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00 Modello Parte seconda ver 01 Pagina 1 di 29
Titolo del progetto LOVE YOUR HEART
(codice: 2°ord./0087/0)
Oggetto: Cooperazione transfrontaliera Adriatica nel settore socio-sanitario per la promozione di
stili di vita sani e (consumi consapevoli) e la qualificazione del personale socio-sanitario-
assistenziale
Capofila Regione Istria (Croazia)
Documento Accreditamento professionale volontario e validazione delle competenze (Parte seconda)
Ver. 04
Data Aprile 2015
Autore Paolo Pedron
Consegna Consegnato in data 13/04/2015 a Scuola Centrale di Formazione
“The project is co-funded by the European Union, Instrument for Pre-Accession Assistance”
00 Modello Parte seconda ver 01 Pagina 2 di 29
INDICE
1 - Premessa .......................................................................................................................... 3
2 - Le caratteristiche del modello ............................................................................................. 4
2.1 - Fonti dei dati.......................................................................................................................... 4
2.2 - De-contestualizzazione ........................................................................................................... 4
2.3 - Comunicazione al sistema ....................................................................................................... 5
2.4 - Concetto di competenza comune ............................................................................................. 5
2.5 - Le competenze definite dai profili di patologia e dagli output ..................................................... 6
2.6 - Le core-competence – competenze essenziali ............................................................................ 7
3 - I° componente del modello: I processi di crescita .................................................................. 8
3.1 – Accreditamento professionale ................................................................................................. 8
3.1.1 Realizzazione del portfolio ................................................................................................................... 8 3.1.2 Traduzione della storia professionale in competenze all’interno di un profilo personalizzato .................. 11 3.1.3 Bilancio ............................................................................................................................................. 12 3.1.4 Validazione ....................................................................................................................................... 12 3.1.5 Realizzazione del progetto ................................................................................................................. 13 3.1.6 Ri-accreditamento ............................................................................................................................. 13
4 – II° componente del modello: Le figure professionali ........................................................... 15
4.1 – Tutor .................................................................................................................................. 15
4.2 – Esperto o auditor ................................................................................................................. 15
5 – III° componente del modello: strumenti ........................................................................... 16
5.1 – La banca competenze ........................................................................................................... 16
5.1.1 – Scomposizione dei processi orientati al paziente ............................................................................... 16 5.1.2 – Scomposizione dei processi orientati al funzionamento dell’organizzazione ........................................ 19
5.2 – Il profilo professionale .......................................................................................................... 24
5.2.1 – il processo di realizzazione delle figure professionali ......................................................................... 24 5.2.2 – la standardizzazione delle figure ...................................................................................................... 25
5.3 – Il portfolio ........................................................................................................................... 26
5.3.1 – la logica di scomposizione della storia professionale .......................................................................... 27 5.3.2 – standard di portfolio delle competenze ........................................................................................... 27 5.3.3 – la sezione core competence del portfolio.......................................................................................... 28
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1 - Premessa
Il Modello proposto intende creare le premesse tecniche, metodologiche e organizzative per:
1. Permettere ai professionisti, dopo l’accesso alla professione, di proseguire la propria formazione
secondo un sistema progettato e riconosciuto da tutti gli interlocutori istituzionali e non;
2. Armonizzare i settori formazione-lavoro-validazione delle competenze dei diversi partner di
progetto. Nel contesto sanitario e sociosanitario in continua evoluzione, l’unione di questi
soggetti permetterà una descrizione dinamica delle figure professionali attraverso una precisa
codifica sia dell'Area orientata al paziente sia di quella relativa al funzionamento
dell’organizzazione.
Le soluzioni proposte sono state messe a punto con la partecipazione di diversi soggetti appartenenti ai
sistemi FORMAZIONE e LAVORO (Sanitario e sociosanitario) con l’esplicita finalità di garantire:
� Un unico punto di riferimento tecnico per i sistemi coinvolti (formazione continua - lavoro –
validazione delle competenze) i quali trovano nella descrizione della figura professionale tutte le
informazioni per predisporre le unità di apprendimento, per la validazione delle evidenze o
convalida delle competenze, per la gestione del capitale umano, ecc.
� La flessibilità nella descrizione delle figure mettendo al centro l’Unita di competenza elemento
comune e riconosciuto da tutti i sistemi coinvolti
� L’adattamento delle competenze ai cambiamenti ed alle innovazioni
� Un linguaggio comune ai diversi contesti coinvolti (o da coinvolgere) nel “mercato delle
competenze”: lavoro, formazione e singolo cittadino
� La contestualizzazione ed il presidio delle figure professionali a livello territoriale predisposte al
collegamento con sistemi descrittori a “banda larga” provenienti dal sistema universitario e
ministeriale funzionale per azioni di programmazione strategica e di Policy
� La riproducibilità del modello per tutte le figure professionali del sistema sanitario e sociosanitario
� La sostenibilità del modello sia organizzativa che economica.
Il modello intende, infine, definire criteri condivisi di definizione e di valutazione dell'oggetto di scambio
(le competenze, appunto) per consentire ai Sistemi di comprendersi, di collaborare al continuo
aggiornamento degli archivi, di contribuire all'efficienza del complessivo sistema regionale della Salute e
soprattutto di facilitare il riconoscimento delle persone “competenti” valorizzandole.
Il modello si fonda sui seguenti elementi base (in seguito descritti nello specifico):
A - Processi di crescita
A1 - Accreditamento professionale
A2 - Validazione delle competenze
B - Figure
Professionali
B1 - Tutor
B2 - Esperto valutatore
C - Strumenti C1 - Banca unitaria delle attività e delle competenze
C2 - Profili professionali allargati
C3 - Portfolio delle competenze del professionista
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2 - Le caratteristiche del modello
2.1 - Fonti dei dati
Le competenze messe in trasparenza all’interno dei profili sono di due tipologie:
� orientate al paziente, suddivise per specialità (es. medico di famiglia, cardiologo, ecc);
� orientate al funzionamento dell’organizzazione, trasversali.
Le fonti indicate dal Modello per l’individuazione e la descrizione delle competenze costitutive di ogni
Figura Professionale si differenziano in base ala tipologia delle stesse:
Competenze orientate al paziente Competenze orientate
al funzionamento dell’organizzazione
La legislazione, le linee guida e buone prassi
nazionali e internazionali delle principali società
scientifiche. I descrittori utilizzati per analizzare
le competenze tecnico-professionali devono
trovano riscontro negli studi e pubblicazioni
presenti per ogni unità di competenza tecnico-
professionale.
L’istruzione formale universitaria, attraverso
l'analisi delle discipline di base, per tutte quelle
competenze professionali minime richieste per
garantire qualità ed efficacia delle prestazioni.
