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Sony Pictures Classics e Castle Rock Entertainment presentano Una Produzione Riff Raff Un Film di Kenneth Branagh MICHAEL CAINE JUDE LAW (id.) Regia Kenneth Branagh Tratto dall’opera teatrale di Anthony Shaffer Sceneggiatura Harold Pinter Prodotto da Jude Law Simon Halfon Tom Sternberg Marion Pilowksy Kenneth Branagh Simon Moseley Coproduttore Ben Jackson Scenografie di Tim Harvey Direttore della fotografia Haris Zamarloukos B.S.C. Montaggio di Neil Farrell Musiche di Patrick Doyle Costumi di Alexandra Byrne Make Up di Eileen Kastener-Delago Data di uscita prevista in Italia: 9 novembre, 2007 Sito web: www.sonypictures.it Distribuito da SONY PICTURES RELEASING ITALIA 64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica · Il film è prodotto da Jude Law, Simon Halfon, Tom Sternberg, Marion Pilowsky, Kenneth Branagh e Simon Moseley, oltre ad essere

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Sony Pictures Classics e Castle Rock Entertainment presentano

Una Produzione Riff Raff

Un Film di Kenneth Branagh

MICHAEL CAINE JUDE LAW

(id.)

Regia Kenneth Branagh

Tratto dall’opera teatrale di Anthony Shaffer

Sceneggiatura Harold Pinter Prodotto da

Jude Law Simon Halfon Tom Sternberg Marion Pilowksy Kenneth Branagh Simon Moseley

Coproduttore Ben Jackson Scenografie di Tim Harvey

Direttore della fotografia Haris Zamarloukos B.S.C. Montaggio di Neil Farrell Musiche di Patrick Doyle

Costumi di Alexandra Byrne Make Up di Eileen Kastener-Delago

Data di uscita prevista in Italia: 9 novembre, 2007 Sito web: www.sonypictures.it

Distribuito da SONY PICTURES RELEASING ITALIA

64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

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SLEUTH Sinossi breve Un ricco scrittore di libri gialli affronta un attore disoccupato che ha conquistato il cuore di sua moglie, in quello che diventerà un gioco contorto, mortale e dalle conseguenze pericolose.

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Cast Michael Caine Andrew Wyke Jude Law Milo Tindle Cast Tecnico Kenneth Branagh Regia Harold Pinter Sceneggiatura Haris Zambarloukos Direttore della fotografia Tim Harvey Scenografie Alexandra Byrne Costumi Neil Farrell Montaggio Patrick Doyle Musiche Eileen Kastner Delago Make-Up & acconciature

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LA PRODUZIONE Introduzione Sleuth è stato girato a Bedfordshire e ai Twickenham Studios tra gennaio e febbraio del 2007.

Il film è prodotto da Jude Law, Simon Halfon, Tom Sternberg, Marion Pilowsky, Kenneth Branagh e Simon Moseley, oltre ad essere coprodotto da Ben Jackson, il socio di Law nella Riff Raff Productions. Martin Shafer della Castle Rock è il produttore esecutivo.

La squadra di artisti che ha lavorato dietro alle quinte di Sleuth comprende il direttore della fotografia Haris Zambarloukos - Un amore fatale (Enduring Love) e Venus, entrambi di Roger Michell - e alcune persone che avevano già collaborato in passato con Kenneth Branagh, come lo scenografo Tim Harvey - Il flauto magico (The Magic Flute), Hamlet, Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing) -, l’ideatrice dei costumi Alexandra Byrne – Hamlet - e il montatore Neil Farrell - Hamlet, As You Like It – Come vi piace (As You Like It) - . Patrick Doyle - Harry Potter e il calice di fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire), As You Like It – Come vi piace (As You Like It), Gosford Park, Hamlet – ha composto le musiche originali.

Per iniziare

Come appassionati di cinema e amici di lunga data, Jude Law e il collega produttore Simon Halfon si incontravano regolarmente per discutere di progetti che avrebbero voluto realizzare insieme. Law aveva già maturato una certa esperienza come produttore grazie a Sky Captain and the World of Tomorrow, mentre Halfon, un designer di successo, era impaziente di mettersi in gioco. Nel corso di una delle loro conversazioni, Halfon ha proposto di riadattare Sleuth, il testo teatrale di Anthony Shaffer del 1970, vincitore di un Tony Award, che in seguito è diventato un film (uscito in Italia con il titolo Gli insospettabili), diretto da Joseph L. Mankiewicz e con le interpretazioni, entrambe nominate agli Oscar®, di Laurence Olivier e Michael Caine. “Simon aveva visto Gli insospettabili (Sleuth) e me l’aveva descritto come un’opera che, in fondo, era basata su un’idea semplicissima”, sostiene Jude Law. “Anche se il film originale era stato realizzato magnificamente, lui riteneva comunque che potesse evolversi in qualcosa di più moderno e che ci fossero tanti territori inesplorati presenti nel nucleo della storia. Così, l’idea si è fatta strada nella mia testa per un po’, ma il momento in cui il progetto è partito veramente, è stato quando qualcuno mi ha chiesto chi ritenevo fosse adatto per la sceneggiatura ed è venuto fuori il nome di Harold Pinter”. In quel momento, Harold Pinter non aveva ancora ricevuto il premio Nobel per la letteratura, ma il fatto di essere già considerato uno dei drammaturghi più influenti e originali del ventesimo secolo rendeva l’idea di contattarlo per riscrivere l’opera popolare di Shaffer decisamente ingenua. L’incredibile reputazione di Pinter avrebbe scoraggiato molti altri produttori in erba e Law ammette candidamente che il loro sembrava “un obiettivo assurdo”.

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“Ma visto che l’opera sembrava fatta su misura per lui, ho pensato che avessimo l’opportunità di scrivergli”, sostiene Law. “Ne abbiamo parlato insieme nel corso di un lungo pranzo molto divertente, in cui gli ho detto che il cuore della storia si poteva descrivere come due uomini in una stanza, uno più vecchio e l’altro più giovane, che combattono fisicamente e psicologicamente per una donna che noi non vedremo mai. Se mi ricordo bene, Harold ha detto ‘è quello che ho fatto per 40 anni’. Così, ha accettato immediatamente”. Pinter aveva visto alcune interpretazioni di Jude Law, sia al cinema che sul palcoscenico, ed era felice di poter lavorare con lui. “Jude è un uomo veramente intelligente e sempre molto preciso”, rivela lo scrittore. “Ha un entusiasmo ed un’integrità assolutamente genuini”. Una volta che Pinter era entrato nel progetto, la brillante idea di Law e Halfon è diventata decisamente più interessante e così la Castle Rock ha accettato di finanziare la sceneggiatura e lo sviluppo del progetto. “Quando Harold è stato coinvolto”, sostiene Law, “questo è passato dall’essere un remake molto intrigante a qualcosa di completamente diverso e che aveva un peso specifico maggiore. Tutto quello che può incuriosire l’attenzione di Harold diventa improvvisamente importante, perché è una grande icona del mondo letterario. Sapevamo che, nelle sue mani, la sceneggiatura avrebbe raggiunto un livello altissimo”. Negli anni successivi, i realizzatori si sono messi al lavoro. “E’ una versione completamente nuova”, sostiene Harold Pinter. “Non avevo mai letto l’opera teatrale, né visto la pellicola che ne era stata tratta, quindi non ne sapevo nulla. Mi sono limitato a leggere il testo e penso di averlo totalmente trasformato. Ho conservato uno o due punti della trama perché era necessario, ma, a parte questo, ritengo di aver creato una mia versione personale”. “E’ quasi impossibile pensare che non si tratti di un’opera originale di Harold”, rivela Halfon. “In un certo senso, è un testo in cui due uomini si contendono un possesso. In questo caso, il possesso di una donna, che entrambi vogliono, ma in realtà si parla di uomini in lotta e del perché gli uomini competono tra loro. Si trasforma in un’opera sull’egocentrismo maschile, sul fatto di stare sempre un passo davanti a tutti e in cui l’obiettivo viene quasi dimenticato. E’ totalmente incentrato sulla competizione e sul fatto di battere la persona che hai di fronte a te, che ovviamente è qualcosa che interessa molto a Harold, sia nel suo corpus letterario che nelle sue opinioni sulla direzione che sta prendendo il mondo attualmente”. Armati della sceneggiatura di Pinter, Law e Halfon si sono messi in cerca di ulteriori finanziamenti. A causa dello stile di scrittura di Pinter, che peraltro non aveva ancora vinto il premio Nobel, è stato veramente difficile far sì che la gente riuscisse a leggere tra le righe del testo. “Era una sceneggiatura molto scarna”, rivela Law. “Sembrava che molti finanziatori ne fossero intimoriti. Coglievano dei dialoghi magnifici, ma non ci vedevano il potenziale per un film. Comunque, la nostra fiducia nel progetto ci ha permesso di andare avanti”. Law, alcuni anni prima, aveva proposto l’idea a Michael Caine, che era d’accordo sul fatto che sarebbe stato divertente rifare un film su Sleuth, interpretando questa volta il ruolo che Laurence Olivier aveva ricoperto nel 1972. Una volta terminata la nuova sceneggiatura, Law ha contattato l’attore.

