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Adveniat Regnum Tuum Sessione speciale della Cronaca sperimentale LIVE di Vampiri la Masquerade VENGA IL TUO REGNO AMBIENTAZIONE

Adveniat Regnum Tuum · 2010. 7. 24. · Introduzione La cronaca sperimentale di “Venga il Tuo Regno”, iniziata come esperimento con l’intento di portare qualcosa di nuovo nel

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Adveniat Regnum TuumSessione speciale della Cronaca sperimentale LIVE di Vampiri la Masquerade

VENGA IL TUO REGNO

AMBIENTAZIONE

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Introduzione

La cronaca sperimentale di “Venga il Tuo Regno”, iniziata come esperimento con l’intento di portare qualcosa di nuovo nel panorama delle campagne di Vampiri dal Vivo presenti in Italia, si è rivelata nel tempo un successo. Durante le sessioni abbiamo potuto rodare e perfezionare il regolamento e stabilire una linea di gioco grazie anche all’ausilio prezioso dei nostri giocatori.

Forti quindi dell’esperienza maturata abbiamo deciso di accedere a questo progetto: realizzare una sessione one-shot organizzata in epoca imperiale Romana. Per quanto si tratti di una one-shot per una questione di ambientazione e di durata dei personaggi, la sessione va comunque considerata all’interno del contesto della cronaca Venga il Tuo Regno. I personaggi che hanno partecipato alla XII Sessione sanno bene di cosa stiamo parlando e cosa esattamente andremo a giocare, rispetto il continuum della cronaca. Tuttavia la sessione è aperta a chiunque voglia partecipare e non è necessario essere già stati giocatori di Venga il Tuo Regno.

Questo documento è stato realizzato proprio per illustrarvi alcuni cenni rapidi dell’ambientazione romana che abbiamo preparato, proprio per farvi immergere meglio nel concept preparato per questa sessione speciale.

Ricordiamo a tutti che i Personaggi verranno affidati direttamente dallo staff; per quanto possibile cercheremo di venire incontro alle vostre preferenze, sia per questioni di roleplay che di costume. Invitiamo quindi tutti quelli che vogliano partecipare (i posti non sono infiniti) a contattarci all’indirizzo: [email protected] dandoci le loro preferenze.

Lo Staff di Venga il Tuo Regno

I - Anno 817 Ab Urbe Condita

1.1 - Vita sui Sette Colli

E’ l’anno 817 dalla fondazione di Roma e la città costruita da Romolo sui sette colli, ora domina incontrastata il mondo: dalla Britannia all’Egitto, dall’Armenia all’Hispania nessun regno può permettersi di contrastare lo strapotere della Pax Romana.

La città è ricca, ricoperta dal marmo di Agrippa e dalle statue greche ed egizie; la vita scorre frenetica sotto la luce del sole così come nelle notti, tra i mercati di schiavi ed i porti pieni di spezie dagli odori pungenti. Sull’Aventino gli affari corrono tra i mercanti mentre al Foro i cittadini ascoltano i banditori e chiedono consiglio ad avvocati o senatori; matrone romane vivono nell’ozio circondate da schiavi mentre ricchi patroni mostrano le opere di artisti venuti da terre lontane. Nelle arene tutti godono dei ludi gladiatori così come nei teatri il pubblico più colto va ad ascoltare le tragedie greche così come le commedie romane; la cultura e l’arte vengono considerati ai massimi livelli mai raggiunti dall’uomo.

Romani e stranieri si radunano nei templi delle più disparate divinità per chiedere protezione, favori o fortuna. Misteriose donne di terre lontane vendono maledizioni o infusi miracolosi mentre asceti donano profezie di ogni tipo. Ed in questa cacofonia di popoli e culture si fanno strada dei lontani, templi vengono eretti ad Iside o a Mithra e piccole alcove per gli dei barbari del nord.

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Ma è certo che niente è mai stato grande come l’Impero benedetto da Giove e dagli dei.

E sotto la patina di lusso e di splendore delle domus, sotto gli interminabili pranzi ricchi e il lusso delle fontane dei grandi acquedotti, striscia un’umanità selvaggia e violenta. Nelle strade, tra lo sporco e la povertà, gli omicidi abbondano mentre nei quartieri piccole organizzazioni criminali richiedono i loro dazi e fanno i loro controlli, con il benestare delle prefetture e dei magistrati. La corruzione è alta tra senatori così come tra i semplici sottufficiali; le gens organizzano vere e proprie faide alle spalle della legge romana contro altre famiglie per rivendicare torti o per semplice guadagno. La notte Roma diviene una città violenta e pericolosa, nella quale è bene non addentrarsi senza un’ottima scorta.

E su tutto, l’egidia della mano dell’imperatore.

1.2 - L’imperatore artista

Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, asceso al trono imperiale da dieci anni, dopo la morte del suo padre adottivo Tiberio Claudio. Roma ama il suo imperatore, giunto dopo il dominio (da molti considerato incapace) di Claudio che aveva seguito la follia di Caligola e i sospetti di Tiberio. Sotto Nerone Roma sembra sul punto di poter tornare ai fasti di Ottaviano Augusto; i giochi sono sempre più frequenti e le arti sempre più sviluppate. E’ celebre come l’imperatore ami deliziare i loro ospiti mostrando la sua bravura con la cetra, con la recitazione o la scrittura di poesie; addirittura preparando lui stesso manicaretti esotici per i pranzi. Eccellente conduttore di biga, più di un romano ha potuto assistere alle sue partecipazioni durante le corse al Circo massimo tra gli applausi del popolo.

Ma nei salotti come nelle bettole, il malcontento serpeggia nei confronti dell’imperatore. Storici rivalutano la figura di Claudio, le sue opere per il popolo, come il porto di Ostia e le sue conquiste militari: dalle

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repressioni delle rivolte di Mauritania alla conquista della Bretannia, all’annessione della Tracia. Sotto di lui, considerato ora folle e storpio, Roma ha prosperato anche grazie a grandi innovazioni politiche e sociali in virtù dei maggiori poteri del Senato. A questi occhi critici Nerone appare un sovrano artista, che guadagna il favore del popolo con feste e ludi gladiatori, ma che intanto non riesce a sedare le ribellioni di Britannia e Armenia, troppo impegnato a correre sulle bighe.

