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CARBOIDRATI Letteralmente è una biomolecola formata da carbonio, idrogeno e ossigeno. Non voglio fare il chimico e insegnarti questa materia, in questo momento. Però voglio farti capire perché spesso nei blog di oltreoceano trovi la sigla cho. C sta per carbonio, H sta per idrogeno e O sta per ossigeno. Se ti capita di vedere una S alla fine di questo acronimo (CHOS) è semplicemente il suffisso plurale perché si chiamano “carboidrati”. Li troviamo ovunque, dalla frutta alla pasta, dai cereali allo zucchero da tavola ma sempre di zuccheri si tratta. Il nostro corpo riconoscerà quello quindi è inutile togliere qualche fonte alimentare perché “fa ingrassare”. No, non c'è qualche fonte che fa ingrassare, forse c'è qualche fonte meno nobile, qualche caloria "vuota", ma anche di questo ne parleremo più avanti. Possiamo classificare i carboidrati in semplici e complessi ma comunque il nostro corpo produrrà tutta una serie di trasformazioni biochimiche per renderli tutti semplici e cioè monosaccaridi. Se è uno zucchero semplice si parla già di un monosaccaride, se è più complesso si parla di disaccaride e polisaccaride. Ma questo per stare a dieta non ci interessa. Sempre e comunque

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CARBOIDRATI

Letteralmente è una biomolecola formata da carbonio,

idrogeno e ossigeno. Non voglio fare il chimico e insegnarti

questa materia, in questo momento. Però voglio farti capire

perché spesso nei blog di oltreoceano trovi la sigla cho. C sta

per carbonio, H sta per idrogeno e O sta per ossigeno. Se ti

capita di vedere una S alla fine di questo acronimo (CHOS) è

semplicemente il suffisso plurale perché si chiamano

“carboidrati”. Li troviamo ovunque, dalla frutta alla pasta, dai

cereali allo zucchero da tavola ma sempre di zuccheri si tratta.

Il nostro corpo riconoscerà quello quindi è inutile togliere

qualche fonte alimentare perché “fa ingrassare”. No, non c'è

qualche fonte che fa ingrassare, forse c'è qualche fonte meno

nobile, qualche caloria "vuota", ma anche di questo ne

parleremo più avanti.

Possiamo classificare i carboidrati in semplici e complessi ma

comunque il nostro corpo produrrà tutta una serie di

trasformazioni biochimiche per renderli tutti semplici e cioè

monosaccaridi.

Se è uno zucchero semplice si parla già di un monosaccaride,

se è più complesso si parla di disaccaride e polisaccaride. Ma

questo per stare a dieta non ci interessa. Sempre e comunque

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diventerà un monosaccaride dentro di noi: è chiaro? Questo

concetto ti deve essere molto chiaro, mi raccomando!

Quello che ci interessa sapere, quando siamo a dieta o

quando seguiamo un regime alimentare particolare, sono i tipi

di zuccheri che scegliamo e il loro utilizzo da parte del nostro

corpo. Un esempio eclatante viene dal comune fruttosio che,

come dice il nome stesso, è lo zucchero che troviamo in grandi

percentuali nella frutta. È utilissimo per il nostro corpo come

riserva energetica ma solo a vantaggio e stoccaggio per il nostro

fegato. Infatti non produce l'energia necessaria allo

spostamento di carichi, a correre, a pedalare o a fare qualsiasi

altra attività fisica. Serve esclusivamente come zucchero

utilizzabile da parte del fegato, per alzare all'occorrenza i nostri

livelli di glicemia.

Un esempio: quando ti prende il famoso "calo di zuccheri" è

perché probabilmente hai terminato il tuo glicogeno epatico che

è la forma di zucchero che si annida nel tuo fegato, pronto ad

essere rilasciato nel flusso ematico per innalzare i livelli di

glicemia. Questo lo fa con un ormone che si chiama glucagone.

