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IN QUESTO NUMERO :

Il nuovo Rettor MaggioreDon Luigi Ricceripag. 161

"Pietro è qui "Identificate le ossa di San Pietropag. 165

Che fanno i ragazzi in Colonia?pag. 172

Da 50 anni i Missionari salesianilavorano nel Rio Negropag. 185

Milletrecento ragazzi francesi, belgi, svizzeri« in marcia verso Domenico »

IN COPERTINA • Una delle numerose fan-fare dei collegi e oratori salesiani del Congo

Servizio sul Congo a pag . 183

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Don Boscoha il suo sestosuccessore

L'intensa mattinata era cominciata ai piedi del-l'altare . Nella nuova chiesa dell'Ateneo romano ilRettor Maggiore uscente don Ziggiotti celebrò laMessa per invocare l'assistenza dello Spirito Santo .Nel Vangelo lesse le parole di Gesù : « Lo SpiritoSanto, che il Padre mio manderà nel mio nome,egli vi insegnerà ogni cosa, e tutto vi sarà suggeritoda lui » .

Alle ore 12,10 del 27 aprile scorso, una nuova mano ha impugnato il timone della Congre-gazione Salesiana . DoN LUIGI RICCERI, salutato dagli applausi cordiali dei 150 capitolariche lo avevano voluto sesto Successore di San Giovanni Bosco . In quel momento cercò inu-tilmente di dominare la sua commozione, mentre i capitolari scavalcando il protocollo siassiepavano intorno a lui per avvolgerlo in un abbraccio affettuoso e per dirgli la loro gioia

«Vogliamo formare una grande famiglia »

Con questa certezza i capitolari passarono nel-l'aula magna per la votazione . A uno a uno giura-rono, con la mano posata sul Vangelo, di dare ilvoto libero e segreto a quel superiore che giudicas-sero di eleggere al cospetto di Dio .

Don Ziggiotti aveva più volte invitato gli elet-tori a orientarsi su un nome che non fosse il suo .Nella prima votazione il suo nome invece apparve

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Con la sua solita serenità e buon umore il Rettor Maggioreuscente don Renato Ziggiotti s'intrattiene col nuovo RettorMaggiore don Luigi Ricceri e con un gruppo di Capitolari

frequente : molti capitolari vollero rendergli cosìun ultimo omaggio filiale . Al secondo scrutinio as-segnarono la maggioranza assoluta a don Luigi Ric-ceri. Don Ziggiotti per primo lo strinse tra le suebraccia ; un salesiano dell'India lo incoronò con unaghirlanda di fiori secondo l'uso del suo Paese, e dal-l'ampia gradinata dell'aula magna i capitolari can-tarono con slancio Don Bosco ritorna . Don Boscoera tornato tra i suoi figli, per la sesta volta, nellapersona del suo sesto successore .

Il nuovo Rettor Maggiore parlò ai Capitolari chelo avevano eletto : « Mi han detto or ora : `coraggio!'- disse visibilmente commosso . - Ce ne vuoletanto di coraggio! E forse qualcosa di più che ilcoraggio. Io non so se voi possiate immaginare lasomma di sentimenti che in questo momento miopprime . Io vi dico che anzitutto sento il limite dellemie possibilità : mai l'ho sentito come in questomomento, per la sensazione chiara dei miei limiti .Se non volessi evitare una umiliazione per voi,prima che per me, vi farei l'elenco di tutte questelimitazioni. Ma io sento, carissimi confratelli, caris-simo don Ziggiotti, sempre mio Padre, che forsefra tutti questi limiti uno non esiste : il limite dellamia dedizione, della mia obbedienza al Signore e allaCongregazione. E per questo che credo di doverobbedire alla volontà del buon Dio che si è mani-festata oggi per mezzo di voi, che rappresentate lavolontà dell'intera Congregazione (qui fu interrottoda applausi prolungati) . Sento chiara - proseguìdon Ricceri - la mia nullità, soprattutto al con-fronto di quelli che mi hanno preceduto . . . » . Ilnuovo Rettor Maggiore fece quindi l'elogio della pa-ternità e dedizione del suo predecessore don Ziggiotti,e gli chiese in ginocchio, insistentemente, la benedi-zione per sè e per tutti i presenti .

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Il pomeriggio del nuovo Rettor Maggiore passòveloce tra visite e saluti . Dopo la cena, l'assedioaffettuoso dei confratelli si fece più intenso e sitrasformò in un'accademia improvvisata, con di-scorsetti in tutte le lingue e con i canti dell'anticorepertorio salesiano . « Vogliamo formare una grandefamiglia - disse don Ricceri al termine - unavera famiglia » . Un nuovo lungo applauso espressel'adesione convinta di tutti alle sue parole .

«La mia personanon deve entrarci»

In precedenza il Capitolo generale aveva vissutogiornate di intensa preparazione . Si era apertol'8 aprile con gli Esercizi spirituali, predicati dadon Giuseppe Del Pino Gonzàlez, Ispettore delleAntille, e dal Direttore del Bollettino Salesiano .

Subito dopo, i capitolari parteciparono alla Setti-mana Santa nelle basiliche romane : furono col Papaalla Via crucis nel Colosseo e alla Veglia pasqualein San Pietro .

Lunedì di Pasqua tennero la loro prima Assembleagenerale, e riunirono pure le commissioni di studio .

In tutti i giorni che precedettero l'elezione delRettor Maggiore, don Ziggiotti aveva calamitatosu di sè la premura filiale dei capitolari . Li sorpresedolorosamente in una prima `buona notte' in cuiinvitò a pensare a un'altra persona più giovane perportare il peso del governo della Congregazione .Con un'umiltà che sbalordì tutti disse : « Io sonovecchio ormai, e poi non ho doti di governo. Pen-sate alla Congregazione, non a me, non a me . Làmia persona non deve entrarci : Dio, Dio solo,Don Bosco e le anime! » .

Una nuova casaogni quindici giorni

Chi lo conosce, sa quale tempra di lavoratore siadon Ziggiotti. Cominciava la sua giornata alle 4,30del mattino . Celebrava la Messa all'altare di Don Bo-sco e ogni sabato all'altare di Maria Ausiliatrice,in Basilica. Alle sei faceva la meditazione col primoturno dei confratelli. Quindi mezz'ora di preghiera,e alle sette era già al lavoro. Una giornata pesantela sua, che si chiudeva solo a tarda sera. Con questoritmo lavorò ogni anno, senza soste e senzavacanze .

Nei quasi tredici anni in cui resse la Congrega-zione, i Salesiani aumentarono di numero in modoimpressionante : da 16.364 passarono a 22 .510. Le

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Don Bosco vive e opera ogginel suo sesto Successore comefino a ieri ha operato nel quinto

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loro case salirono da 1072 a 1361 . In media, un'o-pera nuova venne inaugurata ogni quindici giorni .

Ora che don Ziggiotti ha lasciato il suo posto diresponsabilità, diventa il primo Rettor Maggioreemerito della Congregazione . La sua rinuncia è unariprova - se mai fosse necessaria - della staturamorale e della dedizione alla Congregazione di que-st'uomo di Dio che nell'ambiente salesiano vissedalla verdissima età di sette anni, dalla secondaclasse elementare, nel lontano 1899. Le sue spallesolide e la sua tenacia gli permetteranno di lavorareancora per Don Bosco e per i giovani . Egli conti-nuerà a portare ai suoi confratelli il suo sorriso, ea infondere in loro la fiducia e l'entusiasmo che nonlo hanno mai abbandonato . Questo patriarca dellaFamiglia salesiana attende ora, dopo averla solle-citata, la sua `obbedienza', come se fosse uno qua-lunque dei 22 .510 salesiani. E quale casa non sa-rebbe felice e onorata di accoglierlo?

Intanto don Ziggiotti ha continuato in questigiorni a lavorare nel Capitolo Superiore, accanto aisuoi confratelli. Il giorno 3 maggio il Capitolo hacompletato le votazioni con l'elezione degli altriSuperiori che affiancheranno il Rettor Maggiorenel governo della Congregazione .

Risultano nel nuovo Capitolo Superiore :

Don Albino Fedrigotti, Prefetto generale (confermato) ;

Don Modesto Bellido, Catechista generale (in pre-cedenza, Consigliere per le Missioni) ;

Don Ruggiero Pilla, Economo generale (confermato) ;e i cinque Consiglieri : don Archimede Pianazzi,don Ernesto Giovannini, don Guido Borra (confer-mati) ; don Pietro Garnero, don Bernardo Tohill(nuovi eletti) .

Il prossimo numero del Bollettino si soffermeràa parlare di ciascuno di questi Superiori, nuovi erieletti, e fin da ora porge loro a nome della Fa-miglia salesiana gli auguri più belli di buon lavoro,colmo della benedizione del Signore .

Un volitivo dalle idee chiaree dal cuore puro

Don Luigi Ricceri ha 64 anni : è nato l'8 mag-gio 1901 a Mineo, Catania . A ventiquattro anni fuordinato sacerdote . Don Ziggiotti, allora suo Ispet-tore in Sicilia, lo nominò ancora giovanissimo di-rettore a Palermo e poi a Messina . Svolse il suocompito così bene che i Superiori gli affidarono laresponsabilità di una Ispettoria, la Subalpina . Eranogli anni duri della seconda guerra mondiale e don Ric-ceri incontrò difficoltà non comuni . Tra l'altro, nel'44 venne coinvolto in un triste episodio di guerrapartigiana, che ebbe come teatro un Istituto sale-

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siano: fu arrestato dalle S .S. tedesche e tenuto inprigione diversi giorni .Nel 1953 era Ispettore della Lombardia quando

don Ziggiotti lo chiamò al Capitolo Superiore peraffidargli due importanti settori dell'attività sale-siana: i Cooperatori e la Stampa .Con un lavoro metodico e costante che dura

da dodici anni, don Ricceri ha dato alla Pia Unionedei Cooperatori un impulso decisivo . Per il suozelo illuminato e intraprendente, il reclutamentodei Cooperatori è divenuto più largo e saggiamenteselezionato; la loro formazione si è fatta più pro-fondamente cristiana e salesiana ; l'organizzazione haavuto un impulso tale da meritare il più ampio rico-noscimento del XVIII Capitolo Generale e dell'at-tuale Capitolo Generale XIX . Anche l'apostolato siè adeguato ai tempi, specialmente nei settori dellaistruzione religiosa, della stampa, della moralitàe delle vocazioni .

Don Ricceri ha organizzato anche l'Ufficio stampasalesiano e potenziato due pubblicazioni periodichefondate da Don Bosco . Il Bollettino Salesiano è sa-lito a 32 edizioni nelle varie lingue nazionali, ealla tiratura complessiva di oltre un milione dicopie. Le antiche e benemerite Letture Cattolichesono oggi mensili moderni che con varie testateescono in diversi Paesi : in Italia col nome di Me-ridiano 12, e con altri titoli in Spagna, in Brasile,Messico e Argentina .

Un Salesiano che è vissuto molti anni accanto adon Ricceri ha schizzato del nuovo Rettor Mag-giore un profilo garbato e arguto. Eccolo :

« Di don Ricceri si può proprio dire ciò chedon Ceria diceva di San Giovanni Bosco : è un voli-tivo dalle idee chiare e dal cuore puro . Non sapreitrovare una vocazione più sicura e più corrispostadella sua. Credo che egli abbia avuto da Dio anchela vocazione a essere superiore : è nato per fare ilsuperiore; il Signore lo ha dotato ad hoc .Di costituzione sana, don Ricceri conosce una

sola malattia, diventata ormai cronica: il lavoro .Ma è la malattia professionale del Salesiano di razza .Il lavoro di don Ricceri è essenzialmente quelloorganizzativo, ossia il lavoro del vero superiore,che predispone i piani più che fare lui direttamente .

Della Sicilia richiama alla mente l'Etna, vulcanoattivo e gigante . Anche lui è un vulcano sempreattivo . . . giorno e notte .Questa massima di Don Bosco è quella che

don Ricceri preferisce : Noi non ci fermiamo mai ; vi èsempre cosa che incalza cosa . . . Dal momento che noi cifermassimo, la nostra opera comincerebbe a deperire » .

Nella prima `buona notte' il nuovo Rettor Mag-giore ha espresso così il programma di lavoro suoe del Capitolo Generale : Con Don Bosco vivo, oggi,di fronte alle esigenze del nostro tempo e alle attesedella Chiesa.

ffi

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~~lal~ilt~lllPetros ení: sono due parole greche che significano : " Pietro è qui dentro ". Quando

la professoressa Margherita Guarducci, dopo 14 anni di meticolose ricerche, le ha sco-

perte e decifrate, ha avuto la prova definitiva di aver identificato le ossa di San Pietro

11 r8 febbraio scorso, l'UfficioStampa del Vaticano diramò que-sta breve notizia : «La professo-ressa Margherita Guarducci del-l'Università di Roma ha fattoomaggio al Papa del suo nuovolibro : Le reliquie di Pietro sotto laConfessione della Basilica Vati-cana » .

Appena due ore dopo, il tele-fono in casa Guarducci comin-ciava a squillare . Le maggioriagenzie stampa, italiane e inter-nazionali, con chiamate urgentitempestavano di domande perchèvolevano informazioni più estesee più precise . Il giorno dopo tuttii giornali ne parlarono ; perfino

giornali giapponesi ebbero serviziin prima pagina, con grossi titoli .Le recensioni sul libro, firmatedai migliori studiosi di archeo-logia, avallavano con la loro au-torità le straordinarie conclusionia cui la professoressa Guarducciera giunta dopo anni di pazientelavoro. Di che si trattava dunque ?

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Un giornale italiano condensòmolto bene gli avvenimenti inquesto titolo : « Una notizia de-stinata a grande risonanza : iden-tificate le ossa di San Pietro . Glistudiosi non hanno dubbi».

La notizia spiega da sola l'enor-me interesse che ha suscitato intutto il mondo. Partendo infattida conclusioni di natura scienti-fica, tocca da vicino la Chiesa ela sua fede nel primato del Papacome Vescovo di Roma. E, prov-videnziale coincidenza, è matu-rata proprio quest'anno in cui,secondo i calcoli più probabili,cade il diciannovesimo centenariodel Martirio di San Pietro .

L'interesse è vivissimo ancheper la nostra famiglia, perchè laprofessoressa Guarducci, titolaredella cattedra di Epigrafia e diAntichità greche dell'Universitàdi Roma, è anche affezionata Coo-peratrice salesiana .

UNA TOMBASTRANAM-ENTEVUOTA

Ecco ora un quadro riassuntivodelle ricerche fatte attorno allatomba di San Pietro e delle suereliquie .

La più antica tradizione, che siappoggiava solidamente a testi-monianze storiche e liturgiche diogni genere, assicurava che l'apo-stolo Pietro era venuto dall'orientea Roma ; vi aveva fondato - conla collaborazione di San Paolo -la Chiesa, trasferendovi la suasede episcopale ; vi era mortodurante la persecuzione di Ne-rone, crocefisso col capo all'ingiùnegli orti neroniani sul colle Va-ticano, ed era stato sepolto inluogo lì vicino . Verso la fine delsecolo secondo, un prete di Romadi nome Gaio assicurava che suquel luogo esisteva una specialeedicola, che testimoniava la de-vozione verso l'Apostolo e ch'eglichiamava con termine agonisticoe trionfale trofeo : il « trofeo diGaio ». Su quel trofeo, l'impera-tore Costantino, verso il 315,aveva iniziato la costruzione diquella monumentale basilica acinque navate che aveva resistito

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attraverso i secoli fino agli inizidel 15oo, quando papa Giulio IIdecise di demolirla per costruirneuna più grande e più sontuosa :la basilica attuale, sormontata dallacupola di Michelangelo . Quellabasilica - assicurava la tradizio-ne - racchiudeva nelle sue vi-scere la tomba di San Pietro .

Su queste verità ritenute indi-scusse per tanti secoli, era ve-nuto a cadere a poco a poco ilveleno corrosivo del dubbio edelle negazioni dei razionalisti, ea nessuno dei Papi era bastatol'animo di andare alla radice delproblema, promovendo una si-stematica esplorazione del sotto-suolo della basilica . Tale coraggiolo ebbe Pio XII che, appenaeletto Papa, promosse e sostennele difficili ricerche . Protrattesiper oltre un decennio, esse por-tarono alla più luminosa confermadei dati offerti dall'antichissimatradizione .

E cioè : sotto il livello dell'at-tuale basilica, alla profondità diparecchi metri, furono ritrovati iresti dell'antica basilica costanti-niana, e al di sotto di essa vennealla luce una vasta zona cimite-riale pagana con elementi cri-stiani, anteriore all'imperatore Co-stantino (morto nel 337). La zonaera attraversata, nella direzionedell'asse centrale della basilica, dauna via romana, fiancheggiata daricchi mausolei gentilizi del secondoe terzo secolo dopo Cristo . La viaandava a sfociare in una specie dipiazzuola circondata da varie tombea inumazione della fine del primosecolo, scavate nella nuda terra,proprio nel punto che, sul pianodell'attuale basilica, corrispondeall'altare della <c Confessione » .

