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Rivista dedicata al mondo dei produttori di oggettistica e complementi d'arredo per la casa, la tavola e la cucuna.
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JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT
MOSTREMUSEI PALAZZO PEPOLI BOLOGNA> PALAZZO STROZZI AGORA|Z> MUSEO DEL VETRO DI MURANO> MUSEO CASA ENZO FERRARI> DIALOGO NEL BUIO MILANO >TRIENNALE DESIGN MUSEUM> DESIGN<DESIGNERS GABRIELE CENTAZZO IMPATTO QUASI ZERO> MARCO CATTANEO MOMODESIGN> DESIGN FINLAND> ALESSI CHINA DESIGN TOPGOURMET SPECIALE SISTEMI DI COTTURA
GABRIELE CENTAZZOSedia Leonardo Design Gabriele Centazzo
Non possiamo continuare a produrre oggi, senza preoccuparci delle merci che andiamo ad accumulare nell’ambiente domani. Da qui, l’impegno pubblico di Valcucine a ritirare i suoi prodotti e a garantirne lo smaltimento al termine del loro ciclo di vita, promuovendo quel processo per il riciclo e/o il ricondizionamento dei materiali usati. Per questo abbiamo creato la “garanzia di responsabilità a vita”, la prima che prevede “zero rifiuti”.
Segno concreto di questa responsabilità d’impresa è il progetto “demode” che nel 2012 introduce il nuovo sistema MECCANICA a marchio “demode engineered by Valcucine”, riutilizzabile al 90% e riciclabile al 100%, esposto durante il Fuorisalone 2012 nello spazio Valcucine, in corso Garibaldi 99 a Milano, nella zona Brera Design District di cui Valcucine è main sponsor. I diversi volti di Valcucine si esprimono attraverso un allestimento che porta in scena la responsabilità di impresa, una consapevolezza che si conferma attraverso il lancio della “garanzia di responsabilità a vita”.
VALCUCINE Etica Ambiente Innovazione La “garanzia di responsabilità a vita” al centro della sostenibilità Valcucine
demode democratic modern design
Il nuovo sistema MECCANICA a marchio “demode engineered by Valcucine” è un programma dall’intelaiatura leggera e dal design innovativo, i cui singoli elementi strutturali si uniscono tra loro attraverso giunzioni meccaniche. Nessun utilizzo di colle e, dunque, nessuna traccia di formaldeide. Meccanica è riutilizzabile al 90% e riciclabile al 100%. www.valcucine.it
MECCANICAdemode engineered by Valcucine
David Trubridge è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.davidtrubridge.com www.bmorone.it
“WING”
Unità luminose scomponibili dell’installazione “Icarus” design David Trubridge acquisita nel 2012 dal Centre Pompidou di Parigiwww.davidtrubridge.com
“SOLA”
David Trubridge è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.davidtrubridge.com www.bmorone.it
Mini Grow / Kiset Light Shades / Kina 440 Koura 500 Hinaki 500www.davidtrubridge.com
Loewe Connect ID.Finalmente una Smart Tv con uno stile: il tuo.
• 2.160 possibilità di configurazione sulla base dei gusti individuali• Spettacolare qualità delle immagini, anche in 3D• Perfettamente connesso in rete, perfino in WiFi• In esclusiva le app Loewe per un intrattenimento personalizzato• Soluzioni di installazione accattivanti
Il nuovo Loewe Connect ID rappresenta la combinazione perfetta
di innovazioni intelligenti e design personalizzato (ID), come
nessun altro Smart TV presente sul mercato. Connect ID può infatti
essere allestito e configurato in modo da rispecchiare la propria
personalità grazie ad un’ampia scelta di varianti, colori e soluzioni
di installazione. La nuova gamma Connect ID di Loewe è disponibile
in due versioni di base (con o senza hard disk integrato DR+), tre
diverse dimensioni dello schermo (32, 40 e 46 pollici), dodici
differenti combinazioni di colore e trenta soluzioni esclusive di
installazione: in tutto 2.160 televisori Connect ID, ciascuno con
il suo carattere, in grado di riflettere quello del suo proprietaro.
Si può scegliere tra cinque colori di livrea: nera, bianca, argento,
beige, verde o arancione, abbinabile a due cornici, nera oppure
bianca laccata. Connect ID si inserisce perfettamente in qualsiasi
ambiente abitativo, da quelli più classici ed eleganti fino a quelli
più alternativi o addirittura all’avanguardia, riflettendo lo stile
di vita della persona. Connect ID non è solo design: la dotazione
tecnica è in grado di soddisfare i palati più esigenti e tutte e tre
le dimensioni di schermo offrono un’esperienza 3D coinvolgente.
E inoltre, visto che vedere bene non è sufficiente, il nuovo Loewe
Connect ID offre una qualità audio eccezionale e una dotazione
multimediale illimitata, grazie anche alle esclusive app Loewe.
Accattivante e concreto, fin nei dettagli. Connect ID è disponibile
in tre dimensioni: nel formato medio da 32’’ e nei grandi schermi
da 40’’ e 46’’. In tutti è alloggiato un display Full HD LED con
tecnologia 200 Hz per ottenere le immagini migliori. Inoltre con
la tecnologia Loewe Active Glasses 3D e con gli occhiali dedicati
si passa facilmente alla riproduzione in tre dimensioni, per una
esperienza di Home Cinema più coinvolgente. La dotazione di
serie include un doppio sintonizzatore con tuner ibrido DVB-T/C e
tuner DVB-S2, tutti dotati di decoder HDTV, e, in un ottica futura,
con Loewe è possibile integrare come optional un modulo DVB-T2.
Tutti i collegamenti sono garantiti da due slot CI+, tre HDMI, di cui
uno con ARC, oltre a due ingressi USB e una porta Etherenet con
scheda WiFi. Connect ID può avere anche hard disk DR+ integrato,
con una capacità di memoria totale di 500 GB, per registrare e
vedere in differita una trasmissione, metterla in pausa e perfino
rivedere le scene preferite continuando la diretta. www.loewe.it
Loewe Connect ID.Finalmente una Smart Tv con uno stile: il tuo.
www.loewe.it
Palazzo Pepoli BolognaDALLA FELSINA ETRUSCA AGLI ANNI DUEMILA, IL NUOVO MUSEO DEDICATO ALLA STORIA E ALLA CULTURA DI BOLOGNA, UNO SPAZIO INTERATTIVO IN UN EDIFICIO DEL TRECENTO CON IL RESTAURO DI MARIO BELLINI E IL PROGETTO GRAFICO DI ITALO LUPITESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO FRANCESCO RADINO PAOLO RIGHI - MERIDIANA IMMAGINI E ARCHIVIO GENUS BONONIAE
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
PALAZZO PEPOLIIn queste pagine:
la “Città delle acque”, installazione multimediale progettata da Studio Base 2, che simula la rete di canali che attraversavano la città di Bologna. Fra gli spazi più suggestivi del Museo, è realizzata con l’utilizzo di ampie superfici specchianti e un sistema di illuminazione a fibre ottiche che riproduce l’effetto della lampada di Wood.
8
MUSEI & MOSTRE&DESIGN
30 Palazzo Strozzi AGORA|Z
Bookshop Mandragora Firenze
36 Design Dance Teatro dell’Arte della Triennale
Un evento di Cosmit e NABA
38 Triennale Design Museum Milano
TDM5: Grafica Italiana
40 Musei di Carta 20 Designers per 20 Musei
42 Palazzo Pepoli Bologna
Restauro Mario Bellini
Progetto grafico Italo Lupi
48 Venini Museo Bagatti Valsecchi Milano
Tadao Ando e Fabio Novembre
50 Foscarini Museo Poldi Pezzoli Milano
52 Museo del Vetro di Murano
“Ercole Moretti. Un secolo di perle veneziane”
“1861-2011: UN’ISOLA, UN’ARTE, UN MUSEO”
56 Inner Design Eco-creative Contest
60 Museo Casa Enzo Ferrari Modena
66 Cartier e L’arte della matematica
74 Dialogo nel Buio
Istituto dei Ciechi di Milano
SommarioAprile Maggio Giugno 2012 N. 06
52
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
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Museo del Vetro di MuranoFONDATO NEL 1861 DA ANTONIO COLLEONI E L’ABATE VINCENZO ZANETTI, IL MUSEO OSPITA LA PIÙ VASTA RASSEGNA STORICA DEL VETRO MURANESE, CON IMPORTANTI PEZZI DI DESIGN CONTEMPORANEO
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MUSEO DEL VETRO DI MURANO
MUSEO DEL VETRO DI MURANOsalone centrale del Museo. Qui a destra, facciata della sede, l’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello, vasi a fili verticali, design Archimede Seguso (1962), bottiglia in filigrana policroma, design Pietro Bigaglia (1846 ca) e vaso in vetro sommerso grigio e zaffiro, design Flavio Poli e Angelo Seguso. Nella pagina a destra, acquamanile in forma di navicella con decorazioni applicate risalente alla prima metà del XVI secolo.
FONDAZIONE CARTIERIn queste pagine:
nella foto grande, la Sala dei Quattro Misteri presso la mostra “Mathematics: A Beautiful Elsewhere”. Sotto, “O Paradiso” di Beatriz Mihazes, ancora la Sala dei Quattro Misteri e la locandina della mostra, opera di Tadanori Yokoo su disegno di David Lynch. Matematici e scienziati come Sir Michael Atiyah, Jean-Pierre Bourguignon, Alain Connes, Nicole El Karoui, Misha Gromov, Giancarlo Lucchini, Cédric Villani e Don Zagier hanno contribuito alla mostra. Provenienti da ambiti come la teoria dei numeri, la geometria algebrica e differenziale, la probabilità, la biomatematica, hanno lavorato in sinergia con nove celebri artisti: Jean-Michel Alberola, Raymond Depardon e Claudine Nougaret, Takeshi Kitano, David Lynch, Beatriz Milhazes, Patti Smith, Hiroshi Sugimoto e Tanadori Yokoo, e Pierre Buffin.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
Cartier e L’arte della matematica LA MOSTRA “MATHEMATICS: A BEAUTIFUL ELSEWHERE” PRESSO LA FONDAZIONE CARTIER DI PARIGI APRE LA MATEMATICA ALLE DISCIPLINE ARTISTICHE E AL MONDO DEGLI OGGETTI. GLI ESPERTI DEI PIÙ IMPORTANTI ISTITUTI SCIENTIFICI EUROPEI IN SINERGIA CON REGISTI, CANTANTI E ARTISTI VISUALITESTO OMBRETTA BERTINI FOTO OLIVIER OUADAH SEBASTIAN KAULITZKI/FOTOLIA.COM
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA STROZZINA
Il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (CCCS), parte della Fondazione Palazzo Strozzi, è una piattaforma aperta alle varie pratiche e ai diversi approcci che caratterizzano la produzione di arte e cultura contemporanee. Il programma pluriennale del CCCS, diretto da Franziska Nori, è basato su network locali e internazionali e propone progetti espositivi tematici che indagano aspetti diversi della cultura contemporanea. Curatori indipendenti e istituzioni internazionali sono invitati a concepire esposizioni, cicli di film e video, workshop, performance e programmi di lecture. Lo spazio espositivo trova posto negli ambienti sotto il cortile di Palazzo Strozzi noti come “La Strozzina”, oggi composta da undici sale per una superficie totale di 850 mq.
Palazzo Strozzi AGORA|Z TRE SALE NEL CORTILE DI PALAZZO STROZZI A FIRENZE SONO GLI SPAZI DI AGORA|Z. REALIZZATO DA CLAUDIO NARDI, È IL PRIMO SHOP PERMANENTE INTERNO ALLO PALAZZO, DEDICATO AL MIGLIORE DESIGN E ARTIGIANATO, CON UN CATALOGO DI RARI VOLUMI D’ARTETESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO STUDIO CLAUDIO NARDI
Nella cornice di Palazzo Strozzi una nuova idea di bookshop all’insegna di un’esperienza culturale dinamica e stimolante, fruibile tutto il giorno e crocevia delle molteplici attività che animano il Palazzo. Articolato in tre sale per una superficie
complessiva di 130 metri quadri, “Agorà|Z” è un progetto dello studio di architettura Claudio Nardi, che ha disegnato un ambiente elegante e raffinato caratterizzato dai toni del bianco e del nero, tra suggestive commistioni di luci, suoni e profumi. Un cromatismo minimale giocato sulle sfumature dei grigi e le trasparenze delle teche in corian bianco e vetro, appena sporgenti dal fondo decorato. Citazione trasfigurata della Firenze tardo rinascimentale, le pareti perimetrali sono rivestite a tutta altezza con la riproduzione di motivi ornamentali presenti sulla facciata del Palazzo di Bianca Cappello. Al centro, un grande tavolo quadrato funge da perno spaziale ed espositivo, sormontato da un volume di egual misura che regola i sistemi di diffusione luminosa, sonora e olfattiva. Pensato per accogliere le migliori espressioni contemporanee, Agorà|Z ospita articoli che spaziano dall’artigianato alla piccola serialità, oggetti di design, accessori, gioielli e ovviamente editoria specializzata, con un catalogo in continuo rinnovamento, legato in particolare agli eventi del Palazzo e alla città di Firenze, e provvisto di un’ampia selezione riservata ai lettori più giovani. Uno shop per un pubblico sensibile e curioso, interessato alla qualità e unicità degli articoli proposti, frutto di una costante ricerca selettiva fortemente sostenuta dalla direttrice Sandra Rosi. Di competenza della Casa Editrice Mandragora, Agorà|Z ne conferma la vocazione all’eleganza e accuratezza, sia nella realizzazione dei volumi d’arte e artigianato artistico sia nella gestione dei suoi numerosi punti vendita fiorentini. www.palazzostrozzi.org
N E W M A N G U S T A
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DESIGN<DESIGNERS84 Gabriele Centazzo Impatto quasi Zero
Intervista al Presidente e AD di Valcucine
92 Marco Cattaneo MOMODESIGN
Intervista al Presidente di MOMODESIGN
100 Officina Alessi China Design
(Un)Forbidden City
Il nuovo metaprogetto di Alberto Alessi
104 David Trubridge al Centre Pompidou Parigi
108 Design Finland Milano
Il design finlandese incontra l’imprenditoria
Un progetto di Kristiina Lassus
114 Carlos Mate Flowers of Evil
118 Giovanni Raspini Bronzobianco
In mostra alla Galleria Romanelli di Firenze
122 Textile Home Tendence
Salone del Mobile Milano
Proposte Villa Erba Cernobbio
128 Alessi Lamp
Mario Trimarchi, Andrea Morgante
Pier Paolo Pitacco e Fratelli Campana
132 Lumina L’essenza della luce
Foster + Partners Emanuele Ricci
Tommaso Cimini Yaacov Kaufman
Ettore Cimini e Walter Monici
134 Kartell Omaggio a Joe Colombo
OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
Gabriele Centazzo Impatto quasi ZeroHO COMINCIATO A PROGETTARE NEL 1986 CONCENTRANDOMI SULLA DEMATERIALIZZAZIONE, UN CONCETTO E UN PAROLA ALLORA CONOSCIUTA A POCHI, CHE SI TRADUCE, IN PRATICA, NELLA RIDUZIONE DELLA QUANTITÀ DI MATERIE PRIME UTILIZZATE ANCORA OGGI NON ESISTE LA COSCIENZA ECOLOGICA NECESSARIA AD ACQUISTARE UN PRODOTTO DEMATERIALIZZATOTESTO OMBRETTA BETTINI FOTO MICHELE BAGGIO SOWHAT STUDIO E ARCHIVIO VALCUCINE
VALCUCINEDalla creazione di Valcucine nel 1980 sono passati poco più di trenta anni, tre decenni durante i quali il mondo imprenditoriale ha mutato lentamente il proprio volto rimodellandosi sulle necessità del mercato e soprattutto sulle rivoluzioni tecnologiche che si sono succedute a velocità sempre più incalzante. In questo scenario l’esperienza di Gabriele Centazzo, designer, progettista, fondatore e presidente dell’azienda, segna una pietra miliare. Fra i primi a riflettere sulla necessità di ridurre il nostro debito ambientale progettando e costruendo in modo ecologicamente responsabile, Centazzo è autore di sistemi cucina
OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN < DESIGNERS
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92
OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
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ISTITUTO DEI CIECHI MILANOIn queste pagine:l’ingresso del percorso della mostra e alcuni momenti di “Dialogo nel Buio”, iniziativa culturale, sociale e gastronomica realizzata presso l’Istituto dei Ciechi di Milano in Via Vivaio 7.
Dialogo nel BuioA MILANO, PRESSO L’ISTITUTO DEI CIECHI, UN PERCORSO NELL’OSCURITÀ, UN RISTORANTE AL BUIO, UN TEATRO E UNA MOSTRA PER CONOSCERE L’ARTE ATTRAVERSO IL TATTO. PER UNA PERCEZIONE OLTRE LO SGUARDO
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ISTITITO DEI CIECHI
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
9392
Marco Cattaneo MOMODESIGNDAL CASCO-ICONA AGLI ACCESSORI INDISPENSABILI PER UN PERFETTO LIFESTYLE URBAN CHIC, MOMODESIGN HA INVENTATO UNO STILE UNICO, ITALIANO E INTERNAZIONALE AL TEMPO STESSO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO MOMODESIGN
MOMODESIGNHEADQUARTER
L’Headquarter Momodesign, in via G. Meda a Milano, ospita anche il Centro Stile, che opera da anni come consulente di prodotto di aziende in diversi settori: dai sistemi di telefonia e computer, all’elettronica di consumo, agli apparecchi domestici, all’interior design oltre che al settore del lifestyle, lavorando a stretto contatto con la divisione marketing per la definizione delle strategie di immagine, del posizionamento del brand, pianificando il lancio delle collezioni sul mercato e studiando la presentazione delle linee dalle fiere ai punti vendita.
92
OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
93
60
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
Museo Casa Enzo Ferrari SU PROGETTO ARCHITETTONICO DI FUTURE SYSTEM E INTERIOR DESIGN DI SHIRO STUDIO DI LONDRA, È STATO INAUGURATO A MODENA IL MUSEO DEDICATO A ENZO FERRARI UOMO, PILOTA E COSTRUTTORE, INDISCUSSO PROTAGONISTA DEL ’900 E MITO ITALIANO TRA I PIÙ FAMOSI AL MONDO
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO CENTO29.IT MODENA E ARCHIVIO MEF
61
MUSEO CASA ENZO FERRARIIn queste pagine:
lo scenografico sistema espositivo, allestito nell’ex officina del padre Alfredo Ferrari, è concepito
come “un libro a grande scala” che permette al visitatore di scoprire gradualmente gli episodi più
significativi nella biografia di Enzo Ferrari. Nella pagina a destra, in primo piano, “Maserati A6G/54
2000 Spider Zagato” (1955). Sullo sfondo, a sinistra, “Stanguellini Junior” (1961) e, a destra, “Stanguellini 1100 Barchetta Ala d’Oro” (1943).
SommarioAprile Maggio Giugno 2012 N. 06
WWW.MOMODESIGN.COM
MOMO DESIGN Shop - Galleria San Babila 4/A20122 MILANO - Italytel. +39.02.76016168 - [email protected]
CARTIERJUSTE UN CLOU
LA NUOVA COLLEZIONE DI BRACCIALI “JUST UN CLOU - SOLO UN CHIODO” IN ORO GIALLO, BIANCO, ROSA, ESSENZIALE O TEMPESTATO DI DIAMANTI, MODELLO PICCOLO O GRANDE, DESIGN ALDO CIPULLO (ANNI SETTANTA) PER CARTIER NEW YORK
www.cartier.it
Trasformare un chiodo in un gioiello, scorgere il bello nella semplicità e precisione, e rivelare l’oggetto tale e quale. Un concentrato di energia essenziale
e chic che cinge il polso, a fior di pelle, per Lui o per Lei, espressione di un’opinione ribelle, di un carattere votato alla concretezza. Ovale d’oro
massiccio, pieno, la cui testa disegna lo slancio, l’elegante vitalità, l’indomabile energia, il grafismo essenziale. Juste un clou – solo un chiodo, ma
prezioso, un gioiello, l’approccio industrioso di un artigiano, di un mago-creatore che trascende il quotidiano, associando meccanica e gioielleria. È stato
Aldo Cipullo che, negli anni Settanta, ha immaginato per Cartier New York il primo bracciale a chiodo. Riflesso di un’epoca festosa e libera, incarnata
dal mitico studio 54. Intramontabile, precursore di una modernità che oggi torna a riproporlo. Il bracciale è nuovamente sulla scena, attualizzato, un
chiodo contemporaneo. Un chiodo, sì! Stravolgimento di un oggetto divenuto gioiello in oro giallo, bianco, rosa, essenziale o tempestato di diamanti,
modello piccolo o grande. Una spirale cadenzata, un cerchio di forza, totem personale, manifesto di audacia, di rabbia di vivere, di stile e di libertà. Un
bracciale. Juste un clou – solo un chiodo come per dire: punto e basta! Oppure: sono quello che sono, riflesso di un’affermazione di sé, essere diverso
dagli altri e lontano dalle figure imposte, alla ricerca continua di un’essenza autentica, vera, determinata. Juste un clou* – solo un chiodo. www.cartier.it
CartierJuste un clou
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IN TAVOLA 138 Herend Manifattura dal 1826
142 Villeroy&Boch Christmas Time
144 Fitz and Floyd Il Natale dal 1960
146 Palais Royal Nuove Collezioni TOP GOURMET150 Perrier-Jouët PaperArt
154 Scholtès Tecnologia&Design
162 Alessi Sistemi di cottura
Richard Sapper, Stefano Giovannoni
Jasper Morrison e Naoto Fukasawa
166 Serafino Zani ”Passami il sale”
Konstantin Grcic
170 Moneta Innovazione Made in Italy
Marcello Cutino BCF Design
174 Risolì Qualità Italiana
Collezioni in fusione eco-riciclabile 99%
178 Blueside Collezione Dining
180 Elleffe Design Gourmet Design
BY SHOP182 Invito SPS/IPC/DRIVES ITALIA 2012
184 News Concept Store
186 BIG+BiH 2012 Bangkok Aprile 2012
188 News Kitchen Design
192 INDIRIZZI
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
Scholtès Tecnologia & DesignDALLA SUA FONDAZIONE NEL 1922 LA MISSIONE DI SCHOLTÈS È PORTARE IN CUCINA UNA TECNOLOGIA PROFESSIONALE CHE UNISCA SEMPLICITÀ DI UTILIZZO A PERFORMANCE SPETTACOLARI
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SCHIOLTÈS
SCHOLTÈS LINEA S3In queste pagine:Scholtès presenta la nuova linea S3: gusto e perfezione elevate alla potenza in un’unica collezione. La passione per l’eccellenza, la professionalità e la ricerca di un design senza tempo, rappresentano l’essenza del brand Scholtès e gli ingredienti indispensabili per realizzare tutto ciò che creatività e fantasia suggeriscono in cucina.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLOOGGETTI DESIGN MAGAZIN TEXTILE HOME TENDENCE
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TEXTILE HOME TENDENCEIn queste pagine:a sinistra in alto, tessuto traforato Alcantara. In bassso tessuti in ecopelle Icarus. A destra, di Moroso, divano “Chandigarh” con seduta in schiuma stampata rivestita in pelle o tessuto con un motivo stampato disegnato da Doshi Levien che rende omaggio alla città di Chandigarh, in India.
Textile Home TendenceIN MOSTRA AL SALONE DEL MOBILE E A PROPOSTE, FIBRE TECNOLOGICHE E TESSUTI DI GRANDE CLASSICITÀ, DECORI GRAFICI E DAMASCHI, ALCANTARA E LINI PURISSIMI. IL TESSILE CHE ARREDA, TRA FUTURO E TRADIZIONE, NEL SEGNO DELLA PERSONALIZZAZIONE
RICERCA DESIGN TESSUTI NENA MAZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO AZIENDE
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
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Perrier-Jouët PaperArt L’HERITAGE ARTISTICO E FLOREALE DELLA MAISON DI EPERNAY CELEBRATO DALLE CREAZIONI DELL’AMERICANA JO-LYNN ALCORN, FRA BOCCIOLI, COROLLE, VITICCI E CASCATE DI FOGLIE
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO PERRIER-JOUËT
PERRIER-JOUËT In queste pagine:
la Cuvée “BELLE EPOQUE ROSÉ 2004”, incorniciata dall’affresco floreale di Jo-Lynn Alcorn. Perrier-Jouët persegue la propria passione per la bellezza con prestigiosi progetti artistici. La Maison vanta infatti illustri collaborazioni con Van Cleef&Arpels, Christofle, il fotografo David La Chapelle, l’attrice e musa Rié Rasmussen, il designer Noé Duchaufour-Lawrance, la fotografa d’arte Makiko Tekehara, gli artisti Kareem Iliya e Daniel Arsham.
Alessi China Design VINCE IL PRITZKER PRIZE 2012 L’ARCHITETTO CINESE WANG SHU, CHE NELL’AMBITO DEL
PROGETTO (UN)FORBIDDEN CITY DI ALESSI HA DISEGNATO IL VASSOIO “CLOUDS ROOT”TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO LEO TORRI ARCHIVIO ALESSI
OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
La creatività di otto fra i migliori architetti cinesi per ridisegnare uno degli archetipi dell’azienda di Omegna, tradizionalmente impegnata nella scoperta di nuovi percorsi progettuali per il design industriale
ALESSIIn queste pagine:sopra, “Floating Earth”, design Ma Yansong e “A Lotus Leaf”, design Yung Ho Chang, e, qui accanto, gli architetti Ma Yansong e Gary Chang, direttore creativo di (Un)forbidden City. Nella pagina a destra, in alto, “Trick and Treat” di Gary Chang.
108 109
SommarioAprile Maggio Giugno 2012 N. 06
Moser è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milano www.moser-glass.com www.bmorone.it
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 662 del 21/12/2010. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.-D.L. 353/2003(conv. 27/02/2004 L .n.46) art. 1, comma 1, LO/MI.
Ai sensi degli Art.7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003 Vi informiamo che i Vostri dati personali sono trattati da Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano, Titolare del trattamento, e che le finalità del trattamento dei Vostri dati sono l’invio del presente periodico e/o di eventuali proposte di abbonamento, e/o l’elaborazione a fini statistici e/o la trasmissione di iniziative editoriali e/o commerciali di Johnsons International News Italia S.r.l.. I Vostri dati saranno trattati con le finalità sopra esposte dalle seguenti categorie di incaricati: addetti all’Ufficio Abbonamenti e Diffusione, addetti al confezionamento e alla spedizione, addetti alle attività di Marketing, addetti alle attività di redazione. Vi ricordiamo che in ogni momento avete diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei Vostri dati inviando una richiesta scritta a Johnsons International News Italia S.r.l. - Responsabile Trattamento Dati -, Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta da parte di Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Iva assolta dall’editore Art. 74 Dpr 633/72 e successive modifiche I comma lettera C. Esente da bollo Art. 6 II comma Dpr 642/72.
REDAZIONEDirettore Responsabile
Stefania Bosco di [email protected]
RedazioneOmbretta Bertini [email protected]
Rossella Crippa [email protected]@johnsons.it
Responsabili Relazioni EsterneFabio Romeo
[email protected] Stefania Balzarotti
[email protected] Medugno
Grafica Editoriale Antonella Ferrari
Laura [email protected]
Collaboratori RedazionePeppa Buzzi, Chiara Brollo
Fabio De Stefani, Francesco Massoni Nena Mazza, Mariella Orlando
Fotografi e Interior Design Alvise Silenzi, Claudia Zorzi
Studio Inside, Arrediamo la TavolaMichele Baggio SoWhat Studio
Foto Archivio Aziende
EDITOREJohnsons International News Italia SrlVia Valparaiso, 4 20144 MilanoTel 02 4398 2263 Fax 02 4391 6430
Presidente e Amministratore Delegato Achille Palma
Vice PresidenteTiziano Magni
ProduzioneGionata Caimi
Distributore Esclusivo Edicola ItaliaPress - Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl20090 Segrate (MI)
Distributore Esclusivo Estero Johnsons International News Italia SrlVia Valparaiso, 4 20144 Milano
StampaBSZ Printing Milano Servizio AbbonamentiJohnsons International News Italia SrlVia Valparaiso, 4 20144 Milano [email protected]
Logo TestataGlocal Design, Biella
Trimestrale 06 Aprile Maggio Giugno 2012
www.oggettidesignmagazine.it
www.johnsons.it
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Calici Gaudì Design Studio Moser
Herend è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.herend.com www.bmorone.it
Val Saint Lambert è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.val-saint-lambert.com www.bmorone.it
www.val-saint-lambert.com
Di tutte le sfide degli ultimi anni quella ancora aperta, quella che ancora deve ricevere il nostro guanto di risposta, è certamente la sostenibilità ambientale. L’urgenza di un’inversione rispetto al modello dominante di crescita illimitata è sotto gli occhi di tutti. Come rispondere a una sfida così vasta? Bisogna
attrezzarsi per il cambiamento, affrontando il fatto che la realtà è in costante, vertiginoso sviluppo. Ci sono diverse vie, tutte difficili e tutte straordinariamente stimolanti. Prima di tutto la qualità dei materiali, intesa non come ipotetico valore aggiunto, ma come valore di per sé. Quando un’azienda si esprime attraverso materiali sicuri, per la salute e sostenibili per l’ambiente, inaugura un circolo virtuoso destinato a sensibilizzare il consumatore. Come? Attraverso il catalizzatore della bellezza, figlia di un pensiero lungimirante capace di creare oggetti che siano icone di gusto e di responsabilità al tempo stesso. Si obietterà che la bellezza, da sempre, costa. E costa perché la bellezza, come dice l’architetto Walter Monici, “è una necessità della mente” che viene subito dopo i bisogni più elementari. Bellezza e qualità devono tuttavia essere comprensibili, responsabili e, soprattutto, sempre più accessibili. Cambia la disponibilità finanziaria, ma il gusto si affina e le esigenze si fanno più complesse. Questo significa che è necessario mutare anche le strategie di comunicazione, incentivando la trasversalità, incoraggiando l’aggregazione, immaginando spazi nuovi entro i quali porgere il design: trasformare il negozio in una sorta di “città dell’oggetto”, un castello dei destini incrociati in cui il pubblico diventi protagonista sempre più attivo, come già accade grazie alle iniziative di concept store e musei in tutto il mondo, non più luoghi in cui “guardare” soltanto, ma punti di connessione di più discipline, comunicazione, divertimento, cultura gastronomica. Infine, una decrescita responsabile in linea con Gabriele Centazzo, che tenga conto non solo del “qui e ora”, ma anche del debito che abbiamo con il futuro. Una rivoluzione del pensiero già inaugurata da alcuni imprenditori illuminati, che speriamo possa riportare il design con i piedi per terra, alla sua autentica origine: l’uomo. www.oggettidesignmagazine.it
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JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT
MOSTREMUSEI PALAZZO PEPOLI BOLOGNA> PALAZZO STROZZI AGORA|Z> MUSEO DEL VETRO DI MURANO> MUSEO CASA ENZO FERRARI> DIALOGO NEL BUIO MILANO >TRIENNALE DESIGN MUSEUM> DESIGN<DESIGNERS GABRIELE CENTAZZO IMPATTO QUASI ZERO> MARCO CATTANEO MOMODESIGN> DESIGN FINLAND> ALESSI CHINA DESIGN TOPGOURMET SPECIALE SISTEMI DI COTTURA
GABRIELE CENTAZZOSedia Leonardo Design Gabriele Centazzo
OGGETTI DESIGN MAGAZINE TENDENZE
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Lobmeyr è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.lobmeyr.at www.bmorone.it
“Candy Dish” Design Oswald Haerdtl (1925)
L’Oyster Perpetual SKY-DWELLER, espressione della perizia tecnica di
Rolex, è un orologio completamente nuovo che abbina utili funzioni,
semplicità di utilizzo e l’eleganza intramontabile delle linee classiche
della Casa. Questo segnatempo progettato per i grandi viaggiatori
dispone di due fusi orari tanto intuitivi da leggere quanto semplici da
utilizzare, un calendario annuale che regola automaticamente la data
alla fine dei mesi di 30 e 31 giorni, il cui sistema brevettato assicura
un’altissima affidabilità considerato il tipo di funzione e un’interfaccia
di regolazione anch’essa brevettata e di grande comodità : la lunetta
girevole RING COMMAND. Lo SKY-DWELLER, un concentrato di innovazioni
firmate Rolex, contiene ben 14 brevetti di cui 5 nuovi depositi.
