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CARBOIDRATI
Letteralmente è una biomolecola formata da carbonio,
idrogeno e ossigeno. Non voglio fare il chimico e insegnarti
questa materia, in questo momento. Però voglio farti capire
perché spesso nei blog di oltreoceano trovi la sigla cho. C sta
per carbonio, H sta per idrogeno e O sta per ossigeno. Se ti
capita di vedere una S alla fine di questo acronimo (CHOS) è
semplicemente il suffisso plurale perché si chiamano
“carboidrati”. Li troviamo ovunque, dalla frutta alla pasta, dai
cereali allo zucchero da tavola ma sempre di zuccheri si tratta.
Il nostro corpo riconoscerà quello quindi è inutile togliere
qualche fonte alimentare perché “fa ingrassare”. No, non c'è
qualche fonte che fa ingrassare, forse c'è qualche fonte meno
nobile, qualche caloria "vuota", ma anche di questo ne
parleremo più avanti.
Possiamo classificare i carboidrati in semplici e complessi ma
comunque il nostro corpo produrrà tutta una serie di
trasformazioni biochimiche per renderli tutti semplici e cioè
monosaccaridi.
Se è uno zucchero semplice si parla già di un monosaccaride,
se è più complesso si parla di disaccaride e polisaccaride. Ma
questo per stare a dieta non ci interessa. Sempre e comunque
diventerà un monosaccaride dentro di noi: è chiaro? Questo
concetto ti deve essere molto chiaro, mi raccomando!
Quello che ci interessa sapere, quando siamo a dieta o
quando seguiamo un regime alimentare particolare, sono i tipi
di zuccheri che scegliamo e il loro utilizzo da parte del nostro
corpo. Un esempio eclatante viene dal comune fruttosio che,
come dice il nome stesso, è lo zucchero che troviamo in grandi
percentuali nella frutta. È utilissimo per il nostro corpo come
riserva energetica ma solo a vantaggio e stoccaggio per il nostro
fegato. Infatti non produce l'energia necessaria allo
spostamento di carichi, a correre, a pedalare o a fare qualsiasi
altra attività fisica. Serve esclusivamente come zucchero
utilizzabile da parte del fegato, per alzare all'occorrenza i nostri
livelli di glicemia.
Un esempio: quando ti prende il famoso "calo di zuccheri" è
perché probabilmente hai terminato il tuo glicogeno epatico che
è la forma di zucchero che si annida nel tuo fegato, pronto ad
essere rilasciato nel flusso ematico per innalzare i livelli di
glicemia. Questo lo fa con un ormone che si chiama glucagone.
“Gluc” ti ricorda qualcosa? Glucosio… Ok, hai già capito dove
voglio andare a parare. Il nostro fegato però è un organo molto
piccolo quindi non pensare che possa avere una possibilità di
stoccaggio illimitata. Pertanto devi considerare tre cose
importanti:
1) il glicogeno prodotto attraverso il fruttosio non viene mai
stoccato all'interno dei muscoli quindi diventa solo glicogeno
epatico.
2) il fegato è molto piccolo come sede di stoccaggio
3) il nostro corpo non espelle mai gli zuccheri, perché li
ritiene una fonte molto buona di energia tanto che, piuttosto
che eliminarli, li converte in grassi. Rimanendo nel fegato
diventano grassi epatici quindi il rischio che un eccesso di
fruttosio possa provocare una steatosi epatica è abbastanza
elevato (non preoccupante, bisogna esserci ovviamente un po'
predisposti). Questo comporta che le diete di sola frutta a
sazietà non facciano dimagrire ma che possano, anzi, diventare
pericolose. Ripeto, ciò non significa che mangiare 5 mele una
volta ti mandi in pappa il fegato, assolutamente no. Però
bisogna stare attenti a non esagerare anche perché tutti gli
eccessi fanno male, di qualsiasi cosa.
Diciamo che se nel totale giornaliero di carboidrati,
ipotizziamo 100 grammi, dal fruttosio ne deriva fino ad un 30%,
(quindi fino a 30 grammi sui 100 totali) questa fonte di zuccheri
non può essere considerata preoccupante.
Se per caso hai sentito dire che l'ananas brucia i grassi sappi
che è innanzitutto una cavolata. Inoltre hai capito perché,
soprattutto se ne mangi 2 kg, non solo ingrasserai ma ti farai
anche veramente del male.
