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Hans-Jörg Naumer Global Head of Capital Markets & Thematic Research Allianz Global Investors Documento di approfondimento che non costituisce offerta al pubblico di prodotti finanziari. Aumentano gli investitori alla ricerca di rendimento. Sempre di più. IndicatoreMercatiFinanziari “Il club dei tassi di interesse negativi” Alcune tra le principali borse hanno registrato nuovi massimi storici, nonostante le incertezze legate all’andamento dell’economia mondiale, ai rischi geopolitici ancora presenti e alla pubblicazione di risultati societari poco brillanti. I livelli record raggiunti dai mercati azionari, in un passato ormai lontano, quando i rendimenti erano ancora saldamente positivi, avrebbero suggerito un indebolimento delle quotazioni obbligazionarie: in effetti è accaduto l’esatto contrario. Il “club dei tassi negativi” si espande, annoverando nuovi membri, tra cui la Svezia. È vero che non tutti i Paesi industrializzati offrono tassi negativi (per ora?), anzi recentemente i titoli di Stato USA sono andati controcorrente: tuttavia, in base al principio dei vasi comunicanti, nessun mercato è immune dalle pressioni in termini di liquidità provenienti dalle Banche Centrali. E si commenta da sé il fatto che circa il 60% delle obbligazioni governative tedesche in circolazione offrano rendimenti negativi, così come il 45% di quelle francesi, l’80% di quelle svizzere e il 30% di quelle giapponesi. La liquidità in cerca di rendimento continua quindi a defluire nei mercati asiatici, che conquistano sempre più gli investitori, soprattutto europei. Le emissioni asiatiche denominate in Euro sono quintuplicate rispetto allo scorso anno, raggiungendo un volume di 2,3 miliardi di Dollari USA. A tale proposito, è anche interessante notare che l’allentamento delle politiche monetarie, ormai una realtà nei Paesi avanzati, ultimamente si sta diffondendo nei mercati emergenti. Da inizio anno abbiamo osservato circa 20 ribassi dei tassi, di cui oltre 27/02/15 Indici azionari FTSE MIB 22.338 Euro Stoxx 50 3.586 S&P 500 2.105 Nasdaq 4.964 Nikkei 225 18.827 Hang Seng 24.887 KOSPI 1.997 Bovespa 51.583 Materie prime Oil (Brent, USD/barile) 61,1 Tassi d’interesse (%) USA 3 mesi 0,26 2 anni 0,59 10 anni 2,02 Euroland 3 mesi 0,04 2 anni -0,22 10 anni 0,30 Japan 3 mesi 0,17 2 anni 0,01 10 anni 0,34 Cambi USD/EUR 1,124 metà nei Paesi in via di sviluppo. Cresce dunque il club degli Stati con tassi o rendimenti negativi, o in continua flessione, mentre è ancora aperto il dibattito su “disinflazione” (riduzione del tasso di inflazione) e “deflazione” (inflazione negativa in presenza di recessione economica). Ben il 60% dei Paesi avanzati ha un tasso di inflazione inferiore all’1%. Rimaniamo dell’idea che il quadro congiunturale e il prezzo del petrolio non supportino uno scenario deflazionistico. Continua la ricerca di rendimento al di là dei titoli governativi. Benvenuti nel club degli investitori alla ricerca di rendimento, Hans-Jörg Naumer Fondi obblig. Fondi azionari Understand. Act. Outlook Mensile Marzo 2015

AllianzGI Monthly Outlook March2015

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Report di Allianz Marzo 2015

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Hans-Jörg Naumer Global Head of Capital Markets & Thematic Research Allianz Global Investors

Documento di approfondimento che non costituisce offerta al pubblico di prodotti finanziari.

Aumentano gli investitori alla ricerca di rendimento. Sempre di più.

IndicatoreMercatiFinanziari

“Il club dei tassi di interesse negativi”

Alcune tra le principali borse hanno registrato nuovi massimi storici, nonostante le incertezze legate all’andamento dell’economia mondiale, ai rischi geopolitici ancora presenti e alla pubblicazione di risultati societari poco brillanti. I livelli record raggiunti dai mercati azionari, in un passato ormai lontano, quando i rendimenti erano ancora saldamente positivi, avrebbero suggerito un indebolimento delle quotazioni obbligazionarie: in effetti è accaduto l’esatto contrario. Il “club dei tassi negativi” si espande, annoverando nuovi membri, tra cui la Svezia. È vero che non tutti i Paesi industrializzati offrono tassi negativi (per ora?), anzi recentemente i titoli di Stato USA sono andati controcorrente: tuttavia, in base al principio dei vasi comunicanti, nessun mercato è immune dalle pressioni in termini di liquidità provenienti dalle Banche Centrali. E si commenta da sé il fatto che circa il 60% delle obbligazioni governative tedesche in circolazione offrano rendimenti negativi, così come il 45% di quelle francesi, l’80% di quelle svizzere e il 30% di quelle giapponesi.