La disposizione e l'antichità diquelle tombe erano tali che iquattro Archeologi preposti agliscavi, pensarono di essere ormaivicini alla tomba del primo Papa .E infatti si presentò loro, in cor-rispondenza diretta con l'attualealtare papale, una costruzionequadrangolare, ornata di marmirari e di porfido, dell'età costan-tiniana . Aperta una breccia, gliarcheologi vi scoprirono l'anticotrofeo di Gaio . Era una speciedi edicola funeraria, appoggiata aun contemporaneo muro (il murorosso, chiamato così dal colore

DON BOSCOVISITÒLA TOMBADISAN PIETRO

dell'intonaco) e costituita da duepiccole nicchie sovrapposte, diviseda una mensa di travertino sor-retta da due colonnine di marmo .Potè essere fissata anche l'epocadella costruzione del muro e del-l'edicola : circa l'anno 150 .

Un muro, aggiunto successiva-mente poco sopra l'edicola (ilcosì detto muro g), risultò co-perto da una vera selva di graffiti,ossia di iscrizioni incise sull'into-naco da pii visitatori . La professo-ressa Guarducci, dopo due annidi studio, riuscì a decifrarli, ri-cavandone una serie di acclama-zioni e invocazioni cristiane divittoria e di pace per i defunti .Varie volte il nome di Pietro viappariva unito al nome di Cristoe persino di Maria! Spesso ilnome di Pietro era scritto solocon le due iniziali maiuscole PE ;oppure la E era attaccata allabase della P e ne risultava unsegno a forma di chiave : E . Al-lusione evidente alle chiavi diSan Pietro . I graffiti risalgono allafine del terzo secolo e agli inizidel quarto .

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Nel suo primo viaggio a Roma(1858) Don Bosco dedicò «unmese intero, senza altre distra-zioni », a visitare l'eterna cittàcon i suoi principali monumenti,sacri e profani. A San Pietro ri-tornò tre volte. Nell'ultima, mu-nito di un permesso specialissimodi Pio IX, si attardò ore e ore avisitare minuziosamente le GrotteVaticane .Narrano le `Memorie Biografi-

che' : « In quei sotterranei, ciò chepiù attraeva Don Bosco era lamemoria del Principe degli Apo-stoli. Accompagnato da Mons . Bor-romeo, consumò la maggior partedi quel giorno a visitare la Con-fessione . Poi si fece aprire lacripta sotterranea dove era latomba di San Pietro . Guardò,esaminò ogni oggetto, ogni angolo,le mura, le volte, il pavimento .Quindi chiese se non vi fosse piùnulla da vedere.- Più nulla! - gli fu risposto .- Ma proprio la tomba del

santo Apostolo, ove è ?- Qui sotto! È sita profonda-

mente sotterra, nello stesso luogo

Sotto l'edicola furono trovati iresti di una tomba terragna, stra-namente vuota e quasi distrutta,mentre le tombe vicine contene-vano ancora delle ossa . Alcuniresti di ossa umane furono ritro-vati addosso al muro rosso, e altrinella zona circonvicina .Non poteva più esserci alcun

dubbio : quella fossa, difesa dal-l'edicola e inglobata da Costan-tino entro la sua costruzione or-nata di marmi preziosi e di por-fido, era la tomba umilissima delprimo Papa!Pio XII, nel messaggio nata-

lizio del 195o, ne diede il festosoannunzio : « È stata veramente ri-trovata la tomba di San PietroA tale domanda la conclusionefinale dei lavori e degli studi ri-sponde con un chiarissimo sì . Latomba del Principe degli Apostoliè stata ritrovata » . E il Papa pro-seguiva : « Una seconda questione,subordinata alla prima, riguardale reliquie del Santo . Sono stateesse rinvenute ? ». La risposta nonpotè essere altrettanto positiva :furono, sì, ritrovati resti di ossa

che occupava quando era in piedil'antica Basilica ; e non fu piùaperta da molti secoli, per timoreche taluno possa tentare di spez-zarne qualche reliquia.- Ma io vorrei giungere fin là .- Non è possibile!- Mi hanno detto che in qual-

che modo si potrebbe vedere .- Tutto ciò che si può far ve-

dere gliel'ho fatto vedere : il dipiù è rigorosamente proibito.- Ma il Papa mi ha detto es-

sere ordine suo che nulla mi sitenga celato. Quando ritornerò dalui e mi chiedesse se ho vistotutto, mi rincrescerebbe di nonpoter dire di sì .Monsignore mandò a prendere

alcune chiavi, ed aprì una speciedi armadio . Qui vi era un foroche scendeva sotterra. Don Boscoguardò, ma tutto era tenebre .- È contento? - disse il Mon-

signore.- Non ancora : vorrei vedere .- E come vuol fare?- Mandi a prendere una canna

ed un cerino .

umane al margine del sepolcro,ma come si sarebbe potuto ga-rantirne la sicura appartenenza aSan Pietro? Restava però intattala realtà storica della tomba, e ilPapa poteva concludere : « La gi-gantesca cupola s'inarca esatta-mente sul sepolcro del primo Ve-scovo di Roma, del primo Papa :sepolcro, in origine, umilissimo,ma sul quale la venerazione deisecoli posteriori, con meravigliosasuccessione di opere, eresse il mas-simo tempio della Cristianità » .

UNA CASSETTAQUASIDIMENTICATA

Rimaneva dunque aperta la se-conda questione, riguardante lereliquie dell'Apostolo . Erano stateveramente ritrovate? Ed ecco laseconda pagina di questa storiameravigliosa .

Venne la canna ed il cerino,che appiccicato sulla punta diquella, venne calato giù. Ma sispense tosto nell'aria morta . Lacanna però non giungeva al fondo .Allora fu fatta venire una secondacanna, che aveva all'estremità ununcino di ferro. Così si giunse atoccare il coperchio della tombadi San Pietro. Era sepolta a setteo otto metri di profondità . Bat-tendo leggermente, il suono cheveniva su, ora indicava che l'un-cino urtava nel ferro, ed ora nelmarmo. Ciò confermava quelloche avevano scritto gli storici an-tichi. Don Bosco visitava tuttocon ogni diligenza per servirsenenel correggere la vita da lui giàscritta di San Pietro». (M. B., V,863-864) .

Quanta gioia proverebbe oggiDon Bosco, se potesse inginoc-chiarsi sul suolo benedetto che,diciannove secoli or sono, ac-colse - ancora sanguinante - ilcorpo martoriato del primo Vi-cario di Gesù Cristo!

La professoressa Guarducci nel1953 iniziò il delicato lavoro didecifrazione dei graffiti del muro g .Notò subito, incavato nello spessoredel muro, un piccolo vano segreto,foderato di lastrine di marmo, mascardinato e inspiegabilmente vuo-to. Venne a sapere dal sampietrinoche aveva eseguito i lavori che -durante gli scavi, mons. LudovicoKaas, segretario economo dellaFabbrica di San Pietro, senza dirnulla ai quattro Archeologi avevafatto aprire il ripostiglio e neaveva asportato il contenuto . Avevatrovato ossa umane, pezzettini distoffa di porpora ricoperta di filid'oro purissimo, frammenti dimarmo e di intonaco rosso, ossi-cini di animali . . . Fece rinchiuderetutto in una cassettina di legno evi aggiunse un suo biglietto conle indicazioni essenziali, poi de-pose la cassetta in un ambientedella medesima zona di esplora-zioni. Quella cassetta, in seguitoalla morte di mons . Kaas, erastata dimenticata ; nel 1953 ilsampietrino andò a prelevarla ela consegnò alla professoressa

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Guarducci, la quale, impegnata adecifrare i suoi graffiti, si limitòsolo a osservarne il contenuto,senza annettervi eccessiva impor-tanza .

Nel 1956, per ordine di Pio XII,vennero affidati al prof. Vene-rando Correnti, direttore dell'Isti-tuto di Antropologia all'Univer-sità di Palermo, i due gruppi diossa che erano state ritrovate at-torno alla tomba di San Pietro,perchè ne facesse un accuratoesame. Gli fu pure consegnata, aparte, la famosa cassetta .

L'esame, minuziosissimo, si pro-trasse per vari anni . Alla prova deifatti, le ossa del primo grupporisultarono resti di tre individui,di cui uno quasi certamente disesso femminile ; mentre quelle delsecondo gruppo appartenevano ad-dirittura a quattro individui di-versi. Non si poteva quindi indi-viduarvi i resti di San Pietro .

Nella primavera del 1964 venneultimato l'esame delle ossa conte-nute nella cassetta . Il responsorisultò sorprendente : esse costi-tuivano circa la metà di uno sche-letro (rappresentato in quasi tuttele sue parti, compreso il cranio),e appartenevano ad un unico indi-viduo di sesso maschile, di cor-poratura robusta, di età fra i ses-santa e i settant'anni, di altezzatra m. 1,64 e 1,65 .

Per la professoressa Guarduccifu una emozionante rivelazione .I dati offerti dall'esame scienti-fico delle ossa corrispondevano inpieno alle caratteristiche di San

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Ricostruzione plastica dell'edi-cola addossata al muro rosso

Pietro : corporatura robusta, al-tezza più che normale per un pa-lestinese di quei tempi, età avan-zata : una vera rarità per un'epocain cui, secondo i calcoli degliscienziati, la media della vitaumana non superava i 25 - 30anni .

Non volle tuttavia farsi pren-dere la mano dall'entusiasmo ecominciò nuove indagini, che du-rarono lunghi mesi, ma che allafine si dimostrarono probative alsommo .

PORPORA IMPERIALEE OROFINISSIMO

Ecco il filo dei suoi ragiona-menti. Quei resti erano stati ri-trovati gelosamente nascosti entrolo spessore del muro g, ricopertodi graffiti inneggianti all'Apostolo,situato proprio sulla sua primitivafossa, che non per nulla era statatrovata semidistrutta e vuota . Ade-rente alle ossa, fu notata dellaterra che, all'esame scientifico,risultò la stessa della fossa sotto-stante. Dunque quelle ossa, ri-tenute sicuramente di San Pietro,Costantino le aveva fatte estrarredalla fossa e le aveva nascoste- all'asciutto e al sicuro - nelvano rivestito di marmo del murog, ch'egli poi aveva inglobato- con il muro rosso e il trofeo diGaio - entro il suo mausoleo

ricoperto di marmi rari e diporfido .

Una nuova conferma la si puòtrovare nei pezzettini di stoffa dipura porpora imperiale rivestitadi fili d'oro finissimo : dunque, leossa erano di un personaggio acui l'imperatore non aveva tro-vato eccessivo rendere onori re-gali! E i frammenti di marmo edi intonaco rosso non fanno checonfermare che quelle ossa eranostate asportate proprio dal miste-rioso ripostiglio addossato al murorosso e scheggiato nei suoi marmial momento della estrazione : ilche del resto risultava pure dallogoro biglietto di mons . Kaas,che ne indicava la provenienza.

E la presenza di ossicini di ani-mali (bue, pecora, gallinaceo ecc .)trovati frammisti alle ossa umane ?Essa in un primo momento sor-prese e sconcertò un poco la sa-gace indagatrice, tanto più cheanaloga presenza riguardava puregli altri due gruppi di ossa. Allafine però quegli ossicini si dimo-strarono anch'essi provvidenzialiper una conferma definitiva : laloro presenza indicava, infatti,che il corpo di San Pietro erastato inumato in un terreno che,al tempo di Nerone, era ancoracoltivato, e cioè prima di esseretrasformato definitivamente in veroe proprio cimitero . Dunque, latomba di San Pietro risale . . . al-l'epoca del suo martirio!

Ma un'altra prova era destinataa porre l'ultimo suggello. Osser-vando bene entro il vuoto riposti-glio, la Guarducci vi aveva deci-frato una brevissima iscrizione, inlingua greca, con lettere tracciatestentatamente, che tradotte in ita-liano suonano così : Pietro è quidentro . Dunque, prima che ilmuro dei graffiti, col suo riposti-glio segreto e il suo prezioso con-tenuto, venisse incluso nel monu-mento costantiniano, una manosi introdusse furtiva nel piccolovano e incise con difficoltà, sul-l'intonaco del muro rosso che fa-ceva da parete, le fatidiche parole,quasi a suggellare e tramandare aiposteri il ricordo di quella tra-slazione memorabile : « Pietro è quidentro », parole che oggi costitui-scono per noi come una speciedi <« autentica » per le reliquiedel Principe degli Apostoli .

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« Venga il giorno - ha detto Paolo VI - incui si compongano non con la forza delle armii dissidi fra i popoli, ma con la luce di ragione-voli negoziati ; e si plachi ogni guerra e guerrigliaper dar luogo a mutue e fraterne collaborazionicostruttive. E venga il giorno in cui le prodigioseenergie del progresso siano impiegate a saziarela fame nel mondo; . . . e non siano più sulla terrale sofferenze volute e inutili dell'oppressionepolitica e sociale, del razzismo promosso orepresso, della giusta libertà di coscienza e diespressione conculcata e costretta » .

Il luminoso messaggio che il Papa ha rivoltoal mondo da piazza San Pietro il giorno di

Pasqua, mentre nel Vietnam la giungla continuava a insanguinarsi, negliStati Uniti la tensione razziale non accennava a placarsi, la fame attanagliametà del genere umano e la libertà di un terzo dell'umanità è sottoposta alcontrollo comunista, rivela con sempre maggior evidenza quel che il Papa èoggi per ogni uomo di buona volontà, a prescindere dal suo Credo religioso :la voce stessa della coscienza umana, l'espressione delle sue più nobili aspi-razioni, l'altissima guida morale dell'umanità .

In neppure cent'anni le posizioni sono radicalmente mutate: dal climarovente dell'anticlericalismo settario ottocentesco che tentava di gettarenel Tevere la salma di Pio IX all'unanime commozione di tutto il mondoche ha accompagnato il funerale di Giovanni- XXIII, da Garibaldi chetelegrafava « abolire le Guarentigie e il Guarentito » alla presentazionedella Pacem in terris fatta da una personalità socialista all'O .N.U., si avverteuna evoluzione radicale nel pensiero e nella stima per il papato che, con iviaggi di Paolo VI, ha preso contatto diretto coi problemi più scottantidell'umanità di oggi .

Don Bosco ne sarebbe lieto, egli che dichiarava « sono attaccato al Papapiù di un polipo allo scoglio », che vedeva nel Papa il centro della storiadella Chiesa, che ne presagiva in profetiche visioni lotte e trionfi, che dichia-rava sul letto di morte di aver voluto la sua Congregazione per la difesadel Papa .

Don Bosco ebbe un amore vivissimo e una venerazione profonda peril Papa in un momento storico in cui nelle stesse file cattoliche l'adesioneal Papa era molto condizionata da fattori politici e ideologici, mentre ilsettarismo montava campagne di odio e di violenza .

Ai Cooperatori Salesiani oggi il Successore di don Bosco addita lo stessoamore con le stesse caratteristiche : una venerazione e una fedeltà che, pre-scindendo da considerazioni puramente umane, si radica in ciò che soprat-tutto è il Papa: Vicario di Cristo, timoniere della Chiesa .

La vicina festa dei Ss . Pietro e Paolo con la lieta ricorrenza ònomastica delregnante Pontefice, sia una giornata in cui ogni cuore salesiano vibra, conquello di Don Bosco e del suo Successore, per il Vicario di Cristo e per la Chiesa .

DPIU IUN POLALLO

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Possesso or mo nizio de Card. CALLORI DI

S ua Eminenza il card . Federico Callori di Vi-gnale ha preso possesso domenica 25 aprile, alleore 17, del suo Titolo Cardinalizio di San GiovanniBosco al Tuscolano . La chiesa, che si trova alcentro del popolatissimo quartiere che prende ilnome dal suo santo titolare, è stata eretta a par-rocchia nel 1953 e inaugurata, alla presenza diGiovanni XXIII, nel maggio del 1959.

L'Eminentissimo porporato è giunto al tempio,accompagnato da mons. Paolo Krieg, da mons . LorisCapovilla e da mons. Terzariol, Cerimoniere pontificio .

Ricevuto all'ingresso del tempio dal parrocodon Luigi Pace, dopo aver baciato il Crocifisso,e dopo essere stato incensato, il card. Callori diVignale ha percorso, fra due folte schiere di popolo,tutta la lunghezza della chiesa .

Prima di prendere posto sul trono, si è soffer-mato alcuni istanti in adorazione davanti al SS . Sa-cramento .

Erano presenti, oltre alle due sorelle, al fratelloe ai due nipoti del cardinale, don Renato Ziggiotti,Rettore Maggiore dei Salesiani, S. E. mons. Mar-

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ROMA • 11 Rettor Maggiore don Renato Ziggiottifirma l'atto della presa di possesso del titolo car-dinalizìo di San Giovanni Bosco al Tuscolano diSua Em. il card . Callori di Vignale

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cellino Olaechea, Arcivescovo di Valencia, S . E .mons . Mario Nasalli Rocca di Coneliano, Maestrodi Camera di S . S., mons. Giuseppe Rossi, tutti imembri del Capitolo Generale della CongregazioneSalesiana, rappresentanti i salesiani di tutto ilmondo .

Dopo la lettura della Bolla di nomina, fatta damons. Rossi, il Rettor Maggiore, il ProcuratoreGenerale, l'Ispettore di Roma, il parroco e il cleroparrocchiale, hanno prestato obbedienza al porporato .

Ha quindi letto l'indirizzo di omaggio il RettorMaggiore mettendo in rilievo la particolare esul-tanza della Congregazione Salesiana per l'avvenutanomina cardinalizia del porporato, membro di « unainsigne famiglia che è iscritta a caratteri indele-bili negli annali della Famiglia salesiana » . Dopoaver elevato i sensi della piú alta riconoscenza alPapa Paolo VI per il conferimento del titolo car-dinalizio a una chiesa salesiana, ha concluso espri-mendo al cardinale la soddisfazione del popolosoquartiere per averlo primo, longevo, splendenteanello di tanti porporati .

