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FrancoAngeli FinancialReporting_3/11 16-09-2011 14:17 Pagina 2

FrancoAngeli€¦ · contabili e Book review non sono state sottoposte a referaggio. La rivista è indicizzata su: Ebsco Discovery Service, Google Scholar, ProQuest Summon, RePEc

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  • FrancoAngeli

    FinancialReporting_3/11 16-09-2011 14:17 Pagina 2

  • Editor: Alberto Quagli (Università di Genova) Associate Editor: Saverio Bozzolan (Università di Padova), Stefano Zambon (Università di Ferrara) Comitato scientifico: David Alexander (The Birmingham Business School), Paolo Andrei (Università di Parma), Saverio Bozzolan (Università di Padova), Roberto Di Pietra (Università di Siena), Alessandro Gaetano (Università di Roma Tor Vergata), Francesco Giunta (Università di Firenze), Pietro Mazzola (IULM Milano), Christopher Nobes (Royal Holloway University of London), Tiziano Onesti (Università di Roma Tre), Michele Pizzo (Seconda Università di Napoli), Alberto Quagli (Università di Genova), Antonio Ricciardi (Università della Calabria), Ugo Sòstero (Università Ca’ Foscari di Venezia), Claudio Teodori (Università di Brescia), Alfredo Viganò (Università Bocconi di Milano), Stefano Zambon (Università di Ferrara) Per contattare la redazione: prof. Alberto Quagli, Editor: [email protected], dott.ssa Giovanna Michelon, Assistant Editor: [email protected]

    Financial Reporting è accreditata dall’Accademia Italiana di Economia Aziendale Italiana dal primo numero 2009. Tutti gli articoli sono stati sottoposti a doppio referaggio. Le rubriche Audit e professioni contabili e Book review non sono state sottoposte a referaggio. La rivista è indicizzata su: Ebsco Discovery Service, Google Scholar, ProQuest Summon, RePEc (Research Papers in Economics). Amministrazione, distribuzione, abbonamenti: FrancoAngeli s.r.l., v.le Monza 106 - 20127 Milano - Tel. 02.2837141 - Fax 02.26144793- Ufficio abbonamenti: fax 02.26141958 - e-mail: [email protected] Abbonamenti Per conoscere il canone d’abbonamento corrente, consultare il nostro sito (www.francoangeli.it), cliccando sul bottone “Riviste”, oppure telefonare al nostro Ufficio Riviste (02-2837141) o, ancora, inviare una e-mail ([email protected]) indicando chiaramente il nome della rivista. Il pagamento potrà essere effettuato tramite assegno bancario, bonifico bancario, versamento su conto corrente, o con carta di credito. L’abbonamento verrà attivato non appena giunta la notifica dell’avvenuto pagamento del canone. Autorizzazione Tribunale di Milano n. 537 del 12-10-2010 - Trimestrale – Direttore responsabile: Stefano Angeli – Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano. Copyright © 2012 by FrancoAngeli s.r.l. - Stampa: Global Print srl, via degli Abeti 17/a, Gorgonzola (Mi).

    IV trimestre 2011 – Finito di stampare nel mese di gennaio 2012.

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    EDITORIALE5 Alberto Quagli

    Tempo di framework. Non sprechiamolo…

    ARTICOLI9 Michele Pisani

    La struttura del Comprehensive Income Statement: le indicazionidel progetto congiunto IASB-FASB Financial Statement Presentation

    49 Giulia Romano, Andrea GuerriniL’efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quota-te italiane: un’analisi delle impugnative di bilancio effettuatedalla Consob

    81 Luca Fornaciari Il prospetto di raccordo nella comunicazione economico-finan-ziaria consolidata

    107 Giovanni Liberatore, Francesco MazziInformativa sul tasso di attualizzazione nella stima dell’avvia-mento secondo lo IAS36: un confronto fra Italia e Paesi nordici

    RUBRICHE135 Audit e professioni contabili

    a cura di Alessandro GaetanoDisciplina di bilancio delle operazioni di ristrutturazione: primeconsiderazioni sull’OIC 6Alessandro Gaetano

    SOMMARIO N. 4, 2011

  • 147 Book reviewa cura di Roberto Di Pietra e Stefano ZambonChristopher S. Chapman, David J. Cooper, Peter B. Miller (eds.),Accounting, Organizations, & Institutions: Essays in Honour ofAnthony HopwoodShibashish Mukherjee

    4 Sommario

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  • Nel recente gergo contabile italiano l’espressione Framework è entrata invoga dal 1989, anno in cui lo IASC diffuse la versione del Framework che èancora in vigore. Il framework rappresenta in sostanza la fonte di concettibasilari ai quali si devono ispirare tutti gli standard riferiti alle specifiche postecontabili e alle problematiche di contabilizzazione delle singole operazioni.

    Avendo per riferimento il Framework dello IASB, il contenuto di taledocumento basilare comprende le finalità del bilancio, strettamente connessecon la definizione degli utenti e delle relative esigenze informative, le assun-zioni di base, i postulati dell’informazione contabile (caratteristiche qualitati-ve che determinano l’utilità dell’informativa contenuta nel bilancio), gli ele-menti componenti il bilancio, i concetti fondamentali di attività, di passività edi patrimonio netto, di costo e di ricavo, i criteri generali di contabilizzazionee valutazione, il concetto di capitale e della sua relativa conservazione.

    Dal 2005 circa, sul Framework contabile si è riacceso il dibattito. Da quelperiodo IASB e FASB stanno procedendo, non senza qualche rallentamento,alla stesura di un nuovo Framework che condizionerà il futuro di buona partedella contabilità mondiale. Delle sette fasi di cui si compone l’ambizioso pro-getto, ad oggi solo la prima si può dire conclusa (Objectives and qualitativecharacteristics), le tre successive sono in corso: (B) Definitions of elements,recognition and derecognition, (C) Measurement, (D) Reporting entity con-cept. Le rimanenti (E) Boundaries of financial reporting, and Presentationand Disclosure, (F) Purpose and status of the framework e (G) Application ofthe framework to not-for-profit entities, devono ancora iniziare.

    In modo molto più sommesso, anche in Europa qualcosa è già mosso. L’E-FRAG già dal 2006 ha avviato nell’ambito delle sue iniziative pro-attive, alanciare un progetto di Framework condiviso con il Conseil National de laComptabilité francese, conclusosi nel 2009 con un Discussion paper, che inqualche modo ha cercato di influenzare lo sviluppo del nuovo FrameworkIASB. A febbraio 2010 ha pubblicato un altro documento circa la definizione

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    EditorialeTempo di framework. Non sprechiamolo...Alberto Quagli

    Financial Reporting – n. 4, 2011, pp. 5-8

  • di attività, assieme all’Autorité des Normes Comptable ed un documento sulcriterio di contabilizzazione dei ricavi. Nel giugno 2011 è poi iniziato in senoall’EFRAG un progetto volto a capire come concretamente i bilanci sonoimpiegati dagli utenti.

    La Commissione Europea direttamente non ha mai sviluppato un proprioFramework. Si potrebbe osservare che in qualche modo una specie diFramework sia già contenuta nelle Direttive Contabili (la IV del 1978 e suc-cessive modifiche), tenuto conto che tale documento stabilisce alcuni basilaripostulati di bilancio, oltre al principio generale del quadro fedele (“true andfair view”). Ma sono assenti dalla direttiva alcuni requisiti fondamentali perquanto riguarda la definizione di reddito, di costo/ricavo, di attività/passività edi patrimonio netto, oltre all’assenza di tutta la parte concernente gli utenti delbilancio. Anche nelle bozze di riforma delle Direttive contabili che stanno cir-colando in questi mesi, non emergono tentativi di impostazione di un vero eproprio Framework europeo.

    E in Italia? Nel nostro Codice Civile e nei principi contabili degli organismiprofessionali (ora principi contabili dell’OIC) un Framework nel senso sopraindicato non c’è mai stato. Il Codice si limita a riprendere i postulati della IVDirettiva CEE mentre il documento n. 11 del CNDC-CNR, poi ripresodall’OIC, riprende molto da vicino il Framework IASB per quanto riguarda loscopo del bilancio e i fabbisogni degli utenti, ma trascura alcune parti impor-tanti, tra cui, in primis, i concetti di reddito, costo, ricavo, attività e passività, icriteri generali di contabilizzazione e valutazione. Non vi sono peraltro dei pro-getti specifici italiani sul punto, anche considerando la natura ormai etero-diret-ta delle regole contabili vigenti nel nostro Paese (Commissione Europea o prin-cipi internazionali, in funzione della quotazione o meno delle imprese).

    In questo quadro a chi scrive sembra opportuno anzitutto che anche ilmondo universitario contribuisca al dibattito. Nel 2009 un gruppo di accade-mici statunitensi ha provveduto in seno all’American Accounting Associationad approvare un framework (Alternative Conceptual Frameworks forFinancial Reporting).

    Per noi Europei e soprattutto per noi italiani un progetto del genere sarebbemolto opportuno. In primo luogo servirebbe per definire meglio le nostre radi-ci. Chi scrive, come molti altri colleghi, si è formato sui testi della miglioretradizione economico-aziendale italiana, dove di bilancio si è parlato molto.Tuttavia quello che forse è mancato a tali Maestri o forse alle loro Scuole èstato il condensare tale rilevante corpus teorico in un documento di venti-tren-ta pagine che potesse fungere da chiara guida per la prassi operativa e da sin-tesi efficaci per i giovani allievi. Questo lavoro finora è mancato e non sarebbemale che, sia pur tardivamente, venisse sviluppato.

    Al tempo stesso è anche vero che l’evoluzione delle realtà aziendali haintrodotto da tempo nuove e molto rilevanti questioni che un Frameworkdovrebbe affrontare.

    Alberto Quagli

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  • Anzitutto sembra opportuno ritornare sulle finalità/funzioni del bilancio(funzione come rendiconto degli amministratori, funzione informativa, a suavolta differenziabile in informazione per l’interno o per l’esterno), per capirese tali funzioni oggi possano essere efficacemente assolte con un unico docu-mento (la famosa questione del bilancio “unico”). Ormai nei FrameworkIASB e FASB si parte dall’assioma della finalità del bilancio come informati-va per l’esterno e si deriva la funzione di stewardship o di informazione perl’interno come sottoprodotto della prima. Siamo tutti convinti che ciò sia lamigliore strada?

    Nella pratica accade che il modello di azienda al quale si fa riferimentocondiziona molto la funzione del bilancio. Un bilancio per una società quotataassolve certo una funzione informativa più importante di quanto accada peruna non quotata, ed all’interno di queste ultime, la dimensione aziendale puregioca un certo ruolo. Un bilancio per una piccola impresa (ammesso che sipossa definirla in modo chiaro) coinvolge certo meno stakeholder di una gran-de impresa.