La sua storia diviene argomento di chiacchiere e pettegolezzi, dal matrimonio incestuoso con la cugina Claudia Ottavia, figlia di Claudio al suo abbandono per la splendida Poppea. Dall’influenza della madre sul suo governo alla cacciata di Seneca, il filosofo che aveva guidato la sua educazione.

Da un lato un sovrano amato dal popolo, dall’altro l’ennesimo inetto che non riuscirà a riportare lo splendore degli antichi tempi. Intanto altri uomini nuovi si fanno strada nella società e i nomi di Galba e Vespasiano divengono ogni giorno più famosi e onorati.

Una congiura ha ucciso Caligola, si dice che anche la malattia di Tiberio fosse stata accelerata e molti parlano dell’ennesima congiura ai danni di Claudio (pare addirittura che fosse implicata una schiava cristiana). Molti credono che sia destino degli imperatori non morire nel loro letto ma per mano amica. Molti credono che questo potrebbe essere il destino di Nerone.

1.3 - I Nazareni

Una novità degli ultimi decenni è l’arrivo a Roma di questa nuova corrente religiosa; nata seguendo gli insegnamenti di un profeta chiamato Cristo. I Nazareni appaiono come un culto strano e pericoloso agli occhi del Romano medio: dinanzi alla pietas romana e alle aperture che la struttura religiosa ha sempre mostrato ai culti più disparati, i Nazareni rispondono imponendo un unico dio e non riconoscendo le altre divinità.

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Inoltre la chiave del successo di questo culto è proprio nella sua diffusione tra le masse più umili, a cui viene promesso un premio nell’aldilà e una certezza di grazia.

Il mancato riconoscimento degli dei romani causa l’invidia ed il malcontento della popolazione, poiché viene visto come un chiaro desiderio di mettersi in contrapposizione con l’etica Romana e con l’Impero. A questo occorre aggiungere la grande ignoranza di fondo; i cristiani ed i giudei vengono spesso accumunati nel giudizio pubblico. Finora non ci sono state aperte persecuzioni, tuttavia non sono mancati esempi di violenze o giudizi guidati da pregiudizi politici; già sotto Caligola gli incidenti erano iniziati causando instabilità in città, incidenti che sono proseguiti sotto Claudio, arrivato ad esiliare dalla città i Nazareni ritenuti pericolosi.

L’astio popolare quindi ha fatto si che la setta si sviluppasse in maniera segreta e non pubblica, i momenti di rispetto nei confronti dei cristiani si fanno sempre più radi e in molti temono il possibile arrivo di

persecuzioni pubbliche ai loro danni. Tuttavia il Cristianesimo inizia a farsi strada a Roma, su spinta dell’operato di Paolo e delle predicazioni in tutta l’aria mediterranea; già iniziano a nascere fazioni differenti in aperta opposizione le une alle altre riguardo l’interpretazione del loro dogma.

II - L’Affresco Notturno

2.1 – Zanne sotto la luna

E intanto, nel buio dei vicoli di Roma o sotto la luna pallida che si rispecchia nelle fontane, i Fratelli proseguono in una danza lunga secoli, da sempre intrecciata con la storia di Roma. Nessuno sa dire di preciso quando essi giunsero in città, troppo antichi i ricordi legati ai tempi barbari, ma in queste notti il potere dei vampiri è più forte che mai. I mortali li conoscono, li temono, li chiamano Strigi e li raffigurano in forma di gufi famelici che rubano il sangue dei viventi.

Ma non si tratta solo di ombre che si muovono nei vicoli: palazzi rivestiti in marmo e affreschi ospitano dinastie vampiriche antiche, create come riflesso delle gens romane. I Ventrui, signori incontrastati di Roma, regnano sulla città più florida del mondo tramite il Senato; le cui decisioni giungono ad influenzare anche i domini di città antiche e lontane. Per quanto le città dell’impero siano indipendenti e non esisterà una forma unica di governo fino alla fondazione della Camarilla, nessuno può ignorare il potere del Senato di Roma.

L’Urbe, sotto l’artiglio dei Ventrui, ha sconfitto secoli fa la nemica Cartagine riducendo il sogno dei Troiliani ad un clan di schiavi, fuggitivi e reietti. Ma ora tutto il mondo vampirico guarda a Roma, tutti vengono attirati dalla ricchezza e dall’enorme mole di vitae presente nella città. Dalla Grecia come dal nord, fin addirittura dai territori agli angoli più remoti del mondo conosciuto, tutti i Fratelli giungono a Roma

per ammirare la forza della città e, logicamente, trarne il maggior guadagno.

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Gli storici dei Fratelli parlano dei tempi antichi come del dominio dei Figli di Selene, e di come le tribù influenzassero i popoli Latini. Secondo alcune leggende fu proprio una delle Bestie della Luna, Acca Laurenzia dei Figli di Gaia, a ricevere dal dio Tevere i due gemelli abbandonati dalla vestale Rea Silvia e a crescerli perché divenissero i fondatori di Roma.

Ma con l’avvento dei re di Roma e gli scontri con Albalonga arrivarono le influenze dei Ventrui; nessuno sa dire chi fosse il primo (o meglio, molte gens pretendono di discendere da quei primi vampiri), ma essi scalzarono il potere dei lupi e fecero loro i luoghi sacri e di potere presenti sulle rive del Tevere. Il Ficus Ruminalis ed il tempio dell’Hiatus Marginis passarono sotto il potere dei figli della notte; mano a mano che la città cresceva i lupi erano costretti ad allontanarsi, appoggiandosi a popolazioni più piccole come gli Equi. Ma l’avanzare di Roma non risparmiò nessuno. Altri storici invece fissano l’arrivo dei Ventrui al termine delle influenze etrusche a Roma, dovuto alla destituzione di Tarquinio il Superbo ed alla proclamazione della Repubblica; ma troppo è passato e troppo barbari erano quei periodi. Molti storici vampirici pagherebbero per informazioni maggiori.

