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George Harrison What Is Life Incontri e interviste Quando i Beatles fecero la loro dirompente comparsa sul ra- dar popolare si avvertì la necessità di distinguere e identifi- care ciascuno dei quattro; e George Harrison fu etichettato come il «Beatle tranquillo». Harrison però divenne molte cose al di là del suo soprannome, e da Beatle tranquillo si trasformò in Beatle indagatore, l’esploratore spirituale del gruppo, il più impegnato a incontrare sciamani, il più de- terminato a trovare un guru, e intrecciò quella ricerca con la sua musica. Quando, all’apice della popolarità, i Beatles si sciolsero, Harrison fu il primo a raggiungere da solo la vetta delle classifiche, ponendo il più grande tra i grandi quesiti: che cos’è la vita? What Is Life riunisce le interviste più irriverenti e penetranti del chitarrista di Liverpool, raccolte dalle sapienti mani di Ashley Kahn. È la cronistoria della metamorfosi musicale e intellettuale di un artista meditativo ed enigmatico, schietto e ironico – da quando, quindicenne, il compagno di scuo- la Paul McCartney lo presenta a John Lennon e agli altri Quarrymen a quando, nel novembre 1960, la polizia tede- sca pone fine alla prima, straordinaria stagione di concerti dei Beatles; da quando, in un letto a Bournemouth, anneb- biato dall’influenza e dalla morfina, scrive «Don’t Bother Me», la sua prima canzone, a quando rimane folgorato dal sitar di Ravi Shankar e dalla spiritualità indù; fino a quando, alla vigilia del 2000, un folle lo aggredisce in casa sua, risve- gliando i peggiori incubi dei fan dei Fab Four. «Compongo e registro e cerco di essere me stesso. La liberazione, ecco ciò che voglio: liberarmi da questo caos. Essere vivi ha l’unico scopo di migliorarsi. È davvero questa la mia unica ambizione, tutto il resto è secondario.» € 32,00 | pp. 680 A cura di Ashley Kahn Traduzione di Seba Pezzani George Harrison è nato a Liverpool il 25 feb- braio 1943 ed è morto a Los Angeles il 29 no- vembre 2001. Le sue ceneri sono sparse nel Gange. In libreria dal 7 ottobre

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George Harrison What Is Life Incontri e interviste
Quando i Beatles fecero la loro dirompente comparsa sul ra- dar popolare si avvertì la necessità di distinguere e identifi- care ciascuno dei quattro; e George Harrison fu etichettato come il «Beatle tranquillo». Harrison però divenne molte cose al di là del suo soprannome, e da Beatle tranquillo si trasformò in Beatle indagatore, l’esploratore spirituale del gruppo, il più impegnato a incontrare sciamani, il più de- terminato a trovare un guru, e intrecciò quella ricerca con la sua musica. Quando, all’apice della popolarità, i Beatles si sciolsero, Harrison fu il primo a raggiungere da solo la vetta delle classifiche, ponendo il più grande tra i grandi quesiti: che cos’è la vita? What Is Life riunisce le interviste più irriverenti e penetranti del chitarrista di Liverpool, raccolte dalle sapienti mani di Ashley Kahn. È la cronistoria della metamorfosi musicale e intellettuale di un artista meditativo ed enigmatico, schietto e ironico – da quando, quindicenne, il compagno di scuo- la Paul McCartney lo presenta a John Lennon e agli altri Quarrymen a quando, nel novembre 1960, la polizia tede- sca pone fine alla prima, straordinaria stagione di concerti dei Beatles; da quando, in un letto a Bournemouth, anneb- biato dall’influenza e dalla morfina, scrive «Don’t Bother Me», la sua prima canzone, a quando rimane folgorato dal sitar di Ravi Shankar e dalla spiritualità indù; fino a quando, alla vigilia del 2000, un folle lo aggredisce in casa sua, risve- gliando i peggiori incubi dei fan dei Fab Four.
«Compongo e registro e cerco di essere me stesso. La liberazione, ecco ciò che voglio: liberarmi
da questo caos. Essere vivi ha l’unico scopo di migliorarsi. È davvero questa la mia unica ambizione,
tutto il resto è secondario.»