    Inoltre, nei framework IASB e FASB finora esistenti si parte dal chiaropresupposto di una user primacy (quella degli investitori esterni a titolo dicapitale, come nuovi potenziali soci), espressione di un modello di aziendatipico della grande corporation e si assume che i bisogni informativi degli altriutenti siano comunque soddisfatti se sono soddisfatti gli interessi di tali inve-stitori, ritenuti, a torto o a ragione, più sofisticati. È giusto che sia così? Lebanche finanziatrici rivolgono al bilancio la stessa domanda informativa di unfondo comune di investimento? Chi legge realmente il bilancio? E cosa leggedel bilancio? La questione è immensa ed apre la strada ad una indagineapprofondita, estesa ed articolata, volta a comprendere gli effettivi fabbisogniinformativi degli utenti. E nella recente letteratura sorgono molti interrogativisu quanto la comprensione dei fabbisogni informativi sia stata realmente con-siderata da parte degli organismi normativi1.

    In relazione alla comprensione della effettiva domanda informativa, siaprono altri interrogativi di fondo per il framework. Cosa è un bilancio?/Qualisono i suoi confini? Se prescindiamo dai prospetti contabili, si tratta di capirese il Framework deve applicarsi anche alla relazione sulla gestione ed ai pro-spetti informativi che possono essere anche formalmente sganciati dal bilanciostesso, ma che formano assieme ad esso un unico pacchetto informativo(bilancio dell’intangibile o del capitale intellettuale, bilancio ambientale,bilancio di sostenibilità, bilancio sociale e chi più ne ha più ne metta).L’inclusione o meno di tali prospetti o di tali ambiti informativi in un fra-mework dovrebbe per logica discendere dalla definizione del concetto di risul-tato (perfomance) aziendale che gli utenti desiderano conoscere.

    Editoriale

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    1. Joni J. Young, Making up users, Accounting, Organizations and Society, vol. 31 (2006),pp. 579-600.

  • Inoltre, a complicare il quadro, non si deve sottacere anche la rilevanza deicanali di comunicazione. Se gli investitori delle società quotate in borsa reagi-scono alle informazioni circa redditi e capitale quando sono comunicati i daticonsuntivi dell’esercizio nel mese di gennaio/febbraio tramite presentazioni oconference calls, ha senso continuare a improntare il Framework solo sulbilancio inteso come documento a sfondo contabile oppure avrebbe più sensoaffrontare la questione dell’informazione contabile in senso ampio, per inclu-dere i vari momenti/canali di comunicazione con l’esterno?

    Insomma, ci sono questioni di fondo che andrebbero finalmente affrontate.Certo, è un lavoro duro… Ma qualcuno lo deve pur fare!

    Pertanto, parafrasando Kennedy, cari studiosi non chiedetevi che cosa potràfare il Framework per voi, ma che cosa potrete fare voi per il Framework.

    Alberto Quagli

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  • Riassunto

    Il progetto congiunto IASB-FASB Financial Statement Presentation si propone didefinire l’impostazione di tutti i documenti necessari per formare un bilancio di esercizioche possa definirsi completo, ma grande attenzione è dedicata alla struttura del conto eco-nomico e alla rappresentazione del comprehensive income. Nel momento in cui i duecorpi di principi contabili adottano un sistema misto di riconoscimento e di valutazione,fondato in parte sul costo storico e sul principio di realizzazione e in parte sul fair value esulla logica delle variazioni patrimoniali, si pone il problema di valutare se la rappresen-tazione del reddito debba riflettere in modo neutro l’esistenza di questi due diversi para-digmi. Il lavoro esamina le soluzioni proposte nella struttura di conto economico al finedi esprimere su di esse un giudizio di merito alla luce delle indicazioni provenienti daicontributi teorici e dalle indagini empiriche svolte sull’argomento. Le innovazioni presen-tano indubbi vantaggi ma non risolvono le principali criticità legate alla rappresentazionedel comprehensive income. L’incertezza che emerge dai contributi teorici ed empirici, chenon consentono di individuare argomenti decisivi per basare le valutazioni esclusivamen-te sul reddito tradizionale o sul comprehensive income, rappresentano il principale argo-mento a supporto delle scelte conservative avanzate dai due board.

    Parole chiave: reddito onnicomprensivo, conto economico, misure di prestazione,costo storico, fair value.

    Articolo ricevuto: ottobre 2010, accettato: aprile 2011

    Performance Reporting – The IASB-FASB’s Proposed Format of ComprehensiveIncome Statement in the Staff Draft of IAS 1

    Abstract

    The IASB and the US FASB are presently involved in a joint project on financialstatement presentation. After a discussion paper, published in October 2008, on July

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    La struttura del Comprehensive Income Statement:le indicazioni del progetto congiunto IASB-FASBFinancial Statement PresentationMichele Pisani*

    Financial Reporting – n. 4, 2011, pp. 9-48

    * Prof. Ordinario di Economia Aziendale – Università degli Studi dell’Aquila.

  • 2010 the boards decided to post a staff draft of proposed standard that reflect tentativedecisions made to date, as a basis for extended stakeholder outreach activities. Theobjective of the financial statement presentation project is to establish a global stan-dard that will guide the organisation and presentation of information in the financialstatements, but the focus is on reporting comprehensive income. Since the IASB andthe FASB accounting model mixes two income determination systems, namely, histo-rical cost accounting and fair value accounting, an interesting question pertains towhether the display of comprehensive income should reflect the existence of thesetwo paradigms. This article scrutinizes the proposed amendments to IAS 1 com-prehensive income statement format while it reviews analytic, empirical and experi-mental research that addresses the presentation of income and the format of the inco-me statement and presents the typical arguments made by proponents of historicalcost net income and comprehensive fair value income. The research results aresomewhat mixed, but they support the conservative decisions of the boards.

    Key words: comprehensive income, income statement, performance measure, ear-nings attributes; historical cost accounting, fair value accounting.

    First submission: october 2010, accepted: april 2011

    Introduzione

    Financial Statement Presentation (FSP) è un progetto congiuntodell’International Accounting Standards Board (IASB) e del US FinancialAccounting Standards Board (FASB). Esso riguarda l’impostazione di tutti idocumenti necessari per formare un bilancio di esercizio che possa definirsicompleto. I documenti contabili, infatti, sono considerati una parte essenzialedel bilancio e il principale strumento per la comunicazione delle informazionifinanziarie all’esterno dell’impresa; pertanto, il modo in cui sono presentate leinformazioni in tali documenti è di vitale importanza per l’efficacia dellacomunicazione resa attraverso il bilancio di esercizio.

    La necessità di riconsiderare le modalità di presentazione dei documenticontabili, ampliando anche l’oggetto dell’analisi rispetto ai precedenti progettiautonomi1, nasce dalle preoccupazioni espresse da numerosi utilizzatori delbilancio i quali sottolineano che gli attuali standard, ammettendo numerosealternative di presentazione e una sintesi eccessiva, non consentono di cogliereappieno le relazioni tra i documenti di bilancio e i risultati d’impresa e rischia-no, quindi, di compromettere i fondamentali principi di comparabilità e com-prensibilità delle informazioni contabili.

    Michele Pisani

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    1. Con il progetto congiunto FSP, iniziato nell’aprile 2004, IASB e FASB uniscono i rispet-tivi progetti indipendenti, limitati alla struttura del comprehensive income statement, presenticon diversi titoli nell’agenda dei due board già dal 2001. Per una sintesi della storia del proget-to, si veda: JIG (2005).

  • In questo quadro, il progetto FSP si propone di definire un principio conta-bile che stabilisca l’organizzazione e la presentazione delle informazioni neidocumenti che compongono il bilancio di esercizio, i criteri di classificazionedei valori e i risultati parziali e totali da evidenziare in ciascun documento.L’intento è quello di aumentare l’utilità delle informazioni fornite attraverso ilbilancio, supportare il management per comunicare meglio le informazioniagli utilizzatori e aiutare questi ultimi a prendere decisioni economiche nellaloro qualità di apportatori di capitale2.

    Nell’ottobre 2008 i due board hanno pubblicato un discussion paper daltitolo Preliminary Views on Financial Statement Presentation. Nel luglio 2010lo staff dei due board ha pubblicato una bozza di principio contabile che rac-coglie le principali decisioni finora assunte3. La formula dello staff draft èstata ritenuta la più idonea per comunicare il lavoro fin qui svolto.

    Il progetto FSP è ancora in corso di elaborazione. Le decisioni finoraassunte, raccolte nello staff draft, potranno, dunque, essere ulteriormentemodificate prima di giungere alla pubblicazione di un exposure draft sul qualeraccogliere i pubblici commenti4. Ciò malgrado, alcune proposte sembranoavere conseguito un sufficiente livello di consenso.

    Significative, in particolare, appaiono le decisioni inerenti alla struttura delcomprehenive income statement che costituiscono oggetto del presente lavoro.Le principali proposte dello staff draft possono sintetizzarsi come segue:

    a) rappresentazione del comprehensive income in un prospetto unico di contoeconomico;

    b) definizione di un preciso criterio di classificazione dei componenti di red-dito;

    c) rappresentazione separata dei componenti dell’other compehensive income(OCI);

    d) classificazione dei componenti dell’OCI;e) analisi delle variazioni intervenute nelle principali voci patrimoniali e rap-

    presentazione separata delle rimisurazioni.

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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    2. Il progetto, dunque, non si propone di intervenire sui principi di riconoscimento e dimisurazione di singole attività e passività o di componenti di reddito, che sono già stabiliti daaltri principi contabili, né di definire principi di misurazione della performance d’impresa, chepresuppongono una più ampia revisione degli attuali standard.

    3. Lo IASB ha organizzato il progetto in diverse fasi. Lo staff draft dal titolo “IFRS XFinancial Statement Presentation” contiene una proposta di principio contabile che dovrebbesostituire lo IAS 1 e lo IAS 7. Sulle diverse fasi previste dallo IASB per il progetto FSP, si rin-via a: www.ifrs.org/Current+Projects/IASB+ Projects/Financial+Statement+Presentation/Financial+Statement+Presentation.htm.

    4. Le future attività dei due board riguarderanno, in particolare: l’esame dei costi e deibenefici delle proposte avanzate; le implicazioni di tali proposte per il bilancio di eserciziodelle società finanziarie. Si veda: IASB (2010c).