Fu durante i primi anni della Repubblica e delle sue lotte con i popoli confinanti (che nascondevano scontri tra i Fratelli ed i Figli di Selene) che si ebbero le formazioni delle gens e delle leggi del Senato Vampirico; i Ventrui misero la loro mano in tutti o quasi i grandi eventi della storia di Roma: dalle guerre puniche contro l’odiata Cartagine dei figli di Brujah, alla lotta tra Mario e Silla fino ai Triumvirati e l’ascesa di Augusto. Da sempre le famiglie hanno appoggiato l’una o l’altra fazione, cercando di ottenere un maggiore potere nel controllo di quella destinata a divenire la più grande potenza del mondo.

2.2 - La cittadinanza

Chiave focale per comprendere il mondo dei Fratelli è il concetto di Cittadinanza Romana. Inizialmente essa era riservata ai membri del clan Ventrui discendenti dai primi fondatori che lottarono contro i lupi;

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successivamente, quando anche il resto del clan iniziò a giungere a Roma comprendendone le enormi possibilità, la cittadinanza fu estesa a tutti coloro che avevano nelle vene il sangue di Veddartha.

Ma la grande rivoluzione avvenne nel 50 a.c., mentre Cesare terminava le riforme della cittadinanza iniziate da Silla cinquant’anni prima, anche il potere vampirico si adattava. Su spinta della fazione dei Pupulares guidata da Lucio Vipsanio Camilla, il senato approvò il diritto all’estensione della cittadinanza anche a

membri di altri clan, che si fossero dimostrati meritevoli o onorevoli nei confronti del Senato stesso. Questa decisione, che fece inorridire gli Optimates costretti in minoranza, portò la possibilità di apertura della cittadinanza anche ai clan stranieri, donata come premio per meriti o per favori alla città. Addirittura, nell’ultimo secolo, ci sono stati casi di senatori non Ventrui che hanno comunque rappresentato a lungo il bene di Roma. Già da alcuni anni è in atto il dibattito sul concedere o meno il diritto di formare una gens ai cittadini stranieri meritevoli.

La cittadinanza offre non pochi diritti, primo tra tutti quello di essere in cima alla complessa struttura sociale romana, cosa che comporta favori politici, rispetto e favoritismi in sentenze e giudizi.

2.3 - Le gens

Centro della tradizione dei Patrizi romana è il concetto di famiglia. Le gens, nate probabilmente come imitazione delle famiglie patrizie mortali, sono vere e proprie dinastie vampiri che abbracciano membri sempre dello stesso ceppo famigliare. Non è raro che una o più famiglie patrizie mortali abbiano una gens che la osserva nell’ombra, selezionando i possibili candidati all’abbraccio.

Essere un Ventrus romano ma non appartenere ad una gens significa essere guardati con superiorità e, soprattutto, essere soli. La gens è potere e aggregazione e comporta privilegi ma anche responsabilità: il peccato di un membro di una gens può portare facilmente il disonore su tutta la famiglia, ma al tempo stesso un affronto o un danno potrebbe comportare il rancore di tutti i famigliari.

Ogni gens ha una storia ed una struttura differenti, spesso ci sono veri e propri matrimoni di interesse tesi a svolgere alleanze o

accordi vantaggiosi. Su tutto la figura del Pater Familiae o della Mater Famigliae: essi sono i capi della gens, le figure di riferimento ma anche di responsabilità.

Diritti dei Pater Famigliae:

Ius exponendi: facoltà di ripudiare un membro della gens riducendolo al ruolo di semplice cittadino

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Ius noxae dandi: diritto di consegnare il membro di una famiglia o uno schiavo, colpevole di un illecito verso un terzo, per liberare la famiglia da una responsabilità o come garanzia per il pagamento di un debito.

A questi due antichi diritti si aggiunge il diritto di liberare uno schiavo meritevole facendone un Liberto ma anche il diritto di assumere sulle proprie spalle personali la colpa di un membro della famiglia pagando al suo posto e salvando così l’onore famigliare.

La progenie del membro di una famiglia entra nella famiglia di diritto; un Ventrus cittadino che non appartiene ad alcuna gens può essere accettato da questa, ma è necessario l’appoggio del Senato.

Da anni è in discussione la proposta di permettere anche a membri di altri clan (logicamente Cittadini) di creare delle Gens, per ora questa proposta è stata sempre bloccata dall’influenza dei conservatori Optimates.

Al momento la famiglia più influente è senza dubbio la Gens Camilla, famiglia del Dictator.

2.4 - Lo status

L’intera società vampirica romana si basa su un sistema di caste molto preciso, il tutto ruota attorno il diritto degli Strigi di Roma e alla cittadinanza. Ogni casta decide quello che un vampiro può o non può fare e, al tempo stesso, chi avrà ragione in caso di una contesa.

2.4.1 - Cittadini

I Cittadini sono l’elite della società della notte romana. Un Cittadino è un membro riconosciuto della società Romana, degno di rispetto e custode del proprio nome; una mancanza di rispetto ad un Cittadino da parte di uno Straniero o di un Liberto potrebbe tradursi in qualcosa di molto grave e pericoloso.

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Soltanto i Cittadini possono essere membri del Senato, le nomine di solito avvengono a cadenza ventennale e non è raro che ogni famiglia tenti di piazzare i suoi membri più valenti all’interno della consulta.

Anche se i membri di una famiglia hanno maggiori appoggi, da un punto di vista meramente legale non vi sono differenza tra un cittadino di una gens ed un cittadino che non appartiene a nessuna di essa. Formalmente i cittadini sono tutti uguali, senza distinzioni di clan; nella realtà il sangue conta molto ed un comportamento irrispettoso verso un Pater o un Senatore può costare molto caro.

Diritti dei cittadini:

- diritto di rifarsi al Senato: ogni cittadino può appellarsi al giudizio del Senato in caso di dispute legali

- diritto del nome: essendo riconosciuto come membro fidato di Roma, un Praetor favorirà sempre un giudizio in una contesa che riguardi un Cittadino proprio a quest’ultimo.

NOTA: i vampiri di sangue Ventrue possono essere soltanto Cittadini, per diritto di nascita non possono appartenere ad altre caste.

