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Direttore Rinaldo SommacalResponsabile ai sensi di legge

Lorenzo Dell’AndreaIscr. Trib. di Belluno n. 5.87, 27.3.1987Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno

FOTO IN PRIMA DI COPERTINA:GLI EVANGELISTI (A. Brustolon)

FOTO IN QUARTA DI COPERTINA:ASSUNTA (A. Brustolon)

CALENDARIOLITURGICO e PASTORALE

1 MAGGIO: ore 10 in Duomo messa di Prima Comunione.3 MAGGIO: ore 9 in Duomo la santa Cresima.4 MAGGIO: inizia il ’fioretto mariano’ a Loreto e nel Battistero.8 MAGGIO: ore 19 assemblea Consiglio Pastorale parroc-

chiale.24 MAGGIO: solennità dell’Ascensione.

Festa della Parrocchia Duomo-Loreto.25 MAGGIO: ore 15 in Duomo conclusione catechismo

per prima, seconda e terza elementare.27 MAGGIO: ore 15 in Duomo, conclusione catechismo per le

altre classi.Ore 15.45 assemblea catechisti parrocchiali.

31 MAGGIO: solennità della Pentecoste.7 GIUGNO: assemblea Consiglio Pastorale Foraniale.

11 GIUGNO: Corpus Domini foraniale:ore 20.30 in Duomo solenne concelebrazionee processione eucaristica cittadina.

14 GIUGNO: Corpus Domini del calendario liturgico.15 GIUGNO: Convegno del Clero Diocesano a Col Cumano,

fino a giovedì 18.Campeggio parrocchiale di Bieter dal 25 giugno al3 luglio.

29 GIUGNO: solennità degli apostoli Pietro e Paolo.

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Il titolo di questo discorsetto è un saluto, unofra i tanti, ma anche insolito e forse unico nel suogenere, perché disceso dal cielo.

* * *Il saluto è un inizio ed è sempre un buon

inizio.Chi saluta, e non nasconde secondi fini, è

una persona gentile, cordiale, aperta, po-sitiva.

Chi è salutato, si sente valorizzato ed èportato a sua volta a ricambiare.

Anche se tutto si fermasse al solo saluto,una corrente di reciprocità si sarebbeaccesa.

Normalmente da noi i saluti sono: “buongiorno’, “buona sera”, “buona notte”,“sani”, “ciao”, “riverisco”, “arrivederci”,“pace e bene”, un solo chiamare per nome...

Un tempo, non molto lontano, tra cri-stiani, soprattutto incontrando un sa-cerdote, un religioso, una suora, ci si sa-lutava con “sia lodato Gesù Cristo – sempresia lodato”. I tedeschi lo fanno ancora.

Ci sono saluti solo gestuali, come il levarsiil cappello da parte dell’uomo, l’agitare lamano, il lanciare un sorriso, lo stampare uninchino che, a seconda dell’importanza delsalutato, è leggero o profondo.

Qualcuno in macchina saluta lampeg-giando o toccando con leggerezza il clacson.

I saluti che dimentico o ignoro, li ag-giunga il lettore.

* * *Esiste anche il non saluto di “omissione”.A cominciare dagli adolescenti, c’è gente

che cammina assorta; guarda ma non vede,sfiora e non riconosce; immersa in un altromondo non saluta, ma senza malizia. “In hocnon laudo!”.

* * *C’è chi non vuole salutare, perché è ar-

rabbiato con qualcuno o con il mondointero.

Chi lo conosce, non sapendone la ra-gione, è portato a pensare: «Cos’ha controdi me? Cosa gli ho fatto di male?».

Ed una nube oscura la giornata.C’è chi volutamente nega il saluto a

qualcuno ben conosciuto, per dell’astio per-sonale più o meno motivato.

Incontrando quel tale, o finge di non ve-derlo pur sapendo di essere visto, o palese-mente, con la faccia dura, lo fissa e gli nega ilsaluto, aumentando, così, le distanze.

* * *Infine c’e chi saluta, ma non viene ricam-

biato. Si chiede “perché?”.Istintivamente sarà portato a pensar

male dell’altro, ma ci sono anche personeipovedenti o semplicemente distratte,quindi innocenti.

In una parola: gran bella cosa il saluto!Chiedo al lettore se si ritrova in qualcuno

di questi modelli o se ne ha di suoi propri,ancor più preziosi ed originali.

Ci sono i saluti “omaggio” inviati in occa-sioni di liete ricorrenze, normalmentesinceri, ma non sempre.

Non dimentichiamo i saluti per lettera.Molti si salutano via telefono.Oggi furoreggiano i messaggini da cel-

lulare o telematici.Importante è salvare il saluto e rilanciarlo

là dove languisce od è mortificato nelle suesplendide potenzialità.

Rallegrati MariaIl vangelo di Luca riporta il saluto che Dio

rivolse a Maria. Saluto che inaugurò il nuovo giorno del-

l’uomo.Lo portò a Maria un messaggero di Dio,

l’arcangelo Gabriele.Scrive Luca: «...Gabriele fu mandato da

Dio in una città della Galilea, chiamata Na-zaret, a una vergine, promessa sposa di un

Rallegrati!

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La destinataria è Maria di Nazaret, figliadi Gioacchino ed Anna.

Dio chiama per nome lei, che, obbedienteal comandamento di Mosè, non nomina ilnome di Dio, ma, da pia israelita, lo invoca“mio Signore”.

Maria è conosciuta dal misterioso mit-tente.

Il mittente, che le parla per mezzo di unmessaggero, è Dio in persona.

Maria capisce.Maria non è una sprovveduta.È stata educata al Tempio di Gerusa-

lemme. Non condizionata dalla colpa di Adamo,

aveva letto, studiato e penetrato le Scritturecon una comprensione superiore a quelladegli stessi suoi esperti maestri, dottori inIsraele.

L’iniziativa è di DioNormalmente si pensa che Dio sia di-

stante, fuori, al di sopra, quasi indifferente.Invece no. Una conferma ci viene dal

saluto a Maria.È di Dio l’iniziativa.È il Creatore, il Signore che si abbassa con

tenerezza al livello della sua creatura.Dio bussa con rispetto alle porte di Maria.Non si presenta di persona, per non inti-

morire Maria, memore dello spavento che ilpopolo provò alle falde del Sinai, quandovide la misteriosa presenza di Dio.

Chiede a Gabriele non di folgorarla di lu-ce, ma di salutarla con nobili parole di gioia.

La proposta che Dio farà a Maria sarànetta e inequivocabile, ma in forma didialogo.

Maria potrà discutere, approfondire,capire e liberamente decidere.

Dio chiede con umiltà e senza violenza il“sì” di Maria.

Umiltà divina e umiltà umana, (“haguardato all’umiltà della sua serva” diràMaria) si incontreranno mirabilmente e fa-ranno da anello nunziale tra Dio e Maria.

Strano ma vero: l’amore senza umiltà nonè vero amore.

L’amore impetuoso e a senso unico nonpropone, ma impone.

L’amore vero è reciprocità. Più è sincero epiù è rispettoso. Sarà intramontabile.

Un saluto che rivela una realtà

Il “rallegrati” rivolto a Maria, confermauna realtà e annuncia una novità.

«Rallegrati!».Quale realtà?Maria, poco più che adolescente, era già

una donna positiva, serena, dolce. Il suo equilibrio veniva da lei liberamente

e perennemente tradotto in pensieri di paceed in gioiosa disponibilità, per cui, le coe-tanee, e non solo, si sentivano attratte da leie in lei trovavano sempre quello che an-davano cercando, pur senza dirlo.