L’orologio ospita il nuovo calibro 9001, un movimento meccanico a
carica automatica sviluppato e prodotto da Rolex, certificato Cronometro
e con 72 ore di autonomia. Disponibile con cassa di 42 mm in oro
giallo, bianco o EVEROSE 18 ct., lo SKY-DWELLER veicola tutti i valori
di precisione, affidabilità e prestigio del Marchio. www.rolex.com
ROLEXSKY-DWELLER (2012)
www.rolex.comSKY-DWELLER (2012) ORO BIANCO
Rolex, leader dell’industria orologiera svizzera con sede a Ginevra, gode di
una fama straordinaria nel mondo intero per la sua perizia e per la qualità
dei suoi prodotti. Gli orologi OYSTER, tutti dotati di certificato Cronometro
a garanzia della loro precisione, sono simboli di eccellenza, prestazioni e
prestigio. Al Marchio di Ginevra, pioniere nello sviluppo degli orologi da polso
sin dal 1905, si devono importanti innovazioni nel campo dell’orologeria,
fra le quali l’OYSTER, il primo segnatempo da polso impermeabile lanciato
nel 1926, e la carica automatica con rotore PERPETUAL introdotta nel 1931.
Nel corso della sua storia Rolex ha depositato oltre 400 brevetti. Rolex, in
quanto autentica manifattura integrata, progetta e produce internamente
tutti i componenti fondamentali dei suoi orologi, dalla fusione delle leghe
d’oro all’assemblaggio degli elementi del movimento, della cassa, del
quadrante e del bracciale, senza dimenticare la lavorazione e la finitura.
Inoltre, il Marchio è impegnato attivamente nella promozione delle arti e dello
sport, nel sostegno allo spirito d’impresa e nella protezione dell’ambiente
attraverso numerosi programmi di sponsoring, filantropici e di mecenatismo.
ROLEX1905 _ 2012 SKY-DWELLER (2012) ORO EVEROSE
www.rolex.comSKY-DWELLER (2012) ORO GIALLO
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
Palazzo Strozzi AGORA|Z TRE SALE NEL CORTILE DI PALAZZO STROZZI A FIRENZE SONO GLI SPAZI DI AGORA|Z. REALIZZATO DA CLAUDIO NARDI, È IL PRIMO SHOP PERMANENTE INTERNO ALLO STORICO PALAZZO DEDICATO AL MIGLIOR DESIGN E ARTIGIANATO, CON UN CATALOGO DI RARI VOLUMI D’ARTETESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO STUDIO CLAUDIO NARDI
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CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA STROZZINA
Il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (CCCS), parte della Fondazione Palazzo Strozzi, è una piattaforma aperta alle varie pratiche e ai diversi approcci che caratterizzano la produzione di arte e cultura contemporanee. Il programma pluriennale del CCCS, diretto da Franziska Nori, è basato su network locali e internazionali e propone progetti espositivi tematici che indagano aspetti diversi della cultura contemporanea. Curatori indipendenti e istituzioni internazionali sono invitati a concepire esposizioni, cicli di film e video, workshop, performance e programmi di lecture. Lo spazio espositivo trova posto negli ambienti sotto il cortile di Palazzo Strozzi noti come “La Strozzina”, oggi composta da undici sale per una superficie totale di 850 mq.
Nella cornice di Palazzo Strozzi una nuova idea di bookshop all’insegna di un’esperienza culturale dinamica e stimolante, fruibile tutto il giorno e crocevia delle molteplici attività che animano il Palazzo. Articolato in tre sale per una superficie
complessiva di 130 metri quadri, “Agorà|Z” è un progetto dello studio di architettura Claudio Nardi, che ha disegnato un ambiente elegante e raffinato caratterizzato dai toni del bianco e del nero, tra suggestive commistioni di luci, suoni e profumi. Un cromatismo minimale giocato sulle sfumature dei grigi e le trasparenze delle teche in corian bianco e vetro, appena sporgenti dal fondo decorato. Citazione trasfigurata della Firenze tardo rinascimentale, le pareti perimetrali sono rivestite a tutta altezza con la riproduzione di motivi ornamentali presenti sulla facciata del Palazzo di Bianca Cappello. Al centro, un grande tavolo quadrato funge da perno spaziale ed espositivo, sormontato da un volume di egual misura che regola i sistemi di diffusione luminosa, sonora e olfattiva. Pensato per accogliere le migliori espressioni contemporanee, Agorà|Z ospita articoli che spaziano dall’artigianato alla piccola serialità, oggetti di design, accessori, gioielli e ovviamente editoria specializzata, con un catalogo in continuo rinnovamento, legato in particolare agli eventi del Palazzo e alla città di Firenze, e provvisto di un’ampia selezione riservata ai lettori più giovani. Uno shop per un pubblico sensibile e curioso, interessato alla qualità e unicità degli articoli proposti, frutto di una costante ricerca selettiva fortemente sostenuta dalla direttrice Sandra Rosi. Di competenza della Casa Editrice Mandragora, Agorà|Z ne conferma la vocazione all’eleganza e accuratezza, sia nella realizzazione dei volumi d’arte e artigianato artistico sia nella gestione dei suoi numerosi punti vendita fiorentini. www.palazzostrozzi.org
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www.martafrasi.com
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEATRO DELL’ARTE DELLA TRIENNALE DI MILANO
Gli studenti di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, sono stati scelti da COSMIT come testimonial del tema dei Saloni di Milano 2012: il design e i giovani. Quaranta giovani creativi hanno così invaso il palco del “Teatro dell’Arte della Triennale
di Milano” in occasione della conferenza stampa di presentazione dei Saloni stessi, svoltasi nel mese di febbraio. Conduttore d’eccezione, davanti a un pubblico di oltre 500 giornalisti e ospiti di COSMIT, Linus ha presentato il progetto “Design Dance”, lo spettacolo evento che aprirà la grande kermesse della settimana milanese del Design. Un’idea nata per celebrare l’avventura umana attraverso l’esperienza unica del design, mettendo in scena una narrazione che fa parlare, agire e danzare gli oggetti e le opere dei maggiori protagonisti di ieri e di oggi del design italiano. La terza puntata della trilogia dedicata alla nascita e ascesa del design made in Italy, di cui i Saloni sono già stati promotori e protagonisti lo scorso anno, con la rappresentazione “Mani grandi, senza fine” di Laura Curino al Piccolo Teatro di Milano e la quarta edizione del Triennale Design Museum dal titolo “Le fabbriche dei
sogni”, a cura di Alberto Alessi. Coinvolti nel progetto gli studenti NABA della “Scuola di Scenografia”, diretta da Margherita Palli, e del triennio di “Fashion Design”, guidato da Colomba Leddi, che hanno contribuito alla progettazione e realizzazione di scene e costumi. Autrici di “Design Dance” sono invece Michela Marelli e la regista Francesca Molteni, già curatrice per i Saloni di vari eventi, tra cui “Un bagno di stelle” al Planetario di Milano nel 2010. “Design Dance” è dedicato a quegli uomini, a quelle aziende e soprattutto a quelle centinaia di prodotti che hanno concorso a creare il sistema del design italiano, tanto ammirato e celebrato in tutto il mondo. Una collaborazione, quella tra COSMIT e NABA, che ha appassionato docenti, assistenti e studenti, un’interazione proficua ed efficace tra due primarie istituzioni culturali e di formazione fortemente radicate nel contesto milanese, ma allo stesso tempo proiettate nel panorama internazionale come autorevoli ambasciatrici del design italiano nel mondo. Lo spettacolo “Design Dance” è in cartellone al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano dal 17 al 22 aprile. www.naba.it www.cosmit.it www.triennale.it
Design Dance Teatro dell’Arte della TriennaleGLI STUDENTI DELLA NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI MILANO DISEGNANO I COSTUMI E LE SCENE DI DESIGN DANCE, L’EVENTO SPETTACOLO DEI SALONI 2012 A CURA DI MICHELA MARELLI E FRANCESCA MOLTENITESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ANNALISA CIMMINO LUCIANO PASCALI
DESIGN DANCETeatro dell’Arte Triennale di MilanoViale Alemagna 6, Milano17 – 22 Aprile ore 20.30 21 e 22 Aprile spettacolo ore 16.00 e 20.30Progetto Michela Marelli e Francesca Molteni.Testi e Regia Michela Marelli, Francesca Molteni, Filippo Soldi. Scene e costumi realizzati in collaborazione con NABA di Milano.
Gaia&Gino è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milano www.gaiagino.com www.bmorone.it
Vaso Sparkling di GAIA&GINO e SWAROVSKI ELEMENTS Design Defne Koz, David Adjaye e Harry Allen
TDM5: Grafica ItalianaUNA QUINTA EDIZIONE DEDICATA ALLA GRAFICA E ALLA COMUNICAZIONE VISIVA, PER PRESENTARE VICENDE, FIGURE E FENOMENI CHE HANNO ACCOMPAGNATO L’EVOLUZIONE CULTURALE E SOCIALE DEL PAESETESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM DI MILANO
Con la quinta edizione dal titolo “TDM5: Grafica italiana”, il Triennale Design Museum di Milano porta avanti il suo percorso di promozione e valorizzazione della creatività made in Italy, estendendo la ricerca a una storia da sempre considerata
minore e accessoria, per restituirle la giusta autonomia. Dopo le prime ricognizioni sulla grafica contemporanea con “The New Italian Design”,
“Spaghetti grafica” e “Graphic Design Worlds”, la scelta di dedicare un’edizione alla grafica italiana, alla comunicazione visiva e alla loro storia intende arricchire e completare il viaggio nel design tricolore intrapreso dal Triennale Design Museum. Il nuovo allestimento, che sarà aperto al pubblico dal 14 aprile, rappresenta un’opportunità per illustrare vicende, figure e fenomeni che hanno accompagnato e sostenuto gli sviluppi culturali, sociali, economici e politici del nostro Paese, ancora sconosciuti, nella loro ricchezza, al di fuori delle comunità specializzate. Un’occasione per contribuire, collegando passato e presente, alla formazione di una coscienza critica rispetto a vecchi e nuovi prodotti
e a strumenti della cultura visiva che appartengono ormai diffusamente alla nostra vita quotidiana. Partendo quindi dalle premesse storiche, dalle radici culturali e dai momenti-chiave del graphic design italiano, il percorso espositivo si articola per tipologie di artefatti, andando a delineare una sorta di “tassonomia” che spazia dalla scrittura ai progetti che si confrontano con il tema dello spazio e del tempo: il libro, la stampa periodica, la pubblicità e la propaganda, il segno, la veste dei prodotti, lo stampato d’uso comune, la misura del tempo, le architetture grafiche. Sotto la direzione di Silvana Annicchiarico e con la curatela scientifica di Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti, la quinta edizione è realizzata con l’allestimento di Fabio Novembre e il progetto grafico di Leftloft. Triennale Design Museum conferma ancora una volta la sua natura di museo dinamico e mutante, capace ogni anno, grazie a una formula innovativa, di interrogarsi sulle questioni più attuali della creatività contemporanea e proporre spunti di riflessione e confronto senza fornire risposte precostituite. www.triennaledesignmuseum.org
OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM
TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANOIn questa pagina:
qui a fianco da sinistra, la passerella che conduce all’ingresso del museo, realizzata nell’ambito del
progetto di ristrutturazione del Palazzo della Triennale curato dall’architetto Michele De Lucchi, e poster
di Franco Grignani (1964). Sotto, da sinistra, poster “Fermati Adamo” di Giancarlo Iliprandi, Grafiche Nava
(1967-1970), poster “La Rinascente” di Lora Lamm (1959) e poster “Ricorda Hiroshima”di Giancarlo
Iliprandi, Grafiche Nava (1967-1970).
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
Musei di Carta 20 Designers per 20 MuseiALL’INTERNO DELLA MANIFESTAZIONE “TEMPORARY MUSEUM FOR NEW DESIGN” PRESSO LO SPAZIO SUPERSTUDIO PIÙ, I PROTOTIPI DEGLI OGGETTI DISEGNATI PER GLI STORE DEI MAGGIORI MUSEI NAZIONALITESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ALIANTEDIZIONI
In un momento di difficoltà economiche per l’Italia e il suo patrimonio artistico, “Aliantedizioni” e “Superstudio Group” hanno invitato alcuni fra i più interessanti designer italiani, selezionati in base alla sensibilità verso tematiche di natura culturale, a riflettere sugli articoli
che potrebbero essere venduti nei “museum store” e fornire una proposta innovativa ai responsabili dei musei e ai gestori degli spazi commerciali interni. Ogni designer è quindi stato associato a un importante Museo nazionale, scelto per il prestigio delle collezioni e il numero di visitatori, in modo che ciascun progetto risultasse immediatamente aderente al tema assegnato. Quattro i requisiti fondamentali: l’oggetto deve essere in grado di svolgere una funzione pratica, deve necessariamente dimostrare una qualche relazione, seppur velata e ironica, con il museo associato o specifiche opere in esso contenute, deve essere pensato in carta o cartone riciclato e contemplare il risparmio di risorse energetiche nel caso di un’eventuale produzione in serie, e, infine, deve occupare un volume limitato e avere un peso contenuto, così da risultare facilmente trasportabile da turisti e visitatori del Museo. I prototipi
in scala reale saranno oggetto di una mostra a cura di Alessandro Loschiavo durante la settimana del Salone del Mobile presso gli spazi di
“Superstudio Più” in via Tortona a Milano, all’interno di un allestimento anch’esso minimale, riciclabile e potenzialmente trasportabile in altre sedi. La mostra sarà inoltre accompagnata da un nuovo sito bilingue realizzato per l’occasione che, oltre a illustrare i prototipi e presentare i designer, dedicherà una pagina a ciascuno dei Musei coinvolti, così da mostrare al pubblico internazionale del Salone il panorama ampio e variegato dell’offerta museale italiana. Sempre sul sito, compariranno poi i commenti di alcuni rappresentanti del mondo della cultura del progetto contemporaneo, finalizzati a generare un dibattito in rete che possa appassionare il pubblico anche grazie alla pagina facebook associata. Un’occasione di ricerca e sperimentazione che intende essere un piccolo omaggio all’arte italiana e alla sua storia, attraverso l’elaborazione di proposte alternative destinate a diventare, accanto a libri e cataloghi, un supporto sempre più indispensabile alle entrate finanziarie delle singole istituzioni museali. www.museidicarta.it
MUSEI DI CARTAsopra, “Omaggio a Morandi”, design I. Marelli per il “Museo del Novecento” di Milano e il progetto di Nu Bureau per i “Musei Capitolini” di Roma. Qui a fianco, da sinistra,“i Raccontastoria”, design GumDesign per il “Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia” di Roma, “100xErcole”, design G. Sanna per il “Museo Archeologico Nazionale” di Napoli e “MAXXI Fruit Bowl”, design A.P. Saracino per il “Museo MAXXI” di Roma. Sotto, “La Dama degli Uffizi”, design S. Acciuffi e A. Loschiavo per la “Galleria degli Uffizi” di Firenze, set per packaging personalizzati, design Nu Bureau per i “Musei Capitolini” di Roma e lampada “Patella”, design Cut&Paste per la “Galleria Regionale di Palazzo Abatellis” di Palermo.
Zanetto Argenti è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milanowww.zanetto.com www.bmorone.it
CESTO “DUEUNO” IN RAME E BRONZO BIANCO DELLA COLLEZIONE “REVOLUTION”
Palazzo Pepoli BolognaDALLA FELSINA ETRUSCA AGLI ANNI DUEMILA, IL NUOVO MUSEO DEDICATO ALLA STORIA E ALLA CULTURA DI BOLOGNA, UNO SPAZIO INTERATTIVO IN UN EDIFICIO DEL TRECENTO CON IL RESTAURO DI MARIO BELLINI E IL PROGETTO GRAFICO DI ITALO LUPITESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO FRANCESCO RADINO PAOLO RIGHI - MERIDIANA IMMAGINI E ARCHIVIO GENUS BONONIAE
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PALAZZO PEPOLIIn queste pagine:
la “Città delle acque”, installazione multimediale progettata da Studio Base 2, che simula la rete di canali che attraversavano la città di Bologna. Fra gli spazi più suggestivi del Museo, è realizzata con l’utilizzo di ampie superfici specchianti e un sistema di illuminazione a fibre ottiche che riproduce l’effetto della lampada di Wood.
PALAZZO PEPOLI In queste pagine:sopra, il “Teatro Virtuale” per la visione di filmati in 3D, a cura del CINECA di Bologna. Qui a destra, le sale “Bologna la Dotta” e “Parlano i Bolognesi”. Nella pagina a destra, lo “Spazio Multimediale”, con il tappeto interattivo su cui scorrono notizie di cronaca locale, raccolte tramite feed rss dai siti della stampa quotidiana.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
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Caratterizzato da un tappeto interattivo per una passeggiata virtuale sulle strade di Bologna, lo “Spazio Multimediale” conduce a una colonna multi-touch con una dettagliata cronologia della storia cittadina
Superato il portale gotico all’ingresso, il più grande ritratto di città mai dipinto nel Rinascimento. Una monumentale pianta prospettica che illustra il tessuto urbano e le singole architetture in minuzioso dettaglio, una fedele immagine della città storica
che corrisponde in gran parte a quella dell’insediamento attuale. Copia perfetta dell’affresco vaticano, altrimenti inaccessibile perché adiacente agli appartamenti papali, la mappa di Bologna a Palazzo Pepoli è un prodigio della tecnologia digitale realizzato da “Factum Arte”, studio madrileno guidato da Adam Lowe e noto su scala mondiale per le sperimentazioni tecnologiche finalizzate alla conservazione dei beni culturali. Con l’apertura in Palazzo Pepoli Vecchio del “Museo della Storia di Bologna”, giunge così a uno snodo cruciale il progetto di recupero e restauro di luoghi e tesori d’arte avviato dalla “Fondazione Carisbo”, con lo scopo di far rivivere il Genus Bononiae attraverso un sistema diffuso di musei, chiese e palazzi nel centro storico cittadino. Un percorso culturale e artistico che vede Palazzo Pepoli ricoprire il ruolo dell’anfitrione, nucleo centrale e introduttivo di un rinnovamento nella comunicazione della città che ha pochi eguali in Europa. Un museo multimediale su una superficie di 6.000 metri quadri, una sequenza di nuclei espositivi costruiti intorno a episodi chiave, personaggi emblematici, aneddoti e
temi trasversali, nell’alternarsi di realtà concreta ed elementi virtuali. Un viaggio nel tempo e nello spazio dalle capanne villanoviane agli anni duemila, simboleggiato dalla “Torre del tempo” di Mario Bellini, memoria della “selva turrita” della Bologna che fu e nuovo avveniristico vano scale in vetro e acciaio, che reinventa la corte medievale interna facendole riacquistare dignità e funzione. Una lanterna magica inondata dall’alto di luce naturale, una scelta strategica che rende possibile e fluido l’intero percorso di visita tra piano terra e piano nobile. Autore dell’ampliamento architettonico e dell’allestimento museografico, Mario Bellini ha saputo coniugare egregiamente il rigore e l’austerità della fortezza trecentesca con gli stucchi degli interni barocchi, in un compendio di storia cittadina con oltre 200 opere e capolavori provenienti dalle collezioni della Fondazione Carisbo e distribuiti lungo le 34 sale espositive. Un museo non museo con il progetto grafico di Italo Lupi, geniale nel ridare colore e vivacità a una cultura troppo spesso polverosa. Un racconto che comincia dalla “Felsina” etrusca per illustrarne le progressive trasformazioni urbanistiche, mentre un gioco di specchi amplia un tratto originale della via Emilia, recuperato a suo tempo dalla centralissima via Rizzoli e quindi ricollocato nel palazzo, producendo l’illusione ottica di una passeggiata nella “Bononia” romana.
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PALAZZO PEPOLI In questa pagina:sopra, la “Sala della Cultura”, a conclusione dei percorso di visita, e, qui sotto, la “Sala della Musica”, incentrata sul tema dell’esame di Mozart all’Accademia Filarmonica di Bologna.
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PALAZZO PEPOLI BOLOGNA In questa pagina:
sopra, il nuovo vano scale del museo, la “Torre del tempo” in vetro e acciaio realizzata da Mario Bellini. Qui a fianco, da sinistra, Mario Bellini e Italo Lupi. Mario Bellini è un architetto e designer di fama internazionale, laureato al Politecnico di Milano e vincitore di otto Compasso d’Oro ADI. Ha tenuto conferenze nei più importanti centri di cultura ed è stato direttore di Domus. Italo Lupi è un architetto, grafico e designer laureato anch’egli al Politecnico di Milano. Vincitore di Compasso d’Oro ADI e del premio Pen Club/Fedrigoni per la migliore grafica editoriale 2001, è stato art director di Domus e direttore di Abitare.
Esperienza simile nell’adiacente “Spazio Multimediale”, dove un lungo tappeto interattivo consente una camminata virtuale attraverso le strade di Bologna: su diverse tipologie di pavimentazioni storiche, riprese in molteplici condizioni climatiche, compariranno notizie di cronaca locale raccolte tramite “feed rss” dai siti della stampa quotidiana. Al termine del percorso, uno spazio per consultare su schermi “touchscreen” una dettagliata cronologia della storia cittadina e un’ampia videoteca che raccoglie tutti i filmati presenti nel museo. Grande attenzione poi per il pubblico più giovane, che nel “Teatro Virtuale” potrà assistere alla proiezione di un cartoon in 3D alla scoperta delle radici bolognesi, per la regia di Giosuè Boetto. Un viaggio di quattordici minuti in ventisei secoli di storia, innescato dal magico cortocircuito di un fulmine che colpisce una teca del Museo Archeologico e libera il simpatico Apa, musicista etrusco dal grosso naso e l’ampio cappello, doppiato da Lucio Dalla. Ma forse la sala di maggiore suggestione è la “Città delle acque”, dove l’ estro di Mario Bellini ha ricostruito un canale che scorre al buio, sotto le strade della città, grazie all’utilizzo di ampie superfici specchianti e un sofisticato sistema di illuminazione a fibre
ottiche, che riproduce l’effetto della lampada di Wood. Indizio di un passato in cui il capoluogo emiliano godeva di una fitta rete di canali e fiumi navigabili, tanto da fare concorrenza alle ricche Fiandre, ma oggi presente solo nella toponomastica cittadina. Non mancano poi le ricostruzioni scenografiche di episodi decisivi, come la battaglia di Fossalta o l’incoronazione di Carlo V nella basilica di San Petronio, dov’è ancora in funzione l’organo che ha accompagnato la cerimonia. Mentre l’ alcova della famiglia Pepoli accoglie un’ installazione video dedicata all’ esame di Mozart all’ Accademia Filarmonica, con l’ elegante decoro settecentesco che fa da contorno alle proiezioni. Accompagnato dalle riflessioni storico artistiche di Philippe Daverio, le interpretazioni di Giorgio Albertazzi e, nella sala “Parlano i Bolognesi”, le interviste a Guccini, Eco, Prodi e altri volti noti, il visitatore è infine invitato a inserire pensieri, riflessioni, testimonianze su una sorta di mappa emozionale della città. In attesa del grande colpo di scena finale: il trionfo di luce e spazio del salone delle feste, oggi “Sala della Cultura”, custodita dai busti di dodici donne protagoniste della storia cittadina e sede di eventi aperti al pubblico. www.genusbononiae.it
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Libreria Aline Design Dante Bonuccelli (2012)
Efficaci accorgimenti ergonomici, come la leggera infossatura scavata nella seduta, garantiscono un adeguato livello di comfort. “Elle” è disponibile in diverse versioni. La struttura in alluminio verniciato o lucidato può supportare la scocca in poliuretano TECH® in diversi colori o interamente rivestito in cuoio. La confortevole scocca in poliuretano TECH® può inoltre ospitare un cuscino interno, con o senza braccioli, rivestito in tessuto Kvadrat® o in pelle.
In alluminio estruso verniciato - nei toni neutri del bianco, del grigio grafite o grigio metallizzato goffrato - lascia ai libri il compito di arredare gli spazi.Di estrema semplicità anche il montaggio, con la possibilità di fissare cassetti singoli o contenitori con anta a ribalta o anta a scorrimento con cassetti. Per un effetto scenografico sono inseribili dei LED nei montanti che garantiscono una luce indiretta sul muro. Un giunto angolare consente di creare diverse geometrie, ambienti chiusi, situazioni articolate. Aline, proposta in 4 differenti altezze, consente diverse configurazioni, da sideboard a libreria.
www.aliasdesign.it
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
Anche quest’anno Venini ha scelto le ottocentesche sale del Museo Bagatti Valsecchi per presentare sia le novità sia una interessante retrospettiva delle sue migliori collezioni di design. Stiamo parlando di “The White Collection” l’ atteso evento Venini
per il Salone del Mobile 2012 (quello del 2011 è stato un successo clamoroso) che mette in mostra opere di Emmanuel Babled, Edward Barber, Jay Osgerby, Mario Bellini, Rodolfo Dordoni, I M Lab, Alessandro Mendini, Leonardo Ranucci, Fabio Rotella, Carlo Scarpa, Ettore Sottsass, Toso&Massari. Visitabile dal 16 fino al 30 aprile, l’esposizione comprende anche le ultime creazioni di Fabio Novembre e Tadao Ando, presentate in anteprima durante una conferenza stampa a Palazzo Grassi a Venezia. Fra i talenti più sorprendenti della nuova generazione del design italiano, Fabio Novembre propone “Murana” e “Happy Pills”, opera ispirata al volto umano la prima e al mondo della chimica farmaceutica la seconda. “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”, scriveva Oscar Wilde nel 1891. Nella tradizione veneziana, indossare una maschera significa negare la propria identità per sottrarsi alle convenzioni sociali e riguadagnare quella libertà che Wilde, nel suo celebre aforisma, definisce sincera. Fra le metafore predilette da Novembre, la maschera è appunto la protagonista
del vaso “Murana”, un volume da indossare per filtrare la realtà attraverso il vetro delle sue superfici, un volto senza connotazioni sessuali o razziali che si presta a rappresentare qualsiasi forma di umanità. Composta invece da cinque elementi che nelle forme, nei colori e nei significati traggono ispirazione dal mondo della medicina, “Happy Pills” ironizza sul concetto di “utilità”, proponendo una sorta di chimica ormonale influenzata dalla chimica dei materiali. Una collezione che rivisita una delle tecniche più rappresentative di Venini e, allo stesso tempo, una delle più scenografiche e complesse da realizzare, ovvero quella dell’incalmo. Un processo che prevede la lavorazione separata della parte superiore e inferiore dell’oggetto, da unire a caldo in una fase successiva. Artista della geometria pura, fenomeno autodidatta e icona dell’architettura contemporanea, Tadao Ando presenta invece un nuovo capolavoro di vetro e luce denominato semplicemente “Ando Light”. Una figura piana rettangolare che si fonde con una sequenza di curve sinusoidali, una sorta di “onda con l’anima” che permette una combinazione libera tra le parti, creando un’ampia varietà di prodotti. Un concept modulare che sfrutta un’illuminazione di tipo back lighting, ottimizzando la peculiare diffusione luminosa del vetro Lattimo. www.venini.com
Venini Museo Bagatti Valsecchi MilanoVENINI IN MOSTRA NELLA STORICA CASA MUSEO MILANESE DURANTE IL SALONE DEL MOBILE CELEBRA LE MIGLIORI CREAZIONI DELLA SUA PRODUZIONE ARTISTICA CON OPERE DI FABIO NOVEMBRE E TADAO ANDOTESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VENINI E MUSEO BAGATTI VALSECCHI DI MILANO
VENINI In questa pagina:sopra, le nuove collezioni di Fabio Novembre per Venini, il vaso scultura “Murana” e gli oggetti “Happy Pills”. Qui a fianco, da sinistra, la nuova lampada “Ando Light”di Tadao Ando con struttura modulare variamente combinabile, sostenuta al centro da un elemento in alluminio che funge da supporto alla sorgente luminosa a led. Lampada “Frammenti Rossi”, design Fratelli Campana (2011), e lighting project “Argo”, design Luca Nichetto (2011) nella mostra allestita nel 2011 al Museo Bagatti Valsecchi.
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Dopo il successo della mostra “Di vaso in fiore. Inventario tra natura e design”, il Museo Poldi Pezzoli, Foscarini e il progetto editoriale “Inventario” rinnovano anche quest’anno la loro fortunata collaborazione. Modello di una cultura dell’abitare
ormai d’altri tempi, la storica Casa Museo di via Manzoni apre nuovamente le porte al design e presenta “Fare lume. Candele tra arte e design”, una cinquantina di oggetti e opere d’arte contemporanea, da ammirare fino al prossimo 21 maggio. A cura di Beppe Finessi, l’esposizione vuole essere una riflessione critica sul tema della “candela”, oggetto di indubbia suggestione e grande valenza storica, anche in un’epoca di eccezionali rivoluzioni tecnologiche come quella attuale. Artefatto dai molteplici e variegati utilizzi, decorativi, votivi o semplicemente pratici, la candela è stata fino al XIX secolo, ovvero fino all’invenzione dell’elettricità, la più comune fonte di illuminazione soprattutto nel nord d’Europa, mentre la lampada a olio era preferita nei Paesi mediterranei. La prima sezione della mostra, nel “Salone dell’Affresco”, presenta alcune candele progettate da noti designer, accanto ad opere di artisti contemporanei ispirate al tema, come le celebri “Candele” del 1967
di Michelangelo Pistoletto, presente all’inaugurazione. Da segnalare inoltre le candele “Le Morandine” di Sonia Pedrazzini, dedicate alle nature morte di Giorgio Morandi, l’orologio olfattivo per non vendenti
“Scented Time” di Sovrappensiero Design Studio, o ancora le candele di Ontwerpduo, Alessandra Baldereschi e Nathalie Dewez. L’arte contemporanea è ulteriormente rappresentata, tra gli altri, dalle opere di Luis Frangella, Pierpaolo Calzolari e Bonomo Faita. Si prosegue quindi nella “Sala Trivulzio”, che un tempo ospitava l’Armeria di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, dove protagonisti sono oggetti che alludono all’immagine e alla forma della candela stessa, come la lampada di Marcel Wanders da accendere soffiando su una lampadina a forma di fiamma. Terza e ultima sezione della mostra, nella “Sala del Collezionista” è esposta una significativa selezione di candelieri, oggetti tradizionali che negli ultimi anni stanno vivendo una stagione di importante rinnovamento tipologico, come testimoniato dai progetti dei grandi architetti O.M. Ungers e Richard Meier, dei maestri del design Bruno Munari e Philippe Starck, o dei nuovi protagonisti della scena internazionale Ora-ïto, Giulio Iacchetti, Maarten Baas e Donata Paruccini. www.museopoldipezzoli.it
Foscarini Museo Poldi PezzoliA CURA DI BEPPE FINESSI, “FARE LUME” È UNA MOSTRA SUL TEMA DELLA CANDELA CON OGGETTI TRA ARTE E DESIGN CONTEMPORANEI, IN COLLABORAZIONE CON FOSCARINI E IL PROGETTO EDITORIALE INVENTARIOTESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO FOSCARINI MUSEO POLDI PEZZOLI
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
MUSEO POLDI PEZZOLI MILANODa sinistra, la “Sala d’Armi”, nell’allestimento di Arnaldo Pomodoro, lo scalone che conduce al piano nobile e la “Sala Nera”, una delle sale storiche dell’appartamento di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, così chiamata per il rivestimento in ebano delle pareti e del soffitto, andato distrutto nel 1943. Con la funzione di salotto, la sala si ispira allo stile del cosiddetto “Rinascimento del Nord”. Fra le più importanti Case Museo in Europa, il Museo Poldi Pezzoli conserva una raccolta di dipinti del Rinascimento italiano e una collezione unica di arti decorative: armi, porcellane, vetri, tessili e oreficerie.