€ 32,00 | pp. 680
Traduzione di Seba Pezzani
George Harrison è nato a Liverpool il 25 feb- braio 1943 ed è morto a Los Angeles il 29 no- vembre 2001. Le sue ceneri sono sparse nel Gange.
In libreria dal 7 ottobre
Maggie Nelson Sulla libertà Un canto d’amore e di rinuncia
Libertà è fare quel che si vuole. Libertà è non calpestare la libertà altrui. Libertà è non avere leggi. Libertà è piegarsi come un giunco ai casi della vita. Libertà è scegliere. Liber- tà è rinunciare. Qual è il confine tra me e te? Tra me e noi? Dove finisce l’amore per se stessi e inizia l’amore per l’altro? È il 1994. Maggie Nelson è nel pieno di un vortice di alco- lismo; seduta con una sigaretta in bocca e una bottiglia di Jim Beam in mano su una scala antincendio dell’Upper East Side, si chiede quale sia il rapporto tra libertà e dipendenza da sostanze. Anni dopo, passeggiando nel campus dell’u- niversità in cui insegna, vede uno stand che inneggia alla libertà dove si vendono spille pro vita e pro armi. In questo arco di tempo il tema non ha smesso di ossessionarla. Per lei la libertà è una pulsione complessa, che opera in molti am- biti della nostra vita di tutti i giorni. Nell’arte, dove la libertà espressiva oggi si rivolta contro lo stesso sistema che l’ha ga- rantita; nel sesso, dove la conquista dell’emancipazione coz- za col moltiplicarsi dei racconti di molestie; sulle sostanze, dove si consuma con più evidenza lo scontro tra libertà e illibertà; sul clima, la cui salvaguardia comporta la rinuncia ad alcuni diritti individuali. Maggie Nelson definisce la sua scrittura un «pensare ad alta voce». E noi leggendo siamo trascinati dalla corrente elet- trica della sua mente, dalla sua scrittura energica e affilata, che penetra come una lama in ciò che diamo per scontato. Tra vicende personali e rimandi alla cultura pop e alla cri- tica, Sulla libertà è il racconto del corpo a corpo di Maggie Nelson con il concetto più strumentalizzato della storia. Li- bertà è un insieme di pratiche; è l’intreccio delle nostre re- lazioni con gli altri e con l’ambiente intorno a noi; è creare comunità da cui non siano esclusi il conflitto e le differen- ze. E scriverne, leggerne, parlarne è un gesto di amore e di liberazione.
€ 22,00 | pp. 376
Traduzione di Alessandra Castellazzi
Maggie Nelson (San Francisco, 1973) è scrittri- ce e poetessa. Per Gli Argonauti, pubblicato dal Saggiatore nel 2016, ha ricevuto molti riconosci- menti internazionali, tra cui il National Book Crit- ics Circle Awards.
In libreria dal 7 ottobre
€ 29,00 | pp. 296
Traduzione di Alessandra Castellazzi
Gideon Defoe (1975), storico e scrittore, è auto- re della serie umoristica The Pirates!, di enorme successo nel Regno Unito, dalla quale è stato tratto nel 2012 il film di animazione Pirati! Bri- ganti da strapazzo.
In libreria dal 7 ottobre
€ 19,00 | pp. 208
Corrado Stajano , scrittore e giornalista, è stato redattore e inviato di quotidiani e settimanali. Ha lavorato per la Rai come autore e coautore di documentari televisivi di argomento politico e culturale, alcuni con Ermanno Olmi. Nel 2015 il Saggiatore ha ripubblicato Africo, nel 2016 Un eroe borghese (con un testo di Cesare Garboli), nel 2018 Patrie smarrite (con una postfazione di Paolo Di Stefano), nel 2019 Il sovversivo (con i disegni di Costantino Nivola), nel 2020 La città degli untori.
