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AION ANNAL! DELL'UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI «L'ORIENTALE» DIPARTIMENTO DI STUDI DEL MONDO CLASSICO E DEL MEDITERRANEO ANTICO SEZIONE FILOLOGICO-LETTERARIA XXXIX . 2017 PISA · ROMA FABRIZIO SERRA EDITORE MMXVII

ANNAL! DELL'UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI «L ......122 DOROTA HARTMAN diana fosse tutt' altro che favorevole, nonostante il ritratto sostanzialmente po sitivo riservato al padre

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AION ANNAL! DELL'UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI

«L'ORIENTALE»

DIPARTIMENTO DI STUDI DEL MONDO CLASSICO

E DEL MEDITERRANEO ANTICO

SEZIONE FILOLOGICO-LETTERARIA

XXXIX . 2017

PISA · ROMA

FABRIZIO SERRA EDITORE

MMXVII

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«UN UOMO BUONO»: GIOVANNI BATTISTA

IN FLAVIO GIUSEP PE

ENEL MATERIALE S PECIALE DI LU CA

DOROTA HARTMAN

ABSTRACT

The article deals with Josephus' reference to John the Baptist in Book 18, 116-119 of the Antiquities of the Jews, which is the only non-Christian account on John's ministry. The authenticity of this testimony has been questioned, but the philological analysis of the passage reveals that it is compatible with Josephus's style and fits well in the broader context of the last part of the Antiquities. The second part of the article focuses on the similarities between Josephus' account and the Baptist's ethical preaching as recorded in the so-called 'Lucan special material'. Some shared details could suggest that the au­thor of the Third Gospel knew Josephus' account or they shared a common tradition.

KEYWORDS: Antiquites of the Jews, Gospel of Luke, L source.

1. GIUSEPPE, GIOVANNI E LA FAMIGLIA ERODIANA

NELLA parte finale delle Antichita giudaiche lo storico Flavio Giuseppe si sof­ferma brevemente, fra i molti altri eventi narrati e personaggi ricordati,

anche su tre figure della tradizione cristiana: Gesu (Ant. 18, 63-64), Giovanni Bat­tista (Ant. 18, 116-119) e Giacomo «fratello di Gesu» (Ant. 20, 200-201). 1

Le Antichita sono suddivise, corn' e noto, in due unita tematiche: la prima, rie­laborazione della narrazione biblica, con la storia d'Israele fino alla distruzione del Primo Tempio; la seconda concentrata sul periodo ellenistico-romano, sulle vicende degli Asmonei e della casa di Erode il Grande. La figura di Giovanni Battista e introdotta in quest' ultima parte, nelle sezioni dedicate alle intricate vi­cende connesse alla dinastia erodiana, di cui Giuseppe si era gia occupato nella sua opera anteriore, la Guerra giudaica, tuttavia in maniera diversa rispetto alle Antichita, che furono completate nel 93 e quindi dopo la datazione normalmen­te accettata per la redazione dei vangeli sinottici. 2

Per meglio comprendere come s' inserisce la figura del Battista nel contesto narrativo di questa parte delle Antichita, occorre in primo luogo evidenziare, brevemente, come 1' atteggiamento di Giuseppe nei confronti della dinastia ero-

1 Sull'impatto delle opere di Flavia Giuseppe negli studi neotestamentari, si veda fra gli altri MA­

SON 2003. Fra le molte e divergenti valutazioni di Giuseppe come storico, mi limito a segnalare BRO­

SH! 1982 e, piu recentemente, ii ritratto abbastanza inclemente di PRICE 2005. 2 Sulla differente rappresentazione della casa di Erode fra Guerra giudaica e Antichita, dove appare

in forma nettamente piu negativa, si veda ad esempio MASON 2003, 154.

HTTPS:/ fDOI.ORG/10.19272/201709901007 · «AION», XXXIX · 2017

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diana fosse tutt' altro che favorevole, nonostante il ritratto sostanzialmente po­sitivo riservato al padre di Erode il Grande, l'idumeo Antipatro, secondo Giu­seppe distintosi «per pieta e giustizia» (e:ucre:�di 'C'E XIXl SLXIXLOO"U'J"YJ SLe:vqxwv: Ant. 14, 283). Una valutazione assai diversa sara invece riservata a suo figlio Ero­de, rappresentato piu volte nelle vesti di uomo crudele e «spietato», ossia privo di pieta religiosa (&.cre:��i;, &.crs�e:Lix: Ant. 15, 275; 16, 402; 17, 1) e iniquo trasgres­sore delle leggi (1tixpixvoµLix: Ant. 14, 167; 15, 243; OU'C'E SLxixwv ouc' EUO"E�si;: 15, 182).3 La connotazione negativa del fondatore della dinastia servira a Giuseppe, verso la fine delle Antichita, a rafforzare una delle tesi centrali sostenute nella narrazione: che sugli empi ricade immancabilmente la punizione divina e che nessun potere terreno dura a lungo senza atti di pieta verso Dio (1tpoi; co &dov EUO"E�ELwv: Ant. 18, 127), morale valida anche, in generale, come «insegnamen­to al genere umano» (x&.1tt crwcppovLcrµi;> cou &.v&pw1tdou ysvoui;: Ant. 18, 128).

A conferma dello sfavore divino nei confronti del sovrano, alla morte di Ero­de si assiste in effetti allo smembramento del suo regno, relativamente vasto, fra i tre figli, nessuno dei quali avrebbe ricevuto il titolo di re (Bell. 2, 20-38). Sulla Galilea, in particolare, dal 4 a.C. al 39 d.C. avrebbe governato Erode Antipa con il titolo, secondo Giuseppe, di tetrarca (ci::cp&px'fJi;: Ant. 18,109): titolo presente in Matteo e in Luca per l'Erode che avrebbe giustiziato il Battista (Mt 14:1; Le 3:19), mentre Marco si discosta da questa tradizione riferendosi impropriamente a un «re Erode» (Mc 6:14-29).4

Come suo padre, anche Antipa fu un trasgressore della Legge (Ant. 18, 36-38): eresse parte della citta di Tiberiade su un antico cimitero - violando le norme sul contatto con i cadaveri (Num 19:11-16) - e, fra l'altro, si rese colpevole di un matrimonio misto sposando una principessa nabatea, figlia del suo vicino Areta IV:5 A questa unione illecita Antipa aggiunse poi l'adulterio: durante un viaggio a Roma, infatti, si lego a sua cognata Erodiade, moglie del fratellastro che Giuseppe chiama ugualmente Erode - e che Erode senior aveva avuto da Miriam/Mariamne II, figlia del sacerdote giudeo Simone - dal quale Erodiade aveva avuto una figlia, Salome (Ant. 18, 109-115).6 Erodiade acconsenti a sposare Antipa, ma a condizione che egli si liberasse della sposa nabatea, ripudiandola (h�ixAdv). L'intero progetto matrimoniale era dunque in violazione anche del-

Ja legge ancestrale (cwv 1tixcpLwv: Ant. 18, 136) che proibiva di sposare la moglie del fratello ancora vivente. 7 Informata del tradimento, la moglie di Antipa fug­gi a Petra presso il padre, il quale, facendo leva su una disputa di confine, ebbe

3 Su queste critiche, cfr. FuKs 2002. 4 Per ii ritratto di Erode Antipa in Giuseppe, si veda HORNING JENSEN 2006 e 2006a, 229-230.5 E lo stesso Areta nominato in 2 Cor 11:32. Sebbene Giuseppe non menzioni ii nome della moglie

di Antipa, in base ai dati epigrafici e numismatici del regno nabateo, si e stabilito che si trattasse di Phasaelis, figlia di Areta IV: KOKKINOS 1998, 230-233.

6 Secondo Marco, invece, ii fratello di Erode Antipa si chiamava Filippo (Mc 6:17).7 La questione sembra comunque piu complicata di come riferita, ad esempio in HOEHNER 1972,

137-138: cfr., fra gli altri, JACKSON 2005.

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cosi il pretesto per attaccare i Giudei e sconfiggere Erode. Al tetrarca vennero pero in soccorso i Romani e Tiberio ordino al governatore Vitellio di eliminare Areta (Ant. 18, 120-124). La sconfitta di Antipa tuttavia fu incancellabile e Giusep­pe, curiosamente, non la motiva tanto come conseguenza delle varie sue varie trasgressioni alla legge giudaica, quanta per aver decretato, ingiustamente, la morte di Giovanni Battista.

2. COLLOCAZIONE NARRATIVA

La testimonianza su Giovanni, che ha dunque un suo peso nelle vicende della famiglia erodiana, e contenuta nel libro 18 delle Antichita giudaiche: che, avendo un terminus ante quern sicuro per quanta riguarda la sua composizione (l'inizio del n secolo d.C.), riveste per questo un particolare interesse e valore.8

La pericope su Giovanni (Ant. 18, 116-119) e inserita nella narrazione riguar­dante le vicende di Erode Antipa e appare distinta, rispetto al testo precedente e a quello successivo, da una inclusio dalle due frasi che ripetono il giudizio data dai Giudei sulla sciagura toccata a Erode, interpretata come punizione divina per il suo comportamento nei confronti di Giovanni.9 Nella forma in cui ci epervenuta, la pericope e la seguente:

