettivo, non ammettedistrazioni. Ti aiuta a conoscertimeglio a individuare i tuoi limiti ead attrezzarti per superarli, permisurarti e vincere te stesso. Daadolescente come ora amoviaggiare, conoscere gli altri,

PER LE SCARPE HA "TRADITO" LA TRADIZIONE VINICOLA DI FAMIGLIAMario Moretti Polegato nascenel 1952 a Crocetta delMontello (TV). Terminati gli studida enologo, si dedica alle attivi-tà imprenditoriali della famiglia,attiva nel settore agricolo e viti-vinicolo da tre generazioni. Ametà degli anni 90 crea "la,scar-pa che respira" e oggi èPresidente di Geox spa, nonchémaggior azionista del gruppo. Aseguito dell’invenzione dellacalzatura con suola in gommaimpermeabile e traspirante,intraprende l’attività imprendito-riale nel settore delle calzature.Nel 1994 riceve daConfindustria il Premio Italianodella Creatività. Nel 1995 ènominato “CommendatoreNazionale” della RepubblicaItaliana. Nel 2002 Ernst&Young,Borsa Italiana e il Sole-24 Oregli conferiscono la qualifica di“imprenditore dell’anno”. Nel2003 viene nominato il “MigliorImprenditore Italiano nelMondo”. Nel 2004 è fondatore econsigliere della Onlus “Il Pontedel Sorriso”, associazione italia-na costituita dal Sindacato UIL,che aiuta gli orfani romeni mino-renni disagiati e a rischio.Riceve il “Premio Marketing2004” dall’Associazione ItalianaMarketing per l’ottima diffusio-ne, promozione e sviluppo dellacultura di marketing e il “PremioFedeltà al Lavoro” dal“Consorzio dei Santi Crispino eCrispiniano” come migliorimprenditore calzaturiero. Nel2005 è stato proclamato“Cavaliere del Lavoro” dalPresidente della RepubblicaItaliana Carlo Azeglio Ciampi emembro del Consiglio Direttivodi UPA “Utenti PubblicitàAssociati”.

Un’immagine virtuale della “scarpa che respira”

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leggere: sono un gran curio-so!».Quindici anni di vita Geox, unmarchio ormai "patrimoniodell'umanità" tra innovazionee ricerca, perché questasfida?«Geox è un patrimonio italianoè una di quelle imprese cheidentifica il made in Italy. Sonoorgoglioso di questo, della miaitalianità, dell'italianità di Geox,di aver "industrializzato" un'ideapersonale che è di un italiano!».Quanto hanno pesato il suoterritorio, i suoi affetti, la suafamiglia, i suoi collaboratorinei momenti difficili?«Montebelluna è la capitalemondiale della scarpa da lavoroe nasce nella prima partedell'800, se si producono scarpeda lavoro ovvero attinenti anchelo sport e il tempo libero non sipuò prescindere daMontebelluna. Io credo nellasquadra e la Geox nasce dauna mia intuizione-idea, ma l'im-presa nasce e cresce con imanager, ovvero chi ha messoa frutto la mia idea. Il lavoro digruppo è determinante cosìcome lo sono gli affetti e la fami-glia».E' appassionato di sport? Nepratica uno in particolare?«Sì, come pratico tuttora l'equi-tazione, il ciclismo, lo sci, il golf.Penso che lo sport praticato alivello amatoriale ti aiuti a stac-carti per qualche minuto, perqualche ora dalla competizionedella vita, rigenerandoti nellospirito e ovviamente anche nelcorpo».Ora è partita un'altra sfida aNike, Adidas, Puma. Una qua-rantina di brevetti nel suo for-ziere. In un momento in cuitutti giocano in difesa allaRocco, lei pratica un giocoall'olandese a tutto campo. E'una necessità personale, lamissione del gruppo, è lasfida al mercato?«Le tre cose insieme. Nasce dauna mia idea tecnologica cheattraverso un investimento con-tinuo per sviluppare la ricercacon ben quindici ingegneriapplicati nel progetto hanno

potato a un miglioramento nel-l'abbigliamento e nella calzaturatanto da identificare Geox nelconcetto di ricerca, sperimenta-zione, innovazione. La nostra èuna continua sfida con noi stes-si più che con gli altri ed è perquesto forse che siamo vincentiin quanto creativi e dopo com-petitivi».La scarpa sportiva non ha piùil ruolo di qualche tempo fa,perché questa entrata fortenel mercato attraverso un

Mario Moretti Polegato ha creato anche una scarpa da golf, sport che pratica

marchio noto ma in affanno:Diadora?«Geox non è coinvolta in questasfida perché è una decisionepersonale e sorretta dalla Lir,ovvero dalla finanziaria di fami-glia. Comunque non la ritengouna sfida impossibile in quantoè un buon marchio italiano nelmondo. Voglio riproporre ancorauna volta il valore cui credo fer-mamente: l'italianità».Ancora una volta a tuttocampo: uomo, donna e bam-

«La nostra è una continua sfida:siamo vincenti perché creativie l’atleta ci può e ci deve aiutare»

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gonista in molti sport. Ritengosia necessario investire di piùdella ricerca e nella sperimenta-zione. Una dirigenza manage-riale potrebbe dare le giustesoluzioni pur non rinunciandoalla caratteristica di libera sceltadello sport, ovvero senza condi-zionamenti di sorta».Cosa pensa e crede nella can-didatura di Venezia a sede deiGiochi Olimpici estivi del2020?«Sono convinto dell'universalitàdella città di Venezia, dellacapacità organizzativa, dellasua tradizione millenaria d'in-crocio dei popoli, della sportivitàdei suoi cittadini. Si pensi che ilPanathlon International è natonel 1951 nella città lagunare. Aldi là di queste valutazioni,sarebbe una vetrina unica perriproporre ancora una volta l'in-ventiva dell'Italia che pensa,lavora e produce, una riproposi-zione della splendida realtà diTorino 2006. Le implicazionieconomiche, politiche, turisti-che, infrastrutturali sono impor-tanti, ma vengono dopo daquanto da me espresso».Un augurio per il 2010 alloCSAIN, a TempoSport, a tuttigli italiani praticanti lo sport?«Più che un augurio, una confer-ma che lo sport mantenga il piùpossibile le sue caratteristiche,la sua autonomia e che investaprofessionalità, mezzi e denaronella ricerca, nella sperimenta-zione, nell'innovazione. Sarònoioso ma qualcosa per lo sportnoi Geox e Diadora l'abbiamofatto e lo faremo. Un esempioper tutti la scarpa e l'abbiglia-mento che respirano!». l

bino? Ci sarà qualche scarpatecnica innovativa per qual-che specifica disciplina spor-tiva?«La tecnologia è la base dellosport quindi noi siamo nell'eter-na ricerca di quale tecnologiavada applicata. Crediamo moltoall'uso corrente del nostro pro-dotto e meno al marketing».Lippi come testimonial: per-ché il Ct azzurro? Perchéuomo di poche parole e moltifatti? Per i suoi sguardi silen-ti che esprimono tutto?Perché è un vincente? Perchérappresenta un mondo che ciha fatto andare nel pallone?Perché?«Lippi è il simbolo di un'Italiache vince contro tutto e tutti, èun vincente. Il rapporto nasce inmodo fortuito: ha provato i nostriprodotti, è nata un'amicizia e siè offerto come nostro testimo-nial. E' un rapporto fiduciario emi permetto di dire basato sulsentimento dell'amicizia più cheun fatto commerciale».Cosa può insegnare lo sportall'impresa e questa allosport?«Molto importante questo con-nubio, si pensi alla Formula Unoche dà ricerca avanzata almondo dell'auto: ricerca, speri-mentazione, innovazione, ripetoall'infinito, questi concetti.

P e r c h él'atleta puòcoadiuva-re la ricer-ca attra-verso lasua espe-rienza por-tando l'im-presa apercorreren u o v es t r a d e ,nuove tec-nologie tenendola sempre sottofrusta, perché necessita costan-temente di perfezionare il pro-dotto per raggiungere il risulta-to».Crede che il MovimentoOlimpico rappresenti ancoral'etica, i valori, gli ideali disempre?«Ne sono convinto: l'idea, l'idea-le olimpico hanno ormai oltre100 anni di no al razzismo, alconflitto politico, sociale, allediscriminazioni di sesso e reli-gione. Hanno anticipato di oltrecinquanta anni l'idea di univer-salità dell'Onu che nasce sol-tanto nel 1945. Lo sport è dive-nuto essenziale nei rapportisociali, incide molto nel costumemoderno».Cosa cambierebbe nello sportitaliano?«Da anni l'Italia non è più prota-

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Il dott. Polegato, 57 anni, era destinato ad interessarsi dell’azienda vinicola di famiglia

L’equitazione è un’altra delle passioni sportive di “Mr. Geox”

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La Filippi, l’altra stella del nuoto italiano, risponde alle cento domande. Solare e decisa la romana è pronta a ripartire dopo il successo mondiale

di Sandro Aquari

«Non chiamatemi l'anti-Pellegrini, né la Pupona».Alessia Filippi, l'altra stella inrosa del nuoto italiano, l'ha ripe-tuto più volte, sempre con garbo,ma con quella decisione che hacontraddistinto molte delle suescelte sportive e quindi di vita,anche quelle più difficili. D'altraparte Alessia è una ragazzaspontanea, solare, che sfrutta lasua romanità doc utilizzandoanche l'ironia. «Io sono AlessiaFilippi e basta», dice per farchiarezza, anche se ovviamenteai media piacerebbe una rivalitàpepata con la Pellegrini, unarivalità alla Coppi-Bartali o, perrestare al femminile e a tempi piùvicini, alla Di Centa-Belmondo,dove lì l'acqua era però "camuf-fata" in neve.Che tra Filippi e Pellegrini nonci sia amicizia profonda questo èsicuro e neppure necessario, male due si rispettano anche perchéi caratteri sono diversi: conFederica cui piace non nascon-dere nulla e soprattutto stare inprima fila anche fuori dallapiscina; e con Alessia che tutela

il suo mondo offrendo quello cheè giusto offrire. D'altra parte,tanto per capire, ci sono volute lemedaglie mondiali di Roma (orosui 1500 e bronzo sugli 800) perscoprire che in tribuna al ForoItalico c'era anche un "lui" chefaceva il tifo insieme ad amici efamiglia.La Pellegrini e la Filippi sonopatrimonio dello sport italiano,non solo del nuoto, e per adessole loro strade in piscina si sonosolo sfiorate, anche se Federicapare intenzionata a occuparsi ditutte le distanze dello stile libero,quindi anche di quegli 800 metriche sono terreno di caccia diAlessia e dove ha conquistatouno splendido argento olimpicoin quel di Pechino e restano ilsuo vero obiettivo, se non cam-bierà idea, insieme al suo allena-tore Cesare Butini, decidendo dipercorrere altre strade, visto cheè partita dal dorso e dai misti econ il talento che si ritrova(vederla nuotare è un piacerealla vista…) niente può esserleprecluso. Per quanto riguarda la"Pupona", ovviamente il riferi-

mento è a Francesco Totti, di cuiè diventata amica perché il suocuore batte in giallorosso, anchese per la verità lei sembra piùche altro stare al gioco di tifosadoc, di riflesso a un entusiasmoche nasce soprattutto in fami-glia, dal padre, anche se nellenostre cento domande, alla finesi autodefinisce "maggica", conla doppia "g", come la Roma cal-cio. Alessia ha risposto alle domandecon cortese disponibilità per aiu-tarci a capire qualcosa di più delsuo mondo e dei suoi gusti. Neesce il ritratto, se mai ce ne fossestato bisogno, di una ragazzamatura che ha trovato e continuaa trovare dentro di sé i suoi equi-libri, ma sempre senza rinuncia-re a tenere lo sguardo sul mondo.Una ragazza che sa bene chenella vita bisogna guadagnarsitutto, anche se sei stata baciatadal talento sportivo e sei cresciu-ta in una famiglia sana e dispo-sta a sacrificarsi per far crescerei figli nel modo giusto. La pres-sione che Alessia ha avutogareggiando, con successo, ai

“MAGGICA”Alessia

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14 anni31) Prima nazionale assoluta: 16 anni32) Primo record giovanile: 14 anni33) Primo record assoluto: 16 anni34) Soddisfazione più grande:la medaglia di Pechino e lemedaglie del mondiale di Roma35) Delusione più grande: prendo sempre quello che viene

che effetto fa36) Essere un personaggio:è una responsabilità, ci vuoleequilibrio37) Il dolore fisico: nello sport è normale38) Un complimento vero: molto piacere39) Un complimento falso:non lo ascolto40) Vivere in quest'epoca: è difficile per molti, spero in unmondo senza fame e guerre masono consapevole che è difficile41) Il denaro: è utile, ma inalcuni casi è dannoso42) L'amore: è essenziale43) Il passare degli anni:l’importante è essere sereni evivere giorno per giorno

profilo13) Carattere: forte14) Qualità dominante: caparbietà15) Difetto dominante:accondiscendente16) Hobby: lettura17) Mania: nessuna18) Desideri: essere sempre serena19) Complesso: non ne ho20) Superstizione: all’inverosimile21) Modo di vestire: a seconda della situazione22) Mezzo di locomozione: auto23) Ora della sveglia: 7.3024) Ora del sonno: 23.00

curriculum25) Prima gara:tre anni26) Prima gara disputata: sei anni27) Prima soddisfazione: appena ho iniziato 28) Prima delusione: non ricordo29) Prima società: Aurelia nuoto30) Prima nazionale giovanile:

Mondiali nella sua Roma, sem-bra aver lasciato un poco ilsegno da un punto di vista nervo-so. E' stata lei stessa, durante iprimi spruzzi di questa nuovastagione, ad ammettere che habisogno di ricariche le batteriedi quelle motivazioni che l'hannoportata, anno dopo anno, a rag-giungere grandi risultati, ma chesembrano solo tappe, pur impor-tanti di una carriera, che ancoradeve dire molto. Ai Giochi diLondra 2012 avrà 25 anni, di cuiventidue passati in piscina. Maormai si guarda solo avanti.«Seguitemi e vedrete non vi delu-derò», ha detto in un'intervista.Ne siamo sicuri.

