Upload
others
View
1
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
• G
DO
WE
EK
201
2 •
Set
tim
anal
e •
Il S
ole
24
OR
E S
.p.A
. – v
ia C
arlo
Pis
acan
e 1
– 20
016
PE
RO
(M
ILA
NO
)
• P
ost
e It
alia
ne
S.p
.A. -
Sp
ed. i
n A
.P. -
D.L
. 353
/200
3 (C
onv
. in
L. 2
7/02
/200
4 n
. 46)
- a
rt. 1
, Co
mm
a 1,
DC
B M
ilan
o
www.gdoweek.it www.gdoweektv.it
LE PARTNERSHIP
TRA INDUSTRIA E RETAIL
CREANO VALORE
PER IL CONSUMATORE
“in
cas
o d
i man
cato
rec
apit
o in
viar
e al
Cm
p d
i Mila
no
Ro
seri
o p
er la
res
titu
zio
ne
al m
itten
te p
revi
o p
agam
ento
res
i.”
8 OTTOBRE
2012
3 2
INTERVISTA
NECTAR ITALIAFausto Tarditi illustra il bilancio e spiega i progetti di sviluppo
RETAIL
CONAD ADRIATICOFioravanti, direttore risorse umane, raccontai percorsi formativi
INDUSTRIA
COMUNICAZIONELe attrici italiane sono testimonial ideali per la cosmetica
SERVIZI
MANAGEMENTNegli Usa, il retail assume e forma nuove leadership
DS - gluten free ha ampliato la sua offerta con due nuovi prodotti ai cereali, gustosi e salutari, che arricchiscono la gamma di prodotti senza glutine: i biscotti e le barrette ai cereali, ricchi di fibre e preparati solo con ingredienti scelti. I Biscotti Buonicereali DS - gluten free, con crispies di mais e riso soffiato, crusca di soia e fiocchi di castagna sono super croccanti. Le Buonicereali Barrette DS - gluten free, con cioccolato al latte, mele e mirtilli piaceranno ai golosi. Con Buonicereali DS - gluten free l’assortimento senza glutine si fa ancora più ampio e salutare.
Dr. Schär, leader nel mercato senza glutine con 30 anni di esperienza e ricerca.
8 ottobre 2012 5
E D I T O R I A L E
o adattare il proprio modello virtuale dal pc
ai vari device mobile: come avvantaggiarsi
di Galaxy o di iPad? Come dare ai fruitori di
Blackberry l’experience che avrebbero sul si-
to dal computer? Fenomeni lontani anni luce
dall’Italia? Proprio no. Per molti cittadini ita-
liani il passaggio allo smartphone o al tablet
non contempla un precedente step al compu-
ter. Rispetto ad un computer, più ingombran-
te, più “difficile”, almeno nel pensiero di chi
non lo utilizza regolarmente, lo smart device
è meno costoso, più performante e più facile.
Da questo possiamo dedurre che chi oggi in
Italia pensa all’e-commerce, forse è meglio
che si diriga direttamente al mobile, regola
ancora più valida per chi vuole comunicare
direttamente al proprio consumatore.
Pensiamo a Walmart che ha da poco inau-
gurato nei suoi punti di vendita la possi-
bilità di mandare, in tempo reale, coupon
a tutti coloro che circolano nell’area pro-
spiciente ai suoi punti di vendita. Che cosa
succede? Passando, si ricevono le offerte,
con relativi buoni sconti (del retailer o dei
suoi fornitori), direttamente sul telefonino
e, una volta alla cassa, un lettore li scari-
cherà direttamente. La rivoluzione del mo-
bile andrà ancora una volta ad inficiare le
grandi superfici, perché di fatto, l’experien-
ce sarà sempre più legata al fresco e all’im-
pulso, ma ci sono anche altre soluzioni ...,
applicabili anche in Italia, ma non da soli.•
a scelta che, oggi, abbiamo davanti
è una sola: o guidiamo la rivoluzione
o subiamo l’evoluzione”. Philip Clar-
ke, boss di Tesco, prima catena inglese, du-
rante il World Retail Summit 2012, avvenuto a
fine settembre, a Londra, non ha lasciato spa-
zio all’immaginazione. Dirette e chiarissime
le sue affermazioni: “Nel passato, abbiamo
combattuto, noi, Sainsbury, Asda e Morri-
son per avere le location, per poter costruire
punti di vendita sempre più grandi, sempre
più innovativi. Oggi, non si combatte più su
questo, ma sul coinvolgimento dello shopper,
sulla relazione che stabiliamo con lui, con la
comunità in cui vive e con il Paese in cui è
inserito”. E, a proposito di relazioni, Clarke ha
cominciato subito: ha aperto il primo blog di
Tesco e a “parlare” è lui, c’è la sua foto, e a lui
si alternano i dirigenti ai massimi livelli che,
a loro volta, “ci mettono la faccia”; una vici-
nanza, quindi, non solo da citare ad un inter-
vento ad un convegno, ma una dichiarazione
d’intenti sostanziata in tempo reale dai fatti
(e questo ci dice molto su come è cambia-
ta la percezione del tempo oggi). Diventare
una persona, essere aperto al dialogo, non
è solo una strategia, ma un obbligo, almeno
nei paesi dove l’acquisto online di food è una
realtà che, ormai, vale quasi la metà dell’inte-
ro fatturato dell’industria della gdo. Per que-
sti player, dunque, il problema non è come
avviare l’e-commerce, ma come trasformare
8 ottobre 2012 7
2012
3 2
22 Outlet
28 Amazon
26 Conad Adriatico
35 Barilla
37 Ballarini
40 Fileni
43 Frutta di marca
46 Insaporitori
50 Normativagiocattoli
La rivoluzione o si fao si subisce ...
Italiani sempre più radicatial quartiere e alla regione
Negozi a Roma e Milano:due facce del mercato
Il paniere prezziLa borsa della spesaA confronto Bennet e Dico
Faccia a facciaUnicoop Tirreno e Balocco
Nectar Italia: fidelizzare richiedetempo e competenze
Creare nuovo valore?Collaborando si può
Lo shopping all’outlet,un trionfo del made in Italy
Brasile: due big e per il resto grande frammentazione
Formazione dettagliata per Conad Adriatico
Amazon perfezionail servizio consegne
Sviluppo reti
Attrici italiane e cosmesi, un set convincente
Dai formati al packaging, Barilla innova nella pasta
Ballarini mix: innovazione alleanze, sponsorizzazioni
Molino Rossetto innova, diversifica e cresce
Co-marketing Fileni mirato al target mamme e bimbi
Si rafforza l’identità della frutta di marca
Tende a crescere il segmento insaporitori
05
08
10
12
14
16
18
22
24
26
28
30
32
35
37
38
40
43
46
ED ITOR IALE
OSSERVATORIO
INTERV ISTA
COVER STORY
RETA IL
INDUSTR IA
SERV IZ I
CULTURE
48
50
53
55
56
57
Aperto il più grande negozio green M&S. Inaugurato il 29 agosto 2012 Marks & Spencer a Cheshire Oaks. Dislocato su due piani per 13mila mq, ha due caffé con 430 posti e una grande food hall. Tutte le soluzioni eco implementate nello store hanno un Qr code con cui avere info aggiuntive.
ECOnews
App Facedeals riconosce il viso e scatta l’offerta. Facedeals si basa su foto,profili e storia Facebook e sul riconoscimento facciale dei clienti mediante telecamera all’ingresso del locale, con l’obiettivo di inviare offerte personalizzate sul cellulare in relazione all’ambiente in cui le persone si trovano.
Video Tour
Retail internazionale: nuovi ruoli per i leader
Giocattoli, la sicurezza compete anche al retail
Zalando, crescita sprintsull’onda del servizio
Borsa Merci fa rete con le imprese
OpinioneGeo-socialbusiness, nuovo paradigma della Rete
LibriLa società liquidae i suoi danni piuttosto consistenti
Nuovo Tg Green di GdoweekTv. Un appuntamento mensile imperdibile comprendente le dieci top news su quanto fanno di brillante le imprese nell’ambito dell’ecosostenibilità. Informazioni, notizie, curiosità dal mondo per rendere più smart il nostro pianeta.
ECOnews
8 ottobre 20128
O S S E R V A T O R I O
di Gino Pagliuca
e catene della gdo se ne sono
accorte da qualche tempo e
spesso a proprie spese, rim-
piangendo i milioni spesi per
punti di vendita ipertrofici e delocaliz-
zati: un fattore chiave per il successo
oggi è la prossimità. L’invecchiamento
della popolazione, la crisi economica
e il caro benzina portano sempre più a
favorire la comodità del negozio sotto
casa. Ma si tratta di un fenomeno che
non riguarda solo il commercio e avrà
importanti implicazioni anche nelle ti-
pologie e nelle modalità di consumo.
L’interessante ricerca “Vivere insie-
me vivere meglio” commissionata da
Coldiretti al Censis esamina le impli-
cazioni sociali ed economiche della
prossimità.
Le caratteristiche fondamentali della
prossimità sono due: 1) la disponibilità
di alcuni servizi essenziali, dai luoghi
per fare la spesa al medico di medicina
generale alla parrocchia ad altri servizi
ancora; 2) la vicinanza di familiari, pa-
renti e, anche, amici con cui avere re-
lazioni continue utili, affettive e di con-
vivialità. Si tratta di un contesto che
ha come caratteristica più evidente la
ricerca dalla comodità, cioè del poter
avere a portata di mano servizi e beni
che si ritengono essenziali. E si tratta
di una caratteristica che ha un valore
nazionale, perché sia pure con picco-
le differenze, caratterizza la vita degli
italiani indipendentemente dal luogo
di residenza, dall’età o da altri fattori
sociodemografici. Il secondo aspetto
cruciale della prossimità è che, ormai,
non contano le relazioni di vicinato o
di quartiere, ma piuttosto si tende a
ridurre le distanze tra le abitazioni dei
membri della famiglia. Quindi, se non si
coabita tra genitori e figli, e altri parenti
Le abitudini alimentariCresce l’attenzione all’alimentazione salutistica, ma il ricorso così diffuso alla dieta, efficace o meno che sia, non ha certo messo al bando cibi e bevande che hanno impatto non positivo sulla salute, o su aspetti della propria condizione fisica (ad esempio, il peso), che poi giocano nel determinare lo stato di salute. Cresce però la quota di popolazione che, per ragioni spesso legate all’avanzare dell’età e all’insorgere dei primi segnali di erosione del fisico, subordina il proprio rapporto con il cibo ad una griglia di regole per orientarlo verso impatti positivi per la propria condizione psicofisica.
Prepara alimenti in casa come yogurt, pane,
gelato, conserve
Regolarmente
Ogni tanto
21.102
11.102
9.851
Si porta al lavoro il cibo preparato
a casa
Regolarmente
Ogni tanto
7.777
3.733
4.044
Fa lo spuntino a mezza mattinata o nel pomeriggio
Regolarmente
Ogni tanto
27.687
13.273
14.414
Beve coca cola o altre bevande
gassate
Regolarmente
Ogni tanto
22.813
6.429
16.384
8 ottobre 2012 9
O S S E R V A T O R I O
preparare alimenti in casa come yo-
gurt, pane, gelato o conserve; di questi
oltre 11,2 milioni di persone lo fa re-
golarmente. L’autoproduzione di alcuni
cibi sembrava una pratica destinata a
perdersi, come residuo di un’epoca
ormai lontana di impronta contadina.
Invece, ormai si tratta di una pratica
di massa che risponde contemporane-
amente a più esigenze socioculturali:
dalla voglia di genuinità dei prodotti
alla volontà di risparmiare per avere
alcuni prodotti fatti in casa a vere e
proprie forme di piccolo artigianato
in cui si prova a coinvolgersi, magari
per hobby. C’è poi un ulteriore 15% di
intervistati che dichiara di portarsi al
lavoro cibo preparato in casa; in parti-
colare, sono oltre 7,7 milioni di persone
a farlo con regolarità o di tanto in tanto
e, di questi sono oltre 3,7 milioni a di-
chiarare di farlo regolarmente.
In questo quadro gioca un ruolo signi-
ficativo anche la crescente attenzio-
ne agli effetti che l’alimentazione può
esercitare per tutelare dall’insorgere di
patologie. Infatti, sottolinea il Censis
“gli stili di vita salutari sono forse uno
degli esiti più diffusi, radicati e impor-
tanti del soggettivismo, di quell’atten-
zione alla soggettività che è la cifra
dell’evoluzione socioeconomica del
nostro Paese”.•
stretti, si fanno scelte (ad esempio, al
momento dell’acquisto della casa) in
modo da vivere a distanza ravvicina-
ta. Questa è ovviamente una necessità
dovuta al fatto che, in caso di bisogno,
non si può che fare ricorso all’aiuto di
un familiare; dall’assistenza per i mino-
ri a quello per i non autosufficienti, ad
altre forme di supporto, è chiaro che
gli italiani tendono a risolvere sempre
più i loro problemi all’interno della cer-
chia familiare. E si tratta di un aspetto
sociologico, aggiungiamo noi, che ha
ricadute economiche non indifferenti.
Ad esempio, nella scelta degli assorti-
menti e delle quantità dei singoli item
su uno scaffale. Il fatto che nel bacino
di utenza di un medio supermercato
vi sia una forte presenza di nuclei for-
malmente di single non esclude che
spesso quei single debbano fare la
spesa per famiglie più allargate, con-
siderando che tra le attività quotidiane
la spesa è quella che di gran lunga si
svolge nel quartiere in cui vive: fa co-
sì, secondo il Censis, ben l’85% degli
italiani.
Una parte della ricerca è dedicata
all’importanza della tipicità, ovvero
quanto riconoscano di peculiare gli
italiani nelle caratteristiche del terri-
torio in cui vivono; e anche in questo
caso i risultati sono molto interessanti,
perché non solo emerge il grande rilie-
vo annesso alle specialità artigianali
e alimentari del territorio ma anche
che la connotazione più riconosciuta
è quella regionale, importante per il
93,7% degli italiani. Il 57,1% degli in-
terpellati inoltre ritiene che cibo e vino
siano aspetti fortemente caratterizzan-
ti la regione. Il consumo di prodotti del
territorio si connette a un più generale
bisogno di autenticità nel rapporto con
il cibo, che la ricerca ha pure indagato.
Nelle scelte alimentari si tratta di arri-
vare a una dimensione più soggettiva,
intima, che si materializza in pratiche
quotidiane. Dall’indagine emerge che
oltre 21 milioni di italiani dichiara di
La cucina è femminileLe donne dedicanoalla preparazione dei pasti quasi 9 ore a settimana, che su base annua significa 21 giorni pieni; per i maschi i valori corrispondenti sono paririspettivamente a tre ore dedicate ai pasti durante la settimana, mentre su base annua si tratta di otto giorni pieni. Le donne in famiglie con figli dedicano alla cucina annualmente 22 giorni, valore che per le single scende a 15 giorni.
Partecipa a community sul web centrate sul cibo
Regolarmente
Ogni tanto
1.815
415
1.400
Ricerca su web per confronto prezzi,
capire qualità cibi
Regolarmente
Ogni tanto
14.829
5.703
9.125
Recupera ricette altrui su libri, web,
televisione
Regolarmente
Ogni tanto
25.250
9.747
15.503
LA SPESA SI FA SEMPRE PIÙ SOTTOCASA
Attività svolte dagli intervistati in un raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria abitazione - dati in %
Spesa alimentare (quella quotidiana, solita) 85,2
Attività spirituali (messa, ecc.) 76,6
Medico di medicina generale 71,6
Spesa non alimentare 65,6
Scuola (per figli o nipoti) 65,2
Altri servizi sanitari (laboratori di analisi, ambulatori ecc.) 56,9
Attività di cura del corpo (palestra, jogging ecc.) 54,2
Attività culturali 44,0
Attività di volontariato, in associazioni 41,6
Cinema, teatro, museo 37,4
Pediatra 36,9
Lavoro 34,1
Fonte: Censis - Coldiretti
8 ottobre 201210
O S S E R V A T O R I O
di Gino Pagliuca
ono da sempre le due piazze di ri-
ferimento per il mattone italiano:
Milano e Roma, infatti, anticipa-
no sempre le tendenze del mer-
cato e gli ultimi dati riferiti al segmento
commerciale certo non lasciano presagire
bene per il prossimo futuro, anche se da
un confronto tra i dati emerge che oggi
Roma, grazie a rendimenti medi da canoni
di un punto superiore rispetto a Milano,
potrebbe attirare maggiormente le mire
degli investitori opportunistici, cioè quelli
che entrano nel mercato immobiliare per
ottenere nel breve periodo un guadagno
interessante.
A Milano la flessione dei prezzi di compra-
vendita si è attestata all’1,4%, con con-
trazioni leggermente più marcate nelle
zone periferiche. L’aumento dello sconto
(cioè il divario tra il prezzo richiesto e quel-
lo ottenuti) è passato dal 9,8 all’11,2% e
si associa alla modesta contrazione dei
prezzi, a testimonianza del fatto che le
proprietà continuano a sopravvalutare le
potenzialità di mercato dei loro immobili.
Il rapporto tra quotazioni centrali e pe-
riferiche si colloca ormai stabilmente su
valori prossimi a 3,5, ben lontano dalle
oscillazioni che hanno caratterizzato gli
anni Novanta, quando si passò dal 4,4 di
inizio ’91 al 2,6 di fine ’96. Nella Capitale
sta diminuendo la domanda di acquisto
mentre rimane stabile quella di locazione
anche se le richieste si indirizzano sempre
più verso le aree di maggior passaggio.
L’allungamento dei tempi di locazione, sa-
lito a cinque mesi, non è dovuto solo all’ir-
rigidimento nelle richieste di canone della
proprietà ma anche da una maggiore se-
lettività: gli inquilini si pesano valutando
le effettive possibilità di sviluppo del loro
business e di conseguenza la reale soste-
nibilità dei canoni. Le previsioni per i pros-
simi mesi sono tutt’altro che positive ed
evidenziano un ulteriore deterioramento
di prezzi e canoni ed una prolungata ridu-
zione dei volumi di scambio, specialmente
in compravendita.•
Previsione su prezzi e canoni nei prossimi 12 mesi
-2%
Rendimento medio da locazione
negozi a Milano
6,4%
Rendimento medio da locazione
negozi a Roma
7,4%
Fonte: NomismaMilano Roma
Prezzi (€/mq) Variazioni semestrali %
Variazioni annuali %
Rendimenti da locazione %
Tempi di vendita (mesi)
Sconti %
Centro8.6138.350
-1,3-0,5
-4,2-3,4
6,07,2
6,17,8
9,312,7
Semicentro 4.5205.191
-1,0-1,6
-1,6-4,8
6,57,4
7,27,8
11,014,3
Periferia2.4652.900
-1,8-1,5
-3,8-2,9
6,77,7
8,38,5
13,315,0
Media3.9304.333
-1,4-1,2
-3,2-3,7
6,47,4
7,28,0
11,214,0
LA CAPITALE LEGALE E QUELLA ECONOMICA A CONFRONTO: IL MERCATO IMMOBILIARE DEI NEGOZI A MILANO E ROMA
Valori riferiti al primo semestre 2012, prezzi escluse le punte di mercato
1 confezione=
1 vaccino*
Insieme abbiamo donato45.418.145 vaccini**.AIUTACI A FARE ANCORA DI PIÙ.
Il tetano materno e neonatale è una malattia mortale, ma prevenibile.Le marche P&G si sono impegnate insieme all’UNICEF per sconfi ggerla entro il 2015. Aiutaci anche tu acquistando i prodotti che aderiscono all’iniziativa*.
Dona un vaccino, proteggi la vita di un bambino. Scopri di più su www.missionebonta.it
Dash sostiene
*P&G donerà € 0,054 all’UNICEF a fronte (I) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla dei prodotti Dash, AZ, Viakal, Swiffer, Fairy, Herbal Essences, Ace Gentile e Mastro Lindo con il marchio UNICEF,(II) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla dei prodotti Dash, Ace, Fairy, Ambipur, Pantene, AZ, Gillette, Olaz, Herbal Essences, Viakal, Swiffer, Oral B e Mastro Lindo senza marchio UNICEFvenduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali con il marchio UNICEF (display e volantini) e (III) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla di Dash, non etichettata con il marchioUNICEF, venduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali anche senza il marchio UNICEF (display e volantini). Questa somma equivale, ad esempio, al costo di una dose di vaccinocontro il tetano. Aiuterai così P&G e l’UNICEF a vaccinare una donna in età fertile contro il tetano. Bastano solo due dosi di vaccino durante la gravidanza per proteggere mamma e bambino contro il tetano alla nascita e per i successivi due mesi. UNICEF non sponsorizza alcun marchio o prodotto. P&G sostiene UNICEF. **Per ulteriori informazioni vai su www.missionebonta.it e www.unicef.it/missionebonta
Un’iniziativa
8 ottobre 201212
O S S E R V A T O R I O _ i l pan ie re p rezz i
a cura di Lu. Ca.