Ha preso la parola, quindi, l'Eminentissimo car-dinale Callori di Vignale, il quale, dopo aver innal-zato un inno di gloria a Dio, ha espresso tutta lasua riconoscenza al Sommo Pontefice e ha rinno-vato la promessa di essergli fedele . Ha ricordatoinoltre i rapporti avuti con i salesiani, a comin-ciare dal venerabile don Michele Rua .

Sua Eminenza si è commosso ricordando comefu appunto don Rua che nel lontano 1900 fu suopadrino di Cresima nel Collegio di Borgo San Mar-tino. Ha ricordato anche altre figure di salesianida lui personalmente conosciuti e in modo parti-colare il servo di Dio don Rinaldi e il cardinaleGiovanni Cagliero .

Rivolgendosi poi ai fedeli della parrocchia, liha esortati ad amare sempre la loro chiesa . Unpensiero particolare ha indirizzato anche a queifedeli che non la frequentano . Il Card. Callori haconcluso annunciando l'augusta benedizione delSanto Padre .

Dopo il discorso, veniva intonato il Te Deum,eseguito dalla locale Schola cantorum .

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I l parroco del paesino in fondo alla valle, di buonmattino si inerpica su per le pinete e va a visitarei suoi parrocchiani provvisori, i ragazzi della co-lonia alpina . Vuole farsi un'idea di ciò che fannoquelle birbe .

Si ode solo il fruscìo del torrente e il chiacchie-rare degli uccelli sugli abeti .- Che silenzio! - osserva al direttore della co-

lonia . - Peccato che i ragazzi oggi siano tutti ingita .

Ma il direttore della colonia lo corregge :- Non sono in gita, signor parroco . Sono a

scuola .- Capisco : avete fatto una retata di rimandati!- Ci sono anche i rimandati, divisi per classi e

per materie di esame . Ma abbiamo un bel gruppodi ragazzi scelti, capi di associazioni giovanili, incui cerchiamo di coltivare la vocazione all'aposto-lato tra i compagni . E ci sono anche ragazzi biso-gnosi di catechesi essenziale, perchè in fatto di re-ligione sono . . .- . . . tabula rasa?- Sì, proprio così. Li prepariamo alla Prima

Comunione. Verrà lei ad amministrarla?- Volentieri . E dunque anche quassù fate il

catechismo?- Certamente. Don Bosco cominciò così, con-

tinuò così e finì così. Le colonie estive sono un'oc-casione d'oro per realizzare il vero fine di ogninostra attività : la salvezza delle anime . Noi sce-gliamo con cura i giovani villeggianti ; li raccogliamoin gruppi il più possibile omogenei dal punto divista non solo sanitario, ma soprattutto psicologicoe spirituale. L'oculatezza nell'arruolamento, la mol-teplice programmazione pedagogica e catechisticae l'impegno per realizzarla, determinano un climadi schietta serenità, con grande vantaggio fisico emorale dei ragazzi, e con grande sollievo dal puntodi vista disciplinare .- Quindi ai bocciati la scuola, e agli altri il ca-

techismo .- L'una e l'altro a tutti, signor parroco . Vede,

l'assenza totale di ogni preoccupazione è un sollievonei primi giorni di vacanza, ma a lungo andare su-scita nei ragazzi noia e disgusto ; i ragazzi diventanosventati, abulici, indisciplinati ; è impossibile otte-nere un loro miglioramento morale, e neppure fisico

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Soltanto se l'animo è sereno e soddisfatto, il corpoaccetta docile le rudi cure dei monti . Se la volontàè impegnata in qualche attività seria, allora diventavigile e scattante . L'abulia è invece la più gravemalattia che possa colpire un ragazzo. Sa chea volte sono i ragazzi stessi a dirci : « Perchè nonci fa un po' di scuola? » .- Sembra incredibile .- Eppure è così . I primi giorni di colonia li de-

dichiamo all'assestamento della casa ; poi facciamosempre un po' di scuola a orario fisso . Ogni tantoqualche bella passeggiata, che giunge graditissimacome una vacanza inattesa, e porta tanta allegria .- E che cosa studiano i ragazzi promossi? Ciò

che vogliono?- No. La scuola non viene lasciata all'arbitrio

dei ragazzi o all'estro del momento : finirebbe pertrasformarsi in fatica sconclusionata e in temposprecato. L'argomento principale di queste scuo-lette è la dottrina cristiana; ma poi si mira ad ali-mentare nei ragazzi l'amore verso la natura, e afar maturare in loro lo spirito di osservazione :scienze naturali, biologia, geologia, astronomia, sto-ria, letteratura e arte del luogo in cui si trovano ;e anche igiene, pronto soccorso, canto, disegno, re-citazione. Il tutto proporzionato alle capacità e allapreparazione dei ragazzi.

Il vento porta ora col profumo di resina anchesuoni confusi di una musica.- E questo, che cos'è? - domanda il parroco

facendo conchiglia con la mano all'orecchio .- Sono ragazzi che si preparano a una gara

musicale : ciascuno suonerà col suo strumento . Hannodelle fisarmoniche, un violino, due chitarre, un saxo-fono e qualcos'altro . Faremo anche un `festivaldella canzone', con esecuzione di canzoni in voga edi canzoni composte dai ragazzi .

Diventano esigenti i ragazzi d'oggi . Non si accon-tentano più di un cortile e di un pallone da pren-dere a calci . . .- Vede, signor parroco, un tempo si concedeva

la parte del leone alle gare di atletica e si trascura-vano quelle di cultura ; noi preferiamo fare il con-trario, a tutto vantaggio dei ragazzi . Spesso nellegare di atletica si mettevano in vista proprio itipi più brutali e meno esemplari, che acquistavanocosì a poco prezzo l'ascendente sui compagni e cau-

savano storture nella valutazione dei veri valori .E poi è facile esagerare nello sforzo fisico : capitavache invece dei vantaggi per la salute si ottenesseaffaticamento e stanchezza. Noi cerchiamo di ov-viare a questi pericoli, affiancando allo sport prati-cato con moderazione le attività culturali e inco-raggiandole in tutti i modi .- E sono i giovani a escogitare queste attività

culturali, e a proporle?- Sì, noi li orientiamo (da soli concluderebbero

ben poco) e diamo la massima importanza alle lorogare culturali : composizioni in prosa e in versi, de-clamazioni, recitazioni, dialoghi, brevi commediole,canti a solo e a piccoli gruppi, esecuzioni musicalistrumentali, disegni, sculture in legno, . costruzionidi giochi, di aerei, di imbarcazioni . Nel fissare legraduatorie si dà molto peso al giudizio dei ragazzistessi. Venga a vedere, reverendo, che cos'ha co-struito un ragazzo : un tornio. Vede? Ha utilizzatoi pezzi di una bicicletta fuori uso .- Vedo. Ma funziona?- Eccome! Questi pezzi degli scacchi li ha tor-

niti col suo tornio .Un trillo di campanello, e poco dopo i ragazzi

sciamano a grappoli dalle scuolette . Tutti hannotra mano qualcosa : libri, un sacchetto di cellofan,una scatoletta, un mazzetto di erbe .- Che cos'hai lì dentro? - domanda il parroco

a un ragazzo che porta un barattolo di conservacome uno scrigno di perle .

Sono insetti per la mia raccolta .E tu, che ne fai di quell'erba?Sono erbe medicinali ; anch'io ne faccio raccolta .E tu, raccogli i sassi della strada?No, vengono dal torrente, e servono per il

mosaico che sto facendo all'ingresso della cappella .Il buon parroco sgrana gli occhi .- Vede, - gli dice il direttore della colonia -

noi affidiamo ai giovani la cura della casa, e ancheil suo abbellimento. Venga a vedere questo belmosaico, fatto con i ciottoli del torrente . Ci si legge :Adveniat regnum tuum . Anche questi cestini pensilicon le piante ornamentali sono dovuti all'iniziativadei ragazzi .

Un ragazzino trotterella sotto un'enorme scatoladi cartone . Si ferma e dice :- Guardi che bei funghi ho trovato!- Belli - dice il parroco . Ma poi : - Questo

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Colonie salesiane montane e marinePer comodità dei nostri Cooperatori che hanno figli damandare alle colonie o che vi possono indirizzare ragazzidi loro conoscenza, diamo l'elenco delle località alpine emarine in cui le colonie sorgono, mettendo tra parentesi lacittà sede dell'Istituto Salesiano al quale rivolgersi per le accet-tazioni . Per brevità, dove basta la città omettiamo l'indirizzo .In ogni caso, scrivendo, non si ometta la parola Salesiani .

ISPETTORTA CENTRALECOLONIE MONTANELa Thuile (Torino, Istituto Re-baudengo) - Ayas (Ivrea) -St . Jacques (Torino, OratorioCrocetta) - Bollengo (Bollengo) .

ISPETTORIA SUBALPINACOLONIE MONTANECogne (Torino, Casamadre) -Entraque (Cuneo, Oratorio) - Lan-zo (Lanzo) - Sestriere (Perosa) -Peveragno (Peveragno, CN) -Ayas (Torino, S . Paolo e S . Re-mano Con .) - Belbosco-Ayas(Torino, Valsalice) - Piamprato(Torino, Monterosa) .COLONIE MARINEVarazze (Chdtillon) - Rimini(Chieri, Oratorio) - Alassio (To-rino, S. Giovanni ; Torino, Ri-chelmy) - ' Latte Ventimiglia(Foglizzo e Saluzzo) - Oalam-brone (Torino, S . Mauro) .

ISPETTORIA NOVARESECOLONIE MONTANEVai d'Ayas (Oratori di Novara,Biella, Alessandria) - Varall o(Vercelli) - Malesco, Val Vigezzo(Novara) .

ISPETTORIALOMBARDO-EMILIANACOLONIE MONTANEVendrogno (Vendrogno) - Son-drio (Sondrio) - Lanzo Intelvi( .Milano) - Maeugnaga Pesta-rena (Milano) - Pré St . Didier(Treviglio) - Slava di Tesero(Parma) - Lizzano in Beivedere(Bologna) - Frassené (Ferrara) -Pontedilegno (Fiesco e Darfo) .COLONIE MARINECesenatico, FO (Milano, CentroIspettoriale) .

ISPETTORIA VENETASAN ZENOCOLONIE MONTANEErbezzo (Verona) - S . Fosca(Belluno) - Falcade (Parrocchiedi Belluno e Padova) - Mavi-gnola, Dolomiti (Rovereto) - ('a-soldo (Este) - Obra, Vallarsa- Cavalese (Cavalese, TN) .

ISPETTORIA VENETASAN MARCOCOLONIE MONTANEAuronzo (Centro Ispettoriale diAlogliano, TV) - Valgrande (Por-denone) - Madonna delle Nevi,Vallata di Primi ero (Mogliano V .)- Pierabech (Udine) .COLONIE MARINEVenezia, Alberoni (Venezia, Al-beroni) - Venezia, Patronato(Venezia Castello) .

IS PETTORTA.FIGURE-TOSCANACOLONIE MONTANE PI ORATORICol di Nava o Entraque (Valle-crosia e Alassio) - Cosio di Arro-scia (Savona) - Gressoney (Va-razze) - Garfagnana (Livorno)- Dolomiti (Firenze) - Sedi varie(La Spezia) - La Visaille (Savn-pierdarena) - Castagno (BorgoS. Lorenzo) .COLONIE MONTANE DI ISTITUTICol di Nava (Alassio) - Appen-nino Ligure (La Spezia) - Pian-

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delaeotti, AfO (Collesalvetti) -Pianosinatico, Abetone (Firenze) .

COLONIE MARINEVallecrosia (Vallecrosia) - Alas-sio (Alassio) - Varazze (Varazze)- Livorno (Livorno) .

ISPETTORIA ADRIATICACOLONIE MONTANEUssita (Loreto e Fossombrone)Col Fiorito (Perugia, Ancona,Porto Civitanora) - Pollino (Terni)- Gualdo Tadino (Gualdo Tadino)- Sarnano, Sassotetto (Macerata)Fontanafredda (Ortona Mare) -

Prati di Tivo, Gran Sasso (Aquila)- Dolomiti (Oratori della Roma-gna e campi-scuola del 'ispettoria)- Fontanazzo di Fassa (Ancona,Centro Ispettoriale) - S. Stefanodi Cadore e Pejo Fonti (Faenza)- Penia di Canazei (Ravenna eRimini) .

COLONIE MARINEOrtona (Orfani ed ENAOLI) -Rimini (Oratoriani) - Pesaro(presso Padre Damiani) .

ISPETTORIA ROMANACOLONIE MONTANECamnosilvano, TN (Ispettorato,via Marsala 42) - Opi Valfon-dillo, AQ (Civitavecchia) - Santu-lussurgiu, CA (Arborea) - La-coni, NU (Lanusei) - Pesco-pennataro, CB (Latina) - Ca-spoggio, SO (Roma, S . Cuore) -Pederoa in Badia, BZ (Roma,Pio XI e Borgo Don Bosco)Perra di Fassa (Roma, Cerini)Gressoney La Trinité (Roma,

Cinecittit) .COLONIE MARINEFormia (Roma, Ispettorato e Man-drione,) : Rio Martino, ILI' (Gen-zano) - Gaeta (Roma, Borgo DonBosco) - Vi sono inoltre sei coloniediurne nei dintorni di Roma .

ISPETTORTACAMPANO-CALABRACOLONIE MONTANESicignano degli Alburni, SA (ViboValentia e Salerno) - Faito, N A(Napoli, via Don Bosco) - Pedi-monte d'Alife, CE (Torre A .)- Endine, BG (Napoli, via Don Ro-sco) - S . Brigida, BG (Ispettoria) -Torre Ruegiero, CZ (Soveralo) .COLONIE MARINESoverato (Caserta) - Resina (Cen-tro Ispettoriale) .

ISPETTORIAPUGLIESE-LUCANACOLONIE MONTANECisternino, BR - Lagonegro, PZ- Serrisi S . G. in Fiore, CS(per tutte rivolgersi al CentroIspettoriale: via Martiri d'Otran-to, 65, Bari) .COLONIE MARINEGallipoli LE - Cinque Campi-scuola (rivolgersi come sopra) .

ISPETTORTA SICULACOLONIE MONTANEColonia « Ausilium, a 1500 sul-l'Etna (Catania, Barriera) - Gam-barie, RC (Messina, S . Luigi) .COLONIE MARINELa Plaia, CT (ENAOLI, Oratoridi Catania ecc .) .

non è buono, figliolo . E questo neppure . Ma sonomezzo cattivi! Vuoi morire avvelenato?

Il ragazzino si fa piccolo piccolo, ma il direttoreinterviene :- Eppure noi li abbiamo mangiati più volte,

e siamo ancora vivi .- La gente di queste parti però non li raccoglie

- osserva il parroco . - Raccoglie solo poche specieveramente sicure.- E così lascia per noi tanti e tanti funghi di

altre specie che sono perfettamente commestibili eche a volte, come questi, sono una ghiottoneria!- Già. E scommetto che voi fate le gare anche

coi funghi .- Certo. L'anno scorso in poche ore ne abbiamo

raccolti quasi due quintali, tra buoni e cattivi .- E dei cattivi che ne fate?- I ragazzi imparano a conoscerli con tanta si-

curezza da non correre il rischio di prenderli perbuoni. L'insegnante di scienze è molto competentein fatto di funghi, e ancor più prudente . Ora ab-biamo un libro d'oro, un atlante a colori su « Ifunghi di tutti i paesi », compilato da un nostroconfratello . Ne abbiamo una copia in biblioteca,e alcuni ragazzi lo hanno personale . Sono i ragazzi`fanatici' dei funghi . . .- È bello tutto questo . L'amore verso la natura

immunizza i giovani da altre attrattive meno sane .Lo apprendono qui questo amore alla natura, inmezzo ai monti, e sono sicuro che lo coltiverannoper tutta la vita .- Vede quelle cassettine disposte sul terrazzo?

Sono piene di funghi in via di essiccamento . Questisacchetti invece sono già pieni di funghi secchi .Li porteranno a casa, e quest'inverno, mangiandoli,ricorderanno la loro villeggiatura .- Hanno un buon profumino! - dice il parroco

col naso tra i sacchetti .- Questo veramente viene dalla cucina qui sotto .

Resti a pranzo con noi, e troverà un buon risottocoi funghi .- Grazie! Ma piace che insieme a catechismo,

scuola e gare di cultura, ci facciate stare anche unbuon risotto coi funghi. Don Bosco è proprio unsanto con i piedi in terra!- I piedi in terra, e il cuore al cielo! - replica

il direttore aprendo una porticina . - Questa è lanostra cappellina . C'è il Signore, e un grande quadrodell'Ausiliatrice .- C'è veramente tutto nella vostra colonia -

conclude il buon parroco. Poi entra in chiesa edice una preghierina per i suoi simpatici parroc-chiani provvisori .

Ora sa che cosa fanno i ragazzi della colonia al-pina. E in cuor suo pensa : « Oh, se tutti i ragazzipotessero passare le vacanze estive in questo modo,come andrebbe meglio il mondo! » .

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A rrivarono cantando il loro inno, la « Marciaverso Domenico ». Cantavano : «Dalle nostre cam-pagne, dalle nostre città noi marciamo verso dite, o Domenico. i Domenico, prendici per mano :con te, nella gioia noi serviremo il Signore » .