I processi organizzativi aziendali relativi al
funzionamento dell’organizzazione
Le competenze trasversali connesse al metodo
ed ai rapporti professionali
Le competenze implicite date dalla
coniugazione degli aspetti tecnico professionali
con quelli trasversali
2.2 - De-contestualizzazione
Il Modello di descrizione della figura professionale proposto, intende prescindere da ogni limitazione di
contesto collocandosi ad un livello di astrazione logica superiore rispetto alla pratica professionale di un
contesto specifico. In quanto svincolato, il Modello garantisce alla descrizione della figura professionale una
adattabilità e una riconoscibilità rispetto ad un ampio ventaglio di possibili situazioni di esercizio
professionale, nazionali o internazionali. Nello specifico:
la struttura logica del Modello di descrizione delle competenze prescinde dai singoli contesti
nazionali ed ha una validità virtuale per tutti i professionisti appartenenti al settore sanitario e
sociosanitario in tutti i contesti di lavoro della U.E.: l’orientamento seguito nel progettare questa
struttura descrittiva infatti, ha la finalità di garantire alla descrizione una flessibilità tale da farla
riconoscere in contesti diversi (per Regione e per nazione tra quelle appartenenti alla U.E.) così da
facilitare l’armonizzazione delle competenze
sulla base di questo impianto virtuale, processi-attività e competenze dovranno diventare “reali”
attraverso un successivo lavoro di concretizzazione operato per ogni profilo che potrà mettere a
disposizione dell'intero sistema formazione-lavoro le mappe dettagliate dei propri processi
fondamentali (sia quelli orientati al paziente e sia quelli orientati all’efficienza aziendale) come
cornice nella quale inventariare le competenze di ogni figura e come fonte delle informazioni
necessarie alla sua codifica
a valle del lavoro di specificazione dei processi, i descrittori prescindono comunque da altri
elementi di specificazione interni alle realtà lavorative (situazioni occupazionali, ruoli o livelli
00 Modello Parte seconda ver 01 Pagina 5 di 29
organizzativi, livelli contrattuali e retributivi, rapporti di lavoro, ecc.), e descrivono quindi la Figura
Professionale in termini validi per tutti i contesti
2.3 - Comunicazione al sistema
Il Modello di descrizione del profilo intende facilitare il dialogo e la comunicazione tra i differenti soggetti
che interagiscono nel sistema formazione continua – lavoro – validazione delle competenze e tra i diversi
partner del progetto.
Il modello di descrizione della figura assicura:
un codice comunicativo comune per i diversi attori interessati al mercato delle competenze; un
codice basato sulle competenze richieste, formate, praticate e descritte attraverso la consultazione
delle linee guida e buone prassi internazionali e lo scambio tra Esperti
una metodologia di “scomposizione” del profilo utilizzabile sia dalla formazione continua (che
necessita di azioni specialistiche sulle unità di competenza) sia dai sistemi sanitari e sociosanitari
(attraverso aggregazioni più vaste rispetto alle competenze “core”)
un livello di dettaglio/scomposizione variabile utile per gli “addetti ai lavori” dei vari sistemi che
necessitano di un livello di dettaglio differente
un comune dispositivo di valutazione valido per tutti gli attori in quanto la modalità di descrizione
del profilo forniscono ai corrispondenti sotto-sistemi sia i contenuti per la formazione sia per la
validazione delle competenze.
2.4 - Concetto di competenza comune
Il Modello assume le definizioni codificate in ambito europeo relative ai concetti di competenza ad ai suoi
elementi costitutivi: abilità e conoscenze, definiti dagli esperti europei in termini di risultati di percorsi di
apprendimento realizzati in differenti contesti: formali, non formali, informali.
Si riporta di seguito le definizioni ufficiali1
“Competenze”: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali,
sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e
personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in
termini di responsabilità e autonomia.
“Conoscenze”: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le
conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro
o di studio. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le conoscenze sono descritte
come teoriche e/o pratiche.
“Abilità”: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a
termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le
abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e
creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
Come si evince dalle definizioni ufficiali, il concetto di competenza comprende i due elementi costitutivi
(abilità e conoscenze) e può quindi essere condensato sinteticamente nella seguente formula unificata,
costitutiva del Modello:
1 cf. Proposta di Raccomandazione della Commissione Europea sulla costituzione del Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli per
l’apprendimento permanente - Bruxelles, 5.9.2006 - COM(2006) 479 definitivo - 2006/0163 (COD)
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“La Competenza è un insieme integrato di risorse personali (valori, conoscenze, abilità cognitive
e pratiche, metodologie, schemi comportamentali e relazionali, linguaggio ecc.) che mettono
una persona in grado di svolgere efficacemente un’attività/compito, di risolvere un problema e
di garantire un risultato culturale, professionale e/o sociale di qualità, relativamente ad un
settore di lavoro o di studio”2
In coerenza con la definizione EQF inoltre, la misura del possesso di una competenza è data dal grado di
autonomia nel processo di produzione del risultato e di responsabilità sulla qualità del risultato prodotto: il
risultato (output) rimane quindi anche per gli esperti a livello europeo il punto di riferimento per la
misurazione e valutazione di ogni competenza.
2.5 - Le competenze definite dai profili di patologia e dagli output
Uno dei cardini su cui poggia tutto il sistema di rappresentazione delle figure Professionali è fondato sul
presupposto di base che le competenze di una Figura siano definibili a partire:
1. dai profili di patologia (intesi come insieme di prestazioni complesse relative ad una patologia) per
quanto riguarda i processi orientati al paziente
2. dagli output (intesi come risultati finali, significativi e riconoscibili di attività/compito lavorative più
o meno complesse) per i processi orientati al funzionamento dell’organizzazione (organizzativi,
amministrativi e manageriali).
Il modello descrittivo adottato assume la definizione di competenza come“l’insieme delle conoscenze e
capacità che permettono ad una persona di adempiere ad un compito e di produrre il relativo risultato
(output/prestazione)”che è anche alla base del sistema di codifica EQF.
Per evitare di scomporre ogni profilo di patologia/output a livelli di dettaglio impraticabili, il Modello
adotta il concetto di Unità di Competenze: si tratta di un “aggregato” di conoscenze ed abilità necessarie e
sufficienti per produrre un output significativo e riconoscibile da tutti i sottosistemi interessati al mercato
delle competenze (istruzione-formazione, mondo del lavoro e singoli cittadini).
L'ancoraggio delle competenze all'output consente di distinguere tre diverse tipologie di competenze
richieste per una produzione ottimale dell'output:
� competenze tecnico-professionali, strettamente legate ai processi di lavoro e alla qualità tecnica
dell'output.
� competenze trasversali/metodologiche, svincolate dai singoli processi, ma che appartengono
piuttosto al modo di lavorare della persona, ai suoi rapporti con tutte le persone che costituiscono
l'ambiente di lavoro, sia interno che esterno all'azienda e risultano pertanto collegate, anche se in
modo indiretto, alla qualità dell'output.
� competenze implicite, più nascoste tra tutte le competenze ma non meno importanti inerenti le
particolari “sensibilità”, accorgimenti, che permettono di realizzare l’output in modo più efficiente,
efficace o fornendo soluzioni alternative (problem solving). Sono elementi di competenza
(conoscenze, abilità) molto spesso abbinate a competenze trasversali non dichiarate, non
codificate, “implicite” del professionista esperto.
2 Questa definizione risulta comune sia alle competenze-obiettivo apprese nella formazione di base (“garantire un
risultato culturale e/o sociale … relativamente ad un settore di studio”), sia alle competenze tecnico-professionali,
apprese nei contesti non formali (“risultato professionale … relativamente ad un contesto di lavoro”) entrambe
riferibili ai rispettivi risultati.
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2.6 - Le core-competence – competenze essenziali
La descrizione della figura professionale nasce da una attenta analisi sia dell’area orientata al paziente sia
da quella organizzativa di riferimento, assegnando alla figura professionale:
L’area di responsabilità - le attività/compito di cui essa risulta responsabile sin dal suo primo
accesso al ruolo (area delle “core competence” o competenze essenziali).
L’area delle collaborazioni - eventualmente (e compatibilmente con le finalità del lavoro di analisi)
anche tutte le altre attività/compito di completamento del profilo.