116 TLcrL OE: 't'WV 'louotxLwv EOOXEL OAWAeVtxl 't'OV 'Hpwoou cr,ptx't'OV U7t0 't'OU -lte:ou Xtxl µIXA(X OLXtxLw; nvvuµevou Xtx't'O: 7tOLVf,v 'lw!XVVOU 't'OU E7tLXtxAOUfLeVOU �(X7t't'L(J't'OU. 117 x,dve:L yo:p of, 't'OU't'OV 'Hpw01J<;; ixytx-Sov &voptx XtxL 't'O'i:<;; 'louotxLoL<;; XEAEUOV't'(X ixpe:,+,v E7ttxcrxoucrLV xd 't'O: 1tpo<;; IXAA�AOU<;; OLXtxcocruv� XtxL 1tpo<;; 't'OV &e:ov e:ucre:�dq. xpwµevoc<;; �tx7tncrµ0 cruvLeVtxl. OU't'W yo:p o+, XtxL ,+,v �IX7t't'L(JLV IX7t00EX't'f,v txu,0 q,txve:'i:cr-lttxL µ+,E7tL nvwv &µtxp't'!XOWV 7ttxptxl't'�crEL xpwµevwv, &n' eq,' &yvdq. 't'OU crwµtx,O<;;, IX't'E o+, XtxL 't''YJ<;; YJUX'YJ<;; OLX(XLQ(j\JV� 1tpoe:xxe:xtx&txpµev1J<;;. 118 Xtxl 't'WV IXAAWV crucr,pe:q,oµevwv, X(Xl yo:p �pS1jcrtxv E7tl 7tAdcr,ov ,'tj ixxpofoe:L 't'WV Mywv, odcrtx<;; 'Hpw01J<;; 't'O E7tl ,ocr6voe: m-lttxvov (XU't'OU ,o'i:<;; ixv-ltpw1tOL<;; µ+, E7tL (j't'!XcrEL nvl q,epoL, 7t!XV't'(X yo:p Ec{ixe:crtxv cruµ�ouA'tj ,'Yj exdvou 7tp1X(OV't'E<;; 7t0AU xpdnov �ye:'i:'t'txl 1tpLv n 'JEW't'Epov e( (XU't'OU ye:vfo-lttxL 1tpOAtx�WV IXVEAdv 't'OU µe:w�oA'Yj<;; ye:voµev1J<;; [µf,J d<;; 1tp!X'(fLtx't'(X EfL7tEcrwv fLE't'txVOE'i:v. 119 Xtxl 6 µev U1toyiLq. ,'tj 'Hpwoou Mcrµw<;; d; 't'OV MtxXtxLpOUV't'(X 1te:µq,&d<;; ,o 1tpoe:wriµevov q,poupwv ,txu,� x,Lvvu,txL. ,o'i:; oe 'louotxLoc; o6(txv e1tl nµwpLq. ,'tj exdvou 't'OV OAE-ltpov E7tL ,0 cr,ptx,e:uµtxn ye:vfo&txl 't'OU &e:ou XtxxwcrtxL 'Hpwor;v &eAov,o;. 10

11 periodo iniziale (116) e quello finale (119) distinguono il passo come unita sepa­rata nel contesto della narrazione generale ed esprimono lo stesso concetto: che

8 Sulla testimonianza di Flavio Giuseppe relativa a Giovanni Battista, si vedano almeno DIBELIUS 1911, 123-129; KRAEL!NG 1951; SCOBIE 1964, 17-22; SCHUTZ 1967, 13-27; NODET 1985; LUPIERI 1988, 119-131 e 2013, 53-63; MEIER 1992.

9 Gia notato in MEIER 1994, 56. L'uso strumentale della figura di Giovanni nel passo di Giuseppe e sottolineato anche inJossA 2005, 339-340.

10 Seguo l' edizione di FELDMAN 1965, che si differenzia dalla editio maior di NIESE 1885-95 per alcune varianti: nvvuµevou invece di nvuµevou in 116; �p&1Jmxv invece di �cr&'l)mxv e cr't'occre:L invece di &11:ocnoc­cre:l in 118 e o61;otv invece di o61;ot in 119.

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la distruzione dell' esercito di Antipa da parte di Areta IV fu una conseguenza dell'uccisione di Giovanni« detto il Battista». Le parole xixTix no�v�v 'lwcx:vvou della sezione 116 corrispondono a znt nµwplCf 't''IJ hdvou di 119. Quest'appa­rente cesura puo dare l' impressione che il passo non sia effettivamente legato alla narrazione, ma che si tratti di un'interpolazione. Osservando tuttavia an­che i capitoli precedenti, sempre nel libro 18, si rileva ben presto che l' episodio che condurra alla morte del Battista e inserito quasi sequenzialmente nel qua­dro di altri episodi di fermento popolare avvenuti in Giudea e che, infine, sfoce­ranno nella Prima Rivolta e nell' intervento dei Romani : la sedizione di Giuda e Sadoc (Ant. 18, 1-9); l'inizio della « quarta filosofia » da parte di Giuda il Galileo (18, 23); la provocazione - ricordata gia sopra - della costruzione di T iberiade su un cimitero (18, 36-38); le proteste contro Pilato a Gerusalemme e in parti­colare nel Tempio (18, 55-62); la messa a morte di Gesu (18, 63-64); la rivolta dei Samaritani e la sua repressione sempre da parte di Pilato (18, 85-89). La morte di Giovanni s'inserisce dunque in un momenta caratterizzato da tensioni so­ciali e disordini, a sua volta entro un clima generale di tensione antierodiana e antiromana, gia in costante aumento prima della rivolta. 11

Quanto all' apparente interruzione del resoconto principale dei fatti, in realta Giuseppe ricorre volentieri a digressioni ed ecfrasi rispetto al primo livello della narrazione. Queste deviazioni, piu o meno brevi e che possono riguardare per­sone, luoghi, o circostanze particolari, servono ad arricchire il testo di dettagli e a rendere l' opera piu varia e leggibile. 12 L'uso della digressione, 13 infatti, e uno dei tropi retorici preferiti da Giuseppe e cio non stupisce, considerando quanto egli inseguisse lo stile degli storici greci e, in particolare, quello tucidideo. In quel contesto la digressione e un espediente molto comune: Erodoto vi ricorre circa 200 volte ed e frequente anche in Tucidide. A volte Giuseppe avverte espli­citamente il lettore che sta per introdurre una digressione (nixpzx�ixcr��) o che sta per allontanarsi, temporaneamente, dal tema principale (Vita 336, 367; C. Ap.

1, 57 ).14 Un esempio classico di digressione flaviana e Ant. 13, 171-173, il ben noto excursus sulle varie correnti (le tre «filosofie») del giudaismo coevo.15

11 RAJAK 2002, 65-77. 12 Sul metodo compositivo di Giuseppe, si veda specialmente VILLALBA I VARNEDA 1986, con un

capitolo specifico sull' ecfrasi (pp. 169-180 ), in cui si fanno rientrare non solo le descrizioni di luoghi, oggetti, etc., ma anche storie secondarie o parallele: ad esempio la «psychological ecphrasis» nella de­scrizione de! carattere di Vespasiano in Ant. 18, 170-178 e la «religious ecphrasis» riguardante proprio ii passo su Giovanni Battista (p. 180).

13 LONGENECKER 2005, 45-46 distingue due tipi di digressione: articolata, quando l'autore la dichia­ra esplicitamente; non articolata, quando egli si discosta dal tema principale della narrazione senza avvertimenti ne spiegazioni.

14 Sulla digressione in Flavio Giuseppe si veda anche PERRY 2009, 150-169, che discute le digressioni nella Vita e nel Contra Apionem. Per quanta riguarda la digressione negli storici greci, Tucidide era ci­tato, assieme a Omero, come esempio piu importante per l'uso dell' ecfrasi nei trattati retorici Progym­nasmata. Anche Plutarco elogia la capacita di Tucidide di descrivere con evocpywx; sull'uso dell' ecfrasi in questi autori cfr. WEBB 2009, 19-28.

15 Sulle «tre filosofie» in Giuseppe, si vedano, fra gli altri, MASON 1991, 196-211; STEMBERGER 1993.

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3. AUTENTICITA

A differenza di quanto ben presto avvenuto per il Testimonium Flavianum - il breve passo delle Antichita giudaiche su Gesu di Nazareth16

- la genuinita della menzione del Battista non e stata quasi mai messa in dubbio. 17 L' autenticita del passo e stata contestata, piu recentemente, da C. Rothschild (2011), soprattutto in base ad alcune aporie di natura testuale; e da R. Nir (2012), secondo cui il ri­to battesimale, cosi corn' e descritto nella pericope, rimanderebbe a una fonte posteriore giudeo-cristiana. Si tratta tuttavia di argomenti generalmente deboli, mentre permane invece il problema dell' oggettiva fragilita della tradizione te­stuale, noto peraltro da tempo. Infatti la pericope su Giovanni - lunga, peraltro, il doppio rispetto a quella su Gesu - e si presente in tutti i manoscritti principali delle Antichita, ma e anche vero che, sinora, i libri 18-20 dell' opera sono noti solo da tre testimoni, tutti piuttosto tardivi. 18

La recenziorita e scarsita dei testimoni non costituisce, ovviamente, un crite­ria da prendere in considerazione per invalidare il passo. Un problema interno e ben piu serio risiede, invece, in una significativa discordanza cronologica: stan­do infatti alle Antichita, l' attivita del Battista si sarebbe svolta dopo quella di Ge­su, il che contraddice il resoconto dei vangeli, dov' e dato un certo risalto al fatto che Giovanni sia stato un precursore di Gesu (si veda oltre, 6.1); inoltre, nel testo di Giuseppe fra i due - o fra i rispettivi seguaci - non appare alcuna connessione. E stato notato che proprio la mancanza di un collegamento evidente fra il Batti­sta e il movimento capeggiato da Gesu, deporrebbe a favore dell' autenticita del passo. Probabilmente un interpolatore cristiano non avrebbe omesso di men­zionare il legame fra Giovanni e Gesu o con i suoi seguaci, e forse non avrebbe dedicato a un personaggio problematico come Giovanni molto piu spazio ri­spetto a quello riservato a Gesu, cui nelle Antichita sono dedicati pochi righi.19

D' altra parte, come anche si e proposto, il passo su Giovanni potrebbe esse­re comunque un'interpolazione e derivare da un seguace del movimento gio­vanneo, sulla cui esistenza siamo informati, ad esempio, dal vangelo di Marco, laddove si dice che il corpo di Giovanni fu sepolto dai suoi discepoli (Mc 6:29). Dagli Atti risulta poi, se la notizia e attendibile, che ai tempi di Paolo discepoli del Battista sarebbero stati attivi a Efeso e che non erano neanche a conoscenza

16 Per alcune sintesi sulla ricerca intorno al Testimonium Flavianum, cfr. WHEALEY 2003 e PAGET 2010. C'e una certa convergenza nell'indicare Eusebio come responsabile del testo: cfr. BARAS 1987; OLSON 1999.

17 Sulla genuinita del passo si veda WEBB 1991, che presenta i principali argomenti a favore dell' au­tenticita. Favorevole anche MEIER 1994, 19-20; sebbene non siano mancati, in precedenza, pareri con­trari (per es. HERRMANN 1970).

18 ROTHSCHILD 2011, 273-274 nota che tutti e tre i manoscritti in questione, non soltanto sono tar­divi (dall'xr sec.), ma appartengono allo stesso tipo testuale. Ovviamente non si possono svalutare i testimoni solo perche tardivi. Una discussione molto ampia sui manoscritti delle Antichita per i libri 18-20 si trovera in FELDMAN 1982. 19 Per tutta la questione, cfr. MEIER 1992, 227.