“FARE LUME”In questa pagina:qui sotto, da sinistra “Overscale Flames”, design J.M. Massaud,candele “Le Morandine”, design S. Pedrazzini, e, a destra, candeliere “Arborescence”, design Ora-ïto.
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MUSEO DEL VETRO DI MURANOsalone centrale del Museo. Qui a destra, facciata della sede, l’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello, vasi a fili verticali, design Archimede Seguso (1962), bottiglia in filigrana policroma, design Pietro Bigaglia (1846 ca) e vaso in vetro sommerso grigio e zaffiro, design Flavio Poli e Angelo Seguso. Nella pagina a destra, acquamanile in forma di navicella con decorazioni applicate risalente alla prima metà del XVI secolo.
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Museo del Vetro di MuranoFONDATO NEL 1861 DA ANTONIO COLLEONI E L’ABATE VINCENZO ZANETTI, IL MUSEO OSPITA LA PIÙ VASTA RASSEGNA STORICA DEL VETRO MURANESE, CON IMPORTANTI PEZZI DI DESIGN CONTEMPORANEO
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MUSEO DEL VETRO DI MURANO
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MUSEO DEL VETRO“ERCOLE MORETTI. UN SECOLO DI PERLE VENEZIANE” In questa pagina:sopra, la sezione archeologica del Museo istituita grazie ai depositi della Soprintendenza, che comprende esemplari provenienti soprattutto dalla necropoli di Enona nella Dalmazia settentrionale. Qui a destra, perle millefiori di varie forme risalenti agli anni ’20 e pendenti di “Ercole Moretti e F.lli”. I manufatti sono esposti in occasione della mostra “Ercole Moretti. Un secolo di perle veneziane”, visitabile al primo piano del Museo fino al 30 giugno. Con la curatela di Chiara Squarcina, la mostra presenta articoli in vetro realizzati con la tecnica a “lume” da Ercole Moretti e F.lli di Murano.
Nella “Mariegola dell’Arte dei verieri de Muran”, redatta in volgare nel 1441, ma risalente al XIII secolo, si davano precise disposizioni riguardanti la disciplina della corporazione in tutte le fasi della sua attività. Dalla fabbricazione alla vendita del
prodotto, dal pagamento delle imposte ai rapporti tra padroni della fabbrica, maestri e semplici lavoratori. Un legame osmotico e simbolico quello della Serenissima con le sue fornaci, difeso con lusinghe e rari privilegi, come la parità nei matrimoni tra patrizi e figlie dei maestri muranesi. Una produzione eccezionale contesa da tutta Europa, con i potentati stranieri che fanno a gara per accaparrarsi i migliori vetrai, incuranti dell’inasprimento delle pene inflitte ai fuoriusciti. Il Museo del Vetro di Murano nasce nel 1861, lo stesso anno dell’unità d’Italia, con sede nell’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello, oggi parte dei Musei
civici veneziani. Una nascita seguita al periodo più oscuro nella storia del vetro muranese, dopo la caduta della Repubblica di San Marco nel 1797 e la cessione di Venezia all’Austria, e avvenuta quando Antonio Colleoni, filantropico sindaco dell’isoletta lagunare, e l’abate Vincenzo Zanetti, cultore di arte vetraria, riescono a far approvare in seno alla deputazione comunale il progetto di un archivio per raccogliere tutte le testimonianze reperibili sulla storia e la vita dell’isola. Un archivio sul quale ha ben presto preso il sopravvento la sezione museale, in virtù delle numerose donazioni di vetri antichi e contemporanei da parte di privati e titolari delle fornaci, che nella seconda metà dell’Ottocento riprendono a lavorare con nuovo vigore. Riordinata e riallestita da Giulio Lorenzetti e Nino Barbantini negli anni ’30 del secolo successivo, la raccolta si arricchisce di straordinari pezzi rinascimentali provenienti
Nell’esposizione dedicata a Ercole Moretti in occasione del centenario di attività, perle veneziane e preziosi manufatti realizzati con la tecnica a lume da una delle più note e longeve vetrerie di Murano
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1861-2011: UN’ISOLA UN’ARTE UN MUSEOIn questa pagina:
in alto, vaso rosso “Willson” con murrina “W”, design Licio Zuffi e Fratelli Toso (1959), e opera in vetro soffiato a canne e filigrana con applicazioni di murrine, design Studio Salvadore (2011). Qui sopra, da sinistra, coppa “Diana”, design Giò Ponti e Paolo Toso Fei (1960), “Tango”, in vetro soffiato a canne con incalmo e superficie rifinita con inciso e battuto, design Lino Tagliapietra (2001) e “Gabbiani”, eseguiti con la tecnica a “lume” in occasione della mostra “Vitraria” (2004). Le opere sono esposte nella mostra “1861-2011: UN ISOLA UN’ARTE UN MUSEO”, che ripercorre l’ultimo secolo e mezzo di storia attraverso una carrellata di quasi 200 pezzi tra i più rappresentativi delle collezioni del Museo. La mostra è visitabile fino al 30 aprile 2012.
La mostra “1861-2011: UN’ISOLA UN’ARTE UN MUSEO” celebra un secolo e mezzo di storia attraverso 200 opere tra le più rappresentative del Museo, a cui si affiancano lavori per le Biennali e creazioni inedite
dalle collezioni Correr, Cicogna e Molin. Un percorso cronologico dai vetri archeologici alle produzioni contemporanee, passando attraverso le forme pure e trasparenti del fastoso Cinquecento, capace di aprire a tecniche innovative come l’incisione a punta di diamante o a pietra focaia, e la riscossa ottocentesca, caratterizzata dalla fondazione delle grandi compagnie industriali, come la Salviati e la Venezia-Murano. Senza dimenticare poi le influenze dovute ai frequenti contatti con il Levante, in particolare la Siria, l’Egitto e i territori dell’Impero romano d’Oriente. Affondano del resto nella notte dei tempi le origini storiche dell’arte vetraria veneziana, forse legata al trasferimento nelle isole dell’estuario di quei Veneti che avevano vissuto nei fiorenti insediamenti della fascia costiera adriatica, da Adria ad Altino, apprendendo le tecniche tipicamente romane della lavorazione del vetro. www.museiciviciveneziani.it
Vetro Murrino Da Altino a Murano DAL 16 GIUGNO 2012 AL 6 GENNAIO 2013
Dislocata su due sedi, la mostra ha come focus l’antica arte della murrina dall’epoca romana all’attualità muranese. Il progetto prevede l’esposizione nella sede del Museo Archeologico di Altino di opere vetrarie romane emerse dagli scavi del sito altinate e di altri compresi nella giurisdizione della Soprintendenza Archeologica del Veneto, in larga parte corrispondente all’antica regione di “Venetia et Istria”. Nel Museo del Vetro di Murano saranno invece esposte opere realizzate nell’isola lagunare a partire dal XIX sec. I vetri murrini creati dai maestri muranesi ottengono il loro primo straordinario successo all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, per poi dare il via a una produzione eccezionale, con il contributo di artisti e designer del calibro di Vittorio Zecchin, Teodoro Wolf-Ferrari, Carlo Scarpa, Alfredo Barbini, Umberto Bellotto. La mostra è a cura di Rosa Barovier Mentasti e Giovanni Moretti.
Vetro ContemporaneoDAL 7 LUGLIO AL 30 SETTEMBRE 2012
Momento di riflessione sulla produzione più recente, la mostra rappresenta una carrellata nella tradizione del vetro contemporaneo, a completamento del percorso storico della collezione permanente. Organizzata cronologicamente, questa appendice permetterà al visitatore di cogliere l’effetto che la fattiva collaborazione tra le imprese muranesi e i grandi architetti e artisti ha avuto, e ha ancora tutt’oggi, sull’eccellenza del manufatto finito. In occasione del centenario dalla nascita, un omaggio a Egidio Costantini, fondatore nel 1955 della Fucina degli Angeli. La mostra è a cura di Chiara Squarcina.
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Inner Design Eco-creative ContestSARANNO ESPOSTI IN “BRERA DESIGN DISTRICT” DURANTE I SALONI DI MILANO I VINCITORI DEL CONCORSO PROMOSSO DALLA PIATTAFORMA WEB INNER DESIGN E DEDICATO ALLA CREATIVITÀ ECO-SOSTENIBILETESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO INNER DESIGN
Accolto con successo da designer, architetti, studenti, brand e appassionati, il concorso organizzato da “Inner Design” e dedicato a idee e progetti “eco-friendly” si è concluso lo scorso febbraio con la selezione degli otto vincitori, che saranno
esposti durante la settimana milanese del Design presso lo storico negozio Rossignoli, nel cuore strategico del “Brera Design District”. Fra i progetti premiati, “Sunday Morning Breakfast Packaging” dell’olandese Jorien Kuipers, piccole confezioni-scultura in pasta di carta, a formare un servizio di delicati oggetti per il rito della colazione, le lampade “Beute” di Michael Kostantin Wolke, realizzate con materiali di scarto lavorati sino a diventare cartone e quindi nuovamente riconvertiti in materia prima per oggetti luminosi, le scaffalature “Moveo” del marchio Reditum, costruite con pallets, tubi di bicicletta e scarti di metallo traformati in un sistema d’arredo componibile. Del laboratorio UseDesign di Forlì, il progetto “Dolby” è invece un sistema audio per iPod composto da una caffettiera di scarto e due tazzine da caffè, appositamente pensato per
le persone affette da sindrome di Down, mentre “Blow Sofa” di Malafor è un eco-divano fai dai te in carta riciclata al 100%, sottili strutture in metallo e lacci di gomma, da montare in un lampo. Completano la rosa dei vincitori “Back to Wood” di Andrej Malinin, un tavolo in carta assemblata e rifinita con materiali a base d’acqua, le lampade “Apotheca” dello Studio Kepenic, ispirate ai vecchi flaconi farmaceutici, e infine
“Cyclo” del parigino Art Terre, un appendiabiti fatto di doghe recuperate e una ruota di bicicletta. Network innovativo, nato con lo scopo di fare incontrare sul web esperti, progettisti, blogger, giornalisti o semplici curiosi, “Inner Design” è una piattaforma di informazione e lavoro che ruota attorno al tema della progettazione d’interni. Una community che dà voce alle persone e alle loro storie, attraverso interviste, avventure e progetti di giovani designer e celebri capitani d’impresa. Da seguire anche su Facebook e Twitter, Inner Design svela in anteprima tutti i retroscena del design e le sue questioni più attuali, dall’evento a cui presenziare al designer da conoscere. www.innerdesign.com
INNER DESIGNECO-CREATIVE CONTEST In questa pagina:sopra, lampade “Beute lamp”, design Michael Kostantin Wolke. Qui a sinistra, scaffalature“Moveo”, design Reditum, e, a destra, “Blow Sofa”, design Malafor. Sotto, “Dolby”, design UseDesign, e “Sunday Morning Breakfast Packaging”, design Jorien Kuipers.
ELLEFFE Design srl
Via Nuova, 140/142
28883 Gravellona Toce (VB)
Tel. 0323 344810
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MUSEO CASA ENZO FERRARIIn queste pagine:
lo scenografico sistema espositivo, allestito nell’ex officina del padre Alfredo Ferrari, è concepito
come “un libro a grande scala” che permette al visitatore di scoprire gradualmente gli episodi più
significativi nella biografia di Enzo Ferrari. Nella pagina a destra, in primo piano, “Maserati A6G/54
2000 Spider Zagato” (1955). Sullo sfondo, a sinistra, “Stanguellini Junior” (1961) e, a destra, “Stanguellini 1100 Barchetta Ala d’Oro” (1943).
Museo Casa Enzo Ferrari SU PROGETTO ARCHITETTONICO DI FUTURE SYSTEM E INTERIOR DESIGN DI SHIRO STUDIO DI LONDRA, È STATO INAUGURATO A MODENA IL MUSEO DEDICATO A ENZO FERRARI UOMO, PILOTA E COSTRUTTORE, INDISCUSSO PROTAGONISTA DEL ’900 E MITO ITALIANO TRA I PIÙ FAMOSI AL MONDO
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO CENTO29.IT MODENA E ARCHIVIO MEF
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MUSEO CASA ENZO FERRARIIn questa pagina:la futuristica Galleria realizzata su progetto architettonico di Jan Kaplicky di Future Systems di Londra e interior design di Andrea Morgante di Shiro Studio di Londra. Sopra, “Auto Avio Costruzioni 815” (1940), costruita per la Mille Miglia, e, qui sotto, in primo piano, “Ferrari 166 MM Barchetta Touring” (1948).
Un complesso museale dedicato a Enzo Ferrari e all’automobilismo sportivo, un luogo capace di trasmettere emozioni e contenuti legati alla stagione eroica del motorismo italiano, per celebrare un mito riconosciuto in tutto il mondo. Un investimento importante
per la città di Modena e il suo territorio, confermato ancora una volta come centro della vita e della passione per i motori e per le corse. “Modena è una terra di rivoltosi, di gente non tranquilla, sangue e cervello sono qui bene uniti, per fare tipi d’uomini ostinati, capaci e ardimentosi, le qualità che ci vogliono per fare i bolidi… l’operaio di questa terra, il lavoratore sia del braccio che dell’intelletto, è un lavoratore estremamente intelligente e attivo”, spiegava Enzo Ferrari. Con il sogno di diventare un grande pilota, Ferrari poteva vantare alcune importanti vittorie, come la coppa Acerbo del ’24 e il Gp di Modena del ’27 e del ’28, un anno prima di fondare la sua Scuderia, più tardi inglobata nel reparto corse dell’Alfa Romeo, di cui diviene direttore sportivo. Ma poiché “il futuro è sempre nelle mani di chi lo sa anticipare”, dopo l’abbandono dell’Alfa nel novembre 1939, con il conseguente divieto di utilizzare il nome Ferrari associato alle corse e alle macchine per i successivi quattro anni, il “Drake”,
com’era soprannominato con probabile allusione al leggendario corsaro, fonda l’”Auto Avio Costruzioni” specializzandosi in motori aeronautici. Trasferita la fabbrica a Maranello in piena guerra, il cuore rosso può finalmente cominciare a pulsare il 2 marzo 1947, con la messa in pista della prima auto che porta il suo nome, la “Ferrari 125 sport”. Il nuovo complesso museale, realizzato con un investimento di circa 18 milioni di euro, comprende la vecchia casa natale di Enzo Ferrari, che proprio nel 1929, l’anno della crisi per antonomasia, convinceva la madre a vendere quella proprietà per concludere l’acquisto di un’auto sportiva. Mirabilmente restaurato insieme all’adiacente Officina, il corpo abitativo originario è stato integrato alla nuova Galleria dal design avveniristico: un “grande cofano” in alluminio giallo, colore simbolo della città di Modena e tinta scelta da Enzo Ferrari come sfondo del “Cavallino” rampante. Indetto nel luglio 2004, il concorso per la progettazione dell’opera ha visto sfidarsi i più importanti studi di architettura internazionali, decretando vincitore lo studio Future Systems di Londra con il progetto “Open Hand”, così chiamato perché, come una “mano aperta”, la futuristica Galleria sembra abbracciare la casa natale, in un connubio di tradizione e modernità.
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MUSEO CASA ENZO FERRARI In questa pagina:sopra, la campata a tutto sesto del salone espositivo interno alla Galleria, ricoperta da una membrana bianca traslucida che diffonde la luce in modo uniforme. Qui a sinistra, la copertura in alluminio giallo a forma di “cofano d’auto” (foto Archivio MEF) e, a destra, l’Officina Meccanica adiacente alla casa natale di Enzo Ferrari.
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Se il disegno architettonico porta la firma di Jan Kaplicky, prematuramente scomparso nel 2009, di “Future Systems” di Londra, l’interior design e la direzione artistica dei lavori sono stati curati dall’architetto Andrea Morgante di “Shiro Studio” di Londra, co-progettista dell’opera insieme a Kaplicky. Capace di coniugare il contesto storico con le più recenti tecnologie di risparmio energetico, la Galleria ha una copertura composta da 3300 metri quadri di doghe in alluminio doppiamente curvato, capolavoro ingegneristico sviluppato con la collaborazione di un cantiere nautico, avvezzo alla costruzione di forme organiche a tenuta d’acqua. La campata a tutto sesto del salone espositivo interno è invece realizzata attraverso una sequenza ininterrotta di piani inclinati su cui sono montate sino a 21 piattaforme amovibili per ospitare le auto, mentre l’illuminazione è quasi per intero naturale, grazie all’enorme vetrata e alle prese d’aria nella membrana semitrasparente del soffitto. La tecnologia del sistema portante è così finalizzata alla massima trasparenza visiva e funzionalità, con metà del volume interno della galleria posto sotto la quota di terreno e l’utilizzo della geotermia per il raffreddamento e riscaldamento degli ambienti. Senza dimenticare lo sfruttamento dell’energia fotovoltaica e il riciclo delle acque. Oggetto di un accurato restauro filologico, la casa natale e il volume annesso dell’officina, costruita dal padre di Ferrari a partire dal 1830, introduce a un percorso multimediale permanente dedicato agli episodi più
significativi nella vita del “Drake”, alla sua filosofia e alla sua genialità, raccontate dai testi di Leo Turrini. La narrazione del personaggio dunque, accompagnata però dalla storia dell’automobilismo sportivo, con le soluzioni meccaniche, le prestazioni estreme, la semplicità costruttiva, lo stile sempre originale, personale e riconoscibile. Un innovativo sistema espositivo in grado di incorporare illuminazione, proiezioni digitali e teche contenenti oggetti e memorabilia che hanno contribuito alla costruzione della leggenda, dai suoi inseparabili occhiali neri alla penna stilografica con inchiostro viola, con cui scriveva e firmava i certificati nonostante le proteste dei notai. E poi i documenti personali, le licenze di pilota, gli atti della “Scuderia Ferrari” e della “Carrozzeria Touring”. Una sorta di “libro su grande scala”, che permette al visitatore la lettura biografica di Ferrari attraverso pagine verticali da scoprire gradualmente. A cura di Giovanni Perfetti e sviluppato tra la casa natale e la galleria, l’allestimento “Le origini del mito” ripercorre inoltre la storia e l’evoluzione di un territorio unico, che ha prodotto intuizioni tecniche di portata universale attraverso personaggi, luoghi e competizioni simbolo: dal “Circuito di Modena” alla “Mille Miglia”, da Scaglietti, Fantuzzi e Stanguellini a Maserati. Una celebrazione delle glorie dell’automobilismo modenese con documenti storici e oggetti selezionati da Adolfo Orsi e Raffaele Gazzi e corredati da inediti contributi audio-video. www.museocasaenzoferrari.it
Con una superficie di 5000 mq, il Museo comprende un’aula per la didattica e un Centro Documentazione intitolato a Sergio Scaglietti, grande scultore della lamiera e carrozziere di fiducia di Ferrari
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MUSEO CASA ENZO FERRARIIn queste pagine:sopra, “Alfa Romeo 158 Alfetta” (1938). Nella pagina a destra, in alto, teche perimetrali con materiale storico fotografico/documentario della vita di Ferrari.
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“MEF” STORE In questa pagina:
gli inseparabili occhiali neri, esposti nella casa natale insieme ad altri oggetti che hanno contribuito alla fama di Enzo Ferrari, l’uomo che ha reinventato il concetto stesso di automobile sportiva, incidendo in modo determinante sulle scelte dei più grandi progettisti e costruttori. Una storia e una filosofia di vita raccontata attraverso i testi di Leo Turrini, nella città che lui stesso decise di omaggiare scegliendo il colore giallo come sfondo per il “Cavallino rampante”. A fianco, le collezioni in vendita allo store del
“MEF” (Museo Enzo Ferrari).
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Cartier e L’arte della matematica LA MOSTRA “MATHEMATICS: A BEAUTIFUL ELSEWHERE” PRESSO LA FONDAZIONE CARTIER DI PARIGI APRE LA MATEMATICA ALLE DISCIPLINE ARTISTICHE E AL MONDO DEGLI OGGETTI. GLI ESPERTI DEI PIÙ IMPORTANTI ISTITUTI SCIENTIFICI EUROPEI IN SINERGIA CON REGISTI, CANTANTI E ARTISTI VISUALITESTO OMBRETTA BERTINI FOTO OLIVIER OUADAH SEBASTIAN KAULITZKI/FOTOLIA.COM
FONDAZIONE CARTIERIn queste pagine:
nella foto grande, la Sala dei Quattro Misteri presso la mostra “Mathematics: A Beautiful Elsewhere”. Sotto, “O Paradiso” di Beatriz Mihazes, ancora la Sala dei Quattro Misteri e la locandina della mostra, opera di Tadanori Yokoo su disegno di David Lynch. Matematici e scienziati come Sir Michael Atiyah, Jean-Pierre Bourguignon, Alain Connes, Nicole El Karoui, Misha Gromov, Giancarlo Lucchini, Cédric Villani e Don Zagier hanno contribuito alla mostra. Provenienti da ambiti come la teoria dei numeri, la geometria algebrica e differenziale, la probabilità, la biomatematica, hanno lavorato in sinergia con nove celebri artisti: Jean-Michel Alberola, Raymond Depardon e Claudine Nougaret, Takeshi Kitano, David Lynch, Beatriz Milhazes, Patti Smith, Hiroshi Sugimoto e Tanadori Yokoo, e Pierre Buffin.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
Takeshi Kitano, Patti Smith e David Lynch: sono solo alcuni dei nomi coinvolti nella mostra “Mathematics: a Beautiful Elsewhere”, organizzata a Parigi dalla Fondation Cartier sotto il patronato dell’Unesco. Protagoniste sono le scienze matematiche come non
sono mai state raccontate prima, e cioè attraverso un approccio evocativo, multidisciplinare, in cui lo spettatore è tuffato in mondi paralleli di indescrivibile bellezza. Perché la matematica non è fatta solo di formule astratte ma è, per l’appunto, “a beautiful elsewhere”, un bellissimo altrove da indagare e rappresentare attraverso istallazioni, cinema e arte contemporanea. È precisamente qui, nella natura anticonvenzionale e artistica dell’iniziativa, che si gioca la sfida del direttore della Fondazione, Hervé
Chandès, e dell’astrofisico Michel Cassé, curatori della mostra, che hanno affiancato agli artisti un gruppo pluridisciplinare di ricerca formato dai membri di alcuni dei più importanti istituti scientifici europei, tra cui l’Istituto Henri Poincaré, l’istituto di astrofisica di Parigi, l’IHES l’istituto di alti studi scientifici, il CERN e l’LHC, coautori delle direttive lungo le quali si snoda la raffinata mostra-immagine. Macchine, video da laboratorio, istallazioni, formule, oggetti che riproducono non solo la Matematica di per sé ma soprattutto il processo creativo, il momento epifanico in cui lo scienziato riesce a cogliere una connessione fra aspetti della realtà apparentemente lontani, la formula di una vicinanza improvvisa che diventa numero e armonia. fondation.cartier.com
Scienziati e artisti da ogni parte del mondo hanno lavorato insieme per trasformare il pensiero astratto delle discipline matematiche in un’esperienza stimolante per la mente e per i sensi
FONDAZIONE CARTIERIn questa pagina:sopra, di Jean-Michel Alberola, “Un ciel mathématique - Henri Poincaré”. Sotto, da sinistra, “Conceptual Form 011” di Hiroshi Sugimoto (2008), “Galaxy”, corto d’animazione realizzato da David Lynch per la mostra, e istallazione “Ergo-Robots” del gruppo di ricerca Flowers di Bordeaux.
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La matematica è ovunque, dalla realtà quotidiana agli universi concettuali. Abbraccia il mondo reale così come quello delle idee, e i suoi protagonisti sono inventori, esploratori e scrittori
FONDAZIONE CARTIER In questa pagina:
in foto grande, “Diffusione del calore (equazione di Fourier)”,
fotogramma del film “Les Paradis mathématiques”, e, qui sotto, sala “Un ciel mathématique -
Henri Poincaré”, sala proiezioni e sala dei “Quattro Misteri”.
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Huawei MediaPad 10 FHDÈ il primo tablet da 10 pollici con processore quad-core da 1,5 GHz con sistema operativo Google Android 4.0 e un display IPS ad alta definizione. Attualmente insuperabili le funzionalità di intrattenimento audio-video anche grazie alla tecnologia Dolby Surround che aumenta il coinvolgimento durante la riproduzione di giochi, film in HD e l’ascolto della musica. Dotato di una fotocamera posteriore da 8 Mpx con autofocus e di una frontale da 1,3 Mpx facilita la registrazione di molti video e foto grazie a una memoria per la conservazione delle immagini di 2G RAM. Predisposto per l’accesso wireless ad alta velocità (fino a 84 Mbps) e il supporto una serie di standard di rete tra cui l’LTE. www.huawei.com
Elchim 3900 Healthy IonicStrumenti sempre più innovativi e tecnologici, prestazioni che sfiorano livelli sempre più alti: Elchim, azienda che da più di 60 anni opera nel settore degli asciugacapelli professionali di alta gamma presenta un nuovo componente del suo top di gamma. Le features principali vedono aumentata la potenza in favore di una riduzione del 30% del tempo di asciugatura, la presenza del sistema ionic-ceramic che nutre i capelli lasciandoli lucenti, un miglioramento nell’ergonomia dell’impugnatura che aiuta a prevenire patologie ai polsi come il tunnel carpale, la riduzione del l’inquinamento acustico nell’ambiente grazie a un silenziatore incorporato e l’abbassamento delle emissioni elettromagnetiche. www.elchim.it
Canon Pixma MG4150Multifunzione dall’elegante design nero e funzionalità avanzate. In primo piano la connettività Wi-Fi integrata tramite l’App Canon Easy Photo-Print, adatta a rendere la stampa da dispositivi mobile iOS o Android più facile che mai. L’opzione fronte-retro combinata con la massima risoluzione di stampa a 4800 dpi, testine Fine con una dimensione minima delle gocce di inchiostro da 2 pl, progettazione responsabile nei confronti dell’ambiente tramite un significativo incremento delle impostazioni Eco che si aggiungono al Canon Solution Menu EX, e la gamma di software intelligenti per ottenere il massimo dalla stampa di documenti e fotografie, completano il profilo della nuova stampante. www.canon.it
Nikon Coolpix L810 Fotocamera compatta con modalità di registrazione filmati 720p e obiettivo super zoom Nikkor con zoom ottico grandangolare 26x ed escursione focale 22,5-585 mm si adatta ad ogni situazione e permette di realizzare una vasta gamma di fotografie. L’innovativa leva di controllo laterale consente di utilizzare lo zoom in modo stabile e uniforme per tutta l’escursione focale dell’obiettivo, che si voglia filmare o scattare foto, mentre la riduzione delle vibrazioni a decentramento ottico bilancia gli effetti del movimento della fotocamera. Il sensore di immagine CCD da 16 Mpx e le quattro diverse funzioni automatiche per l’eliminazione dell’effetto mosso garantiscono immagini sempre nitide. www.nital.it
Sony GW55VENuova Handycam waterproof dotata di tecnologia d’avanguardia in grado di resistere all’acqua fino a 5 metri di profondità, alla polvere e agli urti da un’altezza di 1,5 metri. Fotografie e video HD nitidi e stabili in qualunque situazione grazie al sensore CMOS Exmor R™ che cattura riprese video e immagini ricche di dettagli con rumore ridotto al minimo. L’obiettivo top di gamma G Lens di Sony consente di immortalare dai grandangoli ai primi piani tramite uno zoom esteso che aumenta la gamma ottica da 10x a 17x. Anche i video girati con lo zoom o in movimento saranno più chiari grazie allo stabilizzatore ottico SteadyShot, con modalità Active, che corregge le vibrazioni assicurando i risultati. www.sony.it
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE FOCUS ON
DIVINO TUSCANYFIRENZE 17/20 MAGGIO 2012
Dopo il successo della prima edizione, torna a Firenze “Divino Tuscany”, la performance più esclusiva dei grandi vini toscani ideata e organizzata da James Suckling, una delle voci più autorevoli dell’enologia mondiale, in collaborazione con IMG Artists, di cui Jeff Fuhrman è Presidente, leader nel management dello spettacolo e dei grandi eventi. Quartier generale della kermesse la splendida location del “Grand Hotel Villa Cora” sulle colline sopra il Giardino di Boboli. Divino Tuscany collocatosi da subito tra gli appuntamenti cult del vino e dell’art de vivre a vocazione internazionale, annotato nelle agende di esperti e amateur, collezionisti e professionisti, è divenuto leggenda appena aperti i battenti. Una manifestazione riservata ai nomi più blasonati della grande enologia toscana e ai loro vini icone riuniti in un contesto di straordinario appeal, all’interno di spazi di nobile eleganza e antico splendore. Una combinazione di grandi vini, alta cucina, arte, musica, bellezza, charme dentro una Firenze che sta vivendo una nuova, vibrante stagione da “Nuovo Rinascimento”. Nel corso di quattro giorni, seminari, degustazioni guidate, “grand tasting”, gala e cene più intime vedranno protagonisti le bottiglie più prestigiose di oltre 50 aziende vitivinicole al top. A cominciare dalle otto fondatrici: Barone Ricasoli, Marchesi Antinori, Castello Banfi, Marchesi di Frescobaldi, Mazzei, Petrolo, Il Borro, Principe Corsini. www.divinotuscany.com
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Party inaugurale nei saloni del Grand Hotel Villa Cora d’ispirazione e atmosfera cubana, dalla musica live del jazzista cubano Ernàn Lòpez Nussa all’anteprima del film documentario di Suckling sui sigari, “Heart and Soul Cuba”.Full immersion tra bottiglie e bicchieri: seminari, degustazioni guidate, verticali, face to face con i produttori, degustazioni private con singoli produttori e “Grand Tasting” con vini serviti direttamente dai produttori.
Cena di Gala nei saloni di Palazzo Corsini firmata dai pluristellati Annie Féolde e Giorgio Pinchiorri. Cene esclusive nelle residenze private, raramente accessibili, di alcune delle più illustri famiglie storiche di produttori. Pranzo di campagna a Villa Il Palagio, messa a disposizione da Sting e Trudie Styler.
Divino Tuscany Giovedì 17 maggio
Venerdì 18 maggio Sabato 19 maggio
Venerdì 18 maggioSabato 19 maggio
Domenica 20 maggio
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
ISTITUTO DEI CIECHI MILANOIn queste pagine:l’ingresso del percorso della mostra e alcuni momenti di “Dialogo nel Buio”, iniziativa culturale, sociale e gastronomica realizzata presso l’Istituto dei Ciechi di Milano in Via Vivaio 7.
