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IL DIALOGO DEI MELI (Tucidide, Storie V, 84-114; 116) 84 Dopo una spedizione contro gli Argivi sospetti di tendenze filospartane gli Ateniesi, con un numeroso esercito rinfoltito da fila alleate, fanno rotta verso l’isola di Melo. I Meli, coloni degli Spartani, avevano contribuito alle spese di guerra degli Spartani ma, rimanendo in un primo momento neutrali, entrarono in guerra solo dopo la spedizione ateniese che, al comando di Nicia, aveva devastato l’isola dieci anni prima. Adesso gli strateghi Cleomede e Tisia, accampatisi nei territori di Melo, decidono di inviare degli ambasciatori che intimassero i Meli ad unirsi alla lega Delio-Attica. Gli ambasciatori sono però condotti dinanzi ai magistrati, né dinanzi al popolo che più facilmente si sarebbe lasciato convincere. οἱ δὲ τῶν Ἀθηναίων πρέσβεις ἔλεγον τοιάδε∙ Gli ambasciatori d’Atene dissero: 85 ‘ἐπειδὴ οὐ πρὸς τὸ πλῆθος οἱ λόγοι γίγνονται, ὅπως δὴ μὴ ξυνεχεῖ ῥήσει οἱ πολλοὶ ἐπαγωγὰ καὶ ἀνέλεγκτα ἐσάπαξ ἀκούσαντες ἡμῶν ἀπατηθῶσιν (γιγνώσκομεν γὰρ ὅτι τοῦτο φρονεῖ ἡμῶν ἡ ἐς τοὺς ὀλίγους ἀγωγή), ὑμεῖς οἱ καθήμενοι ἔτι ἀσφαλέστερον ποιήσατε. καθ᾽ ἕκαστον γὰρ καὶ μηδ᾽ ὑμεῖς ἑνὶ λόγῳ, ἀλλὰ πρὸς τὸ μὴ δοκοῦν ἐπιτηδείως λέγεσθαι εὐθὺς ὑπολαμβάνοντες κρίνετε. καὶ πρῶτον εἰ ἀρέσκει ὡς λέγομεν εἴπατε.’ “Dal momento che i discorsi non sono tenuti dinanzi al popolo, affinché i più, udite da noi in un unico discorso continuo parole allettanti ed inconfutabili, non vengano ingannati (sappiamo infatti che questo scopo ha l’averci condotti al cospetto di pochi), voi che sedete state ancor più tranquilli. E anche voi dunque, ad ogni argomento, replicate non con un unico discorso, ma prendendo subito la parola contro ciò che sembri detto inopportunamente. Ed anzitutto dite se approvate ciò che diciamo.” ἐπειδὴ = causale ὅπως μὴ ἀπατηθῶσιν = finale ἐσάπαξ = una sola volta > un unico ἐπαγογός = allettante; da ἐπάγω (condurre, convincere) ἀνέλεγκτος = da α+ἐλέγχω ἀπατηθῶσιν = cong aor pass da apatao φρονέω = penso, ritengo, consilium habeo καθήμενοι = part attributivo da kathemai ἀσφαλής = da α+σφάλλω/σφάλμα

Dialogo Dei Meli

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classico greco, tucididetraduzione analisi note di S. Bellavia

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IL DIALOGO DEI MELI (Tucidide, Storie V, 84-114; 116)

84Dopo una spedizione contro gli Argivi sospetti di tendenze filospartane gli Ateniesi, con un numeroso esercito rinfoltito da fila alleate, fanno rotta verso l’isola di Melo.I Meli, coloni degli Spartani, avevano contribuito alle spese di guerra degli Spartani ma, rimanendo in un primo momento neutrali, entrarono in guerra solo dopo la spedizione ateniese che, al comando di Nicia, aveva devastato l’isola dieci anni prima.Adesso gli strateghi Cleomede e Tisia, accampatisi nei territori di Melo, decidono di inviare degli ambasciatori che intimassero i Meli ad unirsi alla lega Delio-Attica. Gli ambasciatori sono però condotti dinanzi ai magistrati, né dinanzi al popolo che più facilmente si sarebbe lasciato convincere.