2.4.2 - Liberti

A questa categoria appartengono tutti i Fratelli che una volta erano Schiavi ma che in qualche maniera hanno riguadagnato la loro libertà. Questo può accadere solo su decisione di un padrone, di solito come pagamento di un debito o per accordi di qualche tipo. Solitamente i Liberti restano comunque in rapporti con i loro padroni Cittadini che divengono spesso dei protettori fino a quando (e se) il Liberto non riesce ad ottenere la cittadinanza

Diritti dei Liberti e dei Cittadini:

– diritto alla frusta: ogni cittadino o liberto può avere altri Strigi Schiavi

2.4.3 - Stranieri

Questi Fratelli sono tutti coloro che risiedono stabilmente a Roma ma non possiedono la cittadinanza; quasi tutti i Fratelli che non possiedono sangue Ventruum appartengono a questa categoria. Ogni Fratello appena giunto a Roma deve presentarsi ad un Senatore che possa garantire per lui, il non essersi presentato ha di solito conseguenze pericolose che possono andare dalle punizioni pubbliche fino addirittura alla distruzione.

Gli Stranieri restano sempre un gradino inferiore ai Cittadini, per questo spesso si cercano un protettore o svolgono lavori specializzati come guardie del corpo, dottori o istruttori o addirittura gladiatori essendo sicuramente più specializzati di molti Schiavi.

Diritti degli Stranieri, dei Liberti e dei Cittadini:

- diritto della prole: il diritto di poter generare progenie, dietro regolare autorizzazione del Senato

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- diritto ai servi del giorno: diritto di avere ghoul al proprio servizio in numero non superiore a 3, a meno di autorizzazioni del senato

- diritto dalla dimora: diritto di possedere un rifugio all’interno delle mura romane

- diritto alla caccia: diritto di possedere un territorio nel quale potersi nutrire all’interno delle mura romane

2.4.4 - Schiavi

Gli Schiavi sono il gradino più infimo dell’intera società vampirica romana. Non possiedono diritti, nemmeno quello alla loro vita; ogni loro possedimento è in realtà una concessione del loro Padrone. Gli Schiavi non possiedono libertà in maniera analoga a come accade per i mortali; alcuni di loro hanno perso la libertà per debiti, altri come sconfitta di una guerra (come ad esempio i Troiliani o alcuni Ennoi) altri semplicemente sono stati catturati in terre lontane e barbare.

Essere Schiavo ha però un minimo vantaggio: essere servo di un Padrone molto potente significa avere comunque delle sicurezze. Per quanto uno Schiavo non possieda diritti, un atto contro lo Schiavo di un altro implica un risarcimento che può essere enorme, a seconda delle decisioni del Senato e, logicamente dello status della parte lesa…

Formalmente uno Schiavo viene considerato a malapena un Fratello, tuttavia non è raro che alcuni schiavi arrivino ad avere forme di rispetto: può accadere ad artisti che portano lustro ai loro Padroni, così come a gladiatori invincibili o sagaci consiglieri di uomini di successo. Benché uno schiavo non possieda nulla fino alla propria liberazione, molti sono i modi in cui egli può ingegnarsi per sopravvivere nella notte romana.

2.4.5 – Riepilogo del Diritto Romano

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Cittadini LibertiStrani

eri Schiavi

Diritto del nome SI NO NO NODiritto di rifarsi al

Senato SI NO NO NO

Diritto della frusta SI SI NO NO

Diritto alla prole SI SI SI NODiritto ai servi del

giorno SI SI SI NO

Diritto alla caccia SI SI SI NO

Diritto alla Dimora SI SI SI NO

Diritto d'esistenza SI SI SI SI

2.5 - Cariche cittadine

2.5.1 – Senex (Senatore)

Il Senato è l’organo decisionale che regola la non-vita dei Fratelli Romani; avere la toga da Senatore significa aver raggiunto il massimo del potere all’interno della struttura Romana. Cittadini, Stranieri o Liberti faranno di tutto per accaparrarsi il favore di un Senatore, dato che il suo giudizio può influenzare qualsiasi decisione, sia essa legale o politica. Le gens cercano continuamente di proporre i loro membri come Senatori così da riuscire ad avere più peso all’interno dello scacchiere di Roma.

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2.5.2 - Dictator

In periodi di crisi il Senato elegge un Dittatore perché possa coordinare completamente il Senato ed essere l’effettiva voce di Roma. Il Dictator è unico e nomina come proprio subalterno il Magister Equitum. Il Dittatore viene nominato (dictus) dal Senato, seguendo un rituale che prevede la nomina di notte, in silenzio, rivolto verso oriente, e in territorio romano.

Alla dittatura si fa ricorso solamente in casi straordinari e il Dittatore dura in carica fino a quando non ha svolto i compiti per i quali è stato nominato. Oppure può essere deposto da una votazione del Senato o a termine del suo mandato (in caso di mandato temporale).

Il Dittatore è dotato di summum imperium, e cumula in sé il potere che nella compagine repubblicana avevano i due Consoli, mentre nella Roma moderna hanno gli Imperatori. Alla dittatura i Fratelli fanno ricorso in situazioni di emergenza, come per sedare una rivolta (dictator seditionis sedandae causa) o per affrontare pericoli esterni e governare lo Stato in situazioni di difficoltà (dictator rei gerendae causa).

Attualmente è presente un Dictator rei gerendae causa a Roma da dodici anni, Lucio Vipsanio Camilla, nominato su richiesta della cittadinanza per rispondere e analizzare la spinosa questione dei seguaci di Cristo.

2.5.3 - Magister Equitum

Il Magister Equitum è un grado militare che può essere assegnato o tolto solo dal Dictator. Egli assume il ruolo di suo luogotenente e consigliere ed eredita poteri analoghi a quelli del Pretore; la differenza tra le due

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cariche sta nel fatto che il Magister Equitum risponde soltanto all’imperium del Dictator. Spesso si sono creati, logicamente, dei conflitti d’interesse tra il Magister ed il Praetor

2.5.4 - Praetor (Pretore)

Il Praetor è un Fratello scelto dal Senato il cui ruolo è di essere giudice per questioni che riguardano contese tra i Fratelli. Ogni cittadino può affidarsi al giudizio del Praetor il cui compito è esaminare le parti, ascoltare i motivi della contesa ed infine emettere un giudizio (solitamente dopo una riunione di consiglio con il Senato). Nel caso in città sia presente un Dictator, un Cittadino scontento di una sentenza può rifarsi in appello dinanzi al Magister Equitum.