La liquidità in cerca di rendimento continua quindi a defluire nei mercati asiatici, che conquistano sempre più gli investitori, soprattutto europei. Le emissioni asiatiche denominate in Euro sono quintuplicate rispetto allo scorso anno, raggiungendo un volume di 2,3 miliardi di Dollari USA.

A tale proposito, è anche interessante notare che l’allentamento delle politiche monetarie, ormai una realtà nei Paesi avanzati, ultimamente si sta diffondendo nei mercati emergenti. Da inizio anno abbiamo osservato circa 20 ribassi dei tassi, di cui oltre

27/02/15

Indici azionariFTSE MIB 22.338Euro Stoxx 50 3.586S&P 500 2.105Nasdaq 4.964Nikkei 225 18.827Hang Seng 24.887KOSPI 1.997Bovespa 51.583Materie primeOil (Brent, USD/barile) 61,1

Tassi d’interesse (%)USA 3 mesi 0,26 2 anni 0,59 10 anni 2,02Euroland 3 mesi 0,04 2 anni -0,22 10 anni 0,30Japan 3 mesi 0,17 2 anni 0,01 10 anni 0,34CambiUSD/EUR 1,124

metà nei Paesi in via di sviluppo. Cresce dunque il club degli Stati con tassi o rendimenti negativi, o in continua flessione, mentre è ancora aperto il dibattito su “disinflazione” (riduzione del tasso di inflazione) e “deflazione” (inflazione negativa in presenza di recessione economica). Ben il 60% dei Paesi avanzati ha un tasso di inflazione inferiore all’1%.

Rimaniamo dell’idea che il quadro congiunturale e il prezzo del petrolio non supportino uno scenario deflazionistico. Continua la ricerca di rendimento al di là dei titoli governativi.

Benvenuti nel club degli investitori alla ricerca di rendimento,

Hans-Jörg Naumer

Fondi obblig. Fondi azionari

Understand. Act.

Outlook MensileMarzo 2015

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Allianz Global Investors: Outlook Mensile – Marzo 2015

Allocazione tattica, azioni e obbligazioni

• Il quadro economico complessivo si conferma fragile e disomogeneo. La flessione del prezzo del petrolio dovrebbe tuttavia dare un impulso alla crescita, così come gli stimoli monetari diffusi a livello globale.

• La politica accomodante delle Banche Centrali resta un fattore strutturale positivo per gli investimenti azionari, soprattutto in previsione dei bassi ritorni sui mercati obbligazionari.

• Gli investitori dovrebbero continuare a privilegiare gli asset più rischiosi, come le azioni, ma prepararsi ad un aumento della volatilità.

Focus sui mercati

Azioni Europa

• L’unione monetaria dell’Area Euro si sta gradualmente rafforzando. Con l’entrata in vigore dell’unione bancaria, l’architettura finanziaria di Eurolandia è sensibilmente migliorata.

• Le vicende della Grecia non dovrebbero avere ripercussioni durature su altri Paesi dell’Eurozona. Nelle ultime settimane l’indicatore della BCE sul rischio sistemico nell’area non ha destato preoccupazioni significative.

• Le valutazioni appaiono interessanti sia nell’Area Euro che nel Regno Unito, soprattutto in base al P/E depurato dagli effetti ciclici, che mostra uno sconto significativo rispetto alle medie storiche.

Azioni USA

• Negli Stati Uniti il production gap (differenza tra produzione effettiva e potenziale) si è ulteriormente ridotto ed ora è prevedibile un aumento del costo del lavoro, che dovrebbe sostenere i consumi.

• Gli indicatori congiunturali segnalano un rallentamento, ma non il venire meno della solidità economica finora raggiunta. Il mercato del lavoro continua invece a evidenziare progressi.

• Le valutazioni azionarie sono elevate, anche in base al P/E depurato dagli effetti del ciclo economico, ma sono sostenute dai tassi di interesse bassi.

• Nelle ultime settimane le revisioni degli utili sono state negative, probabilmente anche a causa del rafforzamento del Dollaro.

Azioni Giappone

• La situazione economica rimane inferiore alle aspettative e l’obiettivo di inflazione si è nuovamente allontanato.

• Tuttavia, nel mercato azionario giapponese proseguono ininterrotte le revisioni al rialzo degli utili societari. L’indice Nikkei ha raggiunto un nuovo massimo quindicennale.

• Gli utili aziendali dovrebbero essere favoriti anche dalla debolezza dello Yen.

• Gli investitori internazionali dovrebbero tener conto del cambio nelle decisioni di investimento.

Azioni mercati emergenti

• Per investire nelle borse dei Paesi emergenti è richiesta maggiore prudenza.

• Da un lato la congiuntura resta debole; dall’altro la forza del Dollaro in passato ha rappresentato un ostacolo alla crescita.

