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TRAMA

Channon MacRea ha studiato per parecchi anni il leggendarioArazzo del Drago, dedicando giorni e no a decifrare gli oscurisimboli dell’inglese anco.Poi una sera apparve l’aascinante Sebasan, che dichiara di averela chiave per risolvere il mistero dell’Arazzo.Magnicamente tatuato e con la pelle marcata da intricate cicatricidi guerra, lui dichiara di essere un cacciatore di draghi intrappolato

tra due mondi.Per Channon l’unico modo per scoprire nalmente i segre diquegli intrica disegni è seguire quel seducente straniero in unaltro fantasco mondo per vivere un’avventura magica, pericolosaed eroca.

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Correzioni linguische e forma digitali

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CAPITOLO UNO

Richmond, Virginia

“Sii genle con i draghi, che sono croccan quando li arrossci e li assaggi con ilketchup.” La Dooressa Channon MacRae fece una pausa nelle sue annotazioni

ed inarcò un sopracciglio davan a quello strano commento. Era stata davan alfamoso Arazzo del Drago per ore, tentando di decifrarne gli anchi simboli inglesied in tuo quel tempo nessuno l'aveva disturbata.

Nessuno no ad allora.Con il suo sguardo più irritato, allontanò la penna dal block notes e si girò. Ed allora

rimase a bocca aperta.Lì non c’era un bambino fasdioso o irrispeoso. Lì c’era un alto, stupefacente dio

sexy che dominava la sala del piccolo museo con una presenza così potente che simeravigliava di come avesse potuto entrare nell’edicio senza scuoterlo n dallefondamenta.

Mai in tua la sua vita aveva contemplato qualcosa come lui o come il sorrisoseducente che le indirizzò. Per Dio, lei non riusciva a distogliere gli occhi da lui.

Era alto quasi due metri, superando abbondantemente la sua altezza media. I suoilunghi capelli neri erano stre in una lucente coda di cavallo, indossava un costosocompleto nero fao su misura ed un soprabito che sembrava in disaccordo con i

suoi capelli poco ortodossi, ma che si adaava perfeamente alla sua aura regale.Ma la cosa più parcolare di tue era il tatuaggio che copriva la parte sinistra del

suo viso. Una spirale, di un evanescente verde oscuro, si curvava dall’aaccatura deicapelli no al mento come un simbolo anco.

In chiunque altro quel segno sarebbe sembrato stravagante o strano, maquest’uomo lo portava con dignità e portamento - come un orgoglioso dirio dinascita.

Ma furono i suoi occhi ad incantarla di più. Di un profondo verde dorato, eranocolmi di un’intelligenza calda e di una vitalità che la lasciarono completamente senzaato.

Il suo ampio sorriso era contemporaneamente giovanile ed arrogante, ed eraincorniciato da due fossee che la aascinarono.

“Ti ho lasciato senza parole, eh?”Lei amò il suono della sua voce che aveva un accento che non riuscì a

riconoscere. Sembrava un miscuglio di greco e di inglese. Per non dire che era

profonda e provocante.“Non del tuo senza parole” disse lei, resistendo al desiderio di ricambiare il suo

sorriso. “Sto solo chiedendomi Perché abbia deo una cosa simile.”

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Lui alzò spensieratamente le larghe spalle mentre il suo sguardo dorato scendevaalle sue labbra, facendole venire voglia di inumidirsele. Peggio, la sua prolungataocchiata fece correre un brivido di desiderio araverso di lei.

Improvvisamente, in quella piccola sala fece così straordinariamente caldo che leitemee che si appannassero i vetri della galleria.

Lui si portò indierentemente le mani alla schiena, anche se sembrava pronto

all'azione, come se fosse preparato ed in allerta per confrontarsi con chiunquevolesse minacciarlo.

Che strana immagine ….Quando lui parlò un'altra volta, la sua voce profonda fu ancora più seducente ed

araente di quanto lo era stata prima, quasi come se stesse tessendo un magicoincantesimo aorno a lei.

“Avevi le sopracciglia così aggroate mentre ssavi l'arazzo, che mi sono

domandato come sares stata con un sorriso.”Oh!, quell'uomo era un seduore. E troppo sicuro del suo aspeo, a giudicare dalsuo aeggiamento arrogante. Non c'era dubbio che lui potesse avere qualunquedonna che arasse la sua aenzione.

Channon deglu a quel pensiero e lanciò un'occhiata al suo maglione marrone acoste e ai suoi pantaloni che non erano così stre come deava la moda.

Lei non sarebbe mai stata il po di donna che un uomo come lui avrebbe ssato.Era già stata fortunata se, con il suo aspeo ordinario, era riuscita ad arare un

secondo sguardo.Il Signor "Dammi-ragione-ora" doveva aver perso una scommessa o qualcosa di

simile. Per quale altro movo stava parlando con lei?”Tuavia, c'era un'aria di pericolo, di mistero e di potere intorno a lui. Ma non di

ipocrisia. Sembrava onesto e, abbastanza stranamente, interessato a lei.Come poteva essere?“Sì, bene” disse lei, facendo un passo verso sinistra per avvicinarsi al suo block

notes e far scivolare la penna nella spirale, “non ho l’abitudine di fare conversazionecon gli estranei, quindi, se mi vuole scusare ... .”

“Sebasán.”Sorpresa dalla sua risposta, si fermò ed alzò lo sguardo. “Che cosa?”“Il mio nome è Sebasán” allungò la mano verso di lei. “Sebasán Kaalakis. E tu

sei ...?”Completamente stordita ed aonita che tu sa parlando con me.Lei allontanò quel pensiero.

“Channon” disse prima di riuscire a fermarsi. “Shannon con la C.”Il suo sguardo la bruciò mentre un sorriseo gli aleggiava agli angoli delle labbra

ben formate e formava una piccola fossea. C'era una indescrivibile aura maschile

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aorno a lui che sembrava indicare che sarebbe stato maggiormente a suo agio inqualche anco campo di baaglia invece che chiuso in quel museo.

Lui prese la fredda mano di lei nella sua, grande e calda. “Allora sono molto lieto diconoscer Shannon con C.”

Le baciò le nocche come un prode cavaliere anco. Il suo cuore prese a martellarealla sensazione del suo alito sulla pelle, delle sue labbra calde sulla carne. Tuo

quello che riuscì a fare fu di non gemere di piacere.Nessun uomo l'aveva mai traata in quel modo, come una donna apprezzata. Si

sen stranamente bella accanto a lui. Desiderabile.“Dimmi, Channon” disse lui, lasciandole andare la mano e spostando lo sguardo da

lei all'arazzo. “Che cosa ha tanto interessata in questo?”Channon voltò lo sguardo sull'arazzo e sull'intricato ricamo che ricopriva il lino

giallognolo. Onestamente lei non lo sapeva. Fin dalla prima volta che lo aveva visto,

quando era una bambina, si era innamorata di quell’anco capolavoro. Avevapassato anni studiando deagliatamente la favola del drago che cominciava con lanascita di un bambino e di un drago e si snodava lungo tre metri di tessuto.

Mol studiosi avevano scrio innumerevoli carte con le loro teorie sulla suaorigine. Lei stessa aveva esposto una tesi su di lui, tentando di collegarlo ai raccon diRe Artù o delle tradizioni celche.

Nessuno sapeva da dove fosse venuto l'arazzo o che storia avesse. In ogni casonessuno sapeva chi avesse vinto nella loa tra il drago ed il cavaliere.

Questo era ciò che la intrigava di più. “Mi piacerebbe sapere come sia nita.” Luicontrasse la mascella.

“La storia non è nita. La baaglia tra il drago e l'uomo esiste ancora oggi.” Leiaggroò le sopracciglia. Lui sembrava serio.

“Lo pensi davvero?”“Che cosa?” domandò lui bonariamente. “Non mi credi?” “Diciamo solo che ho dei

grossi dubbi.”Lui fece un passo avan e, un’altra volta, la sua presenza era e virile la schiacciò

ed inviò una scossa di desiderio araverso lei.“Hmmm, dei grossi dubbi”, disse lui, la voce appena più di un basso e profondo

ringhio. “Mi piacerebbe sapere che cosa posso fare per farmi credere.”Lei avrebbe dovuto fare un passo indietro, lo sapeva. Ma i suoi piedi non

cooperavano. Il suo profumo pulito e speziato invase la sua testa e indebolì le sueginocchia.

Che cosa aveva quest’uomo che le faceva desiderare di restare ferma lì a parlare

con lui?Oh, diamine. Quello che realmente voleva fare era saltare sulle sue deliziose

ginocchia. Circondare con le mani il viso di lui e baciare le sue labbra no adubriacarsi con il suo sapore.

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Lì c'era qualcosa di realmente sbagliato.Mayday. Mayday.“Perché sei qui?” domandò lei, tentando di mantenere soo controllo i suoi

pensieri lussuriosi. “Dicilmente sembri essere il po che studia vesgia medievali.”Un barlume malizioso apparve nel suo sguardo. “Sono qui per rubarlo.”Lei si fece bee dell'idea, sebbene qualcosa dentro di lei le dicesse che non sarebbe

stato troppo sbagliato acceare quella spiegazione.“Ne sei sicuro?”“Ovviamente. Per che altro sarei qui?” “Per che altro, certamente?”Sebasán non sapeva che cosa c'era in quella donna che lo araeva con tanta

forza. Era coinvolto in gravi quesoni che richiedevano la sua totale aenzione,eppure, nemmeno per la sua vita, riusciva ad allontanare lo sguardo da lei.

Lei teneva i suoi capelli color miele raccol in quella sembrava una cascata di

riccioli traenu da un fermaglio di argento con un vecchio disegno gallese. Varieciocche si erano liberate dal fermaglio e cadevano scompostamente aorno al suoviso come se avessero vita propria.

Lui provava il desiderio di sciogliere quei capelli, senrli scivolare tra le dita estrusciarli contro il suo peo nudo.

Fece scorrere lo sguardo lungo tuo il voluuoso corpo di lei e represse un sorriso.La sua camicia azzurro scuro non era stata abboonata correamente e aveva lecalze spaiate.

Ma anche così, lo faceva impazzire dal desiderio.Non era il po di donna che normalmente risvegliava il suo interesse, eppure ... ..Era sedoo da lei e dal suo limpido sguardo azzurro che brillava di calda curiosità

ed intelligenza. Bramava assaggiare le sue labbra piene e umide, seppellire il visonell’incavo della gola dove avrebbe potuto inalare il suo profumo.

Dio, come la desiderava! Era un anelito così disperato che si domandava checosa lo traenesse dal prenderla tra le sue braccia in quello stesso momento e disoddisfare la sua curiosità.

Non era mai stato il po di uomo che si negasse i piaceri carnali, specialmentequando la besa dentro di lui si agitava. E questa donna agitava quella letale parte dilui in modo pericoloso.

Sebasán era venuto al museo solamente per sapere dove era l'arazzo ed esserepronto per quella noe. Non stava cercando una donna con cui passare una solanoe, no a quando avesse potuto tornare a casa dove sarebbe stato ... beh, da soloun'altra volta.

Comunque, dovevano trascorrere ancora delle ore prima di poter parre. Ore chelui avrebbe preferito trascorrere guardandola negli occhi piuosto che aspeandonella sua camera d’albergo.

“Ti piacerebbe venire a bere qualcosa con me?” le domandò.

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Lei sembrò sorpresa dalla sua domanda. Ma questo sembrava essere l'eeo cheaveva su di lei. Era nervosa, un po' spaventata e lui desiderava farla senre a suoagio.

“Non esco con uomini che non conosco.” “Come potres arrivare a conoscermi setu ...” “Davvero, signor… Kat ....”

“Sebasán.”

Lei scosse la testa. “Sei osnato, vero?” Non aveva idea quanto.Reprimendo il predatore dentro di lui, Sebasán si mise le mani in tasca per evitare

di aerrarla e di spaventarla.“Temo che sia innato in me. Quando vedo qualcosa che voglio, cerco di oenerlo.”

Lei inarcò un sopracciglio e lo guardò sospeosamente.“Perché diavolo vorres parlare con me?” Lui era costernato dalla sua domanda.

“Milady, non ce l’hai uno specchio?”

“Sì, ma non ne ho uno incantato.”Gli voltò le spalle ed iniziò ad allontanarsi.Muovendosi con l’incredibile velocità della sua specie, Sebasán la aeò per

fermarla. “Guarda, Channon,” disse lui dolcemente. “Temo di aver sciupato tuo. Io,solo...” si fermò

e tentò di pensare al modo migliore di stare più a lungo con lei.Lei guardò la sua mano che ancora le traeneva il gomito. Malvoleneri la lasciò

andare, anche se tua la sua anima gli gridava di tenerla al suo anco, incurante delle

conseguenze. Era una donna con una mente propria. E la prima legge della sua gentegli passò per la testa: ‘Nulla di ciò che una donna dà ha valore, a meno che non lo diadi propria volontà.’

Era l'unica legge che non aveva mai infranto. “Tu, che cosa?” domandò leidolcemente.

Sebasán respirò profondamente mentre loava con la parte animale dentro di luiche la desiderava nonostante la ragione e le leggi, la parte di lui che ringhiava con unbisogno così feroce che lo spaventò.

Si costrinse a fare un sorriso aascinante.“Sembri essere un'eccellente persona e ci sono così poche persone come te in

questo mondo che mi piacerebbe passare qualche minuto con te. Può darsi che unpo' di questo possa lasciare una traccia.”

Channon rise a dispeo di sé stessa.“Ah”, scherzò lui, “allora puoi sorridere.” “Posso sorridere.”“Vieni con me?” le domandò. “C'è un ristorante all'angolo. Possiamo andare a piedi

no a là, soo gli occhi di tuo il mondo. Ti promeo di non morder a meno che tunon me lo chieda.”

Channon corrugò le sopracciglia per lui ed per il suo strano senso dell'umorismo.Che cosa c’era in lui che lo rendeva tanto irresisbile? Non era naturale.

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“Non so se posso ....”“Guarda, giuro che non sono uno psicopaco. Eccentrico ed idiosincraco,

ma non psicopaco.”Lei non ne era ancora completamente sicura.“Scommeo che le prigioni sono piene di uomini che hanno deo quello a delle

donne.” “Io non ferirei mai una donna, soprauo non te.”

C'era così tanta sincerità nella sua voce, che gli credee. Più che convinta, lei nonsenva nessun avvermento interno, nessuna vocina nella sua testa che le dicesse dicorrere.

Invece, era araa da lui e senva una parcolare serenità in sua presenza, quasicome se si sensse obbligata a stare con lui.

“Al fondo della strada?”“Sì.” Le orì il suo braccio. “Andiamo! Promeo che terrò i canini nascos ed il

controllo mentale su me stesso.”Channon non aveva mai fao qualcosa del genere in vita sua. Era una donna chedoveva conoscere un ragazzo da molto tempo prima di acceare un appuntamento.

Eppure si ritrovò a raccogliere il suo cappoo e ad appoggiare la mano nell’incavodel suo braccio, dove sen un muscolo tanto teso e ben formato che le trasmise unascossa.

Dalla sensazione che le aveva trasmesso quel braccio, poteva essere sicura che ilsuo elegante abito nero e il suo soprabito nascondevano un corpo incredibile.

“Sembri tanto diverso”, gli disse, mentre uscivano dalla stanza. “Qualcosa di te miricorda molto il Vecchio Mondo.”

Lui aprì la porta di vetro che portava nell'ingresso del museo. “Vecchio è la parolachiave.”

“Eppure mi sembra che sia molto moderno.”“Un uomo del Rinascimento intrappolato tra altre culture.” “E’ questo quello che

sei?”Le geò una diverta occhiata di sbieco. “Onestamente?”“Sì.”“Sono un Cacciatore di draghi.” Lei si mise a ridere ad alta voce. Lui la beeggiò.“Non mi credi un'altra volta.”“Dal mio punto di vista, non è strano che tu dica di voler rubare l'arazzo. Suppongo

che non deve esserci molta richiesta per far uccidere una besa mitologica,specialmente in ques giorni ed in questa epoca.”

Quei dora occhi verdi la sdarono spietatamente. “Non credi nei draghi?”

“No, ovviamente no.” Lui la guardò.“Sei così sceca.” “Sono praca.”Sebasán si passò la lingua sui den, mentre un mezzo sorriso incurvava le sue

labbra. Una donna praca che non credeva nei draghi, ma che studiava un arazzo

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con i draghi e indossava una camicia abboonata malamente. Non c'era sicuramentenessun’altra anima come lei in nessun posto o tempo. E lei aveva il più strano degliee sul suo corpo.

Era già duro per lei e si stavano a malapena toccando. La presa sul suo braccio eraleggera e delicata, come se fosse pronta a scappare lontana da lui in qualunquemomento.

Quella era l’unica cosa che non voleva ed era quello che più lo sorprese.Era una persona solitaria, interagiva con gli altri solo quando le sue necessità

siche superavano il suo desiderio di solitudine. E anche allora, quegli incontri eranofugaci e limita.

Prendeva le sue aman per una noe, assicurandosi che loro rimanesserosoddisfae tanto quanto lui, poi tornava al suo mondo solitario.

Non perdeva mai il tempo con conversazioni oziose. Non si preoccupava mai di

conoscere di quella donna altro che il suo nome e il modo in cui le piaceva esseretoccata.Ma Channon era diversa. Gli piaceva la cadenza della sua voce e il modo in cui i suoi

occhi brillavano quando parlava. Ma più di tuo, gli piaceva il modo in cui il sorrisoilluminava il suo viso quando lo guardava.

Ed il suono delle sue risate … Dubitava che gli angeli nel Paradiso potessero fareuna melodia tanto preziosa.

Sebasán aprì la porta dell'oscuro ristorante e la tenne aperta per lei mentre

entravano. Mentre lei sfrecciava accanto a lui, lui lasciò che il suo sguardopercorresse la parte di dietro del suo corpo. Si indurì ancora di più.

Che cosa non avrebbe dato per averla calda e nuda tra le sue braccia, in modo dapoter percorrere con le mani tue le sue curve, mordicchiare l’incavo del collo e distringerla a lui mentre scivolava profondamente dentro di lei no quando lei sisarebbe contorta al suo tocco.

Sebasán si costrinse ad allontanare lo sguardo da Channon e a parlare con lacameriera. Inviò un ordine mentale alla donna sconosciuta anché li facesse sederein un angolo appartato. Voleva un po’ di inmità con Channon.

Come desiderava averla conosciuta prima! Era stato in quella maledea cià perpiù di una semana, aspeando il momento di tornare a casa, dove anche se nonaveva il conforto del calore, aveva almeno la comodità della familiarità. Avevatrascorso le no in questa cià da solo, vagando inquieto per le strade mentreaspeava il momento giusto.

All'alba, doveva andarsene. Ma no a quel momento, avrebbe cercato di passare la

maggior parte del tempo possibile con Channon, lasciando che la sua compagniaalleviasse la solitudine dentro lui, alleviasse il dolore del suo cuore che l'avevaconsumato per la maggior parte della sua vita.

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Channon seguì la cameriera araverso il ristorante, ma per tuo il tempo eraconsapevole della presenza di Sebasán dietro di lei, consapevole del suo caldosguardo predatore sul suo corpo e del modo in cui sembrava volerla divorare.

Ma era ancora più incredibile il fao che volesse divorarlo lei. Nessun uomol’aveva faa senre così tanto una donna o le aveva fao desiderare di passaredelle ore ad esplorare il suo corpo con le mani e la bocca.

“Sei un'altra volta nervosa”, disse lui, dopo che si erano sedu in un angolo buionella parte posteriore del locale.

Lei alzò lo sguardo dal menù, per sorprendere un’espressione in quei dora occhiverdi, che le ricordava quella di un animale selvaggio.

“Sei incredibilmente perspicace.” Lui chinò la testa.“Sono stato accusato di cose peggiori.”“Ci scommeo” scherzò lei. In verità, lui aveva l’aspeo di un fuorilegge.