“Gluc” ti ricorda qualcosa? Glucosio… Ok, hai già capito dove

voglio andare a parare. Il nostro fegato però è un organo molto

piccolo quindi non pensare che possa avere una possibilità di

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stoccaggio illimitata. Pertanto devi considerare tre cose

importanti:

1) il glicogeno prodotto attraverso il fruttosio non viene mai

stoccato all'interno dei muscoli quindi diventa solo glicogeno

epatico.

2) il fegato è molto piccolo come sede di stoccaggio

3) il nostro corpo non espelle mai gli zuccheri, perché li

ritiene una fonte molto buona di energia tanto che, piuttosto

che eliminarli, li converte in grassi. Rimanendo nel fegato

diventano grassi epatici quindi il rischio che un eccesso di

fruttosio possa provocare una steatosi epatica è abbastanza

elevato (non preoccupante, bisogna esserci ovviamente un po'

predisposti). Questo comporta che le diete di sola frutta a

sazietà non facciano dimagrire ma che possano, anzi, diventare

pericolose. Ripeto, ciò non significa che mangiare 5 mele una

volta ti mandi in pappa il fegato, assolutamente no. Però

bisogna stare attenti a non esagerare anche perché tutti gli

eccessi fanno male, di qualsiasi cosa.

Diciamo che se nel totale giornaliero di carboidrati,

ipotizziamo 100 grammi, dal fruttosio ne deriva fino ad un 30%,

(quindi fino a 30 grammi sui 100 totali) questa fonte di zuccheri

non può essere considerata preoccupante.

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Se per caso hai sentito dire che l'ananas brucia i grassi sappi

che è innanzitutto una cavolata. Inoltre hai capito perché,

soprattutto se ne mangi 2 kg, non solo ingrasserai ma ti farai

anche veramente del male.

Ragioniamo comunque a carboidrati. Oggi c'è la moda del

carboidrato integrale come se facesse dimagrire ma non è

assolutamente così. Ripesca nella memoria o torna indietro in

questo nostro primo modulo sul concetto di caloria. Vai a

guardare i valori nutrizionali in kcal comparando un alimento

integrale con uno non integrale: vedrai che differiscono di

pochissimo. Quindi il carboidrato integrale non fa dimagrire

ma tuttavia ha due proprietà molto importanti da non

trascurare assolutamente. La La prima è che rallenta

l'assorbimento, grazie alla presenza di fibre. Questo può essere

senz'altro di grande aiuto a chi ha sviluppato una piccola

resistenza insulinica, cioè a chi è soggetto a picchi glicemici

molto alti, prima che l'insulina intervenga. Poco fa ti ho

accennato al glucagone: l'insulina fa l'esatto contrario cioè cerca

di abbassare la glicemia. Se siamo resistenti all'insulina, passa

del tempo prima che questa si inneschi per abbassare la

glicemia, che di conseguenza più passa del tempo e più si

alzerà. La presenza delle fibre alimentare aiuta il contenimento

di questo aumento incontrollato della glicemia dando appunto

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il tempo all' insulina di agire. Ed è per questo che il carboidrato

integrale è senz'altro più consigliato rispetto ad un carboidrato

non integrale, facendo riferimento ad un soggetto già

blandamente insulino-resistente.

Inoltre il carboidrato non integrale ha la particolarità di

essere stato lavorato così a lungo, da aver perso molte proprietà

nutrizionali importanti diventando un carboidrato prettamente

"vuot"o. È la famosa caloria "vuota" di cui parleremo in un

prossimo capitolo.

L'altro vantaggio dei carboidrati integrali è la presenza al

loro interno di tantissimi micronutrienti, minerali e vitamine

che solitamente si annidano nei primi strati sottostanti la

buccia. Ad esempio, sapevi che la patata sarebbe sempre

consigliato mangiarla con la buccia, ovviamente ben lavata?

Come ho scritto sopra, se riduciamo ai minimi termini il

carboidrato iniziamo a ragionare in termini di glucosio.

