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G.I.O.T. 2002;28:114-25
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Fratture e tumori del rachide cervicale: trattamento con Halo-Vest
Fractures and tumors of cervical spine: treatment with Halo-Vest
RIASSUNTO
In questo lavoro presentiamo lâesperienza maturata nel trattamento di lesioni instabi-li del rachide cervicale con halo-vest.Sono stati trattati con halo-vest trentatrĂŠ pazienti in un intervallo di tempo di 15 anni.Ventisette pazienti erano uomini, sei le donne; lâetĂ era compresa fra 12 e 82 anni(media 47 anni). Il 64% dei pazienti presentavano lesioni del tratto cervicale basso(C3-C7) mentre nel 36% vi era un interessamento alto (C1-C2). La durata del tratta-mento era compresa da un minimo di 8 settimane a un massimo di 24 con media trale 12 e le 16 settimane. Al follow-up che va da 1 a 13 anni hanno partecipato il 72%dei pazienti (60% dei viventi); 4 sono deceduti di cui tre nel corso del trattamento e2 sono andati persi al controllo. Sono stati utilizzati specifici parametri di valutazio-ne clinica e radiografica. Sette pazienti (21%) presentavano un iniziale deficit neuro-logico scomparso dopo lâapplicazione della trazione. La percentuale di guarigione ad1 anno dal trattamento era del 95%. Il dolore residuo era presente in 5 pazienti. In 13casi si osservava rigiditĂ specie per i movimenti di rotazione ed inclinazione laterale.Nessuna sequela neurologica si è osservata dopo il trattamento.
Parole chiave: Halo-Vest, Fratture, Rachide cervicale
ABSTRACT
In this paper we present our experience in the treatment of the unstable lesions of thecervical spine with the halo-vest.Thirty-three patients were treated during a time span of 15 years. Twenty-sevenpatients were male, six females; the age range varied between 12 and 82 years (meanage 47). 64% of the patients presented with a lesion of the lower spine (C3-C7) while36% of the upper spine (C1-C2). The length of the treatment was between 8 and 24weeks, with a mean time ranging from 12 to 16 weeks. At follow-up we reviewed72% of the patients (60% of the living patients); 4 were deceased, of whom 3 duringthe treatment in halo; 2 were lost to follow-up.Specific parameters of radiographic and clinical evaluation were utilized. Sevenpatients (21%) presented with some neurologic involvement after trauma, disappea-red after traction and reduction was done. The percentage of cured patients at 1 yearfrom the treatment was 95%. Residual pain was present in 5 patients. In 13 patientswe observed lack of full motion in rotation and lateral inclination of the cervicalspine. No neurologic sequels were observed.
Key words: Halo-Vest, Fractures, Cervical Spine
Dipartimento di ScienzeMorfologiche, Eidologiche eCliniche dellâUniversitĂ di Pavia,Sezione di Ortopedia eTraumatologia, IRCCS PoliclinicoSan Matteo, Pavia.
Indirizzo per la corrispondenza:F. Benazzo, via del Carmine 5,27100 Pavia.Tel.: 0382-302996.
Ricevuto il 5 novembre 2001Accettato lâ8 gennaio 2002
F. BenazzoR. VanelliF. Cuzzocrea
F. Benazzo et al.
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INTRODUZIONE
Il trattamento delle lesioni traumatiche del rachide cervi-cale si basa su due punti cardine: la riduzione e la stabi-lizzazione delle fratture, siano esse mieliche o amieliche.Perry e Nickel nel 1959 1, cercarono con lâhalo-vest dimettere a punto un metodo di immobilizzazione utilizza-bile anche dopo interventi chirurgici di stabilizzazione, eche avesse caratteristiche favorevoli:1. preciso controllo della posizione del rachide in tutti i
tre piani anatomici;2. progressiva modificazione della trazione longitudinale;3. stabilizzazione rigida;4. facile applicazione;5. assenza di complicazioni durante il lungo periodo
necessario alla stabilizzazione della frattura;6. minima scomoditĂ per il paziente.Nel corso degli anni lâhalo-vest ha subito miglioramentitecnici che ne facilitano lâapplicazione, lâuso da parte delpaziente e permettono lâutilizzo di indagini strumentaliquali la RMN.Nei tumori è trattamento elettivo nelle localizzazioni pri-mitive 2 e secondarie; lo scopo è, infatti, quello di ridurrela sintomatologia neurologica determinata dalla massaneoplastica, di impedirne il peggioramento, e di permet-tere contemporaneamente il trattamento chirurgico, e/o iltrattamento radiante e chemioterapico senza timori dicrolli vertebrali secondari.Lâefficacia del trattamento con halo-vest è dimostrata danumerosi lavori in letteratura 3-9.In questo lavoro ci proponiamo di studiare retrospettiva-mente e prospetticamente trentatrĂŠ pazienti trattati perlesioni a livello cervicale con o senza sofferenza neurolo-gica nel corso di 13 anni, di riportare i risultati clinici eradiografici per valutare eventuali differenze nel tratta-mento e nei risultati delle lesioni del rachide cervicalealto (C1-C2) e basso (C3-C7) con halo-vest, nonchĂŠ veri-ficare criticamente le complicanze.
