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EVANGELIUM VITAE Il valore e l’inviolabilità della vita umana Lettera enciclica di Giovanni Paolo II CAP. IV L’avete fatto a me Per una nuova cultura della vita umana

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EVANGELIUM VITAE

Il valore e l’inviolabilità della vita umana

Lettera enciclicadi Giovanni Paolo II

CAP. IV L’avete fatto a me

Per una nuova cultura della vita umana

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“Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose” (1Pt 2,9):

il popolo della vita e per la vita

La Chiesa ha ricevuto il Vangelo come annuncio e fonte di gioia e di salvezza

• L’ha ricevuto in dono da Gesù, invito dal Padre “per annunciare ai poveri un lieto messaggio” (Lc 4, 18)

• L’ha ricevuto mediante gli Apostoli da Lui mandati in tutto il mondo (Mc 16, 15; Mt 28 19-20)

• Nata da questa azione evangelizzatrice, la Chiesa sente risuonare in se stessa ogni giorno la parola dell’Apostolo: “Guai a me se non predicassi il Vangelo” (1 Cor 9, 16)

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“Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose” (1Pt 2,9):

il popolo della vita e per la vita

• L’evangelizzazione comporta inscindibilmente le dimensioni dell’annuncio, della celebrazione e del servizio della carità

• E’ un atto profondamente ecclesiale che chiama in causa tutti i diversi operai del Vangelo, ciascuno secondo i propri carismi e il proprio ministero

• Così è anche quando si tratta di annunciare il Vangelo della vita, parte integrante del Vangelo che è Gesù Cristo

• Di questo Vangelo noi siamo al servizio e siamo inviati a proclamarlo

• Nutriamo perciò umile e grata coscienza di essere il popolo della vita e per la vita e in tale modo ci presentiamo davanti a tutti

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“Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose” (1Pt 2,9):

il popolo della vita e per la vita

• Siamo il popolo della vita perché Dio, nel suo amore gratuito, ci ha

donato il Vangelo della vita e noi da questo stesso Vangelo siamo

stati trasformati e salvati. Siamo stati riconquistati dall’“autore

della vita” (At 3, 15) a prezzo del suo sangue prezioso (1 Cor 6,20;

7,23; 1Pt 1,19) e mediante il lavacro battesimale siamo stati inseriti

in lui (Rm 6,4-5; Col 2,12) come rami che dall’unico albero traggono

linfa e fecondità (Gv 15,5)

• Rinnovati interiormente dalla grazia dello Spirito, “che è Signore e

dà la vita”, siamo diventati un popolo per la vita e come tali siamo

chiamati a comportarci

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“Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose” (1Pt 2,9):

il popolo della vita e per la vita

• Siamo mandati: essere al servizio della vita è un dovere che nasce dalla coscienza di essere il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose (1 Pt 2,9). Nel nostro cammino ci guida e ci sostiene la legge dell’amore: è l’amore di cui è sorgente e modello il Figlio di Dio fatto uomo

• Siamo mandati come popolo: l’impegno a servizio della vita grava su tutti e su ciascuno. E’ una responsabilità “ecclesiale” che esige l’azione concreta e generosa di tutti i membri e di tutte le articolazioni della comunità cristiana. Il compito comunitario non elimina né diminuisce la responsabilità della singola persona, alla quale è rivolto il comando del Signore a “farsi prossimo” di ogni uomo: “Va e anche tu fa lo stesso” (Lc 10, 37)

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IL POPOLO DELLA VITA E PER LA VITA

Del Vangelo della vita, parte integrante del Vangelo che è il Signore Gesù, noi siamo al servizio e siamo chiamati ad annunciarlo e proclamarlo

Noi siamo il popolo della vita perché Cristo ci ha donato il Vangelo della vita e da esso siamo stati trasformati e salvati

Noi siamo il popolo per la vita perché rinnovati interiormente dalla grazia dello Spirito, che è il Signore e dà la vita

Come tali siamo chiamati a comportarci

Siamo pertanto mandati e siamo mandati come popolo: responsabilità ecclesiale e responsabilità della singola persona

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E’ l’annuncio di Gesù ad essere annuncio della vita

Gesù è “il Verbo della vita” (1 Gv 1,1)

In lui “la vita si è fatta visibile” (1 Gv 1,2)

Lui stesso “è la vita eterna, che era presso il Padre e si è fatta visibile a noi”(1 Gv 1,2)

“Quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunziamo anche a voi” (1 Gv 1,3):

annunciare il Vangelo della vita

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“Quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunziamo anche a voi” (1 Gv 1,3):

annunciare il Vangelo della vita

Si tratta di annunciare anzitutto il centro di questo Vangelo

• è annuncio di un Dio vivo e vicino, che ci chiama ad una profonda comunione con sé e ci apre alla speranza certa della vita eterna; è affermazione del legame che intercorre tra la vita e la corporeità della persona,

• è presentazione della vita umana come vita di relazione, dono di Dio e frutto del suo amore

• è proclamazione dello straordinario rapporto di Gesù con ciascun uomo che consente di riconoscere in ogni volto umano il volto di Cristo

• è indicazione del “dono sincero di sé”, quale compito e luogo di realizzazione piena della propria libertà

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“Quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunziamo anche a voi” (1 Gv 1,3):

annunciare il Vangelo della vita

Si tratta di additare tutte le conseguenze di questo Vangelo

• la vita umana (dono di Dio) è sacra e inviolabile e per questo sono inaccettabili: l’aborto procurato e l’eutanasia

• la vita umana non deve essere soppressa e va protetta con ogni amorosa attenzione

• la vita trova il suo senso nell’amore ricevuto e donato, nel cui orizzonte attingono piena verità la sessualità e la procreazione

• in questo amore anche la sofferenza e la morte hanno un senso e, pure permanendo il mistero che le avvolge, possono diventare eventi di salvezza

• il rispetto per la vita esige che la scienza e la tecnica siano sempre ordinate all’uomo e al suo sviluppo integrale

• l’intera società deve rispettare, difendere e promuovere la dignità di ogni persona umana, in ogni momento e condizione della sua vita

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“Quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunziamo anche a voi” (1 Gv 1,3):

annunciare il Vangelo della vita

Si tratta di “annunziare la parola, insistere in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonire, rimproverare, esortare con ogni magnanimità e

dottrina” (2 Tm 4,2)

Questa esortazione deve risuonare nel cuore di quanti, nella Chiesa, partecipano più direttamente a diverso titolo alla sua missione di “maestra” di verità:

• vescovi - vigilare sulla trasmissione integra e fedele dell’insegnamento e preservare i fedeli da ogni dottrina contraria

• facoltà teologiche-seminari-diverse istituzioni cattoliche - diffondere, illustrare e approfondire la sana dottrina

• teologi-pastori-catechisti-tutti coloro che svolgono compiti di insegnamento e formazione delle coscienze - non tradire mai la verità esponendo idee personali contrarie al Vangelo della vita quale il Magistero propone

• nel dialogo personale - testimoniare come il messaggio cristiano illumina pienamente l’uomo e il significato del suo essere ed esistere; punti di incontro e dialogo con i non credenti, tutti insieme impegnati per una nuova cultura della vita

Nell’annunciare questo Vangelo dobbiamo rifiutare ogni compromesso e ambiguità, dobbiamo essere nel mondo ma non del mondo (Gv 15, 19; 17, 16) con la forza che viene da Cristo che con la sua morte e risurrezione ha vinto il mondo (Gv 16, 33)

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ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA VITA

E’ l’annuncio di Gesù ad essere annuncio della vita

Si tratta di annunciare il centro di questo Vangelo: un Dio vivo e vicino, che ci chiama ad una profonda comunione con sé, che ci apre alla speranza della vita eterna

Si tratta di additare tutte le conseguenze di questo stesso Vangelo: la vita umana è sacra ed inviolabile, l’aborto procurato e l’eutanasia sono inaccettabili, la vita umana va protetta con ogni attenzione, la vita ha il suo senso nell’amore ricevuto e donato, la sofferenza e la morte hanno il loro senso pure essendo nel mistero, la scienza e la tecnica devono essere ordinate all’uomo, l’intera società deve rispettare la dignità della persona in ogni momento e condizione della sua vita

Dobbiamo proporre questi contenuti fin dal primo annuncio del Vangelo e nella catechesi, nelle diverse forme di predicazione, nel dialogo personale ed in ogni forma educativa

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“Ti lodo perché hai fatto di me come un prodigio” (Sal 139[138], 14): celebrare il Vangelo della vita

Il nostro annuncio deve diventare una vera e propria celebrazione del Vangelo della vita

