Two in One project

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progetto residenziale per artisti

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Two in oneA cura di Matteo Efrem Rossi

Con la collaborazione di Eventi Arte Venezia

Il progetto

two in one è un progetto che nasce immagi-nando le suggestioni e le sensazioni che scatu-riscono dall’incontro tra i lavori di due artisti in un unico spazio. Il programma si coniuga in una serie di mostre e residenze temporanee durante le quali una coppia di artisti condivide il luogo di lavoro e uno spazio espositivo. Gli accostamenti sono sviluppati, di volta in volta, per contrasto o similitudine di tematiche ed estetiche differenti.L’obbiettivo è indagare le relazioni percettive ed estetiche che si sviluppano in un accostamento serrato fra due ricerche artistiche. two in one è un progetto a cura di Matteo Efrem Rossi.

two in one #1

29/04 - 31/05/2010 Galleria ModenArte, Venezia

Carlo Borin Kaitlin McDonough

Riflesso

Tommaso Zanini

Esiste sempre un punto nell’immagine di noi che osserviamo sulla superficie di uno specchio, sottratto alla simmetria dello sdoppiamento. In quel punto si concerta l’attenzione dello sguardo, e si riflette la mancanza dello sguardo nell’immagine. È a partire da questa elementare esperienza che si costruisce la consapevolezza della duplicità e dell’unicità: nella sottrazione dello sguardo dall’immagine riflessa si costrui-scono i contorni della finzione dell’immagine. Lo sguardo la asseconda, e può perdersi in

essa, diventandone complice come nei sogni in cui chi dorme gioca con l’illusione di essere sveglio. Nella prospettiva che così si apre si ha la tangibilità dell’illusione, in cui il reale e l’irreale si intersecano dando vita all’illusione medesima. Se non fosse per un piccolo dettaglio marginale e sfocato, simile alla consapevolezza di sognare che si staglia nitida nella coscienza del sogna-tore mentre l’intensità dell’illusione aumenta, non sarebbe più possibile distinguere alcunché. Ma è proprio attraverso quel punto nitido sot-tratto allo sdoppiamento dell’immagine che si smaschera il gioco e si accede alla veglia. Giocare con la duplicità dell’immagine significa rappresentare l’unicità dello sguardo.Nel lavoro di Kaitlin McDonough, lagoon 2009, questo ruolo è ben interpretato dall’unica figura delineata che si bagna nell’acqua, unico ele-mento della composizione sottratto alla specu-larità della tela, mentre l’intero dipinto vibra nella simmetria di cui si compongono le macchie lun-go l’asse orizzontale, e il paesaggio e lo sfondo lungo l’asse verticale.Nelle scatti di Carlo Borin invece, gli scorci di alcuni interni di una chiesa veneziana vengo-no proiettati in una camera da letto. La traslazio-ne di queste architetture all’interno dell’ambien-te domestico, in cui i margini dei due ambienti si fondono e il concavo diventa convesso, generano un paesaggio onirico, in cui solo un elemento perturbante, di volta in volta, ci ricorda dov’è la realtà e dov’è l’illusione.

Le opere

Lagoon Kaitlin McDonough

2009 olio su tela

Camera Carlo Borin

2010 fotografie

two in one #2

11 - 16/10/2010 Galleria ModenArte, Venezia

Marta Maldini Giulia Tamanini

Il progetto

La settimana di residenza tra Marta Maldini e Giulia Tamanini ha visto le artiste lavorare in parallelo a opere differenti, e insieme alla realizzazione di un’istallazione video e audio. presenze cieche nasce dalla necessità di rivivere e presentare al pubblico due ossessioni personali delle artiste. La doppia chiave di lettura del lavoro è nascosta tra il video, l’instal-lazione e l’audio, costringendo lo spettatore a domandarsi il profondo significato dell’opera.

Le opere

Senza titolo Giulia Tamanini

2010 fotografie10x15 cm

Senza titolo Marta Maldini

2010 fotografie10x15 cm

Presenze cieche Marta Maldini, Giulia Tamanini

2010 video5’01’’

Progetto grafico di Marta Maldini settembre 2011

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