chi sei?1) Nome e cognome:Alessia Filippi2) Data e luogo di nascita:23 giugno 1987, Roma3) Segno zodiacale: Cancro4) Altezza: 187 cm5) Peso: 66 kg6) Numero di scarpe: 407) Capelli: castani8) Occhi: marroni9) Stato di famiglia: nubile10) Domicilio: Roma11) Studi: universitaria IUSM12) Lingue straniere: inglese

Alessia Filippi, 22 anni, è anche argento olimpico degli 800 metri

A sei anni la prima gara(foto Mezzelani, GMT)

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78) L'attore straniero: Tom Hanks79) Il presentatore: Fiorello

i ricordi d’infanzia80) La favola:Biancaneve81) Il gioco: campana82) Il disegno: animali83) I genitori: giocherelloni84) Il buio: dormire

85) La scuola: svogliata86) Gli insegnanti: ripetitivi87) L'età decisiva: quando sono nata88) L'amica/o del cuore: Alice

il meglio di sempre88) Il libro:Il cacciatore di aquiloni90) Il film: Compagni di scuola91) Il disco: Lionel Richie "Thedefinitive collection"92) Lo show televisivo:"Stasera pago io" di Fiorello

93) Avvenimento sportivo: Mondiali di nuoto di Roma94) Campione italiano: Alessia Filippi e Yuri Chechi95) Campione straniero:Laure Manaudou96) Vittoria più entusiasmante:i miei 1500 stile libero a Roma97) Sconfitta più incredibile: non ricordo98) Avvenimento privato: la festa per le mie medaglie diRoma

per concludere99) Qual è il tuo motto preferi-to: vivi e lascia vivere100) Definisciti in poche paro-le: “Maggica” con due g l

Alessia è emersa con dorso e misti ma ormai è proiettata sulle lunghe distanze

la cultura64) Lo scrittore: Khaled Hosseini65) Il fumetto: Topolino66) Il poeta: Ungaretti67) Il pittore: Matisse68) La musica: Pop, Rock69) Lo scienziato: Zichichi70) L'uomo politico: Cavour71) La scienza: chimica72) Il quotidiano: Repubblica

gli svaghi73) Il cantante: Negramaro74) L'attrice italiana: Laura Morante75) L'attore italiano: Michele Placido76) Il comico italiano: Carlo Verdone77) L'attrice straniera: Julia Roberts

le preferenze44) Ora: tutte45) Giorno: domenica46) Mese: agosto47) Stagione: estate48) Numero: 149) Lettera: a50) Vacanza: al mare51) Città italiana: Roma52) Città straniera: Parigi53) Nazione: Francia

il palato54) Aperitivo: prosecco55) Antipasto: di pesce56) Primo piatto: spaghetti con le vongole veraci57) Carne: tagliata di manzo58) Pesce: spigola59) Formaggio: ricotta60) Frutta: anguria61) Dolce: tiramisù62) Vino: bianco63) Liquore: limoncello

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di Bruna Rossi

Dopo aver trattato nello scorso numero le caratteristiche psicologiche delle atlete, Bruna Rossi affronta il tema centrale della sua analisi:

il rapporto, con relative problematiche, tra un allenatore o un’allenatrice e le donne che praticano un’attività sportiva

che un allenatore dovrebbepossedere. E’ interessantenotare che esistono molti piùpunti in comune che differenzenella lista di caratteristiche con-siderate essenziali dagli atleti.Le tre caratteristiche prioritariesono, ad esempio, le stesse perambo i sessi (“personalità”,capacità di comunicare, pren-dersi cura dell’atleta). Sia imaschi sia le femmine ritengonoche l’allenatore debba avereconoscenze tecniche elevate,essere assertivo, energico,determinato, avere una buonacapacità d’insegnare, essere“freddo” in situazioni di stress,cooperativo e voglioso di aiuta-re, rispettoso dell’atleta e moti-vato ad allenare “quella” squa-dra o “quell'atleta”. Dovrebbe, insintesi, rappresentare “unmodello”. Le uniche differenzesignificative in termini d’impor-tanza si rilevano per le “cono-scenze tecniche” e le “capacitàdi allenare” (più importantisecondo i maschi) e per la“capacità di comunicare”, “l’es-sere positivi” e il “prendersi curadell’atleta”, più importantisecondo le femmine. Una ricerca che prendeva in

E’noto che, indipendente-mente dal sesso di allenatore eallenato, la relazione allenatore-atleta è fondamentale per la riu-scita sportiva e per il benesseredell’atleta. Tale relazione sfociain un rapporto d’interdipenden-za molto forte, certamente piùintenso nelle discipline indivi-duali. La qualità di tale rapportoè d’importanza centrale nel con-testo sportivo-agonistico edipende sempre dall’interazionetra le caratteristiche dell’atleta,dell’allenatore e dello sport pra-ticato. C’é da sottolineare che lamaggioranza degli allenatori èdi sesso maschile. La percen-tuale di donne che allenano è,infatti, molto bassa e, parados-salmente, in calo. Mentre ilnumero di atlete è in aumento,infatti, già dagli anni 80-90 siassiste a un decrescere delnumero delle donne allenatrici:in alcuni paesi del Nord Americatale calo raggiunge il 50%. Ledonne, poi, allenano quasiesclusivamente fasce giovanili esport altamente “femminili”. Unaserie di lavori assai recenti si èoccupata di indagare qualisono, secondo gli atleti di amboi sessi, le qualità fondamentali

Bruna Rossi, dopo aver conseguito ilDiploma Isef, si è laureata inPsicologia (indirizzo sperimentale) aRoma. Ha in seguito ottenuto ilDiploma di specializzazione inTerapia Cognitivo-Comportamentalee il Dottorato (in Francia). Ha unpassato sportivo nei tuffi di alto livel-lo: quindici titoli italiani, cinquanta-sette presenze in nazionale, parteci-pazione ai Giochi olimpici di Messico68. Ha fatto parte anche della squa-dra italiana di nuoto sincronizzato.Professore Incaricato per l’insegna-mento di "Psicologia" e responsabiledel Laboratorio di Psicologia ePsicofisiologia all'Isef di Roma, si ètrasferita nel 1996 in Francia pressol’Universitè Joseph Fourier diGrenoble dove è attualmente docentedi Psicologia nel Master “Ingènieriede dispositif de rèhabilitation et d’en-trâinement”. Nel 1987 ha ottenuto ilPremio Letterario del CONI per illibro "Fisiologia e Psicologia degliSport" (Collana EST Mondadori).nSiè occupata della preparazione psico-logica di diverse squadre nazionalivincitrici di Campionati del Mondo edi Giochi Olimpici (pallanuoto, pal-lavolo, pentathlon moderno, ciclismosu pista), dei calciatori dell’Inter, delTeam Prada (Coppa America divela), della nazionale maschile spa-gnola di pallavolo e di numerosissimiatleti di vertice italiani e francesi.

Insieme per la

VITTORIA

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considerazione solo atletimaschi e femmine medagliati aCampionati del Mondo o GiochiOlimpici (Jowett e Cockerill,2003) mette al primo posto, tragli aspetti essenziali per l’effica-cia del rapporto allenatore/atle-ta, la capacità di comunicareapertamente, il rispetto recipro-co e il sostegno emotivo.Un altro aspetto interessantepreso in considerazione dallaletteratura psicologica, è quellorelativo a come la donna-atleta,che ha avuto l’esperienza diessere allenata sia da allenatorisia da allenatrici, percepisce leloro differenze di coaching.Secondo le atlete, le allenatriciincoraggiano di più, sono moltopiù attente alla relazione, hannomaggiori capacità comunicative,usano mediamente toni piùpacati, drammatizzano menol’errore e dedicano più tempoall’atleta, anche al di fuori del-l’allenamento. Gli allenatori,invece, sono più strutturati eorganizzati, più esigenti, siaspettano di più (spesso “trop-po”) dalle atlete, danno piùinformazioni tecniche e più det-tagli ma non ammettono discus-sioni, sono più aggressivi, urla-no spesso, pretendono piùdisciplina e non motivano in ter-mini positivi. In maniera piutto-sto sorprendente, però, il 75%delle atlete intervistate dichiaraalla fine di preferire gli allenatori

maschi (Freyet al., 2003).Proba-bilmen-te ciò è la risul-tante di unc o n d i z i o n a -mento cultura-le molto forte:le atlete (didiscipline nont i p i c a m e n t e“ f e m m i n i l i ” )cons ideranol’essere alle-nate da allena-tori-maschi unsegno della maggiore importan-za da loro raggiunta nel mondosportivo. Del resto, come in tuttii contesti sociali, lo sport socia-lizza i suoi membri mantenendoil più possibile nel tempo i suoipattern culturali.Se passiamo ad analizzarequali sono le caratteristiche dif-ferenziali tra atleti e atletesecondo gli allenatori di sessomaschile che allenino o abbianoallenato atleti di entrambi isessi, troviamo un accordo piut-tosto elevato sulle seguenticaratteristiche. Le atlete media-mente:A) sono più puntuali, disciplina-te e serie;B) prendono tutto più personal-mente;C) entrano in “risonanza” emoti-va con più facilità;D) investono sulla persona inte-

ra (hanno con l’allenatore unrapporto più emozionale);E) vivono la gara come piùstressante;F) sopportano di più dolore efatica;G) sono più “complicate”; H) sono più conflittuali in situa-zioni di gruppo;I) l’allenatore è più nettamentein posizione di potere. Questopuò determinare un’attrazioneche, aggiunta all’utilizzo dellaseduzione come modalità dicomunicazione tipica delladonna, rischia di produrre situa-zioni difficili da gestire e che èassolutamente necessario evi-tare (Tomlinson e Yorganci,1997).Certamente alcune carat-teristiche vengono maggior-mente sottolineate da allenatoridi discipline individuali (esem-pio, sopportazione del dolore edel carico di lavoro) e altre daallenatori di sport di squadra(più conflitti nel gruppo).Abbiamo in precedenza rilevatocome le allenatrici siano deltutto minoritarie nel panoramadella categoria “allenatori", ma èaltrettanto importante presenta-re alcune caratteristiche distinti-ve del rapporto che s’instauratra allenatrice e atleta-donna. E’sempre utile tenere presenteche esistono differenze tra alle-natrici che allenano sport “fem-minili” per eccellenza (che sonoin numero preponderante) eallenatrici che allenano discipli-ne aperte a entrambi i sessi.Soprattutto nel primo caso, ilrapporto allenatrice/atleta è ditipo più collaborativo ed è sen-Yelena Isinbayeva parla con Petrov, il proprio coach

Flavia Pennetta abbraccia il suo coach,lo spagnolo Gabriel Urpi

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z’altro più paritario di quello ches’instaura tra atleta-maschio eallenatore. Poiché sia le atletesia le allenatrici tendono a stabi-lire rapporti più emotivi e piùcentrati sulla persona, la rela-zione è normalmente molto sod-disfacente e funzionale perentrambe ma diviene potenzial-mente più problematica in situa-zioni di conflitto e può dar luogoa contrasti più accesi e più pro-tratti nel tempo. Le allenatricihanno una “self-disclosure”(tendenza a far partecipi gli altridella propria vita personale)maggiore dei colleghi maschi.Anche quest’aspetto producelegami affettivi più stretti ma puòrendere troppo paritario un rap-porto che, almeno con atlete digiovane età, è utile manteneresu livelli di gerarchia più distinti.La maggiore risonanza emotivache esiste tra atleta e allenatriceè alla base della migliore com-prensione ma può provocare, inalcuni casi, un contagio emotivoscarsamente utile in situazionidi stress quali la gara. Un’osser-vazione che in carriera mi èspesso capitata di fare, è chespesso le allenatrici dubitano dipiù della loro capacità di allena-re che non i colleghi. Se metter-si in discussione è un fatto sen-z’altro positivo, in qualche casosi corre il rischio che tale atteg-giamento di fondo venga perce-pito dalle atlete (le più giovani)come un segno di minore “per-sonalità”.

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Quasi sempre l’allenatore uomoproviene da un’esperienza pre-cedente con atleti maschi ed hain ogni caso praticato personal-mente lo sport in ambitomaschile. E’ per questo menoabituato a relazionarsi con atle-te di sesso femminile.Due sono gli atteggiamenti pos-sibili quando l’allenatore si trovaad allenare l’atleta-donna. In unprimo caso, purtroppo abba-stanza frequente, egli vivecome una “diminutio capitis”allenare le “donne”. Ciò vieneperfettamente percepito dalle

atlete che vivono malissimoquesta situazione e si sentonopesantemente svalutate.Relativamente pochi sono colo-ro che scelgono di allenare leatlete e che sono realmenteinteressati e curiosi di farlo.Comunque, interrogati sullemodalità differenziali utilizzatecon le atlete, gli allenatoridichiarano di affrontare la nuovasituazione in tre modi diversi.Un primo atteggiamento è quel-lo di ignorare le differenze. Daun certo punto di vista quest'at-teggiamento è positivo perchéda più importanza all’atleta cheal suo genere sessuale ma ha,nel tempo, dei limiti evidenti. Unsecondo tipo d’atteggiamento, èquello di accettare le differenze(considerandole, più o menoinconsciamente, come difetti),arrendersi o, in alcuni casi sfrut-tarle come alibi nel caso che irisultati sportivi non siano soddi-sfacenti. Il terzo atteggiamento,è quello di considerare attenta-mente le differenze nell’ottica diottimizzare la prestazione.Se si analizza la letteratura psi-cologica più recente, si arrivacomunque alla conclusione cheparecchi fattori richiedano di unapproccio diverso da parte del-l’allenatore. Tali fattori sono:- la filosofia di allenamento;- le metodiche di allenamento;- le tattiche motivazionali (piùbasate sull’ego-involvement chesul risultato);- lo stile comunicativo;

Iosefa idem con Guglielmo Guerrini, marito e allenatore

- le modalità di relazionarsi conl’atleta.Si ritiene, in sintesi, che ladonna-atleta necessiti, per dareil meglio di sé, di un trattamentosostanzialmente diverso daparte dell’allenatore (Osborne,2002).