Erano mille e trecento, con una colonna di pull-man che non finiva più . Portavano in testa un ber-retto celeste e arancio, all'occhiello il cartellino delpellegrinaggio col volto di San Domenico Savio, ea tracolla borse, macchine fotografiche e tutti gliaggeggi di cui non può fare a meno l'attrezzatissimagioventù moderna .

Erano francesi, belgi, svizzeri, venuti dai collegie oratori salesiani, ma anche da altrove . Da Tolosavenne un gruppo di ragazzi, semplicemente perchèla scuola statale che frequentano è intitolata a Do-menico Savio . Degli Scout di Parigi con camicettarossa fiammante vennero perchè anche il loro re-parto si chiama Domenico Savio . E così tanti altri :una ventina di gruppi non erano «salesiani» . C'erapoi un Vescovo, monsignor Malbois, ausiliare diVersailles . E c'erano tre africani neri come il car-bone e musulmani per giunta . Ma erano amici diDomenico Savio e tanto bastò.

In un niente riempirono Valdocco di cartelli esegnalazioni. Misero su l'ufficio informazioni el'ufficio cambio. L'ufficio stampa viaggiava in unaautomobile .

Alle ore I$ di quella domenica i i aprile aprironoufficialmente il loro pellegrinaggio con un tratteni-mento alla presenza delle autorità cittadine : discorsi,giochi e gare .

Lunedì 12 aprile fu la «giornata di Domenico »,con la visita ai luoghi in cui Domenico Savio eravissuto. Quindici pullman li portarono a CastelnuovoDon Bosco. Alle nove del mattino la popolazioneaveva già invaso la piazza e i ragazzi delle scuolemedie erano schierati per accoglierli . Il sindaco eil capo della provincia li ricevettero presso il mo-numento a Don Bosco. Brevi discorsi, e poi la« Marcia verso Domenico » .

Fu davvero una marcia, a piedi, che i ragazzivollero fare «con i passi nei passi di Domenico »,per ricordare a se stessi che il ragazzo santo quellestrade le aveva percorse due volte al giorno e persinoquattro volte, mentre andava alla scuola . Alcuniragazzi, per imitare meglio Domenico, si tolsero lescarpe e camminarono scalzi . Naturalmente canta-rono il loro inno .Le strofe dicevano : « O Domenico, 1 sulle collineche ti hanno visto giocare, 1 sui sentieri che tu haipercorso, 1 noi cantiamo la nostra fede . i Prendiciper mano, Domenico ».

Lungo la strada erano disposte otto « stazioni »per una breve meditazione . A ogni stazione si lesseuna frase di Domenico Savio, come : La morte manon peccati - Bisogna che mi faccia santo, prestosanto. . . Seguiva qualche minuto di riflessione, poiuna lode, e ripartivano recitando il rosario .

A Mondonio visitarono l'ex tomba di DomenicoSavio, la sua casa, la sua chiesa e la sua scuola .Poi in pullman salirono ai Becchi . Pranzo al

sacco, nel prato dei sogni di Don Bosco . Il Vescovonon volle trattamenti di riguardo : prese un sacchetto

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dall'alto in basso

• Discorsi, giochi,gare alla presenza del-le autorità cittadine

• Notturno in piazzaMaria Ausiliatrice : lalotta contro il male èdura, ma i giovani chesi ispirano a Domeni-co Savio, diventanocapaci di lottare e divincere

• Un numero del trat-tenimento nei cortilidi Valdocco

• Nel teatro della Ca-sa madre si esibirono,applauditissimi, anchei profughi lituani

di provviste come i ragazzi, e pranzò sull'erba inmezzo a loro .

Dopo la visita alla casetta di Don Bosco, assistet-tero alla Messa nella cripta del nuovo tempio ; ce-lebrò il Vescovo e undici sacerdoti concelebraronocon lui. I profughi lituani del collegio di Castel-nuovo all'offertorio portarono all'altare una coronadi spine, simbolo della Chiesa del silenzio . I ra-gazzi pellegrini, che avevano scritto le letterine aDomenico Savio, le offrirono al Signore, con i loropropositi e le promesse fatte .

Dopo cena a Torino si svolse in notturno un« Gioco scenico », sulla piazza davanti alla basilicadi Maria Ausiliatrice. Il grande monumento aDon Bosco era inglobato e nascosto nello scenario .La piazza era piena di sedie, ma quando lo spetta-colo incominciò molta gente in fondo si accalcavaper vedere . Ci saranno state quattromila persone .

La scena era simbolica . Al centro un sole infuo-cato rappresentava Satana. A destra un albero ca-rico di frutti raffigurava Don Bosco e i santi ma-turati alla sua scuola. Sulla sinistra, molte bandierecome simbolo della fratellanza degli uomini .

Durante l'azione venne illuminata la statua dellaMadonna sulla cupola del suo santuario, il sole diSatana fu fatto rotolare via, e apparve sullo sfondoil Don Bosco in bronzo del monumento, circondatoda piccoli cantori bianco vestiti . Negli intervalli siesibì un organo Hammond che combinava col giocodei suoni un fantastico gioco di luci colorate . Altermine, i fuochi di artificio .

Il «terna» del gioco scenico era semplice e sug-gestivo. La Madonna ha suscitato Don Bosco, DonBosco ha suscitato Domenico Savio, e Domenicocon la sua santità attira a sè e a Dio la gioventùdi tutto il mondo. La lotta contro il male è dura,perchè oggi dappertutto si pensa solo a far denaroe a divertirsi . Ma i giovani che si ispirano aDomenico Savio diventano capaci di lottare e divincere .

L'indomani, martedì 13, i ragazzi si intratten-nero in teatro. Al mattino scambiarono esperienzee confrontarono i risultati ottenuti nei vari campidell'apostolato . Al pomeriggio empirono il teatro dicanti e suoni . Solisti, orchestrine, comici, macchiet-tisti tennero il campo per tre ore . La giornata e ilpellegrinaggio si chiusero poi in Basilica, dove iragazzi rinnovarono il loro impegno di fedeltà aDomenico Savio .

E partirono cantando . Questa volta dicevano« O Domenico, i se lungo il cammino il nostropasso si fa pesante, I se le nuvole si addensano incielo, sostieni la nostra gioia . I Verso il mondosalvato dalla croce, i verso il Regno di Dio nostroPadre, noi marciamo con te, o Domenico . I Pren-dici per mano : con te, i nella gioia noi serviremoil Signore» .

Erano mille e trecento, e dettero un magnificospettacolo di fede .

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U n giorno dell'anno 1894 unragazzino di dodici anni, allievodi prima ginnasiale nel collegiosalesiano Pio IX di Buenos Airesin Argentina, avvertì forti dolorial capo e vertigini. Lo condusseroin infermeria e lo misero a letto :aveva febbre altissima .

Il medico venne una primavolta e poi una seconda ; lo scrutòpalpò e tamburellò in tutti imodi. Gli fece ballare davantiagli occhi un fiammifero acceso,ma le sue pupille non reagirono .

Era lì presente il superiore delcollegio. Il medico lo prese indisparte e gli disse : « È moltograve : meningite. Forse moriràstanotte . Conviene avvertire i pa-renti perchè lo portino a casa » .

LA VECCHIA BERRETTADI DON BOSCO

Il medico parlò pianissimo, mail ragazzo sentì tutto. E decisementalmente che non sarebbemorto a casa sua, ma in collegio,assistito da un sacerdote .

I superiori mandarono a chia-mare una carrozza per accompa-gnarlo a casa . L'infermiere loaiutò a vestirsi, poi girò gli occhiun attimo, e il ragazzo sgattaiolòvia, traballando sulle gambe mal-ferme. Infilò il corridoio e andòa bussare all'ufficio dell'Ispettoresalesiano. L'Ispettore era don Co-stamagna, futuro vescovo mis-sionario.- Che cosa vuoi? - gli do-

mandò .- Voglio morire in collegio . . .

- farfugliò il ragazzo. Don Co-stamagna sgranò gli occhi cre-dendolo impazzito.- Morire in collegio? In col-

legio si viene per vivere, e nonper morire!- Ma il dottore ha detto che

io devo morire stanotte e mihanno vestito per condurmi acasa. Io voglio morire in collegioe assistito da un sacerdote .

Don Costamagna si commosse .Aprì un armadio e ne cavò fuoriuna berretta da sacerdote, vecchiae logora .- Vedi questa? - gli disse . -

È la berretta di Don Bosco .

DON SERIE :UNA VITAPER GLI

EX-ALLIEVI

Il ragazzo rimaneva imbambo-lato .- Tu vuoi bene alla Ma-

donna? - riprese don Costa-magna .- Sì - rispose .- E prometti di consacrarti a

lei, per sempre?- Sì .- Allora sta' tranquillo . Se sei

generoso col Signore, il Signoresarà generoso con te . - E glimise la berretta in testa.

Il ragazzo si accoccolò su unapoltrona, e se ne stette quietocon la testa infilata nella berrettadi Don Bosco. Don Costamagnasi rimise a lavorare alla sua scri-vania. La carrozza mandata a chia-mare era giunta, l'infermiere e unpo' tutti in collegio mettevano inaria la casa per ritrovare il « con-

dannato alla morte », improvvi-samente sparito .Dopo un buon quarto d'ora

don Costamagna si avvicinò alragazzo, gli tolse la berretta dalcapo e la ripose nell'armadio . Poitracciò sul ragazzo un gran segnodi croce e pronunciò la benedi-zione di Maria Ausiliatrice .- Tu sarai sacerdote e sale-

siano - gli disse . - Ora va'nello studio .

Il ragazzo obbedì, felice di nondover tornare a casa. Non si ac-corse neppure che il suo mal dicapo era scomparso .

L'indomani il medico tornò conun altro dottore, e tutti e duetrovarono la guarigione un « caso »veramente straordinario .

Il ragazzo mantenne fede allasua promessa : divenne sacerdotesalesiano, poi direttore del collegioin cui aveva studiato e poi, comeispettore, sedette tante volte sullapoltrona dov'era stato guarito . Sichiamava Giorgio Seriè .

RELIGIONE E BASTONE

A trentun anni don Seriè eradirettore del collegio di La Platain Argentina, e vi rimase pernove anni . Un fatto di allora dicequanto gli ex allievi raccogliesserogià le fila attorno a lui .

La città di La Plata è vicinaa Ensenada, un centro industrialecon molti operai . A Ensenada,con i massoni nelle alte sfere e isovversivi in basso, tirava unvento così cattivo per i parrociche essi fino allora avevano pre-ferito andare ogni sera a dormirealtrove. Da qualche tempo peròil parroco era un salesiano, cheaveva preso dimora stabile emesso su le opere parrocchiali .Non poteva certo andare a genioai massoni e ai sovversivi, i qualidecisero di rendergli la vita dif-ficile. Sparsero contro di lui- come dice la cronaca - una« nerissima accusa », misero inagitazione tutti i facinorosi dellazona, poi con manifesti muralieccitarono la popolazione e pre-pararono scioperi e manifesta-zioni di piazza . In particolare,per una domenica era stata pre-parata una dimostrazione ostile .

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Don Seriè, direttore a La Plata,pensò di convocare i suoi ex al-lievi . Quella domenica seicento epiù giovanotti dalle spalle qua-drate si riunirono nel cortile delcollegio. Il capo della polizia, al-larmato, venne a parlare con donSeriè, per far sciogliere l'assem-bramento, ma non ci riuscì .

I seicento, ben incolonnati, usci-rono da La Plata e puntarono suEnsenada . Camminavano lenta-mente, in processione, devoti eraccolti, con il rosario in unamano e un bastone nell'altrapiano. Entrarono in Ensenada almomento giusto : poco prima chegli altri cominciassero la lorochiassata. I capoccia che avevanomontato la piazza, vista la malaparata, mandarono tutto all'aria .I seicento ex allievi compirono laloro processione, con canti e pre-ghiere, e indisturbati se ne tor-narono a casa loro . Da quel giornopiù nessuno recò molestia al par-roco di Ensenada .Don Bosco un giorno aveva

detto : « O religione, o bastone » .Gli ex allievi di don Seriè, colrosario in una mano e il bastonenell'altra, dimostrarono che reli-gione e bastone possono anche stareinsieme. Almeno qualche volta .

LA NAVE PWÙ SALESIANADEL MONDO

Divenuto ispettore, don Serièdette tale impulso al MovimentoEx allievi argentino da renderlo ilpiù affiatato e il più efficiente .Allora i superiori lo chiamaronoal Capitolo e gli misero in manola Federazione Mondiale .

Nel 1936 s'incontrò ancora conun gruppo di ex allievi argentini,e avvenne in un modo impre-visto e avventuroso . La guerracivile infuriava in Spagna ; moltisalesiani spagnoli si erano datialla macchia per sfuggire ai « rossi »e bisognava fare qualcosa per sal-varli . Don Seriè si trovò unposto su una nave argentina chefaceva cabotaggio tra Alitante eMarsiglia . Si mise in borghese esalì sulla nave . Il capitano glidisse- Nessuno a bordo deve sa-

pere che lei è sacerdote . Tocche-

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remo dei porti che sono in manoai « rossi », e i loro agenti sali-ranno sulla nave. Non mi mettanei guai. Ricordi che lei è iscrittonelle mie liste come medico dibordo . . .- Ma, comandante, - replicò

don Seriè - io non so scrivere lapiù piccola ricetta . . .- Non occorre : qui stanno

tutti bene. Stanno male solo imarinai quando tornano dal portocon la sbornia ; ma quelli sappiamocome curarli : una doccia ,freddae una notte in guardina. - Poiaggiunse : - E niente messa, perfavore. Niente breviario, nientesegni di religione .

Don Seriè, rassegnato, si calcòil basco in testa e dicendo a chilo incontrava che soffriva mal dimare, si rifugiò in cabina . Sfogliòun manuale di pronto soccorso esi fece portare la cena .

Quando fuori fu buio, uscì sulponte a prendere un po' d'aria.Recitò il rosario contando le « Ave »sulle dita. Una voce alle spalle lofece sobbalzare .- Reverendo!- Chi è lei ?- Sono Fior, radiotelegrafista

di bordo.- E mi conosce?- Anche se si vestisse da ci-

nese la riconoscerei . Lei è statoper quattro anni il mio direttoreal collegio salesiano di BuenosAires! - E aggiunse che a bordodi quella nave argentina c'eranouna quarantina di ex allievi, eche quasi tutti lo avevano rico-nosciuto. Non solo, ma lui, ra-diotelegrafista, aveva già comuni-cato la notizia alla sua mamma inArgentina, via radio.

Don Seriè si sentì venir meno :i «rossi » avranno certamente cap-tato quel messaggio, e se lui fossesceso a terra lo avrebbero cat-turato.

Il giorno dopo don Seriè, cir-condato dai suoi ex allievi, pas-seggiava sul ponte della navecome in un cortile salesiano. Ilsuo segreto, ormai, era conosciutoda tutti . . . Ma anche stando sullanave riuscì ad aiutare i salesianialla macchia. Prese contatto conloro per mezzo del vicecomandantedella nave . Questo bravo ufficialerischiò molto in quelle circostanze .

Su indicazione di don Seriè, eglirintracciava a terra i salesianinascosti . Essi si presentavanoagli agenti « rossi » dichiarandosiparenti del dottore di bordo e otte-nevano l'autorizzazione di salirea bordo per parlare con lui . Unavolta saliti, non scendevano più .

Con don Seriè, i salesiani messiin salvo e la quarantina di ex al-lievi a bordo, quella divenne lanave più salesiana del mondo .

FIGURA GRANDE E CARA

Figura poliedrica quella di donSeriè, della quale abbiamo pre-sentato solo una faccia ; ma c'èil don Seriè direttore spiritualed'innumerevoli anime che ripo-nevano in lui la fiducia che siripone nei santi ; il don Serièamico degli operai, che sostennee difese specialmente negli annitorbidi della guerra e del dopo-guerra; il don Seriè tutto cuoree premure per gli ammalati, in-superabile nel procurare loro lagioia degli ultimi conforti reli-giosi ; il don Seriè apostolo deilebbrosi, che visitò in tutti i leb-brosari d'Europa, studiando afondo le loro condizioni fisiche emorali e interessando a loro fa-vore scienziati di fama mondiale ;il don Seriè « moto perpetuo »,come familiarmente lo si chia-mava, sempre pronto a intra-prendere viaggi lunghi e disagiatiper visitare le Opere di granparte del mondo salesiano comerappresentante del Rettor Mag-giore ; e c'è soprattutto il don Serièsacerdote esemplare e salesianofedelissimo nell'imitazione del Pa-dre, inesauribile nel parlare dellasua santità e del suo metodo edu-cativo, come nel far rivivere- anche in apprezzate pubblica-zioni - le gesta dei salesiani dellaprima ora e degli ex allievi delleprime generazioni .

Ora ci ha lasciati . È morto se-renamente la mattina del io aprilealla veneranda età di 84 anni .Ma la sua figura resta tra le piùgrandi e care della Famiglia Sa-lesiana .

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UN `CASTELLO DI LUCE'IN DIOCESI DI MONDOVÌ

Sulle ridenti colline cuneesi, presso ilsantuario della Madonna dei Boschi, nonlontano da Peveragno, l'Ispettoria Subal-pina ` teneva ' già una modesta casetta,che ospitava un pre-aspirantato con 60-70ragazzi.

Ora la casa è stata completata con lacostruzione di locali moderni: dormitori,scuole, cappella, teatro, palestra e ariosicortili. Così rinnovata, può contenere 200aspiranti alla vita salesiana, dalla 5a ele-mentare alla 5a ginnasiale .