Pericoloso, scuro, seducente. “Sei veramente un ladro?”“Dammi la denizione di ladro.”Lei rise anche senza sapere se lui stesse scherzando o se stesse parlando

seriamente.“Allora, dimmi,” disse mentre la cameriera portava le loro bevande, “che cosa fai

per vivere, Shannon con la C?”Lei ringraziò la cameriera per la Coca Cola e guardò Sebasán per vedere come

avrebbe reagito alla sua professione. La maggior parte degli uomini erano inmori

dal suo lavoro, sebbene non fosse mai riuscita ad immaginarne il perché.“Sono insegnante di storia all'Università della Virginia.”“Impressionante” disse lui, il suo viso genuinamente interessato. “In quali culture

ed in quali epoche sei specializzata?”Era sorpresa che lui sapesse qualcosa del suo lavoro. “Prevalentemente nella

Britania pre-normanna.”“Ah. Hwaet we Gar-Dena in gear-dagum peod-cyninga prym gefrunon, hu dà

aephelingas ellen fremedon.”Channon restò sconvolta dal suo inglese anco. Lo parlava come se lo facesse dalla

nascita. Non avrebbe mai immaginato che un uomo tanto bello potesse conoscereun tema tanto caro al suo cuore.

Lei gli orì una traduzione.“Vediamo: ‘Le lance danesi sono andate via ed i re che li governavano avevano

coraggio e grandezza. Siamo venu a sapere delle eroiche campagne di queiprincipi’."

Lui piegò la testa verso di lei. “Conosci molto bene il tuo Beowulf.”“Ho studiato approfonditamente l’inglese anco, poiché nel mio lavoro era

necessario. Ma tu non mi sembri uno storiografo.”“Non lo sono. Piuosto, sono una specie di ricercatore.”

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Quello spiegava il suo aspeo. Ora, la sua presenza nel museo e l’aria di signorileautorità avevano un senso per lei.

“Se studi il medioevo, che cosa ha portato, oggi, al museo?” le domandò. Leiannuì.

“Ho studiato per anni quell'arazzo. Voglio essere la persona che nalmenterisolverà il mistero che c'è dietro.”

“Che cosa piacerebbe sapere?”“Chi l’ha fao e perché, come è nata la storia che rappresenta. E già che ci siamo,

mi piacerebbe sapere come l'ha avuto il museo. Non c’è alcuna registrazione diquando l'hanno acquistato o da chi l’hanno comprato.”

La sua risposta automaca la sorprese.“E’ stato comprato nel 1926 da un collezionista anonimo per cinquantamila dollari.

Ed ora il resto: fu creato da una donna chiamata Anphone nel VII secolo. È la storia

di suo nonno e di suo fratello e la loro eterna loa tra il bene e il male.”Il suo sguardo appariva tanto sincero che poteva quasi credergli. In qualche modoaveva senso che l'arazzo non fosse nito.

Ma lei voleva saperne di più. “Anphone, huh?”Lui assen.“Non credi a niente di quello che dico, vero?”“Perché, genle Signore,” disse lei maliziosamente, con un falso accento inglese.

“Non è vero che non credo, ma come storica devo accertarmi dei fa. Hai qualche

prova su Anphone o sulla transazione?”“Ce l'ho, ma in una forma che dubito che apprezzeres se te la mostrassi.”“E perché?”“Ti spaventeres a morte.”Channon incrociò le braccia, non molto sicura di come interpretarlo. Non sapeva

realmente che cosa fare con l'uomo seduto di fronte a lei. L’aveva tenutanell’incertezza per tuo il tempo, mentre l'arava verso il pericolo. Aascinandolacontro ogni ragione.

Rimasero in silenzio mentre il pranzo veniva servito.Mentre mangiavano, Channon lo studiava. La luce della candela danzava nei suoi

occhi, facendoglieli brillare come quelli di un gao. Le sue mani erano for e callose,le mani di un uomo che era abituato a lavorare duramente, eppure aveva un'aria diricchezza e di privilegio, l'aria di un uomo potente che dea le sue stesse regole.

Era un totale enigma, un'errante dicotomia che la faceva senre sia sicura cheminacciata. “Dimmi, Channon”, disse lui improvvisamente, “ piace insegnare?”

“Alcuni giorni. Ma è la ricerca quella che mi piace di più. Adoro cercare vecchimanoscri e tentare di riunire i pezzi del passato.”

Lui fece una piccola risata.“Non oendere, ma questo suona incredibilmente noioso.”

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“Immagino che cacciare i draghi sia decisamente un lavoro più d'azione.” “Sì, lo è.Ogni momento è completamente imprevedibile.”

Lei si pulì la bocca mentre lo guardava mangiare con perfee maniere europee. Luiera decisamente colto, ma sembrava stranamente primivo.

“E come uccidi un drago?” “Con una spada ben alata.” Lei scosse la testa.“Sì, ma cosa fai, lo ari fuori? O vai tu da lui?”

“Il sistema più facile è avvicinarglisi furvamente.”“E pregare che non si svegli?”“Bene, se si sveglia diventa più dicile.”Channon sorrise. Era veramente araa dal suo contagioso ingegno. Specialmente

visto che lui non sembrava notare che le donne intorno a loro lo stavano guardandocon avidità mentre stavano mangiando. Era come riuscisse a vedere solo lei.

Di regola, lei odiava tue quelle teorie sulle relazioni uomo-donna. Il suo ulmo

danzato, un corrispondente di D.C., le aveva insegnato accuratamente tu i difepersonali e sici che aveva. L’ulma cosa che desiderava era un'altra relazione in cuinon fosse in una condizione di parità con l'uomo.

Per la sua prossima relazione amorosa, voleva qualcuno come lei, uno storicoabbastanza araente, la cui vita vertesse sulla ricerca. Due piselli comodi nello stessobaccello.

Non era in cerca di uno straniero caldo e misterioso che le facesse ardere il sangueper il desiderio.

Channon, stai ascoltando quello che stai dicendo?! Sei pazza se non desideriquest’uomo!

Forse. Ma cose come queste non le erano mai accadute.“Sai,” gli disse, “che connuo ad avere il bruo presenmento che dopo tu mi

porterai da qualche parte dove mi legherai nuda, così che i tuoi amici possano venirea ridere di me.”

Lui inarcò un sopracciglio.“E’ una cosa che succede spesso?”“No, mai, ma questa noe sembra un episodio di Twilight Zone.”“Ti promeo che non senrai la voce di Rod Serling. Sei al sicuro con me.” E per

qualche strana ragione che non aveva senso, gli credee.Channon passò le ore seguen, cenando ed avendo la conversazione più

interessante della sua vita. Parlare con Sebasán era incredibilmente facile. Peggio,lui inammava i suoi ormoni.

Più a lungo stavano insieme, più risate condividevano e più lui sembrava

incredibile. Lei guardò l’orologio e sospirò.“Lo sai che è quasi mezzanoe?” Lui controllò il suo orologio.“Odio interrompere questa serata” disse lei, posando il suo tovagliolo sul tavolo e

scostando la sedia, “ma devo andare o non riuscirò a trovare un taxi.”

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Le posò delicatamente la mano sul braccio per traenerla al tavolo. “Perché non miperme di accompagnar a casa?”

Channon stava per protestare, ma qualcosa nel suo inmo la fermò. Dopo laserata che avevano trascorso insieme, si senva stranamente a suo agio con lui. C'eraaorno a lui un’aura così confortante, aperta ed accogliente.

Era come ritrovare un vecchio amico. “Va bene”, disse lei rilassandosi.

Lui pagò il conto. Poi la aiutò ad alzarsi, ad indossare il capoo e la guidò fuori dalristorante.

Channon non parlò mentre si dirigevano verso l’auto, ma senva il suomagnesmo, la sua maschia presenza con ogni cellula del corpo.

Sebbene non fosse in alcun modo una farfalla sociale, aveva avuto diversiappuntamen nella sua vita. Aveva avuto vari ragazzi ed anche un danzato, manessuno di loro l’aveva faa senre come questo estraneo.

Come se lui colmasse una parte vuota della sua anima.Ragazza, tu sei maa. Doveva esserlo.Channon si fermò quando arrivarono vicino ad una Lexus sporva grigia. “Qualcuno

viaggia con sle.”Strizzandole diabolicamente un occhio, Sebasán le aprì lo sportello.“Bene, potrei trasformarmi in un drago e portar in volo a casa tua, ma qualcosa

mi dice che protesteres.”“Senza dubbio. Immagino che le scaglie mi irriterebbero la pelle.”

“Vero. Per non parlare, che una volta ho imparato nel modo peggiore che cosarealmente ara l’aenzione dei militari. Sai, gli aeri da guerra sono dicili daschivare quando hai delle ali di dodici metri.”

Chiuse la porera e girò intorno all’auto.Lei si sciolse un'altra volta in una risata, ma d’altronde lo stava facendo da tua la

noe. Buon Dio, quest’uomo le piaceva veramente.Sebasán salì in auto e fremere il suo corpo nell'istante in cui rimasero chiusi

insieme. Il suo profumo femminile penetrò nella sua testa. Gli era così vicina chequasi poteva assaggiarla.

Aveva ascoltato tua la noe il melodioso suono del suo dolce e strascicatoaccento meridionale, guardato la sua lingua e le sue labbra che si muovevano mentresi immaginava che cosa avrebbe provato a senrle sul suo corpo, immaginandola trale sue braccia mentre faceva l'amore con lei no a farla gridare di piacere.

La sua arazione per lei lo stordiva. Perché doveva provare questo proprio ora,quando non poteva rimanere nella sua epoca e frequentarla più a lungo?

Malede Desni. Come amavano intromeersi nelle vite dei mortali.Allontanando quel pensiero dalla mente, la condusse all’albergo nel quale lei era

alloggiata. “Vivi qui?” le domandò mentre parcheggiava.

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“Solo per il week-end, mentre studio l'arazzo.” Ella slacciò la sua cintura disicurezza.

Sebasán uscì e le aprì la porera, poi l'accompagnò no alla sua camera.Channon esitò davan alla porta mentre alzava lo sguardo su di lui e vedeva il

fuoco nei suoi occhi seducen. L'uomo era caldo e sexy nel più pericoloso dei modi.Si domandò se lo avrebbe mai più rivisto. Non le aveva chiesto il numero di

telefono e neppure la e-mail.Dannazione.“Grazie”, disse lei. “Ho veramente passato una bella serata.” “Anch’io, grazie per

avermi fao compagnia.”Baciami. Quelle parole araversarono inspiegabilmente la sua mente. Voleva

veramente sapere cosa avrebbe provato a senre quell'uomo contro lei.Con sua sorpresa, lo scoprì mentre la stringeva tra le sue braccia e le copriva le

labbra con le sue.Sebasán gemee al contao con il suo corpo mentre le premeva le mani sullaschiena. La snse a sé mentre ogni bra del suo corpo ardeva e doleva dal bisogno dipossederla. La sua lingua strusciò contro quella di lui, provocandolo, tormentandolo.

Lei gli accarezzò la nuca con la mano, inviandogli brividi lungo tuo il corpo,rendendolo tanto duro per lei che pulsava dolorosamente. Lui chiuse gli occhimentre lasciava che tu i suoi sensi la percepissero. La sua bocca sapeva di miele, lesue mani erano dolci e calde contro la sua pelle. Sapeva di donna e di ori e si eccitò

al suono del suo respiro ansante mentre lei rispondeva alla sua passione con lapropria.

Prendila. L'animale dentro lui si agitò con un feroce grugnito. Morse e argliò lasua parte umana, chiedendo di prendere possesso di lui. L'animale la voleva.

Lui era quasi impotente contro l'aggressione e le sue mani tremavano nellosforzo di traenersi. Grugniva per lo sforzo.

Channon gemee al contao del ero desiderio delle sue poderose braccia chiuseaorno a lei. Lei era così strea contro il suo peo che poteva senre baere ilcuore di lui contro i suoi seni.

La sua intensità la circondò, la riempì, facendola ardere con una vulcanicanecessità. Tuo ciò a cui lei riusciva a pensare, era di strappargli di dosso i ves evericare se il suo corpo era così speacolare come l’aveva immaginato.

Lui la schiacciò contro la porta, stringendola mentre approfondiva il bacio. Il suocalore, la sua maschia essenza le riempirono i sensi, la sommersero.

Connuò a baciarla scendendo dalla sua bocca lungo la guancia no a seppellirle le

labbra nel collo.“Lasciami fare l'amore con te, Channon” sospirò nel suo orecchio. “Voglio senre il

tuo caldo, dolce corpo contro il mio. Senre il tuo ato sul mio corpo nudo.”

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Avrebbe dovuto senrsi oesa dal suo suggerimento. Si conoscevano a malapena.Eppure, per quanto cercasse duramente di rarsi indietro, non ci riuscì.

Nel profondo di lei, voleva la stessa cosa.Contro ogni ragione, contro ogni saggezza lei soriva per lui.Mai nella sua vita aveva fao qualcosa del genere. Neppure una volta. Ma si ritrovò

ad aprire la porta della sua camera ed a lasciarlo entrare.

Sebasán respirò profondamente, con sollievo, mentre recuperava il controllo.Non era mai stato tanto vicino ad usare il suo potere su una donna. Era proibito allasua specie interferire con la volontà umana a meno che non fosse in difesa delle lorovite o di qualcun altro. Aveva derogato da quella regola una o due volte per oenerei suoi scopi.

Questa noe, se lei lo avesse respinto, non aveva dubbi che l’avrebbe infranto. Malei non lo aveva respinto. Ringraziò gli dei per i piccoli favori.

La guardò mentre posava la tessera magneca sul mobile dell’ingresso. Lei esitò elui sen che era nervosa.“Non farò del male, Channon.” Lei abbozzò un mezzo sorriso. “Lo so.”Le prese il viso tra le mani e guardò in quei celesali occhi azzurri. “Sei tanto bella.”Channon traenne il ato mentre la arava contro lui e caurava un'altra volta le

sue labbra. Nulla aveva senso per lei, quella noe. Nessuna delle sue sensazioni. Sistringeva a Sebasán mentre cercava una spiegazione sul perché lo avesse lasciatoentrare nella sua camera.

Perché stava per fare l'amore con lui. Un estraneo. Un uomo di cui non sapevaniente. Un uomo che sicuramente non avrebbe più rivisto.

Tuavia nulla di tuo questo aveva importanza. Tuo quello che importava,in quel momento, era tenerlo vicino a lei e traenerlo nella sua stanza il più a lungopossibile.

Sen le sue mani che le scioglievano i capelli, lasciandoli cadere come una cascatasulla sua schiena. Le fece scivolare il cappoo dalle spalle e lo lasciò cadere sulpavimento. Lasciando scorrere le mani lungo le sue braccia, lui si rò indietro perssarla con occhi aama. Nessun uomo l'aveva mai guardata così. Con un ferocedesiderio di possesso.

Spaventata ed eccitata, lo aiutò a togliersi il soprabito. Con gli occhi oscura da unapassione sfrenata, si tolse la giacca e la geò da una parte senza preoccuparsi che piùtardi sarebbe stata stropicciata. Ed era un vesto impeccabile. Si emozionò alpensiero che gli importasse più di lei che del vesto.

Lui si allentò il nodo della cravaa e se la tolse dalla testa.I suoi occhi restarono ssi in quelli di lei mentre gli sboonava la camicia. Prese la

mano destra di lei nella sua e le mordicchiò la punta delle dita, inviando onde di

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piacere araverso di lei, poi portò la sua mano ai suoi booni e la guardòintensamente.

Calda e dolorante per lui, Channon sboonò i booni della sua camicia. Lei seguivacon lo sguardo le sue mani, guardandole mentre denudavano la sua pellecenmetro dopo cenmetro, lento e studiato ... Oh, mio Dio, quell'uomo aveva uncorpo che era stato strappato dai suoi sogni. I suoi muscoli erano sodi e perfe ed

erano coper dalla pelle bronzea più sensuale che lei avesse mai visto. I capelli scuriaccarezzavano la sua pelle, facendolo sembrare un predatore, ancora più pericolosoe virile.

Channon si soermò sui for addominali che avevano numerose cicatrici. Passò lamano su di loro, sentendolo traenere il ato quando le sue dita accarezzarono lasua pelle ben delineata e più chiara.

“Che cosa è successo?”

“I draghi hanno argli ala” sussurrò. “Qualche volta non mi riro inmodo sucientemente rapido.”Lei posò la mano su una brua cicatrice che aveva sull'anca. “Forse dovres

combaere con dei draghi più piccoli.” “Questo non sarebbe molto sporvo da partemia.”

Deglu mentre lui si toglieva la camicia ed ebbe la possibilità di vedere per laprima volta il suo peo nudo. Era eccezionale. Passò la mano sui suoi peorali tesi efor, deliziata da come si muovevano soo la sua mano. Fece risalire le dita lungo il

suo peo no alla sua spalla magra e forte su cui era tatuato un drago.“Ti piacciono i draghi, vero?” Lui rise.“Sì, mi piacciono.”Sebasán stava facendo del suo meglio per essere paziente, per lasciarle il tempo

di abituarsi a lui. Ma era dicile quando l’unica cosa che voleva fare, era sdraiarla sulleo e placare il feroce dolore dei suoi lombi.

Le mordicchiò il collo e slaccio i booni del suo scamiciato e lo lasciò cadere aterra. Lei restò davan a lui con addosso solo le scarpe e la camicia abboonatastorta. Era la cosa più eccitante che aveva visto nei suoi quarocento anni di vita.

“Abbooni sempre così le tue camicie?” Lei abbassò lo sguardo e gemee.“Oh, mio Dio! Questa mana ero di frea e ...” Lui bloccò le sue parole con un

bacio.“Non scusare,” sussurrò contro le sue labbra, “mi piace.”“Sei un uomo molto strano.”“E tu sei una dea.”

Channon scosse la testa mentre la sollevava sulle sue braccia e si dirigeva al leo.Mise le mani sui muscoli tesi per lo sforzo. Il loro contao le fece venire l’acquolina inbocca. La sdraiò dolcemente sul materasso, poi fece scivolare le mani lungo le suegambe no ai piedi per toglierle le scarpe e le calze e lanciarsele dietro le spalle.

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Il cuore le baeva forte, mentre Channon lo osservava mordicchiarla dai anchiallo stomaco. Lui allungò le mani verso la sua camicia e, lentamente, cominciò asboonarla, baciando e leccando ogni cenmetro della sua pelle che denudava.

Lei gemee alla vista e alla sensazione della sua bocca su di lei, al modo in cuisembrava assaggiare il suo corpo.

Lampi di piacere araversarono il suo stomaco mentre il suo corpo palpitava e

soriva dal desiderio di saziarsi di lui.Lo voleva dentro lei, a tal punto che temeva che sarebbe andata in amme per il

fuoco che consumava il suo corpo.Sebasán sen l’umidità di lei sulla sua pelle mentre scivolava contro lei. Il suo

corpo bramava quello di lei, ma non voleva ancora arrivare alla ne.Voleva assaggiarla, voleva memorizzare ogni cenmetro del suo corpo voluuoso.Quello che provava per lei lo stupiva. Era diverso da tuo quello che aveva

mai sperimentato. A qualche strano livello lei gli oriva pace, rifugio. Riempiva lasolitudine del suo cuore ammaccato.Seppellì il viso nel suo collo, mentre i suoi capezzoli induri toccavano il suo peo e

senva le mani di lei vagare sulla sua schiena.“Ti sento così bene soo a me”, le sussurrò mentre la sua essenza penetrava in lui.

Channon prese un respiro profondo ed irregolare. Le sue parole la resero felice.Le accarezzò il collo con il naso, la sua corta barba le stuzzicò la pelle mentre la

sua mano scivolava lungo il suo corpo no a toccare il dolente ardore tra le sue

gambe. Lei sibilò per il piacere che le procuravano quelle dita che giocavano con leied inarcò la schiena verso di lui mentre le faceva scivolare lentamente la bocca dalcollo ai seni. La sua lingua si mosse dolcemente sulla sua punta indurita, facendolafremere e pulsare.

Si morse il labbro quando venne araversata da un'ondata di paura. “Voglio che tusappia che normalmente non faccio queste cose.”

Lui si sollevò sulle braccia per guardarla. Premee il bacino tra le sue gambe inmodo che lei sensse la grossa protuberanza araverso i suoi costosipantaloni di lana che le irritavano leggermente le cosce. La calda sensazione dilui , lì, fu suciente per farla diventare maa dal bisogno.

“Se lo avessi pensato, mia Signora, non sarei qui con te” la guardò intensamentetraenendo il suo sguardo aascinato. “Io vedo, Channon. Te e le barriere che haicostruito intorno a te per tenere tu a distanza.”