A tal fine urge coltivare in noi e negli altri uno sguardo contemplativo

• è lo sguardo che nasce dalla fede nel Dio della vita che ha creato ogni uomo facendolo come un prodigio (Sal 139[138])

• è lo sguardo di chi vede la vita nella sua profondità, cogliendone le dimensioni di gratuità, di bellezza, di provocazione alla libertà e responsabilità

• è lo sguardo di chi non pretende di impossessarsi della realtà ma la accoglie come un dono, scoprendo in ogni cosa il riflesso del Creatore e in ogni persona la sua immagine vivente (Gn 1, 27; Sal 8, 6)

• è lo sguardo di chi si lascia interpellare dalla malattia, dalla sofferenza, dalla marginalità e dalla morte per andare alla ricerca di un senso

Tale sguardo ci rende capaci di venerare ed onorare ogni uomo

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“Ti lodo perché hai fatto di me come un prodigio” (Sal 139[138], 14): celebrare il Vangelo della vita

Celebrare il Vangelo della vita significa celebrare il Dio della vita

il Dio che dona la vita, la Vita Eterna da cui procede ogni altra vita, la Vita Divina che vivifica e conserva la vita, la Vita che ci converte e che ci richiama a sé se ci

accade di abbandonarla, la Vita che ci promette di condurci anima e corpo all’immortalità, il Principio di Vita, la Causa e Sorgente unica di Vita, la Vita che

trabocca vita (Pseudo-Dionigi l’Areopagita)

• nella preghiera quotidiana, individuale e comunitaria: lodiamo e benediciamo Dio nostro Padre che ci ha tessuti nel seno materno e ci ha visti ed amati quando ancora eravamo informi - ci ha fatti come un prodigio (Sal 139) - ci ha conferito una dignità quasi divina (Sal 8, 6-7) - stupore e gratitudine per per la vita ricevuta in dono

• nelle celebrazioni liturgiche: i Sacramenti, segni efficaci della presenza e dell’azione salvifica del Signore Gesù: essi ci rendono partecipi della vita divina, assicurandoci l’energia spirituale necessaria per realizzare nella sua piena verità il significato del vivere, del soffrire e del morire. La celebrazione dei Sacramenti è sempre più in grado di esprimere la verità piena sulla nascita, la vita, la sofferenza e la morte aiutando a vivere queste realtà come partecipazione al Mistero pasquale di Cristo morto e risorto

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“Ti lodo perché hai fatto di me come un prodigio” (Sal 139[138], 14): celebrare il Vangelo della vita

• nell’esistenza quotidiana vissuta nell’amore per gli altri e nella donazione di se stessi:

• gesti di donazione spesso umili e nascosti compiuti da uomini e donne, bambini e adulti, giovani e anziani, sani ed ammalati

• gesti eroici, che sono la celebrazione più solenne del Vangelo della vita perché lo proclamano con il dono totale di sé, sono la manifestazione luminosa del grado più elevato di amore, che è dare la vita per la persona amata (Gv 15, 13); sono la partecipazione al mistero della Croce, nella quale Gesù svela quanto valore abbia per lui la vita di ogni uomo e come questa si realizzi in pienezza nel dono di sé.

• eroismo del quotidiano, fatto di piccoli e grandi gesti di condivisione che alimentano un’autentica cultura della vita (donazione degli organi compiuta in forma eticamente accettabile, madri che si dedicano senza riserve alla propria famiglia)

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CELEBRARE IL VANGELO DELLA VITA

L’annuncio deve diventare celebrazione del Vangelo della vita

A tal fine occorre avere uno sguardo contemplativo che ci rende capaci di venerare ed onorare ogni uomo

Celebrare il Dio della vita nella preghiera quotidiana individuale e comunitaria

Celebrare il Dio della vita nelle celebrazioni liturgiche - Sacramenti

Celebrare il Dio della vita nell’esistenza quotidiana vissuta nell’amore per gli altri e nella donazione di sé

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“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere fede ma non le opere?” (Gc 2, 14): servire il Vangelo della vita

Il sostegno e la promozione della vita umana devono attuarsi mediante il servizio della carità, che si esprime nella testimonianza personale, nelle diverse forme di volontariato, nell’animazione sociale e nell’impegno politico.

Nel servizio della carità c’è un atteggiamento che ci deve animare e contraddistinguere: dobbiamo prenderci cura dell’altro in quanto persona affidata da Dio alla nostra responsabilità.