οἱ δὲ τῶν Ἀθηναίων πρέσβεις ἔλεγον τοιάδε∙ Gli ambasciatori d’Atene dissero:85

‘ἐπειδὴ οὐ πρὸς τὸ πλῆθος οἱ λόγοι γίγνονται, ὅπως δὴ μὴ ξυνεχεῖ ῥήσει οἱ πολλοὶ ἐπαγωγὰ καὶ ἀνέλεγκτα ἐσάπαξ ἀκούσαντες ἡμῶν ἀπατηθῶσιν (γιγνώσκομεν γὰρ ὅτι τοῦτο φρονεῖ ἡμῶν ἡ ἐς τοὺς ὀλίγους ἀγωγή), ὑμεῖς οἱ καθήμενοι ἔτι ἀσφαλέστερον ποιήσατε. καθ᾽ ἕκαστον γὰρ καὶ μηδ᾽ ὑμεῖς ἑνὶ λόγῳ, ἀλλὰ πρὸς τὸ μὴ δοκοῦν ἐπιτηδείως λέγεσθαι εὐθὺς ὑπολαμβάνοντες κρίνετε. καὶ πρῶτον εἰ ἀρέσκει ὡς λέγομεν εἴπατε.’

“Dal momento che i discorsi non sono tenuti dinanzi al popolo, affinché i più, udite da noi in un unico discorso continuo parole allettanti ed inconfutabili, non vengano ingannati (sappiamo infatti che questo scopo ha l’averci condotti al cospetto di pochi), voi che sedete state ancor più tranquilli. E anche voi dunque, ad ogni argomento, replicate non con un unico discorso, ma prendendo subito la parola contro ciò che sembri detto inopportunamente. Ed anzitutto dite se approvate ciò che diciamo.”

ἐπειδὴ = causaleὅπως μὴ ἀπατηθῶσιν = finaleἐσάπαξ = una sola volta > un unicoἐπαγογός = allettante; da ἐπάγω (condurre, convincere)ἀνέλεγκτος = da α+ἐλέγχωἀπατηθῶσιν = cong aor pass da apataoφρονέω = penso, ritengo, consilium habeoκαθήμενοι = part attributivo da kathemaiἀσφαλής = da α+σφάλλω/σφάλμαἀσφαλέστερον = valore avverbialeποιήσατε = imp aor; principaleκρίνω = giudicare, accusare, eprimere il proprio parereτὸ μὴ δοκοῦν = inf sostantivatoεἴπατε = imp aor da lego; principaleἀρέσκω = piacereεἰ ἀρέσκει = interrogativa indirettaὡς λέγομεν = interrogativa indiretta

86οἱ δὲ τῶν Μηλίων ξύνεδροι ἀπεκρίναντο ‘ἡ μὲν ἐπιείκεια τοῦ διδάσκειν καθ᾽ ἡσυχίαν ἀλλήλους οὐ ψέγεται, τὰ δὲ τοῦ πολέμου, παρόντα ἤδη καὶ οὐ μέλλοντα, διαφέροντα αὐτοῦ φαίνεται. ὁρῶμεν γὰρ αὐτούς τε κριτὰς ἥκοντας ὑμᾶς τῶν λεχθησομένων καὶ τὴν τελευτὴν ἐξ αὐτοῦ, κατὰ τὸ εἰκὸς, περιγενομένοις μὲν τῷ δικαίῳ καὶ δι᾽ αὐτὸ μὴ ἐνδοῦσι πόλεμον ἡμῖν φέρουσαν,

I rappresentanti dei Meli risposero: “Non biasimiamo la ragionevolezza dell’esporci l’un l’altro, tranquillamente, le nostre ragioni, ma gli avvenimenti della guerra, già presenti e non futuri, sembrano differire da tale proposito. Vediamo infatti che voi stessi giungete come giudici di quanto verrà detto e che il risultato del discorso senza dubbio porterà a noi, se saremo

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πεισθεῖσι δὲ δουλείαν.’ vittoriosi sul piano della giustizia e per questo non cederemo, la guerra, se invece ci lasceremo convincere, la schivitù.”