Il nuovo edificio fu progettato dall'exallievo ingegner Algostino ed eseguito dalladitta Zumaglini e Gallina . La costruzione,sviluppata in altezza, presenta una lineaarmoniosa e giovanile . La distribuzione deilocali è funzionale . Il numero e l'ampiezzadelle finestrature danno agilità all'Istitutoe permettono abbondanza di aria e di sole,tanto che l'opera, con felice espressione,è stata definita `castello di luce' .

Il 6 aprile scorso ha avuto luogo l'inau-gurazione. Sua Ecc . mons. Carlo Maccari,arcivescovo di Mondovì, presenti il Pre-fetto generale don Fedrigotti, l'Ispettoree tutti i Direttori dell'Ispettoria, benedissela cappella e consacrò l'altar maggiore .Durante la Santa Messa disse elevate pa-role per illustrare l'alto significato delsuggestivo rito liturgico .

Seguì una breve accademia con canti edeclamazioni. Espresse la gratitudine ela gioia di tutti l'ispettore don Pilotto .Concluse la mattinata celebrativa S. E .mons. Maccari, che s'intrattenne amabil-mente con i presenti e specialmente con iragazzi, lasciando in tutti le più belleimpressioni .

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IL TEMPIO SUL COLLE DON BOSCOIn questa foto presentiamo la Chiesa vista dall'abside . In essa si possono vederei due lavori principali in corso : il rivestimento della cupola e il rivestimento intravertino del timpano della navata destra . Il resto dei lavori avviene nella chiesainferiore . Di essi il più importante è la posa della mensa dell'altar maggiore

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"CARE FIGLIUOLE,VI SONO MOLTO RICONOSCENTE"HA DETTO IL PAPA

Il fervore catechistico che distingue l'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice fin dalle sue origini eche ha avuto particolare impulso in questi anni, hafruttato, tra l'altro, una iniziativa che si è rivelatadi grande utilità pratica . Si tratta di `foglietti ca-techistici' che il Centro Catechistico Internazionaleprepara in moderna presentazione di veste e di con-tenuto e lancia settimanalmente nelle scuole e neglioratori allo scopo di far entrare il `verbo catechi-stico' nelle famiglie .

Portati in casa dallo zelo sempre convincente deipiccoli e da quello più consapevole delle alunne eoratoriane, sono stati accolti con crescente interesse,anche da chi se ne mostrava dapprima indifferente .

I `foglietti catechistici' sono entrati anche negliuffici, nei negozi e in alcune scuole statali, susci-tando la stessa corrente di simpatia e di interesse .

L'apostolato catechistico distingue in modo par-ticolare la Scuola del `Nazareno' di Roma, che haavuto una bella affermazione di primato per la

cultura religiosa al concorso `Veritas', nel qualesono state premiate 30 alunne con premi diocesanie nazionali, e alla Scuola è stata assegnata la Me-daglia d'Oro .

Completò la soddisfazione delle insegnanti e dellealunne la parola di plauso del Santo Padre per le95 catechiste della Scuola, che svolgono il loroapostolato in 24 parrocchie periferiche di Roma .Le responsabili dei vari gruppi parrocchiali, assi-stendo all'udienza del 31 marzo u . s . in San Pietro,ebbero la gioia di sentirsi presentare dal Santo Padrecosì: « C'è un gruppo, il meno numeroso dell'Udienzaodierna, che però voglio indicare all'attenzione ditutti. Sono 35 figliuole dell'Istituto- Gesù Nazarenodi Roma che fanno parte di un intergruppo catechi-stico . Vi dirò, a loro onore, che queste brave figliuoleassistono circa 4000 bambini nei catechismi delleparrocchie periferiche del nord-est di Roma » .

E rivolto alle stesse catechiste, il Papa si de-gnava di interrogarle amabilmente sul loro aposto-lato, concludendo : « Care figliuole, vi sono molto ri-conoscente. Perseverate! Portate il mio saluto e la miabenedizione a tutti i bambini e le bambine che as-sistete » .Dopo un tale riconoscimento l'entusiasmo delle

giovani catechiste si è centuplicato ed è cresciutoil fervore del loro apostolato catechistico .

CUNEOL'ARTISTICA CHIESADI SANTA CHIARARESTAURATA

I Salesiani da circa qua-rant'anni educano a Cu-neo giovani studenti nelfiorente Convitto Civico,che fino al 1857 era statoun Monastero di Suo-re Clarisse con annessachiesa dedicata a SantaChiara . • Nella foto . Affre-sco della cupola sette-centesca con la ' gloria'di Santa Chiara di Gian-carlo Aliberti di Canelli(1662-1740) .Irestauri ;(1964)furono fatti eseguire daiSalesiani e sono in granparte opera del coadiutoresalesiano Giuseppe Colli .

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I Salesianial Congresso Marianodi Santo DomingoNel numero precedenteabbiamo informato i nostri lettorisulla partecipazione salesianaal Congresso Mariologico-Mariano internazionaledi Santo Domingosvoltosi dal 18 al 25 dello scorso marzo

Eccone ora una breve fotocronaca

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1 Sua Em. il Card . Ferretto conmons. Plenteda e i Salesiani cheparteciparono al Congresso Mario-logico

2 Una folla immensa assistette alCongresso Mariano

3 li Legato Pontificio al Con-gresso, Cardinale Raul Silva, inpreghiera

4 Sua Em. il Card . Silva visita irioni più poveri di Santo Domingo

5 1 cinque Sacerdoti novelli sale-siani ordinati durante il Congresso,attorno al Cardinale Silva

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I SALESIANINELL'ULTIMO TERREMOTO DEL CILE

Il 28 marzo u . s . la regione centrale del Cile subì,com'è noto, un fortissimo terremoto che giunseal grado 11 della scala internazionale. I danni fu-rono ingenti: circa 800 vittime e 200 .000 personesenza tetto.

I salesiani, grazie a Dio, non ebbero vittime,ma i danni materiali furono gravissimi: lo studen-tato filosofico di Quilpué fu distrutto; nella scuolaagraria di Catemu crollarono i dormitori degliallievi, rimasero inabitabili le case dei salesianie cadde il tetto della cappella. Nella regione col-pita abbiamo anche una casa di cura con ungrande santuario, la cui facciata si separò dal restodella costruzione, ridotta in pessime condizioni .Subirono pure gravi danni l'aspirantato e la scuolaagraria di Macul. Quest'ultima dovrà essere ingran parte demolita e ricostruita . Il tempio nazio-nale di San Giovanni Bosco in Santiago-La Cisternaperdette tutte le sue grandi vetrate.Non sono ancora cinque anni che un altro ter-

remoto distruggeva i collegi di Valdivia, di Con-cepción e quello di Sant'Anna di Talca, mentrerimanevano grandemente danneggiati l'altro collegiodella stessa città e quello di Linares .

In quest'ora di tanto dolore per i nostri fratellidel Cile, la fiducia in Dio e il pensiero della generositàdei nostri Benefattori li conforta e sorregge nelladura opera di ripresa .

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice ebbero al-cune case danneggiate, ma se pensano al numerodelle vittime e alle rovine che si lamentano in tuttala zona colpita, riconoscono di aver avuto una no-vella prova del materno aiuto di Maria Ausiliatrice .

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MEDELLIN (Colombia) . II 28 febbraiou .s . I'Ecc.mo mons . Tullio Botero Sala-zar, arcivescovo della città, benedicevala prima pietra della'Ciudad Don Bosco' .«Questa è un'opera eccezionale - hadetto il Vescovo - ed è bene che portiil nome di San Giovanni Bosco, apo-stolo per eccellenza della gioventù ab-bandonata. Desideriamo rallegrarci dicuore col Municipio, che ha avuto lafelice idea di cedere questo terreno, ein secondo luogo con i Salesiani, versoi quali tutti abbiamo un grande debitodi riconoscenza : essi lavorano infattiin Medellinda cinquant'anni . Dobbiamosdebitarci contribuendo alla realizza-zione di quest'Opera provvidenziale» .La 'Città Don Bosco' di Medellin saràformata da un complesso di opere conaule, laboratori, chiesa, refettori, dor-mitori, scuola agricola, campi sportivi,teatro, giardini e avrà pure un ospedale .In un primo tempo accoglierà circa 800ragazzi, ma quando sara completa, po-trà ospitarne 2000

VILLAGGIO 'DON BOSCO'A CASELLE DI SOMMACAMPAGNANella frazione Caselle di Sommacampagna (Verona)il 21 marzo u . s . ebbe luogo l'inaugurazione del villaggio'Don Bosco', che fu benedetto dall'arciprete Don PietroGottardi . Sorto per iniziativa privata, in posizione ri-dente e comoda, comprende 32 graziose villette, e suproposta del gruppo locale di ex allievi salesiani, è statointitolato al grande educatore della gioventù .

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Il CALVARIODELLA CHIESAusi rnuenPIERRE FRANS LEHAEN, Vescovodi Sakania

Il comunista negro Mulele, nel gen-naio dell'anno scorso, appiccò al Congoil fuoco della rivolta : i suoi uominicon furia selvaggia portarono lo scom-piglio e la strage nell'immenso paese .Ecco il quadro che, a un anno e mezzodi distanza, presenta oggi la Chiesa inCongo, nel racconto che ne fa il ve-scovo salesiano di Kafubu, mons . PierreFrans Lehaen .

I l 22 gennaio 1964 scoppiò laribellione nel Kwilu (diocesi diIdiofa) per istigazione del comu-nista Pietro Mulele . Quella nottestessa tre missionari, Oblati diMaria, morirono assassinati : fu-rono i primi martiri d'una nume-rosa falange che nel 1964 oltre-passava il centinaio . Il 17 aprileun altro focolaio di disordini siaccese nella provincia del Kivu anord-est, e il 27 maggio l'incendiosi propagò nel nord del Katanga .Là i ribelli vennero fermati epresto ricacciatì; allora si spo-starono al nord del Kivu e nellaprovincia Orientale, e l'8 settem-bre proclamarono la RepubblicaPopolare Congolese con capitaleStanleyville, presidiata da Gbe-nve .

Le conseguenze della' ribellionefurono gravissime per la Chiesanel Congo. Su 42 circoscrizioniecclesiastiche, solo 12 vennerocompletamente risparmiate ; altre15 furono toccate parzialmentedall'insurrezione ; ma 15 tra ar-chidiocesi, diocesi e prefettureapostoliche caddero nelle manidei ribelli .

Le circoscrizioni raggiunte dal-l'insurrezione si estendono per946.000 chilometri quadrati, os-sia il 40'% della superficie delCongo e contano 4.400.000, abi-tanti, di cui 1 .450.000 cattolici.Dove ci sono ancora i ribelli,essi prendono i missionari comeostaggi e impediscono loro ogniministero . Le regioni in via diliberazione sono senza assistenzaspirituale, perchè il personale ec-clesiastico ha dovuto abbandonarequei luoghi .

Liberazione non significa affattooccupazione e pacificazione di unluogo o di una regione. Delle dio-cesi intiere sono state sfollate, ma

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questi territori non sono occupatidalle forze dell'ordine, o se losono, sono ben lungi dall'esserepacificati .

Prima del disastro il personalemissionario era numeroso e qua-lificato . Il clero locale, i religiosilaici congolesi e le suore congolesicostituivano dei quadri solidi,preziosi e influenti . Questo perso-nale autoctono sovente è statoobbligato ad abbandonare le re-gioni d'origine perchè, una voltaliberati e allontanati i missionarieuropei, i sacerdoti e i religiosi con-golesi non sono più protetti con-tro gli insorti. Molti han dovutonascondersi nelle foreste per set-timane e mesi .In alcuni centri, come Stanley-ville e Bunia, i sacerdoti congolesidiocesani sono restati al loro postoanche dopo la partenza dei mis-sionari stranieri. Sotto la prote-zione dei militari essi esercitanoil loro ministero tra la popolazione,nella misura del possibile . La lorosituazione diventerebbe precariase non pericolosa quando i mi-litari dovessero abbandonare iluoghi .

Questi immensi territori sonoora praticamente senza sacerdotie senza religiosi e religiose (allaProcura delle Missioni di Leopol-dville si son visti passare dal set-tembre al dicembre 1964, 900 mis-sionari che attendevano il lororimpatrio) . Meno di un anno fa,il personale ecclesiastico superavale 2000 unità: contava 70 sacer-doti congolesi e 760 sacerdotistranieri; 70 fratelli laici nativie 180 stranieri, 355 suore congo-lesi e 590 suore di congregazionimissionarie ; tutto questo perso-nale è dovuto partire. Sono an-cora ostaggi dei ribelli 39 sacer-doti, 20 suore e 7 fratelli laici ;12 sacerdoti e 3 suore sono daticome dispersi .

Nel martirologio si annoverano93 membri di Congregazioni mis-sionarie, 4 sacerdoti diocesani con-golesi e una suora congolese . Trai loro nomi figura mons . Witte-

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bols, vescovo di Wamba, massa-crato il 26 novembre .

In tutte le regioni occupate dairibelli le opere ospedaliere, le at-tività sociali e le scuole sono com-pletamente paralizzate .A prima vista sembrerebbe che

la ribellione sia riuscita a distrug-gere la Chiesa in una parte delCongo. Ma le testimonianze rac-colte non sono così pessimistiche .In molti luoghi i cristiani, riunitidai catechisti e dai direttori discuole, continuano a pregare ognisera e ogni domenica . In nume-rose missioni gli edifici sono staticustoditi dalla popolazione e sonorimasti intatti. Nelle diocesi libe-rate e rese sicure, i missionariche ritornano, costatano tra i cri-stiani un accresciuto fervore .

In questo insieme di territoriecclesiastici più o meno provati,che posto occupano le missionisalesiane? Esse sono raggruppatenella diocesi di Sakania, che è ri-masta al riparo dai torbidi del-l'insurrezione. Ciò non vuol direche noi abbiamo conosciuto solopace e tranquillità . Tutt'altro!

Il Congo raggiunse l'indipen-denza il 10 luglio 1960, e il Ka-tanga ebbe in quel periodo dellescosse terribili : prima la rivoltamilitare dell'8, 9, 10 luglio 1960(presto repressa dal governo ka-tanghese dell'epoca) ; poi l'occu-pazione del Katanga da partedelle truppe del'ONU : avvennerofuriose e sanguinose battaglie, cheprovocarono molti disordini egrandi distruzioni .

Una conseguenza di quei fattiè il banditismo, da cui non siamoancora liberati a tutt'oggi . Bandedi briganti continuano a operarein certe regioni del Katanga edella nostra diocesi in particolare,ammazzando, rubando e semi-nando il terrore . L'insicurezza chene è seguita ci ha costretti achiudere due missioni, quella diMusoshi nel luglio del '64, e quelladi Kalumbwe nel febbraio-marzodel '65. L'ultimo missionario ha

lasciato questa sede il 6 marzoscorso .

Ma nell'insieme le missioni sa-lesiane non hanno mai cessato laloro attività: ministero, scuole,ospedali e centri sociali conti-nuano a funzionare . I nostri mis-sionari non hanno mai cessato dipercorrere i loro territori e di vi-sitare i villaggi per mantenere icontatti con la popolazione . Se-condo le ultime statistiche, sui117.906 abitanti che conta la no-stra diocesi ve ne sono 54 .877cattolici e 5535 catecumeni. Igiovani affluiscono sempre più allenostre scuole. Mentre all'iniziodell'indipendenza nel 1960 eranofrequentate da 13 .177 ragazzi deidue sessi, queste medesime scuole,salite al numero di 176, raccolgonoin 475 locali 17 .452 allievi .Noi potremmo accettarne di

più se avessimo un maggior nu-mero di scuole e di locali.

La rivolta del Congo fu un verodramma per tanti ragazzi dagli 8ai 18 anni rimasti senza scuola,che parteciparono al movimentodi ribellione e a tutto ciò che nederivò : torture, assassinii, rapine,sacrilegi ecc . Il problema dellaloro rieducazione è ora uno deipiù gravi .

Per questo nelle diocesi rimasteal riparo dal cataclisma sociale,l'opera della scuola è di primaimportanza: dobbiamo dare a tuttii ragazzi l'occasione di istruirsie di ricevere un'educazione cri-stiana. Dappertutto si costata unimmenso desiderio di imparare,una grande apertura per l'evolu-zione sociale e una sincera volontàdi ricostruire il Paese e di con-durlo per le vie della democrazia .La Chiesa deve continuare a com-piere la sua missione di `Madre eMaestra' e a conservare la suaposizione in questo Paese che hale dimensioni di un Continente ;essa deve secondare questo popolonei suoi sforzi sinceri di rinascita .Purtroppo il personale missio-nario è insufficiente e i mezzi sonoscarsi .

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GIUBILEO D'ORO

L'AMAZONIAE LE SUE RICCHEZZE

Dei numerosi affluenti del Riodelle Amazzoni, nessuno ha laportata del Rio Negro, che unen-dosi al Solimóes potrebbe a buondiritto mantenere il suo nome pertutto il bacino fluviale fino al-l'oceano .

Sulla sua sponda sinistra, a unacinquantina di chilometri dallafoce, sorge Manaus, la capitaledell'Amazonia. Le prime notiziestoriche rimontano a tre secoli fa,quando i Portoghesi costruironola fortezza di San José, dove oraè la capitale ; nel 1700 il territoriofu costituito in `Capitania' consede in Barcelos fino ai primi del-l'800 quando la capitale fu tra-sportata a Manaus . A metà delsecolo scorso, l'Amazonia diventòStato, il più vasto dei 22 Statidel Brasile .

Dal punto di vista economico,il Rio Negro fa pensare al caucciù .