  • Con riferimento a tali aspetti, l’obiettivo del lavoro è quello di esaminare lesoluzioni proposte e di esprimere su di esse un giudizio di merito alla lucedelle indicazioni provenienti dai contributi teorici e dalle indagini empirichesvolte sull’argomento.

    1. La rappresentazione del comprehensive income in un pro-spetto unico di conto economico

    Nel modello di presentazione proposto nello staff draft, il comprehensiveincome e i suoi componenti devono essere esposti in un prospetto unico diconto economico, denominato Statement of Comprehensive Income. Questodeve contenere le informazioni sulle variazioni di patrimonio netto riconosciu-te nell’esercizio e derivanti da operazioni ed eventi diversi da quelli che origi-nano apporti e rimborsi di capitale ai soci5.

    La soluzione proposta, dunque, elimina le alternative di presentazione delreddito attualmente consentite da IASB e FASB. Non è più possibile dettaglia-re i componenti dell’OCI in un conto economico separato (soluzione attual-mente consentita dallo IAS 1 e dallo SFAS 130) o nel prospetto delle variazio-ni del patrimonio netto (alternativa attualmente prevista dallo SFAS 130): tuttii componenti positivi e negativi di reddito riconosciuti nell’esercizio devonoessere presentati in un singolo Statement of Comprehensive Income6.

    La decisione deve essere accolta positivamente. La possibilità di presentarei componenti dell’OCI in diversi documenti, infatti, costituisce il principaleelemento di disomogeneità dei bilanci redatti in applicazione degli IFRS edegli US GAAP e ostacola le comparazioni internazionali; essa, inoltre, rendepiù complessa la lettura del bilancio e, soprattutto, non consente di compren-dere quale sia l’oggetto di rappresentazione di ciascuno di questi documenti ein che modo essi interagiscano tra loro.

    Michele Pisani

    12

    5. IASB (2010c: par. 135).6. Lo staff draft prevede, al par. 201, lett. (a), di indicare nel prospetto delle variazioni del

    patrimonio netto, per ciascuna componente del patrimonio netto e in maniera distinta, levariazioni derivanti da: profit or loss; OCI; operazioni compiute con la proprietà. Tale previ-sione non implica, ovviamente, la rappresentazione dei componenti dell’OCI nel prospettodelle variazioni del patrimonio netto. Infatti, come già richiesto dallo IAS 1 (par. 106) attual-mente in vigore (e come in ogni prospetto delle variazioni del patrimonio netto), lo staff draftprevede che il prospetto in parola indichi la variazione indotta da: reddito di esercizio; opera-zioni compiute con i soci nella loro qualità di soci; rettifiche derivanti dall’applicazione retro-spettiva di principi contabili e correzioni di errori. In aggiunta, richiede semplicemente di det-tagliare la variazione indotta dal reddito di esercizio nelle due componenti del profit or loss edell’OCI. Pertanto, i componenti dell’OCI devono essere rappresentati esclusivamente nelprospetto unico di conto economico; nel prospetto delle variazioni del patrimonio netto occor-re distinguere la variazione determinata dal comprehensive income nelle due componenti red-dituali.

  • Anzitutto, deve essere giudicata con particolare favore l’eliminazione dellapossibilità, attualmente prevista dagli US GAAP, di presentare i componentidell’OCI esclusivamente in un prospetto delle variazioni di patrimonio netto7.

    Tale soluzione, infatti, è il residuo di una logica patrimonialistica del capi-tale e del reddito che, oltre ad affidare la misurazione del risultato dell’eserci-zio alle variazioni di valore delle attività e delle passività tra l’inizio e la finedel periodo considerato, attribuisce allo stato patrimoniale anche un ruolo cen-trale per l’acquisizione delle informazioni utili alla misurazione del reddito.Essa, inoltre, trova particolare supporto tra i sostenitori del reddito tradiziona-le, essendo l’unica che consente di rappresentare il comprehensive incomesenza cambiare la composizione del bilancio di esercizio e mantenendo inva-riato il rilievo del risultato finale con cui si chiude il conto economico.

    La rappresentazione dei componenti dell’OCI soltanto nel prospetto dellevariazioni del patrimonio netto, richiedendo di escludere dal conto economicole variazioni di valore corrente di attività e passività mediante una rilevazioneche prevede l’addebito o l’accredito, in contropartita, di una posta di capitalenetto e, dunque, interessando lo stato patrimoniale, comporta numerosi pro-blemi, tra loro strettamente collegati:

    a) la soluzione non appare coerente con i modelli concettuali che ispirano ilcomprehensive income. Infatti, la logica tipicamente patrimonialistica cheprevede l’adeguamento del costo dei fattori produttivi al loro valore corren-te è parzialmente rettificata sospendendo o neutralizzando gli effetti reddi-tuali delle variazioni di valore di alcuni elementi del capitale;

    b) poiché il risultato economico di periodo non è più la diretta derivazionedella valutazione del capitale, ma la valutazione del patrimonio – e la rap-presentazione della sua dinamica – sono in parte svincolate dal conto eco-nomico, viene meno una relazione essenziale e consolidata tra capitale ereddito nel calcolo economico di bilancio: il reddito di esercizio rappresen-tato nel conto economico non corrisponde più alla variazione subita dalcapitale netto iniziale nel corso del periodo amministrativo per effettodella gestione8. Ciò determina una parziale autonomia tra capitale e reddi-to e il superamento del carattere della reciproca e contemporanea quantifi-cazione del reddito di esercizio e del capitale di funzionamento, patrimoniocomune della dottrina ragionieristica di matrice sia reddituale che patrimo-niale;

    c) poiché il conto economico non sintetizza tutti i componenti positivi e nega-tivi di reddito rilevati nel periodo amministrativo, ma rappresenta solo unaparte del complessivo risultato economico d’esercizio, esso perde la suafunzione tradizionale di evidenziare, per contrapposizione tra ricavi e costi,le cause analitiche del risultato conseguito nell’esercizio e, quindi, della

    La struttura del Comprehensive Income Statement

    13

    7. FASB (SFAS 130: par. 22).8. Per tutti: Zappa (1943: 277).

  • variazione complessiva intervenuta nel capitale netto per operazioni edeventi diversi da apporti dei soci e distribuzioni ai medesimi;

    d) la parzialità dell’informazione contenuta nel conto economico in merito alreddito conseguito nell’esercizio rischia di compromettere anche la relazio-ne tra processo di formazione del reddito e concetto di conservazione delcapitale. La distorsione informativa è tanto più rilevante quanto più il risul-tato delle variazioni di fair value incluse nel patrimonio netto presentaimporto elevato e segno opposto rispetto al risultato del conto economico;

    e) il risultato rappresentato nel conto economico non è coerente con la nozio-ne di reddito e con il concetto di competenza economica accolti nel model-lo di bilancio di riferimento, atteso che tutti i componenti dell’OCI, even-tualmente iscritti in poste del patrimonio netto, corrispondono alla defini-zione di revenues, expenses, gains e losses del quadro concettuale FASB9.Si determina, dunque, una situazione singolare in cui alcuni componenti direddito (che incontrano la definizione del quadro concettuale) sono iscrittinel conto economico e concorrono a determinare il risultato d’esercizio,mentre altri componenti di reddito (che pure corrispondono alle definizionidel quadro concettuale) sono esclusi dal conto economico e iscritti in postedel patrimonio netto;

    f) questa incoerenza tra la nozione di reddito accolta nel quadro concettuale,le definizioni di costi e ricavi e la rappresentazione fornita dal conto econo-mico è destinata a sollevare rilevanti questioni interpretative. L’esclusione ditalune variazioni di fair value dal conto economico, infatti, potrebbe sotten-dere una maggiore attenzione riservata alla nozione di reddito tradizionaleche sarebbe in conflitto con il modello di riconoscimento e di misurazioneproposto. La rappresentazione del comprehensive income in un prospettodelle variazioni del patrimonio netto, cioè, può essere intesa come il risulta-to di un compromesso che, malgrado l’introduzione in bilancio della valuta-zione al fair value di attività e passività, ha l’obiettivo di mantenere le pro-prietà tradizionali di una nozione di reddito fondata sul costo storico e sulprincipio di realizzazione. Questa scelta, tuttavia, impone ulterioriapprofondimenti e richiede di individuare i criteri in base ai quali, in unquadro concettuale che accoglie una nozione di reddito all-inclusive, si pro-pende per una rappresentazione ispirata al current operating performanceconcept escludendo alcuni componenti di reddito dal conto economico;

    g) il prospetto delle variazioni del patrimonio netto ha il compito primario diriconciliare il capitale netto iniziale di bilancio con quello finale. Poiché ilreddito costituisce solo una delle cause di variazione del patrimonio nettointervenute nell’esercizio, la rappresentazione della performance è solouna funzione secondaria del prospetto e, comunque, strumentale a quellaprincipale. Rappresentare in un unico prospetto componenti di reddito e

    Michele Pisani

    14

    9. FASB (Sfac No. 6: par. 78-89).

  • altre variazioni di netto, che non hanno natura reddituale, può generareconfusione tra informazioni essenziali, con il rischio che alcuni valori red-dituali non siano compresi oppure sia attribuito loro un rilievo diverso daquello che effettivamente presentano;

    h) molti utilizzatori del bilancio, infine, analizzano i risultati della gestioneesaminando i componenti di reddito iscritti nel conto economico. Puòaccadere, quindi, che essi non comprendano chiaramente che vi sono altricomponenti di reddito esclusi dal conto economico e rappresentati diretta-mente in un prospetto delle variazioni del patrimonio netto. Specie gli uti-lizzatori meno esperti, inoltre, considerano tale prospetto come secondarioe di minore importanza rispetto al conto economico e tendono, dunque, asottovalutare l’informazione in esso riportata10.

    Ulteriore supporto alla decisione di non consentire la rappresentazione delcomprehensive income soltanto nel prospetto delle variazioni di patrimonionetto si rinviene nelle indagini volte a individuare i comportamenti effettiva-mente praticati dalle imprese in tema di rappresentazione del reddito. Questedimostrano, infatti, che il prospetto delle variazioni del patrimonio netto è laforma di rappresentazione diffusamente prescelta dalle imprese che attuanopolitiche di earning management o intendono nascondere la volatilità deirisultati economici conseguiti11.