Prima rilevazione del paniere dell’insegna
Bennet, in un ipermercato alla periferia di
Como, raf frontato con un discount Dico
nella stessa provincia. La prima considera-
zione riguarda la linea dei primi prezzi, che
da Bennet è praticamente assente. Di con-
seguenza, questa linea appare poco compe-
titiva sia con le marche sia con il discount.
A livelli assoluti, la linea della marca privata
si discosta dalle marche del 26,19%, i pri-
mi prezzi del 38,67%, il discount Dico del
48,67%. Da notare la presenza di alcune
significative offer te speciali nelle marche
primarie.•
Private label Primo prezzo
prodotto marca euro euro euro eurolatte UHT p.s. lt 1 Parmalat 1,19 0,75 0,75 0,69
yogurt frutta 125 g cad. Yomo 0,63 0,30 0,30 0,24
mozzarella 125 g cad. S. Lucia 1,10 0,99 0,58 0,59
formaggio grattugiato 100 g Biraghi 1,49 1,29 1,29 0,77
burro 250 g Soresina 2,65 1,85 1,15 1,15
tortelloni ricotta e spinaci 250 g Rana 2,92 1,59 1,00 0,99
crackers 500 g Mulino Bianco 1,35 0,99 0,99 0,85
pasta 1 kg Barilla 0,95 0,99 0,95 0,65
riso arborio 1 kg Scotti 1,75 1,95 1,95 1,49
pomodori pelati 400 g. lordo Cirio 1,16 0,50 0,50 0,45
passata di pomodoro bott. 700 g Pummarò 1,00 0,69 0,69 0,45
polpa di pomodoro 400 g cad. DeRica 0,95 0,60 0,60 0,45
fagioli borlotti sc. 400 g lordo cad. Valfrutta 1,00 0,53 0,53 0,29
piselli medi scat. 400 g lordo cad. Valfrutta 0,65 0,60 0,60 0,39
tonno all'olio d'oliva 160 g Rio Mare 2,43 1,80 1,80 1,35
olio extra vergine 1 lt Monini 3,49 3,89 2,69 2,99
olio di mais 1 lt Maya 2,60 1,99 1,99 1,39
olio di semi vari 1 lt Topazio 1,49 1,59 1,18 1,19
biscotti frollini 800 g Mulino Bianco 3,09 1,50 1,02 1,89
merendine croissant lisci 400 g Bauli 3,12 2,73 2,73 2,21
cioccolato tavol. 100 g Milka 1,32 0,59 0,49 0,49
confettura albic. 400 g Zuegg 2,61 1,82 1,17 1,15
caffè 250 g. miscela class. cad. Splendid 2,75 2,10 2,10 0,85
minestrone surg. 1 kg Findus 4,40 1,99 1,99 1,49
spinaci in foglia surgelati 1 kg Orogel 3,98 2,39 2,39 1,89
pizza margherita surg. 600 g Bella Napoli 4,11 3,49 2,50 1,59
acqua min. nat. 1,5 lt Ferrarelle 0,44 0,20 0,14 0,14
cola 1,5 lt Coca Cola 1,67 0,89 0,89 0,59
succo arance 1 lt Skipper 1,25 1,25 1,25 0,99
vino brik 1 lt- 10° Tavernello 1,32 1,32 1,32 1,00
cibo per gatti 400 g cad. Friskies 1,00 0,75 0,37 0,39
cibo per cani 1.250 g. cad. Fido 1,75 1,35 0,89 0,95
candeggina 2,5 lt Ace 1,49 1,24 1,22 0,69
detersivo liquido 30 lavaggi Dixan 4,33 4,67 2,77 3,59
ammorbidente 2 lt Coccolino 2,29 2,12 0,99 0,99
detergente piatti conc. 1,250 lt Svelto 2,49 1,15 0,99 0,71
detergente casa 1,5 lt Aiax 2,48 1,79 1,79 1,25
carta igienica x 10 rotoli Scottex 3,90 2,89 2,89 1,55
asciugatutto x 4 rotoli Scottex 2,99 1,73 1,73 1,49pellicola metri 30 Cuki 1,89 0,77 0,77 0,59
Totale panieredifferenza assolutadifferenza %Indice di convenienza (marca = 100)
numero offerte speciali
83,47
100 4
61,6121,8626,1973,81
6
51,9431,5337,7762,23
0
42,8440,6348,6751,33
1
I prezzi sono riferiti ad unità di vendita dello stesso tipo, peso e multiplo, ma ove ciò non fosse possibile, sono stati parametrati alle unità di misura del prodotto di base, così ad esempio i prezzi dei biscotti sono rapportati al peso di grammi 800 e la carta igienica a 10 rotoli, anche se in confezioni di peso o quantità diversi. Da Bennet, la marca privata è quella base dell’insegna, mentre i pochi primi prezzi sono di marche varie; su questa linea, sia presso Bennet che Dico, sono stati comunque rilevati i prezzi apparsi più bassi, indipendentemente da ogni considerazione qualitativa. A tutti i prodotti, anche se non presenti, è stato comunque attribuito il miglior prezzo di riferimento. Sono considerati i prezzi promozionali.
Offerte speciali Prezzo mancante (attribuito)
Rilevazioni del 10 agosto 2012 rispettivamente presso l’ipermercato Bennet di Tavernola ed il discount Dico di Porlezza, entrambi in provincia di Como (non c’è riferimento col 2011).
FetteMorbide di GranBiraghi. Il cuore della forma si è fatto morbido.
Tutto il sapore di GranBiraghi come non lo avete mai visto prima:
100% GranBiraghi, stagionato 7 mesi e aff ettato.
10 fette fresche e morbide, ottime a freddo o a caldo.
100% latte italiano, senza conservanti.
Confezione pratica e richiudibile.
Pack riconoscibile e a incastro, per un ottimo facing.
a caldo a freddo
GRANDE NOVITÀ
Biraghi Pag sing A4 FetetMorbide.indd 1 23/04/12 14.46
8 ottobre 201214
O S S E R V A T O R I O _ facc ia a facc ia
po Unicoop Firenze) ad abolire gli shopper
di plastica a settembre 2009.
Balocco - La sostenibilità è parte integrante
della nostra strategia e delle aspettative che
questa suscita nei consumatori. A Natale
2010 ci siamo “regalati” un impianto foto-
voltaico da 1,9 Megawatt che copre oltre
un terzo del nostro fabbisogno di energia
e riduce di circa mille tonnellate all’anno le
emissioni di CO2. Quest’anno investiremo in
nuova tecnologia circa 5 milioni di euro, e
con il nuovo packaging eco sostenibile di
Bambù Extra Cream (-80% di plastica e car-
tone) abbiamo ridotto del 60% i veicoli su
strada e quindi le emissioni di CO2.
Qual è la propensione delle pmi allo svi-luppo di nuovi prodotti/servizi?Rotta - Per noi è molto alta, e rappresen-
ta il futuro. Da oltre dieci anni abbiamo il
Salvatempo, lo scanner per la spesa fai-
da-te; la carta socio Coop con una serie
di facilities come il pagamento attraverso
addebito sul libretto Coop. Poi il prestito
sociale a zero costi per i soci, e-commerce
(a Roma) e Coop Drive (a Viareggio), le App
per lo smarthphone. I servizi seguono i soci
anche al di fuori del supermercato, grazie a
convenzioni e sconti su viaggi, teatri, musei,
corsi, palestre.
Balocco - L’innovazione serve a differen-
ziarsi dai principali competitor pur conser-
vando la coerenza con i valori aziendali.
Nascono così, ad esempio, i panettoni
e pandori “tailor made” per il mondo del
calcio, a Pasqua e Natale con le bandiere
o le sciarpe dei principali club; oppure i
nuovi Bambù Extra Cream, i wafer raziona-
lizzati nella forma e con l’80% di farcitura
al cacao, nocciola o latte; o il panettone
Croccantino, ispirato al mondo della gela-
teria, con una sorta di cross category tra
Ferragosto e Natale.
a sostenibilità è molto importante per
le strategie sia di Unicoop Tirreno sia
di Balocco, mentre diametralmente
opposto è l’approccio alla territoriali-
tà, valorizzata da entrambe le aziende ma in
maniera diversa. Ne parliamo con Pasquale
Rotta, direttore vendite di Unicoop Tirreno, e
Alberto Balocco, Ad di Balocco.
Localismo e territorialità: come influen-zano gli assortimenti?Rotta - Unicoop Tirreno ha creato il marchio
Vicino A Noi per dare risalto a oltre 10.000
prodotti acquistati direttamente da 600 for-
nitori locali, concentrati per lo più in Tosca-
na, Lazio, Campania e Umbria. I nostri Cedi
ci consentono una distribuzione capillare,
soprattutto per i freschissimi, e stiamo la-
vorando per rafforzare anche la presenza
di pescato locale. Il marchio Vicino A Noi è
molto apprezzato e allo stesso tempo crea
una reale crescita economica nei territori.
Balocco - Da buoni cuneesi, e per Dna,
manteniamo la barra dritta sulle tradizioni
pasticcere, ma senza farci influenzare da
falsi romanticismi: come azienda nazionale
cerchiamo di essere coerenti, anche quan-
do sviluppiamo ricette locali. Di conseguen-
za la territorialità non condiziona troppo le
nostre produzioni, né i prodotti da ricorrenza
né i continuativi, wafer e frollini. Per questi
ultimi siamo al secondo posto in Italia con
quote consolidate in tutte le aree e maggior
forza nelle aree Nielsen 1 e 4.
Business model per le pmi/d.o., quali le coordinate?Rotta - Partiamo dal settore dei freschissi-
mi, dove esprimiamo alta qualità e massima
garanzia in materia di sicurezza alimentare;
poi il prodotto a marchio Coop che concen-
tra convenienza, bontà, sicurezza, genuinità
e qualità top; seguono i prodotti locali Vicino
A Noi (dai freschissimi al grocery); e infine
i servizi al cliente e in particolare al socio
Coop.
Balocco - Il nostro modello mira alla de-
stagionalizzazione affiancando la vendita
di prodotti stagionali a categorie comple-
mentari continuative coerenti con la marca,
con attenzione a posizionamento, ricette e
packaging. È la formula dello Smart price
high value, sostenuta da forti investimen-
ti in comunicazione grazie a un testimonial
d’eccezione, il signor Balocco. L’atmosfera
familiare si riflette nelle relazioni di lavoro
interne all’azienda, dove cerchiamo di creare
un ambiente ottimale anche con strutture
produttive all’avanguardia.
Sostenibilità: come incide sulle vostre strategie?Rotta - La tutela ambientale è una delle
principali mission di Coop. Nella pratica
si articola in tanti modi: prodotti ecologi-
ci, biologici e locali, campagne ambientali,
educazione al consumo consapevole, di-
stribuzione alle onlus di prodotti alimentari
invenduti, due impianti fotovoltaici presso
la sede centrale, banchi frigo chiusi, illumi-
nazione Led, difesa del benessere animale.
Unicoop Tirreno è stata, inoltre, la prima (do-
a cura di Barbara Trigari
Il parere di Unicoop Tirreno e Balocco
INDUSTRIA
Alberto BaloccoAd Balocco
DISTRIBUZIONE
Pasquale Rottadirettore vendite Unicoop Tirreno
Finalmente lo spicchio in confezione apri e chiudi.
Spicchio GranBiraghi
Con la nuova confezione, mettiamo nelle tue mani un grande strumento di successo.
È pratico grazie all’apertura facilitata.
Protegge il gusto grazie alla chiusura salva freschezza.
È confezionato a peso netto.
È stagionato 12 mesi.
È prodotto solo con latte italiano.
Non contiene conservanti.
ANCORA PIÙ FACILE DA APRIRE SPICCHIO DI GRANBIRAGHIGRANDE SUCCESSO DI VENDITE*
+ 59
4 %
2010 2011
* To
tale
Ita
lia Ip
er+
Sup
er+
LSP.
An
no
term
ina
nte
Gen
na
io 2
012
(Fo
nte
Sym
ph
on
yIR
I Gro
up
)
Biraghi Pag Sing Spicchio A4.indd 1 23/04/12 14.44
8 ottobre 201216
I N T E R V I S T A
A oltre due anni dall’arrivo in Italia, il punto sui risultati raggiunti in Italia e sulle prospettive dei programmi di loyalty del prossimo futuro
di Marina Bassi
Fausto Tarditi,Crm director e Fmcg retail client director di Nectar Italia
Chi è
gni secondo, in Italia, sono let-
te nove carte Nectar, risultato
importante ottenuto in due an-
ni e mezzo di attività. “Il dato
conferma la validità di un programma di
coalition ben strutturato come Nectar,
anche in Italia, Paese considerato strate-
gico per i business legati alla fidelizzazio-
ne. Certo non mancano aspetti ancora
da migliorare così come nuovi sviluppi
da valutare: per ora, siamo soddisfatti
di essere riusciti a costruire relazioni di
valore sia con i nostri partner sia con i
clienti finali”, spiega a Gdoweek Fausto
Tarditi, Crm director e Fmcg retail client
director di Nectar Italia. Oggi, l’azienda,
parte del player mondiale Aimia, specia-
lizzato in loyalty management, opera in
Italia con oltre nove milioni di carte attive
utilizzabili in 6.000 pdv, che spaziano
dal food ai carburanti, all’elettronica di
consumo, con nomi di prestigio quali
Auchan, Simply, fondatori del program-
ma insieme a Unieuro e IP/API, fino ad
attività online e di servizio (banche, as-
sicurazioni, agenzie di viaggio e di no-
leggio auto, ecc), scelti sulla base delle
nuove esigenze del target di riferimento,
vale a dire la famiglia. “In quest’ottica
si inseriscono i recenti ingressi di Sor-
genia, primo operatore privato italiano
dell’energia elettrica, ed Original Mari-
nes, specializzato in abbigliamento ca-
sual e sportivo per uomo, donna e bam-
bino”, chiarisce Tarditi.
Come scegliete i vostri partner?La prima condizione necessaria è la con-
vinzione della centralità della fidelizza-
zione nelle strategie aziendali, qualsiasi
sia il core business dell’impresa, retai-
ler, online, servizio o industria. Aderire
8 ottobre 2012 17
I N T E R V I S T A
a Nectar significa saper cogliere l’op-
portunità di appartenere a un circuito di
coalition che garantisce ai consumatori
di raccogliere punti utilizzando un’uni-
ca carta in più insegne ed ottenendo
premi, in maniera semplice e veloce. In
quest’ottica, però, per ottenere risultati
soddisfacenti, va adottata una logica di
medio-lungo termine.
Una richiesta importante, in tempi ca-ratterizzati da strategie concentrate su logiche di breve periodo. Di quanti anni parliamo?Non c’è un numero, unico, valido per
tutti: dipende dall’esperienza dei singoli
partner. Chi, al proprio interno, ha già
sperimentato una gestione diretta della
fidelizzazione, raggiunge gli obiettivi pri-
ma di chi comincia da zero.
Una risposta molto diplomatica...Ma reale. Sulla base dell’esperienza vis-
suta fino a oggi, un orizzonte temporale
minimo è rappresentato da tre anni. Se
pensiamo, che Nectar Uk, che ha nell’in-
segna Sainsbury’s uno dei partner forti,
compie, in questi giorni, dieci anni di
attività... Non solo: il retailer inglese ha
appena rinnovato l’accordo con Nectar
per altri sette anni, con l’obiettivo di
andare ben oltre la gestione operativa
delle logiche di loyalty: ha sottoscritto
una partnership ancora più stretta che
prevede la condivisione di dati sensibili
anche con l’industria. Traguardi, per noi
ancora lontani, ma forse raggiungibili.
La vostra attività, quindi, non si limita alla definizione e gestione di program-mi di fidelizzazione ...Assolutamente no. In realtà, operiamo
in tre ambiti: i programmi di coalition, i
programma loyalty stand-alone e, in-
fine, le analisi sul consumatore e i suoi
comportamenti d’acquisto. In questo
modo possiamo realizzare profilazioni
dettagliate, che ci permettano di fornire
ai nostri partner elementi distintivi sui cui
elaborare strategie di fidelizzazione più
adeguate.
Il partner non corre il rischio di delegare troppi elementi e “perdere sovranità”?No. Al contrario, ottiene più informazioni
per meglio indirizzare iniziative, premi e
punti bonus verso sia i clienti fedeli sia,
soprattutto, i non clienti. Quest’attività di
estrazione, lettura, confronto ed interpre-
tazione dei dati -aree nelle quali ci sentia-
mo leader per competenze e capacità di
analisi- è possibile solo gestendo, nella
totalità, il customer database, per analisi
più sofisticate. Ad esempio, di recente,
come Nectar Italia abbiamo effettuato
una ricerca sull’impatto delle aperture
domenicali: abbiamo verificato non solo
che chi fa la spesa la domenica spende
il 4% in più, ma anche l’esistenza di un
nuovo segmento di clienti, definiti i dome-
nicali, per lo più giovani, che prediligono
fare la spesa la domenica, spostandosi
anche da lontano. Risultati rilevanti per
elaborare strategie, non crede?
Parliamo dei premi che offrite. Sono cambiati in questi anni di crisi?Il catalogo Nectar, alla sua terza edizio-
ne, si è adattato: il suo plus rimane la
proposta di prodotti aspirazionali, legati
soprattutto al tempo libero, normalmen-
te difficili da ottenere, ma abbordabili
nel nostro caso, grazie alla possibilità di
accumulare punti presso diversi partner.
Abbiamo, però, integrato con diversi pre-
mi appartenenti a fasce medio-basse, vi-
sto che abbiamo registrato un crescente
interesse per la convenienza, constata-
zione ovvia in periodi di difficoltà econo-
mica: questo interesse si è tradotto in
un aumento dell’utilizzo dei buoni sconto,
vogliamo essere
un supporto
qualificato
per i nostri
partner
nel definire
scenari futuri
dimostrato dal fatto che, in questi anni
di attività, abbiamo “restituito” ai clienti
Nectar oltre 60 mio €, una cifra impor-
tante. Ma non ci siamo limitati a questo.
In quale modo vi siete mossi?Per essere coerenti con l’adozione di
strategie all’insegna del valore, abbiamo
sottoscritto accordi con partner esterni
(come Pittarello e Douglas) che non par-
tecipano direttamente al programma di
coalition, ma presso i quali, presentando
la carta Nectar, si possono comunque
ottenere sconti. Ci sembra il miglior mo-
do per garantire ai consumatori il più alto
valore possibile come ritorno all’acquisto.
Avete adottato questa logica di valore anche per i carburanti, tema sul quale molti retailer oggi si stanno muovendo?Essendo API uno dei partner fondatori,
la convenienza nei carburanti è un argo-
mento da sempre in agenda. Alle iniziative
di questi ultimi mesi, abbiamo risposto
triplicando i punti Nectar a chi si rifornisce
nelle stazioni di servizio IP. Così, garantia-
mo uno sconto confermando la centralità
del punto Nectar, un vantaggio di per sé.
Chi è il vostro competitor in Italia?Non vorrei peccare di superbia, ma oggi
nessuno è in grado di proporre un pro-
gramma di coalition come il nostro, che
richiede una gestione centralizzata del
customer database e delle relative cam-
pagne. Se, invece, adottiamo una defini-
zione più larga, legata a scambi di punti
tra diversi partner, You&Eni rappresenta
un progetto diverso, con una logica inte-
ressante.
In chiusura, quali le direttrici della fide-lizzazione di domani?Nei prossimi due anni, mobile, smartpho-
ne e social network detteranno i cambia-
menti. Vale per tutto e anche per la fide-
lizzazione. La sfida sarà capire il nuovo
consumatore e le sue logiche nel definire
fedeltà e valore. Una sfida interessante,
sulla quale Aimia e Nectar stanno già la-
vorando da tempo.•
8 ottobre 201218
C O V E R S T O R Y
Nella catena delle relazioni industria-retail la parola chiave è collaborazione. Un concetto determinanteper convergere verso il consumatore
artnership tra cliente, retailer e
industria. È un tema caldo quel-
lo che affrontiamo su questo
numero, che vuole fare il punto
sulla collaborazione e sul rapporto di re-
ciproca fiducia tra gli attori della filiera e
nel quale trasversalmente s’inserisce la
figura del consumatore che, pur “vittima”
di questo rapporto, sta in questi ultimi
anni modificando la sua immagine diven-
tandone quasi il “carnefice”. Sì, perché il
consumatore si è evoluto e non resta più
impassibile in balia di offerte e format,
bensì si adopera affinché la sua voce ar-
rivi ai produttori e s’informa e migra verso
nuovi luoghi d’acquisto se quelli appe-
na visitati non lo soddisfano. A fronte di
tutto ciò, la parola chiave che vogliamo
evidenziare è collaborazione: una prati-
ca imprescindibile, senza la quale non è
possibile creare valore in questa catena
di relazioni dietro la quale, non dobbiamo
di Anna Bertolini
dimenticare, ci sono persone. Il tema è
stato anche al centro dell’incontro orga-
nizzato da Gdoweek e Medusa-Regnoli
Group che, con la moderazione di Cri-
stina Lazzati, vicedirettore Area Retail
Business Media Gruppo 24 Ore, ha sa-
puto interpretare a 360 gradi il concetto
declinandolo nell’insegna, nella fedeltà,
nel tempo e nel prodotto portando a una
definzione di collaborazione: operare
come se si appartenesse virtualmente
a un’unica organizzazione verticale, otti-
mizzando tutti gli aspetti cross che met-
tano al centro il cliente e portino valore
agli stakeholder.