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BRASILE

DON GUIDO BORRADEL CAPITOLO SUPERIORE

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Finchè l'Hevea Brasiliensis rimasemonopolio, Manaus nell'ultimoventennio del secolo passato visseil suo periodo aureo, in cui sor-sero per incanto i palazzi più splen-didi da far invidia a Rio de Ja-neiro, e il Teatro, copia dell'Operadi Parigi, sulle cui scene si succe-devano le compagnie liriche piùrinomate del mondo .

Era quello il tempo dei fazen-deiros che accendevano il sigarocon i biglietti da 10 milreis, silavavano le mani nello champagnee ripulivano i cavalli con la birradi Amburgo . Ma intanto la piantapreziosa, trafugata da anni in unvapore inglese, stava crescendonelle Indie Orientali . Allo spun-tare del nuovo secolo essa rap-presentava già una minaccia peril Brasile. Quando poi nel 1910da Ceylon sbarcarono in Europa8000 tonnellate di caucciù, il fattoprovocò la caduta vertiginosa deiprezzi e segnò per Manaus la finedei sogni dorati .

PAGINA NERAE NEFASTA

Sotto l'aspetto religioso, il RioNegro deve la sua prima catechesiai Padri della Mercede che vi la-vorarono per alcuni decenni. Sulloscorcio del 1600, essi furono sosti-tuiti dai Carmelitani, benemeritimissionari del Rio Negro per quasiun secolo, che consolidarono il la-voro apostolico nei centri diMoura, Carvoeiro, Barcelos, Mo-reira, ed estesero la catechesi an-che al rio Uaupés, nel Tiquié,nell'Ivana, in tutto il territoriorionegrino .

Nella storia della colonizzazionenon mancò purtroppo la paginanera e nefasta di Pombal : quelleleggi vessatorie e anticlericali se-gnarono per il Rio Negro nonsolo l'allontanamento forzato ditutti i missionari, ma anche lafine della civiltà e del progresso,legati storicamente alla religione .

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Per 50 anni la decadenza si ac-centuò con l'abbandono e il de-serto, finchè verso il 1830 ven-nero i Cappuccini a riprendere illavoro apostolico che, assieme aiFrancescani, continuarono congrandi sacrifici fino al 1914 .

UN GRANDEVESCOVO

Ai primi anni di questo secolo,con la creazione della nuova dio-cesi di Manaus, la Provvidenzasuscitò il Pastore che segnò lasvolta decisiva per il futuro del-l'Amazonia: mons. Federico Co-sta, Vescovo di Manaus. Nel 1908egli percorse con coraggio indo-mito la vastissima circoscrizione,risalendo il Rio Negro fino allaColombia e al Venezuela . Sgo-mento dinanzi a tale estensione,andò a Roma per esporre al Papa,San Pio X, il piano di staccaredalla sua diocesi vaste zone perfarne Prelazie e future Diocesi .Quindi si rivolse a vari Istitutimissionari e venne a Torino peroffrire al venerabile don Rua lanuova Prefettura Apostolica .

La Congregazione Salesiana nonpoteva ricusare, pur prevedendole enormi difficoltà . Pochi mesidopo, da San Paolo del Brasilepartiva l'animoso mons . LorenzoGiordano, accompagnato dal mis-sionario don Giovanni Balzola,già ricco di esperienza con i Bo-roro del Mato Grosso .

C'erano gravi problemi da ri-solvere: problema religioso-mo-rale, problema educativo, pro-blema sanitario in una zona alta-mente endemica, senza dimenti-care il problema alimentare . Ciòche attrasse fu la gioventù : congli anziani, bruciati dall'alcool edai vizi, non c'era più nulla dasperare. Ma come e dove prepa-rare i giovani, se i 40.000 abitantierano sparsi su 300 .000 chilometridi superficie?

IL SISTEMAIDEALE

L'unico modo efficace era diattirare i giovani in centri, fuoridel loro mondo, dove sotto l'in-fluenza formativa del missionario,si sarebbero potuti lentamente pre-parare cristiani fervorosi e buonicittadini. Costituito il primo cen-tro, prepararne un secondo e cosìvia, conforme il bisogno, provve-dendoli delle varie opere : chiesa,scuole, officina, scuola agricola,ospedale .

Si cominciò da San Gabriel (oggiUaupés), cuore della prelazia. Ba-stò la notizia e affluirono allieviin numero superiore alle possibi-lità di accettarli . Il sistema edu-cativo di Don Bosco si rivelòideale, come in tutte le parti delmondo .

Dopo San Gabriel, nel 1924 fula volta di Taraquà in uno sce-nario da presepio sulla roccia nu-da: era la prima missione fra iTucanos, cui seguirono negli annie decenni seguenti Barcelos, Ja-uareté, Parí-Cachoeira, Tapuru-quara e Ivana . Attraverso sacri-fici che solo Dio conosce, sorserocosì 7 grandi Centri, sparsi intutta la zona del Rio Negro e deisuoi affluenti, beneficando la mag-gior parte della gioventù e risol-vendo i problemi più importantidella regione . Rimaneva però unapreoccupazione sulla sorte di queigiovani che, formati nella mis-sione, dovevano poi tornare alloro mondo indigeno . Sarebberorimasti fedeli nella pratica cri-stiana? Si organizzarono perciòi villaggi che vennero affidati allacura del missionario itinerante .Questi li visita sovente, vi co-struisce la cappella e la scuola do-tandola di maestri cristiani e con-tinua in loco la catechesi degliadulti .

Per queste scuole nei villaggi,che raggiungono ormai la tren-tina, sono di aiuto provvidenziale

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le maestre formate nell'IstitutoMagistrale delle Figlie di MariaAusiliatrice .

GROSSIPROBLEMI

Poichè in ogni Centro lavoranoanche le Figlie di Maria Ausilia-trice per l'educazione della gio-ventù femminile, è facile calcolareil numero delle bocche dei 12 col-legi .

Se poi si tengono presenti le di-stanze enormi dai centri di rifor-nimento, apparirà evidente losforzo per garantire la vitalitàdelle varie missioni . Chi conoscequesti sacrifizi meglio di tutti èil Prelato mons. Pietro Massache, nonostante gli 85 anni, deveprevedere e provvedere alle ne-cessità di tante opere .Le frontiere non potrebbero

essere meglio difese da un eser-cito, di quello che fanno i missio-nari integrando nelle leggi patriegli Indi cui un tempo era patriala sola foresta. Per questo il Go-verno del Brasile fu sempre ge-neroso di aiuti per sostenere le

Paese che vai . ..

Un dormitorio dellaMissione Salesianadel Rio Negro

missioni. La Congregazione gli ègrata per tanto favore . Partico-lari benemerenze si è acquistatala F.A.B. (Forze Aeree Brasiliane)che ogni quindici giorni fa la lineadelle missioni da Manaus a Jaua-reté, trasportando merci e mis-sionari con un risparmio di tempoe di denaro che i pionieri non po-tevano immaginare . Lo stesso Mi-nistro dell'Aeronautica, EdoardoGomes, da lunghi anni è il bene-fattore generoso e l'amico incon-dizionato delle missioni .

DAL SOGNOALLA REALTÀ

Non meno grave è il problemadel personale . I fondatori dellamissione sono ormai tutti volatial premio : per primo cadde mon-signor Giordano, lo seguì don Bal-zola, poi a distanza don LuigiPasqual, mons . Selva, mons . JoséDomitrovitch, don Angelo Cerri,il novantenne don Tirelli, e duemeravigliosi coadiutori veteranidel Rio Negro, il sig . Fava e ul-timamente il sig . Valerio.

Fra i viventi, chi può ancoracontare la storia della missionedai primordi è 1'Ecc.mo mons. Gio-vanni Marchesi, vescovo coadiu-tore, che da oltre 40 anni per-corre il Rio Negro e vede nei gio-vani d'oggi i figli e i nipoti diquei cristiani che egli battezzòtanti anni fa. Con lui c'è ancoraun piccolo gruppo di anziani :don Giacone, don Schneider,don Algeri, don Tomasoni ; maqualcuno già nelle retrovie .Quando mons. Federico Costa

si ritirò fra i Camaldolesi a chiu-dere la vita nella preghiera, unsogno l'accompagnò : « Contem-plare un giorno in Uaupés unacattedrale dove un vescovo ponti-ficasse, e contare lungo il 'cauda-loso' Rio Negro tanti fari di ci-viltà cristiana » .

Il sogno che 40 anni fa mon-signor Costa accarezzava, nel 1965è una consolante e splendida re-altà. Nessun fiume dell'Amazoniaha i benefìci che gode il Rio Negrocon tanti collegi, con tante scuolenei villaggi, con l'assistenza ospi-tale che offre la casa di Don Bosco .Ben venga dunque il Giubileo

d'oro delle Missioni salesiane delRio Negro!

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ESERCIZI SPIRITUALI

PER COOPERATORI

Per comodità dei nostri Cooperatori ripetiamo l'elenco

dei corsi che si svolgeranno nei prossimi luglio e agosto,rinnovando a quanti hanno a cuore il progresso della

propria anima e l'efficacia del loro apostolato, caldo invito a

parteciparvi e a condurvi altri membri della Pia Unione

COOPERATORI

Muzzano Biellese (Vercelli) : 26-30 agostoGalliano Eupilio (Como) : 31 luglio-3 agostoCison di Valmarino (Treviso): 7-11 agostoRocca di Garda (Verona) : 18-22 agostoBologna-San Luca : 12-15 agostoBologna-San Luca : 28-31 agostoPietrasanta (Lucca) : 4-7 agostoLoreto-Montereale : 16-20 luglioPacognano di Vico Equense (Napoli) : 25-29 luglioPacognano di Vico Equense (Napoli) : 12-16 agosto (pergenitori di Salesiani)Pacognano di Vico Equense (Napoli) : 18-22 agosto (perCooperatori e loro signore)Ostuni (Brindisi) : 15-18 luglioNoci (Bari) : 5-8 agostoZafferana Etnea (Catania) : 29 giugno-3 luglioTrapani (Erice): 1-5 agostoZaffèrana Etnea (Catania) : 27-31 agosto

COOPERATRICI

Muzzano Biellese (Vercelli) : 1-5 agostoMuzzano Biellese (Vercelli): 18-22 agostoMuzzano Biellese (Vercelli) : 22-26 agostoVarese-Casa della Studente : 29 agosto-2 settembreCesuna-Villa Tabor (Vicenza) : 19-23 luglioBologna-San Luca : 1-4 luglioCalci (Pisa) : 7-11 agostoLoreto-Montereale : 11-15 luglioLoreto-Montereale : 30 agosto-4 settembreFiuggi (Frosinone) : 29 giugno-3 luglioPacognano di Vico Equense (Napoli) : 29 giugno-3 luglioOstuni (Brindisi) : 7-11 luglioMartina Franca (Taranto) : 27-31 luglioPotenza : 1-4 agosto

ESERCIZI DI ORIENTAMENTOper signorine dai 18 ai 25 anni circa

Villa Grazia-Mosso S. Maria (Vercelli) : 8-13 agostoPacognano di Vico Equense (Napoli) : 12-16 luglioFiuggi (Frosinone) : 6-10 luglioBari-Istituto Margherita : 21-25 luglio

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Salvi da un grave incidente d'auto

Uscivamo in auto da Torino . Mentre, nellungo Dora, si procedeva a media velocità,un'altra auto grande e veloce, sbucando im-provvisa da una via traversa, ci investì dasinistra. All'urto violento ebbi la sensazionedi chi, in slitta, parte in discesa. « Ci siamo- pensai - e dove finiremo? . . . » . Dagli altriconfratelli presenti in macchina non sentiinulla. Noi, partendo, avevamo già invocatol'aiuto di Maria Ausiliatrice . Ma, preoccu-pato e conscio della nostra completa impo-tenza, gridai : Auxilium Christianorum!L'auto, buttata all'aria, si rivoltò bruscamentetre volte su se stessa. Io, intento a difendermila testa con le braccia, mi chiedevo : « Comeusciremo di qui? . . . Finiremo nella Dora! » .Invece la macchina si fermò con un ultimourto. Fummo soccorsi gentilmente e ricove-rati in ospedale. L'autista, con tre costolerotte, l'Economo ispettoriale, con infranto ilbraccio sinistro. Due, con buone ammacca-ture. Ma la vita era salva . Nei pochi istanti,così densi di pericolo per noi, l'Ausiliatrice,fiduciosamente invocata, ci aveva salvati . Le í

siamo tanto riconoscenti . E la indichiamocome Madre premurosa a quanti incontranopericoli . Noi abbiamo costatato quanto è verociò che Don Bosco assicurava : « InvocateMaria Ausiliatrice e vedrete i miracoli! » .

Torino

DON LUIGI PILOTTOIspettore dei Salesiani

In balìa della corrente

Mi trovavo con due miei nipoti, rispettiva-mente di 7 e 8 anni, su di un lago di mon-tagna, e precisamente su di una zattera sullaquale mi ero messa per divertire i bambini .Tale zattera era ancorata alla riva. D'un trattola sciolsi nell'intento di far durare un attimosoltanto la mia imprudenza . Ma la correnteci sospinse subito al largo . Fu un vero panico .Non avevo remi! I bimbi piangevano e gri-davano. Nessuno ci sentiva . Il lago era in-fossato in mezzo alle altissime montagne dellaCarnia. Eravamo del tutto soli e sicuramenteperduti, perchè la corrente ci sospingevasempre più avanti e quasi di corsa, e il lagoera molto lungo e percorso da vortici. Nonvidi altro scampo che invocare con vivissima

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fede Maria Ausiliatrice e l'intercessione diSan Giovanni Bosco in nostro favore . Im-provvisamente spuntò una persona la quale,atterrita, andò a cercarne altre che, dopomanovre laboriosissime, riuscirono a trarci insalvo. Sono riconoscente a Maria Ausiliatricee a Don Bosco, che ci hanno salvati .

Roma

ADRIANA STELLA CIOFFI

Maria Grazia (Torino) affidò a M .A . e ai Santi salesiani lacausa del figlio imputato ottenendone piena assoluzione .Giovanna Zanglù (Messina) raccomandandosi a M . A .riacquistò buona vista dopo operazione di cateratta .Maria Rosaria Ricagno (Torino) rende grazie a M .A .perchè salvata col figlio in un incidente automobilisticoin cui potevano perdere la vita .Teresa Salono (Villareggia-TO) grazie a S.G.B. haavuto i figli salvi in un grave incidente stradale .Santina Maistrello (Bolzano) con novene a M .A . ottenneun nuovo impiego al marito licenziato da una fabbrica .Un papà riconoscente (Torino) per dare il passo a unosfrenato automobilista, sporse la sua macchina sullachina. Invocando Don Bosco potè fermarsi sull'orloestremo e uscire illeso .Giovanna Camerini Porzi Ghetti (Faenza - Ravenna)col cuore angosciato presso lp figlia malata, promise unaofferta a S . G . Bosco e a D. M. Rua se la bimba fosseguarita . Pienamente esaudita, soddisfa riconoscente alsuo debito .A. C ., ex allievo (Spezia) attesta che in una vertenzatributaria non si voleva riconoscere il suo diritto . Fattauna novena a M. A ., si procedette a un nuovo esame,dove fu pienamente riconosciuta la validità delle sueragioni .Sofia Napoleoni (Bagnatica - Bergamo) colpita da fortidolori renali, dopo una novena a M . A . e a S . G. B .,ne fu liberata .