PAZIENTI E METODIProtocollo di trattamento e tipo di lesioneSi tratta di uno studio di 33 pazienti con lesioni instabilial rachide cervicale cosĂŹ divisi:â 25 con lesioni traumatiche al rachide cervicale, poten-
zialmente instabili o francamente instabili;â 2 con mielopatia spondilosica;
â 6 con localizzazioni neoplastiche primitive o seconda-rie.
Per la definizione di lesione instabile al rachide cervicalesono stati seguiti i criteri di Panjabi et al. 10 secondo iquali lâinclinazione di un corpo vertebrale maggiore di11° rispetto alla vertebra sotto o soprastante, uno sposta-mento sul piano sagittale superiore ai 3,5 mm di una ver-tebra rispetto alla sottostante o una deformazione a cuneodel corpo vertebrale superiore al 50% (in tal caso si può,infatti, ipotizzare la contemporanea lesione delle colonneposteriori) sono espressione di una lesione instabile. Ladiagnosi era posta per mezzo delle radiografie standard eprecisata con esame TC.Nel trattamento di questi pazienti si seguiva un protocol-lo standard: riduzione della frattura, applicazione halo-vest e controllo radiografico; degenza ospedaliera ridottaal minimo per i pazienti senza complicanze neurologiche,e comunque non superiore ai 9 gg; controllo clinico ed rxalla 1a, 4a, 8a ed eventualmente 10a e 12a settimana; rimo-zione dellâhalo previa indagine TC; prescrizione di colla-re per altre quattro settimane e inizio FKT di mobilizza-zione e potenziamento muscolare; controllo della stabilitĂ con radiografie dinamiche del rachide cervicale.Il periodo di follow-up variava da un minimo di 1 a unmassimo di 13 anni (media 7 anni) dopo la terapia conhalo-vest e ha riguardato 24 pazienti su 33 (72%).Ventisette pazienti erano uomini, sei le donne; lâetĂ eracompresa fra 12 e 82 anni (media 47), il 30% era piĂš gio-vane di 30 anni.Tre sono deceduti durante il trattamento con halo-vest, unquarto prima del follow-up di questo studio, due sonoandati persi al controllo.Nel 64% dei casi la lesione interessava il segmento cervi-cale basso (C3-C7), mentre il rimanente 36% il segmentocervicale alto (Tabb. I, II).Gli incidenti automobilistici erano la causa di lesionenellâ80% dei casi. Il rapporto maschi/femmine è di 5:1 elâincidenza delle fratture era maggiore nel gruppo di etĂ fra 20 e 30 anni. Nel 21% dei casi si aveva una sintoma-tologia riferibile ad un interessamento neurologico allâar-rivo in ospedale, o nei primi giorni dopo il trauma.Quattro pazienti al momento dellâincidente erano sottolâeffetto di droghe o alcol.Le lesioni a livello cervicale alto erano classificate come:â fratture dellâarco dellâatlante;â fratture del dente dellâepistrofeo (sec. Anderson &
dâAlonzo 4);â fratture del soma di C2;
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â lussazioni senza fratture (Tab. I).Le fratture interessanti il tratto cervicale basso (C3-C7)(Fig. 1) erano catalogate in accordo alla classificazioneproposta da Allen 11 e ricavata dalle immagini radiografi-che (Tab. II).
Le lesioni traumatiche riportate in seguito ad incidentestradale erano di gran lunga le piĂš frequenti seguite dacadute accidentali e traumi sportivi.La nostra casistica comprende, oltre a fratture, anchelocalizzazioni neoplastiche e mielopatie di origine artro-sica. Lâassociazione fra terapia chirurgica e halo-vest si èresa necessaria per i due pazienti con mielopatia spondi-losica, per due pazienti neoplastici in cui il tumore avevaTab. I. Lesioni a livello cervicale alto.
Tipo di lesione Numero*
⢠Lussazione/sublussazione 3⢠Fratture dellâarco dellâatlante 2⢠Fratture del dente** I 1
II 1III 2
⢠Fratture di C2 corpo 3Lamine 1Peduncoli 3Fac. articolari 1
* si tratta per lo piĂš di fratture complesse** secondo la classificazione di Anderson-DâAlonzo 4
Tab. II. Lesioni a livello cervicale basso.