Per evitare di imporre agli analisti un lavoro di codifica sovradimensionato rispetto agli obiettivi, il
Modello consente di scegliere due possibili percorsi di analisi:
a) percorso essenziale, finalizzato a individuare e codificare le competenze minime essenziali che
possono permettere alla figura di cominciare a praticare il ruolo: si tratta delle core competence ,
che contribuiscono a definire il livello EQF di una qualifica. Per questo sono anche definite
competenze di base perché permettono di accedere al ruolo organizzativo in qualunque azienda
del settore. Le competenze essenziali in uscita dall’analisi potranno essere confrontate/collegate
con i vari repertori messi a punto dai sistemi regionali,
b) percorso completo, finalizzato a perfezionare l’analisi dettagliata di tutte le competenze che
possono essere richieste ad un profilo, e che diventa indispensabile per chi volesse arricchire il
proprio curricolo professionale.
Lo schema seguente rappresenta la logica di analisi di una figura professionale, sullo sfondo dei processi
aziendali ai quali essa risulta destinata: il percorso essenziale , al centro dello schema, individua e codifica le
core competence, identificate come livello base delle competenze richieste dal mondo del lavoro per
consentire l’accesso all’esercizio iniziale del ruolo.
Processo
Processo Processo
………………
Il centro:
La Mission professionale, l’identità
“Core competence” o
competenze essenziali per
accedere all’esercizio
iniziale del ruolo
Area dei processi e delle
possibili attività tecnico
professionali, richieste dal
mondo del lavoro ad un
profilo professionale
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3 - I° componente del modello: I processi di crescita
3.1 – Accreditamento professionale
Il processo di accreditamento professionale volontario consta di 6 fasi tra di loro consecutive che
rappresentano un ciclo continuo verso l’eccellenza professionale:
3.1.1 Realizzazione del portfolio
Il professionista, con il supporto del tutor, ricostruisce la propria storia e la propria esperienza
professionale, attivando il pensiero critico, ed inserisce nei vari dossier la propria “Storia professionale”, le
evidenze e la casistica.
L’attività è svolta in parte in autonomia in parte con il supporto di un tutor accreditato come da schema a
seguire:
LIVELLO DI
GARANZIA:
DI PARTE PRIMA
LIVELLO DI
GARANZIA:
DI PARTE
SECONDA
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Attività 1: Il tutor stipula una buona alleanza di lavoro
Obiettivi
� stipulare una buona alleanza di lavoro ed iniziare a progettare il portfolio.
Istruzioni
operative
� effettuare l’analisi della domanda, effettuare l’esame di un portfolio già realizzato, spiegare
differenze tra le tre tipologie in cui sono articolate le competenze (Formali, non formali, informali)
e le differenti prove delle acquisizioni che il professionista potrebbe raccogliere
Strumenti
da utilizzare
� un PC con connessione ad internet, schede cartacee, esempi di portfolio pre-compilati
Attività 2: Analisi delle competenze formali e non formali
Obiettivo Analizzare e scegliere le prove delle competenze formali e non formali da inserire nel portfolio digitale
Istruzioni
operative
2.1.
1. Analisi delle attività di formazione formali:
� Creare file dati personali: nome, cognome, nazionalità, stato civile, età, telefono, indirizzo di
posta elettronica, patente di guida, altro.
� Effettuare l’analisi del percorso formativo istituzionale, elencando su una griglia cartacea i
diplomi, gli attestati che il soggetto ha conseguito nei percorsi scolastici, universitari,
professionalizzanti e nella formazione continua accreditata e non.
2. Analisi delle attività di formazione non formali: qui la guida del tutor sarà determinante perché
dovranno essere ricostruite le prove ed i percorsi intervistando e guidando il professionista, egli
OUTPUT: Portfolio
compilato in
tutte le sue parti
comprensivo di
evidenze e
casistica
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Istruzioni
operative
2.1.
dovrà inoltre proporre di commentare e giustificare le scelte in base alle quali ha selezionato le
prove (quale sostegno al processo metacognitivo ed all’apprendimento riflessivo).
Esempi di prove di Non Formal Learning :
� attestati
� auto-dichiarazioni
� lettere di referenze
� report di stage/tirocinio/ricerche
� pubblicazioni/progetti
� Valutazioni da parte di superiori/gruppi di pari
� Attività lavorativa presso enti pubblici/ditte private
Strumenti
da
utilizzare:
Portfolio
Attività 3: Analisi delle competenze informali (Intervista semistrutturata) e scelta delle prove da inserire e/o da
produrre
Obiettivo
� Realizzare l’intervista semistrutturata per analizzare le competenze informali del soggetto e
favorire il processo di acquisizione di consapevolezza.
� Iniziare a strutturare il portfolio elettronico
Istruzioni
operative
Il tutor deve:
� chiedere all’utente di raccontare le attività alle quali ha preso parte all’interno dei diversi contesti
informali
� approfondire le modalità e le fonti di apprendimento, gli strumenti che ha imparato ad utilizzare
per realizzare quelle attività e quali sono i prodotti evidenti,tangibili delle attività.
� Riepilogare tutti gli ambiti di attività nei quali il soggetto si sente competente
1. per dare risalto alle competenze informali
2. per chiedere di scegliere quali competenze è importante per il soggetto rendere visibili mediante il
portfolio
Strumenti
da
utilizzare
� editor per presentazioni,
� scanner,
� software per l’acquisizione di immagini,
� computer con connessione ad internet,
� griglie di intervista
� diario riflessivo autobiografico (facoltativo)
Attività 4: Produzione prove competenze informali
Obiettivo
� realizzare, scegliere ed inserire le foto all’interno della sezione “competenze informali”;
� effettuare le riprese videoda inserire nel portfolio
Istruzioni
operative
Sollecitare il soggetto a descrivere man mano l’attività che sta svolgendo.
� Possono essere anche inserite foto/filmati già esistenti (es. filmato di un intervento chirurgico, di
un’attività formativa svolta, di momenti di gestione di gruppi di lavoro, in questo caso debbono
essere accompagnati dalla liberatoria dell’azienda e dei soggetti presenti nella foto/filmato)
Realizzare foto digitali (oppure scannerizzate):
� Selezionare ed esplicitare i motivi della scelta
� Scrittura commenti vicino a ciascuna foto inserita nel portfolio es. per chiarire il tipo attività che
sta svolgendo, il prodotto/esito oppure gli strumenti utilizzati
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Realizzare un filmato:
� Permette di ascoltare i commenti del soggetto all’attività che sta svolgendo, di:
� osservare la sequenzialità delle azioni e le operazioni che le compongono: costituisce
documentazione delle procedure di elaborazione connesse alle competenze informali
Organizzare l’attività/simulata e le riprese: tenere presenti la durata del/dei video da inserire
nel portfolio
Strumenti
da
utilizzare
macchina fotografica e videocamera digitali,Computer con scheda hardware di acquisizione video,
programma di riproduzione e di editing di video.