***

Anche se non giova mai gene-ralizzare, è possibile fornire unaserie di consigli che si rivelanodi qualche utilità per l’allenatore. In allenamento - In allenamen-to le donne sono mediamentepiù disciplinate e più serie equesto consente all’allenatore dilavorare in maniera più serena.Per quel che attiene alla comu-nicazione, un ascolto maggioree una comunicazione più empa-tica sono da preferirsi. Urlarenon è mai utile. Tale comporta-mento, che può essere di qual-che efficacia con atleti di sessomaschile più spesso in apertaopposizione e meno inclini arispettare le regole, non trovaapplicazione con le ragazze cherispondono molto meglio aforme di leadership più “civili”.Essere troppo aggressivi com-plica il rapporto e fa sì che leinformazioni tecniche non ven-gano elaborate dall’atleta chespesso si blocca sul giudizio divalore emesso e che vive,anche a torto, la situazionecome un conflitto relazionale. Lasciare qualche minuto di

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“riscaldamento sociale” (intera-zione verbale con le compagne)o permettere un po’ di “gossip”prima dell’inizio della sedutad’allenamento, può essere profi-cuo. Il messaggio comunicativoviene letto in maniera molto piùapprofondita e puntuale dalledonne. E’ quindi opportuno uti-lizzare in maniera più accortalivelli di comunicazione notoria-mente poco “sotto il controllo”cosciente della persona quali illivello para-verbale (volumedella voce, tono, etc.) e non ver-bale (sguardo, atteggiamentoposturale, etc.) che hanno unimpatto molto forte sulla relazio-ne e sono alla base d'incom-prensioni apparentementeinspiegabili. Per quel che riguar-da, poi, la relazione con l’atleta,è necessaria una maggioreattenzione alla persona nellasua interezza. Ancora più checon l’atleta maschio, è impor-tante non ignorare problemati-che personali extra-sportive.Altro aspetto essenziale è quel-lo concernente il feedback:l Incoraggiare è essenziale.l Usare la cosiddetta tecnicadel “sandwich” (informazionepositiva iniziale, rilievo su ciòche deve essere modificato e dinuovo feedback positivo) o,comunque, premurarsi diaggiungere al feedback infor-mazionale un supporto di tipoemotivo, è di notevole efficacia.l Sdrammatizzare l’errore è,poi, importantissimo. In garal’atleta donna si colpevolizza piùdei colleghi maschi e di solitoriesamina l’errore in manieraspesso eccessiva. Negli sport disquadra, vantaggi notevolissimiin termini di maggiore assunzio-ne di rischio e di creatività insituazioni di gioco sono ottenutidagli allenatori che hanno unapproccio più sereno all’errore.l “Goal setting”: è necessarioproporre un goal setting più det-tagliato e condiviso dall’atleta/e.Del resto, difficilmente l’atleta-donna accetta di far qualcosasenza capirne appieno il per-ché.l Per quel che riguarda lagestione della squadra, è sen-

z’altro importante dare maggio-re spazio alla discussione perarrivare a decisioni condivise.Una gestione più democraticadel gruppo è di solito più van-taggiosa, almeno in allenamen-to. La tendenza a socializzareper “diadi” o comunque in sotto-gruppi ristretti tipica delle ragaz-ze, va presa in attenta condide-razione. Anche evitando di san-zionare direttamente tale com-portamento, far ruotare le atleteper evitare, ad esempio, che Apalleggi sempre con B, è unbuon mezzo per ottenere unamigliore coesione di gruppo epromuovere una maggioreesperienza di gioco.l Soprattutto nelle disciplineindividuali, un altro aspetto daprendere in considerazione è ladiversa posizione che ricopre,all’interno del gruppo, l’atleta dispicco rispetto alle compagne(effetto “ape regina”). Poiché ilrapporto con l’allenatore è vis-suto in maniera più totalizzanteed emotiva, spesso si verificanosituazioni di “gelosia” tra le atle-te e si nota un atteggiamentopiuttosto possessivo nei con-fronti dell’allenatore. Tale atteg-giamento può dar luogo a sottilitentativi d’esclusione delle altre.A ciò si aggiunge il fatto chespesso l’atleta di grande spiccopresenta caratteristiche di per-sonalità molto ben delineate, haun’androginia psicologica piùmarcata delle compagne disquadra e rappresenta quindiun caso “anomalo” nel gruppo.l Certamente è utile occuparsi,in maniera costante, di aumen-tare l’autostima che, con buonafrequenza, in ambiti di attivitàprettamente maschili, è un pro-blema per le ragazze.In gara - Per quel che riguardala gara, va ribadito che di solitoessa è più ansiogena per ledonne che per gli uomini.L’allenatore deve considerareche la componente somaticadell’ansia da prestazione (modi-ficazioni della frequenza cardia-ca, respiratoria, etc.) è più anti-cipata nelle ragazze e che lacomponente cognitiva è media-mente più elevata. La donna-

atleta pensa di più all’eventoagonistico e lo fa già dai giorniche precedono la gara. Se nonsi sente completamente “aposto” con la sua coscienza(allenamento non soddisfacen-te, ad esempio) teme l’eventoagonistico ed è necessarioapprontare interventi adeguaticon largo anticipo.Di solito in competizione è utile:l Una “presenza” maggiore.l Essere più “direttivi” nell’im-mediatezza della gara per “sca-ricare” l’atleta da un eccesso diresponsabilità (ma approntarepoi in allenamento i necessaricorrettivi).l Rispettare e incoraggiare unamaggiore organizzazione pre-gara che si rivela essenziale perla donna-atleta ancor più cheper gli atleti maschi.l Inoltre, è di solito consigliabileun goal setting più preciso edettagliato anche per quel cheriguarda la gestione della gara(tempi di passaggio, messa apunto di strategie in funzionedelle avversarie, etc.).“Controllare” bene la situazioneagonistica è sempre rassicuran-te ed ha un’elevata efficacianella gestione dell’ansia.In conclusione le atlete e atletisono confrontati, nel comples-so, agli stessi problemi sportivi(successi/insuccessi, infortuni,tensioni pre-gara) ma li vivono eli risolvono in maniera diversa.E’ utile prendere in considera-zioni le differenze psicologichedella donna-atleta: sono diffe-renze che esistono e vannovalutate con attenzione. Sonopoi importanti le differenze dirapporto tra allenatore e atleta -se di sesso diverso - ed ènecessario valutarne attenta-mente le implicazioni per adot-tare un approccio costruttivo edefficace. E’ importante conside-rare, infine, che allenare un’atle-ta-donna costituisce sempreuna grande opportunità per chiallena: ampliare il proprio pano-rama d’esperienze e le propriecapacità di comprensione ed’intervento è, infatti, un fattoredi crescita importantissimo.(2/Fine) l

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di Antonio La Torre e Antonio Dotti

I tormenti di un

TECNICO

L’allenatore non deve soltanto applicare conoscenze scientifiche ma,nei confronti dell’allievo, comportarsi un po’ come un padre di famiglia.

In questo articolo si sintetizzano le problematiche che ogni giorno bisognapoter risolvere e si offre un decalogo per lavorare con serenità

atleti è quello della suddivisionedei periodi di lavoro. Non esiste allenatore di atleticache non si sia avventurato inuna programmazione che pre-vedesse anni e anni di carrieradel proprio atleta, che non scen-desse fin nei minimi particolaridelle sedute mensili ricorrendoincessantemente a indicazionicriptiche al punto che nessun'al-tra persona era poi in grado diinterpretare quanto scritto.In realtà le scansioni program-matiche per il tecnico di basesono così importanti ed è quelloche si richiede a chi quotidiana-mente si reca su di un campo diatletica sperando di realizzare ilsogno di trasformare un bruttoanatroccolo in cigno?Vale altresì la pena di impiegaretempo, ingegno, conoscenze efantasia per strutturare qualchecosa che poi, come dimostranole statistiche dell’abbandonogiovanile, si rivelerà fragile?Quale deve essere come alter-nativa il comportamento di untecnico che inizia ad allenare eperò si propone anche di nonsbagliare troppo? Altro quesito:

La ricerca di un approcciodella metodologia dell’allena-mento basato sull’evidenzascientifica ha portato questadisciplina a fare progressi dagigante da quando, a partiredagli anni 50, ha mosso i primipassi. Sono ancora moltissimi iquesiti che quotidianamente itecnici si pongono quando sonosul campo per allenare. Non atutti i quesiti la scienza è statasinora in grado di rispondere. Iltema dell’allenamento rientranel più vasto tema della com-plessità, da rendere poco razio-nale pensare che un così artico-lato e multifattoriale fenomenopossa essere (s)”piegato” alledure e matematiche leggi dellascienza fin nei minimi dettagli.Né si può pretendere che laScienza fornisca subito imme-diate risposte.Eppure la strada del futuro delleperformance può venire solo dauno stretto e fecondo rapportotra esperienze di campo e cono-scenze scientifiche; in alternati-va ci sono la praticoneria e le“scorciatoie”. Uno dei temi deli-cati per chi si occupa di giovani

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Antonio La Torre è professore associato presso la Facoltà di ScienzeMotorie, Università degli Studidi Milano in “Metodi e Didattichedelle Attività Sportive”

Antonio Dotti è diplomato in educazione fisica e laureato in scienze motorie. E' maitrise in sciences et techniques des activite’sphysiques et sportives

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sità psicologiche di diversavalenza. Su tutto il filo condutto-re “dal facile al difficile, dal sem-plice al complesso”. Con ciònon intendiamo sostenere chela seduta si debba dipanarecontinuamente da esercizi sem-plici a quelli più difficili o da lavo-ri meno intensi a quelli più inten-si, ma che il processo educati-vo, e quindi gli step di apprendi-mento da parte del ragazzodebbano essere tutti esplorati ele soste necessarie affinché eglidiventi padrone di quelle abilitàmotorie tenute in debita consi-derazione. Spetta quindi (onoree onere) all’allenatore valutaretutti gli elementi e combinarli inmodo tale da soddisfare le esi-genze educative, per raggiun-gere gli obiettivi prefissati inquel momento.Ovviamente le possibilità dilavoro prevedono infinite varia-zioni, e l’insistere su di un ele-mento piuttosto che su di unaltro è assolutamente nellemani del tecnico e non puòrispecchiare schemi precostitui-ti, pur tuttavia alcuni elementicomuni sono contenuti nellaseduta giornaliera.Innanzitutto essa si suddivide inuna fase di riscaldamento, unaparte principale e una finale didefaticamento. Fase di riscaldamento: parten-do dal presupposto che le capa-cità di acquisizione motoriasono facilitate nel momento incui il sistema nervoso non è

ancora affaticato, sarà in questomomento che il ragazzo dovràessere sottoposto a esecuzionimotorie che gli consentano diaffinare il gesto tecnico, sia indirezione di un gruppo di spe-cialità che di gesti tecnici piùgenerali. Il tutto consentirà altre-sì di raggiungere anche finalitàdi ordine fisiologico (aumentodella temperatura interna corpo-rea). Va comunque sottolineatoche se si sottopongono gli allie-vi a esercitazioni atte a migliora-re le abilità motorie bisognaavere l’accortezza di obbligare igiovani a mettere comunque esempre in crisi il SistemaNervoso Centrale (SNC). I lavo-ri a intensità submassimali nonraggiungono soglie accettabili diattentività e pertanto non contri-buiscono alla memorizzazionedel gesto.Questo primo momento dellaseduta di lavoro assume cosìun'importanza fondamentale,quasi a superare le altre duefasi del lavoro giornaliero, eavrà una durata temporaleimportante proprio per la neces-sità di imprimere nel patrimoniomotorio dell’allievo gesti corretti.Parte principale: a prima vistapotrebbe risultare evidente cheil fondamento di questo momen-to dell’allenamento debba con-sistere nell’esercizio di gara (ilsalto piuttosto che la corsa o illancio, limitandoci all'atleticaleggera). In realtà pur ammet-tendo che un allenamento spe-

come si concilia il progetto di“lunga scadenza” con il bisognodi “immediato” dei giovani atle-ti? Sono domande semplici ten-tare una risposta può dare indi-cazioni utili in un momento dicrisi di vocazioni e carenza dirisultati a livelli elevati. A noi pare che il tecnico debba,nel momento in cui allena,seguire i dettami del buon padredi famiglia. E cioè essere asso-lutamente pratico, prudente,non disposto a esporsi adavventure che potrebbero rive-larsi oltremodo pericolose.Un metodo su tutti appare con-sono a questa richiesta: dareimportanza fondamentale (inambito giovanile) alla seduta diallenamento. Tutti quelli cheabbiano percorso la strada diallenatore sanno quanto siaimprobabile attuare nella singo-la seduta di lavoro quanto essisi erano preposti. Le variabilisono pressoché infinite: umora-li, climatiche, scolastiche, amo-rose, metodologiche. Gli ele-menti perturbatori che costrin-gono il tecnico ad adattare,modificare, ridurre il lavoro pre-visto sono tantissimi. Crediamoche in una carriera pluriennaledi un tecnico siano pochissimele occasioni in cui egli possadire di aver ottemperato al pro-gramma, rispetto a quanto siera riproposto di ottenere inquel momento. E’ la seduta diallenamento il cardine dl lavorodi costruzione, e quindi è in quelmomento, e cioè quando real-mente, e non in un'ipotesi mira-bolante di lavori futuri che non siconosce ancora se sarannoeseguiti, il tecnico deve agire emuoversi correttamente.Le sedute giornaliere devonoavere una loro logica internache si realizza attraverso la con-catenazione e la successionedegli esercizi pur dovendo tene-re conto del momento storico incui questi lavori vengono fattieseguire.Perciò avremo sedute organiz-zate in modo da avere caratteregenerale o specifico, con finalitàfisiologiche diverse, con pausepiù o meno lunghe e con inten- Tania Cagnotto con la nonna e papà Giorgio, esempio di padre-allenatore