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“Fin dall’inizio, io ero rimasto affascinato dall’idea generale”, rivela Michael Caine, “ma in particolare dalla sceneggiatura di Pinter. Sebbene il cuore della trama e il titolo siano gli stessi, la scrittura di Pinter è completamente diversa da quella di Anthony Shaffer. Non si tratta dello stesso film”.Una volta che Michael Caine è rimasto conquistato dalla sceneggiatura di Pinter, Law sapeva che era arrivato il momento di trovare un regista che “gestisse il gioco e fondesse tutte le nostre visioni in una sola”. Tra i realizzatori presi in considerazione c’era Kenneth Branagh, conosciuto soprattutto per i suoi adattamenti delle opere di Shakespeare. “Il mio agente mi ha chiamato un giorno e mi ha detto: C’è una nuova versione di Sleuth, con Jude Law come produttore, Michael Caine come protagonista e una sceneggiatura firmata da Harold Pinter”, ricorda Kenneth Branagh. “Mi sembrava un insieme di persone veramente entusiasmante. Conoscevo ed amavo il film originale e l’opera teatrale, che ho visto alcuni anni fa mentre era in tournée, con un mio amico che interpretava Milo. “In seguito, ho letto la sceneggiatura e non riuscivo a metterla da parte. Quello che ritenevo fosse già un lavoro eccellente, ora presentava anche la sensibilità più dark e da commedia nera di Pinter. Conservava ancora la caratteristica fondamentale dell’originale, che ti faceva girare le pagine in fretta chiedendoti cosa succederà, perché non va mai dimenticato il lavoro magnifico svolto da Anthony Shaffer. Ma la sceneggiatura sembrava non avere paura di essere decisamente diversa e di dare vita ad un film completamente differente. Mantiene l’idea centrale e i personaggi hanno lo stesso nome, ma fin dall’inizio sono state cambiate molte cose, sia visivamente che in termini di atmosfera, oltre che in rapporto ai personaggi e, come si scopre andando avanti, anche per quanto riguarda la trama”. “Pinter in qualche modo utilizza l’osservazione di cose familiari e infonde in esse umorismo, inquietudine e talvolta dei contenuti splendidamente poetici. In Sleuth, prende una magnifica opera teatrale e cinematografica e aggiunge ad essa, senza nessuno sforzo apparente, la sua fascinazione personale per quello che emerge dal testo di Shaffer, ossia il dramma psicologico e il combattimento gladiatorio pieno di testosterone tra due uomini, che, a modo loro, sono entrambi sofisticati ed intelligenti. Sembrava il modo migliore di apprezzare un thriller eccitante e di puntare i riflettori sui punti deboli e sulle pose di questi tipi decisamente mascolini, quasi macho, mentre lottavano per una donna. Ho avvertito la sensazione interiore che sarebbe stato un progetto veramente buono”. A seguito di un processo che ricorda come “una piacevole collaborazione” da ogni punto di vista, Branagh è stato assunto come regista. “Ken ha capito le potenzialità del progetto”, ricorda Jude Law, “e che quello che si celava tra le righe di Pinter era un film in cui il terzo protagonista sarebbe stata la casa e l’atmosfera che creava. Ha anche riconosciuto l’importanza di stare semplicemente seduti ad ascoltare questo dialogo fantastico, piuttosto che affannarsi a riempire di complicazioni quest’opera. Ha capito perfettamente il passaggio dal testo all’interpretazione. Con il coinvolgimento iniziale di Harold e la partecipazione di Michael, la scelta di Ken era molto azzeccata. Noi quattro rappresentiamo tre generazioni diverse di attori e realizzatori britannici e ci sembrava un gruppo molto interessante, decisamente quello giusto per questo lavoro”.

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Pinter descrive il contributo di Branagh al progetto come “enorme”. “Ken ha fornito una nuova intelligenza al film”, sostiene il drammaturgo. “È veramente in gamba e fa sempre le scelte giuste. Lo ammiro molto, sia come attore che come regista. Ritengo che la sua versione di Enrico V (Henry V) sia straordinaria e che lui sia anche un attore bravissimo. E’ stato veramente un processo molto stimolante quello che abbiamo vissuto”. Il testo Molto è stato scritto a proposito della natura ermetica del testo pinteriano e ancora di più del rifiuto di questo autore di analizzare o spiegare il suo lavoro. Tante storie sono sicuramente apocrife, ma sembrerebbe vero che, quando il giovane Alan Ayckbourn, al tempo un interprete de Il compleanno (The Birthday Party), ha chiesto a Pinter indicazioni sul suo personaggio, abbia ricevuto la secca risposta “Pensa ai c***i tuoi e limitati a pronunciare le battute”. Quando aveva soli 15 anni, Kenneth Branagh ha svolto il suo primo provino utilizzando un dialogo di un’opera di Pinter. Per questo, lavorare con l’acclamato scrittore era un’esperienza che poteva risultare intimidatoria, ma che in realtà si è rivelata molto soddisfacente. “Alcune volte, durante le prove, ho dovuto suggerire un paio di cose per cui Harold probabilmente non andava pazzo”, ricorda Branagh, “ma ha sempre mantenuto un enorme rispetto. Visto che è onesto e sincero, reagiva con naturalezza e se non era d’accordo, te lo diceva sfruttando tutta la sua personalità vigorosa e talvolta conflittuale. Ha un’intelligenza formidabile ed è una persona veramente appassionata, quindi quando espone il suo punto di vista lo fa con grande intensità. Ma se riesci a spiegargli le tue ragioni, ti ascolta e così potete trovare una soluzione”. Quando gli viene chiesto di spiegare cosa c’è nel linguaggio di Pinter che lo rende unico, tanto da essersi trasformato in un aggettivo e avergli fatto vincere il premio Nobel, Branagh rivela che “Pinter rende poetico quello che apparentemente è prosaico e banale, facendolo diventare memorabile. C’è un grande piacere nel linguaggio che utilizza e nel suo invito a servirsi dell’immaginazione. In qualche modo, riesce a realizzare la magia di offrire quella che sembra essere una storia naturalistica, raccontata in modo naturalistico e con un linguaggio naturalistico, per poi farti scoprire che non è assolutamente naturalistica, ma realistica. E’ molto simile al modo in cui parliamo normalmente, così come i personaggi sembrano persone che abbiamo incontrato nella vita, ma si trovano in un territorio diverso, che per certi aspetti è quello dei nostri incubi. Si avverte che queste sono parole e frasi che abbiamo già sentito prima, ma che sono messe insieme in un modo che acuisce e pone in luce alcune di esse in particolare. C’è dell’umorismo, della compassione, del terrore e una dimensione poetica. Ti entra nel profondo, il signor Pinter”. “Quello che è straordinario nella scrittura di Harold è la sua ambiguità. Evidenzia qualcosa di presente nella realtà attraverso una svolta nella frase o grazie alla natura frammentaria della conversazione e, allo stesso tempo, permette che ci siano dei vuoti che possono significare qualsiasi cosa”, sostiene Jude Law. “Come attore, puoi pronunciare le battute di Harold in