Tipo di lesione Numero*
⢠Lussazione/sublussazione 4⢠Fratture di C3 1⢠Fratture di C4 4⢠Fratture di C5 5⢠Fratture di C6 4⢠Fratture di C7 5
* si tratta per lo piĂš di fratture complesse interessanti corpo, faccette articolari, lamine epeduncoli
Fig. 1 (a, b, c, d, e). A distanza di 1 mese dal trauma, le radiografie evidenziavano una anterolistesi di C5 su C6 (a).La T.C. evidenziava fratture dellâarco posteriore destro di C5, dellâapofisi trasversa e del tubercolo anteriore di C6 (b).Il controllo T.C. a 2 mesi, evidenziava la formazione di un buon callo interframmentario livello di C5 (c).Il controllo radiografico dopo halo evidenziava la riduzione della listesi con consolidazione della frattura (d) e la stabilitĂ ottenuta senza scivolamento di flessione (e).
a
c
b
d e
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completamente distrutto i corpi vertebrali interessati einfine per cinque casi di frattura o frattura/lussazione chepresentavano un grado di instabilitĂ tale da richiedere unintervento chirurgico.Tra coloro che hanno richiesto la terapia combinata cin-que pazienti erano trattati presso la nostra Clinica adistanza di tempo dal trauma, inviati da altri presidi:â frattura dellâatlante con lussazione anteriore atlo-occi-
pitale trattata, dopo un anno dal trauma, con artrodesiposteriore C1-C2 ed halo-vest per eliminare e/o ridur-re il torcicollo;
â frattura del soma di C7 trattato, dopo nove mesi daltrauma, con somatectomia multipla subtotale C6-D1ed halo-vest a causa dellâinsorgenza di tetraplegiaimprovvisa da compressione midollare;
â frattura del soma e dellâemiarco posteriore sinistro diC7, âlockingâ di C6 su C7 trattato, dopo sette mesi daltrauma, con intervento sec. Cloward allo spazio inter-vertebrale C6-C7 ed halo-vest per ridurre lâingrave-scente listesi e mobilitĂ di C6 su C7, risultato di untrattamento conservativo della durata di due mesi con
minerva gessata praticato in altra sede;â frattura delle faccette articolari di C3 con scivolamen-
to di C3 su C4 e frattura dei corpi di C4 e C5 trattato,dopo otto mesi dal trauma, con artrodesi posteriore ehalo-vest per ridurre lo scivolamento patologico;
â âlockingâ monolaterale di C4 su C5 a sinistra trattato,dopo cinque mesi dal trauma, con intervento sec.Cloward allo spazio intervertebrale C4-C5 per ridurrelo scivolamento e la rotazione in paziente trattato conhalo-vest prima in altra sede e in seguito presso lanostra Clinica.
Sette pazienti (21%), al momento del ricovero, presenta-vano segni di compromissione neurologica; di questi trepresentavano danno radicolare, tre segni di sofferenzamidollare e uno si trovava in stato di coma come indica-to nella Tabella III.
Protocollo di follow-upOltre ai 4 pazienti deceduti, due solamente non hannoseguito il protocollo di follow-up, e vanno consideratipersi.
Tab. III. Pazienti con segni neurologici.
Diagnosi Segni neurologici
D.T. Frattura del dente dellâepistrofeo (tipo III), con lussazione Monoparesi di II grado allâarto superiore sinistro posteriore atlo-odontoidea
S.S. Frattura del dente dellâepistrofeo (tipo II) Monoplegia allâarto inferiore sinistro (danno midollare; il paziente, deceduto, era etilista cronico)
T.R. Frattura del dente dellâepistrofeo (tipo III), frattura del Coma superficiale a focolai multipli corpo di C2 con rotazione emorragici (insorto dopo trauma cranico e risoltosi
gradualmente nel giro di due settimane)
B.A. Frattura pluriframmentaria dellâemiarco posteriore destro Cervicobrachialgia destra di C5, frattura dellâapofisi trasversa e del tubercolo anteriore (danno radicolare; paziente diffusamente ipotonico affetto da distrofia desto di C6, diastasi dellâarticolazione interapofisaria miotonica)destra di C5-C6, spondilolistesi di C5 su C6
B.R. Frattura bilaterale delle lamine di C6 e dei processi Brachialgia destra con perdita di forza articolari di C6 e C7 (con listesi del 40%), frattura del soma globale allâarto superiore destrodi C6 (danno radicolare)
D.A. Frattura del soma di C7 Tetraplegia improvvisa (insorta a nove mesi dallâincidente)
F.A. Frattura delle faccette articolari di C3 con scivolamento Brachialgia destra con perdita di forza del deltoide ed ipoestesia di C3 su C4 per scavalcamento delle faccette, frattura dei del territori di C6 (danno radicolare)corpi di C4 e C5, frattura delle apofisi spinose di C2 e C3
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Insieme ad un questionario da compilare ad opera delpaziente necessario per evidenziare sintomi soggettivi edeventuali problemi residui quali dolore 12, ritorno al lavo-ro, ripresa delle attivitĂ di piacere, la visita di controllocomprendeva una valutazione clinica generale e delrachide cervicale con la quale era possibile esaminareoltre allâatteggiamento del rachide stesso e del capo,anche la dolorabilitĂ , le contratture, lo stato di tono-trofi-smo della muscolatura e lâarticolaritĂ in flesso-estensio-ne, lâinclinazione laterale e rotazione.La rotazione era misurata col supporto di un goniometroposizionato allâapice del capo mentre il paziente compivai movimenti di massima rotazione destra e sinistra. Tuttele misure di movimento ottenute erano comparate condati ottenuti allo stesso modo su un gruppo di controllo di70 persone sane 13.Gli eventuali deficit neurologici erano valutati dalmomento del ricovero, durante tutto il periodo del follow-up, per mezzo di scale a punti che valutavano: 1) la sen-sibilitĂ a livello dei territori dâinnervazione; 2) la forzanei vari distretti muscolari; 3) la presenza e la validitĂ deiriflessi osteo-tendinei.Il paziente eseguiva, inoltre, radiografie statiche in proie-zione antero-posteriore, statiche e dinamiche in proiezio-ne laterale.Per ognuno dei tre momenti fondamentali dello studio diun paziente (ricovero, trattamento e controllo) venivacompilato un questionario con parametri radiologici pre-definiti, mediante il quale era possibile valutare lâevolu-zione nel tempo della lesione.