Le confidavano i loro mille piccoli egrandi turbamenti e partivano da lei con un

ANGELI (A. Brustolon)

uomo della casa di Davide, di nome Giu-seppe. La vergine si chiamava Maria. En-trando da lei, disse: “Rallegrati, piena digrazia: il Signore è con te” (Lc, 1,26-28)».

Maria di NazaretCi sono saluti rivolti a persone singole, a

gruppi, ad assemblee, a folle, ad anonimiascoltatori.

Qui, l’ambasciatore di Dio personalizza ilsaluto. È esclusivamente rivolto a Maria.

Rimarrà solenne, irripetibile, unico.Un saluto che è anche un messaggio.Un messaggio trasmesso in forma di

saluto.

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non so che di gioioso e di propositivo.Il “rallegrati” dell’angelo, se pur confer-

mava una virtù già presente in Maria,voleva essere un annuncio di ben altra“fattura”.

Il motivo per cui Maria doveva rallegrarsiin modo nuovo sta nel contenuto delle suc-cessive parole dell’angelo: «Piena di grazia;il Signore è con te».

Proclamandola “piena di grazia” l’angeloconferma una realtà presente in Maria e soloin lei.

Maria, lo attesta la parola di Dio, è “pienadi grazia”.

Il saluto di Gabriele rivela che Maria è“grazia piena”. In lei non c’è posto per lacolpa, né quella ereditata per nascita, néquella commessa per libera scelta. In lei fio-risce la virtù.

Possiamo dire che l’angelo, con quelsaluto, proclama Maria “immacolata”, cioè“grazia” e solo grazia, senza colpa alcuna.

La grazia non è una cosa, è Dio che entrain comunione sponsale con l’uomo.

Rispetto ad Eva, la disobbediente, Maria,essendo piena di grazia, era ancora nelgiardino dell’Eden, dove la vita era una con-divisione Dio-uomo, uomo-Dio, paradiso interra con lo scopo di portare tutto il creato adiventare cielo e terra nuovi.

Maria, non condizionata dall’ignoranza,frutto della colpa, penetrava con invidiabilecomprensione tutte le parole di Dio.

Al quel divin saluto Maria non poté nonfremere in tutta la sua persona, corpo,anima, spirito.

Quando una verità rivelata, ricevuta conl’intelletto, si fa esperienza di vita, è pa-radiso.

Non so se Maria, di fronte a quel saluto,sia rimasta presente con i sensi del corpo o seabbia vissuto una esperienza mistica, piena-mente cosciente, ma irraggiungibile per ilcorpo.

Quale la novità del saluto?La Parola di Dio fa quello che dice.Quando Dio tocca con la sua parola

creativa un uomo, tocca tutto l’uomo.

Maria, nel disegno di Dio, balzò al verticedel creato.

Maria, per volontà di Dio, doveva di-ventare il simbolo dell’intera umanità.

Dio, dopo averla fatta concepire imma-colata, chiese Maria in sposa.

Sposando Maria, Dio ’chiese la mano’ al-l’intera umanità.

Fu Gabriele a svelare a Maria la incre-dibile proposta.

Maria era la vergine delle profezie.Lei avrebbe concepito per opera dello

Spirito Santo.Ella, sposa di Dio, sarebbe diventata la

madre di un figlio con due nature distinte: ladivina avendo Dio per padre; l’umanaavendo Maria per madre; due nature unitenell’unica persona divina.

Privilegio altissimo ed unico per Maria! Ma Maria non peccò di vanità, conscia

che il suo “Sì” sarebbe stato il “Sì” dell’u-manità.

Maria, per divina volontà, era tutti noi.Maria, turbata, comprese tutto e chiese a

Dio: «Come è possibile?».Risposta: «Nulla è impossibile a Dio».Cosciente di essere la nuova Eva, a nome

dell’umanità disse: «Avvenga per me se-

ANNUNCIAZIONE (Beato Angelico part.)

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condo la tua parola».«Et Verbum caro factum est et abitavit in

nobis».Dobbiamo essere grati a Maria che ci ha

riscattati dal degrado morale e a Dio che ciha resi umanità divinizzata, avendo uma-nizzato la sua divinità in Cristo, per mezzo diMaria.

RallegriamociL’ho già detto, nel dialogo con Maria, Dio

si ripropose come il fidanzato, il promessosposo dell’umanità.

Il “sì!” di Maria al “sì” di Dio, fu l’iniziodelle nozze Dio-uomo: Dio lo sposo, Marial’umanità, la sposa.

Dio, salutando Maria, saluta ancheognuno di noi.

Il personalizzato saluto di Dio inviato anoi dall’eternità si realizza nel tempo.

Partecipò al miracolo del nostro concepi-mento.

Mentre papà e mamma, con un amplessod’amore, ci davano un corpo, Dio dal nullacreò il nostro spirito, facendoci diventarepersona umana vivente e immortale.

Mentre i nostri genitori stavano pen-sando al nome da darci, Dio già lo scrivevasul palmo della sua mano, per averci sempredavanti e chiamarci per nome.

Dio non ci ha creati in serie. Ognuno dinoi è un “unico”.

Non ripetiamo nessuno e nessuno ciripete, pur in mezzo ad una moltitudine

sconfinata.La scienza, studiando l’impronta digitale,

ce lo conferma.La clonazione umana sarebbe il rin-

novare il peccato originale.Per Dio, caro lettore, tu sei un “unico”. Ti

rendi conto? «Riconosci la tua dignità!» ti dice un emi-

nente dottore della Chiesa.All’alba della tua venuta, quando

nessuno ancora sapeva che eri stato con-cepito, Dio ti salutò: «Rallegrati. Sei nato.Ci sei. Mio figlio sei tu. Non morirai mai».

ConclusioneMi congedo da te, affezionato lettore, con

un sincero, affettuoso e gioioso saluto.Non finirò mai di stupire con te per te: ci

sei, sei un “unico”.Se la parte di te che viene dalla carne

mortale dei tuoi splendidi genitori, finirà ungiorno, il tuo “io” immortale, uscito dallaonnipotente parola di Dio, anela il ritornoalla Fonte.

Spesso, distratti dal “fare”, ignoriamo lenostre nobilissime origini, protesi verso lidiimperituri, osannati dagli angeli “figli delDio altissimo”, in Cristo, il Dio-con-noi.

Dopo questa chiacchierata sul “chisiamo?”, “chi sei”, nata da un saluto, ti dico:«Rallegrati!».

Non rubo nulla a Maria. Lei stessa, con al-legrezza, ti saluta con me, ma con ben più ef-ficacia.

don Rinaldo Sommacal

Addolorata: Devozione sì – Sagra noSe per l’inaugurazione della mostra

del Brustolon (27 marzo) il tempo è statofavorevole ed ha permesso anche la festain piazza, non fu così domenica 29 marzoper la festa della Madonna Addolorata,venerata nella chiesa cittadina di SantoStefano. Pioggia insistente per tutto ilgiorno. Molte bancarelle assenti.

Lavoro ridotto per le presenti. Un certomovimento in piazza sì, ma la folla no. Se

la sagra è mancata, intensa è stata la de-vozione mariana vissuta all’internodella splendida chiesa di Santo Stefa-no.

Momento culminante fu l’ora di pre-ghiera del pomeriggio: brani meditatidi San Paolo, omelia del Vescovo confelice riferimento all’Addolorata delBrustolon che si trova nella chiesa diDosoledo, adorazione eucaristica.