Come discepoli di Gesù siamo chiamati a farci prossimi di ogni uomo (Lc 10, 29-37), riservando una speciale preferenza a chi è povero, solo e bisognoso.

“Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25, 40)

Si tratta di prendersi cura di tutta la vita e della vita di tutti, si tratta di andare sino alle radici stesse della vita e dell’amore

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“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere fede ma non le opere?” (Gc 2, 14): servire il Vangelo della vita

Strutture di servizio alla vita e strutture di accompagnamento alla vita

ambienti nei quali la sofferenza, il dolore e la morte vengono riconosciuti ed interpretati nel loro significato umano e specificatamente cristiano

• centri per i metodi naturali di regolazione alla fertilità

• consultori matrimoniali e familiari

• centri di aiuto alla vita e le c a s e o i c e n t r i d i accoglienza della vita

• comunità di recupero per i tossicodipendenti

• comunità di alloggio per i minori, per i malati mentali

• centri di cura e accoglienza per i malati di AIDS

• coperative di solidarietà per i disabili

• anziani, malati terminali, cure palliative

• ospedali, cliniche e case di cura

• famiglie

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“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere fede ma non le opere?” (Gc 2, 14): servire il Vangelo della vita

Persone generosamente disponibili e profondamente consapevoli di quanto decisivo sia il Vangelo della vita per il bene dell’individuo e della società

custodi e servitori della vita umana

• operatori sanitari

• medici

• infermieri

• cappellani

• religiosi e religiose

• amministratori

• volontari

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“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere fede ma non le opere?” (Gc 2, 14): servire il Vangelo della vita

La politica per la vita

• forme di animazione sociale e impegno politico (singoli, famiglie, gruppi, realtà associative): elaborazione di progetti culturali, economici, politici e legislativi che, nel rispetto di tutti e della convivenza democratica, contribuiscono ad edificare una società nella quale la dignità di ogni persona sia riconosciuta e tutelata, e la vita di tutti sia difesa e promossa

• responsabili della cosa pubblica chiamati a servire l’uomo e il bene comune, devono compiere scelte a favore della vita, specie nell’ambito delle disposizioni legislative. Una norma che viola il diritto naturale alla vita di un innocente si pone radicalmente contro il bene del singolo e contro il bene comune e non può avere valore di legge civile moralmente obbligante. La Chiesa incoraggia i politici a compiere scelte che portino a ristabilire un ordine giusto nell’affermazione e promozione del valore della vita

• politica familiare deve essere perno e motore di tutte le politiche sociali, sostegno alle famiglie, politiche lavorative, urbanistiche, abitative e dei servizi che promuovano la cura dei bambini e degli anziani

• problematica demografica: è moralmente inaccettabile che per regolare le nascite si incoraggi o si imponga l’uso di mezzi come la contraccezione, la sterilizzazione o l’aborto. Creare condizioni economiche, sociali, sanitarie e cultura che consentano ai coniugi di fare le loro scelte in piena libertà e responsabilità.

• economia di comunione e di condivisione dei beni sul piano nazionale e su quello internazionale

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SERVIRE IL VANGELO DELLA VITA

Si tratta di un servizio della carità: prendersi cura dell’altro e farci prossimi di ogni uomo

Strutture di servizio alla vita e strutture di accompagnamento alla vita ambienti nei quali la sofferenza, il dolore e la morte vengono riconosciuti ed interpretati nel loro significato umano e specificatamente cristiano

Persone generosamente disponibili e profondamente consapevoli di quanto decisivo sia il Vangelo della vita per il bene dell’individuo e della società: custodi e servitori della vita umana

La politica per la vita

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ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA VITA

CELEBRARE IL VANGELO DELLA VITA

SERVIRE IL VANGELO DELLA VITA

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ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA VITA

CELEBRARE IL VANGELO DELLA VITA

SERVIRE IL VANGELO DELLA VITA

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ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA VITA

CELEBRARE IL VANGELO DELLA VITA

SERVIRE IL VANGELO DELLA VITA

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ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA VITA

CELEBRARE IL VANGELO DELLA VITA

SERVIRE IL VANGELO DELLA VITA

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Nel servizio della carità c’è un atteggiamento che ci deve animare e contraddistinguere: dobbiamo prenderci cura dell’altro in quanto persona affidata da Dio alla nostra responsabilità

IL MEDESIMO SERVIZIO DELLA CARITA’ IN CONTESTI DIFFERENTI

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“Dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo” (Sal 126[125], 3):

la famiglia “santuario della vita”