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qualsiasi modo. Noi ci siamo divertiti molto, ma è anche stata una grande sfida, quando abbiamo capito che il novanta per cento della sceneggiatura poteva essere interpretato in due, tre o talvolta anche quattro modi differenti. Ognuno di essi funzionava e forniva un punto di vista completamente diverso alla scena, sia presa singolarmente che nel contesto generale”. Law prosegue, dicendo che “Harold offre qualcosa di magnifico, eloquente e profondamente descrittivo attraverso la parola del testo, con uno stile molto contemporaneo, che talvolta sembra quasi non eloquente, utilizzando persone che non sanno di essere eloquenti. Penso che Sleuth sorprenderà molto per il livello di divertimento raggiunto. L’umorismo emerge dall’ambiguità, oltre che dal conflitto e dalla crudeltà presente negli scambi di battute. C’è anche un uso molto parsimonioso delle parole, in cui viene sfruttata questa situazione di understatement”. C’è qualcosa di decisamente primordiale e atavico in questa situazione”, aggiunge Branagh, “una sorta di combattimento viscerale. Si avverte decisamente la passione sessuale di questi due uomini e la loro forza fisica, che viene controllata a stento da un tentativo superficiale di mostrarsi civilizzati. E’ una discussione complessa, che racchiude un significato molto profondo e una crudeltà che la rendono affascinante. Spesso Pinter fa pronunciare ai suoi personaggi cose che nessuno direbbe mai, quelle osservazioni che mettono fine alla cena della festa o alle riunioni tra vecchi amici. Tu osservi tutto questo a bocca aperta, imbarazzato e ipnotizzato. E’ veramente affascinante”. “Le parole di Harold sembrano molto naturali ed ordinarie, come se fossero pronunciate in dialetto Cockney, almeno alcune di esse”, rivela Michael Caine. “Sono come delle frasi fatte che hai sentito dire dai tuoi genitori, soprattutto se sei di Londra, e nessuna di esse significa nulla in particolare, fino a quando non si arriva alla fine della frase e, improvvisamente, emerge una minaccia. E’ veramente difficile interpretare correttamente Pinter. Quando osservi una sua opera, tutto è molto ordinario, ma risulta anche decisamente minacciosa e buffa in modo strano. Quando pensi all’opera originale, ti viene da chiederti, ‘come potrebbe essere riscritto?’ E poi leggi Pinter e ti dici, ‘ecco come potrebbe essere riscritto! Perché non ci ho pensato prima?”. “Con Sleuth, Harold sembra voler veramente spaventare le persone”, sostiene Branagh. “C’è questo grande livello di tensione che permea ogni cosa e lui ama prenderti in giro e proporre delle strane conversazioni imbarazzanti, sia per il pubblico che per i personaggi. Sai di essere al sicuro per quanto riguarda la sua abilità artistica, ma non sei assolutamente sicuro di goderti una tranquilla visione serale”. “I due uomini sembrano entrambi comandare in momenti diversi. E’ una lotta per il potere, che funziona proprio in questo modo: su e giù, dentro e fuori”, sostiene Harold Pinter. “L’aspetto importante del film è che non sai mai chi comanda veramente. Talvolta, una persona comanda o sembra farlo, ma subito dopo è l’altro personaggio che apparentemente ha la meglio ed effettivamente, in quell’istante, è proprio così. E poi si scopre che non è lui che comanda. Insomma, parla di due uomini impegnati in diversi giochi mentali, che risultano anche decisamente inquietanti. Ma ritengo che siano anche divertenti. Quindi, si trattava di essere sia inquietanti che divertenti”.

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Attori e personaggi Pinter descrive la scelta di Michael Caine nel ruolo di Andrew con l’aggettivo ‘perfetta’. Come produttore, Jude Law aveva capito le numerose ragioni per cui la partecipazione di Caine sarebbe stata vitale per il progetto. Tutti i realizzatori hanno immediatamente apprezzato la bontà della scelta fatta per il ruolo di Andrew Wyke, ma, all’inizio, solo Caine e Pinter sapevano che l’attore era apparso, 50 anni orsono, nella primissima opera dell’autore, La stanza (The Room) al Royal Court e che, per un’incredibile coincidenza, sia Pinter che Caine erano stati studenti alla ‘Eton dell’East End’, il liceo Hackney Downs. “Michael Caine che interpreta Harold Pinter è un matrimonio combinato in cielo”, sostiene Jude Law. “C’è qualcosa di incredibilmente potente in questi due uomini, qualcosa di ironico, tagliente e vulnerabile. Loro si integrano perfettamente per molti aspetti. E non dimentichiamo che Michael è la ragione per cui molti attori britannici non hanno più dovuto nascondere il loro accento. La sua voce, lasciando da parte la tonalità, è un’icona. Quella voce, che pronuncia quelle parole, è veramente qualcosa di spettacolare e speciale”. “Sia Michael che Harold hanno un talento naturale per questo materiale”, rivela Kenneth Branagh. “Hanno un orecchio predisposto per questo tipo di dialogo e questo mondo quasi sovrannaturale. Come attore cinematografico, Michael mostra degli infiniti livelli di sottigliezza. Ha una grande sensibilità nel modo di esprimere una battuta, una parola e, in particolare, una reazione. La sua consapevolezza tecnica delle luci, delle cineprese, della profondità dell’inquadratura e della posizione fisica è decisamente impressionante. Come ingranaggio della macchina recitativa, il signor Caine è un meccanismo molto sensibile, nel senso migliore del termine. Bastano delle minuscole variazioni e l’impatto è immediato”. Caine è più concreto e sbrigativo quando parla del suo talento di attore cinematografico. “Devi essere assolutamente rilassato di fronte alla cinepresa”, sostiene l’interprete. “Altrimenti, verrai messo alla berlina”. Sia Law che Caine hanno apprezzato il fatto che Pinter abbia iniziato la sua carriera a teatro, continuando a lavorare sul palcoscenico e sul grande schermo (tanto che lo scrittore ha un cammeo in Sleuth), e che il loro regista sia acclamato da molto tempo come un interprete straordinario. “Ken è un attore meraviglioso, quindi sa esattamente, tanto da riuscire a spiegartelo in poche parole, quello che vuole”, sostiene Caine. “Lo può fare esprimendosi al tuo stesso livello di talento e può anche mostrartelo, se lo desideri”. “Con gli attori, il lavoro iniziale è stato assicurarmi che fossimo tutti d’accordo sulla realtà psicologica dell’opera”, sostiene Branagh. “Il mio compito consisteva nel dire: qual è la caratteristica essenziale di questi personaggi? Se doveste pensare a tre aggettivi per descriverli, quali utilizzereste? Nel caso del personaggio di Michael, gli ho mostrato un articolo che avevo trovato e che parlava di una patologia medica chiamata ‘gelosia morbosa’. Per chi ne soffre, si tratta di un’esperienza sconvolgente, spesso grottesca e molto violenta, di gelosia irrazionale e psicopatica, che conduce a uno stato di profonda infelicità e può provocare degli atti pericolosi, perché le persone colpite indirizzano questa infelicità verso le persone di cui sono gelose. Michael era assolutamente d’accordo che questa fosse proprio la causa che

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si nasconde dietro a tutte le azioni di Andrew. Anche quando sembra normale, in realtà questa gelosia morbosa è sempre presente. Abbiamo svolto delle ricerche dettagliate e siamo stati molto precisi a riguardo”. “Non ho visto Gli insospettabili (Sleuth) da quando ci ho lavorato e non mi sono assolutamente basato su di esso”, sostiene Michael Caine. “Ma mi ricordo che Oliver aveva incarnato il personaggio, peraltro in modo fantastico, come se fosse un eccentrico pericoloso. Io, invece, l’ho interpretato basandomi sulla sindrome della gelosia morbosa. Così, mentre Larry era un eccentrico pericoloso, io sono uno psicopatico omicida. Larry probabilmente era più divertente, mentre io risulto più spaventoso”. Come produttore, Jude Law è stato molto impegnato a pensare al quadro generale e soltanto successivamente ha capito che Milo sarebbe stato un ruolo magnifico per lui. “Mi piaceva l’idea del film e improvvisamente mi è capitata in mano una parte veramente magnifica, ma anche decisamente complicata!”, sostiene l’attore. “Tutto a un tratto, sono diventato un po’ nervoso, perché c’erano tutte queste sfaccettature in Milo che ritenevo decisamente complesse. Quando lui arriva in scena, pensi di aver capito al volo chi è, perché la sua personalità emerge molto rapidamente. Ovviamente, l’abbigliamento di Alex Byrne ci ha aiutato, grazie a questi incredibili stivaloni orrendi e all’anello sul pollice, che ti fanno pensare che lui sia una persona volgare e frivola. In breve tempo, hai l’impressione che Andrew si mangerà Milo in un sol boccone ed è proprio ciò che succede. Ma quello che avviene in seguito…”. “Io scommetterei qualcosa sul fatto che questa sia in assoluto la migliore interpretazione di Jude”, rivela Michael Caine. “Siamo amici da un po’ di tempo, nonostante la nostra differenza d’età. L’ho sempre apprezzato come attore, ma in questo caso mi ha veramente sorpreso”. Branagh è d’accordo: “Jude è un attore magnifico, con una gamma espressiva molto ampia. Basti pensare alla sua interpretazione di Dickie Greenleaf ne Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr Ripley) e confrontarla, per esempio, a quella che offre in Era mio padre (Road to Perdition). Ma questa sceneggiatura richiedeva qualcosa di nuovo da parte sua e che non avevamo mai visto prima, compito che lui è riuscito a svolgere perfettamente. Sono un suo grande fan, come attore e anche come persona. Ha uno spirito generoso ed è un vero piacere lavorarci insieme”. Quando gli è stato chiesto come si sentisse ad osservare, durante le sue visite sul set, Caine e Law che interpretavano la sua sceneggiatura, Harold Pinter ha rivelato che “era molto gratificante e piacevole, soprattutto perché loro sono così bravi, fantasiosi ed inventivi. Entrambi mostrano una grande tranquillità, cosa che desidero sempre vedere negli attori che interpretano il mio materiale”. Un uomo in una stanza / Un visitatore "Se un uomo sta in una stanza, prima o poi arriverà un visitatore” Harold Pinter (descrizione nel programma de Il guardiano) “Da una parte, suppongo che si possa dire che Sleuth parla di due persone in una stanza. Anche se non è realmente così, potrebbe sembrarlo”, sostiene