In passato le finalità di distributori e pro-
duttori erano di carattere individuale e
diametralmente opposte. Per i produttori
assumeva carattere fondamentale ven-
dere e conseguentemente introdurre nel
8 ottobre 2012 19
C O V E R S T O R Y
mercato il maggior numero di prodotti. In
contrapposizione, i retailer avevano come
obiettivo l’ottenimento di condizioni di
negoziazione convenienti. In poche paro-
le: esercitavano il compito di negozianti.
Senza dimenticare i principi fondamentali
e fondanti di ogni ruolo, in assenza dei
quali le imprese siano esse distributive
o produttive- non potrebbero perseguire
il profitto, oggi il rapporto assume un sa-
pore diverso, propenso alla co-creazione
di valore. Industria e distribuzione hanno
più occasioni per collaborare con risultati
che convergono sulla soddisfazione del
consumatore.
È proprio questo il nocciolo della que-
stione. Occorre sviluppare forme di coor-
dinamento per dare vita a vantaggi che
partecipano alla creazione di valore sia
per la domanda finale sia per le imprese
coinvolte. Ma la tanto auspicata collabo-
razione deve trovare terreno fertile anche
tra retailer dove, probabilmente, l’Italia è
ancora fanalino di coda rispetto al resto
del mondo. La collaborazione raffigura un
punto da cui partire per trasferire la rela-
zione dalla negoziazione a un approccio
relazionale con il fine di raggiungere un
obiettivo comune: rispondere ai bisogni
del consumatore.
Come più volte accertato, si assiste a un
aumento dei livelli di volatilità dei consu-
mi accompagnati da una domanda sem-
pre più instabile. Questo scenario mette
in luce un consumatore poliedrico che
interpreta comportamenti di acquisto e
consumo contraddittori alla luce di un
alternarsi a un ritmo elevato di bisogni
che cambiano. È una figura che ricerca
benefici più elevati per soddisfare biso-
gni ricorrenti ed esige, quindi, prodotti
specifici che si orientino verso le nuove
funzioni d’uso. In tema di necessità, non
possiamo esimerci dall’affermare che bi-
1-PGMobile è un’iniziativa di Procter & Gamble e Walmart con duplice obiettivo: far conoscere meglio i prodotti di P&G e permettere a Walmart di introdursi in aree urbane non raggiungibili.2-Nestlé-Fitness e Sephora insieme per la creazione di Look Therapy Master.
3-Mix di offerta per Imaginarium che, grazie a Danone, ha aperto una yogurteria nel pdv di Barcellona.4-Gruppo Campari e Autogrill hanno dato vita a Terrazza Aperol con l’obiettivo di riqualificare la Galleria di Milano.
1
3
4
2
sogni e servizi sono legati a doppio filo.
Tralasciando, dunque, quello che può es-
sere racchiuso nell’allineamento tecnolo-
gico e logistico, la collaborazione tanto
auspicata poggia le sue basi su insegna e
punto di vendita con l’obiettivo di rispon-
dere ai tanto ostentati stili di vita odierni.
Senza tralasciare il web, un canale ca-
pace di raggiungere gli obiettivi più rapi-
damente, con meno investimenti e con il
quale il consumatore, per sopravvivenza
o per necessità, ha affinato le tecniche di
scelta per fortificare le strategie di difesa
dal carovita.
A sostenere la tesi della collabora-
zione dentro e fuori il negozio, i tan-
ti casi di par tnership, siano essi tra
industria/distribuzione o tra retailer/
retailer, finalizzati a costruire valore e
a rispondere, seppur in modo parziale,
alle tante necessità e interpretazioni
di soluzioni efficaci.
8 ottobre 201220
C O V E R S T O R Y
1-Un’area di cooperazione tra retailer risiede nella creazione di corner come nel caso di Preca Brummel e Conbipel. Bimbus for Conbipel è il nome del progetto che va ad arricchire l’offerta del retailer di Cocconato d’Asti (At)2-La catena svizzera di supermercati Migros ha deciso di collaborare con Amazon al fine di affidarsi a una piattaforma più visibile beneficiandone dell’immagine di cui gode tra il pubblico. La partecipazione favorirà i consumatori che potranno avvantaggiarsi di prodotti a prezzi inferiori (-10%) rispetto a quelli che si trovano nei punti di vendita fisici 3-Open High Street è un progetto del consorzio aUnileverlead (formato da Unilever, Inzenka, Sequoia, Pi Global & eziserv, e in parte fondato dal Government’s Technology Strategy Board) che ha la finalità di consentire ai consumatori di acquistare prodotti locali da dettaglianti indipendenti. Tutto per permettere il sostegno delle economie locali4-Yate Shopping Center è un esempio di come realtà distributive differenti possano convivere nello stesso spazio. Quattro tipologie diverse (espresso bar, discount del freddo, convenience e ipermercato) per dare al consumatore un’esperienza di acquisto completa e differenziante
Un esempio diffuso di cooperazione
è quello rappresentato da Walmart e
Procter & Gamble instaurato nel 1985.
L’allora vice presidente delle vendite di
P&G, Lou Pritchard, diede vita con Sam
Walton, fondatore del colosso distributi-
vo americano, al concetto di partnership
costruito sulla fiducia e fondato sulla vi-
sione condivisa di soddisfare le esigen-
ze del cliente riducendo, nel contempo, i
costi in eccesso del sistema. Dal 1985,
questa relazione di natura strategica è
proseguita fino ai giorni nostri.
Ultima, in ordine temporale, l’iniziativa
PGMobile, ovvero un camioncino con
stampati QR Code per poter ordinare per
strada i prodotti P&G attraverso Walmart.
com. Altro mondo, quello del giocattolo,
ma stessa inclinazione alla costruzione
di valore. Protagonisti Imaginarium, re-
tailer che opera nel mondo dei giochi, e
Danone, multinazionale alimentare, che
insieme hanno dato vita a una partner-
ship con la quale Danone ha realizzato
una yogurteria nello store Imaginarium
di Barcellona. L’iniziativa ha condotto a
un aumento della frequenza di visita dei
clienti e ha generato più animazione nel
punto di vendita, oltre ad aver permesso
a Danone di avvicinarsi a uno specifico
segmento di mercato.
Altro caso di cooperazione tra industria
e retail è quello di Nestlé, con il brand
Fitness, e Sephora. Insieme hanno lan-
ciato Look Therapy Master all’insegna del
benessere e dello stile. Più spinta alla
convivialità, invece, la partnership tra
Gruppo Campari e Autogrill che, con
Terrazza Aperol, hanno l’obiettivo di ri-
qualificare l’area della Galleria nel centro
di Milano. Da contraltare a tante iniziative
tra produttori e distributori, vi sono aree
di collaborazione tra retailer spinte ver-
so l’ibridazione di format, l’associazione,
l’unione di category killer e ipermercato
oppure la fusione di department store e
specializzati food.
Alcuni casi come quelli riportati in queste
pagine lo confermano. Da agosto 2012,
Amazon.de vende private label Migros.
La catena svizzera di supermercati ha de-
1
3
4
2
ciso, infatti, di collaborare con Amazon
affidandosi a una piattaforma più visibi-
le e beneficiandone dell’immagine di cui
gode tra il pubblico.
Open High Street è, invece, un program-
ma nato dal consorzio aUnileverlead
creato da Unilever e altri operatori con
l’obiettivo di consentire ai consumatori di
acquistare prodotti locali da dettaglianti
indipendenti. Oppure l’unione di Preca
Brummel e Conbipel con un corner Bim-
bus ad hoc che va a completare la propo-
sta bambino di Conbipel. Ma l’esempio
più completo arriva da Yate Shopping
Center: tipologie diverse (espresso bar,
discount del freddo e convenience) con-
dividono la stessa area con un ipermer-
cato. Che sia questa la strada futura?
Intanto, giunge in redazione la notizia che
entro due anni sei ipermercati Ipercoop
gestiti da Unicoop Firenze diventeran-
no superstore con una riduzione delle
dimensioni. Magari affiancati da altre
tipologie di vendita ...•
Tutto il “calore” della musica!Le nuove cuffie stereo CORTINA, con microfono e tasto di risposta integrati, sono la pro-
posta ideale per il Natale 2012. Protezione dal pungente freddo invernale, alta qualità di
ascolto musicale e libertà di utilizzare le funzioni voce del proprio smartphone, rendono le CORTINA
un prodotto unico e completo. Quattro modelli in linea con i trend fashion di stagione per conquistare un
target giovane che ricerca novità e idee regalo originali e trendy. Una grande opportunità per un Natale veramente brillante!
CORTINA COLLECTION 2012
Tutti i marchi registrati sono di proprietà dei rispettivi titolari. iPod® e iPhone® sono marchi di Apple Inc., registrati negli Stati Uniti e negli altri paesi. Non esiste alcun tipo di accordo, licenza o legame tra Cellular Italia e Apple o qualsiasi altra azienda od operatore telefonico proprietari di marchi illustrati nelle immagini di questa pagina; i telefoni fotografati, le composizioni e le illustrazioni, hanno il solo scopo di descrivere l’uso, la destinazione dell’accessorio, la sua compatibilità e gli attributi
fondamentali per la corretta informazione del consumatore.
R E T A I L
8 ottobre 201222
Il compratore degli outlet, infatti, secondo
le statistiche citate, è sempre più un cliente
straniero, con un boom di presenze prove-
niente da paesi extra UE, di cui si registra
nel 2012 un aumento del 69% rispetto allo
scorso anno. Secondo i dati del 2011 diffusi
dall’Itb di Berlino, McArthur Glen, società
proprietaria di venti Designer Outlet presenti
in tutta Europa, ha registrato una crescita
addirittura del 72% della spesa dei compra-
tori extra UE rispetto al 2010.
Cavalcando il trend, le cittadelle dello shop-
ping low cost cercano quindi di rivolgersi
sempre più al gusto ed alle esigenze della
clientela straniera, tant’è che la loro attrat-
tiva turistica è diventata assimilabile a quel-
la delle città d’arte. Firenze, Milano, Roma,
egli ultimi anni, il trend generale
dei consumi di abbigliamento ed
accessori ha risentito in maniera
sensibile della crisi, tuttavia il set-
tore outlet sembra non avvertirne il peso.
Secondo i dati dello scorso aprile elabora-
ti da Global Blue per Moda24, le vendite
nelle cittadelle multimarca dello shopping
low cost sono aumentate del 48% rispet-
to allo stesso periodo dello scorso anno, e
la crescita è stata addirittura del 144% in
più nei flagship outlet, i monomarca delle
grandi firme.
L’attrattiva dei noti marchi della moda ad
un prezzo accessibile sembra quanto mai
sulla cresta dell’onda, soprattutto per il tu-
rista in cerca del souvenir griffato low cost.
Un trend positivo, un’autentica boccata d’ossigeno per risollevare le sorti della crisi generale dei consumi di beni e servizi
di Rosarita Crisafi
La Toscana è la regione che più di ogni altra ha un forte appeal nei confronti del visitatore straniero amante dello shopping. È il paradiso degli outlet, tanto da essere quasi una sorta di cittadella diffusa. Oltre al famosissimo The Mall di Leccio Reggello, nei pressi di Firenze, un centro del lusso che propone 22 top brand tra cui Gucci, Hogan, Lanvin, Sergio Rossi ed Emilio Pucci, c’è The Fashion Valley, inaugurato a novembre 2011 che propone griffe di ricerca come Maison Martin Margiela, DSquared2,
Mark Jacobs, John Richmond e Viktor & Rolf. Più a nord c’è il Barberino Designer Outlet di McArthur Glen. Si trovano poi in zona lo spaccio monomarca di Dolce & Gabbana, Diesel e Trussardi, nei pressi di Montevarchi lo spaccio Prada, a Sesto Fiorentino il retail outlet Roberto Cavalli e, verso Calenzano, quelli di Malo e Patrizia Pepe. Firme meno importanti per The Fashion Groove, outlet multibrand vicino ad Incisa Valdarno, ed il Valdichiana Outlet Village, all’uscita dell’A1 Valdichiana-Bettolle.
Lusso senza rinunce, così si presenta ai turisti dello shopping il colosso inglese delle cittadelle, che ha esportato dieci anni fa in Italia il format con l’apertura del Serravalle Designer Outlet, il più grande d’Europa. Oggi le strutture del gruppo sono cinque nel nostro Paese e venti nel vecchio continente, con quasi 200 griffe tra cui Prada, Bulgari, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli, Hugo Boss. Lo scorso giugno il gruppo ha inaugurato una
nuova cittadella in Grecia, che, nonostante la difficile congiuntura, ha riscosso “vendite superiori alle aspettative”. Nel 2011 ha registrato un fatturato di 726 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto al 2012, con un boom di visitatori stranieri (+62% rispetto al 2010), russi e cinesi in testa. In cantiere un piano di sviluppo per aggiungere ai cinque designer outlet italiani 30mila metri quadrati di nuove aree vendita.
Il polo toscano
Le cittadelle McArthur Glen
R E T A I L
8 ottobre 2012 23
Venezia, ma anche il marchigiano sono le
mete preferite dai compratori internazionali
a caccia dell’affare. Cina e Russia, ma an-
che Giappone, Serbia e Singapore sono i
mercati più sensibili al fascino della moda
made in Italy, che ha scoperto la nuova “via
della seta” del ventunesimo secolo nei gran-
di centri commerciali del lusso ‘best price’.
Lo scorso anno, secondo la Commissione
consultiva factory outlet, i visitatori dei tren-
ta maggiori factory store e cittadelle dello
shopping in Italia sono stati 50 milioni, con
una crescita di circa il 10 per cento rispetto
al 2010. E le aziende, nel frattempo, smalti-
scono l’invenduto, che, con i prezzi attuali, è
abbondante e torna buono per rifornire i ne-
gozi delle cittadelle di merce fresca e recen-
te, scontata dal 30 al 70 per cento. Un’onda
da cavalcare per un indotto che coinvolge
diversi settori dell’economia del Paese, dai
trasporti, alla ristorazione, all’alberghiero.
Gli operatori sono assai sensibili al feno-
meno, e differenziano l’offerta in modo da
intercettare ed interpretare sempre più le
esigenze delle fashion victims attratte dai
lustrini delle griffes. Non più cittadelle dun-
que, ma veri e propri shopping park, parchi
del divertimento per shopaholic, comodi da
raggiungere, ben serviti e ricchi di attrattive,
con una serie di vantaggi rispetto al tradi-
zionale tour delle vetrine del centro tali da
soddisfare i desideri anche del visitatore più
esigente. Tante firme concentrate in pochi
metri quadri, a disposizione gli stessi capi
che si trovavano in vendita nelle boutique
sei mesi o un anno fa, o con piccoli difetti,
i prezzi assai vantaggiosi con, in più, il di-
vertimento della caccia all’affare, e la pos-
sibilità di pianificare in anticipo nei minimi
dettagli le incursioni mirate nei negozi degli
stilisti preferiti.
Ogni grande outlet ha un dipartimento turi-
smo con un tourist manager dedicato o un
apposito punto di accoglienza multilingue, i
collegamenti con i centri cittadini sono ben
organizzati con pullman dedicati e spesso
gratuiti, compresi nei pacchetti turistici, o
che includono nel prezzo del viaggio ulteriori
buoni sconto sugli acquisti. In più le citta-
delle tendono ad assomigliare sempre di più
ad una sorta di scenografia che riprende le
caratteristiche dei territori che le ospitano,
di cui spesso imitano i modelli architettonici
e ripropongono atmosfere e sapori.
Inoltre, visto il successo, gli outlet, o meglio,
shopping park, cercano di uscire dalla loro
impersonale veste di non luoghi ed osano
sempre di più diventando teatro di happe-
ning e manifestazioni. È quanto accade
nelle ultime stagioni soprattutto nei centri
gestiti dal colosso McArthur Glen, che da
un paio d’anni ospitano nei propri mall ita-
liani concerti di big della musica. Dal 2011
si organizza il “Summer Music Festival”, un
vero e proprio palinsesto di eventi gratuiti
all’aperto che ha visto in cartellone artisti
internazionali e italiani di grande fama, da
Al Jarreau a Gloria Gaynor a Biréli Lagréne,
ad Arisa, a Nina Zilli.
Le cittadelle completano l’offerta sempre
più spesso anche con l’inserimento di mer-
ce full price che di solito non si trova negli
outlet, come accadrà entro la fine del 2012
al Fashion District di Molfetta, che prevede
la riduzione del settore low cost al 60-70 per
cento della superficie per far posto a merce
a prezzo pieno legate a lifestyle di nicchia.•
La risposta italiana alle cittadelle inglesi, sono oggi parte del Gruppo Mittel. Il network è proprietario di tre strutture, Mantova, sulla direttrice dell’autostrada A22 Modena/Brennero, Valmontone, nei pressi di Roma sulla A1 Roma/Napoli, entrambi aperti nel 2003 e Molfetta, a pochi chilometri da Bari, aperto nel 2008. Il gruppo vanta un totale di 120mila metri quadri di superficie di vendita, con 400 negozi e 200 aziende coinvolte. Il volume d’affari, nel
2011, è aumentato del 7% rispetto al 2010. A fine 2012, con il progetto Street, High & Loft, è previsto l’ampliamento dell’outlet di Molfetta con l’ingresso di merce full price di nicchia legata al concetto urban e lifestyle per un 30% della superficie. Saranno proposti prodotti per skaters, oggetti di design d’avanguardia ed il top della tecnologia, dagli smartphone ai tablet. Ci sarà anche un’area dedicata agli street sport con uno skate park di circa 1.400 metri quadri.
Gestito da Value Retail, il villaggio di Fidenza è l’unica struttura italiana del gruppo. Punta su un consumatore di beni di lusso, informato sulle tendenze fashion, esigente in materia di griffe e qualità del servizio. Nei propri outlet il gruppo presenta un panel selezionato di brand della moda tra cui Armani, Versace, Marni e Missoni o firme più di nicchia come Duvetica o Pinko, tutte con sconti fino al 60%. Scelta a cinque stelle
anche per l’ospitalità: all’interno, ristoranti luxury propongono specialità del territorio, nel corso dell’anno un calendario di eventi legati all’arte, al design ed alla fotografia che spesso coinvolgono personalità del mondo della moda. Inoltre sono offerti servizi Vip, dal trasporto con autista, al personal shopper, al servizio “compra e lascia” per fare acquisti senza i sacchetti appresso, alla suite dedicata ai clienti top.
Gli outlet Fashion District
Il Fidenza Village di Chic Outlet Shopping®
R E T A I L
8 ottobre 201224
L’economia verdeoro corre, spingendo il retail a un profondo rinnovamento. Consolidamento tra gli operatori del settore
ue big, capaci di affermarsi an-
che in contesti internazionali,
e una miriade di operatori for-
temente radicati al territorio di
riferimento. È la fotografia del mercato
retail brasiliano che emerge dalle anali-
si degli addetti ai lavori. Un settore che
inevitabilmente è legato alle dinamiche
congiunturali, che vedono il gigante su-
damericano ai primi posti per la crescita
dell’economia, per alcuni aspetti meglio
posizionato rispetto agli altri Bric (acro-
nimo coniato per identificare le principa-
li economie emergenti: oltre al Brasile,
Russia, India e Cina).
Il Brasile arriva da un periodo di crescita
galoppante della sua economia (+7,5%
nel 2010), che ha tirato il freno (+2,7%)
solo nel corso del 2011, pagando scot-
to al calo della domanda proveniente
da Stati Unti ed Europa. Il progresso ha
portato il Paese sudamericano al sesto
posto per ricchezza prodotta ogni anno
secondo l’ultima rilevazione del Centre
for Economics and Business Research
(Cebr), dietro Stati Uniti,
Cina, Giappone, Germa-
nia e Francia, ma davanti
a Italia e Regno Unito, che
lo precedevano fino a pochi
mesi fa. Una posizione che,
secondo gli analisti dell’isti-
tuto di ricerca britannico,
sarà confermata anche nel
2020, a causa del sorpas-
so da parte dell’India, com-
pensato dall’arretramento
di Luigi Dell’Olio
della Francia. Quest’anno l’economia
nazionale dovrebbe crescere al ritmo
del 2,5-3%, sui livelli degli Stati Uniti,
ma molto meglio rispetto all’Europa, per
poi accelerare al +4% nel 2013. Un risul-
tato che sarà conseguito anche grazie ai
fondi (pari a 53 miliardi di euro, con cui
i privati potranno costruire
10mila chilometri di ferrovie
e 7.500 chilometri di strade
federali attingendo a finan-
ziamenti a tassi agevolati)
messi in campo dal Governo
per favorire il rinnovamento
infrastrutturale e attirare per
questa via investitori inter-
nazionali, oltre dalla politica
fiscale accomodante: a fine
agosto la Banca centrale del
Brasile ha tagliato di mezzo punto i tassi
di interesse che sono scesi così al 7,5%,
il livello più basso di tutti i tempi.