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dell'insegnamento di Gesu (At 19:1).20 Altre testimonianze sono piu tardive-fra queste, Giustino e le epistole Pseudo-Clementine21 - e sono, in ogni caso, fonti dichiaratamente cristiane: mentre non v' e traccia di battisti nelle fonti giudai­che ne si conoscono scritti sicuramente riconducibili a questo movimento. In ogni caso, se un'interpolazione e effettivamente occorsa, essa non puo essere anteriore alla meta del m secolo, quando si colloca il Contra Celsum di Origene: ove infatti, discutendo sulla natura del battesimo di Gesu, Origene attesta come Flavia Giuseppe abbia scritto su Giovanni Battista esattamente nel libro 18 delle Antichita giudaiche. 22 Qualche decennio dopo, intorno al 300, il passo sul Battista e menzionato nella Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (1,11,4-6), dove pero Giovanni non appare in un contesto dottrinario autonomo, ma in dipendenza dalla figura e dalla predicazione di Gesu (1,11,7) e dove peraltro si menziona anche il Testimonium Flavianum ( di cui c' e chi sospetta, non senza ragioni, che sia proprio Eusebio l'autore). 23 Un'altra menzione del Battista appare nella Di­mostraz_ione evangelica dello stesso Eusebio (9,5,15)24 e ovviamente, ma indiretta­mente e ormai fra rv e v secolo, nella traduzione-adattamento fatta da Rufino di Aquileia sempre dagli scritti di Eusebio.25

Un ultimo argomento richiamato a sfavore dell'autenticita del passo risiede, infine, nelle differenze stilistiche che vi si riscontrano rispetto al resto delle An­tichita giudaiche. Questa divergenza effettivamente esiste, ma riguarda, corn' enoto, gli interi libri 15-19, fra i quali anzi e possibile un'ulteriore differenziazione fra i libri 15-16 e 17-19.26 Il problema dipende pero solo dal metodo di lavoro di

20 KASEMANN 1982 considera questi seguaci di Giovanni Battista a Efeso membri di un movimento indipendente dalla chiesa.

21 Le fonti patristiche (come Giustino, Dial. 80; le Ps. Clementine, Ree. 1.54,60), oltre ad altre al­lusioni alla setta dei battisti in Eusebio, Epifania ed Efrem Siro, sono discusse in THOMAS 1935. Sulla possibile responsabilita dei seguaci de! Battista per l'interpolazione, si veda LICHTENBERGER 1987;

ROTHSCHILD 2011, 272. 22 Orig., Contra Celsum 1,47, datato al 248. Sulle quattro citazioni di Giuseppe in Origene, cfr. HAR­

WICK 1989. 23 Sulla teoria che vuole Eusebio autore de! Testimonium Flavianum, avanzata dapprima in OLSON

1999, si veda la severa critica di WHEALEY 2007. Ultimamente, pero, anche FELDMAN 2012 ha ammesso come probabile la paternita di Eusebio de! passo. 24 MEIER 1992, 226.

25 Sui passi citati da Eusebio nella traduzione latina di Rufino, cfr. LEVENSON-MARTIN 2014. 26 Secondo H. St. J. Thackeray; Giuseppe avrebbe fatto ricorso agli stessi assistenti-segretari gia

impiegati nel Bellum, mentre per i primi 14 libri delle Antichita si sarebbe rivolto a collaboratori diversi, come mostrerebbero lessico e stile. Giuseppe, e noto, pur sostenendo di aver studiato attentamen­te la lingua greca fino ad averne piena padronanza (xixt Twv 'En,�vlxwv 82 ypixµµ,h(,)v fonou8ixcrix µnixcrxdv TT,\/ ypixµµixnx+,v e:µnElplixv a.v:xAix�wv, Ant. 20, 263), sia pure restando imperfetto nella pronuncia, non faceva mistero di essersi servito di assistenti ( cru•1Epyol) per la lingua (xp'1Jcrcl:µev6� ncrl npo� T+,v 'EH'f)vloix cpwi+,v cruvEpyo'i:�, C. Ap. 1, 50). Questi collaboratori, a quanto pare, in generale avrebbero dovuto solo rifinire ii suo testo, ma si e detto che a volte ne avrebbero scritto delle sezioni. Thackeray attribuisce, ad esempio, ii materiale in Ant. 15-16 e 17-19 al lavoro, a suo avviso ben ricono­scibile, di due o piu distinti collaboratori, di cui ii primo, che s'ispirava alla lingua di Sofocle, sarebbe responsabile per i libri 15-16, mentre I' aiutante "tucidideo" si sarebbe occupato dei libri 17-19. II passo con i riferimenti a Giovanni Battista ricadrebbe dunque fra quelli de! cosiddetto «Thucydidean hack» (secondo la definizione, invero un po' sprezzante anche se fortunata, data dallo stesso Thackeray).

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Giuseppe, irregolare e talora incoerente: ma l'unita del suo progetto narrativo non ne viene per questo intaccato. Si esclude in ogni caso qualunque conoscen­za, da parte di Giuseppe, del testo dei vangeli. 27

4. ASPETTI LINGUISTICI

4. 1. Particolarita

Nel complesso, la lingua della pericope sul Battista e congruente con quella dei libri 17-19 delle Antichita:28 vale a dire, abbastanza elaborata e caratterizzata da alcuni termini rari. Giuseppe, corn' e noto, cercava di riprendere il lessico dei classici - specialmente di Tucidide, ma anche dei tragici, oltre che di Platone e Aristotele - fino all'uso di termini gia rari in alcuni dei suoi modelli.29 In Ant.

18, 116 troviamo ad esempio il participio nvvuµsvou unito al genitivo &e:ou, con oggetto Erode. Il verbo 't"lvvuµ,n e raro: Giuseppe lo usa anche in Ant. 17, 60, ova raccontando le disavventure di Antipatro compare il concetto di punizione divina (whov nvvuµsvou &e:ou), introdotto dallo stesso Giuseppe; mentre in Ant. 18, 116 il fatto che Erode sia stato punito «per vendicare quel che aveva fatto a Giovanni» (xtX't"IX nmv+iv 'lwcx:vvou) e presentato come una voce comune, cir­colante presso «alcuni Giudei» (ncrt �e: 't"WV 'lou�tXlwv sooxe:L); Giuseppe chiosa solo che si trattava di una vendetta giusta (µcx:AtX �Lx()(lw�, Ant. 18, 116).

Per il resto, si possono evidenziare i seguenti aspetti, alcuni dei quali peraltro tematicamente concatenati:

-1' espediente retorico del presente storico usato per mantenere la narrazione veloce, eusato quando si parla dell'uccisione di Giovanni: x,dve:L in 116 corrisponde al passivox,L vvu,ixL in 119 (x,L vvuµL ), forma collaterale e rara di x,d vw, che appare piu volte nellaparte finale delle Antichitti (dr. 17, 182; 18, 99; 18, 271). Appare insolita la costruzione conl'accusativo di riferimento in ,o: rcpoc; &.)J,fi)..ouc; , ma sembra che manchi un accusativo,a: davanti a rcpoc; ,ov &e:ov (cfr. ,a: rcpoc; ,ov &e:ov in Ehr 2:17);30

-l'uso del termine &:µixp,cx:c; in Ant. in 18, 117, spesso impiegato dagli storici greci e di cuinelle sole Antichitti si hanno altre nave attestazioni;

-il senso, non del tutto chiaro, di &.rcooe:x,6c; (,fiv �ixrcncrL v &.rcooe:x,fiv ixu,c;> cpixvdcr&ixL,Ant. 18, 117), hapax in Giuseppe e assente nei 1,xx, di cui pero troviamo due occorrenzenel NT (1Tim 2:3 e 5:4) da cui si ricava il significato di 'essere accettabile';

La teoria <lei collaboratori-autori e stata rifiutata, successivamente, da vari studiosi (RICHARDS 1939;SHUTT 1961, 59-75). T. Rajak ha negato che porzioni di testo siano state scritte da altri, perche Giusep­pe, gia a Gerusalemme, avrebbe imparato il greco abbastanza bene da poter scrivere da se, mentrei cruvepyol sarebbero stati solo amici che lo avrebbero aiutato nel processo di revisione: RAJ AK 2002,46-64. L"intervento di amici dello scrittore e sostenuto anche in MASON 2009, 233-234.

27 Cfr. FELDMAN 1984, 667-669.28 Con la sola, significativa eccezione de! Testimonium Flavianum, che contiene espressioni insolite

per Giuseppe e che invece sono usate da Eusebio. 29 Si veda FELDMAN 1998, 26. 30 In Eusebio (Dem. Ev. 9,5,15) che riporta la testimonianza di Giuseppe, troviamo ,-�: ma, come

notato in MEIER 1992, 227, si tratta probabilmente di una variante introdotta nella trasmissione.

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128 DOROTA HARTMAN

- nell' espressione �a:1tncrµi;> cruvLeva:L, «venire insieme a battesimo» (Ant. 18, 117),l'uso di cruveLµL, che appare nelle Antichita piu volte e puo indicare anche un radunofinalizzato alla ribellione: si veda il caso dei dei due « banditi» Anileo e Asineo, intornoai quali si raccolsero ( cruv�ecra:v) giovani delle classi piu povere per formare un esercito(Ant. 18,315). A tal proposito, sempre in un contesto di sedizione troviamo nella Guerragiudaica X!Xt. O"UVLWV exa:cr,oc; 1tpoc; ,ouc; ,IX IXU't"IX 1tpoa:Lpouµevouc; (Bell. 4, 132). Quest'usointroduce nel passo su Giovanni Battista il contesto dei racconti sui «briganti», AIJcr,a:[,di cui si trattera oltre. Quanto al dativo �a:1t,Lcrµi;>, puo essere inteso in due modi: 'alloscopo di prendere il battesimo' o, forse meglio, come dativo strumentale, 'per mezzodel battesimo'; come dire che il battesimo era il rito attraverso il quale ci si raccoglievaa formare un gruppo;31