Ragioniamo comunque a carboidrati. Oggi c'è la moda del
carboidrato integrale come se facesse dimagrire ma non è
assolutamente così. Ripesca nella memoria o torna indietro in
questo nostro primo modulo sul concetto di caloria. Vai a
guardare i valori nutrizionali in kcal comparando un alimento
integrale con uno non integrale: vedrai che differiscono di
pochissimo. Quindi il carboidrato integrale non fa dimagrire
ma tuttavia ha due proprietà molto importanti da non
trascurare assolutamente. La La prima è che rallenta
l'assorbimento, grazie alla presenza di fibre. Questo può essere
senz'altro di grande aiuto a chi ha sviluppato una piccola
resistenza insulinica, cioè a chi è soggetto a picchi glicemici
molto alti, prima che l'insulina intervenga. Poco fa ti ho
accennato al glucagone: l'insulina fa l'esatto contrario cioè cerca
di abbassare la glicemia. Se siamo resistenti all'insulina, passa
del tempo prima che questa si inneschi per abbassare la
glicemia, che di conseguenza più passa del tempo e più si
alzerà. La presenza delle fibre alimentare aiuta il contenimento
di questo aumento incontrollato della glicemia dando appunto
il tempo all' insulina di agire. Ed è per questo che il carboidrato
integrale è senz'altro più consigliato rispetto ad un carboidrato
non integrale, facendo riferimento ad un soggetto già
blandamente insulino-resistente.
Inoltre il carboidrato non integrale ha la particolarità di
essere stato lavorato così a lungo, da aver perso molte proprietà
nutrizionali importanti diventando un carboidrato prettamente
"vuot"o. È la famosa caloria "vuota" di cui parleremo in un
prossimo capitolo.
L'altro vantaggio dei carboidrati integrali è la presenza al
loro interno di tantissimi micronutrienti, minerali e vitamine
che solitamente si annidano nei primi strati sottostanti la
buccia. Ad esempio, sapevi che la patata sarebbe sempre
consigliato mangiarla con la buccia, ovviamente ben lavata?
Come ho scritto sopra, se riduciamo ai minimi termini il
carboidrato iniziamo a ragionare in termini di glucosio.
Se fai sport, devi capire che il glucosio è il tuo primo alleato
soprattutto per affrontare un allenamento, qualunque esso sia,
al massimo delle tue potenzialità.
Perché? Beh, ti presento il ciclo di Krebs.
Non ti illustrerò ogni passaggio poiché, lo so perfettamente,
non ti interessa ogni singola reazione ma se guardi
attentamente in alto a destra capirai che grazie a questo ciclo
energetico che avviene al nostro interno, noi siamo in grado di
produrre energia. È un ciclo energetico anfibolico che significa
che è sia catabolico (degradazione di molecole) che anabolico
(sintesi di nuove molecole).
La glicolisi rappresenta il percorso catabolico, sulla sinistra
puoi vedere la gluconeogenesi rappresenta il percorso
anabolico visto che produce glucosio per, appunto, creare
energia e far partire il ciclo stesso.
E da cosa parte tutto? Esatto, proprio dalla presenza di
glucosio, o dalla sua produzione autonoma. Quindi se fai sport
e vuoi mantenerti in forma non abbandonare mai i carboidrati.
Ci sono alcuni regimi alimentari, vedi le diete iperproteiche
oppure quelle chetogeniche, che prevedono di abbassarli
drasticamente ma per un brevissimo periodo di tempo e con
una certa coscienza e conoscenza. Ciò non significa infatti che
siano regimi alimentari assolutamente in linea con lo stile di
vita di uno sportivo. E comunque se caboidrati non ne trova, ne
produrrà da solo partendo dalle proteine, o derivanti dalla
nutrizione o "mangiando" quelle muscolari.
Ci sono delle quote fisiologiche di carboidrati, individuate
solitamente in una quota di 180 grammi giornalieri, sotto alle
quali non dovremmo mai andare per evitare di innescare
processi metabolici sostitutivi che sono tutto fuorchè un
mantenimento della fisiologia umana.
Non è necessario rispettare rigorosamente tutti i giorni la
quota di 180 g andrebbe infatti raggiunto considerando una
media giornaliera prendendo in considerazione l' introito totale
settimanale o bisettimanale.
