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T ECNOLOGIE PER LA GESTIONE DELL AMBIENTE E DEL TERRITORIO ANALISI GRANULOMETRICHE 1 1. ANALISI GRANULOMETRICHE...................................................................................... 2 1.1 INTRODUZIONE ...................................................................................................................... 2 1.2 TRATTAMENTO DEI CAMPIONI ............................................................................................... 5 1.3 ANALISI DELLA FRAZIONE RUDITICA ...................................................................................... 6 1.4 ANALISI DELLA FRAZIONE ARENITICA .................................................................................... 7 1.5 ANALISI DELLA FRAZIONE PELITICA ..................................................................................... 11 1.6 CURVE CUMULATIVE E CURVE DI FREQUENZA ..................................................................... 13 1.7 CURVA GRANULOMETRICA .................................................................................................. 14 1.8 ANALISI GRANULOMETRICA.................................................................................................. 14

CAP1 ANALISI GRANULOMETRICA - bassi.gov.it GRANULOMETRICA.pdf · 1.7 curva granulometrica.....14 1.8 analisi granulometrica.....14 . te c n o l o g i e p e r l a g e s t i o n e d

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1. ANALISI GRANULOMETRICHE......................................................................................2

1.1 INTRODUZIONE ......................................................................................................................2

1.2 TRATTAMENTO DEI CAMPIONI ...............................................................................................5

1.3 ANALISI DELLA FRAZIONE RUDITICA ......................................................................................6

1.4 ANALISI DELLA FRAZIONE ARENITICA ....................................................................................7

1.5 ANALISI DELLA FRAZIONE PELITICA .....................................................................................11

1.6 CURVE CUMULATIVE E CURVE DI FREQUENZA .....................................................................13

1.7 CURVA GRANULOMETRICA ..................................................................................................14

1.8 ANALISI GRANULOMETRICA..................................................................................................14

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1. ANALISI GRANULOMETRICHE

1.1 INTRODUZIONE

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In questo capitolo ci occuperemo di determinare la distribuzione delle dimensioni delle

particelle che compongono un dato terreno, della strumentazione necessaria, e della

rappresentazione grafica dell’analisi detta “granulometrica”.

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1.2 TRATTAMENTO DEI CAMPIONI

Un Laboratorio di sedimentologia, permette di realizzare il trattamento di preparazione

all’analisi granulometrica allo scopo di ricavare le giuste quantità per ogni tipo di

metodologia da applicare.

metodo di quartazione (procedura selettiva del materiale da trattare)

metodo dei coni si procede disponendo ogni singolo campione a forma di cono su di una

superficie piana, dividendolo in quattro settori e prelevandone i due opposti, finché non si

ottiene il peso necessario.

Al fine di eliminare la frazione organica contenuta in ogni campione, il materiale così

quartato viene disperso in acqua distillata allo scopo di ottenere un primo lavaggio

completo e successivamente sottoposto all’azione di un agitatore meccanico.

Questa fase viene effettuata attraverso una centrifugazione alla velocità di 44 giri/minuto,

per circa quindici minuti, al fine di eliminare tutta l’acqua in esso contenuta.

Il trattamento viene ripetuto fino a quando la prova dei cloruri presenta un risultato

negativo. Ciò si ottiene prelevando una piccola quantità d’acqua proveniente dalla

centrifugazione del campione addizionata ad alcune gocce di nitrato di argento; se il

composto non mostra la formazione di un precipitato biancastro di cloruro di argento il

campione può essere considerato totalmente desalinizzato. La fase di eliminazione

completa dei cloruri è determinante al fine di evitare, durante l’applicazione delle rispettive

analisi granulometriche, la formazione di aggregati nella frazione sabbiosa e la formazione

di flocculi nella frazione fine.

Successivamente, ogni campione così trattato viene asciugato in stufa alla temperatura di

circa 120° C.

Allo scopo di separare la frazione ARENITICA (> 62,5 µ) da quella PELITICA (< 62,5 m),

ogni singolo campione viene sottoposto ad un secondo lavaggio attraverso un apposito

setaccio dotato di una maglia da 62,5 µ (ossia 1/16 mm).

A questo punto per ogni campione (opportunamente asciugato nuovamente in stufa a 120°

C) possono essere ottenute tre porzioni, da destinare ad altrettante differenti metodologie

di analisi granulometrica:

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a) la frazione ruditica (> di 4 mm) viene analizzata mediante il metodo del CALIBRO;

a) la frazione arenitica (4 mm < 1/16 mm) viene analizzata mediante

SETACCIAMENTO;

a) la frazione pelitica (<1/16 mm) viene analizzata tramite il metodo della DENSIMETRIA.

1.3 ANALISI DELLA FRAZIONE RUDITICA

Essa viene effettuata attraverso l’applicazione di una metodologia diretta definita

Metodo del Calibro

Si utilizza un normale calibro con scala millimetrata e si definisce la misura (in mm) del

diametro medio di ogni singolo componente della frazione ruditica, opportunamente

rappresentata da un sufficiente numero di campioni ciottolosi.