Il mercato retail ha beneficiato negli scorsi
anni della crescita economica, e anche il
rallentamento degli ultimi tempi non sem-
bra aver impattato particolarmente. Me-
rito soprattutto della tenuta dei consumi
delle famiglie, componente determinante
per far uscire il Paese dalla recessione
all’inizio degli anni Duemila, quindi man-
tenutasi su livelli elevati anche in seguito.
Il fenomeno è principalmente dovuto al
progressivo irrobustirsi della classe me-
dia. Secondo uno studio della Getulio
Vargas Foundation, negli ultimi otto anni
ben 33 milioni di persone sono passate
DARIO RIGHETTIpartner
di Deloitte
R E T A I L
8 ottobre 2012 25
LA TOP TEN DEI RETAILER SUDAMERICANI
Classifica continentale e globale, fatturato dell’ultimo anno fiscale disponibile in milioni di dollari
Nel mondo Gruppo Fatturato
(mio $) Paese
1 45 Grupo Pão de Açúcar 18.318 Brasile
2 78 Cencosud 11.791 Cile
3 127 Falabella 7.473 Cile
4 129 Organizaciòn Soriana 7.425 Messico
5 158 Lojas Americanas 5.359 Brasile
6 170 Femsa Comercio 4.933 Messico
7 196 Controladora Comercial Mexicana 4.348 Messico
8 204 Comercial Chedraui 4.142 Messico
9 212 El Puerto de Liverpool 3.845 Messico
10 242 Signet Jewelers 3.437 BermudaFonte: Deloitte
dalla povertà alla classe media, divenendo
quindi consumatori.
“Il mercato retail brasiliano sta vivendo
un momento molto positivo, con un giro
d’affari in crescita del 19% anno su anno
per un totale di 400 miliardi di dollari”,
spiega Dario Righetti, partner di Deloit-
te, responsabile per il Consumer Business.
“La spinta alla crescita non sembra desti-
nata a esaurirsi nel breve, considerato che
le ultime stime parlano di un fatturato a
quota 650 miliardi nel 2016”.
La crescita dei consumi non è, comunque,
omogenea. Molto sostenuta nelle grandi
città come Rio de Janeiro e San Paolo,
dove si stanno affermando modelli di con-
sumo simili a quelli delle economie mature
(con il comparto food&beverage in pole),
stentano invece a decollare nelle provin-
ce più lontane, complice un reddito pro-
capite sensibilmente più basso.
Il mercato è dominato da due big, il grup-
po Pão de Acucar e Lojas Americanas,
ai quali fanno da contraltare decine di
realtà di piccole o medie dimensioni di-
stribuite su un territorio vasto 23 volte
l’Italia e con una popolazione che supera
i 200 milioni. “Per certi versi si ripropone
lo stesso schema che caratterizza l’of-
ferta italiana”, commenta Righetti, “con
pochi big e molte
realtà frammentate,
ma con una cer ta
forza nei territori in
cui operano”.
L’ultima edizione del
Global Powers and
Retailing redatto da
Deloitte, colloca il
Pao de Acucar al 45esimo posto a li-
vello mondiale (primo in Sud America)
per vendite con 18,38 miliardi di dollari,
in una classifica dominata da Walmart
davanti a Carrefour, Tesco e Metro. Il
gruppo, fondato nel 1948 a San Paolo e
attivo in tutti i formati di vendita, dai su-
permercati di quartiere agli ipermercati,
con un’offerta che spazia dall’alimentare
ai prodotti tecnologici, dalla farmaceuti-
ca alla distribuzione di carburanti, fino
agli elettrodomestici, può contare su
1.800 punti vendita nel Paese e centri
logistici a Rio de Janeiro, Brasilia, Forta-
leza, Curitiba, Recife, Arujá e Camacari.
A controllare la società sono, con quote
paritarie, i francesi di Casino e il fondato-
re è Abilio Dos Santos Diniz (immigrato
portoghese negli anni Quaranta), accre-
ditato di un patrimonio personale supe-
riore ai 3 miliardi di dollari, nonché padre
dell’ex-pilota di Formula 1 Pedro Diniz.
Lojas Americanas ha dimensioni più con-
tenute, con vendite per 5,4 miliardi di
dollari, che ne fan-
no il quinto retailer
del Sud America e
il 158esimo a livello
mondiale. Il suo trat-
to distintivo è, però,
un altro: consideran-
do la crescita negli
ultimi cinque anni, il
gruppo brasiliano si piazza al nono po-
sto a livello worldwide, con un progres-
so medio annuo delle vendite al 27,8%
(grazie anche all’acquisizione, nel 2006,
dei negozi brasiliani appartenenti alla ca-
tena Blockbuster). Il gruppo, controllato
dagli imprenditori Jorge Paulo Lemann,
Marcel Telles e Carlos Alberto Sicupira,
conta 465 punti di vendita in 22 Stati
brasiliani con un assortimento di 80mila
prodotti, appartenenti a 4mila aziende.
Ci sono spazi per i retailer italiani nel Pa-
ese verdeoro? “Non vedo grandi possibi-
lità”, risponde Righetti. “I nostri operatori
potrebbero essere interessati a crescere
oltreconfine, ma è più facile che si orien-
tano verso Paesi più vicini. In ogni caso,
un’espansione in Brasile richiederebbe
investimenti ingenti”. Diverso il discorso
per quanto concerne i produttori. “L’Italia
mantiene un grande appeal sui prodotti
industriali, chimici e dell’alimentare”, spie-
ga l’esperto. “Inoltre molte nostre aziende
hanno fatto negli ultimi anni grandi pro-
gressi sul fronte della responsabilità so-
ciale e della sostenibilità ambientale. Temi
al momento avvertiti solo da una nicchia di
mercato nel Paese verdeoro, ma destinati
a crescere di importanza”.
Infine, quanto ai possibili sviluppi dell’of-
ferta, per Righetti è verosimile che “si as-
sisterà a un processo di concentrazione
man mano che il mercato diventa matu-
ro. Nel retail, caratterizzato da margini ri-
stretti, le dimensioni sono fondamentali
per generare economie di scala. Qualcosa
del genere si è visto in passato in molti
mercati maturi e lo stesso dovrebbe av-
venire nei Bric”.•
La rassegna sul retail nei Paesi emergenti (Bric) proseguirà nei prossimi numeri. La seconda puntata riguarderà la Russia
il mercato
retail
raggiungerà
i 650 mld $
nel 2016
R E T A I L
8 ottobre 201226
Articolati e ben strutturati i percorsi formativi predisposti dalla cooperativa al fine di creare maggiore distintività
a distintività per Conad Adriatico
è rappresentata dalla qualità del
servizio offerto. Ecco perché “l’arte
del servizio” si trova al centro delle
iniziative di formazione della cooperati-
va, per le quali investe circa un mio eu-
ro all’anno (un sesto del risultato netto
dell’azienda). “Da una parte dobbiamo
preservare la catena del servizio, spiega
il direttore risorse umane Conad Adriatico
Lino Fioravanti, che parte dalla coopera-
tiva e coinvolge lo store e poi il consuma-
tore; dall’altra c’è il pdv come ‘piattaforma
relazionale’, quindi un servizio che va oltre
gli aspetti tecnici, per coinvolgere quelli
relazionali e umani”.
Come il padre in una famiglia, le figure api-
cali devono essere coinvolte per prime, per
diventare a loro volta allenatori nel proprio
campo. “Il socio deve essere il primo tifo-
so di questo modello, se vogliamo davve-
ro trasferirlo a tutti -prosegue Fioravanti-.
di Barbara Trigari
Il processo è partito nel 2008 con questa
presa di coscienza ed è sfociato nel 2011
in un progetto mirato a rendere concreto lo
slogan ‘artisti della qualità e maestri della
convenienza’. Il 2012 sarà stato l’anno del-
la ricerca, il 2013 quello del trasferimento
degli insegnamenti, e finalmente nel 2014
la realizzazione del percorso”.
“Siamo partiti già nel 2008 creando dei ma-
nuali che rappresentassero le conoscenze
merceologiche, le competenze di gestione
e lo store management -spiega Fioravanti-
ma ci siamo accorti che mancava l’anima,
appunto l’arte del servire come differenziale
competitivo. Quindi nel 2012 abbiamo intra-
preso la ricerca degli elementi di eccellenza
definibili come ‘comportamenti artistici’ at-
traverso i laboratori, ovvero gruppi composti
da soci, caporeparti, collaboratori con molta
passione per il proprio lavoro. I risultati ver-
ranno usati come modello per la formazione
da trasferire a tutti i pdv”.
Conad MP (Miglioramento delle Performan-
ces) è un software creato ad hoc e condiviso
in rete tra i soci, basato su 160 indicatori di
tenuta del pdv declinati in una scala oggetti-
va. Infatti “Basarsi solo sul conto economico
a consuntivo significava limitarsi al passato,
chiarisce Fioravanti, mentre desideravamo
costruire uno strumento che modificasse il
comportamento e strutturasse il risultato
futuro”. Non un metodo d’ispezione, ma lo
strumento principale del socio per verificare
la tenuta ottimale del proprio pdv, e risolvere
subito se un indicatore non corrisponde, pri-
ma del consuntivo di fine mese. Tra gli altri
strumenti di misurazione, Cliente Misterioso
rileva il livello di servizio percepito dal clien-
te, e Bravo Conad premia i migliori reparti.
La formazione teorica avviene in sede o in
aule mobili allestite presso organizzazioni
di categoria o strutture private sul territorio
della cooperativa (che è molto esteso), per
facilitare chi deve fruirne. Per la rete vendita
ci sono pdv scuola e collaboratori-docenti
coordinati dal progetto Distacchi & Suppor-
ti. I primi sono rivolti ai nuovi collaboratori
distaccati presso pdv modello per l’adde-
stramento; i secondi coinvolgono i nuovi pdv
presso i quali vengono distaccati collabora-
tori-formatori che assumono quindi il ruolo
di tutor verso gli allievi. In più, la cooperativa
si avvale di quattro consulenti per l’ideazio-
ne delle attività di formazione. “Investire
molto nella formazione è nella logica della
cooperativa, che per missione deve tutelare
il patrimonio comune per tramandarlo nel
tempo”, conclude Fioravanti.•
Uno dei laboratori attivati
da Conad Adriatico
nell’ambito del progetto
Arte del servizio, alla ricerca dei comportamenti
d’eccellenza
ovità in casa Agras Delic: si tratta di ADoC Day by Day,
linea dedicata al segmento premium che abbina l’alta qualità a un prezzo conveniente. Grazie alle nuove referenze, i padroni di gatti e cani, il cui budget non consente un’alimentazione esclusiva o prevalente con ADoC-linea naturale, possono affidarsi al brand AdoC Day by Day per la “pappa” quotidiana dei pet, sempre di qualità, ma meno costosa. La nuova linea si compone di buste da 85g per il gatto (disponibili in quattro referenze: coniglio, pollo e prosciutto, salmone, Sterilized con pollo) e di buste da 100g per il cane (in due referenze: pollo e coniglio, vitello e ortaggi), e offre tanti vantaggi: gli ingredienti sono cotti al vapore; non sono ammessi conservanti e coloranti; sono presenti, nella composizione, vitamine, biotina, omega3. Per le specifiche esigenze dei gatti sterilizzati è stata anche creata l’apposita referenza “Sterilzed”. La golosa referenza “con salmone” può vantare il logo MSC (che attesta la provenienza da una zona di pesca gestita secondo criteri sostenibili).
info
rmaz
ione
com
mer
cial
e
www.adoc.it
8 ottobre 201228
R E T A I L
ri del commercio elettronico, ma anche e
forse soprattutto al dettaglio fisico, che
può utilizzare la sua rete di punti di vendi-
ta come network di ritiro di beni ordinati
online.
Un esempio interessante in tal senso è
Chronodrive in Francia, che permette di
ordinare la spesa online e andarla a ritirare
in supermercati particolarmente comodi
da raggiungere con la garanzia di Arval in
auto entro cinque minuti, già pagata ed
insacchettata. Altro esempio basato sullo
stesso concetto di integrazione fisico-vir-
tuale è quello dei negozi Tesco Homeplus
in Corea, dove e possibile ordinare e pa-
gare la spesa nelle stazioni della metro-
politana di Seoul scannerizzando con lo
smartphone i codici QR stampati su foto
dei prodotti affisse sulle pareti per poi ri-
tirare la spesa all’arrivo presso il pdv della
catena più comodo per il consumatore fra
quelli che offrono il servizio.•
no dei problemi che più frequen-
temente rendono meno piace-
vole l’esperienza dello shopping
online è quello della consegna a
domicilio. Questa avviene in orario di la-
voro, quando il cliente non è a casa per
poterla ricevere e a quel punto bisogno
ricontattare il corriere per concordare la
nuova consegna o, in caso di nuovo fal-
limento, bisogna ritirare la merce in zone
spesso piuttosto scomode da raggiungere.
Al fine di risolvere anche questo problema,
Amazon.com sta testando una soluzione
molto semplice ed efficace. Si tratta della
possibilità di farsi spedire la merce in sta-
zioni di consegna automatizzate comode
da raggiungere e dove è possibile ritirare la
merce all’ora più conveniente per il cliente.
Le stazioni di consegna (Amazon Delivery
Lockers) altro non sono che delle postazio-
ni di armadietti corazzati, simili a quelli do-
ve è possibile lasciare i bagagli all’interno
delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti.
Per garantire il massimo di sicurezza ed
accessibilità, esse sono situate all’interno
di pdv di terzi aperti per la maggior parte
della giornata, come i super di quartiere
o addirittura 24 ore su 24, come alcune
farmacie e i 7 Eleven.
L’utilizzo del servizio è semplice. Al mo-
mento del check out, quando si deve sce-
gliere l’indirizzo di consegna, si può vedere
utilizzando il codice di avviamento postale
se il servizio è disponibile in una zona co-
moda per l’acquirente. Nel caso in cui sia
disponibile e se il pacco da consegnare
è compatibile con le dimensioni degli ar-
madietti, si sceglie il luogo dove andare a
ritirarlo. Una volta che la consegna è stata
effettuata, Amazon.com avverte il cliente
tramite una email che contiene un codice
da utilizzare per il ritiro. Con il codice ci si
reca alla stazione di consegna e tramite
un touch screen si immette il codice di
sblocco nel sistema. A quel punto l’ar-
madietto contenente il pacco si apre e si
può effettuare il ritiro. La merce rimane a
disposizione per ritiro per i tre giorni suc-
cessivi alla consegna. In caso di mancato
ritiro, essa viene ritirata da Amazon.com,
che rimborsa il cliente.
Attualmente le stazioni di consegna Ama-
zon si trovano a Seattle, dove sono state
testate per la prima volta, a New York e a
Londra. Se il servizio dovesse aver suc-
cesso esso sarà probabilmente esteso ad
altre città, presumibilmente partendo da
quelle più grandi e densamente popolate.
Queste soluzioni integrate fisico-virtuali
non portano benefici solo agli operato-
Create delle stazioni di consegna situate all’interno di store di terzi aperti per buona parte del giorno
di Fabio Salvati
Vista generale e touch screen di un Amazon Locker all’interno di uno storedella catena di farmacie Rite Aid a Manhattan, NYC
Da oltre 40 anni Bayernland vi garantisce un vasto assortimento di prodotti sani e naturali con ottimo rapporto qualità-prezzo. Vi offre una ricca gamma di specialità prodotte in latterie modernissime, utilizzando il ricco ed aromatico latte dei pascoli Bavaresi.
Il risultato è un’ampia scelta di prodotti dal sapore delicato e dalla freschezza garantita.
Da un latte ricco, sano ed aromatico…
Scopri il nostro vasto assortimento!
Bayernland S.r.l. - 39049 Vipiteno (BZ) Via Passo Giovo - Tel. 0472 723 111 - Fax 0472 766 642 - [email protected]
www.mediamacs.com
8 ottobre 201230
R E T A I L _ sv i luppo re t i
LOCATION
È all’interno dell’area com-
merciale La piazza di Ermes,
di fronte alla villa comunale
lungo la principale via di ac-
cesso della città, facilmente
raggiungibile dall’autostrada e
da tutte le direttive di collega-
mento dei paesi limitrofi. Baci-
no di utenza potenziale 60.000
abitanti nell’arco di 15 minuti
di percorrenza automobilistica
standard.
CONCORRENZA
Sono attivi in zona due pdv
Eurospar, un pdv Interspar, un
pdv Despar Express, due pdv
Sisa, quattro pdv Conad City,
un pdv Lidl, un pdv Eurospin,
un pdv Ard Discount, due pdv
soft discount locali, due pdv
drug store.
LAYOUT
Sposa la linea tradizionale
dell’insegna.
OFFERTA
Sono circa 8.000 gli articoli in
vendita, per il 90% alimentari.
SERVIZI
Orario: lun-dom 9,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
La barriera casse è formata
da cinque postazioni. L’orga-
nico operativo è composto da
25 addetti.
Ottica
Via Italica
Lido di Camaiore (Lu)
219 mq
Avanzi
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
Ad angolo con via Aurelia, sulla
strada provinciale 1.
Superstore
Viale Corsica 21
Milano
2.500 mq
Groupe Auchan
DATA DI APERTURA
29 agosto 2012
LOCATION
Ubicato nella zona est del ca-
poluogo lombardo, ad angolo
con via Terenzio. A poche de-
cine di metri sono presenti la
fermata dell’autobus Campa-
nia Corsica e del tram 22 Mar-
zo Campania.
CONCORRENZA
Nello stesso bacino d’utenza
gravitano due pdv a insegna
Unes, un Pam e un Coop.
LAYOUT
In linea con la politica del grup-
po, il pdv nasce con particolare
riguardo verso l’ambiente che
si concretizza nell’utilizzo degli
accessori d’arredo in materiale
riciclato e nei vari accorgimen-
ti tecnici. Al suo interno ha la
zona Pausa snack, un’area ri-
storo con rete wireless attiva
e gratuita.
OFFERTA
Conta un assor timento di
14.000 referenze.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-20,30;
domenica 9,00-19,00. È do-
tato di un parcheggio con più
di 670 posti auto. Inserite lun-
go il percorso la postazione
ScontoSì che emette sconti
last minute; la postazione “La
nostra gastronomia” che forni-
sce oltre al Libro degli ingre-
dienti, utili suggerimenti culi-
nari, e la postazione La nostra
enoteca che offre consigli per
l’abbinamento piatti–vini. Pre-
sente anche il Simply24Ore, un
distributore automatico aper-
to 24 ore su 24, con oltre 100
prodotti di prima necessità,
per acquisti durante l’orario di
chiusura.
ADDETTI E CASSE
Ha nove casse tradizionali po-
ste in barriera (tra cui la cassa
prioritaria per disabili e donne
in gravidanza), sei casse self-
service Cassamica e due cas-
se self-scanning Contorapido.
Supermercato
Via Dante Alighieri 6
Mira (Ve)
871 mq
Coop Adriatica
DATA DI APERTURA
23 agosto 2012
LOCATION
Locomotiva alimentare del
centro commerciale Mirasole.
Si trova in una zona centrale
a pochi metri da via Nazio-
nale.
CONCORRENZA
Non insistono concorrenti di-
retti in zona.
LAYOUT
Riapre dopo i lavori di ristrut-
turazione che hanno riguardato
l’intera struttura. Nella nuova
disposizione degli spazi, l’in-
gresso si affaccia sul banco
della pescheria, completa-
mente ristrutturato e decora-
to con motivi che ricordano il
mare; il percorso sfila poi verso
la piazzetta dell’ortofrutta, per
raggiungere infine il banco dei
latticini con l’isola promoziona-
le dei prodotti caseari. Per il rin-
novamento del pdv la Coopera-
tiva ha investito 830 mila euro.
OFFERTA
I prodotti freschi sono compo-
sti da 1.300 referenze. Generi
vari, prodotti non alimentari
e surgelati ne contano altre
4.800.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-20,00.
ADDETTI E CASSE
Occupa 29 lavoratori e ha sei
casse attive in barriera più una
inserita nel reparto pescheria.