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Kenneth Branagh. “Io non ero spaventato dalle limitazioni di un lavoro esclusivamente in interni, perché avevo partecipato ad un film per la televisione, Conspiracy, sulla Conferenza di Wannsee, in cui un ristretto gruppo di nazisti aveva dato origine all’Olocausto. Si trattava di 10 o 15 persone intorno ad un tavolo ed era un’opera drammatica decisamente affascinante. Così, avevo vissuto recentemente un’esperienza che mi aveva portato a pensare che tutto dipende da come è scritta e qual è esattamente la storia. Devi trovare la maniera naturale di far andare avanti il dramma, senza dire, Oooh, dobbiamo tagliare! Dobbiamo fare qualcosa, altrimenti il pubblico si annoierà! Se credi al testo, che aveva convinto tutti noi, sai che troverai sempre un modo per migliorarlo, approfondirlo o rappresentarlo adeguatamente”. “Ken era imperturbabile rispetto alla limitatissima quantità di tempo che ci eravamo dati, a causa delle ristrette possibilità economiche, per realizzare il film”, rivela Jude Law. “Non l’ha vista come un ostacolo, ma piuttosto come una guida con cui prendere delle decisioni incredibilmente coraggiose (e che sono state fonte di grande ispirazione fin dall’inizio) su come avremmo girato il film e su come la velocità delle riprese avrebbe fatto emergere l’energia dell’opera. Ha riconosciuto che il film avrebbe beneficiato del fatto di fare un passo indietro e lasciare che le interpretazioni raccontassero la storia. E’ lo stile di realizzazione che amo e da cui, purtroppo, ci stiamo sempre più allontanando”. “Il film originale è stato girato in sedici settimane, quindi l’atmosfera era piuttosto letargica”, ricorda Michael Caine. “Questo l’abbiamo terminato in meno di cinque settimane e la pressione era tremenda. Devo dire che, a mio avviso, Ken è il regista più preparato e inventivo con cui abbia mai lavorato”. Il regista ha accolto con piacere il cambiamento tra le dimensioni enormi de Il flauto magico (The Magic Flute), in cui c’era una compagnia d’opera, un’orchestra, un gran numero di comparse ed effetti speciali, e quello di Sleuth, che è praticamente una sonata a due mani. “In Sleuth c’era una grande intensità nello sguardo e nell’attenzione che dovevamo avere”, rivela Branagh. “C’era già un’energia molto potente quando ho accettato l’incarico. Loro avevano capito che, nella sceneggiatura, nelle prove e nel modo di rappresentarlo, bisognava svolgere un’operazione chirurgica imponente per quanto riguarda il modo in cui avremmo assemblato tutto. Era molto diverso dai grandi sfondi de Il Flauto magico ed era veramente piacevole realizzarlo con delle persone che lavorano a questo livello altissimo”. “Abbiamo girato il film a Twickenham, nello stesso teatro di posa dove avevo lavorato a Zulu e Alfie, quindi conoscevo molto bene quest’area”, scherza Caine. Branagh dà il merito alla sua collaborazione con il direttore della fotografia Haris Zambarloukos per aver fatto sembrare gli interni come dei luoghi diversi tra loro. Lo spunto è venuto grazie all’amore di Andrew per i gadget, così i realizzatori hanno deciso di comune accordo che Wyke sarebbe stato un appassionato degli ultimi ritrovati della tecnologia digitale, in modo da tener testa agli interni decisamente moderni della magione georgiana che Pinter aveva descritto, in una delle rare indicazioni visive inserite nella sua sceneggiatura. “Tutti noi sentivamo che era il tipo di uomo che ha degli strumenti di alta tecnologia, che avrebbero fatto funzionare i suoi apparecchi domestici, aprendo le porte o sfumando l’intensità delle luci, e questo ci

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avrebbe fornito diverse possibilità”, sostiene Branagh. “Per prima cosa, ci offriva delle grandi opportunità per il sonoro del film, grazie ai rumori dello spostamento delle telecamere di sorveglianza, dell’apertura e chiusura delle porte, degli ascensori che andavano su e giù. Inoltre, consentiva agli interni della casa di presentare una sorta di installazione modificabile delle luci, come se Andrew vivesse in una piccola versione del museo Tate Modern e ne fosse molto orgoglioso. Questo, a livello visivo, ci permetteva una grande varietà di opzioni”. L’impressione che Andrew viva in una galleria d’arte personale è rafforzata dalle opere degli acclamati artisti contemporanei britannici Anthony Gormley e Gary Hume, che sono state prestate alla produzione da Jay Jopling e dalla sua White Cube Gallery di Londra. Inoltre, ci sono dei pezzi unici di mobilio, che sono dei prototipi prestati dal designer Ron Arad. Lo scenografo Tim Harvey, che è anche un raffinato artista, ha dipinto degli enormi sfondi per le pareti dell’abitazione di Andrew e ha anche fornito i piccoli dipinti che Milo danneggia su invito del padrone di casa. Il direttore della fotografia Zambarloukos ha utilizzato delle lampade a led per rafforzare ulteriormente l’idea di un’installazione d’arte in continuo cambiamento. “Quando assistiamo a una grande esplosione di gelosia, il verde è il colore dominante. Quando avviene un atto di vendetta, una grande ondata di rosso cambia le cose. Improvvisamente, ti ritrovi in un mondo infernale e degno del Don Giovanni”, sostiene Branagh. “Noi abbiamo scoperto, grazie ad un’opera come questa in cui ci dovevamo concentrare su due personaggi (anche se Harold ne presenta e ne cita altri), che tutto è importante. Ogni oggetto di scena conta, così come ogni inquadratura”. “Nel primo Sleuth, il personaggio viveva in un’adorabile vecchia casa di campagna. All’interno, c’era un arredamento magnifico, tipico delle abitazioni di campagna inglesi, fatto di tende in chintz, di cuscini, di divani e di fiori”, sostiene Michael Caine. “Qui, apparentemente, abbiamo un’adorabile vecchia casa di campagna inglese, ma dentro tutto è fatto di acciaio, vetro, marmo e cemento. Ora, siamo nella terra di Pinter”. “Non c’è nulla di casuale in tutto quello che fa Harold Pinter”, sostiene Branagh. “Nella sceneggiatura inserisce una dichiarazione molto impegnativa sull’esterno e l’interno della casa e sul modo in cui contrastano tra loro, ma io ho scoperto che il vero lavoro da fare per scoprire il tema visivo dell’opera era ascoltare il testo ed affidarsi ad esso. C’è una sorta di prologo, perché i primi 10-12 minuti mi sembravano comunicare delle inquadrature molto ampie. Noi giravamo in formato anamorfico, quindi avevamo già a disposizione le inquadrature più larghe possibili, e lasciavamo proseguire a lungo le interpretazioni degli attori. Shakespeare invitava sempre ad ‘ascoltare’ il testo e io non sono riuscito a ‘sentire’ un primo piano fino a 12 minuti dall’inizio del film, quando il personaggio di Michael Caine dice, Ho saputo che lei si sta f***endo mia moglie. Noi continuavamo a cercare di sentire momenti del genere e che dicessero, ora c’è un primo piano o la cinepresa si muove”. “Ken sapeva instintivamente che avevamo bisogno di non interrompere questo dialogo incredibile, conservando un senso di ambiguità”, sostiene Jude Law. “Ha capito come utilizzare la casa, rendendola un altro personaggio, e gli effetti presenti nell’abitazione, che sono stati una guida all’atmosfera e ai suoi cambiamenti. E’ arrivato alle prove decisamente ben preparato, avendo

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già un’idea di come avremmo percorso il nostro cammino all’interno di questa magione”. “Ogni cosa ricorda Escher e questa era l’idea presente nelle scenografie di Tim Harvey, che concretizzano magnificamente questo mondo, fatto di scale che non portano da nessuna parte, porte trompe l’oeil ed ascensori che compaiono dal nulla. Tutto questo fornisce una sensazione di un mondo dove non sai esattamente cosa succederà e in cui, dietro ogni angolo, si nasconde una sorpresa, che può essere piacevole ma anche orribile, proprio come succede nel nostro cervello. Ci sono diverse mezze verità al suo interno e tu non sai mai dove ti trovi. Penso che sia questo a renderlo inebriante”.