- infine, laddove si dice che Giovanni godeva di grande popolarita (xa:t. ,wv a.AAwvcrucr,peq:ioµevwv xa:t. yixp �p3"fJO"IXV e1tt. 1tAdcr,ov ,� ixxpoixcreL ,wv Mywv, Ant. 18, 118),va rilevato che �cr�cra:v e una scelta nell' edizione di Niese, tendente a sottolineareche le persone che seguivano Giovanni 'erano gioiose', in accordo con la citazionedel passo fatta da Eusebio; la lezione tuttavia non e supportata dai manoscritti, chehanno invece �p�cra:v,32 'erano eccitati', che sembra rispondere anche meglio alcontesto: si descrive bene qui il comportamento delle folle che avvicinavano Giovannie, al contempo, si spiega meglio il timore di Erode Antipa che scoppiassero ribellioni(cr,&creL nvt. q:iepoL). Si noti che in questo stesso passaggio Feldman ha preferito cr,&mc;,'ribellione', all'&n6cr,a:crLc; scelto da Niese, che indicherebbe una conseguenza unpo' meno grave, come la 'separazione' di un gruppo da un altro; tuttavia entrambii sostantivi sono impiegati piu volte nelle Antichita e pertanto la loro ricorrenza nonappare dirimente. 33

4. 2. 6 �ix1tna"r��, «il battista»

Secondo Giuseppe, Giovanni veniva chiamato 6 �ix1tna"r��. «il battista» ('lw&v­vou 't"OU E1tixixAouµsvou �ix1tncr't"ou: Ant. 18, 116). L' epiteto non trova paralleli nella letteratura giudaico-ellenistica e anche nel Nuovo Testamento 6 �ix1tn­cr't"�� sembra essere una formazione nuova. Nel testo di Marco, il piu antico dei vangeli, si usa una forma diversa, 6 �1X1t't"L½WV (Mc 1:4; 6:14; 6:24) in riferimento a Giovanni, ma altrove appare anche 6 �ix1tncr't"�� (Mc 6:25; 8:28),34 termine

31 WEBB 1998, 196. 32 Niese accetta 'l)crlhjcra:v, probabilmente perche meglio corrispondente all'immagine positiva di

Giovanni Battista trasmessa da Giuseppe. Lupieri riporta il testo di Niese con 'l)crlhicra:v, traducendo «provarono piacere in massimo grado».

33 DELLING, voce cr-rcim� in TDNT 7; ROTHSCHILD 2011, 265. 34 Per Mc 6:14 i manoscritti D SW 0 recano �a:1tncr-r��. In un suo recente articolo, ELLIOTT 2016

dimostra come la forma precedente �a:1t-rl1;ow dovrebbe essere preferita nello stabilire de! testo di Marco e che la variante �a:1tncr-r�� sia dovuta ai copisti. Lo stesso studioso ha anche dimostrato che in Mc 1:4 (eyive-ro ... X'l)pucrcrwv, con 6 �a:1t-rl1;wv come soggetto) e necessario accogliere l'articolo 6 (data nell'edizione Nestle-Aland in parentesi quadre, indicando quindi un dubbio sull'autenticita) e omettere xa:t prima di X'l)pucrcrwv, seguendo ii testimone B33 (ELLIOTT 2016, 126).

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«UN UOMO BUONO»: GIOVANNI BATTISTA IN FLAVIO GIUSEPPE 129

impiegato regolarmente da Matteo e Luca. 35 Giuseppe usa il verbo �ct.rtcl�w costantemente col significato di 'annegare' o 'essere travolto dalle acque' (Ant.

9, 212; 15, 55; Bell. 2, 556; Vita 1, 15), come in greco classico, dove il verbo indica il 'perire' o l"annegare'. Curiosamente, il significato di 'annegare' non sembra attestato nella letteratura giudaico-ellenistica e nei LXX a �ct.rt't"l�w corrisponde regolarmente la radice ebraica ?::l!J (tbl) che non possiede il tratto semantico dell"annegare'. 36 In effetti nei LXX �ct.rtcl�w e raro (appare solo 4 volte) e in­dica l"immergersi', nella diatesi media, anche con l' accezione di 'purificare / purificarsi attraverso l'acqua' (cfr. 2Re 5:14; Is 21:4; Gdt 12:7; Si 34:25). Giuseppe non usa altri sostantivi che indichino il 'battesimo', limitandosi a �cx.nncrµ6c; e �ixnncrtc; nel passo dedicato a Giovanni, ne usa mai �&nncrµcx., tipico della letteratura cristiana antica. 37 L'uso di o �cx.nncrc�c; in Giuseppe e tuttavia uno degli argomenti piu ricorrenti fra chi sostiene che il passo sia un'interpolazione cristiana, sebbene appaia piu verosimile che Giuseppe abbia solo riportato cio che offriva la sua fonte.

5. ANHP AfA00�, «UN UOMO BUONO»

Giuseppe offre un ritratto rapido ma positivo di Giovanni, per il quale usa la definizione di «uomo buono», &v�p &ycx.&6c;. 38 Altrove, nelle opere flaviane, l'e­spressione appare - in quattro casi - in riferimento a persone giuste o innocenti cui viene tolta la vita; in Bell. 5, 413 lo scrittore definisce se stesso &v�p &ycx.&6c;, nel difendersi dall' accusa infamante di tradimento. 39 L' approccio positivo di Giuseppe al personaggio del Battista si manifesta, dunque, immediatamente. Giuseppe descrive Giovanni come un maestro, molto rispettato tra i Giudei, con un suo messaggio. Le sue qualita morali sono esemplificate nell' esortazio­ne alla «pieta verso Dio» (npoc; 't"OV &e:ov e:ucre:�d�) e alla «giustizia verso il pros­simo» (cii npoc; &AA�Aouc; Stx.cx.tocruv�).40 Si tratta, per inciso, delle stesse qualita che secondo lo storico distinguono in generale i Giudei: i cui costumi (e:&"YJ) pre­vedono appunto la pieta verso Dio e la giustizia verso gli uomini (Ant. 16, 42).41

Anche i piu virtuosi fra gli antichi re erano caratterizzati da e:ucrz�e:tcx. nei con­fronti di Dio e Stx.cx.wm'.iv"IJ verso gli uomini: per questo Salomone dovra essere,

35 Mt 3:1; 11:11; 11:12; 14:2; 14:8; 16:14; 17'.13, Le T20; 7:33; 9:19. 36 Si veda LS s.v. �o:1t,l�w; 0EPKE s.v. �6.1t,w x.,A. in TDNT 1, 529-546. 37 WEBB 1991, 40. 38 La possibile emendazione ocypcav ocv<'ipo: (EISLER 1931, 221) si basa sulla versione slava. 39 ROTHSCHILD 2011, 262. 40 MASON 1991, 85-89. Si veda la voce socre�sLo: di FOERSTER in TDNT 7, 175-185, ove si sottolinea

l'importanza di questo concetto in greco ellenistico e negli autori giudeo-ellenistici, pur non trovan­do corrispondenza sul versante semitico; nonche la voce <'ilxo:cac; di SCHRENK in TDNT 2, 174- 225; MASON 2003, 215.

41 Sul contenuto moralizzante delle Antichita, cfr. ATTRIDGE 1976, 29-70. Sulla propaganda giudeo­ellenistica in Flavio Giuseppe e ii suo tentativo di mostrare come le caratteristiche dei Giudei siano conformi alla filosofia greca, si veda COLLINS 2000, 61-62.

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130 DOROTA HARTMAN

nei progetti di suo padre Davide, EucrE��� e oLxtxw� (Ant. 7, 338.342.356.374); cosi come Ezechia (9,260) e Iotam (9,236). Caratteristiche opposte mostrano, d'altra parte, figure regali negative come quelle di Erode e (benche non fosse proprio re) di Archelao. Anche in Fil one si riscontra un simile apprezzamento per queste qualita ('r6 "C'E 1tpo� &EOV OL' EUO"E�dtx� xtxl OO"LO't''l)'t'O� xtxl "C'O 1tpo� &v&pw1tou� OLtX. cpLAtxv&pc,mltx� xtxl OLXtxLOcrUVYJ�, Spee. leg. 2, 63) e Giuseppe attesta attenzio­ne per gli stessi valori fra gli Esseni, che s'impegnavano «a comportarsi con pie­ta verso Dio e con giustizia verso gli uomini» (npw-rov µe:v EUcrE��crELV -ro &dov E7tEL "C'(X "C'(X. 1tpo� &v&pw1tou� olxtxL(X cpUA<X�ELV, Bell. 2, 139 ).

La parola OLXtxLOcrUYYJ associata a Giovanni appare due volte con riferimento al Battista anche nel vangelo di Matteo: in Mt 21:32 (�A&Ev ya:p 'lwci:vv'IJ� 1tpo� uµix� &:v ooc'ii OLxtxwcruvYJ�) e in 3:15, dove 1' espressione di Gesu nixcrtxv OLXtxLO­cruv'IJv si riferisce proprio al battesimo di Giovanni.42

6. ANALOGIE E DIVERGENZE CON I VANGELI

6. 1. Cronologia

Con 1' eccezione nel vangelo di Giovanni, in cui sul personaggio si offre una pro­spettiva del tutto autonoma, 43 del Battista si parla invece in maniera abbastanza unitaria, seppure con piccole divergenze, nei vangeli di Marco, Luca, negli Atti degli Apostoli e nel vangelo di Matteo.44 Come si e anticipato sopra, sussiste tut­tavia un'incongruenza di fondo nella cronologia degli eventi, confrontando la testimonianza di Flavia Giuseppe, che colloca 1' attivita del Battista dopa quella di Gesu, e quella data nei vangeli.45

Marco indica esplicitamente Giovanni come precursore di Gesu (Mc 1:2-3): lo stesso Battista avrebbe dichiarato di essere in attesa di un altro, piu degno, che

42 SCOBIE 1964, 85. 43 Nell'ultimo dei vangeli, che si differenzia dai sinottici per la sua caratterizzazione teologica,

Giovanni ad esempio none mai chiamato «battista» ne compare la sua identificazione popolare con ii profeta Elia.

44 Seguendo l'ipotesi delle "quattro fonti", ii materiale piu antico su Giovanni dovrebbe essere ricercato nell'ipotetica raccolta dei detti di Gesu denominata Q, le cui origini sarebbero da cercare in Galilea.

45 La letteratura su Giovanni Battista nelle fonti cristiane e, ovviamente, molto ampia e qui sara possibile menzionare solo alcuni fra gli studi piu significativi. Per ii periodo della critica formale, resta fondamentale DIBELIUS 1911, ove si attribuisce un maggiore valore storico alle notizie che si ricavano dai detti di Gesu rispetto alle narrazioni dei vangeli; in Giovanni si vede un predicatore escatologico. In seguito, sempre nella corrente della critica formale, si veda KRAELING 1951. Tra gli studi posteriori, SCOBIE 1964, che colloca Giovanni Battista in una piu ampia cornice di movimenti battisti de! 1 secolo; quindi WINK 1968; LuPIERI 1988 e 2013; WEBB 1991, che si concentra sul suo ruolo di battezzatore con­frontando ii suo battesimo con le fonti giudaiche e sul ruolo di profeta "popolare"; un ampio quadro anche in TAYLOR 1997. Non si dara conto qui dei testi apocrifi in cui appare Giovanni Battista, tardivi e che sul piano dell'informazione biografica non hanno lo stesso peso dei vangeli canonici.

