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23_02_2015 TEATRO REGIO Torino, ore 20.30 Yutaka Sado direttore FILARMONICA TEATRO REGIO T ORINO I CONCERTI 2014 - 2015 Ivano©Buat MAIN PARTNER CON IL PATROCINIO DI

filarmonicaTRT--0115libretto23 02 15 · John Williams– Olympic Fanfare and Theme(1984) John towner Williams non è solo un compositore di colonne sonore tra i più famosi e premiati

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23_02_2015teatro regIotorino, ore 20.30

Yutaka Sado direttore

FIlarmonIca teatro regIo torIno

I concertI2 0 1 4 - 2 0 1 5

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MAIN PARTNERCON IL PATROCINIO DI

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La musica da sempre si esegue con le dita.

Nell’era digitaletutto si facon le dita.

UniCredit Main Partner della Filarmonica Teatro Regio Torino.La cultura arricchisce la qualità della vita.  A noi piace soprattutto immaginare il valore emotivo che producono l’arte, il teatro,  la musica. Questo è il motivo per cui UniCredit si impegna nella promozione della cultura  in tutte le sue espressioni. Perché la cultura  fa bene alla nostra vita.unicreditgroup.eu

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Consiglio di Amministrazione

Presidenteevelina christillin

Presidente Onorario Walter Vergnano

Vice Presidenteatos canestrelli

Coordinatore Artisticogastón Fournier-Facio

Relazioni EsterneBarbara Botto

Consulenza Musicaleenrico m. Ferrando

Consiglieriluciano maroccoroberto Baioccoenrico carraroluigi Finettomiriam lucia maltagliatiFranco morialessio murgia

Programma

Yutaka Sado, direttoreFilarmonica Teatro Regio Torino

John Williams – olympic Fanfare and theme (1984)

Dmitrij Šostakovič – Sinfonia n. 6 in si minore op. 54 (1939)largoPrestoallegro

Arthur Honegger – movimento sinfonico n. 2 (Rugby) (1928)

Sergej Rachmaninoff - Danze sinfoniche op. 45 (1940)non allegro

andante con moto (tempo di valzer)lento assai – allegro vivace – lento assai. come prima – allegro vivace

In occasione di Torino Capitale Europea dello Sport 2015

Seguiteci su www.filarmonicatrt.it

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L’assegnazione del titolo di Capitale Europea dello Sport per il

2015 rappresenta per Torino un’opportunità e una sfida che coinvolgono

non soltanto il mondo sportivo, ma anche quello culturale e i concerti

della Filarmonica Teatro Regio Torino ne sono una testimonianza.

A Torino, tra le capitali più accreditate in Italia e nel mondo, non

poteva mancare questo dialogo diretto e proficuo dello Sport con la

Cultura.

Sport, Cultura, Partecipazione e Stili di vita a Torino sono una

sinfonia unica da conoscere e rispettare.

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a creare questa

sinergia che spero si protragga anche oltre il 2015.

Stefano GalloAssessore allo Sport e Tempo Libero della Città di Torino

CON IL PATROCINIO DI

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Per diventare Amicidel la Fi larmonica TRT:www.�larmonicatrt . it

S O C I O R D I N A R IAlbesano MassimoAmbrosini Amalia ViolaAquatica TorinoCantoni AldoCarena MauroCaselli Gian CarloCoda EugeniaComba AndreaDe Stefani AntonellaDuretto SilvanaFondazione Spinola BannaGribaudo EzioHaldi MarianneManzella AlbertoMaranzana LuigiMartina MarcoNesi NerioOttolenghi LaurettaPagnacco NovellaPatricola Fratelli - Strumenti MusicaliPerugini LauraPiazza AlbertoRicca FrancoRomeo LauraRotary Club - Susa ValsusaRotary Club - Torino San CarloRuata AdaSalza EnricoSerra LucianoStudio GMRZanchetta Manuela