3.1.2 Traduzione della storia professionale in competenze all’interno di un profilo personalizzato
Il professionista, seguito dal tutor, attua il seguente processo:
Per lo svolgimento di tali attività tutor e professionista utilizzano i seguenti strumenti:
• applicativo in access
• portfolio
• profilo standard
Ogni profilo/mappa deve avere a disposizione uno standard di riferimento:
attività di base (provenienti dalla formazione di base)
attività specialistiche (provenienti da una particolare specializzazione)
altre attività: riguardanti la gestione degli aree organizzative o per il funzionamento
dell’organizzazione
Le competenze presenti in ogni attività/unità di competenza possono essere suddivise in:
1 - Clinica Tecnica
2 - Clinica decisionale
OUTPUT: Profilo
personalizzato
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3 - Metodologie/tecniche assistenziali di base
4 - Metodologie/tecniche assistenziali avanzate/complementare
5 - Relazionale
6 - Manageriale
7 - Educativa
8 - Scientifica/di ricerca
3.1.3 Bilancio
Il professionista, seguito dal tutor, attua il seguente processo:
Per lo svolgimento di tali attività tutor e professionista utilizzano i seguenti strumenti:
• profilo standard
• standard di competenza
• griglia di sintesi delle competenze
3.1.4 Validazione
Il professionista viene affiancato da un nuovo tutor (che deve necessariamente essere differente rispetto a
quello che lo ha supportato nelle fasi 1-3) ed insieme attuano il seguente processo:
OUTPUT: Competenze
da acquisire
OUTPUT: Competenze
da migliorare
OUTPUT: Competenze
da sottoporre
a validazione
OUTPUT: Competenze
validate
OUTPUT: Progetto
validato
OUTPUT: accreditamento
professionale
volontario
ottenuto
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Per lo svolgimento di tali attività tutor e professionista utilizzano i seguenti strumenti:
• progetto di sviluppo
• standard di competenza
3.1.5 Realizzazione del progetto
Il professionista nel triennio successivo, secondo il programma previsto da progetto, acquisisce le abilità,
conoscenze e comportamenti. Raccoglie le evidenze e integra i vari dossier del portfolio.
3.1.6 Ri-accreditamento
Il processo di ri- accreditamento professionale volontario avviene secondo il seguente processo:
Per lo svolgimento di tali attività tutor e professionista utilizzano i seguenti strumenti:
• progetto di sviluppo
• standard di competenza
OUTPUT: Nuove
competenze
validate
OUTPUT: Progetto validato
OUTPUT: nuovo accreditamento
professionale volontario
ottenuto
00 Modello Parte seconda ver 01 Pagina 14 di 29
Pagina 1
Accreditamento Professionale Volontario (Fase di analisi e di progettazione)
Repertorio
dei casi
Informazioni generali
Dossier formazione
di base Profilo
professionale
personalizzato
Attività e
Competenze
Competenza
Dossier formazione
continua
Dossier di carriera
Dossier competenze
profilo principale
Dossier competenze
profilo secondario
Dossier scientifico
Dossier interessi
personali
Competenza
Competenza
Competenza
Competenza
Competenza
Traduzione
I° fase Audit
Validazione
competenze e casistica
Bilancio
Progetto di crescita personalizzato,
programmato e progettato
(Tecnico e/o manageriale)
Competenze critiche
Competenze validate
II° fase Audit
Validazione
progetto
Evidenze
pubbliche
Evidenze
pubbliche
Ac
cre
dita
men
to
pro
fess
ion
ale
vo
lon
tario
PORTFOLIO
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4 – II° componente del modello: Le figure professionali
4.1 – Tutor
Il tutor dei processi di accreditamento è la figura che sostiene il professionista in tutto il processo fino al raggiungimento del risultato finale. Ha il compito di: A) supportare i professionisti del settore di appartenenza nel processo di:
1. validazione delle proprie competenze
2. creazione di un portfolio delle competenze
3. progettazione di un piano di sviluppo professionale
Il tutor mette il professionista nelle condizioni di validare le competenze apprese in ambiti formali, non formali ed informali e di sistematizzarle nel portfolio, al fine di realizzare il progetto di sviluppo professionale da presentare al momento della richiesta di Accreditamento Professionale volontario. B) effettuare la valutazione tecnica dei prodotti (competenze, portfolio, progetto di sviluppo) nel processo di accreditamento professionale. Il tutor realizza l’attività in collaborazione con l’auditor.
TUTOR – LE COMPETENZE DEL PROFILO
Competenze tecnico-professionali
Essere in grado di effettuare la validazione delle
competenze acquisite all’interno di contesti formali,
non formali ed informali
Essere in grado di accompagnare/validare il
richiedente nel processo di accreditamento
professionale volontario3.
Competenze metodologiche/trasversali
Essere in grado di individuare, definire ed analizzare le competenze e conoscerne le tecniche di sviluppo. Essere in grado di programmare e monitorare un percorso di sviluppo professionale, e di applicare i principi e le metodologie della valutazione della qualità. Per quanto riguarda le competenze trasversali, sono necessarie:
- il problem solving
- la comunicazione interpersonale
- la negoziazione
- la valutazione della qualità
REQUISITI DI ACCESSO AL RUOLO: - Almeno 5 anni di esperienza lavorativa nel settore sociosanitario e/o sanitario
- Aver frequentato un percorso formativo abilitante di 32 ore
- Aver effettuato almeno 4 validazioni (in affiancamento)
4.2 – Esperto o auditor
L’Esperto è un professionista in grado di fornire consulenza specialistica sui processi di analisi delle competenze e di formazione finalizzata allo sviluppo, alla validazione e alla certificazione delle competenze
3 Sistema di Accreditamento Volontario per Professionisti: inteso come riconoscimento formale del livello di competenza
posseduto (praticato) e delle capacità (mantenute o sviluppate) della persona attraverso la validazione di evidenze o convalida della
competenza, effettuati da esperti autorizzati al fine di garantire il sistema (utenza e organizzazioni) che il professionista effettua
prestazioni con standard qualitativi trasparenti, dichiarati e monitorati ciclicamente. Al termine dl processo vengono validati i
contenuti del portfolio e del progetto di sviluppo triennale rispetto al profilo professionale praticato e quello futuro.
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apprese in ambito formale, non formale e informale all’interno di percorsi di accreditamento professionale volontario. Opera in un contesto di sistema e si pone lungo il processo di validazione e accreditamento professionale su richiesta del professionista. È garante per il sistema dell’oggettività delle valutazioni e della rigorosità del processo di accreditamento.
ESPERTO O AUDITOR – LE COMPETENZE DEL PROFILO
Competenze tecnico-professionali
Essere in grado di avviare ed amministrare il
processo di accreditamento professionale
volontario secondo gli standard predefiniti e
convalidarlo compilando correttamente il verbale di
accreditamento;
Essere in grado di effettuare una verifica sulla
correttezza dell’azione operata dal tutor in merito
ai prodotti del processo di accreditamento
professionale volontario nel rispetto degli standard
predefiniti.
Competenze metodologiche/trasversali
Per quanto riguarda le competenze trasversali, sono necessarie:
- il problem solving
- la comunicazione interpersonale
- la negoziazione
- la valutazione della qualità
REQUISITI DI ACCESSO AL RUOLO: - Almeno 5 anni di esperienza lavorativa nel settore sociosanitario e/o sanitario
- Aver frequentato un percorso formativo abilitante di 16 ore
- Aver effettuato almeno 4 validazioni (in affiancamento)
5 – III° componente del modello: strumenti
La scomposizione dei processi segue la medesima logica sia per le competenze legate al paziente che per quelle orientate al funzionamento dell’organizzazione. Tuttavia, viste le reciproche peculiarità,il Modello ha differenziato i percorsi per la codifica delle stesse. La codifica delle competenze porta alla costruzione di un ulteriore strumento indispensabile per il coinvolgimento di tutti i Sistemi: la Banca delle Competenze.