Compito del Praetor è anche quello di coordinare la Guardia Pretoriana.

2.5.5 - Guardia pretoriana

La Guardia Pretoriana è il corpo di difesa degli Strigi di Roma. Originariamente il compito di questo corpo era solo quella di protezione dei Senatori e del Pretore, successivamente il loro compito è stato esteso alla protezione di tutta la Cittadinanza da eventuali scontri o rivolte di Fratelli barbari. Suo il compito anche di agire come una sorta di polizia tra i Fratelli.

La Guardia Pretoriana è coordinata dal Pretore da un punto di vista legale, sul campo invece il suo comandante è il Decurione. Anche cittadini Stranieri o Liberti possono essere accolti all’interno della

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Guardia Pretoriana; i suoi membri vengono chiamati Guardie o (in alcuni casi) Legionari. Tra di loro viene scelto dal Decurione la Prima Lancia (Primum pilum), di solito il migliore tra le Guardie che svolge un ruolo da caporale per i suoi compagni.

2.5.6 - Tribunus Plebis (Tribuno della Plebe)

Scopo di questa istituzione, recentemente inserita nella società vampirica, è quella di rappresentare gli interessi di Stranieri e Liberti dinanzi al Senato. La sua influenza può essere minore o maggiore a seconda della fazione attualmente al governo.

2.5.7 - Tabularius (Araldo)

Ruolo molto importante all’interno della società Romana. Il suo compito è quello di annunciare i cittadini durante le assemblee o di esporre le delibere del Senato o del Dictator. Da molti viene considerato il primo passo per una carriera senatoriale

2.6 - Le Fazioni

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Tra le varie anime della Roma notturna, rapide si susseguono alleanze e accordi; quanto deciso da due Fratelli può arrivare ad influenzare il destino di molti. Dato il rigore burocratico della città è logica la nascita di fazioni che tentino di conquistare questa o quella carica o di approvare una o l’altra legge. E sullo sfondo quanti non hanno peso in tali decisioni o semplicemente non si interessano a questo ennesimo mondo di intrighi e tradimenti.

2.6.1 - Optimates

Ramo conservatore della società Romana; questa fazione, riflesso di quella mortale, si occupa di cercare di mantenere lo status quo ed i diritti maggiori dei Ventrui. Fortemente si sono opposti all’allargamento della cittadinanza ai membri degli altri clan; in queste notti vedono il loro potere pesantemente ridotto dall’influenza dei Populares. Tuttavia la loro unità è la loro forza, così come il loro aperto astio (che spesso sfocia nella xenofobia) nei confronti degli Stranieri e di tutti quanti non possiedano una goccia di sangue puro Ventrum nelle vene.

2.6.2 - Populares

Al contrario i Populares sono la fazione liberale del governo di Roma, l’apertura della cittadinanza e l’appoggio a quanti esterni vogliano giurare fedeltà all’aquila di Roma hanno permesso a questa fazione di aumentare sempre di più il proprio potere a tal punto da poter piazzare un Dictator della loro fazione nel momento di crisi. Tuttavia sarebbe senza dubbio sciocco credere che le aperture dei Populares vengano dettate da spirito comunitario, secondo i loro avversari i Populares desiderano soltanto nascondere la loro rete di potere intrecciata tra le popolazioni straniere di Roma.

2.6.3 - Christiani

Visti con sospetto e una discreta paura dagli altri Fratelli, questi vampiri sono il riflesso della nuova setta che si sta facendo largo all’interno del mondo della luce. Parlando di concetti come uguaglianza tra i vampiri e speranza di salvezza si sono attirati la rabbia sia di Optimates che di Populares. Tuttavia al momento le loro influenze non sono minime, ma si vocifera che presto il Dictator potrebbe porre fine a questa setta di fanatici.

III - I 13 Clan

In questi periodi barbari e selvaggi, le progenie dei tredici antidiluviani si sono diffuse per il mondo, fin dalla caduta della Seconda Città. Ognuno di loro ha trovato un territorio in cui prosperare, di conseguenza i clan sono ancora strettamente legati a determinati popoli ed usanze che portano con loro nei loro viaggi fino a Roma, la nuova Babele di popoli.

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3.1 - Arikeli (Toreador)

Gli Arikeli sono i maestri delle arti, della passione e della seduzione, provenienti dalle terre greche e da Creta, città nella quale l’antidiluviano prosperò ed insegn. Gli Arikeli sono un clan di dotti ed artisti, la cui presenza a Roma è stata motivo di enorme pregio durante l’esplosione dell’Ellenismo.

Un patrizio che, alla sua tavola, può vantare un Arikelus che decanti opere, discuta di filosofia o si presenti con una danza sensuale, viene ben visto dai suoi commensali e, di conseguenza, guadagna rispetto. Molti membri di questo clan sono venuti a Roma affascinati dalla grandezza dell’Impero e dalla decadenza che viene nascosta sotto la sua patina; altri amano dare lezioni della filosofia dell’età dell’oro greca, figlia proprio del loro lustro.

Detti: Artisti

Etnia: La maggior parte è di sangue Greco o macedone, in alcuni casi anche esponenti dell’Asia Minore.

Rifugio: Gli Arikeli amano domus lussuose da poter ostentare in cambio di favori. Di solito le loro abitazioni riflettono lo stile ellenico proprio per aggiungere un tocco esotico di sicuro successo.

Status: Gli Arikeli possono essere liberi Cittadini così come Stranieri che vendono le loro conoscenza in cambio di favori. Come Schiavi sono altamente richiesti perché possono portare un enorme lustro e piacere ai loro Domini.

3.2 - Cappadociani (Cappadoci)

La storia di questo misterioso sangue si perde tra gli ossari ed i cimiteri dell’Anatolia. Il clan non è mai stato molto socievole nei confronti degli altri, preferendo la contemplazione e lo studio della morte in ogni sua

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forma. L’alta presenza dei Fratelli a Roma ha attirato anche loro, così come lo studio delle pratiche negromantiche romane o etrusche.