Superstore
Viale Roma 72
Castelvetrano (Tp)
1.500 mq
Comediterraneo srl (socio
Sicilconad Mercurio)
DATA DI APERTURA
9 agosto 2012
IPERMERCATI: 350
MQ 1.836.924
SUPERMERCATI: 1.797
MQ 1.717.015
ALTRI: 3.968
MQ 1.239.034
AREA NIELSEN 1
IPERMERCATI: 200
MQ 1.649.157
SUPERMERCATI: 1.831
MQ 1.649.157
ALTRI: 3.793
MQ 1.114.701
AREA NIELSEN 2
* Dati aree da: Guida Nielsen Largo Consumo, edizione gennaio 2012
di A. Bonaccorsi
IPERMERCATI: 150
MQ 779.145
SUPERMERCATI: 2.739
MQ 2.065.999
ALTRI: 7.204
MQ 1.984.229
AREA NIELSEN 4
NON FOOD
sv i luppo re t i _ R E T A I L
8 ottobre 2012 31
CONCORRENZA
A più di un chilometro sono
presenti due pdv a insegna Vi-
sion store.
LAYOUT
Non si discosta dal consueto
format dell’insegna.
OFFERTA
Comprende 576 prodotti più
gli articoli in esposizione nel
corner Solaris.
SERVIZI
Orario: lunedì 16,00-20,00;
mart-ven 9,30-12,30 e 16,00-
20,00; sabato 9,00-13,00 e
16,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
Il team operativo è formato
da quattro addetti. Attive due
casse.
Ottica
Via Emilia Levante 8/10
Cesena
153 mq
Avanzi
DATA DI APERTURA
4 agosto 2012
LOCATION
Si trova in zona periferica, sul-
la strada statale 9.
CONCORRENZA
Non ci sono concorrenti nella
stessa zona.
LAYOUT
Riapre dopo il rebranding da
Mister Optik e rimane in linea
con la filosofia aziendale.
OFFERTA
In assortimento sono presenti
832 articoli.
SERVIZI
Orario: lunedì 16,00-20,00;
mart-ven 9,30-12,30 e 16,00-
20,00; sabato 9,30-13,00 e
16,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
Per le operazioni di pagamen-
to è presente una cassa.
Arredamento
Via Regolizie snc
San Giovanni Teatino (Ch)
32.000 mq
Ikea
DATA DI APERTURA
30 agosto 2012
LOCATION
È a ridosso del casello auto-
stradale Pescara Ovest-Chieti.
CONCORRENZA
Non ha competitor che gra-
vitano nello stesso bacino di
utenza.
LAYOUT
In linea con il format dell’inse-
gna. Il pdv si estende su due
piani e segue le direttive per
un basso impatto ambientale:
produce il 22% dell’energia
elettrica necessaria, grazie
all’installazione sul tetto di un
impianto fotovoltaico di 6.952
moduli di silicio cristallino. La
produzione annua stimata di
energia elettrica è pari a circa
886.000 kW. L’illuminazione
esterna del parcheggio è ga-
rantita da torri faro led che
riducono il consumo di ener-
gia di circa il 60% rispetto a
quelle tradizionali. Anche l’il-
luminazione interna utilizza
faretti led 15W, consentendo
un risparmio di circa 100.000
kWh/anno.
OFFERTA
Sono oltre 10.000 gli articoli in
assortimento.
SERVIZI
Orario: lun-dom 10,00-20,00.
Il parcheggio gratuito può
ospitare fino a 1.250 posti,
ma è potenziabile fino a 1.500.
All’esterno del punto di vendita
è attivo un servizio gratuito di
erogazione di acqua potabile
naturale e frizzante dedicato ai
soci di Ikea family.
ADDETTI E CASSE
La barriera checkout è compo-
sta da 27 casse, di cui 16 self-
service. La squadra di lavoro
conta 206 dipendenti.
Elettronica di consumo
Via Massa Avenza 32
Massa
1.334 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
È tra le medie superfici del
centro commerciale Mare
Monti, realizzato in zona pe-
riferica.
CONCORRENZA
Nello stesso centro commer-
ciale è attivo Game 7.
LAYOUT
Acquisito da Eldo, il pdv, com-
pletamente rinnovato, non si
discosta dal tradizionale for-
mat dell’insegna.
OFFERTA
Circa 7.000 item.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-21,30;
domenica 9,00-21,00.
ADDETTI E CASSE
Impiega 22 dipendenti e ha
una barriera casse con quat-
tro postazioni.
Elettronica di consumo
Corso Mortara 24
Torino
2.300 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
18 agosto 2012
LOCATION
In galleria al centro commer-
ciale Snos. È ubicato poco di-
stante dalla stazione Dora. La
via interseca corso Svizzera.
CONCORRENZA
Attivo in galleria un Game Stop.
LAYOUT
Cambio d’insegna per l’ex pdv
Eldo che riapre dopo i lavori di
ristrutturazione seguendo la
tradizione dell’insegna.
OFFERTA
Circa 8.000 prodotti.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-20,30;
domenica 9,00-20,00. Dispo-
nibili circa 500 posti nel par-
cheggio coperto del centro.
ADDETTI E CASSE
Occupa 20 lavoratori.
Attive cinque casse.
Elettronica di consumo
Strada statale 16
Lecce
1.460 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
Aperto all’interno del centro
commerciale Cavallino costrui-
to in zona periferica al chilome-
tro 962,7 della strada statale
Lecce-Maglie. La via interseca
la strada statale 94.
CONCORRENZA
Assente.
LAYOUT
Rinnovato nel layout e
nell’esposizione dell’offerta,
il pdv (ex Eldo) segue la linea
aziendale.
OFFERTA
Offre 7.000 articoli in vendita.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-21,30;
domenica 10,00-21,30.
ADDETTI E CASSE
I dipendenti sono 19 e quattro
le casse.
I N D U S T R I A
8 ottobre 201232
Moderna, eclettica, forte e determinata. Per tutte queste qualità dallo scorso maggio Violante Placido è entrata a far parte della schiera di celebrity che hanno prestato il volto in passato a L’Oréal Paris. Per la giovane attrice si è trattato di un esordio come testimonial di Revitalift Total Repair 10 BB Cream in una campagna firmata McCann Erickson (direzione creativa di Maïté Winternheimer) veicolata su stampa da prima dell’estate e quindi in tv da settembre. Per lei, come nel caso di altre star, la multinazionale francese non ha previsto solo un ruolo in pubblicità, ma anche la rappresentanza in alcuni eventi di rilevo internazionale, a partire dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove Violante ha sfilato sul red carpet dell’inaugurazione in qualità di ambasciatrice L’Oréal Paris.
Da quest’anno Maria Grazia Cucinotta presta il volto alla campagna dedicata alla linea Penta5 di Planter’s. L’attrice siciliana, grazie alla sua esplosiva bellezza mediterranea all’insegna della naturalità, incarna i valori del marchio italiano nella cosmetica naturale e, in particolare, i benefit di questa linea anti-age all’acido ialuronico. Veicolata su stampa periodica femminile beauty, natural e fashion, la campagna è stata realizzata dal reparto creativo interno dell’azienda genovese. L’utilizzo dell’attrice anche in questo caso non è confinato all’advertising classico, dal momento che la partnership con il marchio genovese comporta la sua partecipazione ad eventi e l’impiego della sua immagine anche sui materiali in-store.
te in crescita nella cosmesi, perché rap-
presentano una fonte d’ispirazione per le
italiane che sempre di più vedono in loro
un modello di bellezza accessibile. Sono
donne che mettono anche a dura prova
la loro pelle e i loro capelli per apparire
sempre al meglio, quindi chi meglio di
loro può mostrare i risultati delle perfor-
mance di prodotto? Vittoria Puccini che
abbiamo scelto per Pantene Aqua Light, è
una donna raffinata, ma anche semplice
e naturale, in sintonia con i valori di un
marchio come Pantene, che ha l’obiet-
tivo di far splendere tutte le donne”.
Stéphane Grenier, direttore di marca
di L’Oréal Paris Italia, sottolinea invece
e una volta la cosmesi era so-
prattutto retaggio di top model
professioniste o star straniere
note su scala mondiale, qual-
cosa nel settore beauty sta cambiando:
sono sempre di più le attrici italiane che
si ritagliano un ruolo di spicco nella co-
municazione pubblicitaria.
Un trend evidenziato dalla scelta di
grandi brand di puntare su promesse di
talento o su artiste già affermate come
testimonial di campagne di comunica-
zione. Come si spiega il fenomeno? Per
Paolo Zilianti, brand manager haircare
di Procter & Gamble Italy: “L’utilizzo di
testimonial italiane è un trend sicuramen-
Cinema e bellezza: un connubio di successo per le aziende cosmetiche, sempre più propense a eleggere come brand ambassador i volti del cinema nostrano
di Laura Brivio
VIOLANTE PLACIDO AMBASCIATRICE DI L’ORÉAL PARIS
MARIA GRAZIA CUCINOTTA È L’IMMAGINE DI PENTA5 DI PLANTER’S
I N D U S T R I A
8 ottobre 2012 33
Non è la prima volta che Pantene, brand hair styling di Procter & Gamble, si affida a un’attrice italiana per la comunicazione della linea Aqua Light che promette di dare volume e lucentezza ai capelli più fini. La sofisticata attrice fiorentina, da quest’estate designata nuovo volto della gamma, raccoglie infatti il testimone dalla collega attrice Nicoletta Romanoff, che due anni fa aveva supportato l’esordio sul mercato di questa specifica linea. Artista affermata in televisione e al cinema, Vittoria Puccini è la protagonista di una campagna a cura dell’agenzia Grey che ha preso il via da luglio e che si articolerà su vari media, tra cui la televisione, con uno spot in cui l’artista spiega come fa a mantenere i capelli sani e lucenti nonostante i frequenti cambi di acconciatura a cui si sottopone per ragioni di set.
La non ancora trentenne ma già nota attrice Martina Stella dallo scorso aprile è testimonial della campagna stampa Veet ideata da Euro RSCG Milano. Per il lancio dello scalda cera elettrico Veet EasyWax, nuovo prodotto che permette di ottenere risultati professionali a casa propria garantendo gambe lisce fino a quattro settimane, la decisione del management del gruppo Reckitt Benckiser e del team d’agenzia è stata quella di affidarsi a un volto giovane e sexy per interpretare una donna molto femminile, dinamica e solare. All’annuncio stampa, che ha affiancato un soggetto televisivo realizzato internazionalmente dove l’attrice toscana invece non compare, hanno lavorato i fotografi Cristina Dell’Oro e Gabriele Inzaghi, l’art Gianluigi Diana e la copywriter Cristiana Lavanga.
che il brand d’oltralpe è vicino al cinema
in tutto il mondo, non solo in Italia: “La
passione e il rispetto per i suoi valori han-
no reso possibile le collaborazioni con
grandi eventi cinematografici internazio-
nali: da Venezia a Cannes, da Berlino a
Shanghai. Il cinema e L’Oréal Paris hanno
in comune la passione per l’arte e la bel-
lezza, il riconoscimento per il talento e la
creatività. La bellezza candida e al tempo
stesso seducente, unitamente alla sua
personalità singolare, fanno di Violante
Placido la perfetta ambasciatrice per il
nostro brand. Mentre il claim ‘Perché voi
valete’ di L’Oréal Paris cambia sfumatura
a seconda della testimonial, che lo espri-
me a suo modo, con il proprio stile, at-
teggiamento, carattere. Questo è ciò che
costituisce la nostra forza che si alimenta
in universi differenti”.
L’italianità dell’ambassador è stata “ob-
bligata” per Planter’s, la cui scelta per
il lancio di Penta5 è stata di trasmet-
tere con una stella del nostro cinema
la naturalità, la qualità e, non ultimo, le
radici tricolori del brand che si sta affer-
mando anche all’estero: “Maria Grazia
Cucinotta è una delle attrici che meglio
rappresentano l’Italia nel mondo -spie-
ga Marco Scandroglio, direttore gene-
rale di Planter’s- e che potremmo senza
dubbio definire ‘ambasciatrice del Made
in Italy’. Inoltre, sposa perfettamente la
filosofia della nostra azienda, da sem-
pre al fianco delle donne che, come lei,
scelgono la naturalità per valorizzare la
loro bellezza”.
Non ravvisa invece un trend emergente
Alessandro Romano, direttore creativo
di Euro RSCG Milano, la sigla che ha re-
alizzato la campagna stampa Veet Easy-
Wax con Martina Stella: “Non registro un
particolare strapotere di attrici italiane:
in questo momento ho in mente Violante
Placido per L’Oréal Paris e, per prodot-
ti non beauty, Sabrina Ferilli e Stefania
Sandrelli. Vedo invece affermarsi la pre-
senza di atlete e showgirl. Per noi Mar-
tina Stella non è solo due belle gambe:
oltre a essere una testimonial conosciu-
ta e apprezzata dal nostro target, sosti-
tuisce lo stereotipo della modella, un po’
finta per definizione. Sono vari gli esempi
-e non da ieri- di testimonial attrici che
hanno preso il posto delle classiche mo-
delle: è un modo per dare più personalità
e concretezza al prodotto e al brand. Il
concetto è ‘lo comunico perché lo utilizzo
anch’io e lo apprezzo’ e non ‘lo comunico
solo per fartelo comprare’”.
Dal reparto creativo interno di Planter’s
mettono tuttavia in guardia dal rischio
dell’effetto boomerang: “Da sempre il te-
stimonial in pubblicità è una leva forte
ed efficace ma, quando usata in manie-
ra inadeguata, può rivelarsi addirittura
controproducente. Nel nostro caso la
scelta è stata fatta in un’ottica di po-
sizionamento del brand, dal momento
che Maria Grazia Cucinotta è più di una
testimonial: incarna i valori di marca, ne
certifica la qualità, ne valorizza le carat-
teristiche. Se sia in atto un vero trend
legato all’utilizzo di attrici italiane nel-
la cosmesi è difficile dirlo, ma di certo
Planter’s si è mossa in anticipo”.•
MARTINA STELLA SU STAMPA PER IL LANCIO DI VEET EASYWAX
VITTORIA PUCCINI NUOVA TESTIMONIAL DI PANTENE AQUA LIGHT
I N D U S T R I A
8 ottobre 2012 35
Le Emiliane, confermano la vivacità del leader che segmenta l’offerta anche nell’ottica di crescere all’estero
on novità, ma innovazioni. Sta
in questo semplice assunto,
all’apparenza solo un gioco di
parole, lo spirito fondante che
muove Barilla sul mercato della pasta.
Un mercato maturo, presidiato, con forti
tensioni sul prezzo, ma nel quale il grup-
po alimentare parmense mantiene alta
l’attenzione, infondendo nei prodotti e
nella marca l’insieme di quei valori da
sempre background della sua attività. Il
lancio di nuovi formati di pasta all’uovo a
marchio Le Emiliane è il pretesto per una
chiacchierata con Giuseppe Morici chief
marketing officer di Barilla, che illustra
quali sarà la strategia nel futuro a breve.
“Innovare nella pasta -spiega- è molto
di Davide Bernieri
complesso perché in Italia si
aggiungono anche dimensio-
ni culturali e sociali radicate
da secoli. Ma non è impossi-
bile: pensiamo al contenuto
di servizio, cioè della como-
dità e della rapidità, che ha
messo in discussione i mo-
delli alimentari tradizionali
in tutto il mondo. Inoltre,
non va sottovalutato il ruolo
del packaging, come driver
continuo di nuove iniziative e di nuove
frontiere di conservazione o di servizio.
Servizio e packaging, non a caso, sono
due elementi portanti del lancio dei no-
stri piatti pronti all’italiana in Usa e in
Europa (un buon piatto di pasta pronto
al microonde in solo un minuto). Ecco, noi
in Italia vorremmo guidare questo cam-
biamento e non subirlo”.
Il localismo/regionalismo si mantie-ne un valore fondante per voi?Riuscire a rimanere fedeli a se stessi e,
al tempo stesso, raggiungere tutti i paesi
del mondo e soddisfare le esigenze di
persone molto diverse tra loro, è senz’al-
tro un esercizio difficile. Noi affrontiamo
questa sfida distinguendo tra i valori
di fondo della marca -che
vogliamo che rimangano
sempre fedeli alla nostra
identità- e le abitudini di
consumo delle categorie
nei diversi angoli del mon-
do, cui noi, invece, dobbia-
mo adattarci. Dunque la no-
stra marca è e sarà sempre
ispirata al sentimento delle
relazioni famigliari, al valore
dell’alimentazione sana ed
equilibrata della tradizione mediterranea
e al senso dell’amore per le cose belle
che distingue da sempre l’Italia nel mon-
do. Ma attorno a questi valori di fondo
dobbiamo essere in grado di costruire un
universo di prodotti che siano in grado di
entrare nelle abitudini quotidiane della
classe media di tutto il mondo.
Che spazio esiste sui mercati interna-zionali per l’accoppiata pasta/sugo pronto e come pensate di andarlo a conquistare?In tutto il mondo -in un modo o in un
altro- si mangia la pasta. Non in tutto il
mondo però la si mangia con il sugo di
pomodoro: in alcune parti dell’Asia, come
ad esempio la Cina, il sugo al pomodoro
come lo intendiamo noi è praticamente
inesistente. Dunque la nostra missione
in Occidente è quella di spingere al mas-
simo il concetto di pasta e sughi Baril-
la insieme, come emblema del piatto di
pasta all’italiana nella sua dimensione
più autentica, portata nei mercati locali
dal più grande produttore di pasta e di
sughi italiano. Nei mercati invece dove il
concetto è completamente sconosciuto,
come in Cina, dovremo da un lato prima
affermare il modello della pasta all’italia-
na e delle sue caratteristiche distintive e
poi -solo dopo- arriveremo al concetto di
piatto di pasta con il sugo.•
GIUSEPPE MORICI
chief marketing officer di Barilla
Un investimento di 40 milioni di euro e una struttura ipertecnologica che impiegherà 120 addetti, su due linee di produzione. Barilla ha presentato il nuovo stabilimento per la produzione di sughi pronti realizzato nell’area di Rubbiano (Pr) nella quale il gruppo parmense detiene già un’unità produttiva.
Nuovo stabilimento per i sughi pronti
INFORMAZIONE COMMERCIALE
PAN&CO, azienda leader per soluzioni globali per il repar-to panettiera della GDO, pre-senta i risultati di un’ampia e approfondita indagine svolta sull’intero territorio naziona-le. Quest’analisi è l’ultima parte di una ricerca di mer-cato in più fasi, eseguita dal 2010 a oggi.
“Con quest’ultima analisi ab-biamo valutato il livello di gra-dimento dei reparti panetteria delle catene di supermercati ed ipermercati in Italia. L’intento è quello di offrire assistenza ai nostri clienti su come migliora-re il loro reparto panettiera. Per questo sono stati intervistati coloro che decidono dove ac-quistare il pane, i consumatori”, spiega Emanuele Bassi, ammi-nistratore delegato di PAN&CO Italia.
-to del reparto panetteria delle principali insegne della GDO in termini di varietà, bontà, qua-lità, freschezza, esposizione e packaging dei prodotti?
-one al reparto panetteria di chi compra abitualmente nelle va-rie insegne?
Player che operano sullo stesso territorio?
rendere l‘offerta del proprio re-parto panetteria più attraente per il consumatore?
-segne prese in esame: Coop, Conad, Despar, Esselunga, Iper, Pam, Famila, A&O, Alì, E.Leclerc e Simply. La ricerca è stata poi suddivisa in base alle aziende che operano nelle varie aree
canali e formati di vendita.
I risultati di questa indagine sono stati in alcuni casi sorpren-denti. “Ad esempio, un dato che, seppur con qualche eccezione, contraddistingue molte insegne della GDO è che una percentua-
-lizzati, comunque non compra il pane nel punto di vendita dove abitualmente effettua gli ac-quisti”, illustra Emanuele Bassi.
“Interpretando le opinioni, esi-genze e richieste dei consuma-tori, e grazie alla conoscenza che abbiamo sia dei trend di vendita che del mercato , siamo in grado di rispondere ad alcu-ne domande fondamentali sug-li scenari futuri del comparto pane”, continua Bassi:
-ne di supermercati per invertire la tendenza che vede un’ampia fetta dei propri clienti non ac-quistare il pane nei loro pdv e per vincere la concorrenza sia degli altri Retailer che delle pa-netterie tradizionali?
-dita nei prossimi anni?
aumentare la loro dinamicità a fronte di esigenze dei consuma-tori difficili da decifrare e di un mercato sempre più vario?
Le aziende che sono interessate a ricevere ulteriori informazioni sui contenuti dell’analisi pos-sono contattare direttamente PAN&CO.
I N D U S T R I A
8 ottobre 2012 37
Per distinguersi, l’azienda declina il valore della qualità ad un triplice livello: prodotto, servizio, comunicazione
orte legame con la
tradizione culinaria
e talento indiscusso
per l’innovazione di
prodotto. Sono i plus com-
petitivi che, dal lontano
1889, fanno di Ballarini una
realtà di riferimento nei seg-
menti medio-alto e premium
degli strumenti di cottura
antiaderenti. L’azienda, che
rappresenta una delle realtà
produttive di maggior rilievo in Europa,
grazie ad un output intorno ai 12 milioni
di pezzi l’anno, realizza un’elevata per-
centuale del proprio fatturato all’estero
(oltre il 70%) e, relativamente al mercato
interno, canalizza quasi i 2/3 delle ven-
dite nelle superfici della gdo.