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UN MERCOLEDÌ SPECIALELa Chiesa, con il mercoledì delle ceneri,

chiede un deciso stop al carnevale. Vedecon piacere il carnevale con le sue fanta-siose invenzioni. Chiede equilibrio, manon proibisce le genialità del gioco.Scaduto, però, il prolungato tempo della ri-creazione, la Chiesa, da saggia madre, ri-

chiama tutti alla serietà e all’impegno. Lofa indicendo un giorno di stretto digiuno edi astinenza. Lo fa benedicendo le ceneri espargendole sul capo dei penitenti, procla-mando parole solenni e piene di spiri-tualità: «ricordati uomo che sei polvere epolvere ritornerai»; «convertitevi e credeteal vangelo».

La nostra comunità non è sorda a questirichiami. Mercoledì sera 25 febbraio la Cat-tedrale di Belluno era gremita di gente diogni età. Vi parteciparono anche i bambinidel catechismo con le loro famiglie. Tutti si

accostarono con molta serietà al sacerdotee ne ricevettero con esemplare devozioneun pizzico.

Con il mercoledì delle ceneri, quindi conla quaresima, parte pure la decennale ini-ziativa che va sotto il nome “un pane peramor di Dio”, cioè la raccolta di denaro,frutto delle nostre rinunce, da inviare in di-verse parti del mondo, per aiutare popoliancora vittime innocenti della povertà,della miseria, della fame. I frutti dell’ini-ziativa furono portati dai fedeli all’altare lasera del “Giovedì Santo”, sempre inDuomo. Sono milioni gli euro che da annivengono raccolti dalle nostre comunità cri-stiane e vengono inviati in tante parti delmondo, per sostenere progetti che aiutinogli indigeni a vincere la povertà rimanendosul posto. Difficilmente queste ed altre nu-merose iniziative di parrocchie e di gruppiecclesiali vengono rese note dai mezzi dicomunicazione sociale, pronti a suscitarepolveroni per un intervento indigesto dellibero e doveroso magistero della Chiesa.

IL SETTIMANALEGIORNO PENITENZIALEOggi quante cure dimagranti commer-

cializzate e costose! Cosa non si fa per lasalute. Alcuni spendono di più per dima-grire che per mangiare. Circolo vizioso:mangio e ingrasso; ingrasso, sfiguro e stomale; mi metto in dieta pilotata per rien-trare in linea...

Non è questo il digiuno di cui parla laspiritualità cristiana.

Da sempre la Chiesa lo predica, aggiun-gendovi le norme, ma soprattutto le fi-nalità.

Le norme del digiuno sono sagge evanno anche personalizzate, perché è di-verso il rapporto cibo-vita nel bambino, nelgiovane, nell’adulto, nel lavoratore, nel-l’anziano, nell’ammalato...

A tutti la Chiesa propone tempi e giornidi particolare rigore nell’assumere cibi ebevande, ma anche nell’uso del tempo

CRONACA PARROCCHIALE

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libero, del denaro, dei divertimenti, delfumo...

Chi è capace di tale disciplina, è un atletaverso se stesso e verso gli altri.

Spesso la disciplina del digiuno portacolui che la sceglie per fare una personaleoperazione di pulizia. In tempi di digiunoserio e interiorizzato, quante piccole ogravi immondizie vengono al pettine, de-positate negli anni lungo la strada dellavita; quanti sprechi di tempo, di denaro, disalute...

La Chiesa, oltre a proporre il digiuno peruna spirituale ecologia personale, che di-venterà anche un risanamento psicologicoe fisiologico, si propone un altro scopo: di-giunare per risparmiare; risparmiare perdonare; donare per far giungere a chimuore di fame e di sete ciò che si risparmiaevitando di morire per eccesso di cibo.

Il vagone della carità è sempre in movi-mento in ogni comunità parrocchiale.

La Chiesa, oltre al mercoledì delle ceneri,propone un altro giorno di stretto digiunoin quaresima: il venerdì santo, possibil-mente da estendere anche al sabato santo.

Il venerdì di quaresima in senso stretto,ma ogni venerdì è il giorno che la Chiesaindica al cristiano per fare, se non digiuno,almeno astinenza.

Una volta, quando la carne era il cibo piùcostoso, la Chiesa la vietava ogni venerdì.Anche oggi vige quel divieto, ma va rein-terpretato: se al posto di una fetta di salamecomperi del pesce prelibato e costoso, chesenso ha quell’astinenza dalle carni?

Astinenza in senso ampio è sì astenersidai cibi costosi, ma anche da bevande al-cooliche, dalle sigarette, dai fuori pasto,dall’ombretta, dalle interminabili chiac-chiere, dalle parolacce, dall’assenteismo,dalla mormorazione, dalle bestemmie, dacerti programmi televisivi...

ESERCIZI SPIRITUALIAnche quest’anno più di una cin-

quantina di adulti ha intensamente parte-cipato agli “spirituali esercizi”, predicati inCripta, da lunedì 9 a venerdì 13 marzo,dalle 20,30 alle 22. Furono dettati per il se-condo anno consecutivo da don FrancescoDe Luca che sa portare i partecipanti nel

cuore di un messaggio evangelico. È comeaccendere i motori dello spirito.

Lo spirito, toccato dalla Parola, sa coin-volgere anche i sensi del corpo piuttostopigro e pesante. Se nella prima parte è de-terminante la mediazione del predicatore,nella seconda primeggia la singolapersona. Uno si accorge di possedere unasingolare patente di guida. È di rigore il si-lenzio. Nel clima del raccoglimento, c’è chisi alza in volo e raggiunge messaggi che inabbondanza si librano nell’universo degliideali, in attesa di essere raccolti. Chi èstanco, per la giornata pesante, stenta a de-collare. C’è anche chi, creato il clima favo-revole, sa incontrare il primo dei protago-nisti della spiritualità cristiana: se stesso.

Abituati a guardare fuori di noi, cor-riamo il rischio di non vederci dentro. Ve-derci dentro significa incontrarci connovità, ma anche incontrare in modonuovo gli altri e, improvvisamente, il pro-tagonista per eccellenza: Dio.

LE TAPPEDELLA VIA DOLOROSA

Ogni settimana di quaresima è unpiccolo, ma completo cerchio che richiamail nascere, l’evolversi e il compiersi dellanostra salvezza. La salvezza ha un nome:Gesù. Le varie liturgie ci dicono chi è Lui,quanto gli siamo costati e quanto ci haamati. La Parola proclamata, meditata efatta nostra ogni domenica, si trasforma innoi in vita con mille sfaccettature. Agli ap-puntamenti domenicali i cristiani prati-canti si ritrovano, mettono sulla mensa del-l’altare ciò che hanno ricevuto da Cristo eciò che con Cristo hanno saputo fare, perrinnovare il Suo sacrificio reso più riccocon l’offerta di noi e della nostra settimanavissuta. Anche i peccati “confessati” e“perdonati” diventano parte del “sacri-ficio a Dio gradito”.

Non la sola Messa domenicale imban-disce la tavola della nostra spiritualità cri-stiana.