Infatti pare che i primi di loro che giunsero nel territorio Italico lo fecero prima dell’ascesa di Roma, durante il periodo etrusco, volgendosi allo studio di questo popolo e della sua cultura della morte. La religione etrusca, profondamente radicata nel culto della morte, ha sempre attirato i figli di Ashur, in particolare affascinati da figura demoniache e misteriose come quella del dio Tuchulcha.

Con l’ascesa di Roma ed il declino dell’Etruria i Cappadoci sono rimasti come una presenza fissa nel panorama romano, profondamente radicati nelle culture della morte e degli dei dell’oltretomba.

Detti: Psicopompi

Etnia: Alcuni Etruschi, quelli giunti più recentemente provengono dai territori dell’Anatolia

Rifugio: i Cappadociani amano luoghi silenziosi, spesso in prossimità di tombe o fosse nelle quali poter continuare il loro ossessivo studio della morte.

Status: i Cappadociani più integrati sono riusciti a guadagnare la Cittadinanza, gli altri restano Stranieri nel territorio. Solo una minoranza è Schiava, in tal caso svolgono funzioni di dotti o consiglieri.

3.3 - Ennoi (Gangrel)

Alcuni li considerano barbari, figli di popoli inferiori e selvaggi; per altri sono un clan fiero di possenti guerrieri, benedetti dagli dei della Natura e più vicini alle origini del sangue di Caino. Difficile dare una definizione precisa per gli Ennoi; tutto varia a seconda di chi sia il Fratello che sta dando il suo parere.

Gli Ennoi per molti secoli hanno prosperato nei territori e nelle tribù dei popoli barbari del nord. Quando questi furono schiacciati dall’aquila romana anche loro persero tutta l’influenza e videro i loro popoli essere

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condotti in schiavitù per i trionfi dei generali. Alcuni di loro supportarono le rivolte barbare per poter proteggere i loro interessi dalle mani dei Patrizi, ma costoro finirono schiavi di quegli stessi Ventrui che avevano combattuto.

Altri invece vedono nuove prospettive di sviluppo a Roma e giungono nell’Urbe come Stranieri, offrendo i loro servigi come protettori, gladiatori o anche guardie per i viaggi nelle terre dei Lupi. Si dice infatti che molti di loro intrattengano rapporti di rispetto con gli odiati Figli della Luna, cosa che li rende essenziali per i viaggi dei Fratelli, che possono durare giorni in territori selvaggi e pericolosi.

Detti: Bestie

Etnia: Galli, Germani, in alcuni casi anche Britanni.

Rifugio: Rifugi molto semplici, spesso fuori dalle mura cittadine, dove si dice stringano accordi con i Figli della Luna.

Status: alcuni sono stati Schiavizzati dopo essersi ribellati alle pressioni Ventrui sui loro territori, altri invece offrono i loro servigi come Stranieri liberi.

3.4 - Fedeli di Set (Setiti)

Non pochi conoscono la storia del clan Setita e l’impronta della sua influenza su tutta la cultura egizia. Quando qualche giovane romano tende a sottovalutare questo clan, considerandolo solo sangue dedito al culto di un dio dalla testa d’animale e alla ricerca della corruzione; gli Anziani rispondono ricordando le lotte tra questo sangue ed i suoi nemici fedeli di Osiride, nelle lontane terre del Nilo, e di come essi abbiano

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scacciato e nemici Figli di Anubi in maniera analoga a come i Ventrui hanno fatto con i Figli di Selene. Di certo un clan da non sottovalutare.

Le influenze dei Setiti a Roma sono aumentate esponenzialmente sotto Cesare e con la conseguente annessione dell’Egitto come Provincia Romana. Il successo dell’esotica moda egizia portata da Cleopatra nella società Romana ha avuto un logico riflesso anche nella notte ed i misteriosi ed affascinanti Setiti sono divenuti sempre più richiesti, iniziando a tessere la loro tela di corruzione e favori.

L’avvicinamento della cultura setita a quella romana ha fatto si che alcuni membri più giovani inizino a proporre nuove modifiche al dogma egizio per renderlo più simile alle notti moderni. Per ora questi giovani sacerdoti, detti Tifoniani per il loro accumunare l’egizio Set al titano Tifone, vengono visti con sospetto dai fedeli della vecchia scuola egizia, ma il loro successo pare aumentare ogni notte in queste terre lontane dal Nilo, spinto dalla degenerazione che i Tifoniani promuovono e che attira i membri di tanti altri clan.

Detti: Serpenti

Etnia: Egizia

Rifugio: i Fedeli di Set amano rifugi dall’apparenza semplice, ma che una volta all’interno possono mostrare come regge in cui le contaminazioni egizie abbondano e seducono.

Status: Molti Fedeli di Set sono Stranieri, alcuni si offrono come Gladiatori per glorificare il loro Dio ma sempre da uomini liberi. Pochi sono i Setiti Schiavi.

3.5 - Figli di Haquim (Assamiti)

Dalla caduta della seconda città, i Guardiani hanno perso il ruolo che vantavano di guide degli altri Fratelli. Rifugiati nella misteriosa Alamut hanno proseguito la loro storia uscendo raramente dai loro territori. Tuttavia anche questo sangue combattente ha influito nella storia dell’Asia, secondo molti buona parte dell’ascesa persiana è stata spinta dalle mani del clan; in ogni caso queste accuse di influenza nel mondo dei mortali normalmente non vengono ripetute dinanzi ad un Giudice per evitare conseguenze pericolose.

L’ascesa di Roma e l’alto numero di Fratelli che in essa sono confluiti non poteva non attirare le attenzioni di Alamut. Più di un Giudice si è recato a Roma di sua volontà mentre altri, spesso per questioni d’onore, sono giunti come Schiavi etnici e terribilmente pericolosi.

Detti: Guardiani

Etnia: Giudea, Persiana o comunque dell’Asia Minore

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Rifugio: quando sono liberi, i Figli di Haquim amano rifugi semplici e spartani, ma estremamente comodi e segreti, per evitare le influenze di nemici.

Status: La maggior parte dei Giudici sono Stranieri, tuttavia sono presenti anche degli Schiavi, divenuti tali per sconfitte o questioni d’onore; tali Schiavi spesso sono guardie del corpo o gladiatori molto richiesti.