Per ogni singolo ciottolo viene dunque definito il peso (in grammi) ed il diametro medio,

cosicché ogni ciottolo possa essere collocato all’interno delle classi granulometriche

previste per la frazione ruditica dalla scala Wentworth.

Successivamente si procede alla stima della percentuale di ogni classe granulometrica

sulla base del peso totale iniziale del campione ruditico.

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1.4 ANALISI DELLA FRAZIONE ARENITICA

Essa viene effettuata attraverso l’applicazione di una metodologia diretta definita

Setacciamento

Si utilizza un’apposita batteria di setacci, disposti in pila, in cui l’apertura della maglia

diminuisce progressivamente verso il basso nella misura.

La batteria di setacci impiegata appartiene alla serie ASTM, ed ogni setaccio è dotato di

un’altezza pari a 50 mm.

La frazione arenitica relativa ad ogni campione viene fissata intorno ai 200 gr e

successivamente posta all’interno del setaccio più “alto” (dotato cioè delle maglie più

larghe); l’intera batteria viene così sottoposta all’azione di un agitatore meccanico per un

periodo di circa 30 minuti, al fine di ottenere la completa vagliatura del materiale.

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Successivamente si procede alla stima del peso di ogni singola frazione trattenuta

all’interno di ogni setaccio, valutandone la percentuale rispetto al peso totale iniziale per

ogni singola classe granulometrica di appartenenza.

La frazione eventualmente passata al di sotto dell’ultimo setaccio (con maglie di larghezza

pari a 62,5 µ) viene successivamente aggiunta alla frazione pelitica relativa al medesimo

campione.

I valori di ogni singola pesata così ottenuti vengono riferiti alle classi granulometriche

appartenenti alla scala Wentworth.

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1.5 ANALISI DELLA FRAZIONE PELITICA

Essa viene effettuata attraverso l’impiego di una metodologia indiretta che sfrutta il

comportamento idrodinamico delle particelle in sospensione in un fluido, al fine di dedurre

le caratteristiche granulometriche della frazione analizzata.

Il metodo della Densimetria è basato sul principio espresso dalla Legge di Stoke:

Una sfera immersa in un fluido viscoso, fermo ed indefinito, e abbandonata a se stessa

senza velocità iniziale, per effetto della gravità cade con moto inizialmente accelerato. Se

il diametro della sfera è abbastanza piccolo così che nella sua caduta essa non provochi

la formazione di scie vorticose (regime lamellare), la sfera raggiunge una velocità di

regime alla quale si equilibrano la resistenza del mezzo e la forza motrice, proseguendo la

sua caduta con moto uniforme.

DENSIMETRIA

Una volta trattato il campione con acqua ossigenata, la frazione pelitica, eventualmente

integrata con la percentuale di pelite avanzata dal setacciamento, si procede al

trattamento del campione secondo una quantità non inferiore a 30 gr.

La quantità da trattare viene collocata in un contenitore con l’aggiunta di 50 gr di

deflocculante (Na2C2O4 ossalato di sodio + Na2CO2 carbonato di sodio).

Tali condizioni vengono mantenute per qualche minuto; successivamente il sedimento con

l’aggiunta del deflocculante viene inserito in un agitatore meccanico tenuto in funzione per

circa 10 minuti. Lo scopo di questa operazione è quello di permettere una efficace

deflocullazione del materiale fine.

Al termine di questa operazione, la sospensione viene collocata in un cilindro di vetro con

l’aggiunta di acqua distillata fino ad un volume totale di 1000 cm3.

Prima di procedere alla lettura della densità del fluido, viene agitato l’intero contenuto del

cilindro attraverso una momentanea occlusione della sommità superiore.

Ad inizio prova viene inserito un densimetro di tipo ASTM, tipo A, a bulbo leggermente

asimmetrico, tarato ad una temperatura di 20° C in acqua distillata.

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Vengono così effettuate le letture della densità del fluido ad intervalli di tempo predefiniti

dalla relazione che la Legge di Stoke implica tra la densità del fluido e la percentuale di

particelle che via via sedimentano.

Le percentuali vengono ottenute per interpolazione lineare tra i valori di densità letti

sull’indicatore superiore del densimetro e i tempi di misura, tramite un’apposita tabella.

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1.6 CURVE CUMULATIVE E CURVE DI FREQUENZA

Per le tre metodologie (calibro, setacciamento e densimetria) vengono ottenute le

percentuali di materiale relative ad ogni intervallo granulometrico e diagrammate secondo

delle conseguenti

curve cumulative

in esse viene esposta la relazione tra il diametro delle particelle espresso in µ e la

percentuale cumulativa di ogni campione analizzato.

Ponendo in relazione la frequenza (espressa in percentuale) di ogni classe granulometrica

rappresentata con il diametro delle particelle si ottengono delle

curve di frequenza

tramite esse è possibile ottenere il valore dei vari percentili, necessari per il calcolo dei

Parametri Statistici.