“E nonostante tuo sei qui.”“Sono qui perché conosco la tristezza che c’è dentro di te. So che cosa si prova a

svegliarsi al mano smarrito, solo e dolente per il desiderio di avere qualcuno vicinoa te.”

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Il suo cuore si strinse mentre lui diceva tue quelle cose che erano realmenteparte di lei. “Perché tu sei solo? Non posso immaginare qualcuno di così bello senzauna la di donne fameliche che se lo contendono.”

“L'aspeo esteriore non è tuo quello che esiste al mondo, mia Signora. Non ècertamente una protezione contro la solitudine. I cuori non vedono mai araverso gliocchi.”

Channon deglu alle sue parole. Le diceva sul serio? O erano tue bugie che lediceva per farla senre meglio per quello che stava facendo con lui? Non lo sapeva.

Ma voleva credergli. Voleva alleviare il tormento che vedeva nei suoi occhiaama.

Lui si allontanò per togliersi le scarpe e i pantaloni. Channon tremò quandonalmente lo vide completamente nudo. Come una besa pericolosa e oscura che simuoveva sinuosamente alla luce della luna, lui era incredibile. Assolutamente

meraviglioso.Ogni cenmetro di lui era muscolo, tonico e coperto dalla pelle dorata più deliziosache lei avesse mai visto. L'unico difeo del suo corpo perfeo erano le cicatrici chesegnavano il suo bacino, la sua schiena e le sue gambe. Sembravano realmente igra e i morsi di una besa feroce.

Quando la raggiunse sul leo, lei gli slegò i capelli, lasciandoli cadere a circondareil suo viso peccaminosamente bello.

“Sembri un capo barbaro” disse lei, mentre con la mano percorreva la setosità

dei suoi capelli sciol. Tracciò le complesse linee del tatuaggio sul suo viso.“Mmm” sospirò lui, prendendo il suo seno in bocca.Channon strinse a sé la sua testa mentre la sua lingua la assaggiava. Onde di

piacere la percorsero.Lei accarezzò le sue costole muscolose, poi le sue braccia e le sue spalle mentre si

perdeva in una strana e confusa nebbia di piacere. Qualcosa di strano le stavaaccadendo. Con ogni respiro che lui espelleva, era come se le carezze di lui siintensicassero. Si molplicassero. Invece di una sola lingua che la accarezzava, leipoteva giurare di senrne cento. Era come se la sua pelle fosse viva e la stessemassaggiando tua contemporaneamente.

Sebasán sibilò mentre i suoi poteri lo percorrevano. Il sesso aumentavasempre le percezioni della sua specie. L'intensità del piacere sico eraestremamente ricercata dalla sua gente per l'esaltazione che dava loro e per la loromagia. Il bello di tuo questo era che generalmente l'ondata di potere durava ungiorno intero e, nel caso di sesso davvero grandioso, due giorni.

Channon era decisamente oltre ai due giorni.Lui la guardò negli occhi e vide il suo sguardo caldo e selvaggio. I suoi poteri

stavano colpendo anche lei. La smolazione sica ad un umano era anche piùpotente di quanto non lo fosse per quelli della sua specie.

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Seppe il momento in cui lei si perse nell'estasi delle sue carezze da incantatore. Lesue barriere e le sue inibizioni sparirono, spinse indietro la testa e gridòmentre un orgasmo l'araversava.

“Lascia andare”, le sussurrò all'orecchio “non loare contro di questo.”Lei non lo fece ... invece, si girò verso di lui e si strinse febbrilmente al suo corpo.

Sebasán gemee mentre placava i suoi desideri.

Lei percorse ogni cenmetro della sua pelle con le mani e la bocca. Lui si girò e latrascinò sopra di lui, dove la mise a cavalcioni sulla sua vita, permeendogli sisenre la sua umidità nell’incavo del suo stomaco. Sapeva che lei era oltre allacapacità di parlare ed una parte di lui se ne dispiaceva. Lei era tua un bisogno.Tua calda, desiderosa di sesso.

I suoi occhi erano selvaggi ed aama, lei si portò le mani di lui al seno mentrescivolava contro la sua lancia gona. Lei si piegò in avan per strusciare la lingua

lungo il suo mento e per mordicchiargli le labbra.Lo baciò appassionatamente e poi si rò indietro.“Che cosa mi hai fao?” gli domandò con voce roca, sorprendendolo con le sue

parole. “Non sono precisamente io,” le disse onestamente, “è qualcosa che nonposso evitare.” Lei gemee e si contorse contro lui, facendogli ardere ancor di più ilcorpo.

“Ho bisogno di aver dentro di me, Sebasán. Per favore.”Lui non perse tempo a compiacerla. Facendola rotolare, adaò il suo corpo a quello

di lei, facendole appoggiare la schiena contro il suo peo. Si portò la gamba di leisulla sua vita.

Le fermò la testa soo il suo mento e la tenne strea mentre si introducevaprofondamente nella sua dolce umidità. Gemee alla sensazione di calore e diumidore di lei mentre reclinava la testa sulla sua spalla e gridava.

Channon non aveva mai provato qualcosa del genere. Nessun uomo aveva maifao l'amore con lei di quel modo. Il suo anco destro era premuto contro l'internodella coscia di lui che usava il ginocchio sinistro per mantenere sollevata la suagamba sinistra ed avere così accesso al suo corpo da dietro. Non sapeva come luiriuscisse a controllarsi, ma i suoi colpi erano profondi ed uguali e la portarono al piùintenso piacere che lei avesse mai conosciuto. Dentro di lei, lui era così duro, cosìgrosso e caldo.

E lei voleva più del suo tocco, più del suo potere.Lui lasciò scivolare la mano sul suo stomaco e poi la abbassò no a toccarla tra le

gambe. Lei sibilò e si contorse dal piacere, mentre le sue dita la accarezzavano

all'unisono con le sue penetrazioni.E nuovamente si sen come se migliaia di mani la stessero accarezzando, come se

fosse bagnata dappertuo per il suo tocco, per il suo profumo.

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Fuori di sé per l'estasi, lei rispondeva ad ogni colpo lussurioso. Si senva come se ilsuo corpo avesse vita propria, come se il piacere che provava avesse una suapropria entà. Aveva sempre più bisogno di lui.

Sebasán era inmorito dal modo in cui gli rispondeva. Nessuna donna umana eramai stata così. Se non avesse saputo quanto fosse dicile, avrebbe giurato che leifosse in parte Drakos. Lei aondò le unghie nelle braccia che la circondavano e,

quando venne un'altra volta, gridò tanto forte che lui dovee collocare rapidamenteun incantesimo aorno a loro per evitare che altre persone la senssero.

I suoi poteri riuirono e lui ne sorrise maliziosamente. Adorava soddisfare le suecompagne e con Channon ne godee molto più del solito.

Lei si girò leggermente nelle sue braccia caurando le sue labbra in un baciofreneco. Sebasán le prese il viso tra le mani, mentre aumentava i suoi colpi e siseppelliva ancora più

profondamente nel suo corpo. Lei si senva così incredibilmente bene con lui. Cosìcalda ed accogliente. Così perfea.La tenne strea a lui mentre il suo cuore baeva impazzito ed il suo inguine si

tendeva ancora di più. La sensazione di lei e del suo sapore che uivano araverso aisuoi sensi, lo fecero barcollare, facendolo senre dolorante, ma allo stesso tempoplacandolo.

La besa in lui ruggì ed esplose di soddisfazione mentre l'uomo si seppellivaprofondamente in lei e veniva scosso dalla forza del suo orgasmo. Con le due par

di lui sazie ed unite, fu il momento più incredibile della sua vita.Channon gemee mentre senva la sua liberazione dentro di lei. Ancora

abbracciato a lei, la strinse ancora di più al suo peo. Lei udiva il suo respiroirregolare e senva il suo cuore che baeva contro la sua spalla. Il suo maschioprofumo le riempiva la testa ed il cuore, facendole desiderare di rimanere strea alsuo corpo per sempre.

Lentamente il palpitante piacere svanì e la lasciò debole ed esaurita per l'intensitàdell'ao d’amore.

Quando si ritrasse da lei, provò una tremenda sensazione di perdita.“Che cosa mi hai fao?” gli domandò, girandosi sulla schiena per guardarlo. Lui

tracciò un senero di baci dalla sua clavicola alle labbra.“Non ho fao niente, ma pete. Hai fao tuo tu.” “Credimi, io non ho mai fao

una cosa del genere prima.” Lui rise dolcemente nel suo orecchio.Lei gli sorrise e abbassò lo sguardo sul piccolo medaglione d’oro che portava al

collo. Strano che non l'avesse notato prima.

Lei seguì la catena con le dita, poi lo prese in mano. Era evidentemente moltovecchio. Dell’anca Grecia, se non supponeva male. Aveva l’ege di un dragoavvolto aorno ad uno scudo.

“E’ bellissimo” sospirò lei.

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Sebasán abbassò lo sguardo sulla sua mano e coprì le dita di lei con le sue.“Apparteneva a mia madre” le disse, domandandosi perché gliene stesse

parlando. Era qualcosa che non aveva mai condiviso con nessuno. “Non mi ricordoquasi di lei, ma mio fratello mi ha deo che gli aveva chiesto di darmelo, così che ioavrei saputo quanto mi amava.”

“E’ morta?” Lui assen.

“Avevo quasi sei anni quando ... “ la sua voce svanì mentre i ricordi di quella noelo bruciavano. Nella sua testa poteva ancora senre le grida di morte ed l’odore delfuoco. Ricordava il terrore e le braccia di suo fratello, Theren, che lo spingevano permeerlo al sicuro.

Aveva sempre vissuto con gli orrori di quella noe accanto al cuore. Questa noe,con

Channon, la ferita non sembrava dolere tanto.

Lei posò la mano sul tatuaggio che aveva sul viso.“Mi dispiace”, sussurrò e, dentro al suo cuore, lui poté senre la sua sincerità. “Ioavevo nove anni quando mia madre è morta di cancro. E ci sarà sempre una parte dime che vorrebbe avere la possibilità di ascoltare un'altra volta il suono della suavoce.”

“Non nessun altro familiare?” Lei annuì.“Sono stata allevata da mia zia che, però, è deceduta due anni fa.”Lui sen il dolore di lei nel suo cuore e se ne sorprese. Odiava che lei fosse sola al

mondo. Come lui. Era un modo dicile modo di esistere.Stringendola tra le braccia, lasciò che il suo corpo la confortasse.Channon chiuse gli occhi, mentre la lingua di lui scivolava intorno e dentro al suo

orecchio, facendole venire i brividi. Lei si inarcò nelle sue braccia e lo arò a lei perun altro bacio bruciante. Una parte di lei voleva chiedergli di non lasciarla il manodopo. Ma si riutava di rendersi ridicola.

Sapeva, n da quando era iniziata, che quella noe sarebbe la stata l’unica cheavrebbe avuto. Ma il pensiero di non vederlo nuovamente la feriva profondamente.Senva che perdere lui sarebbe stato leeralmente come perdere una parte vitale dilei.

Sebasán sapeva che doveva andarsene subito, ma qualcosa dentro di lui si ribellò.Non mancava molto all'alba. Doveva ancora recuperare l'arazzo e tornarsene a casa.

Ma in quel momento, tuo quello che voleva era passare ancora un po' di tempocon questa donna, tenendola nel caldo rifugio delle sue braccia.

“Dormi, Channon”, sussurrò mentre le inviava un piccolo incantesimo del sonno. Se

lei fosse stata sveglia e lo avesse guardato, non avrebbe mai potuto lasciarla.Immediatamente lei si abbandonò nelle sue braccia.Sebasán fece scorrere le dita sulla delicata curva della sua guancia mentre la

guardava. Era così bella al suo anco.

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Accarezzò con la mano i serici ricci e inalò profondamente il profumo dei suoicapelli. L'aroma oreale gli ricordava i caldi giorni d’estate ricchi di risate e diamicizia. I suoi anchi nudi erano comodamente incassa nel suo inguine, la schienapremuta contro il suo stomaco. Le sue gambe lisce erano intrecciate con le sue. Dio,quanto gli faceva male tenerla lì così.

Si sen un'altra volta rimescolare. Senva la necessità di prenderla un'altra volta

prima di compiere il suo dovere.Devi andare.

Per quanto l'odiasse, sapeva di non avere altra scelta.Sospirando addolorato, si allontanò dal calore di lei e scese lentamente dal leo,

ancora meravigliato dalla noe che avevano condiviso. Non l’avrebbe maidimencata. E, per la prima volta in vita sua, desiderava realmente ritornare lì per unpo'.

Ma questo era impossibile.Quelli della sua specie non si trovavano bene nel mondo moderno, dove eranofacilmente trova e caccia. Lui aveva bisogno di spazi aper e di un mondosemplice dove potesse avere libertà e la vita solitaria di cui aveva bisogno.

Stringendo con i den contro il dolore del bisogno, si ves silenziosamente al buio.Sebasán si allontanò dal leo, poi si fermò.

Non poteva andare via così, come se quella noe non avesse signicato nulla perlui. Togliendosi il medaglione di sua madre del collo, lo allacciò a quello di Channon e

le baciò le labbra socchiuse.“Dormi, piccola mia” sussurrò. “Possano i Desni essere genli con te. Sempre.”

Poi, scinllò dalla stanza ed uscì nella noe oscura. Solo. Era sempre solo.Aveva acceato questo fao da molto tempo. Era come doveva essere.Ma questa noe senva quella solitudine più profondamente di quanto l'avesse

mai senta prima.Mentre girava aorno all'edicio dell’albergo e si incamminava verso l'auto, andò a

sbaere contro ad una donna di mezza età che camminava proteggendosi dalfreddo con una giacca logora. Indossava una uniforme da cameriera e le vecchiescarpe non erano di qualità ma prache.

“Hey”, le disse mentre si allontanava da lui. “Hai l’auto?” Lei negò con la testa.“Ora ce l'hai”. Le tese le chiavi della sua Lexus e gliela indicò. “Troverai il cercato

di proprietà nel vano portaogge. Devi solo compilarlo ed è tua.”Lei sbaé le palpebre. “Sì, certo."Sebasán le orì un sorriso genuino. Aveva comprato quell’auto solo per usarla

mentre era intrappolato in questo periodo di tempo. Dove andava, non ne avrebbeavuto bisogno.

“Sono serio” le disse spingendola verso l'auto. “Non c'è nessun inganno. Ho faovoto di povertà giusto quindici minu fa ed è tua tua.”

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Lei rise incredula.“Non ho idea di chi tu sia, ma grazie.”Sebasán piegò la testa e aspeò no a quando la donna si ne andò con l’auto.Cautamente, entrò in un vicolo e si guardò intorno per essere sicuro che non ci

fossero tesmoni. Evocò i poteri della Noe per proteggersi da chiunque potesseassistere, poi si trasformò nell’altra sua forma. Il potere dei Draki dilagò in lui come il

fuoco mentre gli ioni nell'aria intorno a lui erano carichi di energia elerica, energiaelerica che gli permeeva di spogliarsi di una forma e di mutarsi nell’altra.

Nel suo caso, l’altra sua forma era un drago.Spiegando le sue ali rosso sangue nella loro totale larghezza di dodici metri, si dee

lo slancio con le gambe posteriori e volò verso il cielo, stando aento a volare sooal livello dei radar, questa volta.

Sebasán aveva un'ulma cosa da fare prima di poter ritornare nella sua epoca.

Anche mentre ritornava al museo, non poteva allontanare l'immagine di Channondalla sua mente.Poteva ancora vederla addormentata nel leo, i capelli sparsi sulle spalle. Poteva

ancora senre la consistenza di quelle bre color miele sui suoi palmi. La sua forma didrago ardeva per la necessità ed anelava di tornare da lei.

Ma non poteva. Una noe con una umana era tuo quello che poteva osare. Ilrischio di esporsi era troppo grande.

Sebasán araversò la cià nell’arco di pochi minu e si posò sul teo del museo.

Invocò il campo elerico che permeeva alle molecole del suo corpo di trasformarloda animale ad uomo e di ritornare un'altra volta alla sua forma umana.

Con un tocco della mano, si ves tuo di nero, poi scinllò dal teo no alla sala incui era esposto l'arazzo.

“Sei qui”, disse, mentre guardava un'altra volta il lavoro di Anphone.Tristezza, colpevolezza e pena dilagarono in lui mentre ricordava il viso tranquillodella sua sorellina.

Dopo che aveva venduto l'arazzo, non aveva mai più voluto rivederlo.Ma ora doveva riaverlo. Era l'unico modo di salvare la vita di suo fratello. Non che a

lui dovesse importare. A Diamo non importava nulla di lui.Ma, nonostante tuo quello che Diamo aveva fao per distruggerlo, Sebasán

non poteva ancora voltare la schiena a suo fratello e lasciarlo morire. Non quandopoteva aiutarlo.

“Sono un maledeo idiota” si disse schifato.Tolse l'arazzo dalla cornice del museo. Poi lo piegò e lo mise con cura in una borsa

di cuoio nero per proteggerlo.Mentre cominciava a scinllare dalla stanza al teo, una strana bruciatura apparve

sul palmo della sua mano sinistra.“Che cosa ... ?”

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Sibilando per il dolore, lasciò cadere la borsa e si tolse il guanto. Sebasán soòsulla pelle calda e corrugò la fronte alla vista del disegno geometrico che era apparsosul suo palmo.

“No”, disse inspirando incredulo mentre ssava il disegno.Questo non era possibile, ma non poteva negare quello che ora senva e vedeva.

Peggio, c'era una presenza dentro di lui, uno smolo nel profondo del suo cuore che

lo fece bestemmiare ad alta voce.Contro la sua volontà, era accoppiato.

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CAPITOLO DUE

Questo era un incubo. Assolutamente, il peggior po di incubo. Era uno sbaglio.Doveva esserlo.

Sebasán lasciò immediatamente il museo, passando tuo il tempo aponderare quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Sul teo dell'edicio fece

una pausa. Aveva bisogno di riportare l’arazzo nella Britannia di mille anni prima.L'aveva giurato. Aveva distruo il futuro di Anphone ed ora il desno di suo fratelloera nelle sue mani.

Ma il marchio ...Non poteva lasciare qui la sua compagna mentre andava a casa. Ma non poteva

neppure rimanere in questa epoca dove il pericolo di essere inavvertamentecolpito da una scarica elerica era molto alto e quello era il suo tallone di Achille.

Poiché dipendeva dagli impulsi elerici per cambiare forma, qualunque po dicontao elerico poteva trasformarlo involontariamente. Era per questo movo chequelli della sua specie evitavano qualsiasi periodo di tempo dopo Benjamín Franklin,denito il ‘Satana della sua gente’.

Ma le leggi Arcadiane lo obbligavano a proteggere la sua compagna. A qualunquecosto.

Secoli di guerra avevano lasciato i Draki del ramo degli Arcadiani pracamenteesn. E poiché Sebasán aveva scovato e giusziato il cavo animale Drako, la loro

specie si sarebbe dedicata ad inseguire ed uccidere la sua compagna, se mai avesseroscoperto l'esistenza di Channon.

Lei sarebbe morta e sarebbe stata tua la sua colpa.Se lei fosse morta, lui non avrebbe mai potuto avere un’altra compagna.“Accoppiato, dannato inferno”, mormorò. Alzò lo sguardo verso la brillante luna

piena. “Dannazione a voi, Desni. A che cosa stavate pensando?”Accoppiare un umano con un Arcadiano era crudele. Accadeva solo

raramente, tanto raramente che lui non ne aveva mai preso in considerazione lapossibilità.

Allora perché doveva accadere ora?Lasciala.Avrebbe dovuto. Ma se lo faceva, avrebbe perso l’unica possibilità di formarsi una

famiglia. A dierenza dai maschi umani, lui aveva questa sola e unica opportunità. Seavesse rinunciato a

reclamare Channon, avrebbe passato il resto della sua eccezionalmente lunga vita

da solo.Completamente da solo.Nessun’altra donna gli sarebbe interessata. Sarebbe stato condannato al celibato.Oh dannato, maledeo inferno.

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Non c'era alcuna alternava. Al termine di tre semane, il marchio sulla manoumana di lei sarebbe sparito e si avrebbe dimencata che lui fosse mai esisto. Ilmarchio sulla sua mano Arcadiana sarebbe, invece, stato eterno e lui l’avrebberimpianta per tuo il resto della sua vita. Anche se dopo fosse tornato da lei, sarebbestato troppo tardi. Una volta che il marchio fosse sparito, le sue possibilità eranonite.