RISULTATI
In base ai criteri adottati ed esposti in precedenza, i risul-tati possono essere divisi e presentati in due categorie:clinici e radiografici al ricovero e al follow-up.
Valutazione clinica al ricovero
Dolore cervicale ed irradiatoTutti i pazienti, al momento del ricovero, presentavanodolore cervicale a riposo e durante le caute manovresemeiologiche effettuate. Accompagnata al dolore, lacontrattura importante delle masse muscolari paraverte-brali era sempre associata alla manifestazione radiografi-ca di riduzione, scomparsa o inversione della fisiologica
lordosi. In cinque casi non si evocava dolore alla digito-pressione sulle apofisi spinose trattandosi di pazientiâcroniciâ il cui trauma era avvenuto molto tempo addi-etro. Dolore irradiato (cervicobrachialgie, parestesie/dis-estesie dolorose agli arti superiori) compariva in sei pazi-enti sia in concomitanza con il trauma sia progressiva-mente a distanza di tempo.
ArticolaritĂ LâarticolaritĂ al ricovero era in relazione alla gravitĂ deltrauma e allâintervallo di tempo intercorso. Nei casi croni-ci era possibile una prudente valutazione con risultatiscarsamente significativi a causa del dolore provocato.
Forza muscolare e ROTNel caso di frattura del dente dellâepistrofeo, Anderson &dâAlonzo tipo II 4 il paziente al ricovero presentavamonoplegia allâarto inferiore sinistro a fronte di buonavaliditĂ dei distretti muscolari degli arti superiori. In uncaso (frattura del soma di C7) lâhalo-vest veniva montatocon urgenza per decomprimere il midollo, in seguito allacomparsa di una improvvisa tetraparesi preceduta da rap-ida perdita di forza agli arti inferiori per cedimento dellaparete posteriore di C7 per schiacciamento vertebraleatraumatico. Immediatamente dopo lâapplicazione dellatrazione il paziente era sottoposto ad intervento decom-pressivo per via anteriore, con pronta regressione di tuttoil corredo sintomatologico. In un altro caso (fratturadisco-somatica di C5) si notava ipovaliditĂ bilateraledella muscolatura degli arti superiori accompagnata daipoevocabilitĂ bilaterale dei riflessi osteo-tendinei bicipi-tale, tricipitale e stilo-radiale. Per i restanti pazienti, com-patibilmente con lâetĂ e lo stato di tono-trofismo dellamuscolatura, non si osservavano deficit di forza e i ROTerano validi bilateralmente.
SensibilitĂ Ancora nel caso della frattura di C7, allâimportante com-promissione motoria e alterazione dei riflessi, si associa-va anche una diffusa ipoestesia allâarto superiore sinistro.Ipoestesia allâarto superiore sinistro con disestesiadolorosa al destro era riferita dal paziente con fratturadelle faccette articolari di C3 e dei corpi di C4 e C5. Unodei due pazienti trattati per mielopatia spondilosicalamentava parestesie allâarto superiore e inferiore destrocon andatura paretico-spastica. In un caso di tumoregiganto-cellulare di C7 e in un altro di âlockingâ mono-
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laterale di C4 su C5 a sinistra vi era unaipoestesia/parestesia nel territorio di C8-T1.