    Anche le indagini empiriche volte a verificare gli effetti della forma di rap-presentazione del reddito sui prezzi di mercato delle azioni dimostrano che larappresentazione del comprehensive income in un prospetto delle variazionidel patrimonio netto non è necessaria o è addirittura inutile, atteso che taleprospetto non aggiunge valore informativo alla soluzione di non rappresentareper niente il comprehensive income, ottenuta disseminando alcuni dei suoicomponenti nelle note o in altro luogo del bilancio12. In tali verifiche, dove sisottolinea, comunque, la maggiore volatilità del comprehensive income rispet-to al reddito tradizionale13, la eventuale variabilità negli utili e nei prezzi dimercato, indotta dall’iscrizione nel conto economico di proventi e oneri nonrealizzati14, non appare così scontata da giustificare le preoccupazioni deisostenitori del reddito tradizionale15.

    La struttura del Comprehensive Income Statement

    15

    10. Si veda, ad esempio: Brown (1997).11. Con riferimento alla realtà degli Stati Uniti d’America, si veda: Campbell-Crawford-

    Franz (1999); Jordan-Clark (2002); Pandit-Phillips (2004); Pandit-Rubenfield-Phillips (2006). 12. Cahan-Courtenay-Gronewoller-Upton (2000).13. Si veda, ad esempio: Barth-Landsman-Whalen (1995); Hodder-Hopkins-Wahlen

    (2006).14. Bloomfield-Nelson-Smith (2006).15. Non evidenziano alcuna relazione tra i prezzi di mercato delle azioni e la forma di rap-

    presentazione del comprehensive income: Dehning-Ratliff (2004); Smith-Tse (1998); Owusu-Ansah-Yeoh (2006).

  • Analogo giudizio positivo deve riguardare la decisione dei due board dieliminare la attuale possibilità di rappresentare il comprehensive income ricor-rendo a due conti economici distinti: il primo, che rappresenta il reddito tradi-zionale e si chiude con il profit or loss o net income come risultato finale; ilsecondo, che parte dal reddito tradizionale e presenta i componenti dell’OCIper giungere al comprehensive income16.

    Sebbene, infatti, la soluzione del duplice prospetto di conto economicoconsenta di conservare una rappresentazione familiare agli utilizzatori e diillustrare il complessivo risultato dell’esercizio non inquinandolo con elementiche non hanno natura di flussi di reddito, essa richiede di aggiungere un altrodocumento al bilancio di esercizio, rendendone più complessa la composizio-ne. Presentare due conti economici con due diversi risultati finali, inoltre, puòindurre confusione nel pubblico degli utilizzatori e generare dubbi su qualedelle due misure di reddito debba avere maggiore rilievo. Sebbene i due pro-spetti abbiano formalmente la stessa importanza, i conflitti sono inevitabili eappaiono insanabili:

    • da un lato, i sostenitori del comprehensive income possono intendere ilconto economico «principale» nel rendiconto che rappresenta il complessi-vo risultato dell’esercizio e comprende anche i componenti di redditoesclusi dal conto economico tradizionale. Poiché tale rendiconto fornisce ilcollegamento con lo stato patrimoniale, indicando la variazione di patrimo-nio netto riconducibile al reddito d’esercizio e non derivante da operazionisul capitale effettuate dai soci, il conto economico tradizionale rischia diessere relegato al ruolo di semplice prospetto di dettaglio, avente il compi-to di illustrare il contenuto di una particolare voce del comprehensive inco-me: il reddito tradizionale;

    • d’altra parte, specie i sostenitori del reddito tradizionale, possono interpre-tare la soluzione dei due conti economici come quella che consente dimantenere intatta l’impostazione del conto economico principale (quellotradizionale, appunto), non inquinandolo con componenti transitori e noncontrollabili. Specie quando non sono ben specificati i criteri in base aiquali alcuni componenti di reddito sono esclusi dal conto economico e rap-presentati in un documento diverso, la reazione può essere quella di sotto-valutare l’utilità dei valori contenuti in un rendiconto separato, per il sem-plice motivo che essi sono inclusi in un prospetto diverso da quello ricono-sciuto come familiare17.

    Michele Pisani

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    16. Si veda: FASB (SFAS 130: par. 22); IASB (IAS 1: par. 81).17. Specifiche verifiche evidenziano come, nella prospettiva degli utilizzatori, non esista

    alcuna ragione per rappresentare alcuni proventi e oneri in un conto economico tradizionale ealtri proventi e oneri in un conto economico integrativo, variamente denominato. La reazionepiù immediata è quella di sottovalutare questo secondo prospetto e l’informazione in esso con-tenuta. Si veda: ASB (Fred 22: Appendix IV, par. 16); ICAEW (1997).

  • La rappresentazione del comprehensive income in un secondo prospetto diconto economico si limita a prendere atto del trattamento contabile differen-ziato di alcune variazioni di valore corrente di attività e passività e consistesemplicemente nel trasferire alcune rettifiche di valore dal prospetto dellevariazioni del patrimonio netto a un secondo conto economico integrativo. Sitratta, dunque, di un espediente pragmatico che, tuttavia, non affronta e nonrisolve le principali questioni legate alla rappresentazione del comprehensiveincome. Come il prospetto delle variazioni del patrimonio netto, infatti, ancheil conto economico integrativo pone il problema di definire la natura e il con-tenuto dei due prospetti e di specificare i criteri in base ai quali alcuni compo-nenti di reddito sono esclusi dal conto economico tradizionale e iscritti in undocumento separato.

    Alla luce di tali considerazioni, la previsione di uno statement of com-prehensive income impostato come prospetto unico è il chiaro riconoscimento,da parte dei due board, dei vantaggi teorici e pratici da più parti attribuiti atale soluzione. Essa, infatti:

    • garantisce il principio fondamentale secondo cui le variazioni di patrimo-nio netto non derivanti da operazioni con i soci nella loro qualità di socidevono essere rappresentate separatamente, in un documento diverso daquello deputato ad accogliere le variazioni di patrimonio netto derivanti daoperazioni dirette sul capitale;

    • sotto un profilo di rigore teorico, è l’unica scelta coerente con i fondamenticoncettuali della clean surplus accounting, la quale richiede un conto eco-nomico in grado di esprimere un reddito pulito. Il prospetto unico, infatti,consente di preservare la relazione essenziale tra capitale e reddito nel cal-colo economico di bilancio e di mantenere l’identità reddito di esercizio =variazione subita dal capitale netto iniziale nel corso del periodo ammini-strativo per effetto della gestione;

    • è una scelta coerente con il quadro concettuale definito dai due standardsetter perché rappresenta tutti i componenti positivi e negativi di redditoche soddisfano le definizioni e i criteri di riconoscimento in esso stabiliti.È normale, infatti, che in un modello contabile prevalentemente patrimo-nialista, il comprehensive income sia il risultato con cui si chiude il contoeconomico;

    • appare una scelta quasi obbligata nel modello di bilancio dei principi con-tabili internazionali. Tutte le variazioni di patrimonio netto derivanti daoperazioni diverse da quelle compiute con i soci, infatti, rispettano la defi-nizione di income ed expense contenuta nel Framework. Questo non con-tiene una definizione di utile o perdita dell’esercizio, né individua criteriper distinguere i componenti di reddito che sono rilevati nel conto econo-mico da quelli che invece dovrebbero esserne esclusi. Appare, dunque,logico e corretto presentare tutti i componenti di reddito rilevati nell’eser-cizio in un prospetto unico, perché non esistono chiari principi o caratteri-

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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  • stiche che possono essere utilizzati per dividere tali componenti di redditoin due prospetti;

    • permette di ottenere maggiore flessibilità nella rappresentazione del reddi-to. Da un lato, infatti, essa consente di conservare la distinzione tra redditotradizionale e OCI. D’altra parte, se si decide di abbandonare l’evidenzadel profit or loss o net income, permette di illustrare tutti i componentipositivi e negativi secondo una logica unitaria e coerente di esposizione deivalori, in base alla quale poter esprimere un giudizio compiuto sull’attitu-dine della gestione a produrre reddito e formulare previsioni circa i risultatiattesi in futuro;

    • non richiede di complicare la struttura e la composizione del bilancio diesercizio con l’introduzione di un nuovo documento ed è generalmentepercepita come più comprensibile e utile rispetto alla soluzione del dupliceprospetto di conto economico;

    • è in grado di accrescere la comparabilità e l’armonizzazione internazionaledei bilanci. Stante la convergenza dei principali standard setter verso unaconcezione patrimonialistica del capitale e del reddito e la conseguenteadozione di una nozione di reddito onnicomprensivo, il prospetto unicorende evidenti tutte le variazioni di valore corrente degli elementi patrimo-niali, a prescindere dalle diverse politiche contabili che ne disciplinano ilriconoscimento, la misurazione e la rappresentazione in bilancio.

    La decisione di presentare il comprehensive income in un prospetto unico,infine, è certamente coerente con l’obiettivo del progetto congiunto FSP dielaborare un principio contabile di elevata qualità che disciplini la presenta-zione delle informazioni nel bilancio di esercizio e di eliminare le differenzetra le forme di rappresentazione dei documenti contabili utilizzate dalle impre-se che applicano gli IFRS e quelle utilizzate dalle imprese che applicano gliUS GAAP.

    La decisione non è vista con favore dai sostenitori del reddito tradizionale,i quali individuano in tale nozione di reddito la «vera» misura della perfor-mance d’impresa nell’esercizio. Nella loro prospettiva, «relegare» il profit orloss o net income al ruolo di risultato intermedio in una nuova struttura diconto economico che presenta il comprehensive income come risultato finalepotrebbe ridurre l’importanza del reddito tradizionale come misura di perfor-mance. Poiché, infatti, i componenti del conto economico ricevono maggioreattenzione nei processi di valutazione da parte degli utilizzatori per il semplicemotivo che essi sono rappresentati nel conto economico18, la soluzione di rap-presentare tutte le variazioni di valore di attività e passività diverse da quellerelative a operazioni con i soci sul capitale in un prospetto unico potrebbeattribuire maggiore importanza a una logica di determinazione del reddito fon-

    Michele Pisani

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    18. Maines (1995); Lipe (1998).

  • data sui valori correnti e su un principio di riconoscimento ispirato alla logicadelle variazioni patrimoniali e porre in secondo piano la prospettiva tradizio-nale, fondata sui valori storici e sul principio di realizzazione. Gli effetti nega-tivi di questa scelta sarebbero collegati alle caratteristiche del comprehensiveincome, ritenuto una misura eccessivamente volatile che, prevalentementecomposta da componenti transitori e temporanei, avrebbe scarso valore predit-tivo di futuri redditi e flussi di cassa e accrescerebbe la percezione del livellodi rischio collegato all’investimento. Nella prospettiva dei sostenitori del red-dito tradizionale, in particolare, molti proventi e oneri non realizzati, derivantidalle variazioni di valore corrente di attività e passività, risentono fortementedegli andamenti dei prezzi di mercato. Essendo scollegati dalla performanced’impresa19 e non controllabili dal management, tali componenti potrebberogenerare errate interpretazioni quando sono rappresentati in un rendicontodelle prestazioni e inclusi nel calcolo del reddito. I lettori meno esperti, infine,potrebbero, almeno inizialmente, non comprendere che il risultato finale delconto economico costituisce una nuova nozione di reddito, con un diversovalore informativo, e potrebbero confonderlo con il reddito tradizionale dellalogica contabile fondata sui valori storici.