Se fai sport, devi capire che il glucosio è il tuo primo alleato

soprattutto per affrontare un allenamento, qualunque esso sia,

al massimo delle tue potenzialità.

Perché? Beh, ti presento il ciclo di Krebs.

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Non ti illustrerò ogni passaggio poiché, lo so perfettamente,

non ti interessa ogni singola reazione ma se guardi

attentamente in alto a destra capirai che grazie a questo ciclo

energetico che avviene al nostro interno, noi siamo in grado di

produrre energia. È un ciclo energetico anfibolico che significa

che è sia catabolico (degradazione di molecole) che anabolico

(sintesi di nuove molecole).

La glicolisi rappresenta il percorso catabolico, sulla sinistra

puoi vedere la gluconeogenesi rappresenta il percorso

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anabolico visto che produce glucosio per, appunto, creare

energia e far partire il ciclo stesso.

E da cosa parte tutto? Esatto, proprio dalla presenza di

glucosio, o dalla sua produzione autonoma. Quindi se fai sport

e vuoi mantenerti in forma non abbandonare mai i carboidrati.

Ci sono alcuni regimi alimentari, vedi le diete iperproteiche

oppure quelle chetogeniche, che prevedono di abbassarli

drasticamente ma per un brevissimo periodo di tempo e con

una certa coscienza e conoscenza. Ciò non significa infatti che

siano regimi alimentari assolutamente in linea con lo stile di

vita di uno sportivo. E comunque se caboidrati non ne trova, ne

produrrà da solo partendo dalle proteine, o derivanti dalla

nutrizione o "mangiando" quelle muscolari.

Ci sono delle quote fisiologiche di carboidrati, individuate

solitamente in una quota di 180 grammi giornalieri, sotto alle

quali non dovremmo mai andare per evitare di innescare

processi metabolici sostitutivi che sono tutto fuorchè un

mantenimento della fisiologia umana.

Non è necessario rispettare rigorosamente tutti i giorni la

quota di 180 g andrebbe infatti raggiunto considerando una

media giornaliera prendendo in considerazione l' introito totale

settimanale o bisettimanale.

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Per finire, vediamo quali sono le fonti di carboidrati che

possono essere più in linea con l’obiettivo di rimettersi in forma

e mantenere un accettabile stato di salute.

La scelta delle fonti è una finezza che in un futuro può fare la

differenza, soprattutto in un contesto sportivo.

Questo è il motivo per cui magari avrai sentito parlare molto

spesso di fonte nobile o meno nobile. Non è che una fonte abbia

o non abbia lo stemma della casata ma semplicemente ha più o

meno macronutrienti al suo interno. Per esempio il riso ha

pochissimi grassi e pochissime proteine, a meno che non si tratti

di riso integrale nel quale le proteine sono leggermente più

presenti.

In futuro, quando vorrai fare i calcoli dei tuoi

macronutrienti, questo aspetto ti potrà essere senz'altro di aiuto

per rispettare le quote degli altri macronutrienti. In poche

parole non avrai un aumento considerevole di proteine e grassi

mentre strutturerai i tuoi carboidrati

Per aiutarti a fare la spesa, eccoti una lista delle fonti di

carboidrati più nobili che puoi trovare:

1. Riso basmati/integrale/venere

2. Patate (dolci o normali)

3. Frutta (a minor contenuto di fruttosio)

4. Destrosio/vitargo/ciclodestrine

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5. Gallette di riso o mais o altri cereali

6. Avena

Ora, io ti ho parlato di 180 grammi giornalieri ma ciò non

significa che non si possa andare oltre. Ci sono persone che

assumono 300/400/500 grammi giornalieri di carboidrati senza

batter ciglio (per darti un' immagine, stiamo parlando di 700-

800 gr di riso). Stiamo parlando di mezzo chilo quindi di

altissime quote. Eppure queste persone sono in forma strepitosa

perché hanno insegnato al loro corpo giorno dopo giorno,

settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, a

gestire sempre meglio la quota di carboidrati e il loro ruolo

energetico.