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cifico è di per sé un momentofondamentale, non sempre limi-tarsi a questo tipo di esercitazio-ni è premiante. Di sicuro per-mette una rapida crescita pre-stativa ma, oltre a non garantir-la per lungo tempo, costituisceuna limitazione del patrimoniomotorio poiché specifica e chequindi richiede dei grandi costisia fisici sia nervosi; non darsitempi adeguati di pausa e dialternanza di successione dicontenuti diversi può costituire illimite che in passato ha segna-to la fine di molte carriere di pro-mettenti talenti. Gran parte dellesedute giornaliere dovrà averecome finalità quella di innalzarela capacità di lavoro, di aumen-tare la resistenza generale, diconsentire la ripresa in caso disoste forzate per malattie o inci-denti, per aumentare come siaccennava sopra gli elementicoordinativi.Il defaticamento: certamenteconsiderato come momento diripristino fisiologico deve conte-nere anche altri elementi impor-tanti: la valutazione dell’esitodella seduta e ciò che si rag-giunto. In questo periodo il tec-nico si dedica a un altro compi-to importante della sua azionepropedeutica: comunicare all’al-lievo le sue impressioni sui pro-gressi o sui fallimenti che sisono verificati (e in questo casocomunicare anche le procedureche intende seguire nelle sedu-te successive per correggere glierrori). E’ qui prima del commia-to che l’allenatore permette conle sue parole al ragazzo di fare“il pieno di entusiasmo” peraffrontare positivamente la stan-chezza, i disagi, i mille piccoliintoppi che potrebbero portarloa disertare il prossimo incontroe invece gli consentono di conti-nuare sulla strada del lavoro edella crescita.Di seguito elenchiamo un picco-lo decalogo, una “summa” d'in-dicazioni che potrebbero (odovrebbero) aiutare il tecnico adaffrontare con maggior serenitàle complicate acque dell’allena-mento; non sono certamenterisolutive, possono e devono

essere ampliate con aggiunte,modifiche, derivanti dalle espe-rienze di tutti i tecnici (c'è sem-pre da imparare), ma ci piacepensare che da esse i tecnicipossano trarre la tranquillità diagire con accortezza e succes-so:1) Talento. Il detto suggerisceche chi vuole emergere in atleti-ca deve essere abile a sceglier-si i genitori giusti. In effetti, granparte del raggiungimento dirisultati prestigiosi è legato aicromosomi e quindi al patrimo-nio che i genitori hanno assicu-rato ai propri figli. Questo nonvuol dire che al primo fallimentosi debba desistere, perché levariabili sono comunque tante,e si potrebbe cadere in un erro-re di valutazione, ma certamen-te un riconoscimento anticipatosul possesso di certe qualitàfondamentali di quella specialitàcostituisce un buon viatico.

2) Integrità psicofisica. Il suc-cesso (sportivo e non) in unasocietà moderna deriva essen-zialmente dalla capacità di pro-grammare e realizzare un pro-getto. In campo sportivo ciò sievidenzia sin dai primi passiattraverso la capacità dell’indivi-duo di collocare l’evento (siacome allenamento sia comecompetizione) in un contesto divita. Ciò comporta una superio-re personalità e una tranquillitàdi animo assolutamente neces-saria per superare tutte quelletraversie fisiche e psichiche cheinevitabilmente sorgono, allor-quando si cerchi di giungere aqualcosa la cui realizzazionerichiede molti anni.3) Adattamento al carico dilavoro. Esistono sia aspetti psi-chici (la disponibilità) che fisici(come ottimizzare il recupero)tra i criteri da “sorvegliare”attentamente giorno per giorno

Un allenatore di nuoto “gioca” in acqua con i suoi giovani allievi

Roberto Ricchini, coach della Cras Basket Taranto,campione d’Italia femminile da due stagioni

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re che un'attività liberamentescelta non abbia come principa-le caratteristica la passione diquello che si sta facendo,accompagnata da profonde pul-sioni motivazionali che spingo-no l’atleta a ricercare senzasosta il successo. Crediamo cheil vero segno distintivo tra ilcampione e il semplice pratican-te sia proprio la spinta a cercarein maniera continua il migliora-mento e il raggiungimento delsuccesso, senza che mai que-sto venga confuso con il sacrifi-cio. 8) Etica del lavoro comeimpegno e serietà. Anche seprecedentemente si è parlato ditalento come condizione per ilraggiungimento di risultati dieccellenza, il tecnico deve faresubito presente all’atleta che iltalento non basta se non èaccompagnato da una costanteprogrammazione, che prevedal’allenamento come punto cen-trale della giornata. Questo nonvuol dire che ogni altra attivitàdebba essere soffocata omessa in secondo piano, mache una volta preso un impegnoquesto non potrà essere sem-pre messo in discussione ognivolta che si presenti una variabi-le nella giornata o nella settima-na. Ciò purtroppo avviene rara-mente, anche perchè questedecisioni debbono venire presein età giovanile quando la metada raggiungere appare moltolontana, e costituiscono unodegli ele-menti chep o r t a n oall’abban-dono dellap r a t i c aagonistica.9) Co-s c i e n z ap o s i t i v adei proprilimiti. Nonsempre ilconoscerele propriedebolezzetecniche ecaratterialirappresen-

per garantire un'evoluzione con-sona dei processi adattivi4) Resistenza alla fatica fisicae mentale. Il concetto di faticadeve venire interpretato comepositivo. Il correre o il lavorare alungo è un piacere e come taleviene affrontato; chi vuole emer-gere (e tanti campioni lo hannodimostrato) non è chi che temedi lavorare troppo, ma altresìcolui che non vede il momentodi applicarsi perché quelmomento è il mezzo per eccel-lere.5) Disponibilità a interagirecon il gruppo. I compagni diallenamento (meglio se di valo-re omogeneo) non sono i nemi-ci da battere, ma coloro i qualicontribuiscono all'effettuazionedi allenamenti di qualità. Questodeve essere anche più chiaronel momento di lavori effettuatidurante gli stage nazionali.Ognuno deve saper prendere edare tutto ciò servirà alla propriacrescita. Il non accettare di inte-ragire in maniera positiva con ilgruppo costituisce (massima-mente nell’atletica moderna) unvistoso limite verso il successo.6) Fiducia in sé e negli altri.L’atleta vive immerso in unasocietà da cui prende e dà. Daquesta viene influenzato einfluenza, viene modificato e dàil suo contributo a modificarla.Deve essere ben consapevoledi ciò e deve anche credere nel-l’importanza del suo contributo.Perciò anche nei momenti in cuipuò sembrare che egli sia unelemento negativo (in quantoperdente) deve sempre arrivarea pensare che tutto ciò possacontribuire a una crescita indivi-duale e globale.7) Motivazione-passione-amore per l’attività scelta.Quando ci capita di sentire gliatleti vittoriosi in qualche com-petizione internazionale, i qualiintervistati continuano a sottoli-neare quanti sacrifici siano statinecessari per raggiungere ilsuccesso, rimaniamo semprestupiti. Se da un lato è correttorichiamare la necessità di unarigorosa, costante applicazione,dall’altro non riusciamo a crede-

ta un limite. Esiste un aspettopositivo nella conoscenza pro-fonda della realtà e, a volte,questi limiti costituiscono unavera e propria forza che è possi-bile sfruttare durante la compe-tizione. Citiamo ad esempio lacoraggiosa fuga di Panettadurante la gara dei 3000 siepi aiCampionati Europei diStoccarda 1986. La voglia di imporre il proprioritmo di gara fu il segno delladecisione di mettere gli altri difronte ai propri limiti, ignorandonello stesso tempo i propri. Aben vedere è ciò che viene fattoin molti sport, ove l’eventualelimite o debolezza viene sfrutta-ta per avvantaggiarsi sugliavversari. 10) Agonismo come piaceredel confronto. E' necessarioarrivare a considerare ilmomento agonistico come lasomma di quanto fatto nei gior-ni, settimane, mesi precedenti.Sapere che si affronterannoavversari deve essere lo stimoloper desiderarlo, non evitarlo.Solo in questo momento è pos-sibile permettere alla propriapersonalità di venire a galla, ealla propria intelligenza di affer-marsi su quelle degli altri con-correnti. Coloro che temono ilconfronto trasformano l’allena-mento nell’elemento più impor-tante dell'attività, mutuandosi diconseguenza in pedissequi ese-cutori del gesto tecnico inveceche in artisti del movimento. l

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Luciano Gigliotti, allenatore di Stefano Baldini, con lui nella foto. Il tecnico ha guidato anche un altro campione olimpico di maratona,Gelindo Bordin

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La sedentarietà associata aun'errata alimentazione è unodei maggiori fattori di rischio pernumerose malattie cronicheche affliggono la popolazione,come le malattie cardiovascola-ri, il diabete, l’ipertensione, ilcancro dell’intestino e dellamammella, l’obesità e moltealtre ancora. Così, la diffusionedei programmi di educazionesportiva e di promozione dellastessa sono oramai presentatiin tutte le salse possibili.Ma se l’attività sportiva ha effet-to positivo sulla salute, ne esi-ste un altro, definito paradosso,in cui aumenta il rischio d'inci-dente cardiovascolare, propriofacendo attività fisica. Ci sareb-be quindi un numero enorme dipersone che potenzialmente siespongo a un rischio aumenta-to. Il nostro Paese, ponendosiall’avanguardia in campo mon-diale, ha da tempo messo inatto delle procedure miranti allasalvaguardia della salute di chipratica attività sportiva. Nelnostro Ordinamento giuridico,infatti, la tutela sanitaria delle

attività sportive trova riconosci-mento già in alcuni articoli dellaCostituzione. L'art. 4 stabilisceche "ogni cittadino ha il doveredi svolgere, secondo le propriepossibilità e la propria scelta,un'attività o una funzione checoncorra al progresso materialeo spirituale della società" e losport è annoverabile tra questeattività, soprattutto se svolto alivello professionistico. Inoltre,l'art. 32 nel 1° comma garanti-sce la tutela della salute come"fondamentale diritto dell'indivi-duo e interesse della collettivi-tà". A questi principi costituenti,hanno fatto seguito, nel tempo,delle norme attuative al fine direndere realmente operativa ereale la tutela della salute deglisportivi. Facciamo riferimento,in particolare, ai due più impor-tanti Decreti del Ministero dellaSalute (D.M. 18/2/1982; D.M.28/2/1983) che sanciscono l’ob-bligatorietà della visita d'idonei-tà alla pratica dell’attività sporti-va, distinguendo tra quella pre-vista per l'attività agonistica equella per l'attività non agonisti-

ca. Tale obbligo riguarda tutticoloro che richiedono una tes-sera come atleta a unaFederazione SportivaNazionale del CONI o ad unEnte di Promozione Sportiva,riconosciuto dal CONI stesso.Per ciò che concerne la diffe-renziazione tra atleta agonistae non agonista, va detto cheessa compete alle FederazioniSportive Nazionali e agli Enti diPromozione Sportiva, di cuisopra, in base agli ordinamentie ai propri regolamenti.Dalle indagini epidemiologicherisulta che il totale di cittadiniche praticano sport o svolgonoin ogni caso qualche forma diattività fisica sono circa33.300.000, di cui 11.420.000 lofanno con continuità e costan-za. Concentrando l’attenzionesu questi, emerge che la praticadi tipo più specificatamenteagonistica coincide con circasei milioni di tesserati allesocietà affiliate alle Federazionie alle Discipline Associate.L’importanza e l’efficacia dellavisita medica per l’idoneità alla

A cura della Federazione Medico Sportiva Italiana

Ok, IDONEIa faticare…

Una normativa precisa e all’avanguardia prevede che in Italia chi faattività sportiva, sia agonistica, sia amatoriale, debba sottoporsi ad unavisita medica specifica. Una direttiva che ha forte valenza sociale, con-

siderando che nel nostro paese oltre undici milioni di persone svolgono una pratica fisica con continuità

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sulla Rivista di Medicina delloSport da Di Luigi e altri, su32652 atleti, si evidenziava,oltre alla percentuale di sogget-ti non idonei allo sport, la pre-senza in numero elevato di sog-getti portatori di fattori di rischioper la salute quali il tabagismo,il consumo di alcool, e soprat-tutto un elevato numero di pato-logie, ancorché non controindi-canti la pratica sportiva, diagno-sticate per la prima volta a cari-co di pressoché tutti gli organi eapparati.La visita per l'idoneità alla prati-ca di uno sport agonistico, chedovrebbe essere antecedenteal tesseramento, viene effettua-ta solo da medici chirurghi,Specialisti in Medicina delloSport e deve essere richiestasu apposito modulo nominativodalla Società Sportiva di appar-tenenza o da qualunque struttu-ra (ente di promozione, accade-mia di danza, piscina, palestraecc.) richieda una certificazioned'idoneità alla pratica sportiva.La visita deve essere effettuatapresso l’ambulatorio diMedicina dello Sport della strut-tura pubblica o presso uno stu-dio o ambulatorio di Medicinadello Sport privato; in tal caso lavisita deve essere effettuataesclusivamente negli studi oambulatori di Medicina delloSport autorizzati dalla Regionedi appartenenza ed elencatinello stesso Albo Regionale.Si sottolinea che la visita medi-co sportiva non può essereespletata al di fuori delle struttu-re autorizzate, quindi non èammissibile uno studio di

improvvisanegli StatiUniti è lamiocardio-patia iper-t r o f i c a ,mentre inItalia talepatologia,n o r m a l -mente dia-gnosticatain corso div i s i t ad'idoneità,ha un’incidenza estremamentepiù limitata. Questi esempisono solo parziale spiegazionedel perché il mondo scientificointernazionale guarda conattenzione al modello italiano,come un’organizzazione daavvicinare se non da copiare. La visita per il rilascio del certi-ficato, sia agonistico sia non,rappresenta, dunque, a oggi unelemento di prevenzione d'im-portanza fondamentale, anchein considerazione della scom-parsa della visita di leva per imaschi e la scomparsa dellafigura del medico scolastico. Lavalenza della visita d'idoneitàmedico sportiva non è, tuttavia,limitata solo alla determinazio-ne dei casi di non idoneità, perfortuna non molto elevati, quan-to piuttosto perché essa per-

mette dia c q u i s i r einformazio-ni epide-miologiche,di svolgereun'opera dieducazio-ne sanita-ria, di pro-m u o v e r emigliori stilidi vita nellapopolazio-ne, conparticolarer i g u a r d oal l 'at t iv i tàfisica. Inuna bellar i c e r c apubblicatanel 2004

pratica sportiva sono dimostra-te da numerose pubblicazioniscientifiche e dal riconoscimen-to che gran parte dei Paesidell'Unione Europea ha nel-l’esperienza del modello italia-no. Basti pensare a un famosoatleta di colore, valutato aLondra (non esiste nei PaesiAnglosassoni l’obbligatorietàdella certificazione ma la solavalutazione) e morto su uncampo di gara in Francia pochianni or sono, mentre in Italia,con la stessa patologia, venivadichiarato non idoneodall’Istituto di Medicina eScienza dello Sport del CONI diRoma un grande atleta, oro aSidney, prima delle Olimpiadi diAtene. Altri casi eclatanti sonoquelli di Kanu (poi operato alcuore) e Fatigà, giocatoridell’AJAX e nazionali olandesi,venuti all’Inter e dichiarati nonidonei a Milano dall’Istituto diMedicina dello Sport dellaFMSI. Una ricerca effettuata inVeneto sull’incidenza, negli ulti-mi venticinque anni, delle mortiimprovvise tra chi aveva effet-tuato le visite d'idoneità agoni-stica (di selezione e controllo) echi no, ha evidenziato unaminore incidenza di tale eventotra i primi con un rapporto di 1 a10 (Corrado et al, Jama, 2006).La causa principale di morte