παρόντα, μέλλοντα = part attributiviκριτὰς = predicativo di umasδιαφέροντα = part predicativoλεχθησομένων = part fut da lego; sostantivatoἐνδοῦσι = part pres da endidomiπεριγενομένοις, ἐνδοῦσι, πεισθεῖσι = part congiunti con valore ipotetico

87ΑΘ. εἰ μὲν τοίνυν ὑπονοίας τῶν μελλόντων λογιούμενοι ἢ ἄλλο τι ξυνήκετε ἢ ἐκ τῶν παρόντων καὶ ὧν ὁρᾶτε περὶ σωτηρίας βουλεύσοντες τῇ πόλει, παυοίμεθ᾽ ἄν∙ εἰ δ᾽ ἐπὶ τοῦτο, λέγοιμεν ἄν.

AT. Se dunque siete venuti per parlare di congetture sul futuro o per un motivo diverso dal progettare la salvezza per la città in base alla situazione presente e a ciò che vedete, possiamo finirla qui; se invece siete venuti per questo, possiamo discutere.

88ΜΗΛ. εἰκὸς μὲν καὶ ξυγγνώμη ἐν τῷ τοιῷδε καθεστῶτας ἐπὶ πολλὰ καὶ λέγοντας καὶ δοκοῦντας τρέπεσθαι∙ ἡ μέντοι ξύνοδος καὶ περὶ σωτηρίας ἥδε πάρεστι, καὶ ὁ λόγος ᾧ προκαλεῖσθε τρόπῳ, εἰ δοκεῖ, γιγνέσθω.

MEL. È naturale e compatibile che coloro che si trovano in una tale situazione si volgano, sia parlando che pensando, a molte ipotesi; ma quest’incontro, certamente, riguarda la nostra salvezza e, se vi pare, il discorso avvenga nel modo che proponete.

λογιούμενοι = part futuro da logizomai; congiunto con valore finaleξυνήκετε = principaleἄλλο ἢ = aliud quamβουλεύσοντες = part congiunto con valore finale; futἄν + ott con valore potenzialeξυγγνώμη = perdono, compatimentoκαθεστῶτας = part perf; sostantivato; sogg dell’infinitivaλέγοντας, δοκοῦντας = part congiuntiγιγνέσθω = imperativo pres

89ΑΘ. ἡμεῖς τοίνυν οὔτε αὐτοὶ μετ᾽ ὀνομάτων καλῶν, ὡς ἢ δικαίως τὸν Μῆδον καταλύσαντες ἄρχομεν ἢ ἀδικούμενοι νῦν ἐπεξερχόμεθα, λόγων μῆκος ἄπιστον παρέξομεν, οὔθ᾽ ὑμᾶς ἀξιοῦμεν ἢ ὅτι Λακεδαιμονίων ἄποικοι ὄντες οὐ ξυνεστρατεύσατε ἢ ὡς ἡμᾶς οὐδὲν ἠδικήκατε λέγοντας οἴεσθαι πείσειν, τὰ δυνατὰ δ᾽ ἐξ ὧν ἑκάτεροι ἀληθῶς φρονοῦμεν διαπράσσεσθαι, ἐπισταμένους πρὸς εἰδότας ὅτι δίκαια μὲν ἐν τῷ ἀνθρωπείῳ λόγῳ ἀπὸ τῆς ἴσης ἀνάγκης κρίνεται, δυνατὰ δὲ οἱ προύχοντες πράσσουσι καὶ οἱ ἀσθενεῖς ξυγχωροῦσιν.

AT. Ebbene, né noi faremo con belle parole un lungo ed inverosimile discorso su come comandiamo giustamente perchè abbiamo sconfitto l’esercito persiano o su come adesso marciamo contro di voi poiché abbiamo subito ingiustizia, né riteniamo degno che voi crediate di convincerci dicendo o che, pur essendo coloni degli Spartani, non avete combattuto con loro o che non avete commesso nessuna ingiustizia nei nostri confronti, ma riteniamo degno che voi facciate ciò che è possibile, in base a ciò che entrambi pensiamo, sapendo, come noi sappiamo, che nei discorsi umani si stabiliscono azioni giuste da una pari condizione, ma i più forti compiono ciò che è possibile, i deboli si adattano.