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRA DIALOGO NEL BUIO
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Dialogo nel BuioA MILANO, PRESSO L’ISTITUTO DEI CIECHI, UN PERCORSO NELL’OSCURITÀ, UN RISTORANTE AL BUIO, UN TEATRO E UNA MOSTRA PER CONOSCERE L’ARTE ATTRAVERSO IL TATTO. PER UNA PERCEZIONE OLTRE LO SGUARDO
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ISTITITO DEI CIECHI MILANO
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRA DIALOGO NEL BUIO
Non occorre guardare per vedere lontano. La vista è fondamentale, ma il mondo può essere vissuto anche attraverso gli altri sensi. E l’oscurità può essere un’avventura. Questo sembra dirci la mostra
“Dialogo nel Buio”, ospitata dal 2005 presso l’Istituto dei Ciechi di Via Vivaio a Milano. L’iniziativa consiste in un percorso da compiere in totale assenza di luce, accompagnati da esperte guide non vedenti, attraverso una molteplicità di ambienti che riproducono situazioni reali: una strada trafficata, un bosco, una gita in barca, il salotto di casa. I visitatori devono affidarsi esclusivamente a tatto, udito, olfatto e gusto, sperimentando una realtà diversa in cui la vista non è più il senso dominante. Perdersi nel buio, riconoscere suoni e profumi, riscoprire il valore della presenza degli altri: questo è “Dialogo nel Buio”, che, dal giovedì al sabato dalle 18.30 alle 23, si conclude con un aperitivo presso il Cafénoir, ubicato alla fine della sequenza, con cocktail, degustazione di stuzzichini e musica al buio, per condividere, attraverso la parola, le proprie sensazioni su questo percorso. L’Istituto presenta un’ulteriore esperienza, scandita stagionalmente a date decise di volta in volta, che unisce il valore sociale a quello culturale e gastronomico:
stiamo parlando delle Cene al Buio, che, su prenotazione, è possibile gustare presso il ristorante TrattoNero, situato all’interno dell’Istituto. Qui gli avventori si affidano a personale ipovedente – guide e camerieri – e sono fatti accomodare in una sala priva di illuminazione dalla quale sono banditi cellulari e iPod. Crespelle, riso ai funghi, fritti, bruschette, omelettes, trofie, roast beef e patate al rosmarino, macedonia, gelato, tiramisù. Per una volta non saranno una gioia per gli occhi, ma per tutti quei sensi di cui troppo facilmente rischiamo di dimenticarci. Le iniziative non si esauriscono qui. Presso l’Istituto si continua a fare esperienza del buio con la mostra “L’Arte del Tatto”, realizzata in collaborazione con il Louvre di Parigi, attraverso la quale i visitatori sono invitati a scoprire una ventina di fedeli riproduzioni di capolavori della scultura dall’antichità al ‘700, affidandosi esclusivamente al tatto. L’Istituto ospita anche il Teatro al Buio: qui, immersi nell’oscurità, si assiste alla messa in scena di pièces che restituiscono alla parola, spogliata di ogni scenografia, il suo straordinario potere evocativo in un’atmosfera ovattata in cui suoni e pensieri si trasformano come per magia in immagini, profumi, sensazioni, emozioni. www.dialogonelbuio.org
ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO In questa pagina:in alto da sinistra, portici dell’Istituto, scalone del primo piano e Salone Barozzi. Qui a sinistra, gli chef del ristorante TrattoNero e il logo del ristorante. Sotto, da sinistra, reception della mostra “Dialogo nel Buio”, uno strumento del “Museo Braille”, la mostra “L’Arte del Tatto” e visita scolastica all’Istituto. L’idea di Dialogo nel Buio nasce vent’anni fa presso un’emittente radiofonica tedesca grazie al giornalista Andreas Heinecke. Non si tratta di una simulazione della cecità, ma di un invito a sperimentare come la percezione della realtà possa essere molto più profonda e intensa in assenza della luce. A oggi lavorano per la mostra 80 persone, di cui 60 non vedenti. L’iniziativa ha registrato 110 mila visitatori nei soli primi due anni.
All’Istituto dei Ciechi di Milano si impara a conoscere il mondo dei non vedenti attraverso il percorso “Dialogo nel Buio”, il Ristorante TrattoNero, il Teatro al Buio e la mostra “L’Arte del Tatto”, organizzata con il Louvre
OGGETTI DESIGN MAGAZINE FOCUS ON
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MULTIPLO è l’innovativo sistema di cottura modulare a vasche professionali di Scholtès, vincitore del Good Design Award nella categoria Cucina. MULTIPLO presenta le prestazioni integrate di un forno e di un piano cottura con tecnologia a induzione. Grazie alle piastre collocate alla base delle vaschette, il calore si distribuisce in modo uniforme, consentendo una perfetta cottura e un notevole risparmio di energia e di tempo. Tre le diverse soluzioni per l’incasso, che può essere affiancato ad altre tipologie di piani cottura oppure semplicemente sostituirle. Grazie alle vaschette separate è possibile effettuare cotture contemporanee. Il concetto di cottura domestica è rivoluzionato, applicando all’ambiente cucina la modularità delle vasche professionali e i principi innovativi della cottura a induzione. Versatile, sicuro e confortevole, MULTIPLO è la sintesi di un pensiero progettuale che unisce ergonomia, estetica e flessibilità.
Scholtès
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Eataly Lingotto Cene Stellari IN OCCASIONE DELLA PUBBLICAZIONE DELLA GUIDA MICHELIN 2012, EATALY A TORINO DÀ IL BENVENUTO ALLE NUOVE STELLE CON UN CALENDARIO DI EVENTI E CENE PER CELEBRARE GLI CHEF PREMIATITESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ERIKA COLETTO E ARCHIVIO EATALY
Gli chef stellati del Piemonte incontrano le eccellenze d’Italia. In occasione della pubblicazione della Guida Michelin, “Eataly” dà il benvenuto alle nuove stelle 2012 e prepara un calendario di eventi per celebrare i cuochi che hanno ottenuto la prima stella, o la
nuova seconda e la nuova terza. Cene a quattro mani che si avvicendano di settimana in settimana fino a dicembre 2012, cinque portate accompagnate da grandi vini piemontesi e altri provenienti dalla regione d’origine degli chef. Appuntamento nella “Sala dei Duecento” a Eataly Lingotto, emporio dell’enogastronomia nato dal recupero dell’ex stabilimento Carpano, e nella suggestiva cornice della tenuta di “Fontanafredda”, rifugio di Vittorio Emanuele II e della Bela Rosin nel cuore delle Langhe. Cena inaugurale con la cucina intellettuale di Massimo Bottura che incontra la tradizione piemontese rivisitata da Ugo Alciati. Due grandi nomi della scena italiana e internazionale, che hanno svelato le fonti d’ispirazione dei loro piatti più celebri. Una cucina contemporanea influenzata dal vivere quotidiano quella di Bottura, sublime espressione del suo grande amore per l’arte e la musica. “Proprio per questo posso affermare che la mia cucina rispecchia i tempi attuali”, nota lo chef: “non è più l’epoca dei fuochi d’artificio, ma di proposte intelligenti e concrete. Perché non
è solo importante che il piatto sia bello, ma anche e soprattutto che sia buono e sano”. Una cucina nata invece dalla storia di famiglia quella di Alciati, con una continua evoluzione dei piatti e la ricerca di materie prime di provenienza locale. “Nel cinquantesimo anno di attività del nostro ristorante Guido a Pollenzo”, spiega Alciati, “è ancora la tradizione a farla da padrona. E quando tradizione e ricerca si abbinano bene e in modo un po’ alternativo, è il momento di sperimentare ingredienti noti in ricette nuove e originali, come il riso Carnaroli mantecato con acciughe e ricotta piemontese”. Ne nasce una riflessione sul ruolo e le responsabilità dell’Alta Cucina, per la quale, complice l’attuale congiuntura socio-economica, si è registrato un cambio di rotta, con un aumento dell’interesse nei confronti delle produzioni artigianali, delle specialità regionali, della salvaguardia della biodiversità agroalimentare, come dimostrano anche le ultime edizioni di Identità Golose. “Stiamo assistendo a un processo etico incredibile”, sottolinea Bottura, “per cui l’attenzione non è più rivolta allo chef, ma si focalizza piuttosto sui produttori, gli allevatori, i casari, i pescatori. Ed è proprio questo che oggi mi sta a cuore: riuscire a
“fare sistema” sul territorio, accorciando la filiera per fornire un’immagine solida e ben caratterizzata della nostra terra”. www.eataly.it
EATALY TORINO CENE STELLARI
In questa pagina:gli chef stellati Massimo Bottura (a sinistra) e Ugo Alciati (a destra) durante
la preparazione delle cene a “quattro mani”, che si
avvicendano di settimana in settimana fino al mese di dicembre 2012, con cinque
portate accompagnate da grandi vini piemontesi e altri
provenienti dalle regioni d’origine degli chef.
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www.nikazupanc.com Un’estetica gotica e una malizia tutta femminile che rimandano al mondo di Lolita e all’immaginario delle pin-up americane anni ‘50. Un irresistibile tocco bon-ton che contamina gli spazi del vivere quotidiano. Il minimalismo del design contemporaneo accessoriato con inserti di assoluta originalità. La designer slovena Nika Zupanc sorprende per fascino, ironia e rigore intellettuale, perfettamente incarnati nella collezione di mobili per ufficio “Self Discipline”. Una manciata di prodotti ispirati all’ascetismo monastico, che mostrano come modificare la forma senza compromettere la funzione, con una struttura a fisarmonica formata da tasche di carta ripiegabili, garanzia di una flessibilità esteticamente coerente.
www.studio-juju.com Giovani designer di Singapore con uno sguardo multidisciplinare, Timo Wong e Priscilla Lui spaziano dall’industrial design ai mobili e agli oggetti d’arredo, con incursioni nell’interior design e nell’arte concettuale. Attenti osservatori delle interazioni che si sviluppano nel quotidiano, progettano soluzioni incentrate sui valori di essenzialità formale e semplicità funzionale. Vincitrice del premio Designers of the Future a Design Miami 2011, “A Tent” è una struttura pensata per favorire una fluida comunicazione fra persone e spazio. Ispirata alla iurta dei villaggi asiatici, si configura quale luogo di raccoglimento e riposo, con una struttura minimale che si delinea visivamente dai dintorni, e tuttavia libera da opprimenti vincoli fisici.
www.harrythaler.it Origini altoatesine e residenza a Londra, un passato di artista orafo riflesso nell’eleganza essenziale dei suoi lavori, Harry Thaler scopre la passione per il design con l’amico Martino Gamper. Un processo di sperimentazione continuo, con oggetti giustapposti e reinventati che esplorano le potenzialità della materia, sfruttando tecniche tradizionali e artigianato di alta qualità. Incaricato di arredare la residenza per artisti del Museion di Bolzano, Thaler sceglie il legno inchiodato e monta tutto su rotelle, dalle poltrone al letto, fino alle postazioni di lavoro, per un ambiente domestico flessibile e trasformabile. Un progetto arricchito da una collezione di accessori per la tavola e dalle sedie in metallo disegnate per Moormann.
www.guillaumedelvigne.com Diplomato all’École de design Nantes Atlantique, Guillaume Delvigne debutta a Milano a fianco di George J. Sowden, co-fondatore del Gruppo Memphis, per stabilirsi quindi a Parigi e aprire uno studio tutto suo. Già collaboratore di Tefal, Fly, Ricard, Industreal, Tek Import e Oxyo, Delvigne ha inaugurato nel 2011 la prima personale presso la ToolsGalerie, conquistando il Grand Prix de la Création de la Ville de Paris. L’esposizione comprendeva alcuni pezzi in edizione limitata della collezione “Relief(s)”, una metafora domestica derivata da motivi geologici, con tavolino, credenza, sgabelli, lampada e specchi nati dalla medesima riflessione formale, attraversata da movimenti, scivolamenti e ondulazioni.
www.autoban212.comDa “otoban”, in turco autostrada, parola in codice per indicare il viaggio di scoperta, inteso come stato mentale che nutre la creatività, Autoban è uno studio di design e architettura nel centro storico di Istanbul. Un’avventura nata all’università dall’incontro fra Seyhan Ozdemir e Sefer Caglar, premiati con il Wallpaper Design Award 2012 per “Suite Bed”. Dal macro al micro, dall’architettura all’oggetto, Autoban adotta un approccio progressivo e sperimentale, basato sui principi fondanti della moderna terminologia architettonica e su una netta predilezione per i materiali naturali. Disegnare oggetti per sviscerare esperienze, osare senza rinnegare il passato, mescolando tradizione e modernità.
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Design<DesignersÈ LA SEZIONE DEDICATA AGLI INCONTRI CON GLI ARCHITETTI, I DESIGNERS, GLI ARTIGIANI, GLI
ARTISTI E LE ACCADEMIE PROTAGONISTI DEL DESIGN CONTEMPORANEO INTERNAZIONALE
GABRIELE CENTAZZO In questa pagina:la nuova sedia “Leonardo” composta di oltre 100 pezzi in legno di acero assemblati con spine in legno, realizzata grazie a una perfetta simbiosi tra design e sapiente esercizio artigianale. Design Gabriele Centazzo (2012)
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Gabriele Centazzo Impatto quasi ZeroETICA AMBIENTE INNOVAZIONE, QUESTO IL PENSIERO DI GABRIELE CENTAZZO, DESIGNER, PROGETTISTA, FONDATORE E PRESIDENTE DI VALCUCINE E BIOFOREST, CHE GIÀ DAL 1986 HA INIZIATO A PROGETTARE IN MODO ECOLOGICAMENTE RESPONSABILE CONCENTRANDOSI SULLA DEMATERIALIZZAZIONETESTO OMBRETTA BETTINI FOTO MICHELE BAGGIO SOWHAT STUDIO E ARCHIVIO VALCUCINE
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GABRIELE CENTAZZOVALCUCINE
In queste pagine:Gabriele Centazzo accanto alla cucina
“Artematica Vitrum | Cemento”. Nel 2008 la cucina in vetro Artematica Vitrum è
stata esposta al Museum di Arte Moderna di New York all’interno di Cellophane
House, prototipo di casa in scala 1:1 che reinventa il modo di costruire gli edifici.
VALCUCINE “INVITRUM”In queste pagine:
sistema di cucina “Digma”. Qui a sinistra, sistema di basi “Invitrum”. Grazie a questo sistema Valcucine ha realizzato la prima cucina al mondo completamente in alluminio e vetro, rispettando così le principali regole del design ecosostenibile. Nella pagina a destra, cucina “Artematica Vitrum | Cemento”.Design Gabriele Centazzo.
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Dalla creazione di Valcucine nel 1980 sono passati poco più di trenta anni, tre decenni durante i quali il mondo imprenditoriale ha mutato lentamente il proprio volto rimodellandosi sulle necessità del mercato e soprattutto sulle rivoluzioni tecnologiche che si
sono succedute a velocità sempre più incalzante. In questo scenario l’esperienza di Gabriele Centazzo, designer, progettista, fondatore e presidente dell’azienda, segna una pietra miliare. Fra i primi a riflettere sulla necessità di ridurre il nostro debito ambientale progettando e costruendo in modo ecologicamente responsabile, Centazzo è autore di sistemi cucina all’avanguardia come Artematica, Riciclantica e Artematica Vitrum, oggi esposta al MoMA di New York. Cucine pensate in funzione di un uso responsabile, realizzate con materiali da riutilizzare e caratterizzate da un design di audace semplicità, in cui la bellezza è al completo servizio della funzione. Attraverso i suoi progetti ma anche la sua riflessione umanistica, scientifica e filosofica al tempo stesso, Centazzo ha sensibilizzato un’intera generazione di imprenditori che, come lui, hanno compreso l’importanza di preservare il patrimonio forestale fondando Bioforest, Associazione Onlus senza scopo di lucro, nata nel 1998 per un nuovo modello di sviluppo basato sulla
compatibilità tra industria e salvaguardia ambientale. Oggi Gabriele Centazzo non solo è alla guida di una delle più avanzate aziende italiane ma è un personaggio fuori dagli schemi, un imprenditore illuminato, un visionario dal talento multiforme che non si arrende al degrado dei nostri tempi e che ha individuato nella bellezza, di cui l’Italia abbonda, la chiave di volta per ripensare tutto il sistema.Lei ha studiato temi come l’etica ambientale e il design biocompatibile ben prima che rischiassero di trasformarsi in una moda. Ho avuto la fortuna essere nato in una casa piena di libri, che mi ha fatto appassionare alla conoscenza. Mia nonna mi diceva sempre: ‘Se tu non conosci sei incosciente, e come tale sei irresponsabile’. Già trenta anni fa ho potuto leggere diversi testi sulle problematiche ambientali. La lettura e lo studio sono importanti perché concorrono a formare quell’elemento differenziale che è la conoscenza, in base alla quale possiamo dire “questo è cattivo”, “questo è buono”, “questo è un inquinatore, un disgraziato”. La conoscenza crea coscienza e la coscienza crea responsabilità. Questa necessità di conoscenza mi ha portato ad affrontare temi nuovi, che sono entrati da poco nell’agenda delle imprese, ma che in realtà ci riguardano tutti da decenni.
Valcucine è stata la prima azienda italiana a ottenere nel 2001 il Certificato ISO 14001, frutto della scelta volontaria di stabilire, attuare e migliorare un proprio sistema di gestione ambientale
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VALCUCINE“RICICLANTICA”In queste pagine:la cucina “Riciclantica Carbobnio” e, nella pagina a destra, cucina “Riciclantica Laminato Grigio”. L’anta del programma di cucine “Riciclantica”, massima espressione di un design basato sulla dematerializzazione, è costituita da un resistentissimo telaio strutturale in alluminio e da un sofisticato pannello estetico di soli 2mm di spessore. Design Gabriele Centazzo.
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Il lungo lavoro di ricerca sui materiali e sui loro limiti di resistenza ha permesso a Valcucine di rivoluzionare il settore del mobile, realizzando la prima base in vetro 100% riciclabile
Lei, che è stato tra i primi a produrre in modo responsabile, è estremamente attento nell’adoperare il termine “ecologico”. Oggi molte aziende si sono date una bella pennellata di verde, con il risultato che le industrie si fregiano del titolo di “ecologiche” e molti prodotti sono magicamente diventati “ecologici”. In realtà, poiché non c’è una normativa chiara che stabilisca quando si può usare legittimamente il termine “ecologico”, tutti ne abusano. Non solo. Se per “ecologico” intendo qualcosa che è prodotto a impatto zero, allora devo anche aggiungere che nessun prodotto creato dall’uomo può essere ecologico, perché in ogni caso determina un impatto sull’ambiente circostante. L’unico modo per essere ecologici è lavorare per ridurre questo impatto. Ricordiamoci che esiste una sola fabbrica al mondo in grado di produrre a impatto zero, che io invidio profondamente e che rappresenta una costante fonte di ispirazione per il mio lavoro: è una fabbrica creata dalla natura, si chiama albero, funziona al 100% a energia solare e utilizza acqua, humus e soprattutto anidride carbonica come materia prima, quella stessa CO2 emessa dalle industrie che per noi rappresenta un grave problema. Come scarti di produzione la fabbrica-albero emette ossigeno, necessario alla nostra sopravvivenza, e foglie, che i lombrichi e i batteri trasformano poi in humus. Inoltre trasforma l’acqua in vapore, responsabile dell’equilibrio delle piogge: possiamo ben dire che l’albero è l’unica fabbrica che chiude il ciclo al 100%. In Brasile, dove è in atto una deforestazione selvaggia, sta avvenendo una perdita della piovosità
che crea grossi problemi a livello di equilibrio delle precipitazioni. Può farci un esempio di come il design può essere biocompatibile e commercialmente plausibile? Ho cominciato a progettare nel 1986 concentrandomi sulla dematerializzazione, un concetto e un parola allora conosciuta a pochi, che si traduce, in pratica, nella riduzione della quantità di materie prime utilizzate. Per uscire sul mercato con la prima anta dematerializzata, ho trasformato l’anta classica da cucina in due elementi: un elemento tecnico costituito da un supporto in alluminio, e un elemento estetico, un rivestimento in pelle dello spessore di 5 millimetri su 20-25 mm totali. Quando ho mostrato i primi prototipi, i clienti aprivano l’anta, davano un’occhiata e puntualmente mi chiedevano se avessi intenzione di riempirla. E quando rispondevo che era fatta così apposta, mi davano del matto dicendo che il mercato non l’avrebbe mai accettata. In effetti il mercato non era preparato al concetto di dematerializzazione e quindi non l’ho venduto come tale, ma, avendo realizzato la mia nuova anta con materiali particolari, tutti riutilizzabili, volevo comunque dimostrare la mia idea. Durante le mostre immergevo l’anta in vasche piene d’acqua, dimostrando che per quanto fossero lasciate in immersione, non si gonfiavano: è stato un successo. È necessario ricercare, anche attraverso il marketing, dei vantaggi chiari per il cliente. Non avrebbe avuto senso commercializzare l’anta sottolineando che era “dematerializzata” quando nessuno sapeva che cosa fosse la dematerializzazione.
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Proponendo al pubblico “un’anta che immersa in acqua non si gonfierà mai, che non si rovinerà mai nella zona sottolavello, che non avrà mai problemi di bordi che si scollano con il calore”, sto
presentando qualcosa di chiaramente vantaggioso. In questo modo l’innovazione, fatta pensando all’ecosostenibilità, diventa un vantaggio per il consumatore, che la percepisce nella giusta prospettiva. Ancora oggi non esiste la coscienza ecologica necessaria ad acquistare un prodotto dematerializzato.Che cosa significa essere fondatore e presidente di un’azienda all’avanguardia come Valcucine? Le persone sono il risultato della loro cultura. È stato un percorso culturale a portarmi fin qui, un percorso che mi ha portato tutta la vita a studiare, a leggere, a capire, a pensare. L’elaborazione del pensiero è l’elemento fondamentale, quello che fa la differenza. Ci sono due tipi di industriali: quelli che pensano e quelli che non pensano. I primi possono fare moltissimo per migliorare il mondo, i secondi lavorano nell’inerzia. Il grande filosofo e psicanalista francese di origine greca Cornelius Castoriadis (1922-1997), arrivato alla fine della sua vita, disse: “Ho dedicato tutta la vita a cercare di capire cos’è che non va nella nostra società e adesso che sono qui, sul letto di morte, ho capito: la nostra società ha smesso di pensare.” Quali sono le sue fonti di ispirazione a livello letterario e filosofico?Uno dei miei autori preferiti è Zygmunt Bauman, a mio avviso uno dei più grandi pensatori viventi, forse il più grande, basta pensare a
“Vite di corsa. Come salvarsi dalla tirannia dell’effimero” (2009), che riflette su come il consumismo sia strettamente legato al tempo: meno dura un oggetto, più noi ci precipitiamo a sostituirlo. Bauman parla della necessità di sviluppare la “capacità di compiere scelte e agire efficacemente in base alle scelte compiute”. Uno dei primi testi che ho letto sulle problematiche ambientali, quasi trenta anni fa, è un libro del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, “Il dilemma nucleare” (1987), in cui già allora cercava di sensibilizzare sulle problematiche causate da un eccesso di emissioni di CO2 nell’aria.Quali progetti ha in corso attualmente? Abbiamo lanciato da poco una garanzia chiamata “garanzia di responsabilità a vita”. Su alcuni prodotti, che ho progettato per essere riutilizzati e riciclati alla fine del ciclo di produzione e fruizione, Valcucine dà una garanzia a vita, vale a dire che al termine della vita del prodotto lo ritiriamo e ci rendiamo responsabili della sua reimmissione
Il nuovo sistema “Meccanica”, a marchio “demode engineered by Valcucine”, è una cucina rivolta ai giovani, da montare come un Meccano, dotata di “garanzia di responsabilità a vita”
in ciclo. I nostri prodotti sono infatti progettati per essere riutilizzabili al 90%. Attraverso il recupero delle materie prime possiamo coprire i costi del ritiro, creando così più di un ciclo di vita. Abbiamo messo in moto questa dinamica con un progetto cui abbiamo lavorato due anni, che lanceremo ufficialmente a breve sul mercato con un prodotto alto di gamma. Tra parentesi: una delle critiche che mi sono state mosse più di frequente era quella di fare un prodotto più ecosostenibile ma solo per pochi, una sorta di “eco-chic”. Il progetto cui sto lavorando e che presenterò al Salone del Mobile di Milano riguarda proprio l’idea di portare la mia filosofia su un prodotto rivolto ai giovani, quindi a una possibilità di acquisto più ampia. Il nuovo sistema si chiama
“Meccanica”, una cucina dalla struttura completamente in ferro, da
montare come un Meccano, che può crescere man mano che crescono le necessità della casa e dotata di tutta una serie di particolarità fra cui, appunto, la “garanzia di responsabilità a vita”. “Meccanica”, a marchio “demode engineered by Valcucine”, presenta un programma dall’intelaiatura leggera e il design innovativo, in cui singoli elementi strutturali si uniscono tra loro attraverso giunzioni meccaniche. Nessun utilizzo di colle e, dunque, nessuna traccia di formaldeide per un sistema riutilizzabile al 90% e riciclabile al 100%.Qual è il livello di consapevolezza ambientale nel nostro Paese e che cosa dovremmo fare per migliorarlo? Se volessimo rappresentare con una metafora la situazione dell’Italia oggi, direi che il nostro Paese è una barca in mezzo al mare - una barca piena di buchi. Un conto è rappezzare la barca perché non affondi – è quello che sta tentando di fare il governo – altro conto è trovare un timoniere adeguato. E oggi al timone non c’è nessuno. Come può una barca darsi una direzione, se manca il timoniere? A noi servirebbe un visionario carismatico in grado di aggregare destra, sinistra e centro. Perché per avere una visione complessiva, una linea guida, bisogna essere uniti. Proseguendo nella metafora marittima, quale rotta dovrebbe seguire oggi l’Italia? Consideriamo come approdo del nostro viaggio un’ipotetica “l’isola delle materie prime”: la barca-Italia non può approdare qui, perché non ne possediamo. L’isola della produzione, dei grandi numeri? L’Italia non può essere competitiva perché la nostra manodopera costa dieci volte più che in altri Paesi. Ci sarebbe “l’isola della ricerca di base”, ma non ne stiamo facendo abbastanza. Eravamo tra i primi al mondo nella chimica, con Giulio Natta abbiamo vinto il Nobel inventando le materie plastiche, mentre oggi i poli della chimica sono dei cimiteri arrugginiti. Eravamo tra i primi nella fisica, nell’elettronica con la Olivetti che ha realizzato il primo computer al mondo. Che cosa ci rimane? Un’isola sola: “l’isola della Bellezza e della Creatività”, l’unico approdo cui oggi possiamo ambire, il capitale più grande che l’Italia possieda, che tuttavia deve essere sviluppato, altrimenti rischiamo di perdere questa meravigliosa capacità. Accanto alla creatività abbiamo il dovere di conservare e sviluppare la bellezza. Se vogliamo costruire un nuovo Rinascimento italiano, dobbiamo mettere la bellezza in primo piano. Se avessimo come linee-guida la Bellezza e la Creatività, la prima e unica domanda nell’intraprendere un’attività sarebbe: “sto facendo una
cosa bella?” e non, come accade sempre, “è conveniente? Sto facendo un affare? Sto facendo una furbata?”. Solo così potrà l’Italia potrà rinascere, inaugurando un nuovo Rinascimento. Perché la Bellezza è il capitale più grande che abbiamo. Sono convinto che ogni bambino nasca con due antenne sulla testa: sono i “sensori della bellezza”, una dotazione automatica della Natura agli esseri umani. Mi basta guardare le mie nipotine che giocano nel giardino di casa per vedere all’opera i sensori che lavorano a tutto spiano! In Italia viviamo nel degrado perché si stanno atrofizzando i nostri sensori della bellezza, con il risultato che perdiamo la capacità di indignarci davanti allo sfregio della bellezza. Che cosa lasceremo in eredità ai nostri figli, ai nostri nipoti, se depauperiamo il nostro più grande capitale?” www.valcucine.it
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VALCUCINE “ARTEMATICA”In queste pagine:
cucina “Artematica Vitrum | Verde Prato”, design Gabriele Centazzo. È costituita da un telaio strutturale in alluminio a cui vengono applicate varie tipologie di pannelli di diversi materiali: laminato HPL stratificato in decine di colori diversi, laminato stratificato legno-laminato, medium-density laccato, vetro.
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Marco Cattaneo MOMODESIGNDAL CASCO-ICONA AGLI ACCESSORI INDISPENSABILI PER UN PERFETTO LIFESTYLE URBAN CHIC, MOMODESIGN HA INVENTATO UNO STILE UNICO, ITALIANO E INTERNAZIONALE AL TEMPO STESSO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO MOMODESIGN
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MOMODESIGNHEADQUARTER
L’Headquarter Momodesign, in via G. Meda a Milano, ospita anche il Centro Stile, che opera da anni come consulente di prodotto di aziende in diversi settori: dai sistemi di telefonia e computer, all’elettronica di consumo, agli apparecchi domestici, all’interior design oltre che al settore del lifestyle, lavorando a stretto contatto con la divisione marketing per la definizione delle strategie di immagine, del posizionamento del brand, pianificando il lancio delle collezioni sul mercato e studiando la presentazione delle linee dalle fiere ai punti vendita.
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Linee ispirate ai caschi aeronautici dei Top Gun e cura del dettaglio tecnico contraddistinguono i caschi firmati MOMODESIGN, protagonisti di un nuovo modo di intendere l’eleganza nell’accessorio sportivo
MOMODESIGNIn questa pagina:
il casco jet “Mangusta”, con calotta in composito monoscocca
di fibre di vetro e carbonio, in colore bianco quarzo lucido. In
basso, da sinistra, due orologi al quarzo della linea “Tempest” e
due orologi automatici delle linee “Composito” e “Race Master”.
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La lunga scrivania è disseminata di oggetti. Caschi, soprattutto – caschi opachi, caschi cromati, caschi monocromi e caschi bicolori, caschi lisci e caschi deliziosamente materici, simili, al tocco, alla pelle – ma anche orologi di vari pesi e dimensioni, diversi prototipi
di maschera da immersione, e, sotto questa messe di oggetti dal design urban chic o elegantemente sportivo, fanno capolino alcune foto che ritraggono Marco Cattaneo, Presidente di MOMODESIGN, a bordo circuito di Formula 1 in compagnia di Paul Newman, qualche decennio fa. Lui, originario di Pavia, classe 1936, siede in testa al tavolo, completo grigio, chioma argentea ancora fluente, un sigaro tra le dita. Intorno si stende un ampio salone con un biliardo, diversi modelli di caschi, orologi, biciclette e borse da golf e, al centro, una Ferrari F333-SP da corsa. Tutto è iniziato con l’automobile: “MOMODESIGN nasce nel 1981 come car interior design di Momo, società leader mondiale negli accessori di lusso per auto, produttrice di volanti in pelle e legno pregiato, interni in radica, carbonio, sedili in pelle, cerchi in lega e magnesio per le auto e per le corse. Quasi da subito, però, è emersa una vocazione più ampia verso i prodotti di lifestyle”, spiega Marco Cattaneo, che è stato
managing director di Momo dal 1974 al 1999. MOMODESIGN firma così il suo primo orologio, insolito capostipite di una genealogia di successo:
“È nato quasi per scherzo,” sorride Cattaneo “un orologio terribilmente essenziale, distribuito in pochissimi negozi scelti. Un orologio pensato per designer, architetti, stilisti. Armani fu tra i primi a comprarlo. Da quel primo orologio ne abbiamo studiato un secondo, usando materiali come il carbonio e il titanio trent’anni prima che diventassero di moda”. Già da questi primi passi si può intuire la duplice natura di MOMODESIGN: la tecnologia più avanzata valorizzata al massimo da un design forte, riconoscibile e originale. Dagli orologi il terreno di progettazione si è esteso ad altri oggetti, prendendo in prestito forme e stili dal mondo dell’aviazione e della Formula 1, come la sacca da golf con le ruote retrattili come quelle degli aerei. Tutto questo, in termini finanziari, non occupava che i marginalia, mentre il core business dell’azienda rimaneva legato al mondo dell’auto: “Ci occupavamo degli equipaggiamenti speciali di diverse case automobilistiche, dalla Ferrari alla Maserati, dalla Toyota alla General Motors alla Rolls Royce, dalla Bentley alla Jaguar, e alla Volkswagen, con centinaia di migliaia di volanti speciali venduti.”