Per finire, vediamo quali sono le fonti di carboidrati che
possono essere più in linea con l’obiettivo di rimettersi in forma
e mantenere un accettabile stato di salute.
La scelta delle fonti è una finezza che in un futuro può fare la
differenza, soprattutto in un contesto sportivo.
Questo è il motivo per cui magari avrai sentito parlare molto
spesso di fonte nobile o meno nobile. Non è che una fonte abbia
o non abbia lo stemma della casata ma semplicemente ha più o
meno macronutrienti al suo interno. Per esempio il riso ha
pochissimi grassi e pochissime proteine, a meno che non si tratti
di riso integrale nel quale le proteine sono leggermente più
presenti.
In futuro, quando vorrai fare i calcoli dei tuoi
macronutrienti, questo aspetto ti potrà essere senz'altro di aiuto
per rispettare le quote degli altri macronutrienti. In poche
parole non avrai un aumento considerevole di proteine e grassi
mentre strutturerai i tuoi carboidrati
Per aiutarti a fare la spesa, eccoti una lista delle fonti di
carboidrati più nobili che puoi trovare:
1. Riso basmati/integrale/venere
2. Patate (dolci o normali)
3. Frutta (a minor contenuto di fruttosio)
4. Destrosio/vitargo/ciclodestrine
5. Gallette di riso o mais o altri cereali
6. Avena
Ora, io ti ho parlato di 180 grammi giornalieri ma ciò non
significa che non si possa andare oltre. Ci sono persone che
assumono 300/400/500 grammi giornalieri di carboidrati senza
batter ciglio (per darti un' immagine, stiamo parlando di 700-
800 gr di riso). Stiamo parlando di mezzo chilo quindi di
altissime quote. Eppure queste persone sono in forma strepitosa
perché hanno insegnato al loro corpo giorno dopo giorno,
settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, a
gestire sempre meglio la quota di carboidrati e il loro ruolo
energetico.
Chi fa sport dovrebbe avere un metabolismo glucidico molto
prestante proprio per il ciclo di Krebs di cui ti ho parlato poco
fa.
Quindi facciamo ora un recap generale.
I carboidrati si trovano ovunque, sia di origine dolce che
di origine salata. Sempre di zucchero si tratta.
Il fruttosio è lo zucchero che si trova all'interno della
frutta. Non dovremmo mai eccedere nel suo utilizzo
proprio per non incorrere in una trasformazione in acidi
grassi epatici. Mantenersi entro il 30% della quota
giornaliera di zuccheri semplici come fruttosio, può
essere un'ottima strategia per non incappare in questa
problematica.
Se non siamo abituati ad alte quote di carboidrati
giornalieri, abbiamo due opzioni: 1) fare piccoli pasti
all'interno della giornata con la presenza di carboidrati
oppure 2) preferire carboidrati di origine integrale in
modo da contenere il picco glicemico (risposta glicemica
dell' organismo, ma ne parliamo dopo) grazie alla
presenza di fibre e nel contempo assumere molti
micronutrienti, vitamine e sali minerali contenuti
appunto nei carboidrati integrali
PROTEINE
Eccoci arrivati al capitolo “proteine”. Facendo riferimento
alla palestra penserai: "ora arriva questo che ci dice che fanno
diventare grossi… chiudo il libro, rivoglio i soldi!!!".... calma!
Che uno sportivo debba controllare molto spesso il suo
apporto proteico giornaliero proprio in funzione del fatto che fa
sport è una cosa vera ma il fatto che le proteine facciano
diventare grossi oppure che facciano male non è assolutamente
vero.
Ci sono mille “se” e mille “ma”. Il fatto che tu stia leggendo
questo libro, spero, è per toglierteli questi “se” e questi “ma”.
Innanzitutto bisogna capire il significato etimologico della
parola “proteina”. Chi mi conosce sa perfettamente che io vado
proprio a sviscerare le parole prima ancora di studiarmi i
concetti perché dall’etimologia si capiscono tantissime cose.
La parola “proteina” deriva dal greco e significa “che occupa
il primo posto” quindi non è soltanto il palestrato che ci deve
stare attento ma lo dovrebbero essere tutti.