S O C I F O N D A T O R I Acuto Enrica

Ambrosio Renato Anfora Giovanni

Cavalitto Giorgio Cillu!o Francesca

el Haddad Elias Fisio Centro Medico Lingotto

Lodi Nicola Marocco Luciano

Villata Piero

P R E S I D E N T EFiorenzo Al"eri

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Filarmonica Teatro Regio Torino

la Filarmonica teatro regio torino è stata fondata nel 2003 su iniziativa dei professori d’orchestradel teatro regio, originariamente con il nome di Filarmonica ‘900 in ragione dell’intento diesplorare il variegato panorama musicale del novecento, con un’attenzione particolare per ipunti d’incontro tra l’idea di musica «colta» e i nuovi linguaggi che con essa si sono confrontatie mescolati, come il jazz, la musica per i film e la musica popolare. ne deriva un ricco repertorioformato per una parte consistente dalle opere dei grandi autori alternate a progetti originali, etalvolta inediti, come il progetto gershwin’s World di Herbie Hancock o la partecipazione alrestauro della colonna sonora di cabiria di Pastrone eseguita dal vivo durante la proiezione delfilm. Dal 2004 la Filarmonica trt, insieme al teatro regio di torino, realizza la stagione sinfonicade “I concerti”, giunta quest’anno alla undicesima edizione.nel novembre 2012 il riconoscimento del prestigio internazionale viene sancito dalla entusiasticaaccettazione da parte del maestro Yutaka Sado della carica di Direttore ospite Principale dellaFilarmonica trt. Di grande importanza i progetti discografici realizzati per le etichette chandose avie records imperniati sulla musica di nino rota, alfredo casella e Francis Poulenc. Di recentepubblicazione è il cd Pietro mascagni - mascagni in concert, registrato per edizioni chandossotto la direzione di gianandrea noseda.la Filarmonica trt in questi anni è stata ospite di numerosi festival internazionali partecipandoal Festival Berlioz di côte-Saint-andré, al Festival di Santander - con il maestro Jan latham-Koenig, primo direttore ospite dal 2006 fino al 2009 - al romanian athenaeum di Bucarest, alFestival Violinistico Internazionale gasparo da Salò, al Festival murten classics in Svizzera, alFestival delle Dolomiti e a sette edizioni del festival internazionale mIto Settembremusica.Degni di nota gli incontri i grandi compositori contemporanei, con esecuzioni di prime assolutedi: Francesco antonioni, Pascal Dusapin, toshio Hosokawa, Fabio nieder, michael Daugherty,carlo Boccadoro e James Hartway. negli ultimi anni si è, inoltre, stretta un’intensa collaborazionecon il compositore ezio Bosso del quale la Filarmonica trt ha eseguito in prima assoluta laSinfonia n. 2 e ha registrato la Sinfonia n. 1 e le colonne sonore per i film Il dolce e l’amaro e Le alidi andrea Porporati. nel luglio 2014 la Filarmonica trt ha eseguito “Warum?” di Sofia gubaidulina in Prima mondialeai Festival di Forlì, cividale e lubiana e nel mese di agosto è stata presente al festival di chamoisper un concerto in collaborazione con Jocelyn Pook, compositrice di colonne sonore tra le qualiquella del celebre Eyes wide shut di Stanley Kubrik, Di particolare rilievo artistico inoltre la partecipazione al ravello Festival, sempre nell’agosto2014, sotto la direzione del maestro gianandrea noseda e la partecipazione del soprano lindaWatson.

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OrchestraViolini PrimiStefano Vagnarelli *

“Chair" sostenuta da Rotary Club Torino - San Carlo

marina Bertoloenrico luxardoalice costamagnamiriam lucia maltagliatialessia Pallaorogiuseppe tripodimarta tortiaDaniele Soncinangelica Faccanialessio murgiaValentina rauseogianmario mariekaterina gugliagina

Violini Secondicecilia Bacci*Bartolomeo angelilloSilvio gasparellaFation HoxholliPaola BettellaVittoria Panatoedoardo De angelismarcello IaconettiPaola Pradottoalessia Bortolanelisabetta FornaresioBarbara careggio

Viole enrico carraro*gianluca Stupiarita Braccialessandro SaccoFranco morimagdalena Vasilescuenzo Salzanoangelo conversaelena Saccomandimaria elena eusebiettitamara BairoIvan cavallo