In libreria dal 7 ottobre
Le scrittrici della notte A cura di Loredana Lipperini
Cimiteri infestati, bare inchiodate troppo in fretta, corpi palpitanti di terrore, simulacri in cui albergano divinità in- trappolate e spettri assassini di donne innamorate. Loreda- na Lipperini indice una seduta spiritica e chiama a raccolta le scrittrici della notte: donne che hanno sfidato il canone letterario, che si sono cimentate con il fantastico e con il perturbante e ancora terrorizzano chi mette gli occhi sulle loro pagine. La corona di racconti composta da Loredana Lipperini mostra tutte le sfumature nella palette del buio letterario. Troviamo il gotico spettrale di Carolina Inverni- zio e Marchesa Colombi, la tensione al sublime e all’eroico di Paola Masino, il fantastico frammisto al folklore di Grazia Deledda e Matilde Serao, la fusione di ricordo e fantastiche- ria di Anna Maria Ortese, la visionarietà poetica di Gilda Musa e Chiara Palazzolo – due autrici che hanno scardinato i cancelli della letteratura di genere e che, come Paola Ca- priolo, hanno saputo aprire il fantastico a nuove, contem- poranee vastità. Instancabile esploratrice di libri, Loredana Lipperini scava nella terra del nostro passato letterario e ne riemerge con nuove possibilità per il lettore del presente e del futuro, componendo con Le scrittrici della notte l’anto- logia definitiva dell’orrore al femminile; il canone inverso dell’inquietudine più dolce e terribile che la nostra lettera- tura abbia conosciuto.
«C’è uno strano equivoco che, specie negli ultimi anni, coinvolge il romanzo: pretendere che la letteratura racconti la realtà. Tuttavia bisogna cercare, tramite il fantastico,
forme di reincanto, tra cui il confronto, continuo, con il Male.»
€ 19,00 | pp. 208
Loredana Lipperini (Roma, 1956) è una giorna- lista, scrittrice e conduttrice radiofonica. Condu- ce il programma Fahrenheit su Radio 3, collabora con diverse testate nazionali e cura il blog Lip- peratura. Ha pubblicato saggi e romanzi, tra cui Di mamma ce n’è più d’una (Feltrinelli, 2013), An- cora dalla parte delle bambine (Feltrinelli, 2014), L’arrivo di Saturno (Bompiani, 2017), Magia nera (Bompiani, 2019), Non è un paese per vecchie (Bompiani, 2020) e La notte si avvicina (Bompia- ni, 2020).
In libreria dal 14 ottobre
Emanuele Biggi Micromondi Storie di animali, piante e forme di vita nascosti in luoghi irraggiungibili o dietro la porta di casa
Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, la natu- ra è un’esplosione di creatività e bellezza. E se per gli «infini- tamente» servono attrezzature sofisticate in grado di coglie- re macrostrutture e dettagli invisibili, i nostri occhi e una mente capace di lasciarsi meravigliare sono lo strumento più potente per avvicinarci ai mondi incredibili che brulica- no di vita attorno a noi, anche sotto lo zerbino di casa. In questo reportage scientifico e autobiografico Emanue- le Biggi, uno dei più noti divulgatori naturalistici italiani, è la nostra guida ai Micromondi, alla scoperta degli orga- nismi più nascosti della Terra. La lucertola che viveva sul balcone di casa sua quando era bambino, il rospo adulto che ha incontrato in campeggio, le vespe studiate sui libri, dai meccanismi vitali tanto precisi quanto letali, sono stati fra i primi e più significativi incontri di Biggi, che, sedotto, ha deciso di dedicare la sua vita alla biodiversità del nostro pianeta. Dall’ambiente che circonda casa sua alle dune del Namib, fino al sottobosco del Borneo, Biggi ci presenta le piccole creature che ha incontrato nei suoi viaggi intorno al globo, ce ne racconta abiti e abitudini come se fossimo accanto a lui: scrutiamo ragni dalle abilità predatorie inar- rivabili, chiocciole ipogee dall’appetito formidabile, l’accop- piamento di due geotritoni che respirano attraverso la pelle; ci incantiamo davanti a fiori che sono formicai, orchidee che sembrano api, piante carnivore nelle cui corolle piene d’acqua i girini sguazzano in attesa della metamorfosi. Micromondi è un invito ad ammirare lo sconcertante e l’in- solito che si annida soprattutto dove siamo certi che non ci sia nulla da guardare.