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CAST

MICHAEL CAINE (Andrew Wyke)

Dal 1956, Caine è apparso in più di 90 pellicole, ottenendo un numero infinito di riconoscimenti, tra cui due Oscar® come miglior attore non protagonista, per Hannah e le sue sorelle (Hannah and Her Sisters) e Le regole della casa del sidro (The Cider House Rules); il premio di miglior attore del New York Critics Circle per Alfie; un Golden Globe e un BAFTA come miglior attore per Rita Rita (Educating Rita); due Golden Globe come miglior attore in una commedia e un musical per Due figli di... (Dirty Rotten Scoundrels) e Little voice - è nata una stella (Little Voice). Complessivamente, ha ottenuto sei nomination agli Academy Awards®, grazie ad Alfie, Rita Rita, Hannah e le sue sorelle, Le regole della casa del sidro, The Quiet American e la versione di Sleuth del 1972, in cui interpretava il ruolo di Milo Tindle in quello che era l’adattamento cinematografico dell’opera originale di Anthony Shaffer. Ha scritto un’autobiografia, What's It All About?, così come Recitare davanti alla macchina da presa (Acting on Film), tratto da una serie di conferenze per la BBC. Il vero nome di Caine è Maurice Micklewhite, nato a South London il 14 marzo 1933, figlio di uno scaricatore al mercato del pesce di Billingsgate e di una donna delle pulizie. Il Blitz lo costrinse ad evacuare a Norfolk assieme a suo fratello minore. Dopo la guerra, la famiglia si trasferì nell’East End di Londra. Rifiutandosi di seguire il percorso naturale di famiglia e mettersi anche lui a scaricare il pesce, Caine abbandonò la scuola a sedici anni, svolgendo dei lavori umili fino a quando il servizio militare non lo portò in Corea con i Royal Fusiliers. Congedato dall’esercito, si guadagnava da vivere con diversi lavori manuali, mentre studiava recitazione di sera. Il suo primo lavoro sul palcoscenico fu quello di assistente al responsabile del teatro di Horsham, nel Sussex, per poi trasferirsi rapidamente al Lowestoft Repertory Theatre di Suffolk, dove conobbe e sposò la protagonista femminile, Patricia Haines, con la quale ebbe una bambina, Dominique. Trasferitosi a Londra (dove ha assunto il suo nome d’arte, prendendo spunto dall’Ammutinamento del Caine), recitò con il Theatre Workshop di Joan Littlewood. In quel periodo, otteneva piccole parti al cinema e ruoli minori in rappresentazioni al West End, per cui decise di trasferirsi a Parigi, dove ha vissuto di stenti. Dopo essersi fatto prestare del denaro, ritornò a Londra per perseguire una carriera come interprete full time. Si è fatto le ossa, girando in tournée in tutta la Gran Bretagna con una grande varietà di compagnie di repertorio, apparendo anche, nel corso di cinque anni, in un centinaio di opere televisive, cosa che gli ha permesso di diventare un volto familiare, se non addirittura un nome di prestigio. In quel periodo, condivideva un appartamento con degli artisti sconosciuti come l’attore Terence Stamp e il compositore John Barry. Caine era il sostituto di Peter O'Toole per il ruolo del soldato Bamforth nel fortunato spettacolo teatrale londinese La pattuglia dei sette (The Long and the Short and the Tall). Quando O'Toole ha abbandonato le rappresentazioni, Caine ha ricoperto la parte, andando in tournée in provincia per sei mesi.

Nel 1963, all’età di trent’anni, gli è stata offerta la parte del tenente Gonville Bromhead nella produzione di Joseph E. Levine Zulu. Caine ha così trasformato un ruolo di supporto in uno da protagonista e, secondo la critica,

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ha rubato la scena a tutto il resto del cast. In seguito, ha interpretato Harry Palmer, l’antieroe del successo al botteghino Ipcress (The Ipcress File) e, nel 1966, è diventato una star grazie alla parte del protagonista in Alfie. L’associazione dei critici britannici elesse Alfie miglior film dell’anno e così i lunghi anni di anonimato di Caine divennero soltanto un ricordo. Negli anni sessanta, Caine ha lavoraro in Gambit, con Shirley MacLaine; Ipcress (The Ipcress File) e i suoi sequel Funerale a Berlino (Funeral in Berlin) e Il cervello da un miliardo di dollari (Billion Dollar Brain), entrambi diretti da Harry Palmer; E venne la notte (Hurry Sundown), per la regia di Otto Preminger; Sette volte donna (Woman Times Seven) di Vittorio De Sica; Passo falso (Deadfall); Un colpo all’italiana (The Italian Job); e I lunghi giorni delle aquile (The Battle of Britain). Inoltre, ha partecipato a Non è più tempo di eroi (Too Late the Hero) di Robert Aldrich e L’ultima valle (The Last Valley) di James Clavell. Nel corso degli anni settanta, ha collaborato con attori prestigiosi come Elizabeth Taylor in X Y e Zi (X, Y and Zee); Mickey Rooney e Lizabeth Scott in Pulp; Laurence Olivier ne Gli insospettabili (Sleuth), grazie al quale ha ottenuto la sua seconda candidatura agli Academy Awards®; Sidney Poitier ne Il seme dell’odio (The Wilby Conspiracy); Glenda Jackson in Una romantica donna inglese (The Romantic Englishwoman); Sean Connery ne L’uomo che volle farsi re (The Man Who Would Be King) di John Huston; James Caan e Elliott Gould in Balordi e Co. - Società per losche azioni capitale interamente rubato $1.000.000 (Harry and Walter Go to New York); Maggie Smith (che vinse l’Oscar per la sua interpretazione) in California Suite; e Henry Fonda, Olivia de Havilland e Richard Widmark in The Swarm. Caine ha realizzato 21 film negli anni ottanta ed è stato diretto da registi importanti come Brian de Palma in Vestito per uccidere (Dressed to Kill); John Huston in Fuga per la vittoria (Victory); Oliver Stone ne La mano (The Hand); Sidney Lumet in Trappola mortale (Deathtrap); Lewis Gilbert in Rita Rita (Educating Rita), grazie al quale ha vinto un Golden Globe come miglior attore e ha ricevuto la sua terza nomination agli Oscar®; Stanley Donen in Quel giorno a Rio (Blame It on Rio); John Frankenheimer ne Il ritorno delle aquile (The Holcroft Covenant); Woody Allen in Hannah e le sue sorelle (Hannah and Her Sisters), che gli ha permesso di ottenere l’Oscar® come miglior attore non protagonista; Alan Alda in Sweet liberty - la dolce indipendenza (Sweet Liberty); e Frank Oz in Due figli di… Dirty (Rotten Scoundrels), grazie al quale si è aggiudicato un Golden Globe come miglior attore in una commedia o un musical. Nel 1988 è tornato in televisione per la prima volta dopo più di 20 anni, come protagonista della fortunatissima miniserie di quattro ore La vera storia di Jack lo Squartatore (Jack the Ripper). Nel 1992, durante le celebrazioni per il compleanno della Regina, è stato onorato con il titolo di Comandante dell’Ordine dell’Impero britannico (CBE). Otto anni dopo, è stato nominato Cavaliere. Nel novembre del 1992, la Turtle Bay Books ha pubblicato la sua autobiografia, What's It All About? Nel 1973, Caine ha sposato Shakira Baksh, un ex partecipante al concorso di Miss Universo nata in Guyana, con la quale ha avuto due figlie, Nikki e Natasha.

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JUDE LAW (Milo Tindle / Produttore)

Jude Law è uno dei migliori attori britannici, che ha al suo attivo una grande varietà di film e interpretazioni teatrali. Sul grande schermo, Law si è imposto all’attenzione della critica per la sua interpretazione dell’amante di Oscar Wilde, Lord Alfred Douglas, in Wilde. In seguito, ha destato una grande impressione alle platee internazionali nei panni del golden boy dal destino segnato Dickie Greenleaf, nella pellicola di Anthony Minghella Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr Ripley), grazie alla quale è stato candidato sia agli Academy Awards® che ai Golden Globes e per cui ha ottenuto il BAFTA come migliore attore non protagonista. Nel 2003, ha ricevuto nuovamente delle candidature agli Oscar®, ai Golden Globes e ai BAFTA, come miglior attore protagonista per la sua partecipazione a Ritorno a Cold Mountain (Cold Mountain) di Anthony Minghella. Nel 2004, è stato il protagonista dell’acclamata pellicola di Mike Nichols Closer, basata sull’opera teatrale di Patrick Marber, assieme a Julia Roberts, Clive Owen e Natalie Portman. Nello stesso anno, ha preso parte a Sky Captain and the World of Tomorrow con Gwyneth Paltrow e ha incarnato il protagonista di Alfie, diretto da Charles Shyer. Inoltre, ha interpretato ruoli di supporto nel film di Martin Scorsese, nominato agli Oscar®, The Aviator (in cui incarnava Errol Flynn), e ne Le strane coincidenze della vita (I Heart Huckabees), per la regia di David O. Russell. Ha anche prestato la sua voce a Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi (Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events), pellicola tratta dalla fortunatissima serie di libri per bambini. Nella filmografia di Law ci sono titoli come Mezzanotte nel giardino del bene e del male (Midnight in the Garden of Good and Evil) di Clint Eastwood; il ruolo del fotografo omicida in Era mio padre (Road to Perdition) di Sam Mendes, con Tom Hanks e Paul Newman; A.I. - intelligenza artificiale (Artificial Intelligence: AI), per la regia di Steven Spielberg; Il nemico alle porte (Enemy at the Gates) di Jean-Jacques Annaud; eXistenZ di David Cronenberg; e Gattaca - La porta dell'universo (Gattaca), il suo esordio in una pellicola americana, a fianco di Uma Thurman e Ethan Hawke. Nel 2006, ha partecipato a Tutti gli uomini del re (All the King’s Men), assieme a Sean Penn, e ha proseguito la sua collaborazione con Anthony Minghella grazie a Complicità e sospetti (Breaking and Entering), in cui affiancava Robin Wright Penn e Juliette Binoche. La sua prima interpretazione in una commedia romantica, avvenuta nella pellicola di Nancy Meyers L’amore non va in vacanza (The Holiday), con Cameron Diaz, Kate Winslet e Jack Black, è stata accolta da un ottimo successo nel Natale del 2006. Law ha anche recitato con Norah Jones nella prima pellicola in inglese del regista Wong Kar Wai, My Blueberry Nights, che è stato il film di apertura al Festival di Cannes del 2007. Sul palcoscenico, Law ha iniziato a recitare con il National Youth Theatre quando aveva dodici anni. Nel 1994, ha ricoperto il ruolo di Michael nell’opera di Jean Cocteau I parenti terribili (Les Parents Terribles), grazie al quale è stato nominato allo Ian Charleson Award come miglior esordiente. L’opera è stata ribattezzata Indiscretions quando è arrivata a Broadway, dove lui ha ottenuto una candidatura ai Tony come miglior attore non protagonista.