παρέξομεν = principaleλόγων μῆκος ἄπιστον παρέξομεν = daremo una non credibile lunghezza di paroleὡς ἄρχομεν = interrogativa indirettaἀξιοῦμεν = cordinata alla principale che regge umas oiesthai/diaprassesthaiὑμᾶς οἴεσθαι = infinitiva

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λέγοντας = part congiuntoὅτι, ὡς = dichiarative rette da legontasφρονοῦμεν = relativaἐπισταμένους = part congiuntoπρὸς con valore comparativoεἰδότας = part perf da orao; attributivo riferito ad emas sottintesπρούχοντες = part sostantivato da proechoSi sceglie di agire secondo giustizia quando si è nella stessa condizione, ma se altri sono più forti, altri più deboli, sono i più forti ad agire secondo ciò che è nelle loro possibilità.

90ΜΗΛ. ᾗ μὲν δὴ νομίζομέν γε, χρήσιμον (ἀνάγκη γάρ, ἐπειδὴ ὑμεῖς οὕτω παρὰ τὸ δίκαιον τὸ ξυμφέρον λέγειν ὑπέθεσθε) μὴ καταλύειν ὑμᾶς τὸ κοινὸν ἀγαθόν, ἀλλὰ τῷ αἰεὶ ἐν κινδύνῳ γιγνομένῳ εἶναι τὰ εἰκότα καὶ δίκαια, καί τι καὶ ἐντὸς τοῦ ἀκριβοῦς πείσαντά τινα ὠφεληθῆναι. καὶ πρὸς ὑμῶν οὐχ ἧσσον τοῦτο, ὅσῳ καὶ ἐπὶ μεγίστῃ τιμωρίᾳ σφαλέντες ἂν τοῖς ἄλλοις παράδειγμα γένοισθε.

MEL. Come pensiamo, è utile (anzi necessario, dal momento che voi avete scelto così ingiustamente di parlare dell’ultile) che voi non demoliate il bene comune, ma che chi di volta in volta si trova in pericolo abbia equità e giustizia, e che abbia dei vantaggi anche chi cerca di convincere qualcun altro senza accuratezza. E ciò conviene a voi non meno di quanto sareste da esempio agli altri, se cadeste vittime di una grandissima vendetta.

ᾗ = avverbioτὰ εἰκότα = part sostantivato da ἔοικα; le cose giusteπείσαντά = part sostantivato; sogg dell’infinitivaτινα = compl oggettoτοῦ ἀκριβοῦς = agg sostantivatoἐντὸς può avere significato positivo o negativo (dentro, non ancora dentro)σφαλέντες = part aor pass; congiunto con valore ipotetico; protasi implicita del terzo tipoπρὸς ὑμῶν = ellittico di eimi; è convenientemente a voiοὐχ ἧσσον = litoteἧσσον = comparativo irregolare da μικρός Risulta essere più conveniente per gli Ateniesi mostrarsi disponibili all’aiuto di quanto possa essere conveniente divenire un esempio di vittime di una vendetta.

91ΑΘ. ἡμεῖς δὲ τῆς ἡμετέρας ἀρχῆς, ἢν καὶ παυθῇ, οὐκ ἀθυμοῦμεν τὴν τελευτήν∙ οὐ γὰρ οἱ ἄρχοντες ἄλλων, ὥσπερ καὶ Λακεδαιμόνιοι, οὗτοι δεινοὶ τοῖς νικηθεῖσιν (ἔστι δὲ οὐ πρὸς Λακεδαιμονίους ἡμῖν ὁ ἀγών), ἀλλ᾽ ἢν οἱ ὑπήκοοί που τῶν ἀρξάντων αὐτοὶ ἐπιθέμενοι κρατήσωσιν.

AT. Noi invece, anche se dovesse finire, non disperiamo per la fine del nostro impero: infatti coloro che comandano sugli altri, come anche gli Spartani, non sono così terrificanti per gli sconfitti (la nostra battaglia non è contro gli Spartani), ma se un giorno i sudditi, ribellandosi di propria iniziativa a chi detiene il potere, ottenessero di comandare.