Violoncellirelja lukic*giulio arpinatialfredo giarbellaarmando matacenaluisa miroglioalberto capellaroeduardo Dell'oglioFabrice De Donatisamedeo FenoglioFilippo tortia

ContrabbassiStefano Schiavolin *atos canestrellimichele lipaniKaveh DaneshmandFulvio caccialupialessandro BelliDamiano D'amicoPamela massa

Flautialberto Barletta *maria Siracusa

Ottavinoroberto Baiocco

Oboiluigi Finetto *Francesca rodomonti

Corno Inglesealessandro cammilli

Clarinettialessandro Dorella*Diego losero

Clarinetto Piccololuciano meola

Clarinetto Bassoedmondo tedesco

Sassofono Contraltoroberto genova

Fagottiandrea azzi *Paolo Dutto

Controfagottoorazio lodin

CorniUgo Favaro *evandro merisioFabrizio DindoStefano Fracchia

TrombeIvano Buat*Sandro angotti*marco rigolettiPaolo Paravagna

TromboniVincent lepape*enrico avicoDiego Di mario

Trombone Bassomarco tempesta

TubaPaolo Bertorello

Timpaniranieri Paluselli *

Percussionilavinio carminatimassimiliano FranceseSergio meolaenrico FemiaStanislas Piligianmattia gandino

Arpaelena corni*

Pianoforte / Celestagiannandrea agnoletto

* Prime Parti

Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violinoFrancesco Ruggeri, Cremona1686), Cecilia Bacci (violino Santo Serafino, Venezia 1725), Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano1751) ed Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.).

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Yutaka Sado

Yutaka Sado è il nuovo Direttore musicale e artistico della tonkünstler Symphony orchestra, una dellestoriche orchestre viennesi, nominato a partire dal Settembre 2015. Dal 2005 è Direttore musicaledello Hyogo Performing arts center (HPac) e dell’orchestra ivi residente, mentre nel 2012 è stato no-minato Direttore ospite Principale della Filarmonica teatro regio torino.I critici hanno riconosciuto unanimemente Yutaka Sado come uno dei direttori d’orchestra più affa-scinanti e carismatici della sua generazione. Yutaka Sado ha diretto le migliori orchestre europee, dallaFilarmonica di Berlino, all’orchestra dell’opera di Stato della Baviera, alla mahler chamber orchestra.a lungo assistente di leonard Bernstein e Seiji ozawa, Yutaka Sado ha ricevuto numerosi premi e ri-conoscimenti nell’ambito della sua carriera, tra i quali il “Premier grand Prix” al 39°concorso Interna-zionale di Besançon. Il suo legame con leonard Bernstein l’ha portato a essere ‘conductor in residence’al Bernstein’s Pacific music Festival di Sapporo. Ha avuto inoltre l’onore di partecipare allo special “leo-nard Bernstein memorial concert” alla cathedral of St. John the Divine di new York. come Direttoreartistico dello Hyogo Performing arts center (HPac) ha portato questo complesso a diventare unadelle più importanti sale da concerto del giappone con oltre 70.000 abbonati. Il grado di popolaritàdi Yutaka Sado in giappone è straordinario, particolarmente per le sue apparizioni televisive comeconduttore del programma televisivo “Untitled concert,” una rubrica settimanale dedicata alla musicaclassica che è entrato nel Guiness dei Primati come il programma televisivo più longevo. In FranciaYutaka Sado è stato Direttore Principale della storica orchestre lamoureux per quasi vent’anni. col-labora stabilmente con le maggiori orchestre sinfoniche della capitale, dall’orchestre de Paris, all’or-chestre Philharmonique de radio France, all’orchestre national de France ed è uno dei pochi ad averdiretto le quattro orchestre parigine nel corso della medesima stagione. In germania collabora rego-larmente con la DSo di Berlino e ha diretto numerose volte le maggiori orchestre come l’orchestraSinfonica della radio di Baviera, la Staatskapelle di Dresda, la gewandhausorchester di lipsia, la Kon-zerthausorchester di Berlino, le orchestre sinfoniche di colonia (WDr), Stoccarda e Friburgo (SWr). InSvizzera dirige la tonhalle-orchestra di Zurigo e l’orchestra della Suisse-romande a ginevra, nel regnoUnito la BBc Philharmonic e la london Philharmonic. In Italia Yutaka Sado ha collaborato a lungo conl’orchestra dell’accademia nazionale di Santa cecilia e con l’orchestra Sinfonica nazionale della raI;ha inoltre diretto l’orchestra del maggio musicale Fiorentino e della Fenice di Venezia. Dirige regolar-mente produzioni operistiche di grande successo al teatro regio di torino. la produzione discograficacon l’etichetta aVeX è assai vasta e comprende collaborazioni con con la DSo di Berlino, con la BBcPhilharmonic, con l’orchestre Philharmonique de radio France, con l’orchestre de Paris e con l’or-chestre de la Suisse romande. Website: www.yutakasado.com