MOMODESIGNIn questa pagina:
da sinistra, Marco Cattaneo, fondatore e Presidente di
MOMODESIGN, con i figli Paolo, Amministratore Delegato, ed
Eleonora, Direttore Marketing di tutte le attività MOMODESIGN.
Tecnologia all’avanguardia affiancata da un design dallo stile forte, riconoscibile e originale sono le linee guida scelte da Marco Cattaneo, creatore, ideatore e presidente del brand MOMODESIGN
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MOMODESIGNIn queste pagine:il Flagship Store monomarca di Milano in Galleria San Babila, fulcro dell’immagine e della comunicazione del marchio. Qui accanto, da sinistra, collezione di borse in tessuto tecnico “Icon” della linea “Urban”, della linea “Daily” e “Mobility”, queste ultime della linea “Urban”. Nella pagina a destra, interno del Flagship Store.
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MOMODESIGN continua la propria attività con forza sempre maggiore nel settore auto fino agli anni Novanta, quando l’azienda è ceduta alla multinazionale americana Breed Technologies di Lakeland, in Florida, gruppo quotato alla Borsa di New York, specializzato in accessori per auto e pioniere dell’airbag. Il gruppo, che ha società in tutto il mondo, assorbe Momo e Momodesign, avviando contestualmente un’attività di maxi production anche in Italia. Marco Cattaneo rimane managing director per l’Italia per circa quattro anni. Nel 1998 Cattaneo lancia l’idea che avrebbe definito una volta per tutte l’identità indipendente di MOMODESIGN, proponendo al gruppo di vendergli l’azienda: “Nella maxi production americana lo studio di dettagli da limited edition, su cui si concentrava la progettazione di MOMODESIGN, era vissuto come qualcosa di prezioso, ma al tempo stesso marginale, come un bel giocattolo. E allora ho pensato: perché non smettere di occuparmi di accessori per macchine, e concentrarmi invece su tutto quello che è lifestyle?” Detto fatto. Cattaneo acquista in blocco la MOMODESIGN, completa di architetti e progettisti, trasferendola di sede nel 2000. L’attuale quartier generale milanese sorge in un complesso industriale ristrutturato di ampio respiro, in un bell’edificio già appartenuto a Eros Ramazzotti (e prima ancora alla Fonit Cetra dove Modugno ha inciso “Volare”), dove vengono elaborati tutti i progetti del Centro Stile Momodesign. A quel punto bisognava ricominciare tutto da capo: “Con i miei figli, Paolo ed Eleonora, ci siamo messi intorno a un tavolo per creare una nuova impostazione, una nostra filosofia di brand. Ci è stato subito chiaro che avremmo dovuto usare dei concetti materici, innovativi, tratti dal know-how che avevamo acquisito presso Momo, dove lavoravamo con materiali tecnologicamente avanzati come il carbonio per gli interni delle auto, o le ruote in magnesio con cui la Brabham ha vinto il campionato del mondo di Formula 1.” Segue un accurato studio in termini di marchio e d’immagine: uso del bianco
e nero, concetto materico, nuove tecnologie, e, soprattutto, l’idea di applicare il tipo di design sviluppato con l’automobile nel mondo del lifestyle e degli oggetti quotidiani. Il Centro Stile inizia a lavorare con il proprio marchio anche con licenze, coordinando i licenziatari sul marketing, sulla pubblicità e sul posizionamento del prodotto. I primi prodotti del nuovo corso? Orologi, occhiali e, naturalmente, il prodotto-icona per eccellenza di MOMODESIGN: il casco. La fascinazione per l’universo dell’aeronautica è stata decisiva: “Il mondo era invaso di caschi coloratissimi” spiega Marco Cattaneo “così, in controtendenza, ho pensato di farne uno che ricordasse i caschi degli elicotteristi e dei Top Gun.” Non solo. “Dodici anni fa” dice la figlia Eleonora, responsabile di tutte le attività di marketing dell’azienda “siamo stati i precursori di una tipologia di caschi demi jet dedicati allo scooterista cittadino, un vero e proprio urban styling, conquistandoci una nicchia in cui valorizzare nuovi dettagli tecnici come la fibra di carbonio e la vernice opaca. La stessa che avevamo introdotto in una della prime versioni della Lancia Y e che adesso propongono tutti.” Risultato? Nel giro di due, tre anni è avvenuta una vera e propria esplosione di vendite per il casco MOMODESIGN, ormai diventato l’icona del brand a livello internazionale. Nel frattempo si susseguono licenze, partnership e co-branding, come quello con Motorola nel 2006, che prevedeva un casco dotato di bluetooth, ma anche con uno scooterino elettrico Yamaha MOMODESIGN, Reggiani (illuminazione), un nuovo casco in pelle Trussardi by Momodesign, nuove cover MOMODESIGN per i-Pad, i-Phone e gli headphone in licenza con Cellularline e una nuova versione del X-Max Yamaha per il mercato spagnolo. Nella sua doppia veste di marchio indipendente e di Centro Stile che lavora anche per conto terzi o in regime di co-branding, MOMODESIGN offre dunque uno straordinario valore aggiunto: la creatività del progetto unita a una profonda conoscenza del mercato.
Occhiali, caschi, city-bike, smartphone, orologi, urban wear. MOMODESIGN spazia concettualmente e produttivamente nei più diversi ambiti del lifestyle, anticipando esigenze, soluzioni, aspirazioni
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MOMODESIGN CASCHIIn queste pagine:sopra da sinistra, casco “Avio” full carbon, casco “Minimomo” nero metallizzato, lucido e cromato, e casco “Minimomo” bianco, quarzo lucido e cromato. Qui sotto, caschi della linea “FGTR Glam” in tutti i colori disponibili.
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Perché i problemi e gli interrogativi sollevati dai clienti sono gli stessi che si pone MOMODESIGN come marchio. Ma come nasce un oggetto MOMODESIGN? “C’è sempre una ricerca preliminare sulla leggerezza del prodotto, sulla sua tecnicità, il suo look, che deve essere subito identificabile come MOMODESIGN” spiega Cattaneo. “L’idea parte sempre dal mercato: se la tendenza del mercato degli orologi, per esempio, è quella di aumentare il diametro, è corretto allinearsi alle dimensioni. In più, oltre all’attenzione al dettaglio, è necessario rendere il prodotto tecnologicamente avanzato e ricercato nell’impiego dei materiali.” Tutto può essere fonte di ispirazione: “I designer del nostro Centro Stile progettano per clienti diversi, servendosi di un archivio di immagini sempre più aggiornate, ma anche di idee che arrivano dai saloni dell’auto, della bicicletta, della tecnologia e perfino dai film: per esempio abbiamo disegnato una maschera per l’apnea ispirata a un supereroe”, spiega Eleonora Cattaneo. Quale supereroe, non è difficile indovinare: l’ampia silhouette della maschera, obliqua e vagamente gotica, non può che definire una “Bat-maschera”, sviluppata con Omersub. Il richiamo ludico al cinema non tragga in inganno: si tratta di un oggetto tecnologicamente innovativo, sperimentato da apneisti professionisti che hanno dato la loro benedizione, come ci spiega Paolo Cattaneo, figlio di Marco Cattaneo
e managing director della società: “L’input era quello di creare una maschera di grande visibilità e con un volume ridottissimo. È stata una bella sfida, soprattutto a livello tecnico”. Quale mercato per questo marchio al tempo stesso così italiano e così internazionale? “Oggi siamo ottimamente posizionati in più di trenta mercati, in particolare sul mercato giapponese, in particolar modo con i caschi, e sul mercato americano siamo presenti in tutti gli store ‘Neiman Marcus’ con i nostri orologi”, dice Marco Cattaneo. Essere molteplici senza mai tradire la propria identità significa spaziare progettualmente e produttivamente in ambiti molto diversi come gli occhiali, i caschi, le city-bike in carbonio, gli smartphone, gli strumenti chirurgici ergonomici, la ceramica per interni, e, novità di questa primavera, anche i profumi: “Stiamo per lanciare una prima linea di fragranze per uomo e donna con un packaging accattivante che riprende il concetto del casco, nero con il logo bianco, oppure in versione bianca con il logo nero, e anche una linea di bagnoschiuma, il tutto studiato per un target giovane”, dice Eleonora. Molti i progetti in cantiere: caschi da snow board, una bicicletta pieghevole, una nuova bike in limited edition e un’altra bicicletta con un prezzo più in linea con il mercato. Non si perde tempo. Perché per MOMODESIGN,
“adesso” è già domani, e domani è adesso. www.momodesign.com99
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La creatività di otto fra i migliori architetti cinesi per ridisegnare il vassoio, uno degli archetipi di Alessi, tradizionalmente impegnata nella scoperta di nuovi percorsi progettuali per il design industriale
OFFICINA ALESSIIn queste pagine:sopra, “Floating Earth” design Ma Yansong e “A Lotus Leaf” design Chang Yung Ho. Qui accanto, gli architetti Ma Yansong e Gary Chang, direttore creativo del progetto (Un)Forbidden City. Nella pagina a destra, in alto, “Trick and Treat” di Gary Chang. Nella pagina a destra, Gary Chang con l’architetto Chang Yung Ho.
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Alessi China Design VINCE IL PRITZKER PRIZE 2012 L’ARCHITETTO CINESE WANG SHU, CHE NELL’AMBITO DEL
PROGETTO (UN)FORBIDDEN CITY DI ALESSI HA DISEGNATO IL VASSOIO “CLOUDS ROOT”TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO LEO TORRI E ARCHIVIO ALESSI
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Zhang Ke
Zhang Lei Urbanus
Wang Shu
Liu Jiakun
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Vince il prestigioso Pritzker Prize 2012 l’architetto cinese Wang Shu, che ha partecipato al progetto (Un)Forbidden City di Officina Alessi. Il presidente della giuria, Lord Palumbo, cita la motivazione del riconoscimento: “Il lavoro di Wang Shu è in grado di trascendere
il dibattito, producendo un’architettura senza tempo, profondamente radicata nel suo contesto d’origine, eppure universale”. La cerimonia ufficiale di consegna del premio, considerato il Nobel per l’architettura, si terrà a Pechino il prossimo 25 maggio. “Un passo significativo nel riconoscere il ruolo che la Cina giocherà nello sviluppo dell’architettura futura”, ha dichiarato Thomas J. Pritzker, presidente della Fondazione Hyatt, sponsor dell’iniziativa. Nato, cresciuto e formatosi in Cina, Wang Shu ha fondato nel 1997, insieme con la moglie Lu Wenyu, lo studio “Amateur Architecture” con sede a Huangzhou. Già nel suo primo importante incarico, la Biblioteca del Wenzheng College alla Suzhou University, si è evidenziato il suo peculiare metodo progettuale, caratterizzato da una scrupolosa attenzione al contesto ambientale di intervento, attraverso l’elaborazione di antiche tradizioni per adattarle alle esigenze e alle tecnologie moderne. Wang Shu è stato inoltre uno degli otto architetti cinesi chiamati da Alberto Alessi a confrontarsi in un progetto di industrial design per la
reinterpretazione di uno degli archetipi dell’azienda: il vassoio. Presentato in anteprima durante la Beijing Design Week 2011, (Un)Forbidden City si poneva l’obiettivo di scoprire nuovi possibili percorsi per il design italiano, attingendo alla creatività di una cultura millenaria come quella cinese. Il tentativo di rinnovare il paesaggio domestico guardando ai nuovi talenti nel mondo dell’architettura. Il desiderio di esplorare il processo di fabbricazione degli oggetti a partire dalle tradizioni culturali dell’Oriente e dell’Occidente. La riflessione sull’esistenza di un confine tra pensiero e produzione, tra l’idea del designer e la sua “messa in forma”. Il vassoio di Wang Shu in particolare, denominato “Clouds Root” ed entrato in produzione nel 2012, trae origine dalla memoria e dai suoi meccanismi di rappresentazione. “Gli accademici cinesi amano paragonare l’inafferrabilità delle nuvole all’inconsistenza delle emozioni umane”, spiega l’architetto quarantanovenne. “Ma speriamo sempre di raggiungere una base solida in una vita in continua evoluzione, qualcosa di duraturo come la pietra”. Ed ecco allora che proprio le pietre diventano nell’immaginario di Wang Shu “radici delle nuvole” (clouds root), elemento tangibile di un sogno effimero, simbolo concreto di una realtà mutevole ma non per questo meno autentica. www.alessi.com www.pritzkerprize.com
ALESSI In queste pagine:
gli architetti Zhang Lei, Zhang Ke e Liu Jiakun con Alberto Alessi. Nella pagina a sinistra, “Ming”
design Zhang Ke, “Clouds Root” design Wang Shu, “Opposition” design Zhang Lei, “Trayscape”
design Urbanus, “Jane” design Liu Jiakun e disegni preparatori.
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David Trubridge al Centre Pompidou DA FEBBRAIO 2012 L’INSTALLAZIONE “ICARUS” DEL DESIGNER NEOZELANDESE DAVID TRUBRIDGE È ENTRATA A FAR PARTE DELLE COLLEZIONI PERMANENTI DEL CENTRE POMPIDOU DI PARIGI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO DAVID TRUBRIDGE
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CENTRE POMPIDOU PARIGIIl designer David Trubridge durante l’inaugurazione dell’installazione “Icarus”. Il Centro nazionale d’arte e cultura Georges Pompidou nasce per volontà dell’omonimo Presidente della Repubblica francese, desideroso di creare un’istituzione culturale originale dedicata alla creatività moderna e contemporanea, dove le arti plastiche convivessero con il teatro, la musica, il cinema e la letteratura. Situato nel cuore di Parigi, in un edificio dall’architettura emblematica realizzato da Renzo Piano e Richard Rogers, il Centre Pompidou ha aperto al pubblico nel 1977. Oggi detiene la più importante collezione di arte moderna e contemporanea in Europa.
www.centrepompidou.fr105
DAVID TRUBRIDGEIn questa pagina:scorci dell’installazione “Icarus” acquisita nel 2012 nella collezione permanente del Centre Pompidou di Parigi, composta dalle unità luminose “Sola” e “Wing”.
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Acquisizione rara per un designer contemporaneo, “Icarus” del neozelandese David Trubridge è entrato a far parte delle collezioni permanenti del Centre Pompidou di Parigi, fra le più prestigiose istituzioni mondiali nel suo genere. Costituita da
tre distinti elementi, “Icarus” è un’installazione ispirata al celebre mito greco, presentata per la prima volta durante il Salone del Mobile 2010 presso lo spazio espositivo di Superstudio Più. Due luminosi fari alari in policarbonato orbitanti attorno a una sfera chiamata “Sola”, modellata in legno e con interni di colore arancione a rappresentare la nostra stella più vicina. Immagine delle ambizioni smisurate dello spirito, simbolo dell’intelletto divenuto insensato, “Icarus” incarna un monito più che mai attuale, un’aspirazione insopprimibile ma destinata fatalmente alla frustrazione, lo slancio audace di uno sviluppo tecnologico arrogante, sprezzante dei limiti inviolabili che la natura oppone e in quanto tale suscettibile di una rovinosa caduta nel disordine e nell’autodistruzione. Il fascino esercitato su Trubridge dalle storie senza tempo si riflette del resto nella ferma convinzione che il design rivesta un preciso ruolo sociale e culturale, ben al di là del banale tentativo di “abbellire” o fornire soluzioni tecniche seppur efficienti. Disegnare per comunicare,
progettare per raccontare una storia, prediligendo materiali e processi naturali. Annoverato fra i maggiori designer sensibili alle tematiche ambientali, Trubridge è noto per la costruzione di forme complesse a partire da materiali in foglio e simulazioni al computer. Una tecnica denominata “Seed System” che gli ha consentito di mantenere la produzione in Nuova Zelanda, ridisegnando le sue lampade come sistemi modulari assemblabili direttamente dagli acquirenti, con una drastica riduzione delle dimensioni di imballaggio e un conseguente abbattimento dei costi e dei consumi legati al trasporto delle merci. Da interessante nuova promessa ad autentico classico, Trubridge prosegue la sua progettazione organica, ecologica, self-made, ispirandosi a fonti culturali prima ignorate e adoperandosi per una profonda riformulazione del processo creativo che sottende al design. Una filosofia di lavoro improntata a un severo controllo dell’impatto ambientale in tutte le operazioni di gestione, implementazione e produzione. Con la missione di creare oggetti che trasmettano anche idee ed emozioni, nel rispetto dei più elevati standard qualitativi e senza alcuna attenzione per le mode effimere e passeggere. David Trubridge è distribuito in Italia da B.Morone di Milano. www.davidtrubridge.com
Opera scultorea composta da due ali luminose in policarbonato orbitanti intorno a una sfera lignea, “Icarus” incarna un design organico, eco-sostenibile, riciclabile, estraneo alle mode del momento
DAVID TRUBRIDGE SEED SYSTEMIn questa pagina:le lampade “Flax”, “Coral” e “Koura” con il relativo kit di montaggio. Le lampade sono progettate secondo l’innovativo “Seed System”, che minimizza le dimensioni di imballaggio.
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Design Finland Milano TESTI A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO DFM
OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
NELL’ANNO DI HELSINKI CAPITALE MONDIALE DEL DESIGN, LO STUDIO DESIGN GALLERY DI KRISTIINA LASSUS METTE IN CAMPO UN PROGETTO PER PROMUOVERE IL DESIGN FINLANDESE IN ITALIA
In occasione della designazione di Helsinki capitale mondiale del design nel 2012, Kristiina Lassus si è fatta promotrice di un progetto denominato “Design Finland Milano”, che intende promuovere il miglior design finlandese contemporaneo e il suo know how fatto di ricerca, innovazione, tecnica e creatività, presso gli imprenditori italiani, coinvolgendo
creativi noti internazionalmente del livello di Harri Koskinen, Johanna Gullichsen, Sauli Suomela e Arni Aromaa di Pentagon Design, Esa Vesmanen di Pure Design e Håkan Långstedt di Saas Instruments. Un ruolo meritato sia per ‘storia’ nella nascita ed evoluzione del design sia per grande ‘scuola’, apprezzatissima ancora oggi, che continua a regalarci professionisti di grande livello. È questo l‘orizzonte in cui è stato presentato il progetto, utilizzando la riuscita formula della cena conviviale presso lo Studio Design Gallery di Kristiina Lassus di Milano. Cinque sono stati i creativi finlandesi che hanno partecipato confrontandosi con la migliore imprenditoria italiana, sia in campo produttivo sia in quello commerciale-distributivo. Compito di questo progetto è infatti riuscire a mettere in campo incontri/eventi da proporre a una platea di interlocutori che ne possa cogliere i potenziali e le opportunità, inclusi i giornalisti, presenti anch’essi alla cena, che non hanno perso l’occasione di conoscere personalmente i progetti futuri dei protagonisti del design finlandese contemporaneo. www.kristiinalassus.com
HÅKAN LÅNGSTEDT “SAAS INSTRUMENTS”
Håkan Långstedt, in foto sotto, CEO di Saas Instruments, azienda finlandese all’avanguardia nel campo dell’illuminazione, è impegnato da anni sia nella sperimentazione e applicazione nella tecnologia della fibra ottica sia nella nuova tecnologia LED. I suoi progetti esaltano gli aspetti di efficienza energetica e di qualità luminosa. Per il Salone del Mobile 2012 Saas Instruments ha firmato il progetto illuminotecnico dell’evento di Sami Rintala e Samuli Naamanka, che sarà presentato presso la Triennale di Milano. L’utilizzo sapiente della collezione “Highline” dà vita ad ambientazioni di grande atmosfera luminosa. www.saas.fiQui sopra, l’altalena “Sense Light Swing”, design Alexander Lervik, in plastica con sensori in fibra ottica che possono essere accesi durante la notte per creare sorprendenti giochi di luce con il loro movimento. Nella colonna a sinistra, dall’alto, lampada a LED “Medusa” ispirata ai movimenti di una medusa, design Mikko Paakkanen; due immagini dell’installazione luminosa-lampada “Helsinki Lighthouse”, in fibre luminose e tubo acrilico, design Timo Salli; lampade “340Y” ispirate alle luci da stadio, design Yrjö Kukkapuro e Henrik Enbom; illuminazione per pavimento a LED “Highline Floor”. www.saas.fi
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
Vincitore di numerosi premi, tra cui l’ADI Compasso d’Oro, Harri Koskinen figura nella collezione permanente del MoMA grazie alla celebre “Block Lamp” della svedese Design House Stockholm
HARRI KOSKINEN “HKW WORKS COLLECTION”
Harri Koskinen vanta collaborazioni con aziende orientate al design del livello di Artek, Cassina, Montina, Iittala, Issey Miyake Inc., Swarovsky, Venini. Ha vinto numerosi premi, tra i quali il Compasso d’Oro ADI. I suoi lavori sono stati pubblicati sulle principali testate internazionali del settore. Molteplici le novità per il 2012 firmate Harri Koskinen: dalla sedia “Lento” per Artek alla panca “January” per Nikari, al portacandela “Loistava” per Iittala. E poi il progetto di interior “Eat&Joy” - di cui è anche azionista - spazio commerciale inaugurato a fine 2011, che propone cibi biologici provenienti da piccoli produttori. Qui a lato, “Shelf System” modulare in legno di quercia, design HKW Harri Koskinen Works Collection di Anders Portman, e la celebre “Block Lamp” disegnata per la svedese Design House Stockholm, presente nella collezione permanente del MoMA di New York. Sopra, sospensione in vetro soffiato “Asteroide” per Venini, candelabri “Lantern” per Iittala, vassoio-contenitore “Fat tray” e set di tre bicchieri-dosatori “123dl” per liquore, vino e acqua di Alessi. www.harrikoskinen.com 110
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L’architetto e furniture designer Esa Vesmanen parte dallo studio delle interazioni tra l’uomo e la natura per restituire all’ambiente-casa elementi naturali di base come legno, luce e vegetazione
ESA VESMANEN “PURE DESIGN”
Esa Vesmanen è architetto d’interni e furniture designer, fondatore della design company “Pure Design”. Numerose le collaborazioni con importanti aziende nord europee come Kinnarps, Saas Instruments, Puustelli Kitchens, Nokia. Il suo lavoro combina minimalismo nordico, conoscenze tecnologiche e rigore progettuale, con richiami a elementi naturali come acqua, fuoco, aria, per arrivare anche alla musica. È una delle figure più interessanti del panorama creativo finlandese. Socialmente impegnato, la sua lampada disegnata per Plinio il Giovane ha visto il coinvolgimento, nella realizzazione, degli ospiti del carcere di Bollate di Milano. Di grande interesse anche il progetto della mostra “1-2-3- Helsinki Design en Seine” a Parigi, che avrà luogo quest’anno in quattro differenti punti lungo la Senna all’interno di alcuni container. Qui a destra, ritratto di Esa Vesmanen e Giardino Verticale nell’ambito del progetto cucina “KOE Kitchen Concept” firmato “Pure Design”. Qui sotto, esempio di uso del “KOE KItchen Concept”, dettaglio del sistema ventilante per diffondere gli aromi dei cibi nell’ambiente cucina, e focolare-tavolo “Fire Table”. Sotto, audio-poltrona “Balance” e tavolo con luce al centro. www.puredesign.fi
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
“JOHANNA GULLICHSENTEXTILE CRAFT&DESIGN”
Johanna Gullichsen è una creatrice di tessuti per la casa dallo stile unico e inconfondibile. I suoi prodotti tessili sono curatissimi nel gusto, nella scelta dei filati, nella creazione di texture e negli abbinamenti cromatici. Johanna progetta e produce per il suo marchio “Johanna Gullichsen Textile Craft&Design”. La sua ricca collezione include anche prodotti ready-made come cuscini, tovaglie, tovagliette americane, tovaglioli e altri accessori per la cucina e la tavola, così come accessori moda come borse e borsette. Due i negozi monomarca: a Helsinki e a Parigi. Altri punti vendita si trovano a Stoccolma, Tokyo, Kobe, New York e Boston. Dalla fine del 2011 si trova da Silva, a Milano in Via Olona 25, il suo primo rivenditore italiano. Nel 2012 è attesa l’uscita della sua nuova collezione di tappeti.A destra, Johanna Gullichsen. In alto a destra, cuscini rigidi da pavimento e cuscini morbidi da interni “Kuubi” della collezione “Normandie”. Sotto, ancora tessuti della collezione “Normandie” e, in basso a destra, “Butterfly Chair” rivestita da tessuti “Normandie”. www.johannagullichsen.com
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AROMAA & SUOMELA PENTAGON DESIGN
Sauli Suomela e Arni Aromaa sono i fondatori e i direttori creativi di una delle principali agenzie di design del Nord Europa, “Pentagon Design”, che opera nei campi dei beni di consumo, dei servizi e della progettazione ambientale. Pentagon Design offre una collaborazione a diversi livelli: progettazione d’interni, di prodotti, design grafico, arredamento. Uno dei progetti 2012 è la lampada “Siro” prodotta da Koleksiyon, una serie che si è sviluppata inizialmente con un paio di lampade da terra e una da tavolo la cui silhouette si esprime in una sola linea, realizzata con un tubolare di 20 mm di alluminio bianco. Qui a fianco, Sauli Suomela e Arni Aromaa nel loro studio. Sotto, contenitori “Jars by Iittala”, accessori per sauna di “Showroom Finland” e lampada da terra “Siro” prodotta da Koleksiyon. In basso, sistema modulare della “Muunto Clean Cut Collection”.
www.pentagondesign.fi
L’agenzia Pentagon Design di Sauli Suomela e Arni Aromaa si occupa di design a più livelli, dalla progettazione d’interni all’arredo a oggetti per la tavola e il lifestyle. Creatività e managing a 360°
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CARLOS MATÉ In queste pagine:Carlos Maté ed Elena Urucatu di Carlos Maté Studio di Madrid. Qui sopra, “Delirium 3.0”, composizione realizzata con vecchi ricami della tradizione francese e spagnola, accostati a ricami di produzione contemporanea, con cupola protettiva in vetro dipinto a mano.
Carlos Maté Flowers of Evil ISPIRATI ALLA POESIA DECADENTE DI RIMBAUD E BAUDELAIRE, I FIORI DEL MALE DI CARLOS MATÉ RAPPRESENTANO UN CATALOGO DELLE NOSTRE PAURE E ILLUSIONI, A METÀ STRADA FRA ARTE E DESIGN
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO CARLOS MATÉ STUDIO
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
Carlos Maté costruisce composizioni complesse che affiancano ricami antichi e moderni, realizzati grazie a specifici processi informatici
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Un esercizio sulla bellezza e l’attrazione che il male e le tenebre producono su di noi. Un processo di ricerca personale che prende spunto dalla raccolta “Una stagione all’inferno” di Arthur Rimbaud, uno dei capolavori della letteratura mondiale,
la narrazione disperata e atroce di una crisi individuale, familiare e sociale. A metà strada tra arte e design, il risultato del lavoro di Carlos Maté è una collezione di oggetti e fiori che riproducono un catalogo di sentimenti, una sorta di diario pagano che esplicita paure e illusioni, un rituale catartico capace di provocare una purificazione del simile con il simile, la liberazione dei tormenti propri dello spettatore con i tormenti rappresentati. Se compresi nella loro potenza trasfigurante, i fiori di Maté possono infatti divenire “artefatto mnemonico”, oggetti in cui ciascuno può depositare i suoi sentimenti più reconditi, rendendo la loro presenza permanente e riconoscibile. I fiori del male di baudeleriana memoria si configurano cioè quali contenitori emozionali, veri e propri feticci che rappresentano emozioni altrimenti intangibili in una forma concreta. Utilizzando principalmente il ricamo tradizionale, Maté costruisce composizioni complesse che affiancano ricami antichi e moderni, realizzati appositamente per il progetto. Una ricerca consapevole del contrasto, generato dall’incontro tra l’ingenuità del tema floreale e
i motivi, il colore e le soluzioni narrative scelte per rappresentare la nostra parte più oscura e inconfessabile, le ansie del nostro io morale. Vera constante dell’intero progetto, la lotta tra bene e male, peccato e pentimento, passato e presente si riflette dunque anche a livello tecnico e formale, con l’accostamento di pezzi antichi ricamati a mano ad altri di recente fabbricazione, realizzati mediante specifici processi informatici. C’è evidentemente in tutto questo una sentita rivendicazione del lavoro artigianale e soprattutto della sua capacità di creare oggetti imperfetti e per ciò spesso unici. Materiali embrionali e caotici capaci di suscitare il pensiero associativo, incluso l’errore e il malinteso. Mentre alcuni fiori si presentano come una struttura solitaria, altri sono montati su una massa nera o spleen: un’associazione ricca di significati simbolici, a partire dalla medicina greca degli umori, secondo la quale la milza (in inglese
“spleen”) secerneva la bile nera, causa dello stato malinconico. Una tristezza meditativa e un disagio esistenziale incarnati secoli dopo dalla poesia decadente, e in particolare proprio da quella raccolta di Baudelaire intitolata “Les Fleurs du Mal”. Da supporto per la grafica del progetto, la cupola in vetro che protegge i fiori di Maté adempie infine a una chiara funzione estetica, rivendicando il valore e vigore della decorazione per la sua capacità di trasmettere e raccontare storie. www.carlosmate.com
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CARLOS MATÉ In queste pagine:a destra, particolare di “Black Night”. Sotto, “Pagan Truth”, e, in basso a destra, composizioni “Poison” e “Bad Blood”. Nella pagina a sinistra, Carlos Maté al lavoro nel suo studio. Carlos Maté Studio nasce nel 2011 a Madrid con lo scopo di realizzare oggetti che sappiano coniugare arte e design. Spinti dal desiderio di produrre artefatti strutturalmente imperfetti, dotati di un’anima e capaci di trasmettere sensazioni, Carlos Maté ed Elena Urucatu mescolano sapientemente artigianato e tecnologia. In concomitanza con il Salone del Mobile, lo Studio Maté presenta una collezione di arredi caratterizzati da un forte contrasto tra le finiture esterne severe e aggressive e un interno morbido e delicato. Dal design esclusivo, ogni pezzo sarà prodotto in serie limitata.
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GIOVANNI RASPINIIn queste pagine:una panoramica degli oggetti esposti alla presentazione delle nuove collezioni in “Bronzobianco” presso la galleria Romanelli di Firenze. Qui a destra, la targa celebrativa della Galleria Romanelli sita in Borgo San Frediano a Firenze, fondata nel 1860 dall’omonima e celebre famiglia di scultori.
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Giovanni Raspini alla Galleria Romanelli PRESSO LA STORICA GALLERIA D’ARTE DI FIRENZE GIOVANNI RASPINI HA PRESENTATO I NUOVI PEZZI DELLA COLLEZIONE BRONZOBIANCO, LEGA NOBILE DI STRAORDINARIA LUMINOSITÀ
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ARGENTERIE RASPINI
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Un evento di eccezione che ha presentato le creazioni della linea Bronzobianco di Giovanni Raspini tra i capolavori dell’arte rinascimentale, barocca e contemporanea della Galleria Romanelli di Firenze
GIOVANNI RASPINIIn questa pagina:
Giovanni Raspini al lavoro sullo schizzo preliminare di uno dei nuovi oggetti della collezione “Bronzobianco”, una nuova lega di bronzo che non si ossida e non si scurisce messa a punto da Raspini stesso. Sotto, piatti tondi “Rose Inglesi” accanto a un busto della Galleria Romanelli, piatti tondi della linea “Stelle Marine” e Secchio Champagne “Tigre” in Bronzobianco.