5.1 – La banca competenze
La prima componente necessaria per la realizzazione del modello è la Banca unitaria delle attività e competenze. La banca nasce dall’analisi di due aree:
1. area delle competenze orientate al paziente 2. area delle competenze orientate al funzionamento dell’organizzazione
La banca è composta da dati e da documenti ad essi collegati (dispense, materiali di lettura, foto, programmi formativi ecc). La Banca viene realizzata attraverso un processo di analisi standardizzato, in seguito descritto, che permette di ottenere un prodotto specifico per ogni tipologia di professionista della sanità.
5.1.1 – Scomposizione dei processi orientati al paziente
Per i processi orientati al paziente si è scelta l’aggregazione per Specialità (come illustrato a seguire) al fine di custodire l’identità professionale. Si tratta di un percorso di “esplosione ad albero” su 4 livelli a partire dalla Specialità del professionista:
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Con specifico riferimento al livello 3, la scomposizione dello stesso viene eseguita su un Format descritto nel Modello attraverso il seguente processo di dettaglio:
A – IDENTIFICARE LE NECESSITA’ DI CURA/RIABILITAZIONE
- Effettuare l’accertamento in relazione al recupero funzionale:
� colloquio clinico
� esame obiettivo
B – INDIVIDUAZIONE DEL PROBLEMA FUNZIONALE
- Classificare, validare e documentare i dati
- Usare il ragionamento diagnostico per analizzare i dati: individuare il problema funzionale (ipotesi/conferma diagnosi)
C – PIANIFICAZIONE elaborazione di piani d’intervento individualizzati per modificare o mantenere le condizioni di salute diagnosticate (piano terapeutico e follow up)
- Identificare gli obiettivi e gli indicatori di risultato (stabilire le priorità e gli obiettivi del paziente e i criteri di identificazione dei risultati)
- Identificare gli interventi appropriati e pianificarne l’erogazione
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
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- Identificare gli indicatori di processo per la valutazione degli interventi erogati
D – EROGAZIONE
- Attuare le prestazioni pianificate
E – VALUTAZIONE
- Individuare e valutare parametri e indicatori di esito
- Effettuare la ridefinizione del piano in base ai risultati
Con specifico riferimento al livello 4, le operazioni elementari: � possono essere necessarie per realizzare le attività del profilo di patologia ma possono essere
realizzate anche singolarmente � sono tipiche di ogni professione � alcune sono di responsabilità di una figura ma sono realizzate da un’altra (es. elettrocardiogramma
responsabilità Medico partecipa infermiere) � generano un output/protocollo - singola competenza – validabile prova certa)
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5.1.2 – Scomposizione dei processi orientati al funzionamento dell’organizzazione
La scomposizione dei processi aziendali, siano essi appartenenti a imprese collettive o individuali, è realizzata attraverso un processo standardizzato su quattro livelli di dettaglio: Liv. 1: mappa virtuale – unica e predefinita per tutti i settori Liv. 2: processo specifico di settore Liv. 3: attività Liv. 4: operazioni elementari (livello facoltativo) La figura ricostruisce l’intero processo di scomposizione e le relazioni esistenti tra i vari componenti presenti descritti nei paragrafi successivi
I° livello di scomposizione: la Mappa “virtuale”
Il primo passo per arrivare a disegnare l’Area Professionale di una Figura è costituito dalla costruzione della Mappa dei processi e delle attività/compito del Settore professionale in cui opera la Figura professionale . La struttura logica proposta è la mappa virtuale, cioè un modello logico di processi, collegati tra di loro per produrre e offrire al mercato un’offerta di valore (“catena del valore”) valida per tutti i Settori. La mappa virtuale è articolata su due rappresentazioni complementari: MAPPA DEI MACRO-PROCESSI ORIENTATI AL FUNZIONAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA � Gestione dei processi di governo dell’organizzazione (vision, pianificazione strategica, direzione
ecc.) � Gestione delle risorse economiche (amministrazione, contabilità, ecc.) � Gestione delle risorse finanziarie (Rapporti con le Banche, fidi, flussi di cassa, ecc.)
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� Gestione delle risorse umane (organizzazione, formazione, comunicazione, ecc.) � Gestione delle risorse materiali (acquisti, magazzino, trasporti…) � Gestione dei processi per l’innovazione e sviluppo � Gestione dei sistemi di regolazione del sistema organizzativo (sistema informativo, sistema
gestione della qualità, sistema sicurezza, ecc.) I vantaggi dell’introduzione della Mappa Virtuale nel sistema di codifica sono: 1. E’ un modello logico di riferimento per arrivare a individuare i processi aziendali specifici. Ha il
vantaggio di essere un modello unico, valido per tutti i settori, e di essere esaustivo (individua le tipologie di processi essenziali, presenti in tutte le organizzazioni produttive di beni, di servizi comprese le imprese individuali in libera professione).
2. E’ una guida all’inventario dei processi aziendali (individuali e collettivi) specifici. I contenuti specifici di ogni macro-processo dovranno essere precisati da ogni Settore Economico, che dovrà indicare su entrambe le Mappe i propri processi fondamentali, dettagliandoli nei sottoprocessi specifici del Settore.
3. La sua struttura logica e virtuale, assicura un alto grado di flessibilità. E’ aperta e pronta a registrare tutti gli elementi di innovazione tecnologica o organizzativa derivanti dai nuovi processi e nuovi output.
4. La modalità di rappresentare il lavoro permette la comparazione delle figure professionali. E’ possibile pertanto verificare complementarietà o diversità delle figure Professionali, anche appartenenti a settori diversi per poter facilitare il riconoscimento delle competenze comuni e la conseguente mobilità dei lavoratori all’interno del Mercato del lavoro nazionale ed Europeo.
II° livello di scomposizione: la Mappa dei processi
Sulla base dello sfondo costituito dalla Mappa virtuale, l’analista dovrà specificare, per ogni Settore, i processi attivati per garantire al mercato un’offerta di qualità e per garantire alla singola struttura di quello specifico Settore, un adeguato funzionamento. Si tratta infatti di personalizzare, adattandolo alla complessità (e allo specifico linguaggio) di ogni settore, il modello virtuale, che – come esplicitato – diventa in questo modo la traccia per inventariare tutti e solo i processi praticati nel Settore, senza rischiare di trascurarne alcuni o di adeguare per forza l’analisi del Settore ad un rigido modello precostituito.
III° livello di scomposizione: le attività
III° livello di lettura aziendale e livello di collegamento tra sistemi. L’attività quando è praticata, anche in simulazione nei contesti formativi, produce output riconoscibili dal mondo del lavoro e attiva, per la loro realizzazione, aggregati o Unità di competenze denominate con lo stesso linguaggio e valutate con gli stessi strumenti nei due contesti: formativo e professionale. È il livello in cui la merce di scambio “competenza” assume una dimensione “ideale” ossia non troppo ampia come quella collegata ai processi specifici (II° livello di scomposizione) né troppo piccola derivante dalle operazioni elementari (IV° livello di scomposizione). Le attività così definite possono diventare quindi l’elemento di collegamento tra i macro sistemi e i settori produttivi in quanto generano aggregati di competenza circoscritti, misurabili e validabili di diverso livello qualitativo (base, specialistico, esperto).