Oggi, in una fase certamente poco bril-
lante per i consumi di casalinghi, Balla-
rini si sta distinguendo dai competitor
attraverso prodotti inediti, partnership
virtuose con il trade, comarketing mirati,
sponsorizzazioni etiche ed altro ancora.
“L’intento è quello di costruire gamme
mirate sulle specifiche aree di necessi-
tà dei nostri clienti -spiega Luc Lagorce,
responsabile divisione grande distribu-
di Patrizia Pagani
zione- enfatizzando i conte-
nuti di qualità del prodotto
ma curandone il corretto
posizionamento di prezzo e
supportando il tutto con un
servizio puntuale e persona-
lizzato a livello di pezzature
minime, tempi e modalità di
consegna, attività in store,
ecc.”. L’azienda mantovana,
fra l’altro, da tempo collabo-
ra strettamente con i gruppi
della gdo anche sul fronte del copacking
di pentolame con private label ed anche
attraverso altre iniziative delle insegne,
come le collection.
Il mondo della cucina, in effetti, possiede
un grande atout: la percezione di utilità
che i prodotti stessi riescono a veicolare.
Ecco perché, nonostante la crisi, nei di-
versi canali distributivi pentole e stampi
da forno conservano un discreto appeal
presso i consumatori. Ballarini, nello spe-
cifico, in questa fase continua a lavora-
re sullo strumento di cottura “vestito”:
un esempio è il progetto “Cookin’Italy”,
concretizzatosi finora in una gamma di
sei scatole regalo tematiche –contenenti
strumenti di cottura in alluminio antia-
ANTIADERENTE BATTE CERAMICO?
Superato definitivamente il problema della sicurezza, continua comunque la competizione fra le padelle con antiaderente a base di fluoropolimeri e quelle con rivestimento ceramico. Ballarini, che vanta una notevole esperienza nella messa a punto di coating sintetici di alta qualità, fra cui il recentissimo bianco, ha approcciato anche il segmento ceramico, che oggi riscuote un buon successo presso la clientela. “Siamo convinti, però, che alla fine l’antiaderente tradizionale polimerico vincerà –dice Luc Lagorce- in quanto il rivestimento ceramico risulta inferiore sia in termini di risultati prestazionali di cottura sia sul piano della durata del prodotto”.
LUC LAGORCEresponsabile
divisione grande distribuzione
derente– dedicate alla preparazione di
piatti della cultura gastronomica italiana.
Un altro articolo recentemente presenta-
to è la confezione regalo comprensiva di
uno stampo a cuore Ballarini, un vaso di
amarene Toschi ed un ricettario. Duplice
la reason why che accomuna tali tipologie
di prodotti: offrire al consumatore stimoli
accattivanti per indurlo a cucinare e/o
fornirgli spunti interessanti per un dono
di valore.
Particolarmente sfaccettato ed originale
anche il piano di brand communication
finalizzato a rafforzare il posizionamento
del marchio Ballarini quale moderno in-
terprete della cucina di qualità. “Per noi
la leva della comunicazione va intesa nel
significato più ampio possibile –sottoli-
nea Lagorce– andando a spaziare dalle
attività sui media tradizionali alle azioni
web, dalla partecipazione ad eventi di
cucina alla promozione di iniziative di
solidarietà”. Basti considerare, in propo-
sito, il sostegno all’Istituto Oncologico
Europeo di Umberto Veronesi o la par-
tecipazione alla “Giornata della Buona
Alimentazione” promossa da Andid.
Un’altra operazione d’immagine, oltre
che commerciale, è la partnership con
Drogheria Plinio, nuovo locale milanese
– inaugurato il 18 settembre scorso –
che promette l’esperienza di mangiare
all’interno di una vera “bottega” alimen-
tare: qui le portate si servono all’inter-
no delle piccole pentole della collezione
ServinTavola Ballarini, acquistabili pres-
so l’emporio stesso.•
I N D U S T R I A
8 ottobre 201238
La politica di branding intrapresa è stata ripagata dai risultati: nel giro di quattro anni, ad esempio, il fatturato in gdo è raddoppiato
on è stata una sorpresa per Chiara
Rossetto, responsabile commer-
ciale e marketing Molino Rosset-
to, il boom che sta vivendo in Italia
la “cake art”. Se lo aspettava da tempo: “Va-
do regolarmente all’estero, soprattutto negli
Stati Uniti e in Gran Bretagna, a caccia di
nuove tendenze e di prodotti interessanti e
seguo con attenzione quello che si muove
sul web, anche grazie al nostro sito e alla
nostra pagina su Facebook. Così avevo già
notato l’interesse crescente per la decora-
zione dei dolci. Quindi ho creato un assor-
timento di prodotti e accessori dedicati a
questo settore, facendo di Molino Rossetto
l’azienda italiana specializzata nel mondo
del cake design”.
Nel 2011 l’azienda padovana ha lanciato
la linea Sugar Art, che comprende pasta,
cristalli e scagliette di zucchero, forme per
biscotti, smoother, tovagliette e anche
un’inedita cupcackes machine, brandizzata
Molino Rossetto e venduta in abbinamento
al preparato per realizzare questi dolcetti
americani. Un prodotto che l’azienda ha
lanciato per prima in Italia e
che si inserisce nell’altro seg-
mento di mercato dove Molino
Rossetto sta ottenendo otti-
me performance: quello dei
preparati per dolci e per pani,
forte della tendenza a realiz-
zare in casa molti prodotti da
forno. Un atteggiamento che
ha messo il turbo anche alle
vendite di farine, che rappre-
sentano il prodotto storico co-
di Manuela Soressi
re dell’azienda veneta, grazie a una gamma
che spazia dalle farine classiche di grano
tenero e di mais sino alle farine bio di farro
e kamut, quella di grano tenero integrale e
le farine speciali di riso, di ceci, di grano
saraceno, di castagne e di grano arso. “Da
produttori storici di farine prosegue Ros-
setto siamo stati capaci di proporle in una
veste nuova, quella di preparati e miscele,
e di affiancarle con accessori e utensili dedi-
cati e brandizzati”. Negli ultimi quattro anni
il giro d’affari realizzato nella
gdo con farine e miscele è rad-
doppiato, arrivando a genera-
re quasi sette dei 50 milioni
di euro fatturati dall’azienda.
E pensare che, storicamente,
Molino Rossetto nasce come
produttore contoterzista di
farine, perlopiù low price. Poi
una decina di anni fa la svolta,
con la scelta di avviare in pa-
rallelo una politica di marca e
di puntare su fasce di mercato più premian-
ti, con la segmentazione dell’offerta su tre
linee in modo da coprire tutti i canali. Infatti
il brand Molino Rossetto è destinato alla
gdo e al normal trade, Fior di Molino copre
tutto l’universo dei discount mentre Cuore
Di è distribuito nei delicatessen shop e nei
canali alternativi.
In parallelo l’azienda coltiva l’e-commerce
tramite il suo sito http://www.mondomo-
lino.com e ha aperto da pochi mesi un
flagship store che propone un’innovativa
shopping experience attraverso prodotti,
accessori, libri, ricettari, eventi e degusta-
zioni. Il primo Mondo Molino Shop è annes-
so allo stabilimento di Pontelongo, dove i
tre impianti molitori e le 12 linee di confe-
zionamento automatico utilizzano energia
prodotta da fonti rinnovabili, grazie a un im-
pianto fotovoltaico da 280 kw/h inaugurato
nel 2010. L’attenzione ai temi della sosteni-
bilità ha portato l’azienda a intervenire su
tutto il processo produttivo.•
Ampia la segmentazione del portafoglio: dai prodotti e accessori dedicati al settore cake art,ai kit completi di piccoli attrezzi da cucina e ai preparati per dolci e per pani
CHIARAROSSETTO
responsabilecommerciale e marketing
i n d u s t r i a
8 ottobre 201240
Acquisito il licensing per i protagonisti del cartone“Gladiatori di Roma 3D”. I personaggi sono utilizzati on-pack
Co-marketing Fileni miratoal target mamme e bimbi
Nel 2011 Fileni ha raggiunto l’im-portante fatturato di 300 milioni di euro, seguendo una strategia multicanale: gdo, normal trade,
horeca e anche B-to-B, con una filiera produttiva costantemente aggiornata. Non ultima, l’impegnativa acquisizione da Arena Holding dello stabilimento di Castelplanio (An), con annesso mante-nimento del posto di lavoro per i 600 di-pendenti che vi lavoravano. Di recente, dal punto di vista societario, è arrivata anche la trasformazione dell’azienda in holding. “L’obiettivo è di fare ordine, vi-sto che abbiamo un’organizzazione mol-to articolata -afferma Roberta Fileni, figlia del fondatore Giovanni e direttore marketing- per cui era necessario com-piere una ristrutturazione che garantisse trasparenza di rapporti verso il mondo bancario. Grazie alla holding abbiamo, inoltre, la certificazione del bilancio”.Sul fronte dell’offerta, da più di un de-cennio Fileni utilizza i personaggi Disney per catturare il target bambini e ragazzi.
di Ugo Stella
“Siamo stati, infatti, i primi a lanciare sul mercato una linea per i bambini con un co-marketing con Disney. Poi nel 2009 abbiamo acquisito il licensing che, nonostante il costo, risulta per noi vantag-gioso, perché aumenta la fi-delizzazione del consumatore e la possibilità di rassicurarlo sulle nostre qualità nutrizio-nali, grazie anche all’effetto dei personaggi”. L’accordo con RainbowQuesta partnership con Disney permet-te di comprendere le basi su cui poggia l’innovativo co-marketing con la casa di produzione cinematografica Rainbow con sede a Loreto (An) di Iginio Straffi, il disegnatore che ha inventato le Winx, riuscendo ad affermarsi a livello mondia-le in un settore come quello del cartoon, che sembrava dominato da americani e giapponesi. L’accordo consiste nell’utiliz-
L’iniziativa ha lo scopo di creare valore nell’atto
d’acquisto individuando
bisogni non legati al food, ma in
questo caso al leisure time
ROBERTAFILENI
direttore marketing
Fileni
zo on-pack dei personaggi protagonisti del cartone Gladiatori di Roma 3D che Rainbow lancerà a metà ottobre e del quale Fileni potrà sfruttare il forte inve-stimento in comunicazione. “I personaggi sono usati sulla linea di snack pana-ti Alì Baba, Chicken stick, Crocchette, Patapollo e sulla novità Tangos, costi-
tuita da bocconcini di pollo piccante nel formato da 270 g”. Il piano marketing dell’iniziativa, che è partita a metà settembre, è piuttosto articolato. Innanzitutto l’inserimento in ogni pack di un gadget in cui è raffigura-to uno dei personaggi del film, mediante il quale realizzare un puzzle di tutto il casting con lo scopo evidente di incre-mentare le vendite con il collezionismo. Nel contempo è stata attivata una cam-pagna adv sul web, con appoggio sui social facebook e twitter, mentre in se-lezionati pdv della gdo si sta facendo in-store promotion. Per finire c’è un con-corso a premi con 1 kit al giorno Par-ty Snack Samurai firmato Gladiatori di Roma con bicchieri, piattini, tovaglia e tovaglioli, nonché l’estrazione finale di cinque weekend per 4 persone presso la struttura Italy Family Hotels. “Siamo convinti -conclude Fileni- che in questo modo abbiamo intercettato bisogni la-tenti del consumatore al di là dei prodot-to piatto pronto, soddisfacendo i quali abbiamo incrementato gli acquisti e cre-ato altresì valore per il distributore”.•
I N D U S T R I A
8 ottobre 2012 43
Il concetto di brand nel comparto è percepito
dal consumatore in modo ampio,
ma sempre nel segno della qualità
di
a filiera della frutta italiana sta
evolvendo velocemente, sotto la
spinta di fattori “interni” che sti-
molano la competitività tra i vari
protagonisti e di fattori “esterni”, cioè
le esigenze di qualità e prezzo dei con-
sumatori di oggi. Il sistema di brandiz-
zazione evolve altrettanto rapidamente
e con modalità più articolate rispetto
alle strategie di brandizzazione di mol-
ti altri prodotti alimentari e percepito
dal consumatore in modo molto ampio.
Il valore di “marca” viene associato ad
esempio al metodo di coltivazione: vedi
i vari marchi biologici, sia della gdo che
di singoli produttori e consorzi (come, ad
esempio, Almaverde Bio), ma sempre
più si affacciano i marchi che certificano
l’equo e solidale e sostenibile e anche
la stagionalità del prodotto (Gobal GAP
certifica la stagione del raccolto del col-
tivatore).
Il concetto di marca è associato dal con-
sumatore al brand del distributore: le va-
rie insegne della distribuzione moderna e
le loro linee di marchi specifici legate ai
I N D U S T R I A
8 ottobre 201244
metodi produttivi e di controllo come ad
esempio Naturama Esselunga, Percorso
Qualità Conad, Solidal Coop.
Il concetto di Marca è anche associato
alla frutta tipica (ad esempio, Annurca
per le mele) e alle varietà (ad esempio
Pink Lady e Gold Kiwi marchi brevettati
la cui coltivazione è adattabile in diversi
luoghi), ai marchi di certificazione della
Tipicità (I.G.P., DOP), ma anche ai marchi
di Consorzi, Cooperative, Organizzazioni
di produttori e sempre più spesso ai Ter-
ritori e Distretti (ad esempio, SudTirol,
Rossa di Sicilia, Ciliegia di Vignola...) e
ai paesi di provenienza (frutta italiana e
di altri Paesi). Senza ovviamente dimen-
ticare i marchi dei singoli produttori: ad
esempio Sant’Orsola è tra i più ricono-
sciuti dal consumatore nel panorama
dei frutti rossi così come Chiquita per
le banane.
Il concetto di Marca si potrebbe esten-
dere in una certa misura anche alla si-
gillatura dei singoli frutti con il codice
a barre: pratica già diffusa negli Usa.
In sintesi, il concetto di marca, per un
prodotto che ha un’identità naturale ed
autentica così connaturata, è ineludibi-
le ed estremamente vasto: dunque c’è
ancora ampio spazio di posizionamento
per produttori e distributori che inten-
dono imprimere un valore distintivo, di
riconoscibilità, autenticità e garanzia ai
propri prodotti, dando maggiore signi-
ficato al loro prezzo rispetto alla frutta
convenzionale.
Alla frutta di marca -latu sensu- il con-
sumatore affida la speranza di avere
qualcosa in più:
freschezza, bontà,
genuinità, salubrità,
chiarezza sulla pro-
venienza e metodo
di coltivazione, rac-
colta e conservazio-
ne, sicurezza, con-
trolli e sempre più
sostenibilità. Dalla
marca ci si aspetta di più anche perché
il livello medio di soddisfazione nei con-
fronti della frutta, sia sul fronte qualità
che prezzo, è decisamente basso.
Il contenuto di servizio e l’innovazione
costituiscono attese che sempre più
spesso il consumatore vorrebbe vedere
soddisfatte nel momento dell’acquisto e
del consumo. Purtroppo il livello di sod-
disfazione sul rapporto qualità/prezzo
non è particolarmente elevato ed è per
questo che assistiamo da un lato alla
ricerca di frutta di alta qualità e in pri-
mis biologica e dall’altro alla rincorsa al
miglior prezzo. È per questo motivo, oltre
che per tradizione, che frutta e ortaggi in
generale sono acquistati in modo molto
più diversificato rispetto ad altri prodotti
alimentari.
I canali di approvvigionamento sono vari:
si acquista certamente in gdo ma molto
anche nei mercati e in quelli diretti del
contadino (Coldiretti e Consorzi Agrari),
così come aumentano vendite presso
grossisti e produttori, gli acquisti tra-
mite GAS, le vendite dirette a domicilio,
senza dimenticare l’utilizzo dei negozi
tradizionali.
Il consumatore italiano ha un rapporto
ambivalente con la frutta: non si fida.
Emerge dai nostri studi un’immagine di
prodotti spesso scadenti a livello di sa-
pore, maturazione, freschezza-integrità,
naturalità, presenza di sostanze nutriti-
ve. Si ricorre non a caso sempre di più
ad integratori e supplementi alimenta-
ri, per arricchire la nostra alimentazio-
ne e benessere e in particolare nella
fascia di età dai 45 ai 64 anni in su. Da
una recente indagine che ho diretto su
quasi 700 soggetti
dai 45 ai 54 anni
in tutto il territorio
italiano il 14% usa
regolarmente inte-
gratori alimentari,
vitamine, minerali
e sali minerali. Il si-
stema marca deve
poter dare garanzie
e valori reali percepibili ad un consu-
matore che oggi è sempre più indeboli-
to e preoccupato dalla crisi economica.
Gli acquisti nei discount aumentano.
Le campagne di educazione alimenta-
re stimolano il consumo consapevole e
il ruolo della frutta, però il consumo di
frutta dal 2000 ad oggi non sta com-
plessivamente crescendo, ma la frutta
di marca è in controtendenza.•
il sistema
marca deve
poter dare
garanzie
e valori reali
I N D U S T R I A
8 ottobre 201246
Il boom dei foodies, gli effetti della crisi
economica sugli stili di consumo e il
rapido cambiamento delle nostre tradizioni
alimentari in una chiave globalizzata, stanno impattando in modo profondo
e non episodico sul mercato
di Manuela Soressi
a contaminazione dei sapori e
la diffusione della cucina etnica
da un lato, i trend salutistici che
spingono a sostituire il sale con
le erbe aromatiche e le spezie dall’altro
e l’incessante proposta di nuovi pro-
dotti sempre più pratici, versatili e a
maggior contenuto di servizio, conti-
nuano a rivitalizzare un comparto come
quello degli insaporitori che sta diven-
tando familiare per una fascia sempre
più ampia di consumatori.
A sospingere le vendite di spezie, erbe
aromatiche e mix per condimenti rapidi
una serie di fattori concomitanti. In-
nanzitutto, la brusca frenata del fuori-
casa, determinata dalla crisi economi-
ca in atto, che sta riportando gli italiani
a scoprire la cucina casalinga. Un feno-
meno sfaccettato, ma che non ha solo
risvolti punitivi, anzi, sta spingendo co-
loro che hanno ridotto le uscite al risto-
rante a cercare di ricreare l’atmosfera
del pasto fuori tra le mura domestiche,
menù compresi. Secondo una ricerca
TomorrowSWG, il 72,7% degli italiani
preferisce consumare i pasti in casa e il
69% dei nostri connazionali vive questo
stile di vita in maniera positiva. Inol-
tre, cucinare è un diver timento per il
61% degli italiani e viene considerato
un importante momento di socializza-
zione dal 73,3% dei nostri connaziona-
li. Una fetta crescente di consumatori,
giovani ma non solo, stanno quindi tro-
vando nella cucina e nella sua declina-
I N D U S T R I A
8 ottobre 2012 47
zione social sul web, tra fotografie di
piatti, commenti e scambio di ricette/
trucchi, un volano verso una maggiore
sperimentazione, un grande interesse
per la ricerca e la riscoperta, la volontà
di rendere partecipe la comunità delle
proprie esperienze culinarie.
Quindi, a fianco dei piatti di tutti i gior-
ni, gli italiani si cimentano volentieri su
preparazioni più elaborate, che spes-
so necessitano di spezie e insaporitori
particolari per ottenere risultati simili
a quelli degli chef. Con due filoni ben
distinti: da un lato piatti della tradizio-
ne italiana o loro reinterpretazioni più
moderne, seguendo i trend dell’haute
cuisine internazionale; dall’altro la forte
iniezione di cucina etnica, determinata
dall’afflusso di immigrati da ogni parte
del mondo, che hanno portato con sé
abitudini alimentari, ricette, e, natural-
mente, ingredienti, spezie comprese. Il
risultato è che oggi circa 60 famiglie su
100, acquistano regolarmente spezie
e insaporitori, con un baricentro delle
vendite che è ancora spostato verso il
Nord, ma che mostra buone dinamiche
anche nelle regioni meridionali.
Segmentando le vendite per tipologia
di prodotto, i top five sono i pilastri del-
la cucina tradizionale del nostro paese:
pepe, l’origano, il peperoncino, la noce
moscata e lo zafferano rimangono i più
venduti, con i primi tre a realizzare qua-
si il 50% dell’intero mercato. Ma sono
le propaggini più evolute, i mix di spezie
realizzati per specifiche pietanze etni-
che, a realizzare le crescite più eviden-
ti, solleticando la fantasia di tutti quei
consumatori che, stregati dalla cucina
“dell’altro mondo”, vogliono ricrearla a
casa con semplicità, ingredienti freschi
e scelti, senza rinunciare al fondamen-
tale tocco di esotismo al palato.
Naturalmente l’innovazione è il cardi-
ne di questa crescita: offrire continua-
mente nuovi prodotti è estremamente
importante, sia per le aziende sia per
la distribuzione moderna, perché serve
a rinnovare costantemente l’interesse
del consumatore che è sempre alla ri-
cerca di nuovi stimoli.