παυθῇ = cong aor p da παύωἢν παυθῇ = protasi del secondo tipoἢν κρατήσωσιν = protasi del secondo tipo con apodosi sottintesa “sarebbe terrificante”κρατήσωσιν = cong aorἐπιθέμενοι = part aor m; congiunto

καὶ περὶ μὲν τούτου ἡμῖν ἀφείσθω κινδυνεύεσθαι∙ ὡς δὲ ἐπ᾽ ὠφελίᾳ τε πάρεσμεν τῆς ἡμετέρας ἀρχῆς καὶ ἐπὶ σωτηρίᾳ νῦν τοὺς λόγους ἐροῦμεν τῆς ὑμετέρας πόλεως, ταῦτα δηλώσομεν, βουλόμενοι ἀπόνως μὲν ὑμῶν ἄρξαι, χρησίμως δ᾽ ὑμᾶς ἀμφοτέροις σωθῆναι.

E riguardo a ciò ci si permetta di correre il rischio; adesso dimostreremo che siamo qui presenti per l’utilità del nostro impero e che parleremo per la salvezza della vostra cittò, poichè vogliamo comandare su voi senza fatica, e che voi vi salviate in modo che giovi ad entrambi.

ἀφείσθω = imperativo perf da afiemi; principaleδηλώσομεν = principaleταῦτα anticipa in prolessi le dichiarative

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ὡς πάρεσμεν, ἐροῦμεν = dichiarativeἀπόνως = sine labore

92ΜΗΛ. καὶ πῶς χρήσιμον ἂν ξυμβαίη ἡμῖν δουλεῦσαι, ὥσπερ καὶ ὑμῖν ἄρξαι;

MEL. E come potrebbe essere utile per noi essere schiavi, come per voi comandare?

93ΑΘ. ὅτι ὑμῖν μὲν πρὸ τοῦ τὰ δεινότατα παθεῖν ὑπακοῦσαι ἂν γένοιτο, ἡμεῖς δὲ μὴ διαφθείραντες ὑμᾶς κερδαίνοιμεν ἄν.

AT. Poiché a voi capiterebbe di sottometervi prima di subire la sorte peggiore, noi, invece, se non vi distruggeremo, ne guadagneremmo.

ξυμβαίη = ott aor 3 da συμβαίνωὑπακοῦσαι = inf retto da γένοιτο

94ΜΗΛ. ὥστε δὲ ἡσυχίαν ἄγοντας ἡμᾶς φίλους μὲν εἶναι ἀντὶ πολεμίων, ξυμμάχους δὲ μηδετέρων, οὐκ ἂν δέξαισθε;

MEL. E non accettereste che noi, rimanendo neutrali, fossimo vostri amici piuttosto che nemici, alleati di nessuna delle due fazioni?

95ΑΘ. οὐ γὰρ τοσοῦτον ἡμᾶς βλάπτει ἡ ἔχθρα ὑμῶν ὅσον ἡ φιλία μὲν ἀσθενείας, τὸ δὲ μῖσος δυνάμεως παράδειγμα τοῖς ἀρχομένοις δηλούμενον.

AT. No, infatti l’ostilità non è dannosa quanto l’amicizia poiché l’amicizia si mostra a quanti sono a noi sottoposti come esempio di debolezza, mentre l’odio di potenza.

ὥστε = avv;ἄγοντας = part congiuntoδηλούμενον = part congiunto; concordato sia con misos che con φιλίαἀσθενείας = retto da παράδειγμαSe noi siamo vostri nemici dimostriamo di essere forti se invece vi lasciamo in pace ci dimostriamo deboli.

96ΜΗΛ. σκοποῦσι δ᾽ ὑμῶν οὕτως οἱ ὑπήκοοι τὸ εἰκός, ὥστε τούς τε μὴ προσήκοντας καὶ ὅσοι ἄποικοι ὄντες οἱ πολλοὶ καὶ ἀποστάντες τινὲς κεχείρωνται ἐς τὸ αὐτὸ τιθέασιν;

MEL. I vostri sudditi considerano ciò che è ragionevole così da porre sullo stesso piano quanti, essendo per la maggior parte vostri coloni ed essendosi alcuni ribellati, si sono sottomessi, e chi non ha nulla a che fare con voi?