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1.7 CURVA GRANULOMETRICA

La curva granulometrica è un diagramma sperimentale ottenuto in seguito al passaggio

del materiale campione tramite setacciatura (per frazioni granulometriche grossolane)

o sedimentazione (per frazioni granulometriche fini).

Il risultato dell'analisi è reso più chiaramente visibile attraverso la creazione di grafici in

scala ordinaria o logaritmica. In questi grafici le variabili in ascissa e in ordinata sono:

• La percentuale passante è la percentuale di materiale più fine della maglia del

setaccio, che passa attraverso la sua maglia.

• diametro è la larghezza minima della maglia del setaccio in caso di maglia

rettangolare, o diametro in caso di fori circolari.

1.8 ANALISI GRANULOMETRICA

La granulometria viene rappresentata graficamente dalla “curva granulometrica” da cui

risultano le dimensioni prevalenti dei grani.

La curva, definita curva caratteristica della roccia, viene riportata su un diagramma

semilogaritmico nel quale sulle ascisse sono segnate in scala logaritmica le dimensioni

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medie delle particelle in mm, e sulle ordinate le percentuali in peso, rispetto al totale. La

curva caratteristica si ottiene per punti, riportando in corrispondenza di ogni diametro la

percentuale in peso delle particelle di roccia che hanno diametro medio inferiore ad esso.

Questo valore si definisce percentuale passante, in peso, e la complementare percentuale

trattenuta.

Sul grafico sono indicate le varie denominazioni delle frazioni: ghiaia, sabbia, limo, argilla,

in base alla classifica convenzionale proposta dall’AGI. In gene per fine si intende la roccia

passante al setaccio da 0,06 mm, e per grosso la roccia di granulometria superiore.

Per la denominazione delle rocce sciolte, che rientrano in più di un campo di definizione,

l’AGI consiglia di:

far precedere dalla preposizione “con” la denominazione della frazione secondaria se

compresa tra il 50 ed il 25% (argilla con limo)

farla seguire dal suffisso “oso” se fra il 25 ed il 15% (limo argilloso)

definire “debolmente .....oso” se fra il 15 ed il 5% (sabbia debolmente limosa)

A secondo che la curva granulometrica di una roccia sia compresa in un intervallo più o

meno ristretto, la roccia è a granulometria uniforme o disuniforme.

La curva granulometrica dà un’idea dell’ambiente di sedimentazione: se la modalità

deposizionale è stata del tutto casuale, la curva cumulativa è adagiata comprendendo la

maggior parte dei diametri e la roccia si dice ben gradata (curva 1), presentando una

variazione continua di dimensione dei grani. Una roccia sciolta ben gradata, anche se

povera di fine, non diminuisce facilmente di volume per cause esterne.

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Se la curva è spostata verso le ghiaie, è indice di trasporto veloce. La curva può

presentare due flessi, indicanti nel caso delle argille, la precipitazione prima del limo e poi

del flocculato argilloso, a causa della brusca variazione di ambiente elettrico durante la

sedimentazione.

Caso tipico di curva cumulativa compresa in un ristretto campo, ossia di roccia sciolata

scarsamente graduata o uniforme, è, ad esempio, quello delle sabbie marine od eoliche,

sedimentate in ambiente con notevole energia dinamica selettiva. Se si indica, secondo

Allen Hazen, con D60 il valore del diametro corrispondente nella curva granulometrica al

60% del peso, cioè quel diametro per cui la quantità di particelle solide che hanno

dimensioni inferiori ad esso costituiscono il 60% del totale, e con D10 il valore del diametro

corrispondente al 10%, che si definisce diametro efficace, il coefficiente di uniformità della

roccia sciolta è dato dall’espressione: U = D60/D10 ed è minimo (U = 1) quando il 50%

delle particelle hanno tutte uguale dimensione, ma già per un valore U = 3 la

granulometria viene definita uniforme, come ad esempio la sabbia di curva 2. Le curve 3,4

e 5 non sono sufficienti per definire le rispettive rocce sciolte, sarebbero determinanti,

invece, i valori dei limiti di consistenza. Nel caso di rocce organiche, ed in particolare

torbose, date le caratteristiche fibrose dello scheletro solido, non ha senso ricercare la

curva granulometrica.

Le curve granulometriche poco significative, a causa della presenza di sostenze

organiche, sono del tipo della curva 6. Granulometricamente si considerano due classi di

rocce, una inferiore e l’altra superiore, separate, secondo la serie di setacci DIN da quello

di 0,065 mm e dalla serie ASTM, più usata, dal setaccio n.200 (0,075 mm). Il

procedimento di analisi granulometrica è diverso per le due classi: quando è prevalente la

frazione sabbiosa e ghiaiosa, si esegue una setacciatura meccanica con vagli a maglie di

varie dimensioni; quando è prevalente la parte fine (limi ed argille) si adotta il

procedimento per sedimentazione.