La tradizione vuole che in quaresima ilvenerdì diventi il giorno della memoriadella passione e morte di Gesù, con la piapratica della “via crucis” e delle “stazioniquaresimali” che, di volta in volta,

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puntano la lente di ingrandimento su unadelle pagine evangeliche che raccontano lastoria straziante vissuta da Gesù, dall’ortodegli ulivi alla sua condanna a morte, allasua flagellazione, alla sua incoronazione dispine, al suo umiliante viaggio carico dellapesante croce, alla sua crocifissione, allasua doppia agonia fisica e morale, al suodolore nel vedere la passione infinita dellamamma, alla sua morte ed alla sua fret-tolosa sepoltura in un sepolcro prestato.

La nostra parrocchia è stata presente sianella “via crucis” animata dai bambininella chiesa di Loreto, sia alle “stazioniquaresimali” in S. Rocco, curate dalle par-rocchie di Borgo Piave, di Santo Stefano, diDuomo-Loreto, dall’I. Sperti e dalla Pa-storale Giovanile Duomo-Loreto.

IL PELLEGRINAGGIOFORANIALE QUARESIMALE

A Scaldaferro,per la Quaresima

Nel pomeriggio di domenica 15 marzo150 fedeli della forania di Belluno hanno ef-fettuato l’ormai tradizionale pellegri-naggio quaresimale. La meta scelta que-st’anno è stata quella del santuario “Mariasalute degli infermi” in località Scalda-ferro, tra Bassano e Vicenza.

Si è trattato di un vero pellegrinaggio ca-ratterizzato dalla preghiera e della rifles-sione. All’andata la recita del santo rosarioe l’esecuzione di canti mariani ha subito ri-chiamato il significato dell’appunta-mento. Il canto delle litanie dei santi pa-troni della diocesi e delle parrocchie ha

caratterizzato l’ingresso nel santuario. Una celebrazione penitenziale incen-

trata sulla figura di san Paolo, guidata dalvicario foraneo monsignor Rinaldo Som-macal, è stata il centro dell’incontro. Dasottolineare il richiamo al valore del-l’esame di coscienza e la possibilità di acco-starsi alle confessioni individuali duranteil rito comunitario. Di grande gradimentola visione degli stupendi mosaici opera dipadre Marko Ivan Rupnik (anche gli ultimimosaici di Lourdes e di Fatima portano lasua firma). Una piacevolissima sorpresaper i fedeli, resa ancora più significativadalla spiegazione di uno dei padri maria-nisti che officiano il santuario: nel luogodedicato a “Maria salute degli infermi” èindicata la vera “salvezza”, Cristo Gesù, li-beratore dai peccati, morto e risorto.

Il canto dei Vespri ha concluso l’incontroquaresimale. Per i partecipanti c’è stataanche la possibilità di un incontro indivi-duale con l’immagine della Vergine, ve-nerata dal 1665, collocata nel piccolo san-tuario a ridosso del porticale dei mosaici.Molto interessante anche la visita al pre-sepio biblico.

La guida sonora invita a contemplarenon solo la Natività di Betlemme, ma anchei principali luoghi della Palestina, percor-rendo le tappe della vita di Cristo, su unarealizzazione di 200 mq: la visita al pre-sepio biblico è quindi un’esperienza validalungo tutto l’arco dell’anno.

Con il ritorno a casa, il ricordo di un’e-sperienza breve ma intensa, che ha lasciatonel cuore dei partecipanti soprattutto ilforte richiamo alla presenza del Risortonella propria vita.

SANTUARIO DI SCALDAFERRO - I partecipanti raccolti per la foto di gruppo.

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LE FESTIVITÀ PASQUALINulla di nuovo, ma tutto è nuovo. La Pasqua non è solo un anniversario

straordinario da ricordare. La Pasqua è un vero e proprio evento che

si sta realizzando e che tutti ci vede attori. Se la Pasqua è Cristo morto e risorto, la

Pasqua di Cristo è oggi il lievito dellanostra storia.

Il cristiano sa (o deve saperlo) che Gesù èmorto e risorto per tutti gli uomini, anzi pertutto il creato.

Significa che tutti gli uomini e tutto ilcreato stanno ricevendo la Pasqua di Cristoe in Cristo stanno celebrando la loroPasqua.

Se Cristo è morto per tutti, significa chetutti sono stati redenti, nessuno escluso.

Significa che se, un santo o un peccatore,chiedessero a Gesù: «Ricordati di me»,Gesù gli prometterebbe il paradiso, cioè “larisurrezione della carne e la vita eterna”.

All’inferno non ci manda il Signore. Finoall’ultima ora ci tende la mano. Se uno ci va,ci va con le sue gambe.

Se tu lettore sei un credente, non puoi as-solutamente ignorare questa verità che tivede protagonista.

Il prezzo della tua vita è altissimo. Vali la Pasqua di Cristo.

Vuoi buttarla via? Saresti un suicida. Vuoi conoscerla e farla diventare lievito

di tutta la tua vita? Vivila con l’aiuto della Chiesa, della

evangelizzazione, delle celebrazioni litur-giche, delle domeniche che, via via, stannocompletando in noi, figli del tempo, laPasqua di Cristo compiuta una volta persempre.

I recenti riti della Settimana Santa hannoriproposto e realizzato il mistero dellaPasqua di Cristo, facendo parlare leScritture che profetizzano e oggi rac-contano la passione, morte e risurrezionedi Gesù, il Figlio di Dio, il figlio di Maria, ilfiglio dell’Uomo.

Durante la veglia pasquale la liturgiatoccò il suo culmine.

Il terzo giorno, Gesù risorto comparveagli apostoli, riuniti nel Cenacolo.

Comparendo loro nel giorno della risur-rezione e otto giorni dopo, Gesù inauguròper la Chiesa il giorno in cui si deve cele-brare nel tempo la Pasqua del Signore: ilgiorno dopo il sabato, l’inizio della set-timana, il primo dei giorni, il giorno del Si-gnore, cioè la domenica.

Non possiamo fare senza la Pasqua! Nonpossiamo fare senza la domenica!

RISURREZIONE (Beato Angelico).

GESU DAVANTI A PILATO (El Greco).

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Alla scoperta dell’arte di Andrea BrustolonIn questi giorni si sta svol-

gendo a Belluno, nel MuseoDiocesano di Feltre, in Zoldo e inComelico, la grande Mostra suAndrea Brustolon. Come i re-centi studi hanno appurato l’ar-tista era nato in città, da una fa-miglia che era bellunese da di-verse generazioni. Nei registridella Cattedrale, ora esposti inMostra, vi è l’annotazione che ilbattesimo è stato amministratolo stesso giorno della nascita, il20 luglio 1662.

A Belluno l’artista è semprestato molto legato al punto dadecidere nel 1695 di stabilirsidefinitivamente nella sua casa divia Mezzaterra, nonostantefosse richiesto a Venezia dainobili Venier, Correr e Pisani.

La straordinariafama goduta da

vivo lo accompagnò anche in se-guito. Lo scrittore franceseHonorè de Balzac nel 1800 perben due volte lo definisce “il Mi-chelangelo del legno” per la ecce-zionale abilità nel trattarequesta materia sia a livellotecnico che stilistico. Universal-mente ammirata è stata la ric-chezza di spiritualità che le suenumerose opere a soggetto reli-gioso esprimono. Può esssere in-teressante domandarsi dove l’a-vesse attinta. Non si sbagliaindividuando una prima fontenella sua famiglia. Le recenti ri-cerche di Orietta Ceiner, pub-blicate nel Catalogo dellaMostra, hanno dimostrato comeil padre Jacopo, di professione“sartor”, iscritto come gastaldonella “scuola di S. Omobono”che aveva sede nell’antico Con-vento di San Pietro, fosse un

membro attivo nell’ambito dellavita religiosa e caritativa dellacittà. Aveva infatti ricoperto piùvolte la carica di priore dellaconfraternita della Disciplina odei Battuti di Santa Croce e, suindicazione del vescovo Gio-vanni Battista Bembo, era statoeletto priore nel 1698 dell’ora-torio di San Girolamo e FilippoNeri o della Dottrina Cristiana,confraternita che aveva sedepresso la chiesa di San Lucano.Determinante per la sua forma-zione cristiana è stata certa-mente la figura dello zio sa-cerdote, don Francesco Brusto-lon, il quale in Cattedrale avevail compito di custode degli arredisacri. A lui si dovrebbe, secondoalcuni storici, anche la scopertae la valorizzazione del talentoartistico del nipote.