Il controllo del cuore è alla base per ottenere l’idoneità sportiva

Domenico Fioravanti, il nuotatore due volte campione olimpico aSydney, è stato fermato per problemi cardiaci prima di Atene 2004

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Medicina dello Sport all'internodi una struttura sportiva, ameno che non rispetti tutte lenorme prescritte dal DPR del22/7/1996.Durante la visita, il medico spe-cialista effettuerà, oltreall'anamnesi e alla visita clinica,gli accertamenti di base(Tabelle A e B del D.M.18.2.1982) che consistono inun elettrocardiogramma (ECG)a riposo, un ECG dopo esecu-zione dello “Step test” delladurata di tre minuti su gradinodi altezza variabile (cm 30, 40,50), una spirometria per il cal-colo dei volumi e flussi polmo-nari e la valutazione della rispo-sta di un esame delle urine; aquesti va aggiunta la valutazio-ne di esami aggiuntivi specificiper alcuni sport (ad esempio,per le attività subacquee: visitaotorinolaringoiatrica). Il medicoha la possibilità di richiedereeventualmente anche altriaccertamenti, qualora lo ritenganecessario ai fini di accertarsidell'idoneità del soggetto visita-to. In molte regioni il medicospecialista che esegue la visitadeve inoltre inviare ogni seimesi l'elenco delle visite effet-tuate alla A.S.L. di appartenen-za dello studio presso cui operae solo le visite in elenco sonovalide per il tesseramento spor-tivo, mentre in altre esisteanche un “libretto Sanitario

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Sportivo” dell’atleta che deveessere consegnato al medicoprima della visita e sul qualevengono riportati i dati dellacertificazione. Solo da pochissi-mo tempo, nella regione delleMarche è stato istituito“Registro informatico delle ido-neità sportive”, ovvero un libret-to sanitario sportivo informatiz-zato in cui, tutte le strutture cherilasciano l’idoneità alla praticaagonistica, dovranno registrarlesu un nuovo Registro web. Sipotrà così monitorare lo stato disalute degli sportivi e vigilaresulle idoneità e l'elenco saràconsultabile da medici autoriz-zati e da enti preposti.Nel caso venga emesso un giu-dizio di "non idoneità" l’atletapuò presentare gratuitamentericorso alla CommissioneMedica Regionale entro trentagiorni dalla comunicazionescritta del giudizio negativo(come riportato sul certificato dinon idoneità).La Commissione, presieduta dauno specialista in Medicinadello Sport, è composta da spe-cialisti di chiara fama e di diver-se specializzazioni e si riunisce,generalmente, una volta almese, prende visione di tutti gliaccertamenti effettuati ed emet-te un giudizio che può essered'idoneità, di conferma di nonidoneità o può richiedere ulte-riori accertamenti ai fini di una

chiara diagno-si.Per quantoriguarda l’atti-vità sportivanon agonisti-ca, è sufficien-te, invece, ilc e r t i f i c a t od ' i d o n e i t àsportiva nona g o n i s t i c a(spesso con-fuso e identifi-cato con quel-lo di buonasalute), chepuò esserer i l a s c i a t o ,oltre che dallospecialista in

Medicina dello Sport, anche dalproprio medico di base o dalpediatra di base, generalmentedopo una visita accurata, senzal'obbligo di ulteriori accertamen-ti, salvo che il medico stessonon ritenga opportuno prescri-verli.Da quanto sopra esposto sievince con chiarezza che laconsiderazione sul significato esulla valenza della visita d'ido-neità medico sportiva sia (e stiaancora) mutata nel corso deglianni: da atto medico finalizzatoa escludere la presenza dipatologie in grado di elevare ilrischio per la salute dell’atleta amomento fondamentale di valu-tazione dello stato di salute e diefficienza fisica di gran partedella popolazione italiana e diconsulenza e programmazioneper offrire, a tutti quelli che laeffettuano, i giusti suggerimentiper svolgere l’attività nellamisura corretta. Si tratta, dun-que, di un atto e di un sistemadi straordinaria valenza sociale.A conclusione di questo lavoro,si vuol riportare un suggestivoutilizzo dell’idoneità all'attivitàsportiva agonistica: l’avvocatodella famiglia Cucchi dichiara la“sanità” del giovane implicato inuna vicenda giudiziaria proprioevidenziando la certificazionesuddetta [L’Espresso del 9novembre 2009 - Intervista di L.Tironi]. l

Non si può fare attività in una palestra di fitness senza un certificato d’idoneità

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Parte da lontano il GruppoTeatrale Don Bosco. Nasce,infatti, nei primi anni del secoloscorso, presso l'oratorio sale-siano di Varazze, grazie a ungruppo di giovani del tempo cheseguirono l'amore che DonBosco aveva per il teatro.Mettevano in scena atti unicibrillanti e drammo-ni, secondo i gustidel periodo. Il tea-tro era l’unica fontedi svago per giova-ni e famiglie, per-ciò i filodrammaticiallestivano unospettacolo ogniquindici giorni perun pubblico sem-pre numeroso ecertamente menoesigente di quelloodierno.Una volta l'anno ipiù giovani allesti-vano l’Accademia,cioè uno spettaco-lo divertente chemetteva in luce iragazzi più dotatiche sarebberodiventati i filodram-matici di domani.Negli anni della

Prima guerra mondiale i giovaniattori si recavano nella vicinacolonia bergamasca per allieta-re i feriti in convalescenza pres-so quel complesso ed eranomolto applauditi.Durante il ventennio fascista leattività del gruppo erano proibi-te, ma gli intrepidi filodrammati-

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Storia del Gruppo Teatrale Don Bosco, nato nell’oratorio salesiano di Varazze a inizio secolo. Un successo creato dalla passione

e dalla voglia di stare insieme nel segno della tradizione ligure

Il DIALETTOfa sempre “compagnia”

ci si riunivano di nascosto, unpo’ cospiratori, un po’ giovanidesiderosi di fare gruppo in alle-gria.Dopo la Seconda guerra mon-diale la rinascita, e la filodram-matica riprende in forze il suocammino animata da giovani emeno giovani che si danno il

La rappresentazione di “Sotto a chi tocca”, commedia classica genovese di Govi

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cambio, anzi fanno a gara a cal-care le scene.Il gruppo è solo maschile, nelteatro oratoriano sono proibitele commedie promiscue, peròun gruppo femminile fa le suerappresentazioni in un altro tea-tro, finché negli anni 50 si formala prima compagnia “mista “ cheperò deve recitare in teatri fuoridell’oratorio.Negli anni 60 finalmente anchele ragazze sono ammesse a farparte del gruppo teatrale e iniziala storia contemporanea dellacompagnia. Molti degli attori dioggi erano i ragazzi di allora chesi sentivano quasi i pionieri di unteatro diverso. Si andava allaricerca di testi nuovi, dei grandiautori, si voleva fare un teatroun po’ intellettuale secondo igusti dell’epoca: già, si era arri-vati al ’68… Questo teatro erarigorosamente in lingua, mentrealtri del gruppo preferivano ilteatro dialettale, più allegro epopolare. Per alcuni anni lediverse tendenze (teatro in lin-gua e dialettale) convissero fin-ché il teatro non fu demolito percostruire una scuola. Fu la cata-strofe! Il teatro, che era statoristrutturato lavorando seradopo sera, non c’era più.Fu un momento di grande sco-raggiamento che però non

fermò la grande tradizione delteatro a Varazze, amato dasempre da un pubblico affezio-nato e assiduo e non fermò gliintrepidi attori che riannodaronole fila del gruppo.In breve tempo in un salone siallestì un palcoscenico di assi,era molto precario, ma abba-stanza solido da consentire a unrinnovato gruppo teatrale dimettere in scena commedie dia-lettali brillanti e un po’ naif, ma siera negli anni 70 e tutto eraaccettato con la leggerezza che

trasmettevano i figli deifiori! Finalmente neglianni 80 sorse un nuovoteatro e con esso la sto-ria più recente del grup-po che si è legato conaffetto alle rappresenta-zioni in dialetto, il più gra-dito dal pubblico del tea-tro amatoriale. Senzadimenticare gli angolitipici della Liguria, arri-vando anche a rappre-sentare una commediasu una spiaggia riviera-sca a pochi metri dalmare, il gruppo ha inizia-to a muoversi anchenelle altre regioni, calpe-stando palcoscenici dellaLombardia, Veneto,

Trentino Alto Adige, Lazio,Marche. Un'altra peculiarità delGruppo Don Bosco è il rispettodi una tradizione: esibirsi ognianno anche nella notte diNatale. Inoltre le produzionisono spesso servite alla raccol-ta di fondi per "Telethon","Trenta ore per la vita", "AISM"e "Bambini di Cernobyl".Il gruppo è mosso certamenteda una grande passione per ilteatro, ma il collante che tienetutti così uniti è che, insieme, c'èinnanzitutto il divertimento. l

“Serse, l’avvocato delle cause perse”, in scena ancora oggi

Natale 2005: “Tutto in fumo”, commedia di trasferimenti presa da un testo inglese

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ciò che gli sta intorno, perdendola possibilità di apprezzarne lemille sfumature. E così i cavallivengono “vestiti”, non si sabene come; si monta a cavalloma non si sa da che parte; s'im-pugnano le redini senza saper-ne il reale utilizzo e si parteall’avventura. Un’esperienza comunque entu-siasmante perde inevitabilmen-te tutti quei contenuti che la ren-derebbero unica e ciò senzanemmeno voler prendere in

considerazione il fat-tore sicurezza. Già s'intuisce perchéla figura del tecnicodiventa così essen-ziale: solo una figuraprofessionale e ade-guatamente formataè in grado di infon-dere sin dalla primaesperienza quelleconoscenze e quellafiducia che permet-tono ai neofiti diapprezzare sino infondo l’esperienzadel cavallo. Un tecni-co preparato è chisa scegliere lecavalcature in baseall’esperienza degliutenti, che ha curanon solo delle attrez-zature, ma soprattut-to dei cavalli stessi,che è in grado divalutare le capacità

Per i neofiti dell’equitazione è indispensabile avere vicino la figura diun tecnico che dia consigli non solo come montare e guidare il cavallo,ma anche sull’abbigliamento e sulle varie normative

di ogni singolo cavaliere e, nelcaso queste siano troppo limita-te, ha anche la coscienza diconsigliare una maggiore prati-ca prima di un’uscita in passeg-giata. Ciò poiché il tecnicoconosce bene i rischi connessianche alla più breve escursioneall’esterno della struttura delCentro Ippico.Il professionista dell’equitazioneè dunque in grado di fornire lenecessarie conoscenze teori-che, dalle più semplici, alle piùspecifiche, dà la giusta impor-tanza ai risvolti assicurativi ealle leggi vigenti, ha la capacitàdi impartire gli insegnamentipratici e di intervenire con pron-tezza nelle situazioni di necessi-tà. L’invito è quindi quello di dif-fidare dall’ignoranza e dall’av-ventatezza che, ahinoi!, troppospesso si incontrano.Pochi i punti da tenere a menteper un’esperienza tanto piace-vole quanto sicura: 1) scegliete l’abbigliamentoadatto (pantaloni lunghi, scarpecon il collo alto e un po’ di taccoo stivali, casco protettivo eguanti);2) verificate che vi venga offertaun’adeguata copertura assicu-rativa;3) controllate le qualifiche tecni-che di colui cui vi rivolgete;4) impratichitevi con qualchelezione prima di un’eventualeuscita in passeggiata.Buone cavalcate! l

Spesso quando ci si affacciaal mondo dell’equitazione si è invacanza e, ancora più, spessole prime volte che si monta acavallo non si è realmente con-sci di quello che si sta facendo.La maggior parte degli utentiprova l’emozione di una galop-pata come un semplice diversi-vo per rendere particolare unagiornata fra tante. Troppo spes-so i provetti cavalieri vengono“issati” in groppa alle loro caval-cature senza conoscere nulla di

www.csainequitazione.it

AMICO e maestro

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Si è concluso domenica 15novembre, presso il CircoloIppico El Dorado Jumping Teamdi Quart (Aosta), il corso per ilconseguimento del titolo diaccompagnatore CSAINEquitazione. Il percorso formati-vo ha visto impegnati nove can-didati nello studio di materie chespaziavano dall’anatomia delcavallo alla sua corretta alimen-tazione, fino all’analisi degliaspetti assicurativi e legali cheregolano tutto ciò che concernelo svolgimento delle atti-vità di maneggio. E,ancora, prove praticheche andavano dallamessa in sella di un prin-cipiante alla conduzionedi una ripresa, fino all’or-ganizzazione e gestionedi una passeggiata. Sottola guida del docente edirettore di corso AlbertoBarrovecchio,Tecnico diIII livello CSAINEquitazione, tutti i parte-cipanti hanno superatol’esame finale, che sicomponeva di un testpratico “in sella”, un col-loquio orale ed un esamescritto, con buone vota-zioni. Soddisfatti deirisultati d’esame anche

gli altri due membri esterni dellacommissione: ElisabettaMosca ed. Enrico Corona. Inparticolare così ha commentatoElisabetta Mosca, SegretarioGenerale CSAIN Equitazione:«Ancora una volta i partecipantiai nostri corsi si sono distinti perimpegno e voglia di imparare:devo ringraziare Alberto, diretto-re del corso nonché TecnicoResponsabile dell’El DoradoJumping Team, perché ha sapu-to trasmettere nozioni di Tecnica