97ΑΘ. δικαιώματι γὰρ οὐδετέρους ἐλλείπειν ἡγοῦνται, κατὰ δύναμιν δὲ τοὺς μὲν περιγίγνεσθαι, ἡμᾶς δὲ φόβῳ οὐκ ἐπιέναι∙ ὥστε ἔξω καὶ τοῦ πλεόνων ἄρξαι καὶ τὸ ἀσφαλὲς ἡμῖν διὰ τὸ καταστραφῆναι ἂν παράσχοιτε, ἄλλως τε καὶ νησιῶται ναυκρατόρων καὶ ἀσθενέστεροι ἑτέρων ὄντες εἰ μὴ περιγένοισθε.

AT. Ritengono infatti che nessuno dei due venga meno a quanto è giusto e che, secondo la loro forza, alcuni si salvino mentre noi, per paura, non li attacchiamo; così ci procurereste, oltre al dominio su più territori, anche stabilità, sottomettendovi, ma anche se non sopravviveste, poiché siete isolani tra coloro che hanno il dominio dei mari e più deboli degli altri.

ὥστε (οἱ ὑπήκοοι) τιθέασιν = consecutivaτινες = correlato con οἱ πολλοὶὅσοι κεχείρωνται = relativa in variatio col participio sostantivato prosekontasκεχείρωνται = perf da ceirooἐπιέναι = inf da ἐπ-εἶμιτοῦ ἄρξαι = inf sostantivatoεἰ μὴ περιγένοισθε = protasi del terzo tipoI vostri sudditi considerano giusto porre sullo stesso piano coloro che rimangono neutrali e coloro che, o perché vostri coloni o perché ribelli sconfitti, stanno sottomessi a voi?Sì, perché sia quelli che si sottomettono sia quelli che non lo fanno sono giustificati. Infatti pensano che se qualcuno è forte noi non lo attacchiamo per paura, mentre se è più debole gli conviene sottomettersi. Quindi se voi, che siete più deboli, vi sottomettete ci procurereste il dominio su territori maggiori e noi dimostreremmo la nostra forza, ma se

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provaste a fuggire vi sconfiggeremo dimostrando anche così la nostra superiorità.I sudditi degli Ateniesi pensano che se un popolo è palesemente più debole conviene che si sottometta, ma se un popolo resta neutrale (come vogliono fare i Meli) e gli Ateniesi non lo sottomettono con la forza, vuol dire che questo popolo è più forte degli Ateniesi stessi. Perciò gli Ateniesi, per dimostrare la loro superiorità preferiscono che i Meli, piuttosto che dichiararsi neutrali ed essere loro “amici”, si dichiarino nemici così da poterli attaccare e sconfiggere dimostrando la propria superiorità.

98ΜΗΛ. ἐν δ᾽ ἐκείνῳ οὐ νομίζετε ἀσφάλειαν; δεῖ γὰρ αὖ καὶ ἐνταῦθα, ὥσπερ ὑμεῖς τῶν δικαίων λόγων ἡμᾶς ἐκβιβάσαντες τῷ ὑμετέρῳ ξυμφόρῳ ὑπακούειν πείθετε, καὶ ἡμᾶς τὸ ἡμῖν χρήσιμον διδάσκοντας, εἰ τυγχάνει καὶ ὑμῖν τὸ αὐτὸ ξυμβαῖνον, πειρᾶσθαι πείθειν. ὅσοι γὰρ νῦν μηδετέροις ξυμμαχοῦσι, πῶς οὐ πολεμώσεσθε αὐτούς, ὅταν ἐς τάδε βλέψαντες ἡγήσωνταί ποτε ὑμᾶς καὶ ἐπὶ σφᾶς ἥξειν; κἀν τούτῳ τί ἄλλο ἢ τοὺς μὲν ὑπάρχοντας πολεμίους μεγαλύνετε, τοὺς δὲ μηδὲ μελλήσαντας γενέσθαι ἄκοντας ἐπάγεσθε;

MEL. E in quella proposta non pensate che ci sia sicurezza? Infatti, così come voi, impedendoci di trattare argomenti giusti, provate a convincerci a sottometterci al vostro interesse, anche in questo caso bisogna che noi, conoscendo ciò che per noi stessi è utile, se questo stesso si trova ad esserlo anche per voi, proviamo a convincervi. Come infatti non dovrete combattere contro coloro che adesso non sono alleati di nessuno, se, vedendo ciò, penseranno che un giorno voi marcerete anche contro di loro? E in questo modo cos’altro fate se non rendere più forti coloro che già sono vostri nemici ed indurre a divenirlo, contro voglia, coloro che non lo sono?