Era ora o mai più.Per non contare il piccolo parcolare che, durante le tre semane in cui lei era

segnata dal suo marchio, Channon sarebbe stata un’arazione per i Katagari Drakiche lo volevano morto.

Per secoli, lui e gli animali Katagari, avevano giocato mortalmente al gao ed iltopo. Di solito i Katagari gli inviavano dei collegamen mentali, proprio come luifaceva con loro. Il loro sonar psichico avrebbe facilmente registrato il suo marchio sul

corpo di Channon, permeendo loro di localizzarla.E se qualcuno di loro avesse trovato la sua compagna da sola, senza protezione ...Lui allontanò quell'immagine dalla sua mente.

No, lui doveva proteggerla. Questo era tuo quello che doveva fare.Chiudendo gli occhi, Sebasán si trasformò in un drago e ritornò all’albergo di

Channon dove cambiò un'altra volta forma ed entrò nella stanza come uomo.Stava per rompere nove leggi dieren.Sorrise amaramente. Che cosa c’era di nuovo? E perché se ne preoccupava? La sua

gente lo aveva bandito molto tempo prima. Era morto per loro. Perché dovevarispeare le loro leggi?

A lui non importava di loro. Non importava di nulla. Di nessuno.Ma mentre guardava Channon che dormiva soo la luce della luna, gli accadde

qualcosa di parcolare. Un senmento di possessività crebbe in lui. Lei era la suacompagna. La sua unica salvezza.

Per un qualche contorto movo, i Desni li avevano uni. Lasciare lì Channon,indifesa, era un errore. Lei non aveva idea del po di nemici che avrebbero faoqualunque cosa per averlo, nemici che non avrebbero esitato a ferirla solo Perchéera sua.

Sebasán si sdraiò al suo anco e l'arasse nelle sue braccia. Lei mormorò nelsonno, poi si accoccolò contro di lui.

Il suo cuore baé con forza nel senre il suo ato sul collo.Abbassò lo sguardo e vide, appoggiato alla sua guancia, il palmo della mano destra

di lei che recava lo stesso marchio che lui aveva sulla mano sinistra.

Lui la aspeava da un'eternità.Dopo tu quei secoli di vuota solitudine, avrebbe mai osato sognare di avere di

nuovo una casa? Una famiglia?Oppure, non avrebbe osato?

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“Channon?” sussurrò dolcemente, tentando di svegliarla. “Devo chieder unacosa.”

“Hmm?” sussurrò lei nel sonno.“Non posso portar via dal tuo tempo senza che tu sia d’accordo. Ho bisogno che

tu venga con me. Vuoi?”Lei sbaé le palpebre, aprì gli occhi e lo guardò aggroando le sopracciglia

assonnata. “Dove hai intenzione di portarmi?”“Voglio portar a casa con me.”Lei gli sorrise come un angelo e poi dopo sospirò. “Certo.”Sebasán la circondò con le sue braccia mentre lei tornava a dormire. Lei aveva

deo sì. La gioia lo invase.Forse, dopo tuo, aveva nito di scontare la sua punizione.Forse, per una volta, poteva avere un momento di tregua dal passato.

Tenendola strea, Sebasán guardò fuori dalla nestra ed aspeò i primi raggidell'alba che potessero spingerli fuori dal mondo di lei verso uno che andavaoltre la sua selvaggia immaginazione.

Channon sen un strano strappo allo stomaco che le provocò una terribile nausea.Che cosa succedeva?

Aprì gli occhi e vide Sebasán con lo sguardo sso su di lei. Indossava unasconcertante maschera di piume rosse e nere che faceva risaltare ancora di più il

colore dorato dei suoi occhi. Le ricordò la maschera del Fantasma dell'Opera, poichégli copriva solo la fronte e il lato sinistro del viso dove aveva il tatuaggio.

Lei non aveva mai considerato sexy le maschere, ma su di lui, mmm, baby.Ancor più seducente di questo, lui indossava un'armatura di cuoio nero su una

coa di maglia, l'armatura di cuoio nera era coperta di anelli d’argento e borchiecon l’allacciatura sul davan. I legacci erano sciol, lasciando un'alleante apertura

dove lei, sbirciandoci dentro, poteva vedere la sua pelle abbronzata.Ummm, hmmm.Sorridendo, lei stava per parlargli quando si rese conto di essere in groppa ad un

cavallo. Un cavallo veramente, veramente grande.Ancora più strano, lei indossava un vesto verde scuro con le maniche larghe che

uuava aorno a lei come l’abito della principessa in un racconto delle fate.“Okay”, sospirò lei, facendo scorrere la mano sull'intricato ricamo dorato della

manica. “Questo è un sogno. Posso fare fronte ad un sogno dove sono la BellaAddormentata o qualcosa del genere.”

“Non è un sogno” disse lui quietamente.Channon sorrise nervosamente mentre si raddrizzava sul suo grembo e si guardava

aorno. Il sole era alto, come se fosse pomeriggio inoltrato, e loro stavano

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percorrendo una vecchia strada sporca che costeggiava quello che sembrava essereun folto bosco preistorico.

Qualcosa non andava. Poteva senrselo nelle ossa e glielo rivelava la rigidità di luied il suo sguardo cauto. Le stava nascondendo qualcosa.

“Dove siamo?”“Il dove”, le disse lentamente, evitando di incontrare il suo guardo, “non è tanto

interessante quanto in quale tempo.”“Scusa?”Vide diverse emozioni guizzare negli occhi di lui, ma la più strana fu il fugace lampo

di panico, come se avesse paura di rispondere alla sua domanda.“Ti ricordi quando ieri sera ho domandato se potevo portar a casa con me e tu

rispondes ‘sicuro’?”Channon corrugò le sopracciglia. “Sì, vagamente.”

“Bene, tesoro, sono a casa.”La testa le cominciò a dolere. Di che cosa stava parlando? “Casa? Dove?”Lui si schiarì la gola ed evitò ancora di incontrare il suo sguardo.

Quell'uomo era decisamente evasivo. Ma perché?“Mi hai deo che piaceva la ricerca, vero” le domandò. Il suo stomaco si annodò

ancora di più.“Sì.”“Allora considera questo come una ricerca originale ed avventurosa.” “Che cosa

stai cercando di dirmi?”Lui contrasse la mascella.“Non hai desiderato, qualche volta, di poter viaggiare nell'Inghilterra sassone e

vedere come fosse realmente prima che i normanni la invadessero?”“Ovviamente.”“Bene, il tuo desiderio si è avverato.” La guardò e le lanciò un sorriso non molto

sincero.Ok, il ragazzo non era Robin Williams e, a meno che non si fosse persa qualcosa di

molto importante relava alla noe scorsa, lei non l'aveva evocato da una boglia.Se lui non era un genio ....

Lei rise nervosamente. “Che cosa stai dicendo?”“Siamo in Inghilterra. O, per meglio dire, siamo dove, tra qualche tempo, ci

sarà l'Inghilterra. In questo momento, questo regno si chiama Lindsey.”Channon rimase completamente silenziosa. Conosceva ogni cosa sul medievale

regno Sassone e questo ... questo non era possibile. No, non esisteva alcun

modo che le permeesse di essere lì.“Stai, un'altra volta, prendendo gioco di me, vero?” Lui negò con la testa.Channon si sfregò la fronte, mentre cercava di dare un senso a tuo questo.

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“Ok, mi hai dato qualcosa di forte da bere. Geniale. Quando sarò sucientementesobria, puoi essere certo che chiamerò la polizia.”

“Bene, ci vorranno circa novecento anni prima che ci siano dei polizio dachiamare e altri cento anni per avere un telefono. Ma sono disposto ad aspeareche tu lo faccia.”

Channon chiuse gli occhi con forza mentre cercava di pensare nonostante il forte

mal di testa.“Allora mi stai dicendo che non sto sognando e che non sono drogata.”“Corree entrambe le cose.”“Allora sono nell'Inghilterra sassone?” Lui assen.“E tu sei un cacciatore di draghi?”“Ah, ricordi di quella parte.”“Sì,” disse lei ragionevolmente, ma, ad ogni parola che pronunciò dopo, la sua

voce crebbe in un pacato isterismo. “Quello che non mi ricordo è come diavolo sonoarrivata qui!” gridò, facendo volar via parecchi uccelli.Sebasán trasalì. Lei lo guardò male.“Mi hai deo che non ci sarebbero voci soprannaturali come per Rod Serling, ma

qui mi ritrovo nel mezzo di un episodio di Dimensione Sconosciuta. Oh, lasciameneindovinare il tolo, ‘Noe di una totale stupida’!”

“Non è così male come sembra”, disse Sebasán, cercando di decidere il modomigliore di spiegarle tuo questo. Lui non gliene faceva una colpa per essere

arrabbiata. In realtà, stava prendendo, tuo questo, meglio di come si era aspeato.“So che è dicile per te.”

“Dicile per me? Non so neanche da dove cominciare. Ho fao qualcosa che nonavevo mai fao in vita mia e poi, quando mi sveglio, tu mi dici che mi hai portato nelpassato. E io non sono sicura se sono maa o allucinata o che altro. Perché sonoqui?”

“Io ...” Sebasán non sapeva bene come risponderle. La verità eradecisamente fuori quesone. ‘Channon, ho pracamente rapita perché sei la miacompagna e non voglio restare da solo per i prossimi trecento o quarocento annidella mia vita.’

No, decisamente non era qualcosa che un uomo poteva dire ad una donna al suoprimo appuntamento. Doveva corteggiarla. Rapidamente. E doveva convincerla arimanere lì con lui.

Preferibilmente prima che un drago si mangiasse uno di loro.“Guarda, perché non pensi che questa è una grande avventura. Invece di leggere la

storia che insegni, puoi viverla per un paio di semane.”“Che cosa sei tu? Disney World?” domandò lei. “Ed io non posso rimanere qui per

un paio di semane, ho una vita nel XXI secolo. Sarò licenziata dal mio lavoro.

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Perderò la mia auto ed il mio appartamento. Chi rirerà i miei ves dallalavanderia?”

“Se rimani qui con me, non sarebbe un problema. Non dovres mai piùpreoccupar di queste cose.”

Channon era costernata. Oh, Dio, per favore fa' che questo sia solo uno stranoincubo.

Doveva svegliarsi. Non poteva essere reale.“No”, gli disse, “hai ragione. Non dovrei preoccuparmi per niente di quello

nell’Inghilterra sassone. Dovrei solo preoccuparmi della mancanza di igiene, dellamancanza di acqua corrente, delle invasioni vichinghe, di essere bruciata nel rogo,della mancanza di tue le comodità moderne e delle orribili malae senzaanbioci. Santo cielo, non potrei trovare neanche un'aspirina. Per non menzionareche non saprò che cosa accade in Buy, la semana prossima!”

Sebasán esalò un sospiro, lungo e paziente, e le lanciò uno sguardo di scusa chein qualche modo riuscì a migare buona parte della sua collera.“Guarda”, disse lui dolcemente, “voglio fare un accordo con te. Passa poche

semane qui con me e, se realmente non riesci a sopportarlo, porterò a casa il piùpossibile vicino al momento in cui siamo par. Ok?”

Per Channon era ancora dicile comprendere tuo questo.“Mi giuri che non stai giocando un qualche strano gioco di mente con me? Sono

veramente qui, nell'Inghilterra sassone?”

“Lo giuro sull'anima di mia madre. Questa è l’Inghilterra sassone e posso riportara casa. E no, non sto giocando strani giochi di mente con te.”

Channon acceò tuo quello, anche se non riusciva ad immaginarsi perché.Aveva la sensazione che lui non avrebbe mai giurato sull'anima di sua madre ameno che non volesse mantenere la promessa.

“Puoi riportarmi nel preciso momento in cui siamo par?”“Probabilmente non al momento preciso, ma ci posso provare.”“Che cosa intendi dire con ‘provare’?”Per un momento gli si formarono le fossee, poi tornò serio.“Viaggiare nel tempo non è una scienza esaa. Puoi viaggiare nel tempo solo nel

lasso di tempo in cui l'alba incontra la noe e solo soo l’inusso della lunapiena. Il problema è si presenta al momento dell'arrivo. Puoi tentare di arrivare inuno specico posto, ma hai solo il novantacinque per cento di probabilità di averesuccesso. Potrei portar indietro in quel giorno, ma potrebbero anche essere una odue semane dopo.”

“E quello è il meglio che puoi fare?”“Hey, sii grata che sono vecchio. Quando un Arcadiano inizia i suoi viaggi nel

tempo, ha solo un tre per cento di probabilità di successo. Una volta sono nito suPlutone.”

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Lei rise anche se controvoglia. “Davvero?”Lui assen.“Non scherzano quando dicono che è il pianeta più freddo.”Channon inspirò profondamente mentre assimilava tuo quello che le stava

dicendo. Era tuo vero? Non lo sapeva, così come non sapeva se fosse stato onestoo no sulla possibilità di riportarla indietro. Lui era ancora molto guardingo.

“Ok, allora sono bloccata qui no alla prossima luna piena?”“Sì.”Oh, santo cielo, no. Se lei fosse stata il po di donna che si lamentava, in quel

momento starebbe piagnucolando. Ma lei era sempre praca.“Va bene. Posso sopportarlo” disse più per se stessa che per lui. “Fingerò di essere

una ragazza sassone e tu ...” la sua voce si aevolì mentre ricordava quello che leaveva deo sui suoi viaggi nel tempo. “Allora, quan anni hai?”

“La mia gente non compie gli anni nello stesso modo degli umani. Da quandopossiamo viaggiare nel tempo, abbiamo un orologio biologico più lento.Oh, il modo in cui disse ‘umani’ non le piacque e, se lui si fosse voltato mostrando

dei canini, lei gli avrebbe inchiodato un bastone nel cuore. Ma si riebbe in un minuto.Prima voleva capire il discorso sull’età.

“Allora, la tua età è come quella dei cani?” Sebasán rise.“Qualcosa di simile. Per l'età umana, io avrei quarocentosessantatre anni.”Channon si sedee sbalordita mentre guardava il suo corpo snello e solido.

Dimostrava di essere vicino alla trenna, non che avesse abbondantemente superatoi quarocento anni.

“Non stai scherzando, vero?”“Neanche un po'. Tuo quello che ho deo dal momento in cui ci siamo

incontra è stata la pura verità.”“Oh, Dio”, disse lei, respirando lentamente ed aentamente per calmare il

panico che cominciava ad aorare. Sapeva che era vero, anche se le costavacrederlo. La stordiva sapere che la gente poteva viaggiare nel tempo e che potevarealmente trovarsi negli Anni Oscuri.

Sicuramente, non poteva essere così semplice.“So che deve esserci più di un lato oscuro in tuo questo. E sono abbastanza sicura

che ora scoprirò che sei un vampiro o qualcosa del genere.”“No” disse lui rapidamente. “Non sono un vampiro. Non succhio sangue e non

faccio niente di strano per sopravvivere. Sono nato da mia madre, proprio come te.Sento le stesse emozioni. Sanguino sangue rosso. E proprio come te, morirò in una

ignota data nel futuro. Sono solo stato dotato di alcuni poteri extra.“Vedo. Io sono una Toyota. Tu sei una Lamborghini e puoi fare del sesso

realmente fantasco.”Lui ridacchiò.

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“Questo è una buona sintesi.”Sintesi? Dannazione! Era inconcepibile. Come aveva potuto mescolare qualcosa del

genere? Ma, quando alzò lo sguardo verso di lui, comprese. Lui era irresisbile.Quell'aria mortale e quel magnesmo animale: come aveva potuto pensare diresistergli?

E si domandò se là fuori c’erano altri uomini come lui. Uomini con potere e magia.

Uomini che erano così incredibilmente sexy che solo a guardarli si bruciava per loro.“C'è ne sono altri come te?” “Sì.”Lei sorrise maliziosamente al pensiero. “Mol di più?”Lui aggroò la fronte prima di risponderle.“Ce n’erano mol di più, ma i tempi cambiano.”Channon vide la tristezza nei suoi occhi, il dolore che aveva dentro. Si sen male

per lui. Lui abbassò lo sguardo su di lei.

“L'arazzo, che tu ami tanto, è la storia delle nostre origini.”“La nascita del drago e dell'uomo?”Lui assen.“Circa cinquemila anni prima che nascessi, mio nonno, Lycaon, si innamorò di una

donna che pensava fosse un'umana. Non lo era. Lei era nata da una razza che erastata maledea dagli dei greci. Lei non aveva mai deo chi o che cosa fosserealmente e con il tempo gli diede due gli.

Channon ricordò di aver visto la scena di quella nascita ricamata nell'angolo

superiore sinistro dell'arazzo.“Nel suo venseesimo compleanno”, connuò, “lei morì orribilmente così come

accadeva a tu i membri della sua razza. E, quando mio nonno vide quella scena,seppe che i suoi gli erano desna alla stessa sorte. Arrabbiato ed addolorato,cercò dei mezzi innaturali per mantenerli in vita.”

Sebasán si tese mentre parlava.“Pazzo di dolore e di paura, caurò tua la gente di mia nonna che riuscì e iniziò a

fare esperimen su di loro, combinando le loro forze vitali con quelle degli animali.Voleva creare una creatura ibrida che non fosse maledea.”

“Funzionò?” gli domandò lei.“Meglio di quello che sperava. Non solo la sua magia diede loro la forza e il potere

degli animali, ma diede loro una vita dieci volte più lunga di quell'umana.”Lei inarcò un sopracciglio.“Allora stai dicendo che sei un lupo mannaro che vive see o oocento anni?”“Sì, per l'età, ma io non sono un Lyko. Sono un Drako.”

“Lo dici come se io avessi un'idea di quello che vuoi dire.”“Lycaon usò la sua magia dividere e metà i suoi gli. Da due gli, ne fece quaro.”“Che cosa stai dicendo?” gli domandò, “li tagliò a metà?”

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“Sì e no. Ci fu una conseguenza secondaria della magia a cui non credo che miononno fosse preparato. Quando lui mise insieme un essere umano ed un animale,presumeva che la sua magia avesse creato un solo essere. Invece ne creò due. Unapersona che possedeva il cuore dell'umano ed una creatura a parte il cui cuore eraquello dell'animale.”

“Quelli che hanno i cuori umani sono chiamato Arcadiani. Noi siamo capaci di

reprimere il lato animale della nostra natura. Di controllarla. Poiché abbiamo deicuori umani, abbiamo compassione e maggiore raziocinio.”

“E quelli con i cuori di animali?”“Loro sono chiama Katagari, che vuol dire bricconi o imbroglioni. A causa dei loro

cuori animali, a loro manca la compassione umana e sono guida dai loro bassiisn. Come i loro fratelli umani, hanno le stesse abilità psichiche, possono cambiareforma, viaggiare nel tempo, ma non hanno autocontrollo.”

Questo non le sembrava una buona cosa.“E l'altra gente su cui fece esperimen? Anche loro furono divisi in due?”“Sì. E formarono le basi di due società: gli Arcadiani e i Katagari. Come in

natura, formiamo gruppi, o patrie, basate sui nostri animali. Il lupo vive con illupo, il falco con il falco, il drago con il drago. Ulizziamo termini greci perdierenziarci tra di noi. Per questo movo un drago è un drako, un lupo è un lyko,etc.”

Questo aveva senso.

“E per tuo questo tempo gli Arcadiani sono rimas con gli Arcadiani e i Katagaricon i Katagari?”

“In gran parte, sì.”““Ma mi rendo conto dalla tua voce che nessuno visse per sempre felice e

contento.”“No. I Desni erano furiosi con Lycaon perché aveva osato opporsi a loro. Per

punirlo, gli ordinarono di uccidere le creature. Lui si riutò ed allora gli dei cimaledirono tu.”

“In che modo vi maledissero?”Un muscolo fremee sulla sua mascella e lei poté vedere la profonda agonia nei

suoi occhi. “In primo luogo, non raggiungiamo la maturità sessuale no ai vent’anni.Poiché arriva così

in ritardo, quando ci colpisce, ci colpisce forte. Mol di noi vengono condo allapazzia e, se non troviamo il modo di controllare e canalizzare i nostri poteri,possiamo trasformarci in Slayer, assassini.”

“Ne deduco che non intendi dire un bravo assassino di vampiri o il po di assassinodi cose diaboliche.”