In questo modo, allargata a dismisura
l’offerta di spezie e insaporitori, oggi il
focus per conquistare nuovi consuma-
tori è il packaging, strettamente cor-
relato con il servizio, e la creazione di
nuovi concept di prodotto, a maggior
valore, che possano aumentare il con-
tenuto di sapore nelle pietanze in modo
semplice, senza andare a incidere sul
tempo trascorso tra i fornelli, una va-
riabile che non si può innalzare troppo
in questi tempi di grande frenesia. Tra
i packaging innovativi, oltre a interventi
sulla grammatura, alle buste richiudibi-
li, ai tappi macinini, alle ricette impres-
se sulla confezione, oggi è il servizio a
guidare l’approccio dei produttori alla
categoria. Non a caso, all’interno del
segmento dei dadi, il più importante
all’interno della categoria degli insa-
poritori, a fianco dei granulari per bro-
do, che hanno rivoluzionato il concetto,
oggi si fanno strada prodotti cross ca-
tegory, che rivoluzionano il concetto di
inasprimento sia nella cottura al forno,
sia in quella in padella.
Si tratta di “soluzioni culinarie” che
permettono a tutti di dare un tocco
nuovo alle pietanze in modo semplice
e rapido. Per la cottura al forno, si sta
imponendo il concetto del “cartoccio”
una busta nella quale inserire il pro-
dotto da cuocere insieme a un mix di
erbe, aromi e spezie, senza grassi e
sale aggiunto: per la cottura in padella
sono i gel in vaschetta monoporzione,
realizzati con aromi, erbe e spezie, a
rappresentare l’ultima frontiera del sa-
pore intenso e rapido, senza sprechi,
che permette ai produttori di innalzare
il valore della proposta al di sopra della
media del mercato.
Storicamente parlando, a influenzare
di più il comportamento di acquisto del
consumatore in questo mercato e a sti-
molare le vendite sono la visibilità dei
prodotti nel punto di vendita, la crea-
zione di nuove occasioni di consumo e i
consigli di utilizzo. Naturalmente anche
il mercato degli insaporitori vive i trend
che attraversano tutto l’alimentare di
questi tempi: alcuni produttori spingo-
no forte il tasto della naturalità, propo-
nendo referenze biologiche, senza glu-
tammato monosodico e con un ridotto
tenore di sale, per dare un tocco in più
ai piatti senza incidere negativamente
sulla qualità della dieta. Tutto questo
proliferare di referenze, oltre ad allar-
gare il ventaglio delle scelte dei consu-
matori, ha inevitabili ripercussioni sullo
scaffale, già affollato tra proposte di
marca e le immancabili private label
che si stanno guadagnando spazio,
almeno sui prodotti basic, in questo
combattuto mercato.
Oltre a scaffali sempre più ar ticola-
ti, sui quali è dif f icile individuare il
prodotto tra un’offerta ampia, i distri-
butori stanno accrescendo gli spazi
e dedicando esposizioni par ticolari
a segmenti sempre più identif icati,
come la cucina etnica o le referenze
“benessere”. Naturalmente alle novità
di prodotto sono dedicati spazi espo-
sitivi nei quali fare convivere anche
attività promozionali volte a far com-
prendere la portata dell’innovazione,
spesso con degustazioni guidate che
vogliono mettere in luce la praticità e
il portato di sapore dei nuovi concept
di prodotto.•
il packaging
assume
un ruolo
sempre più
decisivo per
lo sviluppo
del comparto
S E R V I Z I
8 ottobre 201248
L’IMPATTO ECONOMICO DEL SETTORE RETAIL NEGLI STATI UNITI
L’effetto diretto del retail nell’economia nazionale Usa Impatto
nazionale diretto % dell’economia
Usa
Stabilimenti 3,617,486 11.9%
Dipendenti 28.113.476 16.3%
Reddito da lavoro $770.1 miliardi 8.7%
Prodotto interno lordo $1.20 triliardi 8.5% Fonte: PwC
La grande distribuzione è tra i primi a offrire lavoro in Usa e affronta le nuove sfide ridefinendo il ruolo dei leader attuali e di quelli futuri
tore specializzati, monomarca,
con addetti alle vendite consa-
pevoli e formati, e soprattutto
con una leadership di alto livello,
possibilmente uscita da una delle univer-
sità più importanti del mondo.
Il settore della grande distribuzione è og-
gi tra i primi a offrire ancora lavoro nel
mercato americano, e sta ripensando a
come affrontare le sfide dell’innovazione
e dell’e-commerce in una realtà econo-
mica che cambia continuamente, attra-
verso una definizione del ruolo dei leader
che ci sono già e di quelli che entreranno
a capo di colossi come Tiffany, Nike, e
Barnes & Noble nei prossimi anni. È ne-
cessario che abbiano competenze spe-
cifiche e di alto livello.
Una ricerca di PricewatehouseCoopers,
pubblicata un anno fa, pare confermare
che un posto di lavoro su quattro negli
Usa rimane nel settore del retail. Dati che
sono stati più recentemente avvalorati
dal Beige Book, la panoramica sui 12 di-
stretti della Federal Reserve è stata uti-
lizzata per le scelte di politica monetaria
di Loredana Oliva
in occasione della riunione del Federal
Open Market Committee del 12-13 set-
tembre. Tra i settori che hanno tenuto e
che sono definiti in miglioramento, oltre
a quello turistico, automobilistico immo-
biliare, c’è la grande distribuzione, riferita
in particolare all’ambito del lusso e delle
più aggiornate tecnologie.
Non sono mancate le grandi disfatte di
gruppi della grande distribuzione che
hanno subito perdite importanti sia in
Europa sia negli Usa, negli ultimi tre
anni. Ne hanno fatto le spese catene
come Barnes & Noble con i suoi 718
negozi, che negli States sta subendo
già da qualche tempo la concorrenza
dell’e-commerce su libri, film, dvd, cd,
mp3, supporti per la lettura e l’ascolto
di musica e cultura da Amazon. Proprio il
colosso delle vendite online sta aprendo
un suo retail store a Seattle. I settori del
lusso, e delle nuove tecnologie tengono
dunque con dignità. Qui l’innovazione,
la cura, l’attenzione al consumatore si è
fatta più attiva, più all’ascolto. E questo
ha dato i suoi frutti.
L’esempio di Apple fa ancora scuola
nelle business school dove si educano i
giovani manager alla leadership consa-
pevole, e dove gli store del commercio al
dettaglio sono oggetto di studio e appro-
fondimento costante. Accade che i Ma-
ster specializzati, per giovani che dopo
una laurea abbiano già fatto esperienza
in azienda anche in ruoli di quadri, sino
Target Stores è una delle aziende che hanno più appeal per chi ha finito un Master in business administration
S E R V I Z I
8 ottobre 2012 49
L’Huffington Post inaugura un servizio di recruitment in collaborazione con Simply Hired, società internazionale per la ricerca di lavoro, che agisce attraverso un potente motore di ricerca online, per individuare i posti disponibili nei vari settori. La grafica dell’Huffington Post descrive bene la quantità di posti di lavoro disponibili in tempo reale: nelle grandi provette dalle quali attingere opportunità, al primo posto gli impieghi nell’ambito della sanità e la cura delle persone, e al secondo proprio il retail. Seguono l’ambito alberghiero, manifatturiero, tecnologia ed education. Il numero dei posti di lavoro disponibili nel commercio al dettaglio oscilla intorno a quota 240mila-250mila, rilevati mese per mese. Dagli incarichi di rappresentante vendite, addetti ai reparti di grandi store,
alle posizioni senior nel management della Kellogg Company, o nelle risorse umane di importanti aziende statunitensi. Il mercato americano, che registra l’8.2% di tasso di disoccupazione, ha ricominciato a passo lento a vedere emergere nel mercato nuovi posti di lavoro a partire dalla primavera 2012, lo scorso luglio sono stati registrati 80mila nuovi posti di lavoro. La grande distribuzione sta offrendo in questa ripresa buone opportunità per persone che abbiano una formazione nel settore.
Per avviare la ricerca ci può collegare al sito dell’Huffington Post dedicato a questa iniziativa http://www.huffingtonpost.com/news/opportunity-working/O direttamente a Simply Hired retail https://www.simplyhired.com/a/jobs/list/q-retail. LO
Trovare lavoro nel retail in US
a qualche anno fa non più valorizzati da
università come Harvard, Boston Univer-
sity, Darden business school (Universi-
ty of Virginia), oggi siano al cuore dei
programmi della management educa-
tion. Negli Stati Uniti, sono i migliori tra
i giovani manager, mandati dalle stesse
aziende a specializzarsi, per svolgere un
master o un Mba (master in business ad-
ministration), quello che è considerato
un acceleratore di carriera.
Le aziende negli Usa pagavano il corso,
fino a 30mila euro l’anno, con la crisi
questi master specializzati hanno avu-
to una battuta di arresto. Ma la ripre-
sa 2012 sta riservando delle sorprese,
il motivo è proprio il bisogno di nuove
strategie per sostenere la gdo e il settore
del lusso. Così aziende e grandi gruppi
tornano a mandare i propri giovani ma-
nager a scuola nelle migliori business
school internazionali.
S’innesca un circolo virtuoso: la prove-
nienza di questi nuovi “studenti”, fa cam-
biare e disegnare su misura i programmi
di queste scuole in riferimento a quelle
aziende clienti della Management Educa-
tion, così escono dalle business school
profili di neo leader che tornano a lavo-
rare nelle aziende che hanno finanziato
la propria formazione, ma anche altri. Chi
durante la crisi ha investito sulla propria
carriera e si è ben guardato intorno, oggi
punta a un ruolo nel top management
delle aziende in crescita. Ecco perché
nelle ricerche dei media, le aziende che
hanno più appeal per chi ha finito un Mba
sono Nike, Target e Gap, e LVMH, Tif-
fany, Prada e Porsche.
Capi di azienda, diplomati con un Mba,
hanno provato a spiegare questa nuova
tendenza al Business Week di qualche
settimana addietro: “Ci sono ruoli di pri-
mo piano nel retail per i general manager
e per gli imprenditori, che possono es-
sere dei leader creativi e capaci di ana-
lisi economica e finanziaria, nello stesso
tempo”, sostiene Matt Kaness, executive
director di Urban Outfitters dal 2007,
con un Mba conseguito alla Darden Uni-
versity a Charlotteville.
Matt Kaness, dice di portare avanti il pro-
prio ruolo maturando tutte quelle cono-
scenze studiate nel corso del suo Mba:
“Faccio tesoro ogni giorno di quanto ho
imparato su come leggere lo sviluppo
dell’e-commerce, e sull’uso delle nuove
tecnologie per analizzare tutti i dati e fat-
tori di cambiamenti, è un set di compe-
tenze che l’Mba sa sviluppare per raffor-
zare la leadership”. Il metodo di partire
sempre dai case study, ha fatto sì che chi
ha studiato nelle business school anche
durante la crisi, ha potuto esaminare de-
gli scenari che erano aggiornati e riem-
piti di attualità, l’analisi del mercato, le
responsabilità di certe scelte sbagliate,
il mancato controllo del team, la scelta
di leader spregiudicati, sono stati argo-
menti al cuore dei corsi di management.
Ecco che settori come il lusso, le tecno-
logie vendute nella grande distribuzione,
fanno tesoro di competenze più rigorose,
e con elementi di maggiore innovazione,
rispetto al passato.
La spinta del mercato americano, nella
specializzazione degli store e nella co-
struzione di equipe di leader di nuova
generazione con competenze specifiche
e una maggiore responsabilità, pare sia
arrivata anche in Europa.
I master in Retail e Luxury retail, vivono
una nuova stagione di prosperità. In par-
ticolare quelli che sono legati a un net-
work florido di aziende del settore come
il Master in Service Management e Retail
dell’Università di Lund, in Svezia, o in Re-
tail Management and Marketing alla King-
ston University di Londra, e i master in
management nel regno del Luxury retail,
all’Università di Monaco, a Montecarlo.
Uno degli esperti mondiali del settore,
Jean-Noël Kapferer, insegna a Parigi a
HEC business school nel programma Exe-
cutive Mba in un corso sul Luxury mana-
gement parte integrante della formazio-
ne manageriale. Kapferer ha pubblicato
un’opera che è considerata la bibbia nel
settore (“The Luxury Strategy: Break the
Rules of Marketing to Build Luxury Bran-
ds”) oggi esprime i suoi dubbi su un mo-
do di fare marketing che reputa superato:
“Il lusso è un settore davvero serio, che
ha proprie regole e specifici principi ma-
nageriali. Ci sono molte concezioni ormai
da dimenticare, perché il marketing clas-
sico non funziona nel lusso. Oggi sempre
meno. Applicando le regole di dieci anni
fa si può uccidere un marchio, proprio
come Ford ha ucciso Jaguar”.•
I N D U S T R I A
8 ottobre 201250
Il nuovo quadro giuridico europeo, che si completerà a luglio 2013, estende per la prima volta la filiera delle responsabilità
i fa presto a dire giocattoli? Forse
no, oppure non ancora, se è vero
che il Toys Industries of Europe
(Tie), l’associazione che raggruppa
i produttori europei di giocattoli, ha pro-
grammato per il 2012 incontri pubblici in
ben dieci Paesi, fra cui l’Italia, per informare
dal vivo e aiutare tutti gli operatori economi-
ci a comprendere e applicare correttamente
le nuove disposizioni normative comunitarie
in tema giocattolo. La nuova direttiva UE di
riferimento si propone di tutelare al meglio
i 78 milioni di bambini che vivono sul suo
territorio. La stessa Assogiocattoli italiana
negli ultimi mesi è stata in attività costante
per supportare il settore con interventi for-
mativi ad hoc. La sola Guardia di Finanza
nel primo anno di entrata in vigore parziale
della legge europea ha incrementato di circa
quattro milioni di ulteriori unità sequestrate
(per un valore di mercato superiore ai 31
milioni di euro) il flusso di giocattoli tolti dal
mercato perché non conformi alla sicurezza
di Patrick Fontana
richiesta. Due le finestre temporali previste
per lo start: quella già operativa del luglio
2011 relativa ai requisiti fisico-meccanici ed
elettrici; e quella del luglio 2013 che, con
l’estensione ai requisiti chimici, completerà
il quadro. Va dunque a terminare il periodo
di transizione che ha visto presenti sul mer-
cato i “vecchi” giocattoli disciplinati dal Dlgs
313 del 1991 e i “nuovi” giocattoli conformi
alla D.2009/48/CE.
Viene ampliato il concetto di categoria (l’in-
sieme dei prodotti concepiti e destinati a
finalità ludiche per persone under 14), in-
cludendo una serie di prodotti che prima
ne erano esclusi. Esiste ancora un elenco di
eccezioni nei quali trovano posto, per esem-
pio, modelli da collezione in scala e attrez-
zature quali freccette a punta metallica e
pattini a rotelle. Ma il punto fondamentale
del nuovo quadro giuridico è senz’altro da
considerare nel puntuale allargamento delle
MENO, MA PIÙ BELLI
Fino a tutto il 2010 i giocattoli a minor valore unitario -con un prezzo finale inferiore ai 15 euro- fungevano da referenze anti crisi del settore. Non è più così: ancora per tutto il primo semestre 2012 si registra un calo delle vendite principalmente nella gdo e il giocattolo torna a essere un bene acquistato sempre meno d’impulso, ma per il quale ci si rende disponibili a una spesa maggiore. Il mercato segnala un aumento del prezzo medio di acquisto di 4 punti percentuali, pur nel contesto peculiare della crisi delle famiglie. In termini di pezzi venduti il calo è di quasi sette punti. Il valore complessivo del mercato italiano si colloca attorno ai 1.700 milioni di euro.
responsabilità, che coinvolge l’intera filiera
d’immissione dei giocattoli nel mercato e
che chiama in causa per la prima volta an-
che i negozianti, compresi quelli meno spe-
cializzati della gdo, soliti a utilizzare il com-
parto con funzioni tattiche promozionali. Il
retailer è chiamato ad agire “con diligenza
nell’esercizio della sua attività” (all’atto degli
acquisti e nelle verifiche precedenti la com-
mercializzazione): ha l’obbligo di non immet-
tere prodotti pericolosi, dei quali avrebbe
dovuto conoscerne la pericolosità sia in
base alle informazioni in suo possesso, sia
in base alla sua qualità di operatore profes-
sionale. Sul versante dei controlli è tenuto
a conservare e fornire la documentazione
idonea a rintracciare l’origine dei prodotti
fino a un periodo di 10 anni dal momento
della cessione al consumatore.
Su prodotti o imballaggi potranno anche
essere riportati marchi di sicurezza privati
volontari, che daranno visibilità a controlli
certificati da enti indipendenti.•
Servizio ClientiTel. 02 5660.1887Fax 02 7004.8601 [email protected]
Il Sole 24 ORE Formazione ed EventiMilano - via Monte Rosa, 91
Roma - piazza dell’Indipendenza, 23 b/c ORGANIZZAZIONE CON SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO ISO 9001:2008
VERSO UN NUOVO RETAIL TRA INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ: I PARADIGMI PER LA CRESCITA
MILANO, 10 OTTOBRE 2012 (ORE 8.30 -17.00)SEDE GRUPPO 24 ORE - VIA MONTE ROSA, 91
6° CONSUMER & RETAIL SUMMIT
INTERVENGONOImanuel BaharierVeriFone ItaliaMarina BassiBusiness Media Gruppo 24 OREAnna BertoliniBusiness Media Gruppo 24 ORELamberto BiscariniThe Boston Consulting GroupDaniele BragagliaEridania ItaliaMatteo CascinariBlomming
Roberto ChieppaPrénatalAngelo d’ImporzanoAccentureAlessandro DianaAccentureMaurizio DistefanoWarner Bros.Consumer ProductsAndrea DodiGabbianoVincenzo FioreAurigaPatrick FontanaBusiness Media Gruppo 24 ORE
Massimo FubiniContactLab
Francesco FumelliSCS Consulting
Jean-Pierre GiannettiMicroStrategy
Manuela GiolaWE Licensing
Vincenzo GrassiPwC
Boris HageneyGroupon
Andrea Illyillycaffè
Sami Kahale Procter & Gamble Italia
Cristina LazzatiBusiness Media Gruppo 24 ORE
Mattia LosiBusiness Media Gruppo 24 ORE
Lucio MoriniGabbiano
Lars PeterssonIkea Italia
Francesco PuglieseConad
Vittorio RadiceLa Rinascente
Enrico SacchiBusiness Media Gruppo 24 ORE
Angel Sanchez Conserve Italia
Fabio SordiAuchan Italia
Ugo StellaBusiness Media Gruppo 24 ORE
Davide SuraceEuronics Italia
Giuseppe TamolaZalando ItaliaVincenzo TassinariCoop ItaliaLuca TorreAmbers&Co Capital Microfi nanzasRosario Trefi lettiFederconsumatoriGiuseppe TripoliMinistero dello Sviluppo EconomicoMariano Tudela Checkpoint SystemsAlessandro ZanottiAccenture
La partecipazione all’evento è libera e gratuita fi no ad esaurimento posti.
Per informazioni e iscrizioni:www.formazione.ilsole24ore.com/retail2012
In collaborazione con:
MAIN SPONSOR:
SPONSOR: EXHIBITOR:
SPONSOR UFFICIALI:
S E R V I Z I
8 ottobre 2012 53
L’e-retailer di scarpe e abbigliamento è presente in dieci Paesi europei, tra cui l’Italia. Consegna e reso sono sempre gratuiti
di Enrico Sacchi
ssortimento, servizio e prezzo
sono fattori comuni a molti e-
commerce di successo, a cui si
associa una sapiente presenza
sui canali social e la “pubblicità” sponta-
nea grazie al passaparola. Non fa ecce-
zione a questa regola Zalando.com, nato
nel 2008 a Berlino su iniziativa di Robert
Genz e David Schneider come boutique
online di scarpe e abbigliamento, a cui
si sono aggiunti attrezzature sportive e
accessori moda; il sito è presente attual-
mente in una decina di paesi in Europa,
tra cui l’Italia.
Lo shopping su Zalando è caratterizzato
da una combinazione di servizi unici e
distintivi: spedizione e reso gratuiti, for-
mula “soddisfatti o rimborsati” valida fi-
no a 30 giorni e servizio clienti gratuito.
A differenza di molti rivenditori online,
Zalando vende principalmente prodotti
in-season (nuove collezioni). Come ogni
retailer di prodotti in-season, Zalando si
adegua ai prezzi di mercato che vengo-
no concordati con i brand. Per quanto
riguarda le vecchie collezioni, il retailer ha
maggiore flessibilità sul prezzo da appli-
care, il che si traduce in un’offerta molto
ampia di promozioni.