ἐκβιβάσαντες = part aor; congiuntoδεῖ = principaleἡμᾶς πειρᾶσθαι = soggettivaξυμβαῖνον = part predicativoαὐτούς = antecedente di ὅσοιὅσοι = prolessi del relativoπολεμώσεσθε = ind fut medio da πολεμέω/πολεμόωκἀν = crasiἢ μεγαλύνετε = comparativa

99ΑΘ. οὐ γὰρ νομίζομεν ἡμῖν τούτους δεινοτέρους ὅσοι ἠπειρῶταί που ὄντες τῷ ἐλευθέρῳ πολλὴν τὴν διαμέλλησιν τῆς πρὸς ἡμᾶς φυλακῆς ποιήσονται, ἀλλὰ τοὺς νησιώτας τέ που ἀνάρκτους, ὥσπερ ὑμᾶς, καὶ τοὺς ἤδη τῆς ἀρχῆς τῷ ἀναγκαίῳ παροξυνομένους. οὗτοι γὰρ πλεῖστ᾽ ἂν τῷ ἀλογίστῳ ἐπιτρέψαντες σφᾶς τε αὐτοὺς καὶ ἡμᾶς ἐς προῦπτον κίνδυνον καταστήσειαν.

AT. Non riteniemo per noi più pericolosi questi che, vivendo da qualche parte sulla terra ferma, rimanderanno molto le misure di difesa contro di noi per la loro libertà, ma gli isolani liberi, come voi, e quelli che sono già esasperati dalla prepotenza del nostro dominio. Questi infatti, lasciandosi andare sfrenatamente all’irragionevole, potrebbero mettere in evidente pericolo loro stessi e noi.

100ΜΗΛ. ἦ που ἄρα, εἰ τοσαύτην γε ὑμεῖς τε μὴ παυθῆναι ἀρχῆς καὶ οἱ δουλεύοντες ἤδη ἀπαλλαγῆναι τὴν παρακινδύνευσιν ποιοῦνται, ἡμῖν γε τοῖς ἔτι ἐλευθέροις πολλὴ κακότης καὶ δειλία μὴ πᾶν πρὸ τοῦ δουλεῦσαι ἐπεξελθεῖν.

MEL. Ma allora, se voi correte un tale pericolo per non perdere il vostro potere, e lo corrono coloro che sono assoggettati a voi per essere liberati, per noi, che siamo già liberi, sarebbe un gran danno e segno di viltà non provare ogni mezzo per non divenire schiavi.

ἠπειρῶται = agg da ἠπειρώτης Gli abitanti delle isole, come si era già detto, sono deboli e non potrebbero sfuggire ad Atene che domina i mari; chi abita il contintente, invece, è libero dalla talassocrazia ateniese, quindi più al sicuro.διαμέλλησιν ποιήσονται = da διαμέλλω (rimando, indugio); faranno ritardoτοὺς παροξυνομένους = part sostantivatoπλεῖστα = avv

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ἀλογίστῳ = superlativoκαταστήσειαν = ott aor sigmaticoτοσαύτην... παρακινδύνευσινμὴ παυθῆναι = finale implicita παυθῆναι = inf aor pass da παύωἀπαλλαγῆναι = inf aor pass da ἀπαλλάσσωπολλὴ κακότης καὶ δειλία (ἐστί)