IV° livello di scomposizione: operazioni elementari
Suddivisione ultima della scomposizione dei processi aziendali. Permette di dettagliare le attività complesse in modo tale da realizzare una migliore analisi e di definire con precisione il processo di lavoro e gli standard ad esso associati. Il livello di scomposizione è facoltativo e viene effettuato solamente se l’analista ne individua la necessità.
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Il livello diviene molto utile nel processo di trasferimento della competenza perché permette la predisposizione di unità di apprendimento e di controllare i risultati di apprendimento in modo molto preciso. Ogni operazione elementare produce:
• un semilavorato o una parte dell’output. La somma dei semilavorati delle operazioni elementari compone l’output collegato all’attività.
• una parte dell’Unità di competenza.
Descrizione dell’output
Definite le attività è possibile identificare l’elemento ad esso collegato: l’output ossia il risultato tangibile realizzato con l’attività. La centralità dell’output rispetto al Modello è dovuta alle seguenti caratteristiche:
è facilmente riconoscibile, codificabile e misurabile attraverso indicatori e specifiche di qualità si aggiorna attraverso il miglioramento degli standard o di nuove specifiche di qualità, sotto la
pressione delle innovazioni organizzative, di processo o tecnologiche, dall’analisi dell’output si possono individuare in modo preciso le competenze richieste (in termini
di conoscenze, abilità e comportamenti) sia tecnico-professionali che trasversali; è l’output che determina la competenza e non viceversa,
i vari sistemi (istruzione, formazione e lavoro) possono trovare nell’output il focus centrale del mercato delle competenze; da questa aggregazione parte il riferimento per riorganizzare l'offerta formativa, continuamente aggiornabile ai cambiamenti in atto nella società civile e nel mondo del lavoro,
è sempre l'output (osservabile, confrontabile con specifiche di qualità oggettive) il punto di riferimento per la valutazione oggettiva e rigorosa del livello di possesso delle competenze da parte di un singolo lavoratore, in termini di conformità o di scostamento rispetto a standard di qualità predefiniti,
l’output infine (descritto, analizzato, correlato alle specifiche di qualità) è il vero riferimento delle aziende in termini di efficienza, qualità, rapporti con la domanda di mercato.
L’output è descrivibile direttamente o attraverso la somma delle sue componenti. Infatti quando l’output è complesso può risultare utile suddividerlo in parti, semilavorati, componenti che permettono all’analista una migliore identificazione delle specifiche di qualità, una maggiore facilità nel definire le fasi di lavoro e precisione assoluta nel circoscrivere le parti delle competenza ad esso associate. La codifica di un output, quindi, può essere minima (unica componente che descrive tutto il prodotto) o dettagliata (suddivisione in più componenti la cui somma compone l’output). Lo standard di codifica dell’output inoltre, prevede di poter assegnare ad ogni componente: � gli indicatori e le specifiche di qualità del prodotto � materiali, la loro quantità ecc. (distinta base) � gli eventuali costi
Nei processi di apprendimento delle competenze gli indicatori e le specifiche di qualità dell’output diventano elementi vincolanti durante le prove di validazione delle evidenze o per la misurazione della competenza in possesso del lavoratore. Infatti la loro presenza, insieme agli indicatori di performance, decreta il livello di possesso della competenza da parte del lavoratore.
Processo di lavoro
Ogni output è generato da un processo di lavoro codificato attraverso la descrizione delle fasi. Anche in questo caso la modalità di descrizione, il livello di dettaglio delle fasi di lavoro, dipendendo dall’utilizzo successivo. Non c’è un sistema di codifica univoco infatti un forte livello di dettaglio può essere utile a chi si
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accinge per la prima volta ad apprendere la competenza ed essere superflua al lavoratore esperto. È compito della filiera dare istruzioni in merito in quanto il modello può accogliere entrambe le soluzioni. Come per l’output, lo standard di codifica del processo permette di inserire per ogni fase tutte le informazioni utili per la sua realizzazione: � indicatori di qualità e specifiche di qualità del processo � indicatori di perfomance � macchinari � strumenti
Oltre agli elementi più tradizionali, il modello propone lo spazio per evidenziare due “nuovi” elementi: � gli errori gravi � le soluzioni particolari (know how implicito)
Gli errori gravi sono inesattezze, gravi imprecisioni nella realizzazione del processo di lavoro, messe in evidenza dagli esperti, e verificabili durante la fase di convalida della competenza cioè mentre il soggetto realizza l’output durante la prova pratica. Gli errori gravi durante il processo di valutazione del possesso della competenza bloccano la prova di validazione. Per errore grave si intende: � errore che compromette la qualità dell’output � errore che mette a rischio la sicurezza del lavoratore � errore che evidenzia la non comprensione, non applicazione corretta di alcune conoscenze.
Le soluzioni particolari (know how implicito) sono invece elementi di competenza (conoscenze, abilità) molto spesso abbinate a competenze trasversali non dichiarate, non codificate “implicite” del lavoratore esperto. Generalmente sono particolari “sensibilità”, accorgimenti, “trucchi del mestiere” che permettono di realizzare l’attività in modo più efficiente, efficace o fornendo soluzioni alternative (problem solving). Il modello propone, ove sia possibile in fase di analisi del processo di lavoro, di rilevarle e codificarle con il fine di non perdere il capitale derivante dall’esperienza.
La descrizione della competenza
Nel modello assume una importanza fondamentale la descrizione dell’Unità di competenza. Se l’output è centrale per la validazione della competenza, la descrizione dell’Unità di competenza è altrettanto essenziale in quanto punto di collegamento tra sistemi (istruzione, formazione, lavoro e sistemi regionali). Secondo la prospettiva proposta il “legame” tra i sistemi, nel rispetto delle reciproche autonomie, può avvenire, solamente se:
1. viene praticata una metodologia unitaria per l’analisi delle competenze e si uniforma il linguaggio descrittivo. Proprio per questo il modello propone una metodologia codificata (vedi I° componente del modello) e una terminologia condivisa
2. ogni sistema trova nella descrizione della competenza la risposta al proprio fabbisogno e nello stesso tempo ottiene contributi da altri sistemi capaci di migliorare la qualità descrittiva della competenza
3. l’Unità di competenza rimane direttamente collegata alle attività e non ai processi (troppo ampi) o alle operazioni elementari (troppo limitate) per costituire “l’unità di scomposizione” della merce di scambio
4. la descrizione delle competenze negli elementi essenziali (conoscenze, abilità e comportamenti) è codificata in un unico ambiente informatizzato consultabile e aggiornabile secondo modalità predefinite dalla filiera.
Realizzando le quattro linee guida l’Unità di competenza diviene il “mattone fondante”, il minimo comune denominatore di ogni profilo professionale e il collegamento tra sistemi.