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«UN UOMO BUONO»: GIOVANNI BATTISTA IN FLAVIO GIUSEPPE 131

avrebbe battezzato con lo spirito e non con l'acqua (Mc 1:7-8). 46 Gesu avrebbedunque iniziato il suo insegnamento quando Giovanni pare gia aver esaurito il suo compito e si trova ormai in prigione.47 Anche in Matteo e Luca sembra ri­levante che Giovanni preceda Gesu, e cio si riflette anche nei segmenti narrativi di carattere spiccatamente leggendario, come nel racconto dell'infanzia inserito nel vangelo di Luca, in cui Giovanni riconosce Gesu mentre sono entrambi an­cora nel grembo delle rispettive madri (Le 1:41-42).

Giuseppe non fornisce alcuna data nella testimonianza su Giovanni, e special­mente sulla sua morte: le date si ricavano tuttavia dal contesto.48 La sconfittadi Antipa, di cui si e gia riferito sopra e che Giuseppe legge come conseguenza dell'uccisione del Battista, dev'essere avvenuta prima della morte di Tiberio, nel 37. Giovanni all or a doveva essere gia morto, ma da po chi anni: il che permettedi risalire fino a un periodo compreso fra il 32 e il 34, periodo che tuttavia non siaccorda con le date desumibili dai vangeli e che ha indotto alcuni studiosi - com­prensibilmente piu propensi ad accordare maggiore attendibilita a Giuseppe cheai primi scritti cristiani, almeno per la cronologia - a proporre qualche spostamen­to nell'intera articolazione della narrazione evangelica, ivi compresa la data tra­dizionale della morte di Gesu.49 Un'ipotesi espressa da C. Saulnier alcuni decennior sono, ma che non ha avuto gran seguito, permetterebbe di far coincidere la cro­nologia di Giuseppe con quella dei vangeli: anticipando il matrimonio fra Antipaed Erodiade a un periodo compreso fra il 24 e il 28, la morte del Battista ricadreb­be infatti nel 27-28. 50 Altri hanno proposto di anticipare, a questo punto, anche ilprimo matrimonio di Antipa, collocando l'esecuzione di Giovanni verso il 21. 5

1

6. 2. Il battesimo e il ministero

Che Giovanni abbia battezzato, tra molti altri, Gesu, appare certo: nondime­no, questo elemento ai primi cristiani risultava problematico: per la remissione di quali peccati Gesu avrebbe dovuto ricevere il battesimo?52 Secondo Matteo, Giovanni si sarebbe persino opposto al battesimo di Gesu:

6 oe: 'lwaVVYJ� OLE:XWAUE:V C1.\J'C"OV Ai:ywv· zyw xpdcxv EXW U7t0 crou �C1.1tncr&tjve1.L, XC1.l cru epx� 1tp6� fLE; &.noxpLSd� oe: 6 'IYJO"OU� dne:v 1tpo� (1.\J'C"OV · &cpe:� &pn, OU'C"W� yixp 1tpfoov Ecr'C"t.V �µ'Iv 7tA1JpwcrcxL 1t�cre1.v OLxcxwcruVYJV. 'C"O'C"e: &.cp LYJcrLv C1.U'C"OV. (Mt3:14)

46 Sul ruolo di Giovanni subalterno a quello di Gesu, cfr. ROTHSCHILD 2009, 36-45. 47 MASON 2003, 218. 48 CHILTON 2002, 39. 49 TAYLOR 1997, 255-258. 50 SAULNIER 1984. 51 CHILTON 2002, 39-43. Non si menzioneranno qui le numerose altre ipotesi, alcune delle quali

de! tutto inverosimili, sinora formulate intorno alla questione: di fatto, la discrepanza fra le fonti permane.

52 La stessa perplessita e attribuita a Gesu, malgrado ii racconto evangelico, nel tardo vangelo apo­crifo <lei Nazareni (11 secolo ), in cui si accenna al fatto che anche i genitori di Gesu avrebbero voluto prendere ii battesimo: «"Giovanni Battista battezza per la remissione <lei peccati. Andiamo e faccia­moci battezzare da Jui". Ma Jui (Gesu) rispose: "In che modo avrei peccato da <lover andare ed essere battezzato da Jui?"»; citato in Girolamo, Adv. Pelag. 3,2. SCHNEEMELCHER 2003, 1, 160.

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132 DOROTA HARTMAN

Una differenza rilevante fra i vangeli e Giuseppe risiede nella natura dell'im­mersione battesimale praticata da Giovanni, che per Marco e Luca mirava alla «penitenza per la remissione dei peccati» (eyzvi::-ro 'lw&vv'Y)c; [o] �1rn-rl�wv iv ,'{j Ep�µC() X.IXL X.'Y)pUcrcrwv �&1tncrµ1X µt::,IXVOliXc; de; &cpt::crLV aµiXpnwv, Mc 1:4; X.(XL �A&i::v de; 1t�crcxv [-r�v J 1ti::pl xwpov -rou 'lopMvou X'Y)pucrcrwv �&1tncrµcx µi::-rcxvolcxc; de; &cpi::crLv &µcxpnwv, Le. 3:3). Per Giuseppe, invece, l'immersione giovannea non serviva alla purificazione dai peccati, perche la purificazione dell' anima do­veva essere gia avvenuta prima di ricevere il battesimo, ma si trattava di una purificazione del corpo (Ant. 18, 117). 11 termine &yvdcx, 'purificazione', e usato da Giuseppe anche in precedenza, descrivendo le abluzioni degli Esseni (Ant. 18, 19) e quelle del suo maestro Banno (Vita 1, 11). Inoltre, in Giuseppe l'espressione�iX1tncrµi;i cruvLzvcxL (Ant. 18:117) suggerisce che i battezzandi s'immergesserospontaneamente e che Giovanni non svolgesse alcun ruolo attivo, limitandosi aradunare e a esortare all'immersione . Da Marco s'intuisce invece che Giovanniimpartiva il battesimo attivamente (z�cx1t,l�ov-ro i'.m' whou, Mc 1:5; e cfr. -rou�cx1tncr&rjvcxL i'.m' cxu-rou in Mt 3:13).

Da quanta i vangeli ci trasmettono su Giovanni Battista appare abbastan­za chiaramente che fra i suoi seguaci e quelli di Gesu vi erano varie divergen­ze, per esempio nelle regale alimentari (Kcxt �criXv ot µcx&'YJ,CXL 'lw&vvou x.cxt ot <l>rxpLcrrx'i:oL V'Y)O""C"EUOV"C"Ec;. X.IXL spxov-riXL X.(XL MyoucrLV IXU"C"i;i· Ola -rl ot µiX�"C"(XL 'lw&vvou x.cxt ot µcx&'YJ"C"CXL -rwv <l>rxpLcrrxlwv V'Y)O""C"EUoucrL v, ot oe: crot µiX&'YJ,CXL ou V'Y)cr,i::uoucrLv, Mc 2:18) e che la rispettiva «via» fosse inizialmente del tutto di­stinta: si veda il passo degli Atti gia richiamato sopra, sull' arrivo di Paolo a Efe­so, dove l' apostolo incontro - Giovanni e Gesu erano gia scomparsi da tempo - un gruppo di seguaci del Battista che non conoscevano il battesimo di Gesu(At 18:24 -19:5). Sebbene la storicita dell'incidente sia stata ovviamente messa indubbio, 53 vi si da comunque testimonianza che al tempo di Paolo il movimen­to giovanneo non solo non era estinto, ma sopravviveva anche nella Diaspora .In Luca, certo, non mancano le contraddizioni:54 se Giovanni aveva predicatoprincipalmente l'avvento di Gesu e il suo battesimo «nello spirito», perche negliAtti i suoi presunti discepoli non hanno mai sentito parlare di Gesu e della suaazione salvifica? Nella testimonianza di Giuseppe manca ogni riferimento allacomponente apocalittica dell'insegnamento di Giovanni, messa invece in risaltoda Marco (e presumibilmente dalla fonte Q). E possibile che nelle tradizioni suGiovanni a disposizione di Giuseppe questo elemento, come altri, fosse assente;ma e anche possibile che questa connotazione del Battista sia stata deliberata­mente omessa, o perche irrilevante in rapporto alle vicende di Erode Antipa,

53 BARRETT 1984; ma si veda l' opinione opposta nel contributo gia menzionato di KAsEMANN 1982; e LUPIERI 2013, 36.

54 Secondo l'opinione prevalente, l'autore che per convenzione chiamiamo Luca fu autore sia del terzo vangelo sia degli Atti degli Apostoli (TANNEHILL 1986).

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«UN UOMO BUONO»: GIOVANNI BATTISTA IN FLAVIO GIUSEPPE 133

o perche Giuseppe non vedeva di buon occhio le correnti apocalittiche del suotempo.55

Colpisce, infine, che nel racconto di Giuseppe manchi un elemento che al­trove appare particolarmente significativo, quale il resoconto delle circostanze relative alla morte e alla decapitazione del Battista. 56 Si tratta peraltro di circo­stanze che, per la loro forza esemplare e narrativa, difficilmente sarebbero sta­te omesse da un interpolatore cristiano. 57 Sulle ragioni per cui Erode avrebbe giustiziato il Battista, fra i vangeli non c' e pieno accordo. La morte di Giovanni e descritta solo in Marco (6:14-29) e Matteo (14:1-12), mentre in Luca l'episodio manca, sebbene si dica che egli sarebbe stato decapitato da Erode (Le 9:9). 58 In Ant. 18, 118 manca ogni dettaglio e si riferisce solo, come si e detto sopra, che Giovanni fu giustiziato a causa della sua grande popolarita, temendo il tetrar­ca che da essa potessero nascere ribellioni o tumulti (bet crTixcru nvt c.ptpoL). Giovanni aveva infatti un largo seguito (x.at Twv &"A"Awv crucrTpzc.poµ.tvwv, Ant. 18, 118): in Luca si parla addirittura di «folle» (ox"AoL<:,) di seguaci (Le 3:7) e questa moltitudine poteva sembrare, in alcune circostanze, pronta a seguire Giovanni in tutto (1tixna y�p s<{>x.zcrav cruµ�ou"A� T� sx.dvou 1tp&�onzc,, Ant. 18, 118): quindi Antipa non era del tutto privo di ragioni per essere inquieto, risolvendosi (1toM x.pdnov �yz'i:TaL) a prevenire eventuali disordini, giustiziando Giovanni: 1tpo"Aa�wv &vz"Adv. 59 Egli ben sapeva che l'incapacita di mantenere l' ordine nel suo territorio si sarebbe tradotta in un rapido intervento da parte dei Romani.