101-114; 116AT. La vostra lotta non riguarda l’onore, ma la sopravvivenza.MEL. Ma se ci arrendiamo adesso perdiamo ogni speranza, se invece agiamo avremo ancora speranza poiché le sorti della guerra sono sempre imprevedibili.AT. La speranza è d’aiuto per chi ha mezzi sufficienti, ma chi non li ha comincia a sperare solo quando, caduto in disgrazia, non ha più vie di salvezza. Voi, che siete deboli e in pericolo, evitate la disgrazia e non fate come coloro che, persa ogni speranza concreta, si affidano ad oracoli e profezie, che insieme alle speranze li portano alla rovina.MEL. Anche se noi siamo più deboli agiamo secondo giustizia e avremo, quindi, il favore deglie dei. Inoltre gli Spartani, per dovere nei confronti dei loro coloni, dovranno correre in nostro aiuto.AT. Noi non temiamo di agire contro le leggi divine perché anche tra gli dei vale la legge del più forte, che è una legge più antica di noi, di cui ci serviamo e di cui vi servireste anche voi se aveste raggiunto la nostra stessa potenza. E illusioni sono anche le vostre speranze sugli Spartani: questi infatti, pur servando l’onore quando agiscono tra di loro, molto diversamente si comportando con gli altri, considerando giusto solo ciò che è, di volta in volta, per loro più vantaggioso.MEL. Riteniamo tuttavia che loro non vogliano tradirci poiché così tutti i loro alleati perderebbero la fiducia in loro.AT. Ma l’interesse sta nella sicurezza, mentre la giustizia è fonte, in questo caso, di pericolo e i Lacedemoni non amano il pericolo.MEL. Ma sta nel loro interesse proteggere noi più di chiunque altro vista la nostra posizione strategica.AT. Ma gli Spartani ben sanno che la cosa più importante è l’effettiva forza militare e non la benevolenza verso gli alleati (ed è alla prima che fanno affidamento quando le loro forze non sono sufficienti), quindi è improbabile che s’imbarchino sfidando noi che siamo padroni del mare.MEL. Ma potrebbero anche mandare degli altri in nostro soccorso e se questo piano dovesse fallire potrebbero attaccare via terra la vostra terra e e i vostri alleati ancora incolumi e così non dovreste più preoccuparvi della nostra terra, che non vi appartiene, ma della vostra stessa città.AT. Essere assediati può succedere a chiunque. Ma è vero che voi, pur volendo salvarvi, in questo discorso nulla avete deciso di concreto, ma vi affidate a speranze future ed incerte e non avete mezzi sufficienti per difendervi. Quando ce ne saremo andati potrete ancora cambiare idea, ma se vi lascerete allettare dall’onore soccomberete come tutti gli altri poiché l’onore ha spinto molti ad andare verso sciagure che pure già prevedevano. E la disfatta, accompagnata dalla follia, fu allora più vergognosa. Dunque se farete la scelta giusta e considererete decoroso divenire nostri alleati, che siamo più forti di voi, pagando i tributi ma mantenendo la vostra terra, vi salverete da questa vergogna; e, potendo scegliere tra la guerra e la sicurezza, non scegliete la cosa peggiore per testardaggine. Infatti coloro che sono ragionevoli coi forti, che non cedono ai loro eguali e sono moderati coi più deboli, hanno sempre la meglio. Dunque meditate bene quando ce ne saremo andati perché la giusta scelta potrebbe salvare la vostra patria.Tuttavia i Meli presero una decisione coerente ai loro argomenti e risposero: “Resteremo fedeli ai nostri ideali e non ci priveremo senza combattere della nostra libertà, confidando nell’aiuto degli dei e degli Spartani. Vi proponiamo dunque un patto secondo il quale, se voi lascerete la nostra terra, noi resteremo neutrali.”AT. La vostra scelta si fonda su certezze che in realtà tali non sono; sperate invano nell’aiuto dei Lacedemoni e questo vi porterà alla rovina.

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Gli ambasciatori ateniesi tornarono così dal loro esercito e l’isola fu messa sotto assedio. L’inverno seguente gli Spartani decisero una spedizione contro Argo alla quale però rinunciarono. Intanto i Meli aprirono una breccia nel muro d’assedio degli Ateniesi ma questi ricevettero rinforzi e, grazie all’aiuto di alcuni Meli traditori, assoggettarono la città. Decisero quindi, di uccidere tutti gli uomini e rendere in schiavitù donne e bambini, si assediarono poi loro stessi nell’isola che fu così ricolonizzata.