Che tu faccia o no palestra, la preoccupazione di avere un
adeguato apporto proteico dovrebbe essere la prima quando
cominci a redigere il tuo piano alimentare. Le puoi trovare in
carne, pesce, uova e negli alimenti integrali (l'abbiamo visto
prima con i carboidrati ed infatti ti ripeto la raccomandazione
di poco fa: prendi un pacco di pasta integrale e un pacco di
pasta normale e confronta l'apporto di proteine). L'associazione
delle proteine con la palestra ha significati più profondi del
fatto che facciano diventare grossi. Il primo compito delle
proteine all'interno del nostro corpo è la riparazione strutturale
e nel caso dello sportivo la riparazione della muscolatura.
Facendo attività in palestra e sostenendo sforzi fisici, creiamo
volontariamente alle fibre muscolari delle piccole lesioni che
possono essere riparate soltanto con la presenza degli
amminoacidi, che appunto compongono le proteine.
Devi pensare alle proteine come se fossero una collana di
perle in cui ogni perla è un aminoacido.
Un piccolo inconveniente che accompagna la nostra
esistenza è che mentre abbiamo una sede di stoccaggio pronta
per essere aperta all'occorrenza mettendo a disposizione sia
carboidrati (muscoli e fegato) che grassi (tessuto adiposo), per
le proteine invece questa sede di stoccaggio non c’è. Le proteine
durano all'incirca 16 ore dentro la nostra circolazione
sanguigna, pronte per essere utilizzate all'occorrenza, soltanto
non solo per la riparazione muscolare. Pensa per esempio agli
enzimi, sono proteine a tutti gli effetti.
Questo continuo ricambio e riparazione strutturale da parte
delle proteine si chiama “turnover proteico”. Le proteine che
abbiamo assunto e che circolano nel nostro sangue se vengono
utilizzate entro le 16 ore bene, altrimenti vengono espulse
tramite le urine.
Da questo dovresti capire che dire che troppe proteine fanno
male non ha ragion d’essere! Il troppo di qualsiasi cosa fa male
ma con le proteine si può arrivare a quote addirittura di 4/5 g
per kg, sempre che non via sia una predisposizione genetica a
problemi a reni e fegato. Le proteine in più vengono espulse
pertanto togliamoci dalla mente questa diceria che altro non è
che una delle più bieche forme di terrorismo psicologico fatto
da chi vuole darsi un tono senza conoscere la biochimica del
corpo umano.
Il turnover proteico e tutte quelle trasformazioni per
utilizzare le proteine a livello strutturale nel nostro corpo,
comprende una piccola parte che si chiama sintesi proteica, la
quale avviene a livello muscolare solo se sono presenti tutti gli
aminoacidi essenziali, ossia quelli che non siamo in grado di
fabbricarci da noi. Tutto quello che in nutrizione si chiama
“essenziale” significa che lo dobbiamo prendere
dall'alimentazione affinché sia disponibile nel nostro corpo.
Il nostro corpo fa già tantissimi automatismi per conto
proprio ma quando la cosa è “essenziale” significa che non
riesce a farlo da solo, quindi dobbiamo dargli una mano con
l'alimentazione.
Questo aspetto delle proteine è molto importante, in
particolar modo se sei vegetariano, vegano o fruttariano (non so
che regime alimentare tu stia seguendo).
Gli aminoacidi essenziali sono 8 ma in realtà sarebbero 9
finchè non superiamo la pubertà. Ce n'è infatti uno che diventa
“non essenziale” perché comincia a essere prodotto
autonomamente.
La sintesi proteica avviene solo in presenza di tutti e 8 gli
amminoacidi pertanto se sei vegetariano, vegano o fruttariano è
importante che tu lo sappia perché è molto difficile trovare
tutto lo spettro amminoacidico completo, soprattutto la parte
degli essenziali, quando le fonti proteiche sono di origine
vegetale. Quindi se sei vegetariano, vegano o fruttariano, cerca
di capire bene come funziona il tuo stile di vita alimentare e
cerca di fare delle combinazioni di alimenti affinché il tuo pasto
contenga tutti 8 questi aminoacidi.