Chi fa sport dovrebbe avere un metabolismo glucidico molto

prestante proprio per il ciclo di Krebs di cui ti ho parlato poco

fa.

Quindi facciamo ora un recap generale.

I carboidrati si trovano ovunque, sia di origine dolce che

di origine salata. Sempre di zucchero si tratta.

Il fruttosio è lo zucchero che si trova all'interno della

frutta. Non dovremmo mai eccedere nel suo utilizzo

proprio per non incorrere in una trasformazione in acidi

grassi epatici. Mantenersi entro il 30% della quota

giornaliera di zuccheri semplici come fruttosio, può

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essere un'ottima strategia per non incappare in questa

problematica.

Se non siamo abituati ad alte quote di carboidrati

giornalieri, abbiamo due opzioni: 1) fare piccoli pasti

all'interno della giornata con la presenza di carboidrati

oppure 2) preferire carboidrati di origine integrale in

modo da contenere il picco glicemico (risposta glicemica

dell' organismo, ma ne parliamo dopo) grazie alla

presenza di fibre e nel contempo assumere molti

micronutrienti, vitamine e sali minerali contenuti

appunto nei carboidrati integrali

PROTEINE

Eccoci arrivati al capitolo “proteine”. Facendo riferimento

alla palestra penserai: "ora arriva questo che ci dice che fanno

diventare grossi… chiudo il libro, rivoglio i soldi!!!".... calma!

Che uno sportivo debba controllare molto spesso il suo

apporto proteico giornaliero proprio in funzione del fatto che fa

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sport è una cosa vera ma il fatto che le proteine facciano

diventare grossi oppure che facciano male non è assolutamente

vero.

Ci sono mille “se” e mille “ma”. Il fatto che tu stia leggendo

questo libro, spero, è per toglierteli questi “se” e questi “ma”.

Innanzitutto bisogna capire il significato etimologico della

parola “proteina”. Chi mi conosce sa perfettamente che io vado

proprio a sviscerare le parole prima ancora di studiarmi i

concetti perché dall’etimologia si capiscono tantissime cose.

La parola “proteina” deriva dal greco e significa “che occupa

il primo posto” quindi non è soltanto il palestrato che ci deve

stare attento ma lo dovrebbero essere tutti.

Che tu faccia o no palestra, la preoccupazione di avere un

adeguato apporto proteico dovrebbe essere la prima quando

cominci a redigere il tuo piano alimentare. Le puoi trovare in

carne, pesce, uova e negli alimenti integrali (l'abbiamo visto

prima con i carboidrati ed infatti ti ripeto la raccomandazione

di poco fa: prendi un pacco di pasta integrale e un pacco di

pasta normale e confronta l'apporto di proteine). L'associazione

delle proteine con la palestra ha significati più profondi del

fatto che facciano diventare grossi. Il primo compito delle

proteine all'interno del nostro corpo è la riparazione strutturale

e nel caso dello sportivo la riparazione della muscolatura.

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Facendo attività in palestra e sostenendo sforzi fisici, creiamo

volontariamente alle fibre muscolari delle piccole lesioni che

possono essere riparate soltanto con la presenza degli

amminoacidi, che appunto compongono le proteine.

Devi pensare alle proteine come se fossero una collana di

perle in cui ogni perla è un aminoacido.

Un piccolo inconveniente che accompagna la nostra

esistenza è che mentre abbiamo una sede di stoccaggio pronta

per essere aperta all'occorrenza mettendo a disposizione sia

carboidrati (muscoli e fegato) che grassi (tessuto adiposo), per

le proteine invece questa sede di stoccaggio non c’è. Le proteine

durano all'incirca 16 ore dentro la nostra circolazione

sanguigna, pronte per essere utilizzate all'occorrenza, soltanto

non solo per la riparazione muscolare. Pensa per esempio agli

enzimi, sono proteine a tutti gli effetti.