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Ha lavorato con il regista David Lan allo Young Vic Theatre di Londra in Peccato che fosse puttana (Tis Pity She’s a Whore) e ne La tragica storia del dottor Faust (Dr Faustus) di Christopher Marlowe, ottenendo grandi consensi per la sua interpretazione del protagonista. Nella stagione 2005-2006, Law è stato molto impegnato a raccogliere fondi per la ristrutturazione dello Young Vic Theatre. Nel 2007, l’Accademia francese delle belle arti ha attribuito a Jude Law un César d’Honneur, come riconoscimento al suo contributo al cinema, mentre il governo francese lo ha nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres per i suoi risultati artistici. I REALIZZATORI KENNETH BRANAGH (Regista)

Kenneth Branagh ha recentemente scritto e diretto un’epica versione cinematografica de Il flauto magico (The Magic Flute, 2006) di Mozart, con un libretto realizzato da Stephen Fry, che è stata presentata in anteprima mondiale, durante il Festival di Venezia, al teatro restaurato della Fenice. Nel 2005, ha diretto il quinto adattamento cinematografico shakespeariano, As You Like It - Come vi Piace (As You Like It, 2005), con Kevin Kline, Bryce Dallas Howard e David Oyelowo.

Per la Renaissance Films, ha diretto e recitato in Enrico V (Henry V, 1989), grazie al quale ha conquistato, tra i tanti riconoscimenti ottenuti, anche le candidature agli Academy Awards® come miglior regista e miglior attore; Gli amici di Peter (Peter's Friends), Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing) e il cortometraggio, nominato agli Oscar®, Il canto del cigno (Swan Song), tutti nel 1992. Tra le altre pellicole che ha diretto e interpretato, figurano Nel bel mezzo di un gelido inverno (In the Bleak Midwinter, 1996), L’altro delitto (Dead Again, 1991), Frankenstein di Mary Shelley (Mary Shelley's Frankenstein, 1994), la versione lunga di Hamlet (1996), grazie alla quale ha ottenuto una nomination agli Academy Awards® per la miglior sceneggiatura non originale, e Pene d'amor perdute (Love’s Labour’s Lost, 2000). Sul palcoscenico, Branagh ha diretto The Life of Napoleon e Napoleon di John Sessions, The American Story (per la Renaissance, in tournée e al West End nel 1987) e La dodicesima notte (Twelfth Night, per la Renaissance ai Riverside Studios di Londra, sempre nello stesso anno). Ha codiretto, assieme a Peter Egan, Lo zio Vanja (Uncle Vanya, andato in tournée in Inghilterra per la Renaissance nel 1991), mentre da solo si è occupato di The Play What I Wrote, che ha battuto diversi record al botteghino in un paio di periodi natalizi consecutivi e ha ottenuto due Olivier Awards. Lo spettacolo è anche stato presentato, per un breve periodo, a Broadway, ricevendo una candidatura ai Tony. Tra le altre interpretazioni cinematografiche di Branagh sul grande schermo, ricordiamo Alta stagione (High Season, 1985), Un mese in campagna (A Month in the Country, 1985), Swing kids - giovani ribelli (Swing Kids, 1992),

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Othello (1995), La proposta (The Proposition, 1998) Conflitto di interessi (The Gingerbread Man, 1998), La teoria del volo (Theory of Flight, 1998) Celebrity (199), Wild, Wild West (1999), Alien Love Triangle (2000), How To Kill Your Neighbour’s Dog (2001), La generazione rubata (Rabbit Proof Fence, 2002), Harry Potter e la camera dei segreti (Harry Potter and the Chamber of Secrets, 2002) e 5 bambini & It (Five Children & It, 2004). Sul palcoscenico, è apparso in Another Country (al Queens Theatre di Londra nel 1982), The Madness (Upstream Theatre di Londra, 1983), Francis (Greenwich Theatre di Londra, 1983), Enrico V (Henry V), Golden Girls, Amleto (Hamlet), Pene d’amor perdute (Love's Labours Lost, alla Royal Shakespeare Company nel 1984 e 1985), Across The Roaring Hill (al King's Head Theatre di Londra, 1985), The Glass Maze (Almeida Theatre di Londra, 1985), Romeo e Giulietta (Romeo and Juliet, al Lyric Studio di Hammersmith, 1986), da lui anche diretto, e Amleto (Hamlet, alla Royal Shakespeare Company nel 1992 e 1993). Nel marzo del 2002, dopo una pausa di quasi dieci anni, è tornato sul palcoscenico per interpretare Riccardo III (Richard III), ottenendo unanimi consensi, in una serie di rappresentazioni che hanno fatto il tutto esaurito allo Sheffield Crucible Theatre, per la regia di Michael Grandage. Nel 2003, ha ottenuto recensioni entusiastiche per la sua interpretazione nelle rappresentazioni (anche queste contraddistinte dal tutto esaurito) di Edmond di David Mamet al National Theatre. Le sue apparizioni per la Renaissance Theatre Company comprendono Public Enemy (al Lyric Theatre di Hammersmith nel 1987) da lui anche scritto, Come vi piace (As You Like It), Amleto (Hamlet) e Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing, in tournée, al Phoenix Theatre & all’Elsinore Castle tra il 1988 e il 1989), Ricorda con rabbia (Look Back In Anger, in tournée, al Lyric Theatre e al Thames Television nel 1989), Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer's Night) e Re Lear (King Lear, in tournée mondiale tra il 1989 e il 1990), da lui anche diretto, e Coriolano (Coriolanus, in coproduzione con il Chichester Festival Theatre del 1992). In televisione, ha partecipato a The Billy Plays (dal 1981 al 1986), To the Lighthouse (1982), Maybury (1982), Derek (1983), The Boy in the Bush (1983), Ghosts (1985), Coming Through (1985), Fortunes of War (1986-1987), Strange Interlude (1987), The Lady's Not for Burning (1987), Shadow af a Gunman (1995), Conspiracy (2001, per il quale ha vinto un Emmy e ha ricevuto una candidatura ai BAFTA come miglior attore), Shackleton (2002, grazie al quale ha ottenuto una nomination sia agli Emmy che ai BAFTA come miglior attore) e Warm Springs (2005), un film su Franklin Delano Roosevelt per la HBO, che gli ha permesso di ottenere una candidatura ai Golden Globes come miglior attore. Branagh ha scritto le opere teatrali Tell Me Honesty, che è stata rappresentata a Londra, Newcastle e Oslo, e Public Enemy, apparsa sui palcoscenici di Londra, New York e Los Angeles. La sua autobiografia, Beginning, è stata pubblicata dalla Chatto & Windus, che si è anche occupata delle sceneggiature dei suoi adattamenti cinematografici shakespeariani Enrico V, Molto rumore per nulla e Hamlet. Invece, lo script de Nel bel mezzo di un gelido inverno è uscito grazie alla casa editrice Newmarket Press. Tra i suoi altri lavori come sceneggiatore, figurano gli adattamenti di Pene d’amor perdute e As You Like It – Come Vi piace.