Una delle caratteristiche peculiari di Za-
lando è quella di offrire uno dei più vasti
assortimenti disponibili online, con pro-
dotti per tutte le fasce di prezzo e per tut-
ti i gusti, nel rispetto di uno standard di
qualità. Contrariamente agli altri negozi in
rete, da Zalando non c’è un valore minimo
di spesa. Non importa se la scarpa costa
9€ o 99€, la spedizione è sempre gratuita.
ZALANDO.COM, ALCUNI NUMERI CHIAVE
30mila paia di scarpe vendute ogni giorno in tutta Europa100mila articoli in assortimento, tra scarpe, accessori e abbigliamento uomo/donna e bambino1 milione di visitatori al giorno100 milioni il fatturato mensile1 miliardo e 300 milioni di euro la previsione di chiusura per il 2012 a livello di gruppo1° negozio online in Europa per fatturato
Attraverso il proprio blog
Appunti di Moda e i canali social,
Zalando aggiorna i clienti sulle ultime
tendenze in ambito moda
Nonostante Zalando sia nato meno di
quattro anni fa è diventato uno dei brand
di e-commerce più conosciuti: in Germa-
nia l’awareness è superiore al 96%. Nello
scorso giugno a Barcellona si è aggiudicato
la medaglia d’oro per la categoria “Cross
Border Webshop of Europe” nell’ambito
dell’E-Commerce Summit. Esemplificati-
va la motivazione della giuria: “Con Zalan-
do i clienti di ogni mercato di riferimento
si sentono come se stessero acquistando
su uno shop locale. Zalando svolge ricer-
che accurate e si adatta al mercato sot-
to diverse prospettive, incluse modalità
di pagamento, consegna e marketing. Le
performance in termini di branding sono
eccellenti. Inoltre, hanno un forte senso
d’impresa e mostrano grande determina-
zione quando entrano in nuovi mercati”.
Zalando si distingue, inoltre, per un elevato
livello di competenza nell’online marketing,
caratterizzato da un approccio multicana-
le. Accattivante lo spot tv “Urla di piacere”,
in onda a settembre, che mette in scena
un’improbabile rapina in banca, al culmine
della quale irrompe il fattorino Zalando.•
P R O D O T T I E I M P R E S E
S E R V I Z I
8 ottobre 2012 55
t t0
t1
t2
t3
BORSA MERCI
2 Acquisto
3 Consegna
4 Pagamento credito
Operatori grande distribuzione organizzata
Distributori beni di largo consumo
1 Ordine
Confronta i listini pubblici dei Cedi e acquista al prezzo migliore
cquistare a prezzo più basso, per
aumentare i margini o ridurre i
prezzi al consumo, è rilevante per
la gestione di qualsiasi impresa di
distribuzione, e per poterlo fare bisogne-
rebbe confrontare i listini di tutti gli opera-
tori, per poi procedere subito all’acquisto
più conveniente. Un po’ come avviene in
rete con i voli aerei. A realizzarlo è Borsa
Merci (BM), progetto sviluppato da Unin-
dustria in partnership con Warrant Group
e cofinanziato dalla Camera di Commer-
cio di Roma. “Borsa Merci, spiega Fran-
cesco Lazzarotto, responsabile progetti
speciali di Warrant Group e consulente per
il progetto, opera come la casalinga che
fa la spesa al mercato, da cui il nome:
confronta le bancarelle, e poi sceglie quel-
la più conveniente, a parità di qualità”. Il
di Barbara Trigari
target sono i distributori dei beni di largo
consumo: chi possiede catene di pdv e chi
gestisce le piattaforme distributive, i Cedi,
dai quali la distribuzione organizzata ac-
quista le merci. “Il sistema non coinvolge
la formazione del prezzo e non è una forma
di mediazione commerciale, prosegue Laz-
zarotto, semplicemente confronta i listini
pubblici dei Cedi, come in un magazzino
virtuale, e procede all’acquisto al prezzo
migliore, pagando immediatamente”. Per
il negoziante significa acquistare in pro-
mozione dai distributori l’80% delle vol-
te, senza sottostare a vincoli contrattuali,
quindi disporre di un risparmio nell’ordine
del 20% a costi di gestione già detratti:
rimane spazio per abbassare i prezzi alla
vendita senza ridurre, anzi aumentando, i
margini. Per ora i prodotti coinvolti sono
quelli grocery per semplicità di gestione ri-
spetto a freschi e freschissimi, ma il siste-
ma è facilmente adattabile ad altri ambiti,
in particolare al non food.
È il passo successivo che permette la
concreta attuazione del progetto, previ-
sta entro fine anno: un contratto di rete
aperto, stipulato tra i soggetti fondatori
di BM (una sorta di consorzio tra profes-
sionisti con competenze complementari)
e gli operatori della distribuzione che vi
aderiscono (commercianti). I distributo-
ri non sono coinvolti se non nella con-
divisione (che già avviene) dei listini, e
nemmeno l’industria che negozia auto-
nomamente i propri contratti. Entreranno
in gioco invece gli istituti di credito per
sostenere gli operatori della d.o. con un
sistema che anticipi il denaro per i paga-
menti, suddivida equamente i costi del
finanziamento e allo stesso tempo vagli
l’affidabilità (creditizia e settoriale) del-
le aziende che accedono alla rete. A BM
tocca una percentuale fissa o in base ai
volumi di acquisto.
Una volta a regime su scala nazionale,
BM porterà vantaggi ai medi e picco-
li operatori, che potrebbero contare su
benchmarck di settore e competere real-
mente con la gdo abbassando i prezzi al
consumo, grazie ai risparmi lato acquisti.
L’industria a sua volta potrebbe essere
spinta a rivedere i contratti con i distribu-
tori verso una maggiore razionalizzazione.
“Al momento il progetto riguarda il Lazio
-prosegue Lazzarotto- e non gestisce la
qualità, ma abbiamo avuto manifesta-
zioni di interesse da parte di Unindustria
per l’applicazione a livello nazionale e su
articoli come carburanti, tessile e moda.
Quindi siamo in cerca di adesioni per
dare una chiara definizione operativa al
progetto entro l’anno”. Non sarà neces-
sario aderire immediatamente, perché per
definizione BM ha una struttura aperta e
presumibilmente si evolverà in base alle
richieste e alle necessità degli operatori
che decideranno di dagli fiducia.•
BORSA MERCI - LO SCHEMA FINANZIARIO
La tempistica, dall’ordine al pagamento
Fonte: Borsa Merci
Nascita di un credito da BM a OGDO
C U L T U R E _ op in ione
8 ottobre 201256
Non si tratta solamente di un cambia-
mento del dispositivo utilizzato per acce-
dere alla rete, la connessione in mobilità
comporta un mutamento profondo delle
possibilità di utilizzo della Rete in sen-
so ampio. Il concetto di “cloud compu-
ting”, la “nuvola” nella quale tutti posso-
no scambiare e depositare informazioni
sfruttando una rete diffusa di server, è
ormai entrato nel linguaggio comune e,
soprattutto, nell’uso quotidiano, a volte
inconsapevole, di milioni di utenti.
Fra le tante opportunità offerte dalla tec-
nologia ve n’è una che sta cambiando
profondamente il rapporto fra la sfera
digitale e il mondo fi-
sico: la geolocalizza-
zione. L’introduzione
nei dispositivi mobili
di microprocessori
dedicati alla gestio-
ne del segnale GPS
(Global Positioning
System), gli stes-
si utilizzati nei navigatori satellitari, ha
aperto scenari di straordinaria rilevanza.
Oltre all’integrazione delle funzioni di na-
vigazione satellitare direttamente negli
smartphone, la funzione di geolocalizza-
zione ha consentito lo sviluppo di una
serie innumerevole di applicazioni capaci
di offrire servizi altrimenti impossibili da
ottenere. Si pensi alla “realtà aumentata”
che consente di sovrapporre informazio-
ni digitali alle immagini del mondo fisico
(l’esempio classico è quello del turista
che vuole avere informazioni, per esem-
pio, su un monumento o sui mezzi di tra-
sporto presenti nel luogo in cui si trova
in quel preciso istante).
Oltre a queste applicazioni, che potreb-
bero apparire sicuramente utili ma non
particolarmente rivoluzionarie dal punto
di vista business, si stanno affermando
funzionalità che integrano la geolocaliz-
zazione con aspetti di tipo commerciale.
E qui le opportunità si dispiegano a ven-
taglio. I Location Based Services (LBS)
hanno già trovato in piattaforme come
Foursquare, Google+ local o Facebook
places, gli spazi dove essere applicati
anche dal punto di vista commerciale.
Molte aziende hanno imparato che es-
sere presenti sui geo-socialnetwork può
davvero portare nuovi clienti nel punto
vendita e innescare il processo del pas-
saparola attraverso il “check-in”. Vodafo-
ne, per esempio, ha utilizzato Foursquare
per regalare promo-
zioni a chi faceva il
check-in nei negozi
convenzionati. Di-
scorso analogo per
McDonald’s che ha
sviluppato una cam-
pagna dove, com-
prando un sandwich
e facendo l’immancabile check-in, si rice-
veva una bibita in omaggio. Sono però le
realtà più piccole a poter trarre i benefici
maggiori. Bar, ristoranti, alberghi, attivi-
tà commerciali in genere, tutti hanno la
concreta possibilità di attivare logiche di
geo-socialmarketing.
È chiaro che occorre passare dalla fase
pionieristica di questa nuova modalità
di marketing, fondata soprattutto sulla
curiosità e sull’interesse personale, a un
livello più strutturato, pienamente inte-
grato con le altre iniziative aziendali on
e off-line.
Anche gli utenti in mobilità del Web devo-
no evolversi e imparare a cogliere, oltre-
ché l’aspetto più ludico della rete, anche
le opportunità di business.
L’era del geo-socialbusiness è iniziata.•
ai primi anni del 2000, quando
il Web prese la strada della con-
divisione e del cosiddetto “2.0”,
molte cose sono cambiate. È cambiato
il contesto economico, ma anche quello
socio-politico, in tutto il mondo.
In questo scenario, la tecnologia ha svol-
to un ruolo di assoluta rilevanza ponendo
le basi infrastrutturali di eventi che hanno
realmente cambiato gli assetti di interi
paesi. Si pensi all’elezione del primo pre-
sidente nero degli Stati Uniti, per la qua-
le, certamente, il Web ha avuto un ruolo
fondamentale (e lo avrà ancor più nelle
prossime elezioni). Oppure alla primavera
araba, dove i social network sono stati il
veicolo indispensabile dei vari movimenti
di protesta.
Oggi, stiamo vivendo una fase dove l’evo-
luzione del Web passa dal suo utilizzo in
mobilità. La quantità di tempo dedicata
alla navigazione online attraverso smar-
tphone e tablet sta per superare quel-
la riservata ai computer tradizionali. Le
principali società di ricerca hanno invi-
dividuato nel 2014 l’anno del sorpasso.
funzionalità
di tipo “geo”
si integrano
con aspetti
commerciali
Massimo Giordani, Ceo della Digital Agency Time & Mind, direttore di Popai Digital
8 ottobre 2012 57
l i b r i _ C U L T U R E
scenario si modifica l’etica, cambia il ruo-
lo della scienza, quello dello Stato e della
Chiesa, si ridistribuiscono le funzioni di
controllo, si ri-attiva in modo inedito il
binomio controllo/paura, si prefigura una
centralità della biotecnologia capace di
sorpassare scenari fino a oggi (anzi a ieri)
ad appannaggio della fantascienza e si
mortifica il sentimento dell’amore, pas-
sato dall’essere “affine alla trascenden-
za […] solo un altro nome per l’impulso
creativo […] gravido di rischi come lo so-
no tutti i processi creativi di cui non si è
mai certi di quale sarà l’esito”, all’ave-
re le stesse dinamiche dello shopping.
Bauman cita Emily Dubberley, autrice di
“Brief Encounters: The Women’s Guide to
Casual Sex”. La Dubberley segnala che
ormai procurasi sesso è “come ordinare
una pizza […] Ora puoi collegarti a Inter-
net e ordinare dei genitali”.
Si è premesso che Bauman è un criti-
co radicale dello stato di cose presenti.
Un’ultima conferma ci viene proprio da
Rovirosa-Madrazo che al termine delle
loro conversazioni dice di lui: “Se si po-
tessero paragonare le teorie sociali o i te-
orici della sociologia a utensili da cucina,
Zygmunt Bauman sarebbe sicuramente
uno dei coltelli più taglienti”.•
ygmunt Bauman è uno dei sociologi
viventi più influenti di questi primi
anni del nostro giovane secolo. Nel
suo lavoro ha scandagliato tutti i grandi
temi della modernità e della postmoder-
nità, dalle nuove povertà nel mondo della
globalizzazione al percorso dell’identità
nella contemporaneità. Riflessioni sem-
pre esposte pacatamente, con grande
chiarezza e altrettanta fermezza, perché,
occorre premetterlo, Bauman è un critico
radicale dell’esistente.
È un autore anche molto prolifico, ma
questa sua ennesima uscita giunge a
proposito, perché risulta particolarmente
adatta a chi si accosta per la prima volta
alla lettura del suo pensiero. Una sorta
di visita guidata al pensiero di Bauman
resa possibile dalla forma stessa del te-
sto, non redatto come un saggio, ma ar-
ticolato in una serie di otto conversazioni
con la giornalista e docente universitaria
Citlali Rovirosa-Madrazo. Una scelta in-
dovinata, perché rende possibile seguire
una miriade di ragionamenti, di divaga-
zioni, di rimandi (anche alla bibliografia
dell’autore) intorno a tutte le questioni
di più scottante attualità, ripercorse nel
loro evolversi, individuandone le cause
e analizzandone gli effetti sulla vita di
VITE CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI
di Zygmunt BaumanLaterzapagine 234, € 9,50
ognuno di noi. A iniziare dalla grande cri-
si finanziaria nella quale siamo tuttora
immersi, prova paradossale dello straor-
dinario successo delle banche e non del
loro fallimento, secondo Bauman, poiché
il fine ultimo dell’offerta di credito è “cre-
are ed espandere il bisogno di credito”
e dunque ecco che il successo consiste
nell’avere trasformato “ una stragrande
maggioranza di uomini e donne, vecchi
e giovani, in una razza di debitori”. Oltre
alla cosiddetta crisi del credito la prima
parte del volume prende in esame le pro-
fonde mutazioni intervenute nella forma
dello Stato-nazione e il decadimento del
Welfare, causate entrambe dalla “transi-
zione da una società di produttori a una
società di consumatori”, dovute al lique-
farsi delle istituzioni della modernità.
Nella seconda parte del libro vengono in
primo piano le ripercussioni nella vita de-
gli uomini della società liquida (la celebre
metafora dello stesso Bauman), dove i
cittadini sono diventati clienti, i passeg-
geri e i pazienti sono diventati utenti e la
povertà è una disfunzione patologica del
povero e non un’ingiustizia sociale, frutto
di una disfunzione strutturale. In questo
di Gennaro Fucile
8 ottobre 201258
N O M I
Aimia 16, Almaverde Bio 43, Amazon 28/48, Andid
37, Api 16, Apple 48, Arena Holding 40, Assogio-
cattoli 50, Auchan 16, Autogril 19/20, Avanzi 31,
Ballarini 37, Balocco 14, Balocco Alberto 14, Barilla
35, Barnes & Noble 48, Bauman Zygmunt 57, Benent
12, Blockbuster 25, Camera di Commercio di Roma
55, Carrefour 25, Censis 8/9, Coldiretti 8, Conad 30,
Conad Adriatico 26, Conbipel 20, Coop 30, Cucinotta
Maria Grazia 32, Dell’Oro Cristina 33, Deloitte 24/25,
Diana Gianluigi 33, Dico 12, Dinis Abilio Dos Santos
25, Edizioni Laterza 57, Euro RSCG Milano 33, Expert
31, Fashion District 23, Fidenza Village 23, Fileni 40,
Fileni Roberta 40, Fioravanti Lino 26, Gap 49, Genz
Robert 53, Getulio Vargas Foundation 24, Global Blue
22, Grenier Stephane 32, Grey 33, Gruppo Campari
19/20, Gruppo Mittel 23, Ikea 31, Imaginarium 20,
Inzaghi Gabriele 33, Inzenka 20, Ip 16, Kaness Matt
49, Kapferer Jean-Noel 49, L’Oréal Paris Italia 32, La-
gorce Luc 37, Lavanga Cristiana 33, Lazzarotto France-
sco 55, Lemann Jorge Paulo 25, Lojas Americanas 25,
Lou Pritchard 20, Lvmh 49, McArthur Glen 22, McCann
Erickson 32, Medusa-Regnoli Group 18, Metro 25,
Migros 20, Molino Rossetto 38, Morici Giuseppe 35,
Nectar Italia 16, Nestlé Fitness 19/20, Nike 48/49,
Original Marines 16, Pao de Acucar 25, Pi Global &
ezisery 20, Placido Violante 32, Planter’s 32, Porsche
49, Prada 49, Preca Brummel 20, Pricewatehouse-
Coopers 48, Procter & Gamble 19/20, Procter &
Gamble Italy 32, Puccini Vittoria 33, Raimbow 40,
Reckitt Benckiser 33, Righetti Dario 24/25, Romano
Alessandro 33, Rossetto Chiara 38, Rotta Pasquale
14, Sam Walton 20, Scandroglio Marco 33, Schneider
David 53, Sephora 19/20, Sequoia 20, Sicupira Carlos
Alberto 25, Simply 30, Simply Hired 49, Stella Martina
33, Strassi Iginio 40, Surgenia 16, Tarditi Fausto 16,
Target Stores 48, Telles Marcel 25, Tesco 25, Tiffany
48/49, TomorrowSWg 46, Toschi 37, Toys Industries
of Europe 50, Unicoop Firenze 20, Unicoop Tirreno
14, Unieuro 16, Unilever 20, Unindustria 55, Urban
Outfitters 49, Value Retail 23, Walmart 19/20/25,
Warrant Group 55, Winternheimer Maite’ 32, Zalando
53, Zilianti Paolo 32
STAMPA: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 320096 Seggiano di Pioltello (Mi)
SERVIZIO CLIENTI: [email protected] tel 02-3022.5680 06-3022.5680 fax 02-3022.5400 06-3022.5400.
ABBONAMENTI: [email protected] fax 02-3022.5402 06.3022.5402
Prezzo di una copia cartacea 2,75 €Prezzo abbonamento Italia € 102,90 + iva € 5,99 = totale € 108,89Conto corrente postale n. 28308203 intestato a: Il Sole 24 ORE S.p.A.
L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile.Registrazione Tribunale di Milano n. 392/72
ROC n. 6553 del 10 /12/2001 - ISSN 1123-7260Associato a:
SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane 1 - 20016 - PERO (MILANO) Tel. +39 02 3022.1 - Fax +39 02 3022.6637UFFICIO PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 3022.6295
Informativa ex D. Lgs. 196/03 (tutela della privacy).Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’ar t. 24, comma 1, lett. d del D. Lgs. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ar t. 7 del D. Lgs n. 196/03 (accesso, correzione, can-cellazione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Pisacane 1 - 20016 Pero (MI). Gli ar ticoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponi-bile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccol-ta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.
“Annuncio ai sensi dell’ar ticolo 2, comma 2, del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica”.La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista Gdoweek rende noto al pubblico che esistono banche-dati di uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.LGS. n. 196/03 è l’ufficio del Responsabile del Trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali.
Testata a diffusione nazionale volontariamente sottoposta dall’editore ad accertamento e riscontro della tiratura e diffusione per il periodo 01/01/2009-31/12/2009; tiratura media 21.022 copie, diffusione media 20.589 copie. Società di Revisione Fausto Vittucci & C. sas.
numero 32 - 8 ottobre 2012www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano
PRESIDENTE: Giancarlo CeruttiAMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
DIRETTORE RESPONSABILE: Mattia Losi
AREA RETAILVICEDIRETTORE: Cristina Lazzati
REDAZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore), Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)
Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio), Anna Bertolini, Roberto Pacifico
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli, Mauro Ballocchi, Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti,
Elena Fusari, Laura Itolli, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli
SEGRETERIA DI REDAZIONE: Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Paola Melis [email protected]
COLLABORATORI: Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Laura Brivio, Marilena Colussi, Rosarita Crisafi, Luigi Dell’Olio, Massimo Giordani (Digital Agency Time & Mind) Lu.Ca, Loredana Oliva, Patrizia Pagani, Fabio Salvati, Manuela Soressi,
Barbara Trigari
PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi
N U OVA L I N E A B E N E S S E R E .L’A LTA Q UA L I T À P E R C H I A M A T E N E R S I I N F O R M A .
Gli affettati della Linea Benessere sono la scelta perfetta per chi cerca un’alimentazione gustosa, raffi nata e leggera allo stesso tempo. La bresaola della Valtellina I.G.P., la bresaola di equino, il carpaccio di fesa di manzo e la nuovissima
bresaola di tacchino: quattro specialità in vaschetta per portare in tavola tutta la qualità di Rigamonti eriscoprire uno stile di vita equilibrato.