“No. Queste creature sono decise alla distruzione assoluta. Assassinano senzarimorsi e in modo totalmente barbaro.”

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“Ma è orribile”, sospirò lei. Lui concordò con lei.“Fino alla pubertà, i nostri bambini sono o animali o umani, dipende dalla forma

basilare dei loro genitori.”“Forma basilare? Che cosa è?”“Gli Arcadiani sono umani, così la loro forma basilare è umana. I Katagari hanno la

forma basilare dell’animale con il quale sono relaziona. Un Ursulan sarà un orso, un

Gerakian sarà un falco.”“Ed un Drako sarà un drago.” Lui assen.“Un bambino non ha poteri, ma, con l’inizio della pubertà, tu i poteri

compaiono. Tenamo di limitare quelli che eccedono ed insegniamo loro comegesre i loro poteri. La maggior parte delle volte abbiamo successo con gliArcadiani, ma con i Katagari non è così. Loro incoraggiano i loro ragazzi adistruggere sia gli umani che gli Arcadiani.”

“Poiché abbiamo giurato di fermare loro ed i loro Slayer, ci odiano ed hannogiurato di uccidere noi e le nostre famiglie. In breve, siamo in guerra gli uni contro glialtri.”

Channon restò in silenzio mentre assimilava l'ulma parte. Allora era quellal'eterna loa che aveva citato ieri.

“È per questo movo che sei qui?”Questa volta l'angoscia del suo sguardo era così profonda che lei fece una smora

di dolore. “No, sono qui perché ho fao una promessa.”

“Che po di promessa?”Lui non rispose, ma lei sen la rigidità del suo corpo. Era un uomo che soriva e lei

voleva sapere Perché.Ma poi lei riuscì a capirlo.“I Katagari hanno distruo la tua famiglia, vero?”“Mi hanno preso tuo.” L'agonia nella sua voce era così cruda, così selvaggia. Mai

in vita sua aveva sento qualcosa del genere.Channon voleva consolarlo in un modo in cui non aveva mai desiderato consolare

qualcun altro. Desiderava poter cancellare il passato e ridargli la sua famiglia.Cercando di distrarlo, ritornò all’argomento precedente. “Se voi siete in guerra,

avete degli eserci?”Lui negò con la testa.“Non realmente. Abbiamo delle Sennelle che sono molto più for e più rapide del

resto della nostra specie. Sono sta designa quali proteori sia degli umani che diquelli della sua specie.”

Alzando la mano, lei toccò la maschera che copriva la parte tatuata del suo viso.“Tu gli Arcadiani hanno i tuoi tatuaggi?”

Sebasán guardò lontano.

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“No. Solo le Sennelle li hanno.” Lei sorrise a quella nozia. “Allora sei unaSennella.”

“Sono stato una Sennella.”L'accento sul tempo passato le disse molto. “Che cosa è successo?”“E’ stato molto tempo fa e preferisco non parlarne.”Lei poteva rispeare il suo desiderio, specialmente visto che le aveva già fornito

tante risposte. Ma la sua curiosità era più forte di quanto riuscisse a sopportare.Anche così, lei non voleva curiosare.

“Va bene, ma posso domandar ancora qualcosa?” “Certo.”“Quando dici ‘molto tempo’, ho la sensazione che acquis un signicato

completamente nuovo. È una decade o due, o ...”“Duecentocinquantaquaro anni." La sua mascella cadde.“Sei stato solo per tuo questo tempo?” Lui assen.

Il suo peo si strinse. Duecento anni da solo. Non riusciva ad immaginarlo. “E nonhai nessuno?”Sebasán restò in silenzio mentre i vecchi ricordi riemergevano. Fece del suo

meglio per non ricordare il suo ruolo di Sennella. La sua famiglia.Era stato allevato per mantenere l'onore vicino al suo cuore e, per un fatale errore,

aveva perso tuo quello a cui teneva. Tuo quello che era stato una volta.“Sono stato ... bandito”, disse, strappandosi la parola dalla gola. Mai, in tuo quel

tempo aveva pronunciato a voce alta quella parola. “A nessun Arcadiano è permesso

avvicinarsi a me.”“Perché hanno bandito?” Lui non rispose.Invece, guardò davan a loro.“Guarda, Channon. Credo che lì troverai qualcosa di molto più interessante di me.”

Dubitandone seriamente, Channon girò la testa e boccheggiò. Sulla collina inlontananza

c’era un grande castello di legno circondato da un gruppo di edici. Anche daquella distanza, poteva scorgere persone ed animali che si muovevano.

Lei sbaé le palpebre, incapace di credere ai suoi occhi.“Oh, mio Dio”, sussurrò. “È una autenca ciadina sassone!” “Completa, senza

igiene e senza tubature.”Il suo cuore martellava mentre si avvicinavano alla collina con una velocità lenta e

costante. “Non potres fare muovere questa cosa un po’ più rapidamente?”domandò, ansiosa di vedere più da vicino.

“Potrei, ma loro lo prenderebbero come un segno di aggressione e potrebbero

decidere di rarci delle frecce.”“Oh, allora posso aspeare. Non vorrei diventare un puntaspilli.”

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Sebasán restò in silenzio e la osservò mentre lei si allungava per vedere meglio ilpaese. Sorrise davan alla sua esuberanza mentre si contorceva sulla sella,strusciando dolorosamente i suoi anchi sul suo inguine gono.

Dopo la noe che avevano condiviso lo sorprendeva quanto desiderassepossederla un'altra volta, quanto ardentemente il suo corpo desiderasse quello di lei.

Non poteva ancora credere di averle raccontato tanto del suo passato e della sua

famiglia, ma, come sua compagna, aveva il dirio di conoscere tuo su di lui.Se lei fosse diventata la sua compagna.Lui non aveva ancora deciso in merito a quello.La cosa più migliore sarebbe stato portarla indietro e lasciarla andare. Ma non

voleva farlo. A lui mancava qualcuno di cui prendersi cura e qualcuno che sipreoccupasse di lui.

Quante no era restato sveglio di noe desiderando dolorosamente di avere

un'altra volta una famiglia? Desiderando in conforto di una carezza consolatoria?Rimpiangendo il suono di una risata ed il calore dell'amicizia?Per secoli, la sua solitudine era stata un inferno.E questa donna seduta sul suo grembo era la sua unica salvezza. Se lui avesse osato

...Channon si morse le labbra quando araversarono le mura esterne e vide delle

autenche persone sassoni che lavoravano nella ciadina. C'erano uomini chestavano collocando delle pietre, ricostruendo una parte delle mura. Donne che

lavavano e cucinavano, passeggiavano e conversavano tra di loro. E i bambini!Mol bambini sassoni stavano correndo, ridendo e giocando.

Meglio ancora, c'erano mercan e musici, acroba e giocolieri. “C'è una festa?”Lui assen.“Il raccolto è stato conservato e si festeggia l’evento per una semana.”Lei si sforzò di capire quello che tua quella moltudine aorno a loro diceva. Era

incredibile, parlavano in inglese anco!“Oh, Sebasán” esclamò lei, circondandolo con le braccia e stringendosi a lui.

“Grazie per tuo questo! Grazie!”Sebasán strinse i den davan alla sensazione dei suoi seni premu contro di lui.

Del suo ato che gli sollecavano il collo.La sua erezione crebbe ancora di più e gli occorsero tu i suoi poteri umani per

placare la besa che aveva dentro di lui.Si sen lacerare dentro mentre meeva le due metà di se stesso l’una contro

l'altra.

Era molto pericoloso quello che aveva fao, ma, per il bene di entrambi, eraun'azione necessaria.

Soprauo poiché entrambe le par di lui desideravano la stessa cosa:desideravano il Reclamo, - dove Channon si sarebbe adata a lui, - la cerimonia che

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li avrebbe lega insieme eternamente. Non era qualcosa da prendere alla leggera. Leiavrebbe dovuto rinunciare a tuo per stare con lui. Tuo. E lui non era sicuro dipoterglielo chiedere.

Non sarebbe stato giusto per lei e lui non valeva certo un simile sacricio. Vide lafelicità negli occhi di Channon e le sorrise.

Ma il suo sorriso si aevolì quando si guardò aorno nella cià e vide la quantà di

vite innocen che sarebbero nite se qualcosa fosse andata male.Bracis aveva mostrato una rara vena di intelligenza quando aveva preparato questo

scambio. Per il suo giuramento di Sennella, a Sebasán era proibito prendere la suaforma di drago o di ulizzare i suoi poteri in qualunque modo che potesse tradire lasua eredità agli umani. Per gli innocen, lui doveva sembrare sempre un umano.

Bracis aveva giurato che i Katagari sarebbero venu come umani per fare loscambio e se ne sarebbero anda via pacicamente. Sfortunatamente, Sebasán non

aveva altra scelta che darsi di loro.Ovviamente, Bracis conosceva l'estensione dei poteri di Sebasán e il maschioKatagari sarebbe stato assolutamente idiota arontarlo. Anche se la besa potevaessere ousa, Bracis non era così stupido.

Appena arrivarono alla stalla, Sebasán aiutò Channon a scendere, poi smontòanche lui. Abbassò la coa di maglia in modo che nessuno notasse l'ardentedesiderio che provava per la donna che aveva davan.

Channon vide Sebasán rar fuori l'enorme spada dalla sua cavalcatura e

allacciarsela alla vita. Doveva ammeere che quest’uomo sembrava delizioso, tantomaschio e tanto virile.

Le maniche di maglia scendevano dalle spalle dell'armatura di cuoio, nnnandolievemente ai suoi movimen. I lacci della coa di maglia erano sciol, mostrandol’inizio della peluria del suo peo, e lei ricordava molto bene le ore trascorse apercorrere, con le dita e con la bocca, quella pelle lussuriosa.

E, mentre ssava la piccola cicatrice sulla sua nuca, moriva dalla voglia di tracciarlacon la lingua.

Quest’uomo aveva un corpo ed un'aura che avrebbero dovuto essere clonae resi un equipaggiamento standard per tu gli uomini. Orgoglioso e pericoloso,risvegliava e smolava ogni sua parte femminile.

Ferma! Si disse bruscamente. Erano nel centro di una cià e ... E lei aveva altrepersone da studiare.

Sì, certo. Come se fossero realmente più interessan di Sebasán.Lui strinse la spada, in modo che l'elsa fosse voltata verso il davan e la lama

appoggiasse sulla gamba, poi tolse una borsa di cuoio dalla sella. Un giovane corse aprendere il cavallo.

“Che giorno è oggi?” domandò al bambino in inglese anco. “È martedì, sir.”

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Sebasán lo ringraziò e gli diede due monete prima di adare il suo cavallo allecure del ragazzo.

Si girò verso di lei. “Sei pronta?”“Assolutamente sì, l’ho sognato per tua la mia vita.”Channon traenne il ato mentre la guidava araverso la chiassosa ciadina.Sebasán si voltò indietro per guardare Channon che tentava di vedere tuo

contemporaneamente.Era molto felice di essere lì.Forse c’era qualche speranza per loro, dopo tuo. Forse l'averla portata lì non era

stato un errore.“Dimmi, Channon, hai mai mangiato pane sassone?”“È buono?”“Il meglio.” Prendendola per mano, la portò verso un negozio araversando la

strada sporca. Channon inalò il dolce aroma del pane che cuoceva nel forno mentreentravano in paneeria.Il pane era allineato sul banco di legno ed in ceste sui tavoli di tua la stanza.

Un'anziana donna corpulenta era ferma accanto a loro cercando di trascinare ungrosso sacco sul pavimento.

“Qui”, disse Sebasán, accorrendo al suo anco. “Lo lasci portare a me.”Raddrizzandosi, lei gli sorrise con gratudine.

“Grazie. Ne ho bisogno sul mio tavolo da lavoro.” Sebasán si mise il pesante sacco

sulla sua spalla.Channon lo osservava, con l’acquolina in bocca, mentre la sua coa di maglia si

alzava e le permeeva una fugace visione di addominali for ed abbronza.Le sue spalle larghe e i bicipi tonici si contrassero per lo sforzo. E, quando

appoggiò la sacca sul pavimento vicino alla panca, le regalò una bella panoramica delsuo fondoschiena coperto dai pantaloni di cuoio nero.

Oh, sì, aveva una gran voglia di morsicarglielo.“Ora, che cosa posso fare per voi, genli signori?” domandò la donna. “Che cosa

piacerebbe, Channon?”Questa era una domanda traboccheo o cosa?Sforzandosi di guardare qualcos’altro al posto di Sebasán, cercò di trovare

qualcosa di diverso in cui aondare i suoi den.“Che mi consigli?” domandò, provando il suo inglese anco. Non l'aveva mai usato

prima in una conversazione.Con suo stupore, la donna la capì.

“Se hai in mente qualcosa di dolce, ho appena sfornato un lone di pane al miele.”“Sarebbe meraviglioso”, disse Channon.La donna li lasciò soli. Sebasán le si avvicinò mentre lei esaminava i diversi pi di

pane che c’erano nel negozio.

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“Che c'è nella sacca?” gli domandò, indicando la sacca nera che Sebasán avevatolto dalla sella del cavallo.

“Solo una cosa di cui mi devo occupare. Più tardi.” Era nuovamente elusivo.“È per questo movo che sei tornato qui?”Lui annuì, ma c'era qualcosa di guardingo nel suo sguardo, che la avverva che

l’argomento era denivamente chiuso.

La donna ritornò con il pane e lo tagliò per loro. Quando Channon mangiò la feacalda e deliziosa, la donna domandò a Sebasán se poteva aiutarla a togliere dellescatole dalla carrea che era sul retro del negozio.

Lui lasciò la sacca a Channon ed andò ad aiutarla.Channon li ascoltava dall'altra stanza mentre mangiava il pane e beveva anche il

sidro che la donna le aveva portato. Il suo sguardo si abbassò sulla borsa nera e lacuriosità ebbe la meglio su di lei. Piegandosi verso la borsa, la aprì per guardare che

cosa conteneva e rimase senza ato quando vide che dentro c’era l'arazzo.L'aveva rubato veramente! Ma perché?La donna anziana ritornò, pulendosi le mani nel grembiule. “Ha veramente un

brav’uomo, mia Signora.”Vergognandosi per essere stata sorpresa a curiosare, Channon si raddrizzò.

In quel momento, lei non ne era tanto sicura.“Sta ancora scaricando la carrea?”La donna le indicò con la mano il retro del negozio e la invitò a guardare fuori dalla

porta . Nel vicolo dietro al negozio, vide Sebasán che stava giocando con duebambini che brandivano delle spade di legno e degli scudi contro lui, ngendo diessere dei guerrieri che loavano contro un drago. A lei non sfuggì l'ironia del gioco.

Per qualche minuto stee ad osservarlo mentre rideva e scherzava con loro. Lascena le scaldò il cuore.

Il Sebasán, che stava iniziando a conoscere, era un uomo dalle moltesfacceature.

Premuroso, compassionevole ed aeuoso in un modo che lei non aveva maiconosciuto. Eppure c'era qualcosa di selvaggio in lui, qualcosa che lasciava capire chenon era un uomo da prendere alla leggera.

E mentre lo osservava giocare con i bambini, le successe qualcosa di strano. Lei siimmaginò come sarebbe stato vederlo giocare con i suoi gli.

Con i loro gli ...Poteva vedere così chiaramente quell'immagine che si spaventò. “Perché por la

maschera?” gli domandò uno dei bambini. “Perché non sono carino come te”,

scherzò Sebasán.“Io non sono carino”, disse indignato il bambino, “sono un bel ragazzo.”“Sei un bel ragazzo, Autrey”, disse un uomo di mezza età mentre trasportava

un barile araverso la porta dell'edicio verso la strada.

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L'uomo guardò Sebasán.Rimase a bocca aperta, dopo si pulì la mano sulla camicia ed allungò la mano per

stringere quella di Sebasán.“È da molto tempo che non vedo uno di voi. È un onore stringervi la mano, mio

Signore.” I ragazzi smisero di giocare.“Lui chi è, nonno?”

“È un Cacciatore di draghi, Autrey, come quelli di cui racconto ogni sera quandovai a dormire.” L'uomo indicò la maschera e la spada. “Avevo la tua età quandovennero a Lindsey ed uccisero Megalos.”

Lei si chiese se Sebasán fosse uno di quelli che erano venu quel giorno.Come se avesse percepito la sua presenza, Sebasán girò la testa e la vide sulla

porta. “Scusatemi”, disse all'uomo ed ai bambini e poi andò verso di lei.Sebasán poteva vedere sul viso di Channon che qualcosa la preoccupava.

“Qualcosa non va?”“Eri uno di quelli che hanno loato contro Megalos?”Lui scosse la testa, mentre il dolore lo aanagliava. Se non fosse stato esiliato, quel

giorno sarebbe stato lì. A dierenza di altre Sennelle, lui doveva loare contro iKatagari da solo.

“No.”“Oh.”“C'è qualcos’altro che preoccupa? Non mi sembri ancora contenta.” Lei incontrò

il suo sguardo.“Hai rubato l'arazzo dal museo”, lo disse in inglese moderno in modo che nessuno

potesse capirla. “Volevo sapere perché.”“Dovevo riportarlo qui.”“Perché?”“Perché è il riscao per un’altra Sennella. Se venerdì io non do loro

l'arazzo, lo uccideranno.”Channon corrugò la fronte. “Perché vogliono l'arazzo?”“Non ne ho idea. Ma siccome la vita di un uomo è in pericolo, non mi sono

preoccupato di domandare.”All'improvviso, ricordò quello che le aveva deo la noe prima sull'arazzo. ‘E’ stato

fao da una donna chiamata Anphone nella Britannia del VII secolo. È la storia disuo nonno e di suo fratello e la loro eterna loa tra il bene e il male.’

“Anphone è tua sorella?”“Era mia sorella. E’ morta molto tempo fa.”

Dall’espressione del suo sguardo si poteva capire che il dolore era ancora vivo inlui. “Perché l'arazzo era al museo.”

“Perché ...” prese un profondo respiro per reprimere l'agonia dentro lui, un’agoniatanto profonda che faceva male a tuo il suo essere.”

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Lui sen un muscolo contrarsi sulla sua mascella, mentre si costringeva arispondere alla domanda.

“Aveva l'arazzo con sè quando è morta. Ho tentato di restuirlo alla mia famiglia,ma loro non volevano avere nulla a che fare con me. Non sopportavo di tenerlo,allora l’ho portato nel futuro, dove sapevo che qualcuno lo avrebbe conservato edero sicuro che sarebbe stato onorato e proteo come avrebbe fao lei.”

“Hai intenzione di restuirlo una volta che tuo questo si sarà risolto, vero?”Aggroò le sopracciglia davan alla sua sagacia.

“E tu come lo sai?”“Potrei dir che sono telepaca, ma non lo sono. Mi sono solo immaginata che un

uomo con un cuore grande quanto il tuo non avrebbe mai rubato qualcosa senzacercare di porvi rimedio.”

“Tu non mi conosci così bene.” “Io penso che sì.”

Sebasán strinse i den. No, lei non sapeva. Lui non era un brav’uomo. Era unostupido.Se non fosse stato per lui, Anphone avrebbe stata ancora viva. La sua morte era

stata tua colpa sua. Era la colpa con cui conviveva costantemente. Una che nonsarebbe mai cessata, non sarebbe mai guarita.

Ed in quel momento si rese conto di una cosa: doveva lasciare andare Channon.Non c'era un modo per tenerla con sé. Non c'era un modo per poter condividere lasua vita con lei.

Se le fosse successo qualcosa ...Sarebbe stata anche colpa sua. In quanto sua compagna, sarebbe stata la prima

esca per i Katagari, nonostante fosse stato esiliato, era ancora una Sennella ed il suolavoro era stato trovare e distruggere ogni Slayer che avesse trovato.

Da solo, avrebbe potuto combaerli. Ma senza la sua gente a proteggere Channonmentre lui compiva l'anco giuramento, ci sarebbe sempre stata la possibilità che leifacesse la stessa ne di Anphone.

Preferiva trascorrere il resto dei suoi giorni da celibe piuosto che permeere chequesto accadesse.

Celibe! No!Schiacciò il grido di ribellione del Drako dentro di sé. Per le prossime tre semane,

avrebbe proteo la vita di lei con la propria e, una volta che il suo marchio fossescomparso, l’avrebbe portata a casa.

Era quello che doveva essere fao.

Dopo essere usci dalla paneeria, passarono il pomeriggio curiosando tra lebancarelle ed assaggiando cibi e bevande.