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Note al Concerto

John Williams – Olympic Fanfare and Theme (1984)John towner Williams non è solo un compositore di colonne sonore tra i più famosi e premiatidi sempre, vincitore di cinque Premi oscar e creatore di soundtrack indimenticabili come GuerreStellari (1977), I predatori dell’Arca perduta (1981), E.T. (1982) e Schindler’s List (1993), ma daiprimi anni cinquanta ad oggi ha anche inanellato un’indefinita serie di successi nel campodella musica televisiva e d’occasione che lo rendono uno degli autori più poliedrici e prolificidel novecento. con un tale curriculum non c’è quindi da stupirsi se nel 1984 il los angelesolympic organizing committee commissionò proprio a lui un nuovo inno olimpico che po-tesse rimpiazzare la Fanfara di leo arnaud, vero e proprio “tormentone” che da oltre vent’annile emittenti americane non mancavano di riciclare ad ogni nuova olimpiade. al nuovo inno sichiedeva però non solo di rimpiazzare degnamente un tema che ormai era entrato a far partedel sentimento collettivo americano, ma anche di poter essere facilmente ridotto in piccoliestratti da utilizzare per le cerimonie delle medaglie, le clip televisive... e gli stacchi promozio-nali. Il maestro accolse con impegno la sfida arrivando a siglare una partitura che secondo ilcompositore Jon Burlingame incarna “il vero spirito di collaborazione, l’impresa eroica, l’incre-dibile sforzo dei preparativi che precedono ogni evento sportivo e gli applausi che ne scatu-riscono”. la fanfara con cui si apre l’inno (essenzalmente bipartita e i cui ottoni rapsodici etrionfali, accompagnati da glockenspiel e vibrafono, ritroveremo identici vent’anni dopo nellepartiture dei film di Harry Potter) è caratterizzata da un lato dal motivo triadico degli ottoni increscendo, dall’altro lato dalla risposta vigorosa delle sole trombe supportata da un pedale diottoni che ne accentua l’entusiasmo già incalzante. Dopo una breve ripetizione, un crescendodell’accordo finale conduce al vero e proprio tema olimpico, disegnato da archi e corni ecce-zionalmente luminosi a cui trombe e fiati rispondono a tono, quasi a voler omaggiare l’eroicamelodia. la trasformazione tematica passa quindi ai legni e agli archi finché un episodio“ponte”, incanalato su un ritmo sincopato retto nuovamente da corni e glockenspiel ci conducead un veloce sviluppo in crescendo e a una ripresa del tema in cui agli ottoni si affiancano fi-nalmente le percussioni. In un ostinato ritmico che è pura magnificenza e allo stesso tempoinvito a superare i limiti dell’uomo, il pezzo si avvia ad una coda emozionante in cui i frammentitematici della seconda sezione ritornano ai corni e alle trombe esaltando quanto più possibilei fasti della celebrazione.