    Malgrado tali argomentazioni siano fondate su preoccupazioni condivisibi-li, si può facilmente obiettare che la questione riguarda solo la rappresentazio-ne del reddito e non coinvolge anche i principi di riconoscimento e di misura-zione dei suoi componenti. Atteso, cioè, che i componenti di reddito non rea-lizzati, ed eventualmente volatili, devono essere rilevati nel bilancio di eserci-zio secondo le attuali norme contabili, si pone il problema del luogo più ade-guato in cui rappresentarli. Ed è evidente che, presupponendo la razionalità ela capacità degli utilizzatori di leggere e interpretare i dati contabili, le sceltedi localizzazione delle informazioni non possono influenzare la volatilità deimercati. Peraltro, l’eventuale volatilità del reddito derivante dall’iscrizionedelle variazioni di fair value nel conto economico e dalla rappresentazione delcomprehensive income in un rendiconto delle prestazioni impostato come pro-spetto unico, non costituirebbe un limite, ma potrebbe aumentare il valoresegnaletico per gli investitori. Essa, infatti, riflettendo la reale dinamica divalore degli elementi del capitale ed esprimendo i risultati effettivamente con-seguiti dalla gestione, permetterebbe di valutare correttamente il livello dirischio in relazione al rendimento atteso. Una soluzione che, invece, nascon-desse l’effettiva volatilità del reddito si risolverebbe in un disservizio per l’in-vestitore che, in assenza delle necessarie informazioni, non sarebbe in gradodi prendere decisioni economiche razionali, con conseguente inefficiente allo-cazione dei capitali. Inoltre, se gli amministratori scegliessero di utilizzareadeguati strumenti di copertura del rischio di variazioni di valore di attività epassività, soltanto una corretta rappresentazione di tali variazioni sarebbe in

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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    19. Tarca (2006).

  • grado di esprimere il grado di successo delle politiche di copertura rispetto avariazioni dei tassi di interesse o dei prezzi di mercato.

    Sempre a supporto della scelta del prospetto unico, occorre osservare che,quando fu introdotto nei principi contabili, il concetto di comprehensive incomerappresentò certamente una grande innovazione per le imprese e gli utilizzatoridel bilancio. Permettere, al momento dell’introduzione, diverse alternative di pre-sentazione e, in particolare, mantenere una forma che assicurasse adeguata evi-denza al reddito tradizionale (profit or loss o net income) consentiva agli utilizza-tori di «prendere confidenza» con la nuova nozione di reddito e con i concetti adessa sottesi. Oggi, dopo quasi quindici anni di applicazione dello SFAS 130 ealcuni anni di applicazione dello IAS 1, si può ritenere che imprese e utilizzatoriabbiano acquisito sufficiente familiarità con il concetto di reddito onnicomprensi-vo e sia, quindi, giunto il momento di rendere l’informazione più semplice e com-parabile presentando tutti i componenti di reddito in un unico prospetto di contoeconomico che si chiude con il comprehensive income come risultato finale.

    La decisione di presentare tutti i componenti del comprehensive income inun unico prospetto, infine, è coerente con i risultati delle indagini sperimentalivolte a verificare gli effetti della forma di rappresentazione del reddito sugli uti-lizzatori del bilancio. Queste sottolineano il vantaggio di presentare i compo-nenti dell’OCI nel conto economico piuttosto che in luoghi «inattesi», quali ilprospetto delle variazioni del patrimonio netto, dove essi rischiano di non essereinterpretati correttamente o, addirittura, di non essere compresi affatto. Esse,inoltre, confermano che il prospetto unico: facilita l’acquisizione delle informa-zioni sul comprehensive income da parte degli analisti; accresce la loro capacitàdi identificare eventuali politiche di bilancio; facilita la percezione del grado dirischio dell’investimento collegato al livello di volatilità del reddito e riduce glierrori di valutazione; aumenta la probabilità che anche gli investitori non profes-sionali utilizzino il comprehensive income quale misura di performance perchéil semplice fatto che tale misura di reddito sia rappresentata in un prospetto diconto economico è il segnale della sua natura e della sua importanza20.

    2. Il criterio di classificazione dei componenti del comprehensiveincome

    La rappresentazione del comprehensive income in un prospetto unico diconto economico pone il delicatissimo problema di definire la struttura piùadeguata del rendiconto. A questo fine, l’attenzione ricade su:

    Michele Pisani

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    20. Si veda: Hirst-Hopkins (1998); Lipe (1998); Maines-McDaniel (2000); Jordan-Clark-Anderson (2003); Hirst-Hopkins-Wahlen (2004); Hunton-Libby-Mazza (2006); Lee-Petroni-Shen (2006); Hirst (2006); Chambers-Linsmeier-Shakespear-Sougiannis (2007); Bamber-Jiang-Petroni-Wang (2010). Risultati contrari emergono, invece, dall’analisi di Fallatah-Talha(2009) che rileva come la forma di rappresentazione non influenzi la valutazione del com-prehensive income da parte degli investitori.

  • • il criterio di classificazione dei componenti di reddito;• l’attenzione riservata ai diversi principi di riconoscimento e di misurazione

    degli elementi del bilancio.

    In merito al primo aspetto, lo staff draft definisce due fondamentali princi-pi che dovrebbero ispirare l’impostazione di tutti i documenti che compongo-no il bilancio di esercizio: il principio di scomposizione e il principio di coe-sione. Il principio di scomposizione richiede di classificare le risorse in basealle loro caratteristiche economiche e al modo in cui esse sono utilizzate. Ilprincipio di coesione richiede di presentare le informazioni nei documenti dibilancio in modo che siano chiare le relazioni tra gli elementi contenuti neidiversi prospetti, così che questi si completino vicendevolmente il più possibi-le e costituiscano un insieme coordinato e coerente21. I due principi agisconocongiuntamente per assicurare la comprensibilità delle informazioni presenta-te nei documenti contabili.

    Per garantire i due principi enunciati, si stabilisce una struttura comune perlo stato patrimoniale, il conto economico e il rendiconto finanziario, che pre-vede le medesime sezioni, categorie e sottocategorie e i medesimi risultatiparziali. L’idea guida è quella che ispira i procedimenti di riclassificazione delbilancio per le analisi economico-finanziarie: allineare le informazioni in cia-scuno dei tre documenti in modo che il lettore del bilancio possa agevolmentecollegare il valore di un’attività o di una passività, rappresentato nello statopatrimoniale, con i corrispondenti effetti reddituali e monetari della variazionedi detto valore intervenuta nell’esercizio, rappresentati nel conto economico enel rendiconto finanziario.

    Il criterio di classificazione da utilizzare per garantire la coesione dei docu-menti di bilancio e aiutare gli utilizzatori nella previsione dei futuri flussi dicassa dell’impresa è il criterio funzionale o di pertinenza gestionale: investi-menti e finanziamenti, ricavi e costi, entrate e uscite devono essere classificatiguardando alle aree di gestione a cui appartengono. Le sezioni, le categorie ela sottocategoria individuate sono presentate nella Tavola 1.

    La classificazione è sostanzialmente fondata sulla presentazione separatadella gestione caratteristica (business section) dalla gestione di finanziamento(financing section).

    All’interno della gestione caratteristica occorre distinguere una gestioneoperativa (operating category) da una gestione di investimento (investingcategory). La gestione operativa riguarda lo svolgimento delle operazioniquotidiane d’impresa dirette alla produzione di ricavi mediante un processoproduttivo che presuppone l’utilizzo combinato di risorse quali lavoro e com-petenze manageriali. Le passività direttamente collegate allo svolgimentodelle attività operative, che forniscono una fonte di finanziamento a lungo ter-

    La struttura del Comprehensive Income Statement

    21

    21. IASB (2010c: par. 44-61).

  • mine per l’impresa e presentano una componente finanziaria legata al valoremonetario del tempo, devono essere presentate in una sottocategoria dellostato patrimoniale denominata area di finanziamento della gestione operativa(operating finance subcategory); i corrispondenti effetti reddituali devonoessere presentati nella medesima sottocategoria dello statement of comprehen-sive income.

    La gestione di investimento, compresa sempre nella gestione caratteristica,include le attività e le passività, e tutte le variazioni intervenute in tali attivitàe passività, che sono utilizzate singolarmente con la specifica finalità di gene-rare un rendimento e non offrono significative sinergie dalla combinazionecon altre risorse dell’impresa.

    La gestione di finanziamento comprende le operazioni attraverso le qualiun’impresa si approvvigiona (e rimborsa) i capitali necessari al suo funziona-mento. Essa comprende due categorie: debiti; patrimonio netto. Nella catego-ria dei debiti (debt category) devono essere classificate le passività che deriva-no da finanziamenti acquisiti con la finalità di ottenere (o rimborsare) capitale,nonché i collegati effetti reddituali derivanti da tali passività. La categoria delpatrimonio netto (equity category) comprende tutti gli elementi del capitalenetto come individuati dagli attuali principi contabili.

    Michele Pisani

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    Tav. 1 – La classificazione dei valori patrimoniali, reddituali e monetari per aree di gestionesecondo il progetto congiunto IASB-FASB Financial Statement Presentation

    Statement of Statement of Statement ofFinancial Position Comprehensive Income Cash Flows

    Business section Business section Business section

    Operating category Operating categoryOperating finance Operating finance Operating categorysubcategory subcategory

    Investing category Investing category Investing category

    Financing section Financing section Financing sectionDebt category Debt categoryEquity category

    Multy category transaction Multy category transaction section section

    Income tax section Income tax section Income tax section

    Discontinued operation Discontinued operation Discontinued operationsection section, net of tax section

    Other comprehensiveincome, net of tax

  • Anche le informazioni sulla gestione tributaria (income tax section) e sulleoperazioni discontinue (discontinued operation section) devono avere rappre-sentazione separata, insieme alla categoria residuale delle operazioni multica-tegoriali (multy-category transaction section)22.