All’interno del popolo della vita e per la vita decisiva è la responsabilità della famiglia - chiesa domestica

la famiglia è santuario della vita: società che ama e accoglie la vita

• annuncia il Vangelo della vita attraverso l’educazione dei figli: dono sincero di sé, coltivare il rispetto per l’altro, il senso della giustizia, l’accoglienza, il dialogo, il servizio generoso e la solidarietà, insegnare e testimoniare ai figli il vero senso del soffrire e del morire con atteggiamenti di vicinanza, assistenza e condivisione verso sofferenti ed anziani

• celebra il Vangelo della vita con la preghiera quotidiana individuale e familiare e nell’esistenza quotidiana fatta di amore e donazione

• serve il Vangelo della vita con la solidarietà nelle azioni piccole e umili di ogni giorno. Adozione e affidamento. Adozione a distanza.

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“Dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo” (Sal 126[125], 3): la famiglia “santuario della vita”

Gli anziani

• L’emarginazione o addirittura il rifiuto sono intollerabili

• La loro presenza in famiglia o almeno la vicinanza ad essi della famiglia sono fondamentali

• conservare una sorta di “patto tra le generazioni”: i genitori anziani trovano nei figli l’accoglienza e la solidarietà che essi hanno avuto nei loro confronti quando si affacciavano alla vita. Lo esige il comandamento divino “onora il padre e la madre” (Es 20, 12; Lv 19, 3)

• L’anziano non è solo oggetto di attenzione, vicinanza e servizio, ma anch’egli ha un prezioso contributo da portare al Vangelo della vita grazie al ricco patrimonio di esperienza acquisito è dispensatore di sapienza, testimone di speranza e di carità

Perché possa realizzare la sua vocazione di “santuario della vita” è necessario e urgente che la famiglia sia aiutata e sostenuta dalla società (con politiche anche economiche) e dalla Chiesa (pastorale familiare)

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“Comportatevi come i figli della luce” (Ef 5,8): per realizzare una svolta culturale

Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita mediante una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico

formazione della coscienza morale circa il valore incommensurabile e inviolabile di ogni vita umana

• Scoprire il nesso tra vita e libertà: dove è violato uno, anche l’altro è violato. Non c’è libertà vera dove la vita non viene accolta e amata e non c’è vita piena se non nella libertà. L’amore come dono sincero di sé è il senso più vero della vita e della libertà della persona

• Riscoperta del legame costitutivo che unisce la libertà e la verità: sradicare la libertà dalla verità oggettiva rende impossibile fondare i diritti della persona su una solida base razionale e pone le premesse perché si affermino l’arbitrio irragionevole dei singoli o il totalitarismo del pubblico potere

E’ essenziale che l’uomo riconosca l’originaria evidenza della sua origine di creatura che ricevere da Dio l’essere e la vita come un dono e un compito: solo ammettendo questa dipendenza da Dio l’uomo può realizzare in pienezza la sua vita e la sua libertà e insieme rispettare sino in fondo la vita e la libertà di un’altra persona. Se si nega Dio e si vive come se Egli non esistesse si finisce per negare o compromettere la dignità della persona umana e l’inviolabilità della sua vita

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“Comportatevi come i figli della luce” (Ef 5,8): per realizzare una svolta culturale

Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita mediante una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico

opera educativa che introduce sempre più profondamente l’uomo nella verità, lo indirizza verso un crescente rispetto della vita, lo forma alle giuste relazioni tra le

persone

• giovani -> educazione alla sessualità e all’amore, formazione alla virtù della castità

• formazione dei coniugi alla procreazione responsabile -> rispettare le leggi biologiche iscritte nelle loro persone, riscorso a metodi naturali di regolazione della fertilità

• sofferenza e morte -> aiutare ciascuna persona a coglierne, nella concreta e dura realtà, il mistero profondo. Viverle in stretta connessione con l’amore ricevuto e donato. “Indole salvifica dell’offerta della sofferenza, che vissuta in comunione con Cristo appartiene all’essenza stessa della redenzione”. La morte è la porta dell’esistenza che si spalanca sull’eternità e per chi la vive in Cristo è esperienza di partecipazione al suo mistero di morte e risurrezione.