Channon non poteva credere questa giornata: era la migliore della sua vita. E nonperché si trovava nell'Inghilterra sassone, ma perché era con Sebasán. I suoi scherzi

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ed il suo modo di fare tollerante avvolgevano il suo cuore e le facevano desideraredi rimanere con lui.

“Vi chiedo scusa, mio Signore?”Si voltarono e videro un uomo fermo dietro di loro, mentre guardavano un

acrobata. “Sì?” domandò Sebasán.“Sono stato inviato da Sua Maestà, Re Henfrith, per domandarvi se può avere

l'onore della Vostra compagnia, questa sera. Desidera orire la sua più completa ecordiale ospitalità a Voi ed alla Vostra Signora.”

Channon si sen girare la testa. “Dovrò conoscere un re?” Sebasán annuì.“Dite a Sua Maestà che per me sarà un onore incontrarlo. Arriviamo tra breve.” Il

messaggero par.Channon sospirò nervosamente.“Non ne so nulla. Sono vesta in modo adeguato?”

“Sì, certo. Ti assicuro che sarai la donna più bella.” Poi, il suo valoroso campione leorì il braccio. Lo prese e gli permise di guidarla araverso il paese verso il grandemaniero.

Mentre si stavano avvicinando alla porta del castello, lei poteva senre la musica ele risate mentre, dentro, la gente stava cenando. Sebasán le aprì la porta e lepermise di entrare per prima.

Channon esitò sulla soglia mentre si guardava aorno sbalordita. Era ancora piùsplendido di quello che si era immaginata.

La tavola del re era appartata rispeo alle altre e aorno a lei erano sedu tredonne e quaro uomini. Dedusse che l'uomo con la corona fosse il Re, la donna allasua destra, la Regina e gli altri forse erano le glie ed i gli o altri dignitari.

I domesci si areavano con il cibo mentre i cani facevano la ronda, cercando iriu dei commensali. La musica era sublime.

“Nervosa?” le domandò Sebasán in inglese moderno. “Un po'. Non ho idea qualesia il cerimoniale sassone.”

Lui si portò la sua mano alle labbra e le baciò le dita, facendole correre un brividocaldo lungo la schiena.

“Segui il mio esempio e mostrerò tuo quello che devi sapere per vivere nel miomondo.” Lei sollevò un sopracciglio alle sue parole. C’era qualcosa di misterioso inesse. Ne era sicura.

“Mi por a casa alla prossima luna piena, vero?”“Ti ho già dato la mia parola, mia Signora. È l'unica cosa che non ho mai

tradito e sicuramente non romperei il giuramento che ho fao a te.”

“Volevo solo essere sicura.”Il silenzio cadde tra la folla mentre araversavano la sala e si avvicinavano alla

tavola del Re.

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Channon deglu nervosamente. Ma era lì con l'uomo più aascinante delregno. Con addosso la sua armatura nera e la maschera, Sebasán erastraordinariamente mascolino. L'uomo aveva una presenza regale che promeevaforza, velocità e mortale precisione.

Si fermò davan al tavolo e piegò lievemente la testa in un piccolo inchinocortese. Channon fece quella che pensava essere una riverenza acceabile.

“I miei salu, Vostra Maestà” disse Sebasán, raddrizzandosi. “Sono SebasánKaalakis, Principe di Arcadia.”

La mascella di Channon si allentò davan a quella dichiarazione. Un principe? Loera realmente o era un altro scherzo?

Si girò verso di lei, il suo aeggiamento protevo.”La mia Signora, Channon.”Il re si alzò e fece loro un inchino.

“Vostra Altezza, è passato molssimo tempo da quando ho avuto il privilegio diavere la compagnia di un Cacciatore di draghi. Devo alla Vostra casa più diquello che potrò mai compensare. Per favore, venite e accomodatevi al postod’onore. Voi e la Vostra Signora moglie siete i benvenu per tuo il tempo chedesidererete restare.”

Sebasán guidò Channon alla tavola e la fece sedere alla sua destra, vicino ad unuomo che si presentò come il genero del re.

“Sei realmente un principe?” sussurrò a Sebasán.

“Il più diseredato, ma sì. Mio nonno, Lycaon fu il Re di Arcadia.”“Oh, mio Dio”, disse Channon mentre riuniva tu i pezzi della storia nella sua

mente. “Il Re maledeo da Zeus?”“E dai Desni.”Licantropo, la parola greca per gli uomini-lupo, i vampiri e quelli che cambiavano

forma, derivava da Lycaon, il Re di Arcadia.Stordita, lei si domandava quali altre cose chiamate "mi e leggende" erano reali.

“Sai, sei meglio di una stele di Rosea per una storica.”Sebasán rise.“Sono lieto di sapere che posso essere ule.”Più di quanto credesse e non solo per la conoscenza che aveva. Quella giornata

sarebbe stata l'unica che lei avrebbe ricordato per tanssimo tempo anche Perchénon era mai stata sola. Neppure per una volta. Aveva goduto di ogni singolo minutodi questa giornata e non voleva che nisse.

Non vedeva l’ora di passare le prossime semane con Sebasán nel suo mondo. E

nel profondo, dove era meglio che non invesgasse, c'era una parte di lei che sidomandava se, quando fosse arrivato il momento di ritornare, lei sarebbe riuscita alasciarlo.

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Come era possibile che una donna potesse lasciare andare un uomo che la facessesenre nello stesso modo in cui Sebasán la faceva senre ogni volta che laguardava?

Lei non era sicura che fosse possibile.Sebasán tagliò e le servì dell’arrosto di qualcosa che non riuscì ad idencare.

Pensando che era meglio non domandare, ne prese un boccone e scoprì che era

abbastanza buono.Mangiarono in silenzio mentre gli altri terminavano il loro pasto e cominciavano a

ballare. Dopo un po’ di tempo, Channon guardò Sebasán e notò che i suoi occhisembravano preoccupa.

“Va tuo bene?” gli domandò.Sebasán si passò la mano sulla parte del viso non coperta dalla maschera. Si

senva imperfeo dentro. L'armonia delle sue due par era stata destabilizzata dalla

sua loa interna per Channon ed il dolore che provava, era più forte di quello chepoteva sopportare.Il Drako la voleva nonostante tuo, ma l'uomo si riutava di meerla in pericolo.La loa tra le sue due par era tanto aspra che si domandava come avrebbe potuto

superare le prossime tre semane senza ferire nessuna delle sue metà.Era il po di loa interna che provocava la pazzia nei più giovani della sua specie. E

se lui non recuperava rapidamente l'equilibrio, i suoi poteri sarebbero andadistru per sempre.

“Jet-lag per il salto nel tempo” le disse.Soomeendo il drago, non parlò con Channon mentre mangiavano. Le avrebbe

lasciato il tempo di sperimentare la vita e la bellezza di questa epoca senza imporsi alei.

Dio, come desiderava fare in modo che rimanesse! Avrebbe potuto prenderla inquello stesso momento e legarla a lui per il resto della sua vita. Era totalmente nelsuo potere.

Ma non poteva farle quello. L'uomo in lui si riutava di reclamarla senza il suoconsenso. Doveva essere un sua scelta. Lui non avrebbe mai acceato niente dimeno di quello.

Channon corrugò la fronte davan alla serietà che vide negli occhi di Sebasán. “Seisicuro che vada tuo bene?”

“Sto bene, sul serio.”Lei non gli credeva ancora. I musicis fecero una pausa e la folla li applaudì. Mentre

applaudiva i musicis ed i ballerini, Channon divenne consapevole di qualcosa nella

sua mano. Aggroando le sopracciglia, si studiò la palma.“Che diavolo è questo ...?”Sebasán deglu. Finora lui aveva ulizzato il suo potere per difendere il suo

marchio, ma i suoi poteri si stavano indebolendo ...

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Lei tentò di stronarlo via. “Che cos’è questo?”Lui incominciò a dirle la verità, ma gli rimase strozzata in gola. Lei non doveva

saperlo. Non ora. Lui non voleva distruggere la sua allegria toccando un argomentotanto serio.

“È per il viaggio nel tempo”, le men. “Niente di importante.”“Oh” disse Channon, abbassando la mano. “Va bene.”

I musicis ricominciarono a suonare. Sebasán si scusò con lei.Channon corrugò un'altra volta le sopracciglia. Qualcosa nel suo comportamento

aveva a che vedere con lei.Lui camminava deliberatamente con la schiena rigida e le spalle drie.Seguendolo, lei vide che lasciava il salone ed usciva. Girò intorno all’atrio e di

incamminò verso un piccolo pozzo.Channon restò indietro mentre lui rava fuori l’acqua dal pozzo, si toglieva la

maschera e si spruzzava l’acqua sul viso.“Sebasán?” chiese dolcemente, andandogli accanto. “Dimmi che cosa preoccupa.” Sebasán si passò le mani inguantate sui capelli, inumidendoli.

“Va tuo bene, davvero.”“Connui a dirlo, ma ...”Gli posò la mano sul braccio. La sensazione del suo tocco lo scosse così

ferocemente da fargli venire la voglia di grugnire. Il suo corpo reagì viziosamente,mentre il desiderio dilagava in lui.

Il drago grugniva e si agitava, esigendola. Prendila. Prendila. Prendila.No! Non le avrebbe fao perdere la vita. Non l’avrebbe compromessa.“Non avrei dovuto portar qui, Channon” disse mentre incanalava i suoi poteri al

suo interno per calmare il Drako. “Mi dispiace.”Gli sorrise.“Non esserlo. Non è tanto bruo. È veramente gradevole qui.”Lui chiuse gli occhi e si allontanò. Doveva. La besa dentro di lui stava grugnendo

un'altra volta. Sbavando.Reclamala!

Voleva il possesso totale. E lo voleva anche l'uomo.La sua erezione era ogni volta maggiore e si domandava per quanto tempo ancora

sarebbe riuscito a traenere quella parte di lui.Channon vide l’espressione selvaggia nei suoi occhi mentre passava lo sguardo

aamato su lei. Il suo corpo reagì con un desiderio così intenso da stordirla e daspaventarla. Lei desiderava che la guardasse così. Per sempre.

Il suo respiro si alterò, lui le prese il viso tra le mani e la avvinse in un baciofamelico. Channon gemee davan alla cruda passione che stava assaporandomentre appoggiava il suo peso contro di lui.

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Gli avvinse il collo con le braccia e sen i suoi muscoli tesi. Immagini della noepassata la invasero. Poteva nuovamente vedere il suo corpo nudo che si muovevasoo la luce della luna e senrlo profondo e duro dentro lei.

Sebasán gemee al sapore di lei, alla sensazione della sua lingua che scivolavacontro la sua. Perso nella passione del momento, la spinse contro la paretedell'entrata.

La desiderava senza preoccuparsi delle conseguenze, senza preoccuparsi del tempoo del posto.

Channon sen la sua erezione mentre la stringeva contro la parete. Comecalamitato, il suo bacino si sfregò contro di lui. Voleva senrlo un'altra volta dentro dilei. Non desiderava nient'altro tra loro che la pelle nuda.

“Che cosa mi stai facendo?” sussurrò lei.Sebasán si rò indietro mentre le sue parole penetravano la nebbia della

sua mente. Tuavia, tuo quello che poteva senre era Channon. Il suo profumo siera insinuato nella sua testa, lasciandolo stordito. Si tuò sulle sue labbra, nonappena riuscì a traenersi.

Sibilando, si costrinse a liberarla. Se la baciava un'altra volta, l’avrebbe presa lì, nelcorle, come un animale, senza prendere in considerazione la sua natura umana,senza alcun rispeo per le sue scelte.

Il Reclamo era un momento speciale e si riutava di sporcarlo comportandosi comeun Katagari. No, non poteva prenderla così. Non lì fuori dove poteva vederli

chiunque. Non avrebbe permesso al Drako di vincere.“Channon” sussurrò, “per favore ritorna dentro.”Channon iniziò a riutarsi, ma la rigidità del suo corpo la traenne. “Va bene”, gli

disse.Si fermò in un angolo del salone e si voltò a guardarlo. Ora era piegato sul pozzo

con la testa china. Lei non sapeva che cosa non andasse bene, ma era sicura che nonfosse niente di buono.

“Ha, prendilo!”Channon si girò nel senre un bambino che rideva. Vide due bambini con le spade

di legno che stavano ligando davan a Sebasán. Corsero araverso il corle.“Ti ammazzerò, sporco drago” gridò uno dei bambini mentre correvano verso la

fucina dove il maniscalco bestemmiò e li inseguì fuori, dicendo al più alto che dovevaessere a casa a mangiare. Lei scosse la testa. Alcune cose non cambiavano mai, nonaveva importanza in quale epoca si vivesse. Curiosa di sapere che cos’altro le avrebbericordato casa, araversò il corle.

Sebasán respirò profondamente, tentando di invocare un'altra volta i suoi poteri.Se fosse rimasto vicino a Channon, venerdì non sarebbe stato in grado di arontareil trio di Katagari.

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Doveva recuperare il suo potere, intao e forte, e questo signicava che avrebbedovuto reclamarla o trovare un posto sicuro in cui nasconderla, così da potersiallontanare da lei.

Perché se non l’avesse fao, sarebbero mor entrambi. “Bas?”Sebasán si guardò aorno nel pao, cercando di trovare il punto da cui quella

voce bassa che lo stava chiamando. Era un soprannome che nessuno aveva più usato

da secoli.Un bagliore d’oro lampeggiò alla sua destra. Con sua sorpresa, apparve Diamo, che

poi crollò a terra. Come un animale ferito, suo fratello si sollevò sulle quaro zampecon la testa china.

Incapace di credere ai suoi occhi, Sebasán gli si avvicinò. “Diamo?”Diamo alzò la testa per guardarlo. Invece dell'odio e del disgusto che si aspeava di

vedere, Sebasán vide solo dolore e colpa.

“Hai preso l'arazzo?”Sebasán non poteva rispondere mentre guardava un'altra volta il viso di suofratello. Loro due erano quasi idenci per corporatura e per aspeo. L'unicadierenza era il colore dei capelli. Quelli di Sebasán erano neri, mentre quelli diDiamo erano di uno scuro castano-rossiccio.

E mentre Sebasán guardava in quegli occhi che erano dello stesso colore dei suoi,il passato balenò nella sua mente.

‘Non sei altro che un traditore codardo. Non sei mai servito a nulla. Vorrei che

avessero distruo. Se ci fosse giuszia, dovres esserci tu nella tomba e nonAnphone.’ Quelle parole crudeli echeggiavano nella sua testa e poteva ancorasenre il morso della frusta mentre riceveva le duecento sferzate sulla schiena.

Livido e sanguinante, Sebasán era stato geato in un fosso dove lo avevanolasciato a morire o a sopravvivere se fosse riuscito.

Era riuscito a strisciare fuori dal fosso ed a raggiungere in qualche modo gli alberi,dove era restato per giorni galleggiando nell'incoscienza. Ancora oggi, non erasicuro di come fosse riuscito a sopravvivere.

“Bas!” esplose Diamo, facendo una smora di dolore per lo sforzo di alzarsilentamente in piedi. Barcollò e, contro la sua volontà, Sebasán si ritrovòegualmente ad aiutare suo fratello a raggiungere il pozzo dove lo sostenne.

I lunghi capelli castano-rossicci erano opachi ed ingarbuglia con coaguli di sangue.Il suo viso era livido ed i suoi ves strappa.

“Sembri uscito dall'inferno.”“Sì, beh, è dicile avere un bell’aspeo quando hanno torturato.” Sebasán lo

sapeva di prima mano.“Sei scappato?”Lui assen. “Dov’è l'arazzo?”“Al sicuro.”

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Diamo inchiodò lo sguardo su di lui.“Realmente stavi andando a scambiarlo con me?”“L’ho portato qui, no?”Calde lacrime spuntarono negli occhi di Diamo mentre lo guardava. “Mi dispiace di

quello che ho fao.”Sebasán era sbalordito. Allora Diamo sapeva che doveva scusarsi.

“Il Katagari mi ha deo quello che è successo quel giorno, come hannoingannato.” Diamo posò la mano sulla cicatrice sul collo di Sebasán, quella cheaveva ricevuto quando aveva cercato di salvare la vita di Anphone. “Non possocredere che tu sia riuscito a sopravvivere a loro. E non posso credere che stessifacendo questo per me.”

“Non avevo nulla di meglio da fare.” Diamo sibilò e si mise le mani sugli occhi.“Ques malede cercatori. Stanno tentando di trovarmi.”

Sebasán si congelò. Senza i suoi poteri, non poteva senre i cercatori, ma sestavano cercando Diamo, allora avrebbero trovato ...“Channon!”Con il cuore martellante, corse nella sala.Channon avrebbe desiderato avere il suo computer per poter annotare tuo

quello che vedeva. Questo era proprio incredibile!Incantata, camminava oziosamente oltre le stalle e le baracche, guardando dentro

per vedere le famiglie che mangiavano e passavano insieme il loro tempo.

“Sembra che sia persa.”Si girò verso la voce dietro di lei. Lì c'erano tre uomini, tu di bell’aspeo ed

abbastanza al.“Non mi sono persa. Sono solo uscita a prendere un po' d’aria fresca.” L'uomo

biondo sembrava essere il leader del piccolo gruppo.“Sai, che questo può essere un po' pericoloso per una donna sola.” Channon

corrugò le sopracciglia mentre un'onda di panico la percorreva. “Scusate?”“Dimmi, Acmenes” il biondo parlò al bruno al suo anco. “Perché pensi un

Arcadiano porterebbe una donna umana araverso il tempo?”Il panico se ne andò, rimpiazzato dal puro e semplice terrore, specialmente quando

l'uomo le parlò in inglese moderno.Tentò di ritornare da Sebasán, ma il terzo uomo la aerrò. Prese con forza la sua

mano destra e la mostrò ai suoi amici.“Perché è la sua compagna.” L'uomo chiamato Acmenes rise.“Quanto può valere questo? Un Arcadiano con una dragonswan umana.”

“No” disse il bruno, “è ancora meglio. Una Sennella solitaria con una compagnaumana.” Risero crudelmente.

Channon li fulminò con lo sguardo. Poteva anche sembrare inoensiva, ma erastata da sola per molto tempo e, in quanto donna sola, aveva imparato alcune cose.

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Il Tae Kwon Do era una di queste. Sorprese l'uomo che la teneva per ilgomito e contorcendosi, riuscì a liberarsi. Prima che gli altri la raggiungessero, corseverso il salone.

Sfortunatamente, il Katagari si mosse molto più rapidamente di lei e la aerròprima che potesse arrivarci.

“Lasciala andare” la voce di Sebasán risuonò araverso il pao come un tuono

pericoloso mentre sguainava la spada.“Oh, no”, disse sarcascamente Acmenes. “Questa è la cosa migliore di tue. Una

Sennella che ha perso i suoi poteri.”Il cuore di Channon si strinse nel senre quelle parole. Sebasán sorrise

sarcascamente, con scherno.“Non ho bisogno dei miei poteri per scongger.”Prima che lei potesse baere ciglio, il Katagari aaccò Sebasán.

“Corri, Channon!” disse Sebasán mentre assestava un sorprendente colpo alprimo uomo che lo raggiunse.Channon non andò molto lontano. Non poteva lasciarlo loare da solo. Non che

sembrasse aver bisogno di alcun aiuto. Vide come lo aaccavano subito e lui,abilmente, li faceva retrocedere.

“Hum, Acmenes” disse il Katagari più giovane mentre si alzava ansimante da terra.“Ci sta prendendo a calci nel sedere.”

Acmenes rise.

“Solo nella forma umana."In un lampo brillante, Acmenes si trasformò in un drago. La folla che si era riunita

all’inizio del combamento si mise ad urlare e corse caocamente in cerca di unrifugio.

Channon inciampò nuovamente.Essendo alto almeno sei metri, Acmenes aveva un aspeo terricante. Le sue

squame verdi ed arancioni brillavano nella smorta luce dell’alba mentre le sue aliazzurre sbaevano. Lanciò la sua coda con le punte, ma Sebasán saltò via dalla suastrada.

Gli altri due lampeggiarono e presero la forma di drago.Sebasán strinse forte la spada con le mani mentre li arontava. Anche se avesse

avuto i suoi poteri inta, non avrebbe potuto trasformarsi. Non nché era in unaciadina umana. Era proibito.