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IL TEMA DEL CROCIFISSOSono più di un centinaio le opere esposte alla

Crepadona con un percorso completo che rico-struisce l’itinerario dalla prima ideazione dei di-segni e dei bozzetti alla realizzazione scultorea.Tra i capolavori più suggestivi vi è il Calvario diFarra d’Alpago con il Cristo in croce tra San Gio-vanni e la Madonna. Il tema del Crocifisso era unodei più richiesti dalla committenza. Brustolon hasaputo esprimere in esso una attenta cura dell’a-natomia non disgiunta da una profonda caricaspirituale. Gesù è colto di preferenza appenaspirato, col capo reclinato, oppure nel momentoin cui, prima di morire, grida la sua preghiera diabbandono fiducioso al Padre: «Nelle tue maniaffido il mio spirito». Sono numerosi i crocifissiesposti alla Crepadona, nel Museo civico, aSanto Stefano, a San Pietro, al Museo Diocesanodi Feltre. Vi è in essi una varietà stilistica che al-terna classicismo a ricerche manieristiche e ba-rocche. In tutti però vi è un senso di compostezzache esprime da parte di Gesù l’accettazioneamorosa e cosciente di un disegno che prevede lasalvezza degli uomini attraverso la sofferenza e lamorte.

GLI ANGELIUn secondo tema molto sviluppato da Bru-

stolon è quello degli angeli. Essi sono nella teo-logia cristiana un segno della cura amorosa concui Dio accompagna le vicende umane. Hanno il

compito specifico, come si può ricavare anchedal significato del loro nome, di essere mes-saggeri della salvezza. Tra gli angeli più belli sipossono ammirare quelli dei Frari a Venezia edi San Pietro a Belluno, poi trasferiti a SantoStefano. L’architetto Mario Botta li ha col-locati in volo sotto un suggestivo cielo checonclude alla Crepadona l’itinerario dellaMostra. Stupenda è la vitalità che esprimonoanche i vari angioletti che riempiono le Pale diSan Pietro, gli altari della Pietà in Cattedrale edella Beata Vergine della Salute, i candelabridi Santo Stefano e di Farra d’Alpago espostialla Crepadona. Tra le creazione più felici del-l’artista vi è lo Stemma del Vescovo pro-temporedella Cattedrale di Belluno, ora provvisoria-mente nel Museo Diocesano di Feltre, con itre putti che si inerpicano tra le nappe el’alloro in una gara che vede il vincitore incima col braccio alzato in segno di trionfo.

GLI EVANGELISTIIl gruppo dei Quattro Evangelisti di San Fermo,

anch’essi provvisoriamente in esposizione alMuseo Diocesano di Feltre, provenivano da unachiesa della nostra Parrocchia, quella di SantaCroce. Custodiva le reliquie di San Verissimo maserviva anche come base «per l’esposizione delSs.mo nei lunedì di Quaresima». La fonte di ispi-razione è un analogo apparato bronzeo che si

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trova a Venezia, nella chiesa benedettina di SanGiorgio, opera cinquecentesca di GirolamoCampagna. L’artista bellunese lo ha però riela-borato con originalità esprimendo in manierasuggestiva come solo il Vangelo è la base affi-dabile sulla quale il mondo intero può procederesicuro nel suo cammino.

LA MADONNAIl tema mariano è stato particolarmente

amato dal Brustolon. È raffigurata come Madredel dolore negli altari di Pieve di Zoldo, di Ma-

reson, di Farra d’Alpago, di Dosoledo, di SanPietro a Belluno. Le sue braccia sono prevalente-mente aperte per esprimere un abbandono fidu-cioso ai disegni misteriosi ma sempre provviden-ziali di Dio. Al Museo Diocesano di Feltre si puòammirare l’Assunta, in cirmolo ebanizzato, ese-guita su commissione del Vescovo Antonio Pol-cenigo nel 1702 per la cappella del Seminario.Tutti i critici sono concordi nel considerla il suocapolavoro nel campo dell’arte sacra. La Ma-donna sale al cielo, con le mani giunte e losguardo rivolto verso il cielo, in un tripudio di an-

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gioletti che l’accompagnano. Il senso della vit-toria sulla materia è espresso dal dinamismo edalla leggerezza che la caratterizzano, non im-memore della lezione di Tiziano ai Frari di Ve-nezia. È un’opera nella quale vi è una sintesi mi-

rabile tra arte e spiritualità e che sembra latraduzione scultorea dei versi che Dante nel Pa-radiso rivolge alla Madonna: «Giuso, infra imortali, sei di speranza fontana vivace».

mons. Giacomo Mazzorana

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Marzo,mese di

Vincenzo SavioIl vescovo di Belluno-Feltre Vin-

cenzo Savio il 31 marzo 2004, scarni-ficato e divorato dal male di inauditapotenza, ma dotato delle possenti alidella speranza e dalla carità, volò di-ritto-diritto in Dio, in cui sempre piùcredette e a cui portò molti a credere,passando da una fede sopita ad unafede gioiosamente risvegliata, da unafede contestata ad una fede riscopertae straordinariamente appagante.

La sua fede era Gesù in persona,condiviso fino al “consumatum est”.Concluse la sua vicenda terrena di-cendo, con il solo filo di voce che gli ri-maneva: «...ad ogni buon conto la cosapiù importante è dire a tutti che iosono senza misura contento di Dio.

Una meraviglia! Una sorpresa con-tinua tale da poter dire a me, con con-vinzione, che in ogni istante la Suamisura era piena e pigiata. Vi be-nedico tutti e voi beneditemi!».

A cinque anni di distanza, la Chiesadi Belluno-Feltre lo ricordò per tutto ilmese di marzo, con una serie di ini-

TERRIFICANTELUNEDÌ SANTO

Alle ore 03,32 uno spaventosoterremoto colpì l’Abruzzo e inparticolare la città dell’Aquila.Circa 300 i morti. Innumerevoligli sfollati, paesi interi distrutti eda riedificare.

Dignità e compostezza tra levittime! Straordinaria la ri-sposta dell’Italia e del mondointero. Anche Belluno è traquanti collaborarono fin dallaprima ora ad aiutare le popola-zioni colpite da così immane di-sastro. Attendiamo la rinascita.

ziative, culminate con la concelebra-zione in Duomo, presieduta da mons.Giuseppe Andrich, suo vicario ge-nerale prima e suo successore poi.

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PRIMA COMUNIONEE CRESIMA

Come da tanto tempo, il primomaggio, alle ore 10.00, si celebra laMessa di Prima Comunione.

Quest’anno i fortunati neocomuni-candi erano 39, suddivisi tra Duomo,Loreto e provenienti dall’IstitutoSperti.