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A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

Accompagnatori CSAIN,

NESSUNOsi fermaEquestre ma anche tanta pas-sione. L’augurio che posso farea questi ragazzi è di continuaresulla strada intrapresa, con lostesso impegno e partecipazio-ne dimostrati in questi quattrogiorni». Sono ora accompagnatori:Fulvio Boero, Paola Bernazzani,Sylvie Bruno, Sara Camperi,Emanuela Dandres, MichelaEnrico, Dario Fanny, StefaniaMarchiano, Marco Villani edHelga Zen. l

Nove promossi su nove al corso tenuto a fine novembre presso il circolo El Dorado Jumping Team di Quart, vicino ad Aosta

Il gruppo che ha partecipato al corso con successo

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Gauss in compagnia diArchimede e Newton, appartie-ne a una classe a parte di gran-di matematici ed è impensabilecercare di classificarli per ordinedi merito. A tutti e tre va ricono-sciuto di aver fatto scattare lemolle principali della matemati-ca pura e della matematicaapplicata. Archimede ha datopiù importanza alla matematicapura piuttosto che alle sueapplicazioni, Newton ha trovatola principale giustificazione dellesue invenzioni matematiche nel-l’applicazione che la scienza neha fatto, mentre Gauss sostene-va che gli era indifferente lavo-rare in matematica pura come inmatematica applicata.Le origini di Gauss, consideratoil re della matematica, sonomolto umili, nasce in una miseracasa a Brunswick, in Germania,il 30 aprile 1777. Il ritratto cheabbiamo del padre è quello di

Bruna Germano è docente di AnalisiMatematica presso la facoltàd'Ingegneria dell'università di Roma"La Sapienza". Da giovanissima è stata un'atleta di buon livello:nazionale juniores di salto in alto,ha detenuto la migliore prestazionenella categoria allieve per l'altoe il triathlon

LA PALESTRA DELLA MENTELa matematica tra storia e giochi a cura di Bruna Germano

un uomo retto, severissimo,quasi brutale verso i figli, nonstupisce quindi che un uomocosì abbia fatto tutto quanto erain suo potere per contrastarel’attitudine del figlio per lo stu-dio. Le origini del genio diGauss sono quindi da ricercarsidal ramo materno e più precisa-mente dallo zio Federico, ilquale, se pur condannato almestiere di tessitore, era unuomo intelligentissimo cheesplorava campi lontani dallasua professione. Trovando nelfiglio della sorella uno spiritosimile al suo, Federico aumentòi suoi interessi a contatto conquelli del giovane genio e fecedi tutto per permettere al nipotedi studiare. Gauss per tutta lavita rimpianse la perdita dellozio avvenuta in età prematura.Per riconoscenza Gauss firmòtutte le sue opere con CarloFederico Gauss. La madre,Dorotea, era una donna praticae intelligente. Per nostra fortunaquando l’enfant prodige, la cuistupefacente memoria e intelli-genza impressionava tutti quelliche seguivano il suo sviluppointellettuale, realizzò e superò lepromesse dell’infanzia, prese leparti del figlio contro il testardomarito che si ostinava a volerperpetuare nel figlio la propriaignoranza. Dorotea passò gliultimi venti anni di vita in casadel figlio. S'intendevano a mera-viglia e Gauss, a lei grato per lacoraggiosa protezione durantel’infanzia, si premurò di crearlele condizioni per una vecchiaiaserena. La storia della matema-tica non può registrare nulla chesi avvicini alla precocità diGauss bambino, benché sembriincredibile, egli si rivelò giàprima dei tre anni. Un sabato ilpadre stava compilando il fogliodi paga settimanale degli operaisenza accorgersi che il bambino

seguiva con attenzione i suoiconti. Arrivato alla fine dei suoicalcoli, il padre fu molto stupitodi sentire il piccino mormorare“Babbo, il calcolo non è giusto,bisognerebbe mettere….”, laverifica dei conti dimostrò che lacifra indicata dal bambino eraesatta. Per tutta la vita ebbe unafacilità prodigiosa nel calcolomentale. Dopo il settimo anno dietà Gauss andò a scuola. Unascuola quasi medievale tenutada un certo Buttner il cui unicometodo d'insegnamento eraquello di terrorizzare stupida-mente gli alunni. I primi due annidi scuola trascorsero senzagrande interesse, quando adieci anni entrò nel corso di arit-metica, in quel corso il perfidoButtner dava ai suoi alunni daeseguire operazioni complicatedi cui egli trovava la soluzione inpochi secondi. Per esempio sommare iseguenti venti numeri:74.320+74.432+74.544+…….+76.448, (si vede facilmente chela differenza tra due numeri con-secutivi è 112). E’ chiaro che pereseguire tale somma nel modocanonico occorre un po’ ditempo, tempo che sarebbemolto maggiore se i numeri dasommare fossero 100 o più. Perchi conosce le progressioni arit-metiche, il calcolo è ovviamentemolto semplice, quasi immedia-to, il punto è che all’epoca, glialunni di Buttner non conosce-vano le progressioni e impiega-vano moltissimo tempo a ese-guire i calcoli. Immaginiamoquindi quale fu la meraviglia delmaestro quando Gauss, il suoalunno più piccolo, in pochisecondi scrisse un numero cheera il totale esatto, anche senessuno gli aveva insegnato iltrucco per risolvere rapidamen-te simili problemi. L’averlo intui-to da solo era una cosa del tutto

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LA CATENA D’OROUn tale possiede una catena d'oro composta da sette anelli e non richiusa su se stessa. Un giorno, spinto dal biso-gno, è costretto a chiedere in prestito un cavallo a un suo conoscente per sette giorni. In cambio però, quest'ultimovuole la catena d'oro e chiede di essere ricompensato con un anello al giorno, per ognuno dei sette giorni. Qual è ilnumero minimo di anelli della catena che occorre rompere perché questo sia possibile?

IL BARBONEUn barbone raccoglie mozziconi di sigaretta e mettendone assieme quattro si costruisce una sigaretta (quasi) nuova.Se riesce a fumare sette sigarette (quasi) nuove, qual è il numero minimo di mozziconi che deve aver trovato e quan-ti gliene rimangono alla fine?

straordinaria per un bambino didieci anni.Fu così che Gauss entrò nell’im-mortalità. Buttner fu tanto mera-vigliato che cambiò maniere ediventò, almeno per lui, un pro-fessore umano, di sua tascacomprò il miglior manuale chepoté trovare e lo regalò a Gaussche lo assimilò in un baleno.Il maestro riconobbe che nonera in grado di insegnare moltoal giovane genio. Per una fortu-nata combinazione però, avevaa scuola come aiuto un giova-

notto, Johann Martin Bartelsche aveva la passione dellamatematica. Tra il giovanotto didiciassette anni e lo scolaro didieci, nacque una calda amici-zia che durò fino alla morte diBartels (1836). Essi studiavanoinsieme aiutandosi vicendevol-mente sviluppando le dimostra-zioni d’algebra e i rudimenti del-l’analisi. Da questi primi lavori ènata una delle questioni piùinteressanti di tutta la carriera diGauss: egli venne rapidamentea capo del teorema del binomiodove n non è necessariamenteun numero intero positivo. Il pro-blema era di capire quali restri-zioni imporre a “x“e “n” affinchélo sviluppo scritto sotto sia cor-retto, cioè il secondo membrosia effettivamente uguale alprimo.

Nell’espressione i puntini stan-no a indicare che nel secondomembro si ha una somma d'infi-niti addendi (quella che in mate-matica si chiama Serie) e per-tanto il problema diventa quello

di trovare in quali condizioni perx e n la serie sia convergente,abbia cioè per somma la funzio-ne a primo membro. Trovandosidi fronte al problema del bino-mio, Gauss ebbe l’ispirazione dialcuni tra i suoi più grandi lavo-ri. Poco soddisfatto, infatti, diquello che lui e Bartels avevanotrovato nel loro manuale, Gaussne fece una dimostrazione equesto lo iniziò all’analisi mate-matica; la vera essenza del-l’analisi è l’uso corretto del pas-saggio all’infinito. Quest'operadoveva cambiare tutto l’aspettodella matematica. Newton,Leibniz, Eulero, Lagrange, tuttigrandi analisti per la loro epoca,non avevano praticamente nes-suna idea di ciò che è conside-rato ora come una dimostrazio-ne comprendente il passaggioall’infinito. Lasciamo per ilmomento Gauss bambino aven-do già un'idea del perché siaconsiderato il re della matemati-ca. Nel prossimo numero, quan-do esamineremo gli altri campicui Gauss ha aperto le porte delfuturo, ci convinceremo ancoradi più del perché tutto ciò che lamatematica del nostro XX seco-lo ha prodotto sulla via delleidee scientifiche originali, siricollega a Gauss. l

I QUIZ

«Le serie divergenti sono opere del diavolo».Niels Henrik Abel (matematico norvegese, 1802-1829)

Gauss, genio della matematica

Soluzione I Il problema può essere risolto rompendo un solo anello e precisamente il terzo. In questo modo si ha dispo-sizione un anello singolo (appunto il terzo), una catena con due anelli (il primo e il secondo) e una con quattro anelli (dalquarto al settimo). Con questi tre pezzi è possibile formare ogni combinazione numerica da uno a sette. La chiave del pro-blema sta nel fatto che il conoscente riceva un anello il primo giorno e nei successivi abbia un anello in più ogni giorno enon che riceva un nuovo anello ogni giorno. In pratica si procede nel seguente modo: il primo giorno viene dato il primoanello, il secondo giorno vengono dati gli anelli 1-2 e viene restituito il 3, il terzo giorno viene di nuovo aggiunto l'anello 3,il quarto giorno vengono dati gli anelli 4-5-6-7 e restituiti gli anelli 1-2 e 3; e così via. La difficoltà che in genere viene incon-trata nella risoluzione di questo problema è dovuta all'errata interpretazione dell'espressione "un anello al giorno", che ècapita nel senso letterale e che quindi non tiene conto delle possibili restituzioni.Soluzione IIIl barbone aveva raccolto ventidue mozziconi con i quali ha confezionato cinque sigarette con l'avanzo didue mozziconi. Con i sette mozziconi rimasti dopo aver fumato le prime cinque, ha fabbricato un'altra sigaretta con l'avan-zo di tre mozziconi. Dopo averla fumata, rimane con quattro mozziconi con i quali costruisce la settima sigaretta. Alla finequindi gli rimane un mozzicone.

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carbonizzato. Dopo gli inevitabi-li e altrettanto inutili urli e minac-ce, il maestro di cucina tentadisperatamente il tutto per tuttoe, sperando nel profumo cheemana da un pane dolce prepa-rato dal garzone Toni per i cuci-nieri, fa portare in tavola un sof-fice pane fatto impastando fari-na e uova, zucchero e burro, lie-vito e un pugnetto di uva passasottratta alla dispensa del Duca.L’aspetto era allora diverso edistante dai tripudi cui eranoabituati i commensali che sisaranno guardati curiosi primadell’assaggio. Ma è il Duca agridare al miracolo! E chiedereal Maestro di sala di che novitàsi tratta. Come dare spiegazionial Moro cui “el pan de Toni” erapiaciuto e come chiamarlo? Ilpiù bel nome che venne inmente all’istante fu “Panettone”e così fu per i secoli a venire.Ma potremmo anche essere inun povero convento, sempre aMilano, talvolta proprio in pros-simità del Natale, quando suorUghetta, volendo rendere que-sto giorno un po’ diverso anchedal punto di vista gastronomico,decide di aggiungere all’impastodel pane uova, zucchero e del-

tra i tantissimi dolci che si pre-parano per il Natale, uno perogni regione, provincia, città eforse uno in ogni casa italiana;tutti buonissimi che possonoaspirare al massimo al terzoposto perché i primi due, forseex equo, sono occupati dapanettone e pandoro. Dovendo scegliere, però, io nonavrei dubbi: il panettone. Ilprimo posto glielo attribuisce latradizione o se preferite la leg-genda, quell’insieme di verità efantasia, di realtà e mistero chesempre accompagnano le crea-zioni anche semplici dell’uomoe i fenomeni naturali di cui nonriusciamo a capire la bellezza ola bontà. Nasce sicuramente aMilano e il segno a croce cheviene fatto sull’impasto prima diinfornarlo è il marchio che ricor-da, una volta cotto con gli ango-li sollevati, le guglie del duomo.Potremmo essere alla corte diLudovico il Moro durante unbanchetto importante, in mezzoalla confusione che regna incucina, con un forno senza ter-moregolazione né ventilazionee soprattutto senza timer, ildolce di marzapane e miele confrutta secca e spezie, finisce

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

Se provate a chiedere in giroqual è il simbolo del Natale visentirete rispondere il Presepeo l’Albero e per molti sarà unascelta sofferta, ancor di più seproporrete la stessa domandarivolta alla cucina e al dolce chelo rappresenta. Proviamo dallerisposte a stilare una classifica

Il nostro esperto ci parla del dolce più popolare del Natale, di come è nato e di come è fatto. Il segreto del suo successo è nel lievito madre.