Questo continuo ricambio e riparazione strutturale da parte

delle proteine si chiama “turnover proteico”. Le proteine che

abbiamo assunto e che circolano nel nostro sangue se vengono

utilizzate entro le 16 ore bene, altrimenti vengono espulse

tramite le urine.

Da questo dovresti capire che dire che troppe proteine fanno

male non ha ragion d’essere! Il troppo di qualsiasi cosa fa male

ma con le proteine si può arrivare a quote addirittura di 4/5 g

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per kg, sempre che non via sia una predisposizione genetica a

problemi a reni e fegato. Le proteine in più vengono espulse

pertanto togliamoci dalla mente questa diceria che altro non è

che una delle più bieche forme di terrorismo psicologico fatto

da chi vuole darsi un tono senza conoscere la biochimica del

corpo umano.

Il turnover proteico e tutte quelle trasformazioni per

utilizzare le proteine a livello strutturale nel nostro corpo,

comprende una piccola parte che si chiama sintesi proteica, la

quale avviene a livello muscolare solo se sono presenti tutti gli

aminoacidi essenziali, ossia quelli che non siamo in grado di

fabbricarci da noi. Tutto quello che in nutrizione si chiama

“essenziale” significa che lo dobbiamo prendere

dall'alimentazione affinché sia disponibile nel nostro corpo.

Il nostro corpo fa già tantissimi automatismi per conto

proprio ma quando la cosa è “essenziale” significa che non

riesce a farlo da solo, quindi dobbiamo dargli una mano con

l'alimentazione.

Questo aspetto delle proteine è molto importante, in

particolar modo se sei vegetariano, vegano o fruttariano (non so

che regime alimentare tu stia seguendo).

Gli aminoacidi essenziali sono 8 ma in realtà sarebbero 9

finchè non superiamo la pubertà. Ce n'è infatti uno che diventa

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“non essenziale” perché comincia a essere prodotto

autonomamente.

La sintesi proteica avviene solo in presenza di tutti e 8 gli

amminoacidi pertanto se sei vegetariano, vegano o fruttariano è

importante che tu lo sappia perché è molto difficile trovare

tutto lo spettro amminoacidico completo, soprattutto la parte

degli essenziali, quando le fonti proteiche sono di origine

vegetale. Quindi se sei vegetariano, vegano o fruttariano, cerca

di capire bene come funziona il tuo stile di vita alimentare e

cerca di fare delle combinazioni di alimenti affinché il tuo pasto

contenga tutti 8 questi aminoacidi.

1. fenilalanina

2. isoleucina

3. istidina (dopo la pubertà diventa non essenziale)

4. leucina

5. lisina

6. metionina

7. treonina

8. triptofano

9. valina

Quando un alimento o una fonte proteica contiene tutti e 8 gli

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aminoacidi è una proteina ad alto valore biologico. Se facciamo

sport, soprattutto palestra ma anche qualsiasi altro tipo di

attività o semplicemente spostarsi durante la giornata,

dobbiamo sempre stare attenti ad avere fonti proteiche ad

altissimo valore biologico, altrimenti la sintesi proteica non

avviene. Capisco anche che non è sempre possibile fare

combinazioni alimentari tali da raggiungere un valore biologico

giusto ottimale pertanto un’integrazione di aminoacidi

essenziali, che commercialmente troverai indicati con la scritta

EAA (essential ammino acids), può essere una buona soluzione

per evitare di giocare a piccolo chimico con tutte le nostre fonti

proteiche.

Ripeto che è da ormai più di vent'anni che la pericolosità

delle proteine è stata smontata dalla comunità scientifica

internazionale ufficiale.

I problemi di natura metabolica ce li abbiamo a prescindere.

Se nasciamo con una problematica metabolica si tratta di un

fattore genetico oppure di un fattore ambientale, di certo non

imputabile alle proteine di per sé. Spero che questo ti sia molto

chiaro perché non vorrei che tu fossi vittima delle dicerie da

google.