Intensa fu la loro preparazione,durata un anno scolastico, con dueore settimanali. Furono preparati dacinque catechiste e dal parroco che,per scelta pastorale, ne cura la cate-chesi e la celebrazione.

* * *A ridosso della Prima Comunione,

la parrocchia celebrò anche il sacra-mento della Confermazione, più co-munemente conosciuto comeCresima.

Folta quest’anno la schiera degliadolescenti che, dopo un biennio dipreparazione, hanno chiesto al Vescovo laCresima.

Le tre sezioni sono state accuratamenteseguite e preparate da esperti e scrupolosicatechisti a cui va tutta la gratitudine dellaComunità e delle famiglie dei cresimandi.

Immediatamente dopo la Cresima, i cre-simati torneranno ad incontrarsi con spiritodiverso: da discepoli a evangelizzatori,poiché inviati al mondo dallo stesso SpiritoSanto che sostiene la Chiesa.

IL FIORETTOLa tradizione è bella e va salvata. La

sentono in particolare i bambini. È il “fioret-to” del mese di maggio. Rosario, conversa-zione formativa dialogata, litanie, canti, pic-coli propositi e tanta gioia... ecco l’identitàdei nostri appuntamenti serali durante tutto ilmese. A Loreto alle 17.45; nel Battistero alleore 18.

FESTA DELLA PARROCCHIADomenica 24 maggio, come è tradizione,

la Comunità Parrocchiale Duomo-Loreto, acui si uniscono numerosi simpatizzanti, si ri-troverà in Valpiana di Limana, presso la ca-piente struttura dell’A.N.A., per l’annualefesta estiva della Parrocchia.

Un inserto illustrerà l’iniziativa. Impor-tante è esserci, perché, a detta dei parteci-panti, ogni festa, che vede protagonisti i par-tecipanti, lascia un segno di duraturaamicizia.

Si realizza quello che si propone di esserela Chiesa: una vera famiglia, in cui il “tutti peruno-uno per tutti” diventa visibile.

Si ricorda ai nuovi che è tradizione che siala parrocchia ad offrire per pranzo un primoabbondante, lasciando ai singoli portare il se-condo, le bevande, ecc. Si spera nel beltempo, ma la struttura garantisce in ogni casola buona riuscita.

MAGGIOPROMETTENTE

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CORPUSDOMINI

FORANIALEDa qualche anno la Forania di Belluno

ha rimesso in auge il Corpus Domini nellasua data primitiva che era il giovedì suc-cessivo alla solennità della SantissimaTrinità.

Le singole parrocchie, che singolar-mente lo celebreranno domenica 14giugno, comunitariamente lo vivonogiovedì 11 giugno in Duomo, con una so-lenne concelebrazione presieduta dal Ve-scovo, alle ore 20.30. Alla santa Messa,tempo permettendo, seguirà per le vie diBelluno la processione eucaristica.

Sarebbe bello vedere le case, che stannolungo il percorso, ornate con lumini accesi. Ibambini della prima comunione verrannocon l’abito bianco e con cestini di fiori, daspargere in processione.

CONVEGNODEL CLERO

Ogni anno i sacerdoti della Diocesi si ri-tirano per tre giorni, con lo scopo di rigene-rarsi nella spiritualità, nell’amicizia e nellaazione pastorale.

Il Vescovo è con loro e tutto condivide. È

una assenza dalle parrocchie, ma per il benedelle parrocchie. Un sacerdote sereno, pioe aggiornato è un pastore sulle orme diCristo. Se la comunità chiede preti veri, lacomunità preghi anche per i suoi sacerdoti.

Quest’anno il convegno si svolgerà a ColCumano nei giorni 15-18 giugno.

SALADEL CENACOLO

Il prezioso spazio che la parrocchia diLoreto ha in concessione dalla RegioneVeneto, si chiamerà Sala del Cenacolo.Sarà una pluri-sala.

Ricevuta al grezzo, la parrocchia sta pro-cedendo a completare i numerosi lavori dirifinitura.

Una volta ultimati, sarà più facile anchediscutere sui diversi servizi che potrà offrire.Si spera di inaugurarla in occasione dellafesta invernale della parrocchia, quandoLoreto farà memoria dei suoi sessant’anni divita: 1949-2009.

CAMPEGGIOPER RAGAZZI

Dal 25 giugno al 3 luglio si svolgerà il cam-peggio a Bieter per una cinquantina di ra-gazzi e di ragazze, sotto l’illuminata guida didon Mario, coadiuvato da eccellenti

GIUGNOCON I SUOI FRUTTI PREZIOSI

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cuoche e fantastici animatori.Un campeggio a quell’età può cambiare

la vita. Adulti confessano che certe loroscelte impegnative e definitive sono ma-turate nascostamente proprio in quelleesperienze che hanno sbaragliato ogni su-perficialità ed hanno raggiunto l’intimodella persona.

VACANZEESTIVE

Fine giugno e luglio sono i mesi preferitidalle famiglie con bambini e ragazzi in etàscolare.

Questo giornale della parrocchia siaugura che tutti possano regalarsi un tempo,più o meno lungo, di riposo dalle solite fa-tiche, per una rigenerazione delle energie,della voglia di esserci e di fare.

Per riposo alcuni intendono esattamenteil non far nulla e il farsi servire.

Per altri il riposo è fare qualcosa di diversodal solito, magari anche molto impegnativoe faticoso, come certi sport che sono unasfida al fisico impigrito da mesi di lavori se-dentari.

Non mancano quelli che offrono il lorotempo di vacanza per esperienze di serviziogratuito a questa o a quella emergenza di bi-sogno, in Italia come all’estero, spesso interra di missione, dove lavorano missionarie missionarie bellunesi.

C’è anche chi si allontana dal rumore,dall’effimero, dal quotidiano che spegnel’entusiasmo e va a rifugiarsi in luoghi o am-bienti dove predomina il silenzio, la medita-zione, la preghiera, la revisione del propriomotore mentale, la riscoperta della co-scienza, la ripassatina dei valori di fondo edei doveri primari, ecc.

Buona vacanza a tutti, anche a chi, nonpotendo o non volendo, rimane a casa.

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Agosto è il cuore dell’estate. Diventa unmisto tra vacanza piena, soprattutto per i la-voratori metalmeccanici, e l’elaborazionedei progetti di vita e di lavoro per l’incipienteanno sociale che, normalmente, coincidecon l’inizio dell’anno scolastico.

La Chiesa di Belluno-Feltre e la par-rocchia sono su questo versante: agosto,tempo di programmazione pastorale.

Il Vescovo Andrich medita, sceglie, scrivee invia alla sua Chiesa una ‘NOTA’ doveindica le priorità comuni da mettere in calen-dario e realizzare.

Il parroco Duomo-Loreto, calendarionuovo in mano, programma le principali ini-ziative pastorali per tutto il 2009-2010, pre-vedendo i tempi e i modi possibili.

Il Consiglio Pastorale, attento sia alla

’nota’ del Vescovo, sia al calendario pa-storale parrocchiale, attraverso le Commis-sioni, abbozza le possibili priorità da sotto-porre all’approvazione dell’assemblea difine settembre.

I catechisti, dimentichi delle fatiche re-gresse, rinati nell’entusiasmo di avere ungruppo di vivaci bambini e ragazzi da portareper tappe a Cristo, si preparano per la nuovaavventura che partirà a fine settembre.

Tutti i gruppi parrocchiali, tra fine agostoe l’inizio di settembre, riaccendono i motori.