Dannazione a voi, Desni.“Qual è il problema, Kaalakis?” domandò Acmenes. “Non romperai il tuo

giuramento per proteggere i tuoi umani?”Bracis rise.“Lui non può, fratello, i suoi poteri sono molto frammenta. Non ha il potere per

fermarci.” Acmenes scosse la sua testa grande e squamosa e sospirò.

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“Questo è veramente deludente. Ci ha perseguita per tu ques anni ed ora ...”si lamentò. “Per confortar mentre muori, Sebasán, sappi che la tua dragonswanverrà usata da tu noi, come abbiamo fao con tua sorella.”

Una cruda agonia lacerò Sebasán.Più e più volte, vide il viso di sua sorella e sen il suo sangue sulla pelle mentre

stringeva il suo corpo senza vita tra le braccia e piangeva.

“Uccidilo” disse Acmenes. Poi si girò verso Channon.Il besale drago dentro Sebasán ruggì il suo bisogno di vendea. Non era stato

capace di salvare Anphone, ma non avrebbe mai lasciato che Channon morisse.Non in quel modo.

Cedendo la sua umanità, perse le sue difese. Il cambiamento fu così rapido chequasi non lo sen. Tuo quello che provava nel suo cuore era l'amore per lasua compagna, l'animale disperazione di tenerla in salvo senza preoccuparsi delle

leggi o del buonsenso.Channon si congelò alla vista della forma di drago di Sebasán. Della stessa altezzadi Acmenes, le sue squame erano rosso sangue e nere. Sembrava una era eterricante minaccia e lei cercò qualcosa che le ricordasse l'uomo che era stato no adue secondi prima.

Non trovò niente di lui. Quello che vide la terrorizzò.Acmenes oscillò per arontare Sebasán mentre lui aaccava selvaggiamente gli

altri due draghi. Sputavano fuoco araverso la ciadina loando come le bese

primive che erano.Poi, con orrore, vide Sebasán che uccideva il drago della sua sinistra con un morso

alato. Quello che stava alla sua destra si allontanò da lui dolorosamente ferito eprese il volo.

Acmenes si allungò verso di lei, ma Sebasán lo arontò. La forza dei loro colpifaceva tremare la terra. Ligarono come uomini, aaccandosi uno con l'altro e, poi,come draghi, mentre le loro code si avvolgevano e si muovevano tentando dipungersi l’un l’altro.

Lei si fece piccola mentre i due draghi si ferivano innumerevoli volte duranteil loro combamento, ma nessuno dei due desisteva. Lei non aveva mai vistoqualcosa del genere. Erano avvin in una loa sanguinaria.

Acmenes sollevò Sebasán di peso e lo lanciò sulla testa, poi roteò sui suoi piedimostruosi. Inciampò mentre tentava di raggiungere il cielo, ma, prima chepotesse saltare, Sebasán gli trapassò il cuore con la coda.

“Drago!”

Ora arma e prepara, gli uomini della ciadina arrivavano di corsa per ferire lecreature che stavano invadendoli.

All’inizio Channon pensò che fossero venu per aiutare Sebasán, ma poi si reseconto che intendevano aaccarlo.

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Senza pensarci, andò verso di lui. “Corri, Sebasán!” gli disse.Lui non lo fece. Si girò verso di lei con gli occhi così spaventosi che lei, in quel

momento, si rese conto che l'uomo che conosceva non era stava in quel corpo.Il drago le ringhiò mentre la folla lo aaccava. Tirando indietro la testa, gridò. Con

sua grande costernazione, non aaccò la gente.Invece, aerrò lei con i suoi argli massicci e si alzò in volo.

Channon gridò mentre vedeva la terra che si allontanava. Non aveva idea di dovela stesse portando, ma non le piaceva. Neanche un po'.

“Sebasán?”Sebasán sen la voce di Channon. Ma gli giungeva da lontano. Poteva solo

vagamente ricordarsi di lei.Richiamare vagamente...Lui gridò mentre qualcosa volava oltre la sua testa. Guardandosi alle spalle, vide

che Bracis li stava seguendo.E a quella vista, i suoi ricordi umani lo inondarono di nuovo.“Sebasán, aiutaci. Siamo intrappola dagli Slayers."“Non posso, Percy. Non posso lasciare Anphone.”“Lei è al sicuro sulla collina. Noi siamo all’aperto, indifesi. Per favore, Sebasán.

Sono troppo giovane per morire. Per favore, non lasciare che mi uccidano. So chepuoi sconggerli. Per favore, per favore, aiutami.”

Ed allora, aveva dato ascolto a quell'angosciato richiamo mentale ed era andato a

difendere il suo giovane cugino e fratello, senza sapere che la richiesta di aiuto diPercy era stata un trucco, senza sapere che Percy l'aveva arato deliberatamentenella groa.

Trovò suo cugino mezzo morto e comprese, troppo tardi, che lo avevanocostreo a chiamarlo.

Nel tempo che gli occorse per tornare alla groa dove aveva lasciato nascosta suasorella, gli Slayers se ne erano già anda.

E così pure la vita di sua sorella.Devastato ad un livello che non aveva mai saputo che potesse esistere, si era

riutato di parlare in propria difesa quando la sua gente l’aveva bandito.Non aveva oerto nessun argomento contro tu gli insul di Diamo. Non avrebbe

mai dovuto lasciare Anphone indifesa.Ora guardò la donna che cullava nel suo palmo. Channon.I Desni gli avevano adato quella donna, come suo fratello gli aveva adato

Anphone. Non avrebbe mai lasciato che Bracis la prendesse. Questa volta, l’avrebbe

tenuta in salvo.Non aveva importanza quanto gli sarebbe costato, lei sarebbe vissuta.Sebasán si diresse verso il bosco.Channon traenne il ato mentre scendevano verso una piccola radura.

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“Nascondi” le parole sembravano sfrigolare fuori dalla bocca di drago diSebasán.

Lei andò via senza fare domande, correndo tra gli alberi e la sterpaglia, cercando unposto sicuro.

Il bosco era tanto folto che perse rapidamente di vista i draghi. Ma poteva senrliligare.

Poteva senre la terra tremare soo di lei.Grata di indossare un abito verde, trovò una macchia di arbus, ci entrò

gaonando e si nascose per sperare e pregare.

Sebasán girò aorno a Bracis, godendo di quel momento, godendo dellasensazione del sangue di drago che gli scorreva nelle vene. Per quasiduecentocinquanta anni aveva sognato questo momento. Aveva sognato di bere

alla fonte della vendea.Ora il momento era arrivato.Bracis era l'ulmo Slayers che rimaneva di quelli di quel giorno. Uno alla volta,

Sebasán aveva dato la caccia a tu loro. Aveva dato loro la caccia araverso iltempo e allo spazio.

“Sei pronto a morire?” chiese Sebasán al suo rivale.Bracis lo aaccò. Sebasán lo addentò e morse con forza la spalla del Katagari.

Assaggiò il sangue della besa mentre Bracis lacerava la sua schiena con gli argli.

Sebasán lo sen appena. Ma ciò che senva bene era la paura dentro Bracis.Cresceva con un odore tanto peslenziale che fece sorridere Sebasán.

“Puoi ammazzarmi”, boccheggiò Bracis. “Ma porterò con me.”Qualcosa punse la spalla di Sebasán. Ringhiando, girò la testa per vedere il

pugnale che sporgeva dalla sua schiena. Ma non era l'acciaio che lo stava pungendo,era il veleno che ne ricopriva la lama. Dragon's Bane, la Sventura di Drago.

Ruggendo di dolore, si girò e nì rapidamente Bracis, rompendogli il lungo collosquamoso. Rimase in piedi davan al corpo del suo nemico, con lo sguardo assente.Dopo tuo questo tempo, avrebbe voluto provare maggior piacere per averloucciso. Aveva sperato di liberare il suo cuore dall'agonia, di poter alleviare la suacolpa.

Ma non era successo.Non provava nulla tranne che delusione. Disinganno.No. In duecentocinquanta anni una sola cosa gli aveva dato un reale momento di

pace.

Improvvisamente, un grido si levò tra gli alberi.Channon.Sebasán si erse in tu i suoi sei metri di altezza, cercandola tra gli alberi con la

vista e i sensi del drago.

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Non ascoltò nient'altro. Con il cuore accelerato, corse tra gli alberi dove erasparita. Mentre ogni passo accorciava la distanza tra di loro, tu i suoi senmen siprecipitarono dentro lui. Rivisse ogni momento della morte di Anphone.

La colpa, la paura, la cruda agonia.Soo la spinta dei suoi senmen umani, il drago dentro di lui si rirò un'altra

volta, lasciando solamente l'uomo. L'uomo che quel giorno era stato schiacciato.

L'uomo che aveva giurato davan alla tomba di sua sorella che non avrebbe mailasciato entrare un’altra persona nel suo cuore.

Lo stesso uomo che, durante una cena, aveva guardato in un paio di cristallini occhiazzurri e vi aveva visto un futuro che voleva vivere. Un futuro di risate e di amore. Unfuturo di tranquilla serenità con una donna vicino a lui, che lo tenesse streo esicuro.

Foglie e rovi gli laceravano la carne, ma non vi prestava aenzione.

Come con Anphone, aveva lasciato Channon da sola ad arontare un incuboinenarrabile. Lasciandola ad arontare ...Si fermò non appena la vide.Aggrontando le sopracciglia, Sebasán loò per respirare. La sua vista era così

ouscata dal veleno che non era sicuro in potersene dare.Sbaé le palpebre e le sbaé un'altra volta. E quella scena era ancora davan ai

suoi occhi. Channon era ferma in piedi con in mano una spada che puntava alla goladi Diamo.

“Bas, potres dirle che non sono un Katagari?”Channon geò uno sguardo alle sue spalle e vide Sebasán, nudo, fermo tra gli

alberi. Ancora una volta umano, pallido e coperto di sudore.“Lascialo andare.”Dal tono della voce di Sebasán, capì che l'uomo a cui mirava non le aveva mento.

Era uno dei buoni.Nell'istante in cui vide inciampare Sebasán, lasciò andare la spada che aveva

preso all'estraneo.Corse al suo anco. “Sebasán?”Lui stava tremando nelle sue braccia. Caddero a terra insieme e lei si mise la sua

testa in grembo.“Ho pensato che fossi morta” mormorò, passandole le mani sulle braccia. “Ti ho

senta gridare.”L'uomo che lei aveva intrappolato si inginocchiò accanto a loro.“L’ho spaventata. Stava tentando di aiutar con Bracis. Ti ho cercato con i sensi e

sono arrivato a lei. Non mi avevi deo che eri accoppiato.”Channon ignorò l'uomo mentre la temperatura del corpo di Sebasán aumentava

in modo allarmante.

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Perché Sebasán stava tremando? Le sue ferite non sembravano tanto brue.“Sebasán che succede?”

“Sventura di Drago.”Channon aggroò la fronte mentre l’uomo bestemmiava. Che cos’era la Sventura

di Drago? “Sebasán”, disse lui energicamente, prendendo il viso di Sebasánnelle sue mani e obbligandolo a guardarlo. “Non osare morire. Dannazione,

comba.”“Io sono già morto per te, Diamo”. La sua voce si aannata mentre si allontanava

da lui. “Mi hai deo che dovevo morire dolorosamente.”Sebasán chiuse gli occhi.Channon vide il dolore negli occhi di Diamo e sen come se lei stessa ne venisse

lacerata. Non poteva accadere veramente. Voleva svegliarsi.Ma questo non era un incubo, era la realtà.

Diamo la guardo, i suoi dora occhi verdi bruciandola con forza ed emozione. “Luimorirà se non lo aiu.”“Che cosa posso fare?”“Dagli una ragione per vivere.”Cominciò a senre un formicolio sulla mano nella quale aveva il tatuaggio.

Channon aggroò la fronte quando iniziò a svanire.“Che cosa ...?”“Samo perdendolo. Quando lui morirà, anche il tuo marchio andrà via.”

La realtà di quel momento la colpì ferocemente. Sebasán stava per morire? No,non poteva accadere.

“Sebasán?” gli disse scuotendolo. “Puoi senrmi?”Ciò nonostante si mosse leggermente nelle sue braccia.Lei non lo avrebbe lasciato andare così. Non avrebbe potuto. Malgrado si fossero

conosciu solamente da un giorno, si senva come se fossero sta insieme perun'eternità. Il pensiero di perderlo la paralizzava.

“Sebasán, ricordi che cosa mi hai deo nella stanza dell’albergo? Mi hai deo:‘Sono qui perché conosco la tristezza che c’è dentro di te. So come ci si sente asvegliarsi la mana, perso, solo e dolorante per il desiderio di avere qualcuno al mioanco.’ "

Gli permee le labbra sulla guancia e singhiozzò.“Non voglio mai più tornare ad essere sola, Sebasán. Voglio svegliarmi con te

come è successo questa mana. Voglio senre le tue braccia aorno a me, la tuamano sui miei capelli.”

Si aosciò nelle sue braccia.“No!” gridò Channon, stringendolo vicino al suo cuore. “Non mi fare questo,

Sebasán Kaalakis. Non mi puoi far credere nei cavalieri dalla brillante armatura, in

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uomini che sono buoni e ones, per poi lasciarmi sola un'altra volta. Dannazione,Sebasán. Hai promesso di riportarmi a casa. Hai promesso non lasciarmi.”

Il marchio svanì del suo palmo.Channon pianse mentre il suo cuore si rompeva. Fino a quel momento, non si era

resa conto che, contro ogni probabilità, contro ogni conosciuta ragione, lei loamava.

E non lo voleva perdere.Premee la sua guancia umida contro le sue labbra.“Ti amo, Sebasán. Avrei desiderato solamente che fossi vissuto abbastanza per

vedere che cosa sarebbe potuto accadere tra di noi.”Improvvisamente, lei sen un altro formicolio sul suo palmo. Che crebbe no ad

diventare un bruciante prurito. Fu seguito da un lento, piccolo vorce d’aria contro lasua guancia.

Diamo esalò un profondo sospiro.“Dai, piccolo fratello. Comba per la tua compagna. Comba per la tuaDragonswan.” Channon alzò lo sguardo mentre Diamo si toglieva il suo mantello e loavvolgeva aorno al corpo di Sebasán. “Vivrà?”

“Non lo so, ma ci sta provando. Se è la volontà dei Desni, lo farà.”

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CAPITOLO TRE

Channon rinfrescò la fronte accaldata di Sebasán mentre pregava per la suasopravvivenza e gli sussurrava di tornare con lei.

Dopo aver stabilizzato Sebasán, Diamo li portò in una piccola ciadina del Sussexdove gli umani e gli Arcadiani vivevano e lavoravano insieme. Lei aveva

imparato che, sebbene gli Arcadiani potessero fare sal temporali solo durante laluna piena, potevano usare la loro magia per fare dei sal laterali da un postoall’altro, nella stessa nestra temporale, in qualunque momento volevano.

Per lei non aveva realmente senso, ma non se ne preoccupava. In quel momento,l’unica cosa che aveva importanza era il fao che Sebasán stesse ancora loandocontro la morte.

Mezzanoe era passata da tempo. Erano soli in una grande stanza dove

l'unica luce proveniva da tre candele collocate in un supporto di ferro sulla parete.Sebasán giaceva, coperto da un lenzuolo, su un leo decorato con immagini didraghi e di grano, riparato dall’aria da brillan tende bianche.

I suoni della noe le arrivavano araverso la nestra aperta mentre aspeava unsegno che lui si stesse svegliando.

Non apparve alcun segno.Ad un certo punto prima dell'alba, la spossatezza la vinse e si raggomitolò al suo

anco, addormentandosi.

“Channon?”Channon si sen come se stesse uuando, come se fosse incorporea.

All'improvviso, era in piedi in un campo esvo con ori selvaci aorno a lei.Era vesta con una tunica bianca che la lasciava quasi nuda. C'era un castello

medievale in lontananza, che sveava all'orizzonte. Gli ricordava uno dei manoscriche aveva studiato.

Nulla sembrava reale no a quando non sen delle for braccia che l’avvolgevano.Geando un’occhiata alle sue spalle, alzò lo sguardo per trovare Sebasán dietro

di lei. Come lei, anche lui era pracamente nudo, indossava solamente un paio disoli pantaloni bianchi. La brezza gli agitava i capelli scuri aorno al viso e lui feceapparire quelle mortali fossee. Con il cuore che baeva forte, si girò nelle suebraccia, allungandosi per appoggiare il suo palmo marchiato sul suo tatuaggio diSennella.

“Sto sognando?”“Sì. Questo era l'unico modo in cui potevo raggiunger.” Lei aggroò la fronte.

“Non capisco.”“Sto morendo.”

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“No”, disse lei impetuosamente. “Tu sei ancora vivo. Torna da me.” La tenerezzasul suo viso mentre la guardava le fece baere il cuore. “In parte. Ma non ho ancorala forza suciente per svegliarmi.”

Si sedee per terra e la arò giù accanto a lui. “Mi sei mancata, oggi.”Era mancato anche a lei, in un modo che non aveva assolutamente senso per

lei, ma raramente i senmen ce l'hanno. Per tuo il tempo in cui lui era restato

incosciente, aveva sento come se una parte vitale di lei se ne fosse andata.Ora, nel cerchio delle sue braccia, appoggiata a lui, si sen un'altra volta bene. Si

sen completa e calda.Sebasán prese la sua mano nella sua e usò il pollice per giocherellare

delicatamente con le sue dita.“Non posso perder” sussurrò lei. “Ho passato ore pensando alla mia vita a

casa. Era solitaria e vuota. Non avevo nessuno con cui ridere.”

Lui le posò le labbra sulla tempia e la baciò teneramente. Poi raccolse il suo visotra le mani ed appoggiò la fronte contro quella di lei.“Lo so, amore. Ho passato tua la mia vita da solo, in groe, con la sola compagnia

del vento di fuori. Ma l'unico modo che ho per poter loare e tornare da te, è direcuperare i miei poteri.”

“Recuperarli come? Come li hai persi?”Lei senva muovere le sue labbra contro la sua pelle mentre le parlava a bassa

voce e l'accarezzava con il naso. Era meraviglioso poterlo abbracciare un'altra volta.

“Li ho usa contro di me. Ho messo il drago e l'uomo dentro me in conio.”Il suo tocco la faceva ardere. Non voleva vivere un altro giorno senza averlo al suo

anco, senza vedere quel diabolico sorriso e quelle profonde fossee.In conclusione, aveva bisogno di quest’uomo. “Perché l’hai fao?” gli domandò.Lui si rò indietro e baciò la punta delle sue dita. “Per protegger.”“Da che cosa?”“Da me” disse semplicemente lui.Channon ssò lo guardò su di lui, sconcertata dalle sue parole. Lui non l’avrebbe

mai ferita. Lei lo sapeva. Perno nella sua vera forma di drago, lui non aveva faoaltro che proteggerla.

“Non capisco.”Lui percorse con il pollice il palmo della sua mano, tracciando le linee del suo

marchio. Dei brividi le percorsero il braccio, tendendo i suoi seni mentre loosservava.

Quando il suo sguardo incontrò quello di lui, lei vide il suo dolore.

“Ti ho mento quando mi hai chiesto del marchio sulla tua mano. Una partedella maledizione della mia gente è che ci viene desnata una sola

compagna per tua la nostra esistenza, una compagna che non scegliamo.”

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Channon aggroò le sopracciglia. Diamo si era riutato di parlare con lei quando gliaveva chiesto che cosa intendesse dire quando l’aveva chiamata la compagna diSebasán. Lui le aveva deo che era Sebasán a doverglielo spiegare.

Sebasán le baciò il palmo marchiato.“Nel momento in cui noi, Arcadiani e Katagari, nasciamo, i Desni scelgono per noi

una compagna. Passiamo il resto delle nostre vite tentando di trovare l’altra nostra

metà. A dierenza degli esseri umani, non possiamo avere una famiglia o dei gli connessun’altra che non sia la nostra compagna. Se falliamo a trovare l’altra nostrametà, siamo condanna a vivere le nostre vite da soli. Come umana, hai la libertà diamare chiunque. Puoi amare più di una volta. Ma io non posso. Tu, Channon, seil'unica donna che posso amare in qualunque tempo o posto. L'unica donna con laquale posso avere una famiglia. L'unica donna che io desidererò per sempre.”