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HAROLD PINTER (Sceneggiatura) Harold Pinter è nato il 10 ottobre 1930 a East London. E’ sposato con Lady Antonia Fraser. Drammaturgo La stanza (The Room, 1957) Il compleanno (The Birthday Party, 1957) Il calapranzi (The Dumb Waiter, 1957) Un leggero malessere (A Slight Ache, 1958) La serra (The Hothouse, 1958) Il guardiano (The Caretaker, 1959) SKETCHES: The Black and White Trouble in the Works (1959) Last to Go Request Stop Special Offer (1960) That's Your Trouble That's All Interview (1964) Una serata fuori (A Night Out, 1959) Scuola serale (Night School, 1960) I nani (The Dwarfs, 1960) La collezione (The Collection, 1961) L’amante (The Lover, 1962) Il tè (Tea Party, 1964) Ritorno a casa (The Homecoming, 1964) Il seminterrato (The Basement, 1966) Paesaggio (Landscape, 1967) Silenzio (Silence, 1968) SKETCH Night (1969) Vecchi tempi (Old Times, 1970) Monologo (Monologue, 1972) La terra di nessuno (No Man’s Land, 1974) Tradimenti (Betrayal, 1978) Voci di famiglia (Family Voices, 1980), assieme a Victoria Station e Una specie di Alaska (A Kind of Alaska), riuniti insieme con il titolo di Altri luoghi (Other Places, 1982) SKETCH Precisely (1983) Il bicchiere della staffa (One for the Road, 1984) Il linguaggio della montagna (Mountain Language, 1988) The New World Order (1991) Party Time (1991) Chiaro di luna (Moonlight, 1993) Ceneri alle ceneri (Ashes to Ashes, 1996) Anniversario (Celebration, 1999) SKETCH Press Conference (2002) SKETCH Apart From That (2006)

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Sceneggiatore The caretaker: il guardiano (The Caretaker, 1962) Frenesia del piacere (The Pumpkin Eater, 1963) Il servo (The Servant, 1963) Quiller Memorandum (The Quiller Memorandum, 1965) L’incidente (Accident, 1966) Festa di compleanno (The Birthday Party, 1967) Messaggero d'amore (The Go-Between, 1969) The Homecoming (1969) Langrishe Go Down (1970), adattato per la televisione nel 1978 A La Recherche du Temps Perdu (1972) non realizzato Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon, 1974) La donna del tenente francese (The French Lieutenant’s Woman, 1980) Tradimenti (Betrayal, 1981) Victory (1982) non realizzato Tartaruga ti amerò (Turtle Diary, 1984) Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale, 1987) L’amico ritrovato (Reunion, 1988) The Heat of the Day (1988) Cortesie per gli ospiti (The Comfort of Strangers, 1989) The Trial (1989) The Dreaming Child (1997) non realizzato The Tragedy of King Lear (2000) non realizzato Sleuth (2007) Radio Voices (2005) Regista teatrale La collezione (The Collection, con Peter Hall) nel 1962 L’amante (The Lover) e I nani (The Dwarfs) nel 1963 Il compleanno (The Birthday Party) nel 1964 The Man in the Glass Booth di Robert Shaw a Londra (nel 1967) e a New York (nel 1968) Esuli (Exiles) di James Joyce nel 1970 Butley di Simon Gray nel 1971 Next of Kin di John Hopkins nel 1974 Otherwise Engaged di Simon Gray a Londra (nel 1975) e a New York (nel 1977) Gli innocenti (The Innocents) di William Archibald a New York nel 1976 Spirito allegro (Blithe Spirit) di Noel Coward nel 1976 The Rear Column di Simon Gray nel 1978 Close of Play di Simon Gray nel 1979 La serra (The Hothouse) nel 1980 Quartermaine’s Terms di Simon Gray nel 1981 Incident at Tulse Hill di Robert East nel 1981 La guerra di Troia non si farà (The Trojan War Will Not Take Place) di Jean Giraudoux nel 1983 The Common Pursuit di Simon Gray nel 1984 Il bicchiere della staffa (One for the Road) nel 1984

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La dolce ala della giovinezza (Sweet Bird of Youth) di Tennessee Williams nel 1985 Circe and Bravo di Donald Freed nel 1986 Vanilla di Jane Stanton Hitchcock nel 1990 Party Time e Il linguaggio della montagna (Mountain Language) nel 1991 The New World Order nel 1991 Oleanna di David Mamet nel 1993 Paesaggio (Landscape) nel 1994 Taking Sides di Ronald Harwood nel 1995 La parola ai giurati (Twelve Angry Men) di Reginald Rose nel 1996 Ceneri alle ceneri (Ashes to Ashes) nel 1996 Life Support di Simon Gray nel 1997 Ashes to Ashes in Italy nel 1997 Ashes to Ashes in France nel 1998 The Late Middle Classes di Simon Gray nel 1999 Anniversario (Celebration) e La stanza (The Room) nel 2000 No Man’s Land nel 2001 The Old Masters di Simon Gray nel 2004 Regista cinematografico Butley (1974) Regista televisivo The Rear Column di Simon Gray (1980); The Hothouse (1982); Mountain Language (1988); Party Time (1992); Landscape (1995); Ashes to Ashes Italy (1998) Attore teatrale Ha svolto delle tournée in Irlanda con la compagnia Anew McMaster (1951-52); con la compagnia Donald Wolfit al King's Theatre a Hammersmith (1953-54); in tournée a Chesterfield, Whitby, Huddersfield, Colchester, Bournemouth, Torquay, Birmingham, Palmers Green, Worthing e Richmond (1953-59) Il guardiano (The Caretaker), in cui interpretava il ruolo di Mick, al Duchess Theatre nel 1960 Ritorno a casa (The Homecoming), in cui interpretava il ruolo di Lenny, al Watford Theatre nel 1969 Vecchi tempi (Old Times), in cui interpretava il ruolo di Deeley, a Los Angeles nel 1985 La terra di nessuno (No Man’s Land), in cui interpretava il ruolo di Hirst, all’Almeida & Comedy Theatre nel 1992 e 1993 La serra (The Hothouse), in cui interpretava il ruolo di Roote, al Chichester Festival Theatre e al Comedy Theatre nel 1995 Look Europe!, in cui interpretava il ruolo del vagabondo all’Almeida Theatre nel 1997 La collezione (The Collection), in cui interpretava il ruolo di Harry, al Gate Theatre di Dublino (nel 1997) & alla Donmar Warehouse (nel 1998) Il bicchiere della staffa (One for the Road), in cui interpretava il ruolo di Nicolas, al New Ambassadors Theatre di Londra (nel 2001) & al Lincoln Center Festival di New York (nel 2001)

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SKETCH Press Conference, al Royal National Theatre, nel 2002 Attore al cinema Il servo (The Servant, 1964), in cui interpretava un uomo dell’alta società L’incidente (Accident, 1967), in cui interpretava Bell The Rise and Rise of Michael Rimmer (1970), in cui interpretava Steven Hench Tartaruga ti amerò (Turtle Diary, 1985), in cui interpretava l’uomo nella libreria Soho (Mojo, 1997), in cui interpretava Sam Ross Mansfield Park (1998), in cui interpretava Sir Thomas Il sarto di Panama (The Tailor of Panama, 2000), in cui interpretava zio Benny Attore in televisione A Night Out (1960), in cui interpretava Seeley Huis Clos (1965) di Jean Paul Sartre, in cui interpretava Garcia The Basement (1967), in cui interpretava Stott Rogue Male (1976) di Clive Donner, in cui interpretava l’avvocato Langrishe, Go Down (1978), in cui interpretava Shannon The Birthday Party (1987), in cui interpretava Goldberg Breaking the Code (1997) di Hugh Whitemore, in cui interpretava John Smith Catastrofe (Catastrophe, 2000) di Samuel Beckett, in cui interpretava il regista Wit (2000) di Margaret Edson, in cui interpretava il padre Radio Players – Narrato da Harold Pinter con Edward de Souza Focus on Football Pools e Focus on Libraries (1951) Enrico VIII (Henry VIII, nel 1951), in cui interpretava Abergevenny Mr Punch Passes (nel 1951), di cui era il narratore Una serata fuori (A Night Out, nel 1960), in cui interpretava Seeley The Examination (nel 1962), Lettura Il tè (Tea Party, nel 1964), Lettura Monologo (Monologue, nel 1975), in cui interpretava l’Uomo Rough for Radio (nel 1976) di Samuel Beckett, in cui interpretava l’Uomo Tradimenti (Betrayal, nel 1990), in cui interpretava Robert The Proust Screenplay (nel 1995), in cui era La voce della sceneggiatura I Had to go Sick (1998) di Julian McLaren Ross, Lettura Chiaro di luna (Moonlight, 2000), in cui interpretava Andy Un leggero malessere (A Slight Ache, 2000), in cui interpretava Edward Premi Comandante dell’Ordine dell’Impero britannico (CBE), 1966 Premio Shakespeare (Amburgo), 1970 Premio europeo per la letteratura (Vienna), 1973 Premio Pirandello (Palermo), 1980 Ordine di merito cileno, 1992 Premio della letteratura britannica David Cohen, 1995 Honorary fellow del Queen Mary College, Londra, 1996 Premio speciale Laurence Olivier, 1996 Molière d'Honneur, a Parigi, come riconoscimento alla sua carriera, 1997 Sunday Times Award per l’eccellenza nella letteratura, 1997