La scuola, preziosissimo e prioritariovalore individuale e sociale, diventa il volanodella vita di una città, di ogni paese, delle co-munità. La società, che riserverà alla scuola ilmassimo dei voti, non tarderà ad essere clas-sificata con il massimo dei voti.

AGOSTO

GIORGIO ZAMPIERI PRESIDENTE COMITATO D’INTESAÈ Giorgio Zampieri il nuovo presidente del

Comitato d’Intesa tra le associazioni volontari-stiche della provincia di Belluno. La nomina èavvenuta nella riunione del nuovo direttivouscito dall’assemblea di sabato 14 marzo. Vice-presidente è stato eletto il feltrino Gianluca Cor-setti dell’associazione Famiglie di Portaperta.Giorgio Zampieri,61 anni di Belluno, già vice-presidente del Comitato d’Intesa, prende ilposto di Gianbattista Arrigoni, per quasi 25 annipresidente del sodalizio che oggi raggruppa uncentinaio di associazioni di volontariato bel-lunesi. Proprio Arrigoni ha comunicato, nelcorso del direttivo, la sua decisione di lasciare lapresidenza. «Essendo ormai prossimo all’ottan-tesimo compleanno e dopo 25 anni di presi-denza del Comitato d’Intesa – ha detto Arrigoni– penso sia arrivata l’ora di farmi da parte. Ma ri-tengo mio dovere indicare, meglio proporre allavalutazione del direttivo, vista anche la volontàdelle associazioni, di eleggere presidente delComitato d’Intesa e del Centro di servizio per ilvolontariato Giorgio Zampieri, uno dei soci fon-datori del Comitato, per il ruolo che ha avuto intutti questi anni con molta umiltà e discre-zione». La scelta di Gianluca Corsetti a vicepre-sidente è stata motivata per dare una più forterappresentanza al Feltrino. Arrigoni ha anche

proposto di ricon-fermare EnnioColferai nel ruolodi rappresentanzaa livello Venetodell’Ente Gestoredel Csv di Bellunoe Dario Emeri nelruolo di segre-tario.

Giorgio Zam-pieri ha ringra-ziato per le espres-sioni di fiducia rivoltegli da Arrigoni,sottolineando come il presidente uscente abbiadatoal Comitato d’Intesa e al Csv l’impulso e lacredibilità riconosciuta da tutti, cittadinanza eistituzioni.

L’elezione di presidente e vice è avvenuta al-l’unanimità e successivamente è arrivata la ri-conferma di Dario Emeri nel ruolo di segretario.

Al termine delle elezioni è scaturito un pro-lungato applauso per Gianbattista Arrigoni, visi-bilmente commosso, con la proposta del di-rettivo di eleggerlo Presidente onorario delComitato d’Intesa già nella prossima assembleagenerale.

(da “L’Amico del Popolo”)

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CANTIEREDELLA PROVVIDENZA

Comunione, cooperazione, eserciziodelle proprie competenze. È quanto pro-poneva nel suo libro “Ogni uomo è unastoria sacra” Jean Vanier, già ufficialedell’esercito, poi filosofo e teologo. Co-munione, cooperazione ed eserciziodelle proprie competenze secondoVanier, che ha fondato le comunità del-l’Arche in Francia, sono indispensabiliper la realizzazione dell’essere umano.

Su questa triade si basa il “Cantieredella Provvidenza”, una iniziativa so-ciale per l’inserimento lavorativo dellepersone ai margini, che vede in tandemil parroco della Cattedrale di Belluno el’assessorato ai servizi sociali delComune di Belluno. Nel “Cantiere dellaProvvidenza”, l’accento è puntato sul-l’esercizio delle proprie competenze, illavoro, come modo per ritrovare lapropria umanità. «Sono moltissime lepersone che bussano alla porta delle ca-noniche in cerca di aiuti economici ef-fimeri, che non risolvono la loro situa-zione, o che passano il tempo abighellonare in piazza, perché non sonoriuscite ad inserirsi in un’attività lavo-rativa» testimonia monsignor RinaldoSommacal, parroco della Cattedrale e diSanta Maria di Loreto a Belluno. «Perquesto ho deciso di impegnarmi inprima persona per risolvere queste si-tuazioni».

Gli fa eco l’assessore ai servizi socialidel Comune di Belluno Angelo Paganin:«Anche molti giovani, la cui prima espe-rienza lavorativa è fallita, tendono a la-sciarsi andare e a non reagire: per questoil Cantiere della Provvidenza vuoleessere una scoperta positiva del lavoro».

Il “Cantiere” non è un luogo fisico nécostruirà edifici o strade. È stato scelto,come in un ossimoro, per un accosta-mento alla parola “Provvidenza”. «Se laparola Provvidenza – dice Paganin – sot-tolinea l’aspetto gratuito dell’aiuto chela comunità dà a queste persone, laparola “Cantiere” è sinonimo di orga-

Il logo del Cantiere della Provvidenza: la personache tende a emarginarsi (nel nero) può uscirnegrazie al lavoro (simboleggiato dal colore grigio).

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nizzazione, responsabilità, indu-striosità. Ma il Cantiere sarà tutta la cittàdi Belluno e il suo territorio, dove glioperai della Provvidenza saranno in-viati, in un continuo gioco di domanda eofferta, per offrire la loro parte nel man-tenimento del territorio». All’inizio del-l’esperienza, l’Ufficio tecnico e l’Ufficiodel patrimonio pensano a lavori di man-tenimento di angoli trascurati della cittào del comune, o alla cura di angoli verdi.«Ma se la città, intesa nel senso di cittadi-nanza e di territorio, saprà ben assumereil ruolo di Cantiere, si potranno molti-plicare anche gli ambiti di intervento diquesti operai».

Quali saranno gli operai nel “Can-tiere”? «Il nostro target – spiega Paganin– non è costituito dalle persone diversa-mente abili, che sono almeno nellamaggior parte dei casi seguite dalle coo-perative sociali; ma sono le persone aimargini per scelta personale, o per situa-zioni di multiproblematicità dall’alcoolalla droga o a tutte e due insieme».

Continua Paganin: «Per questo nellostaff della Cooperativa La Via, che havinto il concorso aperto a tutte le Coope-rative sociali per la gestione del Cantieredella Provvidenza, ci sarà una psicologache seguirà settimanalmente gli operaidel Cantiere per aiutarne l’evoluzioneverso l’autonomia personale e lavo-rativa». Perché autonomia lavorativa?«L’obiettivo è evidente: non si vuole chequeste persone rimangano a vita nelcantiere, ma riescano poi a sostenereuna relazione con il Centro per l’im-piego».

Gli assistenti sociali, integrati nel pro-getto, avranno il compito di aiutare glioperai del “Cantiere della Provvi-denza” a entrare in un’ottica di rispettodelle regole («Se uno è in questo mo-mento della sua vita in grado di lavorareun’ora al giorno, lo potrà fare, ma dovràlavorare quell’ora, senza vie di fuga») enella gestione oculata del denaro cheverrà dato come corrispettivo della loroprestazione lavorativa. «In questo pro-

getto è importante che le persone aderi-scano e condividano questo percorso. Sele 12 persone che abbiamo individuatodopo 17 colloqui riusciranno a farequesto passaggio, un domani riusci-ranno a ottemperare agli obblighi di uncontratto di lavoro».