1. fenilalanina
2. isoleucina
3. istidina (dopo la pubertà diventa non essenziale)
4. leucina
5. lisina
6. metionina
7. treonina
8. triptofano
9. valina
Quando un alimento o una fonte proteica contiene tutti e 8 gli
aminoacidi è una proteina ad alto valore biologico. Se facciamo
sport, soprattutto palestra ma anche qualsiasi altro tipo di
attività o semplicemente spostarsi durante la giornata,
dobbiamo sempre stare attenti ad avere fonti proteiche ad
altissimo valore biologico, altrimenti la sintesi proteica non
avviene. Capisco anche che non è sempre possibile fare
combinazioni alimentari tali da raggiungere un valore biologico
giusto ottimale pertanto un’integrazione di aminoacidi
essenziali, che commercialmente troverai indicati con la scritta
EAA (essential ammino acids), può essere una buona soluzione
per evitare di giocare a piccolo chimico con tutte le nostre fonti
proteiche.
Ripeto che è da ormai più di vent'anni che la pericolosità
delle proteine è stata smontata dalla comunità scientifica
internazionale ufficiale.
I problemi di natura metabolica ce li abbiamo a prescindere.
Se nasciamo con una problematica metabolica si tratta di un
fattore genetico oppure di un fattore ambientale, di certo non
imputabile alle proteine di per sé. Spero che questo ti sia molto
chiaro perché non vorrei che tu fossi vittima delle dicerie da
google.
Come fabbisogno possiamo dire che a partire da 0,6/0,8 g di
proteine per kg di massa magra, viene scongiurato il problema
del catabolismo muscolare anche se le proteine che abbiamo già
ben radicate nel nostro muscolo scheletrico hanno una durata di
180 giorni, cioè di 6 mesi.
Sul catabolismo ci sarebbe molto da dire ma a tal proposito ti
rinvio su Fit for dummies dove puoi trovare il video in cui il
catabolismo è spiegato molto bene.
Come possiamo massimizzare l'apporto di proteine affinché
siano strutturali ma non eccessive?
Diciamo che quando vai a fare costruzione muscolare, dove
l'importanza è data soprattutto dalla presenza di carboidrati
che sono il macronutriente più anabolico nella nostra nutrizione
legata all’ambito sportivo, stare su 1,5/1,8 grammi di proteine
per kg di massa magra è più che sufficiente. Quando poi vai a
ridurre le calorie per dimagrire o comunque definire la
muscolatura che hai costruito, allora lì devi alzare un po’
l’assunzione proteica. Ma ricorda di giocare la carta delle
proteine alte quando l’introito calorico si abbassa. Se lo
mantieni alto la cosa non funziona, così come per i carboidrati.
Eccoti una lista della spesa sulle fonti più nobili di proteine:
1. Tonno fresco e pesci magri
2. Uova (bianco)
3. Pollo e tacchino
4. Manzo (tagli magri)
5. Salmone fresco
6. Proteine isolate della carne
7. Proteine idrolizzate del siero del latte
GRASSI
Fino a non tantissimi
anni fa, diciamo intorno
agli anni '60 del secolo
scorso, i grassi erano
considerati un nutriente
quasi magico, addirittura
esistevano delle pubblicità
che ne esaltavano il potere
lubrificante sulle arterie .
Poi, pochissimo tempo dopo, sono diventati la bestia nera.
Negli anni '80 lo erano invece i carboidrati e negli anni '90 e
2000 le proteine che "fanno venire tumori ovunque, anche alle
orbite…" ora i grassi sono ritornati ad essere la bestia nera.
Come se fossero i grassi a far ingrassare… invece no!
E’ l’eccesso sia di grass che di carboidrati che di proteine che
ti farà ingrassare.
Ricordi il concetto di caloria? Bene, 1gr di ogni
macronutriente ha un suo equivalente calorico:
1. 1gr di carboidrati: 4kcal
2. 1gr di proteine: 4kcal
3. 1gr di grassi: 9kcal
Non c’è un macronutriente migliore di un altro, sono tutti falsi
miti tramandati per sentito dire. Non c'è una base scientifica su
questa colpevolizzazione di una biomolecola, che comunque è
utile per la nostra vita, quindi perché deve essere demonizzata?
Nella nutrizione serve equilibrio, è questa l'unica certezza che
dovrai tenere sempre a mente.
Questa è la parte più importante di tutto questo capitolo. Anzi,
se dovessimo stilare una classifica sull'importanza di una
molecola rispetto a un'altra, sono convinto che i lipidi (cioè i
grassi) coprirebbero il posto più alto sul podio per due delle
loro innumerevoli funzioni:
1. Produzione ormonale
2. Regolazione della trasmissione degli impulsi nervosi
Devi pensare che grazie alla presenza di lipidi, noi possiamo
produrre la mielina. Vai a guardare su google cos'è. Ed è grazie
alla presenza di grassi che noi possiamo produrla.