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“Comportatevi come i figli della luce” (Ef 5,8): per realizzare una svolta culturale

Tutti hanno un ruolo da svolgere nella mobilitazione per una nuova

cultura della vita: famiglie, insegnati, educatori, intellettuali

cattolici (scuola, università, ambienti di ricerca scientifica e tecnica,

luoghi di creazione artistica ed elaborazione umanistica), Pontificia

Accademia per la Vita, operatori dei mass media, le donne

(testimoniare il senso dell’amore autentico, accoglienza, maternità

e dono), le donne che hanno fatto ricorso all’aborto

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REALIZZARE UNA SVOLTA CULTURALE

• formazione della coscienza morale: l’uomo è una creatura che ricevere da Dio l’essere e la vita come un dono e un compito

• grande opera educativa: educare al valore della vita cominciando dalle sue stesse radici

• assumere un nuovo stile di vita: tutti hanno un ruolo da svolgere

• La preghiera e il digiuno sono le armi più potenti contro le forze del male (Mt 4, 1-11). E’ urgente una grande preghiera per la vita con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale per ottenere che la forza che viene dall’Alto faccia crollare i muri di inganni e menzogne e sveli la natura perversa di comportamenti e leggi ostili alla vita

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“Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta” (1 Gv 1,4):

il Vangelo della vita è per la città degli uomini

La rivelazione del Vangelo della vita ci è data come bene da comunicare a tutti: perché tutti gli uomini siano in comunione con noi e con la Trinità (1 Gv 1,3)

Il Vangelo della vita non è esclusivamente per i credenti: è per tutti

La questione della vita e della sua difesa e promozione, anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, appartiene ad ogni coscienza umana che aspira alla verità

Quando la Chiesa dichiara che il rispetto incondizionato del diritto alla vita di ogni persona innocente - dal concepimento alla sua morte naturale - è uno dei pilastri su cui si regge ogni società civile, essa vuole semplicemente promuovere uno stato umano, ovvero uno stato che riconosca come suo primario dovere la difesa dei diritti fondamentali della persona umana, specialmente quella più debole

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“Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta” (1 Gv 1,4):

il Vangelo della vita è per la città degli uomini

Il Vangelo della vita è per la città degli uomini -> agire a favore della vita è contribuire al rinnovamento della società mediante l’edificazione del bene comune:

• non è possibile costruire il bene comune senza tutelare il diritto alla vita

• non può avere solide basi una società che accetta o tollera le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana

• solo il rispetto della vita può fondare e garantire i beni più preziosi e necessari della società, come la democrazia e la pace

Non ci può essere vera democrazia se non si riconosce la dignità di ogni persona e non se ne rispettano i diritti

Non ci può essere vera pace se non si difende e promuove la vita

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Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio (cfr Gen 4, 10). Lo sviluppo della cosiddetta eutanasia fa sì che le persone anziane e gli infermi inizino a sentirsi un peso eccessivo per le loro famiglie e la società in generale. Siamo anche preoccupati dello sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché la manipolazione della vita umana è un attacco ai fondamenti dell’esistenza dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Riteniamo che sia nostro dovere ricordare l’immutabilità dei principi morali cristiani, basati sul rispetto della dignità dell’uomo chiamato alla vita, secondo il disegno del Creatore.

dal Testo della Dichiarazione comune firmata all’Avana da Papa Francesco e il Patriarca Kirill , 12/02/2016

La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. (…) Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano oramai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica.

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“Se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”

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Non scorgi il mio volto anche se di gioia brillano, morti, i tuoi occhi.

Mi riconosci - quando il cielo s’innazzurra - per la carezza lieve e fraterna della mia mano deforme sui tuoi capelli.

Così, senza parole, ti dico: “sono qui, ti voglio bene”. E attendo il tuo balbettio a me dolcissimo: “na… nana… nana… na” o il tuo pianto.

Senza parole è comunione d’amore di due ottantenni, l’una all’altra testimoni di speranza.

“Na… nana… nana… na” balbetti. Io ti dono un sorriso, la tenerezza, d’un gesto d’amicizia. Un povero nulla!

S’innazzurra il cielo. Domani sarà il nostro tramonto. Oggi? E’ l’ultimo chiarore del Sole. Anche un nulla può essere Amore

Germana Sommaruga Fondatrice dell’Istituto Secolare

Missionarie degl’Infermi Cristo Speranza

Accanto alle indispensabili cure cliniche, occorre offrire ai malati gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di costante

incoraggiamento (Benedetto XVI, discorso durante la visita

all’Hospice Sacro Cuore - Roma, 13 dicembre 2009)