3.6 - Luciani (Lasombra)

Per molti secoli i figli della Notte hanno allungato il loro potere in tutto il bacino del Mediterraneo; signori indiscussi, tra i Fratelli, della navigazione, conducevano spesso esplorazioni o navi pirata ai danni delle potenze e delle influenze degli altri clan.

I primi a danneggiare il loro potere furono i Troiliani di Cartagine, che pesantemente spinsero per la conquista della penisola iberica. A quel punto le controversie tra i Troiliani ed i Ventrui furono alimentate dai Luciani, bisognosi dell’aiuto di Roma; dopo le guerre puniche i loro territori passarono sotto l’aquila e la Pax romana, tuttavia i Luciani mantennero inalterato il loro potere sui flutti, grazie agli accordi fatti con i Ventrui.

In queste notti il potere dei Luciani non è indifferente: benché le loro influenze in campo senatoriale siano basse, le loro ingerenze sui mercati e sugli spostamenti via mare ne fanno degli alleati formidabili e dei pericolosi rivali per i loro nemici. Molti di loro inoltre frequentano spesso Roma affascinati dai culti dell’oltretomba e nei parallelismi con la loro manipolazione dell’Abisso.

Detti: Ombre

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Etnia: Hispanici o provenienti dalle zone della Magna Grecia

Rifugio: più di un Lucianus ama abitare in rifugi galleggianti, come piccole galee o grandi barconi ormeggiati sul Tevere, che permettono spostamenti rapidi. Altri non disdegnano il lusso, per quanto senza eccedere nell’ostentazione tipica dei Ventrui o degli Arikeli

Status: molti Luciani hanno guadagnato la Cittadinanza, alcuni (soprattutto provenienti dalla Magna Grecia che furono alleati ai Troiliani) sono invece relegati al ruolo di Schiavi… con grande disonore per il loro sangue.

3.7 - Malkavi (Malkavian)

Nessuno sa con preciso da quanti frammenti è composto il sangue di Malkav, ma una cosa è certa: pochi clan sanno essere così eterogenei. Nessuno sa dire con preciso in quale popolazione i Malkavi si sono potuti sviluppare di più, sembra infatti che fossero presenti sia nelle aree mesopotamiche che nelle polis greche; alcuni dicono che abbiano influito nell’ascesa e nel brave dominio di Alessandro Magno, ma per la maggior parte degli Strigi queste sono soltanto delle voci.

I Malkavi trovano terreno fertile a Roma, nella follia che si agita nei sotterranei della città, nei riti spesso inumani dedicati nella follia, così come dei baccanali sfrenati dove ogni cosa è permessa. E’ comune che molti Fratelli considerino questo un clan di benedetti da Bacco e toccati dalla follia solo per nascondere la loro comunione con il divino. Non sono rari i Malkavi che si offrono come sacerdoti od oracoli per il bisogno spirituale dei Fratelli di Roma.

Detti: Baccanti

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Etnia: i Malkavi possono appartenere a qualsiasi etnia poiché il loro clan si è diffuso ovunque

Rifugio: da ricche domus a sporche insulae a sotterranei nel fango. Un clan tanto eterogeneo si rispecchia nei territori da loro eletti a dimora.

Status: pochi Malkavi, particolarmente stabili ed intelligenti, hanno conquistato la Cittadinanza. Molti vengono schiavizzati come punizione per le loro incurie, gli altri sembrano a proprio agio tra le fila degli Stranieri.

3.8 - Nosferatu

Secondo alcuni storici Strigi, i primi a giungere a Roma non furono i Ventrui, ma addirittura i Nosferatu. In ogni caso questi non si opposero mai alla mano pesante dei Patrizi e al loro influsso sulla politica della nascente Repubblica.

Tuttavia è certo che, se i Ventrui inserirono rapidamente le proprie influenze nel Senato e nell’esercito, i Nosferatu mantennero un eccellente controllo degli strati più inferiori della plebe romana. Di sicuro momenti di tensione tra i due clan non sono mancati durante la storia: le tre rivolte della plebe sarebbero proprio state alimentate dai Nosferatu; ma in queste notti il rapporto tra i patrizi ed i derelitti appare stabile, fondato su un silenzioso rispetto dei ruoli ed un comune desiderio di sicurezza.

Detti: Derelitti

Etnia: Per quanto sia difficile comprendere l’etnia di un Nosferatu, le loro origini sono quanto mai vaghe. Molti sono Romani, altri invece hanno sangue dei primi popoli della zona (Equi, Volsci, Ernici e Etruschi). Altri ancora giungono da paesi lontani.

Rifugio: a causa del loro aspetto non possono non prediligere rifugi ben nascosti, spesso nei sotterranei di Roma o nelle strutture

degli acquedotti, dove vive l’umanità più povera e sporca.

Status: sorprendentemente molti Nosferatu sono riusciti a guadagnare la Cittadinanza grazie ai servigi svolti per Roma, principalmente nel controllo delle influenze agli stati inferiori della popolazione. Alcuni, proveniente da terre lontane, vengono invece come schiavi o vengono venduti come tali.

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3.9 - Ravani (Ravnos)

La conquista dell’Egitto ed il termine della dinastia tolemaica spinto da Ottaviano Augusto, spianò a Roma nuove vie commerciali verso il lontano est, la principale delle quali verso le misteriose terre dell’Hindia. Il commercio fu sempre molto redditizio per i due popoli, arrivando anche ad essere base dei rapporti diplomatici con l’impero cinese.

Da questa via commerciale anche i misteriosi Fratelli che affrontarono l’est dopo la caduta della Seconda Città hanno iniziato a tornare nel mediterraneo. Il sangue di Ravana; così viene conosciuto questo clan di sapienti seguaci di filosofie misteriose e lontane, maestri dell’illusione ma anche del vizio. Pochi sono i Ravani presenti a Roma, sempre a ridosso delle comunità di mercanti Hindi che gestiscono i commerci lungo i porti egizi; tuttavia i loro costumi così barbari ma al tempo stesso affascinanti non hanno cessato di incuriosire gli Strigi di Roma.

In ogni caso nessuno sottovaluta questo sangue: le leggende più antiche dei Fratelli ed i racconti dei più viaggiatori parlano delle terre dell’Est come popolate da mostri e da Fratelli che non appartengono ai tredici clan, possedenti poteri misteriosi e grandi. Tuttavia i Lontani convivono da millenni con loro, questo è sufficiente per spiegare l’aura di rispetto che questo clan possiede.