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Con il massimo sprezzo della superstizione, Giovanni Raspini ha scelto un venerdì 17 per presentare alla stampa nazionale le nuove creazioni della collezione “Bronzobianco”, la lega nobile che Giovanni Raspini ha testato e sviluppato sino a ottenere oggetti
unici per valore plastico e ricerca del design. Una collezione generata dal fuoco, dalla forza del metallo, e, come gli argenti Raspini, interamente realizzata con l’antica tecnica della cera persa. Per questo evento unico è stata scelta la suggestiva location della Galleria Romanelli in Borgo San Frediano a Firenze, fondata nel 1860 dall’omonima e celebre famiglia di scultori. Tra i fieri volumi di busti e sculture, gessi e marmi preziosi, Giovanni Raspini ha illustrato le ultime opere realizzate in Bronzobianco con parole da vero alchimista rinascimentale: “Ci piace percorrere strade sempre nuove e da tempo mi immaginavo un materiale innovativo da poter affiancare all’argento. Ho provato e riprovato, sino a ottenere ciò che volevo. Bronzobianco non è un metallo facile, è duro e arcigno, ma se riesci a domarlo ti regala una luminosità straordinaria e grandi possibilità plastiche. Non annerisce, non ossida ed è praticamente
inalterabile”. Le più importanti testate di design e arredamento hanno preso parte all’evento, avviato nel pomeriggio con una passeggiata per il centro di Firenze fino alla visita alla storica Galleria degli Uffizi. Qui, dopo una visita alle sale più celebri, gli invitati sono stati condotti allo straordinario “Corridoio Vasariano”, percorso sopraelevato lungo più di un chilometro costruito da Cosimo I nel 1565, che collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti attraverso la Galleria degli Uffizi. Da questo punto di osservazione privilegiato, accanto alla più vasta collezione al mondo di autoritratti di grandi artisti da Vasari a Chagall e a importanti raccolte di dipinti del Sei e del Settecento, gli ospiti hanno potuto ammirare spettacolari scorci su Firenze antica. Ma il cuore dell’evento è stata la serata presso la Galleria Romanelli, dove, in un setting che evocava i palazzi rinascimentali dei romanzi di Henry James, si sono svolte la presentazione dei nuovi oggetti della linea Bronzobianco e una cena a ritmo di jazz. Un’occasione unica che ha unito passato e futuro, l’antica arte dell’argento alla nuova lega nobile che conferma la creatività e il valore degli oggetti firmati Raspini. www.raspini.it
GIOVANNI RASPINIIn questa pagina:
Giovanni Raspini con gli invitati durante l’inaugurazione della
mostra dedicata alle nuove collezioni “Bronzobianco” presso
la Galleria Romanelli di Firenze.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLOOGGETTI DESIGN MAGAZIN TEXTILE HOME TENDENCE
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TEXTILE HOME TENDENCEIn queste pagine:in alto, tessuto traforato in ecopelle di Alcantara. Qui sotto, scorcio dell’installazione “Icarus” di David Trubridge. Nella pagina a destra, divano “Chandigarh” di Moroso, con seduta in schiuma stampata rivestita in pelle o tessuto e motivo disegnato da Doshi Levien che rende omaggio alla città di Chandigarh, in India.
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Textile Home TendenceIN MOSTRA AL SALONE DEL MOBILE DI MILANO E A PROPOSTE DI CERNOBBIO FIBRE TECNOLOGICHE D’AVANGUARDIA INSIEME A TESSUTI CLASSICI, DECORI GRAFICI, DAMASCHI, ALCANTARA E LINI PURISSIMI. IL TESSILE CHE ARREDA, TRA FUTURO E TRADIZIONE, NEL SEGNO DELLA PERSONALIZZAZIONE
RICERCA DESIGN TESSUTI NENA MAZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO AZIENDE
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXTILE HOME TENDENCE
TEXTILE HOME TENDENCEIn questa pagina:
1. Tenda e cuscino della collezione “Squiggly Lines”, riproduzioni by Mastro Raphaël di cinque tra i più famosi disegni dell’artista americano Sol
LeWitt. 2. Tessuto spalmato di Ratti. 3. Tessuti Tessitura Torri Lana (foto Matteo Imbriani).
4. Lini di Viganò. 5. Tessuto di Alcantara. 6. Divano componibile “Grand Hotel” di Roche
Bobois, design Pierre Dubois e Aimé Cécil (2012).
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Sia la prossima edizione di Proposte, la fiera specializzata del Tessuto di Arredamento che si terrà a Villa Erba a Cernobbio, sia il Salone del Mobile di Milano, metteranno in risalto i due filoni su cui si giocano le attuali tendenze del tessuto di arredo: da
una parte tessuti e rivestimenti tecnologici dalla tattilità straordinaria, declinati in fiori, trafori e semplici superfici che ricordano la pelle, ma con tutti i colori dell’iride e la resistenza e la lavabilità di un tessuto. E poi connubi di ultima generazione, vinili, elasticizzati, finte pelli che includono il metallo, punzonature cangianti, squisite nuance. Dall’altra parte il richiamo alla tradizione rivisitata con freschezza attraverso fibre classiche ma sempre attuali ed elegantissine come il lino, reso morbido al tatto da finissaggi sofisticati, dolce nella caduta per esempio nei tendaggi, levigato sulle sedute dei divani, e poi il velluto, le lane, la seta.
TEXTILE HOME TENDENCEIn questa pagina:7. Tessuto Viganò. 8. Tessuto Ratti. 9. Tessuto Vogue House. 10. Tessuti Viganò. 11. Tessuto “Spank” di Limonta. 12. Tessuto Rubelli. 13. Tavolo di Roche Bobois, design Ora-ïto (2012).
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TEXTILE HOME TENDENCEIn questa pagina:1. Tessuto Alcantara.2. “Trapuntato” di Limonta.3. Tessuto Vogue House.4. Tessuto traforato Alcantara.5. Tessuto “Nico” di Limonta. 6. Rivestimento “Acquasoft” di Limonta. 7. Lampada “I love animals”di Pier Paolo Pitacco per Alessi, acciaio verniciato ricoperto di tessuto elasticizzato 8. Tessuto puntinato Alcantara.
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Nel segno della personalizzazione: il tessuto è un arredo esattamente come un mobile, una lampada, una seduta. L’alcantara traforata unisce i pregi di resistenza a tattilità alla leggerezza del traforo che si può presentare fiorato oppure geometrico, non di rado riprendendo motivi cari anche al design con decori che richiamano il disegno dei coralli o degli intrecci del vimine. Sempre attuale la lana, con le collezioni di tessuti jacquard Torri Lana dal decoro moderno in fibre naturali e sintetiche, realizzati con filati ritorti tinti e colori indantrene. E poi tessuti in cotone, viscosa, Trevira CS, dralon e altri filati tecnici, che ben si abbinano ad arredi design e accessori contemporanei anche fuori dagli schemi, come la nuova lampada “I love animals” firmata da Pier Paolo Pitacco per Alessi, pensata come ironica “lampada da compagnia” costituita da un’anima in acciaio verniciato e ricoperta da un “piumaggio” in tessuto elasticizzato con 5 modalità di luce/colore. Stampe e tessuti damascati dalle diverse consistenze si adattano al nuovo modo di interpretare lo stile classico, mentre sempre di moda ritornano i grafismi, presentati nella collezione realizzata da Mastro Raphaël con le riproduzioni di cinque fra i più celebri disegni di Sol LeWitt, fondatore dell’Arte concettuale. Per ciascuna riproduzione, declinabile su tende o cuscini, saranno realizzati solo 200 esemplari. Un esempio? Il decoro “Squiggly Lines”, proposto in ecopelle tagliata a laser e cucita su una tenda in lino 100%.
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In questa pagina:9. Tessuto a fiori “Ellen Dis”
di Limonta. 10. Tessuto “Tilly” di Limonta. 11. Tessuto di Rubelli.12. Lampada “I love animals”di
Alessi, design Pier Paolo Pitacco.
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Alessi LampsLE NUOVE LAMPADE ALESSI TRA GEOMETRIE ARITMICHE, GIOCHI DI LUCE E SAGOME ORGANICHE. DA MARIO TRIMARCHI AD ANDREA MORGANTE, DA PIER PAOLO PITACCO AI FRATELLI CAMPANA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO SANTI CALECA E ARCHIVIO ALESSI
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L’Enciclopedia Alessi si aggiorna nel 2012 con un nuovo capitolo tipologico che comprende quattro progetti di lampade per una collezione in grado di adattarsi a ogni stile abitativo. L’intento non è semplicemente raggiungere una perfetta funzionalità illuminotecnica, ma anche evocare atmosfere luminose capaci di trasformare poeticamente lo spazio. Con la Lampada “La Stanza dello Scirocco”, variante luminosa della collezione ideata nel 2009, Mario Trimarchi utilizza delle tessere in acciaio inossidabile per ricreare il mobile
effetto di luce delle antiche case siciliane quando fuori spira lo scirocco e la luce arriva a fiotti, filtrata dalle foglie di un albero o dalle imposte accostate. “La Stanza dello Scirocco”, realizzata nelle versioni con tessere in acciaio inossidabile e in acciaio verniciato bianco, racconta il rapporto tra luce e ombra attraverso le sfaccettate superfici d’acciaio che producono una luce calda dalle ombre vibranti, o, nella versione bianca, un’atmosfera chiara, con ombre più nette. Un foglio di acciaio corrugato, lucido all’esterno e colorato di bianco all’interno, piegato e completato con un fondo di chiusura riportato costituisce invece la struttura di “Phylum”, lampada da tavolo a schermo opaco disegnata da Andrea Morgante, che trae spunto dal linguaggio formale adottato in precedenza per il vassoio “Megaptera” (2011).
DIDASCALIA In queste pagine:
testo didascalia Antecab inullati cum, temquos evel
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ALESSIIn queste pagine:
a sinistra, lampada in acciaio inossidabile “La Stanza dello Scirocco al tramonto”, design Mario Trimarchi (2012). In questa pagina, lampada a LED in acciaio inossidabile “Phylum”, design Andrea Morgante-Shiro Studio (2012).
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
Natura, ironia, colore e design: la nuova collezione di lampade “I love animals” di Pier Paolo Pitacco porta in casa suggestioni di primavera
La lampada è lavorata con una complessa tecnica che modella un foglio di acciaio corrugato e ripiegato in una forma che rimanda a quella di una corolla di un fiore, lucida all’esterno e bianca all’interno. Il raffinato contrasto tra il bianco e l’acciaio specchiante si trasforma in una suggestiva sintesi di luce diffusa e riflessa. Con “I love animals” Pier Paolo Pitacco ha concepito un’inedita “lampada da compagnia” a forma di passerotto, di grandi dimensioni, realizzata con un telaio in acciaio verniciato bianco e rivestito di tessuto elasticizzato. Nell’intenzione dell’autore la struttura costruttiva della lampada aderisce alla realtà in modo simbolico: il telaio rappresenta lo scheletro, il tessuto rappresenta il piumaggio. Il corpo illuminante con LED a colori variabili offre la possibilità di impostare una sequenza automatica o manuale di cinque varianti di colore, per modificare la luce in base al momento della giornata, al proprio umore o all’attività svolta. L’autore si è inoltre divertito a progettare anche un piccolo “guardaroba” in lycra con tre opzioni di decoro per ogni passerotto: Cillina, Cillirose e Cillioptical. Anche i Fratelli Campana si sono ispirati a forme organiche per progettare la loro nuova lampada da tavolo “Amanita”, risultato di una lunga ricerca sul vimini. Realizzata in rattan intrecciato a mano in una forma che ricorda l’elegante portamento a ombrello dell’omonimo fungo, “Amanita” garantisce un’illuminazione morbida e diffusa che filtra attraverso la trama creando un effetto suggestivo con piccoli passaggi di luce che generano un’atmosfera calda e accogliente. “Amanita” è dotata di due lampadine, una nella base e una nella parte superiore, che possono essere comandate separatamente permettendo la scelta fra tre diverse combinazioni luminose. www.alessi.com
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qui a sinistra, lampada da tavolo “Amanita”, in rattan con tripla accensione, dotata di due lampadine a fluorescenza, a risparmio energetico in classe A, design Fernando e Humberto Campana (2012). Nella pagina a sinistra, lampade a LED “I love animals” in tessuto elastico decorato, con struttura in acciaio verniciato bianco, design Pier Paolo Pitacco (2012).
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Lumina L’essenza della luceMADE IN ITALY, DESIGN E RISPETTO PER L’AMBIENTE: SU QUESTI CARDINI SI IMPERNIA L’INTERA PRODUZIONE LUMINA, TRA ESSENZIALITÀ, INVENTIVA E TECNOLOGIA. A “CHILOMETRO ZERO”TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LUMINA
OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
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L a storia di Lumina nasce nel 1973 dall’ingegno di Tommaso Cimini, che, partendo da un trasformatore elettromeccanico, realizzò la lampada “Daphine”, primo grande successo che già racchiudeva i valori di essenzialità, stile e funzionalità che avrebbero
caratterizzato il marchio. La stretta collaborazione con designer del calibro di Walter Monici, Riccardo Blumer, Yaacov Kaufman ed Emanuele Ricci, e con brand di alta gamma come Maserati, ha contribuito a creare una fisionomia inconfondibile, fatta di durevolezza, qualità e bellezza. Sin dal 1975, anno di fondazione dell’azienda, la famiglia Cimini ha sempre selezionato personalmente i fornitori tra gli abili artigiani del territorio e, ancora oggi, l’intera produzione è realizzata all’interno dello stabilimento di Arluno, garantendo un controllo di qualità sull’intera filiera. Una gestione dell’azienda finalizzata alla riduzione dello spreco, la scelta di materiali nobili e riciclabili e la responsabilità completa nei confronti del prodotto - ancora oggi, Lumina ripara le lampade che sono state vendute più di vent’anni fa - fanno di Lumina un’autentica eccellenza Made in Italy. Il catalogo Lumina colpisce per la vastità delle proposte, che spaziano tra lampade da terra, da tavolo,
da parete e da soffitto, ognuna pensata con sistemi di ancoraggio differenti che rispondono alle più diverse esigenze abitative. Infiniti i modelli e le forme delle creazioni Lumina, da “Matrix”, altamente personalizzabile grazie al suo sistema di movimento modulare, con un semplice spostamento dei bracci, a “Galileo”, il cui diffusore ottico è in grado di produrre affascinanti effetti di rifrazione tra i diversi strati di lenti scolpite, esaltando la naturale purezza della luce. C’è poi “Perla”, sospensione a luce diffusa in alluminio pressofuso e diffusore in vetro soffiato, ampliabile in un sistema a cascata che prevede la possibilità di connessione elettrica a un punto luce singolo per più sorgenti luminose. Ultima creazione di Lumina è “Flo”, realizzata con Foster + Partners, uno degli studi di progettazione più prestigiosi al mondo. Essenziale e discreta, “Flo” utilizza la più recente tecnologia LED dimmerabile ed è caratterizzata dalla mancanza di parti in movimento estranee, come bobine e molle. Le lampade Lumina sono oggi presenti in 35 Paesi esteri e in alcuni dei più famosi musei del mondo, come The Brooklyn Museum e la Judd Foundation di New York, il Musée d’Arts Décoratifs di Parigi e Die Neue Sammlung di Monaco. www.lumina.it
Secondo l’architetto Walter Monici, collaboratore di Lumina, “La bellezza è una necessità della mente, la funzione è il principio dell’armonia e il design è una conseguenza di scelte tecnicamente consapevoli”
LUMINA In queste pagine:qui a lato, da sinistra, lampada da tavolo “Flo”, design Foster + Partners, e lampada “Galileo Parete”, design Emanuele Ricci. Sopra e qui a destra, lampada alogena “Daphine” in versione metallo, gialla e nera, design Tommaso Cimini. Nella pagina a sinistra, in alto, sospensione “Matrix” a bracci mobili, design Yaacov Kaufman. Sotto, sospensione “Perla”, design Ettore Cimini e Walter Monici, e sospensioni “Galileo Mini”.
Kartell Omaggio a Joe ColomboPER LA PRIMA VOLTA NEI SUOI 60 ANNI DI STORIA, KARTELL RENDE OMAGGIO A UNO DEI PEZZI PIÙ ICONICI DEL PROPRIO MUSEO E RIEDITA LA POLTRONA 4801 DISEGNATA DA JOE COLOMBOTESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO KARTELL
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Simbolo del design anni ‘60, ricercatissima alle aste di modernariato e presente nelle collezioni dei più importanti musei al mondo, fra cui il MOMA di New York, il Victoria & Albert Museum di Londra e il Centre Pompidou di Parigi, la poltrona “4801” di
Joe Colombo è celebre anche per essere l’unico pezzo mai realizzato da Kartell interamente in legno. Un materiale insolito per il brand, nato con la missione di creare oggetti in plastica, e dovuto alla mancanza di tecnologie adeguate che al tempo ne permettessero la produzione seriale. Kartell rischiò dunque l’investimento degli stampi per il progetto, creando una seduta composta da tre lastre in legno curvato e laccato con vernici poliestere, assemblate senza l’utilizzo di alcuna parte metallica o colla. La tecnologia a stampaggio industriale contemporanea consente oggi a Kartell di realizzare questo prodotto in materiale plastico e
riprenderne così, nelle medesime proporzioni, la sagoma curva e sinuosa. Fondata nel 1949 da Giulio Castelli, Kartell è una delle principali interpreti del design industriale nel panorama delle aziende italiane e internazionali. Come dimostrano anche i riconoscimenti ottenuti dal Presidente Claudio Luti, vincitore dei premi Ernst&Young “Imprenditore dell’anno 2011” e “Leonardo Qualità Italia 2011”. Da vera pioniera nel campo delle tecnologie per la lavorazione dei materiali plastici, l’azienda ne ha scoperto molte qualità inedite sia a livello di prestazione che di estetica: satinatura, trasparenza, flessibilità, resistenza, morbidezza, texturizzazione, colore. Pur nella contemporaneità del loro valore e messaggio, i prodotti Kartell esprimono dunque il linguaggio e l’atmosfera del periodo in cui sono nati. La poltrona di Joe Colombo versione 2011 è editata in serie numerata in tre varianti colore. www.kartell.it
Fondata nel 1949 da Giulio Castelli e specializzata nella lavorazione di materiali plastici, Kartell rappresenta una delle principali interpreti del design industriale nel panorama italiano e internazionale
KARTELLOMAGGIO A JOE COLOMBO
In queste pagine:la poltrona “4801” di Joe Colombo,
prodotta in serie numerata in tre varianti colore che ne esaltano le forme: cristallo,
bianco e nero. Progettista per Kartell di una dozzina di pezzi tra il 1964 e il 1971, Joe
Colombo inizia a collaborare con l’azienda disegnando apparecchi di illuminazione
e sviluppando il tema della “graduabilità della luce” e dello “spazio dinamico”.
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FÜRSTENBERG 1747In queste pagine:servizio tavola “Wagenfeld Edition”, design Wilhelm Wagenfeld. Le Fürstenberg è distribuita in Italia da Corrado Corradi di Milano.
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InTavola È LA SEZIONE DEDICATA ALLE TENDENZE DEI SERVIZI TAVOLA,
DEI CRISTALLI, DEGLI ARGENTI E DEI COMPLEMENTI A SERVIRE137
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
Herend Manifattura dal 1826FORTI DI UNO STERMINATO PATRIMONIO DI LAVORAZIONI E DECORI, LE PORCELLANE HEREND RAPPRESENTANO UNA TRADIZIONE DI BELLEZZA SENZA TEMPO E DI ALTISSIMA COMPETENZA TECNICATESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO B. MORONE
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HERENDIn queste pagine:
da sinistra, le nuove versioni del decoro
“Apponyi”: fascia nera, turchese con
decorazione platino, fascia turchese e malva.
HERENDIn queste pagine:sopra, piatti e tazze da tè del servizio “Elisabeth”. Qui a lato, la nuova “Coquille Saint-Jaques” della Reserve Collection (250 esemplari a edizione limitata), piatto ovale, coppetta e tazzina decoro “Apponyi” nella nuova versione blu smalto, servizio piatti “Elisabeth” e ancora il servizio “Apponyi” nella nuova versione turchese e platino”.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
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Ad appena mezz’ora di strada dal lago Balaton, nella zona montuosa della Selva del Bakony, in Ungheria, sorge una delle più celebri manifatture di porcellana al mondo: Herend. Antico fornitore della corte imperiale di Vienna, dalla sua fondazione
nel 1826 Herend non ha mai smesso di affascinare l’aristocrazia di ogni tempo, tra cui molte teste coronate, dalla regina Vittoria all’imperatrice Sissi, per la qualità della sua porcellana e l’infinita varietà di lavorazioni - 16.000 forme per 4000 decori costantemente aggiornati. Tra le novità del 2012 Herend assegna un ruolo di primo piano al decoro “Elisabeth” (Lise), che prende il nome da Elisabetta di Wittelsbach, consorte dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e regina d’Ungheria dal 1867 al 1898. Il servizio presenta eleganti crisantemi stilizzati accompagnati da riccioli e volute, estrema sistesi tra simboli dell’estremo Oriente e sensibilità occidentale. Anche lo storico decoro “Apponyi”, dalla caratteristica peonia del disegno “Fleurs des Indes”, e i piatti impreziositi da motivi di fiori e foglie stilizzati, si rinnova oggi con nuove versioni di colore, tra cui quella, elegantissima, turchese con decorazioni in platino che dà al servizio una particolare freschezza. Herend è distribuito in italia da Morone di Milano. www.bmorone.it www.herend.com
Nel servizio “Elisabeth”, dedicato all’imperatrice Sissi, e nelle nuove versioni del decoro “Apponyi” ritroviamo la peonia e il crisantemo dell’estremo Oriente tra esotismo ed aristocratica eleganza
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA ANTEPRIMA NATALE
Villeroy & Boch Christmas TimeSEMPRE ALL’ALTEZZA DEL LORO SUCCESSO, SI ARRICCHISCONO DI NUOVI ARTICOLI E DECORI LE COLLEZIONI “WINTER BAKERY” E “WINTER COLLAGE” CON COMPLEMENTI IDEALI PER IL GOURMET TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VILLEROY & BOCH
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Ampliate anche quest’anno, “Winter Bakery” e “Winter Collage” sono le collezioni invernali e natalizie di Villeroy & Boch, che si arricchiscono di nuovi e ricchi prodotti dai fantasiosi decori, per un’atmosfera dolcemente nostalgica in tutta la casa. Con una
vena romantica ed evocatrice di accattivanti atmosfere natalizie, “Winter Bakery” è una collezione da gourmet realizzata per specialità da forno e bevande calde, composta da prodotti perfettamente combinabili e con una tavolozza di colori che spazia dal rosso acceso al bianco luminoso, con inserti di verde, giallo e arancione. In aggiunta ai complementi tavola, nella stessa collezione sono inoltre disponibili nuovi ornamenti da appendere, portacandele di diverse dimensioni e contenitori in porcellana riccamente ornati e ispirati al mondo delle prelibatezze
natalizie, biscotti, dolcetti, bastoncini di zucchero e di mela. La linea “Winter Collage” edizione 2012 racconta invece una deliziosa fiaba di Natale, con protagonista proprio Babbo Natale e la sua fabbrica, dove un gruppo di gnomi operosi prepara i regali da consegnare ai bambini, fra giocattoli in legno, orsacchiotti, bambole e automobiline. Una scelta di articoli originali e dai dettagli accurati, che include stoviglie, oggetti luminosi, decorazioni per l’albero e altri elementi di decoro per abbellire tutta la casa. Nel servizio tavola, la collezione presenta in particolare varie tazze e bicchieri, scaldavivande, piatti, vassoi e ciotole per il caffè. Senza dimenticare i contenitori per le provviste, un cesto per il pane, un portauovo con sottopiatto, un portaburro, vasetti per la marmellata e il miele e una ciotolina per il pinzimonio. www.villeroy-boch.com
VILLEROY & BOCH In queste pagine:
servizi tavola e complementi delle collezioni Natale 2012,
“Winter Bakery” e “Winter Collage”, realizzate in porcellana
decorata a tecnica litografica, parzialmente dipinta a mano.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
Fitz and Floyd Il Natale dal 1960 APPREZZATA DAI COLLEZIONISTI DI TUTTO IL MONDO, LA STORICA AZIENDA AMERICANA RINNOVA LA TRADIZIONE DEL NATALE E PROPONE INEDITE COLLEZIONI IN PORCELLANA E CERAMICATESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PIULUCE.COM – TORINO
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S inonimo dal 1960 di uno stile unico e distintivo nella creazione di articoli regalo e accessori per la tavola e la casa, Fitz and Floyd è presente sulle tavole più prestigiose del mondo, dalla Casa Bianca a Buckingham Palace. Prima azienda capace di delineare
una tradizione elegante e raffinata del Natale con creazioni elaborate di porcellane e ceramiche, Fitz and Floyd è ricercata oggi dai migliori collezionisti di tutto il mondo. Una tradizione che prosegue anche quest’anno con “Damask Holiday”, “Bountiful Holiday”, “Sentiment Trays” e “Hostess Dishes”, collezioni che si compongono di eleganti figure, vassoi, scatole, campanelle, teiere e servizi tavola. La magica atmosfera del Natale, festa di famiglia e occasione per riscoprire il piacere dello spazio domestico, si declina così nella ricchezza di colori e decori che riprendono i simboli più noti, tra Santa Claus che portano i doni, rami di vischio e fiocchi rossi. Per apparecchiare una
tavola allegra e raffinata, all’insegna del buon gusto. Pensati per veri estimatori di oggetti d’arte e ideali per un regalo prezioso e originale, gli articoli Fitz and Floyd coniugano egregiamente funzionalità e figure artistiche. Marchio leader nella progettazione e produzione di oggetti in ceramica dipinta a mano, piatti, stoviglie e accessori decorativi, Fitz and Floyd annovera un’eterogenea e vastissima selezione di manufatti realizzati da abili e ingegnosi artigiani. Dai celebri laboratori di Dallas escono ogni anno quasi 500 nuovi progetti, tutti eseguiti con la stessa scrupolosa attenzione e cura del dettaglio, che si tratti di servizi da tavola su misura per clienti regali e presidenziali o di articoli destinati invece a un pubblico più ampio. In Italia, Fitz and Floyd è distribuita in esclusiva da Lamart, azienda di Moncalieri presente da 40 anni nel segmento degli articoli da regalo e complementi tavola in porcellana e ceramica. www.lamart.it www.fitzandfloyd.com
Marchio che si contraddistingue per la rinomata produzione artigianale, Fitz and Floyd è stata la prima azienda a creare, nel 1960, collezioni natalizie ricche e particolari per la tavola e la casa
FITZ AND FLOYDIn queste pagine:
sopra, centrotavola, coppa e Sentiment Tray della collezione
“Damask Holiday” e, qui a fianco, servizio tavola della stessa
collezione. Nella pagina a sinistra, figura da collezione e caraffa
Santa Claus, entrambe della linea “Damask Holiday”, nuova proposta
Fitz and Floyd caratterizzata da preziosi motivi decorativi per la
tavola del prossimo Natale.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA ANTEPRIMA NATALE
Palais Royal Nuove Collezioni LA VASTA GAMMA DI COMPLEMENTI DI CUI È COMPOSTA LA NUOVA COLLEZIONE PER IL NATALE 2012 DI PALAIS ROYAL È TUTTA ISPIRATA ALLA CLASSICA E AVVINCENTE ATMOSFERA NATALIZIA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PIULUCE.COM – TORINO
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In anteprima per il Natale 2012 Palais Royal propone una grande varietà di collezioni che interpretano con linguaggio romantico e fiabesco il calore e la magia della festività più amata e attesa. Tra queste segnaliamo Sangria, Turquoise, Midnight Blue, Santa
Cat, Musicians, Stars, Santa’s Flight, Ornaments, Noel Classique. Ogni pezzo è realizzato con grande cura, è elegante e di squisita fattura. Fanno parte dell’ampia collezione Palais Royal centritavola, vassoi, coppe, biscottiere, scatole, campanelle, piatti panettone, decorazioni,
portatovaglioli, piattini da marmellata, segnaposto, carillon, palle di neve e importanti figure da collezione. Il gusto di Palais Royal privilegia le collezioni dipinte a mano, un plus in un universo caratterizzato dalle produzioni di massa. Creazioni ideali per un regalo prezioso e sorprendente, arredano con originalità e calda gioiosità sia le tavole per il Natale sia l’ambiente natalizio della casa. Palais Royal è un marchio di Lamart, azienda di Moncalieri presente da oltre 40 anni nel segmento dei complementi tavola in porcellana e ceramica. www.lamart.it
Nomi dal sapore fiabesco, colore, inventiva e cura per i dettagli caratterizzano i nuovi complementi per decorare la tavola e la casa di Palais Royal, creazioni ideali per pratici e originali regali
PALAIS ROYALIn queste pagine:
nella pagina a sinistra, Babbo Natale della collezione “Peace on Earth”. In
questa pagina, piatto torta e coppe della collezione “Santa’s Flight”.
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Scholtès Tecnologia & DesignDALLA SUA FONDAZIONE NEL 1922 LA MISSIONE DI SCHOLTÈS È PORTARE IN CUCINA UNA TECNOLOGIA PROFESSIONALE CHE UNISCA SEMPLICITÀ DI UTILIZZO A PERFORMANCE SPETTACOLARI
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SCHIOLTÈS
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Materiali pregiati, soluzioni e prodotti su misura, lavorazione artigianale e tecnologia di avanguardia. Un raffinato equilibrio tra funzionalità, estetica e prestazioni d’eccellenza
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Alessi Sistemi di cotturaCON “LA CINTURA DI ORIONE” DI RICHARD SAPPER, LA COLLEZIONE “MAMI” DI STEFANO GIOVANNONI, IL “PASTA POT” DI PATRICK JOUIN E ALAIN DUCASSE, “POTS&PANS” DI JASPER MORRISON E “SHIBA” DI NAOTO FUKASAWA, ALESSI SI CONFERMA INTERPRETE MULTIFORME DELLE ESIGENZE DELLA CUCINA CONTEMPORANEA, TRA DESIGN, MATERIALI INNOVATIVI, TRADIZIONE E SAPORI RISCOPERTITESTO OMBRETTA BERTINI FOTO SANTI CALECA E ARCHIVIO ALESSI
ALESSI “CINTURA DI ORIONE”
In questa pagina:pentole in acciaio nella nuova
versione in trilamina della collezione “La Cintura di Orione”,
design Richard Sapper (1986/2012).
Moneta Innovazione made in ItalyELEVATI STANDARD QUALITATIVI, TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA, GRANDI PRESTAZIONI E PRODUZIONE INTERAMENTE MADE IN ITALY PER GLI STRUMENTI DI COTTURA FIRMATI MONETA
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MONETA
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Risolì Qualità italianaUNA PRODUZIONE MADE IN ITALY DAL 1965, SPECIALIZZATA IN STRUMENTI DI COTTURA IN ALLUMINIO PRESSOFUSO AD ALTO SPESSORE, CON RIVESTIMENTO ANTIADERENTE CERTIFICATO
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO RISOLÌ
RISOLÌIn queste pagine:a sinistra, pentola “BETTY piatti perfetti”, per cucinare tutto il menu in un’unica pentola. Ideale per preparare dal risotto alla polenta o alla pasta al forno, dallo spezzatino alla fonduta di formaggio, fino al budino di cioccolato. Un solo strumento dal design funzionale e dalle prestazioni diversificate. Qui a destra, un esempio di come gli strumenti da cottura Risolì si prestano a diventare anche idee vetrina.