    Lo statement of comprehensive income deve presentare risultati parziali perogni sezione e categoria individuata23. Poiché le sezioni e le categorie nellostatement of comprehensive income devono essere le medesime di quelle pre-sentate negli altri documenti di bilancio, i risultati intermedi nel conto econo-mico possono essere molto più numerosi di quelli presentati attualmente.Questa articolazione dei risultati intermedi permette di realizzare il principiodi coesione dei documenti di bilancio e di effettuare valide comparazioni tragli aggregati che emergono dai diversi documenti. È possibile, infine, presen-tare risultati intermedi ulteriori, se ciò aiuta a comprendere i risultati conse-guiti24. Ad esempio, si può inserire, prima del risultato delle operazionidiscontinue, un risultato intermedio denominato risultato delle operazionicontinuative, che esprime la somma algebrica del risultato della gestionecaratteristica e del risultato della gestione di finanziamento. Anche in questocaso, le nuove voci e i relativi risultati parziali devono essere presentati inmodo coerente in tutti i documenti che compongono il bilancio e devono averela stessa evidenza.

    La struttura del modello di rappresentazione proposto è chiaramente ispira-ta dalla constatazione che gli utilizzatori del bilancio di esercizio analizzano irisultati di un’impresa indipendentemente dalla sua struttura finanziaria. Il cri-terio di classificazione utilizzato, inoltre, è in grado di sottolineare il caratteredi persistenza del reddito a ragione della diversa attitudine delle aree di gestio-ne a generare redditi persistenti o transitori e per il diverso criterio di valuta-zione generalmente associato a ciascuna categoria reddituale. Esso, inoltre,garantisce il principio di coesione e agevola le analisi economiche e finanzia-rie della gestione perché fornisce aggregati di valori omogenei nei tre docu-menti fondamentali che compongono il bilancio di esercizio.

    3. L’evidenza del reddito tradizionale e la rappresentazione sepa-rata dei componenti dell’other comprehensive income

    Una seconda problematica che si pone al momento di definire la strutturadel comprehensive income statement riguarda il collegamento tra le soluzioniaccolte per la rappresentazione del reddito e le condizioni di riconoscimento edi misurazione dei costi e dei ricavi. La questione assume particolare rilievo

    La struttura del Comprehensive Income Statement

    23

    22. Per approfondimenti, si rinvia al documento: IASB (2010c: par. 62 ss).23. IASB (2010c: par. 112).24. IASB (2010c: par. 153).

  • quando – come accade nei principi contabili internazionali – il sistema conta-bile esprime un modello misto di valutazione basato sulla combinazione didue diversi sistemi di determinazione del reddito: uno fondato sulla conven-zione del costo storico e sulle transazioni realizzate; l’altro basato sul fairvalue e sui valori potenzialmente realizzabili. In tale circostanza, ci si chiedese la rappresentazione del reddito debba riflettere l’esistenza di questi duediversi paradigmi, individuando gli opportuni accorgimenti affinché la struttu-ra di conto economico sia la più neutrale possibile, oppure se, al contrario, siaopportuno privilegiare l’una o l’altra misura di reddito che discende dall’ap-plicazione dei due sistemi di valutazione25.

    Sul punto, notevole rilievo assume l’evidenza attribuita al reddito tradizio-nale e la conseguente rappresentazione dei componenti dell’OCI; in particola-re, ci si chiede se tali componenti debbano continuare ad essere presentatidiversamente dagli altri componenti di reddito, in una categoria separata,oppure se essi possano essere indicati come tutti gli altri componenti positivi enegativi di reddito, senza distinzioni di classificazione. Il problema si presen-ta, evidentemente, quando il comprehensive income è rappresentato in un pro-spetto unico di conto economico. Infatti, mentre con il rendiconto delle presta-zioni impostato come secondo prospetto aggiuntivo appare naturale mantenerel’evidenza del reddito tradizionale, che è il risultato con cui si chiude il primoconto economico, con il prospetto unico diventa indispensabile chiarire se siagiustificato e opportuno mantenere in bilancio l’evidenza dell’attuale configu-razione di reddito di esercizio, classificando al di fuori del reddito tradizionalequei componenti che ne sono attualmente esclusi.

    Al riguardo, la decisione dei due board è assolutamente conservativa: si man-tiene invariata la presentazione dei componenti dell’OCI in una categoria separa-ta. Pertanto, il conto economico deve continuare a distinguere in modo chiaro idue risultati intermedi costituiti dal profit or loss o net income e dall’OCI26.

    Analogamente, è ribadita l’impostazione degli attuali standard in merito alcontenuto delle due nozioni di reddito. Non sono individuati i componenti da

    Michele Pisani

    24

    25. Le relazioni tra la struttura del rendiconto delle prestazioni e i principi di riconoscimen-to e di misurazione definiti dal sistema contabile ruotano intorno a tre fondamentali questioni,tra loro strettamente collegate:• l’indicazione del reddito tradizionale derivante dalla logica contabile fondata sui valori sto-

    rici;• la prospettiva di rappresentazione del reddito e il rilievo attribuito al principio di realizza-

    zione;• gli accorgimenti tecnici utilizzati per assicurare evidenza a una prospettiva tradizionale

    fondata sui valori storici.Si veda: Johnson-Lennard (1998: 31). 26. IASB (2010c: par. 136). Tale scelta mantiene l’impostazione richiesta dagli attuali prin-

    cipi contabili: sia lo IAS 1 che lo SFAS 130, infatti, richiedono di presentare separatamente ilprofit or loss o net income e il comprehensive income dell’esercizio, a prescindere dalla formaprescelta per rappresentare i componenti dell’OCI.

  • iscrivere nel profit or loss e quelli da includere nell’OCI, né si definisce uncriterio per operare tale distinzione. Si precisa soltanto che tutti i componentipositivi e negativi di reddito devono essere rilevati nel profit or loss, a menoche uno specifico principio contabile non imponga o consenta una diversarilevazione27.

    La difficoltà di pervenire a una decisione è testimoniata dalle lunghediscussioni che, nelle diverse fasi del progetto, hanno riguardato la rappresen-tazione dei componenti di reddito attualmente esclusi dal profit or loss o netincome. Tra le altre, sono state considerate anche le seguenti alternative:

    a) presentare i componenti dell’OCI come tutti gli altri componenti positivi enegativi di reddito, senza eccezioni di classificazione. Questa soluzioneimpone di modificare gli attuali criteri di riconoscimento e di classificazio-ne che impongono di iscrivere i componenti dell’OCI al di fuori del redditotradizionale (profit or loss o net income) e – eventualmente – di riclassifi-carli successivamente in tale reddito;

    b) definire precisi criteri che stabiliscono quali componenti del comprehensi-ve income devono essere rappresentati in modo diverso, eventualmente inuna categoria separata dal profit or loss o net income;

    c) valutare se, qualora alcuni componenti del comprehensive income sianoesclusi dal profit or loss o net income e classificati in una categoria separa-ta, esistano ragioni per non riclassificare successivamente tali componentinel reddito tradizionale.

    Il dibattito che si è sviluppato intorno a queste delicate questioni ha visto,ancora una volta, fronteggiarsi le posizioni dei sostenitori del reddito tradizio-nale e quelle dei sostenitori del comprehensive income. Infatti, una voltaaccettata la rappresentazione del comprehensive income in un prospetto unicodi conto economico, la rappresentazione dei componenti dell’OCI è il nuovo«campo di battaglia» sul quale si scontrano le posizioni dei sostenitori dellaclean surplus accounting e della dirty surplus accounting.

    Chi ritiene necessario mantenere l’evidenza del reddito tradizionale argo-menta che esso costituisce la «vera» misura della performance conseguita dal-l’impresa nell’esercizio. Il profit or loss o net income, infatti, esprimendo ilgrado di successo dell’impresa nello svolgimento della sua funzione economi-ca primaria, oltre che il risultato dello sforzo manageriale, sintetizza gli effettidelle operazioni di gestione compiute nell’esercizio. In un sistema contabilesempre più orientato al fair value, inoltre, la sua evidenza risulta anche coe-rente con i canoni concettuali della rappresentazione del reddito nei sistemicontabili basati sui valori correnti, che prevedono di separare il risultato delleoperazioni dalle plus e misusvalenze generate dal possesso di risorse e dipen-denti da fattori esterni e non controllabili dal management. Proprio perché i

    La struttura del Comprehensive Income Statement

    25

    27. IASB (2010c: par. 157).

  • componenti esclusi dal reddito tradizionale, rilevati nell’OCI, sono consideratinon collegati alla performance d’impresa, si ritiene che la loro rappresentazio-ne unitaria con gli altri componenti del reddito tradizionale sia destinata acreare confusione, oltre che interpretazioni errate e fuorvianti.

    Da un punto di vista psicologico, poi, per evitare che la presentazione delcomprehensive income si trasformi in una rivoluzione difficilmente compren-sibile, disorienti il lettore e generi diffidenza verso la nuova misura di perfor-mance, è opportuno che essa risulti, almeno inizialmente, strettamente colle-gata al reddito tradizionale, già consolidato e accettato dagli operatori. In que-sta prospettiva, un rendiconto delle prestazioni impostato come prospettounico di conto economico, con l’evidenza del reddito tradizionale indicatocome risultato intermedio, permette di conservare, almeno in parte, una impo-stazione familiare agli utilizzatori e ai redattori dei bilanci e, quindi, di ottene-re una struttura nuova ma suscettibile di più facile accettazione. Esso puòcostituire, dunque, la naturale evoluzione della struttura del conto di reddito:un primo e graduale passaggio verso strutture più innovative e maggiormentefocalizzate sulla nozione di comprehensive income28.

    La principale argomentazione avanzata dai sostenitori del comprehensiveincome riguarda, invece, l’assoluta arbitrarietà e la totale mancanza di una giu-stificazione concettuale della distinzione tra le variazioni di valore di attività epassività da iscrivere nel reddito tradizionale e quelle da iscrivere nell’OCI. Lapresentazione di due distinti valori di reddito, inoltre, può creare confusione nelpubblico degli utilizzatori del bilancio e può rendere difficile comprenderequale dei due risultati debba essere considerato la «vera» misura della perfor-mance conseguita dall’impresa nell’esercizio e, dunque, il parametro piùappropriato per le decisioni economiche di investimento. Il rischio di taledistinzione, poi, è quello di indurre i redattori ad attuare politiche di bilancio:

    • dirette a enfatizzare, di volta in volta, a seconda delle circostanze, l’uno ol’altro risultato quale misura della prestazione reddituale dell’impresa nel-l’esercizio;

    • basate sulla classificazione del portafoglio di strumenti finanziari e sullaconseguente rilevazione delle variazioni di fair value nel reddito tradizio-nale o nel comprehensive income;

    • basate sulla vendita e sull’immediato successivo riacquisto di strumentifinanziari disponibili per la vendita al fine di trasferire nel reddito tradizio-nale le plusvalenze realizzate prima rilevate nell’OCI come componentinon realizzati.