Complicanze durante il trattamento con Halo-vestDurante il trattamento con halo-vest si sono verificati tredecessi e tutti presentavano fratture di C2. Il decesso delpaziente di anni 78, ricoverato nel reparto di rianimazione,avveniva per complicanze relative alle numerose frattureriportate nellâincidente stradale, causa anche della fratturadi C2. Un paziente di anni 82 decedeva per arresto cardio-circolatorio in seguito al peggioramento delle precarie con-dizioni di base (focolaio broncopolmonare, dispneaingravescente, importante versamento pleurico bilateraleche avevano impedito un trattamento chirurgico, ma chenon avevano impedito inizialmente il trattamento con halo-vest. Al momento del decesso la frattura sagittale e dellabase del dente dellâepistrofeo, come dimostra lâesame TC,era in fase di consolidazione (Fig. 2). In un terzo caso sirendeva necessario il trasferimento del paziente in riani-mazione quattro giorni dopo lâapplicazione dellâhalo-vestper la comparsa di una progressiva insufficienza respirato-ria che portava in pochi giorni ad arresto cardiocircolatorioe decesso del paziente.Nella Tabella IV sono riassunte tutte le altre complicanzeriportate.
Valutazione clinica al controllo
Dolore e affaticabilitĂ del colloSolo 5 dei pazienti sottoposti a visita di controllo lamen-tavano dolore cervicale a riposo e col movimento. In uncaso di grave mielopatia spondilosica trattato con halo-vest e terapia chirurgica decompressiva persisteva dolorecervicale accompagnato da cervicobrachialgia bilateralecon difficoltĂ ai movimenti delle mani e delle dita. Talesituazione era da riferire alla grave mielopatia di base enon agli esiti della immobilizzazione in halo-vest.
ArticolaritĂ del collo (rigiditĂ )La rigiditĂ condizionava i movimenti attivi del rachidecervicale di 13 pazienti (39%) mentre i movimenti passividimostravano la tendenza ad un buon recupero dellâarti-colaritĂ . Si notava infatti una netta riduzione dei movi-menti attivi, specie nelle inclinazioni laterali, mentre pas-sivamente era possibile ottenere movimenti piĂš ampi. Intutti i casi era raro osservare la riduzione in una soladirezione del movimento ma piĂš spesso vi era una limi-
tazione uniforme dellâarticolaritĂ . La flessione, lâesten-sione e la rotazione non erano mai ridotte per piĂš di unterzo del totale. Lâinclinazione laterale era il movimentopiĂš compromesso. Infatti, anche con buona flesso-esten-sione e rotazione, lâinclinazione a destra e sinistra dellatesta risultava ridotta in 5 casi fino a 15-20° gradi.
CicatriciLa presenza di cicatrici residue a livello dei punti diinserimento delle viti era rilevabile in tutti i pazienti main nessuno, tranne un caso, in modo particolarmente evi-dente. Nella storia di quellâunico caso non si eracomunque verificata alcuna complicanza a carico delleviti (mobilizzazione o infezione) che giustificasse lecicatrici ipertrofiche.
Guarigione ad un anno dal trauma o dalla lesionetumoraleLa percentuale di guarigione ad un anno dal trauma eradel 95% per i pazienti con lesioni traumatiche del rachidecervicale. Nei sei pazienti con lesioni tumorali lâhalo-vestera mantenuto mediamente 4 settimane piĂš del normale esolo due pazienti sono sopravvissuti a distanza di un annodal trattamento.
Ritorno al lavoro e alla vita di relazioneDopo il trattamento con halo-vest e dopo una adeguatariabilitazione fisioterapica volta al recupero del tono-trofismo muscolare, dellâarticolaritĂ e della coordi-nazione oculocefalica tutti i pazienti con lesioni trau-matiche sono tornati al lavoro e ad una normale vita direlazione.
Tempo di trattamento con Halo-vestI pazienti senza sintomi neurologici e senza altri gravi trau-mi rimanevano a ricovero una media di 9 giorni. Il tempodi durata del trattamento andava da un minimo di 65 giorniad un massimo di 120. I casi limite, non considerati nellamedia sopraccitata, erano costituiti da: un paziente, etilistacronico che rimuoveva autonomamente lâanello e il corset-to dopo 23 giorni con esiti di grave rigiditĂ e fusione deicorpi vertebrali; altri due pazienti, a causa della patologianeoplastica, necessitavano di un piĂš lungo periodo di trat-tamento uno di 177 e lâaltro di 160 giorni.
Valutazione radiologicaSono riportati in questa sezione del lavoro quei parametri
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Fig. 2 (a, b, c, d, e). T.C.: Frattura complessa dellâarco anteriore dellâatlante (a) e coronale del dente dellâepistrofeo (b).Le ricostruzioni elettroniche mostravano lâandamento della frattura coronale del dente (c).T.C.: dopo 2 mesi di trattamento in halo, le fratture erano consolidate (d), con presenza di callo interframmentario (e).Il paziente decedeva pochi giorni prima di togliere lâhalo per insufficienza respiratoria.