Oggi viene prodotto anche in versioni meno tradizionali. Attenzione alla sua prelibata fragranza che si associa ad un alto livello calorico

Sua maestà il

PANETTONE

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l’uva passa rimasta in una scan-sia della vuota dispensa. Perbenedirlo prima di infornarlo vitracciò sopra con il coltello unsegno di croce. Il pane piacquemolto alle consorelle che rac-contarono in giro della lieta sor-presa; in breve tempo la notiziasi diffuse insieme al desiderio diassaggiare questa delizia ecominciarono le richieste al con-vento e le offerte per riuscire aportare a casa un po' di quelpane speciale. Forse da qualmomento il convento non fu piùtanto povero, almeno fino aquando riuscì a tenere segretala ricetta dell’impasto.Ma a parte gli ingredienti, farina,burro, uova, zucchero, miele,uva passa, scorza d’arancia ecedro candito, ancora oggi allabase del panettone c’è ancoraun segreto: il lievito madre. Unimpasto di acqua e farina conuna quantità elevatissima dimicrorganismi, saccaromiceti elattobacilli, che continuano amoltiplicarsi provocando la lievi-tazione dell’impasto, sviluppan-done le migliori qualità e iniben-do lo sviluppo di altri germipotenzialmente patogeni; é que-sto uno dei motivi per cui nelpanettone tradizionale non ser-vono i conservanti. La notte di Natale era tradizione

in molti paesi dell’Italia setten-trionale riunire la famiglia attor-no al fuoco di un grosso ceppo,spruzzare sulla fiamma vino conbacche di ginepro e dividere unpane dolce arricchito con fruttasecca e canditi in segno diaugurio per il prossimo anno. Latradizione italiana conta il pan-dolce di Genova, il pan spezialedi Bologna, il panforte di Siena,la bisciola della Valtellina, ma èil panettone di Milano che siafferma, alla fine del 1700, gros-so modo con la forma attuale,magari con le quattro gugliemeno esaltate, come prodotto dipasticceria e come dolce simbo-lo del Natale. Nei primi decenni del ‘900, gra-zie alla produzione su largascala d'imprenditori come Mottae Alemagna, conquista l’interaNazione e varca Alpi e Oceaniaffermandosi come “italiancake”.Oggi al panettone tradizionalecon uvetta e canditi si aggiungo-no “altri panettoni” farciti concreme varie, aromatizzati conliquori, ricoperti di cioccolato.Cambia la forma, la glassatura,tutti buonissimi ma forse dolci

diversi dal “pan de toni”. Quelpane che va tagliato a fette lon-gitudinali con una lama liscia etagliente che ne rispetti la mor-bidezza senza ammassarlolasciando intatta la strutturafinemente spugnosa e l’omoge-neità del colore. Mentre lo siaccosta alla bocca bisognainspirare per cogliere la com-plessità delle fragranze, poigustare lentamente i passaggidal dolce dell’impasto all’uvetta,ai canditi, alla morbidezza delburro per finire in una sintesiemozionale che dia piacevolesoddisfazione ma eviti la tenta-zione della seconda fetta. E sì,perché l’elegante leggerezzadel panettone riesce a crearsiuno spazio anche dopo un lautopranzo.Ma una fettina di 125 grammi dipanettone apporta oltre 410calorie: 8 grammi di proteine, 13di grassi, si spera esclusiva-mente da solo burro, 70 grammidi carboidrati di cui 29 sono zuc-cheri semplici. Perciò con unocchio alla curva (la linea èandata via già dalla vigilia), qua-lunque sia il vostro dolce prefe-rito Buon Natale a tutti! l

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Lo storico manifesto del panettone Alemagna

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Roberto Minnetti, dopo i lunghianni passati a Montalcino, è tornato definitivamente nella suaRoma dove negli anni 80 eradiventato chef d’élite e di successocon il ristorante “Pianeta Terra”.Ora si dedica a tempo pieno allocale “Minnetti in Trastevere”,in via Garibaldi 56

di Roberto Minnetti

Chicco e Dodo hanno trovatoun tesoro dentro una buca. QuiRobert Louis Stevenson, i piratie le mappe non c'entrano nulla.Parliamo piuttosto di Francesco(Chicco) e Edoardo (Dodo)Molinari, i fratelli torinesi che il29 novembre hanno vinto inCina, sui green di Mission Hill,vicino a Shenzhen, dalle parti diHong Kong, l'Omega WorldCup, che sta al golf come laCoppa Davis sta al tennis. Una vittoria storica per il movi-mento golfistico italiano che hamesso la ciliegina su un'annataindimenticabile, fatta dal rag-giungimento dei 100.000 tesse-rati alla Federazione diretta da

Franco Chimenti, dalle 26 vitto-rie (16 tra i professionisti e 10tra i dilettanti) conquistate daigolfisti azzurri e dalla decisionedel Cio di riammettere, a partireda Rio de Janeiro 2016, il golftra gli sport olimpici. I Molinari brothers hanno trova-to il loro "tesoro" dentro la bucanumero 18, dove Edoardo da unmetro non ha tremato, infilandonell'ultima buca la pallina dellostrepitoso successo, dopo che ilfratello Francesco era uscitocon maestria dal profondo bun-ker dove era finito proprioEdoardo.Un tesoro doppio: tito-

lo prestigiosocon tanto di

I fratelli che

“danno” BUCA

LE RICETTE DEI CAMPIONI

Menu di fine anno dedicato a Edoardo e Francesco Molinari, i due torinese che a fine novembre hanno regalato all’Italia uno dei successi

meno attesi della stagione: la Coppa del mondo di golf

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2008 (diciannovesimi). Poi iltrionfo di fine novembre che ciinvita ad aprire con gioia e orgo-glio le porte del nostro ristoran-te "Minnetti in Trastevere" aidue fratelloni.Per loro entrata con i salumi diDho innaffiati da un vecchioGrignolino, più gli immancabilipeperoni ripieni. A seguire laclassica bagnacauda legger-mente rivisitata, nella quantitàd'aglio, piatto superbo della tra-dizione piemontese; qui unBarbera vecchia maniera,abbiamo bisogno di pulire ilpalato. Non possiamo far man-care i timballini di verdure o diSalmerino al Timo di montagna.Un grande brodo con montagnedi Plin ( piccoli raviolini di carnechiusi a pizzico di mani) e ilgrande prologo al bollito diCarrù, fatto con i tredici pezzi dicarne. Carrù era la patria delmercato bovino del Cuneese,da qui la tradizione del bollitocon tutte le sue salse, festagrande di odori e sensazioni peril palato quasi uniche. UnBarbera forte, quello delle ulti-me generazioni o un ottimoBarbaresco, forse anche unGattinara degni compagni ditanta delizia. Forse un posticinoper formaggi e dolci, il classicoZabaione con cialda e cioccola-to fuso potrebbe trovare un po'di spazio. E poi camminare ecamminare sui green di tutto ilmondo.. l

maxi-coppa e un premio a testadi 850 mila dollari. Il tutto toltoalle coppie favorite, quella irlan-dese e quella svedese, finite aun colpo dai fratelli italiani (259contro 260) che, va ricordato,dopo la prima delle quattro gior-nate erano quarti a sei colpidagli irlandesi, prima di innesta-re la grande rimonta. Ci sembragiusto dedicare a loro il nostroultimo menu dell'anno perun'impresa mai raggiunta prima

(nel 1998, ad Auckland,Costantino Rocca e MassimoFlorioli arrivarono secondi a duecolpi dall'Inghilterra) che potreb-be dare ulteriore slancio a unosport per tutte le età che sem-bra, in gran parte, uscito daquell'elenco di discipline cosid-dette elitarie e non alla portatadi tutti.Molinari (Edoardo ha quasi 29anni, Francesco 27) hannoabbandonato lo sci praticatocon impegno fino ai 12 anni(soffrivamo troppo il freddo)scegliendo il golf ma senza tra-scurare gli studi (Edoardo èingegnere e Francesco dottorein economia). Hanno fatto cop-pia dall'edizione del 2007 della

World Cup,superandola granderivalità cheli divide eche è lega-ta soltantoalla passio-ne per ilcalcio:Dodoè super-tifo-so juventi-no, mentreil cuore diC h i c c obatte perl'Inter. Nel2007 finiro-no al 17°posto. Andòpeggio nel

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Edoardo (a sin.) e Francesco con la maxi-coppa conquistata

Edoardo in azione

Francesco (a sin.) si complimenta con Edoardo

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CSAIN

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Firmato un accordo convenzione tra il nostro ente e la Federazione italiana Wushu Kung Fu riconosciuta dal Coni

IL MONDO

Il 19 novembre, nella sede del CONI Sicilia, èstata firmato l'accordo convenzione tra lo CSAINe la Federazione Italiana Wushu Kung Fu.L'accordo è stato firmato dal presidente delloCSAIN Luigi Fortuna e dal presidente dellaFIWuK, Ettore Barbagallo, alla presenza del pre-sidente regionale CONI Sicilia Massimo Costa. Lo CSAIN e la Federazione Italiana Wushu KungFu si sono impegnate, anche attraverso le rispet-tive strutture territoriali, a svolgere tutte le iniziati-

ve necessarie per sviluppare con le istituzioni, glienti locali, le scuole, ecc., una comune azione peruna più razionale utilizzazione degli impianti spor-tivi pubblici e per la costruzione e la ristrutturazio-ne d'impianti sportivi e inoltre, per promuovere lostudio, la conoscenza, la divulgazione, la praticadell'attività sportiva e degli aspetti culturali delladisciplina sportiva Wushu Kung Fu attraversodibattiti, seminari, corsi e manifestazioni.Dal testo integrale della convenzione si può estra-

polare che i rapporti dicollaborazione riguar-deranno in particolare: a) affiliazioni dellesocietà e tesseramen-to delle persone;b) attività sportiva:organizzazione dellemanifestazioni, regola-menti e calendari atti-vità agonistica; c) par-tecipazione alle gare;d) formazione dei qua-dri tecnici; e) formazio-ne dei giudici di gara;f) utilizzo degli impiantisportivi; g) iniziativeculturali; h) accordiregionali migliorativi; i)collaborazione nel set-tore scuola. Il termineWushu, letteralmentetradotto dal cinesesignifica "ArteMarziale", è nato in

CSAIN-FIWuKdal fidanzamento al matrimonio

Insieme al presidente CSAIN Luigi Fortuna, a sinistra il presidente FIWuKEttore Barbagallo e al centro il presidente CONI Sicilia Massimo Costa

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Cina ed è considerato l'antesignano di tutte le ArtiMarziali. Il Wushu si è sviluppato per millenni,facendo parte integrante di diverse religioni e cul-ture cinesi , non prevedendo solamente una pre-parazione fisica ma trovando nel Wushu unacapacità psicologica per il rafforzamento dei pro-pri pensieri, della propria vitalità oltre che dellapropria salute. Per questo lungo periodo di tempoè stato adottato anche come mezzo, arte di dife-sa - offesa sia nei campi di battaglia sia contronemici individuali. Nella Repubblica Popolare Cinese il wushu èmateria di insegnamento scolastico; Gli insegnan-ti si laureano presso l'Istituto di Educazione Fisicadi Pechino - specializzazione Wushu. Dopo il suc-cesso di immagine che il Wushu ebbe partecipan-do, quale disciplina dimostrativa orientale, aiGiochi Olimpici di Berlino del 1936 gradualmentesi è modificato tecnicamente adattandosi alle esi-genze competitive dell'occidente diventando uninteressante sport internazionale e ponendo lepremesse per diventare uno sport olimpico. Nel2002 è stato formalizzato il riconoscimento daparte del CIO della I.Wu.F. quale FederazioneInternazionale Olimpica. Attualmente la I.Wu.F.conta 86 Federazioni Nazionali affiliate che rap-presentano i cinque Continenti e si stima che ipraticanti del Wushu nel mondo siano vicino ai 10milioni. l

Un atleta impegnato nel Wushu Kung Fu

QUI LAZIO

"MILITARIA & DINTORNI…",QUANDO LE ARMI SONO UN GIOCO

Dopo quasi un anno d’assenza dall’attività fieristi-ca romana è ritornata sulla scena dell’ErgifePalace in Via Aurelia, a Roma, la rassegna piùseguita da chi ama la storia: si tratta di “Militaria &dintorni”. Un evento che si svolge, come di con-sueto, ricco di “contenitori collaterali” dedicati nonsolo al collezionismo e alla militaria, ma anche atutte quelle attività affini che arricchiscono la fiera,dal modellismo sino alle attività sportive di simu-lazione come il Soft Air.Giunto alla 16ª edizione l'appuntamento di metàottobre sarà seguito da quello in programma amarzo.Rimane sempre più difficile descrivere quantoaccade in questi due giorni di collezionismo, sto-ria, modellismo, sport e Soft Air, ma è da eviden-ziare che la parte più importante e attrattiva dellafiera l'ha svolta, come sempre, il CoordinamentoSoft Air Lazio dello CSAIN con gli stand del SoftAir, che coordinati da Scacco Matto di Roma, rap-presentato dai Consiglieri Stefano Mazzotta eMarco Biricotti e dagli Etruria Rangers di Viterbodell’onnipresente Luca Taurchini, hanno dispiega-to le loro forze attrezzando un’area di ben 700 mqdedicata solamente alla simulazione di questadisciplina svolta dal vivo con esibizioni di combatnella Killing House e gara di tiro nell’adiacentePoligono opportunamente allestito con materialimimetici.