Quindi di cosa stiamo parlando, di un macronutriente che fa
male? Dai suvvia...
Anzi, bisognerebbe far sì che sia sempre presente una certa
quota giornaliera di lipidi. Se sei della fazione dietetica che è
convinta che la presenza dei lipidi faccia ingrassare, leggiti
com’è strutturata una dieta chetogenica che è a zero carboidrati,
a proteine medie e a grassi altissimi eppure la prescrivono
anche negli ospedali per dimagrire molto in fretta. Lasciando
perdere il discorso è vero, non è vero… funziona, per brevi
periodi, ma funziona. E lì i grassi sono belli alti eh!
Quello che serve sapere quando ci mettiamo a dieta o
quando comunque vogliamo stilare un protocollo alimentare
consono con quelli che sono gli equilibri del nostro corpo, gli
acidi grassi, perché così si chiamano, li dobbiamo suddividere
in tre sottocategorie, secondo sulla base della loro catena di
carbonio.
1. Monoinsaturi
2. Polinsaturi
3. Saturi
I monoinsaturi li troviamo comunemente nell'olio
extravergine di oliva, i polinsaturi li troviamo nel pesce, nei
semi oleosi, negli olii di semi, nella frutta secca, infine i saturi li
troviamo nella carne, soprattutto quella rossa, nel latte e nelle
uova.
L'equilibrio tra i grassi dovrebbe essere, sul totale della
quota giornaliera di grassi, un 50% dato dai monoinsaturi, un
35% dato dai polinsaturi e un 15% dato dai saturi. Però c'è da
fare una piccola distinzione con insaturi e saturi poiché ce ne
sono di nocivi e di meno nocivi.
Quelli nocivi sono rappresentati da quelli aterogenici… lo so
sto andando un po' troppo veloce ma è per farti capire:
immagina un semaforo dove c'è rosso pericolo, giallo stai
attento, verde vai pure.
Il verde sono i grassi saturi delle uova, il giallo sono i grassi
saturi del latte, il rosso sono grassi saturi della carne, quindi
dosando un tot settimanale di queste fonti di lipidi, possiamo
stare tranquilli su quelle che sono le nostre quote di introiti di
grassi.
Come quantità giornaliera, diciamo che abbiamo tre scelte: la
prima è rimanere all'interno del 15-20% del totale calorico per
quanto riguarda le grammature da assegnare ai grassi. Sto
parlando di un equilibrio, poi quando vogliamo shiftare da una
parte o dall'altra, allora il 15 può diventare 20 o anche 30
oppure al contrario può diventare 10. Questo sarai tu a
determinarlo, non io.
Se vogliamo mantenere attive tutte le funzionalità ormonali
dei grassi, non dovremmo mai scendere sotto a 0,8 g per kg di
massa magra o addirittura anche a 1 g. Solo per brevi periodi
possiamo ridurre i grassi al di sotto di questi valori, come nel
caso di una dieta ad altissimi carboidrati nella quale i grassi
potrebbero interferire nell' intento, vista e considerata la
concomitanza dei 2 sistemi energetici all'unisono (glucidico e
lipidico). La cosa importante è che l’introito medio
bisettimanale o mensile sia di almeno 35 grammi di grassi al
giorno, necessari per l’assorbimento delle vitamine liposolubili
(vitamine che si emulsionano nel nostro corpo grazie alla
presenza di lipidi).
Come per gli altri macronutrienti, ecco la lista delle fonti più
nobili di grassi:
1. Olio di semi di lino
2. Olio di borraggine
3. Olio di semi di enotera
4. Olio extravergine d’oliva
5. Frutta secca oleosa
6. Rosso d’uovo
7. Avocado
Spero che quanto argomentato sin qui ti risulti
sufficientemente chiaro. Mi auguro soprattutto di essere stato
abbastanza esaustivo e di aver suscitato ancora di più il tuo
interesse ad entrare nel mondo della nutrizione.
Certo per ogni argomento sarebbero stati necessari
una decina di capitoli dedicati, ma questo non è un libro per
ottenere una laurea. Il suo obiettivo è renderti consapevole
fornendoti gli strumenti conoscitivi per poterti difendere dal
terrorismo nutrizionale che affronti tutti i giorni