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radiologici che permettono un valido confronto fra le frat-ture a livello C1-C2 e a livello C3-C7. In 8 dei 9 casi incui al momento del trauma si è verificata una frattura/lus-sazione (quindi un interessamento delle faccette articola-ri) si osservava al follow-up la presenza di immaginiradiologiche che mostravano processi di degenerazioneartrosica delle faccette articolari a piĂš livelli. Solo in uncaso (frattura del corpo di C2 con sublussazione delle fac-cette articolari a sinistra) non era apprezzabile la degene-razione artrosica suddetta.Dopo lâapplicazione dellâhalo-vest i risultati delle imma-gini radiologiche erano sovrapponibili per i due gruppi,mentre al follow-up, per alcuni parametri, era possibileriscontrare alcune differenze ben evidenziate nelleTabelle V, VI, VII, VIII.
DISCUSSIONE
Lâutilizzo dellâhalo-vest per il trattamento della patologiatraumatica e tumorale del rachide cervicale può costituireuna alternativa talvolta temporanea e talaltra definitiva(in casi particolari), a trattamenti chirurgici.Ă noto che i progressi compiuti attualmente in campoanestesiologico e chirurgico permettono di eseguire stabi-lizzazioni vertebrali che non necessitano di tutori post-operatori, tuttavia in questo studio abbiamo voluto verifi-care criticamente con lâutilizzo estensivo dellâhalo, risul-tati e limiti in una casistica piuttosto ampia.La percentuale di guarigione della nostra casistica era nel-lâordine del 95% per coloro che avevano completato ilperiodo di trattamento, in accordo con le altre serie dipazienti trattati con halo-vest descritti in letteratura 14 15 16 17.Nel nostro studio ci proponevamo anche di valutare even-tuali differenze cliniche e radiografiche fra il gruppo di 13pazienti con lesione C1-C2 rispetto al gruppo con lesioneal di sotto di C2 in considerazione che i due segmenti cer-vicali sono differenti sia anatomicamente che funzional-mente.Infatti studi di biomeccanica sul complesso occipite-atlante-epistrofeo hanno dimostrato che circa il 50% dellarotazione della colonna cervicale è sostenuta dalla regio-ne fra C1 e C2 18.Nei controlli effettuati durante il trattamento con halo-vest, mentre vi sono elementi che qualificano i due grup-pi nelle immagini, al follow-up non si rimarcarono pecu-liari differenze fra i due gruppi dal punto di vista radio-grafico.
Nelle proiezioni laterali (Tab. VIII) era piÚ frequenteosservare una rettilineizzazione del rachide cervicale nelgruppo C3-C7 (37,5%) rispetto al gruppo C1-C2(16,67%) per il quale nel 66,67% dei casi si apprezza laconservazione della normale lordosi cervicale. Nelleproiezioni antero-posteriori è significativo notare come
Tab. VII. InstabilitĂ dinamica.
Gruppi Stabile MinimaC1-C2 100,00% 0C3-C7 68,75% 31,25%
Tab. VIII. Riduzione della lesione.
Gruppi Completa Soddisfacente Non ridottaC1-C2 66,67% 33,33% 0C3-C7 43,75% 50,00% 6,25%
Tab. V. Allineamento laterale.
Gruppi Normolordotico Rettilineizzato Inversione CurvaC1-C2 66,67% 16,67% 16,67%C3-C7 50,00% 37,50% 12,50%
Tab. VI. Allineamento antero-posteriore.
Gruppi Allineato Scoliosi sx Scoliosi dxC1-C2 83,33% 16,67% 0C3-C7 68,75% 18,75% 12,50%
Tab. IV. Complicanze durante il trattamento con halo-vest.