Si scorge nelle parole di Giuseppe una sola contraddizione interna, laddove si afferma che Giovanni sarebbe stato incarcerato nella fortezza di Macheron­te (x.at o µsv U7tOYJl� T� 'Hpwoou ofoµwc, de, TOV MaxaLpouna 1tzµc.p&dc, TO 1tpoELp"fJµtvov c.ppoupwv, Ant. 18, 119). Infatti il sito in quel periodo era, secondo lo stesso Giuseppe, sotto controllo del nabateo Areta e proprio per questo vi aveva ospitato la moglie nabatea, fuggitiva, di Antipa (x.at o 'HpwO"fJ<:, t�t1tzµy;zv µ'fjOEV �cr&-Yjcr&aL T�V &v&pw1tov 1tpocroox.wv. � OE 1tpoa1tEO"TIXAX.EL y�p sx. 1t"Ad­OVO(, de, TOV MaxaLpOUVT!X T(Jl TE 7t!.X.Tpl !XUT"f)', U7tOTEAEL, Ant. 18, 112).

7. GIOVANNI BATTISTA, I FALSI PROFETI E I «BRIGANTI»

Il periodo in cui s'inserisce l'attivita del Battista vide un significativo incremen­to del fenomeno dei profeti di estrazione "popolare": oltre a Giovanni, ne sono stati contati almeno nave, attivi tra il 30 e 73. 60 La proliferazione di queste figure, generalmente portatrici di disordini sociali, non era vista con particolare favore

55 SCOBIE 1964, 19. 56 ID., 18-19; MEIER 1992, 225-227. 57 Si veda KRAEMER 2006, 325. 58 Sulla morte del Battista si vedano HOEHNER 1972, 110-171; THEISSEN 1991; HARTMANN 2001; KRA­

EMER 2006, LUPIERI 2013, 33-34. 59 MEIER 1994, 61. Erano probabilmente soldati giudei al servizio di Erode o dei Romani. 60 JosSA 1980, 21-94; HOARSLEY 1985 e 1986; CROSSAN 1991, 160; HOARSLEY-HANSON 1998; EVANS

2006.

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da Giuseppe, il quale accomuna «banditi, briganti e falsi profeti» in un'unica categoria d'ingannatori e arruffapopolo che infestavano la Giudea, alcuni dei quali definiti senza mezzi termini A:�cr,cxf. ('lestofanti', in traduzione piu spes­so, ma impropriamente, 'briganti') sia nella Guerra giudaica sia nei libri 18 e 20 delle Antichita.

Su alcuni di questi personaggi Giuseppe fornisce alcuni dettagli, anche nello stesso contesto narrativo in sui si parla del Battista; ad esempio, il loro luogo d'azione e spesso il deserto (Mc 1:4), dove spesso trascinavano il loro seguito (cfr. Ant. 20, 167; 20, 188). Giuseppe, tuttavia, non traccia mai una vera similitu­dine fra questi personaggi e Giovanni, sebbene nelle Antichita talora si soffer­mi sulle loro imprese. Troviamo, fra questi, un Samaritano (&:v�p sv oALY!Ji ,o�zuooi; ,dtsµzvoi; x&:cp' �oov� '* 1tA'fJ&uoi; ,zxvci:�wv) che avrebbe convinto lagente a radunarsi sul monte Garizim, dove avrebbe mostrato il luogo dov' erastato nascosto il vasellame sacro del Primo Tempio (Ant. 18, 85; cfr. Gv 4,20).Ancora, al tempo del procuratore Cuspio Fado, un certo Teuda - che si consi­derava un profeta e secondo Giuseppe invece non era altro che uno stregone(y6'f)i;)61

- avrebbe convinto una piccola folla a seguirlo al Giordano, asserendoche il fiume, sfondo comune alle attivita del Battista (Mc 1:5), si sarebbe divisoin due al suo comando (Ant. 20, 97). 62 Un egiziano di cui si parla sia nella Guerra

sia nelle Antichita (Bell. 2, 261-263; Ant. 20, 169) giunse a Gerusalemme asserendoanch'egli di essere un profeta (npocp�-r'f)i; dvcxt Asywv: Ant. 20, 169) e persuasela folla a seguirlo sul Monte degli Ulivi, dove intendeva dimostrare che a un suoordine le mura della citta sarebbero crollate. Giuseppe definisce quest'uomouno «pseudoprofeta» (�zuoonpocp�-r'f) i;: Bell. 2, 261; la sua figura e ricordata an­che in At 21:38).

Nelle Antichita, tutte le menzioni di questi personaggi si trovano nella stessa sezione in cui e presente anche il passo su Giovanni Battista. N ei passaggi relativi ai A�cr,cxf. vie uno schema ricorrente: dapprima e descritta brevemente la situa­zione che ha condotto a certi incidenti; quindi e indicato il 'profeta' o il lestofante di turno, cio che prometteva e, infine, il modo o la persona grazie a cui egli vie­ne infine smascherato e sconfitto. 63 Apparentemente, la descrizione di Giovan­ni Battista sembra seguire lo stesso schema, con la descrizione iniziale del perso­naggio e della sua attivita, seguita dalla reazione di Erode Antipa e, infine, dalla morte di Giovanni. Differenza fondamentale e, tuttavia, che Giovanni e descrit­to in termini positivi e che la sua uccisione e considerata palesemente ingiusta.

La differenza di questo trattamento nei confronti del Battista, a parita o quasi di condizioni, e stata spiegata da E. Lupieri ipotizzando che la figura di Gio­vanni ricordasse a Giuseppe, in qualche modo, quella del suo maestro esse-

61 Va qui rilevata la somiglianza con 2 Tim 3:13 (rtOV'fJpot Si: &v&pwrtot lw:L y6'fJ,Zi; rtpox6<jioucrtv zrtL ,O xzr.pov 7tAOt\/WV,Zi; xo,;L 7tAOt\/WfJ-Z\/Ot).

62 Cfr. l' informazione su Teuda in At 5:36 (rrpo ya.p ,ou,wv ,wv �µzpwv &vfo,'fJ 0c:u8iii; Ai:ywv zlvo,;l 't"t\/Ot e:0tu,6v, <Ji rtpocrzxAl&'fl &v8pwv &p,&µoi; wi; ,z,po,;xocrlwv· oi; txVl)pe&'fJ, xo,;L 7t(X\/'t"C:i; ocrot Ertd&ono mh0 8,c:M&'flcr0tv x0tt zyevov,o di; ou8ev). 63

Ant. 20, 97.

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no, Banno. 64 Anche Banno viveva nel deserto e portava vesti fatte con le foglie (scr&"fjn µEv &no ozvopwv x_pwµe:vov: Vita 1, 11); aveva un'alimentazione vegetale ('rpocp�v OE -c�v cxu-coµ&-cwc; cpuoµzv-riv) e praticava abluzioni (npocrcpe:p6µe:vov yiux.p0 OE uocxn 'C�V �µzpcxv x.cxt 'C�V VUX.'CCX 7tOAAtxx.Lc; Aou6µe:vov 1tpoc; &:yvdcxv). Giovanni none, pen':J, l'unico «profeta» coevo che Giuseppe tratti con simpatia:

e cosi anche per un certo Onia, «uomo giusto e amato da Dio» ('Ovt.cxv oz nvcx ovoµcx o[x.cxrnv ov-ccx x.cxt &e:ocpLA"YJ: Ant. 14, 22), che avrebbe fatto piovere duran­te una siccita e nondimeno, in seguito, fu lapidato da alcuni Giudei indegni (ot nov-ripot -cwv 'Iouocx[wv: Ant. 14, 24) mentre pregava in pubblico. 65 Giuseppe con­sidera favorevolmente anche un certo Gesu ben Anania, ben distinto dagli altri falsi profeti (Bell. 6, 300-309 ).

8. LE FONTI DI LucA: MARCO, Q , L, GIUSEPPE?

A questo punto appare opportuno soffermarsi sulla possibile relazione tra la testimonianza di Flavia Giuseppe e il vangelo di Luca, tema che s'inserisce nella piu ampia discussione sulla conoscenza dell' opera di Flavia Giuseppe da parte dell'autore del terzo vangelo e degli Atti, chiamato per convenzione Luca.66

Sebbene tale uso sia negato dalla maggior parte degli studiosi, anche perche comporterebbe uno spostamento in avanti della collocazione tradizionale di Luca, sembra invece che gli argomenti di chi ha sostenuto che Luca potrebbe aver conosciuto almeno i capp. 18-20 delle Antichita siano, tutto sommato, ab­bastanza convincenti.

Sebbene Luca si basi per quanta riguarda le fonti principalmente sul vangelo di Marco e sull'ipotetica fonte Q,67 l'autore del terzo vangelo ne offre un ritratto leggermente diverso da quello degli altri vangeli canonici. Gia descrivendo l'ini­zio del ministero di Giovanni, Luca non chiama Giovanni «battista» ne «battez­zatore», ma col semplice patronimico, «figlio di Zaccaria», sottolineando cosi la sua attivita alla scia dei profeti (syzve:-co p"fjµcx &e:ou ht 'lw&vv-riv 'COV Zcxx_cxpt.ou ulov sv -cij sp�µep: Le 3:2). 68 Luca non offre dettagli sul suo modo peculiare di vestirsi e di nutrirsi, su cui invece si 'soffermano Marco (Mc 1:6) e Matteo (Mt 3 :4) ;69 il terzo evangelista sembra, inoltre, minimizzare l' aspetto di Giovanni come predecessore di Gesu. 70

64 LuPIERI 1988, 125-129; la somiglianza con Banno gia notata in SCOBIE 1964, 110. 65 Per una descrizione dell'attivita di Onias, cfr. GRAY 1993, 145-147. 66 Primo a discutere di una possibile conoscenza delle opere di Flavia Giuseppe da parte di Lu­

ca, KRAENKEL 1894. Per quanto una conoscenza da parte di Luca della Guerra giudaica sia possibile, mantenendo la datazione tradizionale del vangelo di Luca (80-85 d.C.), la conoscenza delle Antichitaimplicherebbe che gli scritti lucani siano stati composti dopo il 93-94. Alcuni argomenti a favore in MASON 2003, 251- 293; SHELLARD 2004, 31-34.