€ 17,00 | pp. 176
Emanuele Biggi (Genova, 1979), appassiona- to dell’arte di voltare i sassi, è un naturalista, fotografo, divulgatore scientifico, curatore di mostre e presentatore televisivo. Conduttore di Geo, ha pubblicato Predatori del microcosmo (Daniele Marson, 2017, con Francesco Tomasi- nelli) e Namibia, non solo sabbia e rocce (Daniele Marson, 2019).
In libreria dal 14 ottobre
Edwin Gale La specie che cambia se stessa Come l’abbondanza ha plasmato l’essere umano e continua a farlo
Le altre specie si adattano all’ambiente circostante, l’uma- nità no. L’umanità crea intorno a sé il proprio ambiente, lo plasma e lo modella usando la scienza e la tecnologia per adattarlo alle proprie necessità. E nel far questo, modifica inesorabilmente il proprio fenotipo, cioè quell’intreccio di caratteristiche genetiche e ambientali che cambiano il no- stro aspetto fisico e la nostra mente. Risultato? Siamo una specie che ha creato per se stessa la massima prosperità, diventando sempre più alta e robusta, più sana e longeva. Siamo diventati più empatici e più intelligenti, e questo ha modificato profondamente le nostre società. Abbiamo rag- giunto standard di vita e performance fisiche sempre mi- gliori. Intrecciando medicina, biologia, storia e antropolo- gia (oltre a una scrittura estremamente affascinante), Edwin Gale ripercorre la storia dell’evoluzione umana, la storia di come sono cambiate le nostre vite, le nostre menti e la no- stra produzione, e spiega come non siamo ancora una spe- cie del tutto addomesticata. Ma questa è una fortuna: conti- nueremo a evolvere per il meglio proprio grazie alla nostra capacità di pensare liberamente e non sottoporci a una ge- rarchia. Di rimanere, insomma, un po’ selvaggi.
«Un libro molto coinvolgente e con una tesi affascinante:
siamo biologicamente migliori di tutte le generazioni nate
prima di noi.» The New York Times
€ 32,00 | pp. 432
Traduzione di Luisa Doplicher e Daniele A. Gewurz
Edwin Gale ha studiato Letteratura Inglese a Cambridge, prima di dedicarsi completamente alla carriera medica. Ha insegnato a Cambridge, Nottingham e al St Bartholomew’s Hospital di Londra. La specie che cambia se stessa, suo pri- mo libro di divulgazione, è stato pubblicato nel Regno Unito da Penguin.
In libreria dal 14 ottobre
Alberto Dalmasso Vivi smart Perché il denaro può dare vita a una rivoluzione e come fare per metterla in atto
Pensateci. Qual è lo strumento che usate di più nella vita di tutti i giorni? No, non è lo spazzolino, né l’automobile, e nem- meno la moka. È qualcosa allo stesso tempo di immateriale e di tangibile, che può essere contenuto in un caveau gigan- tesco o in una piccola tasca, sotto forma di numeri binari o di cilindretti dorati. Qualcosa, soprattutto, che vi permette di accedere a cibo e medicine, concerti e gite fuori porta, libri e serie tv; salute e felicità. Si tratta del denaro, uno degli stru- menti tecnologici più rivoluzionari della storia dell’uomo: ri- cordarlo sarà sempre più importante nei prossimi anni per lo sviluppo della società. Perché il denaro, nel suo accumulo, non ha alcun valore; ha valore solo nell’utilizzo. Da questa considerazione parte Alberto Dalmasso, co-fonda- tore e ceo di Satispay, per guidarci a una visione innovativa del denaro che è anche una filosofia di vita e di relazione con il mondo. Alternando le proprie riflessioni al racconto della nascita e della straordinaria affermazione di Satispay, spunto dopo spunto Dalmasso ci sfida a reimmaginare il nostro quo- tidiano, a dare vita a nuovi spazi di lavoro, nuove procedure per scambiare idee e informazioni, nuove forme di azienda completamente diverse da tutto ciò che è esistito sinora. Per creare modi di pensare e agire sempre più efficienti, rapidi e convenienti per tutti; in una parola, sempre più smart. Vivi smart è insieme un pamphlet critico, un manifesto e una storia di successo scritta per ispirare altre storie di suc- cesso. Un invito a rivolgersi con sguardo nuovo agli inerti bacini di risorse – mentali, economiche, progettuali – che ci circondano e ad aprire finalmente le chiuse, perché quel- le potenzialità si mettano in movimento trasformandosi in energia, intuizioni, ambizioni; in una rivoluzione che, come un fiume inarrestabile, ci trasporti in un mondo nuovo.