01 HANNO PURE SEGNALATO GRAZIEAgata Emma - Agnelli Ferdina - Albertazzi Fam . - Al-lasino Teresa - Allegra Maria - Altare Faustina - AmanteaMaria - Andrighetti Beniamino - Anselmo Andrea - An-tonio- Pacini Anna - Bagnati Argia - Baiocchi Lina -Balbi Teresa - Baldino Anna Maria - Baldiotti Marghe-rita - Baldo Margherita - Barone Ines - Basile Agata -Bazzoni Bare Giuseppina - Bella Santina - BergamaschiPietro - Berguet Giuseppe - Bernardi Carlotta - BernocchiAngiolo - Bertolizzio Severino - Bertolo Dina - BertoniIolanda - Bianco Battistina ved . Sacchi - Bionaz Desay-monet Agata - Bogetto Clotilde - Bollasina Maria - Bol-ledi Anna - Bonale Roberto - Bonas Argia ved . Tripodi -Bonnot Emilia - Borchi Gina - Borghesio Gianna - BoriaDomenica Teresa - Borrelli Angela ved . Ciarlo - Borarione Maria - Bortolotti Elvira - Bosa Antonia - BoscacciAdelaide - Bosio Mario - Bottero Anfossi Luigina - BrandiRoberto e Teresa - Brioschi Felice - Brusatazzi Umberto -Bucciantini Lucia - Buri echi Massiglia Rita - CaldarellaDomenico - Caldiero Rosalia - Calegaris Maria - CaliaMariangela - Caligaris Giovanna - Caltagirone Filippina -Cantore Beatrice - Cantù Luisa - Caratelli Lino - CarenaRenato e Giovanni - Cargnaud Onorato - Carlino Maria -Caronia Lina - Casanova De Marco Evaristo - CassaniFrancesca - Castelli Rosa Vittoria - Castiglione Giusep-pina - Castriota Rina - Casula Antonio - Caternolo San-tisi Angelina - Cavalli Ausilia - Cavallo Carmela - CefaloPasquale - Ceppi Strada Liliana - Cerrito Maria - ChiarleAngela - Chimica Ungaro Rosa - Chioda Agostino - Ci-conte Maria Stella - Cipriano Ines - Coletti Rosalia -

Como Antonietta - Congaro G. - Conti Basilia - ContiAnita - Coppo Antonietta e Virginia - Corbo Caterina -Cornali Maria - Cosimi Marino - Costa Antonietta - CostaMaria - Cotta Antonio - Covi Fiora - Cozzani Adele -Cozzulo Silvia - Crescini Leonina - Cristinelli FenardiMaddalena - Cucca Francesca - Cundari Zerbo Giu-seppina - Dassaud Elisa - Deabate Marianna - De AstisMichele - De Battista Francesca - De Battista Luisa -Del Canto Guido - Della Piana Vincenzo - Dell'IsolaAntonio - De Martin Goffredo - De Martin ToprainRosa - Dezzani Maria - Di Maggio Franca - Di MarcoVincenzo - Di Mauro Domenico - Distante Luciella -Di Stefano Manno Girolama - Durando Matteo e Maria -Elia Bernardini Gianvincenzo - Emanueli Rosaria - FacciDeliperi Bernardina - Faccioli Giovanni - Fantini An-tonio - Farina Elena - Ferracin Giuliana - FerramoscaOlga - Ferrando Luigina - Ferreri Carlo - Fiore Vittoria -Fiorino Rosa - Fisichella Paolo - Forgiarini Santa - FranchiCamillo e Lina - Frigerio Mariarosa - Fulgeniti Rosina -Gambetti Angiolina - Gandusso Imelda - Barnero Maria -Garra Maria - Gatti Gina - Gatti Lya - Gav Angiolina -Gennaro Giacomo e Giorgio - Giacobbe Conte Rosa -Gianferreri O . - Giudici Camilla - Gobbi Luciana - Go-nella Dalmina - Greppi Aida - Groppo Leonilda - GualcoMaria - Guarinoni Mariuccia - Guarisco Rosa - GuerciTina - Guidali Giovanna - Henriet Virginia - HerbetThiebat Vittoria - Ingrao Giuseppa - Inserra Vita - LaBella Amico Giuseppe - Lago Savina - Lanza Mimma -La Spina Carlo e Olga - Laviola Rosa - Lazzarini Basilio -Liambo Domenico - Liberti Maria - Licata CostanzoMaria - Lo Bianco Maria - Lomanno Franca - Lo PrestiAdele - Lorenzi Adele - Lozza Sorelle - Lusso Caterina -Maglione Franca - Malberti Giovanni - Maldini Olga -Manavella Lucia - Manca Erminia - Mancosu Tarsilla -Mangiarotti Rachele - Manini Teodora e Teresa - MarchiFaridone Anna - Marchisio Lucia - Marcuccio Rosa -Marino Giuseppa - Marsilia Candida - Martinoli Ro-salia - Marocco Maria - Marzetti Margherita - MassardoRina - Matti Marta - Melita Sarina - Merli Giulia - Mesi tiTeresina - Messina Giuseppe - Milano Arnaldo - Mi-locco Maria - Minchillo Maria - Minutella Giacomo -Mirabile Giuseppina - Montalto Salvatore - MontiglioAdele - Monterai Rosina - Mozzone Giorgio - MusitelliAntonia - Musuraca Cecilia - Nardon Rita - NegriolliLucia - Obert Odilla - Oliveri G. - Ortu Raimondo - PaceRenato - Papa Concetta - Paraninfo Angelo - Parisi Do-nato e Teresa - Parrinello Antonina - Passale CasucciMaria - Patuzzo Maria ved . Gargiulo - Pecchioli Nella -Pedrina Lucia e Gemma - Telizzeris Cristina - PellitteriLuigi - Peluffo Diego - Peracchio Giulia - Perconti BaioMaria - Perotti Piera - Perruchon Vittoria - Picone Lucia -Pietra Pietro - Piga Giuliano - Pincin Genoveffa - PirasMaria - Pizzi Fortunatina - Pollastro Maria - PompeoLina - Praga rag. Andrea - Privitera Maria - ProsdocimoZan Ida - Radice Sala Giulietta - Raimondo Teresa -Rapisarda Fam . - Repossi Rosina - Riccobene Rosa -Riello Bernardi Teresa - Rifero Anna - Righetti Emma -Righetti Maria - Robba Teresa - Robotti Carolina ved .Giolito - Rocchi Flora - Roggero Fam . - Rolleri Salvatore -Roncari Adele - Rossi Luigi - Rota Rondalli Luisa - RucciaAngelo - Ruboni Pia - Ruffato Giannina - Russo Quin-tino - Ruy Sorelle - Salomoni Amalia - Sandri rag . Sergio- Sansica Agata - Santagata Lanna Maria - Santi Celeste -Santonocito Alfia - Sarti Enrichetta - Sardori Bice - Sa-vino Isotta - Scalvini Fratelli - Scannavino Franco - Sca-rabosio Mariella - Scazzola Ernesta - Schiattarella M . Ro-saria - Schilirò- Nunzia - Sciavarrello Antonina - Segan-freddo Teresina - Seppi Vanzetto Ida - Sgammeglia Rosa- Stirati Norma - Stropeni Delfina - Tayana Eleonora -Tardito Valentina - Tentori Battistina - Teppex Luigia -Testini Clelia - Tettamanti Luigia - Tholozon MariaBeatrice - Tiraboschi Adele - Toscano Giuseppina -Tresso Marilena - Trimboli Domenico - Vacca Erminiaved . Concas - Valguarnera Giuseppe e Rosalia - VallinoEngenio - Vasta Lina - Vecchio Maria - Ventoruzzo Te-resa - Vercelli Angela - Vercellone Liliana - Vigo Rosy -Villa Maria ved . Pellegatta - Wender Fam. - ZaccuriCrisafulli Mena - Zambelli Maria - Zambon Stella - Za-nini Giovanni - Zanoni Silvia - Zappa Agnese - Zavat-taro Scamuzzi Angela - Zerbino Caneva Maria - Zima-glia Carolina - Zimbardo Maria - Zurzolo Domenico .

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Guarita da labirintite grave

Assistevo mia cognata Venturini Maria Gal-lione, che in occasione della nascita del suosecondogenito era stata graziata da San Do-menico Savio, ed eccomi colpita da una formagrave di otite acuta purulenta che minacciavadi trasformarsi in mastoidite . Le pronte cureusatemi scongiurarono la mastoidite, ma nonevitarono una labirintite grave per cui nonpotevo più reggermi in piedi . Secondo lospecialista abbisognavo di cure e di riposoche dovevano durare mesi e mesi . Mi rivolsiallora con fede a San Domenico Savio e neinghiottii la reliquia . Ancora una volta il caroSanto non fu sordo alle mie preghiere e miconcesse la grazia di poter guarire . Glienesono riconoscentissima .Fontanile (Asti)

GALLIONE CAROLINA IN VENTURINI

Soffriva di calcoli renali

Colpita da forti dolori al fianco, mi sotto-posi ad accertamenti radiografici . In essi funotata la presenza di calcoli al rene sinistro .I dolori erano insopportabili . Mi rivolsi aSan Domenico Savio, promettendogli di of-frire la mia collana per la sua statua, che ve-neriamo in parrocchia, e di pubblicare lagrazia nel Bollettino Salesiano . Tutto si eli-minò spontaneamente, ed ora sto benissimo.Resto legata da commossa riconoscenza alnostro piccolo Santo, così potente .Cammarata (AG)

ANTONINA MARGAGLIOTTA

Valentina Telti (Torino) scioglie promessa di ringrazia-mento a S.D.S . per il figlio e la sua famiglia .Claudia Careglio (Torino) ringrazia S .D.S . per il nipo-tino felicemente operato di ernia .Maria Teresa Mazzarello (Costa di Bosio-AL) ottenne daS.D.S . la protezione per sè e per la bimba Domenica .

Domenica Demichelis (Torino) provata da infezione einsonnia, ottenne da S .D.S . la guarigione e una caracreaturina.Elicia e Vittorio Gollini (Noale-VE) già rallegrati da trebambine, raccomandandosi a S .D.S. ebbero anche unbambino .Natalina Poresitto in Richetto (Leumann-TO) per in-tercessione di S .D .S . ebbe la madre guarita da emor-ragia renale.Uberto Bardi (Sarzana-SP) dichiara la sua viva ricono-scenza a S .D.S . per la felice nascita del figlio nonostanteuna malattia epatica della madre .Coniugi Vilinotti (Carmagnola-TOl inviano offerta aS.D.S . per la nascita di una bambina in condizioni uma-namente disperate .Enzo Caldiero (Castronuovo di Sicilia) per una feritariportata in servizio di ordine pubblico, dovette subirel'amputazione di una gamba ; profilandosi il pericoloanche per l'altra, si raccomandò a S .D .S . e ottenne disalvarla .Maria Parodi (Ge-Fegino) esprime la sua riconoscenzaa S.D .S. per una grazia ottenuta .Frank Ferrara e signora (Reading, Pa-USA) ringrazianoS.D.S . per la felice nascita della loro bambina nonostantespiacevoli pronostici .Signora Dell'Oro in Corti (Civate-CO) per l'invocazionedi S .D .S . ebbe il lieto evento evitando il previsto inter-vento dei medici .Mariuccia Coraino (Trecate-NO) ebbe una felice mater-nità per intercessione di S . D . Savio .Franco e Grazia Ransini (Vigevano-PV) dopo il doloredella perdita di una creatura, riebbero la gioia di unbambino, per grazia di S . D . Savio .Luigi e Luigina Cerantola (Altivole-TV) più volte delusinella speranza di una famiglia, rivoltisi a S .D.S . furonoesauditi .Maria Ferrando (Ge-Acquasanta) con un bambino indifficile situazione, ottenne, pregando S .D.S ., che tuttosi risolvesse bene senza operazione .Giuseppina De Beni in Pradal (Conegliano-TV) esprimeun vivo ringraziamento a S .D.S . per aver avuto, in con-dizioni quasi disperate, la sua piccola Domenica .Francesco Mutero (Imperia) ringrazia S .D .S . per lafiglia divenuta madre superando gravi difficoltà .Margherita Ivaldi (Varazze-SV) consigliò la preghieraa S.D.S. a una giovane madre, che presto si ristabilìinsieme con la bambina .Maria Molinari Buscotti (Saluzzo-CN) attribuisce allaprotezione di S .D.S . il felice superamento di un diffi-cile esame .Giselda Deana (Venezia) porge infinite grazie a S .D.S .per favore ottenuto .

PEREGO ANGELO S.J . EPOPEA SACRA Poema in ottava rima su San Gio-vanni Bosco. Chieri (Torino), Editrice " La Fiamma S. C . ", 1965, pagine 430 . Lire 2500

" Ad ogni lettore dell'Epopea Sacra è riservata la gioia spirituale di avvicinare una delle più grandifigure del clero cattolico, in una forma piacevole, sottesa da un vigile impegno stilistico e animata daun sorridente affiato epico che trascorre sovente ed insensibilmente alla notazione umoristica e all'ab-bandono lirico " .

Dr. STEFANO LOMBARDI

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Al di là di ogni aspettativa

Sono un missionario salesiano delle foresteamazoniche. Già in Italia soffrivo molto perle tonsille, che di tanto in tanto s'infiamma-vano provocando disturbi e una febbre altis-sima, che duravano vari giorni prostrandomifisicamente . Data però l'età e le condizionifisiche, me ne sconsigliavano l'asportazione .

Quando nel 1954 andai in missione, pen-savo che la situazione dovesse migliorare,trattandosi di una regione tropicale e quindimolto calda . Invece peggiorai. La regione delRio Negro amazonico è, sì, calda ma c'è unastraordinaria umidità, che raggiunge perfino i96, 98 gradi per cento . Avvenne quindi che neiprimi due anni mi ammalassi con forti febbricausate dalla infiammazione delle tonsille ; equesto accadeva in media una volta ogni duemesi. Erano quelli giorni di inazione forzata,mentre c'era tanto da fare in una regione vastaquanto l'Italia e che conta solo 25 sacerdoti .Allora, pieno di fede e di confidenza in

Don Rinaldi, lo pregai che mi ottenesse dalSignore tanta salute quanta occorreva per at-tendere all'apostolato missionario . Ebbene,Don Rinaldi mi esaudì in un modo così com-pleto da superare ogni mia aspettativa . Neglialtri otto anni che ho passato in questa re-gione, a cominciare dal giorno in cui invocaiDon Rinaldi, non ho più sofferto alcun di-sturbo alle tonsille . Ringrazio perciò il Servo diDio e lo prego a voler continuare a intercedereper me, perchè possa essere un missionario sa-lesiano pieno di zelo, sulle orme dei primi me-ravigliosi nostri missionari del Rio Negro .Humaitd (Rio Madeira-Amazonas, Brasil)

DON PASQUALE M. JALONGO

Era spacciato dai medici

Ero tanto ammalato ai polmoni e spacciatodai medici, quando mia sorella, Figlia di MariaAusiliatrice, mi invitò a pregare il Servo di DioDon Filippo Rinaldi e mi mandò l'immaginecon la reliquia e la preghiera . Cominciai a re-citarla ogni giorno con i familiari ed ora mitrovo completamente guarito e in grado di la-vorare. Ringrazio il caro Servo di Dio e de-sidero che questa grazia venga pubblicata sulBollettino Salesiano .Albignasego (Padova)

GIUSEPPE TOGNON

Virginia Trinch Maggiani (Torino) comunica di averottenuto un'importante grazia da D . F . Rinaldi .Rosemma Vergnano (Torino) avendo la mamma operatadi carcinoma in pericolo di vita da un anno all'altro,moltiplicò le sue novene a D.F.R ., ottenendole unaguarigione completa .Maria Molinario (Torino) manifesta la sua riconoscenza aD.F .R . per la guarigione del marito dopo infarto cardiaco .Gloria Vergaso de Malo (Panama-C.A .) rivolse ferventisuppliche a D .F .R . e si trovò libera dal suo male .Vittoria Pasino (Costanzana-VC) attribuisce a D .F.R .la sparizione di una febbre postoperatoria .Cristina Cattelino (Lemie-TO) per intercessione diD.F .R. ottenne la guarigione della nipote e compie lasua promessa in riconoscenza .O. L . Mosso (Santena-TO), soggetta a forti e dolorosecoliche epatiche, guarì raccomandandosi a D . F . Rinaldi .Maria Cino (Lecce) piena di riconoscenza porge un graziedi cuore a D .F.R. per guarigione di una persona carada una fistola.Angela Maria Di Giovanni (Palermo) preoccupata peruna malattia agli occhi della nipotina, rivolgendosi aD.F.R. scopri la vera causa e la giusta cura .Mariuccia e Flami Negri (Torino) ringraziano D .F.R . peri segnalatissimi favori ottenuti con la sua intercessione.Franca Naghel (Caltagirone-CT) ottenne dalla bontàdi D.F .R. che il nipotino, afflitto da nausea per ognicibo, incominciasse a mangiare .Antonietta Riccio (Roma) per intercessione di D .F.R.ottenne la sparizione di aderenze alle pupille, che leimpedivano l'uso degli occhi .Caterina ed Emilia Nigra (S. Silvestro Cresc : VC) af-flitte da sordità incurabile, guarirono ripetendo novene aD . F . Rinaldi .

Mentre usciamo con questo numero delnostro Bollettino, una bella schieradi Cooperatori Salesiani si apprestaa partecipare al

CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE DI PISAEssi s'incontreranno in un fraterno conve-gno, nel quale avranno la gioia di rendereil primo omaggio ufficiale della Pia Unioneal VI Successore di Don Bosco,Rev.mo Don Luigi Ricceri, giàDirettore Generale della nostra terzaFamiglia. Terrà loro il discorso d'occa-sione all'Odeon S .E. mons. Mario LongoDorni, Vescovo di Pistoia, e altri eccel-lentissimi Vescovi li onoreranno con laloro presenza e li conforteranno con laloro benedizione . Tutti i nostri Coope-ratori vogliano unirsi spiritualmente algrande omaggio eucaristico che l'Italiaoffrirà a Gesù Sacramentato, memoriche l'amore all'Eucaristia è il primo eil più grande tesoro che ci ha lasciatoin eredità il nostro caro Padre Don Bosco

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SALESIANI DEFUNTIDon Giuseppe Luigi Gíacotto t a San Paulo del Brasile a 56 anni .Era Delegato Nazionale degli Ex allievi salesiani del Brasile. Unatrombosi lo stroncò mentre stava organizzando un grandioso pelle-grinaggio di Ex allievi e di Cooperatori a Torino, a Roma e in TerraSanta . Era partito giovane chierico per il Brasile . Là aveva finito glistudi e, raggiunto il sacerdozio, era stato preposto alla organizzazionedegli Ex allievi e poi anche dei Cooperatori salesiani . Il CongressoInteramericano degli Ex allievi del 1961 rivelò il suo senso organizza-tivo e il suo fervido spirito salesiano offrendo alle rappresentanze dellealtre Nazioni a S. Paulo il modello di una Unione Ex allievi nella mas-sima efficienza e nella più moderna funzionalità . Incurante di sè e della suasalute, viveva per gli altri, in una donazione generosa e senza esclusioni .Don Giuseppe Bibbiani t a Mirabello (AL) a 83 anni .Don Francesco Marcondes t a S . Paulo (Brasile) a 79 anni .Don Giorgio Carriere t a Silvania (Brasile) a 75 anni .Don Ottacilío de Oliveira t a Lins (Brasile) a 72 anni .Don Angelo Marchesi t a Genova Quarto a 61 anni .Don Giovanni Balestieri t a Rio de Janeiro (Brasile) a 6o anni .Don Noè Lima t a Rio de Janeiro (Brasile) a 58 anni .Don Giuseppe Brissio t'a Manucha Las Mercedes (Argentina) a 57 anni .Coad. Eugenio Maglíano t a Lenze (Belgio) a 75 anni .Coad. Antonio Gama t a S. Paulo (Brasile) a 72 anni .Coad. Giovanni Antonio Gonzalez t ad Asunción (Paraguay) a 7o anni .Coad. Giuseppe Anastacio t a Belo Horizonte (Brasile) a 58 anni .Coad. Andrea Serra t a Rio das Mortes (Brasile) a 5r anni .