Complicanze Numero di casi⢠Decesso 3⢠Anello mobilizzazione delle viti 5
Infezione viti 2Migrazione dellâanello 2
⢠Vest difficoltà respiratoria 2Dolore da iperpressione 3Ulcere da decubito 1
⢠Intervento chirurgico e halo-vestMobilizzazione trapianto 2
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fosse mantenuto il normale allineamento in una percen-tuale maggiore di casi nel gruppo C1-C2 (83,33%), ecome nel gruppo C3-C7 nel 31,5% dei casi vi fosse unadeviazione scoliotica sinistra o destra.Nella valutazione della stabilitĂ della colonna si è potutostimare come si sia ottenuta una buona stabilitĂ in tutti icasi del gruppo C1 e C2 mentre nel 31,25% dei casi si èottenuta una minima instabilitĂ per alcuni pazienti delgruppo C3-C7 (Tab. I). La riduzione della lesione si èottenuta piĂš facilmente nelle lesioni tra C1 e C2 rispettoalle lesioni tra C3 e C7 in cui nel 6,25% non si è ottenu-ta una completa riduzione della frattura.Ă chiaro quindi che il controllo esterno della colonna cer-vicale con halo-vest è piĂš valido per C1-C2 che non perC3-C7 18 19. Infatti, si raccomanda ai pazienti lâutilizzo diun rotolo di appoggio retrocervicale quando sono in posi-zione supina, per evitare lâappiattimento del collo adeffetto delle forza di gravitĂ .Ad un mese dalla rimozione dellâhalo circa il 40% deipazienti lamentava sintomi locali a livello del collo fracui i piĂš significativi erano la rigiditĂ , il dolore e la pre-coce affaticabilitĂ . Se si considera la prolungata immobi-lizzazione e la conseguente ipotrofia della muscolatura, ilsintomo era facilmente spiegabile. Solo in un caso (frat-ture del massiccio laterale destro di C4) anche a distanzadi anni e dopo aver correttamente eseguito la riabilitazio-ne, persisteva una lieve e saltuaria sensazione di riduzio-ne di forza della muscolatura cervicale.Nel 39% dei casi, si evidenziava una rigiditĂ del rachidecervicale che rappresenta comunque a nostro giudizio unfattore di protezione in quanto riduce il rischio di unaeventuale residua instabilitĂ statica e/o dinamica.Nellâ80% dei casi era presente una riduzione dei movi-menti di rotazione assiale e di inclinazione laterale, ridu-zione che era piĂš importante in coloro per i quali era statonecessario un periodo di utilizzo dellâhalo-vest prolungato.Ciò era prevedibile in quanto è stato dimostrato in lette-ratura che lâhalo-vest influisce negativamente specie suimovimenti di inclinazione laterale e di rotazione 19, deter-minando contratture dei muscoli e dei legamenti atti aisuddetti movimenti. Al contrario non abbiamo trovatoriduzione nei movimenti di flesso-estensione; questo puòessere spiegato con lâesistenza e la persistenza di motilitĂ reciproca intersegmentale con halo-vest con la semplicedeglutizione, a livello C3-C4 20.Anche i nostri risultati radiografici dimostrano che lariduzione della lesione e lâallineamento sono nettamentemigliori a C1-C2 rispetto alle lesioni basse.
Ă possibile quindi osservare come la risposta di unabuona articolaritĂ sia in relazione a due parametri: il livel-lo della lesione (sopra C2 vi era maggior limitazione deimovimenti di rotazione e di inclinazione laterale, sotto C2dei movimenti di flesso-estensione); la durata della tera-pia (una maggior durata del trattamento con halo-vest eraresponsabile di una ridotta capacitĂ di recupero del movi-mento specie se non seguita da adeguata fisioterapia).Nella maggioranza dei pazienti rivisti a grande distanzadal trattamento (piĂš di 48 mesi) era possibile notare lapresenza di discopatie dello spazio interessato dalla lesio-ne o a piĂš livelli, associato spesso alla formazione diosteofiti a ponte fra i corpi vertebrali; a questo processodi degenerazione artrosica possono essere imputati larigiditĂ residua, la limitazione dei movimenti specie dirotazione e di inclinazione laterale e il dolore associato almovimento Al tempo stesso si può pensare che questarigiditĂ protegga da instabilitĂ residue.Nonostante sia descritto in letteratura 14 21 22 come il recu-pero dellâarticolaritĂ ed il periodo di trattamento dopo iltrauma siano inversamente proporzionali allâetĂ delpaziente, nella nostra casistica non è stato possibileapprezzare differenze nel recupero dellâarticolaritĂ stessafra soggetti giovani ed anziani.Lâhalo rappresenta comunque il trattamento iniziale dielezione per le lesioni instabili del rachide cervicale.Tutti i casi di lesioni instabili trattate entro gli otto mesisuccessivi al trauma venivano considerate come lesionicroniche. In due casi (fratture del corpo di C2 â Fig. 3 âcon sub-lussazione delle faccette articolari a sinistra efrattura pluriframmentaria dellâemiarco posteriore destrodi C5 â Fig. 1), la frattura era passata misconosciuta alricovero e diagnosticata solo un mese dopo il trauma.Ancora in un caso (frattura pluriframmenteria dellâemiar-co posteriore di C5, dellâapofisi traversa e del tubercoloanteriore di C6, antero-listesi di C5 su C6) è importantenotare come la patologia di base del paziente (distrofiamiotonica di Steinert) non abbia influenzato il trattamen-to con halo-vest e come si sia comunque ottenuto un buonrisultato con consolidamento della frattura dopo 70 gior-ni di cura.La riduzione delle fratture, ottenuta sotto amplificatore dibrillanza, era in seguito confermata da radiogrammi inlaterale e antero-posteriore. In un caso (frattura del corpodi C2 con sub-lussazione delle faccette articolari a sini-stra e dislocazione), dopo lâapplicazione dellâhalo-vest,non si otteneva una soddisfacente riduzione della fratturaa causa della concomitante sub-lussazione delle faccette