Detti: Lontani

Etnia: Hindi

Rifugio: Si accontentano di rifugi semplici, principalmente nei quartieri mercantili, accanto alla loro genti Hindi ed ai mercati.

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Status: solo pochi di loro sono stati schiavizzati, data la loro rarità. La maggior parte resta Straniera, ma sempre ben disposta nei confronti del governo di Roma.

3.10 - Salubri

La progenie di Saulot è sempre stata il clan meno popoloso tra tutti i tredici; fratelli rispettosi della propria umanità e fedeli ai suoi ideali, i Salubri si sono spesso inseriti nelle società più illuminate o meno degenerate. Tuttavia nella loro storia non sono mancate fazioni combattenti schierate nella lotta contro gli adoratori di Demoni e divinità oscure. Tra gli altri coloro che, durante le guerre puniche, si schierarono con i Ventrui, allo scopo di abbattere le degenerazioni che i Troiliani nascondevano a Cartagine.

Sono un clan altamente eterogeneo, tuttavia pochi di loro amano frequentare una città chiassosa e pericolosa come Roma, preferendo comunità più ristrette e con meno presenza di Fratelli. Vivono molto a contatto con gli umani, molti di loro sono sacerdoti di divinità benevole e della concordia o comunque guaritori; tra le loro fila alcuni hanno iniziato a seguire i dogmi dei Christiani che si stanno facendo strada anche nella notte romana.

Non è raro che vengano chiamati per risolvere pacificamente una disputa tra due Fratelli che non vuole essere portata all’attenzione dei Pretori. Nonostante infatti le leggi di Roma, molti ritengono questo clan particolarmente saggio e degno di rispetto proprio per la sua vicinanza all’umanità.

Detti: Triclopi

Etnia: principalmente Italica, Greca o Persiana. Non mancano tuttavia alcuni che portano tratti della lontana asia.

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Rifugio: Amano rifugi tranquilli e semplici, di solito accanto a comunità umane ristrette.

Status: benché alcuni possiedano la Cittadinanza, la maggior parte sono degli Stranieri. Finora non ci sono mai stati Salubri schiavi.

3.11 - Troilani (Brujah)

Una volta signori della loro utopia di Cartagine, ora spazzati via dalla forza Ventrui. Quanti non sono fuggiti in terre barbare sono stati catturati e fatti schiavi dai Patrizi di Roma, come estremo oltraggio per quanto avevano perduto. I Troiliani di oggi sono in alcuni casi progenie di Schiavi, e quindi Schiavi egli stessi per colpa del loro sangue; alcuni credono che presto ci potrebbero essere rivolte da parte di questo clan di perseguitati, ma è opinione comune che i figli di Troilo abbiano già toccato l’apogeo della loro storia, e che ora siano solo destinati ad un abisso senza fondo.

Detti: gli Sconfitti

Etnia: Cartaginese (nord Africana o comunque mediterranea)

Rifugio: condividono le dimore dei loro Padroni, di solito in piccole celle ben rinforzate per passare il giorno. I pochissimi Troilani liberti tendono ad avere rifugi semplici, per non attirare le ire dei Ventrui.

Status: La stragrande maggioranza dei Troiliani sono Schiavi, solo pochi tra di loro riescono a divenire Liberti.

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3.12 - Tzi-mee-se (Tzimisce)

Questo misterioso clan proviene dalle lontane terre della Dacia; secondo alcuni si tratta di terre maledette, protette da spiriti inquieti che sarebbero il motivo delle molte disfatte Romane per annettere la zona. In ogni caso questo clan appare barbaro e inumano, ben lontano dall’istruzione che i clan hanno avuto nelle altre civiltà del mediterraneo.

Secondo molti si tratta di un sangue impazzito e degenerato, le cui capacità e poteri terrorizzerebbero chiunque, per altri invece sono dei saggi, provenienti da una terra antica e pieni di un sapere sconosciuto e lontano. I membri di questo clan che giungono a Roma sono normalmente i meno selvaggi e ostili nei confronti degli altri Fratelli, tuttavia anche loro appaiono isolati e terribilmente pericolosi per gli altri Strigi.

Detti: Mutapelle

Etnia: principalmente Daci, Geti o Traci

Rifugio: tendono ad abitare in dimore isolate, fuori dalle mura e impossibili da accedere per i mortali: qui portano a termine le loro arti degenerate che solo a pochi altri Fratelli è concesso ammirare.

Status: possedere uno schiavo Tzi-mee-se è senza dubbio fonte di grande prestigio, principalmente vengono utilizzati come gladiatori per via delle loro capacità combattive. Ma è difficile rendere schiavo l’orgoglio di questo clan, la maggior parte di loro sono Stranieri e restano in questo stato per tutta la durate del loro soggiorno a Roma, senza mai integrarsi totalmente nella società della notte.

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3.13 - Ventrui (Ventrue)

Il potere a Roma. Giunti sin dalla fondazione, i figli di Veddartha si sono subito imposti nella notte come guide della nascente Repubblica Romana. Nei primi tempi sconfissero le influenze dei Figli della Luna, divenendo l’unico potere forte all’interno della città; oggi, secondo alcuni, il loro potere è al massimo apogeo, secondo altri la loro decadenza mostra l’inizio della loro caduta sotto le spinte degli altri dodici clan che stanno divenendo scomodi compagni di casa.

Aristocratici ed eleganti, vengono educati fin dall’abbraccio ad essere i migliori ed imporsi su tutti gli altri clan. La maggior parte di loro si raggruppa in vere e proprie dinastie (le gens) il cui scopo è preservare la purezza del sangue di una discendenza e al tempo stesso accumulare sempre maggiore potere.

Detti: Patrizi

Etnia: Romana

Rifugio: i Ventrui abitano in ricche e lussuose domus adattate come rifugi, spesso condivise con il resto della Gens, all’interno dell’opulenza sfrenata e di una serie di schiavi, mortali e non.

Status: Nessun Ventrus può essere meno che Cittadino. Ognuno di loro acquisisce la Cittadinanza per diritto d’Abbraccio.

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