COOPERATORI DEFUNTICan. Dott. Bernardo Graneris t a Nar7ole (Cuneo) a 83 anni .Fu per 43 anni pastore e padre tra i fedeli di Novello d'Alba . Unodei primi atti del suo ministero fu di ottenere le Figlie di Maria Au-siliatrice in parrocchia . Svolse un fecondo, coraggioso apostolato nonsolamente nel campo religioso, ma anche in quello sociale, preme-vendo forme associative che hanno contribuito allo sviluppo comu-nitario del paese. Le sue fatiche pastorali furono anche coronate dauna bella fioritura di vocazioni . Nel 1964 volle « rinunciare alla par-rocchia per il bene della parrocchia », come si espresse . Fu un sacri-ficio grande, ma egli lo volle compiere come purificazione del lungoministero sacerdotale e preparazione alla morte . Decurione dei Coo-peratori, era devotissimo dell'Ausiliatrice e di Don Bosco .Don Mario Cavezzale, parroco di Breme Lomellina (Pavia) t a 44 anni .Anima apostolica, non risparmiò fatiche e sacrifici per rendere la suaparrocchia aderente alle necessità del momento. Vicino alla casa par-rocchiale costruì un vasto campo sportivo per avere tutti i giovanidel paese sotto il suo paterno controllo . Sostenne le tre opere delleFiglie di Maria Ausiliatrice che fioriscono in paese .On. Giovanni Dovetti t a Torino il 15-tv-1965 .Figura notissima di parlamentare piemontese e di apostolo apertoad ogni attività cattolica e sociale . Con la sua rettitudine, coi suo di-namismo nel bene, con la professione aperta delle sue convinzionicristiane era riuscito a creare intorno a sè un clima di simpatia che loaveva messo nella felice possibilità di conquistarsi innumerevoli be-nemerenze. Anche la Famiglia Salesiana è vivamente grata al com-pianto Onorevole, per le continue prove della sua disinteressata egenerosa cooperazione .Nicola Mondino t a 91 anni .La vita religiosa di questo esemplarissimo cristiano non era una piatradizione, ma una pratica cosciente che si traduceva in una vita direttitudine, di onestà, di dedizione continua al proprio dovere, chetrova la sua sintesi felice nell'affermazione del parroco : « Non trovoparole adeguate per esprimere la sua grandezza morale» . Era devo-tissimo di Don Bosco, che conobbe quando aveva 12 anni, e donòtre figlie all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice .Dante Vallero t ad Aosta a 66 anni .Cooperatore profondamente affezionato a Don Bosco e alla sua Opera,coglieva ogni occasione per mettersi a contatto con l'ambiente sale-siano, a cui attingeva entusiasmo, serenità e soprattútto bontà . Lavoròindefessamente per oltre 40 anni presso il Comune di Aosta con ret-titudine ed esattezza esemplari .N. H. Donato Sansone t a Bella (Potenza) .Mente eletta, animo nobile, profonda spiritualità, tutto mise a ser-vizio del bene . Nelle prove della vita rivelò cristiana costanza e digni-tosa fortezza. Fu anche Cooperatore fervente e di carità multiforme .

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

Alessandro Spríano t a San Salvatore Monferrato a 81 anni .Le sue doti di bontà e generosità ne fanno rimpiangere la scomparsa,ma di esse perdurano i frutti nell'apostolato missionario delle duefigliuole, missionarie tra le Figlie di Maria Ausiliatrice .Pietro Pedrinellí t a Chiari (Brescia) .Cooperatore affezionatissimo a Don Bosco e alla sua Opera, fu di unaesemplarità e rettitudine austera, di una fede lineare e profonda, diuna laboriosità onesta e sacrificata . Si spense mentre le sue labbramormoravano le Ave Maria del santo Rosario .Luigi Ottolíní t a Pavia .Visse in pieno l'ideale salesiano, divenuto in lui più cosciente e con-creto dopo aver donato alla Congregazione il suo unico figlio donRenzo . Da vari anni nel periodo estivo era felice di contribuire colsuo lavoro allo sviluppo della colonia salesiana di Frassené . Solevaripetere : « Quello che faccio è tutto e solo per Don Bosco » .Domenico Reinero t a Foglizzo Canavese a 69 anni .Diede alla famiglia esempi di profonda vita cristiana . Nella sua lunga ma-lattia si mostrò eroico nel dissimulare il male, edificando con la sua fedee fortezza d'animo . Donò a Maria Ausiliatrice l'unica figlia Sr . Amalia .Paolino Fassoli t a Cassolnovo (Pavia) a 29 anni .Sposo e padre di fede robusta e di vita esemplare, fu tutto dedito allavoro e alla famiglia . Militò nelle file dell'A . C . e ne fu presidente .Píerino Caccia t a Cassolnovo (Pavia) a 58 anni .Cooperatore e fervente ammiratore di Don Bosco, amò e aiutò le operesalesiane . Morì invocando San Giovanni Bosco e Maria Ausiliatrice .Maria Angela Boscaro ved . Polattí t a Sondrio a 93 anni .Cooperatrice e mamma di don Antonio e di don Giovanni, salesiani,nella sua lunga vita, tutta dedicata alla famiglia, fu esempio di pietà,di lavoro, di sacrificio e di una grande saggezza cristiana .Maria Farronato in Zanchetta t a Torino il 13-tv-1965 .La sua devozione a San Giovanni Bosco la rendeva orgogliosa di avereun nipote salesiano . Dalla fede nella Provvidenza attinse la forza persopportare cristianamente il male che da anni la travagliava .Emma Calderoni ved . Randí t a 8o anni .Concesse all'unico figlio di farsi salesiano e missionario, anche se inquel tempo le sue idee erano diverse . Il Signore la premiò con squi-site grazie e la chiamò a se nella festa dell'Annunciazione in disposi-zioni di spirito tali che si avverò in lei all'evidenza la promessa di DonBosco, che i parenti dei salesiani sarebbero andati salvi .Maria Perardi t a Rivarolo SALP .Visse la sua giornata terrena intessuta di pietà, di lavoro, di apostolato .Zelante Cooperatrice, passò spargendo attorno a sè il soave profumodell'amor di Dio . Ancora sul letto di morte, divenuto un altare, ebbeper tutti una esortazione e un arrivederci in Paradiso .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIAnghileri Cesare - Argia Astolfo - Arlian Isoletta - Barbero Barbo-rina - Barbero Andrea - Baroni Teresa - Bassi Augusto - Belli Pep-pino - Bernardis Mario - Bertamio Leandro - Bertoletti Linda - BimaMargherita - Bonnolini Marina - Borelli mons . Paolino - Borsatodon Antonio - Brigalli Giuseppe - Busato Maria - Calderaro Antonia -Castellaro Luigia - Cattanco Gildo - Ceresoli Francesco - CeresoliPaolo - Cioccarelli Luisa - Cocchiara Vincenza - Comini Lucia - DelFrate Iolanda - Dioli Flavio - Donati Angelo - Dore Giovannina -Fanoni Caterina - Farelli Palma - Farina Emilio - Francioni Giu-seppe -' Freggiaro Rosa - Fretti Bernardo - Fretti Elisabetta - Fu-tniatti Giuseppe - Gallione don Anacleto - Ganza Giacomo - Ghe-rarducci Ranieri - Giannatelli Elvira - Giannoni don Nicola - GinoValerio - Giudicatti Maddalena - Guazzo cav. Cesare - lannaci Car-mela - Laguzzi Maria - Latini Amedea - Maffescioni Giovanna -Marandino Teresa - Marino Franca - Marozzi Maria - MattasoglioAdele - Merli Luigi fu Giuseppe - 1Monteverde Paola - MoscardiniDiamante - Motta Fortunato - Nardi Carlo - Orione avv. Emilio -Paganoni Franceschina - Paini Guido - Parlanti Zei Clara - PasottiGiovanni - Pegorari Adalgisa - Pelizzari Maria - Piazza Dirce - Pie-ciolini Betta - Ponti Attilio - Porro Giovanni - Rabbia Angela - RiberoRosa - Richard dott . Attilio - Richard Enrichetta - Rigosa Teresina -Romano Bice - Romiti dott. Carlo - Rosa Santina - Rosati Gilda - RotaAnna - Saligari Margherita ved . Zanni - Salis Speranza - Sampietro Gia-comina - Santelli Domenica - Santini Giulio - Sassani prof. Gioacchino -Savio Alfredo - Stampini Celestina - Scianni Giovanna - SeghezziPalmiro - Sem Rosa ved . Guerra - Senaldi Antonietta - Simi don An-gelo - Simoni don Paolo - Tamiucci Giuseppe - Terzano Maria -Tessore Itala - Tirapani mons . Mario - Ungaretti don Pasquale - Va-lente Marcello - Virpilio Ernesto - Zualdi Valente - Zucchelli Antonio .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legal-mente ricevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un legato : « . . .lascio all'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire . . . (oppure)l'immobile sito in . . . » .

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :« . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .(luogo e data)

(firma per esteso)

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Borsa : Galli Pietro, defunto, in suffragio ericordo, a cura della moglie Panighetti Mariaved . Galli (Brescia) . L. 40 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco,a cura di Bruna Cecchini (Latina) . L . 45 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-sco e Don Pietro Berruti, a cura di AlbertoArnodo (Roma) . i° vers . L . 20 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco,in memoria e suffragio del caro papa Dionisio A .,a cura della moglie e figli (Novara) . L. 30 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco, a suffragio di Eleonora Trevisi (Como) .1o vers . L . 20.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco, DonRua, Don Rinaldi e Anime del Purgatorio,a cura di Giotto Maria . 1o vers . L . 30 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco, DonRua, Don Rinaldi, implorando grazie, acura di Piera Dell'Orto (Udine). L . 30 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio,a cura di Donelli Paola (Parma). L . 35 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San DomenicoSavio, pregate per la mia bambina, a curadi Fagetti Speranza (Milano). L. 25 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragio di Pal-

BORSE COMPLETEBorsa : Vaira Giuseppe, Abrate Rosa . SorbaGiovanni e Trucco Lucia, in suffragio e ri-cordo, a cura di Vaira Matteo e SecondinaSorba (Mondovì) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, salva quell'anima,a cura di Gina Gandolfo (Savona) . L . 50 .000.Borsa : In suffragio della nonna, a cura diAnsaldi Giovanna (Torino) . L. 6o .ooo .Borsa : Carizzoni Famiglia, defunti, in suffragio, acura di Carizzoni Antonio (Milano) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e don GiovanniBattista Faccaro, a cura di N . N . L . 100.000 .Borsa :MariaAusiliatrice e SanGiovanniBosco,insuffragio dei suoi cari, a cura di N. N. L . 1 oo.ooo .Borsa :Menaldi Giuseppe, in suffragio e ricordo, acura della ved. M . RoccaAnna (Genova). L . 50.000 .Borsa: Artico prof. don Giuseppe e To-gnutti A ., a cura di Lantieri Ferruccio (To-rino) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco, proteggete i nostri morti, a cura dellafamiglia Morelli-Zarelia (Pisa) . L. 50 .000.

meri Francesca, a cura di Genco Giuseppe(Torino) (28) . 1o vers. L. 22 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-sco e San Domenico Savio, continuate lavostra protezione e p . g. r. e da r . L. 35 .020 .Borsa : Mater Boni Consilii, a cura di Lo-sanna Pietro (Torino) . 1° vers . L. 35 .000 .Borsa : Puer oblatus, perchè Don Bosco bene-dica i miei figli, a cura di Pasquarelli Ales-sandro (Foggia) . L . 35 .000 .Borsa : Papa Giovanni XXIII, per la Chiesa, peril Concilio e per la pace, a cura del dott . Ales-sandro Pasquarelli (Foggia) . L . 25 .000 .Borsa : Attendo la grazia completa, Don Boscoottienla dall'Ausiliatrice, a cura di P . C . (Mi-lano) . io vers. L. 20 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-sco, a cura di Merlo Maria (Torino) . L . 35 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-sco e San Domenico Savio, salvate la miafamiglia, a cura di Zecca Maria in Tomaselli(Parma) . L. 30.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, aiutateci, a curadi Vianelli Margherita (Torino) . 1o vers .L. 30.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, per la nostra sal-

Borsa: Serié Don Giorgio, e per suffragio deidefunti dell'offerente, a favore di una vocazioneadulta (Torino), a cura di N . N . L . 550.oo0 .Borsa : Invoco una preghiera, a cura di L .A.T .(Torino) . L. 50 .000.Borsa : Divina Provvidenza (22a), a cura diBoglione Francesco . L . 50 .000 .Borsa : Rua don Michele, Venerabile, a curadi Ceroni Teresa (Bergamo) . L. 65 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco, a protezione della mia famiglia e asuffragio dei genitori, a cura del dott. MatteoPetrarola (Salerno) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, suscita molte voca-zioni sacerdotali, a cura di M. A . (Piacenza) .L . 50 .000 .Borsa: Gesù, Giuseppe, Maria, pregate peri defunti, a cura di M . A . (Piacenza) . L . 50 .000 .Borsa: Marzà don Nunzio, in suffragio, acura di Marzà Grazia (Catania) . L . 50 .000 .Borsa : Marzà Eligio, in suffragio, a cura diMarzà Grazia (Catania) . L. 50.000 .

CROCIATAMISSIONARIA

TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50.000• Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento ini-ziale raggiunge la somma di L . 25.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive•

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate

BORSE DA COMPLETARE

vezza, a cura del dott . Giuseppe Silvestroe consorte (Bari) . i° vers . L . 25 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e DonRinaldi, continuate a proteggerci, a cura diFantoni Margherita ved . Ricoveri (Venezia) .L. 35 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, prega per noi (Ca-tania), a cura di Randazzo-Platania Pina,lo vers. L. 40 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, proteggi la nostrafamiglia, a cura di Giov . ing. Manfredi eMaria Cerisola (Cuneo). L. .30 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco, proteggete e benedite la nostra famigliaRavenna (Genova) (4 0 ) . L. 40 .000 .Borsa : Cuore SS . di Gesù, Maria Ausilia-trice e San Giovanni Bosco, proteggete lamia famiglia (America S.U .), a cura di S. C.1o vers . L. 18 .666 .Borsa : Don Bosco e Don Rua, a cura delteologo Giorgio Oderda (Carrù); dott . Pa-nizzi Carlo 15 .000 . L . 45 .000 .Borsa: Gesù, Maria (3a), a cura di E . T.(Ferrara) . 1o vers . L . 30.000.Borsa: Regina pacis, perchè regni nella famiglia diRosalia Monti (Agrigento) . L. 30 .000 . (coarnavs)

Borsa : Marzà-Coco Anna, in suffragio, a curadi Marzà Grazia (Catania) . L. 50.000.Borsa : Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco,pregate secondo le mie intenzioni, a cura diBotindari Giuseppe (Campobasso) . L. 50 .000 .Borsa : Direttore P. T. (Torino). L . 50 .000 .Borsa : Don Bosco, per un tuo sacerdote (To-rino), a cura di R . L . P . L . 50 .000 .Borsa: Rinaldi Don Filippo, Servo di Dio, p .g .r .,a cura di Mirina Costanzo (Roma) . L . 50 .000 .Borsa: San Giovanni Bosco, in memoria esuffragio del prof. Pietro Della Casa, vice-presidente dell'Unione Don Bosco fra Educa-tori (Torino), a cura del Consiglio di Presi-denza dell'Unione Don Bosco . L. 50 .000 .Borsa: Gesù, Giuseppe, Maria, pregate se-condo le intenzioni di L. A . (Milano) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, in memoria e suf-fragio del prof. Pietro Della Casa, vicepre-sidente dell'Unione Don Bosco fra Educatori(Torino), a cura del Consiglio di Presidenza .L. 50 .000 .

(coasaxve .

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i libri della 5_ME

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PREGHIEREcome avvio alla," Preghiera"Traduzione e adattamento di G . Auletta e G . BarraPagine 343, L.1500Una esperienza di preghiera che ci viene offertaper aiutarci nella formulazionedi una nostra preghiera personale,ancorata alle situazioni concrete

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PRINCIPI PER L'AZIONEEdizione italiana sulla IV edizione francesea cura di Aristide Vesco . Pagine 188, L . 850Per i 'militanti' e gli 'impegnali' questo volumetto,in cui nulla vi è che non sia stato sperimentato,collaudato e anche sofferto,potrà diventare una preziosa guida da leggere,rileggere e meditare a piccole dosi

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BOLLETTINO SALESIANO

Si pubblica I il 1° del mese per i Cooperatori Salesianiil 15 del mese per i Dirigenti della Pia Unione

S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattorie Amici delle Opere Don Bosco

Direzione e amministrazione :via Maria Ausiliatrice 32, Torino • Telefono 48.29 .24Direttore responsabile Don Pietro Zerbino

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