Come fabbisogno possiamo dire che a partire da 0,6/0,8 g di

proteine per kg di massa magra, viene scongiurato il problema

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del catabolismo muscolare anche se le proteine che abbiamo già

ben radicate nel nostro muscolo scheletrico hanno una durata di

180 giorni, cioè di 6 mesi.

Sul catabolismo ci sarebbe molto da dire ma a tal proposito ti

rinvio su Fit for dummies dove puoi trovare il video in cui il

catabolismo è spiegato molto bene.

Come possiamo massimizzare l'apporto di proteine affinché

siano strutturali ma non eccessive?

Diciamo che quando vai a fare costruzione muscolare, dove

l'importanza è data soprattutto dalla presenza di carboidrati

che sono il macronutriente più anabolico nella nostra nutrizione

legata all’ambito sportivo, stare su 1,5/1,8 grammi di proteine

per kg di massa magra è più che sufficiente. Quando poi vai a

ridurre le calorie per dimagrire o comunque definire la

muscolatura che hai costruito, allora lì devi alzare un po’

l’assunzione proteica. Ma ricorda di giocare la carta delle

proteine alte quando l’introito calorico si abbassa. Se lo

mantieni alto la cosa non funziona, così come per i carboidrati.

Eccoti una lista della spesa sulle fonti più nobili di proteine:

1. Tonno fresco e pesci magri

2. Uova (bianco)

3. Pollo e tacchino

4. Manzo (tagli magri)

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5. Salmone fresco

6. Proteine isolate della carne

7. Proteine idrolizzate del siero del latte

GRASSI

Fino a non tantissimi

anni fa, diciamo intorno

agli anni '60 del secolo

scorso, i grassi erano

considerati un nutriente

quasi magico, addirittura

esistevano delle pubblicità

che ne esaltavano il potere

lubrificante sulle arterie .

Poi, pochissimo tempo dopo, sono diventati la bestia nera.

Negli anni '80 lo erano invece i carboidrati e negli anni '90 e

2000 le proteine che "fanno venire tumori ovunque, anche alle

orbite…" ora i grassi sono ritornati ad essere la bestia nera.

Come se fossero i grassi a far ingrassare… invece no!

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E’ l’eccesso sia di grass che di carboidrati che di proteine che

ti farà ingrassare.

Ricordi il concetto di caloria? Bene, 1gr di ogni

macronutriente ha un suo equivalente calorico:

1. 1gr di carboidrati: 4kcal

2. 1gr di proteine: 4kcal

3. 1gr di grassi: 9kcal

Non c’è un macronutriente migliore di un altro, sono tutti falsi

miti tramandati per sentito dire. Non c'è una base scientifica su

questa colpevolizzazione di una biomolecola, che comunque è

utile per la nostra vita, quindi perché deve essere demonizzata?

Nella nutrizione serve equilibrio, è questa l'unica certezza che

dovrai tenere sempre a mente.

Questa è la parte più importante di tutto questo capitolo. Anzi,

se dovessimo stilare una classifica sull'importanza di una

molecola rispetto a un'altra, sono convinto che i lipidi (cioè i

grassi) coprirebbero il posto più alto sul podio per due delle

loro innumerevoli funzioni:

1. Produzione ormonale

2. Regolazione della trasmissione degli impulsi nervosi

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Devi pensare che grazie alla presenza di lipidi, noi possiamo

produrre la mielina. Vai a guardare su google cos'è. Ed è grazie

alla presenza di grassi che noi possiamo produrla.

Quindi di cosa stiamo parlando, di un macronutriente che fa

male? Dai suvvia...