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articolari 9 e soprattutto della mancata diagnosi al ricove-ro che procrastinava di circa un mese la data del tratta-mento. Al contrario nel corso dei 72 giorni di cura e dopolâasportazione dellâhalo-vest le immagini radiografichemostravano una soddisfacente riduzione della frattura conalterazione della morfologia del corpo vertebrale di C2;di particolare interesse era notare, come nel tempo, non sifosse instaurato un processo artrosico delle faccette arti-colari nonostante la sub-lussazione delle stesse 23.Nella presente casistica inoltre non si riscontrava alcunadifferenza nellâinteressamento neurologico, fra coloroche presentavano una lussazione delle faccette articolarinon ridotta e quei pazienti con riduzione completa dellalussazione.Nella nostra casistica sono riportati sei casi di lesionetumorale trattati con halo-vest per ridurre la sintomatolo-gia neurologica da compressione da parte della massatumorale e per impedire quindi il peggioramento, permet-
tendo lâintervento chirurgico eradicativo, la terapiaradiante e/o la chemioterapia senza il timore di crolli ver-tebrali. Quattro pazienti per i quali non vi era indicazionechirurgica, decedevano entro un anno dal trattamento.In sostanza, lâhalo-vest nel trattamento delle lesionitumorali può avere un significato di sostegno del rachidein caso di trattamento pluridisciplinare (chirurgico, onco-logico, radioterapico) cosĂŹ come di trattamento palliativoal posto di scomode minerve gessate, anche se la sorte delpaziente è ormai segnata.La complicanza piĂš seria occorsa è lâinsufficienza respi-ratoria, (che ha poi causato due dei tre decessi). Si è mani-festata nei pazienti piĂš anziani della casistica come con-seguenza della loro etĂ , per i quali anche la modestacostrizione provocata dalla vest era stata sufficiente acausare i problemi sopraccitati, come anche giĂ riscontra-to da Lind et al. 24 per cui lâetĂ e/o le condizioni cardio-respiratorie precarie possono quindi costituire una con-
Fig. 3 (a, b, c, d, e, f). Il controllo eseguito a distanza di 1 mese dal trauma evidenziava una frattura sagittale di C2. La colonna manteneva comunque la fisiologica lordosi (a). La T.C. con-fermava la frattura obliqua sagittale del soma di C2 con listesi dellâemisoma (b).Il trattamento in halo consentiva lâimmobilizzazione della frattura, ma non la sua riduzione (c).Al termine del trattamento, la frattura era ben consolidata (d) e stabile alla massima flessione (e) e stabile alla massima estensione (f).
a
b c
d e f
Fratture e tumori del rachide cervicale: trattamento con Halo-Vest
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troindicazione allâutilizzo dellâhalo-vest.Non vi è dubbio che lâutilizzo dellâhalo per questi pazien-ti possa essere rivisto nelle sue indicazioni alla luce del-lâesperienza fatta. Nei casi specifici della nostra casisticache sono deceduti nel corso del trattamento in halo, dob-biamo rilevare che comunque il trattamento era stato bensopportato da pazienti trattati in reparto di rianimazione,in cui il nursing era stato comunque facilitato.I pazienti con danno neurologico non erano piĂš portatiallo sviluppo di complicazioni rispetto a quelli indenni.Le complicanze minori durante il trattamento con halo-vest (come riportato nella Tabella IV) erano relative allâu-nitĂ anello-viti in conformitĂ con i dati di letteratura 25 eprecisamente i 5 casi di mobilizzazione delle viti, 2 casidi infezione dei punti di inserimento delle viti e 2 casi dimigrazione dellâanello.La gestione del corsetto riservava minori problemi; infat-ti solo tre pazienti avevano lamentato dolore a causa dipunti di compressione e fra costoro in un caso (mielopa-tia spondilosica in esiti di laringectomia da C3 a C6) siera osservata la comparsa di ulcere da decubito sulle spal-le e sul dorso (guarite dopo 8 settimane di medicazioniquotidiane) risultato di un errore nellâapplicazione delcorsetto, troppo premuto sulle spalle al momento del rein-tervento di riposizionamento del trapianto intersomaticoanteriore, mobilizzato.In sintesi il trattamento con halo-vest delle lesioni delrachide cervicale si è dimostrato efficace ed affidabile, inquanto:â la percentuale di guarigione delle lesioni complesse
pluriframmentarie del rachide cervicale, difficili datrattare chirurgicamente, è stata elevata;
â i disturbi nel corso del trattamento, e i sintomi residuia distanza di tempo sono stati assolutamente minori.
Ă fondamentale per il buon esito del trattamento un con-trollo clinico costante durante tutto il periodo di applica-zione dellâhalo. In base alla esperienza maturata partico-lare cura va posta infine allâindicazione e allâuso dellâha-lo-vest in pazienti anziani e con problemi cardio-respira-tori, per cui la costrizione provocata dalla vest sulla gab-bia toracica si è dimostrata capace di determinare insuffi-cienza respiratoria non immediata ma poi fatale per ilpaziente e tale da rappresentare una controindicazioneassoluta allâutilizzo di tale trattamento.
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