Lei ricordò la teoria di Platone sulla razza umana costuita da due metà della stessa

persona - il maschio e la femmina - separate dagli dei. Ora si rendeva conto che lateoria di Platone era basata dalla realtà della gente di Sebasán, non da quella di lei.“Quindi, di cosa hai bisogno per recuperare i tuoi poteri?”Lui le passò le dita sulle labbra e ssò lo sguardo in quello di lei con disperata

necessità. Lei sapeva che lui si stava ancora traenendo, impedendosi ancora dibaciarla.

“Tu devi reclamarmi come tuo compagno”, disse quietamente. “Il sesso rigenera inostri poteri. Li aumenta. Stavo cercando tanto duramente di impedirmi di forzar

nel Reclamo che li ho sepol troppo profondamente. C'è un delicato equilibrio intu gli Arcadiani e i Katagari, tra la metà umana e quella animale. Ho loato contanta forza contro me stesso per protegger, che ho roo l'equilibrio.”

“Possono essere recupera solo reclamandomi?” Lui assen. “E questo Reclamoesaamente che cos’è?”

Lui tracciò la linea della sua mascella, facendola ardere dentro.“Quando mi Reclami, mi riconosci come il tuo compagno dell'anima. In realtà, la

cerimonia è semplice. Me il tuo palmo marchiato sul mio e poi mi prendi nel tuocorpo. Mi eni lì e dici: ‘Ti acceo come sei e terrò sempre streo nel mio cuore.Camminerò al tuo anco per sempre’."

“E poi?”“Io ripeto le parole per te.”Tuo questo le sembrava troppo facile. Se quello era tuo che doveva essere fao,

Perché lui aveva loato tanto strenuamente?“Questo è tuo?” Lui esitò.

Interiormente, lei gemee.“Conosco quello sguardo”, gli disse allontanandosi leggermente. “Hai quello

sguardo, quando non stai dicendomi tua la verità.”Le sorrise e la baciò castamente sulla guancia.

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“D’accordo, c’è qualcosa in più. Quando ci uniamo, il mio isnto naturale legheràa me.” Neanche quello suonava tanto male.

“Legarmi come?”“Con il sangue.”“Va bene, questa parte non mi piace. Che cosa vuoi dire con il sangue?” Lui

abbassò le mani e si piegò su di loro per guardarla.

“Sai come si uniscono gli umani quando diventano fratelli di sangue?”“Sì.”“È sostanzialmente la stessa cosa, ma con una grande dierenza. Se prendi in te il

mio sangue, le nostre vite mortali saranno completamente unite.”“Vuoi dire che ci trasformeremo in una sola persona?”“No, nulla del genere. Ti ricordi di tu i mi greci?”“Alcuni di loro.”

“Ti ricordi chi è Átropos?” Lei scosse la testa.“No, non ne ho la minima idea.”“E’ una delle Moirae, i Desni. E’ colei che ci assegna le nostre compagne quando

nasciamo e, se noi decidiamo di unirci con quella compagna, sua sorella Cloto, coleiche la le nostre vite, combina insieme i nostri li della vita. Alla ne di una vitanormale Átropos taglierà il lo e causerà la morte. Ma se siamo uni ed il nostro loè uno, allora lei non potrà tagliarne uno senza l'altro.”

“Moriremo insieme.”

“Esaamente.”Wow, questo era un grande impegno. Specialmente per lui. “Allora avrai la vita

come quella di un essere umano.”“No. Il mio lo è più forte. Sarai tu ad avere la vita lunga come un Arcadiano.” Lei

sbaé le ciglia a quella nozia.“Mi stai dicendo che potrei vivere diverse cennaia di anni?” Lui assen.“Oppure potremmo morire entrambi domani.”“Whoa. C'è qualcos’altro? Riceverò anche qualcuno dei tuoi poteri? Controllo

mentale? Viaggiare araverso il tempo?”Sorridendole, le disse:“No. Mi dispiace. I miei poteri sono lega alla mia nascita ed al mio desno. Unisce

solo le nostre bre di vita.”Channon sorrise mentre si alzava e si inginocchiava tra le sue gambe. Si accoccolò

su lui, obbligandolo ad appoggiarsi sulle braccia mentre si piegava su di lui. Lei simorse il labbro mentre ssava il suo bel viso e quelle labbra che moriva dalla voglia di

assaggiare.“Allora, quello che mi stai orendo è un uomo bello e incredibilmente sexy, che mi

sarà completamente devoto per i prossimi secoli?”“Sì”.

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Sorrise apertamente.“Qualcuno che non si allontanerà mai?”“Mai.”Lo costrinse a sdraiarsi per terra mentre lo montava a cavalcioni e, allungandosi in

avan, si appoggiò sulle mani così portò il suo viso ad alcuni cenmetri da quello dilui. Sen la sua dura erezione premere contro di lei, araverso i suoi pantaloni.

Quanto lo desiderava! Ma prima voleva essere sicura di aver capito tue leconseguenze.

“Sai, è veramente dicile dire di no a tuo questo. Quale potrebbe esserel’aspeo negavo?”

Mosse le anche soo di lei, facendola ardere, e le mise una ciocca di capelli dietrol'orecchio. Non la toccava ancora e lei sapeva che le stava lasciando l'iniziava.

“I Katagari mi vogliono morto” le disse seriamente. “Non cesseranno mai di venirci

dietro e, poiché sono stato bandito, saremo solo noi due a combaerli. I nostri glisaranno Arcadiani e non umani e, anche loro, dovranno combaere contro iKatagari. Ma, cosa più importante, dovrai rimanere nel Medioevo.”

“Perché?”“A causa dell'elericità che c’è nella tua epoca. Gli Arcadiani, che sono animali

come falchi, pantere, lupi, orsi ed altre specie, possono vivere nel tuo mondo. Seaccidentalmente si trasformano, la loro forma animale è piccola o abbastanzanormale da essere nascosta agli esseri umani.”

“Ma se trasformi in un drago, avremmo un lm di Godzilla.”“Esaamente. E la tua epoca è così piena di artefa elerici che potrebbero

inabilitarmi completamente. Non per oendere, ma non mi piacerebbe diventarel'esperimento scienco di qualcuno. Stare lì, fare quello che viene deo ed essereriprodoo sulle magliee per proo.”

Lei si sedee diria, ancora a cavalcioni su di lui, mentre assimilava tuo questo.Quell'uomo le oriva un accordo per tua la vita.

Sebasán la osservava aentamente. Stava usando tuo il suo controllo per tenerele mani lontano da lei, quando quello che desiderava di più era di fare l'amore conlei. Le aveva deo tuo. Ora dipendeva solo da lei e tremava dalla paura che lolasciasse.

Gli prese le mani nelle sue e se le appoggiò sui anchi. “I nostri bambini sarannonormali?”

“Perfeamente normali. Cresceranno come i ragazzi umani con l'unica eccezioneche non saranno adolescen no ai vent’anni.”

“E questo è un inconveniente?” Lui sorrise.“Oh, a proposito, non sei più bandito.” Sebasán aggroò le sopracciglia. “Che

cosa?”

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“Quando stavano torturando Diamo, i Katagari hanno ammesso di aver ingannatoper poter rubare l'arazzo di Anphone. Ma lei si riutò di darglielo.”

“Perché? Che cosa c’era di tanto importante sull'arazzo?”“Sfortunatamente niente, ma loro credevano che nascondesse il segreto

dell’immortalità. Sembra che una leggenda Katagari raccon che la nipote del lorocreatore avesse nascosto i suoi segre nel lavoro che aveva fao in suo onore.

Hanno caurato Diamo, pensando che l'avesse lui. E quando hanno saputo che solotu sapevi dove fosse, hanno fao l’accordo con te.”

“Mia sorella è morta senza movo?”“Shh” gli disse, meendogli la mano sulle labbra. “Accontenta che la verità sia

stata scoperta e che l'arazzo sia al sicuro. Diamo vuole rimediare al passato.”Sebasán non poteva crederci. Dopo tuo quel tempo, il suo esilio era nito?Questo signicava una vera casa per Channon dove sarebbe stata al sicuro. Una

casa dove anche i suoi gli sarebbero sta al sicuro.Channon lasciò cadere il suo corpo su quello di lui ed inspirò.“Questo signica che ormai non sei più da solo, Sebasán. Non hai veramente

bisogno di me.”“Questo non è vero. Ho bisogno di te più di quanto non abbia mai avuto

bisogno di qualcun’altro. Il mio cuore era morto nché non ho guardato nei tuoiocchi.” Raccolse il viso di lei nei palmi delle mani.

“Voglio che mi Reclami, Channon” disse ferocemente. “Voglio passare il resto della

mia vita svegliandomi con te tra le mie braccia e sentendo i tuoi capelli soo le miemani.”

Lei quasi soocò quando lo sen usare le sue stesse parole. L'aveva senta. “Ancheio desidero."

Sorridendo rotolò su di lei, premendola contro la terra e facendole senre ognicenmetro del suo duro, bellissimo corpo.

Si baciarono con freneca urgenza mentre si aiutavano reciprocamente a svesrsi.Channon si rò indietro, mentre i loro corpi nudi scivolavano l’uno contro l’altro.“Conta se lo facciamo in un sogno?”

“Questo non è realmente un sogno. È un posto alternavo.”“Sai, mi spaven quando parli in questo modo.”Le sorrise.“Ho molto da insegnar sul mio mondo.”“Ed io desidero imparare tuo.” Channon baciò quelle labbra deliziose mentre lo

circondava con le gambe nude. Sen la sua erezione contro il suo anco e arse per il

bisogno.“Ne sei sicura?” le domandò, mordicchiandole il mento. “Perderai tu i futuri

episodi di Buy.”Lei esalò bruscamente tra le labbra, pensandoci un'altra volta.

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“Devo dir che è una decisione dicile da prendere. Vedere le arrabbiature diSpike, contro circa duecento anni a fare l'amore con un dio greco” lei fece schioccarela lingua. “Che cosa deve fare una donna?”

Lei gemee, mentre lui le faceva scivolare la lingua lungo l’orecchio e le sussurrava:“Che cosa posso fare per inuenzare il tuo verdeo?”

“Questo qui è già un buon inizio” sospirò lei mentre veniva percorsa dai brividi e lui

abbassava la testa per tormentarle il seno con la bocca calda. “Suppongo di dovermicercare un altro passatempo al posto della televisione.”

“Penso di poter aiutare a trovarlo.” Rotolò un'altra volta per meerla sopra di lui.L'intensità del suo sguardo la scaldò.

“La tradizione esige che tu faccia carico di questo, mia Signora. Tua l'idea chesta dietro al Reclamo è che la donna mea la sua vita e la sua ducia nelle mani delsuo compagno. Una volta che mi acce, l'animale dentro di me farà qualunque cosa

sia necessaria per tener al sicuro.”“Come quando sei trasformato in un drago davan a tue quelle persone?” Luiassen.

Lei sorrise.“Sai, è un peccato che non conoscessi quando facevo la terza elementare.

C’era quell’aaccabrighe ...”Fermò le sue parole con un bacio.“Mmm” sospirò lei “mi piace. Ora ... dove eravamo?” Lo mordicchiò dal mento no

al peo.Sebasán grugnì quando lei trovò il suo capezzolo e lo stuzzicò con la lingua e le

labbra. Sen che i suoi poteri stavano riuendo un'altra volta, sen l'aria aorno aloro che si caricava di quella forza.

Anche Channon la sen. Gemee mentre l'energia si muoveva aorno al suocorpo, accarezzandola.

Sebasán tenne sollevata la sua mano sinistra. Il marchio sul suo palmo splendevae brillava. Guardandolo negli occhi, Channon coprì il marchio di lui con il suointrecciando le sue dita con quelle di lui.

Tuo il suo corpo venne invaso dal calore, mentre qualcosa di ardente ed esigentesi precipitava dentro lei. Vide la besa nei suoi occhi mentre l'uomo respirava

facosamente.Era la cosa più sexy che avesse mai visto.Inarcando la schiena, alzò le anche e lo prese profondamente dentro al suo corpo.

Loro gemeero all'unisono.

Lei osservò il volto di Sebasán mentre si abbassava lentamente su lui. “Uh ... misono scordata le parole.”

Lui sorrise mentre sollevava i anchi, introducendosi tanto profondamente in lei dafarla gemere.

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“Ti acceo come sei.”“Oh”, Lei ansimò, poi, ricordando quello che stava facendo, ripeté le sue parole “

acceo come sei.”“E terrò sempre vicino al mio cuore.”“Umm, hmmm. Di certo terrò sempre vicino al mio cuore.”“Camminerò al tuo anco per sempre.”

Gli mise le mani sul peo, sul suo cuore. “Camminerò al tuo anco per sempre.”Gli occhi di Sebasán si oscurarono misteriosamente. Alzò la mano libera e gliela

posò sulla guancia. La sua voce era profonda, un basso grugnito, una via di mezzotra la voce del drago e quella dell'uomo.

“Ti acceo come sei e terrò sempre vicino al mio cuore. Camminerò al tuo ancoper sempre."

Appena nì di pronunciare quelle parole i suoi den crebbero,

allungandosi ed assogliandosi ed i suoi occhi diventarono del colore dell'ossidiana.“Sebasán?”“Non avere paura” le disse scoprendo i canini. “È il drago che vuole legarsi a te, ma

ne ho il controllo.”“E se io volessi unirmi a te?” Lui esitò.“Ti rendi conto di quello che stai facendo?”Channon si fermò con lui dentro di lei e ssò lo sguardo in quello di lui.“Ho vissuto da sola per tua la vita, Sebasán. Non voglio farlo un giorno di più.”

Lui si sedee, mantenendoli uni.Channon sibilò per il piacere che le fece provare mentre lei lo cingeva alla vita con il

braccio libero e lui, a sua volta, se la strinse più vicino.Lei sollevò i anchi per poi lasciarsi nuovamente cadere su di lui.“Così, amore, reclamami come tuo.” Sebasán lasciò che lo montasse dolcemente

mentre aspeava che i suoi poteri tornassero. Aveva bisogno di avere il totalecontrollo per proseguire.

Le mani marchiate erano unite e la teneva così strea a lui da poter senre il suocuore che baeva rapido come il suo.

Quando fu sicuro che i suoi poteri fossero perfeamente allinea, chinò la testa inavan ed aondò genlmente i suoi den nel collo di lei.

Channon rabbrividì nel senre il suo respiro caldo ed i suoi den su di lei, ma, perquanto strano le sembrasse, non c'era dolore. C’era, invece, un piacere eroco tantointenso che tuo il suo corpo esplose in una sensazione di colori e di suoni. La testasi piegò all'indietro, mentre senva la forza di lui che si riversava in lei, l'aroma di lui

che la sommergeva.Era elerizzante e terricante.La sua vista divenne più acuta e più chiara e sen i suoi den allungarsi.

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Grugnendo, seppe isnvamente che cosa doveva fare. Si aerrò febbrilmente allesue spalle, alzandosi sulle sue braccia. Poi si piegò in avan ed aondò i den nellaspalla di lui.

Per un istante, il tempo si fermò con loro uni. Channon non poteva respirarementre il suo corpo e la sua mente si univano con quelle di lui in un posto che lei nonaveva mai saputo che esistesse. Erano solo loro due. Solo i loro cuori che baevano,

i loro corpi che si univano.Sebasán sibilò mentre senva la loro unione. L'aria aorno a loro crepitò e vorcò

mentre raggiungevano insieme un orgasmo così intenso, così potente che gridaronoall'unisono.

Ansimante e senza forza, lui le baciò le labbra, stringendola a sé mentre senva chei suoi den si ritraevano.

“E’ stato incredibile” disse lei, stringendosi ancora con forza a lui. Lui sorrise.

“Il bruo è che accade solo una volta.”“Sul serio?”Lui assen.“Sei di nuovo completamente umana. Solo che ora hai una lunga vita davan.” Lei

si morse il labbro indirizzandogli uno sguardo caldo e pieno di promesse.”“Ed al mio drago da coccolare.”“Sì, mia Signora. E puoi coccolarlo ogni volta che vuoi.”“Bene, se è così, non voglio svegliarmi.”

“Neanch’io, amore mio. Neanch’io.”

Due anni dopo

Channon lasciò il podio con il cuore che baeva di trionfo. Ogni storico del saloneera rimasto completamente senza parole davan alla ricerca che aveva appenaconsegnato loro. Aveva fao l’unica cosa che aveva sempre desiderato.

Aveva risolto il mistero dell'arazzo, che ora era appeso nel museo.“Una brillante ricerca, Dooressa Kaalakis” disse il Door Lazarus, stringendole la

mano mentre abbandonava il podio. “Rompe completamente con tua la tradizione.Questo ci porta ad una visione tua nuova.”

“Grazie.”Lei tentò di superarlo, ma lui la fermò.

“Come ha avuto quelle risposte? Voglio dire quel 'Libro dei Draghi', ha deo cheera nella biblioteca di Alexandria. Come l'ha avuto?"

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Lei guardò dietro le spalle dell’uomo e vide Sebasán, appoggiato alla parete con lebraccia incrociate sul peo, che la aspeava pazientemente. Vesto tuo di nero,aveva un aspeo temibile.

Tuavia, lei senva la mancanza del suo aspeo con la sua armatura. Qualcosa chesu quei deliziosi muscoli ...

Doveva ritornare a casa. Molto presto.

Riportò la sua aenzione sul Door Lazarus e sulle sue domande.Il Libro dei Draghi era stato il regalo di compleanno di Sebasán, l'anno prima. Le

aveva deo che era arrivato il giorno prima dell'incendio che aveva bruciato labiblioteca. Con quel libro e l'arazzo di Anphone era stata capace di ricreare unacompleta mitologia basata sulla sua gente che garanva che nessun "esperto"potesse mai scoprire la verità del popolo Draki.

Gli Arcadiani Draki starebbero sta al sicuro dalla curiosità umana.

“Il libro è stato ritrovato in una villa in vendita. L'ho consegnato al Museo diRichmond." Gli toccò il braccio.“Ora, vuole scusarmi?” Lei passò oltre.Ma, prima che potesse raggiungere Sebasán, il Door Herter la fermò. “Ha

riconsiderato l’idea di tornare a lavorare?”Lei negò con la testa.“No, Sigore. Le ho già deo che sono andata in pensione.”“Ma dopo la ricerca che ha appena consegnato ...”

“Vado a casa.” Gli mise le carte in mano. “La pubblichi e sia felice.” Il Door Herterscosse la testa canuta.

“Il Mito del drago. È un brillante pezzo di nzione.” Lei sorrise.“Sì, è così.”Non appena raggiunse il suo compagno dell'anima, Sebasán l'avvolse tra le sue

braccia e la strinse.“Non so se ci hai aiuta o ci hai danneggia con quello.”“Non possiamo permeere che gli umani sappiano di voi. In questo modo, nessuno

si farà mai più domande sull'arazzo. Sarà conservato come volevioriginariamente e la comunità accademica smeerà di cercare la verità.”

Lei alzò lo sguardo e lo vide che stava ssando l'arazzo sulla parete del museo. Ognivolta che pensava a sua sorella, appariva sempre così incredibilmente triste.

“È un peccato che i Desni non vi lascino cambiare il passato.” Lui sospiro.“Lo so, ma se proviamo, ce la faranno pagare dieci volte.”Lei lo abbracciò forte, poi si allontanò in modo che potessero andarsene.

“Bene”, disse lui, mentre, uscendo da museo, le meeva un braccio sulle spalle.“Questa noe c'è la luna piena. Sei pronta per tornare a casa?”

“Assolutamente sì, Sir Cavaliere Drago. Ma prima ...”

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“Lo so già”, le disse con un sospiro angosciato, “c’è la maratona di Buy con laquale mi torturi ogni volta che veniamo qui in visita.”

Lei rise. Era sempre molto paziente con lei durante le loro infrequen visite nellasua epoca dove si aggiornava con tue le sue serie favorite.

“In realtà, stavo pensando che c'è una cosa che mi manca molto quando siamo nelSussex.”

“E che cos’è?”“Un perizoma di panna montata.”Lui inarcò un sopracciglio e sorrise ironicamente facendo apparire le sue fossee.

“Mmm, mia Signora, decisamente mi piace come lavora la tua mente.”“Sono lieta di senrlo, perché sai cosa si dice?”“Che cosa?” le domandò, aprendole la porta.“Sii genle con le Dragonswan, perché sono belle quando sono nude e stanno bene

con la panna montata.”