Anzi, bisognerebbe far sì che sia sempre presente una certa

quota giornaliera di lipidi. Se sei della fazione dietetica che è

convinta che la presenza dei lipidi faccia ingrassare, leggiti

com’è strutturata una dieta chetogenica che è a zero carboidrati,

a proteine medie e a grassi altissimi eppure la prescrivono

anche negli ospedali per dimagrire molto in fretta. Lasciando

perdere il discorso è vero, non è vero… funziona, per brevi

periodi, ma funziona. E lì i grassi sono belli alti eh!

Quello che serve sapere quando ci mettiamo a dieta o

quando comunque vogliamo stilare un protocollo alimentare

consono con quelli che sono gli equilibri del nostro corpo, gli

acidi grassi, perché così si chiamano, li dobbiamo suddividere

in tre sottocategorie, secondo sulla base della loro catena di

carbonio.

1. Monoinsaturi

2. Polinsaturi

3. Saturi

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I monoinsaturi li troviamo comunemente nell'olio

extravergine di oliva, i polinsaturi li troviamo nel pesce, nei

semi oleosi, negli olii di semi, nella frutta secca, infine i saturi li

troviamo nella carne, soprattutto quella rossa, nel latte e nelle

uova.

L'equilibrio tra i grassi dovrebbe essere, sul totale della

quota giornaliera di grassi, un 50% dato dai monoinsaturi, un

35% dato dai polinsaturi e un 15% dato dai saturi. Però c'è da

fare una piccola distinzione con insaturi e saturi poiché ce ne

sono di nocivi e di meno nocivi.

Quelli nocivi sono rappresentati da quelli aterogenici… lo so

sto andando un po' troppo veloce ma è per farti capire:

immagina un semaforo dove c'è rosso pericolo, giallo stai

attento, verde vai pure.

Il verde sono i grassi saturi delle uova, il giallo sono i grassi

saturi del latte, il rosso sono grassi saturi della carne, quindi

dosando un tot settimanale di queste fonti di lipidi, possiamo

stare tranquilli su quelle che sono le nostre quote di introiti di

grassi.

Come quantità giornaliera, diciamo che abbiamo tre scelte: la

prima è rimanere all'interno del 15-20% del totale calorico per

quanto riguarda le grammature da assegnare ai grassi. Sto

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parlando di un equilibrio, poi quando vogliamo shiftare da una

parte o dall'altra, allora il 15 può diventare 20 o anche 30

oppure al contrario può diventare 10. Questo sarai tu a

determinarlo, non io.

Se vogliamo mantenere attive tutte le funzionalità ormonali

dei grassi, non dovremmo mai scendere sotto a 0,8 g per kg di

massa magra o addirittura anche a 1 g. Solo per brevi periodi

possiamo ridurre i grassi al di sotto di questi valori, come nel

caso di una dieta ad altissimi carboidrati nella quale i grassi

potrebbero interferire nell' intento, vista e considerata la

concomitanza dei 2 sistemi energetici all'unisono (glucidico e

lipidico). La cosa importante è che l’introito medio

bisettimanale o mensile sia di almeno 35 grammi di grassi al

giorno, necessari per l’assorbimento delle vitamine liposolubili

(vitamine che si emulsionano nel nostro corpo grazie alla

presenza di lipidi).

Come per gli altri macronutrienti, ecco la lista delle fonti più

nobili di grassi:

1. Olio di semi di lino

2. Olio di borraggine

3. Olio di semi di enotera

4. Olio extravergine d’oliva

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5. Frutta secca oleosa

6. Rosso d’uovo

7. Avocado

Spero che quanto argomentato sin qui ti risulti

sufficientemente chiaro. Mi auguro soprattutto di essere stato

abbastanza esaustivo e di aver suscitato ancora di più il tuo

interesse ad entrare nel mondo della nutrizione.

Certo per ogni argomento sarebbero stati necessari

una decina di capitoli dedicati, ma questo non è un libro per

ottenere una laurea. Il suo obiettivo è renderti consapevole

fornendoti gli strumenti conoscitivi per poterti difendere dal

terrorismo nutrizionale che affronti tutti i giorni