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Serafino Zani “Passami il sale” RICORDA LE GEOMETRIE DI UN ORIGAMI LA COLLEZIONE “PASSAMI IL SALE” DI KONSTANTIN GRCIC, INTELLIGENTE RIFLESSIONE CONTEMPORANEA SUL BEL DESIGN NELL’ACCIAIOTESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SERAFINO ZANI
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TOPGOURMET
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Perrier-Jouët PaperArt L’HERITAGE ARTISTICO E FLOREALE DELLA MAISON DI EPERNAY CELEBRATO DALLE CREAZIONI DELL’AMERICANA JO-LYNN ALCORN, FRA BOCCIOLI, COROLLE, VITICCI E CASCATE DI FOGLIE
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO PERRIER-JOUËT
PERRIER-JOUËT In queste pagine:
la Cuvée “BELLE EPOQUE ROSÉ 2004”, incorniciata dall’affresco floreale di Jo-Lynn Alcorn. Perrier-Jouët persegue la propria passione per la bellezza con prestigiosi progetti artistici. La Maison vanta infatti illustri collaborazioni con Van Cleef&Arpels, Christofle, il fotografo David La Chapelle, l’attrice e musa Rié Rasmussen, il designer Noé Duchaufour-Lawrance, la fotografa d’arte Makiko Tekehara, gli artisti Kareem Iliya e Daniel Arsham.
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P oesia visiva, incanto emotivo, ricchezza creativa. Affascinante tecnica di rappresentazione che porta con sè un tocco di magia e stupore, la
PaperArt è stata scelta da Perrier-Jouët per narrare l’essenza dei vini della Maison di Epernay, il suo prezioso heritage artistico e floreale.
Opere d’arte firmate dall’americana Jo-Lynn Alcorn e immortalate dal fotografo giapponese Kanji Ishii. Delicati affreschi tridimensionali
che scelgono la semplicità e la purezza della carta come strumento espressivo per creare effetti e composizioni dalla sorprendente potenza
estetica. Attraverso fogli tagliati, piegati, contorti e assemblati, spuntano così boccioli, corolle, viticci, grappoli d’uva, anemoni, farfalle e
cascate di foglie. Una natura incantata che riproduce l’universo creativo Perrier-Jouët, ne evidenzia lo stile floreale, ne sottolinea la vocazione
poetica, ne espande la ricchezza del bouquet, riverberando l’eleganza e la ricercatezza di uno stile con oltre 200 anni di storia alle spalle.
Cifra identificativa delle diverse Cuvée rappresentate, il colore produce giochi di luce con tocchi di verde, rosa e oro. E se per la Cuvée “Belle
Epoque” è stata scelta una cascata di fiori illuminata da un anemone con morbidi petali verdi, lo scenario del “Blason Rosé” è dominato da una
lussureggiante composizione che si snoda intorno all’ingresso della Maison a Epernay, dimora ottocentesca con la più ricca collezione privata
di Art Nouveau, icona dell’esprit Perrier-Jouët. Una grande corolla d’oro, tinta simbolo di preziosità e rarità, caratterizza infine il “Blanc de
Blancs”, champagne sublime che si alimenta dell’eccellenza delle leggendarie parcelle di Cramant. Gemme dei vigneti champenois che producono
chardonnay d’elezione classificati al 100% nella scala dei cru, le cui preziose note floreali forgiano il lessico della Maison. La collaborazione
con Jo-Lynn Alcorn rappresenta un tassello della lunga e profonda liason tra Perrier-Jouët e il mondo dell’arte, con cui condivide la passione,
il savoir faire artigianale, la ricerca del bello e la magia di un linguaggio universale che attraversa le generazioni. www.perrier-jouet.com
Cifra identificativa delle diverse Cuvée rappresentate, il colore crea giochi di luce con tocchi di verde, rosa e oro, a simboleggiare le peculiari note floreali e fruttate di chardonnay divenuti leggendari
PERRIER-JOUËT In queste pagine:a sinistra, le Cuvée “BELLE EPOQUE ROSÉ 2004”, “BLANC DE BLANCS 2002”, “BELLE EPOQUE 2004” e “GRAND BRUT”, in foto anche qui a destra, su opere PaperArt firmate Jo-Lynn Alcorn e fotografate da Kanji Ishii.
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SCHOLTÈS LINEA S3In queste pagine:Scholtès presenta la nuova linea S3: gusto e perfezione elevate alla potenza in un’unica collezione. La passione per l’eccellenza, la professionalità e la ricerca di un design senza tempo, rappresentano l’essenza del brand Scholtès e gli ingredienti indispensabili per realizzare tutto ciò che creatività e fantasia suggeriscono in cucina.
Scholtès Tecnologia & DesignDALLA SUA FONDAZIONE NEL 1922 LA MISSIONE DI SCHOLTÈS È PORTARE IN CUCINA UNA TECNOLOGIA PROFESSIONALE CHE UNISCA SEMPLICITÀ DI UTILIZZO A PERFORMANCE SPETTACOLARI
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SCHIOLTÈS
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SCHOLTÈS MULTIPLO MULTIPLO È UN NUOVO SISTEMA DI COTTURA CHE OFFRE LE PRESTAZIONI INTEGRATE DI UN FORNO E DI UN PIANO COTTURA. MULTIPLO FUNZIONA TRAMITE LA TECNOLOGIA A INDUZIONE CHE GENERA UN CAMPO MAGNETICO E SI TRADUCE IN UN MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI E IN UNA RIDUZIONE DEI CONSUMI E DEI TEMPI. RISPETTO ALLA TRADIZIONALE COTTURA A GAS, MULTIPLO CONSENTE UN RISPARMIO DI TEMPO DEL 40%. LE DUE PIASTRE A INDUZIONE POSIZIONATE ALLA BASE DELLE VASCHE HANNO UNA POTENZA MASSIMA DI 1400 W CIASCUNA E POSSONO FUNZIONARE INSIEME O SEPARATAMENTE. IL CALORE GENERATO VIENE DISTRIBUITO IN MODO UNIFORME, MANTENENDO FREDDI LA SUPERFICIE DEL PIANO E I MANICI DELLE VASCHE DI COTTURA, CON UN COMFORT E UNA SICUREZZA SUPERIORI. MULTIPLO PUÒ AFFIANCARE O SOSTITUIRE ALTRI PIANI COTTURA E SI PROPONE IN TRE DIVERSE SOLUZIONI PER L’INCASSO. GRAZIE ALLE DUE VASCHETTE SEPARATE È POSSIBILE EFFETTUARE COTTURE CONTEMPORANEE, ANCHE DIFFERENTI, COME PER ESEMPIO FAR BOLLIRE L’ACQUA PER LA PASTA MENTRE SI PREPARA IL CONDIMENTO NELLA SECONDA VASCHETTA. GLI ACCESSORI PER LA COTTURA A VAPORE, PER LA FRITTURA E LA BASSA TEMPERATURA CONSENTONO DI PREPARARE CIBI SECONDO LE PROPRIE PREFERENZE SENZA ALTERARNE LE CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE. IL DESIGN DI MULTIPLO NASCE ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA DEI PRODOTTI PROFESSIONALI DI SCHOLTÈS E PUÒ ESSERE INSTALLATO A FILO, A SEMIFILO E ANCHE SALDATO IN UN TOP IN ACCIAIO PERSONALIZZATO.
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SCHOLTÈS LINEA S3 In questa pagina:in alto, della collezione S3,
cappa con sistema di aspirazione perimetrale, che sposta l’aspirazione lungo il perimetro della cappa potenziando la capacità di catturare l’emissione di vapori. Sotto, macchina per caffè da incasso e forno a vapore, sempre della collezione S3.
Sin dalla sua fondazione nel 1922, in pieno periodo modernista, Scholtès ha intrapreso un percorso di sperimentazione che ha rivoluzionato
il concetto di cucina e lo stile di vita domestico. Un’evoluzione fatta di ambizioni visionarie e successi, di prestigio e innovazione, di
ricerca ed inventiva grazie alla quale, nell’arco degli anni, il marchio si è affermato come sinonimo di innovazione tecnologica, professionalità
e design d’avanguardia. Oggi Scholtès prosegue in questa ricerca presentando sempre nuovi modi di vivere la cucina, come l’innovativo sistema
di cottura “Multiplo”, che offre le prestazioni integrate di un forno e di un piano cottura, applicando all’ambiente cucina la modularità delle
vasche professionali e i principi della cottura a induzione (vedi box a sinistra). Grazie alle vasche, agli accessori e soprattutto all’evoluzione del
sistema induzione, posizionato alla base delle vasche stesse, è possibile cuocere a vapore, bollire, cuocere arrosto e friggere a bassa temperatura.
Insieme al sistema di cottura Multiplo, è la nuova collezione S3 la protagonista dell’innovazione firmata Scholtès. Con la nuova cappa isola S3
assistiamo a una raffinata reinterpretazione dello spazio cucina che vede l’eleganza dell’acciaio abbinata a un meccanismo ad alta tecnologia
che trasforma la cappa in un autentico complemento di arredo. Il vapore viene catturato grazie all’innovativo sistema di aspirazione perimetrale,
che sposta l’aspirazione lungo il perimetro della cappa potenziandone così la capacità. La collezione S3 è un vero e proprio compendio di ciò che
Con Scholtès è possibile trasformare la propria cucina in un laboratorio di haute cuisine grazie a funzioni di cottura professionali come la cottura a bassa temperatura, a vapore e il sottovuoto
è possibile immaginare in una cucina contemporanea, con soluzioni adatte alle necessità più complesse e a ogni tipologia di spazio. Per quanto
riguarda il forno, andiamo dalle dimensioni standard fino ai quattro livelli del forno S3 Big Capacity, in grado di cuocere contemporaneamente
pietanze distinte, per approdare alla collezione S3 da 45 cm, di dimensioni contenute e altissime performance: il forno compatto a vapore, per
esempio, con sette funzioni di cottura automatica e una di cottura semi-automatica, che consente una cottura sana e completa in quanto non
altera la struttura molecolare dei cibi. O il microonde compatto, con una capacità di 40 litri in soli 45 cm di larghezza, con pannello di controllo
centrale che gestisce fino a 34 programmi di cottura automatica e semi-automatica, 12 funzioni automatiche, 17 universali e 5 funzioni microonde.
L’interno è particolarmente capiente e grazie all’assenza del piatto rotante è possibile sfruttare anche la base del forno per la cottura su più
livelli. Dalla cottura alla conservazione dei cibi, Scholtès presenta il nuovo frigorifero congelatore con cantina-vino Magnitude S3, un’opera
di tecnologia e design ad alto tasso di vestibilità per la casa. Se il frigorifero, attraverso un sofisticato sistema di circolazione dell’aria, è in
grado di conservare i cibi a lungo senza mescolare odori, aromi e profumi, la cantina vino si serve di un termostato elettronico che mantiene
costanti le temperature, mentre un sistema anti-condensazione e di isolamento assicura il corretto livello di umidità. Perché conservare il vino
e degustarlo alla giusta temperatura non è semplicemente un’abitudine chic, ma l’unico modo per conoscere veramente i vini nella loro diversità.
Le temperature sono fondamentali: dal settore più alto per i rossi, che vengono serviti fino a 18°, al settore in basso per bianchi, spumanti e
rosé, che necessitano di temperature più rigide non solo per conservarsi più a lungo, ma anche per non rovinarsi.
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SCHOLTÈS
A DESTRA, FORNO COMPATTO DELLA COLLEZIONE S3, CHE UNISCE I VANTAGGI DEL FORNO TRADIZIONALE CON LA PRATICITÀ DEL MICROONDE PER UNA CUCINA FLESSIBILE E VERSATILE DAI RISULTATI SEMPRE OTTIMALI. LA CAPACITÀ DI 40 LITRI, IN SOLI 45 CM DI LARGHEZZA, LO RENDE ESTREMAMENTE CAPIENTE, MENTRE LA PORTA CON APERTURA CENTRALE, MANIGLIA ORIZZONTALE E IL PANNELLO DI CONTROLLO CENTRALE GARANTISCONO LA PERFETTA COORDINABILITÀ CON GLI ALTRI PRODOTTI DELLA LINEA. SOTTO, SEMPRE DELLA COLLEZIONE S3, IL FORNO S3
BIG CAPACITY. CON BIG CAPACITY È POSSIBILE CUOCERE SU 4 LIVELLI. L’ESCLUSIVO SEPARATORE TERMOISOLANTE PERMETTE DI DIVIDERE IL FORNO IN DUE SPAZI DISTINTI, UTILI QUANDO SI PREPARANO PIÙ PIETANZE PER RISPARMIARE TEMPO O QUANDO SI VUOLE UTILIZZARNE UNO SOLO SCEGLIENDO QUELLO PIÙ ADATTO ALLA QUANTITÀ DI CIBO DA CUOCERE E ALLA TIPOLOGIA DI COTTURA. I DUE SPAZI - UNO PIÙ PICCOLO DI 20 LITRI E L’ALTRO PIÙ GRANDE DI 48 LITRI - HANNO DIMENSIONI E PROGRAMMI DI COTTURA DIVERSI E RENDONO IL FORNO ESTREMAMENTE VERSATILE. È POSSIBILE UTILIZZARE CONTEMPORANEAMENTE LE DUE UNITÀ CON UN SEPARATORE TERMOISOLANTE REGOLANDO LA TEMPERATURE TRA I 30° E I 300° C, CON UN DIVARIO TRA LE DUE ZONE FINO A 100°C, CUCINANDO CONTEMPORANEAMENTE PIETANZE DIVERSE E MANTENENDO SEMPRE PROFUMI E SAPORI. NELLA PAGINA A DESTRA, MACCHINA DA CAFFÈ A INCASSO E I FORNI DELLA COLLEZIONE S3.
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Materiali pregiati, soluzioni e prodotti su misura, lavorazione artigianale e tecnologia di avanguardia. Un raffinato equilibrio tra funzionalità, estetica e prestazioni d’eccellenza
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SCHOLTÈSA SINISTRA, IL NUOVO FRIGORIFERO-CONGELATORE CANTINA-VINO MAGNITUDE S3 E LA NUOVA CANTINA VINO. IL NUOVO FRIGORIFERO CONGELATORE GARANTISCE UNA PERFETTA CONSERVAZIONE DEI CIBI ATTRAVERSO UN SOFISTICATO SISTEMA DI CIRCOLAZIONE CHE DISTRIBUISCE L’ARIA FREDDA IN MANIERA UNIFORME ATTRAVERSO IL REFRIGERATORE. IN UN AMBIENTE IDEALE E CONTROLLATO COME QUESTO, LA CONSERVAZIONE DEI CIBI AUMENTA MENTRE GLI AROMI NON SI MESCOLANO, GARANTENDO IL PIACERE DI UNA FRESCHEZZA SENZA PRECEDENTI. SFRUTTANDO UN RIGOROSO SISTEMA DI PERFORMANCE AVANZATE, LA CANTINA VINO SCHOLTÈS S3
MAGNITUDE MANTIENE OGNI VINO ALLA GIUSTA TEMPERATURA. UN TERMOSTATO ELETTRONICO MANTIENE COSTANTI LE TEMPERATURE MENTRE UN SISTEMA ANTI-CONDENSAZIONE E DI ISOLAMENTO ASSICURA IL CORRETTO LIVELLO DI UMIDITÀ ALL’INTERNO DELLA CANTINA. I VINI SONO POI ULTERIORMENTE PROTETTI DA UN VETRO ANTI-UV E DALLA FUNZIONE ANTIVIBRAZIONI CHE NE ASSICURA LA PERFETTA STABILITÀ. LA CANTINA VINO SCHOLTÈS PUÒ RIPRODURRE DUE ZONE DI TEMPERATURA: QUELLA SUPERIORE ADATTA PER I ROSSI CORPOSI E QUELLA INFERIORE IDEALE PER ESALTARE BIANCHI, SPUMANTI E ROSÉ.A DESTRA, IN ALTO, CANTINA VINO DELLA COLLEZIONE S3, E, IN BASSO DA SINISTRA, LAVASTOVIGLIE, SEMPRE DELLA COLLEZIONE S3.
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Apparecchi funzionali, efficienti, silenziosi, facili da installare e dal design innovativo per un perfetto inserimento in ogni tipologia di ambiente cucina. Sempre a basso impatto ambientale
Per chi dispone di minor spazio, ma desidera avere a portata di mano la propria collezione di vini, Scholtès propone la cantina vino compatta S3,
che può ospitare 24 bottiglie in soli 45 cm e garantisce il mantenimento delle condizioni ideali per la conservazione del vino, come temperatura,
assenza di vibrazioni, livello di umidità, circolazione dell’aria e isolamento dalla luce, garantito dall’interno nero e dal perfetto isolamento.
Sempre della collezione S3, Scholtès presenta una gamma di lavastoviglie d’avanguardia, strumenti indispensabili che uniscono, ancora una volta,
performance di altissimo livello a un design raffinato e ultramoderno. A scomparsa totale o con frontalino a vista, tutti i modelli sono in tripla
classe A e offrono le migliori prestazioni di lavaggio e asciugatura con i minori consumi grazie anche a Ideal Power, motore di nuova generazione
a elevata efficienza in grado di variare tutti i parametri di lavaggio non solo in base al programma impostato, ma anche in funzione del tipo
e della quantità di sporco presente sulle stoviglie. Oltre a otto programmi, di cui due speciali (Ultra intensive e Cristalli), cinque temperature,
avvio ritardato e mezzo carico per piccoli pezzi, le lavastoviglie Scholtès S3 possono contare sul Sistema di Sicurezza Integrato, un meccanismo
di sicurezza “waterstop” che rileva eventuali fuoriuscite di acqua e blocca immediatamente la valvola di carico. La silenziosità è garantita dal
motore Ideal Power, da un nuovo circuito idraulico e da speciali pannelli fonoassorbenti, mentre la certificazione tripla A testimonia l’impegno
di Scholtès nel campo dell’ecosostenibilità. www.scholtes.com
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Alessi Sistemi di cotturaCON “LA CINTURA DI ORIONE” DI RICHARD SAPPER, LA COLLEZIONE “MAMI” DI STEFANO GIOVANNONI, IL “PASTA POT” DI PATRICK JOUIN E ALAIN DUCASSE, “POTS&PANS” DI JASPER MORRISON E “SHIBA” DI NAOTO FUKASAWA, ALESSI SI CONFERMA INTERPRETE MULTIFORME DELLE ESIGENZE DELLA CUCINA CONTEMPORANEA, TRA DESIGN, MATERIALI INNOVATIVI, TRADIZIONE E SAPORI RISCOPERTITESTO OMBRETTA BERTINI FOTO SANTI CALECA E ARCHIVIO ALESSI
ALESSI “CINTURA DI ORIONE”
In questa pagina:pentole in alluminio con rivestimento
antiaderente della collezione “LA CINTURA DI ORIONE”, design
Richard Sapper (1986/2006).
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ALESSI “MAMI”In questa pagina:
collezione di pentole in acciaio “MAMI”, design
Stefano Giovannoni (1999).
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“PASTA POT” E “POTS&PANS”In questa pagina:
dalla batteria al pezzo unico protagonista in cucina: “PASTA POT” (2007) è un autentico concentrato di innovazione che Alessi ha affidato a nomi illustri come lo chef francese Alain Ducasse in collaborazione con il designer Patrick Jouin. Una pentola ispirata a un antico metodo di cottura con poca acqua a disposizione, usato dai raccoglitori di olive e basato sul concetto di “concentrazione”, in cui l’amido liberato dalla pasta resta legato agli alimenti e i sapori non si diluiscono. In foto a sinistra, pentole della collezione “POTS&PANS”, composta di 26 pezzi in acciaio inossidabile, design Jasper Morrison (2006).
L a pietra miliare fra le pentole Alessi è la “Cintura di Orione” di Richard Sapper, conosciuta come la batteria da cucina più evoluta mai realizzata
a livello industriale, sviluppata con il coordinamento del gastronomo Alberto Gozzi e la consulenza di Alain Chapel, Pierre e Michel Troisgros,
Raymond Thuilier, Jean-André Charial, Roger Vergé, Gualtiero Marchesi e Angelo Paracucchi, esponenti della Grande Cucina europea degli anni ‘80.
Fin dai suoi esordi (1986) la “Cintura di Orione” è stata concepita come una serie con caratteristiche professionali, destinata al pubblico dei “privati
gourmet”. La versione originaria, a marchio Officina, è composta da contenitori in diversi materiali a seconda dei metodi di cottura: ghisa per le
lunghe preparazioni, ferro per le omelette, casseruole in bilamina di rame e acciaio. Nel 2006 nasce la versione in alluminio nera ad alto spessore
con rivestimento antiaderente, mentre è del 2009 la versione in trilamina acciaio/alluminio/acciaio, più rapida da pulire e dal prezzo più contenuto.
Proseguendo il viaggio all’interno delle pentole Alessi troviamo la collezione “Mami” (1999), di Stefano Giovannoni, dalla forma bombata che riporta
all’archetipo della madre e al “codice degli affetti” sempre presente nell’opera di Giovannoni. La maggior parte degli elementi è in acciaio inossidabile,
Brillante esempio di design Super&Popular, la serie “Pots & Pans” di Jasper Morrison si affianca con successo alla classica “Cintura di Orione” di Richard Sapper e alla linea “Mami” di Stefano Giovannoni
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con fondo radiante ad alto spessore. La serie, completa di padelle e bistecchiere in alluminio antiaderente, pentola a pressione e servizi per fonduta
e fondue bourguignonne, comprende anche casseruola ovale e pentola da 14 litri in alluminio. Jasper Morrison firma la collezione “Pots&Pans”,
composta di 26 pezzi in acciaio inossidabile, con fondo radiante in alluminio e acciaio magnetico adatto per ogni tipo di cottura. Affianca queste
classiche collezioni la serie “Shiba”, dell’architetto giapponese Naoto Fukasawa che nell’essenzialità delle forme rivela un’estrema attenzione per
i dettagli. La collezione è realizzata in trilamina - acciaio magnetico, alluminio nel mezzo e interno in acciaio inossidabile - facile da pulire e
impiegabile su ogni fonte di calore. Caratteristica la manicatura di casseruole e padelle, con l’attacco del manico studiato in modo “invisibile” per non
alterare la continuità visiva della forma. I coperchi sono realizzati con la tecnologia dell’acciaio a doppia parete, che consente il perfetto isolamento
della camera di cottura. La linea comprende anche un utensile in legno per la cottura di ingredienti delicati. Le pentole sono accompagnate da
un ricettario contenente alcune personali ricette giapponesi a cura di Fukasawa accanto a ricette della tradizione di casa Alessi. www.alessi.com
Il minimalismo di Naoto Fukasawa, appassionato gourmet ed esperto di cucina giapponese, caratterizza la serie “Shiba”, che unisce semplicità zen a dettagli di alta tecnologia. Accompagnata da un ricettario speciale
ALESSI “SHIBA”In questa pagina:
pentole della collezione “SHIBA”, completa di ricettario, disponibile con manico in legno e in plastica
termoindurente nera, design Naoto Fukasawa (2011). Sotto,
pentole “SHIBA” con manico in legno e nella versione in
plastica termoindurente nera.
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La pentola a pressione “Subito”, ultima nata del progetto “Passami il Sale” di Konstantin Grcic per Serafino Zani, è compatibile con piani cottura a gas, piastra elettrica, vetroceramica e induzione
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Serafino Zani “Passami il sale” RICORDA LE GEOMETRIE DI UN ORIGAMI LA COLLEZIONE “PASSAMI IL SALE” DI KONSTANTIN GRCIC, INTELLIGENTE RIFLESSIONE CONTEMPORANEA SUL BEL DESIGN NELL’ACCIAIO
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SERAFINO ZANI
SERAFINO ZANIIn queste pagine:
dal progetto “PASSAMI IL SALE”, le differenti misure in cui è realizzata la pentola a pressione
in acciaio inossidabile della linea “SUBITO”, con coperchio a chiusura a baionetta e finitura
lucida e nera, design Konstantin Grcic (2011).
Fin dalla sua nascita, la Serafino Zani ha saputo far tesoro di un sapere antico sulla lavorazione del ferro e dell’acciaio, un sapere fatto di
regole tramandate attraverso i secoli nelle valli prealpine a Nord di Brescia. Precisamente è a Lumezzane che Serafino Zani mette a frutto
l’esperienza maturata lavorando con il padre Bernardo Lorenzo, dando vita nel 1963 a un’azienda oggi leader nel settore del design, forte
di una tradizione che ha saputo rinnovarsi accettando le sfide della modernità con spirito di ricerca e grande creatività. Konstantin Grcic
interpreta questo spirito con il progetto per la tavola “Passami il sale”, iniziato nel 2007 e progressivamente ampliato fino a oggi con la nuova
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SERAFINO ZANIIn questa pagina:dal progetto “PASSAMI IL SALE”, a sinistra, casseruola, spaghettiera, coperchio e scolapasta in acciaio inossidabile della linea “AL DENTE”. Qui sopra, posate insalata e, sotto, pala lasagna, coltello da formaggio e cucchiaio della linea “ACCENTO”, design Konstantin Grcic (2011).
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KONSTANTIN GRCICPER SERAFINO ZANI
In questa pagina:a sinistra, portapirofile della linea “AL DENTE” della collezione “PASSAMI IL SALE”. Sotto, un ritratto del designer tedesco Konstantin Grcic, autore del progetto per la tavola “PASSAMI IL SALE”, vincitore nel 2010 del Good Design Award. Grcic crea prodotti industriali essenziali e minimalisti, definendone la funzione in termini umani, associando sempre il più alto rigore formale a un raffinato umorismo. Ha disegnato per alcune delle principali aziende europee di design e i suoi prodotti fanno parte di prestigiose collezioni come quelle del MoMA di New York, del Centre Pompidou di Parigi e della Die Neue Sammlung di Monaco di Baviera.
Dalla collaborazione tra Serafino Zani e il designer Konstantin Grcic è nato “Passami il sale”, progetto dallo stile essenziale e le linee geometriche che è valso al marchio ben due Good Design Awards
collezione di pentole a pressione “Subito”, dalla linea essenziale e pulita, propria del tratto di Grcic. Realizzata in acciaio inossidabile con
coperchio a chiusura a baionetta e finitura lucida e nera, “Subito” presenta una chiusura e un’apertura di estrema semplicità ed è proposta in
capacità diverse, da 3, 5, 7 o 9 litri. Le due valvole di cui è dotata ne permettono il perfetto funzionamento e l’estrema sicurezza durante la
cottura dei cibi. La collezione “Subito” di Grcic per Serafino Zani è stata premiata con il Good Design Award 2011, il prestigioso riconoscimento
rilasciato dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture dedicato alla progettazione, alla funzionalità e l’estetica dei nuovi prodotti. Nato
da un’indagine sull’uso contemporaneo dell’acciaio come materiale della quotidianità, solido e duraturo, ma allo stesso tempo garbatamente
elegante, il progetto “Passami il sale”, è composto altresì da vassoi, cestino, set sale e pepe, olio e aceto, posate da insalata e una serie di
pezzi da fuoco in acciaio. Oggetti che raccontano in modo inconsueto tipologie quotidiane del “panorama domestico” attraverso un linguaggio
essenziale fatto di geometrie basiche, asimmetrie e tagli netti come origami metallici: uno stile premiato anche nel 2010 con il prestigioso
Good Design Award per il progetto. Progettista attento al delicato equilibrio fra modi del produrre e linguaggi espressivi, Grcic ha dichiarato:
“Lavorare con Serafino Zani mi offre la possibilità di confrontare il mio modo di lavorare con la produzione italiana su un terreno che ritengo
molto interessante e che chiamo la Casa-Fabbrica. Serafino Zani è un’azienda contemporanea, industriale e particolarmente attenta al design,
ma ha allo stesso tempo un legame molto forte con il proprio territorio e con il fare degli artigiani.” www.serafinozani.it
MONETAZENIT INDUZIONE E MAXIMAIn queste pagine:casseruola e wok della linea “ZENIT INDUZIONE”, design Marcello Cutino BCF Design (2012), con rivestimento interno in CERAMICA_01® ed esterno in smalto siliconico colore grigio con serigrafia, manici in bakelite e dispositivo SALVAENERGIA®. Nella pagina a destra, la serie “MAXIMA”, con rivestimento interno in CERAMICA_01® bianca e trattamento esterno MATERICO di Moneta, corpo in alluminio, manici e coperchi in acciaio spazzolato e silicone rosso.
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Moneta Innovazione made in ItalyELEVATI STANDARD QUALITATIVI, TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA, GRANDI PRESTAZIONI E PRODUZIONE INTERAMENTE MADE IN ITALY PER GLI STRUMENTI DI COTTURA FIRMATI MONETA
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MONETA
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MONETAMAMMOLA E PRO CERAMICA®In questa pagina:sopra, tegami e casseruole della linea “MAMMOLA”, con forma bombata ispirata alle ciotole plasmate al tornio, e, sotto, casseruola e tegame della linea “PRO Ceramica®”, per chi ama l’alta cucina ed esige strumenti dalle prestazioni professionali, per cotture a regola d’arte.
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MONETAGLI SPECIALIIn questa pagina:
la collezione “GLI SPECIALI”, con rivestimento in CERAMICA_01® o antiaderente chiaro WHITECH®, è
composta di 6 elementi: due piastre, una multipiastra, una vaporiera, una paellera e uno wok per preparare specialità della cucina internazionale e piatti della tradizione italiana. Ogni articolo è presentato in confezione regalo, corredato con presine in silicone e accompagnato da un ricettario.
Un patrimonio di riconoscibilità costruito interpretando gli stili di vita, assecondando la trasformazione dei costumi e accompagnando le nuove
esigenze in cucina. Storico marchio nato nel 1875 e oggi di proprietà di Alluflon Spa, con sede a Mondavio nelle Marche, Moneta rappresenta
l’avanguardia della produzione italiana di strumenti di cottura. Pentole al passo con i tempi, realizzate interamente in Italia con macchinari di altissima
precisione e testate da continui controlli e collaudi per ottenere elevati standard qualitativi. Un primato che sottende una forte tradizione, un passaggio
del testimone avvenuto generazione dopo generazione, dimostrazione di un’indiscussa eccellenza che si traduce in garanzie di 5 anni sulla durata del
prodotto per il consumatore e in una forte sensibilità ambientale, perseguita attraverso lo studio del ciclo di vita dei prodotti e la quantificazione
delle emissioni di gas serra dello stabilimento. Frutto dell’avanzata tecnologia Moneta, la nuova linea “Zenit Induzione” è uno strumento di cottura
duttile, solido, high tech, universale e decisamente maneggevole. Grazie alla fusione del fondo in acciaio spazzolato con l’alluminio del corpo della
pentola è utilizzabile anche su piani a induzione, che garantiscono maggiore efficienza rispetto ai piani tradizionali. Cottura sotto controllo e risparmio
energetico sono assicurati poi dal sistema SALVAENERGIA®. Si chiama invece “Maxima” l’ultima generazione di strumenti di cottura della collezione
in CERAMICA_01®, lo speciale rivestimento lanciato da Moneta nel 2008, che combina la resistenza agli agenti chimici, propria dei rivestimenti
plastici, con le proprietà di durezza e tolleranza alle alte temperature, tipiche dei materiali vetrosi. Con il risultato di un supporto compatto, liscio e
non poroso. Elegante e lussuosa nell’accostamento del bianco interno con il nero esterno e il manico rosso fuoco, “Maxima” è il non plus ultra della
gamma Moneta. Per prestazioni professionali e performance superiori, Moneta propone poi la linea “PRO Ceramica®”, mentre è ispirata al sapore di
un mondo antico la serie “Mammola”, dal design caldo e raffinato, con corpo in alluminio dalla forma bombata che ricorda le ciotole plasmate al
tornio. “Gli Speciali” sono infine una collezione di strumenti adatti alla preparazione di piatti della cucina italiana e internazionale. www.moneta.it
Nato nel 1875 e acquistato nel 1986 da Alluflon Spa, Moneta è il più antico marchio della grande tradizione italiana di pentole. Dal 2008 l’evoluzione di Moneta si chiama rivestimento CERAMICA_01®
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Risolì Qualità italianaUNA PRODUZIONE MADE IN ITALY DAL 1965, SPECIALIZZATA IN STRUMENTI DI COTTURA IN ALLUMINIO PRESSOFUSO AD ALTO SPESSORE, CON RIVESTIMENTO ANTIADERENTE CERTIFICATOTESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO RISOLÌ
Nota per la qualità dei prodotti, la sensibilità al design e l’attenzione all’immagine, Risolì nasce nel 1965 su impulso del
fondatore Alfredo Montini, affiancato prima dalla moglie Marilena e poi anche dai figli Cristina e Andrea. Con sede a Lumezzane,
l’azienda è specializzata nella produzione di strumenti di cottura in allumunio pressofuso ad alto spessore, garanzia di una
costante e uniforme distribuzione del calore sull’intera superficie di cottura. Ideali per cucinare in modo sano, gustoso, naturale
e senza grassi. Caratterizzata da un’estrema versatilità d’uso, adatta su fornelli a gas, elettrici, vetroceramica e induzione
e per cotture in forno fino a 240°, “Betty piatti perfetti” è la pentola per ogni necessità e occasione, con antiaderente certificato.