Si gioca a sparare nel poligono CSAIN

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Grazie anche all’aiuto del X Dragoni di Viterbo diRiccardo Simone, dei Rainbow di Aprilia di OscarCausio e dei Black Hawk di Rieti di Fabio Cataldi,è stata allestita una vera e propria base dedicataal mondo del Soft Air. Difatti, oltre ai soliti standcon le Asg (armi da gioco) esposte dalle associa-zioni presenti e i vari materiali in uso da chi prati-ca quest'attività ludico-sportiva, si sono potuteprovare nella zona del poligono le “Armi (Asg)”che si usano per il Soft Air, diventate l’attrazionedella rassegna. Novità importante la TendaComando allestita dagli Etruria Rangers e la“Killing House” allestita da Scacco Matto, coneffetti speciali interni e fog-machine, organizzatasu un’area di 200 mq, dove si aveva la possibilitàdi partecipare a Combat di Coppia con pistola daSoft Air, a gas o elettrica, e a gare di squadra esingle che hanno riscosso un grande successo.La manifestazione, ideata e organizzata daAlessandra Guasco, responsabile dell’ACES(Arte Cultura Eventi Servizi, per tutti collezionistidi militaria e non solo…) ha raggruppato esposito-ri provenienti da tutto il territorio nazionale e dal-l'estero con un fine importante, quello di coglierel’occasione per avvicinarsi a un mondo che non èriservato solamente a chi ama la storia. La mostra, infatti, avvicina, non solo a cimeli omezzi storici custoditi nei musei militari o a quellidi proprietà di privati e di associazioni, ma per-mette di rivivere la storia praticamente dal vivograzie alle ricostruzioni come quelle fatte dainostri amici di “Reenactors 1943-45”. Come diconsueto la mostra è aperta anche al collezioni-smo filatelico, numismatico e cartaceo, diventan-do sempre di più il polo più frequentato del colle-

z i o n i s m onell'Italia delCentro-Sud. Inquesta edizioneinoltre, ci sonostate parecchienovità e moltesorprese, tra iquali giocattolid’epoca, i treninidella Lima edella Rivarossi,le automobilineda collezione, lebambole Barbiedella Mattel ealtri oggetti di unpassato più omeno lontanoche ha coinvolto

intere generazioni. Da ricordare che ha partecipa-to anche l’associazione di “Scherma Antica” consimulazioni d’attacco e difesa eseguite conspada, fioretto, sciabola e spadone mediovale. Laprossima edizione promette nuove sorprese. Perinformazioni si può visitare il sito www.milidintor-nieuropa.com (Roberto Coculo) l

MONDIALI DI PALLAVOLO 2010,LO CSAIN ROMA È GIÁ PRESENTE

In preparazione ai Mondiali di pallavolo maschileche, come noto, si disputeranno in Italia dal 24settembre al 10 ottobre 2010, con finale previstaa Roma, si sono svolti nella Capitale, due impor-

Foto di gruppo nell’area dello CSAIN Roma

I ragazzi dello CSAIN Roma che hanno partecipato alla festa per i Mondiali di volley

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tanti appuntamenti, dove lo staff dello CSAINRoma è stato ospite, insieme con altri enti di pro-mozione sportiva, del Comitato Organizzatore. Siè trattato della cerimonia del countdown che si ètenuta l’11 ottobre presso un gremitissimo palaz-zetto dello sport e della cerimonia del sorteggio,svoltasi presso l’Auditorium, il 28 ottobre. Le duegiornate hanno avuto una cornice di pubblicoimponente ed un parterre di ospiti di grande livel-lo. I componenti il Comitato Organizzatore, acavallo dei due eventi, hanno incontrato gli enti dipromozione per definire una linea di collaborazio-ne con attività che contribuiscano a supportarequesto importante evento. Un grazie per la dispo-nibilità e la signorilità va agli amici LucianoCecchi, vicepresidente Fipav, ad Andrea Burlandi,presidente Fipav Lazio, a Franco Favretto, presi-dente Fipav Roma e tutti i componenti delComitato organizzatore ai quali va, per ora, unsincero bocca al lupo da parte dello CSAIN. l

AL FUTBAL CLUB ANCORA IN GOLIL TORNEO DI CALCIO A 5

Ancora una volta, presso il Futbal Club di via degliOlimpionici, si è potuto assistere a un weekend dipuro sport grazie ai tornei di calcio a 5 svolti incollaborazione con lo CSAIN Roma. Durante lepartite non si sono evidenziate soltanto le capaci-tà atletiche e tecniche, con spunti di gioco a voltepregevoli, ma anche organizzazione nel formarele squadre e un fair play che hanno reso i ragaz-zi delle scuole medie artefici di una manifestazio-ne che ha coinvolto genitori e figli in un emozio-nante fine settimana. Con la collaborazione dello

CSAIN Roma, ormai si ègiunti al terzo anno, maanche alla sesta manifesta-zione, perché al calcio a 5che si svolge in autunno, siaccoppia il torneo di cal-ciotto programmato in pri-mavera. Gli appuntamentisi stanno rivelando, annodopo anno, come un impor-tante momento di aggrega-zione tra ragazzi conragazzi e ragazzi con geni-tori, felici, questi ultimi delvalore etico ed educativoche si cerca di trasmetterenell’ambito di uno sportmolto amato dove, perònon sempre le regole civilie morali sono rispettate. l

A ROMA SARÁ UN NATALENEL SEGNO DELLO SPORT

“Un Natale di Sport 2009” è il grande evento spor-tivo organizzato dallo CSAIN Roma e patrocinatodal Comune di Roma (Ufficio ExtradipartimentalePolitiche per la promozione e lo sviluppo delloSport) giunto alla XX edizione. Come ogni anno cisaranno una serie di eventi (calcio a 5, nuoto, vol-ley, minivolley, ginnastica, danza, arti marziali,ecc.) con la giornata conclusiva, prevista il 20dicembre, presso il Paladifiore. La segreteriaorganizzativa dello CSAIN Roma è già all’operaper coordinare le giornate. Per [email protected] oppure 06 296028 negli oraridi segreteria. l

Si festeggia dopo un gol

Il manifesto della manifestazione romanaMondiali di volley

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sociazione e dei suoi aderenti». Il bilancio 2009 Sacco lo vede sorprendente epositivo, felice di aver ricominciato con pochi mabuoni amici che hanno seguito la società nellascelta, concedendo una fiducia che ha portato, afine 2009, ad avere 61 aderenti.»La ciliegina del 2009 è stata la Coppa Cristofaro,una manifestazione con un programma innovati-vo per la Campania e che ha aperto nuovi oriz-zonti per gli organizzatori e gli appassionati delpodismo e con uno slancio di solidarietà verso ibambini abbandonati. La Silma, con la mascotte"Pepi" è pronta per l’attività 2010 con il nuovo scu-detto e i color della nuova canotta. l

LA POL. PODJGYM FA RINASCERELA SCHERMA AD AVELLINO

La federscherma dà l'ok alla polisportiva Podjgymdi Avellino. Dopo i successi nelle gare di atleticaleggera con i due titoli vinti ai Campionati ItalianiCSAIN 2009 svoltesi a Formia, la pol. Podjgymcentra anche l'obiettivo di riportare la scherma adAvellino dopo un'assenza di oltre dieci anni. Congli allenamenti iniziati già da diversi mesi per i gio-vani schermidori irpini, martedì 24 novembre èstata una giornata di grande significato per la poli-sportiva e la scherma stessa: la giornata, organiz-zata in favore del 5° circolo didattico di Avellino, èiniziata con la dirigente scolastica prof.ssa CintyaBuonopane, che, con impugnando un fioretto, hareso ufficiale, insieme al presidente della pol.Podjgym Carmelo Alvino, l'inizio delle attività

Peppe Sacco con Adriana Fabino e a destra la signora Lina,mamma di Cristofaro, che riceve una targa ricordo dopo lamanifestazione dedicata al figliolo

QUI CAMPANIA

LA SILMA CASALNUOVO VOLLARIPARTE CON NUOVO SLANCIO

Come di consuetudine, il Gruppo Podistico SilmaCasalnuovo Volla a fine novembre ha chiuso l’an-no agonistico per ripartire nuovamente, con lostesso programma e le stesse scelte, riconfer-mando l’affiliazione allo CSAIN. Il presidenteGiuseppe Sacco ringraziando il direttivo e gliaderenti ha fatto la seguente dichiarazione: «Nel2009 abbiamo scelto di affiliarci allo CSAINlasciandoci alle spalle la Fidal. Ciò ha generato inalcuni considerazioni e perplessità. La scelta havisto un numero nutrito di aderenti lasciare ilGruppo che ha iniziato l’anno associativo 2009con 36 tesserati. Ma tante sono state le societàdella Campania che hanno percorso il nostrocammino in questi dodici mesi. La Silma non sisente affatto dissidente per ciò che ha fatto.Lasciare la Fidal è stata una decisione unanime,una scelta fatta a beneficio del portafoglio dell’as-

A destra l’ing. Aleksandar Anastasow

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che tanto amava. L'abbiamo voluta ricordare così,come si ricorda un guerriero che ha tanto lottatocon un nemico subdolo e implacabile, ma che èriuscito solo a vincere sul corpo, ma non sullo spi-rito di Annette. E proprio per questo spirito cheabbiamo scelto quella giornata per fondare l'asso-ciazione "Karma Yeshi Dolma” Italia, affiliataCSAIN, sorella della stessa associazione fondatain Belgio dopo la sua morte, dalla famiglia e daisuoi amici, sotto la direzione del Venerabile LamaZeupa. Negli ultimi anni, prima di morire, Annetteaveva chiaramente espresso la propria intenzionedi dedicarsi alle sofferenze dei bambini in difficol-tà, soprattutto dei bambini tibetani in India.Attraverso l'associazione, che porta il nome bud-dista di Annette, si vuole aiutare bambini orfani,disabili o appartenenti a famiglie molto poveredello Sikkim, lo stato montagnoso indiano che anord confina con il Tibet. Se necessario l'associa-

zione può estendere lapropria attività ad altrecategorie di persone biso-gnose.L'attività è iniziata con unaraccolta fondi tra i socifondatori e simpatizzantidell'iniziativa. La cifra rac-colta è stata quindi affida-ta al maestro Nello Mauroche l'ha consegnata nellemani del Venerabile LamaZeupa, proprio nelle terredel Sikkim. Questo viag-gio del M° Mauro, in quali-tà di nostro ambasciatore,ha avuto lo scopo di capi-re di cosa queste popola-zioni abbiano bisogno,soprattutto nel rispetto delloro antico stile di vita edelle loro tradizioni.L'associazione inizialmen-

te verserà l’apporto necessario a fornire l’adegua-ta assistenza finanziaria in loco e garantire la suautilizzazione con cibo, vestiti, coperte, medici,costruzione di alloggi e centri sociali. Chiunque volesse saperne di più, o dare soste-gno al progetto può rivolgersi al seguente indiriz-zo: Karma Yeshi Dolma Italia, sede sociale ViaGennaro 36 - 95030 Nicolosi CT. Info: dott.ssaMarina Di Francesco ([email protected]) 095 911870, cell. 3475067641. (Marina DiFrancesco) l

extra scolastiche con la scherma a rappresentarela grande novità. Nel pomeriggio dello stessogiorno c'è stata la gradita visita del presidentedella Federscherma Macedone, ing. AleksandarAnastasow, (in Italia in occasione della votazioneche ha assegnato a Catania l'organizzazione deiMondiali del 2011). Aleksandar Anastasow è statoospite nella sede della pol. Podjgym, dove hapotuto allenarsi e dare preziosi consigli e suggeri-menti al presidente Carmelo Alvino e a tutto il suostaff. (Carmelo Alvino) l

QUI SICILIA

NEL RICORDO DI ANNETTELA SOLIDARIETA' ARRIVA IN INDIA

Erano le 10 del mattino di domenica 8 novembrequando ci siamo radunati per ricordare l'amicaAnnette Husquet, un anno dopo la sua scompar-sa. Eravamo nella stessa palestra catanese, dovemolti di noi si allenano, ma quel giorno ci sembra-va di essere in un altro luogo, circondati da un'at-mosfera di pace profonda. Cominciando a prati-care le forme del Tai-chi, una dopo l'altra, a moltidi noi tornò il ricordo di quando, soltanto un annofa, c'era anche lei, con tanta voglia di impararetutto quanto era possibile su quest'arte marziale

Gli amici di Annette nel giorno del ricordo

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ILCO

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IONA

ZIONA

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Raffaello GerminiMARCHEtel. 071.7590610 tel.e fax 071.7592005cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTE

Franco CACELLI *Biagio SACCOCCIO *

CONSIGLIERI

Gabriele MARTINUZZILivio BORRELLILuigi CAVALIERE *Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI' *Rosario FATUZZO *Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI *Maurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE *

RESP. NAZIONALE SPORT

Salvatore SCARANTINO

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

*= membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

ICOM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

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ATLETICA LEGGERAGiovanni Di Nucci [email protected] SOCCERPaola Di Martino 06.5903526BOCCE ALLA VENETAEnea Goldoni 329-290372CALCIO A 5Pierluigi D’Incà 330-537609 [email protected] CALCIO A 11Pierfranco Gilardino335-8099671 [email protected] Saccoccio [email protected] (PROMOZIONE) Vincenzo Silluzio [email protected] ABILICarlo De Nicola [email protected] Caserta [email protected]

GINNASTICA ARTISTICAGiulia Ciaccia [email protected] AEROBICAItalia Bianchi [email protected] KARATEMauro Mion [email protected] Tamburo [email protected] JITSUCosimo Costa [email protected] LOTTAM.Cristina Cirillo [email protected] NUOTO/PALLANUOTOGiancarlo Toppi [email protected] PALLACANESTROMaurizio Vortici [email protected]

PALLAVOLOMassimo Scibetta [email protected] PESCAEugenio Ferrari [email protected] Macchi [email protected] Iacopini [email protected] EQUESTRIMassimo Garavini 340-3771660TAEKWONDOVitale Monti [email protected] AL PIATTELLOGiuseppe Curatolo 339.3722870WUSHUSebastiano Mauro [email protected]

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 VeneziaPresidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected]

ANFE Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660

ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea Goldoni

CIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina Gentili

ENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected]

FABI Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano Fantin

FDTI Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Te. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected]

FIAS Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno Galli

FIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio Vitari

FITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. fax 06-44235178 Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected]

FITD (sezione di promozione) Tecnici di danza sportiva. Walter Santinelli, via Gregorio XIII, 153, 00167 Roma. Tel e fax 06-66012962

UDACE-CSAIN Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531458Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]). Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected]

UFI Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

coordinatori di sezione

le sezioni specialistiche

COOR

DINAT

ORID

ISEZI

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SOCIA

ZIONI

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