Dmitrij Šostakovič – Sinfonia n. 6 in si minore op. 54 (1939)concepita verso la fine del 1937 come una monumentale “Sinfonia-Lenin” per solisti, coro e or-chestra, la Sesta sinfonia vide la luce solo due anni dopo segnando la fine di un periodo di in-tensa crisi creativa per l’autore (eccezion fatta, se si vuole, per alcune colonne sonore, la JazzSuite n.2 e il Quartetto d’archi n.1). Questo capolavoro, che a prescindere dai propri natali sipresenta a noi oggi in una veste puramente strumentale, si contrappone energicamente allaQuinta Sinfonia n. 5 (“replica contro una giusta critica” con la quale Šostakovič volle risponderealla stroncatura che la Pravda aveva rivolto alla sua Lady Macbeth del Distretto di Mcensk), equesto tanto nella forma quanto negli intenti e nel sentimento musicale. In occasione di un’in-tervista Šostakovič dichiarò infatti che “il carattere musicale della Sesta sinfonia è molto diversodall’ambientazione e dal tono emozionale della Quinta, caratterizzata com’era da momenti ditensione e tragedia. nella mia ultima sinfonia predomina una musica d’ordine lirico e contem-plativo, poiché volevo personificare in essa stati d’animo legati alla primavera, alla giovinezza

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Note al Concerto

e alla gioia”. l’opera inizia in maniera poco convenzionale, con un Largo eccezionalmente lungoe di carattere estremamente introspettivo in cui l’ascoltatore vaga attraverso la silente e mag-matica oscurità di numerosi gruppi tematici il cui sviluppo è spesso svincolato da una più ca-nonica forma-sonata. Inoltre, i due temi principali sono sì passati al setaccio di uncontrappunto neo-bachiano, ma come ricorda Kristian Hibberd qui non siamo dinnanzi a unesercizio di stile o a un neoclassicismo di tipo stravinskiano, bensì ad una rappresentazionestessa del microcosmo intimo di Šostakovič, un mondo interiore ricco di armonie e di fram-menti al contempo placidi e lacerati che troverà la sua massima espressione nell’elegiaco Quar-tetto per archi n. 15. Il primo movimento conduce quindi a una sezione di profondo contrastoin cui una serie di “recitativi” affidati al corno inglese su un tappeto di trilli sostenuti conducedapprima a un breve sviluppo e poi a una coda strutturata su forme tronche degli elementid’apertura. lo Scherzo che segue (Presto) è altrettanto imprevedibile tanto nella forma (asso-lutamente non classica, mancando infatti della consueta struttura canzone-trio) quanto nelcontenuto. Dopo un incipit di un’innocenza quasi fanciullesca, il tempo procede sommandovia via tetre e oscure ironie che, mischiandosi in una tavolozza orchestrale sapientemente con-dita tra cielo e Inferno, si snodano in uno sviluppo che è pura manifestazione del classico sar-casmo tragicomico à la Šostakovič. Infine, l’Allegro conclusivo sembra essere concepito perstrappare l’ascoltatore dall’acerba ironia dello scherzo ad enfasi mistiche, moti di spirito e ane-liti all’assoluto intrisi però di dubbiosa e al contempo ironica incertezza, e questo dall’iniziodel movimento (incerto e zoppicante quasi a svelare prematuramente le intenzioni dell’autore)fino al rutilante crescendo in gallop da operetta del finale.

Arthur Honegger – Movimento sinfonico n. 2 (Rugby) (1928)Dalla Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven alla Sinfonia Fantastica di Berlioz, dai Poemi sinfonicilisztiani a Jeux di Debussy al primo Schonberg, il descrittivismo musicale (e cioè l’utilizzo diforme musicali con il fine di narrare racconti o eventi di varia natura) è una tentazione a cuipochi compositori sono riusciti a resistere. ma quel che in Beethoven era un invito a esplorarecerti luoghi reconditi dell’anima, in liszt e Berlioz una narrazione fantastica “a programma” ein Debussy una “foresta di simboli” di baudelairiana memoria, in Honegger invece assume icontorni di un espressionismo sonoro che è pura celebrazione della contemporaneità. già au-tore di Pacific 231 (1923), movimento sinfonico dedicato a una famosa locomotiva (ma atten-zione, perché secondo lo stesso autore “quello che ho cercato di fare in Pacific non èl’imitazione dei rumori della locomotiva ma la traduzione di un’impressione visiva e di un go-dimento fisico in una costruzione musicale), Honegger colse l’occasione di Rugby (1928) percelebrare un altro aspetto tipico della vita moderna: quello sportivo. costruito in un solotempo, questo piccolo capolavoro si ispira per intero ai tempi scattanti, all’enfasi e alla pro-spettiva aritmetica del gioco. Sebbene in apparenza sembri essere assente qualunque orga-nizzazione ritmica, il tempo sincopato e il vigore delle dinamiche e dei timbri conferiscono almovimento un dinamismo estremo. la forma è quella di un rondò in cui i due temi principalipossono essere rassimilati al pallone ovale che fasce opposte di strumenti si contendono inun gioco appassionato di scambi, incursioni e contropiedi.