Monsignor Sommacal mette a dispo-sizione la cifra iniziale per pagare i capi-squadra e per la modesta, ma continua,retribuzione agli operai e sottolinea laparola “iniziale”. «Questo capitale simanterrà da solo o aumenterà se il “Can-tiere della Provvidenza” sarà ap-prezzato. Le donazioni potranno essereversate a un conto corrente».

Il 1o. maggio, festa di san Giuseppe la-voratore, partirà il Cantiere della Prov-videnza. «I cui primi frutti - concludePaganin - sono già stati raccolti dall’a-scolto delle persone. Interessarsi è lachiave per far superare i disagi: e i futurioperai del Cantiere della Provvidenzahanno reagito positivamente solo peressere state ascoltate e per aver visto l’in-teresse di Belluno nei loro confronti».

(da “L’Amico del Popolo”)

Lo stemma ligneo realizzato da Brustolon peril vescovo di Belluno Zuanelli.

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Sabato 4 aprile si è conclusa la mostrasugli anni ’60 allestita da Antenna Anzianipresso le sale espositive dell’Istituto TecnicoIndustriale G. Segato di Belluno. La mostraha riscosso grande successo; molti i compli-menti e le richieste di replica. Anche glieventi ad essa collegati cioè la relazioneinaugurale della Prof.ssa Maristella Turi,quella del Prof. Francesco Piero Franchi suglianni ’60 a Belluno, il concerto che si è svoltopresso la sala teatro del Giovanni XXIII, laproiezione del film “Signore e Signori” diPietro Germi presso l’Aula Magna dell’I.T.I.,la conferenza sul Concilio Vaticano II pressol’Aula Magna del Seminario di Bellunotenuta da don Claudio Centa, hanno avutouna buona risonanza anche perché tutti glieventi erano di qualità eccellente. La sceltadi utilizzare le sale espositive dell’I.T.I. è poirisultata un’idea vincente, perché i ragazzidella scuola hanno apprezzato molto l’ini-ziativa ed hanno soddisfatto quello che era

l’obiettivo primario del progetto “Genera-zioni a confronto”, ossia di far conoscere aigiovani eventi, oggetti, cultura che hannocaratterizzato un periodo a loro in gran partesconosciuto. Abbiamo pensato quindi diraccogliere in una pubblicazione questaesperienza corredandola di immagini, dvd,relazioni e informazioni riferite alla mostra,per lasciare una traccia dell’impegnativolavoro svolto a disposizione di quanti inte-ressati.

L’aspetto più significativo che intendiamosottolineare è l’entusiasmo con cui le scuole,esercizi commerciali, privati, relatori, soci ecollaboratori hanno prestato la loro opera ofornito gli oggetti a titolo assolutamente gra-tuito, sapendo che la gratuità è un valore nonfacilmente riscontrabile attualmente.

Ringraziamo perciò tutti, compresi coloroche hanno partecipato alle varie manifesta-zioni ed arrivederci alla prossima...

Maria Agostina Campagna

ANGOLO ANTENNA ANZIANI

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IN MEMORIA DEFUNTI

MARIO E PAOLA BROVELLI: MariaBronzato 150.CLAUDIA ARTINO: i nipoti 200.MAMMA: la figlia 50.CARLA CIPIANI: la figlia 100.LINDA FREZZA: sorella Angela 50.BRAY: i familiari 100.MARINA FASOLO: i parenti 100.ANGELO DE BIASI: i figli 50.CARLO PIAZZA: moglie e figlia 100.NENZ VIRGINIA: le figlie 50, Lidia Laz-zarini 20.MARTA NUNZIATA: la mamma 100.ALESSANDRINA FACCHINETTI: lafiglia 100.CARLO, M.ROSARIA MAZZONEGROPPELLO DI BORGONE: la figlia 50.GIOVANNI BORTOT: la moglie 20.PAOLO ROLDO: la moglie 100, Mario

Nicolai 100.IRMA FASCINA: fam. De Bona 200.PINA PONTI PALLA: i figli 500, Angeloe Marisa Carlot 50, Augusta Soppelsa efam. 50.MARIO ZANGRANDO: la figlia 25.GIUSEPPE DI MAGGIO: figlio Massimo25.GIUSEPPE LOMBARDO: il figlio 100.CONCETTA VIEL: la nipote 50.

CHIESA E OPERE PARROCCHIALI

Natalia Carniel Tison 250, sposi Par-meggiani 120, N.N. 500, De Pellegrin 70,Carvisiglia Milena 30, Renato Viel 15,fam. Marson 200, N.N. 30, N.N. 50, Cl. M.200, N.N. 20, Gemma e Sergio C. 100, A.A. N. 1500, Silvio Pierobon 500, fam.Pozza 50.

NATI E BATTEZZATI

2. Miola Adele, nata il 28 settembre2008.

3. Besola Chiara, nata il 25 novembre2008.

4. Rota Isabella Sofia, nata l’1 di-cembre 2008.

5. Santesso Sergio, nato il 25 ottobre2008.

MATRIMONI RELIGIOSI

3. Casagrande Luca con BiasonMartina, il 4 aprile 2009.

4. Diana Massimo con Molinari Fran-cesca, il 25 aprile 2009.

5. Chiarelli Claudio con ConstantiniSandra, il 29 aprile 2009.

DEFUNTI

6. Sommacal Ilva v. Fughetta, di anni72, il 15 febbraio 2009.

7. Dal Molin Irma v. Fascina, di anni94, il 18 febbraio 2009.

8. Sommavilla Silvia, di anni 13, il 18febbraio 2009.

9. Roldo Paolo, di anni 82, il 19 febbraio2009.

10. Cipriani Carlav. Bianco, di anni 90, il19 febbraio 2009.

11. De Marchi Mario, di anni 84, il 4marzo 2009.

12. Reolon Virginia v. Nenz, di anni 89,l’8 marzo 2009.

13. De Biasi Angelo, di anni 92, il 9marzo 2009.

14. Ponti Giuseppina v. Palla, di anni76, il 14 marzo 2009.

15. Lombardo Giuseppe, di anni 87, il 2marzo 2009.

16. Facchinetti Alessandrina, di anni72, l’8 aprile 2009.

17. Coletti Emilia, di anni 87, il 10 aprile2009.

STATISTICA PARROCCHIALE

OFFERTE

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Strada per Valmorel a 9 km da La Cal di Limana

24 maggio 2009 - IN VAL PIANAAnche quest’anno

sarà celebrata la

“Festa della

parrocchia”.

Ci accoglierà il

Centro Sociale,

gestito

dall’Associazione

Nazionale Alpini

(A.N.A.) di Limana

in località Val Piana

sulla strada che da

La Cal di Limana

porta a Valmorel.

Una grande tenda ci

consentirà di

celebrare la festa

anche in caso di

pioggia.

Chi ha posti liberi

in macchina,

offra un passaggio a

chi non ha mezzi

propri.

Festa della parrocchia

e della famiglia

Anni 80 – Vena d’oro

Festa della parrocchia

e della famiglia

Anni 80 – Vena d’oro

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Val Pianadi Valmorel

vi attende

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PROGRAMMA- Ore 10.30: Santa Messa (all’aperto o in tenda);- Ore 12.00: Pranzo - il primo piatto verrà offerto dalla

Parrocchia (secondi, bevande, dolci, ecc. al sacco);- pomeriggio ricreativo (alla scoperta del luogo);- grande tombola conclusiva con numerosi premi.

N.B. Alla festa può parte-cipare anche chi abitafuori parrocchia.

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Festadellaparrocchiaanni ottanta