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Per tradurre le linee guida in modalità operative, il modello partendo dalle modalità descrittorie EQF, permette di aggiungere altri elementi essenziali della competenza rispondenti ai fabbisogni dei vari sistemi realizzando così un “output” capace di dialogare con i sistemi regolatori ma nello stesso tempo in grado di rispondere alle esigenze di operatori del settore e ai cittadini/lavoratori. In particolare le variazioni adottate dal modello sono: � possibilità di inserire nella descrizione delle Unità di competenza elementi appartenenti ai saperi
impliciti degli esperti � possibilità di inserire competenze chiave e per la cittadinanza su ogni unità di competenza � possibilità di collegare discipline agli elementi descrittivi delle competenze � possibilità di collegare elementi descrittori ai futuri repertori regionali
La descrizione delle Unità di competenza
Il format di descrizione è composto dai seguenti campi alcuni di essi obbligatori altri facoltativi: A) Informazioni generali � Codice competenza � Liv. 1 - Macroprocesso � Liv. 2 - Processo specifico di settore � Liv. 3 - Attività/compito � Unità di competenza
B) Descrizione della unità di competenze B1-B2) Conoscenze ed Abilità entrambe codificate con i seguenti elementi:
Campi obbligatori Tipologia: spazio per definire a quale tipologia di competenza (chiave, cittadinanza attiva, tecnico
professionale, implicito) appartiene l’elemento descrittivo. Conoscenza: spazio per inserire l’elemento di descrizione della competenza
Campi facoltativi
Output: ogni attività può realizzare uno o più output con diversi livelli di complessità (base, specialistico, esperto). Questa funzione permette di associare l’elemento della competenza ad uno o più output
Disciplina: in questo spazio viene identificata la disciplina di riferimento Riferimenti ai repertori regionali: identificazione della presenza dell’elemento della competenza
nei repertori Ore previste: ore previste per lo studio/lezione necessarie per l’apprendimento dell’elemento Allegati: possibilità si allegare materiale (foto, documenti, ecc) di supporto allo studio
dell’elemento della competenza Bibliografia di riferimento: possibilità di codificare la bibliografia di riferimento
B3) Competenza-Capacità personali sociali e metodologiche
Campo descrittivo libero.
Il livello di descrizione degli elementi
La flessibilità del modello prevede che il livello di descrizione venga definito in fase di analisi sulla base delle richieste dei soggetti della filiera e dello scopo d’uso della codifica. A supporto dell’analista è previsto l’accesso al repertorio regionale (quando sarà disponibile) come base per la codifica delle unità di competenza corrispondenti. Ciò permetterà una armonizzazione del sistema istituzionale con i sistemi della filiera.
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5.2 – Il profilo professionale
Sullo sfondo di questa struttura rappresentativa, personalizzata per ogni Settore, sarà possibile selezionare i processi specifici e relative attività/compito su cui viene impegnata la figura professionale oggetto di descrizione. La Mappa dei processi e delle attività/compito del Settore diventa la fonte/base unica per identificare le competenze tecnico-professionali richieste dal Settore ad ogni lavoratore, definite dai quattro elementi che costituiscono le coordinate per identificare le competenze tecnico-professionali di una figura:
i processi aziendali ai quali essa è addetta, le attività/compito richieste operazioni elementari (livello facoltativo) gli output attesi.
L'Area di esercizio professionale di una figura Professionale, così disegnata, garantisce caratteristiche di flessibilità, di comunicabilità, di riconoscibilità e di scambio tra i diversi soggetti del “mercato delle competenze”, a livello regionale, nazionale ed europeo:
l’area professionale è fondata sui processi aziendali ed è rappresentata per attività/compito e non per mansioni o per titoli; pertanto non entra in conflitto con altre rappresentazioni pure necessarie (titoli di studio, qualifiche formali, contratti di lavoro) oggi presenti;
ogni attività/compito può essere aggiornata singolarmente sulla base dei cambiamenti tecnici e delle innovazioni organizzative e non mette in discussione l’intera codifica della figura professionale;
ogni attività/compito, anche quando praticata in simulazione nei contesti formativi, produce output riconoscibili dal mondo del lavoro e attiva, per la loro realizzazione, aggregati (o Unità) di competenze denominate con lo stesso linguaggio e valutate con gli stessi strumenti nei due contesti: formativo e lavorativo;
aggregando le attività/compito specifiche del profilo (attività/compito tipiche del profilo non delegabili e che determinano la sua Mission professionale) è possibile identificare le “core competence” minime per l’accesso al ruolo
la scomposizione dell'offerta aziendale per processi e attività/compito segue la logica internazionale del Sistema ISO, e consente all'intero sistema formazione-lavoro di dialogare con sistemi e logiche legati ai sistemi internazionali di gestione della qualità
5.2.1 – il processo di realizzazione delle figure professionali
L’individuazione delle aree di competenza di ogni figura professionale non comporta particolari difficoltà tecniche e/o metodologiche. Il modello propone di effettuare un’analisi approfondita delle attività e selezionare due tipologie di attività per ogni figura professionale: � le attività/compito tipiche del profilo non delegabili, di responsabilità e che determinano la sua
Mission professionale vanno a costituire le core competence � le attività/compito il cui il profilo collabora, partecipa ma non ha la responsabilità finale sull’output
vanno a costituire l’area delle altre competenze professionali non essenziali Le attività così aggregate associate alle informazioni iniziali e ai livelli EQF vanno ad costituire il format figura professionale proposta dal modello.
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Non può essere definito a priori un numero minimo o massimo di competenze essenziali. Un numero esiguo può facilitare una visione generale ma produce uno svilimento dell’unità professionale, così come un numero eccessivo porta confusione ma aiuta ad entrare in profondità nel profilo. Il modello richiede pertanto di mantenere il criterio di “responsabilità sulle attività” come elemento discriminante ma lascia all’analista la libertà di effettuare le aggregazioni che ritiene opportune.
5.2.2 – la standardizzazione delle figure
Il processo di descrizione delle Figure o Unità professionali, nel Modello proposto, avviene attraverso la compilazione di un formato standard che accompagnerà i singoli operatori nella raccolta di tutte le informazioni necessarie. Il formato è composto da quattro sezioni, a loro volta suddivise in paragrafi che rinviano a successive fasi di dettaglio del processo di descrizione, a partire dal Repertorio delle Unità Professionali definito a livello centrale. Lo standard di descrizione è il seguente:
1 – Sezione A - Anagrafica della Figura/Unità professionale
Unità professionale classificazione ISTAT descrizione sintetica dei compiti e delle attività/compito requisiti per l’accesso al ruolo requisiti per il mantenimento del ruolo mission dell’Unità Professionale
2 – Sezione B - Descrizione dell’Area di responsabilità professionale specifica (competenze
tecnico-professionali) di una figura
Core (generale): unità di competenze derivanti dai gestione di profili di patologia Core (dettaglio): competenze derivanti dall’esercizio di operazioni elementari Altre: competenze organizzative e manageriali
3 - Sezione C - Descrizione delle competenze trasversali
competenze culturali di base competenze “chiave” europee per l’accesso alla cittadinanza attiva competenze trasversali
4 - Sezione D - Livelli di classificazione EQF
Il formato richiede di inserire la cifra del livello EQF, per facilitare il raccordo tra il mondo della formazione (titoli e qualifiche) e il mondo del lavoro (competenze
5 - Sezione E – Dettaglio: le unità di competenza
conoscenze per l’esercizio della professione Abilità Competenze, capacità personali, sociali e metodologiche
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PROFILO/UNITA’
PROFESSIONALE
CORE COMPETENCEGenerali
Anagrafica
Competenze chiave e per la
cittadinanza attiva, metodologiche
Sistema di analisi Rete
CORE COMPETETECE Di dettaglio
Livello di
classificazione EQF
Processi
orientati al paziente
per specialità �����..
Processo AA
Processo AB
AttivitàA- Identificazione necessità
B- Individuazione problema funzionale
C - Pianificazione
D- Erogazione
E - Valutazione
Operazioni elementari
Operazioni elementari
Operazioni elementari
Processi Specifici di settore:
Orientati al funzionamento della struttura produttiva
�����..
Attività
Processo ��..
Processo �...