• In ogni caso, le notevoli differenze tra i vari Paesi emergenti rendono necessario un atteggiamento selettivo.

Settori

• Risulta tuttora preferibile un moderato orientamento verso i settori ciclici, anche se la situazione è piuttosto ambigua. I rendimenti bassi dovrebbero supportare i titoli growth difensivi, mentre il quadro di crescita da noi previsto è più favorevole ai titoli ciclici.

• I settori della tecnologia e dei beni di consumo discrezionale in particolare dovrebbero essere sovrappesati.

• In termini di valutazioni, si riscontrano differenze significative. Ad esempio, le commodity presentano un netto sconto rispetto ai beni di consumo.

Tema di investimento: Azioni Europee

• Il divario tra l’andamento degli utili delle società europee ed americane si è notevolmente ampliato. Nei prossimi trimestri si prevede un’inversione di tendenza a favore delle azioni europee, anche grazie al contributo della debolezza dell’Euro.

• Questa asset class è sostenuta da ampi flussi netti positivi, che a fine febbraio hanno raggiunto livelli record.

• In base al P/E di Shiller (depurato dagli effetti ciclici) il mercato azionario europeo (Regno Unito compreso) offre uno sconto del 25% circa rispetto alle borse mondiali.

Obbligazioni Euro

• Nell’Area Euro per ora si prevede un proseguimento del movimento direzionale della curva dei rendimenti, vale a dire una maggiore inclinazione nelle fasi di debolezza del mercato e un appiattimento in quelle di rialzo. Allo stesso tempo, gran parte delle obbligazioni di questo segmento offre rendimenti negativi.

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• I titoli governativi periferici dell’Eurozona beneficiano ancora del sostegno della politica accomodante della BCE, nonostante l’ulteriore restringimento degli spread. Le probabilità di default incorporate nei prezzi rimangono ancora al di sopra dei livelli pre-crisi.

• Il sovrappeso nelle obbligazioni dei Paesi periferici dovrebbe essere mantenuto.

Obbligazioni internazionali

• In base agli interest rate swap a 5 anni di Stati Uniti e Area Euro, le attese inflazionistiche sono scese significativamente. Quelle a lungo termine (10 anni) rimangono invece stabili.

• I titoli governativi restano onerosi su entrambe le sponde dell’Atlantico.

• In ragione di una crescita economica ancora solida e del previsto aumento dei tassi di interesse negli Usa a partire da metà 2015, stimiamo un graduale rialzo dei rendimenti dei Treasury. Il contesto di Financial Repression potrebbe tuttavia attenuare il previsto incremento dei rendimenti.

Obbligazioni mercati emergenti

• A livello strutturale lo scenario per le obbligazioni dei Paesi emergenti resta invariato, ma nel breve termine la situazione congiunturale crea delle tensioni.

• I rendimenti reali tuttora positivi e più elevati di quelli offerti dai Paesi avanzati continuano a sostenere l’asset class.

Obbligazioni societarie

• Le valutazioni ambiziose delle emissioni corporate di categoria Investment Grade e High Yield dell’Eurozona sono controbilanciate dalla politica monetaria sempre più accomodante e dal miglioramento dei fondamentali.

• Le obbligazioni societarie statunitensi offrono premi per il rischio di credito in linea con le medie storiche.

• I nostri modelli di valutazione, basati su dati economici, livelli di liquidità e volatilità del mercato, indicano che i premi per il rischio incorporati nei prezzi risultano giustificati dal punto di vista fondamentale.

Valute

• Un effetto collaterale dei bassi rendimenti obbligazionari è la volatilità delle valute.

• La volatilità del paniere delle valute dei G10 è salita a livelli che negli ultimi 25 anni sono stati superati solo due volte, nel 1992 e nel 2008.

• Le divise dovrebbero continuare ad essere influenzate dalla politica monetaria e il Dollaro americano dovrebbe quindi rimanere forte.

• Alcune valute (come Rublo russo, Dollaro canadese, Dollaro australiano e Corona norvegese) risentono anche dei prezzi delle commodity.

Le affermazioni contenute nel presente documento potrebbero essere frutto di aspettative e previsioni riconducibili alle visioni e supposizioni attuali di chi lo ha redatto, e che riflettono la conoscenza o meno di elementi di rischiosità o incertezza tali da far differire sostanzialmente i risultati reali da quelli espressi o impliciti nelle suddette affermazioni.

• Il Renminbi cinese risulta sensibile all’andamento del ciclo economico. Considerando il fair value basato sulla teoria della parità del potere di acquisto, il potenziale di apprezzamento nel medio/lungo periodo rimane comunque invariato.

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Allianz Global Investors: Outlook Mensile – Marzo 2015

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Documento di approfondimento che non costituisce offerta al pubblico di prodotti finanziari.