    La rappresentazione unitaria del reddito, senza evidenza del reddito tradi-zionale, impedisce tali politiche perché il comprehensive income non risentedi tali manovre.

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    28. Si veda, ad esempio: EFRAG (2006: 15-17).

  • A queste argomentazioni vanno aggiunte quelle di chi sostiene che il reddi-to tradizionale è l’indicatore maggiormente utilizzato dagli analisti per formu-lare previsioni soltanto perché esso è il risultato normalmente e diffusamentepresentato nel conto economico. Il reddito tradizionale, tuttavia, è oggetto direttifiche e adattamenti volti a eliminare i componenti non ricorrenti e nonripetibili. Pertanto, poiché rettifiche devono comunque essere apportate alrisultato del conto economico per accrescerne il valore predittivo, tanto valeprendere a riferimento una misura di reddito che comprenda tutte le variazionidi patrimonio netto diverse da quelle derivanti da operazioni con i soci nellaforma di apporti e distribuzioni di capitale, in modo da sfruttarne i vantaggiinformativi non direttamente collegati alla funzione predittiva29.

    L’esame, sia pur sintetico, delle diverse posizioni dimostra che il dibattitotra i sostenitori del reddito tradizionale e i sostenitori del comprehensive inco-me può essere considerato il riflesso di due diversi punti di vista, peraltro noninconciliabili, in merito agli obiettivi da assegnare al conto economico30:

    • garantire la previsione di futuri redditi e flussi di cassa;• esprimere la complessiva performance conseguita dall’impresa nell’eserci-

    zio.

    Le argomentazioni proposte per sostenere le due logiche sono tutte valide erendono senza dubbio difficile porre esclusiva enfasi sull’una o sull’altramisura di reddito. Sebbene al reddito tradizionale sia riconosciuto un maggiorvalore predittivo, esso è soltanto un punto di partenza nelle valutazioni; per-tanto, gli investitori non possono ignorare gli altri componenti esclusi dal red-dito tradizionale che, sebbene imprevedibili e transitori, possono avere un ele-vato valore informativo, ad esempio per individuare il complessivo livello dirischio associato alla stima del comprehensive income.

    Anche le indagini empiriche svolte al riguardo non consentono di giungerea conclusioni univoche. La rappresentazione separata dei componentidell’OCI, che comprende tipici componenti transitori e non ricorrenti, trovafondamento nelle indagini che, basate sull’osservazione del mercato dei capi-tali (capital-marked based research), indicano il maggior valore predittivo deiredditi persistenti o permanenti, dimostrando che i prezzi di mercato delleazioni sono positivamente correlati con tali redditi. Pur essendo le conclusionidi tali verifiche limitate allo specifico contesto in cui sono state condotte, essecostituiscono validi riferimenti per privilegiare una soluzione che mantengal’evidenza del reddito tradizionale, enfatizzando il valore informativo collega-to alla sua stabilità e isoli quei componenti del comprehensive income che,qualificandosi come transitori e non ricorrenti, conferiscono maggiore volati-lità al reddito di esercizio31.

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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    29. Penman (2007).30. Si veda anche: Robinson (1991); Brief-Peasnell (1996).31. Per alcuni riferimenti bibliografici, si rinvia al successivo par. 5.

  • Analoghe indicazioni provengono dalle indagini specifiche aventi a ogget-to il valore informativo e la significatività del reddito tradizionale e del com-prehensive income che, utilizzando la correlazione statistica tra flussi di reddi-to e rendimenti/prezzi delle azioni quotate quale indicatore di utilità, sonovolte a verificare:

    • il valore informativo relativo di diverse nozioni di reddito (Relative ValueRelevance Tests);

    • il valore informativo incrementale di uno o più componenti del com-prehensive income (Incremental Value Relevance Tests).

    Tali studi dimostrano che: i) gli investitori esprimono i loro giudizi guardan-do prevalentemente al reddito tradizionale, in grado di spiegare meglio i rendi-menti delle azioni; ii) il comprehensive income presenta minore significativitàcon specifico riferimento alla previsione di futuri redditi e flussi di cassa; iii)più in generale, i componenti dell’OCI non aggiungono valore informativo alreddito tradizionale (in mercati finanziari efficienti, l’informazione sul com-prehensive income non influenza il valore di mercato dell’impresa)32.

    La rappresentazione del comprehensive income, senza evidenza del redditotradizionale, si basa, invece, sulle indagini che, sempre fondate sulla correla-zione statistica tra flussi di reddito e rendimenti/prezzi delle azioni quotate,dimostrano il maggior valore informativo del comprehensive income rispettoal reddito tradizionale33, nonché sugli specifici approfondimenti che sottoli-neano il valore informativo incrementale di specifici componenti dell’OCI34.

    Complessivamente considerati, dunque, i contributi teorici ed empirici nonconsentono di individuare argomenti decisivi per basare le valutazioni esclusi-vamente sul reddito tradizionale o sul comprehensive income. Non esistonoprove certe del fatto che l’evoluzione della presentazione dei risultati redditua-li verso forme maggiormente orientate ai valori correnti e al comprehensiveincome, senza evidenza del reddito tradizionale basato sui valori storici e sulprincipio di realizzazione, consenta di accrescere il valore informativo delconto economico.

    Proprio questa incertezza, unita alla esplicita preferenza per la funzionepredittiva di futuri redditi e flussi di cassa attribuita dallo staff draft al contoeconomico, potrebbe essere una delle principali motivazioni a favore di unasoluzione che non abbandoni definitivamente l’evidenza del reddito tradizio-

    Michele Pisani

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    32. Tra i relative value relevance tests, si veda: Cheng-Cheung-Gopalakrishnan (1993);Dhaliwal-Subramanyam-Trezevant (1999); Ernstberger (2008). Tra gli incremental value rele-vance tests, si veda: O’Hanlon-Pope (1999); Isidro-O’Hanlon-Young (2004; 2006); Wang-Buijink-Eken (2006). In una diversa prospettiva, infine, il maggior valore informativo del red-dito tradizionale rispetto al comprehensive income emerge anche dai contributi di: Francis-Schipper (1999); Dehning-Ratliff (2004).

    33. Si veda: Acker-Horton-Tonks (2002); Choi-Zang (2006); Biddle-Choi (2006); Hodder-Hopkins-Wahlen (2006); Kanagaretnam-Mathieu-Shehata (2009).

  • nale e rimanga, dunque, neutrale nei confronti delle due diverse nozioni direddito. Non si può trascurare, tuttavia, che l’indicazione separata del profit orloss/net income dall’OCI è un accorgimento privo di ogni presupposto teoricoed è semplicemente il risultato pratico, frutto di scelte contingenti, dell’appli-cazione degli attuali standard.

    Di fronte a tale diversità di vedute e a tale eterogeneità di evidenze empiri-che, ben si comprende la difficoltà dei due board di avanzare una propostainnovativa. Neanche deve sorprendere la posizione «politica» espressa, chiara-mente frutto di un compromesso. Preso atto, infatti, che numerosissimi utiliz-zatori del bilancio vedono nel profit or loss o net income una utile misura diperformance e che tale nozione di reddito è fortemente integrata nell’econo-mia, negli affari e nella mente degli investitori e degli analisti finanziari, ci sipreoccupa, anzitutto, di assecondare le posizioni dei sostenitori del reddito tra-dizionale: prima decidendo di mantenere l’evidenza del profit or loss o netincome, non modificando la rappresentazione dei componenti dell’OCI; poismentendo esplicitamente l’ipotesi che la scelta del prospetto unico si accom-pagni a ulteriori scelte innovative nella rappresentazione del comprehensiveincome volte ad eliminare l’evidenza del reddito tradizionale35. D’altra parte,presentando la decisione come una scelta di opportunità e non di merito, si faattenzione a non deludere completamente le attese dei sostenitori del com-prehensive income. Si sottolinea, infatti, che un cambiamento nella presenta-zione dei componenti dell’OCI presuppone una profonda revisione concettua-le di tali componenti di reddito e una riscrittura dei principi di riconoscimentoe di misurazione di numerosi elementi del bilancio tra loro eterogenei. Ciòcomporta una modifica sistematica e organica di norme e principi contabiliche, oltre a non rientrare nell’oggetto e nell’obiettivo del progetto congiunto,presenta implicazioni tali da poter essere attuata solo dopo la conclusione delprogetto FSP. Una revisione affrontata in questa fase, inoltre, è considerataincoerente con le decisioni già assunte in altri progetti attualmente in corso direalizzazione, in alcuni dei quali è stato ribadito e ampliato l’utilizzodell’OCI36. L’innovazione, dunque, è considerata necessaria ma inopportuna

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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    34. Nell’ampia bibliografia, si veda: Barth (1994); Ahmed-Takeda (1995); Bartov (1997);Mozes (2002); Louis (2003); Pinto (2005); Roberts-Wang (2009).

    35. «The boards have no plans to eliminate profit or loss or net income as a measure ofperformance». IASB (2010c: par. BC157).

    36. Ad esempio, l’IFRS 9 richiede di presentare nell’OCI le variazioni di fair value degliinvestimenti in strumenti di capitale netto che non sono mantenuti per la negoziazione. Le duerimanenti fasi del progetto Financial Instruments, su cui lo IASB sta ancora lavorando, posso-no prevedere l’aggiunta di ulteriori componenti di reddito nell’OCI. È stato già deciso, adesempio, che se per una passività finanziaria è esercitata la fair value option, la variazione difair value attribuibile al rischio di credito della passività deve essere presentata nell’OCI. Siveda: IASB (IFRS 9). Inoltre, l’exposure draft Defined Benefit Plans, pubblicato dallo IASBnell’aprile 2010, propone di includere nell’OCI le rimisurazioni di attività e passività incluse inpiani pensionistici. Si veda: IASB (2010a: par. 119a).

  • in questa fase. Proprio la decisione di presentare tutti i componenti di redditoin un unico Statement of Comprehensive Income è esplicitamente ritenuta unaimportante premessa per affrontare una completa revisione concettualedell’OCI37.