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Note al Concerto

Sergej Rachmaninoff - Danze sinfoniche op. 45 (1940)Scritte inizialmente per pianoforte a quattro mani (e in tale veste eseguite per la prima voltadall’autore in compagnia di un partner d’eccezione quale Vladimir Horowitz), le Danze sinfo-niche rappresentano in un certo qual modo l’apice della produzione orchestrale del composi-tore e al contempo il suo commiato dalla musica e dal mondo (in calce al manoscrittorachmaninov vergò infatti di proprio pugno un laconico “ti ringrazio, Signore”). Sebbene nonsi possa parlare espressamente di testamento spirituale, l’ultima partitura composta dal mae-stro presenta tutti gli elementi caratteristici della sua arte: una ricchissima palette di storie,umori e sentimenti a cui attinge un’orchestra estremamente ampia e diversificata (soprattuttonella sezione percussiva), l’utilizzo di motivi di origine folklorica, l’autocitazione di temi e fra-seggi tratti da precedenti composizioni (in particolare il Vespro e la Sinfonia n. 1), per non par-lare del fantasmagorico e onnipresente Dies Irae gregoriano, vero e proprio leitomotiv che nelcatalogo del compositore (dalla cantata Le campane a L’isola dei morti, dalla Rapsodia su untema di Paganini alla Sinfonia n. 3) riaffiora qua e là come un tetro fiume sotterraneo. Divise intre tempi le Danze si aprono su un Non allegro edificato su un inciso di tre note discendentiche, presentato dapprima dai legni (su un tenue e suadente incedere dei violini), si fa via viapiù energico e impetuoso fino a sfociare in una sezione di estremo impatto ritmico e coreo-grafico. Una breve transizione introdotta dall’oboe ci conduce quindi alla sezione centrale,nella quale l’elegia lirica di un sax contralto emerge su un tappeto di legni per poi passare iltema agli archi prima dell’infuocata ripresa. l’Andante con moto, per contro, è una vera e pro-pria dance macabre di reminiscenza tardo-ottocentesca in cui il tema principale (suadente elanguido come una tenue serata autunnale), arricchito com’è da intrecci di colore e frequentimetamorfosi timbriche (legni, poi violino solista, poi corno inglese e violoncelli), fin dalle primanote assume tutta l’enfasi di un invito alla danza a cui è impossibile sottrarsi. Infine, dopo unLento assai introduttivo caratterizzato nuovamente da un tema oscuro discendente, l’Allegrovivace del finale contrappone al valzer precedente un ritmo di danza spagnola che, strutturatosu un’alternanza di tempi pari e dispari di odore a dir poco “mefistofelico”, e sostenuto da unatessitura orchestrale carica di espressività e soluzioni ad effetto (si pensi ai glissando dei violinie delle arpe sincronizzati con le scale cromatiche dei legni), conduce dapprima a un ampiosviluppo e quindi a una ripresa in cui il tema principale si palesa finalmente come il Dies Iraegregoriano, il cui carattere a dir poco apocalittico, contrapponendosi all’estrema vitalità e lu-minosità dei movimenti precedenti, ci introduce a una visuale retrospettiva in cui l’autore sem-bra prendere commiato dall’attualità della sua arte ancor prima che dalla vita.

michele mannucci

aIX en ProVence – Festival di Pasqua • 11 aprile 2015 ore 20.30FILARMONICA TEATRO REGIO TORINO gianandrea noseda direttore • Khatia Buniatishvili pianoforteS. Rachmaninoff – concerto per pianoforte n.2 in do minore, op.18N. Rimski-Korsakov - Shéhérazade, op. 35

La Filarmonica in tournée

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