Attività
Altre Competenze:Organizzative – manageriali -
ricerca
5.3 – Il portfolio
Ultima componente del modello è il portfolio delle competenze del cittadino/lavoratore. Il portfolio raccoglie tutto il lavoro di analisi realizzato nelle due componenti precedenti e le mette a disposizione del lavoratore. Il cittadino/lavoratore diventa il beneficiario finale in una filiera che, per la prima volta, è organizzata in funzione dei bisogni del lavoratore e non di quelle provenienti dal proprio interno. Il portfolio è strumento costruito sulle competenze (oggetto standard di scomposizione dell’esperienza lavorativa) per la crescita (miglioramento professionale e di carriera) dei lavoratori a garanzia progressiva (certificazione di primo, secondo e terzo livello) in cui sono identificate e riconosciute le competenze formali e/o acquisite sul campo (informali) per:
1. tener aggiornata la storia professionale in termini di competenza 2. poter verificare/dimostrare post-accesso alla professione, come vengono sviluppate le
competenze, in che numero, a che livello queste sono possedute, quali esiti hanno ottenuto e se hanno ottenuto una validazione.
3. permettere nei momenti di crisi di effettuare una comparazione tra competenze in possesso e competenze presenti in altri profili
4. organizzare l’accesso al mondo del lavoro e lo sviluppo in termini di competenza.
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Il portfolio raccoglie le evidenze in forma strutturata e con livelli di garanzia crescenti attraverso la registrazione della validazione delle competenze formali, non formali e informali in possesso del lavoratore.
5.3.1 – la logica di scomposizione della storia professionale
Lasciando inalterate le attuali modalità di scomposizione della storia professionale (CV europass), il portfolio propone al lavoratore una riorganizzazione professionale in termini di competenza, mattone fondante della professionalità e merce di scambio tra lavoratore e azienda. Il portfolio richiede al lavoratore di effettuare un’analisi dettagliata della propria storia professionale e identificare a quale competenza professionale può essere associata una specifica esperienza lavorativa, formativa, sociale ecc. La differenza sostanziale con gli altri sistemi di scomposizione è che l’attenzione è posta sul risultato finale, su quello che ha prodotto e non sull’attività stessa o il periodo di svolgimento di una mansione. La competenza, essendo personale e interna al soggetto, obbliga il lavoratore a “dimostrare” il suo sviluppo, le sue qualità in possesso con prove/evidenze compreso la capacità di produrre output con standard di sistema. Il sistema di scomposizione a “regime” porta una serie di vantaggi professionali: � un livello maggiore di consapevolezza professionale da parte di ogni lavoratore � ogni attività sia essa formale o informale può essere “portata a valore” se associata ad una
competenza � la crescita, lo sviluppo professionale può essere progettato e programmato sulla base delle
competenze critiche (gap tra livello di possesso e livello richiesto dal sistema) � in casi di mobilità si possono facilmente identificare le competenze simili tra settori e rivenderle con
piccoli “aggiustamenti” � supportare ogni competenza con evidenze autocertificate e/o validate in ogni momento.
5.3.2 – standard di portfolio delle competenze
Il modello, proprio per permettere al lavoratore di registrare tutte le “variabili” richieste dal mondo del lavoro, propone un portfolio altamente personalizzabile, strutturato in dossier in modo tale da permettere di registrare le “variabili” secondo le logiche del sistema lavoro. Il portfolio presenta solo un’area predefinita, le core competence, non modificabile in cui il lavoratore registra informazioni relative alle competenze predefinite dalla filiera. Il portfolio è composto da i seguenti dossier:
CV in formato europass
Secondo Standard
Il profilo narrato
Sezione libera
Dossier core competence – competenze
essenziali
Sezione predefinita dalla rete. Raccoglie le core-competence
armonizzate con il repertorio regionale di riferimento
Dossier altre competenze
Sezione libera per inserimento di altre competenze provenienti
da lavori precedenti o per le esercizio della cittadinanza attiva
Dossier formazione base e continua
Sezione libera per raccogliere percorsi formativi di
aggiornamento o professionalizzanti
Dossier competenze chiave-trasversali
Sezione libera per registrate le competenze
trasversali/metodologiche
Dossier incarichi, abilitazioni e carriera
Sezione libera dove inserire atti rilevanti della professione
Dossier innovazione e sviluppo
Sezione libera per registrare competenze ed esperienza
collegate con l’innovazione, ricerca, studi e sviluppo
Dossier note
Sezione libera
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Archivio documentale
Sezione libera per archiviazione di file immagine, testi, ecc.
5.3.3 – la sezione core competence del portfolio
La sezione “Core competence” è la parte del portfolio che permette al lavoratore di rimanere collegato al sistema lavoro in modo preciso e sostanziale. La sezione propone al lavoratore le competenze essenziali del ruolo definite dalla filiera. La sezione svolge due funzioni:
A) raccolta delle attività registrate per competenza B) collegamento costante del lavoratore con le variazioni che coinvolgono la competenza nei processi
di innovazioni di processo e di prodotto. Nel caso in cui mancasse questo collegamento dovuto alla non presenza della filiera, il portfolio può comunque raccogliere nell’area personalizzata le competenze del lavoratore. La figura fotografa i collegamenti esistenti
PROFILO/UNITA’
PROFESSIONALE
Pagina 1
Processo di creazione del Portfolio delle competenze del professionista
CORE COMPETENCE
Generali
Anagrafica
Competenze chiave e per la
cittadinanza attiva, metodologiche
Sistema di analisi Rete Professionista
Portfolio
delle
Competenze
CV europass
Dossier
Core competence (di sistema)
Dossier
Competenze Trasversali
Dossier
Competenze studi, ricerche
Dossier
formazione continua
Dossier
Note
Archivio Documentale
Dossier
Core competence (personalizzato)
Dossier
Il profilo narrato
Dossier
Incarichi, abilitazioni, carriera
CORE COMPETETECE
Di dettaglio
Livello di
classificazione EQF
Processi
orientati al paziente
per specialità $$$$$..
Processo AA
Processo AB
Attività
A- Identificazione necessità
B- Individuazione problema funzionale
C - Pianificazione
D- Erogazione
E - Valutazione
Operazioni elementari
Operazioni elementari
Operazioni elementari
Processi
Specifici di
settore:
Orientati al
funzionamento
della struttura
produttiva $$$$$..
Attività
Processo $$..
Processo $...
Attività
Altre Competenze:
Organizzative – manageriali -
ricerca
Nella sezione Core Competence è possibile per ogni competenza inserire le seguenti informazioni:
1. livello di possesso (base, specialistico, esperto) 2. livello di garanzia (autocertificazione, validazione, certificazione di parte terza) 3. Percorso di sviluppo della competenza
� Anno di acquisizione � Abilità specifiche in possesso � Tipologia (formale, informale, non formale) � Evidenze a supporto
4. Validazione delle competenza � Anno di acquisizione � Ente � Esperto
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� Livello di possesso accertato
Disclaimer
IlprodottoèrealizzatodaScuolaCentraleFormazionenell’ambitodelprogettodicooperazionetransfrontalieraIPAAdriatico“LoveYourHeart”
IlprogettoèfinanziatoconilsostegnodellaCommissioneEuropea.
L'autoreèilsoloresponsabilediquestapubblicazioneelaCommissionedeclinaogniresponsabilitàsull'usochepotràesserefattodelleinformazioniinessacontenute.
IPAAdriaticCBCProgramme–2°Call/Code087Theprojectisco-fundedbytheEuropeanUnion,InstrumentforPre-AccessionAssistance