€ 15,00 | pp. 120
Alberto Dalmasso (Cuneo, 1984), dopo un’e- sperienza nel settore finanziario, nel 2013 fon- da con Dario Brignone Satispay, azienda di cui è ceo. Con un network di oltre 2 milioni di clienti attivi, Satispay è presente in Italia, Germania e Lussemburgo e ha l’ambizioso obiettivo di di- ventare lo strumento di pagamento più diffuso in Europa.
In libreria dal 14 ottobre
Giulio Castoro Prosecco, pannolini e pappa per il gatto Piccole grandi storie della nostra vita in 150 liste della spesa
Cosa dice di una persona un post-it arancione con scrit- to in biro rossa «prosecco e biscotti»? Quanta angoscia si nasconde dietro un quadratino di carta dai bordi strappati che recita «mancano torte»? Chi mai può scrivere al proprio partner un bigliettino a forma di cuore che dice: «Ricorda che ti amo e ti amerò sempre! P.S. È finito il latte»? Quelle che Giulio Castoro ha raccolto in queste pagine non sono semplici liste della spesa, ma veri e propri autoritrat- ti inconsapevoli: testi anonimi nati con la sola funzione di ricordarci cosa comprare, scarabocchiati sul primo fogliet- to a portata di mano e destinati a essere cestinati l’attimo dopo il loro utilizzo; eppure allo stesso tempo testi capaci di narrare, attraverso un’emoticon di accompagnamento o una grafia sbagliata, con la scelta di un aggettivo raffinato o di una frase secca, un mondo. Un mondo spesso igno- to al suo stesso autore. A volte rassegnate, a volte comiche, a volte addirittura struggenti, ma sempre rivelatrici, le 150 liste della spesa che Castoro ha raccolto in giro per l’Italia con l’energia dell’archeologo e il piglio del sociologo sono un variopinto catalogo di quello che le luci abbaglianti di un supermercato fanno emergere della nostra interiorità. Divisi in sette categorie in base all’identità degli acquirenti –  dai single alle coppiette, dai bambini agli anziani  –, gli elenchi che compongono Prosecco, pannolini e pappa per il gatto sono un invito a cogliere i dettagli con cui ci mostria- mo e ci raccontiamo. Perché in quelle bizzarre poesie estem- poranee vergate su pezzi di calendario e fogli a quadretti stropicciati c’è molto più di quanto scriviamo; c’è forse, anzi, proprio ciò che di noi non siamo in grado di spiegare.
€ 14,90 | pp. 192
Giulio Castoro (Udine, 1988) si occupa di idea- zione, ricerca e sviluppo di nuovi format per la televisione e il web. Ha lavorato come autore televisivo per Matrimonio a prima vista e Camio- nisti in trattoria. È il creatore del seguito account Instagram @insta_della_spesa.
In libreria dal 21 ottobre
DAL LIBRO
Dal libro: L’aspetto della veneranda dimora mi ha sempre dato l’impressione di un sembiante umano, il quale non solo reca esteriormente traccia di temporali e giornate radiose, ma rivela anche il lungo lasso della vita mortale e le rela- tive vicissitudini occorse all’interno. Se degnamente narra- te, queste formerebbero una storia non poco interessante e istruttiva, e dotata, altresì, di una certa sorprendente unità che potrebbe sembrare quasi frutto di un disegno artistico.