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RISOLÌIn queste pagine:a sinistra, pentola “BETTY piatti perfetti”, per cucinare tutto il menu in un’unica pentola. Ideale per preparare dal risotto alla polenta o alla pasta al forno, dallo spezzatino alla fonduta di formaggio, fino al budino di cioccolato. Un solo strumento dal design funzionale e dalle prestazioni diversificate. Qui a destra, un esempio di come gli strumenti da cottura Risolì si prestano a diventare anche idee vetrina.
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La collezione “Plus +” di Risolì si caratterizza per il nuovo rivestimento antiaderente ibrido BROWN e il fondo adatto a tutte le fonti di calore, garanzia di un’ottima distribuzione termica e durata d’uso
Appartengono alla linea “Plus +” le padelle in alluminio fuso realizzate con il nuovo rivestimento antiaderente ibrido BROWN e fondo universale
per tutte le fonti di calore, compresa l’induzione. Soluzione eco-friendly per cotture salutari, di facile pulizia e lavabile anche in lavastoviglie.
Risultato della collaborazione con importanti marchi dell’agroalimentare italiano, “Le Selezioni” propongono strumenti di cottura
Risolì accompagnati con prodotti della cucina tradizionale italiana derivanti esclusivamente da agricolture biologiche e controllate.
Un’idea originale per fornire nuovi stimoli e interessanti spunti per cucinare in maniera creativa e responsabile. Abbinamenti ricercati
che rendono omaggio alle migliori ricette regionali, un investimento etico ed economico per un futuro ecosostenibile e rispettoso dei
delicati equilibri naturali. L’impegno di Risolì a difesa di un’agricoltura biologica intesa non solo come metodo di produzione che tutela
la salute dell’uomo e dell’ambiente, ma anche quale modello di sviluppo che valorizza la qualità delle risorse delle comunità locali.
Nello stabilimento di oltre 8.000 metri quadri in provincia di Brescia, Risolì realizza tutte le fasi della sua produzione, dalla materia
prima al prodotto finito e ciascuna tappa del processo produttivo viene eseguita con la sicurezza di un controllo costante, grazie ad
avanzati macchinari che consentono un preciso monitoraggio degli indici di efficienza, qualità e performance. www.risoli.com
RISOLÌIn questa pagina:
sopra, polaroid che mostrano i cicli di lavorazione dei prodotti, realizzati in alluminio pressofuso ad alto
spessore e rifiniti a mano pezzo per pezzo. Qui a fianco, padelle della linea “PLUS +”, con il nuovo
rivestimento ibrido BROWN e fondo adatto a tutte le fonti di calore, compresa l’induzione.
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RISOLÌ In questa pagina:
“LE SELEZIONI”, nate dalla collaborazione
con importanti marchi dell’agroalimentare italiano.
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Blueside Collezione Dining NATO NEL 2009 DA UN PROGETTO DI DIVERSIFICAZIONE PRODUTTIVA, BLUESIDE È UN MARCHIO STEROGLASS, AZIENDA SPECIALIZZATA IN VETRO SOFFIATO PER STRUMENTAZIONI SCIENTIFICHETESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO BLUESIDE
BLUESIDEIn questa pagina:sopra, bicchieri reversibili “TULIPANO”, in vetro borosilicato, e, sotto, bicchieri “GENIO”, in vetro soffiato a mano con doppia camera per una degustazione ottimale.
OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
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BLUESIDE In questa pagina:
in alto, coppia di bicchieri per whisky “CHARLIES”, set “FINGER GLASS” in
porcellana bianca con bacchette in vetro e tazze “TAZZEZEN” su piattini
in DuPont™ Corian®. Sotto, tablet da degustazione “TIMELESS” e piatti
“HASIA” e, qui a fianco, coppie di bicchieri reversibili “SHOT e MINISHOT”.
Uu progetto di diversificazione produttiva e commerciale finalizzato alla realizzazione di complementi di design dedicati al Dining, al
Living e al Lighting, che traggono ispirazione dalle suggestive e ipnotiche atmosfere del blues e del jazz per trasmettere l’emozione del
musicista sul palco e del pubblico in sala. Il marchio Blueside nasce nel 2009 dalla passione e dall’intraprendenza di Roberto Falocci, Presidente
e Amministratore Delegato di Steroglass, azienda leader da oltre 50 anni nella produzione di vetro soffiato per applicazioni scientifiche e
di strumentazioni per il laboratorio chimico. Una capacità di lavorare e plasmare il vetro grazie a maestranze dalle competenze uniche, che
unita all’amore per il design, la musica e la cucina, ha rafforzato in Steroglass la consapevolezza di custodire un’eccellenza meritevole di
esprimersi anche al di fuori dei consueti ambiti scientifici. Della collezione “Dining”, “Tulipano” è un bicchiere dal doppio utilizzo in vetro
borosilicato fatto a mano. Ideale sia per bevande fresche che calde e cocktails in genere, la sua caratteristica forma è pensata per esaltare
le proprietà organolettiche e cromatiche del prodotto. In vetro soffiato a mano, “Genio” è un bicchiere con doppia camera di degustazione:
una per versare la bevanda e la seconda per sorseggiarla dopo averne valorizzato l’aspetto olfattivo. L’originale disegno consente infatti
al distillato di confluire delicatamente nella camera di degustazione e vaporizzare al meglio le componenti aromatiche. A metà strada tra
un piattino e un bicchiere, “Shot e Minishot” sono invece da servire in coppia con posizione invertita l’uno rispetto all’altro. Perfette per
la prima colazione o una pausa relax, le tazze “Tazzezen” presentano una doppia camera per evitare il rischio di scottature e piattini in
DuPont™ Corian® con un’asola per ricevere la bacchetta utile a mescolare. Adatto per portare in tavola cibi in coppia o semplicemente per
degustare un buon whisky con ghiaccio, “Charlies” comprende due bicchieri ultrapiatti appoggiati su un tablet con doppio incavo per favorirne
un posizionamento stabile. Pratici e raffinati anche il tablet e i patti da degustazione “Timeless” e “Hasia”. www.blueside-design.com
Ispirata al mondo del blues e del jazz come le altre collezioni Blueside, “Dining” comprende bicchieri, piatti da degustazione e complementi tavola in vetro, porcellana e DuPont™ Corian® designer white o antracite
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
ELLEFFE DESIGNIn queste pagine:qui sopra, “MENAGE” della nuova collezione “SURF”, per portare in tavola olio, aceto sale e spezie, e, sotto, taglia pane/salame della collezione “TAGLIERI”. Nella pagina a destra, sopra, porta pane della collezione “SURF”. Sotto, da sinistra, formaggiera della nuova collezione “SHIZEN” e porta pane “TRIS” della collezione “JUTA”. Tutti disegnati dallo Studio Design interno all’azienda.
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Forme geometriche, spigoli vivi e volumi inconsueti per valorizzare un materiale di grande impatto come l’acciaio inox 18/10. Con un’ampia
diversificazione orizzontale di gamma, Elleffe Design propone collezioni per arredare la casa, la cucina e la tavola. Fondamentale per
il successo dell’azienda, l’innovazione di prodotto è garantita dalla competenza ed esperienza dei dipartimenti interni di progettazione e
marketing, capaci di trasformare un’idea in oggetto nel giro di poche settimane. Con un’elevata attenzione alla qualità, alla funzionalità e
all’estetica di tutta la produzione, Elleffe Design non si limita tuttavia a creare nuovi prodotti, ma anche a sviluppare modelli originali che
porta sul mercato attraverso collezioni complete e coerenti. Lavorati con cura artigianale, i complementi d’arredo e tavola si distinguono
così per un design elegante, flessibile ed essenziale, caratterizzato da forme pure che disegnano una geometria dai toni metallici,
particolarmente adatta agli scenari domestici contemporanei. Come la linea “Juta”, una delle prime collezioni disegnate, oggi arricchita
da elementi nuovi quali cestini, vassoi, porta piatti, porta posate e barattoli in vetro realizzati attraverso la giustapposizione dell’acciaio
alla juta, fibra vegetale dai riflessi dorati che ben si abbinano alla fredda lucentezza del metallo. O la linea “Surf”, chiaro riferimento agli
ambienti marini e al movimento ondulatorio delle onde, che comprende porta pane, vassoio, menage (per olio, aceto, sale e/o spezie) e
un candeliere. La cura e il rigore con i quali l’azienda di Gravellona Toce in Piemonte segue l’intero ciclo produttivo dei propri articoli,
completamente realizzati in Italia, è evidente sintomo di una filosofia progettuale e aziendale improntata a sperimentazioni sempre più
creative, all’insegna di un artigianato di alto profilo e di un design mai banale. Sempre pronto a intercettare le più diverse esigenze della
convivialità, Elleffe Design sta inoltre sviluppando alcune importanti collaborazioni con giovani designer di talento. www.lfdesignitalia.it
Elleffe Design Gourmet DesignFORTE DI UN’ESPERIENZA TRENTENNALE NEL SETTORE DELL’ACCIAIO, ELLEFFE DESIGN PROPONE COLLEZIONI DALLE LINEE ESSENZIALI CON LA QUALITÀ DEL VERO PRODOTTO MADE IN ITALY
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO AZIENDA E CAMILLA PASINI
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We loveOUR CUSTOMER
ESCLUSIVO PER LEI
CARO CLIENTE
AgendaTanti sono gli appuntamenti e gli incontri a cui potrà partecipare durante SPS/IPC/DRIVES Italia. Scelga gli incontri per lei interessanti nel ricco programma dei Convegni Scientifici presenti sul sito
www.sps-italia.net e penseremo noi alla sua iscrizione.
Fast access
Per rendere ancora più semplice il suo arrivo, le forniremo la tessera per parcheggiare in area riservata.
Ci pensiamo noi a registrare i suoi dati: ci avvisi solo della sua presenza e, alla reception, la Personal
Assistant sarà presente per accoglierla con il Welcome Kit.
Personal assistancePer l’organizzazione della sua visita in fiera e l’eventuale gestione della sua agenda è a sua disposizione,
sin d’ora, la dottoressa Katiuscia Mordenti - Marketing Visitatori, che può fornirle tutte le informazioni
necessarie per programmare la sua presenza in fiera. Non esiti a contattarla al numero +39 02 88 07 78 73
o al +39 345 2518528 oppure all’indirizzo email: [email protected]
Abbiamo il piacere di invitarla come ospite speciale alla prossima edizione di SPS/IPC/DRIVES Italia che si svolgerà presso
il Quartiere Fieristico di Parma dal 22 al 24 maggio 2012. Sarà un momento in cui tutta la filiera potrà confrontarsi per trovare
soluzioni, condividere e creare business, offrire suggerimenti utili per le sue scelte future. A lei è riservato un trattamento
speciale, per farle scoprire e toccare dal vivo una piattaforma unica, d’incontro con gli operatori del mondo dell’automazione
industriale.
Confermi la sua partecipazione alla dottoressa Katiuscia Mordenti, telefonicamente o all’indirizzo email sotto indicato,
per ricevere il parking pass e la card d’ingresso.
CONTIAMO SULLA SUA PRESENZA
Ospitalità
Per un momento di riposo o un incontro riservato, troverà nell’area Vip Lounge un angolo di relax con bar a
disposizione e all’ora di pranzo sarà nostro gradito ospite nel ristorante privato situato al suo interno.
SPS/IPC/DRIVES/ITALIATecnologie dell’Automazione Elettrica Sistemi e ComponentiFiera e Congresso
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World Preview of Furnishing Fabrics and Curtains8 / 9 / 10 May 2012 Villa Erba, Cernobbio (Como), Italy
We weave passion.
Proposte srl - Viale Sarca, 22320126 Milano - ItalyPhone +39 02 6434054 www.propostefair.it
Specialized exhibitionEntrance by invitation only
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS CONCEPT STORE A CURA DI PEPPA BUZZI
MarinaC MilanoDinamica realtà tutta al femminile, MarinaC - Home Couture Italiana propone raffinate collezioni di biancheria per la casa in cotone, raso di cotone, lino, lino cotto, spugna e velluto, da arricchire anche con monogrammi ad hoc. Centralissimo e aperto alla vendita ai privati su appuntamento, lo showroom si sviluppa su due piani in un palazzo d’epoca affacciato sul Sagrato della Chiesa di San Bartolomeo. Punto di forza imprescindibile di MarinaC è la realizzazione di un prodotto italiano al 100%, garantito dal top della qualità artigianale e da lavorazioni sartoriali, personalizzabili e su misura. Il tutto permeato da quel lusso discreto e senza tempo di cui si sta ormai perdendo la memoria. www.marinac.it
Hermès MilanoDa un progetto firmato RDAI, lo studio di architettura responsabile del concept delle boutique Hermès, il primo showroom in Italia dedicato all’universo casa, uno spazio discreto ed elegante valorizzato da finiture pregiate. Arredi, tessuti e porcellane, creazioni fedeli al carattere artigiano di Hermès che ripropongono in chiave contemporanea quei valori di funzionalità e comfort distintivi della Maison. Accanto alle collezioni “Métiers” di Enzo Mari e “Matières” di Antonio Citterio, le riedizioni di Jean-Michel Frank in pieno mood anni Trenta, oltre a una sezione riservata ai complementi tavola, con servizi in porcellana nei cui decori è racchiuso tutto l’universo narrativo e iconografico di Hermès. www.hermes.com
Boutique Arcade ParigiDal 1980 marchio di oggetti di decorazione per la casa, tessile e arredi, Arcade ha aperto una boutique mono-marca nel cuore del design district parigino. Artigianalità, qualità dei materiali e attenzione al design sono i principi guida che sottendono tutte le collezioni, divise in quattro linee principali. “I Vetri”, con vasi e oggetti di decorazione creati a Murano dal maestro vetraio Andrea Zillio, la linea “Avec”, con tessili realizzati a mano (plaids, tappeti, cestini, cuscini, tessile per la tavola), la linea “Atelier”, con accessori moda firmati dalla stilista bulgara Violeta Nevenova, e infine “Etre”, una serie di complementi d’arredo prodotti in Sudtirolo nelle vicinanze della sede di Arcade. www.arcadeavec.com
Lisa Corti MilanoLo spazio è quello di un ex convento del XVII secolo nella zona di Porta Venezia, ristrutturato grazie alla direzione artistica di Ida Corti e Paloma Barcella. Con una superficie di 800 metri quadri tra negozio, laboratorio, uffici e magazzino, Home Textile Emporium di Lisa Corti è un’esplosione di luce e colori, con sei grandi vetrine, un ampio lucernario nell’ala interna e gli splendidi disegni dipinti a mano sui pavimenti in legno. L’impianto della struttura, caratterizzata da spessi muri portanti e archi a tutto sesto, fa da contraltare alle leggerissime stoffe e arredi di stampo orientale e coloniale: un mix tra Occidente e influenze indiane e africane, inesauribili fonti d’ispirazione per le creazioni firmate Lisa Corti. www.lisacorti.com
Rubelli MilanoSituato nel cinquecentesco Palazzo Greppi, lo showroom Rubelli di Milano è stato ampliato e rinnovato così da poter presentare al meglio le collezioni dei marchi del Gruppo Rubelli: Rubelli, Donghia, Dominique Kieffer e Armani/Casa Exclusive Textiles by Rubelli. Grazie all’apertura delle nuove sale, ubicate accanto a quelle attuali che conservano ancora storici elementi architettonici come i soffitti affrescati e i pavimenti alla veneziana, i tessuti dei vari marchi del Gruppo Rubelli e i mobili, le lampade e gli accessori Donghia vedono raddoppiato lo spazio espositivo, in una sapiente combinazione di elementi tradizionali e contemporanei che ben si sposano ad ambienti eleganti e prestigiosi. www.rubelli.com
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE FIERE
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BIG+BIH aprile 2012, la più grande vetrina dell’Asia di oggetti da regalo e per la casa dedicata a tutti gli amanti del design, sta arrivando. La fiera è organizzata dal Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP), Ministero
del Commercio, in collaborazione con le sette associazioni della Thai Lifestyle Products Federation (TLPF). BIG+BIH aprile 2012 si terrà per il 33° anno consecutivo con il tema “Heart of Design & Lifestyle Showcase of Asian”, per mostrare le potenzialità e la creatività dei designer tailandesi, il cui lavoro unico ed eccezionale sta attirando l’interesse del mercato globale. La fiera è inoltre una grande vetrina di prodotti di design ed è l’occasione giusta per gli amanti del design e della decorazione della casa per acquistare prodotti di qualità o semplicemente per trarre ispirazione. Con la partecipazione di oltre 600 espositori locali e stranieri, per un totale di 1.620 stand espositivi su un’area di oltre 40.000, BIG+BIH
aprile 2012 comprenderà una grande varietà di prodotti lifestyle, tra cui oggetti da regalo, souvenirs, oggetti per la decorazione e artigianato, fiori e piante artificiali, saponi, tessuti per la casa, stoffe, cancelleria, oggetti decorativi natalizi e candele, giocattoli, prodotti per la casa, ecc. La fiera ospiterà anche la Design Hall, un’area speciale dedicata ai prodotti progettati da giovani designer, nonché il Padiglione Internazionale con espositori da tutto il mondo. Sono inoltre attesi più di 100.000 visitatori locali ed acquirenti internazionali. BIG+BIG aprile 2012 si terrà dal 17 al 22 aprile 2012 presso il Bangkok International Trade and Exhibition Center (BITEC) a Bangna, Bangkok. Gli operatori professionali sono attesi per le negoziazioni commerciali dal 17 al 20 aprile dalle ore 10 alle 18, mentre la fiera sarà aperta al pubblico il 21 e il 22 aprile dalle ore 10 alle 21. Per maggiori informazioni visitate il sito www.bigandbih.com o contattate il call center del DITP chiamando l’1169.
BIG+BIH Bangkok Aprile 2012 SONO ATTESI OLTRE 100.000 VISITATORI AL “BANGKOK INTERNATIONAL TRADE AND EXHIBITION CENTER” PER LA FIERA BIG+BIH DI APRILE CHE CONTA 1.620 STAND ESPOSITIVI SU 40.000 MQ ESPOSITIVI DELL’ASIAFOTO ARCHIVIO BIG+BIH BANGKOK INTERNATIONAL GIFT AND HOUSEWARE FAIR
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS CUCINE A CURA DI CHIARA BROLLO
Cesar KaleaProgramma dalla grande libertà compositiva che infrange la consueta sequenza di moduli di larghezze uguali e si compone come un vero e proprio “puzzle”, grazie ad ante di misure diverse e alla disponibilità di una serie di contenitori a giorno, Trilli, da inserire nelle basi, nei blocchi dispensa e nei pensili. Un’originale nota emozionale è data dalla cornice che contorna la cucina con un gioco di ombre e profondità dato dall’accostamento di due pannelli sfalsati. Personalità briosa ed evoluta che si esprime in composizioni altamente personalizzabili, le sue ante dogate sono solide in quanto frutto delle più recenti ricerche tecnico-produttive e grazie a schienali e mensole sottili è adatta a colloquiare in modo armonico con il soggiorno. www.cesar.it
TM Italia MatericaProgetto dall’immagine fortemente caratterizzata che si distingue nel panorama delle nuove proposte per le esclusività di serie e gli studi con università ed enti scientifici che ne contraddistinguono la genesi. Materica è una cucina in cui l’arte incontra il design, dall’utilizzo della materia all’applicazione della domotica attraverso l’utilizzo di materiali naturali d’impatto, come l’acciaio Cor-Ten e la pietra di Corinto macerata, che prendono forma, volumi e consistenza trasformandosi in emozioni e funzioni. Così come gli altri sistemi cucina di TM Italia, questo nuovo modello rispecchia la filosofia e la mission aziendale che si identificano in una sintesi di ingegnosità, tecnologia e tradizione artigianale, capaci di creare valore attraverso un mix di prodotti esclusivi e versatili. www.tmitalia.com
Bulthaup B3Design e individualità che creano continuità fra gli ambienti: bulthaup b3 segue la scia del pensiero innovativo della cucina aperta che può essere composta e completata a piacere in base al gusto personale. Il risultato è un nuovo genere di flessibilità, che si arricchisce di mobilità e spontaneità in grado di rispondere ai bisogni specifici dell’utente finale. La novità di quest’anno si può trovare nella rinnovata mission nella cura del dettaglio e della personalizzazione che hanno portato alla nascita delle nuove proposte volte al rinnovamento della distribuzione degli spazi interni. Nuova anche la struttura organica degli equipaggiamenti che l’azienda tedesca presenta confermando bulthaup b3 un sistema “long-life” eccellente e capace di innovarsi costantemente per soddisfare le esigenze di ogni singolo ambiente. www.it.bulthaup.com
Lando EthosIl sistema cucina made in Lando, progettato dal designer Enzo Berti, si distingue per il forte impatto scultoreo, valorizzando gli spazi ad esso dedicati con diverse possibili modulazioni: al centro della stanza o con posizionamento a parete. Grazie al design dalle linee assolute, viene esaltata la matericità del legno, disponibile in essenza noce o larice, e dell’acciaio, che diventano punto cardine di tutto il sistema. Nel caso di predisposizione per il centro stanza, è possibile creare una combinazione libera con i tavoli facenti capo alla medesima linea progettuale. Pensato per essere un oggetto unico, Ethos è composto da una serie di madie con ante ad apertura a pacchetto, ognuna delle quali assolve una specifica funzione. www.madeinlando.it
Elam MILANOApparentemente sospesa grazie allo zoccolo arretrato, MILANO si distingue per l’elegante cornice a quarantacinque gradi: un bordo in metallo che corre lungo il perimetro di tutte le composizioni, costruendo un sofisticato quadro prospettico. Un elemento di estremo rigore formale che contrasta con la leggerezza regalata dallo zoccolo quasi nascosto, garantendo soluzioni equilibrate e di forte impatto estetico. Sagome prospettiche anche per il top in pietra o marmo, il cui disegno richiama le linee e gli angoli della cornice in acciaio, completando ildesign della cucina stessa. Acciaio, cristallo, vetro retroverniciato, marmo: MILANO è continuità e tradizione, anche nei materiali, scelti in base alla capacità di ricreare le atmosfere tipiche delle cucine tradizionali attraverso forme assolutamente contemporanee. www.elam.it
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS CUCINE A CURA DI CHIARA BROLLO
Rossana HD23 HD23, disegnata da Massimo Castagna, è una cucina taylor-made che si compone in piena libertà per creare una costruzione-cucina personalizzata in cui basi, pensili, piani, colonne e banconi-snack di base possono assumere mille volti. La novità? Due banconi e una cappa, da abbinare alla gamma preesistente: un piano snack ovale dispone di 6/7 posti a sedere in un ingombro minimo e di grande funzionalità, un piano snack in legno naturale piallato a mano con finitura a olio composto da tavole di misure irregolari montate come il deck di un’imbarcazione con doghe a correre e la Cappa speciale Rossana decorata con incisioni di diverse larghezze e profondità di tratto. www.rossana.it
Dada Hi-Line 6 Dada rinnova Hi-Line 6, il progetto di Ferruccio Laviani, con nuovi moduli compositivi. La rigorosa e lineare geometria della cucina incontra le esigenze della vita di tutti i giorni: più spazio, maggior volume delle strutture e tanti ripiani. La struttura, progettata per essere ancora più flessibile, aumenta in altezza e in volume. Le novità 2012 sviluppano piani di lavoro più alti per un maggiore comfort, contenitori dagli interni più spaziosi, mensole di spessore minimo (solo 12 mm) e cappe integrate. La nuova mensola sospesa, aperta sui due fronti dell’isola, incorpora la barra con due binari attrezzabili, il sistema illuminante a LED e la cappa aspirante sottilissima. I piani di lavoro in essenza diventano elementi indipendenti per composizioni libere e possono poggiare sui contenitori, sui ripiani o direttamente a muro. www.dadaweb.it
Valcucine LaCucinaAlessiIl 2012 vede di nuovo insieme due realtà tutte italiane che hanno fatto dell’eccellenza e della ricerca un loro costante impegno: la creatività dell’azienda Alessi e le nuove tecnologie di Valcucine, congiunte per un progetto contract a firma dell’architetto olandese Wiel Arets. Per questo nuovo progetto Wiel Arets ha ideato un monoblocco in Corian Glacier White, con spigoli ed angoli raggiati, caratterizzato dalla totale assenza di giunzioni a vista. Tre le tipologie proposte: una versione ad isola, una versione ad isola ampliata con ulteriori due colonne e una versione a muro, che potranno essere variate per adattarsi alle diverse esigenze del settore contract. LaCucinaAlessi by Valcucine è completata da un rubinetto, disegnato anche questo da Wiel Arets e prodotto dalla finlandese Oras, del diametro di 48 mm. www.valcucine.it www.alessi.com
Veneta Cucine FrameL’ultima novità della linea Liquida, Frame di Elisa e Stefano Giovannoni, è una cucina tecnologica e funzionale attorno alla quale condividere nuovi rituali domestici. L’area di lavoro, con lavello ed elettrodomestici, è interamente rivestita di laminato HPL e dotata di una barra accessoriata elettrificata che consente di avere tutto a portata di mano. Sul lato opposto rispetto a lavello ed elettrodomestici si trova uno spazio di contenimento fornito di ripiani e cassetti. “Si è cercato di ottenere un prodotto riconoscibile e rassicurante - affermano i Giovannoni - per un’utenza contemporanea che cerca nel design il valore aggiunto”. www.venetacucine.com
Marchi Group 1956Il modello 1956 entra a far parte da quest’anno della collezione Vintage Style, linea dalla spiccata personalità che rievoca l’autenticità e l’amore per la tradizione, mantenendo sempre inalterate alta qualità e cura dei particolari. Realizzata con materiali pregiati e resistenti come legno massello e pietra Serena, 1956 offre la certezza di una qualità che dura nel tempo. La tonalità naturale del legno crea composizioni raffinate, rese particolari da dettagli significativi come il lavello in graniglia, la cappa a vista in acciaio e le ante con lavagna magnetica, utile accessorio da decorare con simpatici memorandum. Ogni spazio è ottimizzato al massimo grazie all’inserimento di ampie zone attrezzate. Un tocco british nel frigorifero inserito all’interno di un’originale cabina telefonica londinese. www.marchicucine.it
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Agricola FabbricheVia Fabbriche 2/3 ALucignano (Arezzo)Tel. 0575 836152 www.agricolafabbriche.it
Alessi spaVia Privata Alessi, 628882 Crusinallo Omegna (Verbania)Tel. 0323 868611 www.alessi.com
Alias spa Via delle Marine, 524064 Grumello del Monte (Bergamo)Tel. 035 4422511 www.aliasdesign.it
Ancap spaVia Libia, 137066 Sommacampagna (VR)Tel. 045 8293088 www.ancap.it
BluesideSteroglass srlVia Romano di Sopra 2/c06079 S.Martino in Campo (Perugia)Tel. 075 60 90 958 www.blueside-design.com
B.Morone srl Via Soresina, 720144 MilanoTel. 02 48012016Distributore esclusivo in Italia di David Trubridge, Gaia&Gino Herend, Lobmeyr, MoserVal Saint Lambert, Zanetto Argenti www.bmorone.it
Cartier ItaliaVia Locchi, 3 20156 MilanoTel. 02 3026748www.cartier.it
ELLEFFE Design srl Via Nuova, 140/14228883 Gravellona Toce (Verbania)Tel. 0323 344810www.lfdesignitalia.it
Giovanni Raspini srlLargo Torricelli, 152040 Pieve al Toppo (Arezzo)Tel. 0575 410330 www.raspini.it
Kartell spaVia delle industrie, 1 20082 Noviglio (Mi)Tel. 02 900121www.kartell.it
LamartVia Juglaris, 810024 Moncalieri (Torino)Tel. 011 [email protected] esclusivo diFitz&Floyd, Palais Royal
Loewe Italia srlLargo del Perlar, 1237135 VeronaTel. 045 8251611www.loewe.it
L’Oca Nera srlVia Ugo Foscolo, 762010 Montecassiano (Macerata)Tel. 0733 290050www.locanera.it
Lumina Italia srlVia Casorezzo, 6320010 Arluno (MI) Tel. 02.903752www.lumina.it
Marta Frasiwww.martafrasi.it
MOMODESIGN srl Via G. Meda, 4520141 MilanoTel. 02.8470961www.momodesign.com
MonetaAlluflon spaLoc. Pianaccio, 7161040 Mondavio (PU)Tel. 0721 9801www.moneta.it
Perrier-JoüetPernod Ricard Italia spaCorso Buenos Aires, 5420124 MilanoTel. 02 205671www.pernod-ricard-italia.comwww.perrier-jouet.com
Risolì srlVia Ruca, 8225065 Lumezzane (BS)Tel. 030 8925944www.risoli.comwww.facebook.com/risolisrl
Rolex Italia spaVia Romagnosi, 120121 MilanoTel. 02 8800001www.rolex.com
ScholtèsIndesit Company spaStr. Provinciale Arceviese 139/A60044 Ca’ Maiano, Fabriano (An)Tel. 02 0732 6611www.scholtes.it
Valcucine spaVia L. Savio, 1133170 PordenoneTel. 0434 517911www.valcucine.it
Villeroy&Boch Arti della Tavola srlVia Sandro Sandri, 220121 MilanoTel. 02 655849.1www.villeroy-boch.com
Zani Serafino srlVia Zanagnolo 17b25066 Lumezzane (BS)Tel. 030 871861www.serafinozani.it
Indirizzi UTILI
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Indirizzi FIERE
TendenceSPS/IPC/DRIVES/ITALIAMesse Frankfurt Italia srl Via Quintino Sella, 5 20121 MilanoTel. 02 8807781www.tendence.messefrankfurt.comwww.sps-italia.netwww.messefrankfurtitalia.it
MacefFiera Milano spaStrada Statale 33 del Sempione, 2820017 Rho (Milano) Tel. 02 49971www.macef.itvvvvg
Maison&ObjetSaloni InternazionaliFrancesi srlVia Caradosso, 1020123 MilanoTel. 02 4343531www.maison-objet.com
BIG+BIHBangkok International Gift FairBangkok International Houseware FairThailand Trade CentreMilanoVia Albricci, 820122 MilanoTel. 02 89011467-77www.thaitradeitaly.comwww.bigandbih.com
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