    4. La classificazione dei componenti dell’other comprehensiveincome

    I componenti dell’OCI presentano discontinuità di presentazione e scarsacomparabilità. Gli attuali standard, come detto, concedono diverse opzioni dipresentazione; le diverse disposizioni e le opzioni disponibili fanno si che larappresentazione di tali componenti sia diversa nei bilanci redatti in base agliIFRS e in quelli predisposti in base agli US GAAP, con ovvi problemi di com-parabilità. Nella categoria dell’OCI, inoltre, sono presentati, senza alcuna distin-zione, componenti di reddito molto diversi tra loro. Negli IFRS, poi, alcunicomponenti dell’OCI possono, con il recycling38, produrre effetti di rilievo sulprofit or loss dei futuri esercizi e sulla complessiva performance d’impresa,mentre per altri componenti appartenenti alla medesima categoria è esclusa que-sta possibilità. Le disomogeneità e l’assenza di ogni distinzione sono l’inevitabi-le effetto della totale mancanza di un criterio che individui i componenti di red-dito da iscrivere nel profit or loss e quelli da rilevare nell’OCI. Tale vuoto con-cettuale produce, specie negli IFRS, confusione ed errate interpretazioni39.

    Ribadita, tuttavia, l’impossibilità di procedere, nel breve termine, a unaprofonda revisione concettuale dei componenti dell’OCI che modifichi gliattuali principi di riconoscimento dei componenti di reddito e di misurazionedella performance, l’obiettivo dei due board è limitato alla definizione diaccorgimenti che consentano di operare una distinzione dei componentidell’OCI e di migliorare, quindi, la chiarezza della loro rappresentazione. Inquesta prospettiva, i componenti dell’OCI devono essere distinti in due cate-gorie: quelli che devono essere successivamente riclassificati nel profit or lossal verificarsi di determinate condizioni e quelli che, invece, non devono esseresuccessivamente riclassificati nel profit or loss40.

    Michele Pisani

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    37. IASB (2010c: par. BC159).38. Il recycling è il meccanismo contabile attraverso il quale alcuni componenti di reddito

    iscritti nell’OCI sono successivamente riclassificati nel profit or loss. Esso tende a garantireuna duplice prospettiva di rappresentazione del reddito e assicura la necessaria riconciliazionetra una prospettiva tradizionale, fondata sui valori storici e sul principio di realizzazione, e unaprospettiva allargata, fondata sui valori correnti e sulla logica delle variazioni patrimoniali.

    39. Sulla distinzione tra profit or loss e OCI negli IFRS e sulle motivazioni per le quali soloalcuni componenti dell’OCI sono successivamente riclassificati nel profit or loss, si rinvia a:Pisani (2007: 248 ss).

    40. IASB (2010c: par. 151). Sul punto, lo staff draft riprende la proposta già contenuta nel-l’exposure draft Presentation of Items of Other Comprehensive Income. Proposed amendments

  • La proposta distinzione consente di comprendere con maggiore chiarezzagli effetti che i componenti dell’OCI producono sulla complessiva performan-ce d’impresa e sulla misura del profit or loss. Poiché, infine, negli US GAAPtutti i componenti dell’OCI devono essere successivamente riclassificati nelnet income, la identificazione, negli IFRS, dei componenti soggetti a riclassifi-cazione nel profit or loss, facilita le comparazioni tra i bilanci redatti in appli-cazione dei due corpi di principi contabili.

    I componenti di reddito, poi, devono essere organizzati nel profit or loss enell’OCI rispettando il criterio di classificazione prescelto per assicurare coe-sione ai documenti che compongono il bilancio di esercizio. Pertanto, tutti icomponenti del profit or loss devono essere classificati, per aree di gestione,in sezioni, categorie e sottocategorie coerenti con la classificazione delle cor-rispondenti attività e passività nello stato patrimoniale e dei corrispondentiflussi di cassa nel rendiconto finanziario. Quando un componente di redditonon si collega a una specifica attività o passività nello stato patrimoniale, essodeve essere classificato in modo coerente con l’attività che genera il ricavo, ilcosto o il flusso di cassa41.

    Sempre guardando ai componenti dell’OCI, il rispetto del principio di coe-sione dei documenti di bilancio, è assicurato dalle seguenti disposizioni:

    • per ogni componente dell’OCI, ad eccezione dei proventi e oneri su cambisu sussidiarie consolidate e su partecipazioni controllate congiuntamenteconsolidate con il metodo proporzionale, occorre indicare se esso si riferi-sce a una attività operativa, di investimento, di finanziamento o a una ope-razione discontinua42;

    • tutti i componenti dell’OCI che occorre riclassificare nel profit or loss se equando ciò sia richiesto da un principio contabile, devono essere iscrittinella medesima area di gestione in cui è classificata nello stato patrimonia-le l’attività o la passività che ha generato il componente di reddito43.

    La richiesta di identificare l’area di gestione alla quale si collega (o si col-legherà) ogni componente di reddito classificato nell’OCI è un accorgimento

    La struttura del Comprehensive Income Statement

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    to IAS 1, pubblicato dallo IASB nel maggio 2010 (e tradotto in revisione dello IAS 1 nel giu-gno 2011). Consapevoli dell’importanza e della delicatezza della questione, infatti, i due boardhanno deciso, nel 2009, di esaminare la presentazione dei componenti dell’OCI in un progettoautonomo denominato, appunto, Presentation of Items of Other Comprehensive Income. Taledecisione si spiega soprattutto con l’urgenza di pervenire a una revisione, in particolare negliIFRS. Come accennato, infatti, lo IASB ha deciso, in alcuni progetti in via di completamento,di presentare ulteriori componenti di reddito nell’OCI. Il progetto separato, dunque, è propriolegato alla necessità di deliberare le opportune modifiche alla presentazione dell’OCI nei tempiprevisti per il debutto dello IFRS 9 e dello IAS 19 rivisto.

    41. IASB (2010c: par. 137).42. IASB (2010c: par. 139).43. IASB (2010c: par. 163).

  • che consente di comprendere: i) le relazioni tra lo statement of comprehensiveincome e lo stato patrimoniale; ii) l’area di gestione in cui i componenti direddito eventualmente riclassificati (reclassification adjustments) nel profit orloss o net income saranno presentati nei futuri statement of comprehensiveincome.

    Per molti componenti dell’OCI tale identificazione non dovrebbe compor-tare problemi particolari. Alcune difficoltà possono presentarsi per i proventi egli oneri su strumenti finanziari di copertura del rischio di variazione di flussidi cassa (cash flow hedge) e per gli utili e perdite su cambi da conversione disussidiarie estere consolidate e su partecipazioni controllate congiuntamenteconsolidate con il metodo proporzionale.

    Quando i proventi e gli oneri su strumenti finanziari di copertura delrischio di variazione di flussi di cassa (cash flow hedge) si legano a futuri flus-si di cassa associati ad attività o passività rilevate nello stato patrimoniale nonsi presentano, in genere, difficoltà di identificazione e di collegamento. Alcuniproblemi, invece, possono sorgere quando il componente di reddito sullo stru-mento di copertura può potenzialmente collegarsi a un’attività o a una passi-vità che non è stata ancora riconosciuta in bilancio. In questa circostanza, sidovrebbe guardare alla categoria o area di gestione in cui sarebbe classificatal’attività o la passività nel momento in cui si verifica l’operazione che nedetermina il riconoscimento. Ad esempio, se lo strumento di copertura riguar-da un previsto acquisto di scorte, occorre indicare che l’utile o la perdita sullostrumento di copertura rappresentato nell’OCI si collega all’area della gestio-ne operativa, se le scorte saranno classificate come attività operative quandol’acquisto sarà effettuato44.

    Gli unici componenti dell’OCI che non occorre collegare a una specificaarea di gestione dello stato patrimoniale sono i proventi e gli oneri su cambi daconversione di sussidiarie estere consolidate e su partecipazioni controllatecongiuntamente consolidate con il metodo proporzionale. In questo caso, infat-ti, la differenza da conversione può riferirsi a più di una categoria di attività opassività e, pertanto, il collegamento può risultare difficile o impossibile.

    Non può essere giudicato positivamente, infine, il fatto che i due board nonprendano posizione in merito al recycling. Infatti, conservando l’impostazionedegli attuali standard, non si eliminano le incongruenze e le differenze esi-stenti tra US GAAP e IFRS. Negli US GAAP tutti i componenti di reddito chesono inizialmente inclusi nell’OCI sono successivamente trasferiti nel netincome al momento della realizzazione; così facendo, il recycling esprime conchiarezza una duplice prospettiva di rappresentazione del reddito che attribui-sce rilievo al principio di realizzazione. Negli IFRS, al contrario, esiste unaversione ibrida e parziale del recycling, per cui il doppio transito, con la

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    44. È questa la posizione espressa nel discussion paper del 2008. Si veda: IASB (2008: par.3.39).

  • riclassificazione nel profit or loss di componenti di reddito precedentementerilevati nell’OCI, è previsto per alcuni componenti ed escluso per altri45. Ilprogetto congiunto rappresenta, dunque, un’occasione mancata per armoniz-zare i due corpi di principi e introdurre nel sistema dei principi contabili inter-nazionali una chiara politica sul recycling dei componenti esclusi dal redditotradizionale. Le indicazioni dei diversi IFRS continuano ad essere il frutto didecisioni disgiunte, assunte in momenti diversi e non inquadrate in un disegnounitario e omogeneo. L’impostazione ibrida continua a offuscare il collega-mento logico tra recycling e principio di realizzazione di attività e passività odi componenti di reddito. Più che uno strumento di tutela del principio di rea-lizzazione, il meccanismo continua ad essere un espediente per compensareanomalie di riconoscimento e di misurazione tra lo stato patrimoniale e ilconto economico o, più semplicemente, come viene confermato anche dall’ex-posure draft di modifica dello IAS 19, un compromesso per rilevare e rappre-sentare elementi del bilancio per i quali è arduo individuare un trattamentocontabile definitivo e condiviso.

    5. L’evidenza dei caratteri di persistenza e di soggettività delreddito: la rappresentazione separata delle rimisurazioni e l’a-nalisi delle variazioni delle principali voci patrimoniali

    Ulteriori accorgimenti, che si collegano in modo stretto alla rappresenta-zione del comprehensive income, riguardano la richiesta di:

    1) rappresentare separatamente le rimisurazioni;2) analizzare le variazioni intervenute nelle principali voci patrimoniali.

    Sebbene non esplicitato nello staff draft, la richiesta di rappresentare sepa-ratamente le rimisurazioni introduce, di fatto, un criterio ulteriore di classifi-cazione dei componenti di reddito fondato sul momento di riconoscimento delvalore reddituale. In applicazione di tale criterio, infatti, i componenti di red-dito sono idealmente distinti in due classi:

    • valori che corrispondono alla misurazione iniziale dei singoli costi e ricavial momento in cui sono rilevate nello stato patrimoniale le corrispondentiattività e passività;

    • valori che sono il frutto di u