WOMEN AND MEN, FREE TO BE #8thmarch european action for

self-determination

We are students, young people, girls and boys. Our mothers and our grandmothers, with the greatest pacific revolution of the last century, Feminsm, gave us a world of equality and rights, at least formally.

March 8th is a day in which we celebrate women's achievements in social and political fields. A chance to give a new strength to the struggle against discrimination and violence, a time to think about our next steps. International

Women's Day is more than this: a way to remember our past and wonder our future.We are a generation of women that can and want to decide on their own lives. We are a generation of women

living in a men’s world. We want to be a generation that lives in a world of both women and men.Our desire of knowledge, our will to take part in public life, our passion for politics, culture and our engagement in social aspects, most of the time are clashing with the backwardness of our Country. When the economic crisis spreads out so bad, like in the time we are living in, it’s us, women, who pay the highest price: the rate of female unemployment, especially in the South, is now dramatically high. Lack of job means lack of autonomy. Also, the

crisis is being used as an excuse to cut on welfare and all the care-taking roles are considered to be a female “natural tendency”: so the State can cut on public Education and Public Health Service, because, anyhow, every

women will take care of it, in private, without getting paid and without getting the opportunity to search for another job. Our opportunities are getting smaller and smaller and the Country is not growing in any sense.

We live in a Country that was never really concerned about our freedom and our right to self-determination: our Country is ruled by men, most of them being outright sexist, so the long path to build equality between genders, a

path that starts from schools, is very hard. We live in a Country that responds to women’s desire of freedom with violence, with femicide. We live in a Country that responds to self-determination of women trying to keep us from

getting an abortion but, at the same time, cutting on maternity rights and assistance, so that we cannot really decide if we want to become mothers or not, and when.

We are a generation of men living in a men’s world. Though it seemed to be “natural” in the beginning, we now know that in fact it is pretty much anomalous. We have been raised up by our mothers who used to see

themselves as self-determined and free, and we want to share our lives with women that are also self-determined and free. We are tired of living in a stereotype that tells us how to be “real men”. We want to take part in the

challenge of creating a new world of freedom and equality for both genders, not to do a favor to women, but to do a “favor” to all of us.

In these days the Spanish government wants to approve a law that limits the possibility of getting an abortion: it will be possible only in case of rape or very serious consequences for the woman’s health. Just before this, the European Parliament said no to the Estrela Resolution that wanted to protect women’s rights about health and

maternity in Europe.We can add that in Italy, the law 194 concerning abortion, is practically no longer working because of the

“conscientious objection” (which means that people working in the public health service can refuse to do an abortion because of personal/religious beliefs) that is around 90% in the South.

We won’t let you play with the indifference of a generation that may think that some rights are acquired forever. We want freedom and we want even more freedom and rights than before. We want Europe to be our hope, not a menace. That’s why we want female rights to be a constitutive part of the idea of European citizenship and of

the European community.That’s why we ask to all students around Europe to take part in this challenge and to fight with us, just like we did

in the past for many other reasons, to build our Europe of Rights. This is not just about women’s rights, this is about who we want to be and the Europe we want to live in. We can win this battle only if we fight together.

#8thmarch#differentbutequals

#yodecido

LIBERE E LIBERI DI ESSERE #8marzo mobilitazione europea per

l'autodeterminazione

Siamo studentesse e studenti, ragazzi e ragazze. Le nostre madri e le nostre nonne, con la più grande rivoluzione pacifica del secolo scorso, il femminismo, ci hanno regalato un mondo fatto di parità e diritti, almeno formalmente.

L'8 marzo è una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un'occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, un momento per riflettere sui passi ancora da compiere. La Giornata

Internazionale della Donna è tutto questo e anche di più. È un modo per ricordarsi da dove veniamo e dove stiamo andando.

Siamo una generazione di donne che ha in mano e che vuole decidere del proprio destino.Siamo una generazione di donne che vive in un mondo di uomini. Vogliamo essere una generazione di donne che vive in un mondo di donne e

uomini.La nostra sete di conoscenza e di partecipazione alla vita pubblica, politica, sociale e culturale spesso si scontra con la profonda arretratezza del nostro Paese. Nei periodi di crisi come questo siamo noi donne a pagarne il prezzo più caro: l’assenza di lavoro e la disoccupazione fra le donne in generale, e nelle giovani donne del sud in particolare, riscontra i dati più drammatici. Assenza di lavoro vuol dire assenza di autonomia e possibilità: è su questo terreno che si consuma

una disuguaglianza reale.All’assenza di lavoro si aggiunge la distruzione del welfare state che è stata portata avanti in questi anni: la sanità e

l’istruzione pubblica sono la presa in carico di uno stato di quelle mansioni che sempre sono state attribuite alle donne, come vocazione naturale. I continui tagli a questi due settori restringono il perimetro delle nostre possibilità reali, oltre

ad abbassare il benessere e l’avanzamento del Paese tutto. Viviamo in un Paese che con la nostra libertà ed autodeterminazione non ci ha mai fatto i conti: gestito da una classe dirigente esclusivamente maschile e in gran parte

maschilista, con difficoltà riesce ad avviare un processo culturale che parta dalla scuola e dall’educazione per costruire un rapporto sano fra i generi. Un paese che alla libertà delle donne troppo spesso risponde con la violenza, con il

femminicidio. Un paese che all’autodeterminazione risponde con lo svuotamento della legge 194 che tutela la salute delle donne e l’interruzione di gravidanza e con l’assenza di qualsiasi supporto alla maternità, non permettendoci né di

abortire, né di essere madri.Siamo una generazione di uomini cresciuta in un mondo fatto, gestito e pensato solo da uomini. Questo, da fattore

naturale è invece diventato un’anomalia ai nostri occhi. Siamo stati cresciuti da madri libere, vogliamo condividere la nostra vita con donne libere. Siamo stanchi degli stereotipi che ci impongono un modello precofenzionato di essere

uomini, non vogliamo più essere chiusi in recinti che ci stanno stretti. Non vogliamo più essere degli spettatori: da protagonisti vogliamo cogliere la sfida di un mondo nuovo fatto da uomini e donne libere, e non per fare un “favore”

alle donne, ma perché sicuri di farlo a noi stessi.In queste settimane il governo spagnolo vuole varare una legge che punta a annullare l’autodeterminazione delle donne, limitare l’interruzione di gravidanza a casi di stupro o di pericolo per la salute della madre. Poco tempo fa il parlamento

europeo ha bocciato la risoluzione Estrela che puntava a tutelare il diritto alla salute e riproduttivo delle donne in Europa. Possiamo aggiungere che in Italia la legge 194 è a rischio a causa dell’obiezione di coscienza che raggiunge il

90% in alcune regioni del sud. Non giocherete con l'indifferenza di una generazione che da per scontate delle libertà acquisite. Vogliamo quelle e pretendiamo di averne altre. Pretendiamo che l’Europa torni ad essere per noi una speranza, non una minaccia. Per questo vogliamo che la libertà e l’autodeterminazione delle donne diventi un fattore costitutivo della cittadinanza e

della comunità europea. Per questo chiediamo agli studenti e alle studentesse europee, con cui abbiamo condiviso tante battaglie, di

condividere questo appello e di creare una mobilitazione capillare e diffusa, per non arretrare di un millimetro e per ottenere ciò che ci spetta.

Chiediamo di mobilitarsi non per difendere la libertà delle donne, ma per farne qualcosa di più grande: l’argine di un’Europa alla deriva, il paradigma di una nuova cittadinanza

#8marzo#diversiuguali

#yodecido