67 Oppure Matteo, secondo la cosiddetta teoria di Farrer. 68 Cfr. Ger. 1:1; Ez 1:3; Os 1:1: cfr. MARSHALL 1978, 134-135; MAISANO 2017, 181. Luca, altrove, usa

anche il soprannome 6 �ixrtncr-r�� (Le T20, 33; 9:19). 69 Forse perche Luca non voleva avallare la somiglianza di Giovanni con la fisionomia tradizionale

del profeta Elia (in 2 Re 1:8): cfr. MAISANO 2017, 179. 70 LuPIERI 2013, 42.

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Nella sua versione della parabola dei vignaioli omicidi (Le 20:9-19), Luca non menziona il fatto che almeno uno dei servi mandati prima del figlio del padro­ne (Gesu), un «servo)) identificabile con Giovanni, sia stato ucciso. 71 Notevole e anche 1' omissione del collegamento fra la morte del Battista e la richiesta fat­ta da Salome durante la celebre scena del banchetto, che troviamo in Marco e Matteo. Poiche Luca conosceva certamente la storia da Marco, deve averla scar­tata per una ragione specifica: forse perche, a differenza di Marco, non voleva sollevare Antipa - che, come si e detto sopra, simpatizzava con Giovanni (Mc 6:20) - dalla responsabilita della sua uccisione, di cui Antipa si sarebbe addirit­tura rattristato (Mc 6:26). 72 L'ostilita di Luca nei confronti di Erode e inoltre manifesta nel fatto che non solo avrebbe perseguitato Giovanni, ma avrebbe anche desiderata far uccidere Gesu (Le 13:31). L'immagine negativa di Antipa e dunque un elemento in comune fra Luca e Giuseppe, cui si puo aggiungere la somiglianza nella descrizione del contenuto dell'insegnamento di Giovanni, assente negli altri vangeli:73

10 Ka.l. E7t"1JpW,WV 17.U'"C"OV ol ox""AoL Myone:;· ,L oi3v 7tOLTJO"WfLE:V; 11 &.noxpdtd; oe EAE'(E:V a.u,o"i:;· 6 exwv Mo XL ,wva.; µ.e:,a.00,w ,0 µ.� exovn, Xl7.L 6 exwv �pwµ.a.,17. 6µ.oLw; 7tOLd­'"C"W. 12 'iJ""A&ov oe Xl7.L '"C"E:AWVl7.L �17.7tncr&,jva.L Xl7.L dna.v npo; 17.U'"C"OV. 0LO!l.O"Xl7.AE, ,L nmficrw­

µ.e:v; 13 6 oe dne:v npo; 17.U'"C"OU;· fL"tJOE:V 7tAEOV no.pix '"C"O OLl7.'"C"E'"C"17.'(fLEVOV uµ."i:v nprfocre:,e:. 14 E7t"1JpW,WV oe 17.U'"C"OV Xl7.L cr,pa.,e:u6µ.e:voL Myovn;· ,L 7tOLTJO"WfLEV Xl7.L �µ.e:"i:;; Xl7.L dne:v a.u,o"i:;· fL"tJOEVl7. OLa.crdcr"tj'"C"E fL"tJOE: cruxocp17.V'"C"TJ0""1J'"C"E Xl7.L &.pxe:fo&e: ,o"i:; o(jiwvLoL; uµwv. (Lcpo-14)

Questa pericope, in letteratura nota come Standespredigt, appartiene al cosid­detto "materiale speciale" di Luca, denominato per convenzione "L" ossia quel materiale testuale utilizzato solo nel terzo vangelo, che non proviene ne da Marco ne dalla fonte Q. Si discute ancora, corn' e noto, se il materiale speciale o esclusivo di Luca (denominato Sondergut, o "L") abbia avuto origine in una oin piu fonti scritte; se si basasse su tradizioni orali, o se sia un prodotto direttodella creativita di Luca. 74 L'esame di alcuni aspetti linguistici e la presenza ditemi comuni nei passi denominati come L ha fatto credere che, per almenouna parte, il materiale di L provenga da una fonte preesistente, poi elaborata daLuca. Cio che appare dall' analisi delle pericopi presenti nel materiale presentesolo nel vangelo di Luca e l'interesse per i gruppi che, a vario titolo, erano so­cialmente marginali o comunque disprezzati, quali i collettori delle imposte, ilebbrosi, le vedove.

I1 contenuto morale dell'insegnamento del Battista precisato in Le 3:10-14, da cui si evince come Giovanni fosse un maestro con un proprio messaggio, asso­miglia cosi tanto a quanta tramandato da Flavio Giuseppe, da far pensare che

71 LuPIERI 2013, 35. I tre servi de! padrone vengono picchiati ma non uccisi, in contrasto con Mc 12:3-5. 72 HORNING JENSEN 2006, 230-231.

73 Su questa pericope si veda SCHEFFLER 1990; LIEBENBERG 1993. 74 EASTON 1910; REHKOPF 1959; GOULDER 1989; PAFFENROTH 1997.

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la pericope potrebbe essere stata ispirata o tratta dalla stessa tradizione nota a Giuseppe. 75 Alcuni vocaboli utilizzati da Luca sarebbero caratteristici di L. 76

Scheffler (1990) ha notato come l'insegnamento del Battista in Le 3:10-14, sia collocato proprio al centro della presentazione del suo ministero, circondato da due blocchi di materiali proveniente da Q e acquisendo, cosi, un certo rilievo. Si tratta di:

3:1-2, inizio della predicazione di Giovanni (Luca); 3:3-6, predicazione vera e propria (fonte: Marco/ Q); 37-9, insegnamento di contenuto apocalittico (fonte: Q);3:10-14, insegnamento di contenuto etico (fonte: L);3:15-17, secondo insegnamento di contenuto morale (fonte: Q);3: 19-20, morte di Giovanni (fonte: Marco).

Anche da alcune specificita di lessico e di linguaggio riscontrabili in Luca, e possibile avvicinarne il testo a quello di Giuseppe e, particolarmente, nei passi dai quali si profila il tipo di attivita giovannea come piu legata all'insegnamen­to o all' ammonimento etico, che all' attivita profetica vera e propria. Da que­sta limitazione none esente nemmeno l'attivita battesimale: infatti, laddove si scrive che le folle venivano da Giovanni «per esserne battezzate» (�tx1tncr&tjvtxi {m' txtrrnu: Le 37), il Cadice di Beza (D) presenta un'importante variante -�tx1tncr&tjvtxi &vwmov w}rnu - che sembra mettere in dubbio il ruolo attivo svolto da Giovanni nel battesimo, spostandolo piu verso l' esortazione che verso l'impartizione, come appare anche in Flavia Giuseppe (si veda sopra, § 5).

In Le 3:10-14 Giovanni appare principalmente come figura di maestro e guida, cui si rivolgono anche domande pratiche, come «che cosa dobbiamo fare?» ('rL oi:iv 1toi�crwµe:v Le 3:10). 77 Anche dall'uso del verbo µe:·rnolowµi, 'dividere' -hapax in Luca - sembra che Giovanni fosse non tanto un profeta di cose future, quanta un maestro legato al modo di organizzare il presente. 78 La gente si ri­volge a lui col vocativo oio&crx.tx.Ae: (Le 3 :12), «maestro», che diventa ptx��L in Gv 3:26. Giovanni risponde, e dice ai suoi seguaci di dividere i propri beni con chi ne ha bisogno; ai collettori delle imposte, di non riscuotere piu del dovuto; ai sol-

75 Secondo alcuni studiosi, l'origine di Le 3:10-14 sarebbe da cercare in Q, benche sia stata omessa per ragioni ignote da Matteo (cfr. MARSHALL 1978, 142); la provenienza della pericope da Q e tuttavia generalmente negata (FrTZMYER 1985, 1A64) e infatti non la si ritrova nell'edizione critica generale di Q in ROBINSON et al. 2000. E anche possibile che Luca sia l'autore de! passo e alcuni, in effetti, indica­no la stessa origine per tutto il materiale denominato L (cfr. GouLDER 1989, 274-276). Gia BuLTMANN 1968, 145, ne aveva indicato in Luca I' autore; appare tuttavia poco probabile che Luca sia responsabile della testimonianza in 3 :10-14, con i suoi elementi tipicamente giudaici e che invece, piu probabilmen­te, risale a una sua fonte (SCHEFFLER 1990, 28-29).

76 JEREMIAS 1980, 107-112. Secondo PAFFENROTH 1997, 45, l'attribuzione di questa pericope a L eproblematica: L resta comunque molto piu probabile di Q.

77 Qui e visibile la mano redazionale di Luca (di:. Le 10:25; 18:18; At 2:37). Alcuni mss., tra cui ii Codice di Beza, aggiungono qui (e anche ai vv. 12 e 14) 'lwx crwOwµev, «per essere salvati», ii che da alla richiesta un senso piu preciso: la variante di De influenzata probabilmente da At 16:30.