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BAFTA Fellowship, 1997 Companion of Literature, RSL 1998 Critics' Circle Award per l’encomiabile servizio alle Arti, 2000 Premio Brianza per la poesia, 2000 South Bank Show Award per gli straordinari risultati in campo artistico, 2001 S.T. Dupont Golden Pen Award, nel 2001, per l’encomiabile servizio alla letteratura nel corso della sua vita Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, 2001 World Leaders Award, Toronto, Canada, 2001 Medaglia Hermann Kesten per lo straordinario impegno nei confronti degli scrittori perseguitati ed imprigionati, conferito dalla P.E.N. tedesca, Berlino, 2001 Companion of Honour per i suoi servizi alla letteratura, 2002 Diploma “ad Honorem”, Teatro Filodrammatici, Milano, 2004 Evening Standard Theatre Awards, 50esimo anniversario, Premio speciale, 2004 Premio per la poesia Wilfred Owen, 2005 Premio Frank Kafka, 2005 Premio Nobel per la letteratura, 2005 Premio teatrale europeo, 2006 Premio fondazione serba, 2006 Targa di San Giorgio da parte della città di Kragujevac, 2006 Legion d'Honneur, 2007 Ha ricevuto delle lauree honoris causa da parte delle università di Reading (1970), Birmingham (1971), Glasgow (1974), East Anglia (1974), Stirling (1979); Brown (Rhode Island, 1982), Hull (1986), Sussex (1990); East London (1994), Sofia (Bulgaria, 1995), Bristol (1998), Goldsmiths, Londra (1999), Università di Aristotele a Thessaloniki (2000); Firenze (2001), Torino (2002) e l’Università nazionale di Irlanda, a Dublino (2004) HARIS ZAMBARLOUKOS (Direttore della fotografia) Il direttore della fotografia Haris Zambarloukos ha girato recentemente Death Defying Acts con Guy Pearce e Catherine Zeta Jones per la regista Gillian Armstrong. Ha lavorato in due film di Roger Michell: Venus e L’amore fatale (Enduring Love). Tra gli altri film in cui ha svolto le funzioni di direttore della fotografia, ci sono The Best Man, Spivs, Oh Marbella!, Mr. In-Between e Camera Obscura. E’ anche stato direttore della fotografia della seconda unità di Batman Begins di Christopher Nolan. TIM HARVEY (Scenografie) Tim Harvey ha collaborato spesso con Kenneth Branagh, ottenendo una candidatura agli Academy Award® per il suo lavoro in Hamlet (1996) e una nomination ai BAFTA per Enrico V (Henry V, 1989). Nel 2006, Harvey ha lavorato con il regista per la trasposizione sul grande schermo de Il flauto magico (The Magic Flute) di Mozart. Tra le altre pellicole che ha realizzato

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con Branagh, figurano Frankenstein di Mary Shelley (Mary Shelley’s Frankenstein, 1994), L’altro delitto (Dead Again, 1991), Gli amici di Peter (Peter’s Friends, 1992), Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing, 1993), Nel bel mezzo di un gelido inverno (In the Bleak Midwinter, 1995), Pene d’amore perdute (Love’s Labour’s Lost, 2000) e As You Like It – Come vi piace (As You Like It, 2005). Tra gli altri suoi avori per il cinema, ricordiamo I’ll Be There (2003), L’ultimo bicchiere (Last Orders, 2001) e Othello (1995). Tim Harvey si è laureato con lode in architettura alla Manchester University nel 1959, dopo aver passato diversi anni a ideare e costruire le scenografie di un’ampia varietà di produzioni studentesche. Harvey è entrato nella BBC, dove ha lavorato (a parte un breve periodo nel 1964, in cui ha collaborato per la televisione irlandese di Dublino) fino a quando non è diventato un freelance, nel 1988. Alla BBC, Harvey si è occupato di produzioni televisive importanti come Man of Straw (1971); The Pallisers (1974), grazie al quale si è aggiudicato un Emmy Award per le migliori scenografie; I, Claudius (1976), che gli ha permesso di aggiudicarsi il BAFTA e l’Emmy Award per il suo lavoro; Pennies From Heaven (1978), grazie al quale è stato candidato ai BAFTA; The Borgias (1981), che gli ha fatto ottenere un Royal Television Society Award; Bleak House (1985) e Fortunes of War (1987), entrambi lavori premiati con il BAFTA per le migliori scenografie. Sebbene l’attenzione di Tim Harvey sia stata rivolta soprattutto al campo delle scenografie, l’artista ha fatto delle incursioni sporadiche nel settore dell’architettura e ha ricevuto il President’s Award da parte della Manchester Society of Architects nel 1977. ALEXANDRA BYRNE (Costumi) Alexandra Byrne ha lavorato come ideatrice dei costumi in numerosi film, serie televisive e pubblicità. Si è anche occupata di scenografie. Nel 2005, ha ricevuto la sua terza nomination agli Oscar (oltre che una ai BAFTA) per il suo lavoro nella pellicola di Marc Forster Neverland - Un sogno per la vita (Finding Neverland). L’anno prima, per Il fantasma dell’opera (The Phantom of the Opera), aveva ottenuto una candidatura da parte della Costume Designers Guild. Come ideatrice dei costumi di Elizabeth di Shekhar Kapur, la Byrne si è conquistata una candidatura agli Academy Awards nel 1999, aggiudicandosi anche l’International Film Critics Award. Nel 1997, è stata nominata sia agli Oscar che ai BAFTA nella categoria migliori costumi per Hamlet di Kenneth Branagh. In televisione, ha ottenuto un RTS Award nel 1995 e un BAFTA Award l’anno successivo per la serie televisiva Persuasione (Persuasion). Inoltre, nel 1993, ha conquistato una candidatura ai BAFTA per The Buddha of Suburbia. Recentemente, la Byrne ha completato il suo lavoro nel sequel di Elizabeth di Shekhar Kapur, The Golden Age.

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NEIL FARRELL (Montaggio) Sleuth rappresenta la sesta collaborazione di Neil Farrell con il regista Kenneth Branagh. In precedenza, aveva montato As You Like It – Come vi piace (As You Like It), Pene d’amor perdute (Love’s Labour’s Lost), Hamlet e Nel bel mezzo di un gelido inverno (In the Bleak Midwinter), oltre ad essere stato montatore degli effetti speciali di Frankenstein di Mary Shelley (Mary Shelley’s Frankenstein). Tra gli altri film a cui Farrell ha lavorato, ricordiamo Le seduttrici (A Good Woman) con Helen Hunt e Scarlett Johansson; il thriller di Renny Harlin sull’FBI Nella mente del serial killer (Mindhunters), Dream di Mikael Hylin; il western cannibale di Antonia Bird L’insaziabile (Ravenous); e il cortometraggio di Alan Cumming Butter per la Working Title. PATRICK DOYLE (Musiche) Il due volte candidato agli Oscar Patrick Doyle ha incominciato la sua carriera cinematografica nel 1989, quando si è occupato delle musiche della pellicola, prodotta dalla Renaissance Film Company, Enrico V (Henry V) per la regia di Kenneth Branagh. Ha ricevuto due nomination all’Oscar per il suo lavoro in Ragione e sentimento (Sense and Sensibility), nel 1996, e in Hamlet, l’anno successivo. In seguito, Doyle ha collaborato con Branagh a Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing), Hamlet, As You Like It – Come vi piace (As You Like It) e Pene d’amor perdute (Love’s Labour’s Lost). Tra gli altri film in cui ha lavorato, ricordiamo Carlito’s Way, Indocina (Indochine), La piccola principessa (A Little Princess), Donnie Brasco, Il diario di Bridget Jones (Bridget Jones’ Diary), Gosford Park, Calendar Girls, Wah Wah, Nanny Mcphee - Tata Matilda (Nanny McPhee), Harry Potter e il calice di fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire), Pars Vite et Reviens Tard e, recentemente, Eragon. EILEEN KASTNER-DELAGO (Make-Up & acconciature) Eileen Kastner-Delago è nata in Austria, dove è cresciuta parlando tedesco, inglese ed italiano. Dopo aver studiato a Londra bellezza di scena, effetti speciali Make-up, modellazione e disegno, si è trasferita negli Stati Uniti nel 1988. Eileen è stata presentata a Stan Winston, il maggiore stregone degli effetti speciali di Hollywood, da un vecchio amico di famiglia, Arnold Schwarzenegger. Ha lavorato con Winston per sei anni, in film come Predator II, Batman - il ritorno (Batman II, con Danny De Vito, Michelle Pfeiffer e Val Kilmer) e Edward mani di forbice (Edward Scissorhands, con Johnny Depp e Winona Ryder), che sono stati tutti nominati all’Oscar nella categoria miglior trucco. In seguito, ha collaborato a Terminator 2 - il giorno del giudizio (Terminator II, con Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton) e Jurassic Park, pellicole che si sono aggiudicate l’Oscar per il miglior trucco. Inoltre, si è occupata di Intervista con il vampiro (Interview with a Vampire, con Tom Cruise e Brad Pitt) e ha ottenuto una candidatura agli Emmy Award per il suo lavoro in Amelia Earhart, con Rutger Hauer e Diane Keaton.