€ 20,00 | pp. 376
Prefazione di Emanuele Trevi
Traduzione di Mario Manzari
Nathaniel Hawthorne è nato a Salem nel 1804 e morto a Plymouth, nel New Hampshire, nel 1864.
Emanuele Trevi (Roma, 1964) è uno scrittore e editor italiano, vincitore del premio Strega nel 2021 con Due vite (Neri Pozza, 2020). Ha pubbli- cato romanzi e saggi, tra cui I cani del nulla. Una storia vera (Einaudi, 2003), Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza, 2004; premio Sandro Onofri), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010; premio Napoli), Il popolo di legno (Einaudi, 2015; Prix Marco Polo Venise), Sogni e favole (Ponte alle Grazie, 2019; premio Viareggio).
In libreria dal 21 ottobre
Alfonso Berardinelli Giornalismo culturale Un’introduzione al millennio breve
«La critica letteraria è in via di sparizione sia perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, sia perché gli studiosi non è detto che siano lettori interessati a formulare giudizi.» Queste righe di Al- fonso Berardinelli potrebbero suonare come un addio alla critica letteraria. E in effetti sembrano spiegare perché in Giornalismo culturale la critica letteraria sia in netta mino- ranza. Dal 2013 al 2020, periodo nel quale sono stati scritti gli articoli qui raccolti, l’oggetto privilegiato non è la lettera- tura, ma la cultura nel suo insieme: le idee correnti o domi- nanti, le élite intellettuali, i linguaggi, le istituzioni, le mode culturali, i luoghi comuni del discorso politico e gli effetti della rete sulla vita di tutti. Eppure quello di Berardinelli è un giornalismo culturale anomalo e singolarmente enciclopedico. È soprattutto ana- lisi del conformismo sociale, delle sue ragioni e delle for- me in cui si manifesta. Ed è contraddistinto da una grande mobilità critica a partire dalla grande varietà di occasioni, spunti e casi offerti dall’attualità e dalla cronaca – cui fa da corrispettivo una grande varietà di stili, che spaziano dal- la dialettica argomentativa all’ironia distanziante alla vera e propria satira culturale. Una satira tanto più necessaria da quando arti, scienze, filosofia e letteratura sono viste come valori in sé, attività autogarantite e indiscutibili per princi- pio, al punto da far sembrare scorretta o inconcepibile qua- lunque valutazione selettiva e qualitativa. Per Berardinelli il giornalismo culturale è un genere letterario nel quale esprimersi pienamente, in prima persona, con le pro- prie insofferenze e idiosincrasie, praticato attraverso la critica dei linguaggi specializzati e gergali a partire dalla lingua comu- ne e da un’ottica che non trascura mai di mettere a confronto le parole e le cose, le maschere culturali e le realtà di fatto, per quanto ambigue e sfuggenti siano. Un punto di vista inconsue- to sul reale, attraverso cui scoprire verità prima celate.
€ 32,00 | pp. 976
A cura di Marianna Comitangelo e Giacomo Pontremoli
Alfonso Berardinelli (Roma, 1943), saggista e critico letterario, ha insegnato Letteratura con- temporanea all’Università di Venezia. Fondatore e direttore con Piergiorgio Bellocchio di Diario (1985-1993; in volume Quodlibet, 2010), colla- bora oggi con Avvenire, Il Foglio, Il Sole 24 Ore e il mensile Una città e dirige con Giorgio Manacorda e Walter Siti la rivista L’età del ferro. Tra i suoi libri ricordiamo Non incoraggiate il romanzo (Marsilio, 2011), Leggere è un rischio (nottetempo, 2012), Il pubblico della poesia (con Franco Cordelli; Ca- stelvecchi, 2016), Discorso sul romanzo moderno (Carocci, 2016), Non è una questione politica (Italo Svevo, 2017).
In libreria dal 21 ottobre
George Harrison
Corrado Stajano
Alberto Dalmasso
Vivi smart
Giulio Castoro
Nathaniel Hawthorne
Alfonso Berardinelli
Giornalismo culturale
Angelo Ferracuti
Veronica Lucchesi Dario Mangiaracina
Francesco Sauro
Joan Didion
Blue Nights