78 SCHEFFLER 1990, 28.

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dati, di non praticare estorsioni (8Lixcrdw: di nuovo hapax in Luca, ma attestato nei papiri, cfr. P.Oxy 2.284,5; P.Oxy 73.4953, 4; etc.) e di non avanzare false accu­se; 79 i soldati siano contenti (&px.sw) delle loro paghe. E evidente che Giovanni accordasse un certo peso alle questioni di giustizia socioeconomica e dunque, se questi passi sono stati scelti perche particolarmente rappresentativi del suo pensiero, se ne ricava che il suo magistero era soprattutto di tipo morale, orien­tamento peraltro non nuovo ne isolato nel giudaismo coevo. 80

Alla luce di quest' attenzione alle questioni sociali, non stupisce che Luca ab­bia dato un certo rilievo a questa specifica componente dell'insegnamento gio­vanneo. Nella Standespredigt non vie in effetti alcun contenuto escatologico, in apparente contrasto con il forte messaggio apocalittico che tramandano invece sia Marco sia la "doppia tradizione" (Q), che Luca invece usa solo come cornice, sia prima (Le 37-9/Mt 37-9) che dopo (Lq:16-17 / Mq:11-12). Un'analisi piu rav­vicinata rivela del resto che Luca, come anche altrove, abbia deliberatamente mitigato la componente profetica di Giovanni presente in Q, per es. in 3 :17, ov' e posta subito dopo la parte etica. In questo passo, inoltre, riportando le parole del Battista, Luca si discosta da Mt 3:12, enfatizzando l'immediatezza dell'attivi­ta salvifica di Gesu e spostando il giudizio «tramite il fuoco» a una dimensione futura. 81 Luca riassume il ministero di Giovanni in una proclamazione di buone notizie: x.ixt he:pix 7t1Xp1XXIXAWV e:u·r ryye:At½E't"O 't"OV AIXOV (Le 3:18); Secondo il ter­zo vangelo, dopo avere ascoltato l'insegnamento di Giovanni la gente si chiede­va se potesse essere Jui il Messia (Le 3:15; cfr. Gv 1:25-27). Luca precisa che veni­vano per essere battezzati anche quegli appartenenti alle categorie piu esposte al malcostume e alla corruzione, come i collettori delle imposte (Te:AwvixL Le 3:12) e i militari (crTpixTe:u6µe:voL Le 3:14).82 Proprio la presenza dei soldati fra le «folle» dei suoi simpatizzanti fu, forse, fra le ragioni che avrebbero fatto inquie­tare Antipa.83 Nel materiale speciale di Luca si nota un interesse generale per i collettori delle imposte, i quali benche siano considerati dei personaggi negativi

79 cruxoqi0tv1:ew: nel NT solo 2 volte, sempre in Luca, la seconda ancora in una pericope ricondotta a L, quella sulla conversione di Zaccheo (su cui cfr. oltre). Si noti che cruxoqi0tnew appare frequen­temente nei papiri proprio in coppia con 8wm:lw, visto sopra (cfr. BGU 8.1756, nw; 1.113, P. Tebt 1

43; etc.); si ritrova inoltre nei papiri documentari de! Deserto di Giuda (P. Yadin 25, 1. 18) e in Flavio Giuseppe.

80 L'opinione di BuLTMANN 1968, 145, che l'insegnamento della Standespredigt presenti opinioni tarde ed ellenistiche non puo, per varie ragioni, piu essere sostenuta.

81 lnvece dei due futuri in 8L0tx0tl:tOtpLet 1:�v &.'Awvo,; 0tu1:ou xo,;t cruv&�e:L 1:ov crhov 0tu1:ou e:L� 1:�v &no­&�x'l)V (Mt 3:12) Luca ha degli infiniti dell'aoristo 8l0tx0t&ocp0tl e cruvo,;yo,;ye:7-v (Le 3:17), ma ha ii futuro x0t1:0tx0tucre:l che si riferisce al giudizio ( cfr. SCHEFFLER 1990, 24).

82 Su 1:e:"Awv0tl «collettori d'imposte» preferibile al frequente «pubblicani», si veda ora MAISANO 2017, 183. Riguardo a cr1:p0t1:e:u6µEvol, BRINK 2014, 98-102. Luca dimostra interesse al tema della conver­sione dei militari anche nell'episodio de! centurione in Le 7:1-10, Cornelio in At 10.

83 Dovevano essere soldati al servizio di Erode Antipa (cfr. le notizie sulle truppe di Erode in Fla­vio Giuseppe in Ant. 18, 113), poiche in quel tempo non c' erano legioni romane stanziate in Giudea. I Giudei potevano servire come mercenari, perche esonerati dal servizio nell' esercito romano (Ant. 14, 204).

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e peccatori altrove, nel materiale "L" sorprendentemente sono dati come degli esempi di comportamento pio: la parabola del collettore d'imposte in Le 18:10-14; e la storia di Zaccheo a cui sad. utile, infine, accennare. Si puo notare un'in­teressante somiglianza fra l' insegnamento etico di Giovanni e l' episodio della conversione di Zaccheo (in Le 19:1-9), anch' esso parte del "materiale speciale" e il cui protagonista non e Giovanni, ma Gesu. 84 Zaccheo, come si ricordera, era uno dei capi degli esattori (ixpx_tTEAWVYJ�: Le 19:2);85 desiderava ricevere Gesu in casa sua, a Gerico, ma la gente non approvava che fosse ospitato da un peccato­re. Zaccheo quindi, per convincere Gesu avrebbe detto:

rnou 't"IX �µLcrux µou 't"WV unc1.px6nwv, xuptE, -ro'i:c; TC't"wxot:c; oLowµt, xc1.L d nv6c; n ecru­xor.p&v't""f)O"c1. &.nooLowµt 't"E't"pc1.TCAOUV. (Le 19:8)

Traduttori e commentatori hanno spesso considerato i due verbi olowµt e &no­olowµt, al presente, come una risoluzione per il futuro, ossia come una promes­sa di conversione che sta compiendo Zaccheo, in seguito alla quale egli si aspet­ta la redenzione. 86 Se tuttavia consideriamo olowµt e &noolowµt come iterativi, l'uso del presente s'interpreta non piu come promessa, ma come dichiarazione di azioni che Zaccheo gia compiva abitualmente, forse perche gia praticante una «via» simile a quella indicata da Giovanni Battista (Le 3:12) proprio riguardo alla condotta dei collettori delle imposte. 87 Secondo Manson, 88 dunque, Zac­cheo era gia, o era stato, un seguace del Battista: in tal senso, la situazione appa­re simile a quella dei discepoli di Giovanni residenti a Efeso che avrebbero poi compiuto il loro percorso ricevendo il battesimo nel nome di Gesu (At 19:1-5).

Se la supposizione e esatta, la fonte speciale di Luca conteneva, in questo caso, materiale riguardante non solo il Battista, ma anche eventi riguardanti i suoi seguaci.89

9. CONCLUSION!

In base all' analisi compiuta nella prima parte di questo studio, appare che il pas­so delle Antichita sul Battista s'inserisca coerentemente nella narrazione genera­le e anche l' analisi del lessico mostra piena compatibilita con il lessico abituale di Giuseppe, il che permette di considerare la pericope priva di sospetti per

84 Somiglianza notata gia da MANSON 1953-54, 411, ma successivamente non discussa. 85 hapax nel NT. 86 FITZMYER 1985, 1221; MAISANO 2017, 272. 87 Il valore iterativo di8l8wfu e rca:pot8l8wµ, e suggerito in MANSON 1953; MITCHELL 1990, 153; e cfr.

BLASS-DEBRUNNER 1982, § 318. T1cHY 2011 suggerisce invece che i due verbi debbano intendersi in rife­rimento al futuro. Infatti tcruxocpixv-r'Y)crot indica l'azione di estorsione, abituale per Zaccheo come col­lettore delle imposte (si puo discutere se egli avesse commesso l'estorsione volontariamente o inco­scientemente: cfr. MITCHELL 1990, 155). Gesu risponde chiamando Zaccheo «figlio di Abramo» (uLo; 'A�potixµ: Le 19 :9 ), il che richiama direttamente le parole del Battista rtotd:pot zxoµev -rov 'A�pixixµ (Lq :8).

88 MANSON 1953: 411. 89 Contrariamente all' opinione di MARSHALL 1978, 142, ove si sostiene che la fonte speciale di Luca

non contenesse materiale su Giovanni Battista.

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quanto riguarda l'autenticita. Nella seconda parte si e provato a sottolineare la somiglianza della descrizione dell'insegnamento di Giovanni Battista in Flavio Giuseppe e nel materiale speciale di Luca, il che pone la questione dalla cono­scenza da parte dell' au tore del terzo vangelo degli scritti dello storico giudeo. La possibilita che Luca fosse a conoscenza del testo delle Antichita e che lo abbia utilizzato risulta ben ipotizzabile, ma non dimostrabile, vista la somiglianza dei contenuti ma, d' altra parte, anche la loro scarsa compatibilita lessicale. Tutta­via, va anche detto che Luca e noto per il modo in cui ritocca ed elabora libe­ramente le sue fonti: puo aver fatto lo stesso con i testi di Giuseppe, noti non necessariamente per via diretta, ma tramite letture pubbliche, ricorrendo poi alla memoria o ad appunti.90

L'insegnamento di Giovanni Battista trasmesso in Le 3:10-14 potrebbe aver avuto origine da una tradizione circolante in Giudea e giunta a Luca trami­te una sua fonte esclusiva e, indipendentemente, a Flavio Giuseppe. L' analisi linguistica mostra quanto sia improbabile che Luca sia l'autore del contenu­to della Standespredigt, in cui appare chiaro l'uso di una fonte che, fra l'altro, mostra un interesse specifico nei confronti dei collettori delle imposte.91 Lo spunto piu solido sulla possibile dipendenza di Luca da Giuseppe, in questo contesto, sembra offerto proprio dalle parole che, secondo Luca, il Battista avrebbe rivolto ai militari: E1t"1Jpw-rwv oe: rxu-rov xrxt cr-rprx-rw6µe:voL Myov-re:�· -rl nm�crwµe:v xrxt �µe:1�; xrxt dne:v who't:�· µ"t)OEVrx OLrxcrdcr"t)'rE µ"t)OE cruxo­cprxv-r�cr"tJ'rE xrxt &:pxe:1cr&e: -rot:� O(flwvloL� uµwv (Le 3 :14); passo che si puo con­frontare con quello in cui Giuseppe rievoca le istruzioni etiche che egli stesso avrebbe rivolto ai soldati sotto il suo comando, esortandoli a non rapinare nessuno e ad accontentarsi (&:pxew) delle loro paghe (Vita 1,244). Si tratta forse di una coincidenza, ma meritevole di riflessione. Se nel passo appena riportato Luca ricordava il discorso nella Vita, scritta dopa le Antichita giudaiche,92 pote dunque ben essere a conoscenza della principale opera di Flavio Giuseppe e quindi del passo relativo a Giovanni Battista: della cui autenticita egli diverreb­be pertanto il piu antico testimone.

Universita di Napoli 'L'Orientale'

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00 Luca potrebbe aver sentito letture da testi di Flavio Giuseppe a Roma: STREETER 1924, 556-558, anche se molti indizi sembrano indicare che I' opera di Giuseppe sia stata nel corso de! 11 secolo so­stanzialmente ignorata (PRICE 2005). Una connessione di Luca con Roma e stata comunque da piu parti ravvisata: cfr. KILGALLEN 2007; MAISANO 2017, 22-23.

91 EASTON 1910, 165; PAFFENROTH 1997, 78; DENAUX - CORSTJENS 2009, 577-578. Sull'interesse di L per i collettori d'imposte, cfr. ancora PAFFENROTH 1997, 128.

92 Cfr. MASON 2003a, XV-XIX.

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